Alberto di Giussano: differenze tra le versioni

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{{Infobox nave
|Categoria = incrociatore
|Nome = ''Alberto di Giussano''
|Immagine = RN Alberto da Giussano.jpg
|Didascalia =
|Dimensioni_immagine=300px
|Bandiera = Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Didascalia=
|Bandiera2 =
|Bandiera=Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg
|Bandiera3 = <!-- Sezione descrizione generale -->
|Bandiera2=
|Tipo = [[incrociatore leggero]]
|Bandiera3=
|Classe = [[Classe Alberto di Giussano|Alberto di Giussano]] tipo [[Classe Condottieri (incrociatore)|Condottieri]]
<!-- Sezione descrizione generale -->
|Proprietario =
|Tipo=[[incrociatore leggero]]
|Identificazione =
|Classe=[[Classe Condottieri (incrociatore)|Condottieri]] tipo [[Classe Alberto da Giussano (incrociatore)|Alberto di Giussano]]
|Ordine =
|Costruttori=Ansaldo, [[Genova]]
|Costruttori = Ansaldo, [[Genova]]
|Cantiere=
|Cantiere =
|Identificazione=
|Impostazione = 29 marzo [[1928]]
|Ordinata=
|ImpostataVaro =29 27 marzo [[19281930]]
|Completamento =
|Varata=27 marzo [[1930]]
|Entrata_in_servizio = 1º gennaio [[1931]]
|Completata=
|Radiazione =
|Entrata_in_servizio=1º gennaio [[1931]]
|Destino_finale = Affondato, 13 dicembre [[1941]]
|Proprietario=
|Radiata=
|Destino_finale=Affondato, 13 dicembre [[1941]]
<!-- Sezione caratteristiche generali -->
|Dislocamento =6.570 [[tonnellata{{M|6570|ul=t]] (standard); 6.954 t (pieno carico)}}
|Dislocamento_tipo = standard
|Stazza_lorda=
|Dislocamento2 = {{M|6954|ul=t}}
|Lunghezza=169,3
|Dislocamento_tipo2 = pieno carico
|Larghezza=15,5
|Stazza_lorda =
|Altezza=
|PescaggioLunghezza =5 169,3
|Larghezza = 15,5
|Profondità_operativa=
|Altezza =
|Ponte_di_volo=
|Pescaggio = 5,3
|Propulsione=6 caldaie, 2 turbine, 2 eliche<br>95.000 [[Cavallo vapore|CV]]
|Profondità_operativa =
|Velocità=37
|Ponte_di_volo =
|Velocità_km=42 durante le prove
|Propulsione = 6 caldaie, 2 turbine, 2 eliche<br>95.000 [[Cavallo vapore|CV]]
|Autonomia=3.800 [[miglio (unità di misura)|mn]] a 18 nodi (7.037 km a 33 km/h)
|Velocità = 37
|Capacità_di_carico=
|Velocità2 = 42
|Equipaggio=507, di cui 19 ufficiali
|Velocità_tipo2 = alle prove
|Passeggeri=
|Autonomia_distanza = 3800
|Autonomia_velocità = 18
|Capacità_di_carico =
|Equipaggio = 507, di cui 19 ufficiali
|Passeggeri =
<!-- Sezione equipaggiamento -->
|Sensori =
|Sistemi_difensivi =
|Artiglieria = *8 × [[OTO/Ansaldo 152/53|152/53 mm Ansaldo 1926]] (4 installazioni binate)
|Armamento=[[artiglieria]]:
*8 × [[152/53|152/53 mm Ansaldo 1926]] (4 installazioni binate)
*6 × [[100/47|100/47 mm OTO 1928]] (3 installazioni binate)
*82 × [[3740/54]]39 mm (42 installazioni binatesingole)
*8 × [[Breda Mod. 31|13,2/75,7 mm Breda 1931]] (4 installazioni binate)
Nel 1938/39 i pezzi da 40/39 furono sostituiti con pezzi da [[Breda 20/65 Mod. 1935|20/65]] e furono imbarcati due lanciabombe antisommergibile
[[Siluro|siluri]]:
*|Siluri = 4 tubi [[lanciasiluri]] da 533 mm
|Corazzatura = Orizzontale: 20 mm; Verticale: 24 mm; Artiglierie: 23 mm; Torrione: 40 mm.
Nel [[1938]]/[[1939|39]] i pezzi da 37/54 furono sostituiti con pezzi da [[20/65 Mod. 1935|20/65]] e furono imbarcate due lanciabombe antisommergibile
|Mezzi_aerei = 2 × [[IMAM Ro.43]]<br>una catapulta fissa a prua
|Corazzatura=Orizzontale: 20 mm; Verticale: 24 mm; Artiglierie: 23 mm; Torrione: 40 mm.
<!-- Sezione note -->|Motto = …e vincere bisogna<ref>verso tratto dalla ''Canzone di Legnano'' di [[Giosuè Carducci]]</ref>
|Mezzi_aerei=2 × [[IMAM Ro.43]]<br>catapulte fisse a prua
|Soprannome =
<!-- Sezione note -->
|MottoNote =
|Ref = dati tratti da<ref>{{Cita web|url=http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/ABCD/da_giussano.aspx |titolo=Alberto di Giussano - Incrociatore leggero |sito=marina.difesa.it |accesso=27 giugno 2014}}</ref>|
|Soprannome=
|Note=
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''''Alberto di Giussano'''''<ref>L'incrociatore è stato spesso citato erroneamente come ''Alberto da Giussano''. Quest'ultima è la forma quasi universale del nome del personaggio storico, con la notevole eccezione della poesia ''Il Parlamento'' di Giosuè Carducci (prima parte del componimento incompiuto ''La canzone di Legnano'') dove ''Alberto di Giussano'' appare all'inizio di nove delle tredici strofe.</ref> fu un [[incrociatore leggero]], primo della sua [[Classe Alberto dadi Giussano (incrociatore)|classe]] della [[Regia Marina]], battezzato in onore di [[Alberto da Giussano]], il cavaliere che secondo la leggenda guidò la difesa del [[carroccioCarroccio]] allanella [[Battagliabattaglia di Legnano]].
[[File:Incrociatore Alberto di Giussano.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' nel [[1935]] in partenza per l'Africa orientale]]
L'unità venne impostata nel [[1928]] e varata il 27 aprile [[1930]]. Come tutte le unità della sua serie della classe "Condottieri", era molto veloce ma completamente priva di corazzature e protezioni (tra i 20 e i 40mm, con alcune aree pressoché scoperte), tanto che persino i proiettili da 102 e 120 mm dei cacciatorpediniere britannici potevano perforarne lo scafo anche a distanze di tiro normali. La già scarsa corazzatura era più estesa e pesante nella protezione del torrione (dove risiedevano gli organi di controllo del tiro) che attorno ai motori, ovvero alla parte più "pregiata" ed importante della nave. Carente era anche la protezione subacquea in confronto alle unità impostate dalla Regia Marina negli anni successivi. Per questo motivo le prime serie dei "condottieri" furono detti incrociatori di carta o anche incrociatori di carta velina. Buono (per l'epoca) risultava invece l'armamento, che però allo scoppio della guerra era divenuto insufficiente nel ruolo anti aereo, visto il rapidissimo sviluppo dell'aviazione nella seconda metà degli anni '30 e negli anni '40. La pianificazione militare della Regia Marina d'anteguerra aveva preso a confronto soprattutto la marina [[Francia|francese]] (dove molte unità erano costruite tenendo conto della velocità come fattore fondamentale) e si basava sul presupposto, teoricamente corretto ma in pratica superato dai fatti, che un'elevata velocità fungeva da protezione contro i siluri e le motosiluranti e permetteva agli incrociatori di attaccare in condizioni di superiorità e fuggire in condizioni di inferiorità (anche perché sovente piccole squadre veloci della flotta austro-ungarica erano riuscite a sottrarsi agli scontri, o a bombardare le coste adriatiche prima dell'arrivo della nostra flotta, durante la prima guerra mondiale). La minaccia rappresentata dalle mine venne invece, sorprendentemente, sottovalutata, malgrado le lezioni della prima guerra mondiale in Adriatico.
[[File:Giussan 1.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto da Giussano'' a Venezia]]
Negli [[anni 1930|trenta]] partecipò alle normali attività in tempo di pace della flotta come unità del 2º Squadrone, inclusi servizi connessi alla [[guerra civile spagnola]]. Il 10 giugno [[1940]] insieme al 1º Squadrone fece parte della IV Divisione Incrociatori e partecipò in luglio alla [[battaglia di Punta Stilo]], nel corso della quale lanciò un [[idrovolante]] per la ricognizione.
 
== Origini e caratteristiche ==
Eseguì una sortita per deporre [[mina navale|mine]] al largo di [[Pantelleria]] in agosto e per il resto dell'anno agì come copertura a distanza per convogli truppe e rifornimenti diretti in nord Africa.
La pianificazione militare della Regia Marina d'anteguerra aveva preso a confronto soprattutto la [[marina militare francese]] (dove molte unità erano costruite tenendo conto della velocità come fattore fondamentale) e si basava sul presupposto, teoricamente corretto ma in pratica superato dai fatti, che un'elevata velocità fungeva da protezione contro i siluri e le [[motosilurante|motosiluranti]] e permetteva agli incrociatori di attaccare in condizioni di superiorità e fuggire in condizioni di inferiorità (anche perché nella [[prima guerra mondiale]] sovente piccole squadre veloci della flotta austro-ungarica erano riuscite a sottrarsi agli scontri, o a bombardare le coste [[Mar Adriatico|adriatiche]] prima dell'arrivo della flotta italiana). La minaccia rappresentata dalle [[mina navale|mine]] e dai sommergibili venne invece sottovalutata, malgrado le lezioni della prima guerra mondiale in Adriatico.
 
Come tutte le unità della sua classe ed i successivi Diaz, era molto veloce ma praticamente priva di corazzature e protezioni (tra i 20 e i 40&nbsp;mm, con alcune aree pressoché scoperte), tanto che persino i proiettili da 102 e 120&nbsp;mm dei [[cacciatorpediniere]] britannici potevano perforarne lo scafo anche a distanze di tiro normali. Inoltre questa scarsa corazzatura era mal posizionata, essendo più estesa e pesante nel torrione (dove risiedevano gli organi di controllo del tiro) invece che attorno ai motori: questi erano infatti la parte più "pregiata" ed importante della nave, che doveva contare sulla velocità per rompere il contatto contro forze superiori. Per questo motivo le prime due classi dei Condottieri furono variamente detti "cartoni animati", "incrociatori di carta" o "incrociatori di carta velina". Carente era anche la protezione subacquea in confronto alle unità impostate dalla Regia Marina negli anni successivi. Buono (per l'epoca) risultava invece l'armamento, che però allo scoppio della guerra era divenuto insufficiente nel ruolo antiaereo, visto il rapidissimo sviluppo dell'aviazione nella seconda metà degli anni '30 e negli anni '40.
 
== Storia ==
[[File:Incrociatore Alberto di Giussano.jpg|thumb|left|Il Regio Incrociatore ''Alberto di Giussano'' nel [[1935]] in partenza per l'Africa orientale dal porto di Messina]]
 
L'unità venne impostata nel [[1928]] e varata il 27 aprile [[1930]].
 
[[File:Giussan 1.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''Alberto di Giussano'' a Venezia]]
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]] l'incrociatore partecipò alle normali attività in tempo di pace della flotta come unità del 2º Squadrone, inclusi servizi connessi alla [[guerra civile spagnola]]. Il 10 giugno [[1940]] insieme al 1º Squadrone fece parte della IV Divisione Incrociatori e partecipò in luglio alla [[battaglia di Punta Stilo]], nel corso della quale lanciò un [[idrovolante]] [[IMAM Ro.43]] per la ricognizione. Eseguì poi una sortita per deporre mine al largo di [[Pantelleria]] in agosto e per il resto dell'anno agì come copertura a distanza per convogli truppe e rifornimenti diretti in nord Africa.
 
Il 9 dicembre [[1941]], al comando del [[capitano di vascello]] Giovanni Marabotto, lasciò il [[porto di Palermo]] insieme alla nave gemella ''[[Alberico da Barbiano (incrociatore)|Alberico da Barbiano]]'' per trasportare rifornimenti urgenti di [[carburante]] per aerei a [[Tripoli]]. Tuttavia l'ammiraglio Toscano, comandante della IV Divisione, ritenendo, dopo l'avvistamento da parte della ricognizione aerea britannica, che la sorpresa (indispensabile per la riuscita della missione) fosse ormai sfumata, ordinò il rientro.
 
Il 12 dicembre, tuttavia, essendoci in Libia un disperato bisogno del carburante, i due incrociatori dovettero ripartire. [[Battaglia di Capo Bon|Vennero intercettati al largo di Capo Bon]] e affondati dai quattro cacciatorpediniere nemici (glii inglesibritannici ''[[HMS Sikh (F82)|Sikh]]'', ''[[HMS Legion (G74)|Legion]]'' e ''[[HMS Maori (F24)|Maori]]'' e l'olandese {{nave|Hr. Ms.|Isaac Sweers|1941|6}}) della 4th Destroyer Flotilla della [[Royal Navy]];: il ''Di Giussano'' reagì sparando tre salve, ma fu poi colpito da almeno due siluri del ''Maori'' (che ne aveva lanciati sei) e da colpi d'artiglieria; alcune tubazioni scoppiarono, ustionando i macchinisti e bloccando l'[[elica]] sinistra. L'incendio si sviluppò in maniera meno rapida e violenta che sul ''Da Barbiano'', ma la nave, immobilizzata ed in fiamme, dovette essere abbandonata e affondò, spezzandosi in due, alle 4.20 del 13 dicembre.
 
Morirono 283 uomini dei 720520 che componevano l'equipaggio. Da una testimonianza di un marinaio a bordo risulta che dopo essere colpita la nave si incendiò subito dopoimmediatamente e lo sversamento del carburante estese l'incendio nella zona di mare circostante. Alcuni marinai morirono tra le fiamme, mentre altri furono dispersi in mare. La scialuppa che teneva a bordo il comandante e alcuni ufficiali prese il largo mettendosi in salvo e lasciando sul campo molti marinai che trovarono la morte in mare. <ref>[http://salvatorefuca.splinder.com/post/19435482 salvatorefuca - Articoli e post su salvatorefuca trovati nei migliori blog<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
=== Comandanti nel periodo bellico ===
== Bibliografia ==
 
* Capitano di vascello Giuseppe Maroni dal 7 aprile 1939 al 5 maggio 1941;
Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina fra vittoria e sconfitta 1940-1943''
 
* Capitano di vascello Giovanni Marabotto dal 6 maggio al 13 dicembre 1941.
==Note==
<references/>
 
== Relitto ==
{{Classe Alberto di Giussano}}
Il relitto dell'incrociatore è stato ritrovato grazie alla spedizione "Altair", sponsorizzata da [[Cressi Sub|Cressi]], nel 2007.
Giace a un miglio circa dalla costa di [[Capo Bon]], a una profondità compresa tra i 60 ed i 70 metri.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Giorgio Giorgerini, ''La guerra italiana sul mare. La marina fra vittoria e sconfitta 1940-1943''
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
{{Classe Alberto di Giussano}}
{{Portale|marina}}
 
[[Categoria:Incrociatori della Regia Marina]]
[[Categoria:ImbarcazioniNaviglio militarimilitare della seconda guerra mondiale]]
[[Categoria:Navi costruite dall'Ansaldo]]