Guerra di Corinto: differenze tra le versioni

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{{conflitto
La '''guerra di Corinto''' fu un conflitto svoltosi in [[Antica Grecia|Grecia]] dal [[395 a.C.]] al [[387 a.C.]]; esso vide [[Sparta]] contrapposta ad una coalizione, formata da quattro [[poleis]: [[Tebe (Grecia)|Tebe]], [[Atene]], [[Corinto]] e [[Argo (Grecia)|Argo]], che venne inizialmente sostenuta dalla [[Dinastia achemenide|Persia]].
|Tipo=Guerra
La causa scatenante della guerra fu un conflitto locale nel nord ovest della Grecia, in cui intervennero sia Tebe che Sparta, però la motivazione di fondo la si deve individuare nell'espansionismo della città di Lacedemone in Asia Minore, in Grecia centrale e settentrionale e in Occidente.<ref>{{cita|Hornblower|p. 391}}.</ref>
|Nome del conflitto=Guerra di Corinto
|Parte_di=
|Immagine=Phalanx1.png
|Didascalia=Opliti in combattimento
|Data=[[395 a.C.]]–[[387 a.C.]]
|Luogo=[[Grecia]]
|Casus=
|Mutamenti_territoriali=[[Ionia]] data ai Persiani<br />Scioglimento della Lega beotica<br />Scioglimento dell'unione tra Argo e Corinto
|Esito=Inconcludente; [[Pace di Antalcida]] dettata dall'[[Impero achemenide|Impero achemenide persiano]]
|Schieramento1=[[Lega peloponnesiaca]] ([[Sparta]])
|Schieramento2=[[Atene]]<br />[[Lega beotica]] ([[Tebe (città greca antica)|Tebe]])<br />[[Argo (città)|Argo]] e [[Corinto (città antica)|Corinto]]
|Comandante1=[[Agesilao II]]<br />[[Lisandro]]+ e altri
|Comandante2=Vari
|Effettivi1=
|Effettivi2=
|Perdite1=
|Perdite2=
|Note=
}}
{{Campagnabox Guerra di Corinto}}
 
La '''guerra di Corinto''' fu un conflitto svoltosi in [[Antica Grecia|Grecia]] dal [[395 a.C.]] al [[387 a.C.]], che vide [[Sparta]] e parte della lega peloponnesiaca contrapposta a una coalizione formata da quattro [[poleis]]: [[Tebe (città greca antica)|Tebe]], [[Atene]], [[Corinto (città antica)|Corinto]] e [[Argo (città antica)|Argo]], la quale venne inizialmente sostenuta dalla [[Impero achemenide|Persia]].
La guerra fu combattuta su due fronti: sulla terraferma nei pressi di Corinto e a Tebe, e nel [[Mar Egeo]]. Sul fronte terrestre, l'inizio delle ostilità furono favorevoli agli Spartani, ma ciò non permise loro di godere di un reale vantaggio, e il combattimento giunse ben presto ad un punto morto.
In mare, la flotta fu nettamente sconfitta da quella persiana all'inizio del conflitto; evento che pose fine ai tentativi di Sparta di diventare una potenza navale. Approfittando di questo, negli ultimi anni di guerra Atene lanciò diverse campagne navali [[Seconda lega delio-attica|riannettendo]] un certo numero di isole che avevano fatto parte dell'antico [[Lega delio-attica|impero ateniese]] durante il [[V secolo a.C.]]
 
La causa scatenante del conflitto fu una disputa territoriale locale nel nord-ovest della Grecia, in cui intervennero sia Tebe sia Sparta, ma la motivazione di fondo si deve individuare nel dilagante espansionismo spartano in [[Asia Minore]], in [[Grecia centrale]] e settentrionale e in Occidente.<ref>{{cita|Hornblower|p. 391}}.</ref> La guerra, combattuta sia per terra sia per mare, ebbe come scenario le zone circostanti Corinto e Tebe e il [[Mar Egeo]]. Sul fronte terrestre, l'inizio delle ostilità fu favorevole agli Spartani, ma ciò non permise loro di godere di un reale vantaggio, e il combattimento giunse ben presto a un punto morto.
Allarmati dai successi ateniesi, i Persiani tolsero il sostegno agli alleati e iniziarono ad aiutare Sparta. Questa defezione costrinse gli alleati a cercare la pace.
 
La [[Pace di Antalcida]], comunemente nota come pace del Re, fu firmata nel [[387 a.C.]] e rappresentò la fine della guerra.
In mare la flotta spartana fu completamente annientata da quella persiana all'inizio del conflitto, evento che pose fine ai tentativi di Sparta di diventare una potenza navale. In questo contesto, negli ultimi anni di guerra, Atene lanciò diverse campagne navali, riannettendo un certo numero di isole che avevano fatto parte dell'antico impero ateniese ([[Lega delio-attica]]) durante il [[V secolo a.C.]]
Questo trattato sancì il controllo della Persia su tutta la Ionia e l'indipendenza di tutte le altre città greche; Sparta sarebbe stata la custode della pace, con il potere di far rispettare le sue clausole. Gli effetti della guerra furono: il rafforzamento delle ingerenze della Persia nella politica greca e l'affermazione della posizione egemonica di Sparta nel sistema politico greco.<ref>{{cita|Fine|pp. 556–559}}.</ref>
 
Allarmati dai successi ateniesi, i Persiani tolsero il sostegno agli alleati e iniziarono ad aiutare Sparta, costringendo gli alleati a cessare le ostilità: nel [[387 a.C.]] fu firmata la [[Pace di Antalcida]], nota anche come "pace del Re", che pose fine alla guerra.<br/>
Questo trattato sancì il controllo della Persia su tutte le ''poleis'' della costa asiatica e l'indipendenza di gran parte delle altre città greche delle isole; Sparta sarebbe stata la custode della pace, con il potere di farne rispettare le clausole. La guerra aveva quindi rafforzato la posizione persiana nella politica greca, dove Sparta deteneva la posizione egemonica.<ref>{{cita|Fine|pp. 556-559}}.</ref>
 
== Antefatti ==
[[File:Map Corinth War-it.svg|thumb|Gli schieramenti alla vigilia della guerra.]]
Durante la [[guerra del Peloponneso]], conclusa nel [[404 a.C.]], Sparta aveva goduto del sostegno della maggior parte delle ''poleis'' greche e dell'Impero persiano, finito il conflitto un certo numero di isole del mar Egeo passarono sotto il suo controllo.
Questa solida base di sostegno, tuttavia, si frammentò negli anni successivi. alla guerra:Infatti, nonostante la vittoria fosse stata ottenuta dadalla piùLega ''[[Polis|poleis]]''peloponnesiaca, solo Sparta ricevette il bottino conquistato dagliagli sconfitti e i tributi dell'antico Impero ateniese.<ref>{{cita|Fine|p. 547}}.</ref> Tebe, alleata di Sparta durante la guerra, non venne premiata per il contributo dato alla causa spartana, così in risposta sospese gli aiuti conferiti fino ad allora, offrendo addirittura asilo ai loro acerrimi nemici democratici vittime delle persecuzioni perpetrate dai 30 tiranni.<ref>{{cita|Frediani|p. 277}}.</ref><ref>{{cita|Senofonte|II, 3}}.</ref>
 
Gli alleati furono ulteriormente delusi nel [[402 a.C.]] dall'attacco subito da [[Elis (Grecia)|Elis]], una città membro della [[lega peloponnesiaca]], che aveva fatto infuriare gli Spartani nel corso della guerra del Peloponneso. Corinto e Tebe si rifiutarono di inviare truppe per aiutare Sparta nella sua campagna contro Elis.<ref>{{cita|Senofonte|III, 2, 25}}.</ref>
Gli alleati furono ulteriormente delusi nel [[402 a.C.]], anno in cui [[Elis (Grecia)|Elide]], una città membro della Lega, che aveva fatto infuriare gli Spartani nel corso della guerra del Peloponneso, venne attaccata. Corinto e Tebe si rifiutarono di inviare truppe per aiutare Sparta nella sua campagna.<ref>{{cita|Senofonte|III, 2, 25}}.</ref>
 
I rapporti con la Persia però, mettevano in difficoltà le relazioni con le ''poleis'' greche in Asia e viceversa: infatti, sebbene Sparta a [[Ciro il Giovane|Ciro]] non potesse rifiutare nulla, lasciandogli quindi il controllo delle città ioniche, nell'[[Dardanelli|Ellesponto]] si contrapponeva al satrapo Farnabazo, mantenendo il controllo delle ''polis'' della regione con governi oligarchici istituiti da Lisandro. La morte del pretendente al trono diede la possibilità di rompere tali vincoli e un esercito lacedemone sbarcò in Asia già nel 400 a.C., unendo le proprie forze ai soldati rimasti dell'anabasi.<ref>{{cita|Frediani|p. 273}}.</ref>
 
Tebe, Corinto e Atene rifiutarono inoltre di partecipare ada una spedizione in Ionia nel [[398 a.C.]], mentre i Tebani osarono addirittura interrompere un sacrificio che il [[re di Sparta]] [[Agesilao II|Agesilao]] aveva tentato di eseguire nel loro territorio prima della sua partenza.<ref>{{cita|Pausania|III, 9, 2–4}}.</ref>
Nonostante le assenze, Agesilao condusse una campagna efficace contro i [[Impero achemenide|Persiani]] in [[Lidia]], avanzando nell'entroterra fino a [[Sardi (sito archeologico)|Sardi]]. Il [[satrapo]] [[Tissaferne]] fu giustiziato per la sua incapacità di fermare Agesilao, e il suo sostituto, [[Titrauste]], corruppe gli Spartani convincendoli a spostarsi verso nord, nella satrapia di [[Farnabazo II|Farnabazo]]. Agesilao lo feceeseguì, ma allo stesso tempo iniziò a preparare una poderosa flotta.<ref>{{cita|Senofonte|III, 4, 25–29}}.</ref>
 
Incapace di sconfiggere l'esercito di Agesilao, Farnabazo decise di costringerlo a ritirarsi sollevandoglisollevando contro Sparta le altre città greche:della Grecia; inviò [[Timocrate di Rodi]], nativo di [[Rodi]], a distribuire diecimila [[Dracma|dracme]] d'oro nelle principali città del continente, incitandole ad agire contro Sparta.<ref>{{cita|Fine|p. 548}}.</ref>
Timocrate visitò Atene, Tebe, Corinto e Argo, riuscendo a persuadere consistenti fazioni in ciascuna di quelle città a perseguire una politica anti-spartana ([[Senofonte]] afferma che Atene non accettò questo denaro,<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 2}}.</ref> ma [[George Cawkwell]], concordando colle ''[[Elleniche di Ossirinco]]'', non gliè crededello stesso avviso); i Tebani, che già in precedenza avevano dimostrato la loro insofferenza verso Sparta, si impegnarono ada intraprendere una guerra contro l'odiata nemica. Anche Corinto, dove [[Timolao di Corinto|Timolao]] tenne un discorso contro Sparta riportato da Senofonte, si unì alla lotta contro Sparta.<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 1 IV, 2, 11}}.</ref>
 
== Primo anno (395) ==
=== Scontri iniziali ===
{{vedi anche|Battaglia di Aliarto}}
Senofonte sostiene che, non volendo sfidare direttamente Sparta, i [[Beozia|Beoti]] scelsero di far scoppiare la guerra incoraggiando i Locresi, loro alleati, a riscuotere le tasse dal territorio della [[Locride (Grecia)|Locride]] conteso con i [[Focea|Focesi]]. I quali, in risposta, invasero la Locride saccheggiandone il territorio; di conseguenza i Tebani attaccarono la Focide, che si appellò all'alleata, Sparta, la quale attendevaattendendo il pretesto per combattere contro la riottosa Tebe, venne ordinataordinò la mobilitazione generale.<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 3-5}}.</ref> Un'ambasciata tebana fu inviata ad Atene per chiedere aiuto; gli Ateniesi votarono per assistere Tebe e venne stretta una alleanza perpetua tra Atene e la [[legaLega beotica]].<ref>{{cita|Fine|pp. 548–549548-549}}.</ref>
 
Il piano degliGli Spartani consisteva nel farfecero convergere due eserciti, uno comandato da [[Lisandro]] e l'altro da [[Pausania (re di Sparta)|Pausania]], presso la città beota di [[Aliarto]], dove dare battaglia.<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 6–7}}.</ref> Lisandro, arrivato prima di Pausania, persuase la città di [[Orcomeno (Grecia Centrale)|Orcomeno]] a ribellarsi alla confederazione beota, eaggiungendo aggiunsecosì alle sue truppe, una divisione diappartenente Orcomenoa questa ''polis''.
 
Durante laIl [[battagliapolemarco]] dispartano Aliartonon attese l'arrivo del [[diarchia|diarca]], chee neattaccò seguìla trovòcittà. Durante la morte;[[battaglia essadi siAliarto|battaglia]], conclusedove senzaLisandro vincitorimorì, con gli Spartani inriuscirono a superare una iniziale difficoltà, chesebbene benlo prestoscontro riuscironosi aconcludesse superaresenza vincitori. Pausania, arrivò ilqualche giorno dopo, ottenne una tregua per recuperare i corpi dei caduti e tornò a Sparta. Giuntovi, fu processato per non essere arrivato in tempo e non aver sostenuto Lisandro al momento designato; prima di essere condannato, fuggì a [[Tegea]].<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 17–25}}.</ref>
 
=== Argo e Corinto in guerra ===
Alla fine del 395 a.C., Corinto e Argo entrarono in guerra come alleati di Atene e Tebe nonostante la prima fosse sempre stata storica alleata di Sparta. Un Consiglio fu istituito a Corinto per gestire gli interessi di questa coalizione; gli alleati poi inviarono ambasciatori ada un certo numero di statiStati più piccoli e ricevettero il sostegno di molti di loro.<ref>{{cita|Diodoro|XIV, 82, 1–3}}.</ref>
 
Allarmati da queste vicende, gli Spartani si prepararono ada inviare un esercito contro di loro, e mandarono un messaggero ad Agesilao, ordinandogli di tornare in Grecia. Cosa che indispettì il comandante che invece si attendeva ulteriori incarichi in Asia Minore. Al momento di abbandonare l'Asia, Agesilao disse che veniva cacciato da diecimila arcieri del Re, poiché le monete persiane avevano su di sé l'immagine di un arciere e tanto era il denaro versato dal Re ai Greci, perché facessero guerra a Sparta.<ref>{{cita|Plutarco|15|Plutarco, ''Vita di Agesilao''|harv=s15|Plutarco}}.</ref> Così tornò indietro con le sue truppe, attraversò l'[[Ellesponto]] e marciò attraverso la [[Tracia]] occidentale.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 2, 1–8}}.</ref>
 
== Guerra per terra e per mare (394) ==
=== Nemea ===
{{vedi anche|Battaglia di Nemea}}
[[File:Greecemap-it.svg|thumb|L'[[Antica Grecia]] e l'[[Asia Minore]] separate dal [[Mar Egeo]]. ]]
Dopo il regolamento di conti tra la lega beotica e i Focesi, vintoe lo scontro avuto dallaad primaAliarto, gli alleati riunirono un grande esercito a Corinto; Sparta radunò un'armata esercito di grandi dimensioni, che ebbe presto ragione dei nemici, presso il letto asciutto del fiume Nemea, nelin territorio di Corintocorinzio.
 
Come spesso accadeva nelle battaglie [[Oplita|oplitiche]], il fianco destro di ogni esercito sopraffece quello sinistro dello schieramento opposto: gli Spartani sconfissero gli Ateniesi, mentre i Tebani, gli Argivi e i Corinzi batterono i vari Peloponnesiaci di fronte a loro; gli Spartani poi attaccarono e uccisero un consistente numero di Argivi, Corinzi e Tebani non appena queste truppe tornarono dall'inseguimento dei Peloponnesiaci sconfitti. L'esercito della coalizione perse 2800 uomini, mentre gli Spartani ed i loro alleati solo 1100.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 2, 16–23}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 83, 1–2}}.</ref>
 
=== Cnido ===
{{vedi anche|Battaglia di Cnido}}
Il fronte marino contrapponevacontrappose i Persiani agli Spartani. I due rivali disponevano di grandi flotte, armate durante la campagna di Agesilao in Asia. Alle proprie navi eglimesse in costruzione, il re [[euripontide]] aggiunse quelle messe a disposizione daglidalle stati''polis'' dell'[[Egeo]] sotto il suo controllo, ritrovandosi al comando dicon una forza di 120 [[Trireme|triremitrireme]], che poselasciò in parte, una volta partito per la Grecia, sotto il comando di suo fratello [[Pisandro di Sparta|Pisandro]], il quale non aveva però mai avuto un incarico di tale importanza prima di allora.<ref>{{cita|Senofonte|III, 4, 27–29}}.</ref> IL'[[Impero Persiani,achemenide]] nelraggruppò frattempo,le avevanoflotte giàarmate raggruppato una flottain [[fenicia]], [[ciliciaFenicia]] e [[Cipro|cipriotaCilicia]] sotto il comando dell'esperto [[Conone]], ammiraglio ateniese che aveva conquistato [[Rodi]] nel [[396 a.C.]]; oltre al peso dell'esperienza del comandante, le 80 navi fenicie al comando di Farnabazo, e le 10 cilicie ecostituivano le forse 80 greche costituivanoora, una forza superiore a quella dell'alleanza spartiate.<ref name = weaponsandwarfare>{{cita web |http://weaponsandwarfare.com/?p=24315De Jorio|Tomo Battle of CnidusI, (394 bpag.c269}}.)</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 683, dicembre 20134-5}}.</ref>.
 
Le due flotte si scontrarono al largo di [[Cnido]] nel 394 a.C.: Conone pose le navi ateniesicipriote davanti a quelle fenicie, ede attaccò per primi gli alleati degli spartaniSpartani, mettendoli in fuga<ref name = weaponsandwarfare>{{cita web |http://weaponsandwarfare.com/?p{{=}}24315 | Battle of Cnidus, (394 b.c.)| 6 dicembre 2013}}</ref>; gli Spartani combatterono con determinazione, in particolare intorno alla nave di Pisandro, ma alla fine furono sopraffatti; un gran numero di navi venne affondato o catturato e la flotta spartana fu sostanzialmente distrutta. A seguito di questa vittoria, Conone e Farnabazo navigarono lungo la costa della Ionia, destituendo i governatori spartani e smantellandone le guarnigioni dalle città., Nonsenza riuscironoriuscirvi aperò rimuovere le basi spartane diad [[Abydos (Ellesponto)|Abido]] e [[Sesto (Ellesponto)|Sesto]].<ref>{{cita|Fine|pp. 546–547546-547}}.</ref>
 
=== Coronea ===
{{vedi anche|Battaglia di Coronea (394 a.C.)}}
Agesilao, dopo aver difesoattraversato la [[TessagliaTracia]], daglidove attacchisubì ateniesialcuni e tebaniattacchi, mosse con il suo esercito verso la Beozia con l'intento di sconfiggere in una battaglia campale l'esercito della lega anti-spartana.<br/>
Acquartieratosi in Beozia, l'esercito del re, composto principalmente dai reduci dei [[Diecimila (Anabasi)|diecimila]] e daglidai [[ilotineodamodi]] liberati, ottenne in rinforzo una [[ReggimentoMora (falange)|mora]] provenientedi da[[Spartiati]] Orcomenoproveniente e undall'altraistmo, anonché ranghiun ridotti,contingente trasportatada dalOrcomeno [[golfoe didalla Corinto]]Focide.<ref>{{cita|Frediani|p. 279}}.</ref>
 
La battaglia si svolse a Coronea, in territorio tebano. L'ala destra tebana ruppe le linee nemiche, sulla sinistra, invece, gli spartaniSpartani misero in fuga gli alleati di Tebe. Di conseguenza, vedendo che il resto dell'esercito era stato sconfitto, i tebaniTebani ripiegarono ordinatamente verso il loro accampamento. Agesilao cercò di impedirlo e, scontratosi con l'avanguardia tebana, inflisse loro alcune perdite prima che questi potessero passare e ricongiungersi agli alleati.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 3, 15–20}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 84, 1–2}}.</ref> Il grosso delle truppe spartane fece ritorno nel Peloponneso.
 
== Eventi successivi (393 a.C. - 388 a.C.) ==
GliLe eventibattaglie delavvenute fino al 394 a.C. lasciarononon unamodificarono la situazione bilanciata:politico-militare della Grecia. Infatti, mentre Sparta manteneva l'iniziativa terrestre, gli alleati avevano il controllo dei mari; la coalizione non era riuscita a sconfiggere in una battaglia campale igli lacedemoniSpartani, ma questi non potevano attraversare la Grecia centrale senza combattere. InPer seguitoovviare a ciòquesto problema, Sparta tentò di indurre Corinto e Argo ada uscire dalla coalizione e dal conflitto; gli alleati, anti-spartaniinvece tentaronoriuscirono dia preservare il loro fronte unito contro Sparta, mentre Atene e Tebe consolidavano il proprio dominio rispettivamente nell'Egeo e in Beozia.
 
=== Aiuti persiani e rivoluzione a Corinto ===
Nel 393 a.C., Conone e Farnabazo navigarono verso la Grecia continentale costeggiando le coste della [[Laconia]] dove conquistarono l'isola di [[Citera]]. Poi, lasciato sull'isola un presidio, ripiegarono verso Corinto ove Conone distribuì i fondi concessigli dal Gran Re ed esortò gli altri alleati ad aver fiducia nell'aiuto persiano. Oltre a questo, Farnabazo mandò Conone, con ingenti fondi e parte della flotta, ad Atene affinché arruolasse operai e manodopera utile alla ricostruzione delle [[Lunghe Mura]] da Atene al [[Il Pireo|Pireo]], un progetto che era stato avviato da [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] l'anno prima. La costruzione, completata anche con l'ausilio dei rematori, rafforzò il prestigio di Atene<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 7-10}}.</ref> la quale poté riconquistare in breve tempo le isole di [[Sciro]], [[Imbro]] e [[Lemno]] dove furono poste alcune [[Cleruchia|clerurchie]]<ref name="Fine">{{cita|Fine|p. 551}}.</ref>.
Nel 393 a.C., Conone e Farnabazo navigarono verso la Grecia continentale costeggiando le coste della [[Laconia]] dove conquistarono l'isola di [[Citera]].
Poi, lasciato sull'isola un presidio, ripiegarono verso Corinto ove Conone distribuì i fondi concessigli dal Gran Re ed esortò gli altri alleati ad aver fiducia nell'aiuto persiano.
 
{{vedi anche|Battaglia delle Lunghe Mura di Corinto}}
Ciò fatto, Farnabazo mandò Conone, con ingenti fondi e parte della flotta ad Atene affinché arruolasse operai e manodopera utile alla ricostruzione delle [[Lunghe Mura]] da Atene al [[Pireo]], un progetto che era stato avviato da [[Trasibulo]] nel 394 a.C.
La costruzione, completata anche con l'ausilio dei rematori, rafforzò il prestigio di Atene<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 7-10}}.</ref> la quale poté riconquistare in breve tempo le isole di [[Sciro]], [[Imbro]] e [[Lemno]] dove furono poste alcune [[Cleruchia|clerurchie]]<ref name="Fine">{{cita|Fine|p. 551}}.</ref>.
 
Nel frattempo, scoppiò a Corinto scoppiò una guerra civile tra la fazione [[democrazia|democratica]] e quella [[oligarchia|oligarchica]], dovein cui i primi - con l'appoggio degli argivi,Argivi - cacciarono i secondi dalla città. Gli oligarchi, allora, si diressero allaverso la base spartana di [[Sicione]] adper implorare aiuto, mentre ateniesiAteniesi e beotiBeoti promisero supportosostegno ai democratici. Poco tempo dopo, con un attacco notturno, gli Spartani e gli esuli conquistarono [[Lecheo]], il porto di Corinto sul Golfo omonimo e, la mattina seguente, sconfissero l'esercito democratico che tentava di riprendere le posizioni.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 4, 4}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 86}}. Secondo George Cawkwell, in questo caso, la cronologia di Diodoro è più precisa di quella di Senofonte, che tende a confondere gli eventi.</ref>
 
=== Inizio delle conferenze di pace ===
Poco tempo dopo, con un attacco notturno, gli spartani e gli esuli conquistarono Lecheo, il porto di Corinto sul Golfo omonimo e, la mattina seguente, sconfissero l'esercito democratico che tentava di riprendere le posizioni.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 4, 4}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 86}}. Secondo George Cawkwell, in questo caso, la cronologia di Diodoro è più precisa di quella di Senofonte, che tende a confondere gli eventi.</ref>
Nel 392 a.C., gli Spartani inviarono un ambasciatore, l'[[eforo]] [[Antalcida]], presso il satrapo [[Tiribazo]] per informarlo dell'intenzione di Conone di ricostruire l'impero ateniese, l'obiettivo era di convincere il re di [[Artaserse II di Persia|Persia]] a non appoggiare più la coalizione antispartana.
 
Gli Ateniesi, appresa la notizia, inviarono da Tiribazo lo stesso Conone e chiesero anche agli alleati Argo, Corinto e Tebe di inviare ambascerie al satrapo.<br/>
===Inizio delle conferenze di pace===
Ne derivò una conferenza: gli Spartani proposero una pace basata sull'indipendenza di tutti gli Stati; gli alleati respinsero tale proposta poiché Atene desiderava mantenere le conquiste, Tebe il controllo della Beozia e Argo si proponeva di assimilare Corinto.
Nel 392 a.C., gli Spartani inviarono un ambasciatore, l'[[eforo]] [[Antalcida]], presso il satrapo [[Tiribazo]] per informarlo dell'intenzione di Conone di ricostruire l'impero ateniese e di conseguenza per convincerlo a togliere l'appoggio del Gran Re alla coalizione antispartana.
 
Fallita quindi la conferenza, Tiribazo, allarmato comunque delle intenzioni di Conone, lo pose in arresto e fornì segretamente a Sparta una somma di denaro affinché riarmasse una flotta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 12-15}}.</ref>. Conone fuggì o fu liberato ma morì probabilmente a Cipro pochi mesi dopo<ref name="Fine"/>. Nello stesso anno, a Sparta, fu tenuta una seconda conferenza di pace, anche questa senza esito, poiché le proposte furono respinte dagli alleati, sia per le implicazioni del principio di autonomia, sia perché gli Ateniesi erano indignati dal fatto che i termini proposti avrebbero comportato l'abbandono della Ionia alla Persia<ref name="Fine"/>.
Gli Ateniesi, appresa la notizia, inviarono da Tiribazo lo stesso Conone e chiesero anche agli alleati Argo, Corinto e Tebe di inviare ambascerie al satrapo.
Ne derivò una conferenza: gli spartani proposero una pace basata sull'indipendenza di tutti gli stati; gli alleati respinsero tale proposta poiché Atene desiderava mantenere le conquiste, Tebe il controllo della Beozia e Argo si proponeva di assimilare Corinto.
 
Finita la conferenza di pace, Tiribazo tornò a [[Susa (Elam)|Susa]] a riferire sugli eventi, venne destituito e in sua vece prese il comando il generale [[Struta]]. Questi perseguì una politica anti-spartana, inducendo il generale lacone [[Tibrone]] a devastare il territorio persiano finché fu ucciso insieme ai suoi soldati in un'imboscata architettata dallo stesso Struta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 17-19}}.</ref>. Tibrone fu sostituito da [[Difridate]] che continuò la strategia del predecessore, ottenendo diversi piccoli successi e catturando anche il genero di Struta, senza prevalere, però nettamente sul nemico<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 20-22}}.</ref>.
Fallita quindi la conferenza, Tiribazo, allarmato comunque delle intenzioni di Conone, lo pose in arresto e fornì segretamente a Sparta una somma di danaro affinché riarmasse una flotta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 12-15}}.</ref>. Conone fuggì o fu liberato ma in ogni caso morì probabilmente a Cipro pochi mesi dopo<ref name="Fine"/>.
 
=== Sconfitta spartana a Corinto ===
Nello stesso anno, a Sparta, fu tenuta una seconda conferenza di pace, anche questa senza esito poiché: le proposte furono respinte dagli alleati, sia per le implicazioni del principio di autonomia, sia perché gli Ateniesi erano indignati dal fatto che i termini proposti avrebbero comportato l'abbandono della Ionia alla Persia<ref>{{cita|Fine|p. 551}}.</ref>.
 
Finita la conferenza di pace, Tiribazo tornò a [[Susa (Elam)|Susa]] a riferire sugli eventi, venne destituito e in sua vece prese il comando il generale [[Struta]].
 
Questi perseguì una politica anti-spartana inducendo il generale lacone [[Tibrone]] a devastare il territorio persiano finché fu ucciso insieme ai suoi soldati in un'imboscata architettata dallo stesso Struta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 17-19}}.</ref>.
 
Tibrone fu quindi sostituito da [[Difridate]] che continuò la strategia del predecessore ottenendo diversi piccoli successi e catturando anche il genero di Struta, senza prevalere, però nettamente sul nemico<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 20-22}}.</ref>.
 
===Sconfitta spartana a Corinto===
{{vedi anche|Battaglia del Lecheo}}
[[File:Lechaeum-it.svg|thumb|Corinto e il territorio circostante.]]
A Corinto, il partito democratico continuò a reggere la città, mentre gli esuli ede i loro sostenitori spartani governavano Lecheo. Da qui gli Spartani potevano addentrarsi nel territorio corinzio. Cosìe nel 391 a.C. Agesilao effettuò una campagna militare nella zona, conquistandoconquistandovi diverse roccaforti, insiemeappropriandosi adi una grande quantità di prigionieri e di un ingente bottino. Di rimando il generale ateniese [[Ificrate]], di stanza a Corinto, con un esercito mercenario composto quasi interamente di truppe leggere[[ginneta|ginneti]] e [[Peltasta|peltasti]], ottenne una vittoria decisiva contro la divisione spartana di stanza presso il [[Battaglia didel Lecheo|Lecheo]].
 
Durante la battaglia, Ificrate approfittò della mancanza deidi peltastitruppe spartanidi fanteria leggera nelle file perspartane disturbaredisturbando ripetutamente il reggimento con attacchi improvvisi e brevi, logorando lentamente glila Spartaniloro unità fino a quando fuggironofurono ecostretti corseroa viafuggire, momento in cui alcuni di loro furono uccisi. Agesilao tornòriprese pocoil dopocomando questidelle fattioperazioni, ma Ificrate continuò a guerreggiare intorno a Corinto, riconquistando molte delle cittadelle che gli Spartani avevano catturato in precedenza, anche se non fu in grado di riprendere il Lecheo.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 5, 19}}.</ref> Egli compì anche una campagna contro [[Fliunte]] e l'[[Arcadia]], sconfiggendo nettamente la prima e saccheggiando il territorio della seconda, quando gli oppose il rifiuto di combattere.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 4, 15-16}}. Questi eventi sono descrittiben megliodescritti da Senofonte, ma la successione temporale dataci da Diodoro Siculo è più attendibile.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 91, 3}}.</ref>
 
Il saccheggio in territori protetti da Argo ebbe come conseguenzaripercussione l'invio di un esercito arcade a Corinto che, catturata l'[[acropoli]], pose fine all'unionealleanza tra Argo e Corinto:<ref>{{cita|Diodoro|XIV, 92, 1}}.</ref> le pietre che segnavano il confine tra le due città furono abbattute e i rispettivi organi cittadini si fusero.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 4, 6}}.</ref>
 
=== Campagne militari successive ===
Dopo la vittoria di Ificrate vicino a Corinto, nonle furonooperazioni piùmilitari effettuateabbandonarono grandila campagneregione, diperché terrasi inaprirono quellaaltri regione.fronti: Le operazioni militari continuaronouno nel [[Peloponneso]] e l'altro nel nord-ovest della [[Grecia]]. Infatti, Agesilao condusse una vittoriosa campagna con successo nelin territorio argivo nel 391 a.C.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 4, 19}}.</ref> e lanciòsuccessivamente duevennero altreeffettuate spedizionidue importanti prima della fine della guerra. Nella prima di queste, nel 389 a.C., un corpo di spedizione spartano attraversò il Golfo di Corinto per attaccare l'[[Acarnania]], membra dell'alleanza.spedizioni:
Gli abitanti della regione si rifugiarono in montagna, rifiutando combattimenti diretti. Ben presto però, Agesilao fu in grado di attirarli in una battaglia campale nella quale, gli Acarnani, furono sconfitti subendo per di più un gran numero di perdite. Poi il comandante spartano tornò alla sua città navigando attraverso il Golfo di Corinto.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 6}}.</ref> L'anno successivo, gli Acarnani strinsero una pace con gli Spartani per evitare ulteriori invasioni.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7, 1}}.</ref>
 
- la prima di queste, svoltasi nel 389 a.C., ebbe come obiettivo l'[[Acarnania]], membra dell'alleanza. Con un corpo di spedizione attraversò il Golfo di Corinto, mentre gli abitanti della regione vittima dell'attacco si rifugiarono in montagna, rifiutando combattimenti diretti. Ben presto però, Agesilao fu in grado di attirarli in una battaglia campale nella quale, gli Acarnani, furono sconfitti subendo per di più un gran numero di perdite. Poi il comandante spartano tornò a Sparta navigando attraverso il Golfo di Corinto.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 6}}.</ref> L'anno successivo, gli Acarnani strinsero una pace con gli Spartani per evitare ulteriori invasioni.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7, 1}}.</ref>
Nel 388 a.C. [[Agesipoli I|Agesipoli]] condusse un esercito spartano contro Argo. Dal momento che nessun esercito argivo lo sfidò, saccheggiò la campagna per un periodo, poi, dopo aver ricevuto diversi presagi sfavorevoli, tornò in patria.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7}}.</ref>
 
- la seconda ebbe luogo nel 388 a.C., nella quale [[Agesipoli I|Agesipoli]] condusse un esercito spartano contro Argo. Dal momento che nessun esercito argivo lo sfidò, saccheggiò la campagna, poi, dopo aver ricevuto diversi presagi sfavorevoli, tornò in patria.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7}}.</ref>
===Egina e il Pireo===
Nel 389 a.C. gli Ateniesi attaccarono l'isola di [[Egina (isola)|Egina]], al largo della costa dell'Attica. Gli Spartani allontanarono subito la flotta ateniese, ma questi continuarono a mantenere un presidio a terra. [[Antalcida]] comandante di una flotta spartana salpò da Rodi, ma venne bloccata ad Abido dai comandanti ateniesi del luogo. Gli Ateniesi ad Egina, nel frattempo, ben presto si trovarono sotto attacco e si ritirarono dopo alcuni mesi.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 1–7}}.</ref>
 
=== Egina e il Pireo ===
Sempre una flotta spartana, il cui navarca era [[Gorgopa]], tese un'imboscata alla flotta ateniese nei pressi di Atene, catturando diverse navi. Gli Ateniesi riorganizzatisi inviarono [[Cabria]], il cui compito era di dirigersi a Cipro, sbarcò le sue truppe ad Egina e tese un agguato agli abitanti e ai loro alleati Spartani, uccidendo un buon numero di essi tra cui Gorgopa.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 8–13}}.</ref>
Nel 389 a.C. gli Ateniesi misero sotto attacco l'[[Egina (isola)|isola di Egina]], al largo della costa dell'Attica, ma il pronto intervento degli Spartani allontanò la flotta ateniese, che tuttavia riuscì a installare un presidio a terra per alcuni mesi. Lo stesso anno [[Antalcida]], al comando di una flotta spartana, salpò da Rodi ma venne bloccato ad Abido dai comandanti ateniesi del luogo.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 1–7}}.</ref>
Sempre una flotta spartana, il cui navarco era [[Gorgopa]], tese un'imboscata alla flotta ateniese nei pressi di Atene, catturando diverse sue navi. Gli Ateniesi, riorganizzatisi, diedero il comando a [[Cabria]], il cui incarico ultimo era di dirigersi a Cipro. Egli tuttavia sbarcò le sue truppe ad Egina, tendendo un agguato agli abitanti e ai loro alleati Spartani, uccidendo tra gli altri Gorgopa.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 8–13}}.</ref>
Gli Spartani quindi inviarono un altro navarca di nome [[Teleutia]] ad Egina, per prendere il comando della flotta; questi, notando che gli Ateniesi avevano abbassato la guardia dopo la vittoria di Cabria, eseguì un attacco a sorpresa nel Pireo, catturando numerose navi mercantili.<ref>{{cita|Senofonte|V, I, 13–24}}.</ref>
 
=== Altre campagne nell'Egeo ===
Gli Spartani quindi inviarono un altro navarco di nome [[Teleutia]] ad Egina per prendere il comando della flotta; questi, notando che gli Ateniesi avevano abbassato la guardia dopo la vittoria di Cabria, eseguì un attacco a sorpresa nel Pireo, catturando numerose navi mercantili.<ref>{{cita|Senofonte|V, I, 13–24}}.</ref>
Dopo l'annientamento della flotta a Cnido, gli Spartani ne iniziarono la ricostruzione e dal 392 a.C. ripresero il controllo del golfo di Corinto.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 10–11}}.</ref> Lo stesso anno, in seguito al fallimento delle conferenze di pace, inviarono nell'Egeo una piccola flotta, al comando di [[Ecdico]], con l'ordine di assistere gli oligarchi a Rodi. Trovando l'isola dominata completamente dai democratici, che avevano a disposizione molte più navi delle sue, decise di ritirarsi a Cnido in attesa di rinforzi. Teleutia e la sua flotta dal Golfo di Corinto si diressero prima a Samo, dove vennero radunate le triremi dell'isola e poi a Cnido dove egli prese il comando delle navi di Ecdico, infine si diresse verso Rodi.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 23–24}}.</ref>
 
[[File:Trireme.jpg|left|thumb|Una [[trireme]] greca.]]
===Altre campagne nell'Egeo===
Dopo la loro sconfitta a Cnido, gli Spartani cominciarono a ricostruire una flotta e dal 392 a.C. ripresero il controllo del golfo di Corinto<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 10–11}}.</ref> In seguito al fallimento delle conferenze di pace del 392 a.C. inviarono nell'Egeo una piccola flotta, al comando di [[Ecdico]], con l'ordine di assistere gli oligarchi in esilio a Rodi. Quando Ecdico arrivò a Rodi trovò l'isola completamente dominata dai democratici, che disponevano di una flotta più grande della sua, decise perciò di ritirarsi a Cnido in attesa di rinforzi. Sparta spostò Teleutia e la sua flotta dal Golfo di Corinto. Approdò prima a Samo, dove radunò le triremi dell'isola e dopo aver preso il comando a Cnido anche delle navi di Ecdico, iniziò le operazioni contro Rodi.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 23–24}}.</ref>
 
Allarmati dalla pressione esercitata dalla flotta spartana nell'Egeo, gli Ateniesi inviarono una squadriglia di 40 triremi comandato da [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] a contrastarla. Questi, sapendo che avrebbe potuto vincere solo se non avesse affrontato frontalmente gli Spartani, salpò per l'[[Dardanelli|Ellesponto]]. Qui, sconfitte diverse ''polis'' e ripristinato il dominio di Atene su di esse, impose una tassa sulle navi che salpavano da [[Bisanzio]], ristabilendo così una fonte degli introiti che gli Ateniesi avevano perso alla fine della Guerra del Peloponneso. Poi navigò verso [[Lesbo]], dove, con il sostegno dei [[Mitilene|Mitileni]], sconfisse la guarnigione spartana oltre ad un numero significativo di ''polis'' dell'isola. Mentre era ancora a Lesbo, tuttavia, Trasibulo fu ucciso dai predoni provenienti dalla città di [[Aspendo]].<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 25–31}}.</ref>
[[File:Trireme.jpg|200px|left|thumb|Una [[trireme]] greca.]]
 
Dopo questi avvenimenti gli Spartani inviarono ad Abido un nuovo navarco, [[Anassibio]], il quale riportò alcuni successi militari contro Farnabazo, catturando diverse navi mercantili ateniesi. Preoccupati di perdere i vantaggi derivanti dalle operazioni condotte da Trasibulo, questi, inviarono Ificrate nella regione. I due contingenti si limitarono, nei primi tempi, a irrompere nei rispettivi territori di pertinenza, finché Ificrate riuscì a carpire informazioni riguardanti il luogo dove Anassibio avrebbe portato le sue truppe di ritorno dalla campagna intrapresa contro [[Antandro]]. L'esercito spartano in formazione di marcia mentre attraversava l'aspro terreno tortuoso sulla strada del ritorno venne sorpreso in un'imboscata in cui Anassibio, assieme a molti altri, trovò la morte.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 31–39}}.</ref>
Allarmati dalla flotta spartana, gli Ateniesi inviarono una squadriglia di 40 triremi comandato da [[Trasibulo]]. Questi, sapendo che avrebbe potuto vincere solo se non avesse affrontato frontalmente gli Spartani, salpò per l'[[Dardanelli|Ellesponto]]. Quì, sconfisse diverse comunità anettendole ad Atene e imponendo una tassa sulle navi che salpavano da [[Bisanzio]], ripristinando così, una fonte degli introiti che gli Ateniesi avevano perso alla fine della Guerra del Peloponneso. Poi navigò verso [[Lesbo]], dove, con il supporto delle [[Mitilene|Mitileni]], prese la guarnigione spartana sull'isola e sconfisse un numero significativo di città. Mentre era ancora a Lesbo, tuttavia, Trasibulo fu ucciso dai predoni provenienti dalla città di [[Aspendo]].<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 25–31}}.</ref>
 
== La pace di Antalcida ==
Dopo questi avvenimenti gli Spartani inviarono un nuovo navarco, [[Anassibio]], ad Abido. Per un certo periodo di tempo riportò alcuni successi militari contro Farnabazo, catturando un certo numero di navi mercantili ateniesi che, preoccupati di perdere i vantaggi derivanti dalle operazioni condotte da Trasibulo, inviarono Ificrate nella regione. I due contingenti si limitarono, nei primi tempi, ad irrompere nei rispettivi territori di pertinenza, finchè Ificrate riuscì a carpire informazioni riguardanti il luogo dove Anassibio avrebbe portato le sue truppe di ritorno dalla campagna intrapresa contro [[Antandro]]. L'esercito spartano in formazione di marcia mentre attraversava l'aspro terreno tortuoso sulla strada del ritorno venne sorpreso un'imboscata in cui Anassibio assieme a molti altri trovarono la morte.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 31–39}}.</ref>
 
==La pace di Antalcida==
{{vedi anche|Pace di Antalcida}}
Antalcida, nel frattempo, aveva avviato delle trattative con Tiribazo e aveva raggiunto un accordo in base al quale i Persiani sarebbero entrati in guerra al fianco degli Spartani se gli alleati avessero rifiutato la pace. Sembra che iI Persiani, innervositi dalla politiva espansionisticadall'espansionismo ateniese nell'Egeo e ladalla loro ingerenza politica nello scacchiere orientale, tra cuicon il sostegno fornito ad [[Evagora I]] re di [[Cipro (isola)|Cipro]] e ad [[AchorisHakor]] d'[[Egitto]], che eranoentrambi in guerraconflitto con la Persia, decisero che la loro politica di indebolimento di Sparta, attraverso il sostegno dei suoi nemici, non era più vantaggiosa.<ref>{{cita|Fine|pp. 554–555554-555}}.</ref> Per questo motivo avviarono con il navarco Antalcida una trattativa, condotta dal satrapo Tiribazo, con la quale si raggiunse un accordo, in base al quale i Persiani sarebbero entrati in guerra al fianco degli Spartani se le ''poleis'' "alleate" avessero rifiutato la pace.<br/>
Dopo aver liberato la flotta dell'ammiraglio [[Nicoloco]], bloccato ad Abido dagli Ateniesi, Antalcida attaccò e sconfisse un contingente ateniese, unendo la sua flotta con una inviata da [[Siracusa]]; l'armata navale, ulteriormente potenziata dalle navi fornite daidal satrapisatrapo del nord ovest dell'[[Anatolia]]Tiribazo, continuò a girare l'Ellesponto ostacolando le rotte commerciali che portavano grano ad Atene. Gli Ateniesi, memori della loro sconfitta subita nello scacchiere in questione durante la guerra del Peloponneso, decisero prontamente di stringere la pace.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 24–29}}.</ref>
 
In questo contesto, quando Tiribazo convocò una conferenza di pace alla fine del 387 a.C., le fazioni in guerra erano pronte a discutere i termini dell'accordo. La struttura di base del trattato fu stabilita da un decreto del re persiano [[Artaserse II di Persia|Artaserse]]:
 
{{QuoteCitazione|Il Re Artaserse pensaritiene sologiusto che le città in d'Asia dovrebberosiano apparteneresue, ae luicosì pure, cosìtra comele isole, Clazomene e Cipro tra le isole, e che invece si lascino indipendenti le altre città greche, piccolegrandi e grandipiccole, dovrebberoad essereeccezione lasciate indipendenti, trannedi Lemno, Imbro e Sciro; e: queste dovrebbero appartenere, come nelin passatoantico, appartengano agli Ateniesi. MaA aquanti secondanon diaccettino qualequeste dellecondizioni due parti non accetta questadi pace, a loroio farò la guerra, insieme acon coloroquelli che desiderano questole accordoaccettano, sia per terra chesia per mare, con lela navimia flotta e con ili miei denarodenari.|Senofonte, ''Elleniche'', V, 1, 31.}}
 
In unaNella conferenza di pace generale tenutasi a Sparta, gli Spartani (la cui autorità era rafforzata dalla minaccia dell'intervento persiano) assicurarono l'accettazione del trattato da parte di tuttitutte le principali ''poleis'' greche. L'accordo raggiunto fu comunemente conosciuto come la [[Pace di Antalcida|Pace del Re]], il nome che ne sottolinea l'influenza persiana. Questo avvenimento segnò il primo tentativo [[pace comune]] nella storia greca; secondoSecondo il trattato tutte le città dovevano essere indipendenti, una clausola che avrebbe dato maggiora importanzaSparta allail cittàtitolo Lacedemone, comedi custode della pace. Questo avvenimento segnò il primo tentativo [[pace comune]] nella storia greca.
 
Sotto la minaccia di un intervento spartano, Tebe sciolse la legaLega, mentre Argo e Corinto terminarono il loro tentativo di governo condiviso; Corinto, privata della sua forte alleata, fu incorporata di nuovo nella [[Lega peloponnesiaca]]. Dopo otto anni di combattimenti, la guerra di Corinto era finita.<ref>{{cita|Fine|pp. 556–557556-557}}.</ref>
 
== Conseguenze ==
Negli anni successivi, i due principali attori politici della pace, imperol'Impero Achemenideachemenide e Sparta, sfruttarono al meglio la loro condizione di supremazia. Il primo, libero dalle interferenze ateniesi e spartane nelle province asiatiche, consolidò il suoproprio potere sul Mar Egeo orientale e riannesseriannettendo l'Egitto e Cipro nel [[380 a.C.]], Mentrementre la seconda, si avvalse delladel clausolaruolo di autonomiacustode della pace: perimponendo romperelo scioglimento di qualsiasi coalizione che venissefosse stata percepita come una minaccia. GliLa alleatisuddivisione sleali furono duramente puniti:di [[Mantinea]], perin esempio,cinque villaggi fu suddivisail inprezzo cinquepagato villaggi.alla Agesilaoslealtà adottatònei confronti della Lega peloponnesiaca durante la guerra; adottando infine una politica aggressiva che vide gli SpartaniAgesilao effettuare campagne militari dal Peloponneso alla lontana [[penisola Calcidica]]. Il dominio spartano sulla Grecia continentale sarebbe durato altri sedici anni prima di venire distrutto dai Tebani a [[Battaglia di Leuttra|Leuttra]].<ref>{{cita|Fine|pp. 557–559557-559}}.</ref>
 
La guerra segnò anche l'inizio della rinascita di Atene come potenza nel mondo greco. Con le loro mura e la loro flotta ricostruite, gli Ateniesi furono in grado di volgere lo sguardo al di là del mare. Entro la metà del IV secolo, riorganizzarono l'Egeo in una comunità di Stati comunemente nota come [[Seconda lega delio-attica]], recuperando almeno una parte di ciò che avevano perduto con la loro sconfitta nel 404 a.C.
 
La libertà dei greciGreci ionici era stata un argomento caldo fin dall'inizio del V secolo, ma dopo la guerra di Corinto gli Stati della terraferma non effettuarono ulteriori tentativi di interferire sul il controllo persiano della regione. Dopo oltre un secolo di lotte, la Persia finalmente poté governare la Ionia per oltre cinquant'anni, fino all'avvento di [[Alessandro Magno]].
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
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;Fonti secondarie
* {{cita libro|nome=John V.A.|cognome=Fine|titolo=The Ancient Greeks: A Critical History|url=https://archive.org/details/ancientgreeks00john|anno=1983|editore=Harvard University Press|lingua=inglese|isbn=0-674-03314-0|cid=Fine}}
* {{cita libro|nome=César|cognome=Fornis|titolo=Grecia exhausta. Ensayo sobre la guerra de Corinto|anno=2008|editore=Vandenhoeck & Ruprecht|città=Göttingen|url=http://revistas.ucm.es/index.php/GERI/article/download/GERI0707110215A/13993|lingua=spagnoloes|cid=Fornis}}
* {{cita libro|cognome=Hornblower|nome=Simon|coautori=Antony Spawforth|titolo=The Oxford Classical Dictionary |url=https://archive.org/details/oxfordclassicald0000unse_w0u7|capitolo=Corinthian War|editioneedizione=3a|anno=2003|editore=Oxford University Press|città=Oxford|paginepp=[https://archive.org/details/oxfordclassicald0000unse_w0u7/page/391 391]|lingua=inglese|isbn=0-19-860641-9|cid=Hornblower}}
* {{cita pubblicazione|nome=S.|cognome=Perlman|titolo=The Causes and the Outbreak of the Corinthian War|anno=1964|rivista=Classical Quarterly|volume=14|numero=1|paginepp=64-81|lingua=inglese|url=httphttps://www.jstor.org/discover/10.2307/637630?uid=3738296&uid=2&uid=4&sid=21103088279317|cid=Perlman}}
* {{cita libro|nome=Michele|cognome=De Jorio|wkautore=Michele De Jorio|titolo=Storia del commercio e della navigazione dal principio del mondo sino a' ...|anno=1778|editore=Stamperia Simoniana|cid=De Jorio}}
* {{cita libro | nome=Andrea | cognome=Frediani | wkautore=Andrea Frediani | titolo=Le grandi battaglie dell'Antica Grecia| editore=Newton & Compton Editori | anno=2005 | isbn=88-541-0377-2 | cid=Frediani}}
 
== Voci correlate ==
* [[Dionisio I di Siracusa]]
* [[Trasibulo di Atene]]
 
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== Collegamenti esterni ==
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