Terremoto dell'Irpinia del 1980: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Ad un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano.|[[Alberto Moravia]], ''Ho visto morire il Sud''}}
 
{{Terremoto
| titolo = Terremoto dell'Irpinia meridionale del 1980
| immagine = terremoto_irpinia1980_shakemap19801123 183453 irpinia quake intensity.jpg
| didascalia = La mappaMappa dell'intensitàepicentro secondo dellala scossa[[scala delleMercalli|scala 19:34Mercalli-Cancani-Sieberg]]
| data = 23 novembre [[1980]]
| ora = 19:34:52<ref name=emidius />
| fuso_orario =[[UTC+1]]
|magnitudo_momento = 6,9<ref name="earthquake.usgs.gov">{{cita web|url=https://earthquake.usgs.gov/earthquakes/eventpage/usp0001ay4/executive}}</ref>
| magnitudo_Richter = 6,5<ref name=magnitudoitaca>{{cita web|url=http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet/CadmoDriver?_action_do_single=1&_criteria=CZ001%3d%20AZ010event_timeIAZ0191980-11-23%2018%3a34%3a53%27&_page=ACC_Events_D&_rock=&_state=find&_tabber=0&_token=NULLNULLNULLNULL|titolo=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Italian Accelerometric Archive|accesso=20 dicembre 2010}}</ref>
| magnitudo_momentoprofondità = 6,89 ± 0,0410<ref name=emidius"earthquake.usgs.gov" />
|distretto_sismico = [[Irpinia]]
| profondità = 30
|posizione_epicentro = 1 km SO [[Castelnuovo di Conza]] (SA) (località Viaticale)
|distretto_sismico = Irpinia
|lat = 40.815928
| posizione_epicentro = Tra [[Teora]], [[Castelnuovo di Conza]] e [[Conza della Campania]]
|long = 15.311564
| coordinate_epicentro = {{coord|40|51|0|N|15|16|47|E}}
| nazioni_colpite = {{Bandiera|ITA}} [[Italia]]
|intensità = X
| intensità = X<ref name=emidius>{{cita web|url=http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/query_eq/external_call.htm?eq_id=3132&eq_group=|titolo=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Mappa dei risentimenti dei comuni colpiti|accesso=23 giugno 2012}}</ref>
|vittime = {{formatnum:2914}} morti (secondo le fonti più accreditate), {{formatnum:8848}} feriti e circa {{formatnum:280000}} sfollati<ref name=VigilidelFuoco>{{cita web|url=http://www.vigilfuoco.it/aspx/ReturnDocument.aspx?IdDocumento=406|titolo=Resoconto dei Vigili del Fuoco|accesso=25 novembre 2020}}</ref>
|tsunami = No
|mappa_localizzazione = ITA|magnitudo_Richter=6,9|maremoto=No}}
| vittime = 2.914<ref name=VigilidelFuoco>{{cita web|url=http://www.vigilfuoco.it/aspx/ReturnDocument.aspx?IdDocumento=406|titolo=Resoconto dei Vigili del Fuoco|accesso=29 giugno 2012}}
</ref>}}
 
Il '''terremoto dell'[[Irpinia]] del 1980''' fu un [[terremoto|sisma]] che si verificò il 23 novembre [[1980]] e che colpì la [[Campania]] centrale e la [[Basilicata]] centro-settentrionale., Caratterizzatocon daparte unadella [[scalaprovincia di magnitudo del momento sismico|magnitudo del momento sismicoFoggia]] dientro circail 6,9confine Richtercon ele deldue Xregioni, gradocoinvolgendo, dellaperò, [[scalain Mercalli]]<refmaniera name=emidiusmolto />ridotta conanche epicentrotutto trail i comuni diresto dell'[[Teora]],Italia [[Castelnuovo di Conzameridionale]], e [[Conza della Campania]], causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.<ref name=VigilidelFuoco />
 
Caratterizzato da una [[scala di magnitudo del momento sismico|magnitudo]] di 6.9 (X grado della [[scala Mercalli]]<ref>{{Cita web|url=https://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/event/19801123_1834_000|sito=emidius.mi.ingv.it|data=2016-07-23|accesso=2020-11-25}}</ref>) con [[epicentro]] nell'[[Irpinia]] meridionale tra i comuni di [[Teora]], [[Castelnuovo di Conza]] e [[Conza della Campania]], causò circa {{formatnum:280000}} sfollati, {{formatnum:8848}} feriti e, secondo le stime più attendibili, {{formatnum:2914}} vittime.<ref name=VigilidelFuoco />
== La scossa ==
[[File:Teora 1980.jpg|thumb|200px|left|La distruzione subita dalla città di [[Teora]]]]
[[File:Conza della Campania 1980.jpg|thumb|200px|left|[[Castelnuovo di Conza]] rasa al suolo dal terremoto]]
Il terremoto colpì alle 19:34<ref name=Caldarola>{{Cita news|autore=[[Giuseppe Caldarola]]|url=http://www.ilriformista.it/stories/Italia/61016/|titolo=Quando in Irpinia crollò anche la Prima Repubblica|pubblicazione=[[Il Riformista]]|giorno=7|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009}}</ref> di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa della durata di circa 90 secondi<ref name=Asca>{{Cita news|autore=|url=http://www.asca.it/news-TERREMOTO_MEMORIA__LA_RICOSTRUZIONE_INFINITA_DELL_IRPINIA-824258-ORA-.html|titolo=Terremoto/Memoria: la ricostruzione infinita dell'Irpinia|pubblicazione=[[Asca]]|giorno=18|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009}}</ref> con un ipocentro di circa 30&nbsp;km di profondità<ref>{{cita libro|nome=Antonio|cognome=Canino|titolo=Guida d'Italia - Campania|anno=1981| editore=[[Touring Club Italiano]]}}</ref> colpì un'area di 17.000&nbsp;km²<ref name=Ispro>[http://www.ispro.it/site/content/irpinia-trentanni-dopo Ispro - Irpinia trent'anni dopo]</ref> che si estendeva dall'[[Irpinia]] al [[Vulture]], posta a cavallo delle province di [[Provincia di Avellino|Avellino]], [[Provincia di Salerno|Salerno]] e [[Provincia di Potenza|Potenza]]. I comuni più duramente colpiti (decimo grado della [[scala Mercalli]]) furono quelli di [[Castelnuovo di Conza]], [[Conza della Campania]], [[Laviano]], [[Lioni]], [[Sant'Angelo dei Lombardi]], Senerchia, Calabritto e [[Santomenna]].<ref>{{cita libro|cognome=Guidoboni|nome=Emanuela|coautori=Gianluca Valensise|titolo=Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli ultimi 150 anni|annooriginale=2011|editore=Bononia University Press|isbn=88-73956-83-1}}</ref>
Gli effetti, tuttavia, si estesero ad una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a [[Napoli]] interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in [[tufo]]; a [[Poggioreale (quartiere di Napoli)|Poggioreale]] crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.<ref>Si veda [http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0248/sed0248.pdf il resoconto stenografico] pubblicato dalla [[Camera dei deputati]] il 4 dicembre [[1980]].</ref>
Crolli e devastazioni avvennero anche in altre province campane e nel [[Provincia di Potenza|potentino]],<ref>{{cita libro|cognome=Licursi|nome=Sabina|titolo=Il ''civile'' nello spazio urbano: interazioni tra società, istituzioni e politica a Potenza|pagine=pag. 48|editore=Rubbettino Editore|url=http://books.google.it/books?id=ZsBq0DwKc0kC&printsec=frontcover#PPA48,M1|anno=2005|isbn=88-498-1363-5}}</ref> come a [[Balvano]] dove il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa.<ref>{{cita web|url=http://www.basilicata.cc/chiese/balvano/Tscritto/terremoto.htm|titolo=I terremoti a Balvano|accesso=13 maggio 2009}}</ref>
 
== Precedenti ==
I resoconti dell'Ufficio del Commissario Straordinario hanno quantificato i danni al patrimonio edilizio. È risultato che dei 679 comuni che costituiscono le otto province interessate globalmente dal sisma ([[Provincia di Avellino|Avellino]], [[Provincia di Benevento|Benevento]], [[Provincia di Caserta|Caserta]], [[Provincia di Matera|Matera]], [[Provincia di Napoli|Napoli]], [[Provincia di Potenza|Potenza]], [[Provincia di Salerno|Salerno]] e [[Provincia di Foggia|Foggia]]), 506 (il 74%) sono stati danneggiati.
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Il distretto sismico dell'Irpinia è stato colpito nel corso dei secoli da numerosi terremoti distruttivi, con gravi perdite umane e materiali, benché ogni singolo evento abbia avuto caratteristiche proprie, sia in termini di intensità che di localizzazione epicentrale.
 
== La scossa ==
{{Citazione|A un tratto la verità brutale ristabilisce il rapporto tra me e la realtà. Quei nidi di vespe sfondati sono case, abitazioni, o meglio lo erano.|[[Alberto Moravia]], ''Ho visto morire il Sud''}}
[[File:Castelnuovo di Conza 1980.jpg|thumb|left|[[Castelnuovo di Conza]] rasa al suolo dal terremoto]]
Il terremoto colpì alle 19:34:52<ref name=Caldarola>{{Cita news|autore=[[Giuseppe Caldarola]]|url=http://www.ilriformista.it/stories/Italia/61016/|titolo=Quando in Irpinia crollò anche la Prima Repubblica|pubblicazione=[[Il Riformista]]|giorno=7|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web | url = http://www.ilsocialista.com/articolo-quando-in-irpinia-crollo-anche-la-prima-repubblica-di-peppino-caldarola-da-il-riformista-7-aprile-2009-n-414.html | titolo = QUANDO IN IRPINIA CROLLO' ANCHE LA PRIMA REPUBBLICA di Peppino Caldarola, da Il Riformista 7 aprile 2009 | accesso = 24 novembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20221124213940/http://www.ilsocialista.com/articolo-quando-in-irpinia-crollo-anche-la-prima-repubblica-di-peppino-caldarola-da-il-riformista-7-aprile-2009-n-414.html | dataarchivio = 24 novembre 2022 | urlmorto = no }}</ref> di domenica 23 novembre 1980: una forte scossa della durata di circa 90 secondi,<ref name=Asca>{{Cita news | url = http://www.asca.it/news-TERREMOTO_MEMORIA__LA_RICOSTRUZIONE_INFINITA_DELL_IRPINIA-824258-ORA-.html |titolo=Terremoto/Memoria: la ricostruzione infinita dell'Irpinia | pubblicazione =[[Askanews|Asca]]|giorno=18|mese=4|anno=2009|accesso=13 maggio 2009 |urlmorto=sì}}</ref> con un ipocentro di circa {{M|10|u=km}} di profondità,<ref name="earthquake.usgs.gov" /> colpì un'area di {{formatnum:17000}}&nbsp;km²<ref name=Ispro>[http://www.ispro.it/site/content/irpinia-trentanni-dopo Ispro - Irpinia trent'anni dopo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101014141821/http://www.ispro.it/site/content/irpinia-trentanni-dopo |data=14 ottobre 2010 }}</ref> che si estendeva dall'[[Irpinia]] al [[Vulture-Melfese|Vulture]], posta a cavallo delle province di [[Provincia di Avellino|Avellino]], [[Provincia di Salerno|Salerno]] e [[Provincia di Potenza|Potenza]]. I comuni più duramente colpiti (X grado della [[scala Mercalli]]) furono quelli di [[Castelnuovo di Conza]] ([[Provincia di Salerno|SA]]), [[Conza della Campania]] ([[Provincia di Avellino|AV]]), [[Laviano]] (SA), [[Lioni]] (AV), [[Sant'Angelo dei Lombardi]] (AV), [[Senerchia]] (AV), [[Calabritto]] (AV) e [[Santomenna]] (SA).<ref>{{cita libro|cognome=Guidoboni|nome=Emanuela|coautori=Gianluca Valensise|titolo=Il peso economico e sociale dei disastri sismici in Italia negli ultimi 150 anni|annooriginale=2011|editore=[[Bononia University Press]]|isbn=88-7395-683-1}}</ref>
 
[[File:Teora 1980.jpg|thumb|Distruzioni e macerie a [[Teora]]]]
Le tre province maggiormente sinistrate sono state quelle di Avellino (103 comuni), Salerno (66) e Potenza (45). Trentasei comuni della [[epicentro|fascia epicentrale]] hanno avuto circa 20.000 alloggi distrutti o irrecuperabili.
Gli effetti, tuttavia, si estesero a una zona molto più vasta interessando praticamente tutta l'area centro meridionale della penisola: molte lesioni e crolli avvennero anche a [[Napoli]] interessando molti edifici fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in [[tufo]]; a [[Poggioreale (Napoli)|Poggioreale]] crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.<ref>Si veda [http://legislature.camera.it/_dati/leg08/lavori/stenografici/sed0248/sed0248.pdf il resoconto stenografico] pubblicato dalla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] il 4 dicembre [[1980]].</ref>
In 244 comuni (non epicentrali) delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, altri 50.000 alloggi hanno subito danni da gravissimi a medio-gravi. Ulteriori 30.000 alloggi lo sono stati in maniera lieve.<ref name=VigilidelFuoco /><ref>{{cita web|url=http://www.ispro.it/site/content/23-novembre-1980-terremoto-campania-e-basilicata|titolo=Dipartimento della Protezione Civile - 23 novembre 1980: Terremoto in Campania e Basilicata|accesso=13 maggio 2009}}</ref>
Crolli e devastazioni avvennero anche in altre province campane e nel [[Provincia di Potenza|potentino]],<ref>{{cita libro|cognome=Licursi|nome=Sabina|titolo=Il ''civile'' nello spazio urbano: interazioni tra società, istituzioni e politica a Potenza|p=48|editore=Rubbettino Editore|url=http://books.google.it/books?id=ZsBq0DwKc0kC&printsec=frontcover#PPA48,M1|anno=2005|isbn=88-498-1363-5}}</ref> come a [[Balvano]] dove il crollo della chiesa di S. Maria Assunta causò la morte di 77 persone, di cui 66 bambini e adolescenti che stavano partecipando alla messa.<ref>{{cita web|url=http://www.basilicata.cc/chiese/balvano/Tscritto/terremoto.htm|titolo=I terremoti a Balvano|accesso=13 maggio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080331233130/http://www.basilicata.cc/chiese/balvano/Tscritto/terremoto.htm|dataarchivio=31 marzo 2008}}</ref>
 
I resoconti dell'Ufficio del Commissario Straordinario hanno quantificato i danni al patrimonio edilizio. È risultato che dei 679 comuni che costituiscono le otto aree interessate globalmente dal sisma ([[Provincia di Avellino|Avellino]], [[Provincia di Benevento|Benevento]], [[Provincia di Caserta|Caserta]], [[Provincia di Matera|Matera]], [[città metropolitana di Napoli|Napoli]], [[Provincia di Potenza|Potenza]], [[Provincia di Salerno|Salerno]] e [[Provincia di Foggia|Foggia]]), 506 (il 74%) sono stati danneggiati.
L'entità drammatica del sisma non venne valutata subito; i primi telegiornali parlarono di una «scossa di terremoto in Campania» dato che l'interruzione totale delle telecomunicazioni aveva impedito di lanciare l'allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò ad evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. Uno dopo l'altro si aggiungevano i nomi dei comuni colpiti; interi nuclei urbani risultavano cancellati, decine e decine di altri erano stati duramente danneggiati.
 
Le tre province maggiormente sinistrate sono state quelle di Avellino (103 comuni), Salerno (66) e Potenza (45). Trentasei comuni della [[epicentro|fascia epicentrale]] hanno avuto circa {{formatnum:20000}} alloggi distrutti o irrecuperabili.
Nei tre giorni successivi al sisma, il quotidiano [[Il Mattino]] di [[Napoli]] enfatizzò la descrizione della catastrofe. Il 24 novembre il giornale titolò «Un minuto di terrore - I morti sono centinaia», in quanto non si avevano notizie precise dalla zona colpita, ma si era a conoscenza del crollo di via Stadera a [[Napoli]]. Il 25 novembre, appresa la vastità e gravità del sisma, si passò a «I morti sono migliaia - 100.000 i senzatetto», fino al titolo drammatico del 26 novembre «Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?) - FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla»<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.ecodisalerno.com/fate-presto-anche-dallarte-un-appello-per-uscire-dallemergenza-rifiuti.htm|titolo=Fate presto: anche dall'arte un appello per uscire dall'emergenza rifiuti|pubblicazione=Eco di Salerno|giorno=2|mese=2|anno=2008|accesso=13 maggio 2009}}</ref>. La cifra dei morti, approssimativa per eccesso soprattutto a causa dei gravi problemi di comunicazione e ricognizione, fu poi ridimensionata fino a quella ufficiale, ma la cifra dei senzatetto non è mai stata valutata con precisione.
In 244 comuni (non epicentrali) delle province di Avellino, Benevento, Caserta, Matera, Foggia, Napoli, Potenza e Salerno, altri {{formatnum:50000}} alloggi hanno subito danni da gravissimi a medio-gravi. Ulteriori {{formatnum:30000}} alloggi lo sono stati in maniera lieve.<ref name=VigilidelFuoco /><ref>{{cita web|url=http://www.ispro.it/site/content/23-novembre-1980-terremoto-campania-e-basilicata|titolo=Dipartimento della Protezione Civile - 23 novembre 1980: Terremoto in Campania e Basilicata|accesso=27 agosto 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090228173247/http://ispro.it/site/content/23-novembre-1980-terremoto-campania-e-basilicata|dataarchivio=28 febbraio 2009}}</ref>
[[File:Destruction à Conza della Campania suite au Séisme d'Irpinia du 23 novembre 1980.png|miniatura|333x333px|Le macerie a [[Conza della Campania]]]]
L'entità drammatica del sisma non venne valutata subito; i primi telegiornali parlarono di una «scossa di terremoto in Campania» dato che l'interruzione totale delle telecomunicazioni aveva impedito di lanciare l'allarme. Soltanto a notte inoltrata si cominciò a evidenziarne la più vasta entità. Da una prospezione effettuata nella mattinata del 24 novembre tramite un elicottero vennero rilevate le reali dimensioni del disastro. Uno dopo l'altro si aggiungevano i nomi dei comuni colpiti; interi nuclei urbani risultavano cancellati, decine e decine di altri erano stati duramente danneggiati.
[[File:Effet Pancake à Sant Angelo dei Lombardi après le séisme d'Irpinia du 23 novembre 1980.png|miniatura|329x329px|Distruzione a [[Sant'Angelo dei Lombardi]]]]
Nei tre giorni successivi al sisma, il quotidiano ''[[Il Mattino]]'' di [[Napoli]] enfatizzò la descrizione della catastrofe. Il 24 novembre il giornale titolò ''Un minuto di terrore - I morti sono centinaia'', in quanto non si avevano notizie precise dalla zona colpita, ma si era a conoscenza del crollo in via Stadera a [[Napoli]]. Il 25 novembre, appresa la vastità e gravità del sisma, si passò a ''I morti sono migliaia - 100.000 i senzatetto'', fino al titolo drammatico del 26 novembre ''Cresce in maniera catastrofica il numero dei morti (sono 10.000?) e dei rimasti senza tetto (250.000?) - FATE PRESTO per salvare chi è ancora vivo, per aiutare chi non ha più nulla''.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.ecodisalerno.com/fate-presto-anche-dallarte-un-appello-per-uscire-dallemergenza-rifiuti.htm|titolo=Fate presto: anche dall'arte un appello per uscire dall'emergenza rifiuti|pubblicazione=Eco di Salerno|giorno=2|mese=2|anno=2008|accesso=13 maggio 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090418194249/http://www.ecodisalerno.com/fate-presto-anche-dallarte-un-appello-per-uscire-dallemergenza-rifiuti.htm|dataarchivio=18 aprile 2009|urlmorto=sì}}</ref> La cifra dei morti, approssimata per eccesso soprattutto a causa dei gravi problemi di comunicazione e ricognizione, fu poi ridimensionata fino a quella ufficiale, ma la cifra dei senzatetto non è mai stata valutata con precisione.
 
=== Analisi geosismologica ===
[[File:Sismografo irpinia.jpg|thumb|250pxleft|Il sensore del [[sismogramma]] impazzito esce fuori dal tracciato a seguito della scossa delle 19:34]]
L'[[Istituto Nazionalenazionale di Geofisicageofisica e Vulcanologiavulcanologia]] ([[INGV]]) ha appurato che l'area interessata ha subìto tre distinti fenomeni di rottura lungo differenti segmenti di [[faglia]], succedutisi in circa 40 secondi. Tali segmenti sono stati localizzati sotto i monti [[Monte Marzano|Marzano]], [[Carpineta]] e [[Cervialto]]. Dopo circa 20 secondi la rottura si è propagata verso SE in direzione della Piana di [[San Gregorio Magno (Italia)|San Gregorio Magno]]. Dopo 40 secondi, localizzata a NE del primo segmento, si è verificata la terza rottura di faglia.
 
La frattura ha raggiunto la superficie terrestre generando una scarpata di faglia ben visibile per circa {{M|35&nbsp;|u=km}}. Studiando le registrazioni delle repliche dell'evento si evince una struttura crostale molto eterogenea, come dimostrato dalle variazioni della velocità delle onde P mostrata a differenti profondità, e un processo di rottura estremamente complesso.
 
Lo scavo di trincee lungo la scarpata di faglia ha permesso di riconoscere e datare forti terremoti predecessori del 1980, avvenuti sulla faglia irpina. Questi risultati dimostrano che la faglia responsabile del terremoto dell'Irpinia ha generato in passato terremoti simili a quello del [[1980]] e che tali eventi si succedono nel tempo con frequenza di circa 2000 anni.<ref>[{{Cita web |url=http://legacy.ingv.it/roma/attivita/sismologia/sorgentesismica/esempi/irpinia/irpinia.html |titolo=Cosa è accaduto durante il terremoto dell'Irpinia] |accesso=1 giugno 2012 |dataarchivio=10 giugno 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120610004104/http://legacy.ingv.it/roma/attivita/sismologia/sorgentesismica/esempi/irpinia/irpinia.html |urlmorto=sì }}</ref>
 
== I mancati soccorsi ==
[[File:PertiniIrpinial.jpeg|thumb|250px|Il [[Presidentepresidente della Repubblica]] [[Sandro Pertini]] in visita nelle zone colpite dal sisma]]
{{Citazione|Non vi sono stati i soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi|[[Sandro Pertini]], al [[edizione straordinariaTG2]] [[Tg2]],Studio Aperto del 2625 novembre 1980}}
 
Al di là del patrimonio edilizio, in parte già fatiscente a causa dei terremoti del [[Terremoto dell'Irpinia e del Vulture del 1930|1930]] e [[terremoto dell'Irpinia del 1962|1962]], un altro elemento che aggravò gli effetti della scossa fu il ritardo dei soccorsi. I motivi principali furono duemolteplici: la difficoltà di accesso dei mezzi di soccorso nelle zone dell'entroterra, dovuta all'isolamento geografico delle aree colpite e al crollo di ponti e strade di accesso, il cattivo stato della maggior parte delle infrastrutture, (tra cui quelle per l'energia elettrica e lale mancanzaradiotrasmissioni, il cui danneggiamento rese quasi impossibile le comunicazioni a distanza) e l'assenza di un'organizzazione come ladi [[Protezioneprotezione Civilecivile]] che fosseconsentisse capaceazioni di coordinaresoccorso risorsein maniera tempestiva e mezzicoordinata. inIl manieraprimo tempestivaa far presente questa grave mancanza fu il [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Sandro Pertini]]. Il 25 novembre, nonostante il parere contrario del [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] [[Arnaldo Forlani]] e ottimaledi altri ministri e consiglieri,<ref>{{Cita news|autore=[[Giovanni Minoli]]|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=356|titolo=La Storia siamo noi - 23 novembre 1980: la terra trema in Irpinia|pubblicazione=[[Rai Educational]]|accesso=27 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref> Pertini si recò in elicottero sui luoghi della tragedia, dove lo aspettava il [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] [[Emilio Colombo]] (originario di [[Potenza (Italia)|Potenza]]).
Il primo a far presente questa grave mancanza fu il presidente della Repubblica [[Sandro Pertini]]. Il 25 novembre, nonostante il parere contrario del [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] [[Arnaldo Forlani|Forlani]] e altri ministri e consiglieri,<ref>{{Cita news|autore=[[Giovanni Minoli]]|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=356|titolo=La Storia siamo noi - 23 novembre 1980: la terra trema in Irpinia|pubblicazione=[[Rai Educational]]|accesso=27 maggio 2009}}</ref> Pertini si recò in elicottero sui luoghi della tragedia, dove lo aspettava l'allora [[Ministro degli Esteri]], il [[potenza (Italia)|potentino]] [[Emilio Colombo]].
 
Di ritorno dall'Irpinia, in un discorso in tvtelevisione rivolto agli italiani,.<ref>''President lPertini'alloras condemnation of earthquake rescue tactics shocks the Italian establishment''. From Peter Nichols. The Times (London, England), Friday, Nov 28, 1980; pg. 5; Issue 60788.</ref> il Capocapo dello Stato denunciò con forza il ritardo e le inadempienze dei soccorsi, che sarebbero arrivati in tutte le zone colpite solo dopo cinque giorni.<ref>{{Cita newsTV|autoretrasmissione =[[Giovanni Minoli]]TG2|urlwktrasmissione =http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=625 TG2 |titolo =La StoriaPertini siamosui noiritardi - Inei soccorsi dopo il terremoto in Irpinia |pubblicazionecanale =[[ Rai Educational]]2 |wkcanale = Rai 2 |url = https://www.raiplay.it/video/2017/02/TG2-Studio-Aperto---Pertini-sui-ritardi-nei-soccorsi-dopo-il-terremoto-in-Irpinia-f57274f4-a1a9-4bc0-929e-4c80c193175e.html|accesso =27 maggio23 novembre 20092020}}</ref> Le dure parole del presidentePresidente della Repubblica causarono l'immediata rimozione del [[prefetturaPrefettura italiana(Italia)|prefetto]] di [[Avellino]] Attilio Lobefalo, e le dimissioni (in seguito respinte) del [[Ministri dell'Internointerno (Italia)della Repubblica Italiana|Ministroministro dell'Internointerno]] [[Virginio Rognoni]].<ref>{{cita libro|cognome=Bignami |nome=Daniele|titolo=Protezione civile e riduzione del rischio disastri. Metodi e strumenti di governo della sicurezza territoriale e ambientale|annooriginale=2010|editore=Maggioli Editore|isbn=88-38744387-374437-8|url=http://books.google.it/books?id=sBHkPx2DSWsC&lpg=PA145&dq=virginio%20rognoni%20terremoto&hl=it&pg=PA145#v=onepage&q=virginio%20rognoni%20terremoto&f=false}}</ref> Il discorso del capo dello Stato ebbe come ulteriore effetto di mobilitare un gran numero di volontari che furono di grande aiuto in particolare durante la prima settimana dal sisma. L'opera dei volontari fu in seguito pubblicamente riconosciuta con una cerimonia a loro dedicata in [[Campidoglio]], a Roma.
 
== Gli aiuti internazionali ==
MoltiMolte Paesinazioni, in seguito alla notizia del terremoto, si attivarono per inviare alle popolazioni colpite non solo soldi per la ricostruzione,<ref name=Caldarola/><ref>{{cita web|url=http://www.paololiguori.com/pdf/irpinia.pdf|titolo=Paolo Liguori, ''Inchiesta sul terremoto in Irpinia''|accesso=14 maggio 2009|formato=PDF|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090616193142/http://www.paololiguori.com/pdf/irpinia.pdf|dataarchivio=16 giugno 2009}}</ref> ma anche unità militari e personale specializzato.<ref name=VigilidelFuoco/>
 
* {{USA}}: 70 milioni di dollari, 136 uomini con 6 elicotteri della Compagnia paracadutisti del 509º Battaglione.
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* {{SAU}}: 10 milioni di dollari.
* {{IRQ 1963-1991}}: 3 milioni di dollari.
* {{DZA}}: 500.000{{formatnum:500000}} dollari.
* {{BEL}}: 1 squadra sanitaria di 10 uomini e un'autoambulanza.
* {{FRA}}: équipe di ricerca dei superstiti composte da 291 uomini con cani da valanga; 59 militari medici e specialisti nel soccorso; 12 autoambulanze e 1 elicottero autoambulanzaambulanza con personale medico.
* {{AUT}}: 1 ospedale militare da campo con 130 sanitari.
* {{YUG 1943-1992}}: 12 squadre di ricerca con elettrosonde composte di 41 uomini.
* {{CHE}}: 14 squadre cinofile e 2 elicotteri speciali per soccorso.
 
== L'intervento dei sindacati ==
La scesa in campo delle forze sindacali prese forma a distanza di poche ore dal drammatico evento. La [[Federazione CGIL, CISL, UIL|Federazione Unitaria CGIL-CISL-UIL]] di Roma fu tra le prime organizzazioni ad accogliere l'appello alla solidarietà lanciato dal presidente Pertini di fronte alle telecamere del Tg2 la sera del 25 novembre, al ritorno dalla sua visita alle zone terremotate. La Federazione Unitaria grazie alla mobilitazione di tutte le sue strutture riuscì ad attivare un generale moto di solidarietà che coinvolse i lavoratori e le sigle sindacali di tutta Europa. Avviò una raccolta di beni di prima necessità tra gli iscritti, aprì un dialogo con le organizzazioni padronali allo scopo di effettuare la trattenuta per il corrispettivo di quattro ore di lavoro sulla busta paga di novembre per i lavoratori che intendessero donarlo alle zone terremotate e infine stimolò la solidarietà delle principali organizzazioni sindacali europee. Aiuti arrivarono dalla [[Confédération générale du travail|Confédération Générale du Travail]], da [[Solidarność]], dall’[[Austrian Trade Union Federation]], dai sindacati inglesi e dalla confederazione sindacale norvegese, solo per citare alcuni tra le più note.
 
La Federazione Unitaria riuscì ad inviare nelle aree terremotare duecento camion di generi alimentari, cento camion e diciassette autotreni di abbigliamento, sette camion di materiale da campeggio, 180 camion di generi vari, due camion di materiale elettrico, un camion di prodotti per l’igiene, tre camion di stufe, medicinali per complessivi ottanta quintali.
[[File:Intervento del Segretario Generale Luciano Lama in occasione dell'incontro con i sindaci dei paesi colpiti dal sisma del 23 novembre 1980.ogg|thumb|Incontro del Segretario Generale Luciano Lama con i sindaci dei paesi colpiti dal sisma del 23 novembre 1980, tenutosi a Potenza il 20 luglio 1982]]
Il sindacato si occupò direttamente della distribuzione di quanto raccolto, per evitare sprechi. I magazzini da esso gestiti si riempivano con la doppia firma di un Segretario confederale lucano e di un tenente colonnello delle forze dell’ordine e con la doppia firma si svuotavano. Questa collaborazione evitò arbitrarietà e ingerenze di vario tipo. Per gestire il tutto la Federazione Unitaria si dotò di un coordinamento nazionale composto da diversi gruppi di lavoro: uno con compiti di segreteria e gestione del sistema informatico; uno incaricato di amministrare il fondo di solidarietà costituito con le offerte dei lavoratori e uno per il coordinamento dei lavoratori volontari e dei tecnici volontari. Complessivamente furono tredicimila i lavoratori specializzati che il sindacato fece arrivare nelle zone terremotate: ingegneri, infermieri, medici, geometri, muratori, elettricisti, idraulici e autisti.
 
I fondi raccolti dal sindacato dopo la prima fase di emergenza furono invece destinati alla creazione di centri sociali in Campania e in Basilicata.
[[File:Doc centri sociali Basilicata-Campania 023 - Archivio Storico CGIL Basilicata.jpg|thumb|]]
 
Il sindacato si impegnò fin dall’inizio nella denuncia dei ritardi nei soccorsi e soprattutto dell’assenza di un coordinamento da parte delle autorità preposte alla programmazione e alla pianificazione degli interventi, accompagnandola però con proposte concrete per affrontare i problemi posti dall’emergenza. La Federazione Unitaria dei trasporti, ad esempio, suggerì l’utilizzo di duecento carrozze ferroviarie come primo ricovero alla popolazione sinistrata.
 
Il totale impegno nella fase emergenziale non distolse però il sindacato dal suo scopo genetico, ovvero la tutela del lavoro, in un quadro dove il lavoro non c’era più.
 
I segretari confederali dopo aver visitato le zone terremotate, lanciarono un appello alle istituzioni affinché favorissero in tutti i modi la ripresa delle attività lavorative in tutti i posti di lavoro dove ciò fosse materialmente possibile, soprattutto nei servizi pubblici e nel commercio, anche al fine di non aggravare ulteriormente il disagio delle popolazioni. Lanciarono la proposta di un servizio del lavoro, con lo scopo di impiegare disoccupati e giovani momentaneamente inoccupati nella rimozione delle macerie e nel successivo ripristino delle abitazioni e delle strutture produttive, impegnandosi nella compilazione di liste comunali. Proposero inoltre la predisposizione «di un progetto di emergenza di riassetto idro-geologico-forestale» allo scopo di impiegare migliaia di lavoratori forestali. Aprirono, infine, un tavolo ministeriale per favorire l’attivazione della Cassa integrazione guadagni per circa {{formatnum:23000}} lavoratori sfollati.
 
Il Centro Unitario Patronati si mise al servizio delle popolazioni terremotate, offrendo loro aiuto per la corretta compilazione e presentazione delle domande necessarie per ottenere le provvidenze. Si organizzarono unità mobili su pulmini in grado di raggiungere anche centri abitati più piccoli.
 
La sfida era uscire dall’emergenza e avviare la fase della ricostruzione con un chiaro programma di sviluppo e di crescita. Come si può leggere nelle pagine della rivista della Cgil [[Rassegna Sindacale]]: «per il sindacato, guardare in faccia al terremoto voleva certo dire intervenire, come aveva fatto e stava facendo nella fase dei primi soccorsi, ma soprattutto voleva dire intervenire nella fase della ricostruzione».
 
Tuttavia, il processo di ricostruzione fu profondamente segnato dal proliferare della corruzione, della speculazione e del malaffare e la gestione dei fondi della famosa legge 219 divenne oggetto, anni più tardi, di inchieste giornalistiche, giudiziarie e parlamentari.
 
== La ricostruzione ==
[[File:VVUUBari.jpg|miniatura|L'Unità Fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari, impegnata nel rilievo della chiesa della SS. Incoronata, a [[Pescopagano]]]]
A [[Laviano]], paese in cui i morti per il sisma furono un quinto della popolazione (303 deceduti su circa 1500 abitanti), le prime case in legno (una ventina) con servizi compresi arrivarono già nel febbraio [[1981]]. Il 25 aprile [[1981]], a 122 giorni dal terremoto, gli alloggi in legno tipo [[chalet]] realizzati dal [[Rubner_Holding|gruppo Rubner]] - che si insediò nel [[1990]] in [[Irpinia]] con uno stabilimento di produzione a [[Calitri]]<ref>{{cita web|url=http://www.haus.rubner.com/it/azienda/storia/|titolo=Legno è Rubner, la storia di un successo - Cronologia|accesso=7 aprile 2010}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.infobuild.it/mecgi/drv?tlHome&mod=modRptFiereSheet&IDMENU=54&MENU_INDEX=5&LNID=7290|titolo=Saie 2000: Il legno in edilizia|accesso=15 settembre 2009}}</ref> - diventarono 150, per un totale di 450 persone ricoverate.<ref>{{Cita news|autore=[[Antonello Caporale]]|url=http://www.repubblica.it/2006/a/rubriche/piccolaitalia/bluff-bertolaso/bluff-bertolaso.html|titolo=Terremoto, all'epoca dell'Irpinia le case furono consegnate prima|pubblicazione=[[la Repubblica]]|giorno=15|mese=9|anno=2009|accesso=15 settembre 2009}}</ref>
A [[Laviano]], paese in cui i morti per il sisma furono un quinto della popolazione (303 deceduti su circa {{formatnum:1500}} abitanti), le prime case in legno (una ventina) con servizi compresi arrivarono nel febbraio [[1981]]. Il 25 aprile [[1981]], a 153 giorni dal terremoto, gli alloggi in legno tipo [[chalet]] realizzati dal [[Rubner Holding|gruppo Rubner]] – che si insediò nel [[1990]] in [[Irpinia]] con uno stabilimento di produzione a [[Calitri]]<ref>{{cita web|url=http://www.haus.rubner.com/it/azienda/storia/|titolo=Legno è Rubner, la storia di un successo - Cronologia|accesso=7 aprile 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100416062805/http://www.haus.rubner.com/it/azienda/storia/|dataarchivio=16 aprile 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.infobuild.it/mecgi/drv?tlHome&mod=modRptFiereSheet&IDMENU=54&MENU_INDEX=5&LNID=7290|titolo=Saie 2000: Il legno in edilizia|accesso=15 settembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090914172358/http://www.infobuild.it/mecgi/drv?tlHome&mod=modRptFiereSheet&IDMENU=54&MENU_INDEX=5&LNID=7290|dataarchivio=14 settembre 2009}}</ref> – diventarono 150, per un totale di 450 persone ricoverate.<ref>{{Cita news|autore=[[Antonello Caporale]]|url=http://www.repubblica.it/2006/a/rubriche/piccolaitalia/bluff-bertolaso/bluff-bertolaso.html|titolo=Terremoto, all'epoca dell'Irpinia le case furono consegnate prima|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=15|mese=9|anno=2009|accesso=15 settembre 2009}}</ref>
 
La ricostruzione fu, però, anche uno dei peggiori esempi di speculazione su di una tragedia.<ref name=Asca/><ref>{{Cita news|autore=[[Giovanni Minoli]]|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=625|titolo=La Storia siamo noi - La ricostruzione in Irpinia|pubblicazione=[[Rai Educational]]|accesso=27 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref> Infatti, come testimonia tutta una serie di inchieste della magistratura, per le quali sono state coniate espressioni come ''Irpiniagate'', ''Terremotopoli'' o ''il terremoto infinito'',<ref>{{Cita news|autore=[[Antonello Caporale]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/16/il-terremoto-infinito.html|titolo=Il terremoto infinito|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=16|mese=11|anno=2000|accesso=22 maggio 2009}}</ref> durante gli anni si sono inseriti interessi loschi che dirottarono i fondi verso aree che non ne avevano diritto, moltiplicando il numero dei comuni colpiti: 339 paesi in un primo momento,<ref>[http://legislature.camera.it/_dati/leg10/lavori/stampati/pdf/0602_007001.pdf Relazione sullo stato di attuazione degli interventi previsti dalla legge 14 maggio 1981, n.219, e successive modifiche ed integrazioni, nei territori colpiti dagli eventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981], [[X Legislaturalegislatura della Repubblica Italiana|X legislatura]], Atti Parlamentariparlamentari, doc. LX-''bis'' n. 7, pag. 10.</ref> che diventarono 643 in seguito a un decreto dell'allora [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] [[Arnaldo Forlani]] nel maggio [[1981]],<ref name=Caporale>{{Cita news|autore=[[Antonello Caporale]]|url=http://www.repubblica.it/speciale/irpinia/irpi.html|titolo=Irpinia, vent'anni dopo|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=13|mese=12|anno=2004|accesso=14 maggio 2009}}</ref> fino a raggiungere la cifra finale di 687,<ref>{{Cita news|autore=[[Gian Antonio Stella]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/19/vero_nemico_tutti_terremotati_co_9_090419015.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090423045835/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/19/vero_nemico_tutti_terremotati_co_9_090419015.shtml|titolo=Il vero nemico: tutti terremotati|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=19|mese=4|anno=2009|accesso=22 maggio 2009|urlmorto=sì|dataarchivio=23 aprile 2009}}</ref>, ossia quasi l'8,4% del totale dei comuni italiani.
 
Più di settanta centri furono integralmente distrutti o seriamente danneggiati e oltre duecento ebbero consistenti danni al patrimonio edilizio. Centinaia di opifici produttivi e artigianali furono cancellati con perdita di migliaia di posti di lavoro e danni patrimoniali per decine di migliaia di miliardi di lire.<ref name=Encarta>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20090130120737/http://it.encarta.msn.com/sidebar_221635278/Il_terremoto_del_1980_in_Basilicata_e_Campania.html|titolo=Encarta - Il terremoto del 1980 in Basilicata e Campania|accesso=19 giugno 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090130120737/http://it.encarta.msn.com/sidebar_221635278/Il_terremoto_del_1980_in_Basilicata_e_Campania.html|dataarchivio=30 gennaio 2009}}</ref>
 
Il numero dei comuni colpiti, però, fu alterato per losche manovre politiche e camorristiche lievitando nel corso degli anni. Alle aree colpite, infatti, venivano destinati numerosi contributi pubblici (stime del 2000 parlano di 5.640{{formatnum:5640}} miliardi nel corso degli anni),<ref name=Caporale/> ed era interesse dei politici locali far sì che i territori amministrati venissero inclusi in quest'area. La ricostruzione, nonostante l'ingente quantità di denaro pubblico versato, fu per decenni incompleta. A [[Torre Annunziata]] attualmente esistono due quartieri, ''Penniniello'' e il ''Quadrilatero delle Carceri'', distrutti dal terremoto del [[1980]], ma malgrado le ingenti somme di denaro che si sono continuate a stanziare – 10 milioni di euro per il primo nel [[2007]],<ref name=Asca/> 1,5 milioni di euro per il secondo nel [[2009]]<ref>{{cita web|url=http://www.presidente.campania.it/assets/allegati/ContrQuar.pdf|titolo=Intervento presidente Bassolino - incontro con Di Pietro|accesso=21 maggio 2009|formato=PDF|urlmorto=sì}}</ref> – ancora non è stata completata la loro ricostruzione. Questi quartieri oggi sono diventati la principale roccaforte della [[camorra]] (il ''Quadrilatero delle Carceri'' è ancora oggi il quartier generale del [[clan Gionta]]) ed una delle più agguerrite piazze di spaccio della regione Campania.<ref>{{cita libro|cognome=Negri |nome=Ippolito|titolo=La grande abbuffata: Mani rapaci sull'Irpinia del terremoto|annooriginale=1996|editore=ASEFI|isbn=88-86818-08-4}}</ref>
 
=== I contributi per il rilancio economico ===
Sul modello del [[terremoto del Friuli del 1976|terremoto del Friuli]], la ricostruzione anche in Irpinia venne incentrata sul rilancio industriale. Nonostante il territorio non presentasse caratteristiche industriali già da prima del sisma, la pioggia di contributi costituì una tentazione irrefrenabile per molti. Il meccanismo di captazione dei fondi pubblici prevedeva la costituzione di imprese che fallivano non appena venivano intascati i contributi.
I finanziamenti arrivarono talmente concentrati da non riuscire ad essere spesi. In sette anni, ventisei [[Credito cooperativo|banche cooperative]] aprirono gli sportelli nella zona terremotata (nove nella sola provincia di Avellino), arrivando a fare prestiti alle imprese del Nord Italia.<ref name=rizzo>{{Cita news|autore=[[Sergio Rizzo]]|url=http://www.corriere.it/europeo/cronache/2010/14/europeo-14-sergio-rizzo-professionisti-macerie_d09409de-cfa7-11df-8a5d-00144f02aabe.shtml|titolo=I professionisti delle macerie|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=4|mese=10|anno=2010|accesso=29 novembre 2010}}</ref>
 
Per rilanciare venti zone industriali tra [[Campania]] e [[Basilicata]] vennero stanziati 7.762{{formatnum:7762}} miliardi di lire (circa 8 miliardi di € del 2010). Il costo finale fu dodici volte superiore al previsto in [[provincia di Avellino]] e diciassette volte in [[provincia di Salerno]]. Secondo la relazione finale della [[Corte dei Conticonti]],<ref>[http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2001/delibera_05_2001_g.pdf Relazione della Corte dei Conti] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305215317/http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2001/delibera_05_2001_g.pdf |data=5 marzo 2016 }} - ''Realizzazione di nuove aree industriali per insediamenti produttivi nelle zone danneggiate dal sisma negli anni 80/81'', 15 dicembre [[2000]]</ref> i costi per le infrastrutture crebbero fino a punte «di circa 27 volte rispetto a quelli previsti nelle convenzioni originarie». Il 48,5% delle concessioni industriali (146 casi) venne revocato. La Corte dei Conti accusa «la superficialità degli accertamenti e l'assenza di idonee verifiche», approvate senza «adeguatamente ponderare situazioni imprenditoriali già fragili e già originariamente minate per scarsa professionalità o nelle quali la sopravvalutazione dell'investimento, in relazione alle capacità imprenditoriali, ha portato al fallimento dell'iniziativa». Nel 2000, 76 aziende risultavano già fallite, ma solo una piccola parte dei contributi (il 21% nella provincia di Salerno) era stato recuperato.<ref name=rizzo/>
danneggiate dal sisma negli anni 80/81'', 15 dicembre [[2000]]</ref> i costi per le infrastrutture crebbero fino a punte «di circa 27 volte rispetto a quelli previsti nelle convenzioni originarie». Il 48,5% delle concessioni industriali (146 casi) venne revocato. La Corte dei Conti accusa «la superficialità degli accertamenti e l'assenza di idonee verifiche», approvate senza «adeguatamente ponderare situazioni imprenditoriali già fragili e già originariamente minate per scarsa professionalità o nelle quali la sopravvalutazione dell'investimento, in relazione alle capacità imprenditoriali, ha portato al fallimento dell'iniziativa». Nel 2000, 76 aziende risultavano già fallite, ma solo una piccola parte dei contributi (il 21% nella provincia di Salerno) era stato recuperato.<ref name=rizzo/>
 
== Il dopo-sisma ==
{{Citazione|L'uso di 50-60mila miliardi stanziati per l'Irpinia rimase un porto nelle nebbie [...] quel terremoto non aveva trasformato solo una regione d'Italia, ma addirittura una classe politica|[[Indro Montanelli]] in ''Le stanze'', [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]], [[2004]]}}
 
La prima stima dei danni del terremoto, che venne fatta nel [[1981]] dall'ufficio dello Stato (organo speciale atto a coordinare le operazioni di calcolo dei danni per conto della [[presidenza del Consiglio]]), parlava di circa 8.000{{formatnum:8000}} miliardi di lire.<ref>{{Cita news|autore=[[Giuseppe D'Avanzo]]|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/11/24/il-tesoro-mette-sott-accusa-la-ricostruzione.html|titolo=Il Tesoro mette sott'accusa la ricostruzione dell'Irpinia|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=24|mese=11|anno=1989|pagina=6|accesso=20 maggio 2009}}</ref> La stessa cifra è cresciuta incol passare manieradegli esponenzialeanni, fino a superare quota 60.000{{formatnum:60000}} miliardi di lire nel [[2000]],<ref>{{Cita news|autore=Eleonora Bertolotto|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/24/irpinia-mancano-5mila-miliardi.html|titolo=Irpinia, mancano 5mila miliardi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|giorno=24|mese=11|anno=2000|pagina=2|accesso=20 maggio 2009}}</ref> e 32 miliardi di euro nel [[2008]].<ref>Secondo la [http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2008/delibera_21_2008_g.relazione.pdf relazione della Corte dei Conti] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151208132014/http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2008/delibera_21_2008_g.relazione.pdf |data=8 dicembre 2015 }} stilata nell'estate [[2008]] da Anna Maria Carbone Prosperetti i soldi stanziati per il sisma del 1980 sarebbero 32.363.593.779{{formatnum:32363593779}} [[euro]]</ref> Attualizzandola al [[2010]], secondo [[Sergio Rizzo]] la stima supererebbe i 66 miliardi di euro.<ref name=rizzo/>
 
=== La Commissione Scalfaroparlamentare d'inchiesta===
[[File:Oscar Luigi Scalfaro 1983.jpg|thumb|150pxleft|upright=0.7|[[Oscar Luigi Scalfaro]] negli anni ottanta]]
La legge 7 aprile [[1989]], n. 128, istituì la ''Commissione parlamentare d'inchiesta sull'attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori colpiti dai terremoti del novembre 1980 e del febbraio 1981 della Campania e della Basilicata'', alla cui Presidenza viene eletto [[Oscar Luigi Scalfaro]]:<ref>{{Cita news|autore=[[Marzio Breda]]|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/23/Scalfaro_odiato_per_indagini_sul_co_0_0011235147.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151212044031/http://archiviostorico.corriere.it/2000/novembre/23/Scalfaro_odiato_per_indagini_sul_co_0_0011235147.shtml|titolo=Scalfaro: odiato per le indagini sul terremoto|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=23|mese=11|anno=2000|pagina=7|accesso=15 settembre 2009|urlmorto=sì|dataarchivio=12 dicembre 2015}}</ref> è un organismo bicamerale con gli stessi poteri della [[magistratura italiana|magistratura]], costituito da venti [[deputati]] e altrettanti [[senatori]] con il compito di accertare quanto realmente lo Stato avesse speso, sino a quel momento, per la ricostruzione delle aree terremotate.<ref>{{cita web | 1 = http://www.fondazionemida.it/it/osservatorio/02dopo_legge128.html | 2 = Dopo il terremoto, la ricostruzione - Commissione Scalfaro | 3 = 15-09-2009 | urlmorto = sì }}</ref> Nella relazione conclusiva presentata in Parlamento il 5 febbraio [[1991]], la somma totale dei fondi stanziati dal Governo italiano raggiungerà la cifra di 50.620{{formatnum:50620}} miliardi di lire, così suddivisi: 4.684{{formatnum:4684}} per affrontare i giorni dell'emergenza; 18.000{{formatnum:18000}} per la ricostruzione dell'edilizia privata e pubblica; 2.043{{formatnum:2043}} per gli interventi di competenza regionale; 8.000{{formatnum:8000}} per la ricostruzione degli stabilimenti produttivi e per lo sviluppo industriale; 15.000{{formatnum:15000}} per il programma abitativo del comune di [[Napoli]], e le relative infrastrutture; 2.500{{formatnum:2500}} per le attività delle amministrazioni dello Stato; 393 residui passivi.<ref>Commissione parlamentare
d'inchiesta sulla attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della [[Basilicata]] e della [[Campania]] colpiti dai terremoti del novembre del 1980 e febbraio 1981, [[X Legislaturalegislatura della Repubblica Italiana|X legislatura]], ''Relazione conclusiva'', Atti Parlamentari, doc. XXIII n. 27, vol. I, tomo I, pag. 16.</ref>
 
=== Le inchieste successive ===
[[File:DemitaCiriaco De Mita anni 80.jpg|thumb|150px|L'onupright=0. 7|[[Ciriaco deDe Mita]] negli anni ottanta]]
Circa l'inchiesta del filone [[Mani Pulitepulite]] denominata ''[[Mani sul terremoto]]'', di cui scrive [[Panorama (rivista)|Panorama]] nel [[1992]], Daniele Martini racconta: «in Irpinia la [[Guardia di Finanza]] scoprì fienili trasformati in piscine olimpiche mai ultimate, o in ville. Individuò finanziamenti indirizzati a imprenditori plurifalliti e orologi con brillanti regalati con grande prodigalità ai collaudatori dello Stato».<ref name=Martini/> Nel marzo del [[1987]] alcuni giornali, tra cui ''[[l'Unità (quotidiano)|lL'Unità]]'' e ''[[L'Espresso]]'', rivelarono che le fortune della [[Banca Popolare dell'Irpinia]] erano strettamente legate ai fondi per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del [[1980]].<ref>{{Cita news|autore=[[Paolo Liguori]]|url=http://www.paololiguori.com/pdf/irpinia.pdf|titolo=Pioggia d'oro nelle casse della Popolare|pubblicazione=[[Il Giornale]]|giorno=23|mese=11|anno=1988|accesso=21 maggio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090616193142/http://www.paololiguori.com/pdf/irpinia.pdf|dataarchivio=16 giugno 2009}}</ref> Tra i soci che traevano profitto dalla situazione c'era la famiglia di [[Ciriaco De Mita|De Mita]], con Ciriaco proprietario di un cospicuo pacchetto di azioni che si erano rivalutate grazie al terremoto. I titoli erano posseduti anche da altri parenti. Seguì un lungo processo che si concluse nell'ottobre del [[1988]] con la sentenza: «Secondo i giudici del tribunale romano chiamato a giudicare sulla controversia, era giusto scrivere che i fondi del terremoto transitavano nella banca di Avellino e che la Popolare è una banca della Dc demitiana». Appresa la sentenza, l'Unità pubblicò il 3 dicembre un articolo in prima pagina dal titolo eloquente: «De Mita si è arricchito con il terremoto».<ref name=Martini/> Nell'inchiesta [[Mani sul terremoto]] saranno coinvolte 87 persone tra cui [[Ciriaco deDe Mita]], [[Paolo Cirino Pomicino]], [[Salverino De Vito]], [[Vincenzo Scotti]], [[Antonio Gava]], [[Antonio Fantini]], [[Francesco De Lorenzo]], [[Giulio Di Donato]] e il commissario [[Giuseppe Zamberletti]].<ref>{{Cita news|autore=|url=http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2009/04/08/1011168-mani_della_politica_miliardi_lire_stanziati_ricostruzione_dopo_sisma_dell.shtml|titolo=Le mani della politica su 58.000 miliardi di lire stanziati per la ricostruzione dopo il sisma dell'80|pubblicazione=[[Il Tempo]]|giorno=8|mese=4|anno=2009|accesso=21 maggio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100424031451/http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2009/04/08/1011168-mani_della_politica_miliardi_lire_stanziati_ricostruzione_dopo_sisma_dell.shtml|dataarchivio=24 aprile 2010}}</ref> Sul coinvolgimento di politici e di vari amministratori si sono levate numerose denunce e promosse alcune inchieste che hanno portato a diversi arresti.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/maggio/03/dopo_terremoto_1980_Napoli_arrestato_co_0_9305038954.shtml|titolo=Dopo terremoto 1980. Napoli, arrestato un dc|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=3|mese=5|anno=1993|pagina=13|accesso=29 novembre 2010}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Fulvio Bufi|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/06/Irpinia_scandalo_ricostruzione_arrestato_supercommissario_co_0_93120610712.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090411055708/http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/06/Irpinia_scandalo_ricostruzione_arrestato_supercommissario_co_0_93120610712.shtml|titolo=Dopo terremoto 1980. Napoli, arrestato un dc|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=3|mese=5|anno=1993|pagina=13|accesso=29 novembre 2010|urlmorto=sì|dataarchivio=11 aprile 2009}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Fulvio Bufi|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/dicembre/06/Irpinia_scandalo_ricostruzione_arrestato_supercommissario_co_0_93120610712.shtml|titolo=Irpinia, scandalo ricostruzione. arrestato ex supercommissario|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=6|mese=12|anno=1993|pagina=17|accesso=21 maggio 2009}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.questotrentino.it/2000/21/Italietta21.htm|titolo=Le Voci dell'Italietta - Irpinia Day|pubblicazione=[[Voce della Campania]]|giorno=25|mese=11|anno=2000|accesso=21 maggio 2009}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.retesei.com/2007/10673.html|titolo=Quattro persone arrestate per aver falsificato pratiche della ricostruzione post-sisma|pubblicazione=[[Retesei]]|giorno=9|mese=7|anno=2007|accesso=23 giugno 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141006130953/http://www.retesei.com/2007/10673.html|dataarchivio=6 ottobre 2014}}</ref>
 
== Il sisma in cifre ==
* Magnitudo: 6,90 ± 0,04 Richter
* Profondità: {{M|30|u=km}}
* Durata: 1' 30"
* Regioni colpite: 3 ([[Campania]], [[Basilicata]] e [[Puglia]]).
* Comuni colpiti: 687 (542 in [[Campania]], 131 in [[Basilicata]] e 14 in [[Puglia]]). Di questi, 37 «disastrati», 314 «gravemente danneggiati» e 336 «danneggiati».<ref>Commissione parlamentare
d'inchiesta sulla attuazione degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori della [[Basilicata]] e della [[Campania]] colpiti dai terremoti del novembre del 1980 e febbraio 1981, [[X Legislaturalegislatura della Repubblica Italiana|X legislatura]], ''Relazione conclusiva'', Atti Parlamentari, doc. XXIII n. 27, vol. I, tomo I, pag. 85.</ref> In totale, l'8,5% per cento degli 8.086{{formatnum:8086}} comuni italiani.<ref>Dato [[Istat]] del [[1981]] citato in [http://www.cittalia.it/images/file/comuni2009.pdf ANCI - I comuni italiani 2009] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150923203757/http://www.cittalia.it/images/file/comuni2009.pdf |data=23 settembre 2015 }}</ref>
* Superficie colpita: 17.000{{formatnum:17000}}&nbsp;km².<ref name=Ispro />
* Popolazione coinvolta: 6 milioni di abitanti.<ref>Stefano Ventura, [http://www.isprostoriaefuturo.iteu/sitei-terremoti-italiani-dopoguerra-protezione-civile/files/i_terremoti_italiani_e_la_Protezione_Civile_Stefano_Ventura.pdf Stefano Ventura, ''I terremoti italiani del secondo dopoguerra e la protezioneProtezione civile'' citato] in ''Storia e Futuro'' nº 22, marzo 2010]</ref>
* Vittime: le principali fonti dell’epoca parlano di {{formatnum:2914}} persone morte
* Abitazioni distrutte o danneggiate dal sisma: 362.000.<ref name=Martini>{{Cita news|autore=Daniele Martini|url=http://www.ilmondochevogliamo.net/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=344|titolo=Mani sul terremoto|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|anno=1992|accesso=20 maggio 2009}}</ref>
* Feriti: {{formatnum:8848}} persone
* Contributi pubblici dello [[Italia|Stato italiano]], secondo la [[Commissione parlamentare d'inchiesta]] (prima dell'approvazione della [[legge finanziaria]] [[1991]]): 50.902 miliardi di lire (circa 26 miliardi di euro).<ref>Si veda [http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/318232.pdf il resoconto stenografico] pubblicato dal [[Senato della Repubblica]] il 26 novembre [[1991]].</ref>
* Sfollati: {{formatnum:280000}} persone
* Contributi pubblici dello [[Italia|Stato italiano]], all'anno [[2008]]: 32.363.593.779 €, attualizzabili a circa 66 miliardi di euro al valore del [[2010]].<ref>relazione della [[Corte dei conti]] stilata nell'estate del 2008 da Anna Maria Carbone Prosperetti, citata dal [http://www.corriere.it/europeo/cronache/2010/14/europeo-14-sergio-rizzo-professionisti-macerie_d09409de-cfa7-11df-8a5d-00144f02aabe.shtml Corriere della Sera]</ref>
* Abitazioni distrutte o danneggiate dal sisma: {{formatnum:362000}}.<ref name=Martini>{{Cita news|autore=Daniele Martini|url=http://www.ilmondochevogliamo.net/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=344|titolo=Mani sul terremoto|pubblicazione=[[Panorama (rivista)|Panorama]]|anno=1992|accesso=20 maggio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100206075944/http://www.ilmondochevogliamo.net/index2.php?option=com_content|dataarchivio=6 febbraio 2010}}</ref>
* La [[legge finanziaria|finanziaria]] [[2007]] prevede un contributo quindicennale di 3,5 milioni di euro per la ricostruzione.<ref>[http://www.parlamento.it/leggi/06296l.htm Legge 296/2006, art. 1, comma 1013]</ref>
* Contributi pubblici dello [[Italia|Stato italiano]], secondo la [[Commissione parlamentare d'inchiesta]] (prima dell'approvazione della [[legge finanziaria]] [[1991]]): {{formatnum:50902}} miliardi di lire (circa 26 miliardi €).<ref>Si veda [http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/318232.pdf il resoconto stenografico] pubblicato dal [[Senato della Repubblica]] il 26 novembre [[1991]].</ref>
* In Italia è ancora oggi in vigore un'[[accisa]] di 75 lire (4 centesimi di euro) su ogni litro di carburante acquistato, imposta dallo Stato per il finanziamento del terremoto in Irpinia.<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-TERREMOTO__ABISSINIA__VAJONT__IRPINIA__GLI_INTERVENTI_SULLE_ACCISE-825336-ECO-1.html|titolo=Terremoto: Abissinia, Vajont, Irpinia. Gli interventi sulle accise|pubblicazione=[[Asca]]|giorno=22|mese=4|anno=2009|accesso=21 maggio 2009}}</ref>
* Contributi pubblici dello [[Italia|Stato italiano]], all'anno [[2008]]: {{formatnum:32363593779}} lire, attualizzabili a circa 66 miliardi € al valore del [[2010]].<ref>relazione della [[Corte dei conti]] stilata nell'estate del 2008 da Anna Maria Carbone Prosperetti, citata dal [http://www.corriere.it/europeo/cronache/2010/14/europeo-14-sergio-rizzo-professionisti-macerie_d09409de-cfa7-11df-8a5d-00144f02aabe.shtml Corriere della Sera]</ref>
* La [[legge finanziaria|finanziaria]] [[2007]] prevede un contributo quindicennale di 3,5 milioni € per la ricostruzione.<ref>[http://www.parlamento.it/leggi/06296l.htm Legge 296/2006, art. 1, comma 1013]</ref>
* In Italia era stata inserita un'[[accisa]] di 75 lire (40 centesimi di €) su ogni litro di carburante acquistato, imposta dallo Stato per il finanziamento della ricostruzione dei territori colpiti dal sisma.<ref>{{Cita news|url=http://www.asca.it/news-TERREMOTO__ABISSINIA__VAJONT__IRPINIA__GLI_INTERVENTI_SULLE_ACCISE-825336-ECO-1.html|titolo=Terremoto: Abissinia, Vajont, Irpinia. Gli interventi sulle accise|pubblicazione=[[Askanews|Asca]]|giorno=22|mese=4|anno=2009|accesso=21 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref>
 
{{anchor|Lista dei comuni disastrati}}
=== Lista dei comuni disastrati ===
I comuni classificati come "disastrati" dal [[Decreto-legge|DL]] n. 19 del [[1981]] sono:<ref>[{{Cita web | url = http://eunomos.di.unito.it/index.php?action=loadLaw&urn=urn:nir:stato:decreto.legge:1981;19 | titolo = DL 13 febbraio 1981, n. 19 (Allegato A)] | accesso = 25 novembre 2022 | urlarchivio = https://archive.is/20130512182129/http://eunomos.di.unito.it/index.php?action=loadLaw&urn=urn:nir:stato:decreto.legge:1981;19 | dataarchivio = 12 maggio 2013 }}</ref><ref>[http://static.repubblica.it/napoli/mappa-irpinia/ Paesi "disastrati"]</ref>
I comuni classificati come "disastrati" dal [[Decreto-legge|DL]] n. 19 del [[1981]] sono:
<center>
{| class="wikitable sortable" style="text-align:center; font-size:95%;"
! Comune !! Provincia !! Vittime !! Contributi per la ricostruzione !! Indice del danno
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<!-- PROVINCIA DI AVELLINO -->
|-
||[[Avellino]]||{{IT-AV}}|| 82 || 278.611.000{{formatnum:278611000}} euro || 90
|-
||[[Bisaccia (Italia)|Bisaccia]]||{{IT-AV}}|| 2 || 123.204.000{{formatnum:123204000}} euro || 63
|-
||[[Calabritto]]||{{IT-AV}}|| 92100 || 90.732.000{{formatnum:90732000}} euro || 92
|-
||[[Camerota|Calitri]]||{{IT-AV}}|| 6 || 113.777.000{{formatnum:113777000}} euro || 62
|-
||[[Caposele]]||{{IT-AV}}|| 81 || 103.463.000{{formatnum:103463000}} euro || 80
|-
||[[Conza della Campania]]||{{IT-AV}}|| 184 || 65.324.000{{formatnum:65324000}} euro || 90
|-
||[[LioniGesualdo (Italia)|Gesualdo]]||{{IT-AV}}|| 22812 || 159.716.000 euro{{ND}} || 90{{ND}}
|-
||[[Morra De SanctisLioni]]||{{IT-AV}}|| 42228 || 76.064.000{{formatnum:159716000}} euro || n.d.90
|-
||[[Salza IrpinaMontella]]||{{IT-AV}}|| 114 || 18.577.000 euro{{ND}} || 76{{ND}}
|-
||[[SanMorra MangoDe sul CaloreSanctis]]||{{IT-AV}}|| 8447 || 71.975.000{{formatnum:76064000}} euro || 97{{ND}}
|-
||[[SanSalza Michele di SerinoIrpina]]||{{IT-AV}}|| 251 || 37.877.000{{formatnum:18577000}} euro || 7176
|-
||[[Sant'AndreaSan diMango Conzasul Calore]]||{{IT-AV}}|| 084 || 38.564.000{{formatnum:71975000}} euro || 6197
|-
||[[Sant'AngeloSan deiMichele Lombardidi Serino]]||{{IT-AV}}|| 48225 || 128.720.000{{formatnum:37877000}} euro || 9071
|-
||[[SenerchiaSant'Andrea di Conza]]||{{IT-AV}}|| 650 || 46.455.000{{formatnum:38564000}} euro || 9061
|-
||[[SolofraSant'Angelo dei Lombardi]]||{{IT-AV}}|| 25482 || 92.374.000{{formatnum:128720000}} euro || n.d.90
|-
||[[Sorbo SerpicoSenerchia]]||{{IT-AV}}|| 065 || 20.062.000{{formatnum:46455000}} euro || 7890
|-
||[[TeoraSolofra]]||{{IT-AV}}|| 13725 || 76.631.000{{formatnum:92374000}} euro || 90{{ND}}
|-
||[[TorellaSorbo dei LombardiSerpico]]||{{IT-AV}}|| 280 || 79.242.000{{formatnum:20062000}} euro || 8578
|-
||[[Teora]]||{{IT-AV}}|| 157 || {{formatnum:76631000}} € || 90
|-
||[[Torella dei Lombardi]]||{{IT-AV}}|| 28 || {{formatnum:79242000}} € || 85
|-
<!-- PROVINCIA DI POTENZA -->
|-
||[[Bella (Italiacomune)|Bella]]||{{IT-PZ}}|| 0 || n.d.{{ND}} || 55
|-
||[[Balvano]]||{{IT-PZ}}|| 77 || n.d.{{ND}} || 80
|-
||[[Brienza]]||{{IT-PZ}}|| 1 || n.d.{{ND}} || n.d.{{ND}}
|-
||[[Castelgrande]]||{{IT-PZ}}|| 11 || n.d.{{ND}} || 70
|-
||[[Muro Lucano]]||{{IT-PZ}}|| 21 || n.d.{{ND}} || 60
|-
||[[Pescopagano]]||{{IT-PZ}}|| 21 || n.d.{{ND}} || 85
|-
||[[Potenza (Italia)|Potenza]]||{{IT-PZ}}|| 12 || n.d.{{ND}} || n.d.{{ND}}
|-
||[[Ruvo del Monte]]||{{IT-PZ}}|| 0 || n.d.{{ND}} || n.d.{{ND}}
|-
||[[Vietri di Potenza]]||{{IT-PZ}}|| 7 || n.d.{{ND}} || 70
|-
 
<!-- PROVINCIA DI SALERNO -->
||[[Castelnuovo di Conza]]||{{IT-SA}}|| 86 || {{formatnum:50829000}} € || 91
|-
||[[Castelnuovo di ConzaColliano]]||{{IT-SA}}|| 852 || 50.829.000{{formatnum:81123000}} euro || 9178
|-
||[[CollianoLaviano]]||{{IT-SA}}|| 2303 || 81.123.000{{formatnum:92777000}} euro || 7898
|-
||[[LavianoRicigliano]]||{{IT-SA}}|| 30327 || 92.777.000{{formatnum:56742000}} euro || 9877
|-
||[[RiciglianoRomagnano al Monte]]||{{IT-SA}}|| 271 || 56.742.000{{formatnum:25729000}} euro || 7789
|-
||[[Romagnano al MonteSalvitelle]]||{{IT-SA}}|| 110 || 25.729.000{{formatnum:28665000}} euro || 8972
|-
||[[SalvitelleSan Gregorio Magno (Italia)|San Gregorio Magno]]||{{IT-SA}}|| 1028 || 28.665.000{{formatnum:160410000}} euro || 7289
|-
||[[San Gregorio Magno (Italia)|San Gregorio MagnoSantomenna]]||{{IT-SA}}|| 2865 || 160.410.000{{formatnum:40734000}} euro || 8984
|-
||[[SantomennaValva (Italia)|Valva]]||{{IT-SA}}|| 6510 || 40.734.000{{formatnum:76643000}} euro || 8483
|-
||[[ValvaCampagna (Italia)|ValvaCampagna]]||{{IT-SA}}|| 103 || 76.643.000 euro{{ND}} || 83N.D.
|-
||[[Eboli]]||{{IT-SA}}|| 2 || {{ND}} || N.D.
|}
</center>
 
== Opere sul terremoto dell'Irpinia ==
 
{{Approfondimento
|titolo = La devastazione dell'Irpinia
|contenuto =
[[File:Pertini forlani irpinia.jpg|300px|border]]
<small>[[Sandro Pertini|Pertini]] e [[Arnaldo Forlani|Forlani]] in visita nelle zone colpite dal sisma</small>
----
«Vengono le lacrime nelle giornate di primavera e di autunno, con l'azzurro lindo del cielo ritagliato dal verde intenso del Partenio o, dall'altra parte, della montagna di Chiusano, la bella addormentata, e del Terminio fino all'Irpinia più interna e vera, Bisaccia, Cairano, Teora. Da lontano non si vedono le cose che nessuno vorrebbe vedere e che nessuno o quasi fa niente perché non ci siano».<ref>Generoso Picone, “Matria Avellino e l’Irpinia, un esame di coscienza” Mephite, 2015.</ref>
|allineamento = destra
|larghezza = 300px
}}
 
=== Arte ===
* Rassegna artistica ''Terrae Motus'' (1984), curata da [[Lucio Amelio]] e ospitata alla [[Reggia di Caserta]], composta da oltre settanta opere sul tema del sisma del 1980; tra gli autori, anche [[Keith Haring]] e [[Andy Warhol]].<ref>{{cita web|url=http://reggiadicaserta.beniculturali.it/reggia/terraemotus/collezione.html|titolo=Terrae motus - La collezione|accesso=21 maggio 2009|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.exibart.com/exibart.pdf/articolo_crea_pdf.php?IDNotizia=10348|titolo=Lucio Amelio, nuovo Terrae Motus, nuovo catalogo|accesso=21 maggio 2009|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304054945/http://www.exibart.com/exibart.pdf/articolo_crea_pdf.php?IDNotizia=10348|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/Ministero/UfficioStampa/News/visualizza_asset.html_1860014242.html|titolo=MiBAC - Le opere di ''Terrae Motus'' di WARHOL e FABRO in mostra al MAXXI di Roma|accesso=19 giugno 2010}}</ref>
 
=== Cinema e TVFilmografia ===
{{W|filmografie|marzo 2023|[[WP:FILMOGRAFIA]]}}
* [[1981]] - ''[[È una domenica sera di novembre]]'' - documentario di [[Lina Wertmüller]]
* [[20021981]] - ''[[LaÈ terrauna èdomenica fattasera cosìdi novembre]]'' - documentario di [[GianniLina AmelioWertmüller]]
* [[20051982]] - ''[[...eApocalisse dopodi caddeun la neveterremoto]]'' - lungometraggiofilm di [[DonatellaSergio BaglivoPastore]]
* [[20102002]] - ''23La novembreterra 1980è fatta Obiettivo Irpiniacosì'' - documentario di [[FedoraGianni SassoAmelio]]
* [[20102005]] - ''La[[...e polveredopo ecadde illa vuotoneve]]'' - documentariofilm di [[BeniaminoDonatella DanieleBaglivo]]
* [[2006]] - ''Terre in moto''<ref>[http://www.cinemaitaliano.info/terreinmoto Terre in moto]</ref> – documentario di [[Michele Citoni]], [[Angela Landini]], [[Ettore Siniscalchi]]
* [[2010]] - ''Terremoto '80'' - documentario di [[Fabrizio Bancale]]
* [[2010]] - ''[[9023 Secondi]]novembre 1980 - Obiettivo Irpinia'' - documentario di [[Giuseppe Rossi (regista)|GiuseppeFedora RossiSasso]]
* [[2010]] - ''La polvere e il vuoto'' – documentario di [[Beniamino Daniele]]
* [[2010]] - ''Terremoto '80'' – documentario di [[Fabrizio Bancale]]
* [[2010]] - ''[[Di mestiere faccio il paesologo]]'' – documentario di [[Andrea D'Ambrosio]]
* [[2010]] - ''90 secondi'' – cortometraggio documentario di [[Giuseppe Rossi (regista)|Giuseppe Rossi]]<ref>[https://www.imdb.com/title/tt3125074/]</ref>
* [[2020]] - ''90 secondi'' – film documentario di Giuseppe Rossi<ref>[https://www.imdb.com/title/tt13484026/]</ref>
 
===Musica===
* ''Unonoveottozero'' - Molotov d'Irpinia (dall'album ''Le nuvole del cielo terrone'', 2011).
* ''È sempre sera'' - [[Pino Daniele]]
* ''23 novembre 1980'' - Gerardo Margotta
* Jammucenne - [[Squallor]]
 
=== Poesia ===
* [[Domenico Cipriano (poeta)|Domenico Cipriano]], ''Novembre'' (con CD di [[Pippo Pollina]]: ''Ultimo volo. Orazione civile per Ustica''), [[Massa (Italia)|Massa]], [[Transeuropa]], [[2010]].
* [[Mario Trufelli]], ''Lamento per Rosetta'' (scritta a [[Balvano]] il 24 novembre 1980).
* [[Domenico Cipriano]], ''Novembre'' (con prefazione di [[Antonio La Penna]], [[Transeuropa]], Massa, 2010).<ref>{{cita web|url=https://www.criticaletteraria.org/2013/01/novembre-la-lirica-civile-di-domenico.html?m=1|titolo=Novembre: la lirica “civile” di Domenico Cipriano|data=11 gennaio 2013}}</ref>
* [[Angelo Curcio]], ''Luna dei Terremotati'', [[Edizioni Il Papavero]], Avellino, 2010.
* Franco Arminio, ''Viaggio nel cratere'', Sironi editore
 
=== Radio ===
* ''La malanotte'' - audiodocumentario di [[Marcello Anselmo]].<ref>[https://web.archive.org/web/20091202103230/http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/lamalanotte/ audiodocumentario] di [[Marcello Anselmo]].</ref>
 
=== Teatro ===
*''Scannasurice'' - Scritto da [[Enzo Moscato]], 1982.
* ''90 secondi, dopo'' - Scritto ed interpretato da Lucilla Falcone, Associazione Culturale ''La buona creanza''.<ref>[http://www.labuonacreanza.com/Spettacoli/90-secondi-dopo.html 90 secondi, dopo - La buona creanza]</ref>
*''Il fulmine nella terra'' - Scritto e diretto da [[Mirko Di Martino]], interpretato da [[Orazio Cerino]].<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.teatrodellosso.it/fulmine/|titolo = Il fulmine nella terra|accesso = |editore = |data = }}</ref>
* ''Rossa luna di novembre'' - di Claudia Iandolo, Liberamente, [[Avellino]], [[1997]].
* ''90 secondi, dopo'' - Scritto ed interpretato da [[Lucilla Falcone]], Associazione Culturale ''La buona creanza''.<ref>[http://www.labuonacreanza.com/Spettacoli/90-secondi-dopo.html 90 secondi, dopo - La buona creanza]</ref>
 
* ''Terremoto con madre e figlia'' - di [[Fabrizia Ramondino]], Il Melangolo, [[Genova]], [[1994]].
== Galleria fotografica ==
* ''Rossa luna di novembre'' - di [[Claudia Iandolo]], Liberamente, [[Avellino]], [[1997]].
<gallery>
* ''Il Coraggio della Prima Nota'' - scritto da [[Rocco Tedeschi]], 2021
File: Pertini forlani irpinia.jpg|[[Sandro Pertini|Pertini]] e [[Arnaldo Forlani|Forlani]] in visita nelle zone colpite dal sisma
File:
</gallery>
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
;Bibliografia scientifica
* E. Esposito, S. Porfido, ''Terremoto del 23 novembre 1980, 30 anni di ricerca'', [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]]-IAMC, [[Napoli]], [[2010]].
* S. Porfido, E. Esposito, A.M. Michetti, A.M. Blumetti, E. Vittori, G. Tranfaglia, L. Guerrieri, L. Ferreli, L. Serva, ''Areal distribution of ground effects induced by strong earthquakes in the Southern Apennines (Italy)'', Surveys in Geophysics, vol. 23, p.&nbsp;529-562, [[2002]].
* S. Porfido, E. Esposito, L. Guerrieri, E. Vittori, G. Tranfaglia, R. Pece, ''Seismically induced ground effects of the 1805, 1930 and 1980 earthquakes in the southern Apennines'', boll. Società Geologica Italiana, vol. 126, p.&nbsp;333-346, [[2007]].
* D. Postpischl, A. Branno, E.G.I. Esposito, G. Ferrari, A. Marturano, S. Porfido, V. Rinaldis, M. Stucchi, ''Southern Italy November 23, 1980 earthquake. Macroseismic survey'', 7 ECEE, [[Atene]], p.&nbsp;25-51, [[1982]].
* D. Postpischl, A. Branno, E.G.I. Esposito, G. Ferrari, A. Marturano, S. Porfido, V. Rinaldis, M. Stucchi, ''The Irpinia earthquake of November 23, 1980'', Atlas of isoseismal maps of italian earthquakes, CNR-PFG N. 114 V.2A., [[1985]].
* L. Serva, E. Esposito, L. Guerrieri, S. Porfido, E. Vittori, V. Comerci, ''Environmental effects from five historical earthquakes in southern Apennines (Italy) and macroseismic intensity assessment'' contribution to INQUA EEE Scale Project. Quaternari Int., vol. 173, p.&nbsp;30-44, [[2007]].
*Porfido, S.; Alessio, G.; Gaudiosi, G.; Nappi, R.; Michetti, A.M.; Spiga, E. Photographic Reportage on the Rebuilding after the Irpinia-Basilicata 1980 Earthquake (Southern Italy). ''Geosciences'' 2021, ''11'', 6. <nowiki>https://doi.org/10.3390/geosciences11010006</nowiki>
*Special Issue "''The November 23rd, 1980 Irpinia-Lucania, Southern Italy Earthquake: Insights and Reviews 40 Years Later''" Sabina Porfido, Giuliana Alessio, Germana Gaudiosi, Rosa Nappi e Alessandro Maria Michetti . Editors https://www.mdpi.com/journal/geosciences/special_issues/earthquake_1980
*Porfido, S.; Alessio, G.; Gaudiosi, G.; Nappi, R.; Michetti, A.M. 40 Years Later: New Perspectives on the 23 November 1980, Ms 6.9, Irpinia-Lucania Earthquake. ''Geosciences'' 2022, ''12'', 173. <nowiki>https://doi.org/10.3390/geosciences1204017</nowiki>
 
;Studi e testimonianze
* [[Franco Arminio]], ''Viaggio nel cratere'', Sironi editore, [[Milano]], 2003.
* [[Francesco Barbagallo]], [[Isaia Sales]], Ada Becchi Collidà (a cura di), ''L'affare terremoto. Libro bianco sulla ricostruzione'' [[Angri]], 1989.
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* Fabrizio Mangoni e Mario Pacelli, ''Dopo il terremoto la ricostruzione'', Edizione delle Autonomie, [[Roma]], 1981.
* Fabrizio Mangoni e Mario Pacelli, ''Dopo il terremoto: la seconda fase'', Edizione delle Autonomie, [[Roma]], 1982.
* Gabriele Ivo Moscaritolo, ''Memorie dal cratere. Storia sociale del terremoto in Irpinia'', Editpress, 2020
* Ippolito Negri, ''La grande abbuffata: Mani rapaci sull'Irpinia del terremoto'', Terziaria, 1996, ISBN 88-86818-08-4.
*Porfido S. - Spiga E. ''Ricostruzione 1980 - 2020'' Vol. I S. Porfido - E. Spiga https://it.blurb.com/b/10357761-ricostruzione-1980-2020-vol-i-sabina-porfido-efis
* Salvatore Rea, ''Si fa presto a dire sinistra: storia di Ciriaco De Mita dalla Magna Grecia a Palazzo Chigi'', Leonardo, 1990, ISBN 88-355-0082-6.
* Porfido S. - Spiga E. ''Ricostruzione 1980 - 2020'' Vol. II S. Porfido - E. Spiga https://www.blurb.com/b/10359572-ricostruzione-1980-2020-vol-ii-sabina-porfido-efi
*Salvatore Rea, ''Si fa presto a dire sinistra: storia di Ciriaco De Mita dalla Magna Grecia a Palazzo Chigi'', Leonardo, 1990, ISBN 88-355-0082-6.
* Toni Ricciardi, Generoso Picone e Luigi Fiorentino, ''Il terremoto dell'Irpinia. Cronaca, storia e memoria dell'evento più catastrofico dell'Italia repubblicana'', [[Donzelli Editore]], 2020
* Manlio Rossi-Doria, ''La terra dell'osso'', Edizioni Mephite, [[Atripalda]], 2003.
* Giovanni Russo e [[Corrado Stajano]], ''Terremoto: le due Italie sulle macerie del Sud, volontari e vittime, camorristi e disoccupati, notabili e razzisti, borghesi e contadini, emigranti e senzatetto'', [[Garzanti]], [[Milano]], 1981.
* Amalia Signorelli, ''Chi può e chi aspetta. Giovani e clientelismo in un'area interna del Mezzogiorno'', Liguori, [[Napoli]], 1983.
* Stefano Ventura, ''Non sembrava novembre quella sera'', Edizioni Mephite, 2010.
* Stefano Ventura, ''Vogliamo viaggiare, non emigrare. Le cooperative femminili dopo il terremoto del 1980'', Edizioni Officina Solidale, 2013.
 
* Stefano Ventura, ''Storia di una ricostruzione. L'Irpinia dopo il terremoto'', [[Rubbettino Editore]], 2020.
=== Bibliografia scientifica ===
*Donato Sperduto - Maria Sperduto, ''Apparire o essere? Da Walter Bonatti al terremoto del 1980'', EditricErmes, Potenza, 2020.
* E. Esposito, S. Porfido, ''Terremoto del 23 novembre 1980, 30 anni di ricerca'', [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]]-IAMC, [[Napoli]], [[2010]].
* Lucio Garofalo, A 40 anni dal sisma del 1980: un tentativo di analisi storica, 2020. http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D62&cmd=v&id=23532
* S. Porfido, E. Esposito, A.M. Michetti, A.M. Blumetti, E. Vittori, G. Tranfaglia, L. Guerrieri, L. Ferreli, L. Serva, ''Areal distribution of ground effects induced by strong earthquakes in the Southern Apennines (Italy)'', Surveys in Geophysics, vol. 23, p.&nbsp;529-562, [[2002]].
* S. Porfido, E. Esposito, L. Guerrieri, E. Vittori, G. Tranfaglia, R. Pece, ''Seismically induced ground effects of the 1805, 1930 and 1980 earthquakes in the southern Apennines'', boll. Società Geologica Italiana, vol. 126, p.&nbsp;333-346, [[2007]].
* D. Postpischl, A. Branno, E.G.I. Esposito, G. Ferrari, A. Marturano, S. Porfido, V. Rinaldis, M. Stucchi, ''Southern Italy November 23, 1980 earthquake. Macroseismic survey'', 7 ECEE, [[Atene]], p.&nbsp;25-51, [[1982]].
* D. Postpischl, A. Branno, E.G.I. Esposito, G. Ferrari, A. Marturano, S. Porfido, V. Rinaldis, M. Stucchi, ''The Irpinia earthquake of November 23, 1980'', Atlas of isoseismal maps of italian earthquakes, CNR-PFG N. 114 V.2A., [[1985]].
* L. Serva, E. Esposito, L. Guerrieri, S. Porfido, E. Vittori, V. Comerci, ''Environmental effects from five historical earthquakes in southern Apennines (Italy) and macroseismic intensity assessment'' contribution to INQUA EEE Scale Project. Quaternari Int., vol. 173, p.&nbsp;30-44, [[2007]].
 
== Voci correlate ==
* [[Irpinia]]
* [[Terremoti in Irpinia]]
* [[Terremoti in Italia]]
* [[Mani sul terremoto]]
* [[Medaglia commemorativa per il terremoto in Irpinia e Basilicata]]
* [[Lista di terremoti in Italia]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [http{{cita web|url=https://maps.google.it/maps?hl=&q=40.850%2C+15.280&sourceid=navclient-ff&rlz=1B3GGGL_itIT293IT293&ie=UTF-8 |titolo=L'epicentro della scossa su Google Maps]}}
* [{{cita web | 1 = http://www.23novembre1980.it/ | 2 = Storie e documenti - l'audio della scossa] | accesso = 26 novembre 2005 | dataarchivio = 4 febbraio 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20200204060605/http://www.23novembre1980.it/ | urlmorto = sì }}
* [http{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=BOPcFUZLb8g&feature=PlayList&p=7E1F1C383EEB2EFE&playnext=1&playnext_from=PL&index=7 |titolo=YouTube - Video in cui è registrato l'audio della scossa]}}
* [{{cita web | 1 = http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/lamalanotte/ | 2 = La Malanotte: audiodocumentario di Radio Tre] | accesso = 1 dicembre 2009 | dataarchivio = 2 dicembre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091202103230/http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/lamalanotte/ | urlmorto = sì }}
* [{{cita web | 1 = http://terremotoirpinia.ilcannocchiale.it/ | 2 = Terremotoirpinia - 23 novembre 1980. Storia e memoria] | accesso = 31 marzo 2009 | dataarchivio = 11 marzo 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090311004338/http://terremotoirpinia.ilcannocchiale.it/ | urlmorto = sì }}
* [{{cita web | 1 = http://carlogesualdo.altervista.org/pagine/terremoto_irpinia_1980.htm | 2 = Il terremoto del 1980] | accesso = 24 novembre 2005 | dataarchivio = 12 marzo 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070312135706/http://carlogesualdo.altervista.org/pagine/terremoto_irpinia_1980.htm | urlmorto = sì }}
* [{{cita web | 1 = http://www.agendaonline.it/terremotoirpinia/ | 2 = Memoria ed Immagini Terremoto 1980] | accesso = 26 settembre 2004 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20041018211635/http://www.agendaonline.it/terremotoirpinia/ | dataarchivio = 18 ottobre 2004 | urlmorto = sì }}
* [http://storing.ingv.it/cfti4med/ CFTI4Med] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110722035629/http://storing.ingv.it/cfti4med/ |date=22 luglio 2011 }} Catalogue of Strong Earthquakes in Italy (461 B.C.-1997) and Mediterranean Area (760 B.C.-1500). Emanuela Guidoboni, Graziano Ferrari, Dante Mariotti, Alberto Comastri, Gabriele Tarabusi and Gianluca Valensise 2007 (INGV - SGA)
* [{{cita web | 1 = http://teoraventura.ilcannocchiale.it/ | 2 = Teoraventura - Immagini e testimonianze] | accesso = 31 marzo 2009 | dataarchivio = 10 marzo 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090310021035/http://www.teoraventura.ilcannocchiale.it/ | urlmorto = sì }}
* [{{cita web|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=134728 |titolo=Video sui soccorsi portati dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Autonoma della Sardegna]|urlmorto=sì}}
* [https://www.facebook.com/Terremoto-1980-Irpinia-Per-non-dimenticare-209823502424741/?ref=settings Terremoto 1980 - Irpinia - Per non dimenticare], pagina Facebook
*[http://terremoto.stereofot.it/ rilievi terremoto del 1980:] rilievi dell'Unità Fotogrammetrica dei Vigili Urbani di Bari
*https://ingvterremoti.com/2020/11/17/terremoto80-il-terremoto-del-23-novembre-1980-la-resilienza-di-alcuni-paesi-40-anni-dopo/
*https://www.mdpi.com/2076-3263/11/1/6
*https://it.blurb.com/b/10070566-temporary-housing-in-san-potito-ultra
 
{{Terremoti in Italia}}
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