Morte: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}{{F|biologia|febbraio 2025|Interi paragrafi, anche dal tenore filosofico-morale, privi di fonti}}[[File:CathedralOfTrier Skeleton.JPG|miniatura|Statua del [[Morte personificata|Mietitore]] nella [[Duomo di Treviri|cattedrale di Treviri]] in [[Germania]]]]
{{nota disambigua}}
La '''morte''' (chiamata anche '''dipartita''' o '''decesso''') è la cessazione irreversibile di tutte le funzioni [[biologia|biologiche]] che sostengono un [[organismo vivente]]. Con la morte termina l'esistenza di un vivente, o più ampiamente di un sistema funzionalmente organizzato.<ref>{{Treccani|morte|Morte|accesso=19 agosto 2015}}</ref>
[[File:Thetriumphofdeath.jpg|thumb|right|300px|''[[Il trionfo della Morte (Bruegel)|Il Trionfo della Morte]]'' ([[1562]]) di [[Pieter Bruegel il Vecchio]]]]
La '''morte''' è la cessazione di quelle funzioni biologiche che definiscono gli [[organismo vivente|organismi viventi]]. Essa si riferisce sia a un evento specifico sia a una condizione permanente irreversibile. Con la morte, termina l'esistenza di un essere vivente o, più ampiamente, di un sistema funzionalmente organizzato. La morte non può essere definita se non in relazione alla definizione di vita, anch'essa piuttosto ambigua. Una definizione generale è quella proposta dalla teoria emotocognitiva dello psicologo Marco Baranello che definisce la morte come condizione irreversibile di cessazione delle funzioni definite di un sistema di riferimento. Così la morte di un tessuto è la perdita irreversibile delle funzioni di quel tessuto, la morte di un organismo la perdita irreversibile delle funzioni di quell'organismo, la morte di un sistema la perdita irreversibile delle funzioni di quel sistema. Da una visione atea, in uno punto spazio-temporale infinito, la morte non esisterebbe in quanto l'universo non perde comunque le proprie funzioni. La morte è quindi una condizione relativa.
== Definizione scientifica ==
In ambito [[biologia|biologico]] la '''morte''' (dal [[lingua latina|latino]] ''mors'') può essere definita ''in negativo'', come la permanente cessazione di tutte le funzioni vitali dell'essere vivente, cioè dell'organismo vivente: quindi la fine della [[vita]].</br>
Ma determinare quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta non è semplice, poiché la vita, e di conseguenza la morte, è [[comportamento emergente|fenomeno emergente]] da una struttura che è l'organismo stesso.</br>
Per spiegare la situazione con un esempio, comprensibile e riferibile a un animale superiore, ci sono modalità di ''morte cerebrale'' che precedono la cessazione del battito cardiaco, che a cascata precede tutta una serie di arresti di processi biochimici conducenti alla morte ([[apoptosi]] o [[necrosi]]) cellulare di tutte le singole cellule costituenti l'organismo. </br>La definizione si è evoluta nel tempo insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici.
La morte viene sempre considerata come un processo: con la locuzione '''morte biologica''' ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento a un [[organismo vivente]], ovvero alla dissoluzione dell'organismo stesso.
 
Si riferisce sia a un evento specifico, sia a una condizione permanente o irreversibile. La definizione si è evoluta, nel tempo, insieme ai cambiamenti culturali, religiosi e scientifici.
=== Significato biologico della morte ===
La morte, intesa come morte individuale, non deve essere confusa con la morte (o [[estinzione]]) di una intera specie. Dal punto di vista evolutivo, anzi, la morte individuale è una conseguenza e una necessità contenuta nel concetto di evoluzione. Secondo [[Danilo Mainardi]]: {{Citazione|Il senso biologico della vita, se un senso c'è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricambio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L'individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo<ref>Danilo Mainardi, l'animale irrazionale, Mondadori, Milano, 2001, Saggi. Pag 31, ISBN 88-04-48837-9</ref>}} In tale processo, inoltre, interviene anche la [[riproduzione]], agamica o affidata a individui di sesso differente che si accoppiano. La [[Crossing-over|ricombinazione]] del [[Genoma|patrimonio genetico]] che avviene durante la [[riproduzione sessuale]] è in grado di introdurre innovazioni che accelerano il [[Evoluzione|processo evolutivo]] descritto per primo da [[Charles Darwin]], per le specie viventi.
 
== Definizione ==
==Aspetti medico-legali riferiti all'uomo==
[[File:Kuoleman Puutarha by Hugo Simberg.jpg|thumb|''Kuoleman puutarha'' (in [[Lingua italiana|italiano]]: Il giardino della morte) di [[Hugo Simberg]], 1906, Museo d'arte Ateneum, [[Helsinki]]]]
=== Diagnosi di morte - Cenni storici ===
In ambito [[biologia|biologico]], la morte (dal [[lingua latina|latino]] ''mors, mortis, mortem'') può essere definita “in negativo”, come la cessazione di tutte le [[funzioni vitali]] dell'essere vivente, ovvero dell'organismo vivente: quindi la fine della [[vita]].
[[File:StillLifeWithASkull.jpg|thumb|Un fiore, un cranio e una clessidra, che simboleggiano rispettivamente la [[Vita]], la Morte e il [[Tempo]], in un dipinto di [[Philippe de Champaigne]]]]
 
La morte viene generalmente considerata come un processo complementare alla vita: con la locuzione “''morte biologica”'' ci si riferisce alla conclusione di tale processo in riferimento a un [[organismo vivente]], ovvero alla dissoluzione dell'organismo stesso.
Nel [[VII secolo]], [[Celso]] scriveva: ''[[Democrito]], un uomo di ben meritata celebrità, ha dichiarato che, in realtà, non c'è nessuna sufficientemente certa caratteristica della morte su cui il [[medico]] possa basarsi''<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981 pagina 166</ref>. Montgomery, facendo rapporto sull'evacuazione del Cimitero di Fort Randall, dichiara che quasi il 2% dei cadaveri esumati erano stati sepolti vivi<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981</ref>. Molta gente nel [[XIX secolo]], allarmata dalla frequenza dei casi di sepolture premature, richiese, come parte delle ultime cerimonie, che fossero praticate ferite o [[mutilazione|mutilazioni]] per assicurarsi che non si sarebbero svegliati e l'[[imbalsamazione]] ricevette un considerevole impeto a causa della paura di una sepoltura prematura. Si arrivò anche al punto di installare campane all'interno delle bare, nel caso il sepolto si fosse risvegliato.
 
Determinare, però, quando una permanente cessazione di tutte le funzioni vitali sia avvenuta è difficile, visto che la vita e conseguentemente la morte, è un [[comportamento emergente|fenomeno emergente]] da una struttura che è l'organismo stesso. La cessazione del [[battito cardiaco]], ad esempio, a cascata precede una serie di arresti di processi biochimici conducenti alla morte cellulare ([[necrosi]] o [[apoptosi]]) di tutte le singole cellule costituenti l'organismo. Nel [[I secolo]] [[Aulo Cornelio Celso|Celso]] scriveva: «[[Democrito]], un uomo di ben meritata celebrità ha dichiarato che in realtà non c'è nessuna sufficientemente certa caratteristica della morte su cui il [[medico]] possa basarsi».<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981 pagina 166</ref> Molto più tardi Montgomery facendo rapporto sull'evacuazione del cimitero di Fort Randall ha dichiarato che quasi il 2% dei corpi esumati erano stati sepolti vivi.<ref>''Cerebral Death'' di A. Earl Walker, Second Edition, Urban and Schwarzenberg 1981</ref> Molta gente nel [[XIX secolo]], allarmata dalla frequenza di casi di sepolture premature, richiese, come parte delle ultime cerimonie, che fossero praticate ferite o [[mutilazione|mutilazioni]] per assicurarsi che nessuno si sarebbe svegliato; anche l'[[imbalsamazione]] ricevette un considerevole impulso a causa della paura di una sepoltura prematura. Si arrivò anche al punto di installare campanelli collegati alle bare, che avrebbero allertato i custodi dei cimiteri nel caso in cui il sepolto si fosse risvegliato.<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/2340830/Sepolti_vivi_Discussioni_ottocentesche_sulla_morte_apparente|titolo=Sepolti vivi! Discussioni ottocentesche sulla morte apparente|accesso=6 ottobre 2015}}</ref>
=== Diagnosi di morte - Normative attuali ===
{{L|argomento=biologia|data=gennaio 2014|motivo=La trattazione è riferita soltanto (e in maniera implicita) alla legislazione italiana.}}
In [[medicina legale]] la morte si identifica come la cessazione non reversibile delle funzioni dell'[[encefalo]], in congruenza con la legge 29 dicembre 1993, n. 578.<ref>{{cita libro|autore=G.A. Norelli, C. Buccelli, V. Fineschi|titolo=Medicina legale e delle assicurazioni|editore=Piccin Nuova Libreria|anno=2009|città=Padova|id=ISBN 978-88-299-1979-6|capitolo=La morte. Fenomenologia e legislazione|pagine='''Pag. 105'''}}</ref>
Per accertare la morte il medico deve attenersi alle regole tecniche della [[semeiotica]] [[tanatologia|tanatologica]] e deve tenere presenti le disposizioni di legge in materia di decessi.
 
Nel 1968 il ''[[Journal of the American Medical Association]]'' pubblicò un articolo intitolato ''A Definition of Irreversible Coma'' (“Una definizione di coma irreversibile”), in cui il Comitato ad hoc dell'[[Harvard Medical School]] adottava come nuova definizione di morte il “coma irreversibile” (ora [[morte cerebrale]]), cioè la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'[[encefalo]].<ref>{{Cita pubblicazione|data=5 agosto 1968|titolo=A definition of irreversible coma: Report of the ad hoc committee of the harvard medical school to examine the definition of brain death|rivista=JAMA|volume=205|numero=6|pp=337-340|accesso=6 ottobre 2015|doi=10.1001/jama.1968.03140320031009|url=https://dx.doi.org/10.1001/jama.1968.03140320031009}}</ref>[[File:Safetycoffin.jpg|thumb|[[Bara]] di sicurezza degli anni Venti dell'[[Ottocento]]]]
Alcuni scopi per i quali si effettua la diagnosi di morte sono:
* '''clinici''': questa diagnosi compete al medico curante quando il decesso della persona assistita è avvenuto nel proprio domicilio o in ospedale per rendere edotti della morte i familiari. Serve inoltre per cessare il trattamento terapeutico e ogni altra forma di assistenza clinica, per autorizzare il trasporto della salma alle sale mortuarie, per richiedere ed effettuare il riscontro diagnostico, per adottare eventuali provvedimenti igienici in caso di morte da malattia contagiosa. In caso di incidente stradale o altro fatto delittuoso l'accertamento è necessario per decidere se la vittima è solo apparentemente inanimata e deve essere trasportata in ospedale, oppure se già cadavere non può essere rimossa come ogni altro corpo di reato (art. 253 c.p.p.).
* '''legali''': serve per la denuncia al sindaco delle cause di morte e per la dichiarazione della morte all'ufficiale di stato civile onde registrare il decesso e autorizzare la sepoltura della salma. La dichiarazione della morte legale comporta tutte le conseguenze giuridiche che derivano dall'estinzione della persona fisica: successioni, trapasso di proprietà, modifica dello stato civile del coniuge, reversibilità o rendite ad aventi diritto, ecc.
* '''scopo di prelievo''': la legge sul prelievo di organi detta le norme legali per l'accertamento della morte cardiaca o cerebrale, effettuato da collegi medici appositi, allo scopo di prelevare in tempo utile le parti da trapiantare.
 
== Effetti biologici ==
=== Metodi di accertamento della morte ===
Dopo la morte nel cadavere si verifica tutta una serie di trasformazioni: prima si verifica l'''[[algor mortis]]'' (raffreddamento del cadavere), poi il ''[[rigor mortis]]'' (rigidità cadaverica) e, infine, il ''[[livor mortis]]'' (ristagno e coagulazione del sangue).
{{vedi anche|Accertamento della morte}}
Deve essere verificata la cessazione irreversibile delle [[funzioni vitali]].
La normativa nazionale in materia è attualmente regolata dal Decreto 11 aprile 2008 del [[Ministero della Salute]], Aggiornamento del decreto 22 agosto 1994, n. 582 relativo al: Regolamento recante le modalità per l'accertamento e la certificazione di morte.<ref>http://www.sanfilipponeri.roma.it/trapianti/file/decreto%2011%20aprile%202008%20pdf.pdf | Testo Decreto 11 aprile 2008 - Ministero della Salute</ref>
 
La [[decomposizione (biologia)|decomposizione]] della salma, in realtà, comincia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna (e quindi dell'ossigenazione), sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino solo dopo alcune ore.
=== Conseguenze biologiche ===
{{Vedi anche|Tanatologia}}
Dopo la morte nel cadavere si verificano una serie di trasformazioni: prima si verifica l'''[[algor mortis]]'' (raffreddamento del cadavere), poi il ''[[rigor mortis]]'' (rigidità cadaverica) e il ''[[livor mortis]]'' (ristagno e coagulazione del sangue). La [[decomposizione (biologia)|decomposizione]] della salma, in realtà, comincia immediatamente dopo l'arresto della circolazione sanguigna (e quindi dell'ossigenazione), sebbene i suoi effetti più evidenti si manifestino solo dopo alcune ore.
 
== Interpretazioni e significati ==
=== Utilizzo degli organi dopo la morte ===
=== In biologia ===
Stabilita in modo certo la morte dell’individuo è possibile, verificato il consenso precedente del soggetto o ottenuto tale consenso dai legali rappresentanti (solitamente i familiari), procedere al prelievo degli organi utili per il reimpianto in pazienti che ne hanno necessità. Oggi è in atto, in tutto il mondo scientifico un dibattito, che coinvolge la [[bioetica]]<ref>http://www.governo.it/bioetica/pareri_abstract/abstract_donazione_organi33.pdf | Donazione d'organo a fini di trapianto
La morte, intesa come morte individuale, non deve essere confusa con la morte di una intera specie (o [[estinzione]]). Dal punto di vista evolutivo, anzi, la morte individuale è una conseguenza e una necessità contenuta nel concetto di evoluzione. Secondo [[Danilo Mainardi]]:
7 ottobre 1991 - Considerazioni del Comitato Nazionale di Bioetica</ref>
{{Citazione|Il senso biologico della vita, se un senso c'è, consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento viene ottenuto con un continuo ricambio, sostituzione, evoluzione, degli individui. L'individuo, ogni individuo, non è che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove e si evolve nello spazio e nel tempo.<ref>{{Cita|D.Mainardi|p. 31}}.</ref>}}
, al fine di arrivare a un accertamento di morte sempre più preciso, seguendo i progressi della ricerca medica in questo campo e considerando le problematiche di tipo umano che sorgono in queste situazioni.<ref>http://www.clicmedicina.it/pagine-n-34/00111-morte-celebrale.htm | Punti di vista espressi al Convegno Nazionale dell'OCST</ref>
In tale processo, inoltre, intervengono:
{{Vedi anche|Trapianto (medicina)}}
* La [[Diversità genetica|variabilità genetica]], legata alla modalità di [[riproduzione]], che può essere [[Riproduzione asessuata|agamica]] o [[Riproduzione sessuata|sessuata]]. Con la [[Crossing-over|ricombinazione]] del [[Genoma|patrimonio genetico]] che avviene durante la [[Riproduzione sessuata|riproduzione sessuale]] si realizzano innovazioni che accelerano il [[Evoluzione|processo evolutivo]] descritto per primo da [[Charles Darwin]], per le specie viventi.
* La possibilità di [[mutazione genetica|mutazioni genetiche]].
* Il meccanismo della [[selezione naturale]], secondo quanto già osservato sempre da [[Charles Darwin]] nel suo libro [[L'origine delle specie]], del 1859.
 
Dal punto di vista strettamente biologico, la morte e la [[Senilità|vecchiaia]] sono state associate all'[[entropia]]. L'essere vivente è un [[sistema complesso]] altamente organizzato, e le funzioni biologiche permettono di ridurre l'entropia totale del sistema vivente, questo a spesa di energia, così da mantenere l'ordine del sistema stesso. L’aumento dell’entropia è una misura del disordine in un sistema che invecchia, dove la morte è l'inevitabile disordine ultimo e massimo.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Daniel|cognome=Hershey|nome2=William E.|cognome2=Lee|data=1987-12|titolo=Entropy, aging and death|rivista=Systems Research|volume=4|numero=4|pp=269-281|lingua=en|accesso=2024-02-10|doi=10.1002/sres.3850040406|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/sres.3850040406|issn=1092-7026 }}</ref>[[File:Triumph of Death - Palazzo Abatellis - Palermo - Italy 2015.JPG|thumb|[[Maestro del Trionfo della Morte]], ''[[Trionfo della Morte (Palermo)|Trionfo della Morte]]'', [[Palazzo Abatellis]], [[Palermo]]]].
==Aspetti antropologici e culturali riferiti all'uomo==
[[File:Palermo-trionfo-della-morte-bjs.jpg|right|230px|thumb|Maestro del Trionfo della Morte, ''[[Trionfo della Morte (Palermo)|Trionfo della Morte]]'', [[Palazzo Abatellis]], [[Palermo]]]]
Il destino del corpo della persona defunta, a seconda della cultura del popolo o delle particolari scelte dettate da consuetudini o motivazioni particolari può essere molto diversificato.
A questo si aggiunge il rango del defunto, che influenza ogni decisione in merito.
=== Aspetti storici o legati a popolazioni primitive ===
{{Vedi anche|Rito funebre}}
Già durante il [[Neolitico]], in Italia, era diffuso il culto dei morti, ai quali si dava sepoltura secondo un rituale che prevedeva il rispetto per il defunto e una cura particolare per la tomba.<ref>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Vicofertile/dea-madre.htm L'idolo della dea madre rinvenuto in una sepoltura neolitica<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> In altre culture i riti e le usanze sono state differenti; ad esempio, presso gli antichi [[persia]]ni, per i quali sia la terra sia il fuoco erano sacri, i cadaveri non erano seppelliti o bruciati per non contaminare i due elementi, ma lasciati a decomporsi su piattaforme sopraelevate; tale modalità fu in uso anche presso alcune tribù di nativi americani.
Presso le tribù Yanoami, della zona amazzonica, è in uso una forma di cannibalismo del defunto, perché il corpo prima viene cremato, e poi le sue ceneri vengono impastate con una pappa a base di banana e mangiate da tutta la tribù. In tal modo si crede che l'anima del morto rimanga tra i suoi cari.<ref>[http://www.ilreporter.com/reportage/amazzonia-viaggio-tra-gli-yanomami-2 Amazzonia, viaggio tra gli Yanomami (2) | Reportage | Il Reporter<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
=== Interpretazioni filosofiche e psicologiche ===
=== La situazione odierna ===
{{Vedi anche|Ars moriendi|Memento mori|Morte (filosofia)}}
Nella cultura occidentale, il corpo del defunto, deposto in una [[bara]], può solitamente subire tre destini diversi:
[[File:Et-in-Arcadia-ego.jpg|thumb|''[[Et in Arcadia ego (Guercino)|Et in Arcadia ego]]'' ([[Guercino]], 1622, [[Gallerie nazionali d'arte antica|Galleria nazionale d'arte antica]], [[Roma]]) in cui la figura del teschio è collegata al tema della ''[[vanitas]]'']]
* [[Inumazione]] - La bara, ermeticamente chiusa e di solo [[legno]], viene sepolta sotto terra (profondità non inferiore a 2 [[metri]]).
{{Citazione|Due cose belle ha il mondo: amore e morte.|[[Giacomo Leopardi]]}}
* [[Tumulazione]] - La bara, ermeticamente chiusa da una cassa di [[zinco]], viene murata in un loculo o in tomba privata, anche di grande dimensione.
La difficoltà di interpretare [[filosofia|filosoficamente]] la morte rispetto alla vita è rappresentata dalla varietà di letture consentite da una [[Locuzioni latine|locuzione latina]] come ''«[[omnes feriunt, ultima necat]]»''.
* [[Cremazione]] - Prevede l'incenerimento della salma in bara dentro forni speciali. Le ceneri, raccolte in una urna, possono essere tumulate in loculo o in tomba o sparse in ambiente (aria, mare, terra) o in appositi spazi nei cimiteri. In questo caso la legislazione si differenzia da paese a paese.
 
Le meditazioni umane riguardo al fenomeno della morte costituiscono storicamente, uno dei fondamenti nello sviluppo delle [[religione|religioni]] organizzate. Nonostante i modi di definire e di analizzare la morte possano variare diametralmente, di cultura in cultura, la credenza in una vita dopo la morte, un [[Oltretomba|aldilà]], è molto diffusa ed estremamente antica. Molti antropologi ritengono che le sepolture degli [[Homo neanderthalensis|uomini di Neanderthal]] in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una specie di aldilà.
Nella quasi totalità delle culture, si celebra una cerimonia commemorativa detta [[Rito funebre|funerale]], che può essere spesso religiosa, ma anche civile.
[[File:Andrea Previtali called Cordeliaghi - Portrait of a Man - Memento Mori - Google Art Project.jpg|thumb|''[[Memento mori]]'' di [[Andrea Previtali]] (1502), retro del dipinto ''[[Ritratto d'uomo (Previtali)|Ritratto d'uomo]]'']]
Un chiaro riferimento al significato biologico, inteso come legame tra [[amore]] e morte, è presente nell'opera di [[Sigmund Freud]], e tale concetto viene ripreso e citato anche da altri autori.<ref>Meo Oscar, Amore e morte in Freud - Il Nuovo Melangolo, 1989, ISBN 978-88-7018-089-3</ref>
 
La realtà del morire e quella del [[dolore|soffrire]] costituiscono due aspetti topici dell'[[etica]] di tutti i tempi, a partire dal concetto fondamentale di "chi" possa essere il [[Colpevolezza|colpevole]] che determina sia la prima sia la seconda. Sia la sofferenza, sia la morte, da un punto di vista puramente biologico, hanno la loro causa nello stesso esistere dell'essere vivente. [[Elisabeth Kübler Ross]] ha studiato le problematiche inerenti agli stati psicosociali delle persone morenti ed è ritenuta la fondatrice della [[psicotanatologia]].<ref>''La morte e il morire'', Assisi, Cittadella, 1976 (edizione originale 1969). 17ª ed.: 2015. ISBN 88-308-0247-6; ISBN 978-88-308-0247-6.
Le tombe si trovano generalmente accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, detti [[cimitero|cimiteri]], ove il [[necroforo]] si occupa poi materialmente della sepoltura e delle altre operazioni tecniche e pratiche riguardanti le salme.
</ref>
 
=== Nella religione ===
I cimiteri sono generalmente considerati luoghi sacri o di rispetto.
A differenza dell'[[ebraismo]], nella maggioranza delle religioni di matrice [[cristianesimo|cristiana]] c'è la credenza nella [[risurrezione]]: dopo la morte l'[[anima]] del defunto, riunita al corpo alla fine dei tempi, passerà l'[[eternità]] in continua contemplazione di [[Dio]] in [[paradiso]]. L'[[inferno]], il [[limbo]] e il [[purgatorio]] costituiscono, invece, i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sulla loro esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi. Per aiutare i fedeli ad affrontare con fiducia e coraggio il passaggio in queste dimensioni, si diffuse dal [[tardo Medioevo]] la letteratura della cosiddetta «''[[ars moriendi]]''» («l'arte di morire bene»).<ref>Stanislav Grof, ''L'ultimo viaggio: La coscienza nel mistero della morte'', Feltrinelli, 2017.</ref>
 
Dalla visione dell'anima immortale e dell'inferno si distaccano solo le [[avventismo|chiese cristiane avventiste]] e i [[Testimoni di Geova]], che insegnano con toni diversi che dopo il giudizio finale i peccatori saranno puniti con la distruzione eterna.
* Oggi, come in passato, quando a morire è una personalità importante, si procede talvolta a una sorta di [[imbalsamazione]], sul modello degli antichi [[Faraone|faraoni egiziani]]. Tale destino è riservato ai [[Papa|papi]] o ad alcune personalità politiche, come [[Lenin]] o [[Mao Tse-tung|Mao]].
 
Presso [[Induismo]], [[Sikhismo]] e altre religioni orientali si crede nella [[reincarnazione]]; secondo tale filosofia la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la [[nascita]]) tramite il quale l'[[anima]] abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il [[corpo umano|corpo fisico]]) fino all'estinzione del [[karma]] e alla conseguente [[Mokṣa|liberazione]] definitiva. Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.
=== Interpretazioni filosofiche e religiose ===
{{Citazione|Fui pervaso fin nel più profondo del cuore dal sentimento dell'[[Anitya|impermanenza]] di tutte le cose che mi era stato trasmesso da mia madre. La vita umana era effimera come i petali avvizziti, spazzati via dal vento. La nozione [[buddhismo|buddhista]] dell'[[Anitya|impermanenza]] faceva parte del mio essere più intimo. Niente nell'universo intero può resistere al tempo. Tutto ne viene travolto, tutto è condannato a scomparire o a mutare. Anche lo spirito, come la materia, è chiamato a trasformarsi, senza mai poter raggiungere la [[permanenza]]. Per questo l'uomo è costretto ad avanzare in solitudine, senza alcun appoggio stabile. Come è detto nello [[Shodoka]], neppure la morte, che lascia ciascuno solo nella sua bara, è definitiva. Soltanto l'impermanenza è reale|[[Taïsen Deshimaru]], ''[[Autobiografia di un monaco zen]]'', traduzione di Guido Alberti. Titolo originale: ''Autobiographie d'un Moine [[Buddhismo Zen|Zen]]''}}
{{Vedi anche|Morte (filosofia)}}
{{Citazione| Due cose belle ha il mondo: amore e morte.|[[Giacomo Leopardi]]}}
 
==== Fede bahá'í ====
La difficoltà d'interpretare [[filosofia|filosoficamente]] la morte rispetto alla vita è ben rappresentata dalla varietà di letture consentite da una [[locuzione latina]] come ''«[[omnes feriunt, ultima necat]]»''.
I [[bahá'í]] credono che la morte del corpo non sia altro che un processo di disgregazione per cui le particelle che lo compongono passano dal regno umano a quello minerale.
 
L'[[anima]], realtà dell'uomo nata dai mondi dello Spirito, non muore assieme al corpo al quale è stata legata sulla terra, ma continua a vivere nei mondi dello Spirito ai quali appartiene. Quanto alle caratteristiche dei mondi dello Spirito, «la condizione dell’anima dopo la morte non può essere descritta, né è possibile presentarne e rivelarne l’intero carattere agli occhi dell’uomo».
Le meditazioni umane riguardo al fenomeno della morte costituiscono storicamente uno dei fondamenti nello sviluppo delle [[religione|religioni]] organizzate. Anche se i modi di definire e analizzare la morte variano diametralmente da cultura a cultura, la credenza in una vita dopo la morte - un [[aldilà]] - è assai diffusa e molto antica.
 
Le [[Letteratura bahá'í|Scritture bahá’í]] ne parlano in termini [[Metafora|metaforici]] per consentirne una comprensione commisurata alle capacità umane e alimentare l’attrazione verso di essi.
Molti antropologi ritengono che le sepolture degli [[Homo neanderthalensis|uomini di Neanderthal]] in tombe scavate con cura e adorne di fiori siano la testimonianza di una primordiale fede in una sorta di ''aldilà''. Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo all'uomo. Altri, invece, ipotizzano che sia una forma per giustificare la ricomparsa dei morti durante i [[sogno|sogni]].
 
=== Nell'esoterismo ===
A differenza che nell'[[Ebraismo]], nella maggioranza delle religioni di matrice [[cristianesimo|cristiana]] c'è la credenza nella [[risurrezione]]: dopo la morte, l'[[anima]] del defunto, unita al corpo alla fine dei tempi, trascorrerà l'[[eternità]] in continua contemplazione di [[Dio]] in [[paradiso]]. L'[[inferno]], il [[limbo]] e il [[purgatorio]] costituiscono invece i luoghi a cui sono condannate le anime non pure, anche se chiese e teologi non sono concordi sull'esistenza e su cosa rappresentino questi luoghi. Dalla visione dell'anima immortale e dell'inferno si distaccano solo le [[avventismo|chiese cristiane avventiste]] e i [[Testimoni di Geova]], che insegnano con toni diversi che dopo il giudizio finale i peccatori saranno puniti con la distruzione eterna.
Nei movimenti [[esoterismo|esoterici]] come l'[[AMORC]] che si richiama ai [[Rosacroce]], la [[paura]] della morte è un sentimento che può essere superato attraverso le tecniche dell'[[iniziazione]], basate non sull'aderenza ad una [[fede]], ma sulla sperimentazione diretta della realtà [[invisibilità|invisibile]] che attende l'uomo oltre l'[[esistenza]] terrena. Con la rivelazione della sua doppia natura, fisica e spirituale, l'ego umano avrebbe così la possibilità di accedere ad una rinnovata e più ampia concezione della vita.<ref>{{cita web|url=https://www.amorc.it/documenti/rivista-rosa-croce/riflessione-sulla-morte-o-transizione.html|titolo=Riflessione sulla morte o transizione|anno=2006}}</ref>
 
=== Allegorie ===
Presso l'[[Induismo]], il [[Sikhismo]] e altre religioni orientali si crede nella [[reincarnazione]]; secondo questa filosofia, la morte rappresenta un passaggio naturale (tanto quanto la [[nascita]]) tramite il quale l'[[anima]] abbandona un involucro ormai vecchio per abitarne uno nuovo (il [[corpo umano|corpo fisico]]), fino all'estinzione del [[karma]] e alla conseguente [[Moksha|liberazione]] definitiva. Per questo motivo l'idea della morte viene affrontata con minor struggimento interiore.
{{Vedi anche|Morte personificata|Macabro}}
[[File:Gustave Doré - Death on the Pale Horse (1865).jpg|thumb|La Morte su un Cavallo Bianco in un'[[incisione]] di [[Gustave Doré]]]]
La morte non ha mai smesso di essere, oltre che un evento biologico connaturato al fatto stesso di vivere, uno dei più forti stimoli alla fantasia. A rigore, si potrebbe anche dire che non c'è la morte "in sé", ma ci sono organismi viventi che muoiono. Di fatto, nell'immaginario collettivo, la morte è fin da sempre stata oggettivista come un'entità esterna al vivente, qualcosa "che arriva", da ciò deriva la sua mitizzazione. La morte è quindi anche una figura [[mitologia|mitologica]] molto popolare, presente in modo più o meno diverso in moltissime culture umane fin dall'inizio della tradizione orale. L'[[iconografia]] occidentale definisce la morte in genere come un sinistro mietitore: uno [[scheletro (anatomia umana)|scheletro]] vestito di un [[saio]] nero, che impugna una falce fienaia. Come tale, è ritratta anche in una carta dei [[tarocchi]] e appare sovente in letteratura e nelle arti figurative.
 
== Dopo la morte ==
{{Citazione|Fui pervaso fin nel più profondo del cuore dal sentimento dell'[[impermanenza]] di tutte le cose che mi era stato trasmesso da mia madre. La vita umana era effimera come i petali avvizziti, spazzati via dal vento. La nozione [[buddhismo|buddhista]] dell'impermanenza ([[mujo]]) faceva parte del mio essere più intimo. Niente nell'universo intero può resistere al tempo. Tutto ne viene travolto, tutto è condannato a scomparire o a mutare. Anche lo spirito, come la materia, è chiamato a trasformarsi, senza mai poter raggiungere la [[permanenza]]. Per questo l'uomo è costretto ad avanzare in solitudine, senza alcun appoggio stabile. Come è detto nello [[Shodoka]], neppure la morte, che lascia ciascuno solo nella sua bara, è definitiva. Soltanto l'impermanenza è reale|[[Taïsen Deshimaru]], ''[[Autobiografia di un monaco zen]]'', traduzione di Guido Alberti. Titolo originale: ''Autobiographie d'un Moine [[Buddhismo Zen|Zen]]''}}
{{Vedi anche|Rito funebre}}
 
Alcuni considerano che il rispetto per i defunti e per la morte (più o meno allegorizzata) sia istintivo nell'uomo. Altri, invece, ipotizzano che sia una forma per giustificare la ricomparsa dei defunti durante i [[sogno|sogni]].
Un chiaro riferimento al significato biologico della morte, inteso come legame tra amore e morte, è presente nell'opera di [[Sigmund Freud]], e tale concetto viene ripreso e citato anche da altri autori.<ref>Ad esempio: Meo Oscar, Amore e morte in Freud - Il Nuovo Melangolo, 1989, ISBN 9788870180893</ref>
 
Il destino del cadavere della persona defunta a seconda della cultura del popolo o delle particolari scelte dettate da consuetudini o motivazioni particolari, può essere molto diversificato. A questo si aggiunge il rango del defunto, che influenza ogni decisione in merito.
=== Allegorie ===
{{Vedi anche|Morte personificata|Iconografia della Morte}}
[[File:CathedralOfTrier Skeleton.JPG|thumb|right|Iconografia del Mietitore; Statua della [[Cathedral of Trier|cattedrale di Trier]] (Germania)]]
 
Già durante il [[Neolitico]], in [[Italia]], era diffuso il culto dei morti ai quali si dava sepoltura secondo un rituale che prevedeva il rispetto per il morto e una cura particolare per la tomba.<ref>[http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Vicofertile/dea-madre.htm L'idolo della dea madre rinvenuto in una sepoltura neolitica] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090309071036/http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/Vicofertile/dea-madre.htm|data=9 marzo 2009}}</ref>
La morte non ha mai cessato d'essere, oltre che un evento biologico connaturato al fatto stesso di vivere, uno dei più forti stimoli alla fantasia. A rigore si potrebbe persino dire che non c'è la morte "in sé", ma ci sono organismi viventi che muoiono. Di fatto nell'immaginario collettivo la morte è sempre stata oggettivista come un'entità esterna al vivente, qualcosa "che arriva", da ciò la sua mitizzazione. La morte è quindi anche una figura [[mitologia|mitologica]] molto popolare, presente in forma più o meno differente in moltissime culture umane fin dall'inizio della tradizione orale.
 
In altre culture i riti e le usanze erano differenti; per esempio, presso gli antichi [[persia]]ni, per cui sia la [[Terra (pedologia)|terra]] sia il [[fuoco]] erano sacri, i corpi non erano seppelliti o bruciati per non contaminare i due elementi, ma lasciati a decomporsi su piattaforme sopra-elevate, le cosiddette "[[torri del silenzio]]"; tale modalità fu in uso anche presso alcune tribù di [[nativi americani]].
L'[[iconografia]] occidentale rappresenta la morte in genere come un sinistro mietitore: uno [[scheletro (anatomia umana)|scheletro]] vestito di un [[saio]] nero, che impugna una falce fienaia. Come tale, è ritratta anche in una carta dei [[tarocchi]] e appare sovente in letteratura e nelle arti figurative.
 
=== La morte e l'uomo:situazione aspettiodierna etici===
Nella quasi totalità delle culture, si celebra una cerimonia commemorativa detta [[Rito funebre|funerale]], che può essere spesso religiosa, ma anche civile. Alcuni ricevono addirittura una sorta di [[imbalsamazione]]: questo è il destino dei [[Papa|papi]] o ad alcune personalità politiche, come [[Lenin]] o [[Mao Zedong]].
La realtà del morire e quella del [[dolore|soffrire]] costituiscono due aspetti topici dell'[[etica]] di tutti i tempi a partire dal concetto fondamentale di "chi" è l'agente determinante della prima e della seconda. Sia la sofferenza sia la morte, da un punto di vista
 
biologico, hanno la loro causa nello stesso esistere dell'essere vivente.
Nella cultura occidentale il corpo del defunto, deposto in una [[bara]], può solitamente subire tre destini diversi<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.trento.it/Comune/Atti-e-albo-pretorio/Regolamenti/A15-Regolamento-comunale-di-polizia-mortuaria|titolo=Regolamento comunale di polizia mortuaria|sito=comune.trento.it|editore=Comune di [[Trento]]|data=20 giugno 1997|citazione=NOTA _ Disciplina dei servizi di polizia mortuaria di un comune preso ad esempio|accesso=19 agosto 2015}}</ref>:
* [[Sepoltura|Inumazione]]: La bara, ermeticamente chiusa e di solo [[legno]], viene sepolta sotto terra (profondità non inferiore a 2 [[Metro|metri]]).
* [[Tumulo|Tumulazione]]: La bara, ermeticamente chiusa da una cassa di [[zinco]], viene murata in un loculo o in tomba privata, anche di grande dimensione.
* [[Cremazione]]: Prevede l'incenerimento della salma in bara dentro forni speciali. Le ceneri, raccolte in un'urna, possono essere tumulate in loculo o in tomba o sparse in ambiente (aria, mare e terra) o in appositi spazi nei cimiteri. Presso le tribù degli [[Yanomamö|Yanomami]] della zona amazzonica è in uso una forma di [[cannibalismo]] del morto, perché il corpo prima viene cremato e poi le sue ceneri vengono impastate con una pappa a base di [[banana]] e mangiate da tutta la tribù;<ref>{{Cita web|autore=Francesco Adamo|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/amazzonia_%28Enciclopedia-Italiana%29/|titolo=AMAZZONIA|data=1991|accesso=30 ottobre 2015}}</ref> in questo modo, si crede che l'[[anima]] del morto rimanga tra i suoi cari.<ref>[http://www.ilreporter.com/reportage/amazzonia-viaggio-tra-gli-yanomami-2 Amazzonia, viaggio tra gli Yanomami (2)|Reportage|Il Reporter] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100120064325/http://www.ilreporter.com/reportage/amazzonia-viaggio-tra-gli-yanomami-2|data=20 gennaio 2010}}</ref>
 
Il posizionamento delle tombe è regolamentato per legge. In occidente, le tombe sono accorpate in terreni civici destinati a tale scopo, chiamati campisanti o [[cimitero|cimiteri]], gestiti da un [[necroforo]]. Essi sono, in genere e per legge, considerati luoghi sacri o di rispetto; atti non rispettosi possono essere puniti con la reclusione. L'uso dei cimiteri in occidente è iniziato dalla [[Codice napoleonico|legislazione napoleonica]], che da un lato prevedeva una sepoltura singola per tutti, mentre da un altro lato prevedeva per motivi igienici la localizzazione in territori fuori dai centri abitati; prima invece, i cimiteri erano costituiti da fosse comuni, ovvero profondi pozzi sigillati da lastre in pietra, in cui si calavano i morti del popolo, mentre le personalità ricevevano sepoltura nei pavimenti delle chiese, in cimiteri monumentali od anche in grandiosi mausolei.
 
Stabilita in modo sicuro la morte della persona è possibile, verificato il consenso precedente del soggetto od ottenuto tale consenso dai legali rappresentanti (normalmente i familiari), procedere al prelievo degli organi utili per il [[trapianto]] in pazienti che ne hanno necessità. Oggi è in atto, nel mondo scientifico un dibattito che coinvolge la [[bioetica]]<ref>{{cita web|url=http://www.governo.it/bioetica/pareri_abstract/abstract_donazione_organi33.pdf|titolo=Donazione d'organo a fini di trapianto
7 ottobre 1991 - Considerazioni del Comitato Nazionale di Bioetica}}</ref>, al fine di arrivare a un accertamento di morte sempre più preciso, seguendo i progressi della ricerca medica in questo campo e considerando le problematiche di tipo umano che sorgono in queste situazioni.<ref>{{cita web|url=http://www.clicmedicina.it/pagine-n-34/00111-morte-celebrale.htm|titolo=Punti di vista espressi al Convegno Nazionale dell'OCST}}</ref>
 
==== La morte al tempo di internet ====
La morte è un fenomeno sempre più rilevante nell’era contemporanea, legato alla gestione dei dati online delle persone decedute.
 
Si stima che miliardi di profili digitali rimangano attivi dopo la morte dei loro proprietari, creando il fenomeno degli account fantasma, ovvero profili social, email e altri contenuti digitali che restano online senza più un utente attivo. Secondo alcune proiezioni di [[Università di Oxford|Oxford]] e altri osservatori, su [[Facebook]] entro la fine del [[XXI secolo]] gli account dei defunti potrebbero superare quelli dei vivi, trasformando il social network in una vera e propria [[fossa comune]], far west dei furti d'identità e della sofferenza delle famiglie. Risulta chiaro quanto sia importante iniziare a occuparsi, giuridicamente, antropologicamente e psicologicamente del fenomeno.<ref>{{Cita web|url=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2053951719842540|titolo=https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/2053951719842540}}</ref>
 
Per affrontare questo problema sono nate diverse soluzioni, tra cui aziende che permettono ai familiari di recuperare i contenuti digitali dei propri cari senza necessità di [[password]], di creare profili commemorativi online presenti all'interno di "[[Cimitero virtuale|cimiteri digitali]]", dove amici, parenti e visitatori possono condividere ricordi e messaggi, fare veglie online e utilizzare altri servizi, preservando la memoria digitale (e non) del defunto abbattendo le barriere fisiche e geografiche.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
 
* {{cita libro|Xavier | Bichat | Anatomie générale appliquée à la physiologie et à la médecine|1821|J.-A. Brosson et J.-S. Chaudé|Parigi}}
* Philippe Ariès, ''Storia della morte in Occidente: dal medioevo ai giorni nostri'', Milano, BUR, 2006.
* {{cita libro|curatore =Clifton D. Bryant|curatore2 = Dennis L. Peck|titolo = Encyclopedia of Death and the Human Experience|città = Londra|editore =SAGE Publications |anno =2009}}
* Francesco Paolo de Ceglia (a cura di), ''Storia della definizione di morte'', FrancoAngeli, Milano 2014.
* {{cita libro|V. Chiodi, R. Gilli, C. Puccini, M. Portigliatti-Barbos, M. Fallani,|A. De Bernardi|Manuale di Medicina Legale|1976|Vallardi|Milano}}
* {{cita libro|curatore =Glenny Howarth|curatore2 = Oliver Leaman|titolo = Encyclopedia of Death and Dying|città = New York|editore =Routledge |anno =2001}}
* Alberto Tenenti, ''Il senso della morte e l'amore della vita nel rinascimento'', Torino, Einaudi 1989
* {{cita libro|curatore =Ronert Kastenbaum|titolo = Macmillan Encyclopedia of Death and Dying|città = New York|editore =Thomson Gale |anno =2003}}
* Philippe Ariès, ''Storia della morte in Occidente: dal medioevo ai giorni nostri'' , Milano, BUR 2006
* GiuseppeNicola LeoneLaneri, ''LeArcheologia chiome di Thanatos. L'approccio romantico alladella morte'', NapoliRoma, LiguoriCarocci, 2011.
* LaneriGiuseppe Leone, ''ArcheologiaLe dellachiome di Thanatos. L'approccio romantico alla morte'', RomaNapoli, CarocciLiguori, 2011.
* {{Cita libro|autore=Danilo Mainardi|titolo=L'animale irrazionale. L'uomo, la natura e i limiti della ragione|editore=Mondadori|città=Milano|anno=2000|ISBN=978-88-04-48837-8|cid=D.Mainardi}}
* G.Casertano, ''Morte'', Napoli, Guida 2003.
* Alberto Tenenti, ''Il senso della morte e l'amore della vita nel rinascimento'', Torino, Einaudi, 1989.
* Davide D'Alessandro, L'inestricabile intreccio. Vita & Morte: passaggi, Morlacchi, Perugia 2012.
 
== Voci correlate ==
{{div col|3}}
* [[Accertamento della morte]]
* [[Vita]]
* [[Aldilà]]
* [[Autopsia]]
* [[BecchinoNecroforo]]
* [[Braccio della morte]]
* [[Cadavere]]
* [[Catacombe]]
* [[Catafalco]]
* [[Cimiteri del mondo]]
* [[Cimitero]]
* [[Cremazione]]
Riga 127 ⟶ 129:
* [[Fantasma]]
* [[Fenomeni cadaverici]]
* [[FotografieFotografia post mortem|Fotografie ''post mortem'']]
* [[GiornoCommemorazione dei Mortidefunti]]
* [[IconografiaMemento della mortemori]]
* ''[[Memento moriMicromort]]''
* [[Morte civile]]
* [[Morte personificata]]
Riga 136 ⟶ 138:
* [[Mummificazione]]
* [[Necropoli]]
* [[Oltretomba]]
* [[Pena di morte]]
* [[Assunzione in cielo]]
* [[Reincarnazione]]
* [[Risurrezione]]
Riga 142 ⟶ 146:
* [[Sepoltura]]
* [[Storia della morte in Occidente]]
* [[Thanatos (Freud)|''Thanatos'' (Freud)]]
* [[Tanatologia]]
* [[Tomba]]
* [[Torre del silenzio]]
* [[Tumulo]]
* [[Morte apparente]]
* [[Esperienze ai confini della morte]]
* [[Morte apparente (biologia)|Morte apparente]]
* [[Necrofilia]]
* [[NecrofobiaTanatofobia]]
* [[Death café]]
* [[Esperienze ai confini della morte]]
* [[Vita]]
* [[La Morte (tarocchi)]]
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt=morte|q|q_preposizione=sulla|etichetta=morte|commons=Category:Death|commons_preposizionepreposizione=sulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/Quellincerto-confine-tra-la-vita-e-la-morte Il confine tra la vita e la morte]
*[ {{cita web|http://www.homolaicusscienzainrete.comit/teoriacontenuto/articolo/Quellincerto-confine-tra-la-vita-e-la-morte.htm |Il concettoconfine tra la vita e dila morte]}}
*[ {{cita web|http://www.newscientisthomolaicus.com/topicteoria/deathmorte.htm|Il Problematicheconcetto delladi morte]}}
* {{cita web|https://www.newscientist.com/topic/death|Problematiche della morte}}
 
{{Sviluppo umano}}
{{Conseguenze fisiologiche della morte}}
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