Soft power: differenze tra le versioni
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[[File:Soft Power (2004) by Joseph Nye.jpg|thumb|Copertina di ''Soft Power'', di [[Joseph Nye]] (2004)]]
'''Soft power''' (traducibile in [[Lingua italiana|italiano]] con '''potere della persuasione'''<ref>{{cita news|autore=Francesco Rutelli|wkautore=Francesco Rutelli|titolo=Le nuove strade della persuasione|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=23 aprile 2025|p=46}}</ref> o con '''potere dolce''' o '''potere convincitivo''') è un termine utilizzato nella teoria delle [[relazioni internazionali]] per descrivere l'abilità di un potere politico di persuadere, convincere, attrarre e cooptare
== Origine e significato ==▼
Si cerca oggi di stilare una sorta di classifica delle nazioni che più influenzano il mondo nell'ambito del soft power. È il caso della compagnia Monocle che nel 2013 ha rilasciato il suo quarto studio annuale con il nome di Soft Power Survey<ref>http://monocle.com/film/affairs/soft-power-survey-2013/</ref>:▼
Il termine è stato coniato dal professore di [[Harvard University|Harvard]] [[Joseph Nye]], che ne rimane il più importante propositore, in un articolo
Il soft power è "l'altra faccia del potere"<ref>J.
<!-- blockquote #2 [http://hbswk.hbs.edu/item.jhtml?id=4290&t=globalization] --> ▼
Nye lo considera una forma efficace di esercizio del potere inteso come capacità di ottenere i risultati desiderati, alternativo alla corruzione e all'uso di metodi coercitivi propri del cosiddetto "potere duro", quali le pressioni e l'isolamento economico ovvero l'impiego della forza militare.
Il successo del soft power dipende pesantemente dalla [[reputazione (sociologia)|reputazione]] degli attori nella comunità internazionale, così come dal flusso di informazioni tra gli attori. Il soft power è perciò spesso associato con la nascita della [[globalizzazione]] e della teoria [[neoliberismo|neoliberista]] delle [[relazioni internazionali]].▼
La [[cultura di massa]] e i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] sono puntualmente indicati come fonti del soft power, come lo sono la diffusione di una lingua nazionale, o un particolare insieme di strutture normative. Una nazione con un ampio accumulo di soft power e con la benevolenza che genera può ispirare gli altri all'[[acculturazione]]<ref>Economic warfare on the silver screen- Interview of Violaine Hacker, {{cita web |url=http://www.france24.com/en/20110625-economic-warfare-on-the-silver-screen-cinema-cannes-festival-2011-hollywood-france |titolo=Copia archiviata |accesso=23 maggio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120119013813/http://www.france24.com/en/20110625-economic-warfare-on-the-silver-screen-cinema-cannes-festival-2011-hollywood-france |dataarchivio=19 gennaio 2012 }}</ref>, evitando il ricorso a costose spese in hard power.▼
== Le tre dimensioni della distribuzione del potere ==▼
L'importanza del soft power può essere meglio compresa evitando di considerare meramente gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] quali "unica" [[superpotenza]] in un mondo «[[Unipolarismo|unipolare]]»"<ref>
La distribuzione del potere fra i paesi "nell'era dell'informazione globale" si gioca su una scacchiera tridimensionale:
# la "scacchiera superiore delle questioni politico-militari"
# la "scacchiera dell'economia"
# "la scacchiera inferiore dei rapporti transnazionali"
Il soft Power degli Stati Uniti è caratterizzato da libero mercato, politiche democratiche e diritti umani<ref>{{Cita web|url=https://www.rivistastudio.com/crisi-culturale-stati-uniti/|titolo=Cronaca del declino culturale americano|sito=Rivista Studio|data=2024-10-29|lingua=it-IT|accesso=2024-11-20}}</ref>.
==Principali attori del ''soft power'' nel mondo==
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▲== Origine e significato ==
▲Il termine è stato coniato dal professore di [[Harvard University|Harvard]] [[Joseph Nye]], che ne rimane il più importante propositore, in un articolo ([http://www.wordspy.com/words/softpower.asp "''The misleading metaphor of decline''"]) apparso nel 1990 su ''[[The Atlantic Monthly]]'', ripreso nei libri ''Bound to Lead: The Changing Nature of American Power'' (1990) e ''Il paradosso del potere americano'' (2002) (p. X), e trattato separatamente in ''Soft Power'' (2004). Sebbene la sua utilità come teoria descrittiva non è indenne da contestazioni, il concetto di soft power è entrato da allora nel discorso politico.
▲Il soft power è "l'altra faccia del potere" (''Soft Power'', cap. I, p. 8), contrapposto e complementare all'[[hard power]], misura storicamente predominante della potenza nazionale tramite indici quantitativi (popolazione, capacità militari reali, [[Prodotto Interno Lordo|PIL]] nazionali) quale stima qualitativa del grado in cui i valori o la cultura percepiti da una nazione (o individuo) ispirano affinità sugli altri.
▲<!-- blockquote #2 [http://hbswk.hbs.edu/item.jhtml?id=4290&t=globalization] -->
▲Il successo del soft power dipende pesantemente dalla [[reputazione (sociologia)|reputazione]] degli attori nella comunità internazionale, così come dal flusso di informazioni tra gli attori. Il soft power è perciò spesso associato con la nascita della [[globalizzazione]] e della teoria [[neoliberismo|neoliberista]] delle [[relazioni internazionali]].
▲La [[cultura di massa]] e i [[mezzo di comunicazione di massa|media]] sono puntualmente indicati come fonti del soft power, come lo sono la diffusione di una lingua nazionale, o un particolare insieme di strutture normative. Una nazione con un ampio accumulo di soft power e con la benevolenza che genera può ispirare gli altri all'[[acculturazione]]<ref>Economic warfare on the silver screen- Interview of Violaine Hacker, http://www.france24.com/en/20110625-economic-warfare-on-the-silver-screen-cinema-cannes-festival-2011-hollywood-france</ref>, evitando il ricorso a costose spese in hard power.
▲== Le tre dimensioni della distribuzione del potere ==
▲L'importanza del soft power può essere meglio compresa evitando di considerare meramente gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] quali "unica [[superpotenza]] in un mondo «[[Unipolarismo|unipolare]]»"<ref>Cfr. ''Soft Power'', cap. I, p. 6</ref>, riconoscendo come sulle questioni economiche e sul terreno dei rapporti transnazionali (lotta al [[terrorismo]], [[cambiamenti climatici]], emergenze sanitarie) non possano più agire da soli (tesi già sostenuta da Nye ne ''Il paradosso del potere americano'').
▲La distribuzione del potere fra i paesi "nell'era dell'informazione globale" si gioca su una scacchiera tridimensionale. La "scacchiera superiore delle questioni politico-militari", la "scacchiera dell'economia" e "la scacchiera inferiore dei rapporti transnazionali". Se gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dominano la prima scacchiera, l'[[Unione Europea|Europa]] unita ha pari peso nella scacchiera economica mentre sulla scacchiera inferiore il potere è sparso caoticamente e le categorie tradizionali (unipolarità vs. multipolarità) sono inapplicabili<ref>Cfr. ''Soft Power'', cap. V, p. 172</ref>.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{en}} [[Joseph Nye]], ''Soft Power: The Means to Success in World Politics'', New York, 2004, ISBN 1-58648-225-4 tr. it. ''Soft Power'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], Torino, 2005, ISBN 88-06-17338-3
*{{en}}Hendrik W. Ohnesorge, ''Soft Power: The Forces of Attraction in International Relations'', Springer International, 2020.
* {{en}} [[Bruce Jentleson]], "Principles: The Coming of a Democratic Century?" from ''American Foreign Policy: The Dynamics of Choice in the 21st Century''
* {{en}} [[Robert Keohane]] - [[Joseph Nye]], "Power, Interdependence and the Information Age" from ''Conflict After the Cold War''
* {{en}} [[Joseph Nye]], [https://web.archive.org/web/20051215162130/http://www.ksg.harvard.edu/news/opeds/2003/nye_soft_power_iht_011003.htm Propaganda Isn't the Way: Soft Power]
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