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|Epoca2 = 1800
|Attività = scrittore
|Attività2 = giornalista
|AttivitàAltre = , letterato e polemista politico
|Attività3 = politologo
|AttivitàAltre = e [[avvocato]]
|Nazionalità = italiano
|AttivitàAltrePostNazionalità = , letterato enoto [[polemista]] politico
|Immagine =
|Immagine = Vittorio Barzoni.jpg
|DimImmagine = 180
}}
 
{{citazione|Non voler odiare un altro uomo perché pensa diversamente da te, e spesso rammenta che di due contendenti che sono alle prese per punti d'opinione, è più facile assai che abbiano torto tutti e due, di quello che l'un d'essi abbia ragione. Sii sensibile all’offesa, ma evita di vendicarla: hai del coraggio? mostralo nel difendere la tua Religione, il tuo Sovrano, mostralo in faccia ai Tiranni che calpestano l’umanità che vanno nel sangue, mostralo nel soffrir le vicende della vita, nel soffrir fino l'indigenza, mostralo quando sarai sul letto della morte.|Vittorio Barzoni<ref>''Il solitario delle Alpi'', Venezia, F. Andreola, 1800, p. 40.</ref>}}
== Biografia ==
Figlio di Cristoforo, commerciante in seta, e di Giustina Biemmi, studia inizialmente con un precettore, poi frequenta un collegio di [[Verona]], e infine si laurea a [[Padova]] in diritto, ma i suoi interessi vanno alla letteratura e alla storia
 
== Biografia ==
Si reca a [[Venezia]] dove, contro i nuovi principi liberali ispirati dalla [[Rivoluzione francese]], pubblica nel [[1794]] il libro ''Il Solitario delle Alpi''. Alla caduta della Repubblica veneziana fonda una gazzetta, ''L'Equatore'', che iniziò le pubblicazioni proprio il 16 maggio del [[1797]], giorno dell'entrata delle truppe francesi a Venezia.
Figlio di Cristoforo, commerciante indi seta, e di Giustina Biemmi, studiastudiò inizialmente con un precettore, poi frequentafrequentò un collegio di [[Verona]], e infine si laurealaureò a [[Padova]] in diritto, macontinuando ia suoicoltivare interessiuna vannovasta allacultura letteraturache eandava dalla letteratura alla storia .
Il foglio subì vari sequestri e poi la soppressione. Pubblicò allora il ''Rapporto sullo stato attuale degli stati liberi d'Italia e sulla necessità che siano fusi in una sola Repubblica'', nel quale esortava Bonaparte a provare la sua sincerità di liberatore, unendo tutta Italia sotto un solo governo, indipendente da tutele straniere. Era solo una provocazione politica, perché il Barzoni non fu mai interessato all’unità dell’Italia: ebbe un violento litigio col segretario dell'Ambasciata francese e fu costretto a fuggire da Venezia per sottrarsi all'arresto.
 
Si recatrasferì quindi a [[Venezia]] dove inizialmente praticò la professione di avvocato, contro i nuovi principi liberalisovversivi ispirati dalla [[Rivoluzione francese]], pubblica nel [[1794]] pubblicò il libro ''Il Solitariosolitario delle Alpi''. Alla caduta della [[Repubblica venezianadi Venezia|Repubblica Veneta]], rimasto fedele alla Serenissima, fondafondò una gazzetta, ''L'Equatore'', che iniziò le pubblicazioni proprio il 16 maggio del [[1797]], giorno dell'entrata delle truppe francesi anella Veneziaormai ex-Dominante.
Nell’ottobre 1797, ceduto il [[Veneto]] all’[[Austria]] col trattato di [[Campoformio]], torna a Venezia e pubblica ''I Romani in Grecia'', dove per lui i romani sono i francesi rapinatori e i greci sono gli italiani, colti e civili. Il libello, pubblicato in francese, inglese, tedesco, fu un successo: ''Ne riceveva molta molestia il Generale Buonaparte'' — scrisse [[Carlo Botta]] — ''e ne ricercava per ogni dove l’autore e le copie: ma più il perseguitava e più era letto''.
Il foglio subì vari sequestri e poi la soppressione. Pubblicò allora il ''Rapporto sullo stato attuale deglidei statipaesi liberi d'Italia e sulla necessità chech'essi sianosieno fusi in una sola Repubblica'', nel quale esortavaesortò [[Napoleone Bonaparte]] a provare la sua sincerità di "liberatore", unendo tutta l'Italia sotto un solo governo, indipendente da tutele straniere. EraNon si trattava solo di una provocazione politica, perché il Barzoni non fu mai«devoto interessatosenza all’unitàlimiti dell’Italia:a Venezia e inflessibile difensore dei suoi metodi di governo»<ref>Arturo Marpicati a cura di, ''Lettere inedite di Ugo Foscolo a Marzia Martinengo'', ''Saggio sul Foscolo a Brescia'', Firenze, Le Monnier, 1939.</ref>, eppure sognò l'unità d'Italia. A seguito della pubblicazione del suo ''Rapporto'', il 27 settembre 1797, lo scrittore ebbe un violento litigio col segretario dell'Ambasciata francese e fu costretto a fuggire da Venezia per sottrarsi all'arresto e a una condanna a morte.
 
Nell'ottobre 1797, ceduto il [[Veneto]] all'[[Austria]] col trattato di [[Campoformio]], Barzoni tornò a Venezia e pubblicò ''I Romani nella Grecia'', una satira in cui i Romani sono i francesi rapinatori e i Greci gli italiani, colti e civili. Il [[pamphlet]] fu un successo: ebbe più di dieci edizioni in due anni (tutte anonime e con luogo di stampa e stampatore falsi) e fu tradotto in francese, inglese<ref>''The Romans in Greece: an ancient tale, descriptive of modern events, translated from the Italian'', Boston, printed by Manning & Loring, for J. Nancrede, 1799.</ref> e tedesco<ref>''Die Römer in Griechenland'', Übersetzung aus dem Italienischen, Triest, bei Wage, Fleis und Comp., 1798. </ref>. «Ne riceveva molta molestia il generalissimo [Buonaparte]» — scrisse [[Carlo Botta]]<ref>''Storia d'Italia dal 1789 al 1814'', Parigi, G. Didot, 1824, tom. II, p. 425.</ref> — «e ne cercava per ogni dove l'autore e le copie. Ma più il perseguitava e più era letto».
Nel [[1801]] è accolto benevolmente a [[Vienna]] ma ne viene espulso per le pressioni diplomatiche francesi; si mette allora al servizio dell’[[Inghilterra]]: a [[Malta]] dirige nel [[1804]] i giornali antifrancesi ''L’Argo'', poi il ''Cartaginese'', nel [[1808]] il ''Giornale politico'', poi la ''Gazzetta straordinaria'' e dal [[1812]] il ''Giornale di Malta''.
Da Malta il Barzoni spediva agli Spagnoli, insorti contro la dominazione napoleonica, insieme a materiali di propaganda e d’incitamento alla resistenza, anche armi e denaro messi a disposizione dall’Inghilterra.
 
Nel [[1801|1802]] èBarzoni fu accolto benevolmente a [[Vienna]], ma dopo due anni ne vienevenne espulso pera leseguito di pressioni diplomatiche francesi; si mettemise allora al servizio dell’dell'[[Inghilterra]]: esule a [[Malta]], dirige neldal [[1804]] diresse i giornali antifrancesi ''L’ArgoL'Argo'', poi il ''Cartaginese'', neldal [[1808]] il ''Giornale politico'', poi la ''Gazzetta straordinaria'' e dal [[1812]] il ''Giornale di Malta''.
Alla caduta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], nel [[1814]], lascia Malta e torna in Italia, a Milano. Collabora per alcuni anni alla rivista letteraria austriacante ''La Biblioteca Italiana'' e si cimenta con la letteratura, ma le sue opere, tra cui la tragedia ''Narina'', pubblicata nel [[1825]], vengono stroncate dalla critica.
Dall'isola, il Barzoni spediva agli Spagnoli, insorti contro la dominazione napoleonica, materiali di propaganda e d'incitamento alla resistenza, ma anche armi e denaro messi a disposizione dall'Inghilterra. Dalle colonne dei suoi giornali, il Barzoni lanciò inoltre una serie di proclami volti a promuovere l'unificazione dell'Italia in un unico stato con un parlamento eletto dal popolo, un senato aristocratico e un principe. In particolare il lonatese invitava i suoi compatrioti a riunirsi attorno ai loro vescovi e ai loro patrizi.
 
Alla caduta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], nel [[1814]], Barzoni lasciò Malta e tornò in Italia, vivendo inizialmente a [[Milano]]. Collaborò per alcuni anni con dei giornali e riviste milanesi<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Due storie di mare di Vittorio Barzoni|anno=2023|editore=Elzeviro|città=Padova}}</ref> e si dedicò alla ristampa di alcune sue opere, tra cui la tragedia ''Narina'', pubblicata nel [[1825]], che incorse nella censura e in giudizi alterni.
 
== L'ideologia reazionaria ==
Nato in un’agiataun'agiata famiglia di commercianti di Lonato, le sue tranquille convinzioni reazionarie furono sconvolte dalladal novitàtrauma della Rivoluzione francese. Fu chiamato l’''antiNapoleone:'', dariteneva luiinfatti ritenutoche a[[Napoleone tortoBonaparte|Bonaparte]] figliofosse diun quellafiglio della rivoluzione:, ininoltre realtàcriticò egliil combattepensiero di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] e l’ideologial'ideologia democratica. ScriveBarzoni scrisse di non credere nella virtù degli uomini e in una loro libertà originaria; le leggi non possono costituirsi sul libero consenso delle parti ma vanno imposte dall'alto: ''quando«Quando si parla di governo non sentendos'intende trattarsitrattar già di una istituzione che soavemente inviti gli uomini ad amarsi più di quello che si aminoamano, ma di d'un tenace e necessario morso che li tenga in freno perché non sis'insidiino insidino necessariamentereciprocamente la vita e non si scannino»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., pp. 14-15.</ref>.
 
Avvocato, Barzoni non credecredette nellenel leggi[[costituzionalismo]], ma esortaesortava: a ''non«Non voler cercare una soverchia perfezione nei governi e rifletti sovente che le costituzioni sono fatte dagli uomini, che i governatori sono uomini e che un paese nel quale comandino sempre le sole leggi, è un paese affatto metafisico»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., p. 29.</ref>.
 
Per lui le disuguaglianze civili e politiche sonoerano un fatto naturale come quelle fisiche, non storico, e come tali, vannonon conservatepotevano essere ignorate: ''essendoci«...essendovi negli uomini una disuguaglianza evidente di facoltà fisiche, morali, civili e politiche, tornanon estremamentepuò difficile che possamai esservi tra difra essi un eguale esercizio dei rispettivi loro diritti»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., pp. 33-34.</ref>.
 
Con una logica avventurosa, argomentaargomentò: che ''«...quando i cittadini godono sulla terra quella discreta somma di benessere sociale che loro deriva dallada una conveniente sicurezza della vita, dell'onore e della proprietà d'ognuno, il pretendere di più è lo stesso che cercare l’impassibilitàl'impassibilità della morte, perché la vita è piena di patimentimali, indistruttibili…e di mali indistruttibili», «...questa moderna esaltazione dei diritti eccessivi della moltitudine e degli degl'infallibili suoi doveri è una chimera; ... la verace volontà nazionale, in ultima analisisovranità non èha emai esistito puònel esserepopolo, che...essa larisiede stessaesclusivamente giustizia,ed laessenzialmente qualenei nonsoli ègovernatori»<ref>''Il maisolitario statadelle laAlpi'', virtùcit., connaturalep. delle30 assembleee popolari''p. 33.</ref>.
 
Bassezze, malgoverno e corruzione derivano a suo giudizio solo dai regimi democratici: ''«...non vi sono mai stati comiziComizj esenti dall’ambizionedall'ambito, dalla corruzione eo dalla violenza; ...i deputati di d'un governo democratico semprelibero abusarono sempre del potere ad essi affidato»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., p. 34 e p. 35.</ref>.
 
Il popolo, che lui chiamadefinì "moltitudine", ''«...ha sempre servito, ora ad un Marat che seppe adularla con vili bassezze, ora ad un Robespierre che la soggiogò colle armi e col terrore, ora aad un Orléans che la corruppe col danaro, ora ad un Cesare, che seppe entusiasmarla col fragorefragor delle sue vittorie, e collo spettacolo de' suoi trionfi ed ora ad un Demostene che la trascinòstrascinò coliove volle coll'impeto della sua voce e coi fulmini della sua eloquenza»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., p. 36.</ref>.
 
Le prospettive della democrazia, nella concezione di Barzoni, sono catastrofiche: ''fa«Fa che dispariscano per un momento da qualunque impero il Governogoverno, la Forzaforza, la Religionereligione, le Civilicivili Istituzioniistituzioni, tutti queique' vincoli invisibili che incatenano i popoli, e tu vedrai in un lampo i poveri alzarsi contro i ricchi, spogliarli e scannarli;, queique' che sonoson governati trucidare i loro governatori;, le corporazioni urtarsi e reciprocamente distruggersi;, l’idiotal'idiota uccidere l’uomol'uomo di genio, perperché ha il solo delitto di d'esser tale;uomo di genio, il malvagio dar la cicuta alla persona dabbene perché fin tacendo gli rimprovera la sua malvagità;, tutte le passioni sboccare, venirevenir alle prese e inondareinnondare di sangue la terra…questoterra. Questo è il carattere reale delle popolazioni, sciolte da tutti i vincoli sociali ed abbandonate al cieco furore delle loro passioni»<ref>''Il solitario delle Alpi'', cit., pp. 12-13.</ref>.
 
Insomma, per Barzoni, la Religione Cattolica, tutelata dai principi legittimi, è il maggior sostegno per le comunità civili. Le diseguaglianze sono il frutto delle diverse inclinazioni degli uomini e dell'ordine naturale.
Insomma, i fondamenti del vivere civile riposano sul tiranno, ''il Governo'', sul gendarme, ''la Forza'', sul clero, ''la Religione'', e sulle disuguaglianze sociali e politiche, ''le Civili Istituzioni''.
 
== IUna Romanitraduzione nellaspagnola Greciade in''I spagnoloRomani (Los Romanos en lanella Grecia) ''==
Nel 1812, dopo quattro anni di invasione francese della Spagna, ilNicolás CondeScorcia de(Alicante Soto Ameno1749-1829), II ScorciaConde Nicholasde (diSoto origine genovese)Ameno e il primo sindaco costituzionale di Alicante, hatradusse tradottoin ilspagnolo libro "''I Romani nella Grecia"'', delinserendovi linguaggiobrani di Vittorio Barzoni spagnolo, englobándose letteratura reazionariareazione contro Napoleone e suo fratello Giuseppe Bonaparte. Questo manoscritto, in lingua spagnola è l'unica versione esistenteritrovato di questo Taliana lavoro. Attualmente questo manoscritto,recente e unmostrato libroal originalepubblico dela lavoro,Cadice in particolareoccasione ladel sestaBicentenario edizione,della cheCostituzione appare nella sua prima paginaspagnola del sito di stampa nella città di Malaga1812, diè proprietàl'unica diversione Colección Espinola sono visualizzati nella parte Centroesistente del Carmenlibello diitaliano Valencia,in con occasione del Bicentenario della Costituzionelingua spagnola del 1812 a Cadice.
 
== Opere principali ==
 
* ''Descrizioni'', Venezia, presso Francesco Andreola, 1797.
*''Tributo di un solitario alle ceneri di [[Angelo Emo]]'', S.n.t. [i.e. Venezia, F. Andreola, 1792] (opera prima).
*''Orazione per Verona al generale Buonaparte'', [Venezia], dalle stampe del cittadino Francesco Andreola, [1797].
* ''Descrizioni'', Venezia, presso Francesco Andreola, 1797.
* ''Rapporto sullo stato attuale dei paesi liberi d'Italia e sulla necessità ch'essi sieno fusi in una sola repubblica presentato al generale in capo dell'armata francese'', Venezia, Francesco Andreola. 1797.
* ''I Romani nella Grecia'', Londra [i.e. Venezia], F. Rivington and G. Robinson, St[i.e. F. James-StreetAndreola], 1797.
* ''LeMemorabili rivoluzioniavvenimenti successi sotto i tristi auspici della Repubblica Francesefrancese'', 1799;Venezia, presso Francesco Andreola, 1799.
* ''Colloqui Civici'', 1799;
* ''Rivoluzioni della Repubblica veneta'', 2 voll., Venezia, presso Francesco Andreola, 1799.
*''Colloquj civici'', Venezia, 1799.
* ''Il solitario delle Alpi'', Venezia, presso Francesco Andreola, 1800.
* ''Motivi della rottura del trattato d'Amiens. Discussione politica'', delMalta, signor1804 Vittorio(poi Barzoni''Dissertazione politica'', 1804.Malta, 1811).
* ''Operette di Vittorio Barzoni'', Malta, 1808.
*''Narina. Dramma'', Crema, dalla tipografia di A. Ronna, 1825.
* ''Dissertazione politica di Vittorio Barzoni'', Malta, 1811.
*''Belfonte descritto'', Lodi, co' tipi di Gio. Battista Orcesi, 1825.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Andrea Benzoni, ''La vita di Vittorio Barzoni lonatese'', Bobbio, tipografia Cella, 1908.
* Giuseppe Nuzzo, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/vittorio-barzoni_(Dizionario-Biografico)/ BARZONI, Vittorio]» in ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Volume 7, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
*Alberto Lumbroso, ''Gli scritti antinapoleonici di Vittorio Barzoni lonatese'', Modena, tip. lit. Angelo Namias e C., 1895.
* Vittorio Barzoni, ''I Romani in Grecia'', Millennium, [[2005]]
* Giuseppe Nuzzo, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/vittorio-barzoni_(Dizionario-Biografico)/ BARZONI, Vittorio]» in ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Volume 7, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
*Giambattista Pagani, ''Vittorio Barzoni. Elogio'', Brescia, G. Quadri, 1843.
*Ulisse Papa, ''Vittorio Barzoni e i Francesi in Italia'', Venezia, stab. tip. f.lli Visentini, 1895.
*Giorgio Renucci, ''Profilo di Vittorio Barzoni'', Firenze, L.S. Olschki, 1970 (estr. da: «Rivista italiana di studi napoleonici», n. 26, anno IX/ 2, pp. 136-150).
*''Vittorio Barzoni da Lonato (1767-1843)'', a cura di Ivano Lorenzoni e Giancarlo Pionna, Lonato del Garda, Fondazione Ugo da Como, 2014.
*Riccardo Pasqualin, ''Il Leone di Lonato Saggi su Vittorio Barzoni (1767-1843)'', Padova, Editrice Il Torchio, 2019.
*Riccardo Pasqualin, ''L’immagine delle carceri venete in una controversa descrizione di Vittorio Barzoni'', in «Storia Veneta», n. 54, anno XI, novembre 2019, pp. 12-20.
 
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