Attila flagello di Dio: differenze tra le versioni
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{{F|film comici|dicembre 2015}}
{{Film
|
|immagine = AttilaAbatantuono.JPG
|didascalia = Una scena del film
|titolo originale =
|paese = [[Italia]]
|
|durata = 102 min
|aspect ratio = 1,85:1
|
|regista = [[Castellano e Pipolo]]
|soggetto =
|sceneggiatore =
|produttore =
|
|
|attori = *[[Diego Abatantuono]]: Ardarico
*[[Angelo Infanti]]: Fusco Cornelio
*[[Mauro Di Francesco]]: Fetuffo
*[[Armando Marra]]: Silone
*[[
*[[
*[[Tony Kendall]]<ref>Accreditato col nome Luciano Stella</ref>: Serpicio
*[[Elsa Vazzoler]]: Cornaia
*[[Toni Ucci]]: [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso|Fabio Massimo]]
*[[Vincenzo Crocitti]]: Osvaldo
*[[Iris Peynado]]: maga Columbia
*[[Francesco Salvi]]: Grippo
*[[Anna Kanakis]]: Sirena
*[[
*[[Giuseppe Castellano (attore)| Giuseppe Castellano]]: Renaulto
*[[Armando Celso]]: Frenisio il somaro
*[[Franco Diogene]]: Ligure
*[[Alfio Patanè]]: Goricchio del rione dell'oca di Saturnia
*[[Angelo Susani]]: Diceneolo barbaro testa di ferro
*[[Flavio Baccianini]]: Gibuldo barbaro basso
*[[Paolo Rita Brazzali]]: barbaro Priazio
*[[Massimo Pittarello]]: barbaro Uniteo
*[[Tiberio Murgia]]: pastore
*[[Diego Cappuccio]]: superstite smemorato
*[[Ennio Antonelli (attore)|Ennio Antonelli]]: soldato romano
*[[Jimmy il Fenomeno]]: donna sulle mura di Saturnia
*[[Antonella Pezzi]]: centaura
|fotografo = [[Carlo Carlini]]
|montatore = [[Antonio Siciliano]]
|effetti speciali =
|musicista = [[Franz Di Cioccio]], [[Franco Mussida]] e [[PFM]]
|scenografo =
|costumista = [[Luca Sabatelli]]
|truccatore = [[Maurizio Silvi]]
}}
'''''Attila flagello di Dio''''' è un film del [[1982]] diretto da [[Castellano e Pipolo]], con protagonista [[Diego Abatantuono]] e prodotto da [[Mario Cecchi Gori]] e dal figlio [[Vittorio Cecchi Gori|Vittorio]] per la società Intercapital.
== Trama ==
<small>"A come atrocità. Doppia T come terremoto e tragedia. I come ira di Dio. L come lago di sangue, e A come adesso vengo e ti sfascio le corna!"</small> ([[Attila]] nella scena del passaggio del fiume Po)
[[V secolo|V secolo d.C.]] Nelle campagne dell'attuale [[Segrate]] vive una tribù di [[Barbaro|barbari]] guidati dal re Ardarico e il suo infedele sottoposto Fetuffo. Mentre gli uomini sono a caccia, il villaggio viene saccheggiato dai Romani che rubano il cibo, le donne e il bestiame. Quando Ardarico torna al villaggio e scopre l'accaduto decide di invadere [[Roma (città antica)|Roma]] per riprendersi il maltolto: presso la sua tribù infatti vige la legge del taglione, che si mostrerà in più occasioni. Ardarico parte per la sua guerra con una decina di uomini non rendendosi conto della potenza e vastità dell'[[esercito romano]]. Prima di partire consulta la maga Columbia per assicurarsi i favori del dio [[Odino]]; costei [[Predizione|predice]] l'avvento di un re barbaro ([[Attila]]) talmente temibile da lasciare dietro di sé il deserto. Impressionato, Ardarico ritiene di essere l'uomo della profezia e decide di cambiare nome, autoproclamandosi Attila.
Nel corso del viaggio verso Roma, Fetuffo tenta ben due volte di rovesciare il potere di Ardarico. Lo scalcinato gruppo di barbari si arricchisce di altri due componenti: il gallo Renaulto, ultimo superstite di una tribù sconfitta dai Romani, che viene liberato da Ardarico<ref>la scena della liberazione del barbaro incatenato si ispira ad una pubblicità Renault degli anni '80</ref>, e la barbara Uraia, una delle donne della tribù di Ardarico e segretamente innamorata di lui che, scappata dall'accampamento dei romani, riesce a ricongiungersi con i barbari grazie all'aiuto della maga Columbia (che le affida una spada da consegnare ad Attila).
Nel corso del viaggio i barbari si imbarcano su una zattera, fanno naufragio a causa delle allucinazioni prodotte da una sirena e ottengono un passaggio via mare verso sud da un mercante ligure, che in cambio chiede - e ottiene - Uraia come compenso. Sbarcati in [[Maremma]] nelle paludi nei pressi di [[Saturnia]], i barbari chiedono ad un paesano di poter essere accolti nelle mura della città, ma questi, per tutta risposta, causa un [[assedio]] che si conclude con la morte di Renaulto.
Approfittando del fatto che uno dei barbari, a causa di una precedente maledizione della maga Columbia, è in grado di trasformarsi in un somaro durante la luna piena, Ardarico riesce a farsi aprire le porte di Saturnia e a saccheggiarla, entrando anche in contatto con la cultura [[Magna Grecia|greco-partenopea]] nella figura del maestro Silone, dotto napoletano che per la sua saggezza viene risparmiato dal capo barbaro. Il maremmano traditore viene poi impalato in piazza.
Procedendo nel viaggio verso sud, i barbari danneggiano casualmente un acquedotto romano, credendo si tratti delle mura "traforate" di Roma. Il [[Senato romano]], momentaneamente a corto di soldati a causa di altre campagne militari in corso, decide di prendere tempo inviando un'ambasciata ai barbari carica di doni preziosi e di vino soporifero. Mentre dormono, i barbari sono circondati da un'unità Romana comandata da Fusco Cornelio, già invaghitosi di Uraia mentre la bella barbara era tenuta prigioniera all'accampamento romano.
Un tentativo di mediazione di Fusco Cornelio, che lascerebbe tornare indietro incolumi i barbari in cambio di Uraia, viene respinto da Ardarico, che così confessa il suo innamoramento per la donna. Segue quindi un'ultima inevitabile battaglia, dai caratteri epici, dove l'esercito di Attila viene distrutto dai Romani. Ardarico/Attila, Uraia e Fetuffo saranno gli unici superstiti, riuscendo a salvarsi, assieme a buona parte del bottino romano, grazie a una mongolfiera costruita in precedenza da Silone. Purtroppo il peso è eccessivo e per risolvere il problema Fetuffo viene gettato giù da Ardarico per i suoi tentativi di rovesciamento del suo potere.
Attila, infine, riesce a salvarsi e a ricongiungersi con l'amata Uraia.
== Produzione ==
Abatantuono interpreta il personaggio del "terrunciello" che lo aveva portato al successo in quegli anni ma, nonostante questo, ''Attila'' fu un flop al botteghino, così come il suo successivo film ''[[Il ras del quartiere]]'', dimostrando una crescente disaffezione del pubblico verso tale personaggio che infatti verrà immediatamente abbandonato dall'attore.
Il suo curioso modo di parlare costella il film di numerose battute basate su [[Gioco di parole|giochi di parole]] e deformazioni delle stesse; sebbene siano state considerate dalla critica come infantili e grossolane, col tempo sono poi diventate dei veri e propri tormentoni (come l'[[acrostico]] con cui Attila fa la [[compitazione]] del suo nome ad un centurione romano o quando arriva a definirsi il ''fratello'' di Dio anziché il ''flagello''). Attualmente il film è stato molto rivalutato e la critica lo giudica abbastanza favorevolmente malgrado la già citata ingenuità.
L'[[aiuto regista]] fu [[Alessandro Metz]]; l'assistente alla regia [[Federico Moccia]]. La pellicola venne coprodotta da Stefania Rumisky.
===Curiosità===
Il ruolo di Uraia venne inizialmente proposto ad [[Eleonora Giorgi]], ma dopo il suo rifiuto venne scelta [[Rita Rusić]].
===Luoghi delle riprese===
Il film è stato interamente girato nel [[Lazio]]. La prima scena del film è stata girata nella [[caldara di Manziana]]; altre scene sono state girate presso il [[castello dell'Abbadia]] di [[Vulci]], nell'anfiteatro romano di [[Ferento]], nei pressi della [[Torre Flavia]] a [[Ladispoli]], presso l'[[acquedotto dei Quintili]] e della Torre Selce nel [[parco archeologico dell'Appia Antica]], nel [[parco regionale di Veio]] e a [[Castel Sant'Angelo]].<ref>{{cita web|url=https://www.davinotti.com/index.php?forum=50002046|titolo=Attila, flagello di Dio|editore=davinotti.com|accesso=2 settembre 2018}}</ref>
== Distribuzione ==
Il film uscì nei cinema italiani a partire dal 22 dicembre 1982<ref>{{cita news|titolo=Cinema - Prime visioni a Roma|pubblicazione=L'Unità|anno=1982|numero=285|p=16}}</ref>.
== Colonna sonora ==
La colonna sonora del film è composta da [[Franco Mussida]] e [[Franz Di Cioccio]] della [[Premiata Forneria Marconi|PFM]] (che interpreta Giallo), che si avvalgono della collaborazione di [[Alberto Fortis]] nel brano ''La maga'' e di [[Rossana Casale]] nel brano ''Canto della sirena'', oltre che di tutta la PFM alla quale viene accreditato il brano ''La battaglia''. Inoltre la canzone cantata da Uraia e dalle altre donne barbare nei campi da coltivare, prima che arrivino i romani a rapirle, è una parodia della canzone ''[[Mamma mia dammi cento lire]]'' de Le Mondine.
La colonna sonora è uscita su vinile nel 1983 per la casa discografica Numero Uno (numero di catalogo ZPLN 34183). La versione cd è uscita nel 2015 per la casa discografica Beat Records Company (numero di catalogo DDJ05DLX).
'''Formazione'''
'''[[Premiata Forneria Marconi]]'''
* [[Franco Mussida]]
* [[Patrick Djivas]]
* [[Franz Di Cioccio]]
* [[Walter Calloni]]
* [[Lucio Fabbri]]
* [[Mauro Pagani]]
* Robert Fix
'''Altri cantanti'''
* [[Alberto Fortis]]
* [[Rossana Casale]]
* [[Lene Lovich]]
* Tarots
==
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File:Attila flagello di Dio - Giuseppe Castellano.png
File:Attila flagello di Dio - Vincenzo Crocitti.png
File:Attila flagello di Dio - Armando Marra.png
File:Attila flagello di Dio - Diego Abatantuono.png
File:Attila flagello di Dio - Mauro Di Francesco e Diego Abatantuono.png
</gallery>
==Note==
<references/>
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Castellano e Pipolo}}
{{portale|cinema}}
[[Categoria:Film comici]]
[[Categoria:Film diretti da
[[Categoria:Film
[[Categoria:Film girati nel Lazio]]
[[Categoria:Film ambientati nell'antica Roma]]
[[Categoria:Premiata Forneria Marconi]]
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