Morte: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Fix Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata |
||
(497 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{nota disambigua}}{{F|biologia|febbraio 2025|Interi paragrafi, anche dal tenore filosofico-morale, privi di fonti}}[[File:CathedralOfTrier Skeleton.JPG|miniatura|Statua del [[Morte personificata|Mietitore]] nella [[Duomo di Treviri|cattedrale di Treviri]] in [[Germania]]]]
La '''morte''' (chiamata anche '''dipartita''' o '''decesso''') è la cessazione irreversibile di tutte le funzioni [[biologia|biologiche]] che sostengono un [[organismo vivente]]. Con la morte termina l'esistenza di un vivente, o più ampiamente di un sistema funzionalmente organizzato.<ref>{{Treccani|morte|Morte|accesso=19 agosto 2015}}</ref>
Si riferisce sia a un evento specifico, sia a una condizione permanente o irreversibile. La definizione si è evoluta, nel tempo, insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici.
== Definizione ==
[[File:Kuoleman Puutarha by Hugo Simberg.jpg|thumb|''Kuoleman puutarha'' (in [[Lingua italiana|italiano]]: Il giardino della morte) di [[Hugo Simberg]], 1906, Museo d'arte Ateneum, [[Helsinki]]]]
In ambito [[biologia|biologico]], la morte (dal [[lingua latina|latino]] ''mors, mortis, mortem'') può essere definita “in negativo”, come la cessazione di tutte le [[funzioni vitali]] dell'essere vivente, ovvero dell'organismo vivente: quindi la fine della [[vita]].
La morte viene generalmente considerata come un processo complementare alla vita: con la locuzione “''morte biologica”'' ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento a un [[organismo vivente]], ovvero alla dissoluzione dell'organismo stesso.
Determinare, però, quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta è difficile, visto che la vita e conseguentemente la morte, è un [[comportamento emergente|fenomeno emergente]] da una struttura che è l'organismo stesso. La cessazione del [[battito cardiaco]], ad esempio, a cascata precede una serie di arresti di processi biochimici conducenti alla morte cellulare ([[necrosi]] o [[apoptosi]]) di tutte le singole cellule costituenti l'organismo. Nel [[I secolo]] [[Aulo Cornelio Celso|Celso]] scriveva: «[[Democrito]], un uomo di ben meritata celebrità ha dichiarato che in realtà non c'è nessuna sufficientemente certa caratteristica della morte su cui il [[medico]] possa basarsi».<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981 pagina 166</ref> Molto più tardi Montgomery facendo rapporto sull'evacuazione del cimitero di Fort Randall ha dichiarato che quasi il 2% dei corpi esumati erano stati sepolti vivi.<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981</ref> Molta gente nel [[XIX secolo]], allarmata dalla frequenza di casi di sepolture premature, richiese, come parte delle ultime cerimonie, che fossero praticate ferite o [[mutilazione|mutilazioni]] per assicurarsi che nessuno si sarebbe svegliato; anche l'[[imbalsamazione]] ricevette un considerevole impulso a causa della paura di una sepoltura prematura. Si arrivò anche al punto di installare campanelli collegati alle bare, che avrebbero allertato i custodi dei cimiteri nel caso in cui il sepolto si fosse risvegliato.<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/2340830/Sepolti_vivi_Discussioni_ottocentesche_sulla_morte_apparente|titolo=Sepolti vivi! Discussioni ottocentesche sulla morte apparente|accesso=6 ottobre 2015}}</ref>
Nel 1968 il ''[[Journal of the American Medical Association]]'' pubblicò un articolo intitolato ''A Definition of Irreversible Coma'' (“Una definizione di coma irreversibile”), in cui il Comitato ad hoc dell'[[Harvard Medical School]] adottava come nuova definizione di morte il “coma irreversibile” (ora [[morte cerebrale]]), cioè la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'[[encefalo]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=5 agosto 1968|titolo=A definition of irreversible coma: Report of the ad hoc committee of the harvard medical school to examine the definition of brain death|rivista=JAMA|volume=205|numero=6|pp=337-340|accesso=6 ottobre 2015|doi=10.1001/jama.1968.03140320031009|url=https://dx.doi.org/10.1001/jama.1968.03140320031009}}</ref>[[File:Safetycoffin.jpg|thumb|[[Bara]] di sicurezza degli anni Venti dell'[[Ottocento]]]]
== Effetti biologici ==
Dopo la morte nel cadavere si verifica tutta una serie di trasformazioni: prima si verifica l'''[[algor mortis]]'' (raffreddamento del cadavere), poi il ''[[rigor mortis]]'' (rigidità cadaverica) e, infine, il ''[[livor mortis]]'' (ristagno e coagulazione del sangue).
La [[decomposizione (biologia)|decomposizione]] della salma, in realtà, comincia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna (e quindi dell'ossigenazione), sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino solo dopo alcune ore.
== Interpretazioni e significati ==
=== In biologia ===
La morte, intesa come morte individuale, non deve essere confusa con la morte di una intera specie (o [[estinzione]]). Dal punto di vista evolutivo, anzi, la morte individuale è una conseguenza e una necessità contenuta nel concetto di evoluzione. Secondo [[Danilo Mainardi]]:
{{Citazione|Il senso biologico della vita, se un senso c'è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricambio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L'individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo.<ref>{{Cita|D.Mainardi|p. 31}}.</ref>}}
In tale processo, inoltre, intervengono:
* La [[Diversità genetica|variabilità genetica]], legata alla modalità di [[riproduzione]], che può essere [[Riproduzione asessuata|agamica]] o [[Riproduzione sessuata|sessuata]]. Con la [[Crossing-over|ricombinazione]] del [[Genoma|patrimonio genetico]] che avviene durante la [[Riproduzione sessuata|riproduzione sessuale]] si realizzano innovazioni che accelerano il [[Evoluzione|processo evolutivo]] descritto per primo da [[Charles Darwin]], per le specie viventi.
* La possibilità di [[mutazione genetica|mutazioni genetiche]].
* Il meccanismo della [[selezione naturale]], secondo quanto già osservato sempre da [[Charles Darwin]] nel suo libro [[L'origine delle specie]], del 1859.
Dal punto di vista strettamente biologico, la morte e la [[Senilità|vecchiaia]] sono state associate all'[[entropia]]. L'essere vivente è un [[sistema complesso]] altamente organizzato, e le funzioni biologiche permettono di ridurre l'entropia totale del sistema vivente, questo a spesa di energia, così da mantenere l'ordine del sistema stesso. L’aumento dell’entropia è una misura del disordine in un sistema che invecchia, dove la morte è l'inevitabile disordine ultimo e massimo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniel|cognome=Hershey|nome2=William E.|cognome2=Lee|data=1987-12|titolo=Entropy, aging and death|rivista=Systems Research|volume=4|numero=4|pp=269-281|lingua=en|accesso=2024-02-10|doi=10.1002/sres.3850040406|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/sres.3850040406|issn=1092-7026 }}</ref>[[File:Triumph of Death - Palazzo Abatellis - Palermo - Italy 2015.JPG|thumb|[[Maestro del Trionfo della Morte]], ''[[Trionfo della Morte (Palermo)|Trionfo della Morte]]'', [[Palazzo Abatellis]], [[Palermo]]]].
=== Interpretazioni filosofiche e psicologiche ===
{{Vedi anche|Ars moriendi|Memento mori|Morte (filosofia)}}
[[File:Et-in-Arcadia-ego.jpg|thumb|''[[Et in Arcadia ego (Guercino)|Et in Arcadia ego]]'' ([[Guercino]], 1622, [[Gallerie nazionali d'arte antica|Galleria nazionale d'arte antica]], [[Roma]]) in cui la figura del teschio è collegata al tema della ''[[vanitas]]'']]
{{Citazione|Due cose belle ha il mondo: amore e morte.|[[Giacomo Leopardi]]}}
La difficoltà di interpretare [[filosofia|filosoficamente]] la morte rispetto alla vita è rappresentata dalla varietà di letture consentite da una [[Locuzioni latine|locuzione latina]] come ''«[[omnes feriunt, ultima necat]]»''.
Le meditazioni umane riguardo al fenomeno della morte costituiscono storicamente, uno dei fondamenti nello sviluppo delle [[religione|religioni]] organizzate. Nonostante i modi di definire e di analizzare la morte possano variare diametralmente, di cultura in cultura, la credenza in una vita dopo la morte, un [[Oltretomba|aldilà]], è molto diffusa ed estremamente antica. Molti antropologi ritengono che le sepolture degli [[Homo neanderthalensis|uomini di Neanderthal]] in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una specie di aldilà.
[[File:Andrea Previtali called Cordeliaghi - Portrait of a Man - Memento Mori - Google Art Project.jpg|thumb|''[[Memento mori]]'' di [[Andrea Previtali]] (1502), retro del dipinto ''[[Ritratto d'uomo (Previtali)|Ritratto d'uomo]]'']]
Un chiaro riferimento al significato biologico, inteso come legame tra [[amore]] e morte, è presente nell'opera di [[Sigmund Freud]], e tale concetto viene ripreso e citato anche da altri autori.<ref>Meo Oscar, Amore e morte in Freud - Il Nuovo Melangolo, 1989, ISBN 978-88-7018-089-3</ref>
La realtà del morire e quella del [[dolore|soffrire]] costituiscono due aspetti topici dell'[[etica]] di tutti i tempi, a partire dal concetto fondamentale di "chi" possa essere il [[Colpevolezza|colpevole]] che determina sia la prima sia la seconda. Sia la sofferenza, sia la morte, da un punto di vista puramente biologico, hanno la loro causa nello stesso esistere dell'essere vivente. [[Elisabeth Kübler Ross]] ha studiato le problematiche inerenti agli stati psicosociali delle persone morenti ed è ritenuta la fondatrice della [[psicotanatologia]].<ref>''La morte e il morire'', Assisi, Cittadella, 1976 (edizione originale 1969). 17ª ed.: 2015. ISBN 88-308-0247-6; ISBN 978-88-308-0247-6.
</ref>
=== Nella religione ===
A differenza dell'[[ebraismo]], nella maggioranza delle religioni di matrice [[cristianesimo|cristiana]] c'è la credenza nella [[risurrezione]]: dopo la morte l'[[anima]] del defunto, riunita al corpo alla fine dei tempi, passerà l'[[eternità]] in continua contemplazione di [[Dio]] in [[paradiso]]. L'[[inferno]], il [[limbo]] e il [[purgatorio]] costituiscono, invece, i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sulla loro esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi. Per aiutare i fedeli ad affrontare con fiducia e coraggio il passaggio in queste dimensioni, si diffuse dal [[tardo Medioevo]] la letteratura della cosiddetta «''[[ars moriendi]]''» («l'arte di morire bene»).<ref>Stanislav Grof, ''L'ultimo viaggio: La coscienza nel mistero della morte'', Feltrinelli, 2017.</ref>
Dalla visione dell'anima immortale e dell'inferno si distaccano solo le [[avventismo|chiese cristiane avventiste]] e i [[Testimoni di Geova]], che insegnano con toni diversi che dopo il giudizio finale i peccatori saranno puniti con la distruzione eterna.
Presso [[Induismo]], [[Sikhismo]] e altre religioni orientali si crede nella [[reincarnazione]]; secondo tale filosofia la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la [[nascita]]) tramite il quale l'[[anima]] abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il [[corpo umano|corpo fisico]]) fino all'estinzione del [[karma]] e alla conseguente [[Mokṣa|liberazione]] definitiva. Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.
{{Citazione|Fui pervaso fin nel più profondo del cuore dal sentimento dell'[[Anitya|impermanenza]] di tutte le cose che mi era stato trasmesso da mia madre. La vita umana era effimera come i petali avvizziti, spazzati via dal vento. La nozione [[buddhismo|buddhista]] dell'[[Anitya|impermanenza]] faceva parte del mio essere più intimo. Niente nell'universo intero può resistere al tempo. Tutto ne viene travolto, tutto è condannato a scomparire o a mutare. Anche lo spirito, come la materia, è chiamato a trasformarsi, senza mai poter raggiungere la [[permanenza]]. Per questo l'uomo è costretto ad avanzare in solitudine, senza alcun appoggio stabile. Come è detto nello [[Shodoka]], neppure la morte, che lascia ciascuno solo nella sua bara, è definitiva. Soltanto l'impermanenza è reale|[[Taïsen Deshimaru]], ''[[Autobiografia di un monaco zen]]'', traduzione di Guido Alberti. Titolo originale: ''Autobiographie d'un Moine [[Buddhismo Zen|Zen]]''}}
==== Fede bahá'í ====
I [[bahá'í]] credono che la morte del corpo non sia altro che un processo di disgregazione per cui le particelle che lo compongono passano dal regno umano a quello minerale.
L'[[anima]], realtà dell'uomo nata dai mondi dello Spirito, non muore assieme al corpo al quale è stata legata sulla terra, ma continua a vivere nei mondi dello Spirito ai quali appartiene. Quanto alle caratteristiche dei mondi dello Spirito, «la condizione dell’anima dopo la morte non può essere descritta, né è possibile presentarne e rivelarne l’intero carattere agli occhi dell’uomo».
Le [[Letteratura bahá'í|Scritture bahá’í]] ne parlano in termini [[Metafora|metaforici]] per consentirne una comprensione commisurata alle capacità umane e alimentare l’attrazione verso di essi.
=== Nell'esoterismo ===
Nei movimenti [[esoterismo|esoterici]] come l'[[AMORC]] che si richiama ai [[Rosacroce]], la [[paura]] della morte è un sentimento che può essere superato attraverso le tecniche dell'[[iniziazione]], basate non sull'aderenza ad una [[fede]], ma sulla sperimentazione diretta della realtà [[invisibilità|invisibile]] che attende l'uomo oltre l'[[esistenza]] terrena. Con la rivelazione della sua doppia natura, fisica e spirituale, l'ego umano avrebbe così la possibilità di accedere ad una rinnovata e più ampia concezione della vita.<ref>{{cita web|url=https://www.amorc.it/documenti/rivista-rosa-croce/riflessione-sulla-morte-o-transizione.html|titolo=Riflessione sulla morte o transizione|anno=2006}}</ref>
=== Allegorie ===
{{Vedi anche|Morte personificata|Macabro}}
[[File:Gustave Doré - Death on the Pale Horse (1865).jpg|thumb|La Morte su un Cavallo Bianco in un'[[incisione]] di [[Gustave Doré]]]]
La morte non ha mai smesso di essere, oltre che un evento biologico connaturato al fatto stesso di vivere, uno dei più forti stimoli alla fantasia. A rigore, si potrebbe anche dire che non c'è la morte "in sé", ma ci sono organismi viventi che muoiono. Di fatto, nell'immaginario collettivo, la morte è fin da sempre stata oggettivista come un'entità esterna al vivente, qualcosa "che arriva", da ciò deriva la sua mitizzazione. La morte è quindi anche una figura [[mitologia|mitologica]] molto popolare, presente in modo più o meno diverso in moltissime culture umane fin dall'inizio della tradizione orale. L'[[iconografia]] occidentale definisce la morte in genere come un sinistro mietitore: uno [[scheletro (anatomia umana)|scheletro]] vestito di un [[saio]] nero, che impugna una falce fienaia. Come tale, è ritratta anche in una carta dei [[tarocchi]] e appare sovente in letteratura e nelle arti figurative.
== Dopo la morte ==
{{Vedi anche|Rito funebre}}
Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo nell'uomo. Altri, invece, ipotizzano che sia una forma per giustificare la ricomparsa dei defunti durante i [[sogno|sogni]].
Il destino del cadavere della persona defunta a seconda della cultura del popolo o delle particolari scelte dettate da consuetudini o motivazioni particolari, può essere molto diversificato. A questo si aggiunge il rango del defunto, che influenza ogni decisione in merito.
Già durante il [[Neolitico]], in [[Italia]], era diffuso il culto dei morti ai quali si dava sepoltura secondo un rituale che prevedeva il rispetto per il morto e una cura particolare per la tomba.<ref>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Vicofertile/dea-madre.htm L'idolo della dea madre rinvenuto in una sepoltura neolitica] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090309071036/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Vicofertile/dea-madre.htm|data=9 marzo 2009}}</ref>
In altre culture i riti e le usanze erano differenti; per esempio, presso gli antichi [[persia]]ni, per cui sia la [[Terra (pedologia)|terra]] sia il [[fuoco]] erano sacri, i corpi non erano seppelliti o bruciati per non contaminare i due elementi, ma lasciati a decomporsi su piattaforme sopra-elevate, le cosiddette "[[torri del silenzio]]"; tale modalità fu in uso anche presso alcune tribù di [[nativi americani]].
=== La
Nella quasi totalità delle culture, si celebra una cerimonia commemorativa detta [[Rito funebre|funerale]], che può essere spesso religiosa, ma anche civile. Alcuni ricevono addirittura una sorta di [[imbalsamazione]]: questo è il destino dei [[Papa|papi]] o ad alcune personalità politiche, come [[Lenin]] o [[Mao Zedong]].
Nella cultura occidentale il corpo del defunto, deposto in una [[bara]], può solitamente subire tre destini diversi<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.trento.it/Comune/Atti-e-albo-pretorio/Regolamenti/A15-Regolamento-comunale-di-polizia-mortuaria|titolo=Regolamento comunale di polizia mortuaria|sito=comune.trento.it|editore=Comune di [[Trento]]|data=20 giugno 1997|citazione=NOTA _ Disciplina dei servizi di polizia mortuaria di un comune preso ad esempio|accesso=19 agosto 2015}}</ref>:
* [[Sepoltura|Inumazione]]: La bara, ermeticamente chiusa e di solo [[legno]], viene sepolta sotto terra (profondità non inferiore a 2 [[Metro|metri]]).
* [[Tumulo|Tumulazione]]: La bara, ermeticamente chiusa da una cassa di [[zinco]], viene murata in un loculo o in tomba privata, anche di grande dimensione.
* [[Cremazione]]: Prevede l'incenerimento della salma in bara dentro forni speciali. Le ceneri, raccolte in un'urna, possono essere tumulate in loculo o in tomba o sparse in ambiente (aria, mare e terra) o in appositi spazi nei cimiteri. Presso le tribù degli [[Yanomamö|Yanomami]] della zona amazzonica è in uso una forma di [[cannibalismo]] del morto, perché il corpo prima viene cremato e poi le sue ceneri vengono impastate con una pappa a base di [[banana]] e mangiate da tutta la tribù;<ref>{{Cita web|autore=Francesco Adamo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/amazzonia_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=AMAZZONIA|data=1991|accesso=30 ottobre 2015}}</ref> in questo modo, si crede che l'[[anima]] del morto rimanga tra i suoi cari.<ref>[http://www.ilreporter.com/reportage/amazzonia-viaggio-tra-gli-yanomami-2 Amazzonia, viaggio tra gli Yanomami (2)|Reportage|Il Reporter] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100120064325/http://www.ilreporter.com/reportage/amazzonia-viaggio-tra-gli-yanomami-2|data=20 gennaio 2010}}</ref>
Il posizionamento delle tombe è regolamentato per legge. In occidente, le tombe sono accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, chiamati campisanti o [[cimitero|cimiteri]], gestiti da un [[necroforo]]. Essi sono, in genere e per legge, considerati luoghi sacri o di rispetto; atti non rispettosi possono essere puniti con la reclusione. L'uso dei cimiteri in occidente è iniziato dalla [[Codice napoleonico|legislazione napoleonica]], che da un lato prevedeva una sepoltura singola per tutti, mentre da un altro lato prevedeva per motivi igienici la localizzazione in territori fuori dai centri abitati; prima invece, i cimiteri erano costituiti da fosse comuni, ovvero profondi pozzi sigillati da lastre in pietra, in cui si calavano i morti del popolo, mentre le personalità ricevevano sepoltura nei pavimenti delle chiese, in cimiteri monumentali od anche in grandiosi mausolei.
Stabilita in modo sicuro la morte della persona è possibile, verificato il consenso precedente del soggetto od ottenuto tale consenso dai legali rappresentanti (normalmente i familiari), procedere al prelievo degli organi utili per il [[trapianto]] in pazienti che ne hanno necessità. Oggi è in atto, nel mondo scientifico un dibattito che coinvolge la [[bioetica]]<ref>{{cita web|url=http://www.governo.it/bioetica/pareri_abstract/abstract_donazione_organi33.pdf|titolo=Donazione d'organo a fini di trapianto
7 ottobre 1991 - Considerazioni del Comitato Nazionale di Bioetica}}</ref>, al fine di arrivare a un accertamento di morte sempre più preciso, seguendo i progressi della ricerca medica in questo campo e considerando le problematiche di tipo umano che sorgono in queste situazioni.<ref>{{cita web|url=http://www.clicmedicina.it/pagine-n-34/00111-morte-celebrale.htm|titolo=Punti di vista espressi al Convegno Nazionale dell'OCST}}</ref>
==== La morte al tempo di internet ====
La morte è un fenomeno sempre più rilevante nell’era contemporanea, legato alla gestione dei dati online delle persone decedute.
Si stima che miliardi di profili digitali rimangano attivi dopo la morte dei loro proprietari, creando il fenomeno degli account fantasma, ovvero profili social, email e altri contenuti digitali che restano online senza più un utente attivo. Secondo alcune proiezioni di [[Università di Oxford|Oxford]] e altri osservatori, su [[Facebook]] entro la fine del [[XXI secolo]] gli account dei defunti potrebbero superare quelli dei vivi, trasformando il social network in una vera e propria [[fossa comune]], far west dei furti d'identità e della sofferenza delle famiglie. Risulta chiaro quanto sia importante iniziare a occuparsi, giuridicamente, antropologicamente e psicologicamente del fenomeno.<ref>{{Cita web|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2053951719842540|titolo=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2053951719842540}}</ref>
Per affrontare questo problema sono nate diverse soluzioni, tra cui aziende che permettono ai familiari di recuperare i contenuti digitali dei propri cari senza necessità di [[password]], di creare profili commemorativi online presenti all'interno di "[[Cimitero virtuale|cimiteri digitali]]", dove amici, parenti e visitatori possono condividere ricordi e messaggi, fare veglie online e utilizzare altri servizi, preservando la memoria digitale (e non) del defunto abbattendo le barriere fisiche e geografiche.
== Note ==
Riga 99 ⟶ 101:
== Bibliografia ==
* Philippe Ariès, ''Storia della morte in Occidente: dal medioevo ai giorni nostri'', Milano, BUR, 2006.
* {{cita libro|curatore =Clifton D. Bryant|curatore2 = Dennis L. Peck|titolo = Encyclopedia of Death and the Human Experience|città = Londra|editore =SAGE Publications |anno =2009}}
* Francesco Paolo de Ceglia (a cura di), ''Storia della definizione di morte'', FrancoAngeli, Milano 2014.
* {{cita libro|V. Chiodi, R. Gilli, C. Puccini, M. Portigliatti-Barbos, M. Fallani,|A. De Bernardi|Manuale di Medicina Legale|1976|Vallardi|Milano}}
* {{cita libro|curatore =Glenny Howarth|curatore2 = Oliver Leaman|titolo = Encyclopedia of Death and Dying|città = New York|editore =Routledge |anno =2001}}
* {{cita libro|curatore =Ronert Kastenbaum|titolo = Macmillan Encyclopedia of Death and Dying|città = New York|editore =Thomson Gale |anno =2003}}
*
*
* {{Cita libro|autore=Danilo Mainardi|titolo=L'animale irrazionale. L'uomo, la natura e i limiti della ragione|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2000|ISBN=978-88-04-48837-8|cid=D.Mainardi}}
* Alberto Tenenti, ''Il senso della morte e l'amore della vita nel rinascimento'', Torino, Einaudi, 1989.
== Voci correlate ==
{{div col|3}}
* [[Accertamento della morte]]
* [[Autopsia]]
* [[
* [[Cadavere]]
* [[Catacombe]]
* [[Catafalco]]
* [[Cimitero]]
* [[Cremazione]]
Riga 127 ⟶ 129:
* [[Fantasma]]
* [[Fenomeni cadaverici]]
* [[
* [[
* [[
*
* [[Morte civile]]
* [[Morte personificata]]
Riga 136 ⟶ 138:
* [[Mummificazione]]
* [[Necropoli]]
* [[Oltretomba]]
* [[Pena di morte]]
* [[Assunzione in cielo]]
* [[Reincarnazione]]
* [[Risurrezione]]
Riga 142 ⟶ 146:
* [[Sepoltura]]
* [[Storia della morte in Occidente]]
* [[Tanatologia]]
* [[Tomba]]
* [[Torre del silenzio]]
* [[Tumulo]]
* [[Morte apparente]]
* [[Necrofilia]]
* [[
* [[Death café]]
* [[Esperienze ai confini della morte]]
* [[Vita]]
* [[La Morte (tarocchi)]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=morte|
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
*
* {{cita web|https://www.newscientist.com/topic/death|Problematiche della morte}}
{{Sviluppo umano}}
{{Conseguenze fisiologiche della morte}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antropologia|Biologia|Filosofia|Religioni}}
[[Categoria:Escatologia]]
[[Categoria:Morte| ]]
[[Categoria:Processi fisiologici generali]]
|