Guerra di Corinto: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sistemazione prosa |
Template |
||
| (97 versioni intermedie di 42 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{conflitto
|Tipo=Guerra
|Nome del conflitto=Guerra di Corinto
|Parte_di=
|Immagine=Phalanx1.png
|Didascalia=Opliti in combattimento
|Data=[[395 a.C.]]–[[387 a.C.]]
|Luogo=[[Grecia]]
|Casus=
|Mutamenti_territoriali=[[Ionia]] data ai Persiani<br />Scioglimento della Lega beotica<br />Scioglimento dell'unione tra Argo e Corinto
|Esito=Inconcludente; [[Pace di Antalcida]] dettata dall'[[Impero achemenide|Impero achemenide persiano]]
|Schieramento1=[[Lega peloponnesiaca]] ([[Sparta]])
|Schieramento2=[[Atene]]<br />[[Lega beotica]] ([[Tebe (città greca antica)|Tebe]])<br />[[Argo (città)|Argo]] e [[Corinto (città antica)|Corinto]]
|Comandante1=[[Agesilao II]]<br />[[Lisandro]]+ e altri
|Comandante2=Vari
|Effettivi1=
|Effettivi2=
|Perdite1=
|Perdite2=
|Note=
}}
{{Campagnabox Guerra di Corinto}}
La '''guerra di Corinto''' fu un conflitto svoltosi in [[Antica Grecia|Grecia]] dal [[395 a.C.]] al [[387 a.C.]], che vide [[Sparta]] e parte della lega peloponnesiaca contrapposta a una coalizione formata da quattro [[poleis]]: [[Tebe (città greca antica)|Tebe]], [[Atene]], [[Corinto (città antica)|Corinto]] e [[Argo (città antica)|Argo]], la quale venne inizialmente sostenuta dalla [[Impero achemenide|Persia]].
La causa scatenante del conflitto fu una disputa territoriale locale nel nord-ovest della Grecia, in cui intervennero sia Tebe sia Sparta, ma la motivazione di fondo si deve individuare nel dilagante espansionismo spartano in [[Asia Minore]], in [[Grecia centrale]] e settentrionale e in Occidente.<ref>{{cita|Hornblower|p. 391}}.</ref> La guerra, combattuta sia per terra sia per mare, ebbe come scenario le zone circostanti Corinto e Tebe e il [[Mar Egeo]]. Sul fronte terrestre, l'inizio delle ostilità fu favorevole agli Spartani, ma ciò non permise loro di godere di un reale vantaggio, e il combattimento giunse ben presto a un punto morto.
In mare la flotta spartana fu completamente annientata da quella persiana all'inizio del conflitto, evento che pose fine ai tentativi di Sparta di diventare una potenza navale. In questo contesto, negli ultimi anni di guerra, Atene lanciò diverse campagne navali, riannettendo un certo numero di isole che avevano fatto parte dell'antico impero ateniese ([[Lega delio-attica]]) durante il [[V secolo a.C.]]
Allarmati dai successi ateniesi, i Persiani tolsero il sostegno agli alleati e iniziarono ad aiutare Sparta, costringendo gli alleati a cessare le ostilità: nel [[387 a.C.]] fu firmata la [[Pace di Antalcida]], nota anche come "pace del Re", che pose fine alla guerra.<br/>
Questo trattato sancì il controllo della Persia su tutte le ''poleis'' della costa asiatica e l'indipendenza di gran parte delle altre città greche delle isole; Sparta sarebbe stata la custode della pace, con il potere di farne rispettare le clausole. La guerra aveva quindi rafforzato la posizione persiana nella politica greca, dove Sparta deteneva la posizione egemonica.<ref>{{cita|Fine|pp. 556-559}}.</ref>
== Antefatti ==
[[File:Map Corinth War-it.svg|thumb|Gli schieramenti alla vigilia della guerra.]]
Durante la [[guerra del Peloponneso]], conclusa nel [[404 a.C.]], Sparta aveva goduto del sostegno della maggior parte delle ''poleis'' greche e dell'Impero persiano, finito il conflitto un certo numero di isole del mar Egeo passarono sotto il suo controllo.
Questa solida base di sostegno, tuttavia, si frammentò negli anni successivi.
Gli alleati furono ulteriormente delusi nel [[402 a.C.]], anno in cui [[Elis (Grecia)|Elide]], una città membro della Lega, che aveva fatto infuriare gli Spartani nel corso della guerra del Peloponneso, venne attaccata. Corinto e Tebe si rifiutarono di inviare truppe per aiutare Sparta nella sua campagna.<ref>{{cita|Senofonte|III, 2, 25}}.</ref>
I rapporti con la Persia però, mettevano in difficoltà le relazioni con le ''poleis'' greche in Asia e viceversa: infatti, sebbene Sparta a [[Ciro il Giovane|Ciro]] non potesse rifiutare nulla, lasciandogli quindi il controllo delle città ioniche, nell'[[Dardanelli|Ellesponto]] si contrapponeva al satrapo Farnabazo, mantenendo il controllo delle ''polis'' della regione con governi oligarchici istituiti da Lisandro. La morte del pretendente al trono diede la possibilità di rompere tali vincoli e un esercito lacedemone sbarcò in Asia già nel 400 a.C., unendo le proprie forze ai soldati rimasti dell'anabasi.<ref>{{cita|Frediani|p. 273}}.</ref>
Tebe, Corinto e Atene rifiutarono inoltre di partecipare
Nonostante le assenze, Agesilao condusse una campagna efficace contro i [[Impero achemenide|Persiani]] in [[Lidia]], avanzando nell'entroterra fino a [[Sardi (sito archeologico)|Sardi]]. Il [[satrapo]] [[Tissaferne]] fu giustiziato per la sua incapacità di fermare Agesilao, e il suo sostituto, [[Titrauste]], corruppe gli Spartani convincendoli a spostarsi verso nord, nella satrapia di [[Farnabazo II|Farnabazo]]. Agesilao
Incapace di sconfiggere l'esercito di Agesilao, Farnabazo decise di costringerlo a ritirarsi
Timocrate visitò Atene, Tebe, Corinto e Argo, riuscendo a persuadere consistenti fazioni in ciascuna di quelle città a perseguire una politica anti-spartana ([[Senofonte]] afferma che Atene non accettò questo denaro,<ref>{{cita|Senofonte|III, 5, 2}}.</ref> ma [[George Cawkwell]], concordando colle ''[[Elleniche di Ossirinco]]'', non
== Primo anno (395) ==
=== Scontri iniziali ===
{{vedi anche|Battaglia di Aliarto}}
Senofonte sostiene che, non volendo sfidare direttamente Sparta, i [[Beozia|Beoti]] scelsero di far scoppiare la guerra incoraggiando i Locresi, loro alleati, a riscuotere le tasse dal territorio della [[Locride (Grecia)|Locride]] conteso con i [[Focea|Focesi]]. I quali, in risposta, invasero la Locride saccheggiandone il territorio; di conseguenza i Tebani attaccarono la Focide, che si appellò all'alleata, Sparta, la quale
=== Argo e Corinto in guerra ===
Alla fine del 395 a.C., Corinto e Argo entrarono in guerra come alleati di Atene e Tebe nonostante la prima fosse sempre stata storica alleata di Sparta. Un Consiglio fu istituito a Corinto per gestire gli interessi di questa coalizione; gli alleati poi inviarono ambasciatori
Allarmati da queste vicende, gli Spartani si prepararono
== Guerra per terra e per mare (394) ==
=== Nemea ===
{{vedi anche|Battaglia di Nemea}}
[[File:Greecemap-it.svg|thumb|L'[[Antica Grecia]] e l'[[Asia Minore]] separate dal [[Mar Egeo]]. ]]
Dopo il regolamento di conti tra la lega beotica e i Focesi
Come spesso accadeva nelle battaglie [[Oplita|oplitiche]], il fianco destro di ogni esercito sopraffece quello sinistro dello schieramento opposto: gli Spartani sconfissero gli Ateniesi, mentre i Tebani, gli Argivi e i Corinzi batterono i vari Peloponnesiaci di fronte a loro; gli Spartani poi attaccarono e uccisero un consistente numero di Argivi, Corinzi e Tebani non appena queste truppe tornarono dall'inseguimento dei Peloponnesiaci sconfitti. L'esercito della coalizione perse 2800 uomini, mentre gli Spartani ed i loro alleati solo 1100.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 2, 16–23}}.</ref><ref>{{cita|Diodoro|XIV, 83, 1–2}}.</ref>
=== Cnido ===
{{vedi anche|Battaglia di Cnido}}
Il fronte marino
Le due flotte si scontrarono al largo di [[Cnido]] nel 394 a.C.: Conone pose le navi
=== Coronea ===
{{vedi anche|Battaglia di Coronea (394 a.C.)}}
Agesilao, dopo aver
Acquartieratosi in Beozia, l'esercito del re, composto principalmente dai reduci dei [[Diecimila (Anabasi)|diecimila]] e
La battaglia si svolse a Coronea, in territorio tebano. L'ala destra tebana ruppe le linee nemiche, sulla sinistra, invece, gli
== Eventi successivi (393 a.C. - 388 a.C.) ==
=== Aiuti persiani e rivoluzione a Corinto ===
Nel 393 a.C., Conone e Farnabazo navigarono verso la Grecia continentale costeggiando le coste della [[Laconia]] dove conquistarono l'isola di [[Citera]]. Poi, lasciato sull'isola un presidio, ripiegarono verso Corinto ove Conone distribuì i fondi concessigli dal Gran Re ed esortò gli altri alleati ad aver fiducia nell'aiuto persiano. Oltre a questo, Farnabazo mandò Conone, con ingenti fondi e parte della flotta, ad Atene affinché arruolasse operai e manodopera utile alla ricostruzione delle [[Lunghe Mura]] da Atene al [[Il Pireo|Pireo]], un progetto che era stato avviato da [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] l'anno prima. La costruzione, completata anche con l'ausilio dei rematori, rafforzò il prestigio di Atene<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 7-10}}.</ref> la quale poté riconquistare in breve tempo le isole di [[Sciro]], [[Imbro]] e [[Lemno]] dove furono poste alcune [[Cleruchia|clerurchie]]<ref name="Fine">{{cita|Fine|p. 551}}.</ref>.
{{vedi anche|Battaglia delle Lunghe Mura di Corinto}}
Nel frattempo,
=== Inizio delle conferenze di pace ===
Nel 392 a.C., gli Spartani inviarono un ambasciatore, l'[[eforo]] [[Antalcida]], presso il satrapo [[Tiribazo]] per informarlo dell'intenzione di Conone di ricostruire l'impero ateniese, l'obiettivo era di convincere il re di [[Artaserse II di Persia|Persia]] a non appoggiare più la coalizione antispartana.
Gli Ateniesi, appresa la notizia, inviarono da Tiribazo lo stesso Conone e chiesero anche agli alleati Argo, Corinto e Tebe di inviare ambascerie al satrapo.<br/>
Ne derivò una conferenza: gli Spartani proposero una pace basata sull'indipendenza di tutti gli Stati; gli alleati respinsero tale proposta poiché Atene desiderava mantenere le conquiste, Tebe il controllo della Beozia e Argo si proponeva di assimilare Corinto.
Fallita quindi la conferenza, Tiribazo, allarmato comunque delle intenzioni di Conone, lo pose in arresto e fornì segretamente a Sparta una somma di denaro affinché riarmasse una flotta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 12-15}}.</ref>. Conone fuggì o fu liberato ma morì probabilmente a Cipro pochi mesi dopo<ref name="Fine"/>. Nello stesso anno, a Sparta, fu tenuta una seconda conferenza di pace, anche questa senza esito, poiché le proposte furono respinte dagli alleati, sia per le implicazioni del principio di autonomia, sia perché gli Ateniesi erano indignati dal fatto che i termini proposti avrebbero comportato l'abbandono della Ionia alla Persia<ref name="Fine"/>.
Finita la conferenza di pace, Tiribazo tornò a [[Susa (Elam)|Susa]] a riferire sugli eventi, venne destituito e in sua vece prese il comando il generale [[Struta]]. Questi perseguì una politica anti-spartana, inducendo il generale lacone [[Tibrone]] a devastare il territorio persiano finché fu ucciso insieme ai suoi soldati in un'imboscata architettata dallo stesso Struta<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 17-19}}.</ref>. Tibrone fu sostituito da [[Difridate]] che continuò la strategia del predecessore, ottenendo diversi piccoli successi e catturando anche il genero di Struta, senza prevalere, però nettamente sul nemico<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 20-22}}.</ref>.
=== Sconfitta spartana a Corinto ===
{{vedi anche|Battaglia del Lecheo}}
[[File:Lechaeum-it.svg|thumb|Corinto e il territorio circostante.]]
A Corinto, il partito democratico continuò a reggere la città, mentre gli esuli
Il saccheggio in territori protetti da Argo ebbe come
=== Campagne militari successive ===
Dopo la vittoria di Ificrate vicino a Corinto,
- la prima di queste, svoltasi nel 389 a.C., ebbe come obiettivo l'[[Acarnania]], membra dell'alleanza. Con un corpo di spedizione attraversò il Golfo di Corinto, mentre gli abitanti della regione vittima dell'attacco si rifugiarono in montagna, rifiutando combattimenti diretti. Ben presto però, Agesilao fu in grado di attirarli in una battaglia campale nella quale, gli Acarnani, furono sconfitti subendo per di più un gran numero di perdite. Poi il comandante spartano tornò a Sparta navigando attraverso il Golfo di Corinto.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 6}}.</ref> L'anno successivo, gli Acarnani strinsero una pace con gli Spartani per evitare ulteriori invasioni.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7, 1}}.</ref>
- la seconda ebbe luogo nel 388 a.C., nella quale [[Agesipoli I|Agesipoli]] condusse un esercito spartano contro Argo. Dal momento che nessun esercito argivo lo sfidò, saccheggiò la campagna, poi, dopo aver ricevuto diversi presagi sfavorevoli, tornò in patria.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 7}}.</ref>
=== Egina e il Pireo ===
Nel 389 a.C. gli Ateniesi misero sotto attacco l'[[Egina (isola)|isola di Egina]], al largo della costa dell'Attica, ma il pronto intervento degli Spartani allontanò la flotta ateniese, che tuttavia riuscì a installare un presidio a terra per alcuni mesi. Lo stesso anno [[Antalcida]], al comando di una flotta spartana, salpò da Rodi ma venne bloccato ad Abido dai comandanti ateniesi del luogo.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 1–7}}.</ref>
Sempre una flotta spartana, il cui navarco era [[Gorgopa]], tese un'imboscata alla flotta ateniese nei pressi di Atene, catturando diverse sue navi. Gli Ateniesi, riorganizzatisi, diedero il comando a [[Cabria]], il cui incarico ultimo era di dirigersi a Cipro. Egli tuttavia sbarcò le sue truppe ad Egina, tendendo un agguato agli abitanti e ai loro alleati Spartani, uccidendo tra gli altri Gorgopa.<ref>{{cita|Senofonte|V, 1, 8–13}}.</ref>
Gli Spartani quindi inviarono un altro navarca di nome [[Teleutia]] ad Egina, per prendere il comando della flotta; questi, notando che gli Ateniesi avevano abbassato la guardia dopo la vittoria di Cabria, eseguì un attacco a sorpresa nel Pireo, catturando numerose navi mercantili.<ref>{{cita|Senofonte|V, I, 13–24}}.</ref>
=== Altre campagne nell'Egeo ===
Dopo l'annientamento della flotta a Cnido, gli Spartani ne iniziarono la ricostruzione e dal 392 a.C. ripresero il controllo del golfo di Corinto.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 10–11}}.</ref> Lo stesso anno, in seguito al fallimento delle conferenze di pace, inviarono nell'Egeo una piccola flotta, al comando di [[Ecdico]], con l'ordine di assistere gli oligarchi a Rodi. Trovando l'isola dominata completamente dai democratici, che avevano a disposizione molte più navi delle sue, decise di ritirarsi a Cnido in attesa di rinforzi. Teleutia e la sua flotta dal Golfo di Corinto si diressero prima a Samo, dove vennero radunate le triremi dell'isola e poi a Cnido dove egli prese il comando delle navi di Ecdico, infine si diresse verso Rodi.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 23–24}}.</ref>
[[File:Trireme.jpg|left|thumb|Una [[trireme]] greca.]]
Allarmati dalla pressione esercitata dalla flotta spartana nell'Egeo, gli Ateniesi inviarono una squadriglia di 40 triremi comandato da [[Trasibulo di Atene|Trasibulo]] a contrastarla. Questi, sapendo che avrebbe potuto vincere solo se non avesse affrontato frontalmente gli Spartani, salpò per l'[[Dardanelli|Ellesponto]]. Qui, sconfitte diverse ''polis'' e ripristinato il dominio di Atene su di esse, impose una tassa sulle navi che salpavano da [[Bisanzio]], ristabilendo così una fonte degli introiti che gli Ateniesi avevano perso alla fine della Guerra del Peloponneso. Poi navigò verso [[Lesbo]], dove, con il sostegno dei [[Mitilene|Mitileni]], sconfisse la guarnigione spartana oltre ad un numero significativo di ''polis'' dell'isola. Mentre era ancora a Lesbo, tuttavia, Trasibulo fu ucciso dai predoni provenienti dalla città di [[Aspendo]].<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 25–31}}.</ref>
Dopo questi avvenimenti gli Spartani inviarono ad Abido un nuovo navarco, [[Anassibio]], il quale riportò alcuni successi militari contro Farnabazo, catturando diverse navi mercantili ateniesi. Preoccupati di perdere i vantaggi derivanti dalle operazioni condotte da Trasibulo, questi, inviarono Ificrate nella regione. I due contingenti si limitarono, nei primi tempi, a irrompere nei rispettivi territori di pertinenza, finché Ificrate riuscì a carpire informazioni riguardanti il luogo dove Anassibio avrebbe portato le sue truppe di ritorno dalla campagna intrapresa contro [[Antandro]]. L'esercito spartano in formazione di marcia mentre attraversava l'aspro terreno tortuoso sulla strada del ritorno venne sorpreso in un'imboscata in cui Anassibio, assieme a molti altri, trovò la morte.<ref>{{cita|Senofonte|IV, 8, 31–39}}.</ref>
== La pace di Antalcida ==
{{vedi anche|Pace di Antalcida}}
Dopo aver liberato la flotta dell'ammiraglio [[Nicoloco]], bloccato ad Abido dagli Ateniesi, Antalcida attaccò e sconfisse un contingente ateniese, unendo la sua flotta con una inviata da [[Siracusa]]; l'armata navale, ulteriormente potenziata dalle navi fornite
In questo contesto, quando Tiribazo convocò una conferenza di pace alla fine del 387 a.C., le fazioni in guerra erano pronte a discutere i termini dell'accordo. La struttura di base del trattato fu stabilita da un decreto del re persiano [[Artaserse II di Persia|Artaserse]]:
{{
Sotto la minaccia di un intervento spartano, Tebe sciolse la
== Conseguenze ==
Negli anni successivi, i due principali attori politici della pace,
La guerra segnò anche l'inizio della rinascita di Atene come potenza nel mondo greco. Con le loro mura e la loro flotta ricostruite, gli Ateniesi furono in grado di volgere lo sguardo al di là del mare. Entro la metà del IV secolo, riorganizzarono l'Egeo in una comunità di Stati comunemente nota come [[Seconda lega delio-attica]], recuperando almeno una parte di ciò che avevano perduto con la loro sconfitta nel 404 a.C.
La libertà dei
== Note ==
== Bibliografia ==
Riga 148 ⟶ 162:
;Fonti secondarie
* {{cita libro|nome=John V.A.|cognome=Fine|titolo=The Ancient Greeks: A Critical History|url=https://archive.org/details/ancientgreeks00john|anno=1983|editore=Harvard University Press|lingua=inglese|isbn=0-674-03314-0|cid=Fine}}
* {{cita libro|nome=César|cognome=Fornis|titolo=Grecia exhausta. Ensayo sobre la guerra de Corinto|anno=2008|editore=Vandenhoeck & Ruprecht|città=Göttingen|url=http://revistas.ucm.es/index.php/GERI/article/download/GERI0707110215A/13993|lingua=
* {{cita libro|cognome=Hornblower|nome=Simon|coautori=Antony Spawforth|titolo=The Oxford Classical Dictionary |url=https://archive.org/details/oxfordclassicald0000unse_w0u7|capitolo=Corinthian War|
* {{cita pubblicazione|nome=S.|cognome=Perlman|titolo=The Causes and the Outbreak of the Corinthian War|anno=1964|rivista=Classical Quarterly|volume=14|numero=1|
* {{cita libro|nome=Michele|cognome=De Jorio|wkautore=Michele De Jorio|titolo=Storia del commercio e della navigazione dal principio del mondo sino a' ...|anno=1778|editore=Stamperia Simoniana|cid=De Jorio}}
* {{cita libro | nome=Andrea | cognome=Frediani | wkautore=Andrea Frediani | titolo=Le grandi battaglie dell'Antica Grecia| editore=Newton & Compton Editori | anno=2005 | isbn=88-541-0377-2 | cid=Frediani}}
== Voci correlate ==
* [[Dionisio I di Siracusa]]
* [[Trasibulo di Atene]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Guerre dell'antica Grecia}}{{Impero achemenide}}{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antica Grecia|
[[Categoria:Guerre dell'antica Grecia|Corinto]]
[[Categoria:
| |||