L'idiota: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}} {{Libro
|titolo = L'idiota
|titoloalfa = Idiota, L'
|titoloorig = Идиот (Идіотъ nella grafia originale)
|autore = [[Fëdor Dostoevskij]]
|annoorig = 1869
|periodo =
|annoita = 1902
|editioprinceps =
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere =
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|didascalia =
|lingua = ru
|ambientazione = [[Russia]], XIX secolo
|protagonista = [[Lev Nikolaevič Myškin|Principe Lev Nikolàevič Myškin]]
|altri_personaggi = Parfën Rogòžin, [[Nastas'ja Filippovna Baraškova|Nastàs'ja Filìppovna]], Aglàja Epančina
}}
 
'''''L'idiota''''' (in [[Lingua russa|russo]]: Идио́т, ''IdiotIdiót'' - Идиот) è un [[romanzo]] di [[Fëdor Michajlovič Dostoevskij]]. Considerato uno dei massimi capolavori della [[letteratura russa]], vuole rappresentare “''un uomo positivamente buono''”, un [[Cristo]] del [[XIX secolo]].
 
L'opera ha avuto diversi adattamenti teatrali, cinematografici e televisivi. Nel corso del romanzo è più volte citato e discusso dai personaggi il quadro ''[[Il corpo di Cristo morto nella tomba]]'' di [[Hans Holbein il Giovane]]. Dostoevskij aveva visto il dipinto nel 1867 a [[Basilea]] e ne era rimasto fortemente impressionato.
La stesura fu contemporanea all'esilio dello scrittore, dovuto ai debiti: ebbe inizio a [[Ginevra]] nel settembre del 1867, proseguì a [[Vevey]] (sul lago di Ginevra), a [[Milano]], e terminò nel gennaio del 1869 a [[Firenze]]. Una targa al numero 18 di [[Piazza de' Pitti]] ricorda la permanenza dell'autore nel palazzo per quasi un anno. L'opera nel frattempo uscì a puntate dal 1868 sulla rivista ''Russkij vestnik'' (il Messaggero Russo), mentre fu presentata in forma unica l'anno successivo.
[[File:Piazza pitti, targa dostoevskij.JPG|thumb|250px|La targa di Piazza de' Pitti a Firenze]]
In una lettera<ref>[http://www.terniweb.it/cgi-local/speciali/cat_img.cgi?newsid1089472196,49756 Terni Web - Terniweb - SPECIALI Errore<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> del 1867 indirizzata allo scrittore [[Apollon Majkov|Apollon Nikolaevič Majkov]], Dostoevskij descrisse il nucleo poetico del romanzo a cui stava lavorando:
 
== Genesi dell'opera ==
{{quote|Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto.}}
[[File:Piazza pitti, targa dostoevskij.JPG|thumb|La targa di Piazza de' Pitti a Firenze]]
La stesura fu contemporanea all'esilio dello scrittore, dovuto ai debiti: ebbe inizio a [[Ginevra]] nel settembre del 1867, proseguì a [[Vevey]] (sul lago di Ginevra), a [[Milano]], e terminò nel gennaio del 1869 a [[Firenze]]. Una targa al numero 22 di [[Piazza de' Pitti]] ricorda la permanenza dell'autore nel palazzo per quasi un anno. L'opera nel frattempo uscì a puntate a partire dal 1868 sulla rivista ''[[Russkij vestnik]]'' (il Messaggero russo), mentre in forma unica fu presentata l'anno successivo.
 
In una lettera<ref>{{cita web|url=http://www.iniziativalaica.it/?p=6985|titolo=Accadde oggi: Dostoevskij ai lavori forzati|editore=iniziativalaica.it|data=22 dicembre 2018|accesso=15 gennaio 2019}}</ref> del 1867 indirizzata allo scrittore [[Apollon Majkov|Apollon Nikolaevič Majkov]], Dostoevskij descrisse il nucleo poetico del romanzo a cui stava lavorando:
È importante sottolineare come l'aggettivo ''buono'' usato nella lettera fosse nell'originale russo ''prekrasnyi'', che indica lo splendore della bellezza.
 
{{citazione|Da tempo mi tormentava un’idea, ma avevo paura di farne un romanzo, perché è un’idea troppo difficile e non ci sono preparato, anche se è estremamente seducente e la amo. Quest’idea è raffigurare un uomo assolutamente buono. Niente, secondo me, può essere più difficile di questo, al giorno d’oggi soprattutto.}}
L'opera ha avuto diversi adattamenti teatrali, cinematografici e televisivi.
 
È importante sottolineare come l'aggettivo ''buono'' usato nella lettera fosse nell'originale russo ''prekrasnyj'', che indica lo splendore della bellezza e della bontà insieme, corrispondente al concetto greco di ''[[kalokagathia]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmattino.it/cultura/libri/dostoevskij_idiota_primato_classici-8007766.html|titolo=Dostoevskij, il bell'idiota e il primato dei classici|data=|accesso=23 marzo 2024|dataarchivio=21 marzo 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240321095731/https://www.ilmattino.it/AMP/cultura/dostoevskij_idiota_primato_classici-8007766.html|urlmorto=sì}}</ref> Nel libro viene detto che il principe personifica la bellezza della [[perfezione]] morale e la grandezza caratteriale. Secondo Daniele Castellari, il termine «''Idiota'' entra come vocabolo nelle lingue slave appena prima del romanzo, precisamente nel 1853, come termine medico. Una delle sue due accezioni, secondo un lessico di dieci anni dopo, riguarda un sinonimo che ci interessa: ''jurodivyi'', che significa “ingenuo, semplice di spirito”, già come ''vox media'' dell’antico bulgaro, dove stava anche per “meraviglioso, stupendo”. L’espressione particolare legata al nostro tema è ''Christa radi Jurodivyi'' poiché inquadra la tradizione popolare orientale del “pazzo/stolto per Cristo”».<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/dostoevskij-alla-ricercadell-ombra-di-cristo|titolo=Letteratura. Dostoevskij alla ricerca dell’ombra di Cristo|sito=www.avvenire.it|data=11 luglio 2024|accesso=15 luglio 2024}}</ref> Il titolo quindi si riferisce agli umili, poveri e semplici di Spirito di cui parla il Vangelo ed è privo di qualsiasi connotazione negativa/dispregiativa nei confronti della rettitudine morale.
Nel corso del romanzo è più volte citato e discusso dai personaggi, il quadro di [[Hans Holbein il Giovane]], ''Cristo nella tomba''. Dostoevskij aveva visto il dipinto nel 1867 a [[Basilea]] e ne era rimasto fortemente impressionato.
 
== Trama ==
=== Parte I ===
[[File:Holbein_—_Dead_Christ.jpg|thumb|upright=1.8|''[[Il corpo di Cristo morto nella tomba]]'' (e dettaglio) (1521) di [[Hans Holbein il Giovane]]]]
Il principe Myskin ritorna in Russia dopo un soggiorno in Svizzera, in una clinica dove si era cercato di guarirlo dall’epilessia. Rimasto privo di mezzi, alla morte di una zia il principe spera di ricevere in Russia la sua eredità.
Il principe [[Lev Nikolaevič Myškin|Lev Nikolàevič Myškin]] ritorna in [[Impero russo|Russia]] dopo un soggiorno in [[Svizzera]] in una clinica dove si era cercato di guarirlo dall'[[epilessia]]. Rimasto privo di mezzi, alla morte di una zia spera di ricevere in Russia la sua eredità. Durante il viaggio in treno incontra Parfën Rogòžin, il figlio squattrinato di un ricco mercante morto di recente, che, come il principe, torna a reclamare l'eredità, e Lèbedev, un funzionario. Durante la conversazione salta fuori il nome di [[Nastas'ja Filippovna Baraškova|Nastàs'ja Filìppovna]], di cui Rogòžin è follemente innamorato. Dopo essersi accomiatato dagli altri due a San Pietroburgo, dove il principe si ferma per fare visita all'ultima Myškin ancora in vita, Elizavèta Prokòf'evna, egli si reca nell'appartamento di questa e ne incontra il marito, il generale Epančin, e il suo segretario Gavrìla Ardaliònovič. Gavrila gli mostra il ritratto della sua possibile futura sposa, la stessa Nastas'ja amata da Rogožin.
[[File:The Body of the Dead Christ in the Tomb, and a detail, by Hans Holbein the Younger.jpg|thumb|right|400px|''[[Il corpo di Cristo morto nella tomba]]'' (e dettaglio) (1521) di [[Hans Holbein il Giovane]]]]
Durante il viaggio in treno incontra Parfen Rogozin, il figlio squattrinato di un ricco mercante morto di recente che, come il principe, torna a reclamare la sua eredità, e Lebedev, un funzionario. Durante la conversazione salta fuori il nome di Nastas’ja Filippovna, di cui Rogozin è follemente innamorato.
 
Qui il narratore inserisce la storia di Nastas'ja. Scampata da bambina all'incendio della sua proprietà in campagna e rimasta orfana, viene aiutata da un amico del padre, Afanàsij Ivànovič Tòckij, che la sistema in una tenuta che l'uomo visita ogni estate. Accorgendosi della bellezza di Nastas'ja, ormai sedicenne, Tockij la rende sua amante per i periodi che passa alla tenuta, fino a che, cinque anni dopo, Nastas'ja ricompare alla sua porta a San Pietroburgo, pretendendo e ottenendo di vivere in città a sue spese. Tockij, che al momento della vicenda ha cinquantacinque anni, vorrebbe sposarsi, ma è intimorito dalla possibile reazione di Nastas'ja; decide quindi di far maritare anche lei e propone a Gavrila di prenderla in moglie con la promessa di 75.000 rubli per accollarsi una donna disonorata. Gavrila però è incerto; egli ama infatti Aglàja, la figlia minore del generale Epančin; Nastas'ja annuncerà alla festa di compleanno, che si terrà quella sera, se accetterà di sposare Gavrila. Qui la parentesi su Nastas'ja si chiude e la vicenda ricomincia.
Dopo essersi accomiatato dagli altri due a San Pietroburgo, dove il principe si è fermato per fare visita all’ultima Myskin ancora in vita, Elizaveta Prokof’evna Myskin, egli si reca nell’appartamento di questa ne incontra il marito, il generale Epancin, e il suo segretario Gavrila Ardalionovic. Gavrila mostra al principe il ritratto della sua possibile futura sposa, la stessa Nastas’ja che Rogozin ama.
 
Epančin invita il principe a unirsi a sua moglie e alle sue figlie, Aleksàndra, Adelaìda e Aglàja, per la colazione. La conversazione cade sul soggiorno del principe in Svizzera, sul suo amore per i bambini e infine sulla pena di morte<ref>Un passaggio in cui è evidente come Dostoevskij descriva le sue proprie esperienze, in quanto era stato condannato quasi venti anni prima, ma poi era stato graziato.</ref>. Poiché la famiglia di Gavrila affitta camere, il principe lo segue a casa sua, dove incontra il padre di Gavrila, il vecchio demente Ardaliòn Aleksàndrovič Ìvolgin [''pronuncia: Ìvolghin''], sua madre, la sorella Varvàra e il fratellino Kòlja, oltre agli affittuari l'usuraio Ivàn Petròvič Ptìcyn e Ferdyščenko. La situazione si complica improvvisamente con l'arrivo di Nastas'ja che vuole incontrare la futura suocera prima delle nozze, e di Rogòžin con un gruppo di amici ubriachi, che vuole attaccare briga con Gavrila. Rogòžin accusa Gavrila di sposarsi solo per i 75.000 rubli e finisce per offrirne 100.000 pur di avere Nastas'ja. Nella confusione Varvàra dà a Nastas'ja della “svergognata”, insulto a cui Gavrila risponde cercando di schiaffeggiare la sorella. Il principe Myškin si intromette, prendendosi lo schiaffo destinato a Varvara, e ha parole di ammonimento, ma anche di stima, per Nastas'ja, che non reputa essere così come la dipingono. Prima di andarsene, Nastas'ja parla all'orecchio della madre di Gavrila e afferma di non essere una donna perduta.
Qui il narratore inserisce la storia di Nastas’ja. Scampata da bambina all’incendio della sua proprietà in campagna e rimasta orfana, Nastas’ja viene aiutata da un amico del padre, Afanasij Ivanovic Tockij, che la sistema insieme alla sorella in una tenuta a cui l’uomo fa visita ogni estate. Accorgendosi della bellezza di Nastas’ja, ormai sedicenne, Tockij la rende sua amante per i periodi che passa alla tenuta fino a cinque anni dopo, quando Nastas’ja non ricompare alla sua porta a San Pietroburgo, pretendendo di vivere in città a sue spese.
 
Ritiratosi in camera, il principe ottiene le scuse di Gavrila per lo schiaffo. Poi, mentre sta uscendo di casa, riceve un biglietto dal generale Ìvolgin, che lo indirizza in una taverna dove si sta ubriacando. Il principe, dopo avergli pagato da bere con i suoi ultimi rubli, gli strappa la promessa di portarlo quella sera in casa di Nastas'ja perché deve compiere una missione, a suo dire, importante. Prima di portarlo da Nastas'ja, il generale passa dalla sua amante Màrfa Borìsovna Terènt'eva. Lì il principe incontra il figlio di questa, Ippolìt, un ragazzo malato molto amico di Kolja, che, come lui e con lui, vorrebbe sfuggire alla sua famiglia scapestrata, magari andando ad abitare in un appartamento in affitto. Ìvolgin si addormenta ubriaco sul divano di Marfa, e Kolja si offre di accompagnare il principe da Nastas'ja.
Tockij, che al momento della vicenda ha ormai cinquantacinque anni, vorrebbe tagliare i fondi a Nastas’ja; decide quindi che è venuto per lei il momento di sposarsi, e propone a Gavrila di prenderla in moglie con la promessa di 75.000 rubli per accollarsi una donna disonorata. Gavrila però è incerto; egli ama infatti Aglaja, la figlia minore del generale Epancin; Nastas’ja invece annuncerà alla festa di compleanno che si terrà quella sera se accetterà di sposare Gavrila o meno. Qui la parentesi su Nastas’ja si chiude e la vicenda ricomincia.
 
A casa della ragazza Myškin incontra, oltre a Nastas'ja, la sua amica Dar'ja, Tockij, Epančin, Gavrila, Ferdyščenko e Pticyn, intenti a festeggiare il compleanno di Nastas'ja. Durante la festa si decide di raccontare ognuno l'azione più abietta mai compiuta; concluso il gioco, Nastas'ja, indebolita dalla febbre e resa poco lucida dallo champagne, fa decidere a Myškin se debba sposarsi o no. Il principe si mostra timorosamente contrario e Nastas'ja, nello stupore generale, conferma che non sposerà Gavrila. Mentre Nastas'ja sta andando via, arriva Rogòžin con la sua banda e i 100.000 rubli promessi. Nastas'ja sembra accettare il denaro, rinfacciando a tutti che non ha altra scelta, poiché nessuno la prenderebbe senza dote. A questo punto Myškin si offre di sposarla anche senza dote, riconoscendola una ragazza onesta; si offre di lavorare se non dovessero avere i soldi, ma esibisce anche la lettera di un avvocato che lo indica come futuro erede di tre milioni di rubli.
Epancin invita il principe a unirsi a sua moglie e alle sue figlie, Aleksandra, Adelaide e Aglaja, per la colazione. La conversazione cade sul passato del principe in Svizzera, sul suo amore per i bambini e infine sulla pena di morte (un passaggio in cui è evidente come Dostoevskij descriva le sue proprie esperienze, in quanto era stato condannato qualche anno prima, ma poi era stato graziato).
 
Tutti festeggiano il principe e la sua ricchezza tranne Rogòžin, che gli impone di rinunciare a Nastas'ja. Anche la ragazza gli espone i suoi dubbi: è una donna disonorata, e non vuole rovinare un innocente quale è il principe. Quindi chiede a Rogožin il denaro. Presi i soldi, nella sorpresa generale, getta i 100.000 rubli nel fuoco, sfidando Gavrila, che avrebbe accettato i 75.000 rubli per sposarla, ad andarli a riprendere, e impedendo agli altri di sottrarre il denaro alla distruzione. Infine la ragazza, dopo aver salvato i soldi dal fuoco ed averli donati al privo di sensi Gavrila, svenuto nel tentativo di salvaguardare il suo onore non raccattando il denaro dalle fiamme, se ne va con Rogožin a Ekaterinhòf, un distretto di San Pietroburgo.
Poiché la famiglia di Gavrila affitta camere, il principe lo segue a casa sua. Qui incontra il padre di Gavrila, Ardalion Aleksandrovic Ivolgin, un vecchio demente, sua madre, la sorella Varvara e il fratellino Kolja, e gli altri affittuari, l’usuraio Ivan Petrovic Pticin e Ferdiscenko.
 
La situazione si complica improvvisamente con l’arrivo di Nastas’ja che, a suo dire, vuole incontrare la futura suocera prima delle nozze, e di Rogozin con un gruppo di amici ubriachi, che vuole attaccare briga con Gavrila. Rogozin accusa Gavrila di sposarsi solo per i 75.000 rubli e finisce per offrirne 100.000 pur di avere Nastas’ja.
 
Nella confusione, Varvara insulta Nastas’ja chiamandola “svergognata”, insulto a cui Gavrila risponde cercando di schiaffeggiare la sorella. Il principe Myskin però si intromette ricevendo lo schiaffo al posto di Varvara e ha parole di ammonimento, ma anche di stima, per Nastas’ja, che non reputa essere così come la dipingono. Prima di andarsene, Nastas’ja parla all’orecchio della madre di Gavrila e conferma di non essere una donna perduta.
 
Ritiratosi nella sua camera, il principe riceve là le scuse di Gavrila per lo schiaffo. Poi, mentre sta uscendo di casa, riceve un biglietto dal generale Ivolgin che lo indirizza in una taverna dove, resosi conto di aver tratto alcuni dei suoi racconti con cui intrattiene gli ospiti dai giornali è fuori di sé e si sta ubriacando. Il principe, dopo avergli pagato da bere con i suoi ultimi rubli, gli strappa la promessa che lo porterà quella sera in casa di Nastas’ja perché deve compiere una missione, a suo dire, importante.
 
Prima di portarlo da Nastas’ja, il generale Ardalion passa a fare visita alla sua amante Marfa Borisovna Tereent’ev. Lì il principe incontra il figlio di questa, Ippolit, un ragazzo malato che è molto amico di Kolja e che come lui e con lui vorrebbe sfuggire alla sua famiglia scapestrata, magari andando ad abitare in un appartamento preso in affitto.
 
Il generale Ardalion si addormenta ubriaco sul divano di Marfa, quindi Kolja si offre di accompagnare il principe da Nastas’ja. Qui Myskin incontra, oltre alla ragazza, la sua amica Dar’ja, Tokij, Epancin, Gavrila, Ferdiscenko, Pticin che festeggiano il compleanno di Nastas’ja.
Durante la festa si decide di raccontare ognuno una piccola storia; infine Nastas’ja, indebolita dalla febbre e resa poco lucida dallo champagne, fa decidere al principe Myskin se debba sposarsi o no. Il principe si mostra timorosamente contrario e Nastas’ja conferma che non sposerà Gavrila, nello stupore generale.
 
Mentre Nastas’ja sta andando via, arriva Rogozin con la sua banda e i 100.000 rubli promessi. Nastas’ja sembra accettare il denaro rinfacciando che non ha altra scelta poiché è una ragazza senza dote e nessuno la prenderebbe altrimenti. A questo punto Myskin si offre di sposarla anche senza dote, riconoscendola come una ragazza onesta; si offre di lavorare se non dovessero avere i soldi, ma esibisce anche la lettera di un famoso avvocato che lo indica come futuro erede di tre milioni di rubli.
 
Tutti festeggiano il principe Myskin e la sua ricchezza tranne Rogozin, che gli impone di rinunciare a Nastas’ja. Anche la ragazza espone al principe i suoi dubbi: è una donna disonorata, e non vuole rovinare un innocente quale è il principe. Quindi chiede a Rogozin il suo denaro: ma a sorpresa Nastas’ja getta i 100.000 rubli nel fuoco e sfida Gavrila, che avrebbe accettato i 75.000 rubli per sposarla, ad andarli a riprendere.
 
Infine Nastas’ja, dopo aver salvato i soldi dal fuoco, ed averli donati al privo di sensi Gavrila, svenuto nel tentativo di salvaguardare il suo onore non raccattando il denaro dalle fiamme, se ne va con Rogozin a Ekaterinhof, un distretto di San Pietroburgo.
 
=== Parte II ===
[[File:Vasily Perov - Портрет Ф.М.Достоевского - Google Art Project.jpg|thumb|Ritratto di Dostoevskij (1872).]]
Il principe prosegue il suo viaggio verso Mosca per ottenere la sua eredità. Nello stesso periodo Nastas’ja, dopo la notte di baldoria a Ekaterinhof, fugge da Rogozin e trova rifugio a Mosca, dove il suo amante la inseguirà e troverà solo per perderla di nuovo. Anche Myskin scompare da Mosca lasciando i suoi affari agli attendenti.
Il principe prosegue per Mosca per ottenere la sua eredità. Nastas'ja, dopo la notte di baldoria a Ekaterinhof, fugge da Rogožin e trova rifugio a Mosca, dove il suo amante la inseguirà e la ritroverà solo per perderla di nuovo. Anche Myškin scompare da Mosca lasciando i suoi affari agli attendenti. Intanto Kolja e Varvara prendono a frequentare le figlie del generale Epančin; nel corso di pochi mesi Adelaìda viene promessa sposa a un principe benestante e giovane. Un giorno Kolja consegna ad Aglàja uno strano biglietto del principe Myškin, in cui egli si interessa alla sua salute e felicità. Stupita, Aglaja nasconde il biglietto in una copia del ''[[Don Chisciotte della Mancia|Don Chisciotte]]''.
 
È giugno, e la famiglia del generale Epančin si trasferisce a Pàvlovsk per passarvi l'estate. Myškin si reca a casa di Lèbedev, dove trova Ippolìt malato e il nipote di Lebedev, che reclama del denaro dallo zio. Qui il principe scopre che anche Nastas'ja è a Pàvlovsk, ospite di Dàr'ja Aleksèevna. Myškin va a trovare Rogožin, da cui viene informato che questi e Nastas'ja si sono riconciliati; tuttavia Rogožin teme ancora che Nastas'ja possa cambiare idea e non sposarlo, poiché in realtà la ragazza ama Myškin e l'unico motivo per cui non sta con lui è perché crede di non meritarselo. Il principe presagisce che le possa succedere qualcosa di tremendo; al contempo fa per la prima volta la sua comparsa il pugnale di Rogožin, che ricomparirà in seguito.
Intanto Kolja e Varvara prendono a frequentare le figlie del generale Epancin. Un giorno Kolja consegna ad Aglaja uno strano biglietto del principe Myskin in cui egli si interessa alla sua salute e alla sua felicità. Stupita, Aglaja nasconde il biglietto in una copia del Don Chisciotte.
È giugno: e la famiglia del generale Epancin si trasferisce a Pavlovsk per passarvi l’estate.
Myskin si reca a casa di Lebedev dove trova il nipote di questi che reclama del denaro dallo zio e Ippolit malato. Qui il principe scopre che anche Nastas’ja è a Pavlovsk da Dar’ja Aleksèevna.
Myskin va a trovare Rogozin da cui sa che questi e Nastas’ja si sono riconciliati, tuttavia Rogozin teme ancora che Nastas’ja possa cambiare idea e non sposarlo perché in realtà la ragazza ama Myskin e l’unico motivo per cui non sta con lui è perché crede di non meritarselo.
Il principe presagisce che possa succedere a Nastas’ja qualcosa di tremendo: fa la sua comparsa il pugnale di Rogozin, pugnale che ricomparirà in seguito.
 
Segue un capitolo in cui il principe espone le sue idee sulla religione e sul Cristo:; MyskinMyškin e RogozinRogožin si scambiano le croci che portano, diventando così “fratelli”. Alla fine dell’incontrodell'incontro RogozinRogožin abbraccia il principe e gli dice che rinuncia a Nastas’jaNastas'ja a suo favore. Nonostante questo, mentre Myškin vaga per S. Pietroburgo, si accorge che qualcuno lo sta seguendo e che questi non è altro che Rogožin, il quale sta per pugnalarlo, ma un attacco epilettico salva il principe dall'aggressione. Rogožin fugge. Fortunatamente sopraggiunge Kolja e presta soccorso al principe.
 
Lo rivediamo poco tempo dopo a Pavlovsk, dove trascorre la convalescenza in una villa che ha affittato da Lèbedev, e dove incontriamo anche un gruppo di nichilisti, gli stessi che erano con Rogožin alla festa di Nastas'ja. I nichilisti leggono l'articolo del loro amico Keller, in cui il principe Myškin viene ritratto come un ricco sciocco che ha truffato il medico che lo aveva curato. Tra di loro c'è anche Burdòvskij, presunto figlio illegittimo, quindi erede, del tutore di Myškin, che non gli ha lasciato nulla. Vista la cospicua eredità del principe, Burdòvskij pretende che egli ripaghi quanto il suo presunto padre ha speso per le sue cure.
Nonostante questo, mentre il principe vaga per S. Pietroburgo si accorge che qualcuno lo sta seguendo e che questi non è altro che Rogozin, il quale sta per pugnalarlo, ma un attacco epilettico salva il principe dall’aggressione. Rogozin fugge.
 
Myškin si offre di dare a Burdovskij del denaro, affermando che in realtà non gli sono mai stati dati i tre milioni e che non crede affatto di avere davanti l'erede del suo benefattore. Burdovskij rifiuta, ma Gavrila porta le prove che il principe è nel giusto. Tutti vengono a sapere che Nastas'ja è a Pavlovsk. Intanto la generalessa Epančin chiede spiegazioni a Myškin riguardo al biglietto che aveva scritto ad Aglaja. Il principe rassicura che l'ama solo come un fratello, sebbene quando aveva scritto il biglietto ne fosse innamorato.
Fortunatamente Kolja sopraggiunge e presta soccorso al principe. Lo rivediamo poco tempo dopo a Pavlovsk, dove ha scelto di trascorrere la convalescenza, in una villa che ha affittato da Lebedev e dove incontriamo anche un gruppo di nichilisti, gli stessi che erano con Rogozin alla festa di Nastas’ja.
 
I nichilisti leggono l’articolo del loro amico Keller dove il principe Myskin viene ritratto come un ricco sciocco che ha truffato il medico che lo aveva curato. Tra di loro c’è anche Burdovskij, presunto figlio illegittimo, quindi erede, dell’uomo che, morendo, ha lasciato i tre milioni di rubli a Myskin.
 
Myskin si offre di dare a Burdovskij del denaro affermando che in realtà non gli sono mai stati dati i tre milioni e che non crede affatto di avere davanti l’erede del suo benefattore. Burdovskij rifiuta, ma arriva Gavrila a portare le prove che il principe è nel giusto.
Tutti vengono a sapere che Nastas’ja è a Pavlovsk. Intanto la generalessa Epancin chiede spiegazioni a Myskin riguardo al biglietto che aveva scritto ad Aglaja. Il principe rassicura che l'ama solo come un fratello, sebbene quando avesse scritto il biglietto ne era innamorato.
 
=== Parte III ===
Aglaja chiede appuntamento al principe, e così pure Nastas’jaNastas'ja, il cui nuovo obiettivo è far sposare Aglaja e MyskinMyškin. RogozinRogožin, credendo all’amoreall'amore di MyskinMyškin per Aglaja, è tranquillo.
 
Il nichilista IppolitIppolìt legge a MyskinMyškin, RogozinRogožin, Kolja, Keller e vari altri la sua lettera di addio al mondo,. poiSuccessivamente cerca di spararsi, ma la pistola non funziona pera lacausa della mancanza della capsula e Ippolit sviene. Non è chiaro se si tratti solo di una messinscena o se il ragazzo volesse davvero uccidersi.
 
Myskin siMyškin incontra con Aglaja, chela quale vuole fuggire all’esteroall'estero perché si vergogna della sua famiglia. Il principe le parla del suo amore per Nastas’jaNastas'ja, che in realtà è solo tenera pietà ma egli rivela anche il turbamento che Nastas'ja gli provocó durante il periodo trascorso a Mosca. Aglaja gli rivela come Nastas’jaNastas'ja voglia farlifarla sposare con lui (credendo che solo in questo modo il principe possa essere felice) e MyskinMyškin si adopera per far smettere il lorolo scambio di lettere fra le due.
 
=== Parte IV ===
IIl rapporto fra MyskinMyškin e Aglaja oscilla fra litigi e amicizia. AdA un incontro organizzato da Aglaja e Nastas’jaNastas'ja a casa di quest'ultima, accompagnate da MyskinMyškin e RogozinRogožin, le due iniziano a discutere riguardo al principe e ai suoi sentimenti per Nastas’jaNastas'ja. Nastas’jaNastas'ja sfida Aglaja e chiede al principe di scegliere qualeuna delle due. Ferita dall'esitazione del principe, Aglaja se ne va; quando il principe fa per seguirla, Nastas'ja lo ferma, incredula che la stia respingendo, e sviene. Al risveglio abbraccia il principe; Rogožin se vogliane sposareva.
Ferita dall’esitazione del principe, Aglaja se ne va: quando il principe fa per seguirla Nastas’ja lo ferma, incredula che la stia respingendo, e sviene. Al suo risveglio Nastas’ja abbraccia il principe; Rogozin se ne va.
 
Due settimane dopo MyskinMyškin e Nastas’jaNastas'ja stanno per sposarsi. Gavrila si dichiara ad Aglaja, ma viene respinto, e muore. ilIl padre di Kolja muore. Ippolit predice al principe che, poiché egli ha tolto aNastas'ja Rogozina Nastas’jaRogožin, questoquest'ultimo ucciderà Aglaja, che MyskinMyškin confessa di amare, a suo modo. Con l'avvicinarsi del matrimonio, Nastas'ja è sempre più spaventata dall'idea che Rogožin la uccida. Il giorno delle nozze, però, mentre sta per entrare in chiesa, Nastas'ja vede Rogožin, gli corre incontro e gli chiede di portarla via. Rogožin la fa salire in carrozza e la porta a San Pietroburgo.
 
Myškin riceve la notizia con la solita compostezza. Il giorno dopo segue i due a San Pietroburgo. Li cerca inutilmente facendo la spola fra la casa di Rogožin e quella di Nastas'ja, dopodiché Rogožin lo avvicina e lo conduce a casa sua senza dargli spiegazioni. Qui scopre il cadavere di Nastas'ja, uccisa da Rogožin stesso con il pugnale che aveva mostrato al principe precedentemente. I due passano insieme la notte; al mattino dopo vengono trovati: uno, Rogožin, delirante, e l'altro, Myškin, impazzito nuovamente. Rogožin è processato e condannato a trascorrere quindici anni in Siberia, Ippolit muore due settimane dopo Nastas'ja, Aglaja si sposa con un emigrato polacco, un finto conte, mentre Myškin torna in clinica in Svizzera.
Con l’appressarsi del matrimonio, Nastas’ja è sempre più spaventata dall’idea che Rogozin la uccida. Il giorno delle nozze però Nastas’ja, mentre sta per entrare in chiesa, vede Rogozin, gli corre incontro e gli chiede di portarla via. Rogozin la fa risalire in carrozza e la porta a San Pietroburgo.
 
== Edizioni italiane ==
Myskin riceve la notizia con la solita compostezza. Il giorno dopo segue i due a San Pietroburgo. Dopo averli cercati inutilmente facendo la spola fra la casa di Rogozin e quella di Nastas’ja, Rogozin lo avvicina e lo conduce a casa sua senza dargli spiegazioni. Qui scopre il cadavere di Nastas’ja, uccisa da Rogozin stesso con il pugnale che aveva mostrato al principe precedentemente.
* ''L'idiota'', trad. anonima, 2 voll., Milano: [[Fratelli Treves]], 1902.
I due passano insieme la notte: al mattino dopo vengono trovati uno, Rogozin, delirante, e l’altro, Myskin, impazzito nuovamente.
* trad. [[Federigo Verdinois]], Lanciano: [[Casa editrice Rocco Carabba|Carabba]], 1927; Introduzione di Mauro Martini, Roma: [[Newton Compton Editori]] (coll. "[[Biblioteca Economica Newton]]" n. 54), 1991 ISBN 978-88-7983-990-7.
* trad. Sergio Balakoucioff, Milano: Bietti, 1931.
* trad. Maria Racovska e Luigi D'Agesilao, Milano: Barion, 1931; 1943 (a firma Maria Racowska e [[Luigi Galeazzo Tenconi]]); a cura di [[Eridano Bazzarelli]], Milano: Mursia (coll. "I grandi romanzi"), 1960.
* trad. A. Poliukin e [[Decio Cinti]], Milano: Sonzogno, 1932.
* trad. di [[Alfredo Polledro]], Prefazione di [[Leone Ginzburg]], Torino: [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1941; Collana Biblioteca moderna n.584-585, Milano: Arnoldo Mondadori Editore, 1959; Coll. "[[I millenni]]", Einaudi, 1965; con introduzione di [[Vittorio Strada]] (coll. "Gli struzzi" n. 232), 1981; ivi ("Gli struzzi" n. 415-417), 1984 ISBN 88-06-51318-4; ivi (coll. "ET" n. 191), 1994 ISBN 978-88-061-3487-7.
* trad. Giovanni Faccioli, Milano: [[Rizzoli]] ("[[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]]" n. 739-746), 1954; a cura di [[Ettore Lo Gatto]], 1999 ISBN 88-17-18937-5; 2004 ISBN 88-17-00245-3; Firenze: [[Sansoni]], 1958 (con ''I taccuini per L'idiota''); in ''Tutti i romanzi'', vol. I, ivi, 1984 ISBN 88-450-4929-9; Sesto San Giovanni: Peruzzo, 1986; Santarcangelo di Romagna: Gulliver, 1995 ISBN 88-8129-951-8
* trad. L. Slavovič e I. Capocasa, Milano, Lucchi, 1959.
* trad. e riduzione di Anna Franchi, Roma, Giumar, s.d. [ma anni Sessanta]
* riduzione a cura di Rosanna Ruscitti, Padova, Radar, 1967.
* trad. [[Rinaldo Küfferle]], Milano: Mursia (coll. "I grandi scrittori di ogni paese"), 1970; (coll. "GUM" n. 265), 1995 ISBN 88-425-1831-X; Introduzione di Fausto Malcovati, Milano, [[Garzanti]] (coll. "I grandi libri" n. 1-2), 1973.
* trad. Licia Brustolin, introduzione di Fausto Malcovati, Milano: Garzanti (coll. "I grandi libri" n. 426), 1990 ISBN 88-11-58426-4 ISBN 978-88-11-36426-9
* trad. Maria L. De Benedetti, Ginevra: Ferni, 1973; Roma: Gherardo Casini Editore, 1987, ISBN 88-403-1066-5.
* trad. Giacinta De Dominicis Jorio, Milano: [[Edizioni Paoline]], 1981, ISBN 88-215-0218-X.
* trad. Eugenia Maini ed Elena Mantelli, Introduzione di [[Igor Sibaldi]], con un saggio di [[Hermann Hesse]], Milano: Mondadori (coll. "[[Oscar Mondadori|Oscar Grandi classici]]" n. 60), 1995, ISBN 978-88-04-52517-2, ivi (coll. "Oscar Classici" n. [[Classici (Oscar Mondadori) dal 601 al 700|660]]), 2012, ISBN 978-88-04-61718-1.
* trad. e cura di [[Gianlorenzo Pacini]], Milano: [[Feltrinelli]] (coll. [[Universale Economica Feltrinelli|UEF]]" n. [[Universale Economica Feltrinelli dal 2101 al 2200|2147]]), 1998, ISBN 978-88-07-82147-9.
* trad. e cura di Maria Candida Ghidini, Collana I Classici Classici, Milano: [[Frassinelli]], 1999, ISBN 88-7684-586-0.
* trad. e cura di Gemma De Sanctis, Colognola ai Colli, Demetra, 2000.
* trad. di Giovanni Faccioli e Laura Satta Boschian, Introduzione di [[Armando Torno]], note di Ettore Lo Gatto, Milano: [[Bompiani]] (coll. "[[Il pensiero occidentale]]"), 2009 (con "Taccuini di appunti per L'idiota" e testo russo a fronte) ISBN 978-88-452-6252-4.
* trad., cura, postfazione e note di Laura Salmon, Milano, BUR, 2013, ISBN 978-88-17-06795-9.
* trad. di Serena Prina, Collana Biblioteca, Vicenza, Neri Pozza, 2024, ISBN 978-88-545-2833-8.
 
== Adattamenti ==
Rogozin è processato e condannato a quindici anni in Siberia. Ippolit muore due settimane dopo Nastas’ja. Aglaja si sposa con un emigrato polacco, un finto conte. Myskin torna in clinica in Svizzera.
=== Cinema e Televisione ===
* ''L'idiota'', [[film]] diretto da Salvatore Aversano con Fernanda Fassy, Sergio Mari e [[Fernanda Negri Pouget]], [[1919]].
*''[[Irrende Seelen]]'', film muto diretto da [[Carl Froelich]] con [[Asta Nielsen]] e [[Walter Janssen]], [[1921]].
* ''[[L'idiota (film 1946)|L'idiota]]'' (''L'idiot''), film diretto da [[Georges Lampin]], [[1946]].
* ''[[L'idiota (film 1951)|L'idiota]]'' (''Hakuchi''), film diretto da [[Akira Kurosawa]], [[1951]].
* ''[[L'idiota (miniserie televisiva)|L'idiota dal romanzo di Fëdor Dostoevskij]]'', sceneggiato TV [[Rai]] in 6 puntate, [[1959]], riduzione teatrale di [[Giorgio Albertazzi]], musiche di [[Luciano Chailly]], regia di [[Giacomo Vaccari]], interpretato, fra gli altri, da: [[Giorgio Albertazzi]], [[Anna Proclemer]], [[Sergio Tofano]], [[Gian Maria Volonté]], [[Lina Volonghi]] e [[Anna Maria Guarnieri]]; Roma: Rai Trade (coll. "I grandi sceneggiati della televisione italiana" n. 11), [[2007]] (3 DVD).
* ''[[Amour braque - Amore balordo]]'' (''L'amour braque''), film diretto da [[Andrzej Żuławski]]. Nonostante il film non racconti gli avvenimenti del libro, la sceneggiatura è basata sul romanzo ''L'idiota'' di [[Fëdor Dostoevskij]], [[1985]].
* ''[[Il ritorno dell'idiota]]'' (''Návrat idiota''), film per la televisione diretto da Sasa Gedeon, una coproduzione [[Repubblica Ceca]]-[[Germania]] per [[Česká televize]], [[1999]].
* ''[[Daun Chaus]]'' (''Даун Хаус''), film diretto da [[Roman Kačanov]], [[2001]].
* ''Idioot'', film diretto da Rainer Sarnet, [[2011]].
 
=== Teatro ===
== Riduzioni e adattamenti cinematografici e televisivi ==
*''L'idiota. Opera in 3 atti e 7 quadri dal romanzo di Fiodor Dostoievskij'', testo di Gilberto Loverso, musica di Luciano Chailly, Milano: Lucchi-[[Dischi Ricordi|Ricordi]], 1968 (prima rappresentazione: [[Teatro dell'Opera di Roma]], 14 febbraio 1970, direttore d'orchestra: [[Nino Sanzogno]], regista: Sandro Sequi)
* ''[[L'idiota (film 1919)|L'idiota]]'', [[film]] diretto da [[Salvatore Aversano]], e con [[Fernanda Fassy]], [[Sergio Mari]], [[Fernanda Negri Pouget]] ([[1919]])
* adattamento teatrale di [[Furio Bordon]], su un'ipotesi drammaturgica di [[David Maria Turoldo]], Udine: Arti grafiche friulane ("I quaderni del teatro" n. 51) , 1993 (prima: [[Politeama Rossetti|Teatro Stabile di Trieste]], stagione 1993-94)
* ''[[L'idiota (film 1946)|L'idiota]]'' (''L'idiot''), film diretto da [[Georges Lampin]] ([[1946]])
* ''[[L'idiota (film 1951)|L'idiota]]'' (''Hakuchi''), film diretto da [[Akira Kurosawa]] ([[1951]])
* ''[[L'idiota (sceneggiato televisivo)|L'idiota]]'' ([[1959]]), [[sceneggiato televisivo]] [[RAI]], in sei puntate, diretto da [[Giacomo Vaccari]] e interpretato, fra gli altri, da [[Giorgio Albertazzi]], [[Sergio Tofano]], [[Gian Maria Volonté]], [[Lina Volonghi]] e [[Anna Maria Guarnieri]]
* ''[[Il ritorno dell'idiota]]'' (''Návrat idiota''), [[film per la televisione]] diretto da [[Sasa Gedeon]]; coproduzione [[Repubblica Ceca]]-[[Germania]] per [[Česká televize]] ([[1999]])
 
=== Nella musicaMusica ===
* ''[[L'idiota (opera lirica)|L'idiota]]'', [[opera lirica]] lirica in tre atti e sette quadri, su musica di [[Luciano Chailly]] e [[libretto]] di [[Gilberto Loverso]];
* ''L'idiota'' è un brano musicale di [[Marlene Kuntz]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Edizioni in italiano ==
* trad. anonima, Milano: [[Fratelli Treves]], 1902
* trad. [[Federigo Verdinois]], Lanciano: [[Casa Editrice Rocco Carabba|Carabba]], 1927; con introduzione di Mauro Martini, Roma: [[Newton Compton]] (col. "[[Biblioteca Economica Newton]]" n. 54), 1991 ISBN 978-88-7983-990-7
* trad. Sergio Balakoucioff, Milano: Bietti, 1931
* trad. Maria Racovska e Luigi D'Agesilao, Milano: Barion, 1931; 1943 (a firma Maria Racowska e [[Luigi Galeazzo Tenconi]]); a cura di [[Eridano Bazzarelli]], Milano: Mursia (coll. "I grandi romanzi"), 1960
* trad. A. Poliukin e [[Decio Cinti]], Milano: Sonzogno, 1932
* trad. Giovanni Faccioli, Milano: [[Rizzoli]] ("[[Biblioteca Universale Rizzoli]]" n. 739-746), 1954; a cura di [[Ettore Lo Gatto]], 1999 ISBN 88-17-18937-5; 2004 ISBN 88-17-00245-3; Firenze: [[Sansoni]], 1958 (con ''I taccuini per L'idiota''); in ''Tutti i romanzi'', vol. I, ivi, 1984 ISBN 88-450-4929-9; Sesto San Giovanni: Peruzzo, 1986; Santarcangelo di Romagna: Gulliver, 1995 ISBN 88-8129-951-8
* trad. di [[Alfredo Polledro]], prefazione di [[Leone Ginzburg]], Torino: [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], 1941; ivi (coll. "[[I millenni]]"), 1965; con introduzione di [[Vittorio Strada]] (coll. "Gli struzzi" n. 232), 1981; ivi ("Gli struzzi" n. 415-417), 1984 ISBN 88-06-51318-4; ivi (coll. "ET" n. 191), 1994 ISBN 978-88-06-13487-7
* trad. di Alfredo Polledro, prefazione di Leone Ginzburg, Milano: [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] (coll. "Biblioteca moderna Mondadori" n. 584-585), 1959
* trad. L. Slavovič e I. Capocasa, Milano: Lucchi, 1959
* ''[[L'idiota (sceneggiato televisivo)|L'idiota dal romanzo di Fëdor Dostoevskij]]'', (sceneggiato tv in 6 puntate, 1959), riduzione teatrale di [[Giorgio Albertazzi]], musiche di [[Luciano Chailly]], regia di [[Giacomo Vaccari]], Roma: Rai Trade (coll. "I grandi sceneggiati della televisione italiana" n. 11), 2007 (3 dvd)
* trad. e riduzione di Anna Franchi, Roma: Giumar, s.d. (anni 1960)
* riduzione a cura di Rosanna Ruscitti, Padova: Radar, 1967
* ''L'idiota. Opera in 3 atti e 7 quadri dal romanzo di Fiodor Dostoievskij'', testo di Gilberto Loverso, musica di Luciano Chailly, Milano: Lucchi-[[Dischi Ricordi|Ricordi]], 1968 (prima rappresentazione: [[Teatro dell'Opera di Roma]], 14 febbraio 1970, direttore d'orchestra: [[Nino Sanzogno]], regista: Sandro Sequi)
* trad. [[Rinaldo Küfferle]], Milano: Mursia (coll. "I grandi scrittori di ogni paese"), 1970, (coll. "GUM" n. 265), 1995 ISBN 88-425-1831-X
* trad. Rinaldo Küfferle, introduzione di Fausto Malcovati, Milano: [[Garzanti Libri|Garzanti]] (coll. "I grandi libri" n. 1-2), 1973
* trad. Licia Brustolin, introduzione di Fausto Malcovati, Milano: Garzanti (coll. "I grandi libri" n. 426), 1990 ISBN 88-11-58426-4 ISBN 978-88-11-36426-9
* trad. Maria L. De Benedetti, Ginevra: Ferni, 1973; Roma: Casini, 1987 ISBN 88-403-1066-5
* trad. Giacinta De Dominicis Jorio, Milano: [[Edizioni Paoline]], 1981 ISBN 88-215-0218-X
* adattamento teatrale di [[Furio Bordon]], su un'ipotesi drammaturgica di [[David Maria Turoldo]], Udine: Arti grafiche friulane ("I quaderni del teatro" n. 51) , 1993 (prima: [[Politeama Rossetti|Teatro Stabile di Trieste]], stagione 1993-94)
* trad. Eugenia Maini e Elena Mantelli, introduzione di [[Igor Sibaldi]], con un saggio di [[Hermann Hesse]], Milano: Mondadori (coll. "[[Oscar Mondadori|Oscar Grandi Classici]]" n. 60), 1995 ISBN 978-88-04-52517-2, ivi (coll. "Oscar Classici" n. [[Classici (Oscar Mondadori) dal 601 al 700|660]]), 2012 ISBN 978-88-04-61718-1
* trad. e cura di [[Gianlorenzo Pacini]], Milano: [[Feltrinelli]] (coll. "[[Universale Economica Feltrinelli]]" n. [[Universale Economica Feltrinelli dal 2101 al 2200|2147]]), 1998 ISBN 978-88-07-82147-9
* trad. e cura di Maria Candida Ghidini, Milano: [[Frassinelli]] (coll, "I classici classici"), 1999 ISBN 88-7684-586-0
* trad. e cura di Gemma De Sanctis, Colognola ai Colli: Demetra, 2000
* trad. di Giovanni Faccioli e Laura Satta Boschian, introduzione di [[Armando Torno]], note di Ettore Lo Gatto, Milano: [[Bompiani]] (coll. "[[Il pensiero occidentale]]"), 2009 (con "Taccuini di appunti per L'idiota" e testo russo a fronte) ISBN 978-88-452-6252-4
 
== Bibliografia ==
* [[Walter Benjamin]], ''L'idiota di Dostoeveskij'', (1921), trad. di Anna Marietti Solmi, in ''Metafisica della gioventù'', Torino: Einaudi, 1982 pp.&nbsp;194-198194–198.
* [[Robert Walser]], ''L'idiota di Dostoevskij'', (1925), trad. Anna Bianco, in ''La rosa'', Milano: Adelphi, 1992 ISBN 978-88-459-0868-2.
* [[Vittorio Strada]], ''Il «santo idioto» e il «savio peccatore»'', 1941 (poi introduzione all'ed.edizione Einaudi, cit.).
* Paolo Febbraro, ''L'idiota. Una storia letteraria'', Firenze: Le lettere, 1990 ISBN 978-88-6087-454-2.
* [[Alfredo Giuliani]], ''L’idiotaL'idiota controfigura di Cristo'', in "''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]"'', 6 agosto 1998.
* [[Rossana Rossanda]], ''La bontà: «L’idiotaL'idiota» di Fëdor Dostoevskij (1868-69)'', in [[Franco Moretti (saggista)|Franco Moretti]] (a cura di), in ''[[Il romanzo]]'', vol. I: ''La cultura del romanzo'', Torino: Einaudi, [[2001]], pp.&nbsp;431–37 (ISBN 978-88-06-15290-1).
* William J. Leatherbarrow, ''L'immaginario apocalittico nell’Idiotanell'Idiota e nei Demoni di Dostoevskij'', in Andrea Oppo (a cura di), ''Figure dell'apocalisse. Arte e filosofia nel pensiero slavo'', Trapani: Il pozzo di Giacobbe, 2013, pp.&nbsp;85-9485–94 (ISBN 978-88-6124-415-3).
 
== Voci correlate ==
* [[Fëdor Dostoevskij]]
* [[Il corpo di Cristo morto nella tomba]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q=Fëdor Dostoevskij#L'idiota|q_preposizionepreposizione=da e su|q_etichettaetichetta=''L'idiota''}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Dostoevskij}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:RomanziL'idiota| di Fëdor Dostoevskij]]
[[Categoria:Romanzi russi|Idiota]]