|
[[File:MessSimbolo dei cristiano-giudaici e del giudaismo messianico.svgjpg|thumb|right|300px|La [[Stella di Davide]] con incorporata la [[Crocecroce cristiana|Croce di Cristo]], simbolo con il quale s'identificano oggi il giudeo-cristianesimo e talvoltaed anche il [[giudaismo messianico]].]]
Il termine '''giudeo-cristianesimo''' indica le comunità dei primi [[Cristianesimo|cristiani]], cioè gli [[ebrei]]<ref name="Mohr Siebeck">{{en}}{{Citazione|Though every definition of ''Jewish Christians'' has problems, the most useful is probably that they were believers in Jesus, of ethnic Jewish origin, who observed the Torah and so retained their Jewish identity.|P. J. Tomson, D. Lambers-Petry (a cura di). ''The Image of the Judaeo-Christians in Ancient Jewish and Christian Literature'', p. 162, ''Wissenschaftliche Untersuchungen zum Neuen Testament'', vol. 158, Mohr Siebeck 2003, ISBN 3-16-148094-5.}}</ref> (e, nel solo caso della [[Chiesa di Gerusalemme|Chiesa gerosolimitana]], anche alcuni [[Goym|gentili]]) che costituivano i nuclei originali del gruppo di seguaci del [[Galilea|galileo]] [[Gesù di Nazareth|Yehshua ha-Notzri]] (Gesù il nazareno)<ref name="Mohr Siebeck" />. In quanto giudei così come il loro maestro, rispettavano tutte le prescrizioni della [[legge mosaica]] contenute nella [[Torah]]<ref name="Mohr Siebeck" /> ([[circoncisione]], [[Kosher|kasherut]], [[shabbat]], [[Preghiera ebraica|preghiera]] e [[festività ebraiche|festività bibliche]] ecc.)<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giudeo-cristianesimo_%28Enciclopedia_Italiana%29/ Giudeo-Cristianesimo in "Enciclopedia Italiana" (1933)], Leone Tondelli (a cura di), ''[[Enciclopedia Treccani]]''.</ref>. Dagli altri movimenti giudaici essi venivano chiamati ''Notzrim'' ('Nazareni'), in quanto "seguaci di Yahshué il nazareno"<ref>Esler, Phillip F. ''The Early Christian World'', pp. 157-158. Routledge (2004). ISBN 0-415-33312-1.</ref>.
Il termine '''giudeo-cristianesimo''' ha principalmente due significati:
Il termine viene utilizzato per indicare anche alcune forme di cristianesimo che discendevano più o meno direttamente dalle comunità cristiane primitive e che vennero considerate "sette" dalla cosiddetta "grande chiesa": [[Nazareni (setta)|nazareni]], [[ebioniti]], [[elcasaiti]] e altri gruppi relativi a questi; essi sono citati nei frammenti dei [[vangeli apocrifi]] indicati come ''[[Vangeli giudeo-cristiani]]''.
*Indica in primo luogo i primi [[Cristianesimo|cristiani]] e, più specificamente, quelli di [[Ebrei|origine ebraica]] che continuavano a osservare le prescrizioni della [[Legge mosaica]] ([[circoncisione]], [[Kosher|tabù alimentari]], osservanza dello [[Shabbat]], festa di [[Pesach]]) dopo la loro conversione al cristianesimo<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giudeo-cristianesimo_%28Enciclopedia_Italiana%29/ Giudeo-Cristianesimo in "Enciclopedia Italiana" (1933)], a cura di Leone Tondelli, Treccani.it</ref>. Dagli altri giudei venivano chiamati ''Notzrim'' ('''nazareni'''), in quanto seguaci di [[Gesù di Nazareth]]<ref>Esler, Phillip F. ''The Early Christian World'', p. 157-158. Routledge (2004). ISBN 0-415-33312-1.</ref>.
*Le comunità che discendono più o meno geneticamente dalla movimento primordiale già citato, quindi la [[Nazareni (setta)|setta dei nazareni]], gli [[ebioniti]], gli [[elcasaiti]] e altri gruppi relativi a questi; essi sono citati nei frammenti dei Vangeli apocrifi indicati come ''[[Vangeli giudeo-cristiani]]''.
*Meno di frequente può indicare i [[Giudaizzante|giudaizzanti]], cioè i giudei e i gentili convertiti al cristianesimo che predicavano l'obbligo di continuare a seguire a Legge mosaica (la circoncisione in particolare) ai cristiani che invece non l'avevano adottata. Il termine venne ripreso durante il [[medio evo]] per qualificare in senso peggiorativo i [[marrani]] ritornati al giudaismo.
Moltissimi studiosi, tra cui il professore di teologia storica all'[[Università di Oxford]], [[Alister McGrath]], hanno dimostrato e sostengono che durante il [[I secolo d.C.]] tutti i giudeo-cristiani furono totalmente e devotamente [[ebraismo|ebrei]]. Essi differivano dagli altri ebrei contemporanei solo nella loro accettazione di Gesù come [[Messia]]<ref group="Nota">McGrath, Alister E., ''Christianity: An Introduction'', Blackwell Publishing (2006). ISBN 1-4051-0899-1 (p. 174): "In effect, they [Jewish Christians] seemed to regard Christianity as an affirmation of every aspect of contemporary Judaism, with the addition of one extra belief — that Jesus was the Messiah. Unless males were circumcised, they could not be saved (''Acts'' 15:1)."</ref>. I giudeo-cristiani erano i membri originali della corrente giudaica detta "la via", i quali soltanto più tardi vennero denominati "cristiani" e dai quali avrà origine il [[cristianesimo]] come religione indipendente. Nella fase più precoce la comunità era composta dagli ebrei, sia giudei che galilei, che avevano accettato Gesù come una persona venerabile, un maestro, il [[Messia]] o [[Escatologia ebraica|redentore]] d'Israele. Nel momento in cui il [[Primi centri del cristianesimo|cristianesimo si separò dal giudaismo]], dalle sue radici (ebraiche) e da [[Gerusalemme]]<ref>Keith Akers, [https://books.google.it/books?id=7LfL6E50ZWgC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false ''The lost religion of Jesus: simple living and nonviolence in early Christianity''], Lantern Books, 2000 p. 21</ref><ref>Wylen, Stephen M., ''The Jews in the Time of Jesus: An Introduction'', Paulist Press (1995), ISBN 0-8091-3610-4, pp. 190-192.; Dunn, James D.G., ''Jews and Christians: The Parting of the Ways, A.D. 70 to 135'', Wm. B. Eerdmans Publishing (1999), ISBN 0-8028-4498-7, pp 33–34.; Boatwright, Mary Taliaferro & Gargola, Daniel J & Talbert, Richard John Alexander, ''The Romans: From Village to Empire'', Oxford University Press (2004), ISBN 0-19-511875-8, p. 426.</ref>, i giudeo-cristiani diventarono poi solo un filone della comunità cristiana mediterranea che sfocerà nella [[Chiesa latina]], fino a che iniziarono ad essere letteralmente emarginati dai cristiani gentili poiché, a differenza di questi ultimi, osservavano la Torah<ref group=Nota>{{Citazione|La separazione o rottura con il giudaismo fu il risultato di un percorso costellato di conflitti, inizialmente di matrice intergiudaica (tra giudei cristiani e giudei non cristiani) e in secondo momento [[Antigiudaismo|antigiudaica]] (tra cristiani e giudei). Nel corso del [[II secolo]], ebbe luogo l'emarginazione delle comunità cristiane di origine giudaica (il giudeo-cristianesimo) a favore delle comunità cristiane di origine pagana [...]: furono queste ultime a costituire, progressivamente, la "Grande Chiesa".|Corbin, A. ''Storia del cristianesimo'' (2007), pag. 21, Mondadori, ISBN 978-88-61590-55-7.}}</ref>.
I '''giudeo-cristiani''', o anche '''ebrei cristiani''', erano i membri originali del movimento ebraico di riforma che più tardi divenne il [[cristianesimo]] vero e proprio. Nella fase più precoce, la comunità era composta da tutti i giudei che avevano accettato [[Gesù Cristo]] come una persona venerabile o addirittura il [[Messia]] e il [[figlio di Dio]] (quindi equivalenti a tutti i gruppi cristiani successivi). Nel momento in cui il cristianesimo cominciò a evolversi e diffondersi, i giudeo-cristiani divennero solo un filone della comunità cristiana ed iniziarono ad essere discriminati dai cristiani [[gentili]] (cioè non-ebrei) perché continuavano a seguire la Legge mosaica.
I giudeo-cristiani si differenziano dagli altri gruppi cristiani in quanto, sebbene confidino in Gesù Cristo, aderiscono costantemente a principi e pratiche ebraiche come l'osservanza dello Shabbat, del [[calendario ebraico]] (come i [[Quartodecimani]]), osservanza delle [[Legge mosaica|leggi ebraiche e doganali relative alla purezza sessuale]], la [[circoncisione]], la visita alla [[sinagoga]] ecc. Il termine '''giudeo-cristiano''' appare nei testi storici che mettevano in contrasto i cristiani di origine ebraica con i cristiani gentili, nella [[Età Apostolica|discussione della chiesa dell'Età Apostolica]] eed in discussionidispute successive<ref group=Nota>''Theological dictionary of the New Testament'', 1972 p568p. 568; Gerhard Kittel, Geoffrey William Bromiley, Gerhard Friedrich "When the Jewish Christians whom James sent from Jerusalem arrived at Antioch, Cephas withdrew from table-fellowship with the Gentile Christians:."</ref><ref group=Nota>Cynthia White, ''The emergence of Christianity'', 2007, p. 36 "In these early days of the church in Jerusalem there was a growing antagonism between the Greek-speaking Hellenized Jewish Christians and the Aramaic-speaking Jewish Christians"</ref>. QuestoTra terminei venivaprincipali usatogiudeo-cristiani anchedella perchiesa indicareoriginaria itroviamo giudeigli che[[Apostolo|apostoli]] sied convertironoi al[[Settanta cristianesimodiscepoli|discepoli di Gesù]], matra checui avevanoi mantenutopiù laimportanti lorofurono ereditàsoprattutto: ebraica[[Paolo di Tarso|Shaul (Paolo) di Tarso]] (che fu originariamente un [[fariseo]]) e le[[Giacomo tradizioniil ebraicheGiusto|Ya'akov (Giacomo) il Giusto]].
Tra i principali e più importanti giudeo-cristiani troviamo i [[Settanta discepoli|discepoli di Gesù]] e [[Paolo di Tarso]] (quest'ultimo era originariamente un [[fariseo]]).
== Storia ==
[[Alister McGrath]], ex professore di teologia storica all'[[Università di Oxford]], sostiene che durante il [[I secolo d.C.]] i "giudeo-cristiani" erano giudei totalmente devoti. Essi differivano dagli altri ebrei contemporanei solo nella loro accettazione di Gesù come Messia<ref>McGrath, Alister E., ''Christianity: An Introduction'', Blackwell Publishing (2006). ISBN 1-4051-0899-1. Page 174: "In effect, they [Jewish Christians] seemed to regard Christianity as an affirmation of every aspect of contemporary Judaism, with the addition of one extra belief — that Jesus was the Messiah. Unless males were circumcised, they could not be saved (Acts 15:1)."</ref>.
=== Origini e costituzione della prima Chiesa ===
{{vedi anche|Storia di Israele#Impero Romano e provincia di Giudea|Cronologia del cristianesimo del I secolo|Gesù nel Nuovo Testamento|Origini del cristianesimo|Storia del cristianesimo in età antica|Storicità di Gesù}}
[[File:Maurycy Gottlieb, Chrystus nauczający w Kafarnaum.jpg|thumb|upright=0.8|''Cristo predica a Cafarnao'', dipinto di [[Maurycy Gottlieb]], [[1878]]-[[1879]], Museo Nazionale di Varsavia]]
Il contesto in cui [[Gesù di Nazareth]] e i suoi fedeli conducono le proprie vite, quello del tardo [[Periodo del Secondo Tempio#Giudea romana (Asmonei, Erodiani e magistratus)|periodo del Secondo Tempio]], è caotico: la [[Giudea romana|provincia-regno cliente di Giudea]] si ribella in occasioni sporadiche contro la [[Impero romano|dominazione dei romani]] a causa di problemi legislativi, politici, religiosi ed economici sotto il fermento dell'attesa [[Messianismo|messianica]] in [[Palestina]], del [[Zeloti|partito zelota]] e della proliferazione di [[Retorica|predicatori]], [[Rabbino|insegnanti]], [[Taumaturgia|taumaturghi]], [[terapeuti]], [[Guaritore|guaritori]], leader paramilitari e gruppi settari in tutta la regione. Gesù di Nazareth in età adulta raduna intorno a sé un piccolo numero di fedeli, chiamati ''nazareni'', insegnando loro la sua [[Ministero di Gesù|personale dottrina]]. Gesù predica insieme ai suoi discepoli soprattutto in [[Galilea]], dove egli vive quasi interamente la propria vita; solo durante i suoi ultimi anni cerca di portare il proprio insegnamento in Giudea.
Tuttavia, nel momento in cui il [[Primi centri del Cristianesimo|cristianesimo si sviluppò in tutto il mondo gentile]], i cristiani si discostarono dalle loro radici ebraiche e da [[Gerusalemme]]<ref>Keith Akers, ''[http://books.google.ca/books?id=7LfL6E50ZWgC&pg=PA21&dq=%22who+were+the+Jewish+christians+%22+%22law+of+moses%22&cd=1#v=onepage&q=%22who%20were%20the%20Jewish%20christians%20%22%20%22law%20of%20moses%22&f=false The lost religion of Jesus: simple living and nonviolence in early Christianity]'', Lantern Books, 2000 p. 21</ref><ref>Wylen, Stephen M., ''The Jews in the Time of Jesus: An Introduction'', Paulist Press (1995), ISBN 0-8091-3610-4, pp. 190-192.; Dunn, James D.G., Jews and Christians: The Parting of the Ways, A.D. 70 to 135, Wm. B. Eerdmans Publishing (1999), ISBN 0-8028-4498-7, Pp 33–34.; Boatwright, Mary Taliaferro & Gargola, Daniel J & Talbert, Richard John Alexander, The Romans: From Village to Empire, Oxford University Press (2004), ISBN 0-19-511875-8, p. 426.;</ref>. Il giudeo-cristianesimo, inizialmente rafforzatosi nonostante la [[Persecuzione dei cristiani|persecuzione]] perpetuata dai funzionari del [[Secondo Tempio di Gerusalemme|Tempio di Gerusalemme]], cadde in declino durante le [[Guerre giudaiche|guerre tra giudei e romani]] ([[66]]-[[135]]) e il crescente [[antigiudaismo]] venne impersonato maggiormente da [[Marcione]] ([[150]] circa). Con la persecuzione da parte dei [[Cristianesimo ortodosso|cristiani ortodossi]] cominciata nel [[IV secolo]], i giudeo-cristiani cercarono rifugio fuori dai confini dell'[[Impero romano]], in [[Arabia]] e anche più lontano<ref>[[Hans Küng]] (2008), "Islam: Past, Present and Future" (One World Publications)</ref>. L'Impero e più tardi altri luoghi vennero dominato dal cristianesimo di origine gentile, che divenne la Chiesa di stato dell'Impero romano, e che prese il controllo dei siti in [[Terra Santa]] (come la [[basilica del Santo Sepolcro]] e il [[Cenacolo]]) e nominò in seguito i vescovi di Gerusalemme.
Dopo un processo che lo vede colpevole per crimini non meglio specificati, condotto davanti all'allora [[Prefetto (storia romana)|prefetto]] [[Ponzio Pilato|Pilato]] e la [[condanna a morte]] per mano dei romani, i fedeli iniziano a insegnare la dottrina del loro maestro principalmente in Palestina, ma con [[Paolo di Tarso|Paolo]] il giudeo-cristianesimo si diffonde anche in alcune delle maggiori città dell'Impero ([[Efeso]], [[Filippi]], [[Corinto (città antica)|Corinto]], [[Atene]] e [[Roma]]), e perde progressivamente la sua eredità ebraica.
=== I giudeo-cristiani e la predicazione di Gesù ===
==Storia==
{{vedi anche|Apocrifi dell'Antico Testamento|Libro di Daniele|Libro di Enoch|Manoscritti biblici di Qumran|Manoscritti non biblici di Qumran|Rotoli del Mar Morto|Storicità dei Vangeli}}
===Origini e costituzione della prima Chiesa===
[[File:Gottlieb Christ preaching at Capernaum.jpg|thumb|right|180px|''Cristo Predica a Cafarnao'', dipinto di [[Maurycy Gottlieb]], [[1878]]-[[1879]] (non ultimato), Museo Nazionale di Varsavia]]
{{vedi anche|Gesù nel Nuovo Testamento|Origini del cristianesimo|Storicità di Gesù}}
Per ciò che riguarda il [[Gesù storico]] e non il [[Cristo|Gesù cristologico]]<ref group=Nota>{{Citazione|Il problema della storia del primo cristianesimo è la sua stretta connessione alla fede. Ma le origini di esso non si comprendono se non collocate nel grande movimento di speranza e di esaltazione nazionale che si chiamò messianesimo. Tempo tempestoso, in cui personaggi messianici apparivano e scomparivano e da cui i vangeli si presentano astratti. Sicché il primo atto di fede è credere nel non coinvolgimento di Gesù nel suo tempo. La straordinaria dimensione data alla sua figura toglie nei vangeli ogni spazio allo sfondo, su cui essa avrebbe dovuto campirsi se loro scopo fosse stato darle credibilità storica.|{{Cita libro|autore=Lamberto Sacchetti|titolo=Ebraismo e cristianesimo: sguardo critico sulle origini|url=https://books.google.com/books?id=7Qrm0WnPwIQC|anno=2010|editore=Edizioni Pendragon|isbn=978-88-8342-880-7}}.}}</ref>, i [[vangeli sinottici]], parte del [[vangelo di Giovanni]] ed un piccolo numero di [[Vangeli apocrifi|apocrifi]] che contengono una [[Fonte Q|raccolta di detti]] di Gesù<ref group=Nota>{{Citazione|La storia delle origini cristiane è sempre più tributaria delle ricerche sul giudaismo [[esseni]]co o [[Farisei|farisaico]], e l'importanza della [[fonte Q]] (i discorsi di Gesù riportati sia da [[Vangelo di Matteo|Matteo]] che da [[Vangelo di Luca|Luca]]) è convalidata dal posto preponderante che essa occupa nel [[Vangelo di Tommaso|Vangelo apocrifo di Tommaso]].|Corbin, A. ''Storia del cristianesimo'' (2007), pag. 363, Mondadori, ISBN 978-88-61590-55-7.}}</ref>, sono oggi reputati le fonti primarie per l'odierna [[ricerca del Gesù storico]]. Il ''[[Nuovo Testamento]]'' contiene, oltre ai racconti evangelici, un compendio di scritture extra-bibliche<ref>John P. Meier, ''A Marginal Jew. Vol. I'', pp.56-201; Robert E. van Voorst, ''Jesus Outside the New Testament: An Introduction to the Ancient Evidence''. Grand Rapids, MI: Eerdmans, 2000.</ref>.
Il giudeo-cristianesimo nasce e si sviluppa in [[Palestina]] dalla [[Ministero di Gesù|predicazione e dall'operato di Gesù di Nazareth]], il quale affermava di essere il [[Messia]] e il [[figlio di Dio]] (anche se lui preferiva definirsi ''[[figlio dell'Uomo]]''), e diffondeva la propria dottrina (l'unica che lui stesso considerasse «vera», in quanto insegnatagli da Dio) tra le regioni della [[Galilea]] e della [[Giudea]]; solo verso la fine della sua vita predicò a [[Gerusalemme]]. Il messaggio di Gesù è focalizzato essenzialmente su tre punti cardine, che egli spiega [[Profeta (ebraismo)|profetizzando]], dicendo [[Parabole di Gesù|parabole]], argomentando con le persone e con i suoi avversari, insegnando la [[Torah]] e compiendo [[Miracoli di Gesù|miracoli]] di vario genere:
L'insegnamento di Gesù e il suo messaggio, la sua identità, i miracoli, gli esorcismi, il contatto con le impurità, il conflitto con farisei e sadducei, l'incidente del Tempio, il valore che la morte aveva per lui e il suo rapporto con Dio sono i punti cardine su cui si focalizza oggi la ricerca del Gesù storico.<br />Ad ogni modo, bisogna chiarire riguardo alla corrente di pensiero ebraica da cui discendono Gesù e la sua setta: il giudeo-cristianesimo, così come l'[[esseni]]smo (i quali entrambi, oltre ad esserne influenzati, ne sono i diretti continuatori)<ref>[[Ambrogio Donini]], ''Breve storia delle religioni'' (1994). Grandi tascabili economici, Newton Compton. ISBN 978-88-79831-02-4.</ref><ref group=Nota>{{Citazione|La prima attestazione della [[Apocalittica giudaica|letteratura apocalittica]] è il [[Libro di Daniele|libro di ''Daniele'']], scritto nel contesto dell'oppressione dei [[Seleucidi]]. «Legata alla [[Periodo del Secondo Tempio#Età ellenistica (Tolomei, Seleucidi e Maccabei)|conquista straniera]], alla resistenza [...] - finché questa appare possibile - essa esprime dunque [...] la visione dei vinti» (P. Vidal-Naquet). Il [[Nuovo Testamento]] contiene numerosi elementi apocalittici: oltre all'''[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse]]'' di [[Giovanni evangelista|Giovanni]] e alle apocalissi [[Sinottici|sinottiche]] [...], tale genere letterario è presente [...] in [[Paolo di Tarso|Paolo]] [...] e in altri racconti evangelici [...]. Ai suoi inizi, il cristianesimo si è dunque nutrito di questa corrente e l'ha valorizzata.|Cousin H., Lémonon J., Massonnet J. ''Il mondo dove visse Gesù'', vol. IV (2006), pag. 141, ESD, ISBN 88-7094-587-1.}}</ref>, è un prodotto del [[giudaismo enochico]]<ref>Paolo Sacchi, ''Apocrifi dell'Antico Testamento'' (1981), volume 1. Unione tipografico-editrice torinese. ISBN 88-02-03581-4.</ref> o enochiano<ref>Gabriele Boccaccini, ''Roots of Rabbinic Judaism: An Intellectual History, from Ezekiel to Daniel'', Grand Rapids, MI: Eerdmans, 2002, p. xvii, 230. ISBN 0-8028-4361-1.</ref>, nato nel [[V secolo a.C.|V]]-[[IV secolo a.C.]] e rimasto attivo in Palestina fin dalla sua protesta insieme ai [[samaritani]] e al [[giudaismo sapienziale]] (quest'ultimo espresso nei libri di ''[[Libro di Rut|Rut]]'', ''[[Libro di Giona|Giona]]'', ''[[Libro di Giobbe|Giobbe]]'' e ''[[Qoelet]]'') contro la riforma religiosa di [[Esdra (Bibbia)|Ezra]] (vedi [[Periodo del Secondo Tempio#Dominio persiano-achemenide e ritorno in Palestina|paragrafo]]).
* Dimostrazione della propria divinità e ruolo messianico, quindi la venuta del [[Regno di Dio]]
* [[Redenzione (cristianesimo)|Salvezza dell'anima]] dal peccato tramite la fede in lui
* [[Comandamento dell'amore]]
Coloro che ne facevano parte si interessavano di [[astronomia]], [[cosmogonia]] ed [[Escatologia ebraica|escatologia]]; questa corrente di giudei, concentrati nella produzione di [[Apocalittica giudaica|testi apocalittici]], si distingue per le sue uniche particolarità dagli altri partiti-movimenti religiosi dell'epoca del Secondo Tempio; le credenze e la precisa ideologia che la rendono identificabile sono espresse soprattutto nel [[Libro di Enoch|Pentateuco enochiano]] e in molti [[apocrifi dell'Antico Testamento]], tra cui il ''[[Libro dei Giubilei]]''. Di queste opere si possono trovare evidenti tracce, riferimenti e frasi identiche nei [[vangeli]] e in altri libri del ''Nuovo Testamento'', compresa la [[lettera di Giuda]]<ref>Paolo Sacchi, ''op. cit.''</ref>.
Le opere e i discorsi effettuati da Gesù durante il suo ministero sono registrati nei [[Vangeli canonici]]. A differenza delle altre sette giudaiche del periodo del Secondo Tempio, composte da uomini che cercavano una guida per la loro comunità, Gesù sceglie da solo i propri seguitori. In principio i discepoli di Gesù erano pochi, ma in seguito sarebbero diventati una settantina; tuttavia, dal momento che secondo molti di loro il linguaggio con cui Gesù si esprimeva ed insegnava era troppo complicato e difficile da decifrare, la maggior parte lo abbandonò e rimasero solo in [[Dodici apostoli|dodici]] (quelli che poi sarebbero stati conosciuti come "gli apostoli").
=== Dall'età apostolica in avanti ===
L'operato di Gesù e la sua stessa vita non furono però rose e fiori: Gesù infatti era costantemente ostacolato dai [[farisei]] (studiosi della Torah scritta che predicavano il rispetto della tradizione dei loro antenati, cioè la Torah orale), i quali mettevano alla prova la sua conoscenza e la sua interpretazione delle Scritture, e dai [[sadducei]] (la casta sacerdotale adibita ai rituali nel Tempio e al governo della capitale), i quali temevano che, siccome Gesù si autoproclamava il Messia (cioè colui che restaurerà il [[regno d'Israele]] e lo riporterà allo splendore [[Davide|davidico]]), i [[Impero Romano|romani]] avrebbero potuto reagire aspettandosi una insurrezione politica, e quindi distruggendo tutta la nazione giudaica; in secondo luogo Gesù era stato [[Arresto di Gesù|arrestato dalle autorità giudaiche]] perchè si era autoproclamato varie volte "[[Figlio di Dio]]"<ref name=CEvans487 >Craig A. Evans, ''The Bible Knowledge Background Commentary: Matthew-Luke'', Vol. 1, 2003 pp. 487-500. ISBN 0-7814-3868-3</ref><ref name=Craig396 >Craig L. Blomberg, ''Jesus and the Gospels: An Introduction and Survey'', 2009, pp. 396-400. ISBN 0-8054-4482-3</ref><ref name=Holman608 >''Holman Concise Bible Dictionary'', 2011, pp. 608-609. ISBN 0-8054-9548-7</ref>, il che veniva considerato una [[blasfemia]] dal Sinedrio, dal momento che, secondo l'ortodossia ebraica, Dio trascende l'universo e non può assumere una forma umana (questo pensiero tuttavia si trova in contraddizione con la profezia di [[Daniele]] sul [[figlio dell'Uomo]], cioè il divino redentore d'Israele<ref>Daniel Boyarin, ''[http://www.castelvecchieditore.com/il-vangelo-ebraico/ Il Vangelo ebraico]'' (2013), Castelvecchi Editore.</ref>), e quindi [[Processo di Gesù|condannato a morte]] attraverso i romani.
{{vedi anche|Età apostolica|Primi centri del cristianesimo|Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|Storia del cristianesimo}}
[[File:Four Evangelists Jordaens Louvre Inv1404.jpg|thumb|left|170px|''I Quattro Evangelisti'', di [[Jacob Jordaens]], [[1625]]–[[1630]], [[Louvre]]]]
Fu principalmente a causa di queste divergenze che i ''nazareni'' (così venivano chiamati i suoi fedeli) rappresentarono solo una minoranza all'interno del giudaismo; inoltre i galilei e i giudei che credevano in Gesù (a cominciare da quelli che aveva miracolato, come [[Lazzaro]] e il [[Guarigione del cieco nato|cieco nato]], fino ad alcuni farisei, tra cui [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]]) non potevano manifestare pubblicamente la loro fede perché avevano paura dei farisei, i quali avrebbero potuto castigarli vietandogli di entrare in [[sinagoga]]. Ciò viene confermato e ulteriormente spiegato nel ''[[Vangelo di Giovanni]]''.
=== Trasformazione e separazione dal giudaismo ===
Ad ogni modo i nazareni, anche dopo la [[Crocifissione di Gesù|morte]] e [[resurrezione di Gesù]], non ebbero vita facile nel predicare il Vangelo. Ufficialmente l'attività evangelizzatrice e missionaria degli apostoli inizia nel giorno di [[Pentecoste]]<ref>[http://www.churchhistory101.com/century1.php First Century Church History], Church History 101.</ref>, in cui essi vengono posseduti dallo [[Spirito Santo]] e parlano a degli stranieri nelle lingue di questi ultimi, dicendogli di convertirsi e di credere in [[Gesù Cristo]]. Affermando la divinità di Gesù e pur essendo seguiti da molte persone, gli apostoli non venivano creduti nè dai farisei nè dai sadducei, ma questa incredulità le due sette l'avevano già manifestata di fronte all'evidenza dei miracoli di Gesù e della sua immensa conoscenza della Torah, nonostante egli non avesse mai studiato. Tuttavia, come si evince anche dai Vangeli e dali ''[[Atti degli Apostoli]]'', farisei e sadducei nutrivano forti [[Pregiudizio|pregiudizi]] nei confronti degli abitanti della Galilea, reputati ignoranti e irrispettosi della [[Legge mosaica]]; fu anche per questo motivo che le due sette discriminavano Gesù e il suo ministero, non potendo sopportare il fatto che un uomo semplice e povero come lui, privo di una istruzione, figlio di un [[falegname]] e per di più galileo insegnasse la Legge di Mosè e la [[Etica ebraica|morale ebraica]] meglio di loro. Ad ogni modo Gesù, prima della svolta missionaria dei suoi apostoli, era un personaggio anonimo per la stragrande maggioranza del popolo giudaico, sia nel resto della Palestina che nelle isole dell'Impero. Fu anche per questa ragione che non esistono altre fonti storiche relative alla vita di Gesù all'infuori dei Vangeli e degli [[Fonti storiche non cristiane su Gesù|scritti non cristiani su di lui]] (di questi ultimi tra l'altro l'attendibilità è piuttosto incerta). Secondo lo storico [[Charles Guignebert]]:
{{quote|La sua nascita in un borgo sperduto della Galilea, tra povera gente e quegli ebrei disprezzati e vilipesi, la sua breve e insignificante carriera, troncata da un banale intervento dell'autorità, un insegnamento che né la forma né il contenuto raccomandavano a dei Greci e dei Romani, nulla di tutto ciò aveva di che trattenere l'attenzione di uno storico del secolo, se per caso l'avesse per un istante destata|[[Charles Guignebert]], ''Le problème de Jésus'', Ernest flammarion, [[1914]].}}
====Chiesa di Gerusalemme====
[[Giacomo il Giusto]], il «fratello»<ref>Sulla questione dei fratelli di Gesù vedere ''Jacques, le frère du Seigneur'' di Pierre André Bernheim, in Noesis.</ref> di [[Gesù]] citato nel [[Nuovo Testamento]] e le ''[[Antichità giudaiche]]'' di [[Flavio Giuseppe]] (''Ant. jud.'', XX, 197-203), è stato il più importante rappresentante del giudeo-cristianesimo ai tempi degli Apostoli<ref>André Lemaire, ''Jacques et les chrétiens de Jérusalem'', in ''Les premiers temps de l'Église'', Folio histoire, Parigi, Gallimard, 2004.</ref>, in quanto ''[[zaddiq]]'' (cioè un uomo giusto, un maestro spirituale) e leader indiscusso della [[Chiesa di Gerusalemme]]. Benché egli ammetta che i [[Paganesimo|pagani]] convertiti non fossero tenuti a ottemperare alle stesse disposizioni degli ebrei, ma solo la sintesi dei precetti noachici:
{{quote biblico|Giacomo aggiunse: «Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come sta scritto:<br>
''Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta; ne riparerò le rovine e la rialzerò,<br> perché anche gli altri uomini cerchino il Signore<br> e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome,<br> dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall'eternità''.<br>
Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe».|Atti|15, 13-21}}
Alla morte di Giacomo nel [[62]], riportata da Giuseppe Flavio (''Ant. Jud.'', XX, 200), la [[Chiesa di Gerusalemme]] di cui egli era il capo sarebbe stata guidata da [[Simeone I di Gerusalemme|Simeone]], egli stesso un «[[Fratelli di Gesù|fratello di Gesù]]» - un cugino, secondo [[Eusebio di Cesarea]] (''Histoire ecclésiastique'', 2, 23 ; 3, 11, 32).
Nel periodo che ha preceduto la [[Prima guerra giudaica|guerra giudaica]] del [[66]]-[[70]], la comunità giudeo-cristiana di Gerusalemme si rifugiò a [[Pella (Giordania)|Pella]] (una delle città della [[Decapoli]], chiamata in seguito Faḥl o Fiḥl dagli Arabi, al momento della loro conquista della [[Siria]]), in [[Transgiordania]] (''Hist. eccl.'' 1, 5), poi si disperse.
Come sottolineato da Marie-Françoise Baslez: «Benché sopravvivano tradizioni locali che affermano la sopravvivenza di una comunità giudaico-cristiana fino alla rivolta ebraica di [[Bar Kochba]], nel [[135]], Gerusalemme ha cessato di essere uno dei centri di gravità del Cristianesimo».<ref>Marie-Françoise Baslez, ''Bible et histoire'', Folio histoire, Parigi, Gallimard, 1998</ref>
===Trasformazione e separazione===
{{vedi anche|Gesù nell'ebraismo|Storia degli Ebrei|Storia di Israele#Impero Romano e provincia di Giudea}}
La separazione tra [[ebraismo]] [[Farisei|farisaico]]/[[Ebraismo rabbinico|rabbinico]] (il periodo dei [[Tannaim]]) e il primo cristianesimo è comunemente attribuita a: il rifiuto di [[Gesù]] in patria e la sua crocifissione ([[30]]-[[36]] ca.), il Concilio di Gerusalemme ([[50]] ca.), la [[Assedio di Gerusalemme (70)|distruzione del Secondo Tempio]] nel [[70]], il ''[[fiscus iudaicus]]'' nel [[96]], il postulato [[Concilio di Jamnia]] ([[90]] ca.), e la rivolta di [[Simon Bar Kokheba]] del [[132]]-[[135]].
La [[Simon Bar Kokheba|rivolta di Bar Kokhba]] fu la [[Terza guerra giudaica|terza maggiore ribellione]] degli [[ebrei]] della [[Giudea romana]] contro l'[[Impero Romano]] e l'ultima delle [[Guerre giudaiche|guerre giudaico-romane]]. [[Simon Bar Kokheba]], la guida della rivolta, fu acclamato come un [[Messianismo ebraico|Messia]], una figura eroica che potesse ricostituire [[Israele]]. La rivolta istituì per oltre due anni uno Stato indipendente di Israele su alcune parti della [[Giudea]], ma un esercito romano di 12 legioni, rafforzate da ausiliari, riconquistò alla fine la zona e distrusse la comunità ebraica. I Romani diffidarono poi tutti gli ebrei dall'entrare a Gerusalemme, salvo che per assistere al [[Tisha b'Av]]. I giudeo-cristiani, avendo già accettato [[Gesù]] come [[Messia]], non avevano appoggiato la rivolta di Bar Kokheba. La guerra e le sue conseguenze contribuirono a distinguere il cristianesimo come una [[religione]] separata dall'ebraismo.
[[File:Sinaiticus text.jpg|thumb|Testo sinaitico della ''[[Septuaginta]]'', la versione tradotta della Bibbia ebraica in [[Lingua greca antica|greco antico]] usata dai primi cristiani]]
===Dall'età apostolica al V secolo===
Dopo il tragico epilogo della [[prima guerra giudaica]], segnato dal suicidio di massa di 960 [[zeloti]] a [[Masada]] e dalla distruzione del Secondo Tempio, i giudeo-cristiani e i cristiani gentili di Gerusalemme iniziarono seriamente a "dubitare dell'efficacia dell'antica legge"<ref>Lazare, Bernard. ''op. cit.'', p. 50</ref> e dell'utilità del Tempio, il che potrebbe essere considerato come una delle prime rotture del cristianesimo con le sue radici; nonostante ciò i cristiani continuarono ad usufruire di liturgie, regole morali e Scritture ebraiche (comprese le traduzioni del ''[[Tanakh]]'' come la ''[[Septuaginta]]'' e il ''[[Targum]]''). A metà del [[II secolo]] iniziano a comparire sulla scena alcuni cristiani con idee anti-giudaiche, dei quali si possono ricordare [[Marcione]], un vescovo influenzato da idee [[Dualismo|dualistiche]] che predicava il rifiuto totale di ogni elemento ebraico nel cristianesimo (cfr. [[Marcionismo]])<ref>Taylor, Miriam S. (1995). ''Anti-Judaism and Early Christian Identity: A Critique of the Scholarly Consensus''. Leiden, New York, Köln: Brill Academic Publishers. ISBN 90-04-10186-1, p. 128.</ref>, [[scomunica]]to dalla [[Primi centri del cristianesimo#Roma|Chiesa di Roma]] nel [[144]]; [[Tertulliano]], con il suo ''Adversus Iudaeos'', scritto prima del [[207]], e vari altri, il cui obbiettivo era principalmente affermare che la Legge è stata abolita in favore della Nuova Alleanza<ref>Lazare, Bernard. ''op cit''. p. 61</ref>. Secondo Taylor l'atteggiamento anti-giudaico dei primi teologi cristiani "emerse dagli sforzi della chiesa di risolvere le contraddizioni intrinseche nella sua simultanea appropriazione e rifiuto di diversi elementi della tradizione giudaica"<ref>Taylor, ''op. cit.'', p. 127.</ref>.
[[File:Zeď nářků, Jeruzalém.jpg|thumb|200px|right|Il [[Secondo Tempio|Tempio di Gerusalemme]] veniva frequentato anche dai giudeo-cristiani prima della sua distruzione]]
La rivolta di Bar Kokheba fu la [[Terza guerra giudaica|terza maggiore ribellione]] degli [[ebrei]] della [[Giudea romana]] contro l'Impero romano e l'ultima delle [[Guerre giudaiche|guerre giudaico-romane]]. Simon Bar Kokheba, la guida della rivolta, fu acclamato come un messia, una figura eroica che potesse ricostituire Israele. La rivolta istituì per oltre due anni uno Stato indipendente di Israele su alcune parti della Giudea, ma un esercito romano di 12 legioni, rafforzate da ausiliari, riconquistò alla fine la zona e distrusse la regione. I romani proibirono poi a tutti gli ebrei di entrare a Gerusalemme, rinominata ''Aelia Capitolina'', salvo che per assistere al [[Tisha b'Av]] con previo pagamento del ''fiscus iudaicus'' in [[monete d'argento]]. I giudeo-cristiani, avendo accettato Gesù come messia, non appoggiarono la rivolta di Bar Kokheba e già nel 96-[[98]] erano stati esentati da [[Nerva]] a pagare il ''fiscus iudaicus''<ref>Wylen, Stephen M., ''The Jews in the Time of Jesus: An Introduction'', Paulist Press (1995), ISBN 0-8091-3610-4, pp 190-192.; Dunn, James D.G., ''Jews and Christians: The Parting of the Ways'', A.D. 70 to 135, Wm. B. Eerdmans Publishing (1999), ISBN 0-8028-4498-7, pp 33-34.; Boatwright, Mary Taliaferro & Gargola, Daniel J & Talbert, Richard John Alexander, ''The Romans: From Village to Empire'', Oxford University Press (2004), ISBN 0-19-511875-8, p. 426.</ref>. La guerra e le sue conseguenze contribuirono a distinguere il cristianesimo come una religione separata dall'ebraismo.
Dopo la rivolta di Bar Kokhba, gli apostoli (tra cui [[Paolo di Tarso|Paolo]]) si divisero per poter continuare la predicazione della buona novella nel [[Mediterraneo]]; è a questo periodo, datato all'incirca tra il [[30]] e il [[100]] d.c., che risalgono gli scritti tradizionalmente attribuito ai seguaci diretti di Gesù Cristo (il Nuovo Testamento e le [[Letteratura subapostolica|opere dei]] [[Padri apostolici]]).
Tuttavia, invece di una scissione improvvisa, ci fu un divario gradualmente crescente tra cristiani e giudei nei primi secoli dell'era volgare, tale per cui non era possibile fare una distinzione netta tra giudei e cristiani, dal momento che condividevano le stesse pratiche e frequentavano insieme la sinagoga. Sebbene si pensi comunemente che Paolo di Tarso abbia fondato la chiesa ''gentile'', ci vollero secoli perché si manifestasse una rottura completa. Tuttavia alcuni eventi, sia politico-economici che prettamente religiosi, vengono percepiti come fondamentali nella spaccatura crescente tra [[cristianesimo ed ebraismo]].
Lo [[storico]] Robert Goldenberg asserisce che gli studiosi sempre più spesso accettano che "alla fine del [[I secolo]] non ci fossero ancora due religioni separate chiamate «ebraismo» e «cristianesimo».<ref>Robert Goldenberg, recensione di Daniel Boyarin, "Dying for God: Martyrdom and the Making of Christianity and Judaism" su ''The Jewish Quarterly Review'', nuova serie, Vol. 92, nr. 3/4 (2002), pp. 586–588.</ref> Secondo gli storici del [[Ebraismo ellenistico|giudaismo ellenistico]], il fallimento di Gesù nello stabilire il [[regno di Dio]] e la sua morte per mano dei romani invalidò le pretese messianiche (Cfr. [[profeta]] e [[falso profeta]])<ref name="Shaye">Shaye J.D. Cohen, ''From the Maccabees to the Mishnah'', 1987, in ''Library of Early Christianity'', Wayne Meeks (curatore), Westminster Press, pp. 167-168.</ref>.
=== Interscambio col cristianesimo ===
Il cristianesimo primitivo aveva assunto la forma di una [[Escatologia ebraica|fede escatologica ebraica]]. Gli apostoli visitavano le varie [[Diaspora ebraica|comunità ebraiche]] in giro per il Mar Mediterraneo, attirando molti nuovi fedeli<ref>Bokenkotter, Thomas (2004). ''A Concise History of the Catholic Church'', p. 18. Doubleday. ISBN 0-385-50584-1.</ref>. Entro 10 anni dalla [[Crocifissione di Gesù|morte]] e [[resurrezione di Gesù]], gli apostoli erano riusciti a diffondere il cristianesimo da Gerusalemme ad [[Antiochia]], [[Efeso]], [[Corinto]], [[Tessalonica]], [[Cipro]], [[Creta]] e [[Roma]]<ref>Duffy, Eamon (1997). ''Saints and Sinners, a History of the Popes'', p. 3. Yale University Press. ISBN 0-300-07332-1.</ref>. Il libro degli ''[[Atti degli Apostoli]]'' riferisce che i primi seguaci continuarono a frequentare quotidianamente il [[Secondo Tempio|Tempio di Gerusalemme]] e a recitare la [[Preghiera ebraica|tradizionale preghiera ebraica]] in casa. Altri passaggi nei [[Vangeli canonici]] riflettono una simile osservanza della fede ebraica tradizionale come il [[digiuno]], la venerazione per la Torah (generalmente tradotta come "la Legge" nelle traduzioni inglesi della Bibbia) e la celebrazione delle festività ebraiche<ref>White, L. Michael. ''From Jesus to Christianity'', p. 127. HarperCollins (2004). ISBN 0-06-052655-6.</ref><ref>Ehrman, Bart D. ''Misquoting Jesus: The Story Behind Who Changed the Bible and Why'', p. 187. HarperCollins (2005). ISBN 0-06-073817-0.</ref>.
Lo [[Storia delle religioni|storico delle religioni]] statunitense [[Alan Segal]] scrive che si deve "parlare di un ''parto gemellare'' di due nuovi ebraismi, entrambi notevolmente diversi dai sistemi religiosi che li hanno preceduti. Non solo l'ebraismo rabbinico e il cristianesimo sono stati gemelli religiosi ma, come [[Giacobbe]] ed [[Esaù]], i figli gemelli di [[Isacco]] e [[Rebecca (Bibbia)|Rebecca]], hanno combattuto nel grembo materno, ponendo le basi per la loro vita dopo il grembo."<ref>Alan F. Segal, ''Rebecca's Children: Judaism and Christianity in the Roman World'', [[Harvard University Press]], 1986.</ref>
Per [[Martin Buber]] l'ebraismo e il cristianesimo erano variazioni sullo stesso tema del [[messianismo]]. Buber fece di questo tema la base di una famosa definizione sulla tensione tra le due religioni:
{{citazione|Pre-messianicamente, i nostri destini sono divisi. Ma ora, per il cristiano l'ebreo è l'uomo incomprensibilmente ostinato che si rifiuta di vedere quel che è successo; e per l'ebreo il cristiano è l'uomo incomprensibilmente audace che afferma in un mondo irredento che la sua redenzione si è compiuta. Questo è un golfo che nessun potere umano può colmare.|[[Martin Buber]], ''The Two Foci of the Jewish Soul''<ref>citato su ''The Writings of Martin Buber'', [[Will Herberg]] (curatore), Meridian Books, 1956, p. 276.</ref>.}}
Il [[talmud]]ista Daniel Boyarin descrive lo scambio di idee innovative tra le due religioni come "un'onda che scorre... quasi come a seguito di un sasso lanciato nell'acqua".
Il giudeo-cristianesimo diventò in seguito oggetto di controversia tra i pagani convertiti al cristianesimo, dal momento che nel [[Ellenismo|mondo ellenistico]] la circoncisione (considerata una cosa ripugnante)<ref>Bokenkotter (2004), p. 19.</ref><ref>[http://jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=514&letter=C&search=circumcision#2 Jewish Encyclopedia: Circumcision: In Apocryphal and Rabbinical Literature]: "Contact with Grecian life, especially at the games of the arena [which involved nudity], made this distinction obnoxious to the Hellenists, or antinationalists; and the consequence was their attempt to appear like the Greeks by [[epispasm]] ("making themselves foreskins"; I Macc. i. 15; Josephus, "Ant." xii. 5, § 1; ''Assumptio Mosis'', viii.; I Cor. vii. 18; , Tosef., Shab. xv. 9; Yeb. 72a, b; Yer. Peah i. 16b; Yeb. viii. 9a). All the more did the law-observing Jews defy the edict of [[Antioco IV|Antiochus Epiphanes]] prohibiting circumcision (I Macc. i. 48, 60; ii. 46); and the Jewish women showed their loyalty to the Law, even at the risk of their lives, by themselves circumcising their sons."; "[http://www.cirp.org/library/history/hodges2/ The Ideal Prepuce in Ancient Greece and Rome: Male Genital Aesthetics and Their Relation to Lipodermos, Circumcision, Foreskin Restoration, and the Kynodesme]", ''The Bulletin of the History of Medicine'', 2001, pp. 375–405.</ref> e l'adesione a pratiche prettamente ebraiche (quindi il rispetto della Legge mosaica stessa e dell'[[halakha]]<ref>''[http://www.kesherjournal.com/index.php?option=com_content&view=article&id=150:paul-within-messiah-torah-and-judaism&catid=88888899:issue-26&Itemid=450 Paul within Messiah, Torah, and Judaism]'', Jon C. Olson, ''Kesher Journal''.</ref>) venivano rifiutate dai cristiani gentili. In seguito vi fu una discussione tra [[Pietro]] e Paolo riguardo a ciò, perché tali divergenze rischiavano di minare la stabilità e la coesione della Chiesa primitiva.
La causa scatenante di questo spiacevole episodio tra Pietro e Paolo (conosciuto come "[[Concilio di Gerusalemme|incidente di Antiochia]]") fu la predicazione operata dai [[Giudaizzante|giudaizzanti]], un gruppo formato da giudei-cristiani e cristiani gentili il quale affermava che bisognava comunque osservare le regole della Torah, in particolare la circoncisione. Paolo e Pietro raggiunsero quindi un compromesso e affermarono che la circoncisione non era una pratica obbligatoria per i gentili<ref>McGrath (2006). pp. 174-175.</ref>, ma dall'altro lato sentivano che era necessario attenersi agli aspetti fondamentali della Legge<ref>Bokenkotter, p. 20.</ref>.
== Eredità ==
{{Quote biblico|Ora alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli questa dottrina: «Se non vi fate circoncidere secondo l'uso di Mosè, non potete esser salvi».
{{vedi anche|Vangeli giudeo-cristiani|Messianismo}}
Poiché Paolo e Barnaba si opponevano risolutamente e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro andassero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Essi dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la [[Fenicia]] e la [[Samaria]] raccontando la conversione dei pagani e suscitando grande gioia in tutti i fratelli. Giunti poi a Gerusalemme, furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva compiuto per mezzo loro.
Ma si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: è necessario circonciderli e ordinar loro di osservare la legge di Mosè.
Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:<br>
«Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro».|Atti|15,1-11}}
=== Giudaismo messianico moderno ===
Combattendo contro i giudaizzanti, Paolo predicava nelle proprie lettere l'«ebraismo interiore» e la «circoncisione interiore», ovvero insegnava ai cristiani gentili che non c'è nessun bisogno di continuare a seguire la Legge mosaica per intera, dal momento che, grazie al [[Crocifissione di Gesù|sacrificio redentore di Cristo]], la Legge è stata abolita e i suoi fedeli sono eternamente salvati<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/giudeo-cristianesimo_%28Enciclopedia_Italiana%29/ «Giudeo Cristianesimo» in "Enciclopedia Italiana" (1933)], a cura di Leone Tondelli, Treccani.it</ref>.
Gli aderenti al [[giudaismo messianico]] sono descritti come ''ebrei messianici'', ''credenti messianici'' o semplicemente ''messianici''.<ref group=Nota>{{Cita web
Paolo quindi si limita, tramite le sue [[Lettere paoline|lettere]], a divulgare tra i cristiani gentili le regole principali della Legge mosaica (ovvero i [[Sette leggi di Noè|precetti noachici]]) e lo fa essenzialmente per impedire che questi abbandonino la fede. Ma il risultato, dopo la fine dell'[[Età apostolica]], fu un'aspra critica da parte dei [[padri della Chiesa]] nei confronti di tutti i giudeo-cristiani rimasti, i quali venivano bollati come [[Eresia|eretici]] dai cristiani gentili.
Nonostante tutto il giudeo-cristianesimo sopravvisse fino al [[V secolo]], rappresentato da diversi gruppi e sette più o meno isolate, che sono:
[[File:Rembrandt van Rijn 185.jpg|thumb|right|180px|''Due anziani disputano'', di [[Rembrandt]], [[1628]], [[National Gallery of Victoria]]]]
* [[Nazareni (setta)|Nazareni]]
* [[Ebioniti]]
* [[Elcasaiti]]
La fonte principale su di loro è il ''Panarion'' di [[Epifanio di Salamina]], che ha tendenza a confonderli però fra loro ma che riporta il fatto che essi osservavano «la Legge, la circoncisione, il sabbat e il resto».<ref>Simon Mimouni, ''L'Église, le Temple et la synagogue'', in: ''Les premiers temps de l'Église'', Folio histoire, Parigi, Gallimard, 2004.</ref> Portano testimonianza su costoro anche certi [[apocrifi]] (''Vangelo dei Nazareni'', ''Vangelo degli Ebioniti'', ''Vangelo degli Ebrei'') di cui restano solo pochi frammenti.<ref>''Dictionnaire encyclopédique de la Bible'', Brepols, 2003</ref>. Una delle caratteristiche essenziali dei membri di queste comunità era che continuavano a definirsi "ebrei", non "cristiani"; infatti anche i dodici apostoli, prima di evangelizzare la città di Antiochia (dove vennero chiamati per la prima volta "cristiani"), continuavano a ritenersi ebrei e a rispettare la Legge mosaica, dal momento che per loro e per i successivi giudeo-cristiani Gesù è il Messia, e quindi consideravano il loro ebraismo "completo".
Secondo Édouard-Marie Gallez,<ref>Édouard Marie Gallez, ''Le Messie et son prophète'', 2 voll., Éditions de Paris, 2005</ref> e in Italia gli studi di [[Luigi Cirillo]],<ref>Professore ordinario di ''Storia del Cristianesimo'' nell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale"</ref> numerosi passaggi del ''[[Corano]]'' mostrano i legami fra tali correnti orientali e l'[[Islam]] predicato da [[Maometto]] nel [[VII secolo]]. Dire che i cristiani dei primi due secoli erano ai margini del cristianesimo ortodosso sarebbe peraltro riduttivo, giacché un'[[ortodossia]] si organizza nel cristianesimo solo a partire dal [[IV secolo]].<ref>Walter Bauer, ''Heresy & Orthodoxy'', 1932 e ''Histoire du christianisme'', chez Albin Michel, sotto la direzione di Alain Corbin, 2007.</ref>.
I padri della Chiesa, e in particolare gli [[Eresie dei primi secoli|eresiografi]], condanneranno ulteriormente questa comunità in un momento in cui una figura di «Cristo» si sarà costituita. Si legge ad esempio nella ''Lettera ai Magnesi'' di [[Ignazio di Antiochia]]: «È assurdo parlare di Gesù Cristo e di giudaizzare. Perché non è il Cristianesimo che ha creduto al Giudaismo, ma il Giudaismo al Cristianesimo, talché s'è riunita ogni lingua che crede in Dio»<ref>''[http://www.diocesidicapua.it/Erasmo/Biblioteca/Ignazio/lettera%20magnesia_file/lettera_ai_cristiani_di_magnesia.htm Lettera ai cristiani di Magnesia]'', X, 3.</ref>
===Una nuova religione===
{{vedi anche|Storia del Cristianesimo}}
[[File:El Greco 016.jpg|thumb|''[[Cacciata dei mercanti dal tempio]]'', di [[El Greco]] ([[XVII secolo|1600]] circa), [[National Gallery (Londra)|National Gallery]], [[Londra]]]]
La separazione tra [[ebraismo]] [[Farisei|farisaico]]/[[Ebraismo rabbinico|rabbinico]] (il periodo dei [[Tannaim]]) e il primo cristianesimo è comunemente attribuita a: il rifiuto di [[Gesù]] in patria (30 ca.), il Concilio di Gerusalemme 50 ca., la [[Assedio di Gerusalemme (70)|distruzione del Secondo Tempio]] nel [[70]], il postulato [[Concilio di Jamnia]] (90 ca.), e/o la rivolta di [[Simon Bar Kokheba]] del 132-135. Tuttavia, invece di una scissione improvvisa, ci fu un divario gradualmente crescente tra cristiani e giudei nei primi secoli dell'era volgare, tale per cui non era possibile fare una distinzione netta tra giudei e cristiani, dal momento che condividevano le stesse pratiche e frequentavano insieme la sinagoga. Sebbene si pensi comunemente che Paolo di Tarso abbia fondato la chiesa ''gentile'', ci vollero secoli perché si manifestasse una rottura completa. Tuttavia, alcuni eventi vengono percepiti come fondamentali nella spaccatura crescente tra [[Cristianesimo ed Ebraismo|cristianesimo ed ebraismo]].
Lo [[storico]] Robert Goldenberg asserisce che gli studiosi sempre più spesso accettano che "alla fine del [[I secolo]] non ci fossero ancora due religioni separate chiamate «ebraismo» e «cristianesimo».<ref>Robert Goldenberg, recensione di Daniel Boyarin, "Dying for God: Martyrdom and the Making of Christianity and Judaism" su ''The Jewish Quarterly Review'', nuova serie, Vol. 92, nr. 3/4 (2002), pp. 586–588.</ref> Secondo gli storici del giudaismo ellenistico, il fallimento di Gesù nello stabilire il [[Regno di Dio]] (nel senso politico del termine) e la sua morte per mano dei romani, invalidò le pretese messianiche (cfr [[profeta]] e [[falso profeta]])<ref name="Shaye">Shaye J.D. Cohen, ''From the Maccabees to the Mishnah'', 1987, in ''Library of Early Christianity'', Wayne Meeks (curatore), Westminster Press, pp. 167-168.</ref>.
Secondo molti storici, la maggior parte degli insegnamenti di Gesù erano comprensibili e accettabili in termini di "[[Giudaismo ellenistico|giudaismo del Secondo Tempio]]"; quello che distinse i cristiani dagli ebrei fu la loro fede in Cristo come ''[[Risurrezione di Gesù|Messia risorto]]''.<ref name="Shaye"/> La fede in un Messia risorto è inaccettabile per gli ebrei di oggi e per l'ebraismo rabbinico, e le autorità ebraiche hanno a lungo usato questo fatto per spiegare la rottura tra ebraismo e cristianesimo.
La ricerca di storici moderni dipinge un ritratto più complesso del giudaismo del tardo Secondo Tempio e del cristianesimo. Alcuni hanno indicato che, prima della sua morte, Gesù forgiò tra i suoi credenti tale certezza che il [[Regno di Dio]] e la [[risurrezione dei morti]] fossero imminenti, e, con poche eccezioni ({{passo biblico2|Giovanni|20.24-29}}), quando lo videro poco dopo la sua esecuzione, non ebbero dubbi sul fatto che egli fosse risorto, e che la restaurazione del Regno e la risurrezione dei morti fosse a portata di mano. Queste credenze specifiche erano compatibili con il giudaismo del Secondo Tempio.<ref name="Fred">Paula Fredricksen, ''From Jesus to Christ'', Yale University Press, pp. 133–142.</ref> Negli anni successivi, il ripristino del Regno come gli ebrei si aspettavano non si verificò. I cristiani infatti credono che Cristo, oltre ad essere il Messia ebreo che instaurerà la [[teocrazia]] e la pace nel mondo alla [[Fine del mondo (cristianesimo)|fine dei tempi]], sia Dio incarnato, che morì per i peccati dell'umanità, e che la fede in Gesù Cristo offre la vita eterna (cfr [[Cristologia]]). Tutto questo secondo le autorità rabbiniche era in odore di [[idolatria]] e [[politeismo]], quindi totalmente inammissibile dall'ortodossia ebraica.<ref name="Fred"/> La base di questa nuova interpretazione della crocifissione di Gesù e della sua risurrezione si trovano nelle ''[[Lettere di Paolo]]'' e negli ''Atti degli Apostoli''.
{{vedi anche|Paolo di Tarso e il giudaismo|Pensiero paolino}}
La maggiortanza degli ebrei considerano Paolo ([[Paolo di Tarso#Formazione religiosa|ebreo e fariseo]]), fondatore del cristianesimo e responsabile della rottura con l'ebraismo. L'ebreo Paolo, prima di diventare cristiano, faceva proprio parte del movimento di trasformazione che sviluppò il rabbinismo. Egli appare innanzitutto come un laico, cioè non appartenente a nessuna delle [[Kohanim|classi sacerdotali]] che gestivano il culto del Tempio di Gerusalemme. In {{passo biblico|Fl3,5}} egli si definisce «fariseo quanto alla legge» (cfr. anche {{passo biblico|At23,6; 26,5}}), cioè facente parte di quel movimento che si era sviluppato pochi secoli prima dell'era cristiana e che nel I secolo era fortemente contrapposto al movimento aristocratico-sacerdotale dei sadducei su diversi aspetti dottrinali: diversamente da questi ultimi, i farisei accettavano l'[[immortalità dell'anima]], l'esistenza degli [[Angelo|angeli]], gli altri libri della [[Tanakh]] e una tradizione orale (poi confluita nei [[Talmud]]) oltre al pentateuco della [[Torah]], e adottavano un'interpretazione delle scritture tendenzialmente meno rigorosa e rigida, più vicina alle esigenze del popolo. I farisei si formavano in apposite scuole collegate alle sinagoghe, cioè luoghi di culto da loro gestiti e presenti ovunque vi fossero comunità giudaiche. In queste scuole tutti i giudei imparavano a leggere le scritture ebraiche e i fondamenti della dottrina. È verosimile che Paolo abbia iniziato la sua formazione farisaica in una di queste scuole a Tarso ({{passo biblico|At22,3}}) e continuò e perfezionò gli studi a Gerusalemme presso l'autorevole maestro [[Gamaliele]]. Dalle sue lettere traspaiono i metodi argomentativi tipici delle scuole rabbiniche del tempo, testimoniati poi nei Talmud, come, ad esempio, la ''gezerah shavah'' ("decreto simile"), che accosta argomentativamente a un passo biblico un altro per un semplice legame di [[Similitudine (figura retorica)|similitudine]]-[[Analogia (retorica)|analogia]] (si veda {{passo biblico|Rm9,6-28}} o {{passo biblico|Gal|3,1-5,12}}). L'appartenenza di Paolo al [[Sinedrio]], che sembra essere suggerita da {{passo biblico|At26,10}} è solitamente esclusa dai biblisti (vedi ''infra''). {{passo biblico|At18,18}} indica che Paolo era un [[nazireo]], cioè aveva fatto uno speciale voto di consacrazione a Dio, che implicava una vita particolarmente sobria e rigorosa, e il portare i capelli lunghi.
===Interscambio col cristianesimo===
Lo [[Storia delle religioni|storico delle religioni]] americano [[Alan Segal]] ha scritto che si deve "parlare di un ''parto gemellare'' di due nuovi ebraismi, entrambi notevolmente diversi dai sistemi religiosi che li hanno preceduti. Non solo l'ebraismo rabbinico e il cristianesimo sono stati gemelli religiosi ma, come [[Giacobbe]] ed [[Esaù]], i figli gemelli di [[Isacco]] e [[Rebecca]], hanno combattuto nel grembo materno, ponendo le basi per la loro vita dopo il grembo."<ref>Alan F. Segal, ''Rebecca's Children: Judaism and Christianity in the Roman World'', [[Harvard University Press]], 1986.</ref>
Per [[Martin Buber]] l'ebraismo e il cristianesimo, erano variazioni sullo stesso tema del [[messianismo]]. Buber fece di questo tema la base di una famosa definizione sulla tensione tra ebraismo e cristianesimo:
{{quote|Pre-messianicamente, i nostri destini sono divisi. Ma ora, per il cristiano l'ebreo è l'uomo incomprensibilmente ostinato che si rifiuta di vedere quel che è successo; e per l'ebreo il cristiano è l'uomo incomprensibilmente audace che afferma in un mondo irredento che la sua redenzione si è compiuta. Questo è un golfo che nessun potere umano può colmare.|[[Martin Buber]], ''The Two Foci of the Jewish Soul''<ref>citato su ''The Writings of Martin Buber'', [[Will Herberg]] (curatore), Meridian Books, 1956, p. 276.</ref>.}}
Il [[talmud]]ista [[Daniel Boyarin]] descrive lo scambio di idee innovative tra le due religioni come "un'onda che scorre... quasi come a seguito di un sasso lanciato nell'acqua".
===Ebraismo messianico moderno===
{{vedi anche|Messianismo|Giudaismo messianico}}
Gli aderenti all'[[Giudaismo messianico|ebraismo messianico]] sono descritti come ''ebrei messianici'', ''credenti messianici'' o semplicemente ''messianici''.<ref>{{Cita web
| url = http://www.messianiclife.com/
| titolo = Messianic''Life''.com
| accesso = 28/01/ gennaio 2013
| anno = 2004
| editore = Perfect Word Ministries
| citazione = Quali credenti nel Messia YeshuaGesù, siamo chiamati a vivere una vita di applicazione pratica come ordinato dallo Spirito. ''MessianicLife.com'' è progettato per aiutare i credenti messianici ad avere un cammino più vicino a Yeshua, per assistere le famiglie messianiche a partecipare in completezza la vita abbondante promessa dal Messia, ed esortare ''tutti'' noi a trasmettere questa vita completa alla prossima generazione.
}}
</ref> Sebbene termini utilizzati per identificare i seguaci dell'Ebraismodel giudaismo messianico siano spesso contestati, i termini utilizzati generalmente descrivono coloro che affermano di credere che [[Gesù]] sia il [[Messia]] e che abbracciano "la responsabilità dell'Alleanza di vita e identità ebraiche e radicate nella Torah, espresse nella tradizione, rinnovate e applicate nell'ambito del contesto della Nuova Alleanza ".<ref>{{Cita web
| url = http://www.kesherjournal.com/Issue-17/Defining-Messianic-Judaism-A-Commentary
| titolo = Defining Messianic Judaism
| editore = Union of Messianic Jewish Congregations Theology Committee
| formato = PDF
| accesso = 28/01/ gennaio 2013
}}
</ref> "''EbraismoGiudaismo messianico''" è un termine relativamente nuovo, coniato di recente, nel 1895, per assistere nel separare le pratiche dei suoi seguaci da quelli del tradizionale cristianesimo nel suo insieme, e al fine di allineare più strettamente la sua fede con quell'ebraismo biblico e storico che fu il cristianesimo del [[I secolo]].<ref name group= "Rausch_CC"Nota>{{Cita pubblicazione
| cognome = Rausch
| nome = David A.
| anno = 1982
| mese = settembre
| titolo = The Messianic Jewish Congregational Movement
| rivista = The Christian Century
| volume = 99
| numero = 28
|p pagine = 926
| url = http://www.religion-online.org/showarticle.asp?title=1339
| accesso = 28/01/ gennaio 2013
|citazione quote = Nell'intervistare i loro leader in giro per gli Stati Uniti, ho riscontrato una convinzione diffusa che ''gli altri'' avessero coniato il termine "ebraismo messianico". Altri ancora pensavano che il termine avesse avuto origine negli ultimi dieci o venti anni. Anche la maggior parte dei loro avversari inoltre convenivano che ciò fosse stato così. Infatti, sia il termine "ebraismo messianico" che la frustrazione con il movimento risalgono al [[XIX secolo]]. Nel corso del [[1895]] la rivista ''Our Hope (La nostra speranza)'' che è diventata uno dei baluardi del movimento evangelico-fondamentalista sotto la direzione di C. Arno Gaebelein, portava il sottotitolo "A Monthly Devoted to the Study of Prophecy and to Messianic Judaism (Un settimanale dedito allo studio della profezia e dell'ebraismo messianico)".}}
|urlmorto = sì
</ref><ref>[http://www.torahresource.com/EnglishArticles/OLMResponse.pdf "One Law Movements"], di Tim Hegg, ''TorahResource'', maggio 2005. {{en}}</ref>
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130208031950/http://www.religion-online.org/showarticle.asp?title=1339
|dataarchivio = 8 febbraio 2013
}}
</ref><ref>[http://www.torahresource.com/EnglishArticles/OLMResponse.pdf "One Law Movements"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080407072746/http://www.torahresource.com/EnglishArticles/OLMResponse.pdf |data=7 aprile 2008 }}, di Tim Hegg, ''TorahResource'', maggio 2005. {{en}}</ref>
==Eredità=Etica===
Secondo lo storico australiano Peter Harrison l'esistenza di valori giudai quadratino cristiani fu ipotizzata per la prima volta dalla [[Scuola di Tubinga]], nell'ambito della teologia protestante.
{{vedi anche|Vangeli giudeo-cristiani}}
{{cn|Successivamente, fu adottata da [[Friedrich Nietzsche]] col termine ''judenchristlich'', inteso in senso dispregiativo e denigratorio.}}
==Note==
== Note ==
<references group="Nota"/>
=== Riferimenti ===
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita testo|lingua=fr|s=Histoire_des_Juifs|titolo=Histoire des Juifs|autore=Heinrich Graetz|data=1882-1897}}
* Simon-Claude Mimouni, ''Les Chrétiens d'origine juive dans l'Antiquité'', Parigi, Albin Michel, "Présences du judaïsme", 2004
* ''Dictionnaire encyclopédique de la Bible'', Turnhout, Brepols, 2003.
* Simon-Claude Mimouni, ''Le Judéo-christianisme ancien'' Essais historiques, Prefazione di André Caquot, Parigi, Cerf, 1998
* ''Dictionnaire encyclopédique de la Bible'', Parigi, Brepols, 2003.
* ''Les premiers temps de l'Église'', collectif, Folio histoire, Parigi, Gallimard, 2004.
* Marie-Françoise Baslez, ''Bible et histoire'', Folio histoire, Parigi, Gallimard, 1998.
* Jean Daniélou, ''La teologia del giudeo-cristianesimo'', Bologna, Il Mulino, 1974
* James Dunn (ed.), ''Jews and Christians: the parting of the ways, A.D. 70 to 135 : the second Durham-Tübingen Research Symposium on Earliest Christianity and Judaism (Durham, September 1989)'', Grand Rapids, Eerdmans, 1999
* Robert Eisenman, ''The Dead sea scrolls and the first christians'', 1996..
* Edouard-Marie Gallez, ''Le Messie et son prophète'', 2 voll., éditions de Paris, 2005.
* Simon-Claude Mimouni, ''Les Chrétiens d'origine juive dans l'Antiquité'', Parigi, Albin Michel, "Présences du judaïsme", 2004
* Simon-Claude Mimouni, ''Le Judéo-christianisme ancien''. Essais historiques, Prefazione di André Caquot, Parigi, Cerf, 1998
* Marcel Simon, ''La Civilisation de l'Antiquité et le christianisme'', Parigi, Arthaud, 1972.
* Marcel Simon et André Benoît, ''Le Judaïsme et le christianisme antique, d'Antiochus Épiphane à Constantin'', Parigi, PUF, 1998.
* Robert Eisenman, ''The Dead sea scrolls and the first christians'', 1996.
== Voci correlate ==
* [[Chiesa di Gerusalemme]]
* [[Concilio di Gerusalemme]]
* [[Vangeli giudeo-cristiani]]
== WikisourceAltri progetti ==
{{interprogetto|s=en:Portal:Pre-Nicene_Christianity|etichetta=Pre-Nicene Christianity (inglese)}}
* [[s:Histoire des Juifs, Troisième période, I - Chapitre II - L’activité à l’intérieur|Histoire des Juifs]], Heinrich Graetz
* [http://en.wikisource.org/wiki/Portal:Pre-Nicene_Christianity Opere letterarie dei primi cristiani tradotte in inglese]
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} [http://www.earlychristianwritings.com/apocrypha.html Apocrypha], apocrifi neo-testamentari
* {{cita web|lingua=en|http://www.earlychristianwritings.com/apocrypha.html|Apocrypha|tipo=apocrifi neo-testamentari}}
* [http://www.miti3000.eu/ebraismo.html?start=8 Ebraismo - L’evoluzione dell’ebraismo: nasce il giudaismo]
* {{en}}''[http://christian-unity-in-diversity.ourchur.ch/gift-of-truth/reborn-jewish-christianity-messianic-jews-hebrew-catholics/ Reborn Jewish Christianity: Messianic Jews and Hebrew Catholics]'', Christian Unity in Diversity Central
* ''[http://archiviostorico.corriere.it/2012/settembre/23/Trinita_idea_ebraica_anche_Gesu_co_9_120923019.shtml «Trinità, idea ebraica E anche Gesù mangiava kosher»]'', [[Corriere della Sera]]
{{Storia del cristianesimo}}
{{Portale|Cristianesimo|Ebraismo|Età augustea}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antica Roma|cristianesimo|ebraismo|Età augustea}}
[[Categoria:ConfessioniCorrenti cristianeebraiche]]
[[Categoria:CorrentiEbrei ebraicheantichi]]
[[Categoria:Fedi, tradizioni e movimenti religiosi]]
[[Categoria:Storia antica del cristianesimo]]
|