Monache carmelitane scalze: differenze tra le versioni

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[[File:Santa Teresa ofde AvilaJesús dsc01644(Ayuntamiento de Sevilla).jpg|thumb|[[TeresaRitratto d'Ávila|Santadi Teresa di Gesù]] (1515-1582), fondatrice dell'ordinedelle carmelitane scalze, eseguito da [[Giovanni della Miseria]]]]
Le '''carmelitane scalze''' (in [[lingua latina|latino]] ''moniales Ordinis carmelitarum discalceatorum'') sono un [[istituto religioso]] femminile [[di diritto pontificio]] in case autonome.<ref name="AP">''Ann. Pont. 2017'', p. 1466.</ref> L'ordine sorse a opera di [[Teresa di Gesù]] che, nel clima di generale riforma del mondo cattolico suscitato dal [[Concilio di Trento]], nel monastero dell'Incarnazione ad [[Avila]] diede inizio alla sua attività riformatrice tesa a restaurare il rigore della primitiva regola carmelitana e, nel 1562, fondò sempre ad Avila il suo primo monastero, intitolato a [[san Giuseppe]].
Le '''monache carmelitane scalze''' (in [[lingua latina|latino]] ''Moniales Ordinis Carmelitarum Discalceatarum'') sono religiose di voti solenni e costituiscono il second'ordine dei frati [[Ordine dei carmelitani scalzi|carmelitani scalzi]]: come i frati del ramo maschile, le monache pospongono al loro nome la sigla '''O.C.D.'''
 
== StoriaOrigini ==
[[File:Ávila - Convento de San José - 2018-11-14 01.jpg|thumb|Il monastero di San Giuseppe ad Ávila]]
Nel clima di generale riforma del mondo cattolico suscitato dal [[Concilio di Trento]] ([[1545]]-[[1563]]), [[Teresa d'Ávila|Santa Teresa di Gesù]] ([[1515]]-[[1582]]), monaca [[Monache carmelitane|carmelitana]] nel monastero dell<nowiki>'</nowiki>''Incarnazione'' d'[[Ávila]], diede inizio alla sua attività riformatrice tesa a restaurare il rigore della primitiva regola dell'[[ordine religioso|ordine]].
L'origine delle carmelitane scalze si deve a [[Teresa di Gesù|santa Teresa]]: vinte le resistenze dei famigliari, nel 1535 abbracciò la vita religiosa nel monastero [[monache carmelitane|carmelitano]] dell'Incarnazione, fuori le mura di [[Avila]], dove, grazie alla dote assegnatale dal padre, ottenne un piccolo appartamento tutto per lei. Il monastero dell'Incarnazione era sorto come [[beaterio]]: non vi si osservava una stretta [[clausura religiosa|clausura]], ospitava circa 180 religiose e alcune educande e domestiche.<ref>Ludovico Saggi e Alberto Pacho, DIP, vol. IX (1997), col. 953.</ref>
 
Dopo numerose esperienze mistiche, maturò la decisione di lasciare il monastero dell'Incarnazione con alcune compagne per fondarne uno più austero e di stretta clausura, sull'esempio del monastero delle scalze di Santa Chiara a [[Madrid]], dove vivere in povertà assoluta e in comunità poco numerosa, abbracciando l'osservanza non mitigata della regola carmelitana. Il suo progetto fu sostenuto da [[Francesco Borgia]], [[Luigi Bertrando]] e [[Pietro d'Alcantara]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 423.</ref>
Nel [[1560]] un gruppo di monache riunite nella cella di Teresa, ispirandosi alla riforma scalza introdotta da [[san Pietro d'Alcantara|Pietro di Alcantara]] nell'ordine [[francescani|francescano]], decisero di fondare un nuovo monastero di tipo eremitico.
 
Con il [[breve apostolico|breve]] ''Ex parte vestra'', emesso dalla [[Penitenzieria apostolica]] il 7 febbraio 1562, Teresa ottenne l'autorizzazione per l'erezione del monastero, che fu aperto il 24 agosto 1562 sotto il titolo di San Giuseppe. Fu eletta priora nel gennaio 1563.<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 424.</ref>
Il [[breve apostolico|breve]] che autorizzava la fondazione venne firmato a [[Roma]] il 7 febbraio del [[1562]] ed il convento, intitolato a san Giuseppe, venne eretto ad [[Ávila]] il 24 agosto dello stesso anno: nel [[1567]] venne inaugurato un secondo monastero, a [[Medina del Campo]], dove Teresa incontrò [[Giovanni della Croce|san Giovanni della Croce]] che si associò all'opera della religiosa dando vita ai carmelitani scalzi (il cui primo monastero fu eretto a [[Duruelo]]).
 
Teresa adottò per le sue monache la regola carmelitana che lei riteneva "primitiva", approvata da [[papa Innocenzo IV]] nel 1247, senza le mitigazioni introdotte da [[Eugenio IV]], [[Pio II]] e [[Sisto IV]] circa l'astinenza, il digiuno, le ricreazioni e la possibilità di avere rendite. Gradualmente Teresa accettò le rendite, la possibilità di consumare carne in alcuni casi e la ricreazione comune.<ref>Ludovico Saggi e Alberto Pacho, DIP, vol. IX (1997), col. 958.</ref>
Entrata in conflitto con i superiori, a Teresa venne imposta la clausura a [[Toledo]]: per mettere fine agli scontri, su istanza di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]], nel [[1580]] [[papa Gregorio XIII]] costituì la provincia autonoma degli scalzi che andarono a costituire un ordine autonomo.
 
La fondatrice espose la sua dottrina spirituale in un'opera didascalica redatta, nella sua prima forma, tra il 1562 e il 1564: ''Cammino di perfezione''. Le carmelitane scalze dovevano essere al servizio della Chiesa in una disponibilità di amicizia con Gesù attraverso la perenne orazione, in un clima di carità fraterna, mortificazione, solitudine e in stretta clausura.<ref>Ludovico Saggi e Alberto Pacho, DIP, vol. IX (1997), col. 952.</ref>
== Attività e diffusione ==
[[File:OCD Zelle.jpg|thumb|right|Una carmelitana scalza nella sua cella]]
Le monache di clausura si dedicano principalmente alla preghiera contemplativa.
 
In vista della fondazione di altri monasteri, Teresa incontrò il priore generale dei carmelitani, [[Giovanni Battista Rossi (carmelitano)|Giovanni Battista Rossi]], che espresse il suo sostegno alla sua opera riformatrice e nel 1568 approvò le sue [[costituzioni religiose|costituzioni]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 425.</ref>
Nel [[2005]] le carmelitane scalze erano presenti in circa 88 nazioni: i monasteri (canonicamente autonomi) dell'ordine erano in totale 868 (126 adottavano le costituzioni approvate dalla [[Santa Sede]] nel [[1990]] ed erano svincolati dal ramo maschile dell'Ordine; 762 quelli sottoposti alle costituzioni del [[1991]] e giuridicamente legati ai frati). Le religiose erano complessivamente 11.731 (1.836 del primo gruppo, 9.895 del secondo).
 
Queste suore, oltre che andare in giro a piedi scalzi, la notte, fanno orgie con i preti scalzi!
== Primo sviluppo ==
[[File:Ana_de_San_Bartolomé.jpg|thumb|Anna di San Bartolomeo, propagatrice delle carmelitane scalze]]
La prima filiazione del monastero di San Giuseppe d'Avila fu il Carmelo di [[Medina del Campo]], fondato il 15 agosto 1567. A Medina del Campo Teresa conobbe anche i frati camelitani [[Giovanni della Croce|Giovanni di San Mattia]] e [[Antonio de Heredia]], insieme con i quali diede inizio all'organizzazione del [[Ordine dei carmelitani scalzi|ramo maschile]] dell'ordine. Tra il 1568 e il 1571 sorsero i monasteri di [[Malagón]], [[Valladolid]], [[Toledo]], [[Pastrana]], [[Salamanca]], [[Alba de Tormes]]; dopo un triennio di sosta, dal 1574 si succedettero le fondazioni di [[Segovia]], [[Beas de Segura]], [[Siviglia]] e [[Caravaca de la Cruz|Caravaca]]. Le fondazioni si interruppero nuovamente dopo il 1576 a causa del conflitto tra frati "scalzi" e "calzati" in seno all'ordine; ripresero nel 1580 con l'apertura dei monasteri di [[Villanueva de la Jara]], [[Palencia]], [[Soria]], [[Granada]] e [[Burgos]], l'ultimo aperto prima della morte della fondatrice.<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 426.</ref>
 
Insieme con il suo collaboratore e amico, il carmelitano scalzo [[Jerónimo Gracián]], Teresa seguì la redazione delle nuove costituzioni, che consolidarono l'aspetto spirituale e giuridico della sua riforma. Il testo delle costituzioni fu approvato dal primo capitolo generale dei carmelitani scalzi, riunitosi ad [[Alcalá de Henares|Alcalá]] nel 1581, e fu stampato a [[Salamanca]].<ref>Ludovico Saggi e Alberto Pacho, DIP, vol. IX (1997), col. 956.</ref>
 
Negli anni successivi [[Nicolò di Gesù Maria Doria|Niccolò Doria]], provinciale e poi vicario generale degli scalzi, mutò le norme teresiane irrigidendo numerosi aspetti del governo delle monache, soprattutto circa i confessori, le visite e le elezioni. Anna di Gesù de Lobera, una delle interpreti più fedeli dello spirito teresiano, e padre Gracián, che aveva curato la stesura delle costituzioni approvate nel 1581, si opposero anche davanti a [[papa Sisto V]] alle innovazioni di Doria, causando lotte e dissensi che travagliarono a lungo i monasteri delle carmelitane scalze.<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 427.</ref>
 
Il 10 giugno 1593 il capitolo generale di [[Cremona]] decise l'indipendenza completa degli scalzi dai carmelitani "calzati" e il 20 dicembre successivo [[papa Clemente VIII]], ratificando la decisione del capitolo, nominò Doria preposito generale.<ref name="doria">Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 428.</ref>
 
Nonostante i conflitti interni, i monasteri di carmelitane scalze avevano continuato a crescere di numero: ai 16 aperti fino al 1582 (vivente la fondatrice), fino al 1593 (anno della separazione degli scalzi dai "calzati") se ne aggiunsero altri 15, con un totale di oltre 600 monache.<ref name="doria"/>
 
== Espansione internazionale ==
[[File:Monastero e Chiesa di San Giuseppe - Plate 146 - Giuseppe Vasi.jpg|thumb|Il monastero di San Giuseppe, il primo monastero di carmelitane scalze a Roma]]
La prima fondazione fuori di [[Spagna]] fu quella di [[Lisbona]] del 1584 a opera di alcune monache provenienti da Siviglia;<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 429.</ref> nel 1590 alcune carmelitane scalze provenienti da Malagón fondarono un monastero a [[Genova]] e nel 1598 fu fondato il primo monastero dell'ordine a [[Roma]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 434.</ref>
 
Il primo monastero in [[Francia]] fu fondato a [[Parigi]] nel 1604 da cinque religiose spagnole guidate da [[Anna di San Bartolomeo]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 438.</ref> La principale artefice dell'ingresso delle carmelitane scalze in Francia fu [[Maria dell'Incarnazione Avrillot|Barbe Acarie]], che fu monaca prima ad [[Amiens]] e poi a [[Pontoise]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 442.</ref>
 
Sempre a opera di religiose provenienti dalla Spagna nel 1604 sorse a [[Puebla de los Angeles]] il primo monastero di carmelitane scalze del [[Messico]];<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 446.</ref> nel 1606 fu fondato un monastero a [[Bogotà]] e nel 1628 ne sorse uno a [[Córdoba (Argentina)|Córdoba]]; nel 1643 fu fondato un monastero a [[Lima (Perù)|Lima]], da cui uscirono le fondatrici dei monasteri di [[Sucre]] e [[Santiago del Cile]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 447.</ref>
 
Molte giovani provenienti da nobili famiglie inglese di fede cattolica abbracciarono la vita religiosa tra le carmelitane scalze di [[Mons]], [[Anversa]] e [[Malines]] e nel 1619 fu fondato a [[Hopland (Anversa)|Hopland-Anversa]] il primo monastero esclusivamente inglese. Gli ''english convents'' si diffusero repidamente in [[Belgio]] e [[Germania]] e, dopo la [[rivoluzione francese]], molte comunità di religiose inglesi in esilio vennero riaccolte in patria dove trasferono i loro monasteri a [[Darlington (Regno Unito)|Darlington]], [[Chichester]], [[Lanherne]];<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 444.</ref> a opera delle monache inglesi di Hopland e [[Hoogstraten]] sorse il primo monastero di carmelitane scalze negli [[Stati Uniti d'America]], fondato nel 1794 a [[Port Tobacco Village|Port Tobacco]] e poi trasferito a [[Towson (Maryland)|Towson]].<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 445.</ref>
 
== Soppressioni e rinascita ==
[[File:OCD ZelleTeresa-de-Lisieux.jpg|thumb|right|UnaTeresa di Gesù Bambino, carmelitana scalza nella suaa cellaLisieux]]
[[File:Visage d'Elisabeth de la Trinité.jpg|thumb|Elisabetta della Trinità, carmelitana scalza a Digione]]
A partire dagli ultimi decenni del XVIII secolo le carmelitane scalze ebbero a subire dispersioni, limitazioni e vere e proprie soppressioni in molte regioni d'Europa: in [[Austria]] e negli altri possedimenti asburgici, sotto [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], le monache conobbero l'esilio; la [[rivoluzione francese]] secolarizzò i monasteri di [[Francia]], [[Belgio]], [[Italia]] e [[Germania]]; furono emanate leggi contro la vita religiosa in [[Portogallo]] (1834) e [[Spagna]] (1835); le leggi eversive dello stato sabaudo costrinsero le religiose a vivere in clandestinità e nel regno di [[Prussia]] i monasteri scomparvero nel 1875.<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 449.</ref>
 
Le persecuzioni in patria rappresentarono per le carmelitane scalze l'occasione di diffondere l'ideale monastico teresiano in regioni dove non erano mai state ([[Canada]]) o da cui erano scomparse ([[Paesi Bassi]]).<ref name="sopp">Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 450.</ref>
 
Appena fu possibile, la vita regolare riprese in pieno e con maggior fervore. In Francia, ad esempio, alla fine dell'Ottocento esistevano 120 monasteri contro i 62 attivi prima della Rivoluzione. La fioritura di vocazioni che fu alla base della rinascita coincise con il riaffermarsi della dottrina spirituale di santa Teresa e san Giovanni della Croce (proclamato dottore della Chiesa nel 1927) e al fascino della spiritualità di figure come [[Teresa di Gesù Bambino]] ed [[Elisabetta della Trinità]].<ref name="sopp"/>
 
== Espansione missionaria ==
Tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX secolo l'ordine fu caratterizzato da un movimento missionario che ebbe come focolare di origine il monastero di [[Lisieux]], fondato nel 1838. Da Lisieux nel 1861 partirono le quattro monache che fondarono il Carmelo di [[Saigon]] da cui, fino al 1961, ebbero origine diretta o indiretta 35 monasteri missionari nell'[[Annam]], nelle [[Filippine]], in [[Cambogia]], in [[Thailandia]], in [[Cina]] e a [[Singapore]].<ref name="missio">Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 451.</ref>
 
Un monastero per le vocazioni missionarie fu fondato da monache vietnamite a [[Cholet]] nel 1925: da esso ebbero origine monasteri in [[India]], [[Giappone]], [[Ceylon]], [[Senegal]] e [[Guadalupa]].<ref name="missio"/>
 
Nel 1872 fu aperto un monastero a [[Gerusalemme]] e nel 1875 da [[Pau (Francia)|Pau]] partirono le religiose che fondarono il Carmelo di [[Betlemme]] (dove visse [[Mariam Baouardy|Maria di Gesù Crocifisso Bouardy]]), da cui ebbero origine i monasteri di [[Nazareth]] e [[Aleppo]]. Seguirono fondazioni sul [[Monte Carmelo]], [[Istanbul]], [[Sofia]], [[Atene]] e [[Harissa]], per le religiose di [[Chiesa greco-cattolica melchita|rito greco-melchita]].<ref name="missio"/>
 
Il primo monastero di carmelitane scalze in [[Africa]] fu fondato a [[Cartagine (Tunisia)|Cartagine]] nel 1885 per volontà del [[Charles-Martial-Allemand Lavigerie|cardinale Lavigerie]]. A opera di alcune religiose provenienti dal Belgio, nel 1934 fu aperto un monastero in [[Congo belga|Congo]], da cui ebbe origine il primo monastero del [[Ruanda]]; le carmelitane scalze inglesi aprirono un monastero in [[Sudafrica]] nel 1931.<ref name="miss">Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 452.</ref>
 
Carmeli missionari vennero aperti anche in regioni europee con una popolazione cattolica minima, come l'[[Islanda]] ([[Hafnarfjörður]], 1939) e la [[Svezia]] ([[Glumslöv]], 1962).<ref name="miss"/>
 
== Unificazione della legislazione ==
Nonostante la grande diffusione dei monasteri di carmelitane scalze, tra le varie comunità esisteva una notevole diversità giuridica e ognuna faceva capo a un'osservanza diversa. Dopo la promulgazione del [[Codice di diritto canonico]] [[Codice Piano Benedettino|piano-benedettino]] del 1917, tutti gli istituti religiosi furono obbligati a rivedere le loro [[costituzioni religiose|costituzioni]] e ad adattarle alla nuova legislazione.<ref name="cost">Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 453.</ref>
 
L'11 febbraio 1924 la [[Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica|sacra congregazione per i religiosi]] approvò un nuovo testo delle costituzioni, basato su quello approvato da capitolo di Alcalà del 1581 con aggiunte tratte dalla legislazione dell'osservanza francese, ma il testo non fu accolto positivamente dai monasteri.<ref name="cost"/> Il 22 giugno 1926 [[papa Pio XI]] approvò un nuovo testo, basato sulle costituzioni dei monasteri italiani del 1630, e il 10 settembre 1936 ordinò che tutte le comunità accettassero e osservassero quel testo, abolendo tutti gli altri.<ref>Valentino Macca, DIP, vol. II (1975), col. 454.</ref>
 
Dopo il [[Concilio Vaticano II]] e la riforma del codice di diritto canonico del 1983, un nuovo testo delle costituzioni fu approvato dalla Santa Sede l'8 dicembre 1990: questo testo, che prevedeva che i monasteri femminili fossero sottoposti alla vigilanza del vescovo diocesano e non fossero più dipendenti dai frati scalzi, fu respinto da molte comunità. Un nuovo testo fu approvato il 17 settembre 1991 e prevedeva l'autonomia dei singoli monasteri e l'associazione ai frati carmelitani scalzi.
 
== Abito ==
In base alle indicazioni fornite da Teresa di Gesù tra il 1565 e il 1566, l'abito delle scalze doveva essere quello tradizionale carmelitano, ma doveva essere confezionato con le stoffe in uso tra i poveri: l'abito si componeva di [[Tunica (abbigliamento)|tonaca]] di [[saia|sargia]] scura non tinta, senza pieghe e con maniche strette; [[soggolo]] bianco di [[canapa]] o [[Lino (fibra)|lino]]; [[scapolare]] indossato sul soggolo, dello stesso tessuto della tonaca ma quattro dita più corto; [[Cappa (indumento)|cappa]] per il coro di sargia bianca; [[cintura]] in cuoio nero senza elementi metallici; velo nero per le professe e bianco per novizie e converse. Come calzature le prime monache usavano le "[[Espadrillas|alpargatas]]", scarpe in tela con la suola di corda.<ref>Silvano Giordano, in ''La sostanza dell'effimero...'' (op. cit.), p. 475.</ref>
 
In caso di incontri con secolari (eccetto genitori e fratelli) coprivano il volto con un velo nero (consuetudine abbandonata dopo il 1960).<ref name="se">Silvano Giordano, in ''La sostanza dell'effimero...'' (op. cit.), p. 476.</ref>
 
Nel 1977 le norme riguardanti l'abito furono semplificate: tonaca con cintura e scapolare di stoffa povera color marrone, cappa bianca, velo nero per le professe di voti solenni e bianco per novizie e professe di voti semplici.<ref name="se"/>
 
== Statistiche ==
Alla fine del 2015, i monasteri di carmelitane scalze che adottavano le costituzioni del 1990 erano 122 con {{formatnum:1671}} religiose; quelli delle costituzioni del 1991 erano 696 con {{formatnum:8663}} religiose.<ref name="AP"/>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* ''Annuario Pontificio per l'anno 20072017'', [[CittàLibreria delEditrice Vaticano]]Vaticana, [[LibreriaCittà Editricedel Vaticana]]Vaticano, [[2007]]2017, p. 1524. ISBN 978-88-209-79089975-9.
* Guerrino Pelliccia, Giancarlo Rocca (curr.), ''Dizionario degli Istituti di Perfezione'' (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, [[Milano]], 1974-2003.
* Giancarlo Rocca (cur.), ''La sostanza dell'effimero. Gli abiti degli ordini religiosi in Occidente'', Edizioni paoline, Roma 2000.
 
== Voci correlate ==
* [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo]]
* [[Eremiti della Beata Vergine del Monte Carmelo]]
* [[Monache carmelitane]]
* [[Ordine dei carmelitani scalzi]]
 
== Altri progetti ==
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