San Fele: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome=San Fele
|Panorama=San Fele Vista Panoramica.jpg
|Didascalia=Veduta di San Fele
|Bandiera=San Fele-Gonfalone.png
|Voce bandiera=
|Stemma=San Fele-Stemma.png
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|Divisione amm grado 1=Basilicata
|Divisione amm grado 2=Potenza
|Amministratore locale=Mauro SenatoreDonato Sperduto
|Partito=[[lista civica]] di [[centro-sinistra]]
|Partito=commissario prefettizio
|Data elezione=10/05/201327-5-2019
|Data rielezione=9-6-2024
|Data istituzione=
|Altitudine=872
|Latitudine gradi=40
|Sottodivisioni=Agrifoglio, Armatieri, Cecci, Cerrito, Difesa, Masone, Montagna, Pierno, Priore, Signorella
|Latitudine minuti=49
|Divisioni confinanti=[[Atella (comune)|Atella]], [[Bella (Italia)|Bella]], [[Castelgrande]], [[Filiano]], [[Muro Lucano]], [[Rapone]], [[Ruvo del Monte]]
|Latitudine secondi=0
|Comuni di seconda corona=[[Pescopagano]]
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=15
|Longitudine minuti=32
|Longitudine secondi=0
|Longitudine EW=E
|Altitudine=920
|Superficie=96
|Note superficie=
|Abitanti=3081
|Note abitanti={{cita web|url=http://demo.istat.it/bilmens2013gen/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R17&Pro=P076&Com=76&submit=Tavola//|titolo=Bilancio demografico (provvisorio)|autore=ISTAT|mese=gennaio|anno=2013}}
|Aggiornamento abitanti=Agosto 2013
|Sottodivisioni=Agrifoglio, Armatieri, Cecci, Cerrito, Difesa, Montagna, Pierno, Priore, Masone, Signorella
|Divisioni confinanti=[[Atella (comune)|Atella]], [[Bella (Italia)|Bella]], [[Castelgrande]], [[Filiano]], [[Muro Lucano]], [[Rapone]], [[Ruvo del Monte]]
|Codice postale=85020
|Prefisso=[[0976]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=076076
|Codice catastale=H831
|Targa=PZ
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=2495
|Nome abitanti=Sanfelesi
|Diffusività=
|Patrono=[[san Sebastiano]] e [[Giustino de Jacobis|san Giustino de Jacobis]]
|Nome abitanti=sanfelesi
|Festivo=20 gennaio/30 luglio
|Patrono=[[San Sebastiano]]
|Festivo=20 gennaio
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of San Fele (province of Potenza, region Basilicata, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di San Fele all'interno della provincia di Potenza
|Sito=http://www.comune.sanfele.pz.it/
}}
{{Citazione|Tancredi di Santo Felice, detto Santo Fele, signore del feudo...|Attestato degli anni 1150-1168, dal [[Catalogo dei Baroni]]<ref>Catalogus Baronum (aa. 1150-1168) n. 482</ref>|{{Maiuscoletto|Tancredus Sancti Felís dixit Sanctum Felem, quem tenet esse feudum...}}|lingua=la}}
 
'''San Fele''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]:</small> {{IPA|/san ˈfɛle/|it}}<ref name="dop">{{DOP|lemma=San Felice|id=1078461}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Potenza]] in [[Basilicata]].
'''San Fele''' è un [[comune]] di 3.081 abitanti della [[provincia di Potenza]]. È situato nella parte nord-occidentale della [[Basilicata]], tra il Monte Castello e il Monte Torretta e fa parte della [[Comunità Montana del Vulture]]. Storicamente proviene dal feudo corrispondente alla Valle di Vitalba, insieme a Rionero in Vulture, Monticchio, Sant’Andrea, Montemarcone, Lagopesole, Montesirico, Rapone. Il suo nome in origine è riportato come Santo Felice, che per contrazione è mutato prima in Santo Fele ed infine al nome d'oggi. È un comune prettamente rurale. È noto per la nascita di [[San Giustino de Jacobis]] e per la presenza di uno dei più antichi e misteriosi [[santuari]] della Basilicata: [[Santa Maria di Pierno]].
 
Storicamente proviene dal feudo corrispondente alla [[Valle di Vitalba]], insieme a [[Rionero in Vulture]], [[Monticchio (Basilicata)]], Sant'Andrea, Montemarcone ([[Avigliano]]), Montesirico, [[Rapone]].
==Storia==
 
Il suo nome in origine fu ''Santo Felice''; le forme ''Santo Fele'' e ''San Fele'' (quella ufficiale) derivano anch'esse dal latino ''Felix'', ''Felicis'', ma nella forma del [[nominativo]] (''Felix''<ref name="dop"/>). San Fele è un comune prettamente rurale, noto per la presenza nel suo territorio del santuario di [[Santa Maria di Pierno]].
In epoca antica, il territorio di San Fele fu abitato dagli [[Ausoni]], che lasciarono diverse testimonianze nel circondario del comune. Il nucleo della città ebbe origine nel [[969]], con l'edificazione di un castello fortezza, voluto da [[Ottone I di Sassonia]] per avvistare e fronteggiare eventuali assedi da parte dei [[Bizantini]] e, circa un secolo dopo, iniziarono a sorgere intorno al presidio i primi centri abitati.
Il quartiere sviluppatosi lungo le pendici del Monte Castello è stato rinominato "Rione Costa".
 
== Geografia fisica ==
[[File:San Fele, quartiere Costa.jpg|left| thumb | San Fele, quartiere Costa ]]
È situato nella parte nord-occidentale della [[Basilicata]], a 872 {{mslm}}, arroccato tra il Monte Castello e il Monte Torretta. Fa parte della [[Comunità Montana del Vulture]].
 
=== Sismologia ===
In base alla classificazione sismica del territorio italiano effettuata dal [[Dipartimento della Protezione Civile]] presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comune di San Fele si trova in zona 1<ref>[http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/classificazione.wp Rischio sismico per provincia su protezionecivile.gov.it] {{Webarchive|url=https://archive.is/20150530195216/http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/classificazione.wp |date=30 maggio 2015 }}. aggiornato a marzo 2015;</ref>, cioè la zona che presenta un [[Classificazione sismica dell'Italia|rischio sismologico]] molto alto, nella quale possono verificarsi fortissimi terremoti.
 
== Storia ==
{{Citazione|Tancredi di Santo Felice, detto Santo Fele, signore del feudo...|Attestato degli anni 1150-1168, dal [[Catalogo dei Baroni]]<ref>Catalogus Baronum (aa. 1150-1168) n. 482</ref>|{{Maiuscoletto|Tancredus Sancti Felís dixit Sanctum Felem, quem tenet esse feudum...}}|lingua=la}}
 
In epoca antica, il territorio di San Fele fu abitato dagli [[Ausoni]], che lasciarono diverse testimonianze nel circondario del comune. Il nucleo della città ebbe origine nel [[969]] d.C., con l'edificazione di un castello fortezza, voluto da [[Ottone I di Sassonia]] per avvistare e fronteggiare eventuali assedi da parte dei [[Bizantini]] e, circa un secolo dopo, iniziarono a sorgere intorno al presidio i primi centri abitati.
Il quartiere sviluppatosi lungo le pendici del Monte Castello è stato rinominato "Rione Costa".
 
[[File:San Fele, quartiere Costa.jpg|left|thumb | San Fele, quartiere Costa]]
Il castello fortezza era "di forma bislonga e fabricato a guisa di un vascello [...] [[Federico II di Svevia|Federico II]] lo strinse anchora, e per renderlo del tutto inespugnabile, e lo fiancheggiò di alcune mezze lune e torrioni"; questo è quanto riportato nella relazione di Ardoini del 1674<ref> "Descrizione dello Stato di Melfi", Pier Battista Ardoini, vice-governatore pro-interim del Feudo di Melfi, nominato dai [[Doria]]</ref>, ma al tempo in cui scriveva era "quasi distrutto e con la sola prospettiva di mura".
 
Il castello fortezza era "di forma bislonga e fabricato a guisa di un vascello [...] [[Federico II di Svevia|Federico II]] lo strinse anchora, e per renderlo del tutto inespugnabile, e lo fiancheggiò di alcune mezze lune e torrioni"; questo è quanto riportato nella relazione di Ardoini del 1674<ref>"Descrizione dello Stato di Melfi", Pier Battista Ardoini, vice-governatore pro-interim del Feudo di Melfi, nominato dai [[Doria]]</ref>, ma al tempo in cui scriveva era "quasi distrutto e con la sola prospettiva di mura".
Nel [[1036]], alcuni ribelli milanesi che osteggiarono l’[[arcivescovo di Milano]] furono confinati a San Fele e, liberati da [[Corrado II]], rimasero ivi a causa dell’epidemia che colpì Milano. Gli esuli milanesi si imparentarono con le popolazioni della vicina valle di Vitalba, formando le prime famiglie della città. Per porre fine allo scontro tra [[normanni]] e [[papato]], San Fele ospitò [[Ruggero II]] e il [[papa Onorio II]], ove iniziarono a stipulare i primi accordi di pace.
 
In epoca sveva,Nel [[Enrico Carlotto di Sicilia|Enrico Carlotto1036]], figlioalcuni diribelli milanesi che osteggiavano l'[[Federicoarcivescovo IIdi Milano]], vennefurono confinatoconfinati nela castelloSan localeFele dale, fratelloliberati da [[Corrado IVII diil SveviaSalico|Corrado IVII]], nuovorimasero imperatore,ivi ila qualecausa dell'epidemia che colpì Milano. Gli esuli milanesi si imparentarono con le popolazioni della vicina valle di Vitalba, secondoformando alcunele fontiprime famiglie della città. Per porre fine allo scontro tra [[normanni]] e [[papato]], l'avrebbeSan fattoFele uccidereospitò dal[[Ruggero castellanoII]] e il [[Giovannipapa MoroOnorio II]], ove iniziarono a stipulare i primi accordi di pace. Sotto la dominazione angioina, la città fu affidata ai feudatari Giovanni Gaulard, Drogone di Beaumont, Guglielmo di Melun. [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]] fece ristrutturare il castello.
 
Dal [[1432]] il feudo di ''San Fele'' fu amministrato da [[Troiano Caracciolo]], 1º Ducaduca di Melfi, e dai suoi successoridiscendenti fino al [[1613]], quando subentrò la famiglia [[Doria]], che mantenne la proprietà fino al [[1811]]. Nel frattempo il terribile [[terremoto del 1456]] aveva sconvolto San Fele, danneggiando la chiesa di Pierno.
Nel [[1456]], un terribile terremoto sconvolse San Fele, danneggiando la Chiesa di Pierno.
 
Nel [[1799]] la popolazione innalzò l'[[Albero della libertà]]. L'euforia per la nuova era, la [[Repubblica Napoletana (1799)]], svanì presto e molti furono giustiziati.
 
All'indomani dell'[[unità d'Italia]], tutta la zona fu coinvolta nel [[brigantaggio postunitario|brigantaggio]] e famosinumerosi briganti come Giovanni "Coppa" Fortunato, Vitodetto "TotaroCoppa", Vito Di Gianni, detto "Totaro" e Francesco Fasanella, detto "Tinna" Fasanella, si distinsero come luogotenenti del famigerato capomassa [[Carmine Crocco]].
 
Come tutti i paesi del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], San Fele ha subito una forte [[emigrazione]], che si può suddividere in due fasi:
* dalla seconda metà del [[XIX secolo]] al primo dopoguerra: in questa circostanza le mete erano oltre oceano, ossia l'[[America]] (in particolare [[Brasile]], [[Argentina]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Canada]]);
* dal secondo dopoguerra fino al giorno d'oggi: nei primi decenni, cioè quelli del [[Boom economico italiano|''boom'' economico]], le famiglie si trasferirono soprattutto verso [[Svizzera]] (in particolare nei dintorni di [[Lucerna]] e [[Zurigo]]) [[Germania]], [[Belgio]] e nord Italia (in particolare [[Piemonte]], [[Lombardia]] e [[Toscana]]).
Tuttavia, ulteriori motivazioni che spinsero molti cittadini di San Fele ad abbandonare la propria terra e che presentavano carattere prettamente locale, generarono da due eventi geofisici di particolare gravità:
* le frane del [[1968]]<ref>http://stefanoduri.altervista.org/frane/frane_ex.php; archivio frane Basilicata</ref>, che colpirono la parte nord orientale del paese spazzando via un cospicuo nucleo di case abitate;
* il [[terremoto dell'Irpinia del 1980]], che lasciò senzatetto 634 persone, ovvero circa il 10% della popolazione<ref>{{cita web|url=http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|titolo=Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html#|dataarchivio=7 gennaio 2018|accesso=2 agosto 2015}}</ref>;
* il [[Terremoto dell'Irpinia del 1980]].
 
Rilevante la presenza di Sanfelesi in [[Australia]] ed in particolare nella città di [[Sydney]] ove si contano ormai più persone (oltre 3000) rispetto al paese di origine.
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L'emigrazione degli ultimi anni è costituita da giovani che raggiungono le più importanti città italiane (in particolare [[Torino]], [[Milano]], [[Firenze]], e [[Roma]]).
 
=== Simboli ===
 
 
[[File:San Fele-Stemma.png|left|90px]]
 
 
Questa è la descrizione araldica dello stemma:
{{Citazione|Tre monti e sul medio un genio ignudo alato con un globo nella mano sinistra.}}
Il gonfalone è un drappo di giallo.
 
 
 
 
 
===Evoluzione demografica===
{| class="wikitable"
|-
! Dem. XVII/XVIII sec ||<ref> "Il Principato di Melfi - Vicende storiche di un antico stato feudale", Rosanna Ciriello, Basilicata Regione Notizie, 1996.</ref>
|-
| Anno || 1656 || 1668 || 1732 || 1795
|-
| Abitanti || 2795 || 2853 || 3200 || 5800
|}
{{Demografia/San Fele}}
 
=== Sismologia ===
Il comune è classificato dal [[Dipartimento della Protezione Civile]] in zona 1<ref>[http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/rischio-sismico/perProvincia.pdf Rischio sismico per provincia su protezionecivile.it].</ref>), cioè presenta un [[Classificazione sismica dell'Italia|rischio sismologico]] molto alto.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{immagine grande|San Fele sl.png|1000px300px|Panoramica del borgo medievale di San Fele}}
=== Architetture Militarimilitari ===
==== Ruderi del castello fortezza ====
Costruito da [[Ottone I di Sassonia]] nel X secolo, in epoca sveva divenne luogo di temporanea prigionia di [[Enrico VII di Hohenstaufen]], figlio di [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Un altro figlio dell'imperatore, [[Enrico Carlotto di Sicilia|Enrico Carlotto]], venne confinato nel castello - fortezza per mano del fratello [[Corrado IV di Svevia|Corrado IV]], nuovo regnante, il quale, secondo alcune fonti, nel [[1253]] diede ordine al castellano [[Giovanni Moro]]<ref>{{Cita libro|autore = G. Merolla|titolo = Compendio di storia patria, ovvero Fatti principali della storia del regno di Napoli dalla primitiva origine fino ai nostri tempi compilati da Giacomo Bugni|anno = 1854|editore = |città = |p = |pp = |ISBN = }}</ref> di provvedere alla sua uccisione.
Costruito da [[Ottone I di Sassonia]] nel X secolo, è ricordato per essere stato il luogo della morte di [[Enrico Carlotto di Sicilia]], e della prigionia di [[Giovanna I di Napoli]].
 
Sotto la dominazione angioina, la città fu affidata ai feudatari Giovanni Gaulard, Drogone di Beaumont, Guglielmo di Melun. È ricordato per essere stato anche il luogo della prigionia di [[Giovanna I di Napoli]]. Carlo d'Angiò fece ristrutturare ed ampliare il castello nel [[1270]].
 
=== Architetture Civilicivili ===
[[File:San Fele f.png|thumb|150px|rightupright=0.7|Pal. Frascella]]
==== Palazzo Frascella ====
È un'imponente architettura posta sotto il Monte Castello e si caratterizza per il riuso di materiali da costruzione crollati dopo i terremoti; in particolare qui sono stati usati conci di pietra provenienti dalla fortezza di [[Ottone I di Sassonia]]. Una torre in stile normanno incorporata nel palazzo non è altro che ciò che restò in piedi dell'antica chiesa di [[San Sebastiano]], il [[Santo patrono|patrono]] della città, dopo il terremoto del [[1456]].
 
==== Palazzo Stia ====
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==== Palazzo Faggella ====
Uno tra gli edifici principali della città, edificato nel XVII secolo, appartenuto al casato Faggella, che ha generato personaggi famosi in vari campi. Oggi è sede del municipio[[Comune (Italia)|Comune]].
 
==== Casa di confino di Manlio RossiDoriaRossi-Doria ====
In pieno centro storico si trova la casa in cui fu confinato dalla dittatura fascista [[Manlio Rossi-Doria]]. Per ricordarne l'accadutoil soggiorno, dal giugno al dicembre [[1940]], il comuneComune di San Fele ha posto una targa dinanzi all'ingresso dell'edificio.
=== Architetture Religiose ===
[[File:San Fele k.png|thumb|125px|right|Chiesa madre]]
 
==== Ruderi della Gualchiera di San Fele ====
La [[Gualchiera]] di San Fele, adibita alla [[follatura]] della [[lana]], era situata nei pressi delle Cascate di San Fele. Seppure allo stato di rudere è stata riconosciuta nel settembre [[2014]], con apposito decreto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Basilicata<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.basilicata.it/rbc/form.jsp?bene=1093&sec=5|titolo=Patrimonio Culturale della Basilicata}}</ref>, come [[bene culturale]] di interesse storico, ambientale ed etnoantropologico, in quanto significativo esempio di tipologia architettonica rurale testimonianza dell'economia tradizionale del territorio di San Fele, legata alla storia e all'identità stessa delle popolazioni locali.
 
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di Santa Maria della Quercia ====
Costruita nel [[1514]], la Chiesa Madre, si trova ai piedi del monteMonte Castello, nella zona più alta della città. L'impianto principale a tre navate, a croce greca, risale al XVI secolo, mentre la [[cupola]] è del XVIII secolo. È stata costruita riutilizzando materiale residuo di crolli del castello e delle mura. All'interno ci sono un antico crocifisso ligneo dia grangrandezza pregiod'uomo e una grande tela di ignoto autore del ‘600, ritrovata nel monastero di Sant'Antonio (sui cui resti venne costruito il cimitero cittadino) raffigurante [[Rosa da Viterbo|Santa Rosa da Viterbo]]. All'esternoNella [[navata]] sinistra è stata posizionata laun'urna contenente le statuareliquie di [[San Giustino de Jacobis]],; giàmentre vescovoall'esterno, esulla missionarioscalinata principale, nativosempre in onore del luogoSanto, è stata eretta una Statua in memoria della sua [[canonizzazione]], avvenuta nel [[1975]].
 
Con il terremoto del 1980 subì gravi lesioni verticali nella facciata, negli archi e nelle volte, con distacchi e crolli parziali intonaci e stucchi che hanno comportato la chiusura della chiesa al pubblico fino ai primi anni del [[2000]].
[[File:San Fele p.jpg|thumb|175px|left|Santa Maria di Pierno]]
 
==== Badia di Santa Maria di Pierno ====
[[File:San Fele p.jpg|thumb|upright|left|Santa Maria di Pierno]][[File:San Fele k.png|thumb|interno del santuario di Pierno|120x120px]]Il [[Badia di Santa Maria di Pierno|santuario della Madonna di Pierno]], [[Chiesa (architettura)|chiesa]] e resti di un antico [[monastero]], si trova su un altopiano boschivo a circa dieci chilometri dalla città. [[San Guglielmo da Vercelli]] volle la costruzione del santuario Mariano. L'impianto dell’architettodell'architetto Sarolo di Muro, risalente al XII secolo, è stato alterato nel tempo a causa di crolli e successivi rimaneggiamenti. L'ala ovest del monastero è ben conservata e utilizzata come abitazioni private. A monte della chiesa sono stati effettuati [[scavi archeologici]] che hanno riportato alla luce i resti dell'antica [[abbazia|badia]], costruita probabilmente sovrapponendosi a una minore ma analoga struttura di epoca prenormanna.
 
==== Casa natale di San Giustino de Jacobis ====
La casa in cui nacque San Giustino de Jacobis, il 9 ottobre 1800, si trova nel centro storico di San Fele. Recentemente restaurata, è meta di pellegrinaggi religiosi.
 
==== Chiesa dell'Annunziata ====
== Turismo ==
Nei pressi della casa natale di San Giustino De Jacobis, è situata la Chiesa dell’Annunziata lo spazio interno è diviso in due navate orizzontali separate da archi sostenuti da pilastri fino a concludersi con l’abside.
=== Escursionismo ===
Le cascate di San Fele si formano lungo il corso del torrente Bradano (conosciuto anche come Bradanello, per distinguerlo dal Fiume Bradano), che nasce in località Matise, per poi confluire nella [[Fiumara di Atella]]. A monte dell'abitato di San Fele il torrente procede con numerose cascate, chiamate localmente anche "U uattenniere", nome dialettale della [[Gualchiera]], macchina utilizzata in passato per follare la lana sfruttando la forza dell'acqua. Ci sono anche resti di antichi mulini ad acqua, i quali hanno cessato di funzionare negli anni '30 del XX secolo. I sentieri che conducono alle Cascate di San Fele si articolano lungo vecchie mulattiere, di cui se ne servivano coloro che abitavano in località Montagna per giungere in paese. Tra questi, il sentiero che parte dal Monte Castello (937 m s.l.m), dal quale è possibile osservare il [[Vulture]] e la Valle di Vitalba. La cascata più alta è detta “U urtone”. Ad oggi sono accessibili al pubblico:
* cascata ''U Uattënniérë'', da "gualchiera";
* cascata ''degli Innamorati'', nome attribuito a seguito della miniserie televisiva sul Brigante [[Carmine Crocco]] girata a San Fele;
* cascata ''U Paradisë'', il Paradiso.
* cascata ''U Urtonë, ''che origina da uno degli affluenti del torrente Bradano, nel vallone Corbola
La comunità locale è impegnata in lavori di ripristino di ulteriori aree.
 
==== ParchiChiesa di Santa Lucia ====
La chiesa viene fatta risalire al XVII secolo dalla data indicata dal bassorilievo centrale raffigurante una croce con la scritta: A.D. 1632.
* Percorso naturalistico attrezzato del Bosco Santa Croce, la zona quindi del santuario di Santa Maria di Pierno: castagneto, faggeta e abetaie, habitat naturale di lepre selvatica, volpe e cinghiale.
L’interno della struttura ad una sola navata con altare in marmo è visitabile in occasione della festività di Santa Lucia e del giovedì santo.
* Bosco Monte dello Squadro: attrezzato per soste e visite, è abitato dalla stessa fauna del Santa Croce ed è ricco di sorgenti di acqua naturale.
 
==== Chiesa dell'Addolorata ====
==Cultura==
Tra le più antiche del paese. È chiusa al pubblico a seguito del sisma del 1980.
 
=== Aree naturali ===
* Bosco Santa Croce: si sviluppa attorno alla zona del santuario di Santa Maria di Pierno. È caratterizzato prevalentemente da castagneti, faggi e abetaie; è altresì habitat naturale della lepre, della volpe e del cinghiale.
* Bosco Monte dello Squadro: attrezzato per soste e visite, è abitato dalla stessa fauna del Bosco Santa Croce. È ricco di sorgenti di acqua naturale.
 
== Società ==
 
=== Evoluzione demografica ===
{| class="wikitable"
|-
!Dem. XVII/XVIII sec ||<ref>"Il Principato di Melfi - Vicende storiche di un antico stato feudale", Rosanna Ciriello, Basilicata Regione Notizie, 1996.</ref>
|-
|Anno ||1656 ||1668 ||1732 ||1795
|-
|Abitanti ||2795 ||2853 ||3200 ||5800
|}{{Demografia/San Fele}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 1º gennaio 2016 risultano residenti 72 stranieri<ref>{{Cita web|url=http://demo.istat.it/strasa2016/index.html|titolo=statistiche demografiche ISTAT}}</ref>.
 
=== Religione ===
{{vedi anche|Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa}}
La maggioranza della popolazione è di religione [[Cristianesimo|cristiana]] di rito [[Chiesa cattolica|cattolico]] appartenenti alla [[Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa]].
 
'''Feste religiose'''
[[File:San Fele j.png|thumb|upright=0.6|sinistra|statua di San Giustino portata in processione]]
* 20 gennaio: Festa del Patrono [[San Sebastiano]]
* 1ª domenica di maggio: Festa della Madonna di Pierno
* 30 luglio: Festa di San Giustino de Jacobis
* 15 agosto: Festa della Madonna di Pierno
* 8 settembre: Festa della Madonna di Pierno
 
== Cultura ==
=== Cinema ===
San Fele è stata uno dei luoghi di ripresa per la miniserie televisiva ''[[Il generale dei briganti]]'' ([[2012]]) di [[Paolo Poeti]].
 
=== GastronomiaCucina ===
La gastronomia sanfelese rientra per molti aspetti in quella regionale e la completa. Ecco alcune specialità.
[[File:San Fele g.jpg|thumb|240px|Acquasale]]
'''Antipasti'''
* [[Acquasale|Acquasalë]] fréddë (pane raffermo ammorbidito con acqua fredda e condito con pomodoro, cipolla, sale e origano)
 
'''Primi piatti'''
* Cavatiéddè, fusiddë e avrècchjëtèddè (pasta fatta in casa condita con la radice amara cren o [[Rafano rusticano|rafano]], “u rafënë” in dialetto)
* Laghënë e fasulë (piatto unico composto da [[tagliatelle]] fatte in casa e fagioli)
* Mëgliazze, pizzë dë grandinjë, farënatë (preparati a base di farina di mais)
* Trëhiddë cu a muddichë (pasta fatta in casa con aggiunta di mollica di pane)
 
Riga 179 ⟶ 180:
 
'''Dolci'''
* Cavëzone d’d' cicër e castagnë (dolce natalizio a base di ceci, cioccolato e castagne)
* Sangunuaccë (impasto di sangue di maiale con uva passa e cioccolata)
* [[Scarpedd|Scarpèddë cu-r mustë cuòttë]] (pasta di pane fritta e condita con mosto rappreso sul fuoco)
 
=== ReligioneEventi ===
[[File:San Fele e.jpg|thumb|80px|destra|Soul's events]]Spiritualia
{{vedi anche|Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa}}
La maggioranza della popolazione è di religione [[Cristianesimo|cristiana]] di rito [[Chiesa cattolica|cattolico]] appartenenti alla [[Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa]].
 
È un evento di mezz'estate organizzato dal Comune con il patrocinio della Regione che coniuga i temi della spiritualità (a San Fele stessa c'è il culto di [[San Giustino de Jacobis]]) ai linguaggi della contemporaneità nel campo delle [[Lettere e filosofia|lettere]], dello [[spettacolo]], dell'arte e della cultura.
'''Feste Religiose'''
[[File:San Fele j.png|thumb|130px|sinistra|San Giustino]]
* 20 gennaio: Festa del Patrono [[San Sebastiano]]
* 1ª domenica di maggio: Festa della Madonna di Pierno
* 30 luglio: Festa di San Giustino de Jacobis
* 15 agosto: Festa della Madonna di Pierno
* 8 settembre: Festa della Madonna di Pierno
 
== Economia ==
 
=== Turismo ===
[[File:San Fele e.jpg|thumb|80px|destra|Soul's events]]
[[File:Cascata U Uattënniérë.jpg|thumb|Cascata ''U Uattënniérë'']]
===Spiritualia===
[[File:San Fele (PZ), cascate de u puaravise.jpg|left|thumb|San Fele (PZ), U Paradisë]]
È un evento di mezz'estate organizzato dal Comune con il patrocinio della Regione che coniuga i temi della spiritualità tanto esternata in Basilicata (a San Fele stessa c'è il culto di [[San Giustino de Jacobis]]) ai linguaggi della contemporaneità, in particolare ponendo un tema umanistico a ospiti di caratura nazionale, nel campo delle lettere, dello spettacolo, dell'arte e della cultura. I palchi sono montati nelle suggestive piazze e terrazze del borgo medievale.
La vocazione turistica del territorio di San Fele è di tipo naturalistica ed escursionistica. Le cascate di San Fele fanno da traino all'economia della zona. Esse si formano lungo il corso del torrente Bradano (conosciuto anche come Bradanello, per distinguerlo dal [[Bradano|Fiume Bradano]]), che nasce in località Matise, per poi confluire nella [[Fiumara di Atella]] e poi nell'[[Ofanto]]. A monte dell'abitato di San Fele il torrente procede con numerose cascate, chiamate localmente anche "U uattenniere", nome dialettale della [[Gualchiera]], macchina utilizzata in passato per follare la lana sfruttando la forza dell'acqua. Ci sono anche resti di antichi mulini ad acqua, i quali hanno cessato di funzionare negli anni '30 del [[XX secolo]]. I sentieri che conducono alle Cascate di San Fele si articolano lungo vecchie [[Mulattiera|mulattiere]], di cui se ne servivano coloro che abitavano in località Montagna per giungere in paese. Tra questi, il sentiero che parte dal Monte Castello (937 m s.l.m.), dal quale è possibile osservare il [[monte Vulture|Vulture]] e la Valle di Vitalba. La cascata più alta è detta “U urtone”. Ad oggi sono accessibili al pubblico:
 
* cascata ''U Uattënniérë'', da battendiere, oggi "gualchiera";
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
* cascata ''degli Innamorati'', nome attribuito a seguito della miniserie televisiva sul Brigante [[Carmine Crocco]] girata a San Fele;
* Proloco di San Fele
* cascata ''U Paradisë'', il Paradiso;
 
* cascata ''U Urtonë, ''che origina da uno degli affluenti del torrente Bradano, nel vallone Corbola.
===Curiosità===
La comunità locale è impegnata in lavori di ripristino di ulteriori aree.
San Fele è stata uno dei luoghi di ripresa per la miniserie televisiva ''[[Il generale dei briganti]]'' ([[2012]]) di [[Paolo Poeti]].
 
[[File:Danny DeVito 2008.jpg|right|thumb|75px|D. DeVito]]
=== Persone legate a San Fele ===
*[[Enrico Carlotto di Sicilia]] - re di Gerusalemme
*[[Giovanna I di Napoli]] - regina di Napoli
*[[Francesco Antonio Frascella]] - arcivescovo
*[[San Giustino de Jacobis]] - religioso e missionario
*Vito D'Addezio - sacerdote, professore e rettore del Seminario di Muro Lucano
[[File:Cancellara Fabian 2007.JPG|right|thumb|75px|F. Cancellara]]
*[[Donato Faggella]] - magistrato e politico
*[[William Edmunds]] - attore
*[[Beniamino Bufano]] - scultore
*[[Manlio Rossi-Doria]] - economista, politico e accademico
*[[Danny DeVito]] - attore e regista
*[[Giovanni Fasanella]] - giornalista e scrittore
*[[Fabian Cancellara]] - ciclista su strada
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Le principali direttrici stradali che interessano San Fele sono:
* [[Strada statale 65893 PotenzaAppulo-MelfiLucana]].;
* [[Strade provinciali della provincia di Potenza|Strada provinciale]] 219 Vitalba-Ofantina: collega la [[Strada statale 401 dell'Alto Ofanto e del Vulture|strada statale 401dir]] e la [[Strada statale 658 Potenza-Melfi|strada statale 658]] al bivio San Fele;
*[[Strada statale 93 Appulo-Lucana]].
* Strada provinciale 381.
*[[Strada statale 401 dell'Alto Ofanto e del Vulture]].
*''Strada provinciale 219 Vitalba-Ofantina'': collega la 401dir e la 658 al bivio S.Fele.
 
=== Mobilità urbana ===
Il comune è collegato tramite autolinee a diverse destinazioni, principalmente in ambito provinciale.
Le principali linee sono:
 
* Rapone ‐ Ruvo del Monte ‐ SAN FELE ‐ Rionero in Vulture ‐ Melfi
=== Ferrovie ===
* SAN FELE ‐ Pierno ‐ Atella ‐ Melfi
Il comune era servito dalla [[stazione di Rapone-Ruvo-San Fele]], sulla [[ferrovia Avellino-Rocchetta Sant'Antonio]].<ref>{{Cita web|url=http://www.lestradeferrate.it/mono2/2rapone.htm|titolo=Lestradeferrate.it - Fermata di Rapone Ruvo San Fele (PZ)|sito=www.lestradeferrate.it|accesso=2024-02-15}}</ref>
* Rionero in Vulture - Atella - SAN FELE
* Ruvo del Monte - SAN FELE - Potenza
* SAN FELE - Napoli
* SAN FELE - Roma (dal 2011)
 
== Amministrazione ==
 
=== Gemellaggi ===
In data 10/05/2013 si è insediato in qualità di [[Commissario prefettizio]] il Dott. Mauro Senatore, nominato con decreto del 9/05/2013.
 
===Gemellaggi===
San Fele è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Italia|Muro Lucano|}}, dal 6 aprile [[2010]]
* {{Gemellaggio|Italia|Bologna|}}. Il 27 gennaio del [[1981]] venne convocata la seduta di gemellaggio a [[Bologna]]: l'iniziativa prese avvio in seguito al dramma del [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|Terremoto del 1980]]. Dopo circa un mese dal tragico evento, il sindaco di [[Bologna]], [[Renato Zangheri]] si recò nel paese terremotato per confortare la popolazione e garantire un aiuto finalizzato alla ricostruzione.
* Drummoyne, quartiere di Sydney dal 1985
* {{Gemellaggio|Australia|Drummoyne|}}, dal [[1985]]. Il progetto è stato portato avanti da un cittadino di San Fele, emigrato negli anni '50 in [[Australia]]: [[Donato Di Giacomo]]. Drummoyne è un quartiere di [[Sydney]].
Il 27 gennaio del 1981 venne convocata la seduta di gemellaggio a [[Bologna]]: l'iniziativa prese avvio in seguito al dramma del [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|Terremoto del 1980]].
 
== Sport ==
===Automobilismo===
Dal 1995 il territorio di San Fele, zona montagna, ospita la Prova Speciale più importante, perché più lunga e selettiva, del [[Rally]] Puglia & Lucania che ad ottobre 2013 vedrà la 25ª Edizione; nel Centro Abitato in Località Grave si tiene in Parco Assistenza di questa gara che costituisce il più importante appuntamento sportivo della Basilicata avendo validità per i Campionati Italiani "Trofeo Rally Terra" e "Cross Country Rally" ed il Campionato F.I.A. Central European Zone di quest'ultima specialità riconducibile al modello DAKAR.
Dal 1995 il territorio di San Fele ospita la Prova Speciale più importante del [[Rally Puglia e Lucania]] perché la più lunga e selettiva. Questa gara costituisce il più importante appuntamento sportivo della Basilicata avendo validità per i Campionati Italiani "Trofeo Rally Terra" e "Cross Country Rally" ed il Campionato [[Fédération Internationale de l'Art Photographique|F.I.A.]] Central European Zone di quest'ultima specialità, riconducibile al modello DAKAR.
 
===Calcio===
==Galleria fotografica==
Il paese è presente nel settore calcistico con una squadra di calcio a 11 "San Fele Calcio" che attualmente milita nel campionato di [[Prima Categoria]] regionale.
<gallery>
Immagine:San_Fele_c.png|<center> Il centro storico
Immagine:San_Fele_n.jpg|<center> Il borgo dopo una tormenta
Immagine:San_Fele_s.png|<center> Scorcio del centro storico
Immagine:Santa_Maria_di_Pierno.jpg|<center> Santuario di Santa Maria di Pierno
Immagine:San Fele a.png|<center> Antica carta topografica
Immagine:Banda del Brigante Totaro di San Fele.jpg|<center> La banda del Brigante Totaro
Immagine:Targa davanti alla casa di confino di Manlio Rossi-Doria.jpg|<center>Targa davanti alla casa di confino di Manlio Rossi-Doria
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome=Martuscelli |nome=Luigi |titolo=Numistrone e Muro Lucano |anno=1896 |editore=Stabilimento Tipografico Pesole |città=Napoli |pagine= |id=|cid=MARTUSCELLI Luigi, 1896}}
* Giustino Fortunato, ''Santa Maria di Vitalba'', Trani, V. Vecchi, 1898.
* Giustino Fortunato, ''Notizie storiche della Valle di Vitalba'', 6 voll., Trani, V. Vecchi, 1898-1904.
* Pierfrancesco Rescio, ''Archeologia e storia dei castelli di Basilicata e Puglia'', Consiglio Regionale di Basilicata, 1999.
* L'Unità, ''Zangheri: «il paese reggerà la prova»'', di Arturo Giglio, Mercoledì 24 dicembre 1980.
* Concetta Cirigliano, ''Donato Di Giacomo il tutor degli emigrati'', Mondo Basilicata, 2007
 
== Voci correlate ==
* [[Badia di Santa Maria di Pierno]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== VociCollegamenti Correlateesterni ==
* {{cita web|http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/facts/detail/40126|Storia amministrativa del Comune di Bologna}}
* [[Badia di Santa Maria di Pierno|Badia di Santa Maria di Pierno]]
==Collegamenti esterni==
* [http://www.comune.bologna.it/storiaamministrativa/facts/detail/40126 Storia amministrativa del Comune di Bologna]
 
{{Vulture}}
{{ProvinciaComuni della provincia di Potenza}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Basilicata}}
 
[[Categoria:San Fele| ]]
[[Categoria:Vulture-Melfese]]