Attentati dell'11 settembre 2001: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|il film omonimo|11 settembre 2001 (film)|11 settembre 2001}}
{{Incidente
|titolo = Attentati dell'11 settembre 2001
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|data = 11 settembre [[2001]]
|ora-inizio = 08:46
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|nazione = USA
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|luogo = [[Contea di Arlington|Arlington]], [[Manhattan|Manhattan (New York)]], [[Washington]]
|obiettivo = [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] o [[Casa Bianca]] (non realizzato), [[Pentagono (edificio)|Pentagono]], [[World Trade Center]]
|responsabili = [[Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001|Terroristi]] legati ad [[Al-Qa'ida|Al-Qāʿida]]
|motivazione = Ostilità di Al-Qāʿida nei confronti degli Stati Uniti
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}}
Gli '''attentati dell'11 settembre 2001''' furono una serie di [[attacco suicida|attacchi suicidi]] [[Terrorismo|terroristici]] coordinati, compiuti contro obiettivi civili e militari degli [[Stati Uniti d'America]] da un gruppo di terroristi appartenenti all'organizzazione terroristica [[al-Qāʿida]]<ref name="SecCounc">{{Cita web|lingua=en|url=http://www.un.org/News/Press/docs/2001/SC7143.doc.htm|titolo=Security Council Condemns, 'In Strongest Terms' Terrorist Attacks on the United States|editore=United Nations|data=12 settembre 2001|citazione=Il Consiglio di Sicurezza oggi, a seguito di quelli che ha chiamato ieri "gli orrendi attacchi terroristici" a New York, Washington e in Pennsylvania, ha inequivocabilmente condannato quegli atti ed espresso la propria vicinanza e le proprie condoglianze alle vittime e alle loro famiglie e al popolo e al Governo degli Stati Uniti.|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190323073901/https://www.un.org/press/en/2001/SC7143.doc.htm|urlmorto=no}}</ref>. Gli attacchi causarono la morte di [[Vittime degli attentati dell'11 settembre 2001|{{formatnum:2977}} persone (più 19 attentatori)]] e il ferimento di oltre {{formatnum:6000}} persone<ref>{{Cita news|url=https://www.washingtonpost.com/news/wonk/wp/2013/09/11/nine-facts-about-terrorism-in-the-united-states-since-911/|titolo=Nine facts about terrorism in the United States since 9/11|editore=The Washington Post|accesso=26 novembre 2015|data=11 settembre 2013}}</ref>. Negli anni successivi si verificarono ulteriori decessi a causa di tumori e malattie respiratorie legate alle conseguenze degli attacchi. Per questi motivi e per gli ingenti danni infrastrutturali causati<ref>{{Cita web|url=http://www.iags.org/costof911.html|titolo=The Cost of September 11|accesso=24 settembre 2019}}</ref> tali eventi sono spesso considerati dall'[[opinione pubblica]] come i più gravi attentati terroristici dell'[[Storia contemporanea|età contemporanea]].
La mattina di martedì 11 settembre 2001, quattro [[Aereo di linea|aerei di linea]], appartenenti a due delle maggiori compagnie aeree statunitensi ([[United Airlines]] e [[American Airlines]]), furono dirottati da 19 terroristi legati al gruppo terroristico al-Qāʿida. Due aerei (il [[volo American Airlines 11]] e il [[volo United Airlines 175]]) furono fatti schiantare rispettivamente contro le [[WTC 1|torri Nord]] e [[Torre Sud|Sud]] del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]], nel quartiere [[Lower Manhattan]] di [[New York]]. Nel giro di 1 ora e 42 minuti entrambe le torri crollarono. I detriti e gli incendi causarono poi il crollo parziale o totale di tutti gli altri edifici del complesso del World Trade Center. Un terzo aereo, il [[Attentato al Pentagono dell'11 settembre 2001|volo American Airlines 77]], fu fatto schiantare contro il [[Pentagono (edificio)|Pentagono]], sede del Dipartimento della Difesa, nella [[contea di Arlington]] in [[Virginia]]. L'attacco causò il crollo della facciata ovest dell'edificio. Un quarto aereo, il [[volo United Airlines 93]], venne fatto inizialmente dirigere verso [[Washington]] per colpire il [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] o la [[Casa Bianca]], ma precipitò successivamente in un campo nei pressi di [[Shanksville]], in [[Pennsylvania]], a seguito di un'eroica rivolta dei passeggeri.
I sospetti ricaddero fin da subito su al-Qāʿida e gli Stati Uniti reagirono aprendo la stagione della "[[guerra al terrorismo]]", attaccando l'[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|Afghanistan]] al fine di deporre il regime dei [[Talebani]], neutralizzare al-Qāʿida e catturare o uccidere il suo leader [[Osama bin Laden]]. Il Congresso approvò il [[USA PATRIOT Act|Patriot Act]], mentre altri Paesi rafforzarono le proprie legislazioni in materia di terrorismo e rafforzarono le misure di sicurezza interna. Sebbene Osama Bin Laden inizialmente avesse negato ogni tipo di coinvolgimento, nel 2004 si dichiarò responsabile dei fatti dell'11 settembre<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.cbc.ca/news/world/bin-laden-claims-responsibility-for-9-11-1.513654|titolo=Bin Laden claims responsibility for 9/11}}</ref>. L'organizzazione terroristica islamica da lui guidata citò come moventi il supporto statunitense a [[Israele]], la presenza di truppe statunitensi in [[Arabia Saudita]] e le sanzioni contro l'[[Iraq]].
La distruzione del World Trade Center danneggiò l'economia statunitense ed ebbe un significativo impatto sui mercati globali, causando anche la chiusura di [[Borsa di New York|Wall Street]] fino al 17 settembre. La rimozione dei detriti dal sito del World Trade Center (poi denominato ''[[Ground zero|Ground Zero]]'') fu completata solo nel maggio 2002. I danni al Pentagono furono riparati nel giro di un anno. Il 18 novembre 2006 iniziò la costruzione dello [[One World Trade Center]], inaugurato il 3 novembre 2014<ref>{{Cita web|url=http://onewtc.com/news/world-trade-center-re-opens-as-tallest-building-in-america|titolo=World Trade Center Re-opens as Tallest Building in America - One World Trade Center|data=4 settembre 2015|accesso=24 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150904120549/http://onewtc.com/news/world-trade-center-re-opens-as-tallest-building-in-america|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://money.cnn.com/2014/11/03/news/companies/one-world-trade-center/index.html|titolo=One World Trade Center opens today|autore=Aaron Smith|sito=CNNMoney|data=3 novembre 2014|accesso=24 settembre 2019}}</ref>.
Tra i vari monumenti e memoriali eretti in onore delle vittime degli attentati, a New York, sui luoghi dove sorgeva il complesso del World Trade Center, si trova il [[National September 11 Memorial & Museum]]; nella [[Contea di Arlington]] è stato inaugurato il Pentagon Memorial; nei pressi di Shanksville, Pennsylvania, è invece situato il Flight 93 National Memorial.
== Premessa ==
=== Al-Qāʿida ===
{{vedi anche|Terrorismo islamista}}
La fase embrionale delle vicissitudini che portarono alla nascita di [[al-Qāʿida]] sono da ricercare nell'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione dell'Afghanistan]] nel 1979, intrapresa dall'[[Unione Sovietica]] con l'obiettivo di deporre il Presidente della RDA [[Hafizullah Amin]] e rimpiazzarlo con [[Babrak Karmal]].<ref>{{Cita web|url=https://www.mca-marines.org/gazette/soviet-failure-afghanistan|titolo=The Soviet Failure in Afghanistan {{!}} Marine Corps Association|data=12 gennaio 2018|accesso=22 maggio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180112102333/https://www.mca-marines.org/gazette/soviet-failure-afghanistan|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://nsarchive2.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB57/us.html|titolo=Afghanistan: Lessons from the Last War|sito=nsarchive2.gwu.edu|accesso=22 maggio 2023}}</ref> In seguito all'invasione, lo studente ventiduenne [[Osama bin Laden]], all'epoca residente in [[Pakistan]], si recò in Afghanistan per collaborare con l'organizzazione dei ''[[mujahidin]]'' arabi e per la creazione di [[Maktab al-Khidamat]], una formazione il cui scopo era quello di raccogliere fondi e assoldare ''mujaheddin'' stranieri per resistere all'Armata Sovietica.<ref>{{Cita libro|nome=Stephen|cognome=Internet Archive|titolo=MI6 : inside the covert world of Her Majesty's secret intelligence service|url=http://archive.org/details/mi6insidecovertw00dorr|accesso=22 maggio 2023|data=2002|editore=New York : Simon & Schuster|ISBN=978-0-7432-1778-1}}</ref> Nel 1989, dopo più di nove anni di guerra che provocarono vaste distruzioni al Paese nonché ampie perdite di vite civili, l'intervento sovietico nel conflitto ebbe termine con una ritirata generale delle proprie truppe, e il Maktab al-Khidamat si trasformò in una "forza di intervento rapido" del ''[[jihād]]'' contro i nemici del mondo islamico<ref>Wright, Lawrence, ''The Looming Tower'', Knopf, 2006, p. 130.</ref>.
Sotto la guida di [[Ayman al-Zawahiri]], Bin Laden assunse posizioni sempre più radicali nei confronti dell'Occidente<ref name="gunaratna-p23">{{Cita libro|autore=Gunaratna, Ronan|titolo=Inside Al Qaeda|anno=2002|editore=Berkley Books|pp=23-33}}</ref>, e nel 1996 promulgò la prima ''[[fatwā]]''<ref>In realtà la ''fatwa'' era del tutto irrituale sotto il profilo del diritto islamico, dal momento che bin Laden non aveva alcun titolo per emetterne una, non avendo egli mai compiuto i necessari e certificati studi di "scienze religiose" (tra cui diritto [[islam]]ico, teologia islamica, scienza degli ''[[ʾaḥādīth]]'', esegesi [[Corano|coranica]], in una struttura riconosciuta d'insegnamento superiore islamico).</ref>, intimando ai soldati americani di lasciare il territorio dell'Arabia Saudita<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.pbs.org/newshour/terrorism/international/fatwa_1996.html|titolo=Bin Laden's Fatwa (1996)|pubblicazione=[[PBS (azienda)|PBS]]|data=23 agosto 1996|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172127/https://www.pbs.org/newshour/terrorism/international/fatwa_1996.html|urlmorto=sì}}</ref>. Una seconda ''fatwā'' fu promulgata nel 1998, con un attacco diretto alla politica estera degli [[Stati Uniti d'America]], con particolare riferimento a [[Israele]] e alla costante presenza di truppe statunitensi in [[Arabia Saudita]], anche dopo la fine della [[guerra del Golfo]]<ref name="1998FatwaPBS" />. Bin Laden citò testi dell'[[Islam]] per esortare i musulmani a intraprendere azioni di forza contro gli statunitensi fino a quando i problemi sollevati non fossero stati risolti. Egli fece notare come «durante tutta la storia dei popoli islamici, gli ''[[ʿulamāʾ]]'' abbiano unanimemente affermato l'idea che il ''jihād'' rappresenti un dovere individuale se il nemico devasta i Paesi musulmani».<ref name="1998FatwaPBS" />
==== Osama Bin Laden ====
{{vedi anche|Osama bin Laden|Morte di Osama bin Laden}}
[[File:Osama bin Laden portrait.jpg|miniatura|Osama bin Laden]]
Osama Bin Laden diresse gli attentati, ma in un primo momento negò ogni tipo di coinvolgimento salvo poi ritrattare<ref name=":0" /><ref>{{Cita web|url=http://english.aljazeera.net/English/archive/archive?ArchiveId=7403|titolo=Al Jazeera English - Archive - Full Transcript Of Bin Ladin's Speech|data=13 giugno 2007|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070613014620/http://english.aljazeera.net/English/archive/archive?ArchiveId=7403|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.bbc.com/news/world-south-asia-14041604|titolo=Pakistan retains Bin Laden family|data=6 luglio 2011|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Il 16 settembre 2001, [[Al Jazeera]] trasmise un comunicato di Bin Laden nel quale egli dichiarava: "Sottolineo che non ho compiuto io questo atto, il quale sembra essere stato compiuto da individui con proprie motivazioni”<ref>{{Cita web|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,34440,00.html|titolo=FOXNews.com - Pakistan to Demand Taliban Give Up Bin Laden as Iran Seals Afghan Border - U.S. & World|data=23 maggio 2010|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100523082548/http://www.foxnews.com/story/0,2933,34440,00.html|urlmorto=sì}}</ref>. Nel novembre 2001, forze statunitensi ritrovarono un nastro in una casa distrutta a [[Jalalabad (Afghanistan)|Jalalabad]], in [[Afghanistan]]. Nel video si vede Bin Laden dialogare con [[Khaled al-Harbi]] e ammettere di essere a conoscenza degli attacchi prima del loro compimento<ref>{{Cita web|url=http://archives.cnn.com/2001/US/12/13/ret.bin.laden.videotape/|titolo=CNN.com - Bin Laden on tape: Attacks 'benefited Islam greatly' - December 14, 2001|data=27 dicembre 2007|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071227125232/http://archives.cnn.com/2001/US/12/13/ret.bin.laden.videotape/|urlmorto=sì}}</ref>. Il 27 dicembre 2001, fu diffuso un secondo filmato, nel quale, pur continuando a negare ogni responsabilità<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/1729882.stm|titolo=Transcript: Bin Laden video excerpts|data=27 dicembre 2001|accesso=27 settembre 2019}}</ref>, egli affermò:
{{Citazione|È divenuto chiaro che l'Occidente in generale e l'America in particolare nutrono un inimmaginabile odio verso l'Islam… è l'odio dei crociati. Il terrorismo contro l'America merita di essere premiato perché è una risposta all'ingiustizia, diretta a costringere l'America a fermare il suo supporto a Israele, che uccide la nostra gente… Noi sosteniamo che la fine degli Stati Uniti è imminente... perché il risveglio della nazione islamica è giunto.}}
Tuttavia, poco prima delle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2004|elezioni presidenziali americani del 2004]], Bin Laden usò un video messaggio per ammettere il coinvolgimento di al-Qāʿida negli attentati dell'11 settembre 2001<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=David|cognome=Bamber|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/afghanistan/1362113/Bin-Laden-Yes-I-did-it.html|titolo=Bin Laden: Yes, I did it|data=11 novembre 2001|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Egli ammise il suo diretto coinvolgimento negli attacchi, dicendo di averli organizzati perché:
{{Citazione|... siamo liberi… e vogliamo riconquistare la libertà per la nostra nazione. Come voi minacciate la nostra sicurezza, così noi minacciamo la vostra.}}
Bin Laden disse di aver personalmente diretto i suoi seguaci ad attaccare il [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]] e il [[Pentagono (edificio)|Pentagono]]. Un altro video ottenuto da [[Al Jazeera]] nel settembre 2006 mostra Bin Laden e [[Ramzi bin al-Shibh]], così come due dirottatori, [[Hamza al-Ghamdi|Ḥamza al-Ghamdī]] e [[Wa'il al-Shihri|Wāʾil al-Shehrī]], durante i preparativi per l'attacco<ref>{{Cita web|url=http://cbc.ca/world/story/2006/09/07/al-qaeda-tape.html|titolo=Bin Laden 9/11 planning video aired|data=13 ottobre 2007|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071013184630/http://cbc.ca/world/story/2006/09/07/al-qaeda-tape.html|urlmorto=sì}}</ref>. Gli Stati Uniti non hanno mai incriminato Bin Laden per gli attentati dell'11 settembre, ma egli era già stato inserito nella lista dell'FBI dei più ricercati per gli attacchi alle ambasciate americane di [[Dar es Salaam]] in [[Tanzania]] e di [[Nairobi]] in [[Kenya]]<ref>{{Cita web|url=http://www.wired.com/politics/law/news/2001/09/47109|titolo=How Osama Cracked FBI's Top 10|data=26 maggio 2008|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080526032503/http://www.wired.com/politics/law/news/2001/09/47109|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.fbi.gov/front-page|titolo=Welcome to FBI.gov|sito=[[FBI]]|lingua=en|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
Alle ore 1:09 del 2 maggio 2011<ref>{{Cita web|url=http://www.mofa.gov.pk/Press_Releases/2011/May/PR_150.htm|titolo=Ministry of Foreign Affairs|data=4 maggio 2011|accesso=22 maggio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110504231453/http://www.mofa.gov.pk/Press_Releases/2011/May/PR_150.htm|urlmorto=sì}}</ref>, data e ora del fuso orario del [[Pakistan]], un [[plotone]] di 24 [[Assaltatore|assaltatori]] appartenenti all'unità anti-terrorismo [[United States Naval Special Warfare Development Group|DEVGRU]] dei [[Navy SEAL]] (i [[Forze speciali|corpi speciali]] della [[United States Navy|Marina degli Stati Uniti]]), con l'appoggio della [[Special Activities Division]] della CIA, condusse un'[[operazione militare]] ad [[Abbottabad]], vicino a [[Islamabad]], presso una palazzina indipendente del leader di al-Qāʿida, individuato grazie a un'azione di [[spionaggio]] condotta fin dall'agosto del 2010 e lo uccisero in un assalto. Nella stessa notte del 1º maggio 2011 (fuso orario di [[Washington]], dove non era ancora passata la mezzanotte), il presidente [[Barack Obama]], che aveva seguito l'intera operazione attraverso le riprese di microcamere poste sugli [[Elmetto|elmetti]] degli assaltatori e di un [[Aeromobile a pilotaggio remoto|drone]], ne ha annunciato la morte.
==== Khalid Shaykh Muhammad ====
{{vedi anche|Khalid Shaykh Muhammad}}
Yosri Fouda, giornalista per il canale televisivo arabo [[Al Jazeera]], riportò che nell'aprile 2002 [[Khalid Shaykh Muhammad]] ammise il suo coinvolgimento negli attacchi, insieme a [[Ramzi bin al-Shibh]]<ref>{{Cita web|url=http://www.guardian.co.uk/international/story/0,3604,906911,00.html|titolo='We left out nuclear targets, for now' {{!}} The Guardian {{!}} Guardian Unlimited|data=23 gennaio 2008|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080123195032/http://www.guardian.co.uk/international/story/0,3604,906911,00.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Tom|cognome=Leonard|url=https://www.telegraph.co.uk/news/3685099/Alleged-911-mastermind-wants-to-confess-to-plot.html|titolo=Alleged 9/11 mastermind wants to confess to plot|data=8 dicembre 2008|accesso=27 settembre 2019}}</ref><ref name="Aljazeera200852512026300115">{{Cita web|url=https://www.aljazeera.com/news/americas/2007/03/200852512026300115.html|titolo=September 11 suspect 'confesses'|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Il [[Rapporto della Commissione sull'11 settembre]] stabilì che il forte risentimento di Muhammad verso gli Stati Uniti traeva origine dal "violento disaccordo sulla politica estera statunitense favorevole a Israele". Muhammad era stato inoltre un consigliere e finanziatore dell'[[attentato al World Trade Center del 1993]] e zio di [[Ramzi Yusuf]], leader del gruppo degli attentatori in quell'attacco<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtontimes.com/news/2009/aug/26/white-house-power-grabs/|titolo=White House power grabs|autore=The Washington Times http://www.washingtontimes.com|sito=The Washington Times|lingua=en|accesso=27 settembre 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.businessweek.com/news/2011-04-04/khalid-sheikh-mohammed-terror-indictment-unsealed-dismissed.html|titolo=Khalid Sheikh Mohammed Terror Indictment Unsealed, Dismissed - Businessweek|data=17 aprile 2011|accesso=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110417023034/http://www.businessweek.com/news/2011-04-04/khalid-sheikh-mohammed-terror-indictment-unsealed-dismissed.html|urlmorto=sì}}</ref>. Muhammad fu arrestato il 1º marzo 2003 a [[Rawalpindi]], in [[Pakistan]], da ufficiali pakistani sotto il comando della CIA. Fu in seguito tenuto in più prigioni segrete della [[CIA]] e nel [[campo di prigionia di Guantánamo]], dove fu interrogato e torturato con metodi come il [[waterboarding]]<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Elaine|cognome=Shannon|nome2=Michael|cognome2=Weisskopf|url=http://content.time.com/time/nation/article/0,8599,436061,00.html|titolo=Khalid Sheikh Mohammed Names Names|pubblicazione=Time|data=24 marzo 2003|accesso=27 settembre 2019|dataarchivio=27 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190927221045/http://content.time.com/time/nation/article/0,8599,436061,00.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.reuters.com/article/idUSN08420997|titolo=US judge orders CIA to turn over 'torture' memo-ACLU|pubblicazione=Reuters|data=8 maggio 2008|accesso=27 settembre 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.bbc.com/news/world-us-canada-23269437|titolo=9/11 accused in vacuum cleaner plea|data=11 luglio 2013|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Durante le udienze nella prigione di Guantánamo, Muhammad confessò nuovamente le proprie responsabilità per gli attentati, dichiarando che "era stato responsabile degli attacchi dell'11 settembre dalla A alla Z” e che tale dichiarazione non era compiuta sotto costrizione alcuna<ref name="Aljazeera200852512026300115" /><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6452573.stm|titolo=Key 9/11 suspect 'admits guilt'|data=15 marzo 2007|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
==== Altri membri di al-Qāʿida ====
Durante il processo di [[Zakariyya Musawi]], cinque persone furono identificate come soggetti aventi una conoscenza dettagliata delle operazioni. Esse erano: bin Laden, Khalid Shaykh Muhammad, [[Ramzi bin al-Shibh]], Abu Turab al-Urdunni e [[Muhammad Atef|Mohammed Atef]]<ref>{{Cita web |url=http://www.vaed.uscourts.gov/notablecases/moussaoui/exhibits/defense/941.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=9 giugno 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191026151908/http://www.vaed.uscourts.gov/notablecases/moussaoui/exhibits/defense/941.pdf |urlmorto=sì }}</ref>. A oggi, solo figure marginali sono state processate o condannate per gli attacchi<ref>{{Cita web|url=http://www.vaed.uscourts.gov/notablecases/moussaoui/exhibits/defense/941.pdf|titolo=Substitution for Testimony of Khalid Sheik Mohammed|sito=United States District Court for the Eastern District of Virginia|editore=United States Department of Justice|lingua=en|formato=pdf|p=24|accesso=23 novembre 2013|anno=2006 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191026151908/http://www.vaed.uscourts.gov/notablecases/moussaoui/exhibits/defense/941.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
Il 26 settembre 2005, la [[Audiencia Nacional]] spagnola condannò Abu Dahdah a 27 anni di prigione per cospirazione negli attacchi dell'11 settembre e per essere membro di un'associazione terroristica quale al-Qāʿida. Allo stesso tempo, altri 17 membri di al-Qāʿida furono condannati a pene tra i sei e i gli 11 anni<ref>{{Cita web|url=https://www.theage.com.au/world/spain-jails-18-al-qaeda-operatives-20050927-ge0y3m.html|titolo=Spain jails 18 al-Qaeda operatives|sito=The Age|data=27 settembre 2005|lingua=en|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Il 6 febbraio 2006, la Suprema Corte spagnola ha ridotto la pena di Abu Dahdah a 12 anni perché ha considerato non provata la sua partecipazione alla cospirazione<ref>{{Cita web|url=https://www.thetimes.co.uk/|titolo=The Times & The Sunday Times|lingua=en|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
Sempre nel 2006, Musawi, che alcuni inizialmente sospettarono essere il ventesimo dirottatore, fu condannato per cospirazione al fine di commettere atti di terrorismo e di pirateria aerea. Fu condannato all'ergastolo negli Stati Uniti<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/05/23/AR2006052301688.html|titolo=Moussaoui Not Linked to 9/11}}</ref>. Munir al-Mutasaddiq, un associato del nucleo di dirottatori di Amburgo, trascorse 15 anni in una prigione tedesca per il suo ruolo nella preparazione del dirottamento. Rilasciato nell'ottobre del 2018, fu deportato in Marocco<ref>{{Cita web|url=https://qz.com/1426221/9-11-one-of-the-few-men-convicted-mounir-el-motassadeq-is-free/|titolo=One of the few men convicted over the Sept. 11 attacks is free|autore=Kabir Chibber|sito=Quartz|lingua=en|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
La "cellula di Amburgo” includeva musulmani radicalizzati che divennero poi cruciali negli attacchi dell'11 settembre<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/2349195.stm|titolo=The Hamburg connection|data=19 agosto 2005|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. [[Mohamed Atta|Moḥammed ʿAṭā]], [[Marwan al-Shehhi]], [[Ziyad Jarrah|Ziyād Jarrāḥ]], [[Ramzi bin al-Shibh]] e [[Sa'id Bahaji]] erano tutti membri della cellula di Amburgo.
=== Moventi ===
La dichiarazione di una "guerra santa” contro gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e la [[fatwā]] del 1998, promulgata da bin Laden, insieme con altre che invitavano a uccidere americani, sono viste dagli investigatori come moventi dei fatti. Nella "Lettera all'America”<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Guardian|cognome=Staff|url=https://www.theguardian.com/world/2002/nov/24/theobserver|titolo=Full text: bin Laden's 'letter to America'|pubblicazione=The Guardian|data=24 novembre 2002|accesso=27 settembre 2019}}</ref> del 2002, bin Laden ammette esplicitamente che le motivazioni degli attentati includono:
* supporto statunitense a [[Israele]];
* supporto agli "attacchi contro musulmani" in [[Somalia]];
* supporto alle Filippine contro i musulmani nell'[[insurrezione islamica nelle Filippine]];
* supporto alle "aggressioni" israeliane contro i musulmani in [[Libano]];
* supporto alle atrocità russe contro i musulmani in [[Cecenia]];
* presenza di governi filo-americani nel [[Medio Oriente]];
* supporto all'oppressione indiana contro musulmani in [[Kashmir]];
* presenza di truppe statunitensi in [[Arabia Saudita]];
* sanzioni contro l'[[Iraq]].
Dopo gli attacchi, Bin Laden e [[Ayman al-Zawahiri|al-Zawāhirī]] rilasciarono videoregistrazioni e registrazioni audio, alcune delle quali ribadivano le ragioni degli attacchi.
Bin Laden riteneva che [[Maometto]] avesse bandito la "costante presenza di infedeli in Arabia”. Nel 1996, bin Laden aveva lanciato una ''[[fatwā]]'' chiedendo l'abbandono immediato delle forze statunitensi. Nella ''fatwā'' del 1998<ref>{{Cita web|url=http://www.representativepress.org/1998Fatwa.html|titolo=1998 Fatwa summary|accesso=27 settembre 2019}}</ref> al-Qāʿida scrisse:
{{Citazione|...per oltre sette anni gli Stati Uniti hanno occupato i territori dell'Islam, il più sacro dei luoghi, la penisola araba, saccheggiando le sue ricchezze, dando ordini ai suoi governanti, umiliando la sua gente, terrorizzando i suoi vicini e trasformando le sue basi nella penisola in un avamposto tramite cui combattere i popoli musulmani vicini.}}
In un'intervista del dicembre 1999, Bin Laden disse di considerare gli americani troppo vicini a [[La Mecca]] e di valutare questa come una provocazione a tutto il mondo musulmano<ref name="Theguardian20010926">{{Cita news|lingua=en|nome=Rahimullah|cognome=Yusufzai|url=https://www.theguardian.com/world/2001/sep/26/afghanistan.terrorism3|titolo=Face to face with Osama|pubblicazione=The Guardian|data=26 settembre 2001|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Un'analisi del terrorismo suicida suggerì che, se le truppe americane non fossero state in Arabia Saudita, probabilmente al-Qāʿida non sarebbe stata in grado di reclutare attentatori suicidi<ref>{{Cita libro|nome=Robert Anthony|cognome=Pape|titolo=Dying to Win: The Strategic Logic of Suicide Terrorism|url=https://books.google.com/books?id=WovWAAAAMAAJ|accesso=27 settembre 2019|data=2006|editore=Random House Trade Paperbacks|lingua=en|ISBN=978-0-8129-7338-9}}</ref>.
Nella ''fatwā'' del 1998, al-Qāʿida identificò le sanzioni all'[[Iraq]] come una delle ragioni per cui uccidere americani, condannando il blocco prolungato e altre azioni che costituivano, secondo esso, una dichiarazione di guerra contro "Allah, il suo messaggero e i musulmani”. La fatwa dichiarò che:
{{Citazione|...l'ordine di uccidere americani e i loro alleati, civili e militari, è dovere di ogni musulmano che può farlo, in ogni nazione in cui è possibile, al fine di liberare la moschea di al-Aqsa e la santa moschea di La Mecca dalle loro mani, e affinché le loro armate se ne vadano dalle terre dell'Islam, sconfitti e incapaci di minacciare alcun musulmano.}}
Nel 2004, bin Laden disse che l'idea di distruggere le [[World Trade Center (1973-2001)|Torri Gemelle]] gli venne per la prima volta nel 1982, quando fu testimone del bombardamento israeliano di alti appartamenti durante la [[Guerra del Libano (1982)|guerra del Libano del 1982]]. Alcuni analisti sostengono che fu proprio il supporto americano a [[Israele]] la principale motivazione degli attacchi<ref name="Theguardian20010926" />. Nel 2004 e nel 2010, bin Laden collegò ancora una volta gli attentati dell'11 settembre al supporto americano a Israele, anche se la maggior parte delle lettere esprimevano il disprezzo di bin Laden per il Presidente [[George W. Bush|Bush]] e la sua speranza di distruggere e far fallire gli Stati Uniti<ref>{{Cita web|url=https://www.aljazeera.com/archive/2004/11/200849163336457223.html|titolo=Full transcript of bin Ladin's speech|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
Altre motivazioni sono state suggerite, in aggiunta a quelle dichiarate da bin Laden e da al-Qāʿida, tra cui il supporto occidentale a regimi autoritari islamici e no, in Arabia Saudita, Iran, Egitto, Iraq, Pakistan e Nord Africa e la presenza di truppe occidentali in alcune di queste nazioni<ref>{{Cita libro|nome=Tom|cognome=Rockmore|titolo=Before and After 9/11: A Philosophical Examination of Globalization, Terror, and History|url=https://books.google.com/books?id=JC2NzdH0K1cC&pg=PA130|accesso=27 settembre 2019|data=21 aprile 2011|editore=A&C Black|lingua=en|ISBN=978-1-4411-1892-9}}</ref>. Alcuni autori suggeriscono l'umiliazione che conseguì alla caduta del mondo islamico sotto il mondo occidentale - la cui discrepanza fu resa plastica soprattutto dalla globalizzazione<ref>{{Cita libro|nome=Tom|cognome=Rockmore|titolo= Before and After 9/11: A Phisolophical Examination of Globalization, Terror, and History|url=https://books.google.com/books?|accesso=27 settembre 2019|data=21 aprile 2011|editore=A&C Black|lingua=en|ISBN=978-1-4411-1892-9}}</ref> - e il desiderio di coinvolgere gli Stati Uniti in un vasto conflitto contro il mondo islamico nella speranza di motivare altri alleati a supportare al-Qāʿida. Similmente, altri hanno contestato questa ricostruzione, secondo cui l'11 settembre fu una mossa strategica che aveva l'obiettivo di provocare gli Stati Uniti e coinvolgerli in una guerra che avrebbe incitato una rivoluzione panislamica<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Michael Scott|cognome=Doran|url=https://www.foreignaffairs.com/articles/united-states/2002-01-01/somebody-elses-civil-war|titolo=Somebody Else's Civil War|data=19 dicembre 2018|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
=== Pianificazione ===
{{vedi anche|Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001|Ventesimo dirottatore}}Gli attacchi furono concepiti da [[Khalid Shaykh Muhammad]], che li descrisse per la prima volta a bin Laden nel 1996<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/3128802.stm|titolo=Suspect 'reveals 9/11 planning'|data=22 settembre 2003|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. A quel tempo, bin Laden e al-Qāʿida stavano vivendo un periodo di transizione, essendo appena ritornati in Afghanistan dal Sudan. Gli [[attentati alle ambasciate statunitensi del 1998]] e la ''fatwā'' dello stesso anno segnarono un punto di svolta e lo stesso bin Laden iniziò a riflettere su un attacco diretto agli Stati Uniti.
[[File:911 - FEMA - WTC impacts (graphic).svg|miniatura|Mappa che mostra gli attacchi alle Torri Gemelle (gli aerei non sono in scala)]]
Sul finire del 1998 e l'inizio del 1999, bin Laden approvò il piano e diede il via libera a Muhammad per iniziare a organizzare. Muhammad, Bin Laden e Mohammed Atef tennero una serie di incontri all'inizio del 1999. Atef fornì supporto alle operazioni, tra cui la scelta dell'obiettivo e aiutò a organizzare i viaggi dei dirottatori. Bin Laden non approvò tutti i piani di Muhammad, rigettando possibili obiettivi come la [[U.S. Bank Tower]] a [[Los Angeles]] per mancanza di tempo<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Eric|cognome=Lichtblau|url=https://www.nytimes.com/2003/03/20/us/threats-and-responses-the-plot-bin-laden-chose-9-11-targets-al-qaeda-leader-says.html|titolo=THREATS AND RESPONSES: THE PLOT; Bin Laden Chose 9/11 Targets, Al Qaeda Leader Says|pubblicazione=The New York Times|data=20 marzo 2003|accesso=27 settembre 2019}}</ref>.
Bin Laden fornì leadership e supporto finanziario. Fu inoltre coinvolto nella selezione dei dirottatori. Inizialmente scelse Nawaf al-Hazmi e Khalid al-Mihdhar, entrambi reduci delle guerre in Bosnia. I due arrivarono negli Stati Uniti nel gennaio del 2000. In quel periodo presero lezioni di volo a [[San Diego]], in [[California]], ma entrambi parlavano poco la lingua e non brillarono nelle lezioni. Furono comunque scelti come dirottatori "secondari”.
Sul finire del 1999, un gruppo di uomini provenienti da [[Amburgo]] arrivò in [[Afghanistan]]. Tra di loro vi erano [[Mohamed Atta|Mohammed Atta]], [[Marwan al-Shehhi]], [[Ziyad Jarrah|Ziad Jarrah]] e [[Ramzi bin al-Shibh|Ramzi Bin al-Shibh]]. Bin Laden li scelse per via della loro educazione, per la loro capacità nel parlare l'inglese e per la loro esperienza nel vivere in Occidente. Nuove reclute vennero costantemente vagliate per capacità speciali e al-Qa'ida di conseguenza scoprì che [[Hani Hanjour]] era già in possesso di una licenza da pilota. Muhammad disse in seguito che egli aiutò i dirottatori a mimetizzarsi, insegnando loro come ordinare cibo in ristorante e vestirsi in abiti occidentali.
Hanjour arrivò in San Diego l'8 dicembre 2000, incontrandosi con Hazmi. Entrambi partirono poi per l'[[Arizona]], dove Hanjour ricominciò a esercitarsi. Marwan al-Shehhi giunse alla fine del maggio 2000, mentre Atta arrivò il 3 giugno 2000 e Jarrah il 27 giugno 2000. Bin al-Shibh richiese più volte un visto per gli Stati Uniti, ma, essendo yemenita, gli fu negato. Bin al-Shibh rimase ad Amburgo, fornendo collegamento tra Atta e Mohammed. I tre membri della cellula di Amburgo presero lezioni di volo in Florida.
Nella primavera del 2001, i dirottatori secondari iniziarono ad arrivare negli Stati Uniti. Nel luglio 2001, Atta incontrò bin al-Shibh in Spagna, dove stabilirono dettagli del piano, incluso la scelta finale dell'obiettivo. Bin al-Shibh riferì anche il desiderio di Bin Laden che l'attacco fosse compiuto al più presto<ref>{{Cita news|lingua=es|nome=Ediciones El|cognome=País|url=https://elpais.com/diario/2004/03/21/espana/1079823611_850215.html|titolo=Atta recibió en Tarragona joyas para que los miembros del 'comando' del 11-S se hiciesen pasar por ricos saudíes|pubblicazione=El País|data=21 marzo 2004|accesso=27 settembre 2019}}</ref>. Alcuni attentatori ebbero il loro passaporto grazie a corrotti ufficiali sauditi che erano famigliari o usarono passaporti falsi per entrare.
Da talune fonti, si è ipotizzato che la data dell'attacco fosse stata scelta per la sua somiglianza con il [[numero telefonico di emergenza]] 911 (negli USA è abituale [[Formato della data|indicare prima il mese poi il giorno]] nelle date). Altre fonti sostengono che si tratti di un riferimento alla [[battaglia di Vienna]] dell'11 settembre 1683, passata alla storia per aver segnato un punto di svolta profondo tra i mondi cristiano e islamico<ref>{{Cita web|url=https://foreignpolicy.com/2013/05/03/how-jihadists-schedule-terrorist-attacks/|titolo=How jihadists schedule terrorist attacks|autore=John Hudson|sito=Foreign Policy Magazine|data=3 maggio 2013|lingua=EN|accesso=9 marzo 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20170325214233/https://foreignpolicy.com/2013/05/03/how-jihadists-schedule-terrorist-attacks/|dataarchivio=25 marzo 2017|urlmorto=no}}</ref>.
=== Prevenzione ===
Alla fine del 1999, il socio di al-Qāʿida [[Walid bin Attash]] ("Khallad") contattò Mihdhar, dicendogli di incontrarlo a [[Kuala Lumpur]], in Malesia; anche Hazmi e [[Abu Bara al Yemeni]] sarebbero stati presenti. La [[National Security Agency|NSA]] intercettò una telefonata che menzionava l'incontro, Mihdhar, e il nome "Nawaf" (Hazmi). Nonostante l'agenzia temesse che "qualcosa di nefasto potesse essere in corso", non prese ulteriori provvedimenti. La CIA era già stata avvisata dall'intelligence saudita in merito allo status di Mihdhar e Hazmi come membri di al-Qa'ida, e una squadra della CIA fece irruzione nella camera d'albergo di [[Dubai]] di Mihdhar e scoprì che Mihdhar aveva un visto statunitense. L'[[Stazione Alec|Alec Station]] avvisò le agenzie di intelligence in tutto il mondo di questo avvenimento, ma non condivise queste informazioni con l'FBI. La [[Filiale speciale malese|Filiale Speciale della Malesia]] osservò l'incontro del 5 gennaio 2000 dei due membri di al-Qāʿida e informò la CIA che Mihdhar, Hazmi e Khallad stavano volando a [[Bangkok]], ma la CIA non lo notificò ad altre agenzie, né chiese al [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Stato]] di inserire Mihdhar nella sua lista. Un intermediario dell'FBI con l'Alec Station chiese il permesso di informare l'FBI dell'incontro, ma gli venne detto che "l'evento non fosse un problema riguardante l'FBI".<ref>Wright, 2006, pp. 310–312</ref>
Alla fine di giugno, il funzionario antiterrorismo [[Richard A. Clarke|Richard Clarke]] e il direttore della CIA [[George Tenet]] erano convinti che una serie di attacchi stesse per arrivare, anche se la CIA riteneva che gli attacchi sarebbero probabilmente avvenuti in Arabia Saudita o in Israele.<ref>Clarke, 2004, pp. 235–236</ref> All'inizio di luglio, Clarke mise le agenzie nazionali in "stato di allerta", dicendo loro: "Qualcosa di veramente spettacolare sta per accadere qui. Presto". Chiese all'FBI e al Dipartimento di Stato di allertare le ambasciate e i dipartimenti di polizia, e il [[Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d'America|Dipartimento della Difesa]] di andare alla "Condizione delta", il massimo livello d'allerta del Paese.<ref>Wright, 2006, pp. 344</ref><ref>Clarke, 2004, pp. 236-237</ref> In seguito Clarke scrisse: "Da qualche parte nella CIA c'erano informazioni secondo cui due noti terroristi di al-Qāʿida erano venuti negli Stati Uniti. All'FBI c'erano informazioni che accadevano cose strane nelle scuole di volo negli Stati Uniti. Avevano informazioni specifiche sui singoli terroristi. Nessuna di queste informazioni è arrivata a me o alla Casa Bianca."<ref>Clarke, 2004, pp. 242–243</ref>
Il 13 luglio, Tom Wilshire, un agente della CIA assegnato alla Divisione Internazionale del Terrorismo dell'FBI, inviò per e-mail ai suoi superiori al [[Centro antiterrorismo]] della CIA chiedendo il permesso di informare l'FBI che Hazmi era nel Paese e che Mihdhar aveva un visto per gli Stati Uniti. La CIA non diede mai risposta.<ref>Wright, 2006, pp. 340</ref>
Lo stesso giorno di luglio, Margarette Gillespie, un'analista dell'FBI che lavorava nel CTC, fu incaricata di rivedere il materiale sull'incontro in Malesia. Non venne informata della presenza dei partecipanti negli Stati Uniti. La CIA diede a Gillespie le foto di sorveglianza di Mihdhar e Hazmi dall'incontro per mostrarle all'antiterrorismo dell'FBI, ma non fornì il corretto significato. Il database Intelink la informava di non condividere materiale di intelligence sulla riunione con investigatori criminali. Quando vennero mostrate le foto, all'FBI non furono concessi ulteriori dettagli sul significato e non fu loro fornita la data di nascita di Mihdhar né il numero del passaporto.<ref>Wright, 2006, pp. 340-343</ref> Alla fine di agosto 2001, Gillespie disse all'[[Servizio di immigrazione e naturalizzazione|INS]], al Dipartimento di Stato, al [[Servizio doganale degli Stati Uniti|Servizio doganale]] e all'FBI di mettere Hazmi e Mihdhar nelle loro liste di controllo, ma all'FBI fu proibito di usare agenti criminali nella ricerca del duo, che ostacolò i loro sforzi.
Sempre a luglio, un agente dell'FBI con sede a [[Phoenix]] inviò un messaggio al quartier generale dell'FBI, Alec Station e agli agenti dell'FBI a New York, avvertendoli della "possibilità di uno sforzo coordinato di Osama bin Laden per inviare studenti negli Stati Uniti per frequentare università e college dell'aviazione civile". L'agente, Kenneth Williams, suggerì la necessità di intervistare tutti i dirigenti delle scuole di volo e identificare tutti gli studenti arabi in cerca di addestramento di volo.<ref>Wright, 2006, pp. 350</ref> A luglio, la Giordania avvisò gli Stati Uniti che al-Qa'ida stava pianificando un attacco agli Stati Uniti; "mesi dopo", la Giordania notificò agli Stati Uniti che il nome in codice dell'attacco era "The Big Wedding" ("Il grande matrimonio") e che riguardava aeroplani.
Il 6 agosto 2001, "l'Informativa Presidenziale Giornaliera" della CIA, designata "solo per il Presidente", fu intitolato [[Bin Ladin Determined To Strike in US|"Bin Ladin determinato a colpire gli Stati Uniti"]]. Il memo notò che le informazioni dell'FBI "indicavano modelli di attività sospette, in questo Paese, coerenti con i preparativi per dirottamenti o altri tipi di attacchi".<ref>{{Cita web|url=http://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB343/|sito=The National Security Archive|editore=The National Security Archive|accesso=14 marzo 2016 |titolo= THE OSAMA BIN LADEN FILE |lingua= en}}</ref>
A metà agosto, una scuola di volo del [[Minnesota]] avvisò l'FBI di [[Zakariyya Musawi]], che aveva posto "domande sospette". L'FBI scoprì che Musawi era un radicale che aveva viaggiato in Pakistan e l'INS lo arrestò per aver soggiornato oltre la scadenza del visto francese. La loro richiesta di ricerca sul suo portatile fu respinta dal quartier generale dell'FBI a causa della mancanza di un indizio di colpevolezza.<ref>Wright, 2006, pp. 350-351</ref>
I fallimenti nella condivisione dell'intelligence furono attribuiti alle politiche del [[Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Giustizia]] del 1995 che limitavano la condivisione dell'intelligence, combinate con la riluttanza della CIA e dell'NSA a rivelare "fonti e metodi sensibili" come i telefoni sotto controllo.<ref>Wright, 2006, pp. 342-343</ref> Testimoniando davanti alla [[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001|Commissione sull'11 settembre]] ad aprile 2004, l'allora [[Procuratore generale degli Stati Uniti d'America|procuratore generale]] [[John Ashcroft]] ricordò che "la più grande causa strutturale per il problema dell'11 settembre era il muro che segregava o separava investigatori del crimine e agenti di intelligence".<ref>Javorsek II, Rose, Marshall, Leitner, 2015, p. 742</ref> Clarke scrisse anche: "Ci sono stati fallimenti nei fallimenti delle Organizzazioni nel reperire informazioni nel posto giusto al momento giusto".<ref>Clarke, 2004, p.238</ref>
== Gli attacchi ==
{{vedi anche|Cronologia degli attentati dell'11 settembre 2001}}
{{Immagine multipla
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|immagine1=N334AA B767-223ER American MAN 08APR01 (6839074488).jpg
|didascalia1=Il Boeing 767 del Volo American Airlines 11
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}}
Il mattino dell'11 settembre 2001, un martedì, [[Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001|diciannove dirottatori]] presero il comando di quattro aerei di linea passeggeri (due [[Boeing 757]] e due [[Boeing 767]]) in viaggio verso la [[California]] (tre diretti a [[Aeroporto Internazionale di Los Angeles|Los Angeles]] e uno a [[Aeroporto Internazionale di San Francisco|San Francisco]]), decollati dagli aeroporti [[Aeroporto Internazionale Generale Edward Lawrence Logan|Logan]] di [[Boston]], [[Aeroporto Internazionale di Newark|Newark]] e [[Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles|Washington-Dulles]]<ref name="Govinfo911">{{Cita web|url=http://govinfo.library.unt.edu/911/report/911Report_Ch7.htm|titolo=National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States|sito=govinfo.library.unt.edu|accesso=28 settembre 2019}}</ref>. Tutti gli aerei furono appositamente scelti perché pronti a lunghi voli e, quindi, carichi di carburante<ref name="Govinfo911" />.
I quattro voli erano:
* [[Volo American Airlines 11]]: un aereo Boeing 767, partito dall'Aeroporto Internazionale Logan di [[Boston]] alle 7:59 e diretto a Los Angeles con a bordo 76 passeggeri, 11 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori. Gli attentatori fecero schiantare il volo contro la Torre Nord del World Trade Center alle 8:46.
* [[Volo United Airlines 175]]: un aereo Boeing 767, partito anch'esso dall'Aeroporto Internazionale Logan di [[Boston]] alle 8:14 e diretto a Los Angeles con a bordo 51 passeggeri, 9 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori. L'aereo si andò a schiantare contro la Torre Sud del World Trade Center alle 9:03.
* [[Volo American Airlines 77]]: un aereo Boeing 757, decollato dall'[[Aeroporto Internazionale di Washington-Dulles]] alle 8:20 e diretto a Los Angeles con a bordo 53 passeggeri, 6 membri dell'equipaggio e 5 dirottatori. L'aereo si schiantò contro la facciata ovest del Pentagono, nella Contea di Arlington, in Virginia, alle 9:37.
* [[Volo United Airlines 93]]: un aereo Boeing 757, decollato dall'[[Aeroporto Internazionale di Newark]], in [[New Jersey]], alle 8:42, e diretto a San Francisco, con a bordo 33 passeggeri, 7 membri dell'equipaggio e 4 dirottatori. A causa di una rivolta dei passeggeri, l'aereo non colpì l'obiettivo previsto e precipitò in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, alle 10:03<ref name="Fox12">{{Cita web|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,34184,00.html|titolo=Hijacked Planes Used in Coordinated Attacks Upon New York, Washington|editore=[[Fox News Channel|Fox News]]|data=11 settembre 2001|lingua=en|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121110122105/http://www.foxnews.com/story/0,2933,34184,00.html|urlmorto=sì}}</ref>. Si ritiene che l'obiettivo di questo sarebbe potuto essere il [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] di Washington o la [[Casa Bianca]].
La copertura mediatica degli avvenimenti fu molto estesa sia durante gli attacchi sia dopo, iniziando pochi attimi dopo il primo attacco al World Trade Center<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Look back at how September 11 unfolded - CNN Video|accesso=28 settembre 2019|url=https://www.cnn.com/videos/us/2011/09/07/natpkg-911-aircheck-timeline.cnn}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Terence|cognome=Neilan|url=https://www.nytimes.com/2001/09/11/national/11WIRE-PLAN2.html?ex=1209009600&en=b9a731bb213d062c&ei=5070|titolo=2 Planes Crash Into World Trade Center|editore=[[The New York Times]]|data=11 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013}}</ref>.
=== I dirottamenti e gli attentati ===
[[File:UA Flight 175 hits WTC south tower 9-11 edit.jpeg|miniatura|upright=1.4|Il [[volo United Airlines 175]] si schianta contro la [[Torre Sud]], circa 17 minuti dopo la prima collisione, ripreso in [[diretta]] dai notiziari]]
Alle 8:46, cinque dirottatori fecero schiantare il [[volo American Airlines 11]] sulla facciata settentrionale della Torre Nord del World Trade Center (WTC 1)<ref>{{Cita web|url=https://nsarchive.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB196/doc01.pdf|titolo="Flight Path Study – American Airlines Flight 11" (PDF). National Transportation Safety Board. February 19, 2002.}}</ref>. Alle 9:03, altri cinque dirottatori, al comando del [[volo United Airlines 175]], fecero schiantare il velivolo nella facciata meridionale della Torre Sud (WTC 2)<ref>{{Cita web|url=http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB196/doc03.pdf|titolo="Flight Path Study – United Airlines Flight 175" (PDF). National Transportation Safety Board. February 19, 2002.}}</ref>. Cinque dirottatori, poi, diressero il [[volo American Airlines 77]] contro la facciata ovest del Pentagono alle 9:37. Infine, alle 10:03, un quarto aereo, il [[volo United Airlines 93]], precipitò in un campo in Pennsylvania al termine di uno scontro tra passeggeri e dirottatori. Si ritiene che l'obiettivo del volo 93 sarebbe potuto essere il [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] di Washington o la [[Casa Bianca]]<ref name="Govinfo911" />. Le registrazioni della [[scatola nera]] di quest'ultimo volo hanno infatti rivelato che l'equipaggio e i passeggeri tentarono di sottrarre il controllo dell'aereo ai dirottatori dopo aver saputo, per via telefonica, che quella mattina altri aerei erano stati dirottati ed erano stati fatti schiantare contro degli edifici.<ref name="WP93">{{Cita news|lingua=en|nome=David|cognome=Snyder|url=https://www.washingtonpost.com/archive/politics/2002/04/19/families-hear-flight-93s-final-moments/de9e0830-f706-4cad-84d2-f1a8a4e2e690/|titolo=Families Hear Flight 93's Final Moments|editore=[[The Washington Post]]|data=19 aprile 2002|accesso=2 gennaio 2016}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://edition.cnn.com/interactive/law/0604/transcript.flight93/index.html|titolo=Flight 93 Transcript|editore=[[CNN]]|data=12 aprile 2006|accesso=30 marzo 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060413142504/http://edition.cnn.com/interactive/law/0604/transcript.flight93/index.html|urlmorto=sì}}</ref> Secondo la trascrizione della registrazione, uno dei dirottatori diede l'ordine di [[Virata (volo)|virare]] il velivolo quando fu chiaro che ne avrebbero perso il controllo a causa dei passeggeri.<ref name="Fox93Xscript">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,191520,00.html|titolo=Text of Flight 93 Recording|pubblicazione=|editore=[[Fox News Channel|Fox News]]|data=12 aprile 2006|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130520065132/http://www.foxnews.com/story/0,2933,191520,00.html#|urlmorto=sì}}</ref> Poco dopo, l'aeroplano si schiantò in un campo vicino Shanksville, nella [[contea di Somerset (Pennsylvania)]], alle 10:03:11. In un'intervista rilasciata al giornalista di ''[[al Jazeera]]'' Yosri Foda, [[Khalid Shaykh Muhammad]] affermò che l'obiettivo del volo 93 era il [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]] di [[Washington]], il cui [[nome in codice]] era «la facoltà di Legge».<ref>{{Cita libro|autore=Yosri Fouda Nick Fielding|titolo=Masterminds of Terror|anno=2003|url=https://archive.org/details/mastermindsofter00fawd|data=2004|editore=Arcade Publishing|pp=[https://archive.org/details/mastermindsofter00fawd/page/158 158]-159}}</ref>
Nel corso dei dirottamenti, alcuni passeggeri e membri dell'equipaggio furono in grado di effettuare chiamate con l'apparecchio radiotelefonico aria-superficie della GTE e con i telefoni cellulari;<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.post-gazette.com/headlines/20010916phonecallnat3p3.asp|titolo=The phone line from Flight 93 was still open when a GTE operator heard Todd Beamer say: 'Are you guys ready? Let's roll'|editore=Pittsburgh Post-Gazette|data=16 settembre 2001|cognome=McKinnon|nome=Jim|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225171951/http://old.post-gazette.com/headlines/20010916phonecallnat3p3.asp|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://archives.cnn.com/2001/US/09/12/family.reacts/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071019014656/http://archives.cnn.com/2001/US/09/12/family.reacts/index.html |titolo=Relatives wait for news as rescuers dig|editore=[[CNN]]|città=New York|data=13 settembre 2001|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> costoro furono in grado di fornire dettagli su quanto stava accadendo. Si riuscì a comprendere come diversi dirottatori fossero a bordo di ciascun aeroplano e che costoro avevano usato spray urticante e lacrimogeni per sopraffare i membri dell'equipaggio e tenere i passeggeri fuori dalla cabina della prima classe<ref>{{Cita web|url=https://www.sfgate.com/news/article/Hijackers-used-Mace-knives-to-take-over-2805009.php|titolo=Hijackers used Mace, knives to take over airplanes / Sept. 11 panel hears chilling recording from flight attendant|autore=Sara Kehaulani Goo, Dan Eggen, Washington Post|sito=SFGate|data=28 gennaio 2004|accesso=28 settembre 2019}}</ref><ref name="CNN1">{{Cita news|lingua=en|nome=Mike M.|cognome=Ahlers|url=https://www.cnn.com/2004/US/01/27/911.commis.knife/|titolo=9/11 panel: Hijackers may have had utility knives|città=Washington D.C.|editore=[[CBS|CBS News]]|data=27 gennaio 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref>. Si capì, inoltre, che alcune persone a bordo degli aerei erano state accoltellate<ref>{{Cita web|url=http://old.post-gazette.com/headlines/20010916phonecallnat3p3.asp|titolo=The phone line from Flight 93 was still open when a GTE operator heard Todd Beamer say: 'Are you guys ready? Let's roll'|sito=old.post-gazette.com|accesso=28 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191001003507/http://old.post-gazette.com/headlines/20010916phonecallnat3p3.asp|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://edition.cnn.com/|titolo=CNN International - Breaking News, US News, World News and Video|sito=CNN|accesso=28 settembre 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Jodi|cognome=Wilgoren|nome2=Edward|cognome2=Wong|url=https://www.nytimes.com/2001/09/13/us/after-attacks-united-flight-93-doomed-flight-passengers-vowed-perish-fighting.html|titolo=AFTER THE ATTACKS: UNITED FLIGHT 93; On Doomed Flight, Passengers Vowed To Perish Fighting|pubblicazione=The New York Times|data=13 settembre 2001|accesso=28 settembre 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.latimes.com/archives/la-xpm-2006-apr-11-na-moussa11-story.html|titolo=Moussaoui Jury Hears the Panic From 9/11|sito=Los Angeles Times|data=11 aprile 2006|lingua=en|accesso=28 settembre 2019}}</ref>. I terroristi avevano preso il controllo dei velivoli usando coltelli e taglierini per uccidere alcuni [[assistente di volo|assistenti di volo]] e almeno un pilota o un passeggero, tra cui il comandante del volo 11, John Ogonowski. La [[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001]] stabilì che due dei dirottatori avevano precedentemente acquistato attrezzi multifunzione di marca Leatherman.<ref name="commission">{{Cita web|lingua=en|titolo=National Commission Upon Terrorist Attacks in the United States|url=https://www.9-11commission.gov/archive/hearing7/9-11Commission_Hearing_2004-01-27.htm|editore=[[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001|9/11 Commission]]|data=27 gennaio 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Un assistente di volo dell'American Airlines 11, un passeggero del volo 175 e alcuni passeggeri del volo 93 riferirono che i dirottatori avevano delle bombe, ma uno dei passeggeri disse anche di ritenere che si trattasse di ordigni inerti. Nessuna traccia di esplosivi fu trovata nei luoghi degli impatti. Il ''Rapporto della Commissione sull'11 settembre'' afferma che le bombe erano probabilmente false.<ref name="911-ch1">{{Cita web|url=https://www.9-11commission.gov/report/911Report_Ch1.pdf|titolo=9/11 Commission Report|editore=[[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001|9/11 Commission]]|data=2004|lingua=en|formato=pdf|accesso=23 novembre 2013|capitolo=Chapter 1: "We Have Some Planes"}}</ref>
Quel giorno, tre edifici del complesso del World Trade Center crollarono a causa di [[Cedimento strutturale|cedimenti strutturali]]<ref name="WPCollapse">{{Cita news|lingua=en|nome=Bill|cognome=Miller|titolo=Report Assesses Trade Center's Collapse|url=https://www.washingtonpost.com/archive/politics/2002/05/01/report-assesses-trade-centers-collapse/d6839e94-9bd3-410c-b18c-cbc30a9e318c/|editore=[[The Washington Post]]|data=1º maggio 2002|accesso=3 dicembre 2016}}</ref>. La [[Torre Sud]] (WTC 2), la seconda a essere stata colpita, crollò alle 9:59, 56 minuti dopo l'impatto con il [[volo United Airlines 175]], che aveva causato un'esplosione e un conseguente incendio per via del carburante presente nell'aereo; la [[Torre Nord]] (WTC 1) crollò alle 10:28, dopo un incendio di circa 102 minuti<ref name="WPCollapse" />. Entrambi i crolli produssero quantità ingenti di detriti; alcuni di essi, provenienti dal WTC 1, danneggiarono anche il [[Seven World Trade Center|7 World Trade Center]] (WTC 7), posto nella stessa area, e con una integrità strutturale già estremamente compromessa dagli incendi presenti nel tetto dell’edificio, lo portarono ad un crollo completo sempre nello stesso giorno, alle 17:21 ora locale<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch5.pdf|formato=pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study|capitolo=Chapter 5 WTC 7 - section 5.5.4|editore=Federal Emergency Management Agency|anno=2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref>. Nella contea di Arlington, anche la facciata ovest del Pentagono subì ingenti danni.
[[File:World Trade Center Site After 9-11 Attacks With Original Building Locations.jpg|miniatura|upright=1.4|Mappa della zona interessata dagli attacchi, sovrapposta a un'immagine di ''[[Ground Zero]]'']]
Il [[National Institute of Standards and Technology]] promosse delle investigazioni sulle cause del collasso dei tre edifici, successivamente allargando le indagini sulle misure per la prevenzione del collasso progressivo, chiedendosi ad esempio se la progettazione aveva previsto la resistenza agli incendi e se era stato effettuato un rafforzamento delle strutture in acciaio. Il rapporto riguardo alle Torri Nord e Sud fu terminato nell'ottobre 2005, mentre l'indagine sul [[7 World Trade Center|WTC 7]] è stata pubblicata il 21 agosto 2008: il crollo dell'edificio è stato causato dalla dilatazione termica, prodotta dagli incendi incontrollati per ore, dell'acciaio della colonna primaria, la numero 79, il cui cedimento ha dato inizio a un collasso progressivo delle strutture portanti vicine.<ref name="nist.gov">{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/wtc_qa_082108.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080824233703/http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/wtc_qa_082108.html |titolo=Questions and Answers about the NIST WTC 7 Investigation|accesso=21 agosto 2008|sito=[[National Institute of Standards and Technology]]|editore=[[United States Department of Commerce]]|data=8 agosto 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Venuta a conoscenza dei dirottamenti e dei seguenti attacchi coordinati, alle 9:42 l'[[Federal Aviation Administration|Amministrazione dell'Aviazione Federale]] (''Federal Aviation Administration'', FAA) bloccò tutti i voli civili all'interno dei confini degli Stati Uniti e ordinò a quelli già in volo di atterrare immediatamente<ref>{{Cita web|url=http://govinfo.library.unt.edu/911/report/911Report_Ch1.pdf|titolo=We have some planes}}</ref>. Tutti i voli civili internazionali furono fatti ritornare indietro o indirizzati a aeroporti in Canada o Messico. A tutto il traffico aereo civile internazionale fu proibito di atterrare negli Stati Uniti per tre giorni<ref>{{Cita web|url=http://www.biography.com/profiles-of-9-11/about911.jsp|titolo=Profiles of 9/11 - About 9/11|sito=The Biography Channel|editore=A&E Television Networks|lingua=en|accesso=12 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080517065555/http://www.biography.com/profiles-of-9-11/about911.jsp|urlmorto=sì}}</ref>. Gli attacchi crearono grande confusione tra le agenzie di notizie e i [[Controllore del traffico aereo|controllori del traffico aereo]] in tutti gli Stati Uniti per via di notizie non confermate e spesso contraddittorie: una delle ricostruzioni più diffuse raccontava di un'[[autobomba]] esplosa nella [[Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America|Segreteria di Stato degli Stati Uniti]] a Washington<ref name=errors2>{{Cita web|lingua=en|cognome=Miller|nome=Mark|titolo=Three hours that shook America: A chronology of chaos|url=http://www.broadcastingcable.com/article/CA240241.html|data=25 agosto 2002|sito=[[Broadcasting & Cable]]|editore=[[Reed Business Information]]|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081123103434/http://www.broadcastingcable.com/article/CA240241.html}}</ref>. Poco dopo aver dato notizia dell'incidente al Pentagono, la [[CNN]] e altre emittenti raccontarono anche di un incendio scoppiato al [[National Mall]] di Washington.<ref>{{Cita TV|lingua=en|url=https://edition.cnn.com/TRANSCRIPTS/0109/11/bn.03.html |titolo=Terrorism Strikes In The United States in a Massive Attack|trasmissione=CNN Breaking News|canale=[[CNN]]|data=11 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Un altro rapporto fu diffuso dalla ''[[Associated Press]]'', secondo il quale un [[Boeing 767]] della [[Delta Air Lines]], il volo 1989, era stato dirottato: anche questa notizia si rivelò poi un errore, in quanto si era effettivamente pensato che vi fosse quel pericolo, ma l'aereo rispose ai comandi dei controllori di volo e atterrò a [[Cleveland|Cleveland (Ohio)]].<ref name="wkyc">{{Cita news|lingua=en|cognome=O'Mara|nome=Michael|titolo=9/11: 'Fifth Plane' terror alert at Cleveland Hopkins Airport|url=http://archive.wkyc.com/(S(5GC40445TWTWGJ453GK2LIAI))/news/article/56706/3/911-Fifth-Plane-terror-alert-at-Cleveland-Hopkins-Airport|editore=WKYC News|data=11 settembre 2006|accesso=3 dicembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304213622/http://archive.wkyc.com/(S(5GC40445TWTWGJ453GK2LIAI))/news/article/56706/3/911-Fifth-Plane-terror-alert-at-Cleveland-Hopkins-Airport}}</ref>
=== Vittime ===
{{vedi anche|Vittime degli attentati dell'11 settembre 2001}}
[[File:911 victims.jpg|miniatura|sinistra|Raccolta delle foto di quasi tutte le vittime degli attacchi (mancano solo quelle di 92 persone e dei terroristi): documento presentato nel processo contro [[Zakariyya Musawi]]]]
Le vittime degli attentati furono {{formatnum:2977}}, esclusi i 19 dirottatori: 246 su 4 aeroplani (87 sul [[volo American Airlines 11]],<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.cnn.com/SPECIALS/2001/memorial/lists/by-___location/page93.html|titolo=American Airlines Flight 11|editore=[[CNN]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> 60 sul [[volo United Airlines 175]],<ref name="UnitedAirlinesFlight">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.cnn.com/SPECIALS/2001/memorial/lists/by-___location/page100.html|titolo=United Airlines Flight 175|editore=CNN|accesso=23 novembre 2013}}</ref> 59 sul [[volo American Airlines 77]]<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.cnn.com/SPECIALS/2001/memorial/lists/by-___location/page96.html|titolo=American Airlines Flight 77|editore=[[CNN]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> e 40 sul [[volo United Airlines 93]];<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Roddy|nome=Dennis B.|url=http://www.post-gazette.com/headlines/20011028flt93mainstoryp7.asp|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120320211846/http://old.post-gazette.com/headlines/20011028flt93mainstoryp7.asp|titolo=Flight 93: Forty lives, one destiny|editore=Pittsburgh Post-Gazette|data=28 ottobre 2001|accesso=7 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> non ci fu alcun superstite), 2 606 a [[New York]] e 125 al [[Pentagono (edificio)|Pentagono]].<ref name="Chrono">{{Cita web|lingua=en|url=http://archives.cnn.com/2001/US/09/11/chronology.attack/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041112020231/http://archives.cnn.com/2001/US/09/11/chronology.attack/index.html |titolo=September 11: Chronology of terror|editore=CNN|accesso=7 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.cnn.com/2006/US/05/16/pentagon.video/index.html|titolo=First video of Pentagon 9/11 attack released|data=16 maggio 2006|editore=CNN|città=Washington D.C.|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Altre 24 persone sono ancora elencate tra i dispersi.<ref name="hirschkorn">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.september11victims.com/september11victims/STATISTIC.asp|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051229012656/http://www.september11victims.com/september11victims/STATISTIC.asp |titolo=24 Remain Missing|data=12 agosto 2006|editore=September 11 Victims|accesso=7 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> Oltre alle vittime [[Civile (status)|civili]] c'erano anche 343 vigili del fuoco, 72 agenti delle forze dell'ordine e 55 militari che furono uccisi negli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Stone|nome=Andrea|url=https://www.usatoday.com/news/sept11/2002-08-20-pentagon_x.htm|titolo=Military's aid and comfort ease 9/11 survivors' burden|editore=[[USA Today]]|città=Arlington|data=20 agosto 2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Furono più di 90 i Paesi che persero cittadini negli attacchi al [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]].<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Walker|nome=Carolee|titolo=Five-Year 9/11 Remembrance Honors Victims from 90 Countries|url=https://www.america.gov/st/washfile-english/2006/September/20060911141954bcreklaw0.9791071.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080115102024/http://www.america.gov/st/washfile-english/2006/September/20060911141954bcreklaw0.9791071.html|editore=[[United States Department of State]]|data=11 settembre 2006|accesso=18 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Il [[National Institute of Standards and Technology|NIST]] ha stimato che circa
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Almeno 200 persone saltarono dalle
Le vittime tra i soccorritori furono 411.<ref>{{cita web|url=https://www.army.mil/article/174653/natick_hosting_stair_climb_challenge_to_honor_first_responders_lost_on_911|titolo=Natick hosting stair-climb challenge to honor first responders lost on 9/11|accesso=28 settembre 2016}}</ref> Il [[New York City Fire Department]] (i vigili del fuoco di New York) perse 341 vigili del fuoco e 2 [[paramedico|paramedici]]
La [[Cantor Fitzgerald|Cantor Fitzgerald L.P.]], una banca di investimenti i cui uffici si trovavano ai piani 101-105 del WTC 1, perse 658 impiegati, più di qualunque altra azienda.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/5282060.stm?lsf|titolo=Cantor rebuilds after 9/11 losses|pubblicazione=[[BBC News]]|data=4 settembre 2006|accesso=23 novembre 2013}}</ref> La [[Marsh & McLennan Companies|Marsh Inc.]], i cui uffici si trovavano immediatamente sotto quelli della Cantor Fitzgerald ai piani 93-101 (dove avvenne l'impatto del [[volo American Airlines 11|volo 11]]), perse 295 impiegati, mentre 175 furono le vittime tra i dipendenti della [[Aon Corporation]].<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Siegel|nome=Aaron|url=http://www.investmentnews.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20070911/REG/70911011|titolo=Industry honors fallen on 9/11 anniversary|pubblicazione=InvestmentNews|data=11 settembre 2007|accesso=20 maggio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070915130042/http://www.investmentnews.com/apps/pbcs.dll/article?AID=%2F20070911%2FREG%2F70911011|urlmorto=sì}}</ref> Dopo New York, lo [[
È stato possibile identificare i resti di sole
La morte per malattie ai polmoni di
Nel 2021 si stimano oltre {{formatnum:4600}} morti per patologie correlabili all'attentato<ref name="wired.it">{{Cita web|url=https://www.wired.it/lifestyle/salute/2021/09/11/11-settembre-20-anni-soccorritori-patologie/|titolo=20 anni dopo l'attacco alle Torri gemelle ci sono ancora conseguenze sulla salute di soccorritori e sopravvissuti|sito=Wired|data=11 settembre 2021|lingua=it|accesso=12 settembre 2021}}</ref>. Inoltre {{formatnum:65000}} persone hanno ottenuto, dal World Trade Center (Wtc) Health Program, il riconoscimento della diagnosi di una patologia correlabile agli attentati dell'11 settembre<ref name="wired.it"/>.
=== Danni ===
[[File:Aerial view of the Pentagon during rescue operations post-September 11 attack.JPEG|
Oltre anche alle Torri Gemelle, i due grattacieli di 110 piani, numerosi altri edifici del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]] furono distrutti o gravemente danneggiati, inclusi il [[7 World Trade Center|seven World Trade Center]], il [[Six World Trade Center]], il [[Five World Trade Center]], il [[Four World Trade Center]], il [[Marriott World Trade Center]] e la chiesa greco ortodossa di San Nicola.<ref name="wtcstudy">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.fema.gov/rebuild/mat/wtcstudy.shtm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060927104557/http://www.fema.gov/rebuild/mat/wtcstudy.shtm |titolo=World Trade Center Building Performance Study|data=maggio 2002|editore=[[Ente federale per la gestione delle emergenze|Federal Emergency Management Agency]]|accesso=12 luglio 2007|urlmorto=sì}}</ref> Il [[Deutsche Bank Building]], situato di là dalla Liberty Street rispetto al complesso del World Trade Center, è stato demolito in quanto l'ambiente all'interno dell'edificio era stato dichiarato tossico e inabitabile.<ref name="Chapter 6: Bankers Trust Building">{{Cita web|lingua=en|autore-capitolo=Robert Smilowitz, Adam Hapij, Jeffrey Smilow|url=https://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch6.pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study|capitolo=Chapter 6: Bankers Trust Building|formato=pdf|data=maggio 2002|editore=[[Ente federale per la gestione delle emergenze|Federal Emergency Management Agency]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=The Deutsche Bank Building at 130 Liberty Street|editore=Lower Manhattan Development Corporation|url=http://www.renewnyc.com/plan_des_dev/130Liberty/default.asp|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225171952/http://www.renewnyc.com/plan_des_dev/130Liberty/default.asp|urlmorto=sì}}</ref> La Fiterman Hall del Borough of Manhattan Community College, situato al 30 West Broadway, ricevette gravi ed estesi danni durante gli attacchi, tanto da farne programmare la demolizione.<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Fiterman Hall|editore=Lower Manhattan Construction Command Center|url=http://www.lowermanhattan.info/construction/project_updates/fiterman_hall_39764.aspx|data=luglio 2007|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131109160545/http://www.lowermanhattan.info/construction/project_updates/fiterman_hall_39764.aspx|urlmorto=sì}}</ref> Altri edifici limitrofi, come il 90 West Street e il Verizon Building, subirono gravi danni, ma sono stati riparati.<ref name="nyconstruction">{{Cita web|lingua=en|url=http://newyork.construction.com/projects/TopProjects04/Verizon.asp|titolo=Top Projects Completed 2003-2004: Verizon Building Restoration|editore=ENR New York|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Gli edifici del [[World Financial Center]], la [[One Liberty Plaza]], il Millennium Hilton, e 90 Church Street riportarono danni moderati.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch7.pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study|capitolo=Chapter 7: Peripheral Buildings|formato=pdf|data=maggio 2002|editore=[[Ente federale per la gestione delle emergenze|Federal Emergency Management Agency]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Anche gli impianti di telecomunicazioni situati sulla torre settentrionale andarono distrutti, incluse le antenne di trasmissione radio e televisive e i ponti radio, ma le stazioni degli organi di informazioni re-instradarono rapidamente i segnali e ripresero le trasmissioni.<ref name="wtcstudy"/><ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Bloomfield|nome=Larry|url=http://sysdesignshowcase.broadcastengineering.com/ar/broadcasting_new_york_broadcasters |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080604040210/http://sysdesignshowcase.broadcastengineering.com/ar/broadcasting_new_york_broadcasters |titolo=New York broadcasters rebuild|editore=Broadcast Engineering|data=1º ottobre 2001|accesso=18 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Nella [[contea di Arlington]], una porzione del Pentagono fu gravemente danneggiata dall'impatto e dal successivo incendio.
=== Operazioni di salvataggio e soccorso ===
[[File:DN-SD-04-12744.JPEG|
Successivamente agli attacchi alle Torri gemelle, il [[New York City Fire Department]] inviò rapidamente sul sito 200 unità, pari a metà dell'organico del Dipartimento, che furono aiutati da numerosi pompieri fuori-servizio e da personale dei pronto soccorso.<ref name="mckinsey-ems">{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/ems_response.pdf|formato=pdf|titolo=McKinsey Report - Emergency Medical Service response|editore=FDNY / McKinsey & Company|data=9 agosto 2002|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172600/http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/ems_response.pdf%20|urlmorto=sì}}</ref><ref name="mckinsey-exec">{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/executive_summary.pdf|formato=pdf|titolo=FDNY McKinsey Report - Executive Summary|data=agosto 2002|editore=FDNY / McKinsey & Company|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172049/http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/executive_summary.pdf%20|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/x7_fire_apparatus_deployment.pdf|formato=pdf|titolo=Fire Apparatus Deployment on September 11|editore=FDNY / McKinsey & Company|data=agosto 2002|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172548/http://www.nyc.gov/html/fdny/pdf/mck_report/x7_fire_apparatus_deployment.pdf%20|urlmorto=sì}}</ref> Il [[New York City Police Department]] inviò delle unità speciali dette "Emergency Service Units" e altro personale.<ref name="mckinsey-nypd">{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nyc.gov/html/fdny/html/mck_report/toc.html|titolo=McKinsey Report - NYPD|data=19 agosto 2002|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140608101241/http://www.nyc.gov/html/fdny/html/mck_report/toc.html}}</ref> Durante i soccorsi, i comandanti dei vigili del fuoco, della polizia e dell'Autorità portuale ebbero difficoltà a condividere le informazioni e a coordinare i loro sforzi,<ref name="mckinsey-ems"/> tanto che vi furono duplicazioni nelle ricerche dei civili dispersi invece che ricerche coordinate.<ref name="alavosius">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Unity Of Purpose/Unity Of Effort: Private-Sector Preparedness In Times Of Terror|rivista=Disaster Prevention & Management|autore=Alavosius, Mark P., et al.|data=2005|volume=14|numero=5|pp=666-680}}</ref>
Con il peggiorare della situazione, il dipartimento di polizia, che riceveva informazioni degli elicotteri in volo, fu in grado di diffondere l'ordine di evacuazione che permise a molti dei suoi agenti di allontanarsi prima del crollo degli edifici;<ref name="mckinsey-nypd"/><ref name="alavosius"/> tuttavia, poiché i sistemi di comunicazione radio dei dipartimenti di polizia e di vigili del fuoco erano incompatibili, questa informazione non fu inoltrata ai comandi dei vigili del fuoco. Dopo il collasso della prima Torre, i comandanti dei vigili del fuoco trovarono difficoltà a inviare gli ordini di evacuazione ai pompieri all'interno della torre, a causa del malfunzionamento dei sistemi di trasmissione all'interno del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]]. Persino le chiamate al 911 (il servizio di emergenza) non furono correttamente inoltrate.<ref name="mckinsey-exec"/> Un'enorme operazione di [[ricerca e salvataggio]] fu lanciata dopo poche ore dagli attacchi; le operazioni cessarono alcuni mesi dopo.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,53997,00.html|titolo=Timeline of WTC Recovery|pubblicazione=[[Fox News Channel|Fox News]]|città=New York|data=29 maggio 2002|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121111043256/http://www.foxnews.com/story/0,2933,53997,00.html|urlmorto=sì}}</ref>
== Attentatori e loro moventi ==
[[File:Mohamed Atta.jpg|miniatura|[[Mohamed Atta]], responsabile operativo degli attacchi, morto nell'impatto del [[volo American Airlines 11]]]]
Gli attentatori dell'11 settembre appartenevano al gruppo [[al-Qa'ida]] guidato da [[Osama bin Laden]] e gli attacchi sono il risultato degli obiettivi formulati nella ''[[fatwā]]''<ref>L'irritualità di una simile pronuncia di interesse [[Shari'a|giuridico]] è dimostrata dal fatto che - per plurisecolare tradizione islamica - una ''fatwa'' può essere validamente emessa solo da un giurisperito la cui dottrina ed esperienza siano riconosciute dalla maggioritaria opinione dei [[ʿulamāʾ|dotti musulmani]].</ref> emessa dallo stesso [[Osama bin Laden]] oltre che [[Ayman al-Zawahiri]], [[Refa'i Ahmed Taha|Abū Yāsir Rifāʿī Aḥmad Ṭāhā]], [[Mir Hamza]] e Fazlur Rahman, la quale dichiarava che fosse «dovere di ogni musulmano [...] uccidere gli americani in qualunque luogo».<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Andrew Higgins|coautori=Alan Cullison|url=http://cryptome.org/zawahri-wsj.htm|titolo=Saga of Dr. Zawahri Sheds Light On the Roots of al Qaeda Terror|pubblicazione=[[The Wall Street Journal]]|città=Derbent|data=2 luglio 2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.9-11commission.gov/archive/hearing10/9-11Commission_Hearing_2004-04-13.htm|titolo=Tenth Public Hearing, Testimony of Louis Freeh editore=9/11 Commission|data=13 aprile 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Jihad Against Jews and Crusaders: World Islamic Front Statement|url=http://www.fas.org/irp/world/para/docs/980223-fatwa.htm|editore=[[Federation of American Scientists]]|data=23 febbraio 1998|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
=== Al-
L'origine di [[al-Qāʿida]] risale al 1979, anno dell'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|invasione sovietica dell'Afghanistan]]; poco dopo l'invasione, [[Osama bin Laden]] si recò in [[Afghanistan]] per collaborare con l'organizzazione dei ''[[mujahidin]]'' arabi e alla creazione di [[Maktab al-Khidamat]], una formazione il cui scopo era quello di raccogliere fondi e assoldare ''mujaheddin'' stranieri per resistere all'[[Unione Sovietica]]. Nel [[1989]], con il ritiro delle forze sovietiche dal conflitto afghano, il Maktab al-Khidamat si trasformò in una "forza di intervento rapido" del ''[[jihād]]'' contro i nemici del mondo islamico.
Sotto l'influenza di [[Ayman al-Zawahiri]], bin Laden assunse posizioni più radicali.
=== Organizzazione degli attacchi ===
[[File:Prima, durante e dopo l'attentato del 11 settembre 2001.jpg|
La ''National Commission on Terrorist Attacks upon the United States'' (
=== Dirottatori ===
{{vedi anche|Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001}}
[[File:September 17 2001 Ground Zero 04.jpg|miniatura|Gli edifici intorno al [[World Trade Center]] furono gravemente danneggiati dai detriti e dalla caduta delle Torri gemelle]]
Quindici dirottatori provenivano dall'[[Arabia Saudita]], due dagli [[Emirati Arabi Uniti]], uno dall'[[Egitto]] e uno dal [[Libano]].<ref>{{Cita news|cognome=Johnston|nome=David|titolo=Two Years Later: 9/11 Tactics; Official Says Qaeda Recruited Saudi Hijackers to Strain Ties|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9803E4DD143BF93AA3575AC0A9659C8B63|data=9 settembre 2003|pubblicazione=[[The New York Times]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> In contrasto con il consueto profilo degli attentatori suicidi, i dirottatori erano adulti maturi e ben istruiti, le cui visioni del mondo erano ben formate.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Clayton|nome=Mark|titolo=Reading into the mind of a terrorist|pubblicazione=[[Christian Science Monitor]]|data=30 ottobre 2003|url=https://www.csmonitor.com/2003/1030/p11s01-legn.html|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Dopo alcune ore dagli attacchi, l'[[FBI]] fu in grado di determinare i nomi e, in molti casi, i dettagli personali dei sospetti piloti e dirottatori.<ref>{{Cita libro|titolo=Against All Enemies: Inside America's War on Terrorism|cognome=Clarke|nome=Richard A.|anno=2004|editore=Simon & Schuster|città=New York|pp=13-14|isbn=0-7432-6823-7}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=FBI Announces List of 19 Hijackers|editore=[[FBI]]|data=14 settembre 2001|url=https://www.fbi.gov/pressrel/pressrel01/091401hj.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20010914223046/http://www.fbi.gov/pressrel/pressrel01/091401hj.htm |accesso=7 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> Il bagaglio di [[Mohamed Atta]], che non fu trasbordato dal suo volo da [[Portland (Maine)|Portland]] sul volo 11, conteneva documenti che rivelarono l'identità di tutti i 19 dirottatori e altri importanti indizi sui loro piani, sulle loro intenzioni e sui loro precedenti.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Dorman|nome=Michael|url=https://www.newsday.com/news/nationworld/nation/ny-uslugg274705186apr17,0,6096142.story?coll=ny-nationalnews-print|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070614014650/http://www.newsday.com/news/nationworld/nation/ny-uslugg274705186apr17%2C0%2C6096142.story?coll=ny-nationalnews-print|titolo=Unraveling 9-11 was in the bags|pubblicazione=Newsday|data=17 aprile 2006|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il giorno degli attacchi, la [[National Security Agency]] intercettò delle comunicazioni che portavano a [[Osama bin Laden]], come avevano fatto i servizi segreti tedeschi.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Piece by Piece, The Jigsaw of Terror Revealed|url=http://news.independent.co.uk/world/americas/article218611.ece|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070915195906/http://news.independent.co.uk/world/americas/article218611.ece|pubblicazione=[[The Independent]]|data=30 settembre 2001|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Il 27 settembre 2001, l'FBI rese pubbliche le foto dei diciannove dirottatori, assieme alle informazioni sulle possibili nazionalità e nomi falsi di molti.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.fbi.gov/pressrel/pressrel01/092701hjpic.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20011001123059/http://www.fbi.gov/pressrel/pressrel01/092701hjpic.htm |titolo=The FBI releases 19 photographs of individuals believed to be the hijackers of the four airliners that crashed on September 11, 01|sito=[[FBI]]|editore=[[Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti|United States Department of Justice]]|data=27 settembre 2001|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Le indagini dell'FBI sugli attacchi, note come "PENTTBOM", furono le più vaste e complesse nella storia dell'ente, coinvolgendo più di 7 000 agenti speciali.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Rolince|nome=Michael E.|url=https://www.fbi.gov/congress/congress03/rolince062403.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030713152217/http://www.fbi.gov/congress/congress03/rolince062403.htm |titolo=The Inspector General's Report and the September 11th Response|sito=[[FBI]]|editore=[[Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti|United States Department of Justice]]|data=24 giugno 2003|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il [[Governo federale degli Stati Uniti|governo degli Stati Uniti]] determinò che [[al-Qāʿida]], diretta da Osama bin Lāden, era responsabile per gli attacchi, con l'FBI che affermò che «le prove che mettono in relazione al-Qāʿida e bin Lāden agli attacchi dell'11 settembre sono chiare e irrefutabili»;<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Watson|nome=Dale L.|url=https://www.fbi.gov/congress/congress02/watson020602.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020405031610/http://www.fbi.gov/congress/congress02/watson020602.htm |titolo=The Terrorist Threat Confronting the United States|sito=[[FBI]]|editore=[[Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti|United States Department of Justice]]|data=6 febbraio 2002|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il [[governo del Regno Unito]] raggiunse la stessa conclusione.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.number-10.gov.uk/output/page3682.asp|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20031016065512/http://www.number-10.gov.uk/output/page3682.asp|titolo=Responsibility for the Terrorist Atrocities in the United States, 11 September 2001|editore=[[10 Downing Street]]|data=14 novembre 2001|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
La dichiarazione di una [[guerra santa]] contro gli [[Stati Uniti d'America]] e la ''[[fatwā]]'' firmata da Osama bin Lāden e altri nel [[1996]], in cui si chiedeva l'uccisione di civili statunitensi, sono viste come indizi del suo movente negli attacchi dell'11 settembre da parte degli investigatori.<ref>{{Cita libro|cognome=Gunarathna|nome=Rohan|titolo=Inside Al Qaeda, Global Network of Terror|anno=2002|editore=Berkley Books|pp=61-62}}</ref> Inizialmente bin Lāden negò il proprio coinvolgimento negli attacchi, per poi ammetterlo.<ref name="cbc-2004">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.cbc.ca/world/story/2004/10/29/binladen_message041029.html|titolo=Bin Lāden claims responsibility for 9/11|pubblicazione=[[CBC News]]|data=29 ottobre 2004|accesso=23 novembre 2013|citazione=Il ''leader'' di al-Qāʿida, Osama bin Lāden è apparso in un nuovo messaggio trasmesso da una stazione televisiva araba venerdì notte, per la prima volta rivendicando la responsabilità diretta per gli attacchi del 2001 contro gli Stati Uniti.}}</ref><ref name="ajNov2004">{{Cita news|lingua=en|url=http://english.aljazeera.net/English/archive/archive?ArchiveId=7403|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070410205702/http://english.aljazeera.net/English/archive/archive?ArchiveId=7403|titolo=Full transcript of bin Ladin's speech|pubblicazione=[[Al Jazeera]] English|data=2 novembre 2004|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il 16 settembre 2001, bin Lāden negò ogni coinvolgimento negli attacchi leggendo una dichiarazione trasmessa dal canale satellitare del [[Qatar]] ''[[Al Jazeera]]'': «Sottolineo che non ho attuato questo gesto, che sembra essere stato portato avanti da individui con motivazioni proprie»;<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Pakistan to Demand Taliban Give Up Bin Laden as Iran Seals Afghan Border|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,34440,00.html|pubblicazione=[[Fox News Channel|Fox News]]|data=16 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100523082548/http://www.foxnews.com/story/0,2933,34440,00.html#|urlmorto=sì}}</ref> questa smentita fu trasmessa dalle testate giornalistiche statunitensi e mondiali. Nel novembre 2001 forze statunitensi recuperarono una registrazione in una casa distrutta a [[Jalalabad (Afghanistan)|Jalālābād]], in [[Afghanistan]], in cui bin Lāden parla a [[Khaled al-Harbi|Khāled al-Ḥarbī]]: nella videoregistrazione bin Lāden ammette di aver saputo in anticipo degli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Bin Laden on tape: Attacks 'benefited Islam greatly'|url=http://archives.cnn.com/2001/US/12/13/ret.bin.laden.videotape/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041031002849/http://archives.cnn.com/2001/US/12/13/ret.bin.laden.videotape/ |pubblicazione=[[CNN]]|data=14 dicembre 2001|accesso=9 novembre 2007|citazione=Rivelando i dettagli degli attacchi fatali, bin Lāden si vanta in arabo di esserne venuto a conoscenza in anticipo e afferma che la distruzione era andata oltre le sue speranze. Afferma che gli attacchi "hanno portato un grande beneficio all'Islam"|urlmorto=sì}}</ref> La registrazione fu trasmessa da varie emittenti giornalistiche a partire dal 13 dicembre 2001; la distorsione delle immagini è stata attribuita ad artefatti causati dalla copia del nastro.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Haas|nome=Ed|titolo=Taking the fat out of the fat bin Laden confession video|editore=Muckraker Report|url=http://muckrakerreport.com/id372.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070313215731/http://www.muckrakerreport.com/id372.html|data=7 marzo 2008|accesso=1º maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il 27 dicembre [[2001]] fu pubblicato un secondo video di bin Lāden, in cui affermava che «il terrorismo contro gli Stati Uniti merita di essere lodato perché fu una risposta a un'ingiustizia, avente lo scopo di forzare gli Stati Uniti a interrompere il suo sostegno a [[Israele]], che uccide la nostra gente», senza però ammettere la responsabilità degli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Transcript: Bin Laden video excerpts|pubblicazione=[[BBC News]]|data=27 dicembre 2001|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/1729882.stm|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Poco prima delle [[elezioni presidenziali statunitensi del 2004]], bin Lāden rivendicò pubblicamente, con una registrazione video, il coinvolgimento di al-Qāʿida negli attacchi agli Stati Uniti, ammettendo il proprio legame diretto con gli attentati; affermò che gli attacchi erano stati portati perché «siamo liberi [...] e vogliamo riottenere libertà per la nostra nazione. Così come voi indebolite la nostra sicurezza noi indeboliamo la vostra».<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Michael|nome=Maggie|url=http://www.signonsandiego.com/news/nation/terror/20041029-1423-binladentape.html|titolo=Bin Laden, in statement to U.S. people, says he ordered Sept. 11 attacks|opera=The Associated Press|città=Il Cairo|data=29 ottobre 2004|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090915193018/http://www.signonsandiego.com/news/nation/terror/20041029-1423-binladentape.html}}</ref> Osama bin Lāden afferma di aver personalmente diretto i 19 dirottatori:<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Al-Jazeera: Bin Laden tape obtained in Pakistan|url=http://msnbc.msn.com/id/6363306/|pubblicazione=[[NBC|NBC News]]|città=Islamabad|data=30 ottobre 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref> nel video afferma che «concordammo assieme al comandante Muhammad Atta, che Allah abbia pietà di lui, che tutte le operazioni avrebbero dovuto essere completate in venti minuti, prima che Bush e la sua amministrazione se ne accorgessero».<ref name="ajNov2004" /> Un altro video ottenuto da ''Al Jazeera'' nel settembre [[2006]] mostra Osama bin Lāden con [[Ramzi bin al-Shibh]] – il più delle volte scritto Ramzi Binelshibh – e due dirottatori, [[Hamza al-Ghamdi]] e [[Wa'il al-Shehri]], mentre preparano gli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.cbc.ca/world/story/2006/09/07/al-qaeda-tape.html|titolo=Bin Laden 9/11 planning video aired|pubblicazione=[[CBC News]]|data=7 settembre 2006|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
[[File:Khalid Shaikh Mohammed after capture.jpg|miniatura|[[Khalid Shaykh Muhammad]] dopo la sua cattura in [[Pakistan]]]]
In un'intervista del [[2002]] con il giornalista di ''[[al Jazeera]]'' [[Yosri Foda]], [[Khalid Shaykh Muhammad]] ammise il proprio coinvolgimento nella "operazione del santo Martedì", assieme a [[Ramzi bin al-Shibh]].<ref>{{Cita news | lingua=en|url=http://www.guardian.co.uk/international/story/0,3604,906911,00.html|titolo='We left out nuclear targets, for now'|pubblicazione=[[The Guardian]]|data=4 marzo 2003|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Il ''[[Rapporto della Commissione sull'11 settembre]]'' ha determinato che l'animosità di Khalid Shaykh Muhammad, il «principale architetto» degli attacchi dell'11 settembre, verso gli Stati Uniti ebbe origine «non dalla sua esperienza di studente fatta lì, ma piuttosto dalla sua violenta opposizione alla politica estera statunitense in favore di Israele».<ref name="911-ch5"/> Mohammed Atta condivideva le stesse motivazioni di Khalid Shaykh Muhammad. Ralph Bodenstein, un ex-compagno di classe di Atta, lo descrisse come «molto imbevuto, veramente, [di idee] sulla difesa, da parte degli Stati Uniti, di queste politiche israeliane nella regione».<ref>{{cita TV|titolo=Making of the Death Pilots|canale=MSNBC-TV|data=marzo 2002}}</ref> [[Abd al-Aziz al-Umari|ʿAbd al-ʿAzīz al-ʿUmarī]], dirottatore del volo 11 assieme a Mohamed Atta, affermò nel suo testamento video: «il mio gesto è un messaggio per coloro che mi hanno ascoltato e per coloro che mi hanno visto e, allo stesso tempo, è un messaggio agli infedeli, affinché lasciate la [[Penisola arabica]] sconfitti e che smettiate di dare una mano ai codardi ebrei in Palestina».<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Whitaker|nome=Brian|url=http://www.guardian.co.uk/september11/oneyearon/story/0,,789253,00.html|titolo=Al-Qaida tape finally claims responsibility for attacks|pubblicazione=[[The Guardian]]|data=10 settembre 2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Khalid Shaykh Muhammad fu arrestato il 1º marzo [[2003]] a [[Rawalpindi]], in [[Pakistan]],<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Shannon|nome=Elaine|coautori=Michael Weisskopf|url=http://www.time.com/time/nation/article/0,8599,436061,00.html|titolo=Khalid Sheikh Mohammed Names Names|editore=[[Time (periodico)|TIME]]|data=24 marzo 2003|accesso=23 novembre 2013|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172208/http://content.time.com/time/nation/article/0,8599,436061,00.html%20|urlmorto=sì}}</ref> per poi essere detenuto definitivamente nel [[Guantanamo Bay detainment camp|campo di detenzione di Guantanamo Bay]], a [[Cuba]]. Durante le udienze condotte dagli Stati Uniti nel marzo 2007, che sono state «ampiamente criticate da avvocati e gruppi per i diritti umani in quanto falsi tribunali»,<ref name="sham tribunals">{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/6452573.stm|titolo=Key 9/11 suspect 'admits guilt'|pubblicazione=[[BBC News]]|data=15 marzo 2007|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Muhammad confessò nuovamente la propria responsabilità per gli attacchi: «ero il responsabile dell'operazione dell'11 settembre, dalla A alla Z».<ref name="sham tribunals"/><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://english.aljazeera.net/NR/exeres/081B3141-A5FE-48DA-B56D-81FA26B51316.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070317210547/http://english.aljazeera.net/NR/exeres/081B3141-A5FE-48DA-B56D-81FA26B51316.htm|titolo=September 11 suspect 'confesses'|pubblicazione=[[Al Jazeera]] English|data=15 marzo 2007|accesso=20 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Nel "Sostituto di testimonianza di [[Khalid Shaykh Muhammad]]" del processo a [[Zakariyya Musawi]], cinque persone furono identificate come quelle che conoscevano tutti i dettagli dell'operazione: Osama bin Laden, Khalid Shaykh Muhammad, [[Ramzi bin al-Shibh]], [[Abu Turab al-Urdunni]] e [[Mohammed Atef]]. Fino al 2008, solo le figure di contorno furono processate o condannate in relazione agli attacchi; bin Lāden non fu ancora formalmente accusato degli attentati.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Clewley|nome=Robin|titolo=How Osama Cracked FBI's Top 10|pubblicazione=[[Wired]]|url=https://www.wired.com/politics/law/news/2001/09/47109|data=27 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080526032503/http://www.wired.com/politics/law/news/2001/09/47109}}</ref> Il 26 settembre 2005, la ''Audiencia Nacional de España'', corte nazionale spagnola, diretta dal giudice [[Baltasar Garzón]], condannò [[Abu Dahdah]] a ventisette anni di prigione per [[cospirazione]] riguardo agli attentati dell'11 settembre e in qualità di membro dell'organizzazione terroristica al-Qāʿida. Allo stesso tempo, altri diciassette membri di al-Qāʿida ricevettero condanne tra i sei e gli undici anni.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.theage.com.au/news/world/spain-jails-18-alqaeda-operatives/2005/09/27/1127586828047.html|titolo=Spain jails 18 al-Qaeda operatives|pubblicazione=[[The Age]]|città=Madrid|data=27 settembre 2005|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.forbes.com/finance/feeds/afx/2005/09/26/afx2243735.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080531081550/http://www.forbes.com/finance/feeds/afx/2005/09/26/afx2243735.html|titolo=18 jailed in Spanish Al-Qaeda trial|pubblicazione=[[Forbes]]|città=Madrid|data=26 settembre 2005|accesso=19 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il 16 febbraio 2006, la [[corte suprema]] spagnola ridusse la pena di Abu Dahdah a dodici anni, in quanto considerò non provata la sua partecipazione alla cospirazione.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2006/82732.htm|titolo=Country Reports on Terrorism 2006|editore=United States Department of State|data=2 ottobre 2007|accesso=3 dicembre 2016}}</ref>
Per la prima volta nella storia, tutti i velivoli civili degli Stati Uniti e di altri Paesi (come il Canada), che non effettuavano servizi di emergenza, furono immediatamente fatti atterrare, recando grossi disagi a decine di migliaia di passeggeri in tutto il mondo.<ref name="Commission">{{Cita web|lingua=en|capitolo=Chapter 10: Wartime|titolo=9/11 Commission Report|editore=National Commission on Terrorists Attacks upon the United States|url=https://www.9-11commission.gov/report/911Report_Ch10.htm|accesso=23 novembre 2013}}</ref> La [[Federal Aviation Administration]] chiuse i cieli statunitensi a tutti i voli internazionali, obbligando gli aerei a dirigersi su aeroporti di altri paesi; il Canada fu uno dei paesi maggiormente toccati da questo fenomeno e lanciò l{{'}}''[[Operazione Nastro Giallo]]'' per gestire l'enorme numero di aerei a terra e di passeggeri bloccati negli aeroporti.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Chronology - Transport Canada responds to September 11 attacks|editore=Transport Canada|url=http://www.tc.gc.ca/majorissues/transportationsecurity/chrono.htm|data=10 ottobre 2006|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20021102213309/http://www.tc.gc.ca/majorissues/transportationsecurity/Chrono.htm|accesso=15 dicembre 2007|urlmorto=sì}}</ref>
Il Consiglio della [[NATO]] dichiarò che gli attacchi agli Stati Uniti erano considerati un attentato a tutti i Paesi della Nato e che, in quanto tali, soddisfacevano l'Articolo 5 del trattato NATO.<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Statement by the North Atlantic Council|editore=[[NATO]]|data=12-15 settembre 2001|url=http://www.nato.int/docu/pr/2001/p01-124e.htm|accesso=23 novembre 2013}}
{{citazione|Articolo 5: Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro e di conseguenza essi concordano che, se un tale attacco armato si verifica, ciascuno di loro, nell'esercizio dei diritti di individuale o collettiva autodifesa in base all'Articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, assisterà la Parte o le Parti così attaccate prendendo immediatamente, individualmente o di concerto con le altre Parti, le azioni ritenute necessarie, compreso l'utilizzo di forze armate, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell'area dell'Atlantico del Nord. / Ognuno di questi attacchi armati e tutte le misure prese come conseguenza di cui sopra saranno immediatamente riferite al Consiglio di Sicurezza. Tali misure avranno termine quando il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ripristinare e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.|Articolo 5 del trattato NATO|
"Article 5: The Parties agree that an armed attack against one or more of them in Europe or North America shall be considered an attack against them all and consequently they agree that, if such an armed attack occurs, each of them, in exercise of the right of individual or collective self-defence recognised by Article 51 of the Charter of the United Nations, will assist the Party or Parties so attacked by taking forthwith, individually and in concert with the other Parties, such action as it deems necessary, including the use of armed force, to restore and maintain the security of the North Atlantic area. / Any such armed attack and all measures taken as a result thereof shall immediately be reported to the Security Council. Such measures shall be terminated when the Security Council has taken the measures necessary to restore and maintain international peace and security"|lingua=en}}</ref> Subito dopo gli attacchi, l'amministrazione [[George W. Bush|Bush]] dichiarò la [[Guerra al terrorismo]], con l'obiettivo dichiarato di portare [[Osama bin Laden]] e [[al-Qāʿida]] davanti alla giustizia e di prevenire la costituzione di altre reti terroristiche. I mezzi previsti per perseguire questi obiettivi includevano sanzioni economiche e interventi militari contro gli Stati che avessero dato l'impressione di ospitare terroristi, aumenti dell'attività di sorveglianza su scala globale e condivisione delle informazioni ottenute dai servizi segreti. L'[[invasione statunitense dell'Afghanistan]] (2001) e il rovesciamento del governo dei [[Talebani]] da parte di una coalizione guidata dagli Stati Uniti fu la seconda operazione della guerra effettuata al di fuori dei confini statunitensi, in ordine di grandezza la più vasta tra quelle direttamente collegate al terrorismo. Gli Stati Uniti non furono l'unica nazione ad aumentare la propria preparazione militare: stati come le [[Filippine]] e l'[[Indonesia]] dovevano infatti affrontare le minacce portate dal [[terrorismo islamista]] interno.<ref>{{cita web|lingua=en|cognome=Kuppuswamy|nome=C. S.|titolo=Terrorism in Indonesia : Role of the Religious Organisation|editore=South Asia Analysis Group|data=2 novembre 2005|url=http://www.saag.org/papers16/paper1596.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070121193705/http://www.saag.org/papers16/paper1596.html|accesso=6 luglio 2007|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita libro |autore-contributo-cognome=Banlaoi |autore-contributo-nome=Rommel |contributo=Radical Muslim Terrorism in the Philippines |anno=2006 |titolo=Handbook on Terrorism and Insurgency in Southeast Asia |curatore=Andrew Tan|città=Londra |editore=Edward Elgar Publishing}}</ref> Subito dopo, alcuni esponenti dell'amministrazione statunitense specularono sul coinvolgimento di [[Saddam Hussein]], il presidente [[iraq|iracheno]], con al-Qāʿida.<ref name="IraqSuspect">{{Cita news|lingua=en|titolo=Plans For Iraq Attack Began On 9/11|pubblicazione=[[CBS|CBS News]]|città=Washington, D.C.|data=4 settembre 2002|url=https://www.cbsnews.com/stories/2002/09/04/september11/main520830.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020906101131/http://www.cbsnews.com/stories/2002/09/04/september11/main520830.shtml|accesso=8 gennaio 2007|urlmorto=sì}}</ref> Questi sospetti si rivelarono successivamente infondati, ma quest'associazione contribuì a far accettare all'[[opinione pubblica]] l'[[guerra in Iraq|invasione dell'Iraq del 2003]].<ref name="IraqSuspect" />
Le conseguenze degli attentati dell'11 settembre includono risposte immediate all'evento, tra cui reazioni interne, crimini d'odio, reazioni dei musulmani residenti negli USA, reazioni internazionali e militari. In seguito fu rapidamente istituito al Congresso un vasto programma di risarcimento per compensare le vittime e le famiglie delle vittime degli attentati dell'11 settembre.<ref>{{Cita libro|autore=Feinberg|nome=Kenneth|titolo=Who Gets What: Fair Compensation after Tragedy and Financial Upheaval|url=https://books.google.com/?id=5j6N5LTz1N0C|data=giugno 2012|editore=PublicAffairs|città=New York|ISBN=978-1-58648-977-9}}</ref><ref>Feinberg, Kenneth. ''What is Life Worth?: The Unprecedented Effort to Compensate the Victims of 9/11'' (2005), Perseus Books Group.</ref>
=== Risposta immediata ===
[[File:Bush_9-11_on_phone.jpg|miniatura|Il presidente [[George W. Bush]] venne informato degli attacchi a [[Sarasota]], in [[Florida]]]]
[[File:9_11_Terror_Attacks_Historical_Pentagon_Briefing.webm|start=02:16|alt=Three high-level politicians and a General, all displaying grim facial expressions, flank the main speaker.|miniatura|Otto ore dopo gli attacchi, Donald Rumsfeld, allora segretario della difesa, dichiarò "Il Pentagono funziona."]]
Alle 8:32 del mattino fu comunicato agli ufficiali della [[Federal Aviation Administration|FAA]] che il volo 11 era stato dirottato e loro, a loro volta, notificarono il [[NORAD|Comando di difesa aerospaziale nordamericano]] (NORAD). Il NORAD fece decollare due [[McDonnell Douglas F-15 Eagle|F-15]] dalla base della guardia nazionale aerea di Otis in [[Massachusetts]] che presero il volo alle 8:53.<ref name="norad">{{Cita web|url=http://www.9-11commission.gov/report/911Report.pdf|titolo= |sito=The 911 Commission Report|editore=911 Commission|pp=20-42|accesso=9 settembre 2011}}</ref> A causa della comunicazione lenta e confusa dei funzionari della FAA, il NORAD ebbe 9 minuti di preavviso che il volo 11 fosse stato dirottato e nessun avviso sugli altri voli prima dell'incidente.<ref name="norad" /> Dopo che entrambe le Torri Gemelle furono colpite, altri caccia decollarono dalla base aeronautica di Langley in Virginia alle 9:30.<ref name="norad" /> Alle 10:20 il vicepresidente [[Dick Cheney]] ordinò di abbattere qualsiasi aereo commerciale che potesse essere identificato come dirottato. Queste istruzioni non furono trasmesse in tempo perché i combattenti potessero agire.<ref name="norad" /><ref>{{Cita news|url=http://www.foxnews.com/politics/2011/09/04/cheney-order-to-shoot-down-hijacked-11-planes-necessary/|titolo=Cheney: Order To Shoot Down Hijacked 9/11 Planes 'Necessary'|editore=Fox News Channel|data=4 settembre 2011|accesso=9 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Esther|cognome=Schrader|url=http://articles.latimes.com/2004/jun/18/nation/na-cheney18|titolo=Cheney Gave Order to Shoot Down Jets|pubblicazione=Los Angeles Times|data=18 giugno 2004|accesso=9 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Greer|nome=Gordon|titolo=What Price Security?|url=https://books.google.com/?id=MNHGZWiLBL4C&pg=PA73|anno=2005|editore=iUniverse, Inc|p=73|ISBN=978-0-595-35792-5}}</ref> Alcuni caccia decollarono senza munizioni, sapendo che, per evitare che i dirottatori colpissero i loro bersagli, i piloti avrebbero dovuto intercettare e far schiantare i loro caccia contro gli aerei dirottati, eventualmente lanciandosi all'ultimo momento.<ref>{{Cita news|nome=Steve|cognome=Hendrix|url=https://www.washingtonpost.com/local/f-16-pilot-was-ready-to-give-her-life-on-sept-11/2011/09/06/gIQAMpcODK_story.html|titolo=F-16 pilot was ready to give her life on Sept. 11|pubblicazione=The Washington Post|data=8 settembre 2011|accesso=9 settembre 2011}}</ref>
Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, venne invocato lo [[Controllo di sicurezza del traffico aereo e aiuti alla navigazione aerea|SCATANA]],<ref>{{Cita web|url=http://www.judicialwatch.org/archive/2007/Saudi%20Docs%202.pdf|cognome=Flight Data Center|editore=[[FBI]]|data=13 aprile 2007|p=15ff|titolo=Copia archiviata|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140225071325/http://www.judicialwatch.org/archive/2007/Saudi%20Docs%202.pdf|urlmorto=sì}}</ref> bloccando così decine di migliaia di passeggeri in tutto il mondo.<ref name="Commission2">{{Cita web|url=http://www.9-11commission.gov/report/911Report_Ch10.htm|titolo= |sito=National Commission on Terrorists Attacks upon the United States|editore=U.S. Congress|accesso=3 settembre 2011}}</ref> [[Ben Sliney]], nel suo primo giorno come National Operations Manager della [[Federal Aviation Administration|FAA]],<ref>{{Cita web|url=http://www.metro.co.uk/fame/interviews/article.html?in_article_id=20603&in_page_id=11|titolo=|cognome=Williams|nome=Andrew|sito=[[Metro (Associated Metro Limited)|Metro online]]|editore=[[Associated Northcliffe Digital]]|data=4 ottobre 2006|accesso=13 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929083734/http://www.metro.co.uk/fame/interviews/article.html?in_article_id=20603&in_page_id=11|urlmorto=sì}}</ref> ordinò che lo spazio aereo americano fosse chiuso a tutti i voli internazionali, causando il respingimento o il reindirizzamento di circa cinquecento voli verso altri Paesi. Il Canada ricevette 226 dei voli deviati e lanciò l'[[Operazione Nastro Giallo]] per far fronte al gran numero di aerei a terra e passeggeri bloccati.<ref>{{cita news|titolo= Actions taken following September 11 terrorist attacks |data= 11 dicembre 2001 |sito= Transport Canada Media Room |url= http://www.tc.gc.ca/mediaroom/releases/nat/2001/01_h152e.htm |accesso= 3 settembre 2011 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20020415131425/http://www.tc.gc.ca/mediaroom/releases/nat/2001/01_h152e.htm |urlmorto= sì |lingua= en}}</ref>
Gli attacchi dell'11/9 ebbero effetti immediati sul popolo statunitense.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Stein|nome=Howard F.|anno=2003|titolo=Days of Awe: September 11, 2001 and its Cultural Psychodynamics|rivista=Journal for the Psychoanalysis of Culture and Society|volume=8|numero=2|pp=187-199|doi=10.1353/psy.2003.0047}}</ref> Molti poliziotti e soccorritori di tutto il Paese si congedarono dal proprio lavoro per recarsi a New York, per aiutare a recuperare i corpi dai resti contorti delle Torri Gemelle.<ref>{{Cita news|url=http://www.cbsnews.com/2100-204_162-3207507.html|titolo=Asthma Rates Up Among Ground Zero Workers|editore=CBS News|data=10 settembre 2009|accesso=11 settembre 2013}}</ref> Le donazioni di sangue negli Stati Uniti aumentarono nelle settimane successive all'11 settembre.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Glynn|nome=Simone A.|autore2=Busch|autore3=Schreiber|nome2=MP|nome3=GB|anno=2003|titolo=Effect of a National Disaster on Blood Supply and Safety: The September 11 Experience|rivista=[[Journal of the American Medical Association]]|volume=289|numero=17|pp=2246-2253|doi=10.1001/jama.289.17.2246|PMID=12734136}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.pbs.org/newshour/bb/business/july-dec01/redcross_12-19.html|titolo= |editore=PBS|data=19 dicembre 2001|accesso=3 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110905071729/http://www.pbs.org/newshour/bb/business/july-dec01/redcross_12-19.html}}</ref>
La morte di adulti negli attacchi causò la perdita di un genitore per oltre 3.000 bambini.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Coates|nome=S.|autore2=Schechter|nome2=D.|anno=2004|titolo=Preschoolers' traumatic stress post-9/11: Relational and developmental perspectives|url=https://archive.org/details/sim_psychiatric-clinics-of-north-america_2004-09_27_3/page/473|rivista=Psychiatric Clinics of North America|volume=27|numero=3|pp=473-489|doi=10.1016/j.psc.2004.03.006|PMID=15325488}}</ref> Studi successivi documentarono le reazioni dei bambini a queste perdite effettive e alle temute perdite di vite umane, all'ambiente protettivo a seguito degli attacchi e agli effetti dei [[Lavoro di cura|lavori di cura]] sui sopravvissuti.<ref>Schechter DS, Coates SW, First E (2002). Observations of acute reactions of young children and their families to the World Trade Center attacks. Journal of ZERO-TO-THREE: National Center for Infants, Toddlers, and Families, 22(3), 9–13.</ref><ref>Coates SW, Rosenthal J, Schechter DS—Eds. (2003). September 11: Trauma and Human Bonds. New York: Taylor and Francis, Inc.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Klein|nome=T. P.|autore2=Devoe|autore3=Miranda-Julian|nome2=E. R.|nome3=C.|anno=2009|titolo=Young children's responses to September 11th: The New York City experience|rivista=[[Infant Mental Health Journal]]|volume=30|numero=1|pp=1-22|doi=10.1002/imhj.20200|PMID=28636121}}</ref>
=== Reazioni dell'opinione pubblica statunitense ===
[[File:Address_to_the_Nation_by_President_George_W._Bush_on_September_11,_2001.webm|miniatura|Discorso di [[George W. Bush]] alla nazione, 11 settembre 2001, 20:30 EDT]]
[[File:Remarks_from_Ground_Zero_September_14,_2001.webm|thumbtime=00:11|miniatura|Bush fa delle osservazioni da [[Ground zero]], 14 settembre 2001]]
[[File:President George W. Bush address to the nation and joint session of Congress Sept. 20.jpg|miniatura|Discorso del presidente [[George W. Bush]] davanti a una seduta congiunta del [[Congresso degli Stati Uniti d'America]], 20 settembre 2001]]
A seguito degli attentati, l'indice di gradimento del presidente Bush salì fino all'86%.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Benedetto|nome=Richard|coautori=Patrick O'Driscoll|url=https://www.usatoday.com/news/nation/2001/09/16/poll.htm|titolo=Poll finds a united nation|data=16 settembre 2001|pubblicazione=USA Today|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Il 20 settembre 2001 il [[Presidente degli Stati Uniti]] parlò alla nazione e a una seduta congiunta del [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]], esponendo gli eventi del giorno degli attacchi, i successivi nove giorni di sforzi di salvataggio e ricostruzione e la sua risposta agli eventi. Anche il sindaco di New York [[Rudolph Giuliani]] ottenne un notevole gradimento a livello locale e nazionale in virtù del ruolo svolto.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Pooley|nome=Eric|titolo=Mayor of the World|opera=Time 2001 Person of the Year|url=http://content.time.com/time/specials/packages/article/0,28804,2020227_2020306_2022358,00.html|data=31 dicembre 2001|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Molti fondi furono immediatamente aperti per assistere finanziariamente i sopravvissuti e le famiglie delle vittime degli attacchi; al termine ultimo per la compensazione delle vittime, l'11 settembre 2003, erano state ricevute 2.833 richieste dalle famiglie delle vittime.<ref>{{Cita news|cognome=Barrett|nome=Devlin|titolo=9/11 Fund Deadline Passes|pubblicazione=[[CBS|CBS News]]|url=https://www.cbsnews.com/stories/2004/01/16/national/main593715.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040202145713/http://www.cbsnews.com/stories/2004/01/16/national/main593715.shtml |data=23 dicembre 2003|accesso=8 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> Subito dopo gli attacchi furono messi in atto i piani d'emergenza per l'evacuazione dei governanti e per la [[continuità del governo]] (la serie di atti necessari a garantire la prosecuzione delle funzioni governative in caso di attacco nucleare o simile).<ref name="Commission"/> Il fatto che gli Stati Uniti fossero in una condizione di continuità del Governo fu però comunicato al Congresso solo nel febbraio 2002.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo='Shadow Government' News To Congress|pubblicazione=[[CBS|CBS News]]|città=Washington, D.C.|data=2 marzo 2002|url=https://www.cbsnews.com/stories/2002/03/01/attack/main502530.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020403231559/http://www.cbsnews.com/stories/2002/03/01/attack/main502530.shtml |accesso=8 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> Il Congresso passò l{{'}}''[[Homeland Security Act]]'' del 2002, che istituì il [[Department of Homeland Security]], la maggiore ristrutturazione dell'Amministrazione statunitense nella storia contemporanea. Il Congresso passò anche lo ''[[USA PATRIOT Act]]'', affermando che sarebbe stato utile a individuare e perseguire il terrorismo e altri crimini; i gruppi per le libertà civili hanno però criticato il ''PATRIOT Act'', affermando che esso permette agli organi di polizia di invadere la vita privata dei cittadini e che elimina il controllo da parte della magistratura sulla polizia e sui servizi segreti interni.<ref name="ACLUAdv">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.aclu.org/safefree/patriot/16745prs20030903.html|titolo=Uncle Sam Asks: "What The Hell Is Going On Here?", in New ACLU Print and Radio Advertisements|editore=[[American Civil Liberties Union]]|città=Washington, D.C.|data=3 settembre 2003|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Eggen|nome=Dan|titolo=Key Part of Patriot Act Ruled Unconstitutional|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A59626-2004Sep29.html|pubblicazione=[[The Washington Post]]|data=30 settembre 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.cnn.com/2007/US/law/09/26/patriot.act/index.html|titolo=Federal judge rules 2 Patriot Act provisions unconstitutional|pubblicazione=[[CNN]]|data=26 settembre 2007|accesso=23 novembre 2013}}</ref> L'amministrazione Bush indicò gli attacchi dell'11 settembre per giustificare l'inizio di un'operazione segreta della [[National Security Agency]] volta a «intercettare comunicazioni via telefono ed e-mail tra gli Stati Uniti e persone all'estero senza mandato».<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=VandeHei|nome=Jim|coautori=Dan Eggen|titolo=Cheney Cites Justifications For Domestic Eavesdropping|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2006/01/04/AR2006010400973.html|pubblicazione=[[The Washington Post]]|data=5 gennaio 2006|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
==== Crimini d'odio ====
[[File:WTC-remnant highres.jpg|miniatura|verticale|Un vigile del fuoco di New York osserva i resti della Torre Sud]]Furono riportati numerosi incidenti di molestie e [[crimini d'odio]] contro mediorientali e persone "dall'aspetto mediorientale": si sono contati 645 episodi di violenza razziale nella settimana successiva agli attentati<ref>Thayil, Jeet (October 12, 2001). "645 racial incidents reported in week after September 11". India Abroad.</ref>, saliti a 1.600 nell'anno successivo<ref>Jha, Sandhya Rani (2015). Pre-Post-Racial America: Spiritual Stories from the Front Lines. St. Louis: Chalice Press. p. 82. ISBN 9780827244931.</ref>; secondo [[Human Rights Watch]], le modalità in cui queste violenze si espressero furono omicidi, assalti, incendi, vandalismi in luoghi di culto, danni alle proprietà private, minacce di morte e molestie in pubblico<ref>[https://www.hrw.org/reports/2002/usahate/usa1102-04.htm hrw report 2002, USA].</ref>.
Furono coinvolti particolarmente [[Sikh]], in quanto gli uomini sikh vestono un turbante, elemento essenziale dello stereotipo del musulmano negli Stati Uniti. Vi furono abusi verbali, attacchi a moschee e altre costruzioni religiose (tra cui un tempio induista) e aggressioni, tra cui un omicidio: [[Balbir Singh Sodhi]], un Sikh, fu ucciso il 15 settembre, dopo essere stato scambiato per un musulmano.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Hate crime reports up in wake of terrorist attacks|url=http://archives.cnn.com/2001/US/09/16/gen.hate.crimes/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051127025019/http://archives.cnn.com/2001/US/09/16/gen.hate.crimes/ |pubblicazione=[[CNN]]|città=Atlanta|data=17 settembre 2001|accesso=8 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref>
A seguito degli attacchi, {{formatnum:80000}} [[arabi]] e immigrati [[mondo islamico|musulmani]] furono registrati e le loro impronte digitali schedate in base all{{'}}''Alien Registration Act'' del 1940. Ottomila arabi e musulmani furono interrogati e cinquemila stranieri furono detenuti secondo la ''Joint Congressional Resolution 107-40'', che autorizzava l'uso delle forze armate «per scoraggiare e prevenire atti di terrorismo internazionale contro gli Stati Uniti».<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Authorization for Use of Military Force|sito=Public Law 107-40 [[S. J. RES. 23]]|editore=[[Congresso degli Stati Uniti|U.S. Congress]]|data=18 settembre 2001|url=https://www.gpo.gov/fdsys/pkg/PLAW-107publ40/pdf/PLAW-107publ40.pdf|accesso=3 dicembre 2016}}</ref>
==== Risposta dei musulmano-americani ====
Le organizzazioni musulmane negli Stati Uniti si affrettarono a condannare gli attentati e invitarono "i musulmani americani a farsi avanti con le loro capacità e risorse per aiutare ad alleviare le sofferenze delle persone colpite e delle loro famiglie"<ref>{{Cita web|lingua=en|autore=American Muslim Leaders|titolo=Muslim Americans Condemn Attack|editore=ISNA|url=http://www.islamicity.com/articles/Articles.asp?ref=AM0109-335|accesso=23 novembre 2013}}</ref>. Queste organizzazioni includevano la [[Società islamica del Nord America]], l'Alleanza musulmana americana, il [[Consiglio musulmano-americano]], il [[Consiglio per le relazioni americano-islamiche]], il [[Circolo islamico del Nord America]] e la Shari'a Scholars Association of North America. Insieme alle donazioni monetarie, molte organizzazioni islamiche lanciarono raccolte di sangue e fornirono assistenza medica, cibo e riparo alle vittime<ref>{{Cita news|nome=Dan|cognome=Beaulieu|titolo=Muslim groups around world condemn the killing of innocents|pubblicazione=Agence France Presse – English|data=12 settembre 2001}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Joyce M.|cognome=Davis|titolo=Muslims condemn attacks, insist Islam not violent against innocents|pubblicazione=Knight Ridder Washington Bureau|data=13 settembre 2001}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Larry|cognome=Witham|titolo=Muslim groups decry attacks; No cause justifies the 'immoral' act, U.S. councils say|pubblicazione=The Washington Times|data=12 settembre 2001}}</ref>.
=== Risposta internazionale ===
[[File:
Gli attacchi furono condannati da governi di tutto il mondo e molte nazioni offrirono aiuti e solidarietà.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Hertzberg|nome=Hendrik|titolo=Lost love|pubblicazione=[[The New Yorker]]|url=https://www.newyorker.com/archive/2006/09/11/060911ta_talk_hertzberg|data=11 settembre 2006|p=29|accesso=23 novembre 2013}}</ref> I governanti della maggior parte dei Paesi del [[Medio Oriente]], incluso l'[[Afghanistan]], condannarono gli attacchi. L'[[Iraq]] fece eccezione, in quanto diffuse immediatamente una dichiarazione in cui si affermava che «i ''cowboys'' americani stavano cogliendo il frutto dei loro [[Crimine contro l'umanità|crimini contro l'umanità]]».<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Attacks draw mixed response in Mideast|url=http://archives.cnn.com/2001/WORLD/europe/09/12/mideast.reaction/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071101150055/http://archives.cnn.com/2001/WORLD/europe/09/12/mideast.reaction/index.html |pubblicazione=[[CNN]]|città=Londra|data=12 settembre 2001|accesso=30 marzo 2007|urlmorto=sì}}</ref> Un'altra eccezione, molto evidenziata dai ''[[mass media]]'', furono i festeggiamenti da parte di alcuni [[Palestinesi]], nonostante il presidente dell'[[Autorità Nazionale Palestinese]] (ANP), [[Yasser Arafat]], avesse condannato gli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/1538664.stm|titolo=In pictures: Atrocities' aftermath|data=12 settembre 2001|accesso=12 settembre 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Saleh|nome=Heba|titolo=Mixed response from Arab World|pubblicazione=[[BBC News]]|città=Il Cairo|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/1538861.stm|data=11 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Porter|nome=Patrick|titolo=Blunder: Britain's War in Iraq|url=https://books.google.com/?id=VE5yDwAAQBAJ&pg=PA139|anno=2018|editore=Oxford University Press|p=139|ISBN=978-0-19-880796-4}}</ref> Come negli Stati Uniti, le conseguenze degli attacchi videro aumentare le tensioni in altri Paesi tra musulmani e non musulmani.<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/1551868.stm|titolo=UK | Muslim community targets racial tension|pubblicazione=BBC News Online|data=19 settembre 2001|accesso=11 aprile 2012}}</ref> Circa un mese dopo gli attacchi, gli [[Stati Uniti d'America]] guidarono una vasta coalizione nell'[[Invasione statunitense dell'Afghanistan|invasione dell'Afghanistan]], allo scopo di rovesciare il governo dei [[Talebani]], accusati di ospitare [[al-Qāʿida]].<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=U.S. President Bush's speech to United Nations|pubblicazione=[[CNN]]|data=10 novembre 2001|url=http://archives.cnn.com/2001/US/11/10/ret.bush.un.transcript/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060615023853/http://archives.cnn.com/2001/US/11/10/ret.bush.un.transcript/index.html |accesso=14 aprile 2008|urlmorto=sì}}</ref> Le autorità del [[Pakistan]] si schierarono nettamente al fianco degli Stati Uniti contro i Talebani e al-Qāʿida: i pakistani misero a disposizione degli Stati Uniti diversi aeroporti militari e basi per gli attacchi contro il governo talebano e arrestarono più di 600 presunti membri di al-Qāʿida, che poi consegnarono agli statunitensi.<ref>{{Cita news|lingua=en |cognome=Khan|nome=Aamer Ahmed|titolo=Pakistan and the 'key al-Qaeda' man|pubblicazione=[[BBC News]] |data=4 maggio 2005|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/south_asia/4513281.stm|accesso=11 settembre 2021|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210224101024/http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/4513281.stm|urlmorto=sì}}</ref>
Negli Stati Uniti questi fatti generarono alcune controversie; critici come il ''[[Bill of Rights Defense Committee]]'' affermarono che le tradizionali limitazioni sul potere di sorveglianza federale (come il controllo degli assembramenti pubblici del [[COINTELPRO]]) erano stati "smantellati" dallo ''[[USA PATRIOT Act]]''.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Talanian|nome=Nancy|titolo=A Guide to Provisions of the USA Patriot Act and Federal Executive Orders that threaten civil liberties|editore=Bill of Rights Defense Committee|data=2002|url=http://www.bordc.org/resources/repeal.pdf|formato=pdf|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì}}</ref> Organizzazioni per le [[libertà civili]] come la [[American Civil Liberties Union]] e il gruppo di pressione
All'indomani degli attacchi, decine di migliaia di persone tentarono di fuggire dall'Afghanistan a causa della possibilità di una rappresaglia militare da parte degli Stati Uniti. Il [[Pakistan]], già casa di numerosi rifugiati afgani per via dei precedenti conflitti, chiuse il confine con l'Afghanistan il 17 settembre 2001. Circa un mese dopo gli attacchi, gli Stati Uniti guidarono un'ampia coalizione di forze internazionali per rovesciare il regime talebano dall'Afghanistan per aver ospitato al-Qāʿida.<ref>{{Cita news|url=http://archives.cnn.com/2001/US/11/10/ret.bush.un.transcript/index.html|titolo=U.S. President Bush's speech to United Nations|editore=CNN|data=10 novembre 2001|accesso=29 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060615023853/http://archives.cnn.com/2001/US/11/10/ret.bush.un.transcript/index.html}}</ref> Sebbene le autorità pakistane inizialmente fossero riluttanti ad allinearsi con gli Stati Uniti contro i talebani, permisero alla coalizione di accedere alle proprie basi militari e arrestarono e consegnarono agli Stati Uniti oltre 600 sospetti membri di al-Qaeda.<ref>{{Cita news|url=http://zeenews.india.com/news/south-asia/musharraf-bullied-into-supporting-us-war-on-terror-ex-general_586640.html|titolo=Musharraf 'bullied' into supporting US war on terror|pubblicazione=Zee News|data=11 dicembre 2009|accesso=4 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Aamer Ahmed|cognome=Khan|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/4513281.stm|titolo=Pakistan and the 'key al-Qaeda' man|pubblicazione=BBC News Online|data=4 maggio 2005|accesso=4 settembre 2011}}</ref>
Il Primo ministro britannico [[Tony Blair]] affermò che la Gran Bretagna fosse "spalla a spalla" con gli Stati Uniti.<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/uk_politics/1538551.stm|titolo=Blair's statement in full|editore=BBC|data=11 settembre 2001}}</ref> Pochi giorni dopo, Blair volò a Washington, per affermare la solidarietà britannica con gli Stati Uniti. In un discorso al Congresso, nove giorni dopo gli attacchi, a cui Blair partecipò come ospite, il presidente Bush dichiarò "L'America non ha un amico più vero della Gran Bretagna".<ref>{{Cita web|url=https://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2001/09/20010920-8.html|titolo= |editore=The White House|data=20 settembre 2001|accesso=25 agosto 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080225062850/http://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2001/09/20010920-8.html}}</ref> Successivamente, il Primo ministro Blair intraprese due mesi di diplomazia per raccogliere il sostegno internazionale all'azione militare (54 incontri con i leader mondiali e percorse più di 60 000 km).<ref>{{Cita news|url=https://www.standard.co.uk/news/tony-blairs-corrosive-allegiance-to-george-bush-laid-bare-for-the-first-time-6668892.html|titolo=Tony Blair's allegiance to George Bush laid bare|pubblicazione=London Evening Standard|data=27 ottobre 2007}}</ref>
Il 25 settembre 2001, il [[Presidenti dell'Iran|quinto presidente]] dell'[[Iran]], [[Mohammad Khatami]] incontrò il ministro degli Esteri britannico, [[Jack Straw]], e disse: "L'Iran comprende pienamente i sentimenti degli americani riguardo agli attacchi terroristici a New York e Washington l'11 settembre", disse anche che sebbene le amministrazioni americane siano state nella migliore delle ipotesi indifferenti riguardo alle operazioni terroristiche in Iran (dal 1979), gli iraniani invece si sono sentiti diversamente e hanno espresso i loro sentimenti di solidarietà con gli americani in lutto nei tragici incidenti nelle due città. Affermò inoltre che "le nazioni non dovrebbero essere punite al posto dei terroristi".<ref>{{cita web|url=http://www.president.ir/cronicnews/1380/8007/800703/800703.htm|titolo=P.I.R.I News Headlines (Tue 80/07/03 A.H.S)|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20020503200608/http://www.president.ir/cronicnews/1380/8007/800703/800703.htm|urlmorto=sì}}. The Official Site of the Office of the President of Iran. {{cita web|url=http://president.ir/en|titolo=Official website of the President of the Islamic Republic of Iran|data=25 settembre 2001|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20010926214218/http://www.president.ir/|urlmorto=sì}})</ref> Secondo il sito web di [[Radio Farda]], quando venne resa pubblica la notizia degli attacchi, alcuni cittadini iraniani si radunarono dinanzi all'Ambasciata svizzera a Teheran, che funge da potere di protezione degli Stati Uniti in Iran (Ufficio di protezione degli interessi degli Stati Uniti in Iran), per esprimere la loro simpatia e alcuni di loro accesero candele come simbolo di lutto. Questa notizia di Radio Farda afferma anche che nel 2011, in occasione dell'anniversario degli attacchi, il [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America|Dipartimento di Stato degli Stati Uniti]] pubblicò un post sul suo blog, in cui ringraziava il popolo iraniano per la sua simpatia e che non avrebbe mai dimenticato la gentilezza del popolo iraniano in quei giorni difficili.<ref>{{Cita web|url=http://www.radiofarda.com/content/f12_us_state_department_thanks_iranian_sympathy_with_sept_11_victims_in_2001/24324962.html|titolo= |sito=[[Radio Farda]]|data=11 settembre 2011|lingua=fa|accesso=30 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120121163708/http://www.radiofarda.com/content/f12_us_state_department_thanks_iranian_sympathy_with_sept_11_victims_in_2001/24324962.html }} {{cita web|url=https://translate.google.com/translate?&sl=fa&tl=en&u=http%3A%2F%2Fwww.radiofarda.com%2Fcontent%2Ff12_us_state_department_thanks_iranian_sympathy_with_sept_11_victims_in_2001%2F24324962.html|titolo=A mechanized Translation by Google Translate is available here}}.</ref> Dopo gli attacchi, sia il presidente<ref>{{cita web|url=http://en.isna.ir/news/8008-04338/Iran-s-President-Says-Muslims-Reject-bin-Laden-s-Islam|titolo="Iran's President Says Muslims Reject bin Laden's 'Islam'"|data=10 novembre 2001|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160918154504/http://en.isna.ir/news/8008-04338/Iran-s-President-Says-Muslims-Reject-bin-Laden-s-Islam}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3302180,00.html|titolo=Ynetnews News – Khatami slams bin Laden, defends Hizbullah|data=9 novembre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160908183108/http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3302180,00.html}}</ref> sia il leader supremo dell'Iran condannarono gli attacchi. La [[BBC]] e il ''[[Time]]'' pubblicarono rapporti sui siti web iraniani, che invitavano i propri cittadini a tenere veglie a lume di candela per le vittime.<ref>{{Cita news|nome=Gordon|cognome=Corera|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/5377914.stm|titolo=Iran's gulf of misunderstanding with US|pubblicazione=BBC News Online|data=25 settembre 2006|accesso=22 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160404184211/http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/5377914.stm}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.time.com/time/europe/photoessays/vigil/2.html|titolo=Iran mourns America's dead|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101115094604/http://www.time.com/time/europe/photoessays/vigil/2.html|urlmorto=sì}} ''Time''</ref> Secondo il ''[[Politico (quotidiano)|Politico Magazine]]'', a seguito degli attacchi, [[Ali Khamenei|Sayyed Ali Khamenei]], il leader supremo dell'Iran, "sospese temporaneamente le solite cantilene di "[[Morte all 'America|Death to America]]" ("Morte all'America") alle [[Jumuʿa|preghiere del venerdì]]".<ref name=":03">{{Cita web|url=https://www.politico.com/magazine/story/2013/11/a-failure-to-communicate-100052.html|titolo= |cognome=Slavin|nome=Barbara|sito=[[Politico|Politico Magazine]]|data=19 novembre 2013|accesso=4 luglio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140129195150/http://www.politico.com/magazine/story/2013/11/a-failure-to-communicate-100052.html}}</ref>
In un discorso dell'Imam ismaelita al Nobel Institute nel 2005, [[Karim Aga Khan IV]] dichiarò che "l'attacco dell'11 settembre contro gli Stati Uniti era una conseguenza diretta della comunità internazionale che ignorava la tragedia umana che era l'Afghanistan in quel momento".<ref>{{Cita web|url=http://ismaili.net/heritage/node/30810|titolo= |cognome=Aga Khan|nome=Karim|sito=Ismaili|data=7 aprile 2005|accesso=6 gennaio 2018}}</ref>
A settembre 2001, poco dopo gli attacchi, tifosi di calcio [[greci]] bruciarono una bandiera [[Israeliani|israeliana]] e tentarono senza successo di bruciare una bandiera statunitense. Oltre a ciò, i tifosi fischiarono durante un momento di silenzio per le vittime degli attacchi.<ref>{{Cita news|url=https://www.nytimes.com/2001/09/23/sports/plus-soccer-fans-in-athens-try-to-burn-us-flag.html|titolo=Plus: Soccer; Fans in Athens Try To Burn U.S. Flag|pubblicazione= [[The New York Times]]|data=23 settembre 2001|accesso=18 aprile 2018|issn=0362-4331}}</ref>
=== Operazioni militari ===
{{Vedi anche|Guerra al terrorismo}}
Alle 2:40 del pomeriggio dell'11 settembre, il [[Segretario della difesa degli Stati Uniti d'America|segretario alla Difesa]] [[Donald Rumsfeld]] stava impartendo rapidi ordini ai suoi aiutanti per cercare prove del coinvolgimento iracheno. Secondo le note prese dal funzionario della politica Stephen Cambone, Rumsfeld chiese: "Le migliori informazioni in fretta. Valuta se SH [Saddam Hussein] ha colpito abbastanza bene allo stesso tempo. Non solo UBL" [Osama bin Laden].<ref>{{Cita TV|url=https://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/bushswar/}}</ref> Le note di Cambone citavano Rumsfeld che diceva: "Abbiamo la necessità di muoverci rapidamente - e l'esigenza di obiettivi a breve termine - diventiamo massicci - spazziamo via tutto. Cose relative e non."<ref name="IraqSuspect2">{{Cita news|nome=Joel|cognome=Roberts|url=http://www.cbsnews.com/stories/2002/09/04/september11/main520830.shtml|titolo=Plans For Iraq Attack Began on 9/11|editore=CBS News|data=4 settembre 2002|accesso=4 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Julian|cognome=Borger|url=https://www.theguardian.com/world/2006/feb/24/freedomofinformation.september11|titolo=Blogger bares Rumsfeld's post 9/11 orders|pubblicazione=The Guardian|città=London|data=24 febbraio 2006|accesso=7 ottobre 2009}}</ref> In una riunione a [[Camp David]] il 15 settembre, l'amministrazione Bush respinse l'idea di attaccare l'Iraq in risposta all'11 settembre.<ref>{{cita web|url=http://avalon.law.yale.edu/sept11/911Report.pdf|titolo=9/11 Commission Report}} pp. 334–336</ref> Tuttavia, in seguito, invasero il Paese con gli alleati, citando "il sostegno di Saddam Hussein al terrorismo".<ref>{{Cita web|url=https://georgewbush-whitehouse.archives.gov/news/releases/2003/03/20030322.html|titolo= |accesso=29 ottobre 2011}}</ref> All'epoca ben 7 americani su 10 credevano che il presidente iracheno avesse avuto un ruolo negli attacchi dell'11 settembre.<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2003/sep/07/usa.theobserver|titolo= |accesso=20 marzo 2017}}</ref> Tre anni dopo, Bush ammise che non fosse vero.<ref>{{Cita web|url=https://www.theguardian.com/world/2006/sep/12/september11.usa2|titolo= |accesso=20 marzo 2017}}</ref>
[[File:US_10th_Mountain_Division_soldiers_in_Afghanistan.jpg|alt=A line of soldiers carrying equipment on their backs walking toward a transport helicopter in desert terrain|sinistra|miniatura|[[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|Soldati statunitensi in Afghanistan]]]]
Il Consiglio della [[NATO]] dichiarò che gli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti fossero un attacco a tutte le nazioni della NATO che soddisfacevano l'[[Patto Atlantico|articolo 5]] della Carta della NATO. Ciò segnò la prima invocazione dell'articolo 5, che era stata scritta durante la [[guerra fredda]] con l'idea di un attacco dell'Unione Sovietica.<ref>{{Cita web|url=http://www.nato.int/docu/pr/2001/p01-124e.htm|titolo= |editore=NATO|data=15 settembre 2001|citazione=Article 5: The Parties agree that an armed attack against one or more of them in Europe or North America shall be considered an attack against them all and consequently they agree that, if such an armed attack occurs, each of them, in exercise of the right of individual or collective self-defence recognised by Article 51 of the Charter of the United Nations, will assist the Party or Parties so attacked by taking forthwith, individually and in concert with the other Parties, such action as it deems necessary, including the use of armed force, to restore and maintain the security of the North Atlantic area. Any such armed attack and all measures taken as a result thereof shall immediately be reported to the Security Council. Such measures shall be terminated when the Security Council has taken the measures necessary to restore and maintain international peace and security.|accesso=4 settembre 2011}}</ref> Il primo ministro australiano [[John Howard (politico)|John Howard]], che era a Washington, durante gli attacchi, invocò l'articolo IV del trattato [[ANZUS]].<ref>{{Cita web|url=http://www.abc.net.au/reslib/201109/r826557_7555516.pdf|titolo= |editore=Australian Broadcasting Corporation|data=settembre 2011}}</ref> L'amministrazione Bush annunciò una [[guerra al terrorismo]], con l'obiettivo dichiarato di consegnare Bin Laden e al-Qāʿida alla giustizia e prevenire l'emergere di altre reti terroristiche.<ref>{{Cita news|nome=George|cognome=Bush|url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/nation/specials/attacked/transcripts/bushaddress_092001.html|titolo=Text: President Bush Addresses the Nation|pubblicazione=The Washington Post|data=20 settembre 2001|accesso=4 luglio 2015}}</ref> Questi obiettivi sarebbero raggiunti imponendo sanzioni economiche e militari contro gli stati ospitanti di terroristi e aumentando la sorveglianza globale e la condivisione di informazioni.<ref>{{Cita web|url=https://www.cia.gov/news-information/cia-the-war-on-terrorism/Counter_Terrorism_Strategy.pdf|titolo=|editore=Central Intelligence Agency|data=febbraio 2003|accesso=4 luglio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150224121111/https://www.cia.gov/news-information/cia-the-war-on-terrorism/Counter_Terrorism_Strategy.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
Il 14 settembre 2001, il [[Congresso degli Stati Uniti]] approvò l'autorizzazione all'uso della forza militare contro i terroristi. Ancora in vigore, garantisce al [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente]] l'autorità di usare tutta la "forza necessaria e appropriata" contro coloro definiti di aver "pianificato, autorizzato, commesso o aiutato" gli attacchi dell'11 settembre o che avevano ospitato tali persone o gruppi.<ref>{{Cita web|url=http://www.gpo.gov/fdsys/pkg/PLAW-107publ40/pdf/PLAW-107publ40.pdf|titolo= |sito=U.S. Government Publishing Office|editore=107th Congress|data=18 settembre 2001|accesso=4 luglio 2015}}</ref>
Il 7 ottobre 2001, la [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|guerra in Afghanistan]] iniziò quando le forze statunitensi e britanniche iniziarono campagne di bombardamento aereo contro i [[talebani]] e i campi di al-Qāʿida, poi, in seguito, invasero l'Afghanistan con truppe di terra delle [[forze speciali]].<ref>{{Cita news|url=http://www.globalsecurity.org/military/ops/enduring-freedom-ops.htm|titolo=Operation Enduring Freedom – Operations|pubblicazione=GlobalSecurity.org|accesso=5 luglio 2015|anno=2008}}</ref> Ciò alla fine portò al rovesciamento del dominio talebano in Afghanistan con la [[caduta di Kandahar]] il 7 dicembre 2001, da parte delle [[International Security Assistance Force|forze della coalizione]] a guida statunitense.<ref>{{Cita web|url=http://www.au.af.mil/au/awc/awcgate/crs/rl32758.pdf|titolo= |editore=The Air University|accesso=5 luglio 2015}}</ref> Il conflitto in Afghanistan tra l'[[insurrezione talebana]] e le forze afghane sostenute dall'[[Operazione Sostegno Risoluto]] della NATO si è concluso nel 2021 con il ritiro delle truppe statunitensi e della coalizione NATO dall'Afghanistan e la successiva [[Offensiva talebana del 2021|ripresa del potere da parte dei Talebani]]. Le [[Filippine]] e l'[[Indonesia]], tra le altre nazioni con conflitti interni con il [[Terrorismo islamista|terrorismo islamico]], aumentarono la loro prontezza militare.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Kuppuswamy|nome=C.S.|data=2 novembre 2005|titolo=Terrorism in Indonesia : Role of the Religious Organisation|editore=South Asia Analysis Group|accesso=4 settembre 2011|url=http://www.saag.org/%5Cpapers16%5Cpaper1596.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070611032357/http://www.saag.org/papers16/paper1596.html }}</ref><ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Banlaoi|autore-capitolo-nome=Rommel|curatore=Tan|titolo=Handbook on Terrorism and Insurgency in Southeast Asia|anno=2006|editore=Edward Elgar Publishing|città=London|capitolo=Radical Muslim Terrorism in the Philippines}}</ref>
Le forze militari degli Stati Uniti d'America e della Repubblica islamica dell'Iran cooperarono tra loro per rovesciare il [[Emirato Islamico dell'Afghanistan (1996-2001)|regime talebano]] che aveva avuto conflitti con il governo iraniano.<ref name=":03"/> La [[Forza Quds]] iraniana aiutò le forze statunitensi e i ribelli afgani nella rivolta del 2001 a Herat.<ref>{{Cita web|url=http://usatoday30.usatoday.com/news/world/2005-06-09-iran-taliban_x.htm|titolo= |sito=[[USA Today]]|accesso=12 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181129125643/http://usatoday30.usatoday.com/news/world/2005-06-09-iran-taliban_x.htm}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.spongobongo.com/her9940.htm|titolo= |sito=SpongoBongo.com|accesso=12 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160819201520/http://www.spongobongo.com/her9940.htm}}</ref><ref name="Soufan,2018">{{cita web|url=https://ctc.usma.edu/qassem-soleimani-irans-unique-regional-strategy|titolo=Qassem Soleimani and Iran's Unique Regional Strategy – Combating Terrorism Center at West Point|autore=[[Ali Soufan]]|pubblicazione=CTC Sentinel|data= novembre 2018| volume= 11, Issue 10|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181119185404/https://ctc.usma.edu/qassem-soleimani-irans-unique-regional-strategy|citazione="In the months after 9/11, Soleimani saw an opportunity to defeat the Taliban once and for all by unconventional means—namely, cooperation with the United States. Early in the war, he directed Iranian diplomats to share intelligence on Taliban military positions with their U.S. counterparts. The Americans, in return, told the Iranians what they knew about an al-Qa`ida fixer hiding out in eastern Iran."}}</ref>
[[File:Vladimir_Putin_in_the_United_States_13-16_November_2001-54.jpg|miniatura|[[Vladimir Putin]] (a destra) e [[Ljudmila Putina|sua moglie]] partecipano a un servizio di commemorazione per le vittime degli attacchi terroristici, 16 novembre 2001.]]
== Effetti a lungo termine ==
=== Effetti sulla salute ===
Migliaia di tonnellate di detriti tossici risultanti dal collasso delle Torri gemelle contenevano più di 2.500 contaminanti, tra cui alcuni elementi noti per essere [[Carcinogeno|cancerogeni]], tra cui [[amianto]].<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Anita|cognome=Gates|titolo=Buildings Rise from Rubble while Health Crumbles|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=11 settembre 2006|url=https://www.nytimes.com/2006/09/11/arts/television/11dust.html?ref=nyregionspecial3|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/imagepages/2006/09/05/nyregion/20060905_HEALTH_GRAPHIC.html|titolo=What was Found in the Dust|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=5 settembre 2006|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Sono testimoniati diversi casi di malattie debilitanti tra coloro che si occuparono dei soccorsi e dei lavori di rimozione delle macerie, malattie ritenute collegate direttamente all'esposizione ai detriti.<ref name="DustDeath">{{Cita web|lingua=en|titolo=New York: 9/11 toxins caused death|pubblicazione=[[CNN]]|città=New York|data=24 maggio 2007|url=https://www.cnn.com/2007/US/05/24/wtc.dust/index.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070526085247/http://www.cnn.com/2007/US/05/24/wtc.dust/index.html|accesso=10 luglio 2007|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=DePalma|nome=Anthony|url=https://www.nytimes.com/2006/05/13/nyregion/13symptoms.html|titolo=Tracing Lung Ailments That Rose With 9/11 Dust|data=13 maggio 2006|pubblicazione=[[The New York Times]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Alcune di queste conseguenze sanitarie hanno toccato anche alcuni residenti, studenti e impiegati della Lower Manhattan e della vicina [[Chinatown (Manhattan)|Chinatown]].<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Updated Ground Zero Report Examines Failure of Government to Protect Citizens|editore=Sierra Club|data=2006|url=http://www.sierraclub.org/groundzero/|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100611191219/http://www.sierraclub.org/groundzero/}}</ref> Molti decessi sono stati collegati alla polvere tossica causata dal collasso del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]] e i nomi delle vittime saranno inclusi nel memoriale del WTC.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Smith|nome=Stephen|url=https://www.cbsnews.com/stories/2008/04/28/national/main4049362.shtml|titolo=9/11 "Wall Of Heroes" To Include Sick Cops|pubblicazione=[[CBS|CBS News]]|data=28 aprile 2008|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Esistono alcuni studi scientifici che suggeriscono che l'esposizione a diversi prodotti tossici dispersi nell'aria potrebbe avere effetti negativi sullo sviluppo del [[feto]]: per questo motivo, un centro studi per la salute ambientale dei bambini sta studiando i figli delle donne incinte all'epoca degli attacchi e che vivevano o lavoravano in prossimità delle torri del WTC.<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=CCCEH Study of the Effects of 9/11 on Pregnant Women and Newborns|sito=World Trade Center Pregnancy Study|editore=Columbia University|data=2006|url=http://www.familiesofseptember11.org/docs/CCCEH%20Study%20Intro.pdf|formato=pdf|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110726045732/http://www.familiesofseptember11.org/docs/CCCEH%20Study%20Intro.pdf}}</ref> Un totale di 33 000 fra poliziotti, vigili del fuoco, soccorritori e membri della comunità è stato curato per le ferite e le malattie derivanti dall'attentato, fra cui malattie respiratorie, disturbi mentali quali depressione e stress post-traumatico, problemi gastrointestinali e almeno 4 166 casi di cancro. Un maggior numero di poliziotti sono morti di malattie collegate all'attacco che non per il crollo stesso.<ref>{{Cita web|url=http://www.911healthnow.org/911healthnow/The_9_11_Health_Crisis_files/9%3A11%20Health%20Crisis%20Fact%20Sheet%20Download.pdf|titolo=9/11 Health Crisis Fact Sheet: The 9/11 Health Crisis, released by the New York Congressional Delegation 9.28.08|accesso=12 giugno 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170904155439/http://www.911healthnow.org/911healthnow/The_9_11_Health_Crisis_files/9:11%20Health%20Crisis%20Fact%20Sheet%20Download.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref name="huffingtonpost.com">{{Cita news|lingua=en|nome=Michael|cognome=McAuliff|url=http://www.huffingtonpost.com/entry/jon-stewart-sept-11-responders_us_567ab1e5e4b06fa6887f7bd8|titolo=Why Jon Stewart Fought So Hard For 9/11 Responders|pubblicazione=Huffington Post|data=23 dicembre 2015|accesso=12 giugno 2017}}</ref> Il conduttore televisivo [[Jon Stewart]] assieme ad altri riuscì a far passare una legge in Congresso nel 2015 che ha esteso in via definitiva la copertura medica dei soccorritori e ha aggiunto altri 5 anni al piano di compensazione delle vittime.<ref name="huffingtonpost.com" />
=== Conseguenze economiche ===
[[File:9-11_attacks_effect_on_NYC_economy_SVG.svg|destra|miniatura|La tabella mostra che gli attacchi dell'11 settembre ebbero un effetto importante sull'economia di New York (in rosso), rispetto all'economia generale degli Stati Uniti (in blu).]]
[[File:Manhattan on September 12 - Landsat7.jpg|miniatura|sinistra|Da [[Manhattan]], il 12 settembre [[2001]], si sollevava una lunga voluta di fumo]]
Gli attacchi ebbero un significativo impatto sui mercati finanziari degli Stati Uniti e mondiali. La borsa di New York ([[New York Stock Exchange]], NYSE), l'[[American Stock Exchange]] e il [[NASDAQ]] non aprirono l'11 settembre e rimasero chiusi fino al 17 settembre. Quando i mercati riaprirono, l'indice [[Dow Jones]] precipitò di 684 punti, pari al 7,1%, fino a {{formatnum:8921}}, la maggiore flessione mai avuta in un solo giorno.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Barnhart|nome=Bill|titolo=Markets reopen, plunge|url=http://www.chicagotribune.com/business/chi-010917markets,1,2882341.story|pubblicazione=[[Chicago Tribune]]|data=17 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Alla fine della settimana, l'indice Dow Jones era precipitato a {{formatnum:1369.7}} punti (14,3%), la maggiore caduta settimanale della sua storia.<ref name="MarkDec">{{Cita news|lingua=en|nome=Fernandez|cognome=Bob|titolo=U.S. Markets Decline Again<!--|pubblicazione=KRTBN Knight Ridder Tribune Business News-->|pubblicazione=[[The Philadelphia Inquirer]]|data=22 settembre 2001}}</ref> Le azioni statunitensi persero {{formatnum:1400}} miliardi di dollari di valore in quella settimana.<ref name="MarkDec" /> A New York si contarono circa {{formatnum:430000}} posti di lavoro e 2,8 miliardi di dollari di stipendi persi nei tre mesi seguenti agli attacchi; gli effetti economici si concentrarono sui settori economici delle [[Esportazione|esportazioni]] della città.<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en|autore=Dolfman, Michael L., Solidelle F. Wasser|rivista=Monthly Labor Review|volume=127|data=2004|titolo=9/11 and the New York City Economy}}</ref> Si stima che la perdita in termini di [[prodotto interno lordo]] sperimentata dall'economia newyorkese negli ultimi tre mesi del 2001 e per tutto il 2002 ammonti a 27,3 miliardi di dollari. Il governo federale concesse immediatamente 11,2 miliardi di dollari al governo cittadino nel settembre 2001 e 10,5 miliardi di dollari all'inizio del 2002, per incentivare lo sviluppo economico e la ricostruzione delle infrastrutture.<ref name="crs-5">{{Cita web|lingua=en|cognome=Makinen|nome=Gail|url=http://www.fas.org/irp/crs/RL31617.pdf|formato=pdf|titolo=The Economic Effects of 9/11: A Retrospective Assessment|p=5|data=27 settembre 2002|sito=Congressional Research Service|editore=[[Library of Congress]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
Gli attacchi ebbero un grosso impatto anche sulle piccole imprese di [[Lower Manhattan]], poste nelle vicinanze del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]]; circa {{formatnum:18000}} di queste imprese furono distrutte o trasferite dopo gli attacchi. L'agenzia federale che gestisce i fondi per le piccole imprese, la Small Business Administration, fornì dei prestiti mentre il governo federale diede assistenza alle piccole imprese danneggiate dagli attacchi tramite il Community Development Block Grants e l'Economic Injury Disaster Loans.<ref name="crs-5" /> Quasi tre milioni di metri quadri di uffici a Lower Manhattan furono danneggiati o distrutti.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Hensell|nome=Lesley|titolo=Tough Times Loom For Manhattan Commercial Market|url=http://realtytimes.com/rtpages/20011214_downtown.htm|editore=Realty Times|data=14 dicembre 2001|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110814003420/http://realtytimes.com/rtpages/20011214_downtown.htm}}</ref> Gli studi economici sugli effetti degli attacchi hanno confermato che il loro impatto sul mercato degli uffici di Manhattan e su quello dei lavori da ufficio è stato inferiore a quanto previsto, a causa della necessità di un'interazione faccia a faccia nell'ambito dei servizi finanziari.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Fuerst|nome=Franz|titolo=Exogenous Shocks and Real Estate Rental Markets: An Event Study of the 9/11 Attacks and their Impact on the New York Office Market|editore Russell Sage Foundation|data=7 settembre 2005|url=https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=800006|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Russell|nome=James S.|titolo=Do skyscrapers still make sense? Revived downtowns and new business models spur tall-building innovation.|editore=Architectural Record|data=7 novembre 2004|url=http://archrecord.construction.com/innovation/2_Features/0411SkyscraperSense.asp|accesso=23 novembre 2013|dataarchivio=8 agosto 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110808062854/http://archrecord.construction.com/innovation/2_Features/0411SkyscraperSense.asp|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Deficits_vs._Debt_Increases_-_2008.png|miniatura|Il bilancio e il debito USA aumentano nel periodo 2001-2008]]
Lo spazio aereo nordamericano fu chiuso per diversi giorni dopo gli attacchi e i [[Aereo di linea|voli di linea]] sperimentarono un calo dopo la sua riapertura. Gli attacchi causarono un taglio di circa il 20% della capacità di viaggi aerei, esacerbando i problemi delle [[compagnia aerea|compagnie aeree]] statunitensi.<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en|cognome=Bhadra|nome=Dipasis|coautori=Pamela Texter|titolo=Airline Networks: An Econometric Framework to Analyze Domestic U.S. Air Travel|rivista=Journal of Transportation and Statistics|editore=Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti|data=2004|url=http://www.bts.gov/publications/journal_of_transportation_and_statistics/volume_07_number_01/html/paper_06/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050330035744/http://www.bts.gov/publications/journal_of_transportation_and_statistics/volume_07_number_01/html/paper_06/|accesso=21 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Gli attacchi dell'11 settembre portarono anche alle [[Guerra in Afghanistan (2001-2021)|guerre statunitensi in Afghanistan]] e [[Guerra in Iraq|Iraq]],<ref>{{Cita news|nome=Thomas|cognome=Heath|url=https://www.washingtonpost.com/blogs/ezra-klein/post/bin-ladens-war-against-the-us-economy/2011/04/27/AFDOPjfF_blog.html|titolo=Bin Laden's war against the U.S. economy|pubblicazione=The Washington Post|data=3 maggio 2011}}</ref> nonché a ulteriori spese per la sicurezza interna, per un totale di almeno $5 trilioni.<ref>{{Cita news|nome=Suzy|cognome=Khimm|url=https://www.washingtonpost.com/business/economy/osama-bin-laden-didnt-win-but-he-was-enormously-successful/2011/05/02/AFexZjbF_story.html|titolo=Osama bin Laden didn't win, but he was 'enormously successful'|pubblicazione=The Washington Post|data=3 maggio 2011}}</ref>
=== Influenza culturale ===
L'impatto dell'11 settembre si estende oltre la geopolitica nella società e nella cultura in generale. Le risposte immediate all'11 settembre includevano una maggiore attenzione alla vita familiare e al tempo trascorso con la famiglia, una maggiore presenza della chiesa e maggiori espressioni di patriottismo come il volo delle bandiere.<ref name="Carducci2009b">{{Cita libro|autore=Bernardo J. Carducci|titolo=The Psychology of Personality: Viewpoints, Research, and Applications|url=https://books.google.com/?id=1gJPXv5wQbIC&pg=PA200|data=20 febbraio 2009|editore=Wiley-Blackwell|p=200|ISBN=978-1-4051-3635-8}}</ref> L'industria radiofonica rispose rimuovendo alcune canzoni dalle playlist e gli attacchi vennero successivamente utilizzati come elementi di sottofondo, narrativa o elementi tematici in film, televisione, musica e letteratura. Tra i romanzi ispirati o direttamente influenzati dall'11/9 vi è ''Crazy Gran'' di [[Gary Botting]], che parla di una ragazza che scopre un legame familiare diretto con i terroristi. L'azione inizia alle "9, martedì 9/11/2001" e continua per una settimana straziante mentre suo zio tenta di zittirla, applicando i precetti della sharia.<ref>Gary Botting, ''Crazy Gran'', Singapore: Strategic, 2016</ref> Programmi televisivi già in corso e sviluppati dopo l'11 settembre rispecchiarono preoccupazioni culturali post-11 settembre.<ref name="popCultureGuid">{{Cita libro|autore=Quay|nome=Sara|autore2=Damico|nome2=Amy|titolo=September 11 in Popular Culture: A Guide|url=https://books.google.com/?id=lx7i4YHl_NoC|data=14 settembre 2010|editore=Greenwood Publishing Group|ISBN=978-0-313-35505-9}}</ref> Le [[Teorie del complotto sull'attentato al World Trade Center dell'11 settembre 2001]] sono divenute fenomeni sociali, nonostante la mancanza di supporto da parte di scienziati, ingegneri e storici esperti.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Norman|nome=Joshua|data=11 settembre 2011|titolo=9/11 conspiracy theories won't stop|editore=CBS News|url=http://www.cbsnews.com/stories/2011/09/11/national/main20104377.shtml}}</ref> L'11 settembre ha avuto anche un grande impatto sulla fede religiosa di molti individui; per alcuni l'ha rafforzata, trovando consolazione per far fronte alla perdita dei propri cari e superare il dolore; altri iniziarono a mettere in discussione la loro fede o la persero del tutto, perché non potevano conciliarla con la loro visione.<ref>{{Cita news|url=http://www.huffingtonpost.com/2011/08/29/september-11-challenged-faith_n_941017.html|titolo=After 9/11, Some Run Toward Faith, Some Run The Other Way|pubblicazione=HuffPost|data=29 agosto 2011|accesso=6 aprile 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/shows/faith/questions/god.html|titolo=Faith and Doubt at Ground Zero – The Question of God|pubblicazione=PBS Frontline|accesso=6 aprile 2013}}</ref>
La cultura dell'America che segue gli attacchi è nota per la maggiore sicurezza e una maggiore domanda, così come la [[paranoia]] e l'[[ansia]] per ipotizzati futuri attacchi terroristici. Gli psicologi hanno anche confermato che ci fu una maggiore quantità di ansia nazionale nei viaggi aerei commerciali.<ref>{{Cita web|url=http://www.psychologytoday.com/articles/200201/anxiety-after-911|titolo= |cognome=Brad Schmidt, Ph.D.|accesso=11 ottobre 2013}}</ref>
=== Politiche governative verso il terrorismo ===
A seguito degli attacchi, molti governi in tutto il mondo approvarono legislazioni per combattere il terrorismo.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Scobell|nome=Andrew|anno=2004|titolo=Terrorism in the Asia-Pacific: Threat and Response|url=https://archive.org/details/sim_journal-of-asian-studies_2004-11_63_4/page/1078|rivista=[[The Journal of Asian Studies]]|volume=63|numero=4|pp=1078-79|doi=10.1017/S0021911804002463}}</ref> In Germania, dove molti dei terroristi dell'11 settembre avevano risieduto e approfittato delle politiche liberali in materia di asilo di quel paese, furono emanati due importanti pacchetti antiterrorismo. Il primo rimosse scappatoie legali che consentivano ai terroristi di vivere e raccogliere fondi in Germania. Il secondo riguardava l'efficacia e la comunicazione dell'intelligence e delle forze dell'ordine.<ref>{{Cita web|url=https://fas.org/irp/crs/RL32710.pdf|titolo= |autore2=Froehlich|cognome=Miko|nome=Francis|editore=[[Federation of American Scientists]]|data=27 dicembre 2004|accesso=4 settembre 2011}}</ref> Il Canada approvò la Legge antiterrorismo, la prima del paese.<ref>{{Cita news|url=http://www.cbc.ca/news2/background/cdnsecurity/|titolo=Anti-terrorism Act|editore=CBC News|data=27 febbraio 2007|accesso=12 novembre 2013}}</ref> Il Regno Unito approvò l'[[Anti-terrorism, Crime and Security Act 2001]] e il [[Prevention of Terrorism Act 2005]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/3197394.stm|titolo=Q and A: Anti-terrorism legislation|pubblicazione=BBC News Online|data=17 ottobre 2003|accesso=4 settembre 2011}}</ref><ref>{{Cita news|nome=Sam|cognome=Coates|url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/article588553.ece|titolo=After all the fuss dies down, what really happened|pubblicazione=The Times|data=10 novembre 2005|accesso=4 settembre 2011}}</ref> La Nuova Zelanda emanò il [[Terrorism Suppression Act 2002]].<ref>{{Cita web|url=http://legislation.co.nz/act/public/2002/0034/19.0/DLM2493700.html|titolo= |editore=New Zealand Government|accesso=4 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111219044052/http://legislation.co.nz/act/public/2002/0034/19.0/DLM2493700.html}}</ref>
Negli Stati Uniti, venne creato il [[Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti d'America|Dipartimento della sicurezza interna]] dalla ''Legge sulla sicurezza nazionale'' per coordinare gli sforzi nazionali antiterrorismo. La [[USA PATRIOT Act]] conferì al governo federale maggiori poteri, inclusa l'autorità di detenere sospetti terroristi stranieri per una settimana senza spese, per monitorare le comunicazioni telefoniche, la posta elettronica e l'uso di Internet da parte di sospetti terroristi e di perseguirli senza limiti di tempo. La FAA ordinò che le cabine di pilotaggio degli aerei fossero rinforzate per impedire ai terroristi di ottenere il controllo degli aerei, e assegnò i [[Sky marshal|marescialli del cielo]] ai voli. Inoltre, la ''legge sulla sicurezza aerea e dei trasporti'' rese il governo federale, e non gli aeroporti, responsabile della sicurezza aeroportuale. La legge creò l'[[Transportation Security Administration|Amministrazione per la sicurezza dei trasporti]] per ispezionare passeggeri e bagagli, causando lunghi ritardi e preoccupazioni sulla riservatezza dei passeggeri.<ref name="Modern World History">{{Cita libro|autore-capitolo=Beck|autore-capitolo-nome=Roger|titolo=Modern World History|url=https://archive.org/details/modernworldhisto00mcdo|anno=2004|editore=Holt McDougal|pp=657-8|capitolo=20|urlcapitolo=https://books.google.com/books?id=WfSPAAAACAAJ|ISBN=978-0-618-69012-1}}</ref> Dopo che i sospetti abusi del Patriot Act statunitense furono [[Divulgazioni sulla sorveglianza di massa del 2013|portati alla luce da Edward Snowden]], a giugno 2013, grazie ad articoli sulla raccolta di registri delle chiamate americane da parte della [[National Security Agency|NSA]] e del programma [[PRISM (programma di sorveglianza)|PRISM]], il rappresentante [[Jim Sensenbrenner]], repubblicano del [[Wisconsin]], che introdusse il Patriot Act nel 2001, dichiarò che la National Security Agency avesse oltrepassato i limiti.<ref>{{Cita web|url=https://www.nytimes.com/2013/06/07/opinion/president-obamas-dragnet.html|titolo= |data=6 giugno 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://sensenbrenner.house.gov/news/documentsingle.aspx?DocumentID=337001|titolo= |data=6 giugno 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130610061511/http://sensenbrenner.house.gov/news/documentsingle.aspx?DocumentID=337001}}</ref>
=== FBI ===
{{Vedi anche|Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001}}
Subito dopo gli attacchi, l'[[FBI]] avviò la [[PENTTBOM]], la più grande indagine criminale nella storia degli Stati Uniti. Al suo apice, oltre la metà degli agenti dell'FBI lavorava alle indagini e seguì mezzo milione di piste.<ref name="Pentbomb">{{Cita web|url=http://www.fbi.gov/about-us/history/famous-cases/9-11-investigation/9-11-investigation|titolo=Famous Cases & Criminals {{!}} 9/11 Investigation (PENTTBOM)|sito=[[FBI]].gov|lingua=EN|accesso=9 marzo 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20101010030053/http://www.fbi.gov/about-us/history/famous-cases/9-11-investigation/9-11-investigation|dataarchivio=10 ottobre 2010|urlmorto=sì}}</ref> L'FBI concluse che c'erano prove "chiare e irrefutabili" che collegavano al-Qāʿida e bin Laden agli attacchi.<ref>{{Cita web|url=http://www.fbi.gov/congress/congress02/watson020602.htm|titolo=Testimony of Dale L. Watson, Executive Assistant Director, Counterterrorism/Counterintelligence Division, FBI Before the Senate Select Committee on Intelligence February 6, 2002 "The Terrorist Threat Confronting the United States"|sito=[[FBI]].gov|lingua=EN|accesso=9 marzo 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100410013616/http://www.fbi.gov/congress/congress02/watson020602.htm|dataarchivio=10 aprile 2010|urlmorto=sì}}</ref>
L'FBI fu in grado di identificare rapidamente i dirottatori, incluso il leader Mohamed Atta, quando i suoi bagagli furono scoperti all'aeroporto di Logan di Boston. Atta era stato costretto a imbarcare nella stiva due delle sue tre valigie a causa delle limitazioni di spazio sul volo pendolare da 19 posti che aveva preso a Boston. A causa di una nuova politica istituita per prevenire i ritardi dei voli, i bagagli non sono riusciti a salire a bordo del volo 11 dell'American Airlines come previsto. Il bagaglio conteneva i nomi, i compiti e le connessioni di al-Qāʿida dei dirottatori. "Aveva tutti questi documenti in lingua araba che costituivano la [[Stele di Rosetta]] dell'indagine", affermò un agente dell'FBI.<ref name="Unraveling 9-11 Was in the Bags">{{Cita news|url=http://www.securityinfowatch.com/news/10555883/unraveling-9-11-was-in-the-bags|titolo=Unraveling 9–11 Was in the Bags|pubblicazione=Newsday|data=6 febbraio 2009|accesso=11 aprile 2012}}</ref> A poche ore dagli attacchi, l'FBI rese noti i nomi e in molti casi i dettagli personali dei piloti e dirottatori sospetti.<ref>{{Cita libro|autore=Clarke|nome=Richard A.|titolo=Against All Enemies: Inside America's War on Terrorism|anno=2004|editore=Simon & Schuster|città=New York|pp=13-14|ISBN=978-0-7432-6823-3}}</ref><ref name="nineteen">{{Cita web|url=https://archives.fbi.gov/archives/news/pressrel/press-releases/fbi-announces-list-of-19-hijackers|titolo=FBI Announces List of 19 Hijackers|sito=[[FBI]].gov|lingua=EN|accesso=9 marzo 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110113025828/https://www.fbi.gov/news/pressrel/press-releases/fbi-announces-list-of-19-hijackers|dataarchivio=13 gennaio 2011|urlmorto=no}}</ref> Il 27 settembre 2001, pubblicarono le foto di tutti i 19 dirottatori, insieme alle informazioni su possibili nazionalità e pseudonimi.<ref>{{Cita web|url=https://www.fbi.gov/news/pressrel/press-releases/the-fbi-releases-19-photographs-of-individuals-believed-to-be-the-hijackers|titolo=The FBI Releases 19 Photographs of Individuals Believed to be the Hijackers of the Four Airliners that Crashed on September 11, 2001|editore=[[FBI]]|accesso=4 settembre 2011}}</ref> Quindici uomini provenivano dall'Arabia Saudita, due dagli [[Emirati Arabi Uniti]], uno dall'Egitto e uno dal Libano.<ref>{{Cita news|nome=David|cognome=Johnston|url=https://www.nytimes.com/2003/09/09/us/two-years-later-9-11-tactics-official-says-qaeda-recruited-saudi-hijackers.html|titolo=TWO YEARS LATER: 9/11 TACTICS; Official Says Qaeda Recruited Saudi Hijackers to Strain Ties|pubblicazione=The New York Times|data=9 settembre 2003|accesso=4 settembre 2011}}</ref>
A mezzogiorno, la National Security Agency e le agenzie di intelligence tedesche avevano intercettato le comunicazioni che indicavano Osama bin Laden.<ref>{{Cita news|url=https://www.independent.co.uk/news/world/americas/piece-by-piece-the-jigsaw-of-terror-revealed-671334.html|titolo=Piece by piece, the jigsaw of terror revealed|pubblicazione=The Independent|città=London|data=30 settembre 2001|accesso=4 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091015065134/http://www.independent.co.uk/news/world/americas/piece-by-piece-the-jigsaw-of-terror-revealed-671334.html}}</ref> Si sapeva che due dei dirottatori avevano viaggiato con un associato di bin Laden in Malesia nel 2000<ref>{{cita web|url=http://avalon.law.yale.edu/sept11/911Report.pdf|titolo=9/11 Commission Report}} pp. 266–272</ref> e che il dirottatore [[Mohamed Atta]] era già stato in [[Afghanistan]].<ref>{{cita web|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0%2C9171%2C1000987-2%2C00.html|titolo=The Manhunt Goes Global|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121109021924/http://www.time.com/time/magazine/article/0%2C9171%2C1000987-2%2C00.html|urlmorto=sì}} Time magazine October 15, 2001</ref> Lui e altri facevano parte di una cellula terroristica ad Amburgo.<ref>{{Cita news|nome=John|cognome=Tagliabue|nome2=Raymond|cognome2=Bonner|url=https://www.nytimes.com/2001/09/29/world/nation-challenged-german-intelligence-german-data-led-us-search-for-more-suicide.html|titolo=A Nation challenged: German Intelligence; German Data Led U.S. to Search For More Suicide Hijacker Teams|pubblicazione=The New York Times|data=29 settembre 2001|accesso=4 settembre 2011}}</ref> Venne scoperto che uno dei membri della [[cellula di Amburgo]] era in comunicazione con [[Khalid Shaykh Muhammad]], identificato come membro di [[al Qaida|al-Qāʿida]].<ref>{{cita web|url=http://avalon.law.yale.edu/sept11/911Report.pdf|titolo=9/11 Commission Report}} pp. 276–277</ref>
Le autorità degli Stati Uniti e del Regno Unito ottennero anche intercettazioni elettroniche, tra cui conversazioni telefoniche e trasferimenti bancari elettronici, che indicavano che [[Muhammad Atef|Mohammed Atef]], un deputato di Bin Laden, fosse una figura chiave nella pianificazione degli attacchi dell'11 settembre. Si ottennero anche intercettazioni che rivelarono conversazioni avute luogo alcuni giorni prima dell'11 settembre tra bin Laden e un associato in [[Pakistan]]. In quelle conversazioni, i due si riferivano a "un incidente che avrebbe avuto luogo in America intorno all'11 settembre" e discutevano di potenziali ripercussioni. In un'altra conversazione con un associato in [[Afghanistan]], bin Laden discusse della "portata e degli effetti di un'imminente operazione". Queste conversazioni non menzionavano specificamente il World Trade Center, il Pentagono o altri dettagli.<ref>{{Cita news|url=http://www.sunday-times.co.uk/news/pages/sti/2001/10/07/stiusausa02012.html|titolo=The proof they did not reveal|pubblicazione=Sunday Times|data=7 ottobre 2001|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20011116020322/http://www.sunday-times.co.uk/news/pages/sti/2001/10/07/stiusausa02012.html}}</ref>
L'FBI non registrò i 2.977 decessi causati dagli attacchi nel suo indice annuale dei crimini violenti per il 2001. In una dichiarazione di non responsabilità, l'FBI ammise che "il numero di decessi fosse così grande che la combinazione con le tradizionali statistiche sulla criminalità avrebbe avuto un [[Outlier|effetto anomalo]] che [[Simmetria (statistica)|distorceva]] erroneamente tutti i tipi di misurazioni nelle analisi del programma".<ref>{{Cita web|url=https://ucr.fbi.gov/crime-in-the-u.s/2001/toc01.pdf|titolo=Crime in the United States 2001|editore=[[FBI]]|data=28 ottobre 2002|p=2|accesso=12 settembre 2018}}</ref> Anche la città di New York non incluse i decessi nelle proprie statistiche annuali sulla criminalità per il 2001, per non falsare i dati.<ref name="HuffPost story">{{Cita news|nome=Mark|cognome=Hanrahan|url=http://www.huffingtonpost.com/2011/09/08/911-only-homicide-unsolved_n_953864.html|titolo=Henryk Siwiak, Shot To Death On September 11th: Case Remains Unsolved|pubblicazione=[[Huffington Post]]|data=8 settembre 2011|accesso=6 settembre 2016}}</ref>
=== Indagine interna della CIA ===
L'Ispettore Generale della [[CIA]] condusse un'indagine interna sulle prestazioni della CIA prima dell'11 settembre e fu estremamente critico nei confronti dei funzionari anziani della CIA per non aver fatto tutto ciò che era possibile contro il terrorismo, in particolare per non essere riusciti a fermare due dei dirottatori dell'11 settembre, Nawaf al-Hazmi e Khalid al-Mihdhar, al loro ingresso negli Stati Uniti, e per non aver condiviso le informazioni su di loro con l'FBI.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Philip|cognome=Giraldi|url=http://www.amconmag.com/2005_08_01/article3.html|titolo=Deep Background|pubblicazione=The American Conservative|data=1º aprile 2005|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172227/https://www.theamericanconservative.com/|urlmorto=sì}}</ref>
Nel maggio 2007, senatori appartenenti sia al [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] sia a quello [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Repubblicano]] hanno sostenuto una proposta di legge che avrebbe reso pubblico un rapporto d'indagine interno alla CIA concernente le responsabilità del personale CIA prima e dopo gli attacchi. Completato nel 2005, il rapporto non è mai stato reso pubblico nei suoi dettagli.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Katherine|cognome=Shrader|url=http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=/n/a/2007/05/17/national/w131436D49.DTL|titolo=Senators Want CIA to Release 9/11 Report|pubblicazione=[[San Francisco Chronicle]]|città=Washington, D.C.|editore=[[Associated Press]]|data=17 maggio 2007|accesso=14 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071017005618/http://sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?f=%2Fn%2Fa%2F2007%2F05%2F17%2Fnational%2Fw131436D49.DTL|urlmorto=sì}}</ref> L'ipotesi che siano stati sottovalutati alcuni rapporti della [[CIA]] che forse avrebbero consentito di evitare l'attentato, è anche la tesi del [[film]]-[[documentario]] ''[[Fahrenheit 9/11]]'' del [[regista]]-[[giornalista]] [[Michael Moore]].
=== Inchiesta congressuale ===
A febbraio 2002, il [[Select Committee on Intelligence]] e la [[House Permanent Select Committee on Intelligence]] formarono un'indagine congiunta sulle prestazioni della [[United States Intelligence Community|comunità di intelligence americana]].<ref>{{cita web|url=http://www.intelligence.senate.gov/press/record.cfm?id=263577|titolo=Press Release of Intelligence Committee}}, Senate and House Intelligence Committees Announce Joint Inquiry into the September 11 Terrorist Attacks, February 14, 2002.</ref> Il loro rapporto di 832 pagine pubblicato a dicembre 2002<ref>{{Cita web|url=http://www.gpoaccess.gov//serialset/creports/911.html|titolo=Congressional Reports: Joint Inquiry into Intelligence Community Activities before and after the Terrorist Attacks of September 11, 2001|sito=GPO Access|data=9 gennaio 2008|lingua=EN|accesso=9 marzo 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100807204747/http://www.gpoaccess.gov//serialset/creports/911.html|dataarchivio=7 agosto 2010|urlmorto=sì}}</ref> descriveva in dettaglio i fallimenti dell'FBI e della CIA nell'uso delle informazioni disponibili, compresi i terroristi che la CIA sapeva che fossero negli Stati Uniti.<ref name="Theoharis1">Athan G. Theoharis, editor, ''The Central Intelligence Agency: Security Under Scrutiny'', [[Greenwood Publishing Group]], {{cita web|url=https://books.google.com/books?id=-nj4RLdHCU0C&pg=PA223|titolo=p. 222-224}}, 2006, {{ISBN|0-313-33282-7}}</ref> L'indagine congiunta sviluppò le proprie informazioni sul possibile coinvolgimento di funzionari del governo dell'Arabia Saudita da fonti non classificate.<ref name="McClatchydc">{{cita web|autore=Ali Watkins|url=http://www.mcclatchydc.com/2013/08/12/199122_senate-intelligence-panel-could.html?rh=1|titolo=Senate intelligence panel could seek to declassify documents; it just doesn't|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140903123631/http://www.mcclatchydc.com/2013/08/12/199122_senate-intelligence-panel-could.html|editore= [[The McClatchy Company|McClatchy Washington Bureau]]|data=12 agosto 2013}}</ref> Tuttavia, l'amministrazione Bush richiese che 28 pagine correlate restassero classificate.<ref name="Theoharis1" /> A dicembre 2002, il presidente dell'inchiesta [[Bob Graham]] (D) rivelò in un'intervista che "c'erano prove che c'erano governi stranieri coinvolti nel facilitare le attività di almeno un paio dei terroristi negli Stati Uniti".<ref>{{cita web|url=https://www.pbs.org/newshour/bb/politics-july-dec02-intelligence_12-11/|titolo=Improving Intelligence}}, [[PBS (azienda)|PBS]] interview with Sen. Bob Graham, December 11, 2002.</ref> Le famiglie delle vittime dell'11 settembre furono frustrate dalle domande senza risposta e dal materiale censurato dall'inchiesta del Congresso e richiesero una commissione indipendente.<ref name="Theoharis1" /> Le famiglie delle vittime dell'11 settembre,<ref>Chris Mondics, {{cita web|url=http://articles.philly.com/2014-03-31/business/48708504_1_osama-president-obama-law-firm|titolo=Struggling to detail alleged Saudi role in 9/11 attacks}}, [[Philadelphia Inquirer]], March 31, 2014.</ref> i membri del Congresso<ref>Paul Sperry, {{cita web|url=https://nypost.com/2013/12/15/inside-the-saudi-911-coverup/|titolo=Inside the Saudi 9/11 coverup}}, [[New York Post]], December 15, 2013.</ref><ref>{{cita web|url=https://jones.house.gov/sites/jones.house.gov/files/Reps.%20Jones%20and%20Lynch%20Letter%20to%20Obama_28%20Pages.pdf|titolo=April 10, 2014 Letter to Barack Obama|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160907084340/http://jones.house.gov/sites/jones.house.gov/files/Reps.%20Jones%20and%20Lynch%20Letter%20to%20Obama_28%20Pages.pdf}}, signed by Representatives [[Walter B. Jones Jr.]] and [[Stephen Lynch (politico)|Stephen Lynch]].</ref> e il governo dell'Arabia Saudita stanno ancora chiedendo la pubblicazione dei documenti.<ref>[[Jake Tapper]], {{cita web|url=http://thelead.blogs.cnn.com/2014/09/08/why-hasnt-obama-kept-promise-to-declassify-28-pages-about-911|titolo=Why hasn't Obama kept promise to declassify 28 pages of a report about 9/11?"|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210803143353/https://thelead.blogs.cnn.com/2014/09/08/why-hasnt-obama-kept-promise-to-declassify-28-pages-about-911/|urlmorto=sì}}, [[CNN]], September 8, 2014.</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo=The Twenty-Eight Pages|rivista=[[The New Yorker]]|nome=Lawrence|cognome=Wright|url=http://www.newyorker.com/news/daily-comment/twenty-eight-pages|data=9 settembre 2014|accesso=30 agosto 2019}}</ref> A giugno 2016, il capo della CIA [[John O. Brennan|John Brennan]] afferma che 28 pagine redatte di un'indagine congressuale sull'11 settembre saranno presto rese pubbliche e che dimostreranno che il governo dell'Arabia Saudita non avesse avuto alcun coinvolgimento negli attacchi dell'11 settembre.<ref>Euan McKirdy,, [[CNN]], June 14, 2016.</ref>
A settembre 2016, il Congresso ha approvato la [[legge sulla giustizia contro gli sponsor del terrorismo]] (Justice Against Sponsors of Terrorism Act) che consentirebbe ai parenti delle vittime degli attentati dell'11 settembre di denunciare l'[[Arabia Saudita]] per il presunto ruolo del governo negli attacchi.<ref>"{{cita web|url=https://www.usatoday.com/story/news/politics/2016/09/23/obama-veto-terrorism-lawsuit-bill-setting-up-override-battle/90407496/|titolo=Why Obama doesn't want 9/11 families suing Saudi Arabia}}". ''[[USA Today]]''. September 23, 2016.</ref><ref>"{{cita web|url=http://www.nydailynews.com/news/world/saudi-arabia-warns-750b-response-9-11-liability-suit-article-1.2603675|titolo=Saudi Arabia threatens to pull $750B from U.S. economy if Congress allows them to be sued for 9/11 terror attacks}}". ''Daily News'' (New York). April 16, 2016.</ref><ref>"{{cita web|url=http://www.nydailynews.com/news/world/saudi-government-didn-fund-terrorists-obama-aide-article-1.2605678|titolo=Mayor de Blasio joins Democrats in calling on President Obama to go after Saudi Arabia on 9/11 ties}}". ''Daily News'' (New York). April 19, 2016.</ref>
=== "9/11 Commission" ===
La [[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001]], anche nota come "9/11 Commission" e diretta dall'ex-governatore del [[New Jersey]], [[Thomas Kean]], fu istituita nel tardo 2002 per preparare una ricostruzione completa dei fatti riguardanti l'attacco, analizzando anche lo stato di preparazione e l'immediata reazione a essi. Il 22 luglio 2004, la ''9/11 Commission'' pubblicò il ''[[Rapporto della Commissione sull'11 settembre]]''. La Commissione e il suo rapporto hanno ricevuto diverse critiche.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Richard A.|cognome=Posner|titolo=The 9/11 Report: A Dissent|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C07E6D81E3FF93AA1575BC0A9629C8B63|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=29 agosto 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Ed|cognome=Henry|url=https://www.cnn.com/2004/ALLPOLITICS/04/23/commission.senators/index.html|titolo=Republicans amplify criticism of 9/11 commission|pubblicazione=[[CNN]]|città=Washington, D.C.|data=26 aprile 2004|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
=== National Institute of Standards and Technology (NIST) ===
{{Vedi anche|Seven World Trade Center}}[[File:World Trade Center 9-11 Attacks Illustration with Vertical Impact Locations it.svg|miniatura|Punti di impatto sulle Torri gemelle]]
Un'indagine federale sulle caratteristiche tecniche e di resistenza agli incendi connesse con il collasso delle Torri gemelle e del WTC 7 fu condotta dal [[National Institute of Standards and Technology]] (NIST) del [[Dipartimento del commercio degli Stati Uniti]]. Questa indagine aveva il compito di trovare il motivo del collasso degli edifici, il numero di morti e feriti causati, oltre che le procedure collegate alla progettazione e alla gestione del World Trade Center.<ref name="NISTInvest">{{Cita web|lingua=en|titolo=NIST's World Trade Center Investigation|url=http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/nist_investigation_911.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20021010023242/http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/nist_investigation_911.htm|sito=National Institute of Standards and Technology|editore=[[Dipartimento del commercio degli Stati Uniti d'America]]|data=14 dicembre 2007|accesso=3 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
Il rapporto concluse che i rivestimenti antincendio delle infrastrutture in [[acciaio]] furono spazzati via dagli impatti degli aerei e che, se questo non fosse accaduto, le torri sarebbero probabilmente rimaste in piedi.<ref name="NISTCollapse">{{Cita libro|autore-capitolo=National Construction Safety Team|url=http://wtc.nist.gov/NISTNCSTAR1CollapseofTowers.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051128195653/http://wtc.nist.gov/NISTNCSTAR1CollapseofTowers.pdf|formato=pdf|titolo=Final Report on the Collapse of the World Trade Center Towers|serie=National Institute of Standards and Technology|editore=Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d'America|capitolo=Executive Summary|data=settembre 2005|accesso=21 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
[[Gene Corley]], direttore dell'indagine originale, commentò che «le torri si comportarono in maniera impressionante. Non furono gli aerei dei terroristi ad abbattere gli edifici; fu l'incendio successivo. Fu dimostrato che era possibile abbattere due terzi delle colonne di una torre e l'edificio sarebbe restato in piedi».<ref name="TerrorProof">{{Cita web|lingua=en|nome=Pete|cognome=Sigmund|titolo=Building a Terror-Proof Skyscraper: Experts Debate Feasibility, Options|url=http://www.constructionequipmentguide.com/story.asp?story=2598&headline=Building%20a%20Terror-Proof%20Skyscraper:%20Experts%20Debate%20Feasibility,%20Options|data=25 settembre 2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Il fuoco indebolì le travature di sostegno dei piani, facendole piegare verso il basso, tirando così le colonne in acciaio esterne che si piegarono verso l'interno. Con le colonne portanti danneggiate, le colonne esterne piegate non furono più in grado di sostenere gli edifici, causandone il collasso. Il rapporto afferma inoltre che le trombe delle scale non erano adeguatamente rinforzate per funzionare da via di fuga per le persone al di sopra della zona di impatto.<ref name="NIST">{{Cita web|lingua=en|titolo=Translating WTC Reccomendations Into Model Building Codes|editore=NIST|url=http://wtc.nist.gov/NIBS_MMC/CodeChangeProposals.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060515194013/http://wtc.nist.gov/NIBS_MMC/CodeChangeProposals.htm|accesso=24 gennaio 2008|data=25 ottobre 2007|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=Reports of the Federal Building and Fire Investigation of the World Trade Center Disaster|editore=NIST|data=25 ottobre 2005|url=http://wtc.nist.gov/reports_october05.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051124103940/http://wtc.nist.gov/reports_october05.htm|accesso=8 settembre 2006|urlmorto=sì}}</ref> Questo fu confermato da uno studio indipendente della Purdue University.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Simulation finds 9/11 fireproofing key|cognome=Hermann|nome=Steve|pubblicazione=[[Fox News Channel|Fox News]]|città=Indianapolis|url=http://www.foxnews.com/wires/2007Jun20/0,4670,AttacksSimulation,00.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070625202034/http://www.foxnews.com/wires/2007Jun20/0%2C4670%2CAttacksSimulation%2C00.html|accesso=2 ottobre 2007|urlmorto=sì}}</ref> I risultati dell'indagine del NIST sul WTC 7 sono stati pubblicati il 21 agosto 2008: il crollo dell'edificio è stato causato dalla dilatazione termica prodotta dagli incendi che divamparono incontrollati per ore, e che hanno in particolare interessato l'acciaio della colonna primaria numero 79, il cui cedimento ha dato inizio a un collasso progressivo delle strutture portanti vicine.<ref name="nist.gov"/>
=== Presunto ruolo saudita ===
A luglio 2016, l'amministrazione Obama rese noto un documento, compilato dagli investigatori statunitensi Dana Lesemann e Michael Jacobson, noto come "File 17",<ref>{{Cita news|url=https://www.thetimes.co.uk/article/saudi-diplomats-linked-to-9-11-plot-9hgrfjhbm|titolo=Saudi diplomats 'links to 9/11 attackers'|pubblicazione=The Week|data=20 aprile 2016}}</ref> che conteneva una lista di nomi di tre dozzine di persone, tra cui i sospetti ufficiali dell'[[Al-Mukhabarat al-'Amma|intelligence saudita]] collegati all'ambasciata dell'Arabia Saudita a Washington,<ref>{{Cita news|url=https://www.aljazeera.com/news/2019/09/reveal-saudi-official-allegedly-tied-911-attackers-190913011926350.html|titolo=US to reveal Saudi official allegedly tied to 9/11 attackers|pubblicazione=Al-Jazeera|data=13 settembre 2019}}</ref> che collega quindi, l'Arabia Saudita ai dirottatori.<ref>{{Cita news|nome=Deb|cognome=Riechmann|url=https://apnews.com/fe56c5d224a8463aa7cfc6ccf4689122|titolo=File 17 Is Glimpse Into Still-Secret 28 Pages About 9/11|pubblicazione=Associated Press|data=2 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.newsweek.com/cia-and-saudi-arabia-conspired-keep-911-details-secret-new-book-says-1091935|titolo=CIA and Saudi Arabia Conspired to Keep 9/11 Details Secret, New Book Says|pubblicazione=Newsweek|data=28 agosto 2018}}</ref>
== Responsabilità civile e penale ==
=== Responsabilità penale ===
Le famiglie di 800 vittime hanno depositato presso un tribunale di Manhattan una causa contro funzionari [[Arabia Saudita|sauditi]] che sono stati denunciati, accusati di complicità negli attentati per aver aiutato i dirottatori Salem al-Hazmi e Khalid Al-Mihdhar 18 mesi prima dell'attacco.<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2017/03/21/esteri/settembre-famiglie-delle-vittime-fanno-causa-a-riad-rqGu7Wc8vFdEnjNgSjNxwI/pagina.html|titolo=''11 settembre 2001: 800 famiglie delle vittime fanno causa a Riad''}}. ''La Stampa''. Esteri. 21 marzo 2017.</ref><br /> Gli uomini in una prigione negli Stati Uniti accusati per gli attacchi dell'11 settembre sono cinque: il [[pakistan]]o [[Khalid Shaykh Muhammad]], ritenuto l'architetto della strage, quello che già nel 1996 illustrò il piano a [[Osama Bin Laden]] e nel 2007 dichiarò di essere «responsabile dell'operazione dalla A alla Z»; lo [[yemen]]ita [[Walid bin Attash]], capo dei campi paramilitari di al-Qāʿida in Afghanistan, ha fornito simulatori di volo e notizie sulle compagnie aeree; lo yemenita [[Ramzi bin al-Shibh]], cellula al-Qāʿida di Amburgo, ha iscritto i dirottatori nelle scuole di volo americane; il pachistano [[Ammar al-Baluchi]], imputato perché ha portato nove terroristi negli Stati Uniti, li ha mantenuti e inviato 120000 dollari americani. Il saudita [[Mustafa al-Hawsawi]], che procurava contanti, carte di credito e abiti occidentali.
=== Responsabilità civile ===
Sono tuttora in atto procedimenti legali per il rimborso dei costi delle cure per le malattie connesse agli attentati. Il 17 ottobre 2006, il giudice federale Alvin Hellerstein annullò il rifiuto della municipalità di New York di pagare i costi dell'assistenza sanitaria ai soccorritori, permettendo così numerosi processi contro l'amministrazione cittadina.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Anthony|cognome=DePalma|titolo=Many Ground Zero Workers Gain Chance at Lawsuits|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=18 ottobre 2006|url=https://www.nytimes.com/2006/10/18/nyregion/nyregionspecial3/18toxic.html?ref=nyregion|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Ufficiali governativi sono stati censurati per aver spinto le persone a tornare a Lower Manhattan nelle settimane successive agli attacchi; l'amministratrice della [[Environmental Protection Agency]] ("Agenzia per la protezione dell'ambiente", EPA) nel periodo immediatamente successivo agli attacchi, Christine Todd Whitman, fu pesantemente criticata per aver affermato scorrettamente che l'area era sicura dal punto di vista ambientale.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Larry|cognome=Neumeister|coautori=[[Associated Press]]|url=http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?file=/n/a/2006/02/02/national/a142556S81.DTL|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080524084609/http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?file=%2Fn%2Fa%2F2006%2F02%2F02%2Fnational%2Fa142556S81.DTL|titolo=Judge Slams Ex-EPA Chief Over Sept. 11|opera=Associated Press|data=2 febbraio 2006|accesso=3 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref> Il presidente Bush fu anche criticato per aver interferito con le interpretazioni e i pareri dell'EPA riguardo alla qualità dell'aria successivamente agli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Heilprin|nome=John|titolo=White House edited EPA's 9/11 reports|pubblicazione=Seattle Post-Intelligencer|città=Washington, D.C.|data=23 giugno 2003|url=http://www.seattlepi.com/national/136350_epa23.html?rand=26878.51|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Inoltre, il sindaco Giuliani fu criticato per aver sollecitato il personale del settore finanziario a tornare rapidamente nell'area vasta attorno a [[Wall Street]].<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Smith|nome=Ben|titolo=Rudy's Black Cloud. WTC health risks may hurt Prez bid|url=http://www.nydailynews.com/archives/news/2006/09/18/2006-09-18_rudy_s_black_cloud__wtc_heal.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080618182758/http://www.nydailynews.com/archives/news/2006/09/18/2006-09-18_rudy_s_black_cloud__wtc_heal.html|pubblicazione=[[Daily News (New York)|Daily News]]|data=18 settembre 2006|accesso=21 maggio 2008|urlmorto=sì}}</ref>
== Ricostruzioni ==
{{Vedi anche|Sito del World Trade Center|World Trade Center (2001-presente)}}
Il giorno degli attacchi, Giuliani affermò: «Ricostruiremo. Ne usciremo più forti di prima, politicamente più forti, economicamente più forti. La ''skyline'' tornerà a essere nuovamente completa».<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Taylor|nome=Tess|url=http://www.architectureweek.com/2001/0926/today.html|titolo=Rebuilding in New York|data=26 settembre 2001|pubblicazione=Architecture Week|numero=68|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110511012010/http://www.architectureweek.com/2001/0926/today.html#|urlmorto=sì}}</ref> La rimozione dei detriti terminò ufficialmente nel maggio 2002.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Silent Tribute Marks End of Ground Zero Search|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,54002,00.html|pubblicazione=[[Fox News Channel|Fox News]]|città=New York|data=30 maggio 2002|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121022075234/http://www.foxnews.com/story/0,2933,54002,00.html|urlmorto=sì}}</ref> La [[Lower Manhattan Development Corporation]], incaricata della ricostruzione del sito del [[World Trade Center (1973-2001)|World Trade Center]], è stata criticata per aver compiuto poco con i notevoli fondi destinati alla ricostruzione.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Lubell|nome=Sam|coautori=Charles Linn|titolo=Power Struggle Heats Up While Development Moves Slowly at Ground Zero|editore=Architectural Record|data=5 dicembre 2005|url=http://archrecord.construction.com/news/daily/archives/051205groundzero.asp|accesso=23 novembre 2013|dataarchivio=25 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181225172504/https://www.architecturalrecord.com/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web| lingua=en|cognome=Buettner|nome=Russ|titolo=Fat cats milked Ground Zero|pubblicazione=[[Daily News (New York)|New York Daily News]]|url=http://www.nydailynews.com/archives/news/fat-cats-milked-ground-zero-firms-barely-hurt-paid-article-1.595856|accesso=3 gennaio 2016}}</ref> Uno degli edifici completamente distrutti, il [[7 World Trade Center]], ha una nuova [[grattacielo|torre uffici]], completata nel 2006; il [[One World Trade Center]], precedentemente [[Freedom Tower]], la cui costruzione è iniziata il 27 aprile 2006, è stato terminato nel giugno 2013. Con un'altezza di {{formatnum:1776}} piedi (541 metri e 32 cm) è il settimo tra i [[grattacieli più alti del mondo]]. Il numero {{formatnum:1776}} simboleggia l'anno della [[dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America]].
La sezione danneggiata del Pentagono fu ricostruita e rioccupata entro un anno dagli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Oglesby|nome=Christy|titolo=Phoenix rises: Pentagon honors 'hard-hat patriots'|url=http://archives.cnn.com/2002/US/09/11/ar911.memorial.pentagon/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041218040531/http://archives.cnn.com/2002/US/09/11/ar911.memorial.pentagon/|pubblicazione=[[CNN]]|data=11 settembre 2002|accesso=13 giugno 2008|urlmorto=sì}}</ref>
== Monumenti ==
[[File:WTCmemorialJune2012.png|miniatura|Le fondamenta delle torri gemelle trasformate in fontane per il [[National September 11 Memorial & Museum]]]]
[[File:Wtc-2004-memorial.jpg|thumb|sinistra|Il ''[[Tribute in Light]]'', come appariva da [[Jersey City]] nell'anniversario degli attacchi nel 2004]]
[[File:South Tower Fountain of "Reflecting Absence at the National September 11 Memorial.jpg|thumb|Le fontane al posto delle torri nel 2011]]
Nei giorni immediatamente successivi agli attacchi, si tennero molte commemorazioni e veglie in tutto il mondo;<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Honoring the fallen, From New York to Texas, Americans pay respect to the victims of terrorism|editore=[[The Dallas Morning News]]|data=15 settembre 2001}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Ahrens|nome=Frank|titolo=Sorrow's Legions; Washingtonians Gather With Candles, Prayers And a Shared Grief|pubblicazione=[[The Washington Post]]|url=http://www.highbeam.com/doc/1P2-466769.html|accesso=23 novembre 2013|data=15 settembre 2001|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140610060025/http://www.highbeam.com/doc/1P2-466769.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Bush Thanks Canadians for Helping After 9/11|editore=[[Fox News Channel|Fox News]]|città=Halifax|data=1º dicembre 2004|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,140098,00.html|accesso=23 novembre 2013|pubblicazione=|urlarchivio=https://www.webcitation.org/61DZqHEiV?url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,140098,00.html|dataarchivio=26 agosto 2011|urlmorto=sì}}</ref> mentre ovunque a ''[[Ground zero]]'' furono affisse immagini delle vittime.<ref name="Sigmund">{{Cita web|lingua=en|editore=Construction Equipment Guide|nome=Pete|cognome=Sigmund|data=26 settembre 2001|accesso=23 novembre 2013|titolo=Crews Assist Rescuers in Massive WTC Search|url=http://www.cegltd.com/story.asp?story=1531&headline=Crews%20Assist%20Rescuers%20in%20Massive%20WTC%20Search|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080224043838/http://www.cegltd.com/story.asp?story=1531&headline=Crews%20Assist%20Rescuers%20in%20Massive%20WTC%20Search|urlmorto=sì}}</ref> Una delle prime commemorazioni fu il ''[[Tribute in Light]]'', un'installazione di 88 fari da ricerca posti nelle fondamenta delle Torri che proiettavano due colonne di luce verticalmente verso il cielo.<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Tribute in light to New York victims|pubblicazione=[[BBC News]]|data=6 marzo 2002|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/1857699.stm|accesso=23 novembre 2013}}</ref> A New York fu istituita una competizione per decidere il progetto di un monumento da erigere sul luogo di [[Ground Zero]]; il progetto vincente, ''[[Reflecting Absence]]'', selezionato nell'agosto 2006, consiste in una coppia di piscine posizionate sul luogo delle fondamenta delle Torri, circondate da un monumento in cui sono iscritti i nomi delle vittime.<ref>{{Cita web|lingua=en|cognome=Smith|nome=Stephen|coautori=[[Associated Press]]|titolo=WTC Memorial Construction Begins|url=https://www.cbsnews.com/stories/2006/03/13/national/main1393070.shtml|pubblicazione=[[CBS|CBS News]]|data=13 marzo 2006|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Il Memoriale è stato aperto al pubblico il 12 settembre 2011, in occasione del decennale degli attentati<ref>{{Cita web|url=http://viaggi.corriere.it/viaggi/vacanze/new-york-memorial/|titolo=New York inaugura il memorial 9/11|editore=DoveViaggi.it|accesso=29 settembre 2016}}</ref>; il 15 maggio 2014, invece, nello stesso sito è stato inaugurato il Museo dell'11 settembre.<ref>{{Cita news|autore=|titolo=11/9, inaugura il museo di Ground Zero. Obama: "Sia luogo di pace e riconciliazione"| url=http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/15/news/11_9_obama_usa_memorial-86231809/#gallery-slider=86156846|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 maggio 2014}}</ref>
Il [[Pentagon Memorial|monumento del Pentagono]] è stato inaugurato l'11 settembre 2008<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Tregua Obama-McCain per l'11/9. L'America ricorda i suoi morti| url=http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/esteri/commemorazione-11-settembre/commemorazione-11-settembre/commemorazione-11-settembre.html?refresh_ce|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=11 settembre 2008}}</ref>, settimo anniversario degli attacchi; si tratta di un parco con 184 panchine (pari ai 125 morti che ci sono stati tra gli occupanti dell'edificio più i 59 del [[volo American Airlines 77|volo AA 77]]) che fronteggiano il Pentagono.<ref name="dwyer-may2007">{{Cita news|lingua=en|cognome=Dwyer|nome=Timothy|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2007/05/25/AR2007052502284.html|titolo=Pentagon Memorial Progress Is Step Forward for Families|data=26 maggio 2007|pubblicazione=[[The Washington Post]]|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Quando il Pentagono fu ricostruito, nel 2001-2002, furono costruiti anche una cappella privata e un monumento interno, posti nel luogo dove il Volo 77 si schiantò nell'edificio.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.defenselink.mil/photos/newsphoto.aspx?newsphotoid=4018|titolo=DefenseLINK News Photos - Pentagon's America's Heroes Memorial|editore=[[Dipartimento della difesa degli Stati Uniti]]|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091130081905/http://www.defenselink.mil/photos/newsphoto.aspx?newsphotoid=4018}}</ref> Un monumento del Volo 93 da costruire a Shanksville è in fase di progetto: includerà un groviglio di alberi scolpiti che forma un circolo intorno al sito dell'impatto, tagliato dal percorso dell'aereo, mentre delle campane a vento porteranno i nomi delle vittime.<ref>{{Cita news|lingua=en|coautori=[[Associated Press]]|titolo=Sept. 11 Flight 93 Memorial Design Chosen|pubblicazione=[[Fox News Channel|Fox News]]|città=Washington, D.C.|data=8 settembre 2005|url=http://www.foxnews.com/story/0,2933,168821,00.html|accesso=23 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130522061521/http://www.foxnews.com/story/0,2933,168821,00.html#|urlmorto=sì}}</ref> Un monumento temporaneo si trova a 450 m dal sito dell'impatto del Volo 93 a Shanksville.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.nps.gov/flni|titolo=Flight 93 Memorial Project|editore=Flight 93 Memorial Project / National Park Service|accesso=23 novembre 2013}}</ref> Molti altri monumenti permanenti sono in costruzione in tutto il mondo e la loro lista è aggiornata man mano che sono completati.<ref>{{Cita web|lingua=en|titolo=911 Memorials List|sito=List of 911 and World Trade Center Memorials Across U.S. and the World|url=http://911memorials.org/usa/|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170309222140/http://911memorials.org/usa/}}</ref> Oltre a monumenti veri e propri, anche borse di studio e programmi a fini benefici sono stati istituiti dai parenti delle vittime, come pure da altre organizzazioni e privati.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Fessenden|nome=Ford|titolo= 9/11; After the World Gave: Where $2 Billion in Kindness Ended Up|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9505E3DB1030F93BA25752C1A9649C8B63|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=18 novembre 2002|accesso=23 novembre 2013}}</ref>
== Teorie del complotto ==
{{vedi anche|teorie del complotto sull'attentato al World Trade Center dell'11 settembre 2001|teorie del complotto sull'attentato al Pentagono dell'11 settembre 2001}}
A seguito degli attacchi, negli Stati Uniti e nel mondo sono stati sollevati diversi dubbi circa il reale svolgimento dei fatti e sono state formulate numerose teorie difformi da quelle comunemente accettate, generalmente configurabili come [[teoria del complotto|teorie del complotto]].
Tali dubbi e teorie hanno dato luogo a innumerevoli dispute e controversie circa la natura, l'origine e i responsabili degli attentati, contestando il contenuto dei resoconti ufficiali circa l'accaduto e suggerendo, tra l'altro, che persone con incarichi di responsabilità negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] fossero a conoscenza del pericolo e che deliberatamente avrebbero deciso di non prevenirli, o che individui estranei ad al-Qāʿida avrebbero partecipato alla pianificazione o all'esecuzione degli attacchi.<ref>{{Cita news|lingua=en|cognome=Stillwell|nome=Cinnamon|titolo=The Truth About 9/11 Conspiracy Theories|url=http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?file=/g/a/2006/04/19/cstillwell.DTL&type=printable|pubblicazione=[[San Francisco Chronicle]]|data=19 aprile 2006|accesso=23 novembre 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120516093029/http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?file=%2Fg%2Fa%2F2006%2F04%2F19%2Fcstillwell.DTL&type=printable}}</ref> Una delle più diffuse teorie pone in dubbio che gli edifici colpiti a [[New York]] siano crollati per conseguenza del solo impatto degli aerei e degli incendi che ne sono seguiti. Tuttavia, la comunità degli [[ingegneria civile|ingegneri civili]] concorda con la versione che vuole il collasso delle Torri gemelle provocato dagli impatti ad alta velocità degli aviogetti e dai conseguenti incendi, piuttosto che da una [[demolizione controllata]]<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=
Nonostante tutte le prove e controprove accumulate negli anni riguardo alla ricostruzione storica degli avvenimenti, sono nate alcune associazioni sedicenti ''no profit'' che ne mettono in dubbio certi aspetti, asserendo che molti tra gli eventi verificatisi quel giorno non sarebbero in alcun modo compatibili con le spiegazioni fornite. Tra queste la ''Architects & Engineers for 9/11 Truth'', la ''Pilots for 9/11 truth'' e alcune altre.
== Opere derivate ==
=== Film ===<!-- Solo film, serie TV e documentari sull'attentato, NON nel quale l'attentato sia un pretesto. -->
* 2002 - ''[[11 settembre 2001 (film)|11 settembre 2001]]'', composto da undici episodi diretti da 11 registi ([[Samira Makhmalbaf]], [[Claude Lelouch]], [[Yusuf Shahin]], [[Danis Tanović]], [[Idrissa Ouédraogo]], [[Ken Loach]], [[Alejandro González Iñárritu]], [[Amos Gitai]], [[Mira Nair]], [[Sean Penn]] e [[Shōhei Imamura]]).
* 2004 - ''[[Fahrenheit 9/11]]'' di [[Michael Moore]], vincitore della [[Palma d'oro]] al [[Festival di Cannes]] 2004.
* 2006 - ''[[World Trade Center (film)|World Trade Center]]'' di [[Oliver Stone]].
* 2006 - ''[[United 93]]'' di [[Paul Greengrass]].
* 2007 - ''Il Nuovo Secolo Americano'' di [[Massimo Mazzucco]].
* 2017 - ''[[11 settembre: Senza scampo]]'' (''9/11'') di Martin Guigui.
=== Serie televisive ===<!-- Solo film, serie TV e documentari sull'attentato, NON nel quale l'attentato sia un pretesto. -->
Di seguito un elenco di serie TV interamente dedicate all'11 settembre:
* 2004 - ''[[The Power of Nightmares]]'' di [[Adam Curtis]].
* 2006 - ''[[11 settembre - Tragedia annunciata|11 Settembre: Tragedia Annunciata]]'' (''The Path to 9/11'').
* 2011 - ''Rising: La Rinascita di Ground Zero'' (''Rising: Rebuilding Ground Zero'').
* 2017 - ''9/11: Come Tutto ha Avuto Inizio''.
* 2021 - ''Turning Point: l'11 Settembre e la Guerra al Terrorismo'' (''Turning Point: 9/11 and the War on Terror'').
* 2021 - ''9/11: Un Giorno in America'' (''9/11: One Day in America'').
Di seguito un elenco di serie TV con alcuni episodi dedicati all'11 settembre:
* 2001 - ''Speciale 11 Settembre'', primo episodio della terza stagione della serie [[Squadra emergenza (serie televisiva 1999)|''Squadra Emergenza'']].
* 2002 - ''Il Pentagono'' (''The Pentagon''), tredicesimo episodio della prima stagione della serie documentaristica ''[[Super Structures of the World]]''.
* 2004 - ''11 Settembre. Attacco al Pentagono (Pentagon 9/11)'', tredicesimo episodio della prima stagione della serie documentaristica ''[[Quei secondi fatali]]'' trasmesso da [[National Geographic Channel]].
* 2004 - ''L'Ultima Ora del Volo American Airlines 11'', secondo episodio della prima stagione della serie documentaristica ''Zero Hour''.
* 2011 - ''9/11: Una tranquilla mattina di settembre (9/11)'', primo episodio della quarta stagione della serie documentaristica ''[[Quei secondi fatali]]'' trasmesso da [[National Geographic Channel]].
* 2016 - ''11/9: Attacco al Pentagono'', secondo episodio della sedicesima stagione della serie documentaristica ''[[Indagini ad alta quota]].''
* 2018 - ''9/11'', decimo episodio della miniserie televisiva ''[[The Looming Tower]].''
* 2022 - ''Sotto Attacco'', sesto episodio della seconda stagione della serie documentaristica ''[[Segreti e Misteri: Special Edition]]''.
* 2022 - ''L'11 Settembre'', primo episodio della prima stagione della serie documentaristica ''[[Grandi Disastri: 10 Errori Fatali]]''.
=== Documentari ===
<!-- Solo film, serie TV e documentari sull'attentato, NON nel quale l'attentato sia un pretesto. -->
* 2001 - ''America Anno Zero''.
* 2002 - ''11/9 (9/11)'', documentario con protagonisti i vigili del fuoco di New York diretto da [[Jules e Gédéon Naudet]], [[James Hanlon]].
* 2004 - ''In Plane Site'' ''(Director's Cut)'' di [[William Lewis (regista)|William Lewis]].
* 2005 - ''Oltre l'11 Settembre'' (''After 9/11: Rebuilding Lives'').
* 2005 - ''Confronting the Evidence'' di [[Jimmy Walter]] trasmesso su [[Rai 3]] il 24 settembre 2006 alle 21:00, durante il programma ''[[Report]]''<ref name="Rai">{{Cita web|url=http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-449a142a-95ec-41f4-9d4f-fcadc1757017.html|titolo="Confronting the Evidence"|data=24 settembre 2006|pubblicazione=[[RAI]]|accesso=13 settembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110929174154/http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-449a142a-95ec-41f4-9d4f-fcadc1757017.html|urlmorto=sì}}</ref>
* 2005 - ''11 Settembre: Quattro Anni Dopo'' di [[Massimo Mazzucco]].
* 2006 - ''11 Settembre: Inganno Globale'' di [[Massimo Mazzucco]].
* 2006 - ''Loose Change'' di ''[[Dylan Avery]]''.
* 2007 - ''Zero - Inchiesta sull'11 settembre'' di [[Thomas Torelli]], con [[Dario Fo]], [[Lella Costa]] e [[Moni Ovadia]].
* 2008 - ''I 102 minuti che sconvolsero il mondo'' (''102 Minutes That Changed America'') documentario interamente composto da filmati originali degli eventi.
* 2008 - ''11 Settembre 2001: Il Giorno che ha Cambiato la Storia''.
* 2010 - ''L'Uomo che Predisse l'11 Settembre''.
* 2010 - ''9/11: Le Ultime Telefonate dalle Torri''.
* 2011 - ''Remembering 9/11''.
* 2011 - ''11/9: Frammenti di Storie'' (''9/11: Stories in Fragments'').
* 2011 - ''11 Settembre: Gli Italiani nelle Torri''.
* 2011 - ''11/9: Intervista a George W. Bush'' (''George W. Bush: The 9/11 Interview'').
* 2012 - ''11 Settembre: La Donna che non c'Era'' (''The Woman Who Wasn't There'').
* 2012 - ''11 Settembre: Voci dall'Inferno''.
* 2013 - ''11'' ''settembre: La nuova Pearl Harbor'' di [[Massimo Mazzucco]].
* 2013 - ''Gli Eroi di Ground Zero'' (''9/11 Firehouse'').
* 2013 - ''11/9: Le Immagini della Tragedia'' (''9/11: The Heartland Tapes'').
* 2016 - ''11 Settembre: Verità, Bugie e Cospirazioni''.
* 2016 - ''9/11 Inside the Pentagon'', primo documentario interamente incentrato sull'attacco dell'11 settembre al Pentagono.
* 2018 - ''Giorni Fatali - 9/11 Il Giorno che Cambiò il Mondo''.
* 2018 - ''Il Nostro 11 Settembre''.
* 2019 - ''11 Settembre: Paura nei Cieli'' (''9/11: Control The Skies'').
* 2019 - ''L'11 Settembre dell'Air Force One''.
* 2019 - ''11 Settembre: A Bordo del Volo 93''.
* 2020 - ''L'11 Settembre al Pentagono''.
* 2021 - ''11 Settembre: The Falling Man'' (''9/11: The Falling Man'').
* 2021 - ''11 Settembre 2001: Trappola di Fuoco''.
* 2021 - ''11 Settembre: New York Sotto Shock'' (''9/11: Life Under Attack'').
* 2021 - ''Gli Aerei dell'11 Settembre''.
* 2021 - ''Women 9/11'' (''The Women of 9/11'').
* 2021 - ''Gli Eroi Dimenticati dell'11 Settembre''.
* 2021 - ''11 Settembre: Io C'ero''.
* 2021 - ''11/9: Inside the President’s War Room''.
* 2021 - ''Venti Anni: L'Italia con Voi''.
* 2021 - ''11/9: Le Due Ore che Cambiarono il Mondo''.
* 2021 - ''11 Settembre Minuto per Minuto'' (''9/11: Minute by Minute'').
* 2021 - ''9/11: La Storia delle Torri Gemelle''.
* 2021 - ''11 Settembre: 20 Anni che Valgono un Secolo. I Sopravvissuti''.
== Note ==
== Bibliografia ==
{{Div col}}
* {{Cita libro|autore=Jim Dwyer|coautori=Kevin Flynn|titolo=102 Minutes: The Unforgettable Story of the Fight to Survive Inside the Twin Towers|anno=2004|url=https://archive.org/details/102minutesuntold00dwye|editore=Times Books|data=2005|cid=Dwyer-Flynn, 2005}}
* {{Cita libro|autore=Lawrence Wright|titolo=Le altissime torri. Come al-Qaeda giunse all'11 settembre|editore=Adelphi|data=2007|wkautore=Lawrence Wright (giornalista)}}
* {{Cita libro|autore=Noam Chomsky|titolo=11 settembre - Le ragioni di chi?|url=https://archive.org/details/11settembrelerag0000noam|editore=Marco Tropea Editore|data=2001|isbn=88-438-0362-X|wkautore=Noam Chomsky}}
* {{Cita libro|autore=Noam Chomsky|titolo=Linguaggio, politica e Riflessioni sul mondo dopo l'11 settembre|editore=Di Renzo Editore|data=2002|wkautore=Noam Chomsky}}
* {{Cita libro|autore1=Massimo Polidoro|autore2=Piergiorgio Odifreddi|autore3=Umberto Eco|autore4=James Randi|autore5=Paolo Attivissimo|autore6=Michael Shermer|autore7=Lorenzo Montali|autore8=Francesco Grassi|autore9=Andrea Ferrero|autore10=Stefano Bagnasco|wkautore1=Massimo Polidoro|wkautore2=Piergiorgio Odifreddi|wkautore3=Umberto Eco|wkautore4=James Randi|wkautore5=Paolo Attivissimo|titolo=[[11/9 La cospirazione impossibile]]|editore=Edizioni Piemme|data=2007}}
* {{Cita libro|autore1=David Dunbar|autore2=Brad Reagan|titolo=11 settembre, i miti da smontare|editore=Terre di Mezzo Editore|data=2007}}
* {{Cita libro|opera=National Commission on Terrorist Attacks|titolo=The 9/11 Commission Report: Final Report of the National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States|url=https://books.google.com/?id=TjKODEaahVQC&pg=PP1|data=30 luglio 2010|editore=Cosimo, Inc|isbn=978-1-61640-219-8}}
* {{Cita libro|nome=Stephen E|cognome=Atkins|titolo=The 9/11 Encyclopedia|url=https://books.google.com/?id=PDDIgWRN_HQC&pg=PP1|anno=2011|editore=ABC-CLIO|isbn=978-1-59884-921-9}}
* {{Cita libro|cognome=Bolton|nome=M. Kent|anno=2006|titolo=U.S. National Security and Foreign Policymaking After 9/11: Present at the Re-creation|url=https://books.google.com/?id=IETboc9ajpQC&pg=PP1|editore=Rowman & Littlefield|isbn=978-0-7425-5900-4}}
* {{Cita libro|cognome=Caraley|nome=Demetrios|anno=2002|titolo=September 11, terrorist attacks, and U.S. foreign policy|url=https://books.google.com/?id=xMCGStzPzooC&pg=PP1|editore=Academy of Political Science|isbn=978-1-884853-01-2}}
* {{Cita libro|cognome=Chernick|nome=Howard|anno=2005|titolo=Resilient city: the economic impact of 9/11|url=https://books.google.com/?id=GL6vOpKbFygC&pg=PP1|editore=Russell Sage Foundation|isbn=978-0-87154-170-3}}
* {{Cita libro|cognome1=Damico|nome1=Amy M|cognome2=Quay|nome2=Sara E.|anno=2010|titolo=September 11 in Popular Culture: A Guide|url=https://books.google.com/?id=mgtSLkKxIpEC&pg=PP1|editore=Greenwood|isbn=978-0-313-35505-9}}
* {{Cita libro|cognome=Hampton|nome=Wilborn|anno=2003|titolo=September 11, 2001: attack on New York City|url=https://archive.org/details/september112001a00wilb|editore=Candlewick Press|isbn=978-0-7636-1949-7}}
* {{Cita libro|cognome=Langley|nome=Andrew|anno=2006|titolo=September 11: Attack on America|url=https://archive.org/details/september11attac0000lang|editore=Compass Point Books|isbn=978-0-7565-1620-8}}
* {{Cita libro|cognome1=Neria|nome1=Yuval|cognome2=Gross|nome2=Raz|cognome3=Marshall|nome3=Randall D.|cognome4=Susser|nome4=Ezra S.|anno=2006|titolo=9/11: mental health in the wake of terrorist attacks|url=https://books.google.com/?id=kADL4ymHsY8C&pg=PP1|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-83191-8}}
* {{Cita libro|cognome=Ryan|nome=Allan A.|titolo=The 9/11 Terror Cases: Constitutional Challenges in the War against Al Qaeda|editore=University Press of Kansas|anno=2015}}
* {{Cita libro|nome1=Steven|cognome1=Strasser|nome2=Craig R|cognome2=Whitney|nome3=National Commission on Terrorist Attacks upon the United States|cognome3=United States. Congress. Senate. Select Committee on Intelligence|titolo=The 9/11 investigations: staff reports of the 9/11 Commission: excerpts from the House–Senate joint inquiry report on 9/11: testimony from fourteen key witnesses, including Richard Clarke, George Tenet, and Condoleezza Rice|url=https://books.google.com/?id=qLCn_D7lX5kC&pg=PP1|anno=2004|editore=PublicAffairs|isbn=978-1-58648-279-4|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|url=http://www.9-11commission.gov/report/911Report_Ch1.pdf|titolo=9/11 Commission Report - Chapter 1.1: 'We Have Some Planes': Inside the Four Flights|anno=2004|editore=National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States|data=18 marzo 2016}}
* {{Cita pubblicazione|titolo=Unity of Purpose/Unity of effort: Private-Sector Preparedness in Times of Terror|rivista=Disaster Prevention & Management|cognome1=Alavosius|nome1=Mark P.|cognome2=Rodriquez|nome2=Nischal J.|anno=2005|volume=14|doi=10.1108/09653560510634098|numero=5|p=666}}
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* {{Cita libro|cognome=Averill|nome=Jason D.|url=http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/PDF/NCSTAR%201-7.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090509033658/http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/PDF/NCSTAR%201-7.pdf|titolo=Final Reports of the Federal Building and Fire Investigation of the World Trade Center Disaster|editore=National Institute of Standards and Technology (NIST)|anno=2005|accesso=2 settembre 2011}}
* {{Cita libro|cognome=Bergen|nome=Peter L.|titolo=Holy War, Inc.: Inside the Secret World of Osama Bin Laden|url=https://books.google.com/?id=sRhZDrJb0zgC&pg=PP1|anno=2001|editore=Simon and Schuster|isbn=978-0-7432-3467-2|accesso=18 marzo 2016}}
* {{Cita libro|cognome=Bergen|nome=Peter|titolo=The Osama Bin Laden I Know: An Oral History of Al Qaeda's Leader|url=https://books.google.com/?id=_XkM92XMlQ4C&pg=PP1|anno=2006|editore=Simon and Schuster|isbn=978-0-7432-9592-5|accesso=18 marzo 2016}}
* {{Cita libro|nome=Brad|cognome=Berner|titolo=The World According to Al Qaeda|url=https://books.google.com/?id=smP3gFyQpXQC&pg=PP1|anno=2007|editore=Peacock Books|isbn=978-81-248-0114-7|accesso=18 marzo 2016}}
* {{Cita libro|cognome1=Clarke|nome1=Richard|titolo=Against All Enemies: Inside America's War on Terror|anno=2004|editore=Free Press|città=New York|isbn=978-0-7432-6024-4|url=https://archive.org/details/againstallenemie00clar}}
* {{Cita libro|cognome1=Dwyer|nome1=Jim|cognome2=Flynn|nome2=Kevin|titolo=102 Minutes|editore=Times Books|anno=2005|url=https://books.google.com/?id=-Ctk6LxDDR8C&pg=PP1#v=onepage|isbn=978-0-8050-7682-0|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita libro|url=https://www.nist.gov/customcf/get_pdf.cfm?pub_id=861610|titolo=Final Report on the Collapse of World Trade Center Building 7|data=novembre 2008|editore=National Institute of Standards and Technology|accesso=11 aprile 2012|formato=PDF}}
* {{Cita web|titolo=Flight Path Study – American Airlines Flight 77|url=http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB196/doc02.pdf|data=19 febbraio 2002|editore=[[National Transportation Safety Board]]|accesso=3 settembre 2011|cid=}}
* {{Cita libro|cognome1=Fouda|nome1=Yosri|cognome2=Fielding|nome2=Nick|titolo=Masterminds of Terror: The Truth Behind the Most Devastating Terrorist Attack the World Has Ever Seen|url=https://books.google.com/?id=IASlEi7rogIC&pg=PP1|anno=2004|editore=Arcade Publishing|isbn=978-1-55970-717-6|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita libro|cognome=Goldberg|accesso=18 marzo 2016|isbn=978-0-16-078328-9|città=Washington, D.C.|editore=Government Printing Office|anno=2007|url=https://books.google.com/?id=wfhI5oc41sMC&pg=PP1|titolo=Pentagon 9/11|nome5=Rebecca|nome=Alfred|cognome5=Welch|nome4=Nancy|cognome4=Berlage|nome3=Diane|cognome3=Putney|nome2=Sarandis|cognome2=Papadopoulos|cid=Goldberg et al.}}
* {{Cita libro|cognome=Gunaratna|nome=Ronan|titolo=Inside Al Qaeda: global network of terror|url=https://archive.org/details/insidealqaedaglo00guna|anno=2002|editore=Columbia University Press|isbn=978-0-231-12692-2|cid=}}
* {{Cita libro|autore-capitolo-cognome=Holmes|autore-capitolo-nome=Stephen|titolo=Making sense of suicide missions|anno=2006|editore=Oxford University Press|urlcapitolo=https://books.google.com/books?id=eciSejVv-YoC&pg=PP1#v=onepage|isbn=978-0-19-929797-9|curatore=Diego Gambetta|capitolo=Al Qaeda, September 11, 2001|cid=}}
* {{Cita libro|titolo=The Al Qaeda reader|nome1=Raymond|cognome1=Ibrahim|cognome2=bin Laden|nome2=Osama|url=https://books.google.com/?id=Ne5JZYf-dlkC&pg=PR2|anno=2007|editore=Random House Digital, Inc.|isbn=978-0-385-51655-6|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Javorsek II|nome1=Daniel|cognome2=Rose|nome2=John|cognome3=Marshall|nome3=Christopher|cognome4=Leitner|nome4=Peter|titolo=A Formal Risk-Effectiveness Analysis Proposal for the Compartmentalized Intelligence Security Structure|rivista=International Journal of Intelligence and CounterIntelligence|data=5 agosto 2015|volume=28|numero=4|pp=734-761|doi=10.1080/08850607.2015.1051830|cid=}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Jessee|nome1=Devin|titolo=Tactical Means, Strategic Ends: Al Qaeda's Use of Denial and Deception|rivista=International Journal of Intelligence and CounterIntelligence|anno=2006|volume=18|numero=3|pp=367-388|doi=10.1080/09546550600751941|url=http://web.international.ucla.edu/media/files/FTPV_A_175157_P.pdf|cid=|accesso=13 giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211121230603/https://web.international.ucla.edu/media/files/FTPV_A_175157_P.pdf|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|nome=Christopher|cognome=Kelley|titolo=Executing the Constitution: putting the president back into the Constitution|url=https://books.google.com/?id=qgzmexCI734C&pg=PP1|anno=2006|editore=SUNY Press|isbn=978-0-7914-6727-5|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita libro|cognome1=Keppel|nome1=Gilles|cognome2=Milelli|nome2=Jean-Pierre|cognome3=Ghazaleh|nome3=Pascale|titolo=Al Qaeda in its own words|url=https://archive.org/details/isbn_9780674028043|anno=2008|editore=Harvard University Press|isbn=978-0-674-02804-3|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita libro|cognome=Lawrence|nome=Bruce|titolo=Messages to the world: the statements of Osama Bin Laden|url=https://books.google.com/?id=3_fRlEZoaioC&pg=PP1|accesso=29 maggio 2014|anno=2005|editore=Verso|isbn=978-1-84467-045-1|cid=}}
* {{Cita libro|titolo=The SAGE Encyclopedia of Terrorism, Second Edition|nome=Gus|cognome=Martin|url=https://books.google.com/?id=I_jh4VBi_HYC&pg=PP1|anno=2011|editore=SAGE|isbn=978-1-4129-8017-3|accesso=18 marzo 2016|cid=}}
* {{Cita libro|cognome=McDermott|nome=Terry|titolo=Perfect Soldiers: The 9/11 Hijackers|anno=2005|editore=HarperCollins|pp=191-192|url=https://books.google.com/?id=4Oufo58esZAC&pg=PP1#v=onepage|isbn=978-0-06-058470-2|cid=}}
* {{Cita web|url=http://home2.nyc.gov/html/fdny/html/mck_report/toc.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100603212555/http://home2.nyc.gov/html/fdny/html/mck_report/toc.shtml|urlmorto=s|titolo=McKinsey Report|editore=FDNY / McKinsey & Company|data=9 agosto 2002|accesso=25 settembre 2011|cid=}}
* {{Cita libro|titolo=The Israel Lobby and U.S. Foreign Policy|nome=John J.|cognome=Mearsheimer|editore=Macmillan|anno=2007|isbn=978-0-374-17772-0|url=https://books.google.com/?id=zIrFUBs7G6kC|cid=}}
* {{Cita libro|titolo=Osama Bin Laden|nome=Suzanne|cognome=Murdico|url=https://books.google.com/?id=SSHiERbJuKMC&pg=PP1|editore=Rosen Publishing Group|anno=2003|isbn=978-0-8239-4467-5|cid=}}
* {{Cita web|url=http://www.fire.nist.gov/bfrlpubs/build03/PDF/b03017.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110721055255/http://www.fire.nist.gov/bfrlpubs/build03/PDF/b03017.pdf|titolo=The Pentagon Building Performance Report|editore=American Society of Civil Engineers (ASCE)|data=gennaio 2003|accesso=3 settembre 2011|cid=}}
* {{Cita libro|cognome1=Summers|nome1=Anthony|cognome2=Swan|nome2=Robbyn|titolo=The Eleventh Day: The Full Story of 9/11 and Osama Bin Laden|anno=2011|editore=Ballantine Books|città=New York|url=https://archive.org/details/eleventhdayfulls0000summ|isbn=978-1-4000-6659-9|accesso=18 marzo 2016}}
* {{Cita libro|cognome=Sunder|nome=Shyam S.|titolo=Final Report on the Collapse of the World Trade Center Towers|editore=National Institute of Standards and Technology (NIST)|anno=2005|url=https://www.nist.gov/manuscript-publication-search.cfm?pub_id=909017|accesso=2 settembre 2011|cid=}}
* {{Cita web|url=http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch6.pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study – Bankers Trust Building|data=maggio 2002|editore=FEMA|accesso=12 luglio 2007|cid=}}
* {{Cita web|url=http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch7.pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study – Peripheral Buildings|data=maggio 2002|editore=FEMA|accesso=3 settembre 2011|cid=}}
* {{Cita web|anno=2002|url=http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch5.pdf|titolo=World Trade Center Building Performance Study|sito=Ch. 5 WTC 7 – section 5.5.4|editore=Federal Emergency Management Agency|accesso=2 settembre 2011}}
* {{Cita libro|titolo=The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11|cognome=Wright|nome=Lawrence|anno=2006|editore=Knopf|url=https://archive.org/details/loomingtoweralqa00wrig|isbn=978-0-375-41486-2|wkautore=Lawrence Wright (giornalista)}}
* {{Cita pubblicazione|cognome1=Yitzhak|nome1=Ronen|titolo=The War Against Terrorism and For Stability of the Hashemite Regime: Jordanian Intelligence Challenges in the 21st Century|rivista=International Journal of Intelligence and CounterIntelligence|data=Summer 2016|volume=29|numero=2|pp=213-235|doi=10.1080/08850607.2016.1121038}}
{{Div col end}}
== Voci correlate ==
{{Div col|cols=2}}
* [[Al Qaida]]
* [[Attacco suicida]]
* [[Attentati
* [[Attentati di
* [[Attentati di Mumbai dell'11 luglio 2006]]
* [[Attentati di Mumbai del 26 novembre 2008]]
* [[Attentato al World Trade Center del 1993]]
* [[Attentato di Oklahoma City]]
* [[Bill Biggart]]
* [[Commissione d'indagine sugli attentati dell'11 settembre 2001]]
* [[Cronologia degli attentati dell'11 settembre 2001]]
* [[Dirottatori degli attentati dell'11 settembre 2001]]
* [[Ground zero]]
* [[Guerra al terrorismo]]
* [[Militarizzazione della polizia]]
* [[National September 11 Memorial & Museum]]
* [[
* [[
* [[Q33 NY]]
* [[Stanley Praimnath]]
* [[Teorie del complotto sull'attentato al Pentagono dell'11 settembre 2001]]
* [[Teorie del complotto sull'attentato al World Trade Center dell'11 settembre 2001]]
* [[
* [[United 93]]
* [[USA PATRIOT Act]]
* [[World Trade Center (1973-2001)]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sugli|q}}
== Collegamenti esterni ==
* {{
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* {{
* {{
* {{
* {{cita web|lingua=en
*
* {{
* {{Cita web|lingua=en
* {{cita web|url=http://www.canalplus.fr/c-infos-documentaires/pid3357-c-special-investigation.html?vid=462742|titolo=L'11 settembre raccontato da al-Qaida|lingua=fr|editore=[[Canal+]]}} - documentario con le interviste a terroristi di al-Qāʿida sugli attentati e sull'organizzazione
* {{cita web|url=https://nymag.com/news/articles/wtc/|titolo=Enciclopedia sugli attacchi alle torri|lingua=en}}
* {{cita web|url=https://www.archive.org/details/sept_11_tv_archive|titolo=Archivio Trasmissioni principali emittenti televisive americane sull'attacco alle torri|lingua=en}}
{{11 settembre}}
{{Dirottatori 11-9}}
{{Guerra al terrorismo}}
{{Attentati terroristici nel 2001}}
{{CronoUSA}}
{{Cospirazionismo}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|catastrofi|guerra|islam|politica|Stati Uniti d'America|storia}}
[[Categoria:Attentati dell'11 settembre 2001| ]]
[[Categoria:Storia di New York]]
[[Categoria:Presidenza di George W. Bush]]
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