San Fele: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome=San Fele
|Panorama=San Fele Vista Panoramica.jpg
|Didascalia=Veduta di San Fele
|Bandiera=San Fele-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=San Fele-Stemma.png
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|Divisione amm grado 1=Basilicata
|Divisione amm grado 2=Potenza
|Amministratore locale=
|Partito=[[lista civica]] di [[centro-sinistra]]
|Data elezione=
|Data rielezione=9-6-2024
|Data istituzione=
|Altitudine=872
|Sottodivisioni=Agrifoglio, Armatieri, Cecci, Cerrito, Difesa, Masone, Montagna, Pierno, Priore, Signorella
|Divisioni confinanti=[[Atella (comune)|Atella]], [[Bella (Italia)|Bella]], [[Castelgrande]], [[Filiano]], [[Muro Lucano]], [[Rapone]], [[Ruvo del Monte]]
|Comuni di seconda corona=[[Pescopagano]]
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=2495
|Nome abitanti=Sanfelesi
|Patrono=[[san Sebastiano]] e [[Giustino de Jacobis|san Giustino de Jacobis]]
|Festivo=20 gennaio/30 luglio
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of San Fele (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di San Fele all'interno della provincia di Potenza
}}
'''San Fele''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]:</small> {{IPA|/san ˈfɛle/|it}}<ref name="dop">{{DOP|lemma=San Felice|id=1078461}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]].
Storicamente proviene dal feudo corrispondente alla [[Valle di Vitalba]], insieme a [[Rionero in Vulture]], [[Monticchio (Basilicata)]], Sant'Andrea, Montemarcone ([[Avigliano]]), Montesirico, [[Rapone]].
Il suo nome in origine fu ''Santo Felice''; le forme ''Santo Fele'' e ''San Fele'' (quella ufficiale) derivano anch'esse dal latino ''Felix'', ''Felicis'', ma nella forma del [[nominativo]] (''Felix''<ref name="dop"/>). San Fele è un comune prettamente rurale, noto per la presenza nel suo territorio del santuario di [[Santa Maria di Pierno]].
== Geografia fisica ==
È situato nella parte nord-occidentale della [[Basilicata]], a 872 {{mslm}}, arroccato tra il Monte Castello e il Monte Torretta. Fa parte della [[Comunità Montana del Vulture]].
=== Sismologia ===
In base alla classificazione sismica del territorio italiano effettuata dal [[Dipartimento della Protezione Civile]] presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di San Fele si trova in zona 1<ref>[http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/classificazione.wp Rischio sismico per provincia su protezionecivile.gov.it] {{Webarchive|url=https://archive.is/20150530195216/http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/classificazione.wp |date=30 maggio 2015 }}. aggiornato a marzo 2015;</ref>, cioè la zona che presenta un [[Classificazione sismica dell'Italia|rischio sismologico]] molto alto, nella quale possono verificarsi fortissimi terremoti.
== Storia ==
{{Citazione|Tancredi di Santo Felice, detto Santo Fele, signore del feudo...|Attestato degli anni 1150-1168, dal [[Catalogo dei Baroni]]<ref>Catalogus Baronum (aa. 1150-1168) n. 482</ref>|{{Maiuscoletto|Tancredus Sancti Felís dixit Sanctum Felem, quem tenet esse feudum...}}|lingua=la}}
In epoca antica, il territorio di San Fele fu abitato dagli [[Ausoni]], che lasciarono diverse testimonianze nel circondario del comune. Il nucleo della città ebbe origine nel [[969]] d.C., con l'edificazione di un castello fortezza, voluto da [[Ottone I di Sassonia]] per avvistare e fronteggiare eventuali assedi da parte dei [[Bizantini]] e, circa un secolo dopo, iniziarono a sorgere intorno al presidio i primi centri abitati.
Il quartiere sviluppatosi lungo le pendici del Monte Castello è stato rinominato "Rione Costa".
[[File:San Fele, quartiere Costa.jpg|left|thumb | San Fele, quartiere Costa]]
Il castello fortezza era "di forma bislonga e fabricato a guisa di un vascello [...] [[Federico II di Svevia|Federico II]] lo strinse anchora, e per renderlo del tutto inespugnabile, e lo fiancheggiò di alcune mezze lune e torrioni"; questo è quanto riportato nella relazione di Ardoini del 1674<ref>"Descrizione dello Stato di Melfi", Pier Battista Ardoini, vice-governatore pro-interim del Feudo di Melfi, nominato dai [[Doria]]</ref>, ma al tempo in cui scriveva era "quasi distrutto e con la sola prospettiva di mura".
Dal [[1432]] il feudo di
Nel [[1799]] la popolazione innalzò l'[[Albero della libertà]]. L'euforia per la nuova era, la [[Repubblica Napoletana (1799)]], svanì presto e molti furono giustiziati.
All'indomani dell'[[unità d'Italia]], tutta la zona fu coinvolta nel [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]] e
Come tutti i paesi del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], San Fele ha subito una forte [[emigrazione]], che si può suddividere in due fasi:
* dalla seconda metà del [[XIX secolo]] al primo dopoguerra: in questa circostanza le mete erano oltre oceano, ossia l'[[America]] (in particolare [[Brasile]], [[Argentina]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Canada]]);
* dal secondo dopoguerra fino al giorno d'oggi: nei primi decenni, cioè quelli del [[Boom economico italiano|''boom'' economico]], le famiglie si trasferirono soprattutto verso [[Svizzera]] (in particolare nei dintorni di [[Lucerna]] e [[Zurigo]]) [[Germania]], [[Belgio]] e nord Italia (in particolare [[Piemonte]], [[Lombardia]] e [[Toscana]]).
Tuttavia, ulteriori motivazioni che spinsero molti cittadini di San Fele ad abbandonare la propria terra e che presentavano carattere prettamente locale, generarono da due eventi geofisici di particolare gravità:
* le frane del [[1968]]<ref>http://stefanoduri.altervista.org/frane/frane_ex.php; archivio frane Basilicata</ref>, che colpirono la parte nord orientale del paese spazzando via un cospicuo nucleo di case abitate;
* il [[terremoto dell'Irpinia del 1980]], che lasciò senzatetto 634 persone, ovvero circa il 10% della popolazione<ref>{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html#|dataarchivio=7 gennaio 2018|accesso=2 agosto 2015}}</ref>;
Rilevante la presenza di Sanfelesi in [[Australia]] ed in particolare nella città di [[Sydney]] ove si contano ormai più persone (oltre 3000) rispetto al paese di origine.
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L'emigrazione degli ultimi anni è costituita da giovani che raggiungono le più importanti città italiane (in particolare [[Torino]], [[Milano]], [[Firenze]], e [[Roma]]).
=== Simboli ===
[[File:San Fele-Stemma.png|left|90px]]
Questa è la descrizione araldica dello stemma:
{{Citazione|Tre monti e sul medio un genio ignudo alato con un globo nella mano sinistra.}}
Il gonfalone è un drappo di giallo.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{immagine grande|San Fele sl.png|
=== Architetture
==== Ruderi del castello fortezza ====
Costruito da [[Ottone I di Sassonia]] nel X secolo, in epoca sveva divenne luogo di temporanea prigionia di [[Enrico VII di Hohenstaufen]], figlio di [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Un altro figlio dell'imperatore, [[Enrico Carlotto di Sicilia|Enrico Carlotto]], venne confinato nel castello - fortezza per mano del fratello [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]], nuovo regnante, il quale, secondo alcune fonti, nel [[1253]] diede ordine al castellano [[Giovanni Moro]]<ref>{{Cita libro|autore = G. Merolla|titolo = Compendio di storia patria, ovvero Fatti principali della storia del regno di Napoli dalla primitiva origine fino ai nostri tempi compilati da Giacomo Bugni|anno = 1854|editore = |città = |p = |pp = |ISBN = }}</ref> di provvedere alla sua uccisione.
Sotto la dominazione angioina, la città fu affidata ai feudatari Giovanni Gaulard, Drogone di Beaumont, Guglielmo di Melun. È ricordato per essere stato anche il luogo della prigionia di [[Giovanna I di Napoli]]. Carlo d'Angiò fece ristrutturare ed ampliare il castello nel [[1270]].
=== Architetture
[[File:San Fele f.png|thumb|
==== Palazzo Frascella ====
È un'imponente architettura posta sotto il Monte Castello e si caratterizza per il riuso di materiali da costruzione crollati dopo i terremoti; in particolare qui sono stati usati conci di pietra provenienti dalla fortezza di [[Ottone I di Sassonia]]. Una torre in stile normanno incorporata nel palazzo non è altro che ciò che restò in piedi dell'antica chiesa di [[San Sebastiano]], il [[Santo patrono|patrono]] della città, dopo il terremoto del [[1456]].
==== Palazzo Stia ====
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==== Palazzo Faggella ====
Uno tra gli edifici principali della città, edificato nel XVII secolo,
==== Casa di confino di Manlio
In pieno centro storico si trova la casa in cui fu confinato dalla dittatura fascista [[Manlio Rossi-Doria]]. Per ricordarne
==== Ruderi della Gualchiera di San Fele ====
La [[Gualchiera]] di San Fele, adibita alla [[follatura]] della [[lana]], era situata nei pressi delle Cascate di San Fele. Seppure allo stato di rudere è stata riconosciuta nel settembre [[2014]], con apposito decreto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Basilicata<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=1093&sec=5|titolo=Patrimonio Culturale della Basilicata}}</ref>, come [[bene culturale]] di interesse storico, ambientale ed etnoantropologico, in quanto significativo esempio di tipologia architettonica rurale testimonianza dell'economia tradizionale del territorio di San Fele, legata alla storia e all'identità stessa delle popolazioni locali.
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di Santa Maria della Quercia ====
Costruita nel [[1514]], la Chiesa Madre
Con il terremoto del 1980 subì gravi lesioni verticali nella facciata, negli archi e nelle volte, con distacchi e crolli parziali intonaci e stucchi che hanno comportato la chiusura della chiesa al pubblico fino ai primi anni del [[2000]].
==== Badia di Santa Maria di Pierno ====
[[File:San Fele p.jpg|thumb|upright|left|Santa Maria di Pierno]][[File:San Fele k.png|thumb|interno del santuario di Pierno|120x120px]]Il [[Badia di Santa Maria di Pierno|santuario della Madonna di Pierno]], [[Chiesa (architettura)|chiesa]] e resti di un antico [[monastero]], si trova su un altopiano boschivo a circa dieci chilometri dalla città. [[San Guglielmo da Vercelli]] volle la costruzione del santuario Mariano. L'impianto
==== Casa natale di San Giustino de Jacobis ====
La casa in cui nacque San Giustino de Jacobis, il 9 ottobre 1800, si trova nel centro storico di San Fele. Recentemente restaurata, è meta di pellegrinaggi religiosi.
==== Chiesa dell'Annunziata ====
Nei pressi della casa natale di San Giustino De Jacobis, è situata la Chiesa dell’Annunziata lo spazio interno è diviso in due navate orizzontali separate da archi sostenuti da pilastri fino a concludersi con l’abside.
====
La chiesa viene fatta risalire al XVII secolo dalla data indicata dal bassorilievo centrale raffigurante una croce con la scritta: A.D. 1632.
L’interno della struttura ad una sola navata con altare in marmo è visitabile in occasione della festività di Santa Lucia e del giovedì santo.
==== Chiesa dell'Addolorata ====
Tra le più antiche del paese. È chiusa al pubblico a seguito del sisma del 1980.
=== Aree naturali ===
* Bosco Santa Croce: si sviluppa attorno alla zona del santuario di Santa Maria di Pierno. È caratterizzato prevalentemente da castagneti, faggi e abetaie; è altresì habitat naturale della lepre, della volpe e del cinghiale.
* Bosco Monte dello Squadro: attrezzato per soste e visite, è abitato dalla stessa fauna del Bosco Santa Croce. È ricco di sorgenti di acqua naturale.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{| class="wikitable"
|-
!Dem. XVII/XVIII sec ||<ref>"Il Principato di Melfi - Vicende storiche di un antico stato feudale", Rosanna Ciriello, Basilicata Regione Notizie, 1996.</ref>
|-
|Anno ||1656 ||1668 ||1732 ||1795
|-
|Abitanti ||2795 ||2853 ||3200 ||5800
|}{{Demografia/San Fele}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 1º gennaio 2016 risultano residenti 72 stranieri<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/strasa2016/index.html|titolo=statistiche demografiche ISTAT}}</ref>.
=== Religione ===
{{vedi anche|Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa}}
La maggioranza della popolazione è di religione [[Cristianesimo|cristiana]] di rito [[Chiesa cattolica|cattolico]] appartenenti alla [[Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa]].
'''Feste religiose'''
[[File:San Fele j.png|thumb|upright=0.6|sinistra|statua di San Giustino portata in processione]]
* 20 gennaio: Festa del Patrono [[San Sebastiano]]
* 1ª domenica di maggio: Festa della Madonna di Pierno
* 30 luglio: Festa di San Giustino de Jacobis
* 15 agosto: Festa della Madonna di Pierno
* 8 settembre: Festa della Madonna di Pierno
== Cultura ==
=== Cinema ===
San Fele è stata uno dei luoghi di ripresa per la miniserie televisiva ''[[Il generale dei briganti]]'' ([[2012]]) di [[Paolo Poeti]].
===
La gastronomia sanfelese rientra per molti aspetti in quella regionale e la completa. Ecco alcune specialità.
[[File:San Fele g.jpg|thumb
'''Antipasti'''
* [[Acquasale|Acquasalë]] fréddë (pane raffermo ammorbidito con acqua fredda e condito con pomodoro, cipolla, sale e origano)
'''Primi piatti'''
* Cavatiéddè, fusiddë e avrècchjëtèddè (pasta fatta in casa condita con la radice amara cren o [[Rafano rusticano|rafano]], “u rafënë” in dialetto)
* Laghënë e fasulë (piatto unico composto da [[tagliatelle]] fatte in casa e fagioli)
* Mëgliazze, pizzë dë grandinjë, farënatë
* Trëhiddë cu a muddichë (pasta fatta in casa con aggiunta di mollica di pane)
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'''Dolci'''
* Cavëzone
* Sangunuaccë (impasto di sangue di maiale con uva passa e cioccolata)
* [[Scarpedd|Scarpèddë cu-r mustë cuòttë]] (pasta di pane fritta e condita con mosto rappreso sul fuoco)
===
[[File:San Fele e.jpg|thumb|80px|destra|Soul's events]]Spiritualia
È un evento di mezz'estate organizzato dal Comune con il patrocinio della Regione che coniuga i temi della spiritualità (a San Fele stessa c'è il culto di [[San Giustino de Jacobis]]) ai linguaggi della contemporaneità nel campo delle [[Lettere e filosofia|lettere]], dello [[spettacolo]], dell'arte e della cultura.
== Economia ==
=== Turismo ===
[[File:Cascata U Uattënniérë.jpg|thumb|Cascata ''U Uattënniérë'']]
[[File:San Fele (PZ), cascate de u puaravise.jpg|left|thumb|San Fele (PZ), U Paradisë]]
La vocazione turistica del territorio di San Fele è di tipo naturalistica ed escursionistica. Le cascate di San Fele fanno da traino all'economia della zona. Esse si formano lungo il corso del torrente Bradano (conosciuto anche come Bradanello, per distinguerlo dal [[Bradano|Fiume Bradano]]), che nasce in località Matise, per poi confluire nella [[Fiumara di Atella]] e poi nell'[[Ofanto]]. A monte dell'abitato di San Fele il torrente procede con numerose cascate, chiamate localmente anche "U uattenniere", nome dialettale della [[Gualchiera]], macchina utilizzata in passato per follare la lana sfruttando la forza dell'acqua. Ci sono anche resti di antichi mulini ad acqua, i quali hanno cessato di funzionare negli anni '30 del [[XX secolo]]. I sentieri che conducono alle Cascate di San Fele si articolano lungo vecchie [[Mulattiera|mulattiere]], di cui se ne servivano coloro che abitavano in località Montagna per giungere in paese. Tra questi, il sentiero che parte dal Monte Castello (937 m s.l.m.), dal quale è possibile osservare il [[monte Vulture|Vulture]] e la Valle di Vitalba. La cascata più alta è detta “U urtone”. Ad oggi sono accessibili al pubblico:
* cascata ''U Uattënniérë'', da battendiere, oggi "gualchiera";
* cascata ''degli Innamorati'', nome attribuito a seguito della miniserie televisiva sul Brigante [[Carmine Crocco]] girata a San Fele;
* cascata ''U Paradisë'', il Paradiso;
* cascata ''U Urtonë, ''che origina da uno degli affluenti del torrente Bradano, nel vallone Corbola.
La comunità locale è impegnata in lavori di ripristino di ulteriori aree.
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Le principali direttrici stradali che interessano San Fele sono:
* [[Strada statale
* [[Strade provinciali della provincia di Potenza|Strada provinciale]] 219 Vitalba-Ofantina: collega la [[Strada statale 401 dell'Alto Ofanto e del Vulture|strada statale 401dir]] e la [[Strada statale 658 Potenza-Melfi|strada statale 658]] al bivio San Fele;
* Strada provinciale 381.
=== Mobilità urbana ===
Il comune è collegato tramite autolinee a diverse destinazioni, principalmente in ambito provinciale.
=== Ferrovie ===
Il comune era servito dalla [[stazione di Rapone-Ruvo-San Fele]], sulla [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]].<ref>{{Cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono2/2rapone.htm|titolo=Lestradeferrate.it - Fermata di Rapone Ruvo San Fele (PZ)|sito=www.lestradeferrate.it|accesso=2024-02-15}}</ref>
== Amministrazione ==
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Muro Lucano|}}, dal 6 aprile [[2010]]
* {{Gemellaggio|Italia|Bologna|}}. Il 27 gennaio del [[1981]] venne convocata la seduta di gemellaggio a [[Bologna]]: l'iniziativa prese avvio in seguito al dramma del [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|Terremoto del 1980]]. Dopo circa un mese dal tragico evento, il sindaco di [[Bologna]], [[Renato Zangheri]] si recò nel paese terremotato per confortare la popolazione e garantire un aiuto finalizzato alla ricostruzione.
* {{Gemellaggio|Australia|Drummoyne|}}, dal [[1985]]. Il progetto è stato portato avanti da un cittadino di San Fele, emigrato negli anni '50 in [[Australia]]: [[Donato Di Giacomo]]. Drummoyne è un quartiere di [[Sydney]].
== Sport ==
===Automobilismo===
Dal 1995 il territorio di San Fele ospita la Prova Speciale più importante del [[Rally Puglia e Lucania]] perché la più lunga e selettiva. Questa gara costituisce il più importante appuntamento sportivo della Basilicata avendo validità per i Campionati Italiani "Trofeo Rally Terra" e "Cross Country Rally" ed il Campionato [[Fédération Internationale de l'Art Photographique|F.I.A.]] Central European Zone di quest'ultima specialità, riconducibile al modello DAKAR.
===Calcio===
Il paese è presente nel settore calcistico con una squadra di calcio a 11 "San Fele Calcio" che attualmente milita nel campionato di [[Prima Categoria]] regionale.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome=Martuscelli |nome=Luigi |titolo=Numistrone e Muro Lucano |anno=1896 |editore=Stabilimento Tipografico Pesole |città=Napoli
* Giustino Fortunato, ''Santa Maria di Vitalba'', Trani, V. Vecchi, 1898.
* Giustino Fortunato, ''Notizie storiche della Valle di Vitalba'', 6 voll., Trani, V. Vecchi, 1898-1904.
* Pierfrancesco Rescio, ''Archeologia e storia dei castelli di Basilicata e Puglia'', Consiglio Regionale di Basilicata, 1999.
* L'Unità, ''Zangheri: «il paese reggerà la prova»'', di Arturo Giglio, Mercoledì 24 dicembre 1980.
* Concetta Cirigliano, ''Donato Di Giacomo il tutor degli emigrati'', Mondo Basilicata, 2007
== Voci correlate ==
* [[Badia di Santa Maria di Pierno]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
==
* {{cita web|http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/facts/detail/40126|Storia amministrativa del Comune di Bologna}}
{{Vulture}}
{{
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
[[Categoria:San Fele| ]]
[[Categoria:Vulture-Melfese]]
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