Castello di Angers: differenze tra le versioni
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|Struttura = Castello
|Nome= Castello di Angers
|Parte di = parte dei [[Castelli della Loira]]
|Immagine= Le château des ducs d'Anjou.jpg
|Didascalia= Vista della Rocca di Angers
|Stato = Contea di [[Angiò]]
|Stato attuale= {{FRA}}
|Suddivisione=
|Provincia= [[Maine e Loira]]
|Città= [[Angers]]
|Tipologia= [[Fortezza]]
|Stile= [[Medievale]]
|Altezza= 40 m
|Funzione strategica = Residenziale e difensiva
|Inizio costruzione= [[XIII secolo]]
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|Costruttore= <!-- Chi ha progettato il castello -->
|Primo proprietario= <!-- Chi fece inizialmente costruire il castello-->
|Proprietario attuale= [[Francia|Stato francese]] ([[Ministero della cultura e della comunicazione (Francia)|Ministero della cultura e della comunicazione]])
|Condizione attuale = Aperto al pubblico
|Note=
|Sito web= [http://angers.monuments-nationaux.fr/ angers.monuments-nationaux.fr]
|Ref= Vedi [[#Bibliografia|bibliografia]]
}}
Il '''castello di Angers''', detto anche '''castello dei Duchi d'Angiò''', si trova nella città di [[Angers]], nel dipartimento del [[Maine e Loira]], in [[Francia]], su un promontorio che domina la [[Maine (fiume)|Maine]]. Dopo che il sito fu frequentato sin dall'antichità per la sua posizione difensivo-strategica, i [[Conti e duchi d'Angiò|conti di Angiò]] vi posero la loro capitale, finché, sotto i [[Plantageneti]], il Regno di Francia acquisì la contea di Angiò. [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] fece costruire l'attuale castello nel [[XIII secolo]], trasformato dai duchi d'Angiò nel palazzo signorile nel [[XV secolo]] dove [[Iolanda di Aragona]] partorì [[Renato d'Angiò]]. Nel [[XVI secolo]], a seguito delle [[guerre di religione francesi|guerre di religione]], il re [[Enrico III di Francia|Enrico III di Valois]] ordinò la distruzione del castello, ma solo la parte superiore delle torri venne abbattuta. Dopo che, durante la [[seconda guerra mondiale]], la fortezza fu trasformata prima in una prigione e poi in presidio e deposito di munizioni, dalla metà del [[XX secolo]] ospita l'[[arazzo dell'Apocalisse]] e, gestita per quanto riguarda l'apertura al pubblico dal ''Centre des monuments nationaux'', è una delle attrazioni più visitate del Maine e Loira.<ref>{{cita web|url=http://www.anjou-tourisme.com/content/download/5936/248296/file/Chiffres-cles-BD.pdf|titolo=Chiffres clés 2012|formato=PDF|accesso=5 agosto 2014|dataarchivio=3 novembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103123621/http://www.anjou-tourisme.com/content/download/5936/248296/file/Chiffres-cles-BD.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
== Storia ==
La posizione del castello di Angers è strategica in quanto si trova
===
[[File:Château d'Angers - Plan - Vestiges préhistoriques et antiques.jpg|thumb|Gli insediamenti antichi sul sito]]
Nel 1997 venne rinvenuto un [[tumulo]] a ovest della corte, sotto i resti del vecchio castello della contea. Costruito intorno al 4500 a.C., il tumulo consisteva in quattro o cinque camere sepolcrali, costruite con muri a secco, alcune delle quali sono collegate all'esterno tramite un corridoio.<ref name=MA>{{cita|Marcigny|pp. 821-824}}.</ref> È di circa 17 metri di diametro, è rafforzato sul lato sud con un contrafforte ed è costituito interamente da lastre di scisto; la fattura delle lastre lascia intendere la padronanza nella lavorazione dell'ardesia presente nel [[Neolitico]].<ref name=MA/>
La teoria di un insediamento gallico della tribù degli Andecavi sul
Durante l'occupazione [[Civiltà romana|romana]], verso la fine del [[I secolo]], il sito venne trasformato in una vasta piattaforma di
Gli scavi condotti tra il
[[File:Château d'Angers - Plan - Vestiges palais comtal.jpg|thumb|left|L'area occupata dall'antico palazzo rispetto all'edificio attuale: si trovava sul lato vicino al fiume]]
=== Palazzo comitale ===
Nell'851 il vescovo di Angers, Dodone, permise al conte di Angiò di stabilirsi sulla propria terra, "vicino alla cinta".<ref>{{cita|Mallet|p. 10}}.</ref> Nonostante questa posizione permettesse una perfetta visuale del Maine in un momento in cui Angers era vulnerabile per le incursioni dei [[Normanni]], ciò non impedì a questi ultimi di saccheggiare più volte la città. Allo stesso tempo anche i Bretoni compirono diverse incursioni e conquistarono una parte del territorio angioino. In quel periodo di incertezza e di invasioni i conti di Angiò costruirono quello che sarebbe diventato il palazzo comitale, su volontà del re [[Carlo il Calvo]].<ref name=CM>{{cita|Comte}}.</ref> Tale castello non fu mai assediato e venne scarsamente fortificato, perché i conti di Angiò gradualmente sottomisero il Poitou, il Maine, la [[Normandia]] e l'[[Aquitania]]. Viene quindi menzionato come palazzo residenziale e non come fortezza, e pertanto era prevalentemente composto da edifici abitativi.<ref name=M11>{{cita|Mallet|p. 11}}.</ref>
Fu costruita una grande sala da pranzo all'estremità occidentale del promontorio, che poggiava sull'antica cinta gallo-romana: negli scritti dell'epoca viene nominata una torre, probabilmente identificabile con una parte delle fortificazioni antiche.<ref name=CM/> La cappella di Sainte-Geneviève, la chiesa del palazzo, accolse alla fine del [[IX secolo]] le reliquie di [[Laudo di Coutances|San Laudo]], che gradualmente diedero il nome al luogo di culto.<ref name=P53>{{cita|Port|p. 53}}.</ref> Nel [[X secolo]] venne eretto un forno <!-- ma forse il cugino francese intendeva un ''calidarium'' relativo a delle terme? -->su basi di colonne trovate durante gli scavi di fondazione.<ref>{{cita|Chevet|pp. 21-23}}.</ref> Nell'[[XI secolo]] fu ampliata la Sala Grande verso nord da 300 a 500 m².<ref name=C/>
Nel [[XII secolo]] il palazzo passò sotto il controllo della dinastia dei [[Plantageneti]], e nel 1131 o 1132 venne devastato da un incendio; durante la ricostruzione, la Sala Grande fu restaurata e dotata dell'attuale porta.<ref name=M11/> Gli appartamenti continuarono ad ampliarsi verso la parte nord e sud del cortile,<ref name=C/> e infine la nuova cappella San Laudo fu eretta immediatamente fuori dalle mura romane, che rimangono nelle fondazioni del suo lato settentrionale: si tratta di una cappella a una sola [[navata]] a [[volta a botte]] spezzata, con una sola [[cappella radiale]] rivolta a sud.<ref>{{cita|Mallet|p. 15}}.</ref>
Con l'[[Angiò]] diventato parte del regno plantageneto il palazzo perse il suo ruolo di centro politico, e i Plantageneti radunarono la loro corte ad Angers molto raramente.<ref>{{cita|Favier|p. 456}}.</ref> L'intero palazzo piombò quindi nel degrado.<ref name=C/>
===
[[File:El Greco - Saint Louis roi de France et un page 02.jpg|thumb|[[El Greco]], ''San Luigi, re di Francia, ed un paggio'', 1585-1590 ]]
Nel 1214, dopo la [[battaglia di Bouvines]] e quella di [[battaglia di Roche-aux-Moines|Roche-aux-Moines]], il re di Francia [[Filippo Augusto]] conquistò l'Angiò a [[Giovanni Senza Terra]] e unì la provincia al territorio del regno, avvicinando così i confini al [[Ducato di Bretagna]], territorio ostile alla Francia. I Bretoni riuscirono a conquistare Angers nel 1227, ponendo a guardia dell'[[Angiò]] il duca [[Pietro I di Bretagna]],<ref name=CM/> ma furono subito cacciati dalle truppe della reggente [[Bianca di Castiglia]] e di [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]].<ref>{{cita|Daurignac|p. 143}}.</ref> Bianca iniziò subito dopo la costruzione di una fortezza reale per contrastare le azioni dei Bretoni;<ref>{{cita|Vauvilliers|p. 135}}.</ref><ref name=TR74/> per fare ciò venne ampliato un castello con cinta muraria preesistente la cui costruzione era stata iniziata da Giovanni Senza Terra nel 1202.<ref name=CM/> I [[Canonico|canonici]] di San Laudo e parte degli abitanti della città vennero espulsi per erigere una fortezza estesa oltre 2,5 ettari.<ref name=M16>{{cita|Mallet|p. 16}}.</ref> Quasi un quarto del vecchio quartiere religioso di Saint-Maurice d'Angers fu distrutto per permettere l'espansione dell'edificio.<ref name=CM/> Come materiale da costruzione venne usato lo scisto presente nelle rocce del luogo: l'estrazione della pietra, effettuata ai piedi dei bastioni, contribuì ad ampliare i fossati.<ref name=CM/> Per la costruzione del castello il re pagò più di 5 000 [[Lira (moneta)|lire]] e venne istituita una tassa per i cittadini di Angers;<ref name=P53/> la costruzione richiese una decina di anni (1230-1242),<ref name=TR74>{{cita|Tresidder|p. 74}}.</ref> conferendo all'edificio il suo attuale aspetto: essa era, come è ancor'oggi, caratterizzata dalla presenza di una cinta di oltre 800 metri di lunghezza intervallata da 17 torri. Solo il lato nord, ripido, di fronte alla Maine, non fu mai dotato di torri.<ref>{{cita|Mesqui, Éditions du Patrimoine|p. 8}}.</ref> Luigi IX decise anche di dotare la città di mura di cinta.<ref>{{cita|Lachèse|p. 30}}.</ref>
L'Angiò venne quindi concesso in [[appannaggio]] al fratello di Luigi IX, [[Carlo I di Sicilia]], colui che avrebbe dato origine alla dinastia degli [[Angioini]]. Anche se Carlo venne richiamato dal papa in Italia, non trascurò il castello di Angers, garantendo il suo mantenimento e miglioramento;<ref name=P54>{{cita|Port|p. 54}}.</ref> si ispirò proprio a questo castello per costruire il [[Maschio Angioino]] a [[Napoli]].<ref>{{cita|Francastel|pp. 187-205}}.</ref> I suoi successori, però, si preoccuparono poco della fortezza, che ritornò di proprietà del re nel 1290: Angers perse quindi il suo ruolo politico e il palazzo tornò nuovamente nell'oblio.<ref name=M16/>
=== Castello ducale ===
Divenuto l'Angiò un [[Ducato (circoscrizione)|ducato]] nel 1360, una nuova dinastia, successiva a quella dei [[Valois]], si insediò ad Angers. [[Luigi I d'Angiò]] vi soggiornò di rado, così come il suo successore [[Luigi II d'Angiò|Luigi II]].<ref name=P54/> Luigi I, tuttavia, nel 1370 sistemò l'alloggiamento del [[siniscalco]] dietro la porta della città, poi restaurò la Sala Grande, che fu dotata di nuove finestre più grandi e fu arricchita della presenza di un grande camino. Fece anche costruire una nuova cucina, quattro volte più grande dell'adiacente e più antica risalente al periodo comitale<ref name=F155>{{cita|Fabbri|p. 155}}.</ref> e incaricò il suo architetto e contabile, Macé-Delarue, della manutenzione e riparazione del castello.<ref>{{cita|Enguehard|p. 3}}.</ref>
Il suo successore, Luigi II, fece erigere intorno al 1410 l'ala Reale.<ref name=F155/> Iolanda d'Aragona, moglie di Ludovico II, fece costruire una nuova cappella per ospitare la reliquia della [[Croce di Lorena]] o Vera Croce d'Angiò, che in precedenza era ospitata presso l'Abbazia di La Boissiere, dove però risultava minacciata dagli inglesi.<ref name=P54/> Nel 1409 diede alla luce, negli appartamenti del castello, suo figlio Renato.<ref name=P54/> Il castello venne anche rinforzato in previsione delle incursioni inglesi: nel 1443 il I duca di Somerset [[John Beaufort, I duca di Somerset|John Beaufort]] sbarcò in Normandia con 8 000 uomini e giunse alle porte di Angers. Una salva di artiglieria sparata dal castello uccise uno dei capitani di Somerset, che decise di togliere l'assedio per porlo al [[castello di Pouancé]].<ref name=P54/> Sotto il regno del duca Renato d'Angiò, l'ala Reale fu arricchita di una galleria e sempre il duca, nel 1450, fece costruire anche un corpo di guardia e vari altri edifici.<ref name=TR74/><ref>{{cita|Mallet|p. 26}}.</ref>
[[File:Anjou 1570louvre.jpg|thumb|sinistra|[[Jean de Court]], ''Enrico III prima della sua ascesa o suo fratello il duca di Alençon'', 1570 circa]]
=== Ritorno sotto l'autorità reale ===
Renato d'Angiò entrò in conflitto con suo nipote, re [[Luigi XI di Francia]], riguardo all'eredità del ducato. Luigi XI decise di prenderlo con la forza e si presentò ad Angers nel 1474 seguito dal suo esercito, costringendo così Renato a cedergli le terre. Luigi XI installò subito un presidio nel castello e ne affidò il comando a Guillaume de Cerisay.<ref>{{cita|Villeneuve-Bargemont|p. 199}}.</ref> Nel 1485 [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]] fece scavare nuovamente i fossati che fino ad allora erano rimasti appena abbozzati e quindi lasciati in disuso.<ref name=E4>{{cita|Enguehard|p. 4}}.</ref> Successivamente, Jean Bourre venne nominato capitano del castello e lo dotò di [[artiglieria]].<ref name=E4/>
Nel 1562 venne deciso di adeguare il castello alle nuove tecniche di guerra. L'architetto [[Philibert Delorme]]<ref name=P54/> fu nominato responsabile dei lavori che furono realizzati da Jehan de l'Espine:<ref name=E6>{{cita|Enguehard|p. 6}}.</ref> venne posta l'artiglieria sulle terrazze a sud, dal lato del cortile, e dietro alla parete nord tra la porta e la casa del governatore, dove si trovano incastrate delle palle di cannone. Venne costruito un [[bastione]] avanzato di fronte alla porta dei campi,<ref name=E6/> e i fossati vennero nuovamente allargati.
Nel 1585, durante le guerre di religione, i cattolici e i protestanti combatterono per il possesso del castello, ed Enrico III diede l'ordine di raderlo al suolo in modo che nessun'altra fazione potesse utilizzarlo contro di lui. Fu il governatore del castello, Donadieu de Puycharic, l'incaricato della demolizione: le torri vennero abbassate e la [[merlatura]] abbattuta, ma la demolizione fu lenta e venne sospesa per sei volte, poi finalmente abbandonata alla fine delle guerre. Le gru per la demolizione della fortezza restarono piantate sul sito fino alla metà del [[XVIII secolo]].<ref name=P54/>
Nel 1595 vennero approntate nuove terrazze di artiglieria,<ref name=E6/> dotando il castello di poderose opere di difesa; contemporaneamente le [[Balestriera|feritoie per balestre]] furono riadattate per i cannoni.
Il castello era ancora abitato nel 1648, quando i cittadini di Angers si ribellarono contro il governatore, e poi di nuovo durante il movimento de [[Fronda (movimento)|La Fronda]]. Il castello fu quindi utilizzato come prigione e casa di riposo per invalidi.<ref name=P55>{{cita|Port|p. 55}}.</ref> Nel 1661 [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ordinò a [[Charles de Batz de Castelmore d'Artagnan|d'Artagnan]] di arrestare [[Nicolas Fouquet]], sovrintendente delle finanze reali, che il sovrano sospettava di appropriazione indebita di dodici milioni di lire dal Tesoro Reale: dopo il suo arresto nel [[Castello dei duchi di Bretagna|castello di Nantes]], Fouquet fu portato al castello di Angers dove visse per tre settimane.<ref name=P55/> Nel corso del XVIII secolo alloggiò nel palazzo una piccola guarnigione comandata da un luogotenente del re<ref name=P55/> e il castello cominciò a soffrire la mancanza di manutenzione.<ref name=E6/>
=== Dalla Rivoluzione a oggi ===
Durante la [[Rivoluzione francese|Rivoluzione]], nel 1789, il castello divenne la sede del Comitato rivoluzionario di Angers. A inizio del [[messidoro]] dell'anno I (fine giugno 1793) i [[vandea]]ni, di ritorno dalla [[Virée de Galerne]], [[Assedio di Angers|assediarono invano]] la città e la sua fortezza.<ref name=E6/> Questa venne poi nuovamente utilizzata come prigione durante il [[Regime del Terrore|Terrore]] e le [[guerre di Vandea]].<ref name=P55/>
Nel 1806 venne autorizzata la demolizione del fortino della porta dei Campi per la costruzione di un viale, e il castello fu trasformato l'anno seguente in carcere civile e militare. Nel 1813 la cappella venne modificata per detenere duecento marinai inglesi prigionieri delle [[guerre napoleoniche]]. Due anni più tardi, dopo la definitiva sconfitta di [[Napoleone Bonaparte]], i [[Regno di Prussia|prussiani]] occuparono la fortezza che fu restituita solo nel 1817 all'esercito francese, che l'adibì ad arsenale e guarnigione. Nel 1857 il Consiglio Generale divenne il proprietario del castello per la somma di 20 000 [[Franco germinale#Precedenti|franchi]], ma si dovette occupare della manutenzione delle parti storiche del sito. Il castello fu classificato come [[Monumento storico (Francia)|monumento storico di Francia]] nel 1875 per proteggere il palazzo dagli interventi dell'esercito francese, che avevano danneggiato la casa Reale e la cappella costruendo strutture militari.<ref name=E6/>
Nel 1912 la città di Angers prese in affitto i fossati e i giardini e nel 1936 vi collocò cervi e caprioli.<ref name=P55/> Si aprirono quindi negoziati sulla proprietà del castello tra l'esercito e la ''Direction générale des Beaux-Arts'' (Direzione Generale delle Belle Arti). Nel mese di luglio del 1939 le trattative si conclusero e vennero delineati dei piani di restauro,<ref name=P55/> ma il progetto fu interrotto dalla [[seconda guerra mondiale]]: i tedeschi occuparono il sito e lo adoperarono come deposito per le munizioni. Il 15 e 16 maggio 1944 l'esercito tedesco evacuò gli uomini presenti e le munizioni per paura dei bombardamenti [[alleati della seconda guerra mondiale|alleati]]; dieci giorni dopo, il 25 e 26 maggio, Angers subì il suo primo bombardamento: sei bombe caddero sul castello, di cui tre all'interno della cinta muraria. Una volta della cappella cedette, la casa Reale prese fuoco e i tetti crollarono.<ref name=E6/>
[[File:Incendie du château - Angers - 20090110.jpg|thumb|L'incendio del castello, 2009]]
Nel 1945 iniziò la ricostruzione della cappella sotto la direzione dell'architetto Bernard Vitry; gli edifici militari più modesti furono smantellati. Nel 1948 vennero sistemati i giardini e il castello venne aperto al pubblico. Il restauro della cappella venne completato in tre anni<ref name=E6/> e questa venne inaugurata dal vescovo di Angers.<ref name=P55/> Nel 1952 fu presa la decisione di costruire un apposito edificio per ospitare l'arazzo dell'Apocalisse, che fu poi inaugurato il 30 luglio 1954.<ref name=P55/> Tra il 1970 e il 1979 il ''quai Ligny'' (il bacino fluviale di attracco) venne gradualmente demolito a favore della città per sviluppare ampie strade sulla riva sinistra della Maine, liberando così la vista delle mura.<ref>{{cita web|url=http://www.angers.fr/index.php?id=51230|titolo=1820 - Château et quai Ligny|lingua=fr|accesso=22 gennaio 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123122720/http://www.angers.fr/index.php?id=51230}}</ref>
Tra il 1992 e il 2003 una serie di scavi archeologici preventivi furono condotti dall'AFAN e dall'[[Institut national des recherches archéologiques préventives|INRAP]] durante i lavori di ristrutturazione della galleria dell'Apocalisse: questi scavi permisero la scoperta dei resti del palazzo comitale e delle tracce delle occupazioni neolitiche, galliche e romane.<ref name=C/> Nel 2007 venne rimodernata la zona della reception e della biglietteria.<ref>{{cita web|url=http://www.via.fr/agora-produit-20370|titolo=Château d’Angers - aménagement de la billetterie du|lingua=fr|accesso=22 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150123120743/http://www.via.fr/agora-produit-20370|urlmorto=sì}}</ref> Nel febbraio 2009 fu preparato un nuovo spazio per la galleria dell'Apocalisse, dove inoltre si possono ammirare, tramite una vetrata, i resti degli insediamenti antichi e delle mura del palazzo comitale.<ref>{{cita web|url=http://laurent-vie.fr/amenagement-billetterie-boutique.html|sito=laurent-vie.fr|lingua=fr|titolo=Aménagement Billetterie – boutique – Espace d’introduction à la visite de la tapisserie de l’Apocalypse|accesso=22 gennaio 2015}}</ref>
Il 10 gennaio 2009 un incendio scoppiato a causa di un guasto di un radiatore elettrico<ref>{{cita pubblicazione| anno = 2009| titolo = Le pire a été évité| rivista = Le Point| url = http://www.lepoint.fr/actualites-region/2009-01-15/le-pire-a-ete-evite/1556/0/307295| cid = Le Point| lingua = fr| accesso = 8 febbraio 2015| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20141101224335/http://www.lepoint.fr/actualites-region/2009-01-15/le-pire-a-ete-evite/1556/0/307295| urlmorto = sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinodipadova/2009/01/12/VA7MC_VA704.html|titolo=Incendio divora il tetto del castello di Angers|sito=ricerca.geolocal.it|accesso=6 agosto 2014}}</ref> distrusse la casa Reale. Grazie al pronto intervento dei dipendenti i preziosi arazzi vennero messi al sicuro e non subirono danni; il tetto dell'edificio, tuttavia, fu distrutto, con un danno stimato in 2 milioni di [[euro]]. Il ministro della Cultura [[Christine Albanel]] promise la ricostruzione dell'edificio danneggiato il secondo trimestre dello stesso anno,<ref>{{cita pubblicazione| anno =2009| titolo = 400m2 de toiture détruits dans un incendie au château d'Angers| rivista = Le nouvel Observateur| url = http://tempsreel.nouvelobs.com/societe/20090111.OBS9258/400m2-de-toiture-detruits-dans-un-incendie-au-chateau-d-angers.html?idfx=RSS_notr&xtor=RSS-17| cid = Le nouvel Observateur| lingua = fr|accesso=8 febbraio 2015}}</ref> anche se alla fine ci vollero ben tre anni e un costo triplo rispetto a quanto preventivato.<ref>{{cita web|url=https://angersdailynews.blogspot.it/2010/12/angers-castel-royal-home-is-going-to.html|titolo=The Angers castle royal home is going to rise from ashes|lingua=inglese|sito=angersdailynews.blogspot.it|accesso=6 agosto 2014}}</ref> L'incendio non danneggiò solo il tetto, ma l'apporto d'acqua per spegnerlo rovinò anche la muratura, richiedendone una radicale ricostruzione.<ref>{{cita web|articolo=Réouverture du Logis royal du château d’Angers|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fr/actualites/a-la-une/bdd/actu/1146/reouverture-du-logis-royal-du-chateau-d-angers//|lingua=fr|accesso=6 agosto 2014|urlmorto=sì|titolo=Copia archiviata|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120610041924/http://www.monuments-nationaux.fr/fr/actualites/a-la-une/bdd/actu/1146/reouverture-du-logis-royal-du-chateau-d-angers}}</ref> L'ABF (che si occupa della tutela del patrimonio degli edifici storici francesi) colse l'occasione per rendere il monumento accessibile alle persone con mobilità ridotta con l'installazione di un ascensore.<ref>{{cita web|url=http://www.angers.maville.com/actu/actudet_-Une-2-sup-e-sup-lucarne-et-un-ascenseur-pour-le-Logis-royal-_loc-1325649_actu.Htm|lingua=fr|titolo=Une 2e lucarne et un ascenseur pour le Logis royal!|accesso=22 gennaio 2015|dataarchivio=23 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923172256/http://www.angers.maville.com/actu/actudet_-Une-2-sup-e-sup-lucarne-et-un-ascenseur-pour-le-Logis-royal-_loc-1325649_actu.Htm|urlmorto=sì}}</ref>
== Architettura ==
L'aspetto esterno della fortezza risale quasi interamente ai tempi di Luigi IX, noto come San Luigi, e richiama il ruolo militare del castello in modo monumentale. Al contrario, gli interni e gli edifici della corte, successivamente costruiti tra Luigi I d'Angiò e Renato d'Angiò, ricordano il ruolo residenziale della Corte d'Angiò tra i secoli XIV e XV.
[[File:Castle of angers - plan without legend.png|upright=1.8|left|thumb|Mappa del complesso. '''A''': [[#Porta_della_Citt.C3.A0|porta della città]]; '''B''': [[#Porta_dei_Campi|porta dei campi]]; '''C''': [[#Torre_del_mulino|torre del mulino]]; '''D''': [[#Cappella|loggia regale]]; '''E''': [[#Castelletto|castelletto]]; '''F''': [[#Galleria_dell.27Apocalisse|galleria dell'Apocalisse]]; '''G''': [[#Sala_Grande|sala grande]]; '''H''': [[#Cappella|cappella]]; '''I''': [[#Alloggio_del_governatore|alloggio del governatore]]; '''J''': [[#Cortile|corte]]; '''K''': [[#Cortile|giardino]]; '''L''': giardino sulla terrazza.]]
La struttura si sviluppa su un'altura, quasi trenta metri più in alto rispetto al sottostante fiume. I giardini del castello circondano il complesso palatino a sud e a est e sono racchiusi dalle mura; queste cominciano dalla cosiddetta Torre del Molino, affacciata sul fiume sottostante, esposta verso nord, e sono arricchite da diciassette torrioni: proseguendo verso sud-est, tra il terzo e il quarto si apre la porta della Città, rivolta a nord-est, dopo che le mura hanno curvato bruscamente verso sud-ovest, tra il nono e il decimo si apre la porta dei Campi, diametralmente opposta ed esposta a sud-ovest. Dove i bastioni costituiscono le torri laterali di una porta, sono posti più ravvicinati tra di loro. In corrispondenza della porta dei Campi, il muro che circonda il complesso svolta verso nord-ovest, per poi proseguire, con una leggera curvatura, in questa direzione.
Il lato verso il fiume, che prospetta verso nord-ovest, non è fortificato. È lungo questo lato che si sviluppa, attorno a una corte, il nucleo centrale del complesso: ponendo il punto d'osservazione al centro della corte, verso il fiume si trova un'area che un tempo ospitava la cosiddetta Sala Grande, della quale rimane solo la porta d'accesso; proseguendo in senso antiorario la corte è circondata su due lati dal loggiato dell'Apocalisse, culminante nella sua estremità orientale in quello che è noto come Castelletto; chiude la corte il corpo principale del complesso, costituito dalla loggia reale e dalla cappella palatina. Nell'area più orientale della struttura, al di là del cortile e a ridosso della Porta dei Campi, si trovano un cortiletto posto su una terrazza e l'alloggio del Governatore.
=== Mura e torri ===
[[File:Chateau angers porte interieur gauche.jpg|thumb|Il tratto nord-orientale delle mura visto dalla porta della città]]
La fortezza fatta costruire da San Luigi nel 1230 comprende diciassette torri costituite da un'alternanza di scisto e tufo.<ref name=P53/><ref>{{cita|Francia del Nordovest|p. 119}}.</ref> Queste sono alte trenta metri circa, larghe diciotto metri di diametro e collegate le une con le altre. In passato esisteva una diciottesima torre, fuori dalle mura verso la Maine, la torre Guillon, che veniva utilizzata per l'approvvigionamento del castello e che fu demolita nel 1832.<ref name=E2>{{cita|Enguehard|p. 2}}.</ref> Le imponenti mura costruite tra il 1230 e il 1240 su iniziativa di San Luigi si sviluppano su una circonferenza di circa 800 m di lunghezza.<ref name=P157>{{cita|Poisson|p. 157}}.</ref> In tutto la fortezza copre un'area di 25 000 m².<ref name=E2/> Nel lato nord, il ripido strapiombo ha fatto sì che non fosse ritenuto necessario applicarvi opere difensive. Tra i torrioni terzo e quarto e nono e decimo si aprono due porte, note come Porta della Città e Porta dei Campi.
I sistemi di difesa del castello comprendevano anche le mura della città: nel 1422, durante la [[guerra dei cent'anni]], si diceva che il centro abitato era una sorta di bastione inferiore della fortezza.<ref name=CM/> Nel 1537 la città di Angers era detta addirittura "il cortile del castello".<ref name=CM/>
[[File:Chateau angers porte interieur droite.jpg|thumb|sinistra|La torre del mulino vista da est]]
===
Con i suoi 40 metri, la Torre del mulino è la più alta della cinta. Deve il suo nome al fatto che nel XVI secolo sorreggeva un mulino a vento, ma fungeva pure da torre di guardia.<ref>{{cita web|articolo=Castello di Angers|url=http://www.castelliloira.it/castelloangers/|accesso=4 agosto 2014|titolo=Copia archiviata|dataarchivio=8 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808050843/http://www.castelliloira.it/castelloangers/|urlmorto=sì}}</ref> Fu ristrutturata nel XVI secolo dopo il livellamento delle torri, finalizzato a far spazio ai cannoni; le torri, un tempo, erano alte più di 12 metri e coperte da una garitta in ardesia.<ref name=TR74/> A destra di questa torre troviamo i bastioni di Donadieu de Puyaric, che vennero eretti per rinforzare le vecchie cortine di Luigi d'Angiò, danneggiate dalla parziale distruzione ordinata da Enrico III.<ref>{{cita|Tardif-Desvaux|Le chateau, p. 14}}.</ref> La terrazza della porta dei Campi domina il giardino del fossato del castello, una piattaforma invece domina la Maine.
[[File:The Majestic Towers of Château d'Angers.JPG|thumb|sinistra|Veduta frontale della porta dei Campi]]
===
La porta dei Campi, rivolta a sud-est, consente il collegamento tra il castello e la città. Si presenta per due terzi costituita da pietra calcarea, mentre l'ultimo terzo contiene strati alternati di calcare e scisto.<ref name=RC/>
Due torri fiancheggiano una porta carraia, a cui si accedeva tramite un ponte levatoio, poi da un altro ponte che doveva essere azionato da una singola catena a partire da un'apertura sopra la porta.<ref>{{cita|Mesqui|p. 18}}.</ref>
L'ingresso era protetto da quattro arcieri (due per lato) disposti in maniera sfalsata sui quattro piani a disposizione per ogni torre; questo era inoltre poi difeso con un sistema di doppia [[saracinesca]], con una [[buca assassina]] tra queste due. Infine, a rafforzare quest'ingresso molto ben difeso, venne aggiunta una porta, della quale rimangono le tracce di una cerniera e una chiusura.<ref>{{cita|Mallet|p. 19}}.</ref>
All'ingresso si trova una sala a volta del XIII secolo che sosteneva le camere di guardia e che ora sorregge le stanze del governatore.<ref>{{cita|Mesqui|p. 23}}.</ref>
Per ricordare i 600 anni del regno di Renato, l'Atelier Perrault Frères costruì un ponte provvisorio.<ref>{{cita web|url=http://www.ateliersperrault.com/fr/entreprise/metiers|titolo=Atelier Perrault|lingua=fr|accesso=5 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808062326/http://www.ateliersperrault.com/fr/entreprise/metiers}}</ref>
==== Porta della città ====
[[File:Angers Castle entrance.jpg|thumb|Veduta frontale della porta della città]]
Anche la porta della città, rivolta verso nord, assicura il collegamento tra il castello e la città. Rispetto alla porta dei Campi è di costruzione meno curata e costruita principalmente di scisto, con delle sottili linee di calcare. L'ingresso della porta della città è affiancato da due torri circolari, la terza e la quarta. Questa porta fu ricostruita nel XV o XVI secolo per ospitare due ponti levatoi: uno doppio per far passare i carri, e l'altro per l'attraversamento pedonale.<ref name=RC>{{cita web|url=http://www.richesheures.net/epoque-6-15/chateau/49angers-description.htm|titolo=Château d'Angers, XIIIe, XVe siècle|lingua=fr|accesso=6 agosto 2014}}</ref>
La sua difesa era simile alla porta dei Campi. C'erano diverse saracinesche e guardiole per molti arcieri, alcune delle quali vennero trasformate in cannoniere. Dietro alla porta c'erano le sale delle guardie, sovrastate da un arco. Queste stanze vennero poi rimaneggiate sotto [[Luigi I di Francia|Luigi I]].<ref>{{cita|Mesqui|p. 19}}.</ref>
==== Fossati ====
I fossati furono scavati durante la costruzione della fortezza sotto il regno di San Luigi: a sud separavano il castello, costruito sull'omonima collina, dal sobborgo di Esvière, a nord segnavano il confine tra la città e il castello. Vennero ampliati nei secoli XIV e XVI e attualmente raggiungono 11 m di profondità e 30 m di larghezza.<ref name=TR74/> Sebbene la Maine passi ai piedi del castello, quindi ci sia abbondanza di acqua, i fossati non ne vennero mai riempiti interamente, soprattutto a causa della pendenza del terreno.<ref>{{cita|Tardif-Desvaux|Le chateau, p. 17}}.</ref>
Sotto il re Renato i fossati furono trasformati in corridoi per lo svolgimento di tornei, molto amati dal duca;<ref name=CM/> Nel [[XVIII secolo]] divennero giardini e orti. La città di Angers li acquisì nel 1912,<ref>{{cita web|url=http://www.angers.fr/decouvrir-angers/reperes/histoire-d-angers/chroniques-historiques/un-projet-revolutionnaire-pour-le-chateau-en-1912/index.html|lingua=fr|titolo=Un projet révolutionnaire pour le château en 1912|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923173450/http://www.angers.fr/decouvrir-angers/reperes/histoire-d-angers/chroniques-historiques/un-projet-revolutionnaire-pour-le-chateau-en-1912/index.html}}</ref> e dal 1936 al 1999 vi furono introdotti daini e cervi.<ref name=P55/> Attualmente i fossati ospitano dei giardini.<ref name=TR74/>
=== Complesso interno ===
==== Cortile ====
[[File:Angers - Château - Haute-cour vue large - 20080921.jpg|thumb|Il cortile superiore, cioè quello signorile]]
Il cortile è diviso in due parti. L'organizzazione degli edifici costruiti tra i secoli XIV e XV divide l'interno della fortezza tra il cortile basso, detto cortile della guarnigione, e il cortile signorile delimitato dalla Casa Reale, la cappella, il corpo di guardia e altri edifici demoliti (aree comuni, cucine), ora sostituiti dalla galleria dell'Apocalisse.
==== Strutture abbattute ====
[[File:Angers - Château - Mur de l'ancienne salle du trône - 20080921.jpg|thumb|left|Facciata orientale della sala]]
===== Sala Grande =====
La sala Grande del castello di Angers risale al periodo comitale, cioè il IX secolo: si tratta di una sala per riunioni e cerimoniali dove il conte esercitava il potere. La prima sala, grande 300 m², fu ampliata nell'XI secolo fino a 500 m².<ref name=C/> Nel XII secolo, probabilmente dopo l'incendio del 1131, la sala Grande fu dotata di piccole finestre ad arco e della porta attuale, anch'essa semicircolare, decorata "a spina di pesce" (o "a zig-zag").<ref name=E14>{{cita|Enguehard|p. 14}}.</ref><ref>[http://patrimoine-de-france.com/references/batons-rompus-zigzags.php batons-rompus, zigzags] in [http://patrimoine-de-france.com/references/batons-rompus-zigzags.php Patrimoine de France]</ref> L'antica aula carolingia fu modificata nuovamente verso la fine del XIV secolo e vennero aperte grandi finestre "a montante" con doppio reticolo, dotate di sedili nella parte inferiore; tra l'una e l'altra di queste furono aperte piccole finestrelle. Fu anche installato un camino monumentale. La porta del XII secolo si è conservata fino a oggi, e dei documenti risalenti dal 1370 menzionano, dal lato della Maine, il progetto di costruzione delle finestre e del camino.<ref>{{cita|Mallet|p. 27}}.</ref>
===== Cappella di Saint-Laud =====
Probabilmente nel castello esisteva già alla fine del IX secolo una cappella intitolata a [[Genoveffa di Parigi|santa Genoveffa]], che ricevette in questo periodo le reliquie del [[Diocesi di Coutances|vescovo di Coutances]], [[Laudo di Coutances|Laudo]], che diede il nome alla chiesa<ref name=P53/>.
Verso il 1060 il conte d'Angiò Goffredo Martello creò un capitolo di canonici al fine di garantire il culto. La cappella fu distrutta una volta all'inizio del [[XII secolo]], quindi ricostruita e consacrata dal vescovo di Angers Renaud Martigné l'8 giugno 1104<ref name=P53/>. La chiesa venne nuovamente distrutta da un incendio e fatta ricostruire nel 1131 da [[Enrico II di Francia|Enrico II]]. Anche se parzialmente nascosta dalla ricostruzione del castello per opera di San Luigi, funse da cappella del castello fino al [[XIV secolo]], quando venne sostituita dalla nuova cappella voluta da Iolanda d'Aragona<ref name=P53/>.
I resti della cappella sono stati scoperti nel 1953 durante lo scavo della galleria dell'Apocalisse: si scoprì che misurava cinque metri per cinque ed era chiusa da una volta a botte in pietra semicircolare. Ci sono ancora, sulle colonne della parete nord, dei capitelli scolpiti<ref>{{cita|Enguehard|p. 16}}.</ref>. Ora la cappella è visibile dalla galleria dell'Apocalisse insieme ai resti di una torre gallo-romana<ref>{{cita web|lingua=fr|url=http://www.angers.fr/vie-pratique/culture/la-politique-culturelle/angers-ville-d-art-et-d-histoire/ressources/fiches-patrimoine/laissez-vous-conter-le-chateau/|titolo=Laissez-vous conter le Château|accesso=7 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808082321/http://www.angers.fr/vie-pratique/culture/la-politique-culturelle/angers-ville-d-art-et-d-histoire/ressources/fiches-patrimoine/laissez-vous-conter-le-chateau/}}</ref>.
=== Strutture non abbattute o moderne ===
==== Galleria dell'Apocalisse ====
{{vedi anche|Arazzo dell'Apocalisse}}
[[File:Angers Apocalypse Tapestry 2007.jpg|thumb|Vista d'insieme di un tratto dell'Arazzo]]
La galleria fu costruita tra il 1953 e il 1954 dal capo architetto dei monumenti storici Bernard Vitry per ospitare l'omonimo arazzo, che misura complessivamente 103 metri di lunghezza per 4,5 metri di altezza.<ref name="web">{{cita web|url=http://www.castelliloira.it/castelloangers/|titolo=Castello Angers|sito=[http://www.castelliloira.it/ castelliloira.it]|accesso=12 agosto 2014|dataarchivio=8 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140808050843/http://www.castelliloira.it/castelloangers/|urlmorto=sì}}</ref><ref name=P158/> La galleria è alta nove metri ed è leggermente ribassata rispetto al suolo in modo da non superare l'altezza delle pareti. La galleria forma un angolo retto e cade sul percorso dei vecchi edifici che chiudevano la corte signorile. La prima parte è lunga 40 metri, la seconda 56.<ref name=P55/> Per renderla armonica con gli edifici circostanti le facciate furono rivestite interamente con dello scisto. All'interno, la galleria presenta dei rigonfiamenti in larghezza dovuti alla presenza delle torri della cinta.<ref name=E15/>
L'arazzo dell'Apocalisse fu conservato qui sin dal 1954, nonostante le aperture lasciassero passare la luce esterna che ne avrebbe potuto rovinare i colori.<ref>{{cita|Poisson|p. 147}}.</ref> Nel 1975 furono perciò installate delle tende, e nel 1980 vennero posizionate delle barre affinché l'arazzo non venisse a contatto con il muro. Inizialmente la galleria aveva uno sfondo rosso, quindi, nel 1982, questo venne sostituito da uno beige e nel 1996 da uno blu scuro. Per limitare il degrado dei colori, la temperatura viene oggi mantenuta costante e la luce è filtrata.<ref>{{cita|Delwasse|p. 6}}.</ref> L'arazzo non solo rappresenta l'[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse]], ma fornisce anche una grande quantità di informazioni riguardanti gli usi e i costumi tipici del [[XIV secolo]].<ref name=web/>
[[File:Angers- Chateau (8).JPG|thumb|sinistra|Vista del versante esterno del Castelletto]]
==== Castelletto ====
Il castelletto è l'entrata al cortile signorile venendo da ambo le porte. Fu fatto costruire dal duca Renato d'Angiò e venne completato nel 1456.<ref name=TR75/> È opera dell'architetto angioino [[Guillaume Robin]].<ref name=E14/>
Sopra il passaggio per accedere al cortile, si compone di due piani con una torretta che ospita la scala. È affiancato da tre torri sporgenti sostenute da contrafforti e coperte da un tetto conico,<ref name=TR75/> proprio come nel castelletto del [[castello di Saumur]].<ref>{{cita|Pelloquet|p. 31}}.</ref> Le torrette sono fuori dall'asse dell'edificio, così da conferirgli un aspetto asimmetrico. Il tetto dell'edificio principale è il risultato di una modifica apportata durante la costruzione.<ref name=M31>{{cita|Mallet|p. 31}}.</ref> Il portico d'ingresso ha un arco ribassato sormontato da un [[archivolto]] "a parentesi graffa": dal lato del cortile l'arco parte da un lato da un capitello, mentre dall'altro scende a terra direttamente.<ref name=E14/>
L'interno è costituito da un piano e da un sottotetto.<ref name=E14/> Il piano venne in seguito abitato dal figlio di Renato, [[Giovanni II di Lorena]]; quindi divenne una prigione nel 1707.<ref name=M31/>
==== Cappella ====
[[File:Angers - Château - La chapelle, le châtelet et les vignes - 20080921.jpg|thumb|La cappella del castello vista dalle mura]]
All'interno del castello si trova la cappella costruita su volontà di Iolanda d'Aragona, moglie di Luigi II d'Angiò.<ref name=F155/> La sua costruzione iniziò nel 1405 e si concluse nel 1413.<ref name=P157/><ref>{{cita|Enguehard|p. 7}}.</ref> Dedicata a [[San Giovanni Battista]],<ref name=M28>{{cita|Mallet|p. 28}}.</ref> con la sua navata unica rettangolare e i tre archi angioini, essa riprende lo stile architettonico gotico-angioino.<ref name=E8>{{cita|Enguehard|p. 8}}.</ref> L'edificio è ampio (lungo 22,85 metri e largo 11,90) e basso (le volte sono di 14,90 metri) con le decorazioni tipiche del [[XV secolo]].<ref name=M28/> Le tre chiavi di volta sono finemente scolpite: la prima rappresenta gli stemmi di Luigi II e Iolanda, la seconda è decorata con lo scudo coronato di Luigi II, la terza contiene una doppia croce, simbolo della Vera croce d'Angiò, reliquiario di proprietà della Casa d'Angiò che venne esposto nella cappella tra il 1412 e il 1456.<ref name=E8/> Le porte visibili ora sono quelle gotiche originali.<ref name=P54/>
Sul lato sud è stato collocato un oratorio signorile, o loggia:<ref name=E9>{{cita|Enguehard|p. 9}}.</ref> costruito sotto Iolanda, venne migliorato da Renato che vi aggiunse un triplo arco scolpito con vista sull'altare. L'oratorio è decorato, dal lato della cappella, con cornici di pietra, anche se tutti gli ornamenti più importanti sono stati distrutti durante l'occupazione militare dell'edificio.<ref name=E9/> Vi si accede tramite una porta esterna o dalla cappella; un camino, nascosto dall'esterno da un contrafforte e un pinnacolo, riscaldava la struttura.<ref name=TR75>{{cita|Tresidder|p. 75}}.</ref><ref name=E8/>
L'illuminazione avviene principalmente attraverso il lato rivolto verso est, e inoltre ogni [[campata]] è illuminata da due finestre, una a nord e una a sud. Le finestre originali sono state distrutte, tuttavia è ancora possibile trovare nel baldacchino sud della prima campata i resti di un vetro colorato quattrocentesco originariamente appartenente all'[[abbazia di Louroux]]: trasportato nel 1812 presso la chiesa di [[Vernantes]], fu posto nel 1901 presso il Museo di Archeologia e ricomposto nella cappella del vecchio ospedale di [[San Giovanni d'Angers]]. Giunse nella cappella del castello nel 1951.<ref name=E8/> Un ritratto raffigura il re Renato e sua moglie Giovanna di Laval inginocchiati in preghiera di fronte alla Vergine.
==== Casa Reale ====
[[File:Angers Castle Royal mansion 2007.jpg|sinistra|thumb|La casa Reale]]
La casa Reale fu fatta costruire da [[Luigi II d'Angiò]] nel 1410:<ref name=P157/> in quel periodo gli edifici si allungavano fino quasi al Maine per tornare alla sala Grande, chiudendo il cortile,<ref name=E10>{{cita|Enguehard|p. 10}}.</ref> mentre oggi rimane solo il tratto di edificio adiacente alla cappella, essendo stata parzialmente distrutta nel 1858.<ref>{{cita|Faultrier|p. 5}}.</ref>
==== Alloggio del governatore ====
[[File:Angers - Château - Logis du gouverneur.jpg|thumb|L'alloggio del governatore]]
L'edificio attuale risale al XVIII secolo,<ref name=TR74/> mentre le due ali che lo fiancheggiano sono della seconda metà del XVI secolo.<ref name=P158>{{cita|Poisson|p. 158}}.</ref> Durante la costruzione del palazzo attuale venne aperta una grande vetrata sul lato est. L'edificio ha quattro camere al primo piano; nel secondo, le finestre furono posizionate per ottimizzare l'illuminazione e non lasciare nessun angolo al buio.<ref name=E15>{{cita|Enguehard|p. 15}}.</ref>
[[File:Château d'Angers - Galerie du roi René.jpg|thumb|sinistra|La galleria del re Renato restaurata in seguito all'incendio]]
==== Galleria del re Renato ====
La Galleria del re Renato fu costruita tra il 1435 e il 1453 dal duca Renato d'Angiò. È composta da quattro blocchi separati da contrafforti, sotto ognuno dei quali sono state costruite due finestre per l'illuminazione dei due piani della galleria. Gli architetti del duca d'Angiò, [[Jean Gendrot]] e [[André Robin (vetraio)|André Robin]], eseguirono una facciata in gran parte in vetro, molto insolita nel XV secolo.<ref name=E11>{{cita|Enguehard|p. 11}}.</ref> La galleria misura quindici metri di larghezza con una lunghezza di ventitré metri e vi sono ben undici finestre. Le chiavi di volta del primo piano sono decorate con disegni degli stemmi di Renato d'Angiò o con la croce d'Angiò, mentre nella parte inferiore della galleria una porta murata testimonia l'antica presenza di altri edifici, ora distrutti.<ref name=E14/>
La scala è nell'angolo formato dalla cappella e dalla Casa reale e collega il primo e il secondo piano della casa; inoltre, tramite la stessa scala, si accede alla soffitta della cappella.<ref name=E10/> La parte superiore della scala è chiusa da sedici volte separate da nervature, e dove queste si incontrano si leggono due lettere del motto di Renato: EN DI EU EN SO IT (''En Dieu, en soit'', contrazione di ''soit selon la volonté de Dieu''; in italiano: ''Sia secondo la volontà di Dio'').<ref name=E10/><ref>{{cita web|url=http://www.archivesdefrance.culture.gouv.fr/action-culturelle/celebrations-nationales/2009/vie-politique/rene-d-anjou/|autore=Jean-Paul Boyer|titolo=René d'Anjou|lingua=fr|accesso=23 gennaio 2015}}</ref>
La costruzione della galleria e della scala permise l'accesso indipendente ad alcune parti del palazzo. Fornisce anche un doppio accesso e all'alloggio del ''Siniscalco d'Angiò'' e al cortile nord, dove si tenevano feste e cerimonie.<ref name=E11/><ref>{{cita|Mallet|p. 30}}.</ref>
== Turismo ==
=== Gestione ===
Il castello è gestito dal Centre des monuments nationaux e nel 2013 ha ospitato {{M|184 518|ul=}} visitatori.<ref name=R13>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2013|anno=2013|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1099/rapport_fichier_fr_ra_page_a_page.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=8 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811070152/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1099/rapport_fichier_fr_ra_page_a_page.pdf}}</ref> Il suo amministratore, dal 2011, è Patricia Corbet,<ref>{{cita web|titolo=De Carcassonne au château d'Angers|url=http://www.rennes.maville.com/actu/actudet_-De-Carcassonne-au-chateau-d-Angers_18-1728653_actu.Htm|data=16 marzo 2011|lingua=fr|accesso=8 agosto 2014|dataarchivio=24 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924090037/http://www.rennes.maville.com/actu/actudet_-De-Carcassonne-au-chateau-d-Angers_18-1728653_actu.Htm|urlmorto=sì}}</ref> succeduta ad Antoine Lataste (dal 2009 al 2011),<ref>{{cita web|url=http://www.ouest-france.fr/ladministrateur-du-chateau-dangers-quitte-lanjou-135265|titolo=L’administrateur du château d’Angers quitte l’Anjou|lingua=fr|accesso=8 agosto 2014|data=7 marzo 2011}}</ref> a sua volta successore di Gérard Cieslik (2006-2009).<ref>{{cita web|url=http://www.anjoueco.fr/document-1344-1919-Gerard-Cieslik-administrateur-du-chateau-national-d-Angers.html|lingua=fr|titolo=Gérard Cieslik, administrateur du château national d'Angers|accesso=8 agosto 2014|autore=Alain Ratour}}</ref>
=== Visite ed entrate negli anni ===
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|'''Fonti'''||<ref name=R02>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2002|anno=2002|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1091/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_download_fichier_fr_rapport_activite_2002.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811082816/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1091/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_download_fichier_fr_rapport_activite_2002.pdf}}</ref>||<ref name=R02/>||<ref name=R02/>||<ref name=R02/>||<ref name=R02/>||<ref name=R02/>||<ref name=R03>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2003|anno=2003|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1092/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_ra_2003.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811083247/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1092/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_ra_2003.pdf}}</ref>||<ref name=R04>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2004|anno=2004|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6170/download_fichier_fr_Rapport_activite_2004.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811082832/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6170/download_fichier_fr_Rapport_activite_2004.pdf}}</ref>||<ref name=R05>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2005|anno=2005|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1094/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_ra_2005.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811082741/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1094/rapport_fichier_fr_download_fichier_fr_ra_2005.pdf}}</ref>||<ref name=R06>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2006|anno=2006|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6168/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2006.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811082406/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6168/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2006.pdf}}</ref>||<ref name=R07>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2007|anno=2007|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6171/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2007.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811083711/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6171/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2007.pdf}}</ref>||<ref name=R08>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2008|anno=2008|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6174/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2008.du.Centre.des.monuments.nationaux.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811084137/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/plug_download/6174/download_fichier_fr_Rapport.annuel.2008.du.Centre.des.monuments.nationaux.pdf}}</ref>||<ref name=R09>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2009|anno=2009|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1101/rapport_fichier_fr_rapport_activita._2009.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811093331/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1101/rapport_fichier_fr_rapport_activita._2009.pdf}}</ref>||<ref name=R10>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2010|anno=2010|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1098/rapport_fichier_fr_exe_integ_web.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811090327/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1098/rapport_fichier_fr_exe_integ_web.pdf}}</ref>||<ref name=R11>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2011|anno=2011|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1100/rapport_fichier_fr_ra_cmn_2011_web3b.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811090525/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1100/rapport_fichier_fr_ra_cmn_2011_web3b.pdf}}</ref>||<ref name=R12>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2012|anno=2012|url=http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1102/rapport_fichier_fr_ra_cmn.2012.pdf|formato=PDF|lingua=fr|accesso=9 agosto 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140811092946/http://www.monuments-nationaux.fr/fichier/m_rapport/1102/rapport_fichier_fr_ra_cmn.2012.pdf}}</ref>||<ref name=R13/>||<ref name=R14>{{cita web|titolo=Rapport annuel 2014|anno=2014|url=https://www.monuments-nationaux.fr/view/pdf/219035|formato=PDF|lingua=fr|accesso=23 aprile 2016|dataarchivio=8 maggio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160508232944/https://www.monuments-nationaux.fr/view/pdf/219035|urlmorto=sì}}</ref>
|}
== Note ==
== Bibliografia ==
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* {{cita libro|cognome=Daurignac|nome=J. M. S.|lingua=
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome=
*
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro|cognome=Favier |nome=Jean |lingua=fr|titolo=Les Plantagenêts: Origines et destin d'un empire (XIe-XIVe siècles)|anno= 2004|editore= Fayard|isbn=978-2-213-63974-1|cid=Favier}}
* {{cita
* {{cita libro|cognome=
* {{cita libro
* {{cita libro|cognome=
* {{cita pubblicazione| cognome = Marcigny|nome=Cyril | coautori = C. Hugot, E. Ghesquière| anno =2002| titolo = Un mégalithe inédit sous le château d'Angers| rivista = Bulletin de la Société préhistorique française| volume = 99| numero = 4| pp =821-824| url = http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/bspf_0249-7638_2002_num_99_4_12762| cid = Marcigny| lingua =fr}}
* {{cita libro|cognome=Mesqui|nome=Jean|lingua=fr|titolo=Le château d'Angers|anno= 2001 |editore=Editions du patrimoine|cid=Mesqui, Editions du patrimoine}}
* {{cita libro|cognome=Mesqui|nome=Jean|lingua=fr|titolo=Le château d'Angers|anno= 1988 |editore=Éditions Ouest-France|cid=Mesqui, Éditions Ouest-France}}
* {{cita pubblicazione |cognome= Pelloquet|nome= Thierry |anno= 2009 |titolo= Entre ville et campagne, Demeures du Roi René en Anjou |editore= 303 |isbn= 978-2-917895-01-6|cid=Pelloquet|lingua= fr}}
* {{cita libro|cognome=Poisson|nome= Georges |titolo=Castelli della Loira|anno= 1963 |editore=Istituto geografico de Agostini|città=Novara|cid=Poisson}}
* {{cita libro|cognome=Port|nome=Célestin|curatore=Pierre d'Herbécourt, Jacques Levron|lingua=fr|titolo=Dictionnaire historique, géographique, et biographique de Maine-et-Loire|anno=1965 |volume=2|editore=H. Siraudeau|cid=Port}}
* {{cita libro|cognome=Tardif-Desvaux|nome=Théophile|lingua=fr|titolo=Angers pittoresque|url=https://archive.org/details/4L683_2_INV820RES|anno=1843 |editore=Cosnier et Lachèse|cid=Tardif-Desvaux}}
* {{cita libro|nome=Jack|cognome=Tresidder|titolo=Valle della Loira|editore=Mondadori|anno=1999|cid=Tresidder|isbn=88-04-46023-7}}
* {{cita libro|cognome=Vauvilliers|nome=Mlle|lingua=fr|titolo=Histoire de Blanche de Castille, reine des Français, deux fois régente|anno= 1841 |editore=Paulin|volume=2|cid=Vauvilliers}}
* {{cita libro|cognome=Villeneuve-Bargemont|nome=Louis-François|lingua=fr|titolo=Histoire de René d’Anjou, roi de Naples, duc de Lorraine et cte de Provence|anno= Parigi, 1825 |editore=Éditions J. J. Blaise|volume=2|cid=Villeneuve-Bargemont}}
* {{cita libro |titolo=Vedere la Francia di Nordovest |anno= 1989|editore=Edizioni Primavera - Le guide del Gabbiano |città=Firenze |cid= Francia del Nordovest|isbn=88-09-45073-6 }}
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{
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{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Castello di Angers|arg=architettura|arg2=arte|giorno=14|mese=febbraio|anno=2015}}
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