Lucio Orbilio Pupillo: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Lucio<ref>{{cita|Funaioli|p. 134}}: il ''[[praenomina romani|praenomen]]'' Lucio è testimoniato dal solo [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]].</ref> Orbilio<ref>{{Cita|De Carlo}}, p. 299: «''Orbilius'' è gentilizio rarissimo, con due sole attestazioni epigrafiche a Roma, rinvenute nel sepolcreto sulla via Salaria 134, in una delle due, purtroppo frammentaria, si legge il cognomen Pupillus.»</ref> Pupillo<ref>''Orbilius Pupillus'' è traducibile con "orfanello minorenne" (vedi il lemma ''Pupillus'' nel [https://www.dizionario-latino.com/dizionario-latino-italiano.php?lemma=PUPILLUS100 Dizionario Olivetti], per cui il ''pupillus'' era il soggetto che necessitava di ''tutela'' parentale in caso di morte dei genitori fino ai 25 anni.</ref>
|Nome = Lucio<ref>Il ''[[praenomina romani|praenomen]]'' Lucio è testimoniato dal solo [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]</ref> Orbilio
|Cognome = Pupillo
|PostCognomeVirgola = meglio conosciuto semplicemente come '''Orbilio'''
|PreData = {{latino|Lucius Orbilius Pupillus}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = Benevento
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[114 a.C.|114]]-[[113 a.C.]]<ref>114 secondo {{cita|Bernert}}; {{cita|Smith}} indica invece il 113.</ref>
|AnnoNascita = 113 a.C.
|LuogoMorte = Roma
|LuogoMorteLink = Roma (città antica)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[14 a.C.|14]]-[[13 a.C.]]<ref>14 secondo {{cita|Bernert}}; {{cita|Smith}} indica invece il 13.</ref>
|AnnoMorte = 13 a.C.
|Epoca = I a.C.
|Attività = grammatico
|AttivitàAltre ={{sp}} e [[didattica|didatta]]
|Epoca = 100 a.C.
|Nazionalità = romano
|Immagine = Benevento Cattedrale Orbilio.jpg
|PostNazionalità =, universalmente noto come '''Orbilio''': ''Orbilius Pupillus'' (traducibile con "orfanello minorenne") non è ''nomen'' gentilizio ma un doppio ''[[cognomina romani|cognomen]]'' indicante condizione familiare
|Didascalia = La statua in alto a destra sulla facciata del [[duomo di Benevento]] raffigurerebbe Orbilio<ref>{{cita|Coppola|p. 118}}: «Posso dire con certezza che ancora oggi in Benevento, delle antiche statue allineate sulla facciata del Duomo, una ve ne mostrano che dicono fosse già quella di Orbilio: ma i più non sanno chi fosse Orbilio, e lo credono un santo, o almeno un uomo di chiesa...»</ref>
|Immagine = Benevento-Facciata Duomo 2.jpg
|Didascalia = Forse<ref>Secondo quanto riferisce [[Goffredo Coppola]], {{Quote|Posso dire con certezza che ancora oggi in Benevento, delle antiche statue allineate sulla facciata del Duomo, una ve ne mostrano che dicono fosse già quella di Orbilio: ma i più non sanno chi fosse Orbilio, e lo credono un santo, o almeno un uomo di chiesa...|''Il Gobbo al sole'' in ''Il Popolo d'Italia'', 5 luglio 1939, p. 3.}}</ref>la [[:File:Benevento Cattedrale Orbilio.jpg|statua in alto a destra]] sulla facciata del [[duomo di Benevento]] potrebbe aver raffigurato Orbilio.
}}
 
Grazie soprattutto al brevissimo intenso ritratto che ne ha lasciato [[Quinto Orazio Flacco]], è stato consacrato dalla tradizione successiva come [[archetipo]] del maestro pignolo, retrivo e irascibile.
 
== Biografia ==
[[Gaio Svetonio Tranquillo]] fornisce la biografia di Orbilio nel suo ''De grammaticis et rhetoribus''<ref name=SvetonioIX>{{cita|Svetonio|IX}}.</ref>. In quest'opera, che costituisce la principale fonte di informazioni su Orbilio, l'autore, pur indulgendo in particolari biografici curiosi e scandalistici, li accompagna con citazioni di fonti esterne componendo un ritratto coerente e caratteristico.
 
Nato a ''[[Beneventum]]'', Orbilio affrontò fin da ragazzo studi regolari con grande impegno<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''studia [...] quae iam inde a puero non leviter attigerat.''</ref>. In giovinezza, subì il grave trauma della perdita nello stesso giorno di entrambi i genitori per morte violenta<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''Morte parentum una atque eadem die inimicorum dolo interemptorum destitutus.''</ref>: era infatti il periodo della [[Guerra civile romana (83-82 a.C.)|guerra civile dell'83-82 a.C.]] tra [[Gaio Mario|Mario]] e [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] e della [[guerra sociale]], che provocarono migliaia di morti in tutta la [[Magna Grecia]] orientale.
La principale fonte d'informazioni biografiche è il nono capitolo del ''De grammaticis et rhetoribus'' di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]. In esso l'autore, come sua abitudine, indulge in particolari curiosi e scandalistici, ma li accompagna con citazioni di fonti esterne creando un ritratto coerente e caratteristico del personaggio.
 
Orbilio dovette dunque ingegnarsi come ''apparitor'', cioè passacarte e fattorino amministrativo<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''Primo apparituram magistratibus fecit.''</ref>. Prestò successivamente [[Esercito romano|servizio militare]] prima come [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|ausiliario]] e poi come [[Cavalleria (storia romana)|cavaliere]] (''[[cornicularius]]'') in [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]]. Terminata la leva militare, riprese e completò gli studi<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''Deinde in Macedonia corniculo, mox equo meruit, functusque militia studia repetiit.''</ref>.
Nato a [[Benevento]], Orbilio fin da ragazzo affrontò studi regolari con grande impegno. In giovinezza subì un grave trauma: nello stesso giorno perirono infatti di morte violenta entrambi i genitori. Era infatti il periodo del sanguinoso scontro politico tra [[Gaio Mario|Mario]] e [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] e della [[guerra sociale]] che provocò migliaia di morti in tutta la [[Magna Grecia]] orientale.
 
Dopo aver a lungo insegnato nella sua terra natale, a cinquant'anni si trasferì a [[Roma (città antica)|Roma]] nell'anno del consolato di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] (63 a.C.) e lì insegnò con maggior fama che guadagno<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''Professus diu in patria quinquagesimo demum anno Romam consule Cicerone transiit docuitque maiore fama quam emolumento.''</ref>: infatti, in età assai avanzata ammise in un suo scritto di vivere in povertà e di abitare in un sottotetto<ref>{{cita|Svetonio|IX, 1}}: ''Namque iam persenex pauperem se et habitare sub tegulis quodam scripto fatetur.''</ref>.
Egli dovette dunque ingegnarsi come ''apparitor'', cioè passacarte e fattorino amministrativo. Prestò successivamente [[Servizio_militare#I_Romani|servizio militare]] prima come [[Truppe ausiliarie dell'esercito romano|ausiliario]] e poi come [[cavalleria|cavaliere]] in [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]]. Terminata la leva militare riprese e completò gli studi.
 
Con la vecchiaia, il suo carattere si inasprì<ref>{{cita|Frisone|cap. V}}: «E poiché l'umile mestiere di docente era riservato ai cittadini collocati nei livelli più bassi della scala sociale o ai liberti e agli schiavi, si sentiva umiliato e con percosse sfogava sugli alunni la sua frustrazione dovuta pure al fallimento della pubblicazione di un'opera biografica mediocre.»</ref>; avversava in qualunque occasione, anche in pubblico e con parole sguaiate, non solo rivali letterari e personaggi famosi<ref name=Treccani>{{cita|Treccani}}.</ref>, ma anche i suoi studenti, come lascia intendere [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], che, avendo avuto Orbilio già sessantenne come insegnante, gli affibbiò il soprannome di ''plagosus'' ("che causa ferite/piaghe"<ref>{{cita|Pomponio Porfirione}} parafrasa ''Saeuum et saepe plagas inferentem.''</ref>, vale a dire "manesco"<ref>{{cita|Santamaita|§ 3.3}}: «...a Orbilio interessava che Orazio apprendesse il corretto uso della lingua latina; se per raggiungere questo obiettivo era necessario picchiare il giovinetto, ebbene lo picchiava senza tanti scrupoli, e anzi con la più profonda convinzione di agire "per il suo bene" [...] si trattava di una convinzione molto diffusa tra gli educatori, [...] agli occhi di chi lo praticava quel metodo garantiva [...] una buona conoscenza della grammatica [...] un salutare rispetto per la figura del ''magister'', nonché per estensione dell'autorità in quanto tale. I maestri non avevano uno status sociale di rilievo, come tutti coloro che dovevano lavorare per vivere: ormai nella Roma repubblicana era decaduto il valore del lavoro, uno dei presidi fondamentali dell'età arcaica».</ref> o addirittura "contundente"<ref>{{cita|Massarenti-Banda}}: «Forse si potrebbe rendere quel ''plagosus'' con un più ardito ''contundente''. Orbilio maestro contundente.»</ref>):
Dopo aver a lungo insegnato nella sua terra natale, a cinquant'anni si trasferì a [[Roma]] nell'anno del consolato di [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] ([[63 a.C.]]) e lì insegnò con maggior fama che guadagno: infatti, vecchissimo, ammette in un suo scritto di vivere in povertà e di abitare in un sottotetto<ref>Nel testo di Svetonio ''Namque iam persenex pauperem se et habitare sub tegulis quodam scripto fatetur.'' (''De Grammaticis'', IX)</ref>.
{{Citazione|E comunque non depreco e non voglio distrutti<br/>i poemi di [[Livio Andronico|Livio]] che — ricordo — a me da ragazzo<br/>Orbilio dettava a suon di botte, ma mi meraviglio<br/>che siano creduti puri, leggiadri, praticamente perfetti.|{{cita|Orazio|II, 1, 68-71}}|''Non equidem insector delendave carmina Livi''<br/>''esse reor, memini quae plagosum mihi parvo''<br/>''Orbilium dictare; sed emendata videri''<br/>''pulchraque et exactis minimum distantia miror.''|lingua=la}}
 
Tale attitudine non fu riservata solo alla didattica, ma fu usata anche contro personaggi politici, ai quali Orbilio non risparmiava allusioni sarcastiche: lo assicura Svetonio, riferendo un aneddoto<ref>{{cita|Svetonio|IX, 4}}. Si tratta di una frecciata che Orbilio indirizzò nel corso di un processo in cui era stato chiamato a testimoniare contro un [[Ottimati|ottimate]]: l'avvocato della difesa, non conoscendolo, gli chiese che professione praticasse, ed egli rispose che era solito "spostare i gobbi dal sole all'ombra", riferendosi all'imputato che era gobbo. L'oscurità della battuta è testimoniata dal fatto che il medesimo aneddoto è riferito anche da {{cita|Macrobio|II, 6, 4}}, ma con nomi e parole differenti.</ref> e riportando un verso del poeta [[Domizio Marso]]<ref name=Treccani />:
L'avanzare dell'età inasprì il suo carattere; fu duro non solo contro i rivali letterari, che avversava in qualunque occasione, ma anche contro i suoi studenti, come lascia intendere [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] che, avendolo avuto come insegnante sessantenne, gli affibbiò il soprannome di ''plagosus'' ("che causa ferite/piaghe", quindi "manesco"):
 
{{Citazione|Se quelli che Orbilio con la sferza e la verga colpì...|{{cita|Svetonio|IX}} &#61; Domizio Marso fr. 4 {{cita|Blänsdorf}}, traduzione di {{cita|Di Pol-Coggi|p. 37 n. 1}}.|''Si quos Orbilius ferula scuticaque cecidit''.|lingua=la}}
{{Citazione|E comunque non depreco e non voglio distrutti<br/>i poemi di [[Livio Andronico|Livio]] che -ricordo- a me da ragazzo<br/>Orbilio dettava a suon di botte, ma mi meraviglio <br/>che siano creduti puri, leggiadri, praticamente perfetti|''[[Epistole (Orazio)|Epistulae]]'' II, 1, 68-71|''Non equidem insector delendave carmina Livi''<br/>''esse reor, memini quae plagosum mihi parvo''<br/>''Orbilium dictare; sed emendata videri''<br/>''pulchraque et exactis minimum distantia miror.''|lingua=la
}}
Tale attitudine non fu riservata solo alla didattica, ma fu usata anche contro personaggi politici, ai quali Orbilio non risparmiava allusioni sarcastiche: lo assicura Svetonio riferendo un aneddoto<ref>Si tratta di una frecciata che Orbilio indirizzò nel corso di un processo in cui era stato chiamato a testimoniare contro un [[Ottimati|ottimate]]: l'avvocato della difesa, non conoscendolo, gli chiese che professione praticasse, ed egli risposte che era solito "spostare i gobbi dal sole all'ombra" riferendosi all'imputato che era gobbo. L'oscurità della battuta è testimoniata dal fatto che il medesimo aneddoto è riferito anche da [[Ambrogio Teodosio Macrobio|Macrobio]] (''[[Saturnalia (Macrobio)|Saturnalia]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Macrobius/Saturnalia/2*.html#6 II, 6]) ma con nomi e parole differenti.</ref> e riportando un verso del poeta [[Domizio Marso]]:
{{Citazione|Se Orbilio ha fatto a pezzi uno a bacchettate o staffilate...||''Si quos Orbilius ferula scuticaque cecidit''|lingua=la
}}
Morì quasi centenario, dopo aver perso la memoria, come ironizza [[Marco Furio Bibaculo|Furio Bibaculo]] nel suo [[epigramma]]:
{{Citazione|Dov'è mai Orbilio, che non ricorda più la letteratura?||''Orbilius ubinam est litterarum oblivio?''|lingua=la}}
Gli fu dedicata una statua a Benevento, dove appariva seduto, vestito di [[pallio (abito)|pallio]] e con ai lati due scrigni. Anche una strada a lui è dedicata nella sua città natale. Lasciò un figlio con il suo stesso nome, anch'egli grammatico e insegnante.
 
Il suo interesse per la letteratura antica è testimoniato da un altro aneddoto riportato da Svetonio<ref>{{cita|Svetonio|VIII}}.</ref>: il grammatico Pomponio Andronico, divenuto povero, vendette l'intera sua opera di ''Confutazioni degli [[Annales (Ennio)|Annali]] di [[Quinto Ennio|Ennio]]'' a uno sconosciuto per sedicimila [[sesterzio|sesterzi]]. Sparita dalla circolazione tale opera, secondo Svetonio Orbilio sostenne di aver ricomprato questi libri per curarne la diffusione a Roma sotto il nome del loro autore<ref>{{cita|Pecere|p. 32}}.</ref>.
Fu suo [[schiavitù nell'antica Roma|servo]] Scribonio di Afrodisia, il quale, [[liberto|affrancato]] da [[Scribonia]] (la prima moglie di [[Augusto|Ottaviano Augusto]]), divenne suo discepolo.
 
Morì quasi centenario, dopo aver perso la memoria, come ironizza [[Marco Furio Bibaculo|Furio Bibaculo]] nel suo [[epigramma]]<ref>{{cita|Svetonio|IX, 5}}: ''Vixit prope ad centesimum aetatis annum, amissa iam pridem memoria, ut versus Bibaculi docet.''</ref>:
{{Citazione|Dov'è mai Orbilio, che non ricorda più la letteratura?|{{cita|Svetonio|IX, 5}} &#61; Furio Bibaculo fr. 3 {{cita|Blänsdorf}}|''Orbilius ubinam est litterarum oblivio?''|lingua=la}}
 
Gli fu dedicata una statua a Benevento, dove appariva seduto, vestito di [[pallio (indumento)|pallio]] e con ai lati due scrigni<ref>{{cita|Svetonio|IX, 6}}: ''Statua eius Beneventi ostenditur in Capitolio ad sinistrum latus marmorea, habitu sedentis ac palliati, appositis duobus scriniis.''</ref>. Lasciò un figlio con il suo stesso nome, anch'egli grammatico e insegnante<ref>{{cita|Svetonio|IX, 7}}: ''Reliquit filium Orbilium, et ipsum grammaticum professorem.''</ref>.
 
Il grammatico [[Scribonio Afrodisio]] inizialmente era stato suo [[Schiavitù nell'antica Roma|servo]] e, una volta [[liberto|affrancato]] da [[Scribonia]], prima moglie di [[Augusto|Ottaviano Augusto]], divenne suo discepolo<ref>{{cita|Svetonio|XIX}}.</ref>.
 
== Opere ==
[[File:Roman school.jpg|right|thumb|250pxupright=1.1| Un ''magister'' romano con tre allievi. [[Bassorilievo]] rinvenuto a Neumagen-Dhron, presso [[Treviri]].]]
Di quanto scritto da Orbilio non ci è rimasto praticamente nulla. Svetonio però riferisce la pubblicazione di uno scrittoun'opera, intitolatointitolata ''Perialogos'', ariguardante basele di "lamentele per le offese che gli insegnanti ricevono a causa della negligenza o l'ambizione deldei genitori"<ref>Nel{{cita|Svetonio|IX, testo2}}: di''Librum Svetonioetiam cui est titulus'' †Perialogos† ''edidit, continentem querelas de iniuriis quas professores neglegentia aut ambitione parentum acciperent'' (''De grammaticis'', IX).</ref>. Dato però che ilTale titolo di tale libro, così come è riportato daidalla tradizione manoscrittimanoscritta di Svetonio, è parola insensatanon siadocumentata altrove né in [[Lingua latina|latino]] che in [[linguaLingua greca antica|greco]],; ina meno che non si presenzatratti di unaun inequivocabileneologismo corruzioneessa nellapiù trasmissioneprobabilmente testimonia un errore di trascrizione del testo: siil sonotitolo in lingua greca — sia esso in alfabeto greco o già traslitterato in alfabeto latino — non è stato compreso generando un errore che è giunto a noi nella forma ''Perialogos''. Sono state formulate dai [[filologia|filologi]] diverse ipotesi di emendazione per risalire alla sua corretta lettura: tra esse, oltre a {{polytoniccita|Περὶ ἄλγεοςBrugnoli}}, oltre a (''PerìPeri álgheosalgeos'',<ref>Traslitterazione indi greco{{lang|grc|Περὶ ἄλγεος}}, ''Il dolore'')<ref>G.: {{cita|Brugnoli,|p. [[1960]]12}}.</ref>, si citanocita {{polytoniclang|grc|Περιαλγής}}<ref>''Perialghés'', in greco (''perialghèsil tribolato''<ref>: {{Cita|Treccani}} e {{cita|Funaioli,}} [[1907]]che basa la sua preferenza sulla scorta di Jean{{Cita libro|nome=Jonathan|cognome=Toup, ''|titolo=Emendationes in Suidam et Hesychium: et alios lexicographos graecos'', vol. III, [[Oxford]] [[1790]], [http3|url=https://booksarchive.google.comorg/books?idstream/emendationesinsu03toupuoft#page/154/mode/2up|città=vt8NAAAAYAAJ&pgOxford|data=PA154&dq1790|lingua=toup+Suetonius&as_brrla|pagina=1&hl=it#PPA154,M1 p. 154]}}</ref>), ''PaedagogusPeri alogon''<ref>Traslitterazione di {{Cita librolang|nome=Fransgrc|cognome=vanΠερὶ Oudendorpἀλόγων}}, ''Gli irragionevoli''; è ipotesi di [[Filippo Beroaldo il Vecchio]] citata da {{cita|titolo=GFunaioli}}.</ref>, Suetonii{{lang|grc|Παιδαγωγός}}<ref>''Paidagogós'', de''Pedagogo''; illustribusè grammaticisipotesi di liber|città=[[LeidaJean Dorat|LeidenJohannes Auratus]] citata da {{Cita|data=1751|url=http://booksvan Oudendorp}}.google.it</books?id=ref>, ''Periautologos''<ref>Traslitterazione di {{lang|grc|Περὶ αὑτοῦ λόγος}} secondo {{cita|Baumgarten-dYPAAAAQAAJ&hl=it&pg=PA955#v=onepage&q&f=falseCrusius|datadiaccesso=29p. gennaio379}}, 2012vale a dire ''discorso su sé stesso'': ipotesi di {{cita|lingua=latinoJohann August Ernesti|pagine=954-55p. 13}}.</ref>, o ancora {{polytoniclang|Περιαυτόλογοςgrc|Αἰτιαλόγος}} (<ref>''PeriautólogosAitialogos'', secondo {{cita|Achille Stazio|p. 6}}, sarebbe un neologismo che indica un "discorso di reclamo", coerentemente alla descrizione che ne fa subito dopo Svetonio.</ref>Johann Auguste Ernesti{{lang|grc|Περιαλουργός}}<ref>''Perialurgós'', ''Suetoniusimporporato tutt'intorno'' ipotesi di Martin Hertz in {{cita|Prisciano|GLK 2, p. 381}}: è parola tratta dagli ''[[LipsiaGli acarnesi|Acarnesi]]'' di [[1748Aristofane]], in cui un certo Lisistrato è «tinto dai mali in porpora, cui del freddo le offese e della fame, premono trenta e più giorni al mese» ([[s:Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/194|traduzione di Ettore Romagnoli]]).</ref>).
 
=== Frammenti ===
 
Della sua opera ci sono giunti per tradizione indiretta solo tre frammenti che attestano l'interesse di Orbilio per le [[sinonimia|sinonimie]]:
 
Il primo è citato da Svetonio stesso nel ''De grammaticis et rhetoribus'':
{{Citazione|Ci sono quelli che distinguono ''letterato'' da ''letteratore'', come i Greci il grammatico dal grammatista, e l'uno lo definiscono assolutamente colto, l'altro mediocremente. Orbilio ne conferma l'opinione anche con esempi: e infatti afferma che i nostri avi, quando gli schiavi di qualcuno erano esposti in vendita, erano senz'altro soliti scrivere sul cartello non già ''letterato'' ma ''istruito'', quasi per dire che lo schiavo non era un perfetto conoscitore della letteratura ma soltanto uno che sapeva leggere e scrivere.<ref>{{cita|Coppola|p. 119}} parafrasa così: "«letterato» è assai più di «letteratore», essendo esso perfettamente educato nelle lettere rispetto all'altro che è soltanto iniziato alle lettere, dappoiché risultava in documenti che gli antichi se dovessero assumere a mercede un insegnante, l'assumevano sempre con la qualifica di «letteratore», e però pagavano assai meno che se l'avessero assunto con la qualifica di «letterato»".</ref>|{{cita|Svetonio|IV}} &#61; fr. 2 {{cita|Funaioli}}|''Sunt qui litteratum a litteratore distinguant, ut Graeci grammaticum a grammatista, et illum quidem absolute, hunc mediocriter doctum existiment. Quorum opinionem Orbilius etiam exemplis confirmat: namque apud maiores ait cum familia alicuius venalis produceretur, non temere quem'' litteratum ''in titulo sed'' litteratorem ''inscribi solitum esse, quasi non perfectum litteris sed imbutum.''|lingua=la}}
 
Il secondo è citato da [[Isidoro di Siviglia]] nelle ''Differentiae'', in riferimento a un frammento di [[Lucio Afranio (poeta)|Afranio]]:
{{Citazione|Ci sono quelli che distinguono ''letterato'' da ''istruito'', come i Greci il grammatico dal grammatista, e l'uno lo definiscono assolutamente colto, l'altro mediocremente. Orbilio ne conferma l'opinione anche con esempi: e infatti afferma che i nostri avi, quando vendevano all'asta gli schiavi di qualcuno erano senz'altro soliti scrivere sul cartello non già ''letterato'' ma ''istruito'', quasi per dire che lo schiavo non era un perfetto conoscitore della letteratura ma soltanto uno che sapeva leggere e scrivere.|''De Grammaticis'', IX|''Sunt qui litteratum a litteratore distinguant, ut Graeci grammaticum a grammatista, et illum quidem absolute, hunc mediocriter doctum existiment. Quorum opinionem Orbilius etiam exemplis confirmat: namque apud maiores ait cum familia alicuius venalis produceretur, non temere quem'' litteratum ''in titulo sed'' litteratorem ''inscribi solitum esse, quasi non perfectum litteris sed imbutum.|lingua=la}}
{{Citazione|Tra ''accusatore'' e ''incriminatore'' l'autorevole Orbilio sostiene che ci sia questa differenza: il ''criminator'' è uno che intenta un'accusa contro qualcuno e lo fa fin troppo spesso, il ''criminans'' invece chi intenta un'accusa e lo fa anche con un indizio, per cui risulta più pericoloso.<ref>{{cita|Coppola|p. 119}} parafrasa così: "l'«incriminante» è assai più pericoloso dell'«incriminatore», giacché se questi accusa con leggerezza e per abitudine, l'altro invece accusa con diffidenza e circospezione".</ref>|{{cita|Isidoro di Siviglia|86}} &#61; fr. 1 {{cita|Funaioli}}|''Inter'' criminatorem ''et'' criminantem ''hoc interesse auctor Orbilius putat, quod criminator sit qui alteri crimen inferat et id saepius faciat, criminans autem qui crimen inferat et cum suspicione quoque id faciat, qua re quis magis noxius videatur.''|lingua=la}}
 
Il terzo è citato da [[Prisciano]] nelle ''Institutiones grammaticae'', nella sezione dell'ottavo libro sulle forme verbali, dove vengono citati alcuni casi in cui verbi normalmente [[Verbi latini deponenti e semideponenti|deponenti]] (cioè di forma passiva ma di [[diatesi attiva]]) sono usati passivamente. A questi esempi sono accostati verbi di uguale comportamento in greco, a testimonianza dell'estrema sopravvivenza della diatesi mediopassiva anche in latino.
Il secondo frammento è citato da [[Isidoro di Siviglia]], in riferimento a un frammento di [[Lucio Afranio (poeta)|Afranio]]:
{{Citazione|(Da) Orbilio: che a malapena possano essere conseguiti dagli uomini, ἀνύεσθαι (pron. ''anýesthai'').|{{cita|Prisciano|VIII, 16}} &#61; fr. 3 {{cita|Funaioli}}|''Orbilius: quae vix ab hominibus consequi possunt'', ἀνύεσθαι.|lingua=la}}
 
== Riferimenti nella letteratura successiva ==
{{Citazione|tra ''accusatore'' e ''incriminatore'' l'autorevole Orbilio sostiene che ci sia questa differenza: il ''criminator'' è uno che intenta un'accusa contro qualcuno e lo fa fin troppo spesso, il ''criminans'' invece chi intenta un'accusa e lo fa anche con un indizio, per cui risulta più pericoloso.|''Differentiae verborum'', 86|''Inter'' criminatorem ''et'' criminantem ''hoc interesse auctor Orbilius putat, quod criminator sit qui alteri crimen inferat et id saepius faciat, criminans autem qui crimen inferat et cum suspicione quoque id faciat, qua re quis magis noxius videatur''|lingua=la}}
Finite nell'oblio le sue opere, la fortuna della figura di Orbilio fu per secoli legata a quella del suo alunno più noto, [[Quinto Orazio Flacco]], che ne consegnò ai posteri il brevissimo ritratto di istitutore puntiglioso, retrivo e violento. Tale reputazione divenne ben presto stereotipo del personaggio di Orbilio, trasformato così nell'icona dell'istitutore incline alla punizione corporale, come appare da alcune testimonianze di epoche successive.
 
===L'orbilianismo===
Il terzo è citato da [[Prisciano]], nella sezione sulle forme verbali, dove vengono citati alcuni casi in cui verbi normalmente deponenti (cioè di forma passiva ma di diatesi attiva) sono usati passivamente. A questi esempi sono accostati verbi di uguale comportamento in greco, a testimonianza dell'estrema sopravvivenza della [[diatesi]] mediopassiva anche in latino.
Lo stereotipo di Orbilio generò in epoca illuminista la parola ''orbilianismo'', indicante la [[parafilia]] degli ''orbilianisti'', educatori che abusano della flagellazione sugli studenti provandone piacere. I termini compaiono nel curioso libello francese dal titolo ''Memorie storiche sull’orbilianismo e sulle correzioni dei gesuiti''<ref>Vedi {{cita|Viou}} e {{cita|Di Pol-Coggi|cap. 5}}.</ref> pubblicato nel 1764. In esso la denuncia dei metodi sadici e violenti degli educatori religiosi non era tanto ispirata a volontà umanitarie quanto a un'esplicita propaganda antigesuitica nella Francia che di lì a poco avrebbe intrapreso la via della [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]].
 
{{Citazione|(Da) Orbilio: che a malapena possano essere conseguiti dagli uomini, ἀνύεσθαι (pron. ''anýesthai'')|''Institutiones'', VIII, 16|''Orbilius: quae vix ab hominibus consequi possunt'', ἀνύεσθαι|lingua=la}}
 
== Riferimenti nella letteratura moderna ==
 
Finite nell'oblio le sue opere, la fortuna della figura di Orbilio fu per secoli legata a quella del più noto alunno, [[Quinto Orazio Flacco]], che ne consegnò ai posteri quel brevissimo ritratto di istitutore puntiglioso, retrivo e violento. Da questa sua reputazione furono tratti diversi quadretti letterari:
 
===Pieter van Braam===
Il [[:categoria:poetifilologo e olandesi|poeta olandese]] [[Pieter van Braam]] incluseoltre nellaa sua raccolta dipregevoli ''Carmina, munus amiciscarmina'' (in lingua latina scrisse anche diverse poesie in [[1809lingua olandese|olandese]]) unatra poesiacui una intitolata ''Orbilius Antibarbarus'':
{{Citazione|Il bravo Orbilio, il [[Lorenzo Valla|Valla]] del suo tempo,<br />che dedica tutta l'energia della sua mente<br />a investigare con appropriato giudizio<br />vecchi e nuovi abbecedari<br /><br />lui che scopre severamente una virgola fuori posto,<br />e, mentre le lettere indicano la parola e le parole oggetti,<br />pensa prima alle lettere e dopo al loro senso;<br />lui a cui non sfuggono punti o linee,<br /><br />quell'eroe, grazie ai suoi nobili tentativi,<br />così elegantemente soppesa la lingua.<br />La sua vista acuta recentemente è caduta<br />per caso su un'insegna pubblicitaria:<br /><br />Cosa vede?... Si ferma, impallidisce e dice: «O folli!<br />Dove andremo a finire?... Ahimè!<br />a tal punto adesso osate confondere la nostra bella lingua,<br />O rovinata madrepatria... Oh! Caffè con la K!»|{{cita|Geysbeek|pp. 386-387}}|''De schrandre Orbilius, de Valla van zijn' tijd,''<br />''Die al zijn geestvermogens wijdt''<br />''Aan 't oordeelkundig onderzoeken''<br />''Van oude en nieuwe spelleboeken,''<br /><br />''Hij, die de doling van een komma fiks betrapt,''<br />''En, wijl de letters 't woord en woorden zaken maken,''<br />''Eerst om de letters denkt, en eindlijk om de zaken;''<br />''Hij, wien geen streep, geen stip ontsnapt.''<br /><br />''Die held, die door zijn edelmoedig pogen,''<br />''De taal dus keurig schift en zift,''<br />''Sloeg onderdaags de scherpziende oogen''<br />''Toevallig op een luifelschrift:''<br /><br />''Wat ziet hij?... hij staat stil, verbleekt, en zegt: ô Narren!''<br />''Waar zal 't in 't eind nog heen?... ô wee!''<br />''Zoo durft men thans uw schoone taal verwarren,''<br />''Rampzalig vaderland!... Ach! Koffie met een C!''|lingua=nl}}
 
La poesia fu inclusa da Pieter Gerardus Witsen Geysbeek nel ''Dizionario biografico, antologico e critico della poesia olandese''<ref>{{Cita|Geysbeek|pp. 386-387}}.</ref> come rappresentativa della personalità del suo autore. Essa era rimasta originariamente inedita ma fu scoperta fra le carte del poeta da Ewald Kist che l'inserì nel suo ''Elogio di Pieter van Braam''.<ref>{{Cita libro|nome=Ewald|cognome=Kist|titolo=Lofrede op Pieter van Braam,|url=https://books.google.it/books?id=X99NAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Lofrede+op+Pieter+Van+Braam&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj-4s_ttvXZAhWKXhQKHW81AVwQ6AEIKDAA#v=twopage&q=Orbilius&f=false|data=1818|città=Dordrecht|lingua=nl}}, p. 94.</ref>
{{Citazione|Il bravo Orbilio, il [[Lorenzo Valla|Valla]] del suo tempo,<br />che dedica tutta l'energia della sua mente<br />a investigare con appropriato giudizio<br />vecchi e nuovi libri di sillabazione<br /><br />lui che scopre severamente una virgola fuori posto,<br />
e, mentre le lettere indicano la parola e le parole oggetti,<br />pensa prima alle lettere e dopo al loro senso;<br />lui a cui non sfuggono punti o linee,<br /><br />quell'eroe, grazie ai suoi nobili tentativi<br />così elegantemente soppesa la lingua.<br />La sua vista acuta recentemente è caduta<br />per caso su un'insegna pubblicitaria:<br /><br />Cosa vede? Si ferma, impallidisce e dice: "O folli!<br />Dove andremo a finire? Ahimè!!<br />a tal punto adesso osate confondere la nostra bella lingua,<br />O rovinata madrepatria… Oh! Caffè con la K!|Da Pieter Gerardus Witsen Geysbeek, ''Biographisch anthologisch en critisch woordenboek der Nederduitsche dichters'', vol. 1 pp. 386-387<ref>[http://books.google.com/books?id=8RvuCJCT71cC&printsec=titlepage&hl=it#PPA387,M1 reperibile su books.google.com]. Pieter Gerardus Witsen Geysbeek a sua volta estrae la poesia da Ewald Kist, ''Lofrede op Pieter van Braam'', [[Dordrecht]] [[1818]], p. 94</ref>|''De schrandre Orbilius, de Valla van zijn' tijd,''<br />''Die al zijn geestvermogens wijdt''<br />''Aan 't oordeelkundig onderzoeken''<br />''Van oude en nieuwe spelleboeken.'' <br /><br />''Hij, die de doling van een komma fiks betrapt,''<br />''En, wijl de letters 't woord en woorden zaken maken,''<br />''Eerst om de letters denkt, en eindlijk om de zaken;''<br />''Hij, wien geen streep, geen stip ontsnapt,''<br /><br />''Die held, die door zijn edelmoedig pogen,''<br />''De taal dus keurig schift en zift,''<br />''Sloeg onderdaags de scherpziende oogen''<br />''Toevallig op een luifelschrift:''<br /><br />''Wat ziet hij? ... hij staat stil, verbleekt, en zegt: ô Narren!''<br />''Waar zal 't in 't eind nog heen? ... ô wee!''<br />''Zoo durft men thans uw schoone taal verwarren,<br />
''Rampzalig vaderland! ... Ach! Koffie met een C!''|lingua=nl}}
 
===Arthur Rimbaud===
[[File:Carjat Arthur Rimbaud 1872 n2.jpg|right|100pxupright=0.5|thumb|Arthur Rimbaud]]
Il [[:categoria:Poeti francesi|poeta francese]] [[Arthur Rimbaud]], esempio di genio precoce, a quattordici anni appena compiuti era già abile versificatore in latino. Studente esterno al collegio di [[Charleville-Mézières|Charleville]], il 6 novembre [[1868]] propose il suo primo saggio di poesia, ''Ver erat''<ref>{{cita|De Graaf|p. 8}}.</ref>. Esso inizia descrivendo il poeta [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], a sua volta giovane studente, mentre approfitta di un'assenza forzata del maestro per effettuare una scampagnata:
{{Citazione|Era primavera, e a Roma languiva per morbo infermo<br />Orbilio: tacquero gli strali del crudele maestro<br />Non più giungeva alle orecchie il suon delle percosse,<br />Né la sferza tormentava le membra con diuturno dolore...|{{cita|Rimbaud}}, ''Ver erat'', 1-4|''Ver erat, et morbo Romae languebat inerti''<br />''Orbilius: diri tacuerunt tela magistri''<br />''Plagarumque sonus non jam veniebat ad aures,''<br />''Nec ferula assiduo cruciabat membra dolore...''|lingua=la}}
 
Involontaria o intenzionale, l'identificazione dell'autore con il protagonista crea nello sviluppo successivo di questo poemetto un'impressionante profezia del futuro poeta [[simbolismo|simbolista]] e ribelle a ogni coercizione: Orazio si addormenta presso la riva di un fiume e in sogno viene incoronato d'alloro da uno stormo di colombe.<br>Gli appare poi [[Apollo]] in persona che gli scrive sul capo ''<small>TV VATES ERIS</small>'' ("Tu sarai un veggente"); le colombe si riveleranno infine essere le [[Muse (divinità)|nove Muse]].
{{Citazione|Era primavera, e a Roma languiva per morbo infermo<br />Orbilio: tacquero gli strali del crudele maestro<br />Non più giungeva alle orecchie il suon delle percosse<br />Né la sferza tormentava le membra con diuturno dolore...|A. Rimbaud, ''Vers de Collège'', a cura di Jules Mouquet, Paris, Mercure de France, 1932.|''Ver erat, et morbo Romae languebat inerti''<br />''Orbilius: diri tacuerunt tela magistri''<br />''Plagarumque sonus non jam veniebat ad aures,''<br />''Nec ferula assiduo cruciabat membra dolore...''|lingua=la}}
 
Involontaria o intenzionale, l'identificazione dell'autore con il protagonista crea nello sviluppo successivo di questo poemetto un'impressionante profezia del futuro poeta [[simbolismo|simbolista]] e ribelle a ogni coercizione: Orazio si addormenta presso la riva di un fiume e in sogno viene incoronato d'alloro da uno stormo di colombe; gli appare poi [[Apollo]] in persona che gli scrive sul capo ''<small>TV VATES ERIS</small>'' ("Tu sarai un veggente"). Le colombe si riveleranno infine essere [[Muse (mitologia)|le nove Muse]].
 
===Giovanni Pascoli===
[[File:Giovanni Pascoli 01.jpg|right|100pxupright=0.5|thumb|Giovanni Pascoli]]
Il [[:categoria:poeti italiani|poeta italiano]] [[Giovanni Pascoli]] nel suo ''carmen'' latino ''Sosii fratres bibliopolae'' ("Fratelli Sosii Editori"), scritto nel [[1899]] e vincitore del ''[[Certamen poeticum Hoeufftianum]]'' di [[Amsterdam]] nel [[1900]], rievocò Orbilio assieme a [[Publio Valerio Catone]], nello scenario di una famosa casa editrice romana del [[I secolo a.C.]], mentre brontolano contro le nuove mode letterarie che stanno decretando il successo della poesia [[Publio Virgilio Marone|virgiliana]] e se ne vanno, uno da una parte, l'altrouno dall'altra, scuotendo la testa<ref>{{cita|Pascoli, ''Sosii fratres bibliopolae''|vv. 73-111}}.</ref>.
 
===Goffredo Note Coppola===
[[File:Goffredo Coppola.JPG|upright=0.5|thumb|Goffredo Coppola]]
Un ritratto di Orbilio fuori dal coro è quello tratteggiato nel 1939 dal filologo [[Goffredo Coppola]], che pone l'accento sulla povertà<ref>Vedi anche {{cita|Frisone|cap. V}}: La professione di maestro di scuola era scarsamente considerata e poco retribuita. Il compenso consisteva nella modesta cifra di otto [[Asse (moneta)|assi]] per alunno e in piccoli saltuari donativi da parte delle famiglie degli scolari. Questa misera condizione fu prevalente per tutta l'età repubblicana e cambiò solamente in epoca imperiale quando [[Vespasiano]] riconobbe l'importante ruolo degli educatori, stabilendo uno stipendio annuo di 100.000 sesterzi tratti dalla cassa imperiale privata, il ''[[Fiscus Caesaris|fiscus]]''.</ref> che accompagnò Orbilio per tutta la vita travagliata anche dalle noiose lamentele delle famiglie degli alunni<ref name="SvetonioIX" />, a partire dall'infanzia tristissima, passando per le infelici condizioni economiche di emigrato a Roma fino a giungere alla vecchiaia trascorsa nella decrepitezza e nello squallore<ref>«...un pover'uomo che tirava a campare con poche, asciutte ed aspre lezioni di grammatica... in soffitta, povero e sempre alle porte del bisogno.» {{cita|Coppola|pp. 117-118}}.</ref>.
 
Tuttavia a questa premessa biografica Coppola fa seguire un elogio del personaggio interpretandone l'indole acerba come "rustica, burbera e tagliente", retaggio di "quella sanità contadina che dopo tanti secoli contraddistingue la gente campana", mentre le battute sarcastiche attribuitegli da Svetonio e Macrobio sono definite da Coppola lo spirito di chi "è stato educato giorno per giorno alla rude franchezza del carattere"<ref>{{Cita|Coppola|p. 117}}.</ref>.
<references />
 
La provocatoria simpatia di Coppola per Orbilio arriva al punto di fargli affermare che l'aggettivo ''plagosus'' attribuitogli da Orazio sia in realtà "un omaggio finemente allusivo alla virtù sua di perspicace interprete di vocaboli", e che l'apprendistato sotto Orbilio abbia contribuito a risvegliare in Orazio la vocazione alla scrittura satirica con la proprietà di linguaggio che contraddistingue il poeta venosino<ref>{{cita|Coppola|p. 120}}.</ref>.
{{-}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
;Fonti primarie
* {{SmithDGRBM|articolo=Orbilius Pupillus|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=orbilius-pupillus-bio-1&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104}}
*[[Isidoro di Siviglia]], ''[[:la:s:Differentiae|Differentiae verborum]]'', LXXXVI.
*[[Gino Funaioli]], ''Grammaticae Romanae Fragmenta''. [[Lipsia]], Teubner, [[1907]] ([[Stoccarda]], Teubner, [[1969]]²).
** {{cita libro|autore-articolo=[[Faustino Arévalo]]|articolo= Sancti Isidori Hispalensis episcopi Differentiarum sive de proprietate sermonum Libri duo| titolo= Sancti Isidori Hispalensis episcopi opera omnia tomus V|lingua=la|curatore=[[Jacques Paul Migne]]|url= https://archive.org/details/patrologiae83unknuoft|annooriginale=1797|anno= 1850|editore= Migne|città=Parigi|collana=Patrologiae cursus completus - Series latina|volume=83|p=20|cid=Isidoro di Siviglia}}
*Ernst Bernert, ''Orbilius'', in ''[[Pauly-Wissowa|Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft]]'', XVIII, I, [[1939]], coll. 876-77.
*{{cita libro|autore=[[Ambrogio Teodosio Macrobio]]|titolo=[[Saturnalia (Macrobio)|Saturnalia]]|cid=Macrobio}}
*Henry Bardon, ''La Littérature latine inconnue''. I, [[Parigi]], Klincksieck, [[1952]], pp. 293-94.
**{{cita libro|autore=Macrobius|titolo=Macrobius|curatore=[[Franz Eyssenhardt]]|url=https://books.google.it/books?id=ULOEXSfxnUoC&printsec=frontcover&hl=it&q=Orbilius&f=false|città=Lipsia|editore=Teubner|anno=1868}}
*Giorgio Brugnoli, ''C. Suetoni Tranquilli praeter Caesarum Libros Reliquiae'' (''De grammaticis et Rhetoribus''). ''Pars 1'', Roma, [[1960]].
*{{cita libro|autore=[[Quinto Orazio Flacco]]|titolo=[[Epistole (Orazio)|Epistulae]]|cid=Orazio}}
*Robert A. Kaster, ''Suetonius, De grammaticis et rhetoribus'', Oxford Clarendon Press, [[1995]], pp. 128-137. ISBN 01-981-4091-6
*{{cita libro|autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo]]|titolo=De grammaticis et rhetoribus|cid=Svetonio}}
*Giovanni Garuti, ''s. v. Orbilio, [[Enciclopedia oraziana]]''. I, [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], [[Roma]] [[1996]], pp. 832-34.
**{{cita libro|autore=Gaio Svetonio Tranquillo|titolo=C. Suetonii Tranquilli Libri II De inlustribus grammaticis et claris rhetoribus|curatore=[[Achille Stazio]]|città=Roma|data=1565|editore=ex officina Vincentij Lucchini|url=https://archive.org/details/bub_gb_azzOBfSTcdkC/page/n19/mode/2up|lingua=la|cid=Achille Stazio}}
*[[Goffredo Coppola]], ''Il gobbo al sole'' in ''[[Il Popolo d'Italia]]'', 5 luglio [[1939]]; ora in ''Scritti papirologici e filologici'', a cura di Vanna Maraglino, Edizioni Dedalo, [[Bari]] [[2006]], pp. 117-20. ISBN 88-220-5811-9
**{{cita libro|autore=Gaio Svetonio Tranquillo|curatore=Frans van Oudendorp|titolo=C. Suetonii de illustribus grammaticis liber|città=Leiden|data=1751|url=http://books.google.it/books?id=-dYPAAAAQAAJ&hl=it&pg=PA955#v=onepage&q&f=false|accesso=29 gennaio 2012|lingua=la|pagine=954-955|cid=van Oudendorp}}
**{{cita libro|autore=Gaio Svetonio Tranquillo|titolo=Opera, textu ad Codd. MSS. recognito, |curatore=Johann August Ernesti|url=https://archive.org/stream/csuetonitranqui00fogggoog#page/n19/mode/2up|vol=3|editore=Impensis Kasp. Frisch|città=Lipsia|anno=1802|lingua=la|cid=Johann August Ernesti}}
**{{cita libro|autore=Gaio Svetonio Tranquillo|titolo=Opera; textu ad praestantissimas editiones recognito|curatore=Detlev Karl Wilhelm Baumgarten-Crusius|editore=apud Gerhardum Fleischerum jun.|città=Lipsia|anno=1816|vol=2|url=https://archive.org/stream/operatextuadprae02suetuoft#page/378/mode/2up|lingua=la|cid=Baumgarten-Crusius}}
**{{cita libro|curatore=[[Giorgio Brugnoli]]|titolo=C. Suetoni Tranquilli praeter Caesarum Libros Reliquiae.|volume=Pars prior: De grammaticis et rhetoribus|città=Lipsia|editore=B.G. Teubner|anno=1972|edizione=3|url=https://archive.org/details/Suetonius|cid=Brugnoli|lingua=la|SBN=SBL0696818}}
**{{Cita libro|autore=Gaio Svetonio Tranquillo|curatore=Robert A. Kaster|titolo=Suetonius, De grammaticis et rhetoribus|editore=Oxford Clarendon Press|anno=1995|pp=128-137|lingua=la|isbn=978-019814091-7}}
 
;Fonti secondarie
*{{cita libro|autore=Jean Pierre Viou|titolo=Mémoires historiques sur l'orbilianisme et les correcteurs des Jésuites, avec la décision d'un cas de conscience extrêmement singulier, et quelques petits coups de patte donnés en passant, tant à droite qu'à gauche, mais sans aucune intention d'égratigner personne en particulier.|città=Ginevra|anno=1763|url=http://www.bibliocuriosa.com/index.php/La_Flagellation_chez_les_J%C3%A9suites|lingua=fr|cid=Viou}}
*{{cita libro|autore=Pieter Gerardus Witsen Geysbeek|titolo=Biographisch anthologisch en critisch woordenboek der Nederduitsche dichters|vol=1|lingua=nl|città=Amsterdam|anno=1821|editore=C.L. Schleijer|url=http://books.google.com/books?id=8RvuCJCT71cC&printsec=titlepage&hl=it#PPA387,M1|cid=Geysbeek}}
*{{cita libro|autore=Adolph Gottlob Lange|titolo=Andenken an Orbilius|vol=|lingua=de|città=Lipsia|anno=1832|collana=Vermischte Schrifte und Reden|pp=182-188|editore=Friedrich Fleischer|url=https://books.google.it/books?id=fHM5AAAAcAAJ|cid=Lange}}
*{{cita libro|autore=[[Prisciano]]|titolo=Institutiones grammaticae|url=https://archive.org/stream/PriscianiInstitutionumGrammaticarumLibri/PriscianiInstitutionumGrammaticarumLibriI-xiihertz.1855#page/n429/mode/2up|curatore=[[Martin Hertz]]|editore=Teubner|città=Lipsia|anno=1855|volume=1|p=381|lingua=la|cid=Prisciano}}
*{{cita libro|autore=[[Pomponio Porfirione]]|titolo=Commentum in Horatium Flaccum|volume=Commentum in Horati Epistulas Pomponi Porphyrionis|url=http://latin.packhum.org/loc/1512/6/20/9465-9473|editore=A. Holder|anno=1894|cid=Pomponio Porfirione|lingua=la}}
*{{SmithDGRBM|articolo=Orbilius Pupillus|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=orbilius-pupillus-bio-1&fromdoc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0104|cid=Smith}}
*{{cita libro|curatore=[[Gino Funaioli]]|titolo=Grammaticae Romanae Fragmenta|url=https://archive.org/stream/grammaticaeroma00funagoog#page/n173|città=Lipsia|editore=Teubner|anno=1907|pp=134-135|cid=Funaioli|lingua=la}}
*{{Cita libro|autore=Adolfo Gandiglio|wkautore=Adolfo Gandiglio|titolo=Giovanni Pascoli, poeta latino|editore=Società anonima editrice Francesco Perrella|città=Milano|anno=1924|pp=74 e segg.|SBN=RAV0224785}}
*{{cita libro|autore=[[Arthur Rimbaud]]|titolo=Vers de Collège|curatore=Jules Mouquet|città=Parigi|editore=Mercure de France|anno=1932|cid=Rimbaud|lingua=fr}}
*{{Treccani|orbilio-pupillo-l_(Enciclopedia-Italiana)|ORBILIO, Pupillo, L.|accesso = 8 marzo 2018|autore = [[Gino Funaioli]]|data = 1935|cid = Treccani}}
*{{cita libro|autore=Ernst Bernert|titolo=Orbilius|collana=[[Pauly-Wissowa|Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft]]|volume=XVIII, I|anno=1939|posizione=[[:de:s:RE:Orbilius|coll. 876-877]]|lingua=de|cid=Bernert}}
*{{Cita libro|autore=Henry Bardon|collana=La Littérature latine inconnue|volume=vol. 1, L'époque républicaine|città=Parigi|editore=Klincksieck|anno=1952|pp=293-294|lingua=fr|SBN=RMS0036632}}
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Pascoli]]|titolo=Poesie latine|curatore=Manara Valgimigli|città=Milano|editore=Mondadori|anno=1966|edizione=4|cid=Pascoli, ''Sosii fratres bibliopolae''|lingua=la|SBN=UBO1275405}}
*{{Cita libro|autore=Giovanni Garuti|titolo=Orbilio|collana=[[Enciclopedia oraziana]]|volume=1|editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani|città=Roma|anno=1996|pp=832-834}}
*{{cita libro|autore=Gianni Vergineo|titolo=La via del ritorno: segni di civiltà beneventana|editore=Arte tipografica|città=Napoli|anno=2001|isbn=978-88-8737506-0|pp=54 e segg.}}
*{{cita libro|autore=Daniel A. De Graaf|titolo=Arhur Rimbaud. Sa vie, son œuvre|città=Parigi|editore=L'Harmattan|anno=2005|isbn=978-274758303-9|cid=De Graaf|lingua=fr}}
*{{Cita news|autore=[[Goffredo Coppola]]|url=http://digiteca.bsmc.it/?l=periodici&t=Popolo%20d%60Italia%28Il%29|titolo=Il gobbo al sole|pubblicazione=[[Il Popolo d'Italia]]|data=5 luglio 1939|pagina=[http://teca.bsmc.it/pub/images/materiale_a_stampa/periodico/Popolo%20d%60Italia(Il)/CUB0706991_1939_00007/CUB0706991_1939_00007_031.jpg 3]}} (ora in {{cita libro|autore=Goffredo Coppola|curatore=Vanna Maraglino|url=http://books.google.it/books?id=Mk_HzbWxIC4C&pg=PA117#v=onepage&q&f=false|titolo=Scritti papirologici e filologici|editore=Edizioni Dedalo|città=Bari|anno=2006|isbn=88-220-5811-9|cid=Coppola}})
*{{Cita libro|nome=Oronzo|cognome=Pecere|titolo=Roma antica e il testo. Scritture d'autore e composizione letteraria|editore=Giuseppe Laterza e figli|città=Milano-Bari|anno=2010|ISBN=978-88-4209393-0|url=https://books.google.it/books?id=1l2ODAAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false|cid=Pecere}}
*{{cita libro|curatore=Jürgen Blänsdorf|titolo=Fragmenta poetarum Latinorum|città=Berlino-New York|editore=De Gruyter|anno=2011|isbn=978-3-11-025449-5|cid=Blänsdorf|lingua=la}}
*{{cita libro|autore=Saverio Santamaita|titolo=Storia dell'educazione e delle pedagogie|editore=Bruno Mondadori|anno=2013|città=Milano|cid=Santamaita|isbn=978-886159662-7|url=https://books.google.it/books?id=JO_JAgAAQBAJ&pg=PT45&dq=Lucio+Orbilio+Pupillo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiW8P--s5jZAhXN16QKHSDaA28Q6AEISjAG#v=onepage&q=Lucio%20Orbilio%20Pupillo&f=false}}
*{{cita pubblicazione |nome=Antonella |cognome=De Carlo |titolo=Il ceto equestre di ''Benevetum'' romana |rivista= ANTIQVA BENEVENTANA |curatore=Paola Caruso|editore= La provincia sannita |città= Benevento |volume= 1|numero= 1|anno= 2013 |mese= |pp= 263-315|id= |pmid= |url= https://www.academia.edu/44277997/ANTIQVA_BENEVENTANA_La_storia_della_citt%C3%A0_romana_attraverso_la_documentazione_epigrafica_a_cura_di_PAOLA_CARUSO_LA_PROVINCIA_SANNITA|formato=pdf |isbn=978-88-907651-7-9|accesso= 24 ottobre 2022}}
*{{Cita news|autore=[[Armando Massarenti]] – [[Alessandro Banda]]|titolo=Lamento di Orazio sul Maestro|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|data=26 agosto 2015|cid=Massarenti-Banda|url=http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000002325243|accesso=30 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180330211647/http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=0000002325243|dataarchivio=30 marzo 2018|urlmorto=sì}}
*{{cita libro|curatore=Redi Sante Di Pol|curatore2=Cristina Coggi|titolo=La Scuola e l'Università tra passato e presente. Volume in onore del Prof. Giorgio Chiosso|editore=FrancoAngeli|anno=2017|città=Milano|isbn=978-889175907-8|cid=Di Pol-Coggi}}
*{{cita libro|autore=Pasquale Frisone|titolo=Vita nell'antica Roma Repubblicana|url=https://books.google.it/books?id=qWKCDgAAQBAJ&pg=PT90&dq=Lucio+Orbilio+Pupillo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjHsbzJyZjZAhWKKewKHUoyCfcQ6AEIVTAI#v=onepage&q=Lucio%20Orbilio%20Pupillo&f=false|editore=Elison Publishing|città=Novoli (LE)|anno=2017|cid=Frisone|isbn=978-886963126-9}}
 
==Voci correlate==
*[[Educazione nell'antica Roma]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Lucius Orbilius Pupillus}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
* {{la}} Testo del [[:s:la:De_viris_illustribus_De viris illustribus -_De_grammaticis_et_rhetoribus De grammaticis et rhetoribus#IX|''De grammaticis et Rhetoribus'' di Svetonio]], su Wikisourcela.wikisource.org.
* {{la}} Testo del ''[http://www.mauriziopistone.it/testi/carmina/07_sosii_fratres_bibliopolae.html Sosii fratres bibliopolae]'' di Pascoli
* {{la}} Testo completo di ''[[s:la:Ver erat|Ver erat]]'', poemetto di Arthur Rimbaud, su Wikisourcela.wikisource.org.
 
* {{en}} Un immaginoso [[apologo]] narra di come una [[Sibilla]] [http://cybersybils.com/Orb.html profetizzi] a Orbilio l'immortalità che Orazio gli avrebbe tributato
{{Grammatici romani}}
* {{en}} Orbilio è citato nel [http://www.columbia.edu/cu/augustine/arch/lewis/abolition1.htm saggio ''The Abolition of Man''] di [[Clive Staples Lewis]]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|biografie|letteratura|lingua latina}}
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