Salvatore Quasimodo: differenze tra le versioni

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{{F|poeti italiani|giugno 2011}}
{{W|poeti|giugno 2011}}
{{quote|Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi|Motivazione del Premio Nobel}}
{{Bio
|Nome = Salvatore
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|GiornoMeseNascita = 20 agosto
|AnnoNascita = 1901
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 14 giugno
|AnnoMorte = 1968
|PreAttività =
|Attività = poeta
|Epoca = 1900
|Attività = poeta
|Attività2 = traduttore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , esponente di rilievo dell'[[Ermetismo (letteratura)|ermetismo]], ha contribuito alla traduzione di testi classici e soprattutto dei lirici greci, è stato vincitore del [[premio Nobel per la letteratura]] nel [[1959]]
|Immagine = Salvatore Quasimodo 1968.jpg
|Didascalia = Salvatore Quasimodo nel [[1968]]
|Didascalia2 = {{Premio|Nobel|letteratura|1959|x}}
}}<ref>[https://www.nobelprize.org/mediaplayer/index.php?id=1084 Video della cerimonia di assegnazione del Nobel, 1959]</ref>
|Immagine= Salvatore Quasimodo 1959.jpg
 
}}
È considerato uno dei più grandi poeti italiani del [[XX secolo]].<ref>{{Cita libro|nome=Gaetano|cognome=Munafò|titolo=Quasimodo poeta del nostro tempo|url=https://books.google.it/books?id=OiczAQAAIAAJ&q=quasimodo+uno+dei+pi%C3%B9+grandi+poeti&dq=quasimodo+uno+dei+pi%C3%B9+grandi+poeti&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwixvbjN4tn9AhVxQvEDHXgbA6gQ6AF6BAhgEAI|accesso=2023-03-13|data=1973|editore=Le Monnier|lingua=it}}</ref>
Ha contribuito alla traduzione di vari componimenti dell'età classica, tra cui opere liriche greche, ma anche di opere teatrali di [[Molière]] e [[William Shakespeare]]. È stato vincitore del [[premio Nobel per la letteratura]] nel [[1959]].
 
La fase più creativa dell'opera poetica di Quasimodo si può far risalire ad ''[[Acque e terre]]'' (1930), ''[[Oboe sommerso]]'' (1932), e a ''[[Ed è subito sera]]'' (1930). In tali raccolte vengono rievocate l'infanzia in [[Sicilia]] e le figure dei cari lontani; in esse si avverte lo sradicamento della vita nella corrotta civiltà del nord post-industriale. Nel [[1940]] viene pubblicata la sua celebre traduzione dei [[lirici greci]], segnata dallo stesso sentimento di doloroso distacco.
 
== Biografia ==
=== I primi anni e gli studi ===
Salvatore Giuseppe Virginio Francesco Paolo nacque il 20 agosto 1901<ref>L'Atto di Nascita redatto il 20/08/1901 recita: "“Nr. 854. Quasimodo Salvatore, Giuseppe, Virginio, Francesca. L’anno millenovecento uno, addì venti di Agosto a ore dieci e minuti quaranta, nella Casa Comunale. Avanti di me Avv. Giuseppe Rizza Segretario Comunale delegato del Sindaco con atto del trenta dicembre milleottocentonovantadue debitamente approvato, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Modica, è comparso Quasimodo Gaetano di anni trentaquattro, Impiegato, domiciliato in Modica, il quale mi ha dichiarato che alle ore quattro e minuti dieci del di venti del corrente mese, nella casa posta in (Ufficio Posterla al numero —–, da Ragusa Clotilde civile, sua moglie, seco convivente, è nato un bambino di sesso maschile che egli mi presenta, ed a cui dà i nomi di Salvatore, Giuseppe, Virginio, Francesco.”
Salvatore Quasimodo nacque il 20 agosto [[1901]] da Gaetano e Clotilde Ragusa a [[Modica]],<ref>Sebbene oggi faccia parte della [[Provincia di Ragusa]], Modica fino al [[1926]] faceva parte della [[Provincia di Siracusa]], vedi [[Storia di Modica]]</ref> dove il padre, capostazione, era stato assegnato nella locale stazione.<ref>{{Cita|Borello, 1995|pag. 25}}</ref>
In seguito all'alluvione di Modica, il 26 settembre [[1902]], qualche giorno dopo il suo primo compleanno, la madre Clotilde con i piccoli Salvatore ed il fratello Enzo poco più grande nato nel 1899,<ref>{{Cita|Borello, 1995|pag. 25}}</ref> si trasferì nella più sicura casa di [[Roccalumera]], dal nonno paterno Vincenzo che era partito con mezzi di fortuna per recuperarli per l'impossibilità del padre Gaetano a lasciare il servizio.<ref>{{cita web|url=http://www.fogliodisicilia.it/index.php?option=com_content&id=860:salvatore-quasimodo-una-misera-gioventu-ma-che-gia-lo-vedeva-poetare&Itemid=79|titolo=Salvatore Quasimodo: una misera gioventu', ma che gia' lo vedeva poetare|accesso=17 giugno 2013}}</ref>
 
Questo Atto di Nascita porta le firme di Gaetano Quasimodo, e di due testimoni, i signori Cannata Antonino e Assenza Pietro.</ref> da Gaetano Quasimodo (1867-1960, figlio di Vincenzo Quasimodo e di Rosa Papandrea) e Clotilde Angela Ragusa (1877-1950, figlia di Salvatore Ragusa e di Teresa Guarneri) a [[Modica]]<ref>Oggi parte della [[Provincia di Ragusa]], Modica fino al 1926 faceva parte della [[Provincia di Siracusa]] (cfr. [[Storia di Modica]]). Per questo motivo, spesso, in molte biografie, si cita Siracusa come città di nascita.</ref>, dove il padre era stato assegnato come capostazione.<ref name="cita-Borello-1995-pag25">{{Cita|Borello, 1995|pag. 25}}.</ref> Il cognome della famiglia e dello stesso Salvatore era, in origine, Quasimòdo. Fu poi mutato dal poeta in Quasìmodo. Gaetano Quasimodo, partì da [[Roccalumera]], in provincia di Messina, luogo d’origine della famiglia, pochi giorni dopo la nascita, per portare con sé il piccolo con la madre e l'altro figlio Vincenzo (1899-1949) nella cittadina di origine della famiglia.
Dopo circa due mesi dalla nascita di Salvatore, il padre Gaetano fu trasferito.<ref>[[Stazione di Aragona Caldare]] in [[provincia di Agrigento]] vedi {{Cita|Borello, 1995|pag. 26}}</ref>. La famiglia del piccolo Salvatore fu costretta a spostarsi frequentemente, al seguito del padre, nelle varie stazioni ferroviarie siciliane: [[Stazione di Aragona Caldare|Aragona Caldare]], [[Sferro]], [[Comitini]], Roccalumera, [[Stazione di Lentini Diramazione|Valsavoja]]). Nel [[1908]] a [[Gela]] iniziò a frequentare le scuole elementari<ref>{{Cita|Tondo, 1976|pag. 6}}</ref>.
 
Il padre Gaetano, in servizio a Modica alla data della nascita di Salvatore Quasimodo, non poté abbandonare il luogo di lavoro per seguire la moglie, il primogenito Vincenzo e il neonato Salvatore.<ref>{{cita web|url=http://www.fogliodisicilia.it/index.php?option=com_content&id=860:salvatore-quasimodo-una-misera-gioventu-ma-che-gia-lo-vedeva-poetare&Itemid=79|titolo=Salvatore Quasimodo: una misera gioventu', ma che già lo vedeva poetare|accesso=17 giugno 2013}}</ref>. Solo successivamente, in seguito al suo trasferimento come Capostazione, alla stazione di [[Gela]], la famiglia tornò a riunirsi, prendendo dimora a Gela, fino ai primi di gennaio del 1909.
Nel febbraio del [[1909]] il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella stazione di [[Messina]] colpita da un [[Terremoto di Messina del 1908|disastroso terremoto]] e successivo maremoto il 28 dicembre [[1908]]. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione. Quegli anni resteranno impressi nella memoria del poeta che li evocherà nella poesia ''Al Padre'' scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 dal disastroso terremoto di Messina inserita nella raccolta [[La terra impareggiabile]]:<ref>{{cita web|url=http://dariodepasquale.wordpress.com/2011/03/18/106/#more-106|titolo=Il treno di Quasimodo|accesso=20 giugno 2013}}</ref>
 
Nacquero poi un altro fratello, Ettore Enrico Eduardo (1903-1968) ed una sorella, Rosa Maria Teresa (1905-1998), futura moglie di [[Elio Vittorini]]. Benché sia stata diffusa dallo stesso Quasimodo la voce per cui la nonna paterna, Rosa Papandrea (1850-1950), fosse figlia di oriundi greci di Patrasso, questa risulta essere nata a Roccalumera da Santo Papandrea (nato a [[Pagliara]] nel 1822 circa da Francesco Papandrea e Rosa D'Angelo e morto a Roccalumera nel 1889) e Rosaria Briguglio (nata a Roccalumera nel 1824 da Natale Briguglio e Domenica Caminiti e morta presumibilmente a Roccalumera in data ignota).<ref>{{Cita web|url=https://ident.familysearch.org/cis-web/oauth2/v3/authorization?client_secret=fNE9LA0yKRIoiSGSH2UiltSMRYTU9oXKfNijlaVhBoRb9TBUm4pxrD0hscnB%2BJ3t%2BDAroy0Hm9ihbpktDe5uCaol70wUymXA1%2BgT8vXTtnyiTvH8qgcp0vQsbl7jxMcVothesNicVEyiyVHs%2BxPYoCpyygQ89uFi5gVmf1YU5YxY3165KBiRZ4QE1OwoYX5PBtxUOQSASveL%2B6CFw1865VjrcEFrHudnmvKFT0LzuOnWOU%2BPCKJ%2BUi9tuzoD2RQWFTev1RHXdcdYKT0bGlHyKA7iB%2FA4V51XQuWILhav%2F%2B9%2Fo13ubgKhl3UG1ywuR0pGSYnCfOszW9cdV0NchR3ZwQ%3D%3D&display=tree&response_type=code&redirect_uri=https%3A%2F%2Fwww.familysearch.org%2Fauth%2Ffamilysearch%2Fcallback&state=https%3A%2F%2Fwww.familysearch.org%2Ftree%2Fperson%2Fdetails%2FL5KW-4WH&client_id=3Z3L-Z4GK-J7ZS-YT3Z-Q4KY-YN66-ZX5K-176R|titolo=FamilySearch: Accedi|sito=ident.familysearch.org|accesso=14 gennaio 2021}}</ref>
{{q|Dove sull’acque viola</br>era Messina, tra fili spezzati</br>e macerie tu vai lungo binari</br>e scambi col tuo berretto di gallo</br>isolano. Il terremoto ribolle</br>da due giorni, è dicembre d’uragani</br>e mare avvelenato. …|Salvatore Quasimodo, ''Al Padre''}}
 
Salvatore Quasimodo fu battezzato a Roccalumera, nella Chiesa della Madonna Bambina da Mons. Francesco Maria Di Francia, l'11 settembre 1901. A Roccalumera il poeta trascorse tutta la sua infanzia e giovinezza e ci ritornò da adulto, per trovare i genitori e la famiglia (dopo il conferimento del Premio Nobel fece ritorno a Roccalumera per consegnare l’ambito premio al padre novantenne).
Nel [[1916]] si iscrisse all'Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina<ref>{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 165}}</ref> nel [[1917]] e continuare gli studi presso l'Istituto [[Antonio Maria Jaci|"A. M. Jaci"]] di Messina dove conseguì il diploma nel [[1919]]. Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista [[Salvatore Pugliatti]] ed il futuro sindaco di [[Firenze]] [[Giorgio La Pira]], con i quali strinse un'amicizia destinata a durare negli anni e con i quali nel [[1917]] fondò il «''Nuovo Giornale Letterario''» una pubblicazione mensile, sul quale pubblicò le sue prime poesie<ref>{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 165}}</ref>, venduta nella locale tabaccheria di uno zio di La Pira che divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.
 
Nel 1907 a Gela, compiuti i 6 anni di età, iniziò a frequentare il primo anno delle scuole elementari<ref>{{Cita|Tondo, 1976|pag. 6}}.</ref>. Nel gennaio del 1909 il padre venne incaricato della riorganizzazione del traffico ferroviario nella [[Stazione di Messina Centrale|stazione di Messina]] colpita da un [[Terremoto di Messina del 1908|disastroso terremoto]] e successivo maremoto, il 28 dicembre 1908. In quel periodo vissero in un carro merci parcheggiato su un binario morto della stazione. Quegli anni restarono impressi nella memoria del poeta, che li evocò nella poesia ''Al Padre'', inserita nella raccolta ''[[La terra impareggiabile]]'', scritta in occasione dei 90 anni del padre e dei 50 anni dal disastroso terremoto di [[Messina]].<ref>{{cita web|url=https://dariodepasquale.wordpress.com/2011/03/18/106/#more-106|titolo=Il treno di Quasimodo|accesso=20 giugno 2013}}</ref>
Nel 1919 si trasferì a [[Roma]] dove pensava di terminare gli studi di ingegneria ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile, e in seguito impiegato presso un grande magazzino. Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro|Rampolla del Tindaro]], Segretario di Stato di [[Papa Leone XIII]]<ref>{{cita news|autore=Roberto Pertici|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/222q05a1.html|titolo=Quella mano tesa
dal Vaticano a Mosca|pubblicazione=[[L'Osservatore Romano]]|data=26 settembre 2009|accesso=28 dicembre 2013}}</ref>. Collaborò ad alcuni periodici e studiò il [[lingua greca|greco]] e il [[lingua latina|latino]] dedicandosi ai classici, destinati anch'essi a divenire per lui fonte di ispirazione.
 
Nel 1916 si iscrisse all'Istituto Tecnico Matematico-Fisico di Palermo per poi trasferirsi a Messina<ref name="cita-AA-VV-2011-pag165">{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 165}}.</ref> nel 1917 e continuare gli studi presso l'Istituto [[Antonio Maria Jaci|"A.M. Jaci"]], dove conseguì il diploma nel 1919. Durante la permanenza in questa città conobbe il giurista [[Salvatore Pugliatti]] e il futuro [[Sindaci di Firenze|sindaco di Firenze]] [[Giorgio La Pira]], con i quali strinse un'amicizia destinata a durare negli anni. Insieme ad essi fondò, nel 1917, il «''Nuovo Giornale Letterario''», mensile sul quale pubblicò le sue prime poesie<ref name="cita-AA-VV-2011-pag165" />. Intrattenne una corrispondenza con il poeta e saggista [[Nino Ferraù]]. La tabaccheria di uno zio di La Pira, unico rivenditore della rivista, divenne luogo di ritrovo per giovani letterati.<ref>{{Cita web|url=https://gazzettadelsud.it/articoli/cultura/2021/02/25/alessandro-quasimodo-ricorda-il-padre-e-il-suo-forte-legame-con-la-sicilia-4de4693c-1be4-40e3-a6f9-e2dbb1064b7e/|titolo=Alessandro Quasimodo ricorda il padre e il suo forte legame con la Sicilia|sito=Gazzetta del Sud|accesso=20 marzo 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://gazzettadelsud.it/articoli/cultura/2021/02/25/quasimodo-messina-citta-sommersa-nel-mio-cuore-0c44132e-d1c2-4ce1-bc39-c37d59a7df5f/|titolo=Quasimodo: Messina, città sommersa nel mio cuore|sito=Gazzetta del Sud|accesso=20 marzo 2021}}</ref>
Le precarie condizioni economiche di questo periodo terminarono quando nel [[1926]] venne assunto dal [[Ministero dei Lavori Pubblici]] ed assegnato come geometra al [[Genio Civile]] di [[Reggio Calabria]]<ref>{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 166}}</ref>. Qui strinse amicizia con i fratelli [[Enzo Misefari]] e [[Bruno Misefari]], entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di [[Reggio Calabria]], che lo invogliarono a ritornare a scrivere.
Nello stesso anno sposò ''Bice Donetti'', una donna di otto anni più grande, con la quale aveva convissuto ed a cui dedicherà una poesia dopo la sua morte avvenuta nel [[1946]]:
 
Nel 1920 si trasferì a [[Roma]], dove pensava di terminare gli studi universitari di [[matematica]] e [[fisica]] ma, subentrate precarie condizioni economiche, dovette abbandonarli, per impiegarsi in più umili attività: disegnatore tecnico presso un'impresa edile e, in seguito, impiegato presso un grande magazzino. Nel frattempo collaborò ad alcuni periodici e iniziò lo studio del greco e del latino con la guida di monsignor Mariano Rampolla del Tindaro, pronipote omonimo del più famoso cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro|Rampolla del Tindaro]], Segretario di Stato di [[Papa Leone XIII]]<ref>{{cita news|autore=Roberto Pertici|url=http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/222q05a1.html|titolo=Quella mano tesa
{{q|Con gli occhi alla pioggia e agli elfi della notte,</br>è là, nel campo quindici a [[Cimitero Maggiore|Musocco]],</br>la donna emiliana da me amata</br>nel tempo triste della giovinezza. …|Salvatore Quasimodo, ''Epitaffio per Bice Donetti''}}
dal Vaticano a Mosca|pubblicazione=[[L'Osservatore Romano]]|data=26 settembre 2009|accesso=28 dicembre 2013}}</ref>. Molti anni dopo il poeta emigrato si raffigurò con questi versi:
 
{{q|… quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto<br />e alcuni versi in tasca. …|Salvatore Quasimodo, ''Lettera alla madre''}}Le precarie condizioni economiche del periodo romano terminarono nel 1926, quando venne assunto dal [[Ministero dei lavori pubblici]] e assegnato, come geometra, al [[Genio civile]] di [[Reggio Calabria]]<ref name="cita-AA-VV-2011-pag166">{{Cita|AA.VV., 2011|pag. 166}}.</ref>. Qui strinse amicizia con i fratelli [[Enzo Misefari|Enzo]] e [[Bruno Misefari]], entrambi esponenti (il primo comunista, il secondo anarchico) del movimento antifascista di [[Reggio Calabria]]. Nello stesso anno sposò Bice Donetti, di 8 anni più anziana, con la quale aveva precedentemente convissuto e a cui dedicò una poesia, dopo la sua morte, avvenuta nel 1946:
Nel periodo di [[Reggio Calabria]] nacque la nota lirica ''Vento a Tindari'', dedicata alla storica località presso [[Patti]]:
 
{{q|Tindari,Con mitegli tiocchi so</br>fraalla larghipioggia collie pensileagli sull'acqueelfi della notte,</br />dell'isoleè dolcilà, delnel diocampo quindici a [[Cimitero Maggiore (Milano)|Musocco]],</br />oggila m'assalidonna emiliana da me amata</br />enel titempo chinitriste indella cuoregiovinezza. …|Salvatore Quasimodo, ''VentoEpitaffio aper Bice TindariDonetti''}}
 
Nel periodo di [[Reggio Calabria]] nacque la nota lirica ''Vento a Tindari'', dedicata alla storica località presso [[Patti]]:
Il padre andò in pensione nel [[1927]] e dopo una breve permanenza a [[Firenze]] si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera, dove visse con due sorelle che non si erano sposate.
 
{{q|Tindari, mite ti so<br />fra larghi colli pensile sull'acque<br />dell'isole dolci del dio,<br />oggi m'assali<br />e ti chini in cuore. …|Salvatore Quasimodo, ''Vento a Tindari''}}
Molti anni dopo il poeta emigrato si raffigurerà con questi versi:
 
Il padre andò in pensione nel 1927 e, dopo una breve permanenza a [[Firenze]], si ritirò definitivamente nella sua casa di Roccalumera, dove visse con due sorelle non sposate.
{{q|… quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto<br>e alcuni versi in tasca. …|Salvatore Quasimodo, ''Lettera alla madre''}}
 
=== Periodo dell'ermetismo (1930 - 1942) ===
Risolti i problemi economici, poté dedicarsi più assiduamente allaall'opera letteraturaletteraria. Fu invitato a Firenze, dallo scrittore [[Elio Vittorini]], che, nel [[1927]], aveva sposato la sorella Rosa<ref>{{cita news|autore=[[Matteo Collura]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/23/MORTA_ROSA_QUASIMODO_MOGLIE_VITTORINI_co_0_98092313128.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131231001937/http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/23/MORTA_ROSA_QUASIMODO_MOGLIE_VITTORINI_co_0_98092313128.shtml|titolo=Morta Rosa Quasimodo, ex moglie di Vittorini|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=23 settembre 1998|accesso=29 dicembre 2013|urlmorto=sì|dataarchivio=31 dicembre 2013}}</ref>,; cheegli lo introdusse nei locali ambienti letterari, permettendogli di conoscere [[Eugenio Montale]], [[Arturo Loria]], [[Gianna Manzini]] e [[Alessandro Bonsanti]].<ref>{{Cita|Lovanio, 2001|pag. 49}}.</ref> Il Bonsanti che in quel tempo dirigeva la rivista ''[[Solaria]]''; pubblicò, nel [[1930]], tre poesie di Quasimodo (''Albero'', ''Prima volta'', ''Angeli'').<ref>{{Cita| name="cita-AA.-VV., -2011|pag. 166}}<-pag166"/ref>, Maturòche edmaturò affinòe cosìaffinò il gusto per lo stile [[ermetismo (letteratura)|ermetico]], cominciando a dare consistenza alla sua prima raccolta ''[[Acque e terre]]'', che, lo stesso anno, pubblicò per le edizioni ''Solaria''.<ref>{{Cita| name="cita-AA.-VV., -2011|pag. 166}}<-pag166"/ref>
 
Nel [[1931]] venne trasferito presso il Genio Civile di [[Imperia]] ed, in seguito presso quello di [[Genova]]. In questa città conobbe [[Camillo Sbarbaro]] e le personalità di spicco che gravitavano intorno alla rivista ''[[Circoli]]'', con la quale il poeta iniziò una proficua collaborazione pubblicando, nel [[1932]], per le edizioni della stessa, la sua seconda raccolta ''[[Oboe sommerso]]'' nella quale sono raccolte tutte le poesie scritte tra il [[1930]]1931 e il [[1932]] e dove comincia a delinearsi con maggior chiarezza la sua adesione all'ermetismo. Ad Imperia conobbe invece Amelia Spezialetti, donna sposata con cui intrattenne una relazione e da cui nacque nel 1935 la figlia Orietta Quasimodo.
 
Quasimodo, proprio con ''Oboe sommerso'', partecipò all'assegnazione del premio di poesia ''Il Gondoliere'' che si tenne a Venezia nel luglio 1932. A quella edizione del premio parteciparono poeti del calibro di Diego Valeri, Giuseppe Ungaretti e Vincenzo Cardarelli. Quasimodo, sostenuto da Adriano Grande (direttore della rivista ''Circoli'') non arrivò neppure fra i finalisti; alla fine vinse Ungaretti fra accesissime polemiche<ref>Per la cronaca del premio si veda: S. Tonon, ''Una testimonianza d'ordine morale. Le lettere di Pietro Pancrazi a Diego Valeri (1930-1952)'', Il Poligrafo, Padova, 2012, pp. 313-318; C. Auria, ''La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti'', Le Monnier, Firenze 2019, pp. 176 e 372; F. Pierangeli, ''Ombre e presenze. Ungaretti e il secondo mestiere (1919-37)'', Iniziative editoriali, 1916, p. 85. La voce che il premio fosse destinato ad Ungaretti aveva iniziato a circolare da mesi: già a marzo Adriano Grande lo scriveva chiaramente a Quasimodo (lettera di Grande a Quasimodo del 18 marzo 1932, S. Quasimodo, ''Carteggi con Barile, Grande, Novaro (1930-1941)'', Archinto, Milano 1999, p. 101); anche Eugenio Montale scriveva ad Angelo Barile (interessato al premio) di non farsi illusioni perché avrebbe vinto Ungaretti per «Ragioni di stato» (lettera di Montale del 15 aprile 1932, E. Montale, ''Giorni di libeccio'', Archinto, Milano 2002, p. 89). Dopo l'assegnazione del premio, Quasimodo scriveva a Barile: «Hai visto le gondole? 'Dall'Elmo di Scipio? ecc.» (lettera di Quasimodo del 18 luglio 1932, S. Quasimodo, ''Carteggi con Barile, Grande, Novaro (1930-1941)'', Archinto, Milano 1999, p. 74). La vicenda è ricostruita in [http://www.ungarettivitanascosta.it/salvatore-quasimodo-e-giuseppe-ungaretti/ Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200323123040/http://www.ungarettivitanascosta.it/salvatore-quasimodo-e-giuseppe-ungaretti/ |date=23 marzo 2020 }}</ref>.
Ottenuto il trasferimento a Milano nel 1934, venne però destinato da un capo-ufficio alla sede di [[Sondrio]]. Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per [[Cesare Zavattini]] in una impresa di editoria e soprattutto si dedicò alla collaborazione con ''[[Letteratura (rivista)|Letteratura]]'', una rivista vicina all'Ermetismo.
 
Dal marzo 1933 alla fine del 1934 lavorò come funzionario all'Ufficio del Genio Civile di [[Cagliari]]. Ottenuto il trasferimento a Milano, venne però destinato alla sede di [[Sondrio]]. Nel 1938 lasciò il Genio Civile per dedicarsi alla letteratura, iniziò a lavorare per [[Cesare Zavattini]] in un'impresa di editoria e, soprattutto, si dedicò alla collaborazione con ''[[Letteratura (rivista)|Letteratura]]'', una rivista vicina all'ermetismo. Nel 1938 pubblicò, a Milano, una raccolta antologica intitolata ''Poesie''; nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci e divenne il titolare del settimanale ''Omnibus''<ref>{{Cita web|url=http://www.italialibri.net/autori/quasimodos.html|titolo=Salvatore Quasimodo - Biografia|accesso=22 giugno 2016}}</ref>. Nel 1941 venne nominato professore di [[Letteratura italiana]] presso il [[Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi (Milano)|Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi"]] di [[Milano]], incarico che mantenne fino alla fine del 1968.
Nel [[1938]] pubblicò a Milano una raccolta antologica intitolata Poesie, e nel 1939 iniziò la traduzione dei lirici greci.
Nel [[1941]] venne nominato professore di [[Letteratura italiana]] presso il [[Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi"]] di [[Milano]], incarico che mantenne fino alla fine del [[1968]].
 
=== Seconda guerra mondiale ===
Nel 1942 entrò nella collana ''Lo specchio'', della [[Arnoldo Mondadori Editore]], l'opera ''[[Ed è subito sera]]'', che inglobava anche le nuove poesie scritte tra il 1936 e il 1942.
 
==== Rapporti con il fascismo ====
Nel [[1942]] entrerà nella collezione ''Lo specchio'' della [[Arnoldo Mondadori Editore]] l'opera ''[[Ed è subito sera]]'', che inglobava anche le ''[[Nuove poesie]]'' scritte tra il [[1936]] e il [[1942]].
Nel 1940, a [[Seconda guerra mondiale|guerra]] iniziata, collaborò con la rivista ''Primato. Lettere e arti d'Italia'', dove il ministro [[Giuseppe Bottai]]<ref>Storia Illustrata, gennaio 1980</ref> raccolse intellettuali di varia estrazione e orientamento, anche lontani dal regime. In anni successivi gli fu rimproverato di aver sostenuto l'uso del ''voi''<ref>{{Cita|Iannaccone, 1999|pag. 188, 201}}.</ref> con un intervento su un numero monografico del 1939 della rivista ''Antieuropa''<ref>[http://books.google.it/books?id=KNkscy5Sv6QC&pg=PA200&lpg=PA200&dq=rivista+Antieuropa+quasimodo&source=bl&ots=Hua2jACTRG&sig=iCOEeq9rEEG8Ng-wkKCB_-TcMjs&hl=it&sa=X&ei=qpvWUp_OMOnQ0QXY9YCoDQ&ved=0CFQQ6AEwBA#v=onepage&q=rivista%20Antieuropa%20quasimodo&f=false Il cacodemone neoilluminista, pag. 200]</ref> e di aver inoltrato una supplica a [[Benito Mussolini|Mussolini]] affinché gli venisse assegnato un contributo per poter proseguire l'attività di scrittore.<ref>{{Cita|Ainis, 2008|pag. 54}}.</ref> Non partecipò alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]; in quegli anni si diede alla traduzione del ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', di alcuni ''Canti'' di [[Gaio Valerio Catullo|Catullo]] e di episodi dell{{'}}''[[Odissea]]''.
Collaborò con la rivista ''Primato. Lettere e arti d'Italia'' dove il ministro [[Giuseppe Bottai]] raccolse intellettuali di varia estrazione ed orientamento, anche lontani dal regime.
Gli sarà rimproverato, in anni recenti, di aver sostenuto l’uso del ''voi''<ref>{{Cita|Iannaccone, 1999|pag. 188, 201}}</ref> con un intervento su un numero monografico del [[1939]] della rivista ''Antieuropa''<ref>[http://books.google.it/books?id=KNkscy5Sv6QC&pg=PA200&lpg=PA200&dq=rivista+Antieuropa+quasimodo&source=bl&ots=Hua2jACTRG&sig=iCOEeq9rEEG8Ng-wkKCB_-TcMjs&hl=it&sa=X&ei=qpvWUp_OMOnQ0QXY9YCoDQ&ved=0CFQQ6AEwBA#v=onepage&q=rivista%20Antieuropa%20quasimodo&f=false Il cacodemone neoilluminista, pag. 200]</ref>, e di aver inoltrato supplica a Mussolini ''perché gli venisse assegnato un contributo per potere proseguire l’attività di scrittore''.<ref>{{Cita|Ainis, 2008|pag. 54}}</ref> In realtà, almeno per la seconda questione si tratta di una pratica necessaria per le difficili condizioni e nel clima della dittatura che favoriva strumenti umilianti e di rapporto diretto cittadino-duce come lettere, suppliche, implorazioni.
Pur professando chiare idee antifasciste, non partecipò attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]; in quegli anni si diede alla traduzione del ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', di alcuni ''Canti'' di [[Catullo]] e di episodi dell'[[Odissea]] che verranno pubblicati solamente dopo la [[Resistenza italiana|Liberazione]].
 
=== Periodo della poesia impegnata (1945 - 1966) ===
[[File:Salvatore Quasimodo 1958.jpg|miniatura|260x260px|Salvatore Quasimodo nel 1958]]
Nel 1945 si iscrisse al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] dove rimarrà per solo uno o due anni; l'anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo ''Con il piede straniero sopra il cuore'', poi ristampata nel 1947 con il nuovo titolo ''[[Giorno dopo giorno (Quasimodo)|Giorno dopo giorno]]'', testimonianza dell'impegno morale e sociale dell'autore che continuò, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte composte fra il 1949 e il 1958 come ''[[La vita non è sogno]]'', ''[[Il falso e il vero verde]]'' e ''[[La terra impareggiabile]]'', che si posero, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.
 
Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi, con passione, all'opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per [[periodico|periodici]] e [[quotidiano|quotidiani]], dando il suo contributo soprattutto con articoli di [[critica teatrale]].
Nel [[1945]] si iscrisse al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e l'anno seguente pubblicò la nuova raccolta dal titolo ''Con il piede straniero sopra il cuore'' —&nbsp;ristampata nel [[1947]] con il nuovo titolo ''[[Giorno dopo giorno (Quasimodo)|Giorno dopo giorno]]''&nbsp;—, testimonianza dell'impegno morale e sociale dell'autore che continuerà, in modo sempre più profondo, nelle successive raccolte, composte fra il [[1949]] e il [[1958]], come ''[[La vita non è sogno]]'', ''[[Il falso e il vero verde]]'' e ''[[La terra impareggiabile]]'', che si pongono, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile.
 
Nel 1948, due anni dopo la morte della prima moglie, si risposò con la ballerina [[Maria Cumani Quasimodo|Maria Cumani]], conosciuta nel giugno 1936, con cui ha avuto il figlio [[Alessandro Quasimodo]]; a lei sono dedicate le poesie ''L'alto veliero'', ''Elegos per la danzatrice Cumani'' e ''Delfica'' (''Nuove poesie'', in ''[[Ed è subito sera]]'').
Durante questi anni il poeta continuò a dedicarsi con passione all’opera di traduttore sia di autori classici che moderni, e svolse una continua attività giornalistica per [[periodico|periodici]] e [[quotidiano|quotidiani]], dando il suo contributo soprattutto con articoli di critica [[teatro|teatrale]]. Nel [[1950]] il poeta ottenne il [[Premio San Babila]], nel [[1953]] condivise il [[premio Etna-Taormina]] con il poeta gallese [[Dylan Thomas]]<ref>[http://www.youtube.com/watch?v=CswD4rwGkdI La La settimana Incom 28 febbraio 1953 n°01036 - Archivio Istituto Luce]</ref>, nel [[1958]] il [[premio Viareggio]]<ref>{{cita web|http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/repaci/repaci_albo.html|Premio Letterario Viareggio-Rèpaci: Albo d'oro|4 gennaio 2014}}</ref> e nel [[1959]] gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, che gli fece raggiungere una definitiva fama e a cui seguirono le [[laurea honoris causa|lauree honoris causa]] dalla [[Università di Messina]] nel [[1960]] e da quella di [[Università di Oxford|Oxford]] nel [[1967]].
 
Nel 1950 ottenne il [[Premio San Babila]]; nel 1953 condivise il [[Premio Etna-Taormina]] con il poeta gallese [[Dylan Thomas]]<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=CswD4rwGkdI La settimana Incom 28 febbraio 1953 n°01036 - Archivio Istituto Luce]</ref>; nel 1958 ebbe il [[premio Viareggio]]<ref>{{cita web |1=http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/repaci/repaci_albo.html |2=Premio Letterario Viareggio-Rèpaci: Albo d'oro |3=4 gennaio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722045203/http://www.premioletterarioviareggiorepaci.it/repaci/repaci_albo.html# |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlmorto=sì }}</ref>; nel 1959 gli fu assegnato il [[premio Nobel per la letteratura]] «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi»<ref>https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/</ref> che gli fece raggiungere una definitiva fama. A esso seguirono le [[laurea honoris causa|lauree honoris causa]] dalla [[Università di Messina]] nel 1960 e da [[Università di Oxford|quella di Oxford]] nel 1967.
Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in [[Americhe|America]] per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue [[Poesia lirica|liriche]] che nel frattempo erano state tradotte in diverse lingue.
[[File:Salvatore Quasimodo grave Milan 2015.jpg|sinistra|miniatura|260x260px|Tomba di Salvatore Quasimodo nel [[Famedio]] del [[Cimitero monumentale di Milano]]]]
Nel [[1965]] cura la pubblicazione di ''Calignarmata'', opera di poesia dell'autore [[Luigi Berti (scrittore)|Luigi Berti]], uscita un anno dopo la morte di quest'ultimo (1964).
Il poeta trascorse gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in America, per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue [[Poesia lirica|liriche]] che, nel frattempo, erano state tradotte in diverse lingue. Nel 1965 curò la pubblicazione di ''Calignarmata'', opera di poesia dell'autore [[Luigi Berti (scrittore)|Luigi Berti]], uscita un anno dopo la morte di quest'ultimo (1964). Del 1966 è la pubblicazione di ''[[Dare e avere]]'', sua ultima opera.
Del [[1966]] è la pubblicazione di ''[[Dare e avere]]'', sua ultima opera.
 
NelIl 14 giugno del [[1968]], mentre il poeta si trovava ad [[Amalfi]], dove doveva presiedere un premio di poesia, venne colpito da un [[ictus]] (aveva avuto già un infarto mentre visitava la l'[[RussiaUnione Sovietica]]), che lo condusse alla morte poche ore dopo: pochiil cuore del poeta smise di battere sull'auto che lo stava giornitrasportando all'ospedale di [[Napoli]]. Il suo corpo fu trasportato a [[Milano]] e seppellitotumulato nel [[Famedio]] del [[Cimitero Monumentalemonumentale di Milano|Cimitero monumentale]]. Il suo archivio è conservato presso il [[Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei]] dell’[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=https://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroManoscritti/fonds/45525|titolo=Quasimodo, Salvatore ([1917] - [1998])}}</ref>.
 
Quasimodo fu membro della [[Massoneria in Italia|Massoneria]], iniziato il 31 marzo 1922 presso la Loggia "Arnaldo da Brescia" di Licata.<ref>[http://www.granloggia.it/page/scrittori-poeti-e-letterati Scrittori, poeti e letterati massoni] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130620161802/http://www.granloggia.it/page/scrittori-poeti-e-letterati |date=20 giugno 2013 }} sul sito della [[Gran Loggia d'Italia degli Alam]].</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.goilombardia.it/massoni-illustri/salvatore-quasimodo |titolo=Copia archiviata |accesso=20 novembre 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170930032210/http://www.goilombardia.it/massoni-illustri/salvatore-quasimodo |dataarchivio=30 settembre 2017 |urlmorto=sì }}</ref> La sua adesione alla massoneria è resa più manifesta nella poesia ''Uomo del mio tempo'', una denuncia contro la barbarie nazifascista di una "scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo", e un invito al ritorno alla vita dei figli senza memoria del sangue versato dai padri e speranza di vederli risorgere dalla cenere.<ref>{{cita web|url=https://www.loggiagiordanobruno.com/scritti-massonici/uomo-del-mio-tempo|titolo= Analisi e contesto della poesia"Uomo del mio tempi"}}</ref> La concezione simbolica della parola, il valore del nuovo non detto e del paraverbale furono influenzati dall'amicizia fraterna con La Pira e Pudetti.<ref>{{cita web|url=https://www.grandeoriente.it/91-anni-fu-iniziato-salvatore-quasimodo/|titolo=91 anni fu iniziato Salvatore Quasimodo}}</ref><ref>{{cita web|autore=Piergiorgio Seveso|url=https://www.radiospada.org/2013/12/salvatore-quasimodo-liniziato-della-loggia-licatese-del-goi-arnaldo-da-brescia/|titolo=Salvatore Quasimodo iniziato nella loggia licatese}}</ref>
== Rapporti con il fascismo ==
Nel [[1940]], a [[Seconda guerra mondiale|guerra]] iniziata e a [[Patto d'Acciaio]] consolidato, collaborò con la rivista “''Primato fascista''” del ministro [[Giuseppe Bottai]] (Storia Illustrata, gennaio 1980); sostenne l’uso del “voi” in ''Antieuropa'', nov-dicembre 1939 (Giuseppe Iannaccone, ''Il fascismo sintetico: letteratura e ideologia negli anni trenta'', Greco & Greco editori, Milano 1999); implorò il duce del fascismo perché gli venisse assegnato un contributo per potere proseguire l’attività di scrittore<ref>{{Cita|Ainis, 2008|pag. 54}}</ref>.
 
== Il poeta e lo scrittore ==
{{F|poeti italiani|dicembre 2015}}
{{quote|Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.|Salvatore Quasimodo, da ''Uomo del mio tempo''}}
{{citazione|Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.|Salvatore Quasimodo, da ''Uomo del mio tempo''}}
[[File:QuasimodoGrande.jpg|thumb|Un'immagine di Quasimodo degli ultimi anni]]
La prima raccolta di Quasimodo, ''[[Acque e terre]]'' (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sicilia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l’asprezzal'asprezza della condizione presente, dell’esiliodell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più celebri del libro, ''[[Vento a Tindari]]''). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un’angosciaun'angoscia esistenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore insopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia ''[[Antico inverno]]''., Se in questa prima raccolta Quasimodo appare legatooppure a modelliritmi abbastanzae riconoscibilimotivi (soprattuttopiù D'Annunzioantichi, del quale viene ripresa la tendenza all’identificazione con la natura), in ''Oboe sommerso'' (1932) ed ''Erato e Apollion'' (1936) il poeta raggiunge la piena edi personaleorigine maturitàanche espressivapopolare.
 
In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili (soprattutto [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]], del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in ''Oboe sommerso'' (1932) ed ''Erato e Apollion'' (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva. La ricerca della pace interiore è affidata ada un rapporto colcon il divino che è, e resterà successivamente, tormentato, mentre; la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicheràpubblicò, nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebrati [[Apollo]] - il dio del sole mae anche il dio cui sono legate le [[Muse (mitologia)|Muse]], e quindi la stessa creazione poetica che è resa dolorosa dalla distanza fisica dell’isoladell'isola - ed [[Ulisse]], l’esulel'esule per eccellenza. È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell’ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all’analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è in questo senso l’uso frequente dell’articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all’interno della lirica, sembrano rimandare continuamente a una serie di significati nascosti che non possono trovare una piena espressione.
 
È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso frequente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimandare, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione.
Nelle ''Nuove poesie'' (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume ''[[Ed è subito sera]]'' del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso grazie anche all’uso più frequente dell’endecasillabo: il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte nel poeta un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale. In alcune liriche compare infatti il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d’Ardenno» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina). Questa volontà di dialogo si fa evidente nelle raccolte successive, segnate da un forte impegno civile e politico sollecitato dalla tragedia della guerra; la poesia rarefatta degli anni giovanili lascia il posto ad un linguaggio più comprensibile, dai ritmi più ampi e distesi. Così avviene in ''Giorno dopo giorno'' (1947) dove le vicende belliche costituiscono il tema dominante. La voce del poeta, annichilita di fronte alla barbarie («anche le nostre cetre erano appese», afferma in ''Alle fronde dei salici''), non può che contemplare la miseria della città bombardata, o soffermarsi sul dolore dei soldati impegnati al fronte, mentre affiorano alla memoria delicate figure femminili, simboli di un'armonia ormai perduta (''S'ode ancora il mare''). L'unica speranza di riscatto è allora costituita dalla pietà umana (''Forse il cuore''). In ''La vita non è sogno'' (1949) il Sud è cantato come luogo di ingiustizia e di sofferenza, dove il sangue continua a macchiare le strade (''Lamento per il Sud''); il rapporto con Dio si configura come un dialogo serrato sul tema del dolore e della solitudine umana. Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha lasciato quand’era ancora un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice ed ignara dell'angoscia del figlio ormai adulto), o col ricordo della prima moglie Bice Donetti. Nella raccolta ''Il falso e vero verde'' (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di un’estrema incertezza esistenziale, un’intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma nel volume trova posto anche una sofferta meditazione sui campi di concentramento che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz).
 
Nelle ''Nuove poesie'' (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume ''[[Ed è subito sera]]'' del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasillabo o di altri versi lunghi (anche doppi<ref>[[Jean-Charles Vegliante|J.-Charles Vegliante]], ''Quasimodo (et Cielo d'Alcamo), hypothèse andalouse'', in SMI XVI, 2016 (pp. 297-323).</ref>): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poeta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.
''La terra impareggiabile'' (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato alla rappresentazione della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta ad una condizione di devastante solitudine e conferma nel poeta la voglia di dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo mitizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici come il terremoto di Messina del 1908 (Al padre).
[[File:Salvatore Quasimodo 1962c.jpg|miniatura|Quasimodo nel 1962]]
In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'[[Ardenno]]» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina).
 
Questa volontà di dialogo si fa evidente nelle raccolte successive, segnate da un forte impegno civile e politico, sollecitato dalla tragedia della guerra; la poesia rarefatta degli anni giovanili lascia il posto a un linguaggio più comprensibile, dai ritmi più ampi e distesi. Così avviene in ''Giorno dopo giorno'' (1947) dove le vicende belliche costituiscono il tema dominante. La voce del poeta, annichilita di fronte alla barbarie («anche le nostre cetre erano appese», afferma in ''Alle fronde dei salici''), non può che contemplare la miseria della città bombardata, o soffermarsi sul dolore dei soldati impegnati al fronte, mentre affiorano alla memoria delicate figure femminili, simboli di un'armonia ormai perduta (''S'ode ancora il mare''). L'unica speranza di riscatto è allora costituita dalla pietà umana (''Forse il cuore'').
L'ultima raccolta di Quasimodo, ''Dare e avere'', risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della propria esperienza poetica ed umana: accanto ad impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
 
In ''La vita non è sogno'' (1949) il Sud è cantato come luogo di ingiustizia e di sofferenza, dove il sangue continua a macchiare le strade (''Lamento per il Sud''); il rapporto con Dio si configura come un dialogo serrato sul tema del dolore e della solitudine umana.
 
Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha lasciato quand'era ancora un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice, ignara dell'angoscia del figlio, ormai adulto), o con il ricordo della prima moglie Bice Donetti.
 
Nella raccolta ''Il falso e vero verde'' (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di un'estrema incertezza esistenziale, un'intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma nel volume trova posto anche una sofferta meditazione sui campi di concentramento che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz).
 
''La terra impareggiabile'' (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato alla rappresentazione della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta a una condizione di devastante solitudine e conferma, nel poeta, la voglia di dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo mitizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici come il terremoto di Messina del 1908 (Al padre).
 
L'ultima raccolta di Quasimodo, ''Dare e avere'', risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della propria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
 
== Opere ==
[[File:Salvatore Quasimodo 1964.jpg|miniatura|Salvatore Quasimodo fotografato a Milano da [[Federico Patellani]], 1964]]
* ''[[Acque e terre]]'' Poesie, [[Firenze]], Edizioni di "Solaria", [[1930]].
=== Raccolte di poesie ===
* ''[[Oboe sommerso]]'', [[Genova]], Edizioni di "Circoli", [[1932]].
* ''Odore[[Acque die eucalyptus ed altri versiterre]]'', Firenze, AnticoEdizioni Fattoredi Solaria, [[1933]]1930.
* ''[[EratoOboe e Apòllìonsommerso]]'', [[Milano]]Genova, ScheiwillerEdizioni di Circoli, [[1936]]1932.
* ''[[Odore di eucalyptus ed altri versi]]'', Firenze, R. Istituto di Firenze, 1933.
* ''Francesco Messina'', Milano, Casa d'arte Ariel, [[1938]].
* ''Poesie[[Erato e Apòllìon]]'', Milano, Primi PianiScheiwiller, 19381936.
* ''[[LiriciPoesie greci(Salvatore (Quasimodo)|Lirici greciPoesie]]'', tradotti da, Milano, Edizioni di Corrente, [[1940]]; Milano, A.Primi MondadoriPiani, 19441938.
* ''[[Ed è subito sera (raccolta)|Ed è subito sera]]'' Poesie, Milano-Verona, A. Mondadori, [[1942]].
* ''[[IlGiorno fioredopo dellegiorno "Georgiche"(Quasimodo)|Giorno dopo giorno]]'', Milano, Edizioni della Conchiglia, 1942; Milano, Gentile, 1944; Milano, A. Mondadori, 1957.1947
* ''Petrarca[[La evita ilnon sentimentoè della solitudinesogno]]'', Milano, GarottoA. Mondadori, 19451949.
* ''[[Il Vangelofalso secondoe Giovannivero verde]]'', tradottoMilano, dal greco daSchwarz, 1953; Milano, GentileA. Mondadori, 19451956.
* ''[[GiornoLa dopoterra giorno (Quasimodo)|Giorno dopo giornoimpareggiabile]]'', Milano, A. Mondadori, [[1947]]1958.
* ''[[LaDare vitae non è sognoavere]]. 1959-1965'', Milano, A. Mondadori, [[1949]]1966.
* ''[[IlTutte falsole e vero verde]]poesie'', MilanoMondadori, SchwarzMilano, [[1953]]2020.
* ''[[La terra impareggiabile]]'', Milano, A. Mondadori, [[1958]].
* ''[[Il poeta e il politico e altri saggi]]'', Milano, Schwarz, [[1960]].
* ''[[Dare e avere]]. 1959-1965'', Milano, A. Mondadori, [[1966]].
* ''[[Leonida di Taranto (libro)|Leonida di Taranto]]'', Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
 
=== Traduzioni ===
== Parco Letterario di Roccalumera ==
* ''[[Lirici greci (Quasimodo)|Lirici greci]]'', Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
A [[Roccalumera]], la sua cittadina, al Poeta viene dedicato un [[parco letterario]], al quale collabora stabilmente Alessandro Quasimodo, attore e regista, figlio del Poeta. A Roccalumera i Quasimodo, sono nati e sono sepolti, con eccezione del Poeta, che giace, nel Famedio, cuore del [[Cimitero Monumentale di Milano]], accanto ad [[Alessandro Manzoni]], ed altre grandi personalità culturali.
* {{Cita libro|autore=[[Virgilio]]|titolo=Il Fiore delle [[Georgiche]]|editore=Edizioni della Conchiglia|città=Milano|anno=1942}}; Milano, Gentile, 1944; Milano, Mondadori, 1957.
* {{Cita libro|autore=[[Catullo|Catulli Veronensis]]|titolo=Carmina|editore=Edizioni di Uomo|città=Milano|anno=1945}} - Milano, Mondadori, 1955.
* [[Omero]], ''Dall'[[Odissea]]'', Milano, Rosa e Ballo, 1945.
* [[Sofocle]], ''[[Edipo re]]'', Milano, Bompiani, 1946.
* {{Cita libro|titolo=Il Vangelo secondo Giovanni|editore=Gentile|città=Milano|anno=1946}}
* {{Cita libro|autore=[[John Ruskin]]|titolo=La Bibbia di Amiens|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1946}} - Milano, SE, 1989-1999; Abscondita, 2008-2019.
* {{Cita libro|autore=[[William Shakespeare]]|titolo=Romeo e Giulietta|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1948}}
* {{Cita libro|autore=[[Eschilo]]|titolo=[[Le Coefore]]|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1949}}
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Riccardo III|editore=Edizioni del Piccolo Teatro|città=Milano|anno=1950}} - Milano, Mondadori, 1952.
* {{Cita libro|autore=[[Pablo Neruda]]|titolo=Poesie|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1952}}
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Macbeth|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1952}}
* {{Cita libro|autore=Sofocle|titolo=Elettra|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1954}}
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=La Tempesta|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1956}}
* {{Cita libro|autore=[[Molière]]|titolo=Il Tartufo|editore=Bompiani|città=Milano|anno=1958}}
* {{Cita libro|titolo=Fiore dell'[[Antologia Palatina]]|editore=Guanda|città=Parma|anno=1958}}
* {{Cita libro|autore=[[Edward Estlin Cummings]]|titolo=Poesie scelte|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1958}}
* {{Cita libro|autore=[[Ovidio]]|titolo=Dalle Metamorfosi|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1959}}
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Otello|edizione=Collana Lo Specchio|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1959}}
* {{Cita libro|autore=[[Euripide]]|titolo=Ecuba|editore=Armando Argalìa Editore|città=Urbino|anno=1962}}
* {{Cita libro|autore=[[Conrad Aiken]]|titolo=Mutevoli pensieri|editore=Scheiwiller|città=Milano|anno=1963}}
* {{Cita libro|autore=Euripide|titolo=Eracle|editore=Armando Argalìa Editore|città=Urbino|anno=1964}}
* {{Cita libro|autore=William Shakespeare|titolo=Antonio e Cleopatra|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1966}}
* {{Cita libro|autore=[[Tudor Arghezi]]|titolo=Poesie|editore=Mondadori|città=Milano|anno=1966}}
* {{Cita libro|autore=[[Yves Lecomte]]|titolo=Il gioco degli astragali|editore=Edizioni Moneta|città=|anno=1968}}
 
=== Curatele ===
Il Parco Letterario, che ha visto quali fondatori gli avvocati Carlo e Sergio Mastroeni<ref>Essi hanno sostenuto personalmente ingenti investimenti economici, riuscendo anche a calamitare fondi comunitari, per restaurare la Torre Saracena, cara al Poeta e fonte di ispirazione poetica, nonché la Stazione ferroviaria, trasformata in Museo-Giardino, con caffè d'arte, biblioteca, sale multifunzionali, centro di orientamento, ricavate anche in cinque carri merci collegati a galleria, venendo considerato un caso di studio per la singolarità architettonica e la originalità museale, che vede la struttura all'avanguardia anche sotto il profilo della musealità virtuale</ref>. In tale contesto gli organizzatori sono stati invitati a portare la loro testimonianza in vari convegni, e nell'azione comunitaria Socrates, Progetto Virtual Museum al quale hanno partecipato le Università di [[Riga]], [[Malta]], [[Copenaghen]] oltre prestigiose istituzioni Italiane ed Europee, che, per diverse settimane, soggiornando a [[Roccalumera]] hanno approfondito lo studio della tecnica museale del Parco roccalumerese.
* {{Cita libro|titolo=Lirici minori del XIII e XIV secolo|altri=a cura di S. Quasimodo e [[Luciano Anceschi]]|editore=Edizioni della Conchiglia|città=Milano|anno=1941}}
* ''Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni'', Milano, Schwarz, 1957.
* ''Poesia italiana del dopoguerra'', Milano, Schwarz, 1958.
* Introduzione a [[Luigi Berti]], ''Calignarmata'', Napoli, A. Marotta, 1965.
 
=== Altri scritti ===
Il Parco Letterario di [[Roccalumera]] è gestito dal Club ''Amici di Salvatore Quasimodo'', organizzazione sorta per diffondere l'opera e la figura del Poeta, che ha la sua sede generale a Roccalumera, presso la Torre Saracena, con sedi istituite a [[Modica]], a [[Patti]]-[[Tindari]], [[Messina]], [[Siracusa]], [[Firenze]] e [[Milano]]. Inoltre, è stata costituita la sezione internazionale del Club, che ha la sede presso il prestigioso Istituto Italiano di Cultura di [[Vienna]]. È presieduta da [[Alessandro Quasimodo]], con vice presidenti, [[Dante Arnaldo Marianacci]], poeta e scrittore insignito del titolo di Amico Onorario di Salvatore Quasimodo, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Vienna, e [[Joseph Farrell]], docente all'Università di [[Glasgow]].<ref>Altri soci, sono i fondatori del Premio internazionale di poesia quasimodiano in [[Ungheria]], [[Franco Cajani]], Poeta lombardo, e [[László Cserép]], Assessore alla Cultura della Città di [[Balatonfüred]]; Sergio Mastroeni, fondatore del Parco Letterario Quasimodo di Roccalumera, la cittadina siciliana della famiglia Quasimodo; [[Béla Szomaraky]], italianista, traduttore, giornalista della televisione e della radio nazionale ungherese; Imre Barna, editore ed italianista ungherese, Tomaso Kémeny, professore di letteratura italiana all’Università di Pavia, István Boka, Presidente della Fondazione Quasimodo Ungherese, Sindaco di Balatonfüred, e membro del Parlamento nazionale, i direttori dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca Dr. Alberto Di Mauro, e dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma Dr. Paolo Grossi, ed il Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest, Dr. Salvatore Ettorre.</ref>
* ''Petrarca e il sentimento della solitudine'', Milano, Garotto, 1945.
Il Direttivo della Sezione Internazionale, oltre che dal Presidente Alessandro Quasimodo e dai vice presidenti, Arnaldo Dante Marianacci, quale primo vice presidente, e Joseph Farrell, quale secondo vice Presidente, è costituito da di diritto Sergio Mastroeni, quale Presidente del Consorzio per la promozione della Terra Impareggiabile di Quasimodo, che ha sede in [[Roccalumera]]; ed ancora Franco Cajani, László Cserép e Béla Szomaraky. Tra gli obiettivi, anche quello di promuovere il gemellaggio di Balatonfüred e Roccalumera in nome di Salvatore Quasimodo, la fondazione di un Premio Letterario in Italia e una scuola di lingua italiana.
* ''Scritti sul teatro'', Milano, A. Mondadori, 1961.
* ''L'amore di Galatea'', in "Sipario", a. 19 (1964), n. 224, p.&nbsp;89-95.
* ''[[Il poeta e il politico e altri saggi]]'', Milano, Schwarz, 1967.
* ''[[Leonida di Taranto (libro)|Leonida di Taranto]]'', Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
* ''Lettere d'amore di Quasimodo'', Milano, Apollinaire, 1969.
* Renato Giorgi, ''Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo'', Bologna, Nuova Ghesa, 1970.
* ''Poesie e discorsi sulla poesia'', Milano, A. Mondadori, 1971.
* ''A colpo omicida e altri scritti'', Milano, A. Mondadori, 1977.
 
== Onorificenze, premi e riconoscimenti ==
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine=Grande ufficiale OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|data=27 dicembre 1961<ref>[https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/260117]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Cordone di gran Croce OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione=
|data=14 ottobre 1966<ref>[https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/33837]</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=BenemeritiCultura1.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte
|collegamento_onorificenza=Benemeriti della cultura e dell'arte
|motivazione=
|data=2 giugno 1968<ref>[https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/9680]</ref>
}}
 
=== Premi ===
A [[Messina]], presso la Provincia Regionale, esiste una galleria culturale dedicata al poeta dove è presente una serie di immagini sia del Poeta che della famiglia e la medaglia del Nobel in oro.
* Premio Antico Fattore per la poesia, 1932
* Premio San Babila, 1950
* Premio Etna-Taormina, 1953
* [[Premio Viareggio]] per la poesia, 1958
* {{Premio|Nobel|letteratura|1959|x}}
* Cittadinanza onoraria, [[Messina]] (1960)
* Cittadinanza onoraria, [[Roccalumera]] (2009)
 
=== Riconoscimenti accademici ===
==Curiosità==
* Cattedra di Letteratura Italiana "per chiara fama" presso il Conservatorio di musica "G. Verdi" di Milano" (1941-1968)
* Appare in un piccolo cameo nel film [[La notte (film 1961)]] di Michelangelo Antonioni.
* Laurea ''"Honoris Causa"'', Università di Messina (1960)
* Quasimodo, lui stesso traduttore di classici dell'antichità, ha avuto traduzioni delle sue opere in diverse decine di lingue. Anche in sardo è stata tradotta da ultimo tutta la sua opera poetica: Salvatore Quasimodo, ''Edd est subitu sero. Tottu sas poesias'', tradotte da Gian Gavino Irde, Cagliari, Aipsa, 2007, con introduzione di Alessandro Quasimodo e prefazione di [[Giulio Angioni]], ISBN 8887636958, 9788887636956.
* Laurea ''"Honoris Causa"'', Università di Oxford (1967)
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Giuseppe De Robertis]], ''"Oboe sommerso" di Salvatore Quasimodo'', in "[[Pegaso (periodico)|Pegaso]]", a. IV, agosto 1932
* {{Cita libro|nome= |cognome= AA.VV.|anno= 2011|titolo= Tutto. Poesia Italiana del Novecento |editore= De Agostini Novara|id=ISBN 978-88-418-6921-5|cid=AA.VV., 2011}}
* [[Luciano Anceschi]], ''Intelligenza della parola di Quasimodo'', in "Letteratura", Firenze, 2 giugno 1937
* {{Cita libro|autore= Rosalma Salina Borello|coautore= Patrizio Barbaro|anno= 1995|titolo= Salvatore Quasimodo. Biografia per immagini |editore= Gribaudo |id= ISBN 88-8058-081-7 |cid=Borello, 1995}}
* [[Gennaro Perrotta]], ''I "Lirici greci" di Quasimodo'', in "[[Il Bargello]]", Firenze, giugno 1940
* {{Cita libro|autore= Michele Tondo|anno= 1976|titolo= Salvatore Quasimodo|editore= Mursia|cid=Tondo, 1976}}
* Luciano Anceschi, ''Con il piede straniero sopra il cuore'', in "Costume", Milano, gennaio-febbraio 1946
* {{Cita libro|autore= Michele Ainis|coautore= Mario Fiorillo|anno= 2008|titolo= L'ordinamento della cultura|editore= Giuffrè Editore, Milano||id=ISBN 881413877X|cid=Ainis, 2008}}
* [[Giorgio Caproni]], ''La predestinata poesia di Quasimodo'', in "[[La Fiera Letteraria]]", 10 luglio 1947
* {{Cita libro|autore= Franco Musarra, Bart Van Den Bossche, Serge Vanvolsem|anno= 2001|titolo= Quasimodo e gli altri: atti del Convegno internazionale, Lovanio, 27-28 aprile 2001|editore= Leuven University Press||id=ISBN 88-7667-146-3|cid=Lovanio, 2001}}
* [[Elio Filippo Accrocca]], ''I "due tempi" di Quasimodo'', in "La Fiera Letteraria", 16 settembre 1956
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Iannaccone|anno=1999|titolo=Il fascismo sintetico: letteratura e ideologia negli anni trenta|editore=Greco & Greco, Milano||id=ISBN 88-7980-217-8|cid=Iannaccone, 1999}}
* [[Giuseppe Rosato]], ''Salvatore Quasimodo, "La terra impareggiabile"'', in "[[Dimensioni. Rivista abruzzese di cultura e d'arte|Dimensioni]]", a. II, n. 3-4-5, maggio-ottobre 1958
* Alberto Frattini, ''Sul linguaggio poetico di Quasimodo'', in "[[Humanitas (periodico)|Humanitas]]", marzo 1960
* Giuseppe Rosato, ''Nota sul Quasimodo traduttore'', in "Dimensioni", a. VI, n. 3-4, maggio-agosto 1962
* Juan Augustin Goytisolo, ''Le ragioni storiche, le ragioni morali'', da ''La poesia de Salvatore Quasimodo'', prefazione a ''25 poeams'', Santader, La Isla de los Ratones, 1963
* [[Gianfranco Contini]], ''Salvatore Quasimodo'', in ''Letteratura dell'Italia unita (1861-1968)'', Firenze, Sansoni, 1968
* [[Marcello Gigante]], ''L'ultimo Quasimodo e la poesia greca'', Napoli, Guida Editori, 1970
* Michele Tondo, ''La dialettalità nelle poesie del dopoguerra di Quasimodo, Bodini e Scotellaro'', in "Dimensioni", a. XV, n. 5-6, dicembre 1971
* Gaetano Munafò, ''Quasimodo poeta del nostro tempo'', Firenze, Le Monnier, 1973
* {{Cita libro|autore= Michele Tondo|anno= 1976|titolo= Salvatore Quasimodo|editore= Milano, Mursia|cid=Tondo, 1976}}
*Pietro Pelosi, ''Presenza e metamorfosi del mito di Orfeo in Salvatore Quasimodo'', Napoli, Edizioni del Delfino, 1978
* [[Eugenio Montale]], ''Lettere a Quasimodo'', a cura di [[Sebastiano Grasso]], Premessa di [[Maria Corti]], Milano, Bompiani, 1981
* [[Oreste Macrì]], ''La poesia di Quasimodo. Studi e carteggio con il poeta'', Palermo, Sellerio, 1986
* Niva Lorenzini, ''La poesia di Quasimodo tra mito e storia'', Modena, Mucchi Editore, 1993
* {{Cita libro|autore= Rosalma Salina Borello|coautore= Patrizio Barbaro|anno= 1995|titolo= Salvatore Quasimodo. Biografia per immagini |editore= Cuneo, Edizioni Gribaudo|isbn=88-8058-081-7|cid=Borello, 1995}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Iannaccone|anno=1999|titolo=Il fascismo sintetico: letteratura e ideologia negli anni trenta|editore=Milano, Edizioni Greco & Greco||isbn=88-7980-217-8|cid=Iannaccone, 1999}}
* {{Cita libro|autore= Franco Musarra, Bart Van Den Bossche, Serge Vanvolsem|anno= 2001|titolo= Quasimodo e gli altri: atti del Convegno internazionale, Lovanio, 27-28 aprile 2001|editore= Lovanio, Leuven University Press||isbn=88-7667-146-3|cid=Lovanio, 2001}}
* [[Carmelo Ciccia]], ''Salvatore Quasimodo'', in ''Profili di letterati siciliani dei secoli XVIII-XX'', Centro di Ricerca Economica e Scientifica, Catania, 2002
* {{Cita libro|autore= Michele Ainis|coautore= Mario Fiorillo|anno= 2008|titolo= L'ordinamento della cultura|editore= Milano, Giuffrè Editore||isbn=88-14-13877-X|cid=Ainis, 2008}}
* {{Cita libro|nome= |cognome= AA.VV.|anno= 2011|titolo= Tutto. Poesia Italiana del Novecento |editore= Novara, De Agostini|isbn=978-88-418-6921-5|cid=AA.VV., 2011}}
* [[Jean-Charles Vegliante]], ''Reprises, refontes, texte'' (S. Quasimodo), "Chroniques Italiennes", [http://chroniquesitaliennes.univ-paris3.fr/PDF/Web24/13.J.Ch.Vegliante.pdf Web 24], Parigi, 2012
* Carlo e Federico Mastroeni (a cura di), ''Salvatore Quasimodo e Roccalumera'', Messina, Di Nicolò Edizioni, 2018
* Roberto Mosena, ''Quasimodo'', RCS MediaGroup, Milano, Corriere della Sera, 2018
 
== Voci correlate ==
* [[Ermetismo (letteratura)]]
* ''[[Uomo del mio tempo]]'' (poesia)
* [[Parco letterario Salvatore Quasimodo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Salvatore Quasimodo|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* [http://www.italialibri.net/autori/quasimodos.html Approfondimento biografico]
* [http://www.parcoquasimodo.it/ Sito Ufficiale del Parco Letterario "Salvatore Quasimodo - La terra impareggiabile"]
* [http://www.salvatorequasimodo.it/ Sito dedicato a Salvatore Quasimodo e basato su materiale rilasciato dal figlio Alessandro]
* [http://www.0web.it/poesia/salvatore-quasimodo Le poesie di Salvatore Quasimodo]
* [http://www.impegnocivile.it/ Premio di poesia Salvatore Quasimodo]
* [http://www.siciliajonica.it/impegnocivile/inaugurazione_torre/inn_manifesto.htm Parco Letterario Salvatore Quasimodo]
* {{en}} [http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/index.html "The Nobel Prize in Literature 1959". Nobelprize.org. Nobel Media AB 2013. Web. 3 Jan 2014.]
* {{en}} [http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1959/quasimodo.html Biografia di Salvatore Quasimodo sul sito ufficiale del Premio Nobel]
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/salvatore-quasimodo/ {{Maiuscoletto|Scheda}}] sull'[[Enciclopedia Treccani]]
* [http://www.lsdmagazine.com/a-roma-%e2%80%9cla-poesia-nel-cassetto%e2%80%9d-nel-segno-di-salvatore-quasimodo-e-alda-merini/9171/ A Roma “La Poesia nel Cassetto” nel segno di Salvatore Quasimodo e Alda Merini]
 
* [http://www.salvatorequasimodo.it/p/biografia.html La vita burrascosa di Salvatore Quasimodo a cura di Danilo Ruocco]
* [http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/persona/MIDC0002CE/ Biografia su Lombardia Beni Culturali a cura di Federico Francucci]
* [http://www.fogliodisicilia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=860:salvatore-quasimodo-una-misera-gioventu-ma-che-gia-lo-vedeva-poetare&catid=62:storie-di-sicilia&Itemid=79 Salvatore Quasimodo: una misera gioventu', ma che gia' lo vedeva poetare]
 
{{Premio Nobel per la letteratura}}
{{Premio Viareggio / Poesia}}
{{Quasimodo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|letteratura|Premipremi Nobel|seconda guerra mondiale|Sicilia}}
 
[[Categoria:Salvatore Quasimodo| ]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Viareggio per la poesia]]
[[Categoria:Massoni]]
[[Categoria:Sepolti nel Cimitero Monumentale di Milano]]
[[Categoria:Poeti in lingua siciliana]]
[[Categoria:MassoniTraduttori italiani]]
[[Categoria:PersonalitàTraduttori legatedal agreco Gelaantico]]
[[Categoria:PersonalitàTraduttori legate a Pattidall'inglese]]
[[Categoria:PoetiProfessori legatidell'Università adegli MilanoStudi di Roma "La Sapienza"]]
[[Categoria:Artisti legati a Reggio Calabria]]
[[Categoria:Artisti legati a Messina]]