Oriana Fallaci: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|il giornalista|Bruno Fallaci|Fallaci}}
{{Bio
|Nome = Oriana
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|GiornoMeseMorte = 15 settembre
|AnnoMorte = 2006
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = giornalista
|Attività2 = scrittrice
|Attività3 =
|Nazionalità = italiana
|Immagine = Oriana Fallaci 2.jpg
|Didascalia =
}}
Partecipò giovanissima alla [[Resistenza italiana]] e fu la prima donna italiana ad andare al fronte in qualità di [[Inviato|inviata speciale]]. Fu una grande sostenitrice della rinascita culturale [[Grecia|ellenica]] e ne conobbe le più importanti personalità, tra cui [[Alexandros Panagulis]], del quale fu la compagna dal 1973 fino alla morte di lui nel 1976. Durante gli ultimi anni di vita fecero discutere le sue dure prese di posizione contro l'[[Islam]], in seguito agli [[attentati dell'11 settembre 2001]] a [[New York]], città dove viveva. Come scrittrice, con i suoi dodici libri, ha venduto circa venti milioni di copie in tutto il mondo.<ref>[[Corriere della Sera]] Oriana Fallaci: "Addio Saigon" (La Carriera di Oriana) [https://www.corriere.it/sette/cultura-societa/23_maggio_19/oriana-fallaci-addio-saigon-qui-ho-imparato-miracolo-essere-nata-91b66732-f3ef-11ed-b9e0-c96fade46b2d.shtml].</ref>
== Biografia ==
Era la figlia primogenita di Edoardo Fallaci, artigiano, e di Tosca Cantini, casalinga. Entrambi i genitori erano fiorentini. La madre di Edoardo era invece di [[Cesena]]<ref>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2015/02/17/oriana-fallaci-storia|titolo=La storia di Oriana Fallaci, quella vera|data=17 febbraio 2025}}</ref>. In famiglia erano quattro sorelle: Oriana, Neera (1932-1984) e Paola (1938-2021), anch'esse giornaliste e scrittrici, ed Elisabetta, figlia [[adozione|adottata]] dalla famiglia Fallaci.
=== L'apporto alla Resistenza italiana ===
Il padre, iscritto fin da giovanissimo al PSI, fu un attivo [[Antifascismo|antifascista]] che coinvolse la figlia, giovanissima, nella [[Resistenza italiana|Resistenza]] col compito di staffetta.<ref name=":1">{{Cita libro|autore=|nome=Oriana|cognome=Fallaci|titolo=Intervista con il potere|url=https://books.google.it/books?id=m0-Z3sFY6OgC&pg=PT6&dq=oriana+fallaci+staffetta+padre&hl=it&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=oriana%20fallaci%20staffetta%20padre&f=false|accesso=31 gennaio 2017|data=2009|anno=|editore=Bur|città=Milano|p=Prefazione|ISBN=978-88-17-04435-6}}</ref> La giovane Oriana si unì così alle [[Brigate Giustizia e Libertà]],<ref name=":0">{{Cita libro|autore=|nome=Oriana|cognome=Fallaci|titolo=Oriana Fallaci intervista sé stessa. L'apocalisse|url=https://books.google.it/books?id=1D-JBAAAQBAJ&pg=PT57&dq=oriana+fallaci+brigate+giustizia+libert%C3%A0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiyl53IlOzRAhWLwBQKHVY4AvcQ6AEIKDAA#v=onepage&q=oriana%20fallaci%20brigate%20giustizia%20libert%C3%A0&f=false|accesso=31 gennaio 2017|data=2014|anno=|editore=Bur|città=Milano|ISBN=978-88-586-7338-6}}</ref> formazioni partigiane del [[Partito d'Azione]], vivendo in prima persona i drammi della guerra: nel 1944, durante l'occupazione di [[Firenze]] da parte dei [[Nazionalsocialismo|nazisti]], il padre fu catturato e torturato a [[villa Triste]] dai [[Fascismo|fascisti]] comandati da [[Mario Carità]],<ref>{{Cita web |url=http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde |titolo=''Oriana Fallaci risponde'' |accesso=11 aprile 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130629001526/http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde |dataarchivio=29 giugno 2013 |urlmorto=sì }}</ref> e in seguito rilasciato, mentre la Fallaci fu impegnata come [[staffetta]] per trasportare munizioni da una parte all'altra dell'[[Arno]] attraversando il fiume nel punto di secca dal momento che i ponti erano stati distrutti dai tedeschi.<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Oriana|cognome=Fallaci|titolo=Oriana Fallaci intervista sé stessa. L'apocalisse|url=https://books.google.it/books?id=1D-JBAAAQBAJ&pg=PT56&dq=oriana+fallaci+arno&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj8js3qlezRAhVBnBQKHQb7CvgQ6AEIKjAA#v=onepage&q=oriana%20fallaci%20arno&f=false|accesso=31 gennaio 2017|data=2014|anno=|editore=BUR|città=Milano|ISBN=978-88-586-7338-6}}</ref><ref>Con l'eccezione del [[Ponte Vecchio]], tutti i ponti di Firenze furono distrutti il 3 e 4 agosto 1944. Vedi Luca Giannelli, ''Firenze. Operazione Feuerzauber. La tragica estate 1944'', Scramasax, 2014, ISBN 8896108268.</ref> Per il suo attivismo durante la guerra ricevette, nel dopoguerra, un riconoscimento d'onore dell'[[Esercito Italiano]].
=== L'esordio nel giornalismo ===
[[File:Oriana Fallaci.jpg|miniatura|sinistra|La giovane Oriana Fallaci]]
Dopo aver conseguito la maturità presso il [[Liceo classico statale Galileo|Liceo classico "Galileo"]], si iscrisse alla facoltà di medicina presso l'[[Università di Firenze]]. Dopo un breve passaggio a Lettere, lasciò l'università per dedicarsi al [[giornalismo]], esortata in particolare dallo zio [[Bruno Fallaci]], egli stesso [[giornalista]]. Conobbe anche [[Curzio Malaparte]], che considerò come un suo maestro.<ref>{{cita web|url=http://www.stylos.it/default.asp?artID=73|titolo=Speciale su Oriana Fallaci|accesso=11 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150522033155/http://www.stylos.it/default.asp?artID=73|dataarchivio=22 maggio 2015|urlmorto=sì}}</ref>
Esordì, ancora studentessa, al ''[[Giornale del Mattino (Firenze)#Il Mattino dell'Italia centrale|Mattino dell'Italia centrale]]'', quotidiano fiorentino d'ispirazione cattolica, dove si occupò di svariati argomenti, dalla cronaca nera, alla cronaca giudiziaria al costume. Allorché si rifiutò di scrivere un articolo contro [[Palmiro Togliatti]], come le aveva ingiunto il direttore del ''Mattino'', il quotidiano interruppe la collaborazione.<ref>La Fallaci stessa rievoca l'episodio ne "[[La rabbia e l'orgoglio]]".</ref> Successivamente si trasferì a [[Milano]], dove iniziò a lavorare al settimanale ''[[Epoca (rivista)|Epoca]]'' di [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], allora diretto da suo zio Bruno Fallaci che, per non favorirla, la tenne chiusa in redazione a limare e correggere gli articoli dei collaboratori,<ref>[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=357 La Storia siamo noi. Oriana Fallaci: gli esordi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080626175925/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=357 |data=26 giugno 2008 }}</ref> per poi affidarle le cronache sulla allora nascente [[alta moda]] italiana. La giovane Fallaci fu presente alla prima storica sfilata del 1952 presso la Sala Bianca di [[Palazzo Pitti]] a Firenze.<ref>{{cita web|url=http://www.petitesondes.net/Epoca/Estratti/1952-095-estratto.pdf|titolo=Epoca n.95/1952}}</ref><ref>{{cita web|url=https://moda.mam-e.it/fallaci-oriana/|titolo=Fallaci, Oriana|data=27 maggio 2021}}</ref>
Quando lo zio lasciò Epoca, anche Oriana lasciò il periodico per ''[[L'Europeo]]'', diretto all'epoca da [[Michele Serra (1905)|Michele Serra]]<ref>{{cita news|autore=Giuseppe Braga|titolo=Quello zio burbero che fece grande l'Oriana|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|data=2 novembre 2017}} Oriana Fallaci scrisse sull'Europeo per oltre vent'anni, fino al 1977.</ref>. Per il settimanale si trasferì a [[Roma]], il centro della cronaca mondana dell'epoca (erano gli anni della [[Dolce vita (periodo)|dolce vita]]).<ref>Barbara Cinelli ''et alii'', ''Arte moltiplicata. L'immagine del '900 italiano nello specchio dei rotocalchi'', Bruno Mondadori, 2014, pag. 348.</ref> Serra riconobbe il grande talento della giovane giornalista e lanciò la sua carriera. Nel gennaio 1956 giunse per la prima volta a [[Los Angeles]], visitando poi anche [[Washington]] e [[New York]],<ref>{{Cita libro|titolo= Oriana Fallaci: The Journalist, the Agitator, the Legend |autore=Cristina De Stefano |url=https://books.google.be/books?id=G-j1DQAAQBAJ&pg=PA56&dq=Oriana+Fallaci+arrived+new+york+1956&hl=fr&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjUwcD77LiLAxWR8LsIHSzxJLAQ6AF6BAgIEAM#v=onepage&q=Oriana%20Fallaci%20arrived%20new%20york%201956&f=false |editore=Other Press, LLC |anno=2017 |p=53 |ISBN=9781590517871 |cid= }}</ref>, per svelare i segreti che regolano il mondo patinato di Hollywood. Da quest'esperienza trasse il materiale per il suo primo libro, ''I sette peccati di Hollywood'' ([[Longanesi]]), dove racconta i retroscena della vita mondana di [[Hollywood]]. La [[prefazione]] del libro fu firmata da [[Orson Welles]].
Di ritorno da Hollywood, incontrò [[Alfredo Pieroni]], corrispondente da [[Londra]] per [[La Settimana Incom illustrata]]. Tra i due ebbe inizio una relazione e nella primavera del 1958 Oriana Fallaci scoprì di aspettare un figlio da lui. Nel maggio 1958, a [[Parigi]], ebbe un aborto spontaneo e lei stessa rischiò la vita. Il 28 giugno si recò a Londra per incontrare per l'ultima volta Pieroni. In piena depressione, tentò il suicidio ingerendo una grande quantità di sonniferi.<ref name=gnocchi>{{Cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/amori-segreti-e-disperati-oriana-fallaci-961982.html|titolo=Gli amori segreti e disperati di Oriana Fallaci|data=26 ottobre 2013|pubblicazione=Il Giornale|autore=Alessandro Gnocchi}}</ref>
=== Gli anni sessanta ===
Nel 1961 realizzò un reportage sulla condizione della donna in [[Oriente (regione geografica)|Oriente]], che divenne il suo primo successo editoriale come scrittrice, ''[[Il sesso inutile - Viaggio intorno alla donna|Il sesso inutile]]'' ([[Rizzoli editore|Rizzoli]]). Nel 1962 uscì ''[[Penelope alla guerra]]'', la sua prima opera narrativa. Il libro racconta la storia di Giò, una ragazza italiana che, per motivi di lavoro (fa la soggettista), si reca a New York dove incontra persone del suo passato. Nel 1963 pubblicò ''Gli antipatici'', un'antologia di ritratti al vetriolo di personaggi famosi del cinema e della cultura intervistati per ''L'Europeo''. Tutti questi libri furono molto venduti in Italia e vennero tradotti nelle principali lingue occidentali.<ref>Pierluigi Allotti, ''Quarto potere. Giornalismo e giornalisti nell'Italia contemporanea'', Carocci, Roma 2017, pag. 114.</ref>
Nel 1965 Oriana Fallaci partì per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] per andare a intervistare astronauti e tecnici della [[NASA]] impegnati nei programmi spaziali. Da quell'esperienza nacque l'opera ''[[Se il sole muore]]'', che la scrittrice dedica a suo padre. Per scrivere il libro incontrò il capo progetto della missione, lo scienziato tedesco [[Wernher von Braun]],<ref>{{cita web|url=http://www.oriana-fallaci.com/von-braun/intervista.html|titolo=Intervista a Werner von Braun}}</ref> colui che durante la [[seconda guerra mondiale]] aveva progettato per la Germania nazista i [[V2 (Aggregat 4)|missili V2]], e che in quel periodo era il direttore della NASA, impegnato nello sviluppo del [[Famiglia di lanciatori Saturn|progetto Saturn]].
Nel 1967 si recò in qualità di [[corrispondente di guerra]] per ''L'Europeo'' in [[Guerra del Vietnam|Vietnam]].<ref>{{Cita web|url=http://www.oriana-fallaci.com/niente-e-cos-sia/libro.html|titolo=Oriana-Fallaci.com|accesso=19 gennaio 2017|dataarchivio=26 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170126065710/http://www.oriana-fallaci.com/niente-e-cos-sia/libro.html|urlmorto=sì}}</ref> Ritornò nel paese asiatico ben dodici volte in sette anni raccontando la guerra e criticando sia [[Viet Cong]] e [[Comunismo|comunisti]], sia statunitensi e sudvietnamiti, documentando menzogne e atrocità, ma anche eroismi e umanità di un conflitto che la Fallaci definì una «sanguinosa follia». Le esperienze di guerra vissute in prima persona vennero raccolte nel saggio ''[[Niente e così sia]]'' pubblicato nel 1969.
A metà del 1968 la giornalista lasciò provvisoriamente il fronte per tornare negli Stati Uniti a seguito della morte di [[Martin Luther King]] e di [[Robert Kennedy]] e delle rivolte studentesche di quegli anni. In un passaggio di ''Niente e così sia'' irride «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare [[Che Guevara]] e poi vivono in case con l'aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta».
Il 2 ottobre 1968, alla vigilia dei [[Giochi della XIX Olimpiade|Giochi olimpici]], durante una manifestazione di protesta degli studenti universitari messicani contro l'occupazione militare del campus dell'[[Università nazionale autonoma del Messico|UNAM]], oggi ricordata come il [[massacro di Tlatelolco]], rimase ferita in [[Piazza delle tre culture]] a [[Città del Messico]] da una raffica di mitra. Morirono centinaia di giovani (il numero preciso è sconosciuto) e anche la giornalista fu creduta morta e portata in obitorio: solo in quel momento un [[Presbitero|prete]] si accorse che era ancora viva.<ref>{{Cita web |url=http://www.agrpress.it/editoria/un-decennio-senza-oriana-fallaci-autrice-di-niente-e-cosi-sia-e-intervista-con-la-storia-5441 |titolo=Un decennio senza Oriana Fallaci, autrice di “Niente e così sia” e “Intervista con la Storia” |accesso=14 febbraio 2017 |dataarchivio=28 giugno 2022 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220628155725/https://www.agrpress.it/editoria/un-decennio-senza-oriana-fallaci-autrice-di-niente-e-cosi-sia-e-intervista-con-la-storia-5441 |urlmorto=sì }}</ref> La Fallaci definì la strage «un massacro peggiore di quelli che ho visto alla guerra».
Come corrispondente di guerra seguì anche i conflitti tra [[India]] e [[Pakistan]], in [[America meridionale|Sud America]] e in [[Medio Oriente]].
Nel 1969 tornò negli USA per assistere al lancio della missione [[Apollo 11]]: il resoconto di quell'esperienza è raccolto nel libro ''[[Quel giorno sulla Luna]]'' pubblicato nel 1970. Intervistò anche il comandante dell'[[Apollo 12]], [[Charles Conrad]], alla vigilia del suo lancio. Espresse il dubbio che tutte le frasi degli astronauti, inclusa la celebre "È un piccolo passo per un uomo..." di Armstrong fossero decise a tavolino dalla NASA. Conrad le assicurò di no, e scommisero una bottiglia di liquore. Scendendo sulla Luna Conrad stupì il controllo missione esclamando "''Whoopie! Man, that may have been a small one for Neil, but that's a long one for me''". Ovvero "Heilà! Ragazzi, sarà stato un piccolo passo per Neil, ma è bello lungo per me!" (Conrad ironizzava sulla propria bassa statura). Fallaci pare non abbia pagato la bottiglia, ma regalò a Conrad un abbonamento a [[Playboy (periodico)|Playboy]]. Conrad portò sulla Luna una foto di Fallaci bambina.
=== Gli anni settanta e l'incontro con Panagulis ===
[[File:Panagulis2.jpg|miniatura|[[Alexandros Panagulis]] premiato a [[Palazzo Medici]] a Firenze (1974)]]
Il 22 agosto 1973 Oriana Fallaci conobbe [[Alexandros Panagulis]], un leader dell'opposizione greca al [[Dittatura dei colonnelli|regime dei colonnelli]], che era stato perseguitato, torturato e incarcerato a lungo. Si incontrarono il giorno in cui egli uscì dal carcere: ne diventerà la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale il 1º maggio 1976. Secondo quanto scrisse, rimase incinta del patriota greco,<ref>[http://www.corriere.it/cultura/15_febbraio_16/lite-ricucita-oriana-alekos-una-sola-parola-cambiata-bf153c72-b5bd-11e4-bb5e-b90de9daadbe.shtml La lite (ricucita) di Oriana e Alekos per una sola parola cambiata].</ref> ma dopo un litigio con lo stesso Panagulis ebbe un aborto spontaneo (il secondo o il terzo della sua vita<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/giornalista-libera-amante-soffocante-cos-era-oriana-1190988.html ''Giornalista libera, amante soffocante Così era Oriana''].</ref>). Dalla vicenda della maternità mancata trasse il libro ''[[Lettera a un bambino mai nato]]'', il primo libro che non nacque da un'inchiesta giornalistica.<ref>[http://www.ilpost.it/2015/02/17/oriana-fallaci-storia/ La storia di Oriana Fallaci, quella vera].</ref> Fu un grande successo editoriale: vendette 4 milioni e mezzo di copie in tutto il mondo. Secondo il nipote Edoardo Perazzi, invece, il libro fu scritto nel 1967 e quindi il figlio abortito non era di Panagulis,<ref>Il libro - dichiarò sempre Oriana Fallaci - prese spunto da una richiesta dell'allora direttore dell'Europeo Tommaso Giglio, il quale commissionò alla giornalista un'inchiesta sull'aborto. Le diede tempo quattro mesi dandole carta bianca sui contenuti. Anziché con l'inchiesta, dopo sei mesi la giornalista tornò con un fascio di fogli contenenti il libro. Nel 1993 la stessa Fallaci ha dichiarato che il direttore non le perdonò mai questa "disobbedienza" e che per quindici giorni non le rivolse la parola. Nell'agosto 2015 il nipote, erede dell'autrice, ha rivelato di aver trovato in un cassetto del suo appartamento newyorchese il quaderno col manoscritto originale dell'opera, col titolo inglese ''Letter to Neverborn Child'', risalente al 1967. Quindi, la genesi dello scritto chiaramente autobiografico - l'aborto spontaneo occorso a Oriana Fallaci - va retrodatata.</ref> o perlomeno la storia raccontata non si riferirebbe al periodo della relazione con lui,<ref>[http://www.repubblica.it/cultura/2015/08/06/news/edoardo_perazzi_in_quelle_carte_ho_scoperto_i_segreti_di_mia_zia_l_oriana_-120514292/ Edoardo Perazzi: "In quelle carte ho scoperto i segreti di mia zia, l'Oriana"].</ref> ma probabilmente a quella con uno statunitense nel 1965.<ref name=gnocchi/>
Nel 1975 lei e Panagulis collaborarono alle indagini sulla morte di [[Pier Paolo Pasolini]], amico della coppia.
La storia di Panagulis verrà raccontata dalla scrittrice nel romanzo ''[[Un uomo (romanzo)|Un uomo]]'', pubblicato nel 1979, oltre che in una lunga intervista, poi raccolta in ''Intervista con la storia''. Lei ha sempre considerato l'incidente di Panagulis un vero e proprio omicidio politico, ordinato da politici che avevano fatto carriera con la giunta militare. La morte dell'amato compagno segnò indelebilmente la vita della scrittrice.
All'attività di reporter hanno fatto seguito le interviste con importanti personalità della politica, le analisi dei fatti principali della cronaca e dei temi contemporanei più rilevanti. Tra i personaggi da lei intervistati: re [[Husayn di Giordania]], [[Võ Nguyên Giáp]], [[Pietro Nenni]], [[Giulio Andreotti]], [[Giorgio Amendola]], l'[[Makarios III|arcivescovo Makarios]], il citato [[Alexandros Panagulis|Alekos Panagulis]], [[Nguyễn Cao Kỳ]], [[Yasser Arafat]], [[Mohammad Reza Pahlavi]], [[Hailé Selassié]], [[Henry Kissinger]], [[Walter Cronkite]], [[Federico Fellini]], [[Indira Gandhi]], [[Golda Meir]], [[Nguyễn Văn Thiệu]], [[Zulfiqar Ali Bhutto]], [[Deng Xiaoping]], [[Willy Brandt]], [[Sean Connery]], [[Muʿammar Gheddafi]], [[Enrico Berlinguer]], [[Tenzin Gyatso]], [[Pier Paolo Pasolini]] e l'[[Ruhollah Khomeyni|ayatollah Khomeini]]. Alcune di queste interviste sono raccolte nel libro ''[[Intervista con la storia]]'' uscito nel 1974.
L'intervista con Khomeini fu la più celebre: durante l'intervista ella gli rivolse domande dirette, lo apostrofò come «tiranno» e si tolse il ''[[chador]]'' che era stata costretta a indossare<ref>O. Fallaci, ''La rabbia e l'orgoglio'', p. 90.</ref> per essere ammessa alla sua presenza, dopo che l'ayatollah, alle incalzanti domande sulla [[condizione della donna in Iran]], disse che la veste islamica era per donne "perbene", e se non le andava bene non doveva metterla;<ref>''«F: Di questo "chador" ad esempio, che mi hanno messo addosso per venire da lei e che lei impone alle donne. [...] K: Tutto questo non la riguarda. I nostri costumi non vi riguardano. Se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Perché la veste islamica è per le donne giovani e perbene. F: Molto gentile. E, visto che mi dice così, mi tolgo subito questo stupido cencio da medioevo. Ecco fatto. Però mi dica: una donna che come me ha sempre vissuto tra gli uomini mostrando il collo e i capelli e gli orecchi, che è stata alla guerra e ha dormito al fronte con i soldati, è secondo lei una donna immorale, una vecchiaccia poco perbene?»''</ref> l'ayatollah abbandonò la stanza<ref>[http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_10/urlo-khomeini-l-islam-tutto-democrazia-no-d69e9e9c-98e4-11e4-8d78-4120bf431cb5.shtml L’urlo di Khomeini: «L’Islam è tutto, la democrazia no»].</ref> e terminò l'intervista il giorno dopo. L'irritato Khomeini fece riferimento alla giornalista in un discorso successivo, chiamandola "quella donna" e indicandola come esempio da non seguire.<ref>{{Cita web |url=http://www.oriana-fallaci.com/khomeini/intervista.html |titolo=Intervista con la storia: Khomeini |accesso=5 luglio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200305074048/http://www.oriana-fallaci.com/khomeini/intervista.html |dataarchivio=5 marzo 2020 |urlmorto=sì }}</ref>
Inoltre, a causa di un equivoco, il giorno prima di incontrarlo fu costretta a un [[Mut'a|matrimonio temporaneo]] [[sciismo|sciita]] (cioè annullabile automaticamente dopo un termine prefissato) con il proprio interprete.<ref>[https://books.google.it/books?id=vZsa8v6uPn4C&pg=PT65&lpg=PT65&dq=la+rabbia+e+l%27orgoglio+mullah+qom&source=bl&ots=p5bh-l85Jm&sig=fJdsFLjMycKNRe2TuxxgPClwpCw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjr4Lvl_Y_SAhXHZCwKHdp_AgIQ6AEIPzAG#v=onepage&q=la%20rabbia%20e%20l%27orgoglio%20mullah%20qom&f=false O. Fallaci, ''La forza della ragione''].</ref> Difatti un [[mullā]] la vide mentre si cambiava i vestiti<ref>O. Fallaci, ''La rabbia e l'orgoglio'', p. 91.</ref> per mettersi il [[chador]] nel palazzo di [[Qom]], e nella stessa stanza vi era l'interprete (sposato con una spagnola), ma secondo la legge in vigore in Iran un uomo non può appartarsi con una donna che non è sua moglie, altrimenti si rischia la condanna a morte per adulterio. Lo stesso mullā, addetto al "matrimonio riparatore", sbagliò i nomi dei due "sposi" e, paradossalmente, fu quindi "sposata" con il mullā stesso, almeno secondo la legge iraniana.<ref>{{Cita web |url=http://letteradonna.it/122673/il-volto-inedito-di-oriana-fallaci/ |titolo=''Il volto inedito di Oriana Fallaci'' |accesso=18 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150218165233/http://letteradonna.it/122673/il-volto-inedito-di-oriana-fallaci/ |dataarchivio=18 febbraio 2015 |urlmorto=sì }}</ref>
In seguito, nella successiva visita in Iran durante la [[crisi degli ostaggi in Iran|crisi degli ostaggi]] per tentare di intervistare [[Abolhassan Banisadr|Banisadr]], le fu impedito di uscire dall'albergo dai [[basiji]]; per riuscire a tornare in Italia, non riuscendo a contattare l'ambasciatore, telefonò a [[Ingrid Bergman]]<ref name="mito" /> la quale avvisò il Presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]]. Pertini contattò l'ambasciata che richiamò le autorità di Teheran e la Fallaci fu lasciata libera.<ref name="mito">[https://books.google.it/books?id=oUkjI-bNJjgC&pg=PT446&lpg=PT446&dq=fallaci+pertini+ambasciatore&source=bl&ots=K5-Qvg0RK_&sig=I-iYN5Eon97_Hq_muGfN0bAPlT4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0vvWdi-XQAhWKPxoKHcU4D8o4ChDoAQggMAE#v=onepage&q=fallaci%20pertini%20ambasciatore&f=false Oriana Fallaci, ''Intervista con il mito''].</ref>
Nel 1976 sostenne le liste del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], anche per le loro campagne femministe.<ref>[http://www.radioradicale.it/schede/view/id=186458/18-giugno-1976-oriana-fallaci-dichiarava-il-suo-voto-per-le-liste-radicali-1 Registrazione audio] del suo intervento alla manifestazione del Partito radicale del 18 giugno 1976 ([https://www.youtube.com/watch?v=cAdRqBokJXo registrazione su YouTube]).</ref> Nel 1981 intervista invece [[Lech Wałęsa]]. Consegnandole la laurea honoris causa in letteratura nel 1977, il rettore del [[Columbia College]] di [[Chicago]], Mirron "Mike" Alexandroff, la definì ''uno degli autori più letti e amati del mondo''.<ref>Controcopertina de [[La rabbia e l'orgoglio]].</ref> Ha scritto e collaborato per numerosi giornali e periodici, tra cui: ''[[The New Republic]]'', ''[[The New York Times]]'', ''[[Life (periodico)|Life]]'', ''[[Le Nouvel Observateur]]'', ''[[The Washington Post]]'', ''[[Look (periodico)|Look]]'','' [[Stern (periodico)|Stern]]'', e ''[[Corriere della Sera]]''.
=== ''Insciallah'' e il trasferimento a New York ===
Nel 1990 uscì il romanzo ''[[Insciallah]]'' in cui Oriana Fallaci coniuga la ribalta internazionale con il racconto. Il libro è ambientato tra le truppe italiane inviate nel 1983 a [[Beirut]] nell'ambito della [[Forza Multinazionale in Libano]]. Ottenne dall'allora ministro della difesa [[Giovanni Spadolini|Spadolini]] di essere accreditata presso il contingente italiano.<ref>{{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=357|titolo=La Storia siamo noi Oriana Fallaci inviata in Libano|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080626175925/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=357|dataarchivio=26 giugno 2008}}</ref> Il libro si apre con il racconto del primo duplice attentato suicida dei [[kamikaze]] islamici contro le caserme statunitensi e francesi che causò 299 morti tra i soldati. Durante l'esperienza in Libano, conobbe il sergente dell'Esercito e futuro astronauta [[Paolo Nespoli]].<ref>[http://www.ilpost.it/2017/07/28/paolo-nespoli-partenza-spazio-diretta/ "Oggi Paolo Nespoli parte per lo Spazio"], [[Il Post]], 28 luglio 2017, ultimo accesso 28 luglio 2017.</ref> Questo incontro fu determinante per la decisione di Nespoli di continuare gli studi e coltivare il sogno di volare tra le stelle.<ref>[https://www.giannellachannel.info/paolo-nespoli-se-sono-andato-nello-spazio-devo-dire-grazie-a-oriana-fallaci/ ''E Paolo mi confidò: “Se sono andato lassù, nello spazio, devo dire grazie a Oriana Fallaci”''], testo di Salvatore Giannella.</ref> I due ebbero poi una relazione durata cinque anni.<ref>{{Cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/amori-segreti-e-disperati-oriana-fallaci-961982.html#/regionali/tempo-reale/1|titolo=Gli amori segreti e disperati di Oriana Fallaci|pubblicazione=ilGiornale.it|accesso=22 aprile 2018}}</ref>
Dopo l'uscita di ''Insciallah'' la scrittrice si isolò andando a vivere a New York, in un villino a due piani sulla 61ª strada, nell'Upper East Side di [[Manhattan]].<ref>{{Cita web |url=http://www.americaoggi.info/2009/02/24/10538-manhattan-nello-studio-di-oriana-fallaci-labitazione-abbandonata-se-stessa |titolo=Manhattan, nello studio di Oriana Fallaci l'abitazione abbandonata se stessa |accesso=20 settembre 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090227131931/http://www.americaoggi.info/2009/02/24/10538-manhattan-nello-studio-di-oriana-fallaci-labitazione-abbandonata-se-stessa |dataarchivio=27 febbraio 2009 |urlmorto=sì }}</ref> Qui incominciò a scrivere un romanzo la cui lavorazione, durata per tutti gli anni novanta, venne interrotta dai [[Attentati dell'11 settembre 2001|fatti dell'11 settembre 2001]].
In questo periodo, all'inizio degli anni novanta, scoprì di avere un cancro ai polmoni che lei più tardi definirà «L'Alieno». La Fallaci era un'assidua fumatrice, ma attribuì la maggior responsabilità del cancro all'aver respirato, in [[Kuwait]], dove si trovava per seguire la [[guerra del Golfo]] nel 1991, il fumo dei pozzi di petrolio fatti incendiare da [[Saddam Hussein]].<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/02/03/fallaci-il-mio-cancro-tutta-colpa-del.html ''Fallaci: Il mio cancro è tutta colpa del raìs''].</ref>
Per la scrittrice, New York rimarrà dimora di passaggio: ''«Comunque la mia vera casa non è quella. Io considero la mia vera casa la villa che ho a Greve in Chianti: un insieme rustico e bello, dove abitano anche i miei genitori con la mia sorellina».''<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=redazione|url=https://www.giannellachannel.info/oriana-fallaci-biografia-storia-vita-firenze-chianti/|titolo=Così Oriana Fallaci mi raccontò Oriana. La sua autobiografia|sito=Giannella Channel|data=2017-11-13|accesso=2025-05-04}}</ref>
=== Dopo l'11 settembre ===
[[File:O. Fallaci 1 (Foto di GianAngelo Pistoia).jpg|miniatura|upright=1.4|Oriana Fallaci nel 1987]]
I suoi libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica. La scrittrice vi denuncia la decadenza della [[civiltà occidentale]] che, minacciata dal [[fondamentalismo islamico]], ritiene incapace di difendersi.
Riteneva infatti che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall'immigrazione islamica verso l'[[Europa]], e l'Italia in particolare, unita a scelte politiche, a suo parere inappropriate, e all'aumentare di atteggiamenti di reciproca intolleranza, fosse la dimostrazione della veridicità delle sue tesi. Secondo la sua opinione, staremmo assistendo a un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente (cosiddetta "teoria di [[Eurabia]]"), basato su quelle che a suo parere erano le strutture portanti del [[Corano]], come testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani.
Favorevole all'[[Operazione Enduring Freedom|intervento militare in Afghanistan]], espresse invece alcune perplessità rispetto alla [[guerra in Iraq]] del 2003, non perché volesse difendere Saddam (anzi, essa sostenne il fatto, dimostratosi erroneo, di un coinvolgimento diretto del regime iracheno con [[al-Qaida]]),<ref>[https://web.archive.org/web/20150910082317/http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/14/RABBIA_ORGOGLIO_DUBBIO_co_0_030314124.shtml O. Fallaci, ''La rabbia, l'orgoglio e il dubbio''].</ref> bensì perché riteneva che la guerra avrebbe innescato una situazione pericolosa: {{citazione|Signor [[George W. Bush|Bush]], signor [[Tony Blair|Blair]], credete davvero che a Bagdad gli iracheni accoglieranno le vostre truppe come sessant'anni fa noi le accogliemmo nelle città europee cioè con baci e abbracci, fiori ed applausi?!? Ed anche se ciò accadesse (a Bagdad può succeder di tutto), che accadrà dopo? Oltre due terzi degli iracheni che nelle ultime «elezioni» dettero a [[Saddam Hussein]] il «cento per cento» dei voti sono [[sciiti]] che sognano di instaurare una [[Repubblica Islamica]] dell'Iraq ossia un regime sul modello del regime iraniano. Così vi chiedo: e se invece di scoprire il concetto di libertà, invece di capire il concetto di democrazia, l'Iraq diventasse un secondo Afghanistan anzi un secondo Vietnam? Peggio. E se invece di lasciarvi installare la [[Pax americana]] cioè una pace bene o male basata sul concetto di libertà e di democrazia, quell'ipotetico secondo Vietnam si allargasse e l'intero Medioriente saltasse in aria? Dalla Turchia all'India, con un'inarrestabile reazione a catena...<ref>da ''La forza della ragione'', pp. 18-19</ref>
}}
In seguito criticò duramente i soldati statunitensi responsabili delle torture nella [[prigione di Abu Ghraib]].<ref>Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci, p. 124 e segg.</ref>
Pur continuando a esprimere opinioni anticlericali e dichiarandosi ne ''[[La forza della ragione]]'' "[[ateismo cristiano|atea-cristiana]]", dichiarò pubblicamente la sua ammirazione verso [[papa Benedetto XVI]], che l'ha ricevuta a [[Castel Gandolfo]] in udienza privata il 27 agosto 2005. Di lui ammirava, oltre che la visione critica sull'Islam, la volontà di non voler convertire gli atei come lei: ''«Ma sapete che cosa dice lui agli atei come me? Dice: «Ok. (L'ok è mio, ovvio). Allora Veluti si Deus daretur. Comportatevi come se Dio esistesse». Parole da cui desumo che nella comunità religiosa vi sono persone più aperte e più acute che in quella laica alla quale appartengo. Talmente aperte ed acute che non tentano nemmeno, non si sognano nemmeno, di salvarmi l'anima cioè di convertirmi»''. L'incontro doveva rimanere segreto, su richiesta della giornalista, ma la notizia è stata resa pubblica tre giorni dopo l'incontro, mentre i contenuti del colloquio non sono mai stati resi noti.<ref>[http://www.liberoquotidiano.it/news/libero-pensiero/11679821/Oriana-Fallaci--le-galline-della.html Oriana Fallaci: le galline della sinistra in ginocchio dagli islamici].</ref>
Nel marzo 2005 il quotidiano ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'' lanciò una raccolta di firme affinché il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] la nominasse [[senatore a vita (ordinamento italiano)|senatrice a vita]]. Vennero raccolte oltre {{formatnum:75000}} firme.
=== La morte ===
[[File:Cimitero Evangelico Agli Allori - grave - Oriana Fallaci.jpg|miniatura|La tomba di Oriana Fallaci al [[cimitero Evangelico agli Allori]] di Firenze (Settore I - XV - 10)]]
Morì a Firenze il 15 settembre 2006, a 77 anni, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto al [[cancro ai polmoni]] che da anni l'aveva colpita<ref>{{Cita web|url=https://www.elle.com/it/magazine/storie-di-donne/a39850525/oriana-fallaci-biografia/|titolo=Oriana Fallaci, storia di una giornalista che ha dedicato la vita alla ricerca della verità|sito=ELLE|data=2022-06-27|lingua=it-IT|accesso=2023-11-06}}</ref>. Poche settimane prima aveva lasciato la dimora di Manhattan, essendo suo preciso desiderio trascorrere l'ultimo scorcio di vita nella città in cui era nata: «Voglio morire nella [[torre dei Mannelli]] guardando l'Arno dal [[Ponte Vecchio]]. Era il quartier generale dei partigiani che comandava mio padre, il gruppo di Giustizia e Libertà. Azionisti, liberali e socialisti. Ci andavo da bambina, con il nome di battaglia di Emilia. Portavo le bombe a mano ai grandi. Le nascondevo nei cesti di insalata». Per permetterle di ritornare in Italia in modo riservato, [[Silvio Berlusconi]] le mise a disposizione un aereo privato.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Voglio-morire-a-Firenze-Fallaci-rientro-dagli-Usa-con-aereo-privato-di-Berlusconi_312449195222.html|titolo="Voglio morire a Firenze". Fallaci rientrò dagli Usa con aereo privato di Berlusconi|pubblicazione=AdnKronos|giorno=14|mese=settembre|anno=2011|accesso=14 settembre 2011|dataarchivio=11 luglio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130711023753/http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Voglio-morire-a-Firenze-Fallaci-rientro-dagli-Usa-con-aereo-privato-di-Berlusconi_312449195222.html|urlmorto=sì}}</ref> Non fu possibile però, data l'inadeguatezza del luogo a ospitare una persona in precario stato di salute, far alloggiare la Fallaci nella torre del Mannelli. La scrittrice venne quindi ricoverata nella clinica Santa Chiara, dove poi morì.
È sepolta nel [[cimitero degli Allori]], di rito [[Evangelismo|evangelico]], ma che ospita anche tombe di atei, musulmani ed ebrei, a Firenze nel quartiere del [[Galluzzo]], nella tomba di famiglia accanto a un cippo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita. Con la bara sono stati sepolti una copia del ''Corriere della Sera'', tre rose gialle e un [[Fiorino|Fiorino d'oro]] (premio che la città di Firenze, con grandi polemiche, non aveva voluto conferirle), donatole da [[Franco Zeffirelli]].
Per sua espressa volontà, larga parte del suo grande patrimonio librario è stato donato, insieme con altri cimeli come lo zaino usato dalla scrittrice in Vietnam, alla [[Pontificia Università Lateranense]] di Roma, il cui rettore era allora monsignor [[Rino Fisichella]], amico personale della scrittrice, che le stette vicino in punto di morte. Nell'annunciare la donazione, Fisichella ha definito questo come l'ultimo regalo a [[papa Benedetto XVI]], per il quale la scrittrice nutriva «un'autentica venerazione».
Il romanzo, che aveva smesso di scrivere dopo gli attentati dell'11 settembre, fu pubblicato il 30 luglio 2008. Il libro, intitolato ''[[Un cappello pieno di ciliege]]'',<ref>Nel faldone che contiene il prologo del libro, il titolo manoscritto dall'autrice riporta la parola "{{sic|ciliege}}" che viene preferita in questo caso alla forma "ciliegie" con la "i" (dal Corriere della Sera Magazine del 24 luglio 2008 pag. 51).</ref> è una saga familiare che attraversa la storia italiana dal 1773 al 1889.<ref>{{collegamento interrotto|[http://libero-news.it/pills/view/1346 ''Libero'', 18 luglio 2008]|data=marzo 2018|bot=InternetArchiveBot}}.</ref>
== Controversie ==
Nel periodo 2001-2006 le sue forti prese di posizione provocarono diverse polemiche e reazioni in Italia e all'estero.
=== No-global e sinistra ===
Nel novembre 2002 la scrittrice volò in Italia da New York allo scopo di opporsi all'autorizzazione della manifestazione organizzata dai [[Movimento no-global|no-global]] a [[Firenze]] per il timore che potessero verificarsi eventi simili ai [[fatti del G8 di Genova]] del 2001. Incontrò l'allora ministro dell'Interno [[Giuseppe Pisanu]] ([[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]), l'allora segretario DS [[Piero Fassino]] e l'allora prefetto di Firenze [[Achille Serra]] e pubblicò una lettera aperta sul ''[[Corriere della Sera]]'', nella quale chiese ai fiorentini di listare la città a lutto al passare dei manifestanti.<ref name="C">[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/11_Novembre/06/fallaci.shtml Fiorentini, esprimiamo il nostro sdegno] ''Corriere della Sera'', 6 novembre 2002.</ref> Il corteo dei no-global non passò per le vie del centro storico (solo la manifestazione inaugurale si tenne in piazza Santa Croce) e si risolse senza incidenti di rilievo.<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=28702|titolo=Social Forum. In Piazza Santa Croce è stata una festa|sito=[[Rai News 24]]|data=6 novembre 2002|accesso=18 maggio 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20071202074617/http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=28702|dataarchivio=2 dicembre 2007|urlmorto=sì}}</ref> Secondo lei, la manifestazione s'era svolta senza incidenti grazie al servizio d'ordine della CGIL che era riuscito a "narcotizzare i gruppi facinorosi del caotico movimento detto no-global". La Fallaci ricordò poi i trascorsi nella [[Repubblica Sociale Italiana]] di [[Dario Fo]], presente alla manifestazione con la moglie [[Franca Rame]].<ref>"A un certo punto l'amico che con me li guardava alla tv ha sussurrato: «Ma lo sai che lui militava nella Repubblica di Salò?». Non lo sapevo, no. (…) E mentre lo fissavo sorpresa ho rivisto mio padre che nel 1944 venne torturato proprio da quelli della Repubblica di Salò. M'è calata una nebbia sugli occhi e mi sono chiesta come avrebbe reagito mio padre a vedere sua figlia oltraggiata e calunniata in pubblico da uno che era appartenuto alla Repubblica di Salò. Da un camerata di quelli che lo avevano fracassato di botte, bruciacchiato con le scariche elettriche e le sigarette, reso quasi completamente sdentato. Irriconoscibile. Talmente irriconoscibile che, quando ci fu permesso di vederlo e andammo a visitarlo nel carcere di via Ghibellina, credetti che si trattasse d'uno sconosciuto. Confusa rimasi lì a pensare – chi è quest'uomo, chi è quest'uomo – e lui mormorò tutto avvilito: «Oriana, non mi saluti nemmeno?». L'ho rivisto in quelle condizioni, sì e mi son detta: «Povero babbo. Meno male che non li ascolti, non soffri. Meno male che sei morto»." da {{Cita web|url=http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde|titolo=Oriana Fallaci risponde|sito=[[Panorama (rivista)|Panorama]].it|data=15 agosto 2006|accesso=19 maggio 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130629001526/http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde|dataarchivio=29 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref> Durante il corteo vennero anche esposti cartelli di insulti rivolti alla scrittrice. Dal palco, la stessa Franca Rame la definì una terrorista.<ref>"Aver seminato tutto il terrore che ha seminato con quell'articolo [''Fiorentini, esprimiamo il nostro sdegno'', ndr] è un'azione di terrorismo e come si chiamano coloro che fanno terrorismo? Terroristi! La signora Fallaci quindi è una terrorista.</ref>
[[Sabina Guzzanti]], inoltre, ne fece un'imitazione caricaturale:<ref>[http://www.repubblica.it/online/politica/socialforumquattro/guzzanti/guzzanti.html "E Sabina Guzzanti si trasformò nella Fallaci"] ''La Repubblica'' 8 novembre 2002.</ref>
{{Citazione|Voi non conoscete la fatica di vivere a Manhattan al trentottesimo piano, mentre, voi smidollati non avete avuto neppure il coraggio di sfasciare un bancomat. Amo la pace e l'amo tanto che sarei disposta a radere al suolo una città e a non fare prigionieri. Amo la guerra perché mi fa sentire viva.|Sabina Guzzanti - imitazione di Oriana Fallaci}}
Dal pubblico qualcuno urlò la frase «Che ti venga un cancro» alla Guzzanti, la quale, sempre imitando la Fallaci, rispose: «Ce l'ho già, e ti venisse anche a te e alla tu' mamma».
La Fallaci rispose alla Guzzanti dichiarando: {{Citazione|Giovanotta, essendo una persona civile io le auguro che il cancro non le venga mai. Così non ha bisogno di quell'esperienza per capire che sul cancro non si può scherzare. Quanto alla guerra che lei ha visto soltanto al cinematografo, per odiarla non ho certo bisogno del suo presunto pacifismo. Infatti la conosco fin da ragazzina quando insieme ai miei genitori combattevo per dare a lei e ai suoi compari la libertà di cui vi approfittate.<ref>{{Cita web |url=http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde |titolo=Panorama "La Fallaci risponde"|accesso=11 aprile 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130629001526/http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde|dataarchivio=29 giugno 2013|urlmorto=sì}}</ref>}}
e sul libro ''La forza della ragione'' la definì «un'imitatrice senza intelligenza e senza civiltà» e «un'oca crudele che mi impersona con l'elmetto in testa e deride la mia malattia».
Già nei suoi precedenti libri e articoli ci sono dure critiche verso il potere giudiziario, in particolare nell'aprile 2005, in un articolo su ''[[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]]'' di [[Giuliano Ferrara]], aveva affermato che in Italia «lo strapotere dei magistrati ha raggiunto vette inaccettabili. Impuniti e impunibili, sono i magistrati che oggi comandano. Manipolando la Legge con interpretazioni di parte cioè dettate dalla loro militanza politica e dalle loro antipatie personali, approfittandosi della loro immeritata autorità e quindi comportandosi da padroni». In seguito accusò la [[L'Unione|Sinistra Italiana]], la quale, avendo compreso quale sia lo "strapotere" della magistratura, "se ne serve senza pudore". Tale situazione, secondo la scrittrice, si stava verificando anche negli Stati Uniti: "In America, oggi, il rischio della dittatura non viene dal potere esecutivo: viene dal potere giudiziario".<ref>[http://www.storialibera.it/attualita/islam_ed_europa/oriana_fallaci/articolo.php?id=1088&titolo=Frasi%20celebri estratto da Oriana Fallaci, «Barbablù e il mondo nuovo. La furia di Oriana Fallaci contro chi ha ucciso la bella addormentata», intervista a Christian Rocca, in «Il Foglio», 13.4.2005] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140814220049/http://www.storialibera.it/attualita/islam_ed_europa/oriana_fallaci/articolo.php?id=1088&titolo=Frasi%20celebri |data=14 agosto 2014 }}</ref> Nel libro ''[[Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse]]'', la scrittrice fiorentina fa riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 222/2004, la quale dichiarava costituzionalmente illegittimo l'art. 14 della legge Bossi-Fini, la quale prevedeva l'arresto obbligatorio per lo straniero trattenutosi nel territorio dello Stato a seguito del provvedimento di espulsione. Lei si disse incredula per la decisione della Consulta («Quei magistrati hanno perso il senno»), ritenendo che tale sentenza fosse stata resa possibile dall'orientamento politico dei componenti della Corte: «Ho fatto una piccola inchiesta, ho scoperto che la maggior parte di loro sono [[Democratici di Sinistra|diessini]] o simpatizzanti diessini, insomma persone allattate col latte dell'[[egemonia culturale]], e l'incredulità è divenuta sgomento».<ref>[http://books.google.it/books?ei=OH7CTaePFcj4sgacyYyXAQ&ct=result&id=HecaAQAAIAAJ&dq=quei+magistrati+hanno+perso+il+senno+fallaci&q=quei+magistrati+#search_anchor estratto da ''Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse'' pag. 136].</ref>
==== Comunismo ====
Ne ''[[La rabbia e l'orgoglio]]'', riprendendo giudizi già espressi nei suoi scritti precedenti, critica l'ideologia del comunismo, affermando, citando anche parole di suo padre, che esso «proibisce alla gente di ribellarsi, governarsi, esprimersi, arricchirsi, e mette Sua Maestà lo Stato al posto dei soliti re. Il comunismo è un regime monarchico, una monarchia di vecchio stampo. In quanto tale taglia le palle agli uomini. E quando a un uomo gli tagli le palle non è più un uomo diceva mio padre. Invece di riscattare la plebe il comunismo trasforma tutti in plebe. Rende tutti morti di fame».<ref>[http://www.ecn.org/reds/guerra/crociata/crociata0111fallaci.html La rabbia e l'orgoglio di Oriana Fallaci].</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.webalice.it/looooo/orianafallaci.htm|titolo=La rabbia e l'orgoglio|accesso=2 luglio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121021154123/http://www.webalice.it/looooo/orianafallaci.htm|dataarchivio=21 ottobre 2012|urlmorto=sì}}</ref>
Ha etichettato inoltre i sindacati italiani come «un feudo personale di [[Karl Marx]]»,<ref>Oriana Fallaci, ''Oriana Fallaci intervista sé stessa. L'apocalisse'', pag. 74.</ref> epiteto rivolto anche ad alcuni magistrati, colpevoli, secondo la sua opinione, di interpretare la legge secondo le proprie convinzioni politiche e antipatie personali.<ref>«Servi della sinistra [...] un feudo personale di Karl Marx, esponenti di uno strapotere che ha raggiunto vette inaccettabili. Impuniti ed impunibili manipolatori della legge con interpretazioni di parte dettate dalla loro militanza politica e dalle loro antipatie personali» cfr: {{Cita web|url=http://caratteriliberi.eu/2013/09/15/cultura-e-societa/oriana-fallaci-luci-ed-ombre/|titolo=Oriana Fallaci, luci ed ombre|sito=Caratteri Liberi|data=15 settembre 2013|accesso=18 maggio 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220129054332/http://caratteriliberi.eu/2013/09/15/cultura-e-societa/oriana-fallaci-luci-ed-ombre/|dataarchivio=29 gennaio 2022|urlmorto=sì}}</ref>
Ne ''La forza della ragione'' indirizzò una dura lettera aperta a [[Nadia Desdemona Lioce]], leader delle [[Nuove Brigate Rosse]].<ref>O. Fallaci, ''La forza della ragione'', pp. 184-188.</ref>
Oriana Fallaci ha infatti sempre ritenuto importante la difesa della [[proprietà privata]] e della [[libertà economica]].
=== Islam e rapporti con la politica italiana ===
[[File:1976 Oriana Fallaci e i radicali.ogv|miniatura|Dichiarazione di voto di Oriana Fallaci per il Partito Radicale (1976)]]
Sempre nel 2002 la scrittrice fiorentina venne citata in giudizio in [[Svizzera]] dal Centro Islamico e dall'Associazione Somali di [[Ginevra]], dalla sede di [[Losanna]] di [[SOS Racisme]] e da un cittadino privato, per il contenuto ritenuto razzista de ''La rabbia e l'orgoglio''. Nel novembre 2002 un giudice svizzero emise un mandato d'arresto per la violazione degli articoli 261 e 261<sup>bis</sup> del codice penale svizzero e ne richiese l'estradizione o, in alternativa, il processo da parte della magistratura italiana. L'allora ministro della giustizia [[Roberto Castelli]] respinse la richiesta ricordando loro che la Costituzione italiana protegge la libertà d'espressione. L'episodio è menzionato nel suo libro ''La forza della ragione''.<ref>Dipartimento di Stato USA, [http://www.state.gov/g/drl/rls/hrrpt/2002/18394.htm ''Country Reports on Human Rights Practices'' - 2002].</ref><ref>[http://www.milligazette.com/Archives/01072002/0107200263.htm ''The Milli Gazette''].</ref><ref>[http://www.padania.to.it/countach/Numero9/Articoli9/Fallaci%20-%20Mandato%20arresto.htm estratto da ''La forza e la ragione''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131023033606/http://www.padania.to.it/countach/Numero9/Articoli9/Fallaci%20-%20Mandato%20arresto.htm |data=23 ottobre 2013 }}</ref>
In un'intervista pubblicata su ''The New Yorker'' nel maggio 2006, si dichiarò indignata per la costruzione di una [[moschea]] a [[Colle di Val d'Elsa]] dichiarando: «Se sarò ancora viva andrò dai miei amici di [[Carrara]], la città dei marmi. Lì sono tutti [[Anarchia|anarchici]]; con loro prendo gli esplosivi e lo faccio saltare per aria. Non voglio vedere un [[minareto]] di 24 metri nel paesaggio di [[Giotto]], quando io nei loro paesi non posso neppure indossare una croce o portare una [[Bibbia]]. Quindi, lo faccio saltare per aria!»<ref name="autogenerato1">[https://www.newyorker.com/archive/2006/06/05/060605fa_fact?currentPage=6 The Agitator], [[The New Yorker]], 5 giugno 2006 {{en}}.</ref><ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/05_Maggio/30/fallaci.shtml Farò saltare la moschea di Colle di Val d'Elsa], [[Corriere della Sera]], 30 maggio 2006.</ref> La [[Federazione Anarchica Italiana]] si dissociò dalle parole della Fallaci dichiarando come fosse opportuno «non millantare amicizie o comunanza d'intenti con gli anarchici di Carrara o di qualunque altro posto nel mondo» e definendo la Fallaci «guerrafondaia».<ref>[http://federazioneanarchica.org/archivio/20060530cdc.html Comunicato sulle dichiarazioni di Oriana Fallaci] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080703222815/http://www.federazioneanarchica.org/archivio/20060530cdc.html|data=3 luglio 2008}}, [[Federazione Anarchica Italiana]], 30 maggio 2006.</ref>
Nell'intervento dichiarò inoltre di non amare i [[Messico|messicani]], ricordando il modo orribile con cui venne trattata dalla polizia messicana del 1968, quando, ferita durante la manifestazione di protesta contro le Olimpiadi, venne spedita in obitorio ancora viva. A tal proposito dichiarò: «Se mi puntassero una pistola e mi dicessero di scegliere chi è peggio tra i musulmani e i messicani avrei un attimo di esitazione; poi sceglierei i musulmani perché mi hanno rotto le palle».<ref name=autogenerato1 /><ref>[http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/cronaca/fallaci-moschea/fallaci-moschea/fallaci-moschea.html Fallaci, l'ultima provocazione "Faccio saltare la moschea in Toscana"], [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]], 30 maggio 2006.</ref> L'articolo poi riporta l'ammirazione e interviste con [[Anna Magnani]], [[Greta Garbo]] e [[Federico Fellini]] e molti altri.
Tratta anche della visione e opinione della politica italiana. Affermò di non aver votato per le elezioni politiche del 2006 né in Italia, né per posta da New York. Dopo aver definito [[Romano Prodi]] e [[Silvio Berlusconi]] «due fottuti idioti», riguardo al voto ha detto: «Perché la gente si umilia votando? Io non ho votato. No! Perché ho una dignità. Se a un certo punto mi fossi turata il naso e avessi votato per uno di loro mi sarei sputata in faccia».<ref>{{en}} [https://www.newyorker.com/archive/2006/06/05/060605fa_fact The Agitator] ''The New Yorker'', 29 maggio 2006.</ref>
All'interno del libro ''La forza della ragione'' scrisse una lettera aperta indirizzata a [[Gianfranco Fini]]. Con dure parole lo paragonò a [[Palmiro Togliatti]] a suo dire «Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto», anticipando le future analogie intellettuali con alcuni temi della sinistra (come il voto agli immigrati): «Signor Fini, ma perché come capolista dell'[[L'Ulivo|Ulivo]] non si presenta Lei?» Nella stessa lettera inoltre definì con le parole «velenoso livore» il trattamento che la sinistra dedica a Silvio Berlusconi.<ref>[http://www.ilgiornale.it/interni/fara_sponda_sinistra_la_profezia_tradimenti_fini/23-07-2010/articolo-id=462745-page=1-comments=1 pubblicato da 'Il Giornale].</ref>
Alcuni giorni prima delle elezioni politiche del 2006 era circolata in rete una dichiarazione di voto firmata col nome Oriana Fallaci in cui l'autore dichiarava il proprio sostegno a Silvio Berlusconi. La giornalista smentì d'esserne l'autore che ha invece "vigliaccamente usato il suo nome".<ref>[http://www.forzaitalia-milano.it/giovani/newscentro.aspx?codice=818 Comunicato] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060506085905/http://www.forzaitalia-milano.it/giovani/newscentro.aspx?codice=818 |data=6 maggio 2006 }} pubblicato sul sito di ''Forza Italia Giovani Milano''.</ref>
Nell'ultimo libro della "Trilogia di Oriana Fallaci", ''Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse'' (gli altri due sono ''La rabbia e l'orgoglio'' e ''La forza della ragione''), la scrittrice fiorentina ripercorre i suoi rapporti con la politica, dalla richiesta fattale da [[Pietro Nenni]] di candidarsi per un seggio in Parlamento come indipendente nelle file del [[Partito Socialista Italiano]], alla profonda critica verso lo schieramento di [[centro-sinistra]] della [[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]. Proprio in virtù della sua vecchia vicinanza al movimento [[Giustizia e Libertà]], al [[Partito Socialista Italiano|PSI]], ma anche al Partito Radicale<ref>{{Cita web |url=http://www.radioradicale.it/oriana-fallaci-il-18-giugno-1976-dichiara-di-votare-i-radicali |titolo=Oriana Fallaci il 18 giugno 1976 dichiara di votare i radicali {{!}} RadioRadicale.it<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=7 settembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140807033755/http://www.radioradicale.it/oriana-fallaci-il-18-giugno-1976-dichiara-di-votare-i-radicali |dataarchivio=7 agosto 2014 |urlmorto=sì }}</ref> (per le elezioni del 1976 dichiarò di votare per i radicali a sostegno delle battaglie per i diritti civili), lei peraltro rifiutò sempre di essere etichettata come simpatizzante della destra: « [...] io non potrei mai schierarmi con la squadra di calcio che ha nome Destra».<ref>[http://www.italialibri.net/opere/orianaintervistafallaci.html Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref><ref>"Articolo new yorker "I reject them, and this is not only my duty toward my culture. Toward my values, my principles, my civilization. It is not only my duty toward my Christian roots. It is my duty toward freedom and toward the freedom fighter I am since I was a little girl fighting as a partisan against Nazi-Fascism. Islamism is the new Nazi-Fascism."</ref>
Nelle pagine dello stesso libro dedicate a Silvio Berlusconi, la scrittrice riprende i giudizi espressi nei libri precedenti: «Ne ''La rabbia e l'orgoglio'' gli ho dedicato un capitoletto impietoso, quasi villano». Nonostante dica che Berlusconi «nasce dal merito, figlio dell'intelligenza» affermò che «quell'uomo è troppo presuntuoso». Tuttavia più volte ribadisce di non voler essere associata a quello che definisce il "cannibalismo" degli avversari di centro-sinistra «che cianciano di [[democrazia]] ma in fondo al cuore sono democratici quanto io son musulmana».<ref>[http://books.google.it/books?id=kICBSQAACAAJ&dq=l'apocalisse+oriana+fallaci&hl=it&ei=MyXmTZL4BM2QswaAtuGXCA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDIQ6AEwAA Dal libro Oriana Fallaci intervista a sé stessa - l'Apocalisse pag. 65 a 75 edizione RCS].</ref> Nell'ambiente politico degli anni 2000 uno dei suoi pochi amici era il futuro segretario del [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]] [[Riccardo Nencini]].<ref>[http://www.partitosocialista.it/index.php/component/k2/fallaci-nencini-oriana-una-donna-vera-libera-laica-eretica-colta-1 ''Fallaci. Nencini: "Oriana. Una donna vera, libera, laica, eretica, colta"''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714190836/http://www.partitosocialista.it/index.php/component/k2/fallaci-nencini-oriana-una-donna-vera-libera-laica-eretica-colta-1 |data=14 luglio 2014 }}</ref>
In una lettera scritta nel 2000 a [[Chicco Testa]], resa successivamente nota dal quotidiano ''[[Il Riformista]]'' e ripresa da altri organi di stampa, Oriana Fallaci (che pure aveva partecipato personalmente alla Resistenza) criticò aspramente l'[[uccisione di Giovanni Gentile]] e definì quegli antifascisti che lo avevano assassinato dei "cacasotto". Secondo la sintesi proposta da ''[[Il Giornale]]'', Fallaci scrive che «l'assassinio di Gentile fu una carognata ingiusta e vigliacca. Gentile non era fascista. Che gli antifascisti furono dei "cacasotto" perché uccisero un grande e inerme filosofo mentre non ebbero il coraggio di sminare i ponti di Firenze che i tedeschi avevano minato»<ref>{{cita news|autore=Marcello Veneziani|url=http://www.ilgiornale.it/cultura/la_partigiana_fallaci_fa_pezzi_lantifascismo/benedetto_croce-giovanni_gentile-oriana_fallaci/10-05-2010/articolo-id=444180-page=0-comments=5|titolo=La partigiana Fallaci fa a pezzi l'antifascismo|data=10 maggio 2010|rivista=Il Giornale}}</ref>. Critiche a tale scritto della Fallaci vennero espresse da [[Luciano Canfora]], [[Sergio Romano]], [[Marcello Veneziani]] e [[Mirella Serri]]<ref>{{cita news|autore=Dino Messina|url=https://lanostrastoria.corriere.it/2010/05/09/linedito_di_oriana_fallaci_sul/|titolo=L'inedito di Oriana Fallaci sull'assassinio di Gentile. I commenti di Sergio Romano e Luciano Canfora|pubblicazione=Corriere della Sera|data=9 maggio 2010|accesso=27 luglio 2022|lingua=it}}</ref>.
Criticò anche la [[Lega Nord]], poiché la riteneva un movimento anti-patriottico.<ref>https://www.lettera43.it/quando-la-fallaci-prendeva-in-giro-la-lega/.</ref>
=== Eutanasia, omosessualità, aborto e Unione europea ===
Oriana Fallaci difese sempre il diritto all'aborto, in quanto simbolo di civiltà ed emancipazione femminile, come riporta in ''Lettere a un bambino mai nato'' e nell'intervista del programma ''AZ: un fatto, come e perché'' («Mi dispiace essere la prima donna a intervenire, ma la quarta persona a intervenire. Qui si sta parlando un problema che riguarda principalmente le donne e, come al solito, il dibattito prende avvio da due uomini… Io mi auguro che stasera ognuno di noi dimentichi che l'aborto non è un gioco politico. Che a restare incinte siamo noi donne, che a partorire siamo noi donne, che a morire partorendo o abortendo siamo noi. E che la scelta tocca dunque a noi. A noi donne. E dobbiamo essere noi donne a prenderla, di volta in volta, di caso in caso, che a voi piaccia o meno. Tanto se non vi piace, siamo lo stesso noi a decidere. Lo abbiamo fatto per millenni. Abbiamo sfidato per millenni le vostre prediche, il vostro inferno, le vostre galere. Le sfideremo ancora.") Negli ultimi anni aderì a tematiche del [[conservatorismo sociale]]. Nell'articolo sulla moschea di Colle di Val d'Elsa essa espone anche la sua personale contrarietà al [[matrimonio omosessuale]] («accontentatevi del sacrosanto diritto che il mondo civile riconosce a chiunque il diritto di amare chi si vuole, come si vuole» dice in ''Oriana Fallaci intervista sé stessa'') e alle [[adozioni gay]], affermando che la [[Madre|maternità]] appartiene alle donne.<ref name=autogenerato1 /><ref name="moschea">[http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/cronaca/fallaci-moschea/fallaci-moschea/fallaci-moschea.html Fallaci, l'ultima provocazione "Faccio saltare la moschea in Toscana"], [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], 30 maggio 2006.</ref> Criticò la cosiddetta "[[lobby gay]]" (« [...] come i musulmani vorrebbero che tutti diventassimo musulmani, loro vorrebbero che tutti diventassimo omosessuali»<ref name=autogenerato1 /><ref name=moschea/>), pur dichiarando che l'[[omosessualità]] in sé non la turbasse affatto<ref>[http://www.thankyouoriana.it/cgi-bin/uvpo/index.cgi?action=viewnews&id=4725 ''Oriana Fallaci sull'omosessualità''].</ref> (affermò di essere stata grande amica di [[Pier Paolo Pasolini]], omosessuale dichiarato<ref>[http://www.pasolini.net/ricordi_fallaci.htm Oriana Fallaci, ''Lettera a Pier Paolo''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131024051845/http://www.pasolini.net/ricordi_fallaci.htm |data=24 ottobre 2013 }}</ref>, oltre che di [[Franco Zeffirelli]]. In un'occasione, affermò di aver ospitato due omosessuali, cacciati dal padrone di casa una volta scoperta la loro relazione; dichiarò di essere rimasta profondamente dispiaciuta della partenza dei due uomini, avendo costruito con essi un rapporto 'quasi familiare').<ref>[http://www.gay.it/cultura/news/oriana-fallaci-e-omosessualita Oriana Fallaci e l'omosessualità] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160425202814/http://www.gay.it/cultura/news/oriana-fallaci-e-omosessualita |data=25 aprile 2016 }}</ref>
Nel 2004 si schierò contro l'[[eutanasia]], riguardo al caso di [[Terri Schiavo]], presentando le sue posizioni con un articolo apparso su ''Il Foglio'', e contro il [[referendum abrogativi in Italia del 2005|referendum abrogativo]] della legge sulla [[Procreazione medicalmente assistita (ordinamento italiano)|procreazione medicalmente assistita]], con un articolo pubblicato dal ''[[Corriere della Sera]]''.
Anche l'[[Unione europea]] fu da lei molto criticata, poiché la vedeva come un club di uomini e donne dell'alta finanza che soggiogavano i Paesi.<ref>[http://www.thankyouoriana.it/lunione-europea-e-solo-il-club-finanziario-che-dico-io/ L’Unione Europea è solo il club finanziario che dico io - Thank You Oriana].</ref>
=== Rapporti con la religione ===
Oriana Fallaci si dichiarò sempre [[ateismo|atea]]<ref>''La Rabbia e l'Orgoglio'': «Io sono atea, graziaddio [...] Se un Papa e un'atea dicono la stessa cosa, in quella cosa dev'esserci qualcosa di tremendamente vero».</ref><ref>''La forza della ragione'', p. 23: «La guerra non è una maledizione insita nella nostra natura: è una maledizione insita nella Vita. Non ci si sottrae alla guerra perché la guerra fa parte della Vita. Ciò è mostruoso, ne convengo. Così mostruoso che il mio ateismo deriva principalmente da questo. Cioè dal mio rifiuto d'accettare l'idea d'un Dio che ha inventato un mondo dove la Vita uccide la Vita, mangia la Vita. Un mondo dove per sopravvivere bisogna uccidere e mangiare altri esseri viventi, siano essi un pollo o un'arsella o un pomodoro. Se tale esigenza l'avesse concepita davvero Dio creatore, dico, si tratterebbe d'un Dio ben cattivo».</ref> e ammiratrice dell'[[illuminismo]]<ref>Oriana Fallaci, ''La rabbia e l'orgoglio'': "Il fatto è che l'America è un paese speciale, caro mio. Un paese da invidiare, di cui esser gelosi, per cose che non hanno nulla a che fare con la ricchezza eccetera. Lo è perché è nato da un bisogno dell'anima, il bisogno d'avere una patria, e dall'idea più sublime che l'Uomo abbia mai concepito: l'idea della Libertà, anzi della libertà sposata all'idea di uguaglianza. Lo è anche perché a quel tempo l'idea di libertà non era di moda. L'idea di uguaglianza, nemmeno. Non ne parlavano che certi filosofi detti Illuministi, di queste cose. Non li trovavi che in un costosissimo librone a puntate detto l'Encyclopedie, questi concetti. E a parte gli scrittori o gli altri intellettuali, a parte i principi e i signori che avevano i soldi per comprare il librone o i libri che avevano ispirato il librone, chi ne sapeva nulla dell'Illuminismo? Non era mica roba da mangiare, l'Illuminismo! Non ne parlavan neppure i rivoluzionari della Rivoluzione Francese, visto che la Rivoluzione Francese sarebbe incominciata nel 1789 ossia tredici anni dopo la Rivoluzione Americana che scoppiò nel 1776. (Altro particolare che gli antiamericani del bene–agli–americani–gli–sta–bene ignorano o fingono di dimenticare. Razza di ipocriti).</ref>, ma negli ultimi anni della sua vita si avvicinò alla [[Chiesa cattolica]], tramite l'amicizia personale con il [[vescovo]] [[Rino Fisichella]] e il [[cardinale]] [[Joseph Ratzinger]], il futuro papa Benedetto XVI. Ammorbidì le sue posizioni [[anticlericali]], aderendo, in funzione [[antislamismo|antislamica]], anche ad alcuni aspetti della [[dottrina sociale della chiesa]], come sui temi etici (in particolare negli articoli scritti nel biennio 2004-2006, riguardanti l'aborto e l'eutanasia). Inoltre fu considerata una [[neocon]] e [[teocon]], che difendeva i simboli cristiani come simboli occidentali pur non convertendosi mai al cristianesimo praticato, nemmeno in punto di morte, e rimanendo "[[ateismo cristiano|atea-cristiana]]", come si autodefinì<ref>{{cita web|url=http://www.allapiazza.it/arte/letteratura/fallaci.php|titolo=Oriana Fallaci e la religione|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121030095111/http://www.allapiazza.it/arte/letteratura/fallaci.php|dataarchivio=30 ottobre 2012}}</ref><ref>O. Fallaci, ''La forza della ragione'', pag. 189: «Io sono un'atea cristiana. Non credo in ciò che indichiamo col termine Dio».</ref>. Difese, attraverso i suoi scritti, gli [[ebrei]] e il diritto a esistere dello Stato d'[[Israele]], condannando fermamente l'[[antisemitismo]].<ref>[http://www.repubblica.it/online/mondo/terricinquantaquattro/fallaci/fallaci.html Oriana Fallaci: vergognosi gli attacchi a Israele].</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.oriana-fallaci.com/18-aprile-2002/articolo.html |titolo=Oriana Fallaci, ''Sull'antisemitismo'' |accesso=5 luglio 2012 |dataarchivio=16 maggio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210516190943/http://www.oriana-fallaci.com/18-aprile-2002/articolo.html |urlmorto=sì }}</ref>
=== Femminismo ===
Ne ''La rabbia e l'orgoglio'' vengono espresse critiche al movimento delle [[femminismo|femministe]] italiane, colpevoli di averla insultata anziché ringraziata "d'avervi spianato la strada di aver dimostrato che una donna può fare qualsiasi lavoro", in quanto esempio di donna totalmente emancipata che per prima aveva intrapreso un lavoro tipicamente compiuto dagli uomini. Le ha inoltre criticate per i recenti comportamenti: "Com'è che non organizzate mai una abbaiatina dinanzi all'ambasciata dell'Afghanistan o dell'[[Arabia Saudita]] o di qualche altro Paese musulmano?"<ref>La rabbia e l'orgoglio, pp. 84-85, edizione Rizzoli.</ref>
=== Calcio ===
Il 19 giugno 2004 viene pubblicato sulla ''[[Gazzetta dello Sport]]'' un suo breve commento all'episodio avvenuto durante il [[campionato europeo di calcio 2004]] in cui il calciatore italiano [[Francesco Totti]] sputò in direzione del danese [[Christian Poulsen]]. Nell'articolo, la Fallaci prese le difese di Totti: «Capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno. Erano tre ore che quel danese lo prendeva a gomitate, pedate, stincate.»<ref>{{Cita news|autore=Oriana Fallaci|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/giugno/19/SDEGNO_CAZZOTTO_ga_10_0406197568.shtml|titolo=Lo sdegno e il cazzotto|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|giorno=19|mese=06|anno=2004|pagina=1|accesso=26 giugno 2010}}</ref>
== Onorificenze e riconoscimenti ==
{{Onorificenze
|immagine=BenemeritiCultura1.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte
|collegamento_onorificenza=Medaglia ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte
|motivazione=
|luogo=[[Roma]], 28 novembre 2005<ref>[https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/161467]</ref>
}}
Ha vinto il [[Premiolino]] nel 1961 "per l'articolo ''La sirena dei vent'anni'', profilo della cantante [[Mina (cantante)|Mina]]".<ref>{{cita web|url=http://www.premiolino.it/chi-ha-vinto-il-premiolino/380-oriana-fallaci|titolo=La motivazione ufficiale per il Premiolino|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101111103529/http://www.premiolino.it/chi-ha-vinto-il-premiolino/380-oriana-fallaci|dataarchivio=11 novembre 2010}}</ref>
Nel 1970 vinse il [[Premio Bancarella]] con ''[[Niente e così sia]]''. Nel 1979 le fu conferito il premio speciale del Presidente nell'ambito del [[Premio Viareggio]] per ''Un uomo''<ref>{{Cita web|url = http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|titolo = Premio letterario Viareggio-Rèpaci|sito = premioletterarioviareggiorepaci.it|accesso = 9 agosto 2019|dataarchivio = 19 luglio 2014|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140719121618/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/premi/vincitori/1-Premio%20Letterario%20Viareggio-R%C3%A8paci|urlmorto = sì}}</ref>.
Il 30 novembre 2005 ha ricevuto a New York il premio [[Annie Taylor]] per il coraggio del Center for the Study of Popular Culture ("Centro Studi di Cultura Popolare"). La scrittrice è stata onorata per "l'eroismo e il valore" che hanno fatto di lei «un simbolo nella resistenza contro il fascismo islamico e una combattente nella causa dell'umana libertà.» L'Annie Taylor Award (istituito in ricordo della prima persona che era riuscita a sopravvivere in un viaggio all'interno di una botte dalle [[cascate del Niagara]]) viene assegnato a individui che hanno mostrato e mostrano eccezionale coraggio in circostanze pesantemente avverse e di fronte a grave pericolo. [[David Horowitz]], il fondatore del centro, motivando la premiazione, ha definito la Fallaci «un generale nella guerra per la libertà».
L'8 dicembre 2005 fu insignita dell'[[Ambrogino d'oro]], il più prestigioso riconoscimento conferito dalla città di Milano.
Su proposta del Ministro dell'istruzione [[Letizia Moratti]] il 14 dicembre 2005 il [[Presidente della Repubblica Italiana]] [[Carlo Azeglio Ciampi]] ha insignito Oriana Fallaci con una medaglia d'oro quale "benemerita della cultura". Le sue condizioni di salute le hanno impedito di prendere parte alla cerimonia di consegna, in occasione della quale ha scritto: «La medaglia d'oro mi commuove perché gratifica la mia fatica di scrittrice e di giornalista, il mio impegno a difesa della nostra cultura, il mio amore per il mio Paese e per la Libertà. Le attuali e ormai note ragioni di salute mi impediscono di viaggiare e ritirare direttamente un omaggio che per me, donna poco abituata alle medaglie e poco incline ai trofei, ha un intenso significato etico e morale».
Il 22 febbraio 2006 il presidente del [[Consiglio regionale della Toscana]] [[Riccardo Nencini]] l'ha insignita della medaglia d'oro del consiglio stesso. Nencini ha motivato la sua scelta dicendo che essa era una delle bandiere della cultura toscana nel mondo. Durante la premiazione, avvenuta a New York, la scrittrice ha raccontato del suo tentativo di creare una vignetta su [[Maometto]], in risposta alla montante polemica sulle [[caricature di Maometto sullo Jyllands-Posten|vignette apparse sui giornali francesi e olandesi]], che raffiguravano Maometto. A proposito ha dichiarato: «Disegnerò Maometto con le sue nove mogli, fra cui la bambina che sposò a 70 anni,<ref>Secondo le fonti storiche, Maometto, che morì a 62 anni, sposò a 52 anni [[Aisha|ʿĀʾisha]], la quale avrebbe avuto un'età di 7 anni, consumando al momento della sua successiva pubertà il matrimonio. Su questo punto si veda quanto scritto su ''Maometto'' da Claudio Lo Jacono (Roma-Bari, Laterza, 2011, pp. 101-103).</ref> le sedici concubine e una cammella col [[burqa]]. La matita, per ora, si è infranta sulla figura della cammella, ma il prossimo tentativo probabilmente andrà meglio».
Nel 2010 le è stato attribuito il [[Fondazione Italia USA#Premio America|Premio America]] alla memoria da parte della [[Fondazione Italia USA]].
== Intitolazioni a Oriana Fallaci ==
* La Biblioteca Comunale di [[Magenta (Italia)|Magenta]] ([[Città metropolitana di Milano|MI]]) è intitolata a Oriana Fallaci.
* La Biblioteca Comunale di [[Pontevico]] ([[Provincia di Brescia|BS]]) è intitolata a Oriana Fallaci.<ref name=":1" />
* Nel 2007 il Comune di Milano le intitola una piccola area verde nel centro della città, il [[Giardino Oriana Fallaci]].{{Senza fonte}}
* Nel 2012 il Consiglio comunale di Firenze ha approvato una mozione per intitolarle una via o una piazza di Firenze e nel 2016 le è stato intitolato il piazzale con la grande vasca alla Fortezza.<ref>Piazzale Oriana Fallaci, geo:43.78241,11.25132?z=18.</ref>
* Nel 2011 anche il comune di [[Molinella]], in provincia di Bologna, le intitola una via; vari altri comuni hanno intitolato una via alla giornalista, tra cui [[Grosseto]] (nel 2017), [[Pavia]], [[Colleferro]], [[Segrate]] e [[Sutri]] (nel 2018).
* Nel 2015 il Comune di [[Castel Focognano]] ([[Provincia di Arezzo|AR]]) le dedica una strada nei pressi di Pieve a Socana.{{Senza fonte}}
* A [[Ponte San Pietro]] ([[Provincia di Bergamo|BG]]) viene intitolata alla scrittrice la sala civica sita nel palazzo comunale.
* A [[Carrara]], nei pressi della struttura fieristica Marmomacchine, vi è una strada intitolata alla scrittrice.{{Senza fonte}}
* Il teatro civico di [[Ozieri]], nella [[città metropolitana di Sassari]], le è intitolato{{Senza fonte}}.
* Il 3 gennaio 2020 il comune di [[Vignola]] ([[Provincia di Modena|MO]]) le ha intitolato una via.<ref>https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/vignola-intitola-una-via-a-oriana-fallaci-ha-difeso-i-simboli-cristiani-1.4964183.</ref>
* Nel 2019 il comune di [[Albiate]] ([[Provincia di Monza e della Brianza|MB]]) le ha intitolato una via.
* A [[Brescia]], tra il [[Conservatorio Luca Marenzio|Conservatorio]] e il [[Liceo ginnasio statale Arnaldo|Liceo Classico Arnaldo]], le sono dedicati i "Giardini Oriana Fallaci".
* A [[Montefiore Conca]] ([[Provincia di Rimini|RN]]) è stata intitolata a suo nome la "Sala degli Archi" che si trova nel palazzo comunale.<ref>{{Cita web|url=https://www.riminitoday.it/eventi/montefiore-14-ottobre-incontri-fantasmi-eventi.html |titolo=Leggende e fantasmi a Montefiore Conca |autore= |sito=riminitoday.it |data=14 ottobre 2017 |lingua= |accesso=1 dicembre 2022}}</ref>
* Il comune di [[Somma Lombardo]] ([[Provincia di Varese|VA]]) ha intitolato a suo nome la sala polivalente accanto al municipio.
* Il comune di [[Pisa]] ([[Provincia di Pisa|PI]]) ha intitolato a suo nome una rotonda.
* Il comune di [[Novara]] (NO) le ha dedicato in zona centrale {{non chiaro|una rotonda (tra viale Curtatone e il cavalcavia XXV Aprile)}}<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.novaratoday.it/cronaca/oriana-fallaci-rotonda.html|titolo=Nuovi nomi per le vie in città: la rotonda del Curtatone sarà intitolata a Oriana Fallaci|sito=NovaraToday|accesso=2025-02-19}}</ref>.
== Opere ==
=== Libri pubblicati in vita ===
* ''[[I sette peccati di Hollywood]]'',
* ''[[Il sesso inutile - Viaggio intorno alla donna|Il sesso inutile]]. Viaggio intorno alla donna'', Milano, Rizzoli, 1961.
* ''[[Penelope alla guerra]]'', Milano, Rizzoli, 1962. La storia si svolge a [[New York]] ed è la storia di una [[Penelope]] che non si rassegna al ruolo domestico di chi tesse la tela aspettando il ritorno di [[Ulisse]] ma, Ulisse lei stessa, viaggia alla ricerca della sua identità e della sua libertà.
* ''[[Gli antipatici]]'', Milano, Rizzoli, 1963.
* ''[[Se il sole muore]]'', Milano, Rizzoli, 1965.
* ''[[Niente e così sia]]'', Milano, Rizzoli, 1969
* ''[[Quel giorno sulla
* ''[[Intervista con la storia]]'', Milano, Rizzoli, 1974.
* ''[[Lettera a un bambino mai nato]]'', Milano, Rizzoli, 1975.
* ''[[Un uomo (romanzo)|Un uomo]]'', Milano, Rizzoli, 1979.
* ''[[Insciallah]]'', Milano, Rizzoli, 1990. ISBN
* ''[[La rabbia e l'orgoglio]]'', Milano, Rizzoli, 2001. ISBN
* ''[[La forza della ragione]]'', Milano, Rizzoli,
* ''[[Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci]]'',
* ''[[Oriana Fallaci intervista sé
=== Libri postumi ===
* ''Oriana Fallaci. Intervista con la Storia. Immagini e parole di una vita'', a cura di Alessandro Cannavò, Alessandro Nicosia, Edoardo Perazzi, Milano, Rizzoli, 2007, ISBN 978-88-17-01979-8<ref>Catalogo della Mostra tenuta a Milano, palazzo Litta 2007.</ref>.
* ''[[Un cappello pieno di ciliege]]'', Milano, Rizzoli, 2008, ISBN 978-88-17-02781-6<ref>È il romanzo postumo non concluso, che racconta la storia della famiglia Fallaci, al quale lavorò per oltre dieci anni. Il libro esce per volontà del nipote ed erede universale di Oriana, Edoardo Perazzi, seguendo le precise disposizioni lasciate per la pubblicazione del testo.</ref>.
* ''[[Intervista con il Potere]]'', Milano, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-03586-6<ref>Il volume è il seguito ideale di ''Intervista con la Storia'': raccoglie interviste con altri grandi della Terra, realizzate da Fallaci tra il 1964 e il 1982. Il testo si compone di due parti: la prima raggruppa gli ''scoop'' delle lunghe interviste con [[Khomeini]] e [[Gheddafi]], ambedue realizzate e pubblicate per il ''[[Corriere della Sera]]'' nel 1979, e dà il titolo al volume; la seconda parte raccoglie le interviste con altri ''vip'', tra i quali [[Robert Kennedy]], il Dalai Lama [[Tenzin Gyatso]], [[Ariel Sharon]], [[Enrico Berlinguer]], [[Deng Xiaoping]] e [[Lech Wałęsa]]. Nella prefazione inedita, l'autrice riflette sul potere, e sulla scomparsa di due persone amate profondamente, il compagno [[Alekos Panagulis]] e la madre Tosca.</ref>.
* {{Cita libro|titolo=[[Saigon e così sia]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2010}}<ref>Antologia di articoli scritti dall'inviata di guerra Fallaci per il settimanale [[L'Europeo]] tra il 1969 e il 1975 dal Sud-Est asiatico, aventi come tema la guerra tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud e l'intervento USA.</ref>
* {{Cita libro|titolo=[[Intervista con il mito]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2010|isbn=978-88-17-04560-5}}<ref>È una raccolta di interviste realizzate per [[L'Europeo]] negli anni sessanta. La Fallaci incontra artisti di fama mondiale, attori e attrici che hanno segnato la storia del cinema e del teatro. Fra essi si citano: [[Franca Valeri]], [[Monica Vitti]], [[Frank Capra]], [[Paul Newman]], [[Virna Lisi]] e [[Totò]]. In appendice un omaggio a [[Ingrid Bergman]], diventata amica della Fallaci nel 1962 proprio in occasione dell'intervista.</ref>
* {{Cita libro|titolo=Il mio cuore è più stanco della mia voce|edizione=Collana Opere di Oriana Fallaci|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2013|isbn=978-88-17-06127-8}}<ref>È la trascrizione di alcuni discorsi tenuti presso Università statunitensi negli anni settanta e ottanta.</ref>
* {{Cita libro|titolo=Viaggio in America|url=https://archive.org/details/viaggioinamerica0000fall|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2014|isbn=978-88-17-07427-8}}<ref>Collezione di reportage dagli Stati Uniti d'America pubblicati su [[L'Europeo]] negli anni sessanta.</ref>
* ''Oriana Fallaci. In parole e immagini'', a cura di Edoardo Perazzi, Milano, Rizzoli, 2014, ISBN 978-88-17-07753-8.
* {{Cita libro|titolo=Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam|altri=Prefazione di [[Lucia Annunziata]]|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2015|isbn=978-88-17-08428-4}}
* {{Cita libro|titolo=Pasolini. Un uomo scomodo|altri=Introduzione di [[Alessandro Cannavò]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2015|isbn=978-88-17-08503-8}}
* {{Cita libro|titolo=Solo io posso scrivere la mia storia. Autoritratto di una donna scomoda|edizione=Collana Saggi|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2016|isbn=978-88-17-09010-0}}
* {{Cita libro|titolo=L'Italia della Dolce Vita|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2017|isbn=978-88-17-09461-0}}
* {{Cita libro|titolo=1968. Dal Vietnam al Messico. Diario di un anno cruciale|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2017|isbn=978-88-17-09672-0}}
* {{Cita libro|titolo=La vita è una guerra ripetuta ogni giorno|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2018|isbn=978-88-17-09958-5}}
* {{Cita libro|titolo=La luna di Oriana|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2018|isbn=978-88-17-10820-1}}
* {{Cita libro|titolo=Se nascerai donna|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2019|isbn=978-88-171-3978-6}}
* {{Cita libro|titolo=Sveglia Occidente. Dispacci dal fronte delle guerre dimenticate|edizione=Collana Saggi|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2021|isbn=978-88-171-5886-2}}
* {{Cita libro|titolo=Gli adorabili. Miss Fallaci alla conquista dell'America|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2023|isbn=978-88-171-6471-9}}
* {{Cita libro|titolo=Processo alla minigonna. Da Coco Chanel a Mary Quant l'impero della moda tra genio e follia|altri=Prefazione di Maria Grazia Chiuri|edizione=Collana Saggi italiani|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2025|isbn=978-88-171-6473-3}}
* ''La mia Toscana'', Collana Varia illustrati, Rizzoli, Milano, ISBN 978-88-17-04080-8<ref>Silloge di pagine aventi come tema la regione natale della Fallaci, accompagnate da fotografie dei luoghi più amati (in preparazione).</ref>.
=== Epistolari ===
* {{Cita libro|titolo=La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria|altri=Prefazione di Edoardo Perazzi|edizione=Collana Saggi|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2016|isbn=978-88-17-08787-2}}
* {{Cita libro|titolo=Si dà il caso invece che io sia davvero uno scrittore. Lettere a Sergio Pautasso (1976-77)|editore=De Piante|città=Milano|anno=2018|isbn=978-88-942-2866-3}}
=== Articoli ===
* [http://www.corriere.it/
* {{cita testo|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/15/rabbia1.shtml|titolo=La rabbia e l'orgoglio|periodico=Corriere della Sera|data=29 settembre 2001|cid=Rabbia e Orgoglio|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120730000005/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/15/rabbia1.shtml|dataarchivio=30 luglio 2012}}
* [https://web.archive.org/web/20160304094656/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/11_Novembre/06/fallaci.shtml ''Fiorentini, esprimiamo il nostro sdegno''], ''Corriere della Sera'' 6 novembre [[2002]]
* [https://web.archive.org/web/20150910082317/http://archiviostorico.corriere.it/2003/marzo/14/RABBIA_ORGOGLIO_DUBBIO_co_0_030314124.shtml ''La rabbia, l'orgoglio e il dubbio''], ''Corriere della Sera'', 14 marzo [[2003]]
* [https://web.archive.org/web/20160303185125/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/09_Settembre/15/falultimopezzo.shtml ''Il nemico che trattiamo da amico'']
=== Introduzioni ===
* {{Cita libro|autore=[[Jack London]]|titolo=Il richiamo della foresta|edizione=Collana BUR|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1975}}
== Nel cinema ==
Oriana Fallaci è citata nelle opere [[Televisione|televisive]] o [[cinema]]tografiche elencate nella seguente tabella.
{|class="wikitable sortable" rowspan=5; style="text-align: center;"
!style="background:#B0C4DE;text-align:center;"|Anno
!style="background:#B0C4DE;text-align:center;"|Film
!style="background:#B0C4DE;text-align:center;"|Attrice
!style="background:#B0C4DE;text-align:center;"|Note
|-
| 1980
| ''[[Panagulis vive]]''
| [[Marcella Michelangeli]]
| Miniserie TV
|-
| 2013
| ''[[Walesa - L'uomo della speranza]]'' (Wałęsa. Czlowiek z nadziei)
| [[Maria Rosaria Omaggio]]
|
|-
| 2015
| ''[[L'Oriana]]''
| [[Vittoria Puccini]]<br />[[Irene Casagrande]] (Oriana Fallaci da giovane)
| Miniserie TV
|-
|2019
|''[[A Cup of Coffee with Marilyn]]''
|[[Miriam Leone]]
|Cortometraggio
|-
|2025
|''[[Miss Fallaci]]''
|[[Miriam Leone]]
|Miniserie TV
|}
La Fallaci viene citata come esempio di grande giornalista all'interno del film iraniano ''[[Close Up (film)|Close-up]]'' di [[Abbas Kiarostami|Kiarostami]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ondacinema.it/film/recensione/close.html|titolo=Close-Up {{!}} Film {{!}} Recensione {{!}} Ondacinema|autore=OndaCinema.it|sito=www.ondacinema.it|accesso=5 settembre 2017}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* ''Intervista con Oriana. Oriana Fallaci in presa diretta, un mosaico straordinario di interviste e filmati, un autoritratto indimenticabile'', con DVD-Video, Milano-Roma, BUR Rizzoli-Rai Trade, 2011. ISBN 978-88-17-05251-1.
* ''Oriana. 1929-2006'', Milano, Mondadori, 2006.
* [[Magdi Cristiano Allam]], ''Io e Oriana'', Milano, Società europea di edizioni, 2016. ISBN 978-88-7759-926-1.
* Esther Basile, ''Oriana Fallaci indomabile'', Napoli, Homo scrivens, 2018. ISBN 978-88-327-8086-4.
* Nicoletta Corsalini, ''Oriana Fallaci. Amore, vita e morte nelle sue opere'', Firenze, Agemina, 2015.
* Letizia D'Angelo, ''Oriana Fallaci scrittore'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2011. ISBN 978-88-498-3115-3.
* Alessia De Santis, ''Una storia italiana. Le vite intrecciate di Pier Paolo Pasolini, Maria Callas, Oriana Fallaci, Alekos Panagulis'', Cercenasco, Marcovalerio, 2016. ISBN 88-7547-429-X.
* Cristina De Stefano, ''Oriana. Una donna'', Milano, Rizzoli, 2013. ISBN 978-88-17-06898-7.
* Daniela Di Pace e Riccardo Mazzoni, ''Con Oriana'', Firenze, Le lettere, 2009. ISBN 88-6087-277-4.
* Angelo Fabrizi, ''Oriana Fallaci «bastian contrario»'', Firenze, Le lettere, 2014. ISBN 978-88-6087-772-7.
* Alessandro Gnocchi, ''I nemici di Oriana. La Fallaci, l'islam e il politicamente corretto'', Melville, 2016. ISBN 978-88-99294-05-2.
* Maria Giovanna Maglie, ''Oriana. Incontri e passioni di una grande italiana'', Milano, Mondadori, 2006. ISBN 88-04-56478-4.
* Riccardo Mazzoni, ''Grazie Oriana. Vita, battaglie e morte dopo l'11 settembre'', con la collaborazione di Gianluca Tenti, Firenze, Società toscana di Edizioni, 2006. ISBN 88-95326-01-6.
* [[Riccardo Nencini]], ''Oriana Fallaci. Morirò in piedi'', Firenze, Polistampa, 2007. ISBN 978-88-596-0274-3.
* Riccardo Nencini, ''Il fuoco dentro. Oriana e Firenze'', Firenze, Pagliai, 2016. ISBN 978-88-564-0333-6.
* Lucia Peronti, ''Oriana Fallaci. La scrittrice, la giornalista, la donna'', Roma, Nuova Cultura, 2009. ISBN 978-88-6134-500-3.
* Pierpaolo Pierleoni, ''Un fiume che ama la vita. Uomo, Dio, morte, guerra nelle opere e nella vita di Oriana Fallaci'', Acireale-Roma, Bonanno, 2007. ISBN 88-7796-349-2.
* Aldo Santini, ''Lavorando con l'Oriana Fallaci. La più grande e discussa giornalista del nostro tempo vista per la prima volta dal di dentro con le sue contraddizioni, le sue debolezze, il suo coraggio, la sua forza, il suo caratteraccio di maledetta toscana'', Livorno, Debatte, 2008. ISBN 978-88-6297-022-8.
* Sandro Sechi, ''Gli occhi di Oriana'', Roma, Fazi, 2006. ISBN 88-8112-796-2.
== Voci correlate ==
* [[Giardino Oriana Fallaci]]
* [[Bat Ye'or]]
* [[Alexandre Del Valle]]
* [[Intervista con la storia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
{{Interprogetto
{{Interprogetto/notizia|Oriana Fallaci: le celebrazioni ad un anno dalla scomparsa|data=15 settembre 2007}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://intervistaconlastoria.daw-blog.com/ | 2 = Oriana Fallaci, Intervista con la storia | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2009/09/15/1070051-povera_oriana_tradita_dalla_amata_firenze.shtml | 2 = Oriana tradita dall'amata Firenze | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-38c2d182-ee2b-4345-93a8-b68191d89104.html | 2 = Speciale Tg1 25 ottobre 2010 di Mary Giuffre' - Oriana: La giornalista | accesso = 4 novembre 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20101129182133/http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-38c2d182-ee2b-4345-93a8-b68191d89104.html | dataarchivio = 29 novembre 2010 | urlmorto = sì }}
* [http://www.corriere.it/spettacoli/08_gennaio_17/fallaci_youtube_557f1f42-c549-11dc-8929-0003ba99c667.shtml Articolo e video delle ultime interviste televisive di Oriana Fallaci] (5 febbraio e 25 marzo 2003, alla rete pubblica statunitense [[PBS (azienda)|PBS]])
;Siti critici
* {{cita web | 1 = http://www.kelebekler.com/occ/fallaci.htm | 2 = Il prodotto Oriana Fallaci | accesso = 12 maggio 2024 | dataarchivio = 17 marzo 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070317192345/http://www.kelebekler.com/occ/fallaci.htm | urlmorto = sì }}
* {{lingue|en|es}} [https://web.archive.org/web/20080217065936/http://mrzine.monthlyreview.org/majfud141106.html The Slow suicide of the West / El lento suicidio de Occidente] di Jorge Majfud
{{Premio Bancarella}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|editoria|letteratura}}
[[
[[
[[Categoria:Vincitori del Premio Saint-Vincent]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Bancarella]]
[[Categoria:Insigniti con l'Ambrogino d'oro]]
[[Categoria:Partigiani italiani]]
[[Categoria:Scrittori atei]]
[[Categoria:Politici del Partito d'Azione]]
[[Categoria:Donne nella Resistenza italiana]]
[[Categoria:Opinionisti italiani]]
[[Categoria:Italiani emigrati negli Stati Uniti d'America]]
[[Categoria:Anticomunisti italiani]]
[[Categoria:Antislamisti]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Firenze]]
[[Categoria:Benemeriti della cultura e dell'arte]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero degli Allori]]
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