Enrico II di Guisa: differenze tra le versioni

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{{quote|Il duca di Guisa ha lasciato la sposa in Francia, la moglie in Fiandra, la puttana in Roma e lascerà la pelle in Napoli|[[Vox populi]] napoletana<ref>[[Aurelio Musi]], ''La rivolta di Masaniello nella scena politica barocca'', [[Guida Editori]], 2002, (p. 200).</ref>}}
{{Guisa}}Monarca
|nome = Enrico II di Guisa
[[File:Van Dyck de Guise.jpg|thumb|left|Enrico II di Lorena, [[duca di Guisa]], di [[Antoon Van Dyck]] (1634).]]
|immagine = Henry II duke of Guise.jpg
|legenda = Ritratto di Enrico II di Guisa, [[Castello d'Eu]]
|stemma = Arms of Claude de Lorraine (2).svg
|titolo = [[Conti e duchi di Guisa|Duca di Guisa]]
|inizio regno = 30 settembre [[1640]]
|fine regno = 2 giugno [[1664]]
|predecessore = [[Carlo I di Guisa|Carlo I]]
|successore = [[Luigi Giuseppe di Guisa|Luigi Giuseppe]]
|titolo1 = [[Sovrani di Napoli#Repubblica Napoletana (1647–1648)|Doge della Repubblica napoletana]]
|inizio regno1 = 19 novembre [[1647]]
|fine regno1 = 5 aprile [[1648]]
|predecessore1 = ''carica creata''<br>([[Gennaro Annese]] come ''Generalissimo della Repubblica Napoletana'')
|successore1 = ''carica abolita''<br>([[Filippo IV di Spagna|Filippo III]] come ''Re di Napoli'')
|altrititoli = [[Joinville (Francia)|Principe di Joinville]]<br>[[Contea d'Eu|Conte d'Eu]]
|data di nascita = 4 aprile [[1614]]
|luogo di nascita = [[Parigi]]
|data di morte = {{Calcola età3|1664|6|2|1614|4|4}}
|luogo di morte = [[Parigi]]
|luogo di sepoltura =
|dinastia = [[Guisa]]
|padre = [[Carlo I di Guisa]]
|madre = [[Enrichetta Caterina di Joyeuse]]
|coniuge 1 = [[Anna Maria di Gonzaga-Nevers]] (annullato)<br>Onorina di Glymes-Berghes
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolicesimo]]
|figli =
|motto reale =
|firma =
}}
{{Vescovo
|tipo =
|chiesa = cattolica
|nome = Enrico II di Guisa
|immagine = Anthonis van Dyck - Portrait of Henri II de Lorraine.jpg
|larghezza =
|didascalia = Enrico II di Lorena, [[duca di Guisa]], di [[Antoon van Dyck]] (1634)
|titolo =
|stemma = Template-Archbishop.svg
|motto =
|ruoliattuali =
|ruoliricoperti = [[Metropolita|Arcivescovo metropolita]] di [[Arcidiocesi di Reims|Reims]] e [[Primate (ecclesiastico)|Primate]] della [[Gallia Belgica]]<br>(1629-1641)
|nato = 4 aprile [[1614]], [[Parigi]]
|diacordinato =
|ordinato =
|nomvescovo =
|nomarcivescovo = [[1629]] da [[Papa Urbano VIII]], dimessosi spontaneamente nel [[1641]]
|nompatriarca =
|nomepa =
|nomarciepa =
|nomabate =
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|arcconsacrato =
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|patrelevato =
|epaelevato =
|arciepaelevato =
|deceduto = {{Calcola età3|1664|6|2|1614|4|4}}, [[Parigi]]
|firma =
}}
{{Bio
|Titolo =
|Nome = Enrico II di Guisa
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Enrico 02 di Guisa
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte = 2 giugno
|AnnoMorte = 1664
|Attività = arcivescovo cattolico
|Nazionalità = francese
|PostNazionalità = ; secondo figlio di [[Carlo I di Guisa]] e di [[Enrichetta Caterina di Joyeuse]], fu [[arcivescovo di Reims]] dal 1629 al 1640, poi [[Duca di Guisa]] dal 1640 al 1664, principe di Joinville dal 1640 al 1641 e conte d'Eu dal 1640 al 1657. Guidò come [[doge]] per sei mesi la [[Repubblica napoletana (1647)|Reale Repubblica di Napoli]], nata a valle della rivolta di [[Masaniello]] del 1647
|Categorie = no
|FineIncipit = , secondo figlio di [[Carlo I di Guisa|Carlo I, duca di Guisa]] e di [[Enrichetta Caterina di Joyeuse]], fu [[arcivescovo di Reims]] dal [[1629]] al [[1640]], poi [[Duca di Guisa]] dal [[1640]] al [[1664]], principe di Joinville dal [[1640]] al [[1641]] e conte d'Eu dal [[1640]] al [[1657]]
}}
 
== Biografia ==
Destinato alla carriera ecclesiastica, divenne [[Arcidiocesi di Reims|arcivescovo di Reims]] all'età di 15 anni, ma la morte, nello spazio di unstesso anno, del [[Carlo I di Guisa|padre]] e del fratello maggiore, lo costrinsero a chiedere (e ottenere) la dispensa dai voti per poter diventare duca di Guisa.
 
Nel [[1639]] sposò in prime nozze la cugina [[Anna Maria di Gonzaga-Nevers|Anna Maria Gonzaga]] ([[1616]] – [[1684]]), figlia di [[Carlo I di Gonzaga-Nevers]]. Si narra che la futura moglie, per potersi unire a lui, abbandonò il tetto paterno travestita da uomo. Il matrimonio fu annullato nel [[1641]] e nel medesimo anno Enrico sposò Onorina di Grimberghe († [[1679]]) dalla quale poi si separò due anni dopo. Dai due matrimoni non nacque nessun figlio.
 
Cospirò contro il [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinale Richelieu]] con [[Luigi di Borbone-Soissons|Luigi di Borbone, conte di Soissons]] e combatté a fianco di quest'ultimo la [[battaglia della Marfée]] (6 luglio [[1641]], nei pressi di [[Sedan]]), nella quale Luigi di Borbone-Soissons fusi feritouccise aper errore<ref>Si trattò di morte accidentale: il conte aveva l'abitudine di sollevare la visiera del proprio elmo con la canna della sua pistola e, ripetendo il gesto abituale, un colpo partì dall'arma ferendolo mortalmente, quando già la battaglia stava volgendo in favore delle sue truppe.</ref>. Per la sua condotta fu condannato a morte ed ebbe i suoi beni confiscati, riuscì a sfuggire alla pena scampando nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]]. Perdonato dal [[Luigi XIII di Francia|re]], tornò in [[Regno di Francia|Francia]] nel [[1643]] e recuperò il ducato di Guisa, mentre la madre riceveva quello di Joinville.
 
Nel 1647, scese in Italia con un suo esercito, con pretese sulla corona di Napoli, e pose il suo campo a [[Giugliano in Campania|Giugliano]] con circa 5000 soldati<ref>{{cita web|url=http://www.historiaregni.it/i-giuglianesi-ed-enrico-ii-di-guisa/|titolo=I Giuglianesi ed Enrico II di Guisa|accesso=}}</ref>.
Rinnovando le pretese della sua famiglia sul [[Regno di Napoli]], partecipò alla rivolta di [[Masaniello]] nel [[1647]], e governò per sei mesi la cosiddetta ''[[Repubblica Napoletana (1647)|Reale Repubblica di Napoli]]'' sotto protettorato francese, ma il mancato appoggio da parte del [[cardinale Mazarino]] nonché i suoi strafalcioni diplomatici gli impedirono di mantenere il regno.
 
Rinnovando le pretese della sua famiglia sul [[Regno di Napoli]], governò per sei mesi la cosiddetta ''[[Repubblica napoletana (1647)|Reale Repubblica di Napoli]]'' sotto protettorato francese, nata dopo la rivolta di [[Masaniello]] del 1647, ma il mancato appoggio da parte del [[cardinale Mazarino]], nonché i suoi errori diplomatici, gli impedirono di mantenere il potere.
Già all'inizio del suo governo, [[Gennaro Annese]] gli delegò soltanto il comando militare, con i medesimi poteri con cui "il Serenissimo [[Principe d'Orange]] difende la Repubblica e Stati populari d'Olanda"<ref>Le leggi, Conti, cit. p.114</ref>. Questa formula limitava al massimo l'azione del Guisa che peraltro, nel giuramento di fedeltà alla repubblica - prestato solennemente nel [[Cattedrale di Napoli|Duomo di napoli]] alla presenza del [[Ascanio Filomarino|cardinale Ascanio Filomarino]] (17 novembre [[1647]]) - s'era obbligato ad abbandonare la carica "sempre che riceverà ordini da detta Serenissima Repubblica"<ref>Le leggi, Conti</ref>. Già pochi giorni dopo l'insediamento, [[Antonio Basso]] gli aveva dovuto ricordare, presumibilmente con toni non del tutto amichevoli, che il suo compito era quello di fondare la repubblica e creare il senato, e null'altro.
 
Già all'inizio del suo governo, [[Gennaro Annese]] gli delegò soltanto il comando militare, con i medesimi poteri con cui "il Serenissimo [[Principe d'Orange]] difende la [[Repubblica delle Sette Province Unite|Repubblica e Stati populari d'Olanda]]"<ref>Le leggi, Conti, cit. p. 114</ref>. Questa formula limitava al massimo l'azione del Guisa che peraltro, nel giuramento di fedeltà alla repubblica - prestato solennemente nel [[Duomo di Napoli]] alla presenza del cardinale [[Ascanio Filomarino]] (17 novembre [[1647]]) - s'era obbligato ad abbandonare la carica "sempre che riceverà ordini da detta Serenissima Repubblica"<ref>Le leggi, Conti</ref>. Già pochi giorni dopo l'insediamento, [[Antonio Basso (poeta)|Antonio Basso]] gli aveva dovuto ricordare, presumibilmente con toni non del tutto amichevoli, che il suo compito era quello di fondare la repubblica e creare il senato, e null'altro.
Questa prospettiva era inaccettabile per il francese che per sopravvivere politicamente doveva saldare le aspettative del popolo con quelle dei nobili. Un mese dopo il giuramento, il Duca di Guisa fece un altro errore che lo allontanò dai repubblicani e dai popolari: si proclamò Duce della Serenissima Real Repubblica. Lo scontro finale giunse quando il Guisa tentò di esautorare la Consulta, ossia il "covo" del pensiero repubblicano, mettendogli contro i capitani delle Ottine, che diceva di considerare "senatori appresso al duca"<ref>Racconto diVerde, cit., ff. 263 r.v</ref>.
 
Questa prospettiva era inaccettabile per il francese che per sopravvivere politicamente doveva saldare le aspettative del popolo con quelle dei nobili. Un mese dopo il giuramento, Enrico II di Guisa fece un altro errore che lo allontanò dai repubblicani e dai popolari: si proclamò Duce della Serenissima Real Repubblica. Lo scontro finale giunse quando il Guisa tentò di esautorare la Consulta, ossia il "covo" del pensiero repubblicano, mettendogli contro i capitani delle Ottine, che diceva di considerare "senatori appresso al duca"<ref>Racconto di Verde, cit., ff. 263 r.v</ref>.
Tra i repubblicani più intransigenti c'era [[Antonio Basso]], che nel corso di un'accesa riunione nel [[Chiesa di San Severo al Pendino|convento domenicano di San Severo]] affrontò il Guisa accusandolo di tirannide e ingiungendogli di avviare le procedure per l'erezione del senato. Il duca gli replicò sostenendo che la cosa era intempestiva senza l'autorizzazione del [[Papa]] e l'intervento della nobiltà. Era inoltre da stabilirsi il numero dei senatori, quanti di loro dovessero rappresentare la capitale e quanti le province.
 
Tra i repubblicani più intransigenti c'era [[Antonio Basso (poeta)|Antonio Basso]], che nel corso di un'accesa riunione nel [[Chiesa di San Severo al Pendino|convento domenicano di San Severo]] affrontò il Guisa accusandolo di tirannide e ingiungendogli di avviare le procedure per l'elezione del senato. Il duca gli replicò sostenendo che la cosa era intempestiva senza l'autorizzazione del [[Papa Innocenzo X|Papa]] e l'intervento della nobiltà. Era inoltre da stabilirsi il numero dei senatori, quanti di loro dovessero rappresentare la capitale e quanti le province.
Erano problemi che richiedevano l'ausilio di un'apposita assemblea costituente, ma erano anche uno stratagemma del Guisa per temporeggiare ulteriormente. [[Antonio Basso]] ripiegò allora sulla creazione di un senato provvisorio da eleggersi nell'ambito della Consulta che, a suo dire, rappresentava già il "corpo del Senato"<ref>così il Guisa nelle Memorie, I, cit. pp 424-38</ref>. Nel frattempo però i capitani delle Ottine potevano fungere da vice senatori.
 
Erano problemi che richiedevano l'ausilio di un'apposita assemblea costituente, ma erano anche uno stratagemma del Guisa per temporeggiare ulteriormente. Antonio Basso ripiegò allora sulla creazione di un senato provvisorio da eleggersi nell'ambito della Consulta che, a suo dire, rappresentava già il "corpo del Senato"<ref>così il Guisa nelle Memorie, I, cit. pp 424-38</ref>. Nel frattempo però i capitani delle Ottine potevano fungere da vice senatori.
L'esplodere della rivolta in tutto il viceregno, e l'irruzione delle truppe spagnole attraverso il varco della "Porta dell'Oglio" il 5 aprile [[1648]] segnarono la fine delle velleità dei Francesi su Napoli. Il Guisa fuggì per i [[Camaldoli]]. poi a [[Marano di Napoli|Marano]], attraversò [[Aversa]] per [[Santa Maria Capua Vetere|Santa Maria di Capua]], ma il capitano [[Luigi Poderico]], saputo della fuga, lo insegui e lo fece prigioniero nei pressi di {{chiarire|Morrone|dov'è}} mentre voleva raggiungere lo [[Stato della Chiesa]]. Non fu neanche disarmato e con tutti i riguardi portato a [[Capua]] e poi a [[Gaeta]].<ref>''Diario di Francesco Capecelatro'', Vol III 1854 pag. 39 a 41</ref> Ben provvisto di cuochi e di servitori, era alloggiato in "tre stanze grandi, in una delle quali assai capace si spassava al giuoco della Racchetta"<ref>in ASV Napoli, vol. 43 ff 195 rv 20 giugno 1648</ref>.
 
L'esplodere della rivolta in tutto il viceregno, e l'irruzione delle truppe spagnole attraverso il varco della "[[Porta dello Spirito Santo|Porta dell'Oglio]]" il 5 aprile [[1648]] segnarono la fine delle velleità dei Francesi su [[Regno di Napoli|Napoli]]. Il Guisa fuggì per i [[Camaldoli (Napoli)|Camaldoli]]. poi a [[Marano di Napoli|Marano]], attraversò [[Aversa]] per [[Santa Maria Capua Vetere|Santa Maria di Capua]], ma il capitano [[Luigi Poderico]], saputo della fuga, lo inseguì e lo fece prigioniero nei pressi di [[Castel Morrone|Morrone]], mentre voleva raggiungere lo [[Stato della Chiesa]]. Non fu neanche disarmato e con tutti i riguardi portato a [[Capua]] e poi a [[Gaeta]].<ref>''Diario di Francesco Capecelatro'', Vol. III, 1854, pp. 39-41</ref> Ben provvisto di cuochi e di servitori, era alloggiato in "tre stanze grandi, in una delle quali assai capace si spassava al giuoco della Racchetta"<ref>in ASV Napoli, vol. 43 ff 195 rv 20 giugno 1648</ref>.
Dopo qualche tempo fu trasferito in Spagna, dove rimase detenuto dal [[1648]] al [[1652]]. Una volta liberato tentò una seconda campagna per la riconquista di [[Napoli]], ma subì uno scacco anche a causa dell'intervento di una flotta inglese al comando dell'ammiraglio [[Robert Blake (ammiraglio)|Robert Blake]]. Si installò definitivamente a Parigi come [[Gran Ciambellano]] di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] e vi finì i suoi giorni.
 
Dopo qualche tempo fu trasferito in Spagna, dove rimase detenuto dal [[1648]] al [[1652]]. Una volta liberato tentò una seconda campagna per la riconquista di [[Regno di Napoli|Napoli]], ma subì uno scacco anche a causa dell'intervento di una flotta inglese al comando dell'ammiraglio [[Robert Blake (ammiraglio)|Robert Blake]]. Si installò definitivamente a [[Parigi]] come [[Ciambellano|Gran Ciambellano]] di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] e vi finì i suoi giorni.
== Curiosità ==
 
{{curiosità}}
{{citazione necessaria|Enrico II di Guisa è stato indicato fra le possibili identità della famosa [[Maschera di Ferro]].<ref>{{Cita web |url=http://www.gibertjoseph.com/henri-de-l-homme-au-masque-de-fer-646091.html |titolo=Copia archiviata |accesso=2 giugno 2021 |dataarchivio=6 febbraio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170206190713/http://www.gibertjoseph.com/henri-de-l-homme-au-masque-de-fer-646091.html |urlmorto=sì }}.</ref>
 
== Ascendenza ==
{{Guisa}}
{{Ascendenza
|1 = 1. Enrico II di Guisa
|2 = 2. [[Carlo I di Guisa]]
|3 = 3. [[Enrichetta Caterina di Joyeuse]]
|4 = 4. [[Enrico di Guisa]]
|5 = 5. [[Caterina di Clèves (1548-1633)|Caterina di Clèves]]
|6 = 6. [[Enrico di Joyeuse]]
|7 = 7. Caterina de Nogaret de la Vallette
|8 = 8. [[Francesco I di Guisa]]
|9 = 9. [[Anna d'Este]]
|10 = 10. [[Francesco I di Nevers]]
|11 = 11. [[Margherita di Vendôme]]
|12 = 12. Guglielmo II di Joyeuse
|13 = 13. Maria de Batarnay du Bouchage
|14 = 14. Giovanni de Nogaret de la Vallette
|15 = 15. Giovanna de Saint Lary
|16 = 16. [[Claudio I di Guisa]]
|17 = 17. [[Antonia di Borbone-Vendôme]]
|18 = 18. [[Ercole II d'Este]]
|19 = 19. [[Renata di Francia]]
|20 = 20. [[Carlo II di Cleves Nevers]]
|21 = 21. [[Maria di Albret]]
|22 = 22. [[Carlo IV di Borbone-Vendôme]]
|23 = 23. [[Francesca d'Alençon]]
|24 = 24. Giovanni de Joyeuse
|25 = 25. Francesca de Voisins
|26 = 26. Renato de Batarnay du Bouchage
|27 = 27. Isabella di Savoia
|28 = 28. Pietro de Nogaret de la Vallette
|29 = 29. Margherita de l'Isle de Saint-Aignan
|30 = 30. Peroton de Saint Lary
|31 = 31. Margherita d'Orbessan
}}
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Henry II, Duke of Guise}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Box successione
|tipologia = episcopale
|carica = [[Arcivescovo]] di [[Arcidiocesi di Reims|Reims]] e [[Primate (ecclesiastico)|Primate]] della [[Gallia Belgica]]
|periodo = [[1629]] – [[1640]]
|precedente = [[Guillaume de Gifford]]
|successivo = [[Léonore d'Estampes de Valençay]]
|immagine = ArchbishopPallium PioM.svg
}}
{{Box successione
|tipologia = titolo nobiliare
|carica = [[Duca di Guisa]]
|periodo = [[1640]] - [[1664]]
|precedente = [[Carlo I di Guisa]]
|successivo = [[Luigi Giuseppe di Guisa|Luigi Giuseppe I]]
|immagine = ArmoiriesArms ducsof Claude de GuiseLorraine (2).pngsvg
}}
{{Box successione
|tipologia= ecclesiastico
|carica = [[Abbazia di Saint Denis|Abate di Saint Denis]]
|immagine= TerritorialAbbotCoA PioM.svg|30px
|periodo = [[1622]] – [[1633]]<br />''in commendam''
|precedente = [[Luigi di Guisa (1575-1621)|Luigi IV di Lorena]]
|successivo = Riforma dell'Abbazia da parte della [[Congregazione di San Mauro]]
}}
{{Box successione
|carica = [[Abbazia di Saint-Remi|Abate commendatario dell'Abbazia di Saint Remi di Reims]]
|tipologia=ecclesiastico
|immagine= Prepozyt.png|30px
|periodo = [[1622]] – [[1641]]
|precedente = [[Luigi di Guisa (1575-1621)|Luigi III di Guisa]]
|successivo = [[Enrico II di Savoia-Nemours]]
}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Due Sicilie|storia}}
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[[Categoria:Duchi di Guisa]]
[[Categoria:Personalità della Francia dei Borboni]]
[[Categoria:Coniugi dei Gonzaga|di Guisa]]
[[Categoria:Gran ciambellani di Francia|Guisa]]
[[Categoria:Arcivescovi di Reims]]
[[Categoria:Coniugi dei Gonzaga-Nevers]]
[[Categoria:Abati di Saint-Denis]]