Porta Santa Croce (Padova): differenze tra le versioni
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{{Struttura militare
|Struttura = Porta cittadina
|Nome = Porta Santa Croce
|Immagine = Paolo Monti - Servizio fotografico (Padova, 1967) - BEIC 6342684.jpg
|Didascalia = Porta Santa Croce in una foto di [[Paolo Monti]] del 1967. Fondo Paolo Monti, [[BEIC]]
|Stato = ITA
|Suddivisione = [[Veneto]]
|Città = [[Padova]]
|Tipologia =
|Funzione strategica =
|Inizio costruzione =
|Termine costruzione =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale =
|Azioni di guerra =
|Ref =
}}
'''Porta Santa Croce''' è una delle principali porte d'accesso delle [[
==
Il nome Porta Santa Croce e la sua collocazione, nell’area sud del tracciato delle mura di Padova, risalgono al periodo Carrarese, quando [[Francesco III da Carrara|Francesco III]], detto "Il Vecchio", fece erigere nel 1372 degli [[Spalto|spalti]] di terra a protezione dei borghi a sud ed a est della città, in particolare per i borghi di Santa Croce e Ognissanti. Per la realizzazione di queste opere di difesa lavorarono tutti i cittadini.<ref name=":6" />
Tra il 1374 e il 1377 le fortificazioni vennero completate interamente in muratura.<ref name=":6" />
La realizzazione di porta Santa Croce prevista nell'ampliamento della [[Mura di Padova|cinta meridionale]] da parte di Francesco III, non corrisponde alla collocazione della porta attuale: poiché il tracciato della [[Mura di Padova|terza cerchia]] muraria seguiva l'andamento sinuoso del [[Bacchiglione]] (il fiume vecchio oggi non più visibile), la porta di allora risultava più arretrata rispetto a quella attuale. Inoltre dalla [[cartografia]] quattrocentesca sappiamo che era l'unica porta prevista nell'espansione meridionale. Essa era caratterizzata da una torre [[Ottagono|ottagonale]] e recintata da una cinta quadrangolare forse divisa in due parti. La torre rimase presente ed isolata, ma venne demolita in parte nel 1737-1740 per fornire materiale per la ricostruzione della [[Chiesa di Santa Croce (Padova)|chiesa]], infine venne interamente abbattuta nel 1787.<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=Le mura ritrovate : fortificazioni di Padova in età comunale e carrarese / a cura di Adriano Verdi|edizione=2. ed. riv|p=133}}</ref><ref name=":2">{{Cita libro|autore=Ugo Fadini|titolo=Mura medievali di Padova: guida alla scoperta delle difese comunali e carraresi|data=2017|editore=In edibus|lingua=it|pp=12,13,139-145|ISBN=9788897221494}}</ref>
Secondo gli studiosi è possibile che essa testimoni la presenza di apparati difensivi antecedenti l'ampliamento di Francesco III e risalenti al tempo in cui si erigevano torri isolate per la difesa dei territori limitrofi. Scavi archeologici del 1982 potrebbero aver individuato le fondazioni dell'antica porta ma necessitano di approfondimenti.<ref name=":1" /><ref name=":2" />
Dopo la resa di Francesco III Padova venne presa dai veneziani e nel 1509 la [[Repubblica di Venezia]] ebbe la necessità di difendersi dagli attacchi da parte della [[Lega di Cambrai|Lega dei Cambrai]]. In questa occasione la città si preparò all'assedio: le mura medioevali vennero abbassate e rinforzate all'interno da [[Terrapieno|terrapieni]], così da assorbire al meglio i colpi dell'[[artiglieria]]. Dove le mura era più esposte vennero eretti [[bastioni]] provvisori in terra e [[Palizzata|palizzate lignee]] per appostarvi le artiglierie e proteggere le mura, inoltre vennero scavati nuovi [[Fossato|fossati]] sia all'interno che all'esterno della cinta e iniziò l'opera del guasto<ref name=":5">{{Cita libro|autore=Giuliana Mazzi|autore2=Adriano Verdi|autore3=Vittorio Dal Piaz|titolo=Le mura di Padova : percorso storico-architettonico|anno=2002|editore=Il Poligrafo|pp=1-251|ISBN=88-7115-135-6}}</ref>, che negli anni successivi giunse alla profondità di un miglio, per la quale vennero abbattuti tutti gli edifici e gli alberi ad alto fusto attorno alla città con lo scopo di avvistare meglio i nemici. Dopo i lavori a rafforzamento della cinta, seguirono altri assedi.<ref name=":5" /><ref name=":6" /><ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.muradipadova.it/le-mura-medievali/le-mura-carraresi|titolo=mura di Padova}}</ref>
A marzo del 1517 viene pubblicata la relazione di [[Andrea Gritti]], che tracciava un programma complessivo di organizzazione militare di difesa dello Stato. Esso comprendeva una serie di interventi concentrati a Padova, proposti da [[Giovanni Giocondo|Fra Giocondo]], con il fine di rispondere nell'immediatezza alle urgenze belliche. Il nuovo sistema bastionato o Rinascimentale era composto da diverse elementi: ponti, mura, torrioni, bastioni e porte. È proprio in questa occasione che venne realizzata l'attuale Porta Santa Croce.<ref name=":5" /><ref name=":8" />
Il tema degli accessi urbani, ovvero delle porte, era molto dibattuto: si era alla ricerca di un “tipo” capace di soddisfare le necessità difensive e al contempo quelle celebrative. Le porte dovevano essere aggiornate in materia iconografica e di difensiva bellica, per difendere al meglio il Paese e rappresentare la sua forza politica e militare attraverso il linguaggio della magnificenza architettonica: gli accessi dovevano rappresentare uno Stato che si ritenesse sicuro.<ref name=":4">{{Cita libro|autore=Donatella Calabi|titolo=Come la marea. Successi e sconfitte durante il dogado di Leonardo Loredan (1501-1521). a cura di Donatella Calabi, Giuseppe Gullino e Gherardo Ortalli|data=2023|editore=Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti|pp=46-66|ISBN=978-88-9299-016-6}}</ref>
Lo sviluppo sul tema della porta urbana ebbe diversi interpretazioni lungo il corso del Cinquecento: tra il 1500 e il 1521 venne adottato un “tipo” in grado di fondere la funzione militare a quella di rappresentazione della magnificenza della Repubblica di Venezia. Gli accessi dovevano svolgere più funzioni, erano luoghi di transito, di controllo, di chiusura e apertura tra interno ed esterno, esplicitavano simboli dal contenuto politico e sacrale. Erano la facciata della città, l’immagine dell’istituzione politica e facevano da sfondo a feste, cerimonie e manifestazioni. Gli ingegneri militari ritenevano le porte come una falla nel sistema difensivo, mentre gli architetti e gli umanisti le consideravano un completamento di quest’ultimo, in quanto veicolo di celebrazione della sicurezza statale, mediante la trasmissione di messaggi simbolici, attraverso i linguaggi dell’architettura.<ref name=":4" /><ref name=":8">{{Cita libro|autore=Elio Franzin|autore2=Angiolo Lenci|autore3=Lionello Puppi|titolo=Padova e le sue Mura|data=1982|editore=Signum|pp=1-40}}</ref>
Durante il XVI secolo molti architetti si espressero sul tema delle porte, tra i quali, Sebastiano Serlio il quale ne considerava la mera funzione architettonica e Francesco Maria della Rovere, che invece considerava la loro duplice funzione.<ref name=":4" />
I cambiamenti tecnici in ambito militare, comportarono la modifica della forma architettonica delle porte. La prima tipologia prevedeva una porta di forma cubica, connessa alla [[Mura (fortificazione)|cortina]] ma autonoma. Questa tipologia richiamava ancora la porta medioevale, ed è secondo queste forme che venne progettata [[porta Liviana]], precedente a porta Santa Croce. Lo schema applicato per porta Santa Croce, da [[Sebastiano da Lugano|Sebastiano Mariani da Lugano]] deriva dal motivo trionfale.<ref name=":4" />
Le porte realizzate successivamente a Santa Croce, presentano via via un apparato architettonico più ricco ed elaborato, segno dell’evoluzione e dell’elaborazione del tema degli accessi urbani.<ref name=":4" />
Il [[baluardo]] adiacente, venne realizzato nel 1554.<ref name=":5" />
Dal 1797, con la caduta della Repubblica Veneta da parte dell'esercito di [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], iniziò il periodo di obsolescenza delle mura.<ref name=":7" />
Tra il 1813 e il 1866 con l'[[Regno Lombardo-Veneto|occupazione austriaca]] la muraglia, ormai utile alla sola difesa rimase inalterata.<ref name=":5" />
Con l'annessione di Padova al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] venne proposto un intervento della cortina a sud, la quale avrebbe accolto l'entrata del Re [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emmanuele II]]. Egli vi transitò il 1º agosto 1866, come riporta l'iscrizione nella facciata a sud della porta.<ref name=":5" /><ref name=":6" />
Il programma del 1517 proposto da Andrea Gritti portò alla modifica e all'interruzione di numerosi assi viari, alcuni dei quali vennero riaperti a fine 1800; in particolare nel fronte sud di Porta Santa Croce vennero riaperte due brecce<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/breccia1/?search=br%C3%A9ccia%C2%B9%2F|titolo=Definizione di breccia}}</ref>.<ref name=":5" />
Nel 1882 il Comune di Padova acquisterà dal [[demanio]] dello Stato la quasi totalità delle mura cittadine: all'atto di acquisto è allegata una planimetria catastale 1:100, lunga più di 13m.<ref>{{Cita libro|autore=Angelo Portenari|titolo=Della felicita di Padova|data=1973}}</ref>
Nel 1900 le porte svolgevano la funzione di barriere daziali. La barriera a porta Santa Croce era attiva dalla [[prima guerra mondiale]]. Negli stessi anni la rete stradale esterna venne adeguata e parte dei fossati venne interrata per consentire la costruzione della rete ferroviaria.<ref name=":7" />
La porta sarà in seguito impiegata come cabina di trasformazione per la rete elettrica dell'illuminazione pubblica.<ref name=":5" />
Agli inizi del 1900, il bastione adiacente a Porta Santa Croce ospitò la Scuola all'Aperto Camillo Aita<ref name=":5" />.
== Descrizione ==
Porta Santa Croce è collocata volontariamente fuori asse rispetto all’omonimo borgo e interrompe la cortina rettilinea compresa tra i [[Torrione (architettura)|torrioni]] dell’Alicorno e di Santa Giustina.
Venne costruita poco dopo [[porta Liviana]] ma a differenza di quest’ultima ha un assetto meno monumentale anche se entrambe sono attribuite a [[Sebastiano da Lugano|Sebastiano Mariani da Lugano]].<ref name=":3">{{Cita|Fadini, 2013|p. 95}}.</ref><ref>{{Cita libro|nome=Donatella|cognome=Calabi|titolo=Come la marea. Successi e sconfitte durante il dogado di Leonardo Loredan (1501-1521). a cura di Donatella Calabi, Giuseppe Gullino e Gherardo Ortalli|data=2023|editore=Istituto veneto di Scienze, lettere ed Arti|p=54|ISBN=978-88-9299-016-6}}</ref>
=== Prospetto verso la campagna ===
Nel prospetto è visibile uno schema che riporta al motivo dell’[[Arco trionfale|arco trionfale romano]] realizzato in pietra d’Istria e tripartito da [[Lesena|lesene]] di [[Ordine corinzio|ordine corinzio composito]].
[[File:Porta Santa Croce, Prospetto rivolto verso la campagna.jpg|miniatura|Porta Santa Croce, Prospetto rivolto verso la campagna|250x250px]]
Lateralmente l'arco è delimitato da lesene ioniche in [[trachite]], che fungono anche da rinforzi angolari dell'edificio, mentre in alto è definito da un [[cornicione]]. Sopra a quest'ultimo è visibile il parapetto della terrazza, che in un secondo tempo venne coperta dal tetto, dal quale si aprono due troniere<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/troniera/|titolo=Definizione di troniera}}</ref> strombate verso la campagna, e un'unica grande apertura centrale nella facciata rivolta verso la città.<ref>{{Cita|Fadini, 2013|pp. 95, 96}}.</ref>
Il varco centrale presenta un [[archivolto]] continuo senza interruzioni tra stipiti e arco, mentre i due portali laterali entrambi murari sono sormontati da [[Timpano (architettura)|timpani]], in particolare il portale a sinistra era la [[postierla]] pedonale, come si può dedurre dalla presenza di una gola per la catena del ponte levatoio.<ref name=":0" />
Nel fronte, al centro dell'[[architrave]], sono incisi il nome del capitano [[Gradenigo|Giuliano Gradenigo]] con data 1517 e nel [[fregio]] è presente l'intitolazione "Sancte Crucis".<ref name=":0">{{Cita|Fadini, 2013|p. 96}}.</ref>
In sostituzione al leone abbattuto dai francesi, ora si trova un'iscrizione in memoria dell’ingresso a Padova di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]] nel 1866, al quale venne attribuita la porta durante il regno.
Le due finestrelle cieche collocate ai lati dell’incisione dovevano ospitare delle sculture o le insegne dei rettori.<ref name=":0" /><gallery>
File:Porta Santa Croce, Iscrizione in memoria di Vittorio Emanuele II.jpg|Iscrizione in memoria di Vittorio Emanuele II
</gallery>
=== Prospetto verso la città ===
[[File:Porta Santa Croce, Prospetto rivolto verso la città.jpg|miniatura|Porta Santa Croce, Prospetto rivolto verso la città|231x231px]]
L'impostazione dei due prospetti è molto simile tra di loro, infatti differiscono solo per la presenza di lapidi, incisioni, targhe e trofei in onore della [[Repubblica di Venezia|Signoria]], collocati nel prospetto verso la campagna con lo scopo di rappresentazione verso il mondo esterno.<ref>{{Cita libro|nome=Donatella|cognome=Calabi|titolo=Come la marea. Successi e sconfitte durante il dogado di Leonardo Loredan (1501-1521). a cura di Donatella Calabi, Giuseppe Gullino e Gherardo Ortalli|data=2023|editore=Istituto veneto di Scienze, lettere ed Arti|p=53|ISBN=978-88-9299-016-6}}</ref>
Nella facciata rivolta verso la città l’unica iscrizione presente è "Sancte Crucis" e in sostituzione alle finestrelle, sono presenti due nicchie con le statue di [[Prosdocimo di Padova|San Prosdocimo]] e [[San Girolamo]].<ref name=":0" /><gallery>
File:Porta Santa Croce, Statua di San Girolamo.jpg|Statua di San Girolamo
File:Porta Santa Croce, Statua di San Prosdocimo.jpg|Statua di San Girolamo
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=== Interno ===
L'impianto di Porta Santa Croce è quadrangolare e presenta un ampio vano interno [[Volta a botte|voltato a botte]].
Nelle pareti interne sono presenti degli [[Affresco|affreschi]] che ritraggono i quattro santi protettori di Padova: [[Antonio di Padova|Antonio]], [[Giustina di Padova|Giustina]], [[Daniele di Padova|Daniele]] e [[Prosdocimo di Padova|Prosdocimo]].<ref name=":0" />
Al centro della parete ovest, opposta rispetto agli affreschi, è presente un’iscrizione che rimanda alla realizzazione della porta Santa Croce per decreto del Senato nel 1516 e inexpugnabilis redditta per opera del podestà Ercolano Donato, del capitano Girolamo Pisani e del provveditore Pietro Venier.
Una porta nella parete più a est dà su una scala che conduce al piano superiore.<ref>{{Cita|Fadini, 2013|pp. 97, 98}}.</ref><gallery>
File:Affresco Sant'Antonio.jpg|Affresco di Sant'Antonio
File:Porta Santa Croce, Affresco di San Girolamo.jpg|Affresco di San Girolamo (è più facile che sia San Daniele da Padova, uno dei quattro santi patroni di Padova, lo si desume anche dall'iconografia del santo)
File:Porta Santa Croce, Affresco di San Prosdocimo.jpg|Affresco di San Prosdocimo
File:Porta Santa Croce, Affresco di Santa Giustina.jpg|Affresco di Santa Giustina
File:Porta Santa Croce, Iscrizione interna.jpg|Iscrizione interna
</gallery>
=== Ponte ===
Il ponte di Porta Santa Croce è il più lungo del [[Fortificazione alla moderna|fronte bastionato]] grazie alla vicinanza con il [[baluardo]] che permette una maggiore larghezza della fossa.<ref name=":5" />
Il ponte ora è per lo più interrato ma è comunque possibile distinguere tre grandi arcate con diversa curvatura e se ne può intravedere una quarta oltre a quella che ha rimpiazzato il [[ponte levatoio]] nell’Ottocento. Sotto alla prima arcata visibile passano le acque del [[Alicorno|canale Alicorno]].<ref>{{Cita|Fadini, 2013|p. 98}}.</ref>
=== Materiali ===
I materiale utilizzati per la costruzione della cortina del 1500 sono materiali di ripiego e riutilizzo: Bartolomeo D'Aviano utilizzò per l'espansione della cortina che va da Pontecorvo fino a Santa Croce, le pietre della cinta medioevale più interna, che venne demolita assieme alla torre in [[Prato della Valle]] nel 1515.<ref name=":5" />
I mattoni utilizzati vennero realizzati dalle fornaci dei borghi vicini: da alcune fonti risulta che per soddisfare la richiesta vennero costruite fornaci anche in loco che però vennero fatte demolire dopo il comunicato del 1558 di Tommaso Contarini.<ref name=":5" />
Anche la calce proveniva dai borghi vicini, di questa si hanno numerosi fonti che riportano lamentele per la scarsa qualità.<ref name=":5" />
La [[trachite]] utilizzata per le [[Fondazione (edilizia)|fondazioni]] e per i punti più deboli del manufatto proviene dalle cave del monte [[Lisso (Grecia)|Lipsi]]. Stemmi ed insegne come quella del leone di San Marco vennero invece realizzati in [[pietra d'Istria]].<ref name=":5" />
Per le fondazioni che si trovavano in prossimità della presenza di acqua, venne utilizzato legname di [[Quercus petraea|rovere]] e di [[Larix|larice]], provenienti dai punti di raccolta garantiti da [[Venezia]] e dal [[Cervarese Santa Croce|comune di Cervarese]].<ref name=":5" />
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Giuliana Mazzi|autore2=Adriano Verdi|autore3=Vittorio Dal Piaz|titolo=Le mura di Padova, Percorso storico-architettonico|editore=Il Poligrafo|ISBN=88-7115-135-6}}
* {{Cita libro|curatore=Ugo Fadini|titolo=Mura di Padova: guida al sistema bastionato rinascimentale|collana=Le guide|anno=2013|editore=in Edibus|ISBN=978-88-97221-13-5|cid=Fadini, 2013}}
* {{Cita libro|autore=Donatella Calabi|autore2=Giuseppe Gullino|autore3=Gherardo Ortalli|autore-capitolo=Stefano Zaggia|titolo=Come la marea, Successi e sconfitte durante il dogado di Leonardo Loredan (1501-1521)|anno=2023|editore=Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti|pp=45-66|capitolo=Parte II: Loredan e l'Architettura, Capitolo I|ISBN=978-88-92990-16-6}}
* {{Cita libro|autore=Adriano Verdi|titolo=Le mura ritrovate: fortificazioni di Padova in età comunale e carrarese|edizione=Seconda edizione|anno=1989|editore=Panda|p=133}}
* {{Cita libro|autore=Ugo Fadini|titolo=Mura medievali di Padova: guida alla scoperta delle difese comunali e carraresi|anno=2017|editore=In edibus|ISBN=9788897221494}}
* {{Cita libro|autore=Angelo Portenari|titolo=Della felicità di Padova|anno=1973|editore=A. Forni}}
* {{Cita libro|autore=Elio Franzin|autore2=Angiolo Lenci|autore3=Lionello Puppi|titolo=Padova e le sue mura|collana=Signum guide|anno=1982|editore=Signum}}
== Voci correlate ==
* [[Mura di Padova]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.muradipadova.it|Sito dell'associazione "Comitato Mura di Padova"}}
{{Portale|architettura|Padova}}
[[Categoria:Mura e porte di Padova]]
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