Chiaramonte: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Frereau (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
m Bot: http → https
 
(124 versioni intermedie di 53 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{ndnota disambigua}}
{{Casata
[[File:Chiaramonte.jpg|thumb|upright| Stemma dei Chiaramonte. Dal ''Nobiliario di Sicilia'' di Antonio Mango di Casalgerardo, Palermo 1912-1915.]]
|cognome = Chiaramonte
I '''Chiaramonte''' (forse riconducibili ai '''[[de Clermont]]''' di Francia; in alcuni scritti sono citati anche come '''Chiaromonte''') furono un'antica famiglia siciliana molto potente nel [[XIV secolo]]. Furono fra i rappresentanti più importanti e in vista della [[Fazione dei Latini|nobiltà ''Latina'']] in [[Sicilia]] e presero parte attiva alla vita politica della Sicilia.
|stemma1 = Famiglia Chiaramonte-Stemma.svg
|stemma2 = Famiglia Chiaramonte-Stemma (alt + crown).svg
|motto =
|blasonatura1 = Spaccato; nel 1º di rosso, al monte di cinque cime d'argento; nel 2º d'argento pieno.<ref name="Crollalanza 286">{{cita libro|url= https://archive.org/details/dizionariostoric01crol/page/286/mode/1up |autore= Giovan Battista di Crollalanza |titolo= Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti |città= Bologna |editore= Arnaldo Forni |anno= 1886 |volume= 1 |p= 286 |voce= Chiaramonte di Sicilia }}</ref>
|blasonatura2 = Di rosso, al monte di cinque cime d'argento. Corona di conte.<ref name="Crollalanza 286" /><ref>{{cita|Palizzolo|p. 146 e tav. XXIX}}</ref>
|stato = {{simbolo|Arms of the Aragonese Kings of Sicily(Crowned).svg}} [[Regno di Trinacria]]<br />{{simbolo|Arms Aragon-Sicily (Template).svg}} [[Regno di Sicilia]]
|casataderivazione = {{simbolo|Grandes armes de la famille de Clermont-Tonnerre.svg}} [[Clermont-Tonnerre|Clermont]]
|casataprincipale = Chiaramonte di Modica <small>(''estinta nel [[XV secolo]]'')</small>
|titoli = * [[Duca]] di [[Gerba]]
* [[Contea di Modica|Conte di Modica]]
* [[Conte]] di [[Chiaramonte Gulfi|Chiaramonte]]
* [[Conte]] di [[Malta]]
* [[Conte]] di [[Gozo]]
* [[Barone]] della [[Salfetta]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Agrigento]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Bivona]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Caccamo]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Castronovo di Sicilia|Castronovo]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Chiaramonte Gulfi|Chiaramonte]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Comiso]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Favara]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Lentini]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Licata]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Misilmeri]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[castello di Mussomeli|Mussomeli]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[castello di Palma di Montechiaro|Palma di Montechiaro]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Racalmuto]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Ragusa]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Scicli]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Siculiana]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Ispica|Spaccaforno]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Sutera]]
* [[Signore (titolo nobiliare)|Signore]] di [[Trapani]]
|fondatore = Verlando di Chiaramonte
|ultimosovrano =
|attualecapo =
|datafondazione = [[XI secolo]]
|dataestinzione =
|datadeposizione =
|etnia = [[Piccardia|piccarda]]
|ramicadetti = * Chiaramonte della Solfetta <small>(''estinto nel [[XVIII secolo]]'')</small>
}}
[[File:Famiglia Chiaramonte-Stemma (crown).svg|thumb|Stemma comitale di Casa Chiaramonte]]
Il '''Casato dei Chiaramonte''' (detti anche '''Chiaromonte''' o '''Chiaramonti''') fu una [[Parìa di Sicilia|famiglia nobile]] [[sicilia]]na di origine [[Piccardia|piccarda]].
 
Giunti in [[Sicilia]] ai tempi del Gran Conte [[Ruggero I d'Altavilla]], furono fra i rappresentanti più importanti e in vista della [[Fazione dei Latini|nobiltà ''Latina'']] ai tempi del [[Regno di Trinacria]] e presero parte attiva alla vita politica dell'isola nei secoli [[XIII secolo|XIII]] e [[XIV secolo|XIV]].
 
== Storia ==
=== Origine ===
Originari di una località francese chiamata ''Clairmont'', ''Clairemont'', probabilmente [[Clermont (Oise)|Clermont]] in [[Piccardia]], i più antichi componenti della famiglia, arrivati in Italia al seguito dei [[Normanni]], di cui si ha notizia, sono un Edgardo di Capua e un Ugo signore di [[Colubraro]] e [[Policoro]] (in [[Basilicata]]), vissuti tra la fine dell'[[XI secolo]] e l'inizio del [[XII secolo]]. Un ramo della famiglia si stabilì in Sicilia a cavallo fra il [[XIII secolo]] e il [[XIV secolo]] ed esattamente a [[Ragusa]].
La dinastia dei Chiaramonte sarebbe derivata dal casato francese dei [[Clermont-Tonnerre|Clermont]], originario della [[Piccardia]]<ref>{{cita|Palizzolo|p. 145}}</ref>.
Durante i regni di Pietro II d'Aragona (1337-1342) e di Ludovico suo figlio (1342-1355), i Chiaramonte, insieme ai [[Palizzi]] capeggiarono la [[fazione dei Latini|fazione Latina]] che combatteva quella dei [[Fazione dei Catalani|Catalani]]. A questa famiglia si deve la costruzione di vari castelli e palazzi. Da loro prende nome il cosiddetto stile chiaramontano, caratteristico dell'edilizia privata trecentesca siciliana, e che ha notevoli esempi nei castelli di [[Castello di Caccamo|Caccamo]], [[Castello di Mussomeli|Mussomeli]] e [[Castello di Alcamo|Alcamo]], e nelle pitture del [[Palazzo Chiaramonte-Steri|Palazzo Steri]] di [[Palermo]], la più splendida impresa dell'arte decorativa siciliana del [[XIV secolo|Trecento]], sede poi dei Viceré e dell'[[Inquisizione]].
 
I più antichi componenti della famiglia di cui si ha notizia (secondo alcuni scrittori lontani discendenti di [[Carlo Magno]]), arrivarono in Italia al seguito dei [[Normanni]], e furono un Edgardo di Capua, e un Ugo signore di [[Colubraro]] e [[Policoro]] (in [[Basilicata]]), vissuti tra la fine dell'[[XI secolo]] e l'inizio del [[XII secolo]].
[[File:Naro cortile del castello.jpg|thumb|Il cortile interno del [[castello di Naro]]]]
I Chiaramonte ebbero diversi territori. A loro si fanno risalire fra gli altri: la vasta signoria su [[Ragusa]], [[Modica]], [[Scicli]], [[Pozzallo]], [[Ispica]] e [[Chiaramonte Gulfi]] ([[provincia di Ragusa|RG]]), [[Naro]], [[Bivona]] ([[provincia di Agrigento|AG]]), [[Lentini]] (SR), sui castelli di [[Favara]], [[Palma di Montechiaro]], [[Racalmuto]] (AG), [[Gela]], il [[castello di Mussomeli]], il [[castello di Falconara]] presso [[Butera]] (CL), [[Alcamo]] (TP) e [[Caccamo]] (PA).
[[File:Castello_di_Caccamo.jpg||thumb|upright=1.2|[[Castello di Caccamo]]]]
Al culmine della loro potenza risiedevano stabilmente presso il [[Palazzo Chiaramonte-Steri|palazzo Steri]] a [[Palermo]] nel quale avevano stabilito la corte, vista la contiguità di tale famiglia con la Corte Reale, di cui erano "pari" e collaboratori.
Fra gli incarichi più importanti rivestiti dai componenti della famiglia Chiaramonte vi furono quello di Maresciallo dell'Impero, Gran [[Siniscalco]] del Regno, Vicario del Regno e Maestro [[giustiziere (funzionario)|Giustiziere]] del Regno.
 
[[File:Picardie in France (1789).svg|miniatura|270x270px|La [[Piccardia]], regione storica francese (qui raffigurata nei suoi confini del 1789) da cui sarebbero derivati i Chiaramonte]]
=== Personaggi ===
Gli esponenti che più legarono il loro nome alla storia di Sicilia furono:
* '''Manfredi I''' (m. [[1321]]) che fu signore del casale di [[Caccamo]] ereditato dalla madre Marchisia Prefolio e [[Conte di Modica]] grazie alla moglie [[Isabella Mosca]];
* '''Giovanni''', detto il giovane, avversario di [[Roberto d'Angiò]], dal quale fu fatto prigioniero a [[Isola di Lipari|Lipari]], nel [[1339]];
* '''Manfredi II''', che fu vicario generale del Regno (m. [[1353]]);
* '''[[Manfredi III Chiaramonte|Manfredi III]]''', conte di [[Modica]], [[Malta]] e [[Gozo]], e [[Vicario]] del [[Regno di Sicilia]] dal 1377 al 1391;
* '''[[Andrea Chiaramonte|Andrea]]''', che ereditò dal precedente tutti i possedimenti ed i titoli baronali.
 
=== In Sicilia ===
Dopo la morte di Andrea i Chiaramonte si estinsero: i beni furono confiscati e concessi al catalano [[Guglielmo Raimondo III Moncada|Guglielmo Raimondo Moncada]] ma soprattutto a [[Bernardo Cabrera]], investito poi nuovo conte di un ancor più ampia e ricca di privilegi [[Contea di Modica]].
Un ramo della famiglia si stabilì in [[Sicilia]], e la sua fondazione viene convenzionalmente attribuita a un Verlando di Chiaramonte<ref>{{cita|Palizzolo|pp. 145-146}}.</ref><ref>{{cita|Gaetani|p. 7}}.</ref>, giunto nell'isola al seguito di [[Ruggero I d'Altavilla]], che cacciò gli occupanti [[saraceni]] e divenne primo [[Conte di Sicilia]] nel 1062.
<!--
* '''[[Manfredi III Chiaramonte|Manfredi III]]''' (m. 1391), fu settimo [[conte di Modica]] e [[Ragusa]] e signore di molti castelli siciliani. Fu anche conte di [[Malta]] e [[Gozo]], duca di [[Gerba]] e Grande Ammiraglio. Avverso agli Aragonesi di Sicilia e alla nobiltà della fazione Catalana. Fu uno dei quattro [[Vicari]] durante il regno di [[Maria di Sicilia]], dal 1377 al 1391, per disposizione testamentaria di [[Federico IV di Sicilia|Re Federico IV d'Aragona]] e fu in realtà il vero signore della Sicilia. Nel 1389 diede in moglie la figlia [[Costanza Chiaramonte|Costanza]] a [[Ladislao I di Napoli|Ladislao d'Angiò-Durazzo]], Re di Napoli, che aveva bisogno delle ricchezze del suocero per proseguire le sue lotte contro [[Luigi II d'Angiò]], suo rivale per il trono napoletano.
Fu governatore di [[Messina]] fino al 1364, signore di [[Trapani]] ed [[Agrigento]], città demaniali che governava in nome del sovrano. In seguito alla spregiudicata impresa di conquista dell'Isola di [[Gerba]] (1388), presso [[Tunisi]], avvenuta con l'aiuto di galee inviate in suo aiuto dalla [[Repubblica di Genova]] e dalla [[Repubblica di Pisa]], ne ottenne il possesso e ne fu investito duca da [[papa Urbano VI]]([[1389]]). Nel 1391 si riunì insieme ai principali baroni dell'isola nel cosiddetto [[Giuramento di Castronovo]], volto ad organizzare una rivolta nazionale contro [[Martino I di Sicilia|Martino il Giovane]] sposo della principessa [[Maria di Sicilia]], rivolta appoggiata dalla Chiesa che, con [[Papa Bonifacio IX]], considerava nullo questo matrimonio per la parentela tra i due sposi, procugini, dispensati dall'[[Antipapa Clemente VII]] di cui dunque si dichiaravano seguaci. Ciò li rendeva ufficialmente usurpatori della corona e nemici della Chiesa, e i loro sudditi si dovevano considerare sciolti dal dovere di ubbidienza nei loro confronti.
[[File:Alcamo Burg.jpg|thumb{{subst:#ifeq:{{subst:#expr: (((250 / 220) round 1) <= 1.1) and (((250 / 220) round 1) >= 0.9)}}|0|{{subst:!}}upright{{subst:#ifeq:{{subst:#expr: (((250 / 220) round 1) <= 0.8) and (((250 / 220) round 1) > 0.7)}}|0|={{subst:#expr: (250 / 220) round 1}}}}}}|Castello dei conti di Modica, [[Alcamo]]]]
 
Un Ugone di Chiaramonte fu presente all'incoronazione di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II d'Altavilla]] a [[Sovrani di Sicilia|primo Re]] [[Regno di Sicilia|di Sicilia]] nel 1130<ref>{{cita|Inverges|pp. 166-167}}.</ref>; da detto Ugone, che era un piccolo feudatario, discesero i fratelli palermitani Atanasio, Nicolò, Pietro e Federico Chiaramonte.<ref>{{cita libro|autore=V. Agnesi|titolo=Personaggi ed episodi della storia di Sicilia|editore=Flaccovio|anno=1976|p=146}}</ref><ref name="fratelli">{{cita|Melfi|p. 714}}.</ref>
* '''[[Andrea Chiaramonte|Andrea]]''' successore e parente di Manfredi III, ne proseguì la politica anti-aragonese. Fu l'ultimo conte di Modica di questa famiglia. Nonostante i suoi sforzi, il partito di Martino il Giovane, sostenuto dal padre [[Martino I di Aragona|Martino il Vecchio]], riuscì a occupare gran parte del territorio siciliano anche grazie all'ammiraglio aragonese Bernat o [[Bernardo Cabrera]], che ottenne anche la sottomissione degli altri tre Vicari del Regno e di alcune città demaniali. Andrea Chiaramonte, sostenuto dalla città di Palermo, in cui si era rifugiato, ritenne di sostenere il forte assedio nemico forte delle sue convinzioni legittimiste, ma dopo circa un mese dovette iniziare le trattative di resa. In un primo tempo, accolto benevolmente dai nuovi sovrani ''de facto'', se non ''de jure'', pensò di poterne ottenere il perdono; arrestato poi a tradimento, nonostante le esplicite promesse d'incolumità personale, fu processato e giustiziato per decapitazione il 1º giugno [[1392]] a Palermo, di fronte al suo [[Palazzo Chiaramonte-Steri|palazzo]] in Piazza Marina. Il tentativo legittimista, sostenuto anche dalla Chiesa di Roma, tramontava così insieme alla famiglia Chiaramonte. Il 5 giugno, pochi giorni dopo l'uccisione del conte Andrea, il suo immenso feudo veniva assegnato a quel [[Bernardo Cabrera]] che tanto aveva fatto per ottenere un regno al suo sovrano. -->
 
Col fine di sancire la definitiva sottomissione del partito Chiaramontano, che faceva capo alla famiglia Chiaramonte, fu convocato il primo [[Generale Parlamento di Sicilia|Parlamento Generale di Sicilia]] nel Monastero di San Domenico a [[Randazzo]] da [[Federico III di Sicilia]] il ''Semplice''<ref>{{Cita libro|titolo=La Sicilia "dall'êra paleolitica al 1960 d.C.", le sue città "dal 15000 a.C. al 1960 d.C.", la regione siciliana "dal 1946 al 1960 d.C.", le Isole Eolie pantelleria ed ustica - autore Santo Policastro · anno 1961|p=136|citazione=La posizione geografica di Randazzo , attirò l'attenzione dell'imperatore Federico II di Svevia che fece di essa il centro ... XIV e quando Federico il Semplice marciò contro Chiaramonte , fu Randazzo ad ospitare la Regina , come città ...}}</ref>.
== Castelli chiaramontani ==
 
Furono edificati, rifondati o modificati da esponenti della famiglia Chiaramonte i seguenti castelli, parzialmente conservati: [[Castello di Camastra|Camastra]], [[Castello di Carini|Carini]], [[Castello di Chiaramonte Gulfi|Chiaramonte Gulfi]], [[Castello di Comiso|Comiso]], [[Castello di Favara|Favara]], [[Castello di Modica|Modica]] (nella "capitale" dell'omonima [[Contea di Modica]]), [[Castello di Palma di Montechiaro|Montechiaro]] (oggi nel comune di [[Palma di Montechiaro]]), [[Castello di Motta Santo Stefano|Motta Santo Stefano]], [[Castello di Mussomeli|Mussomeli]] (nella città fondata da [[Manfredi III Chiaramonte|Manfredi III]]), [[Castello di Naro|Naro]], [[Castello di Racalmuto|Racalmuto]], [[Castello di Ragusa|Ragusa]], [[Castello di Siculiana|Siculiana]], [[Castello di Sperlinga|Sperlinga]], [[Castello di Sutera|Sutera]] (solo ruderi).
=== Ascesa ===
Atanasio fu [[patriarca di Alessandria d'Egitto|patriarca di Alessandria]] dal 1216 al 1227, quando [[Re di Sicilia]] era [[Federico II di Svevia]]<ref>{{cita|Inverges|p. 167}}.</ref>; [[Niccolò Chiaramonte|Niccolò]] († 1227), [[Ordine Cistercense|O.Cist.]], nominato da [[papa Onorio III]] nel 1219, con il [[titolo cardinalizio|titolo]] di [[Sede suburbicaria di Frascati|cardinale-vescovo di Frascati]], partecipò all'[[elezione papale del 1227]] in cui fu eletto [[papa Gregorio IX]].<ref>{{cita web|url=http://cardinals.fiu.edu/bios1219-ii.htm#Chiaramonte|titolo=The Cardinals of the Holy Roman Church - Chiaramonte|accesso=5 gennaio 2019|lingua=en}}</ref><ref name="giacomo"/><ref name="nicolo">{{cita|Inverges|p. 168}}.</ref>; Pietro fu abate nel convento di Santa Maria delle Grotte di [[Marsala]] nel 1220<ref name="fratelli"/>; Federico fu armato [[cavaliere]] dal medesimo papa Onorio III e ricevette da questi la [[rosa d'oro]] papale, e nel privilegio che gli viene conferito dal Sommo Pontefice è indicato discendente dell'imperatore Carlo Magno, e lo obbliga di combattere contro i Saraceni, gli infedeli e gli scismatici<ref name="nicolo"/>:
:''ut posset pugnare pro justitia et honorem Dei et etiam propter Sanctam Romana Ecclesiam, et maxime contra Saracenis et Infedeles et scismaticos ut classis temporibus semper facerunt potentissimi et magnificentissimi Principes de domo Christianissimi Magni Caroli Regis Franciae de qua ille Verlandus de Claramonte ortum ducit, et vos etiam descenditis.''<ref>{{cita|Melfi|pp. 714-715}}.</ref>
 
Detto Federico, fu signore di [[Sutera]], e con lui ebbe inizio l'ascesa politica ed economica dei Chiaramonte: sposò in [[Agrigento|Girgenti]] la nobildonna Rosalia Prefoglio detta ''Marchisia'', figlia del ''miles'' Pietro, signore di [[Ragusa]], e sorella di Federico, signore di [[Caccamo]], al quale, alla sua morte succedette nei beni e nella signoria che amministrò, e nella sua città dimorò sempre, con il marito, fino alla morte avvenuta nel 1330.<ref>{{cita libro|autore=S. Biondi|titolo=La donna nella storia di una città: Agrigento|opera=Il femminile tra Oriente e Occidente: religioni, letteratura, storia, cultura|editore=Città Nuova Editrice|anno=2005|pp=235-238}}</ref> Da Federico I Chiaramonte e da Marchisia Prefoglio nacquero in Girgenti diversi figli, fra i quali Manfredi, Giovanni e Federico.<ref>{{cita pubblicazione| autore= A. Marrone| titolo= Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) | opera= Mediterranea : ricerche storiche. Quaderni vol. 1|anno= 2006| editore= Associazione Mediterranea| p=134}}</ref>
 
Nonostante le origini francesi, durante le [[guerre del Vespro]] iniziate in Sicilia nel 1282 in rivolta ai dominatori [[Angioini]], i Chiaramonte si schierarono dalla parte del partito legittimista che chiese a [[Pietro III d'Aragona]], marito della regina [[Costanza II di Sicilia]], di cingersi della Corona di [[Re di Sicilia]]. All'ascesa al trono, nel [[1296]], di [[Federico III di Sicilia|Federico III]] - fratello minore del re [[Giacomo II di Aragona]] - a [[Re di Sicilia]], [[Manfredi I Chiaramonte|Manfredi Chiaramonte Prefoglio]] († 1321), per aver servito il re Federico III di Sicilia nella sua guerra contro gli Angioini, fu da questi premiato nel 1296 con la concessione della [[Contea di Modica]], confiscata al cognato Manfredi Mosca, accusato di essere ribelle. La [[Contea di Modica]], nel [[Val di Noto]], comprendeva le città e le terre di Modica, [[Biscari]], [[Comiso]], [[Giarratana]], Gulfi, [[Monterosso Almo|Monterosso]], Odogrillo, Ragusa, [[Scicli]] e [[Spaccaforno]]<ref>{{cita|Gaetani|p. 5}}.</ref>, ed era uno dei più vasti domini feudali della Sicilia. A Manfredi, che fu [[siniscalco|Gran siniscalco del Regno]], succedette il figlio [[Giovanni II Chiaramonte|Giovanni]] († 1342), il quale, diversamente da suo padre adottò una linea politica filoangioina. Durante i regni di [[Pietro II di Sicilia]] (1337-1342) e di [[Ludovico di Sicilia|Ludovico]] suo figlio (1342-1355), i Chiaramonte, insieme ai [[Palizzi]] capeggiarono la [[fazione dei Latini|fazione Latina]] che combatteva quella dei [[Fazione dei Catalani|Catalani]].
 
=== XIV secolo ===
Il nobile e ''miles'' [[Giovanni I Chiaramonte|Giovanni Chiaramonte Prefoglio]] († 1339), Gran siniscalco del Regno e [[capitano generale]] dell'esercito, fratello di Manfredi, fu sposato con la nobildonna Lucca Palizzi, figlia di [[Nicolò Palizzi|Nicolò]], che lo rese padre di otto figli, tra cui Manfredi, Enrico, Federico e Giacomo. Il fratello minore Federico II († 1311), fu signore di Racalmuto e Siculiana, e sposato con la nobildonna Giovanna Camerario, figlia di Cataguerra, ebbe due figlie, Giovanna e Costanza.<ref>{{cita|Marrone|pp. 144-145}}.</ref>
 
[[Manfredi II Chiaramonte|Manfredi Chiaramonte Palizzi]] († 1353), I conte di Chiaramonte dal 1335, e successore al titolo di Conte di Modica del cugino Giovanni ''il Giovane'' perché morto senza eredi maschi, fu capitano di [[Palermo]] e uno dei quattro vicari del [[Regno di Sicilia]]. Fu suo unico discendente [[Simone Chiaramonte|Simone, VI conte di Modica]] († 1356), siniscalco del Regno, che ostile alla Corona d'Aragona fu dichiarato ribelle dal Re Ludovico, da cui gli vennero confiscati i suoi titoli e beni nel 1353<ref>{{cita|Inverges|p. 274}}.</ref>; Enrico († 1353), regio milite, fu maestro razionale del Regno, e vicario del Re nel 1348<ref>{{cita|Inverges|p. 290}}.</ref><ref>{{cita|Marrone|p. 147}}.</ref>; Giacomo, fu [[governatore]] di [[Nicosia (Italia)|Nicosia]] nel 1354, ed ebbe il privilegio di coniare e spender [[moneta]] di rame con l'impronta della sua effigie e con lo stemma della sua famiglia, la quale moneta fu detta ''Giacobina''.<ref name="giacomo">{{cita|Palizzolo|p. 146}}.</ref><ref>{{cita|Inverges|p. 284}}.</ref>
 
I Chiaramonte recuperarono il possesso delle contee di Modica e di Chiaramonte e degli altri possessi feudali nel 1360: [[Federico III Chiaramonte|Federico Chiaramonte Palizzi]] († 1363), figlio di Giovanni ''il Vecchio'', entrato in fedeltà agli Aragonesi, gli fu concessa la Contea di Modica in quanto successore del nipote Simone, che dal matrimonio con Venezia Palizzi non ebbe figli<ref>{{cita|Gaetani|p. 18}}.</ref>; fu vicario generale del Regno di Sicilia, Maestro giustiziere, governatore, pretore e capitano giustiziere di Palermo (1361-1363).<ref>{{cita|Gaetani|pp. 18-19}}.</ref> La Contea di Chiaramonte passò invece a Giovanni Chiaramonte Moncada († 1374), figlio di Enrico, che fu signore di [[Bivona]], di [[Misilmeri]] e di Sutera, siniscalco del Regno, castellano e capitano dell'[[Gerba|Isola di Gerba]], fondò a [[Naro]] il convento dei [[Frati francescani]] nel 1362, e fu sposato con la nobildonna Isabella Ventimiglia Lauria, figlia di [[Francesco II Ventimiglia|Francesco, XVI conte di Geraci]], da cui ebbe una sola figlia, Costanza, moglie di Giovanni Peralta d'Aragona, figlio di [[Guglielmo Peralta|Guglielmo, conte di Caltabellotta]].<ref>{{cita|Inverges|pp. 288-305}}.</ref><ref>{{cita|Marrone|pp. 139-141}}.</ref>
 
Matteo Chiaramonte Moncada († 1369), figlio di Federico, VIII conte di Modica, fu [[siniscalco]] a vita del Regno dal 1361, giustiziere del Regno dal 1365 e capitano di Naro dal 1366.<ref>{{cita|Marrone|pp. 138-139}}.</ref> Dal suo matrimonio con la nobildonna Giacomina (o Jacopella) Ventimiglia, figlia del conte Francesco, nacquero tre figli, di cui uno Federico detto ''Federichello'', premortogli in tenera età.<ref>{{cita|Inverges|p. 324}}.</ref> Gli succedette nel possesso della Contea di Modica e degli altri suoi beni il cugino [[Manfredi III Chiaramonte|Manfredi]] († 1391), figlio naturale del conte Giovanni II.<ref>{{cita|Inverges|p. 329}}.</ref><ref>{{cita|Marrone|p. 141}}.</ref>
 
Detto Manfredi, IX conte di Modica, III conte di Chiaramonte, fu signore di molti castelli siciliani. Fu anche conte di [[Malta]] e [[Gozo]], duca di [[Gerba]] e [[ammiraglio|Grande ammiraglio]]. Avverso agli Aragonesi di Sicilia e alla nobiltà della fazione Catalana, fu uno dei quattro vicari durante il regno di [[Maria di Sicilia]], dal 1377 al 1391, per disposizione testamentaria di [[Federico IV di Sicilia|Re Federico IV d'Aragona]]. Governatore di [[Messina]] fino al 1364, fu signore di [[Trapani]] e di Agrigento, città demaniali che governava in nome del sovrano. Nel 1391 si riunì insieme ai principali baroni dell'isola nel cosiddetto [[Giuramento di Castronovo]], volto ad organizzare una rivolta nazionale contro [[Martino I di Sicilia|Martino d'Aragona]] sposo della Principessa Maria, rivolta appoggiata dalla [[Chiesa cattolica|Chiesa]] che, con [[Papa Bonifacio IX]], considerava nullo questo matrimonio per la parentela tra i due sposi, procugini, dispensati dall'[[Antipapa Clemente VII]] di cui dunque si dichiaravano seguaci.
 
A Manfredi III Chiaramonte, succedette nei titoli e nelle cariche, il figlio [[Andrea Chiaramonte]] († 1392), che ne proseguì la politica anti-aragonese. Fu l'ultimo conte di Modica di questa famiglia, nonostante i suoi sforzi. Il partito di Martino ''il Giovane'', sostenuto dal padre [[Martino I di Aragona|Martino ''il Vecchio'']], riuscì a occupare gran parte del territorio siciliano anche grazie all'ammiraglio aragonese [[Bernardo Cabrera]], che ottenne anche la sottomissione degli altri tre Vicari del Regno e di alcune città demaniali. Andrea Chiaramonte, sostenuto dalla città di Palermo, in cui si era rifugiato, ritenne di sostenere il forte assedio nemico forte delle sue convinzioni legittimiste, ma dopo circa un mese dovette iniziare le trattative di resa. In un primo tempo, accolto benevolmente dai nuovi sovrani '''de facto'', se non ''de jure'', pensò di poterne ottenere il [[perdono]]<ref>{{cita|Gaetani|p. 25}}.</ref>; arrestato poi a tradimento, nonostante le esplicite promesse d'incolumità personale, fu processato e giustiziato per [[decapitazione]] il 1º giugno 1392 a Palermo, di fronte al suo palazzo in Piazza Marina. Il tentativo legittimista, sostenuto anche dalla Chiesa di Roma, tramontava così insieme alla famiglia Chiaramonte. Il 5 giugno, pochi giorni dopo l'uccisione del Conte Andrea, il suo immenso feudo veniva assegnato al Cabrera che tanto aveva fatto per ottenere un regno al suo sovrano. Con la morte di Andrea non si estinse però la famiglia Chiaramonte, spogliata di tutti i titoli e beni feudali, ma con l'unico figlio dell'ultimo Conte di Modica, di nome Giovanni.<ref name="estinzione">{{cita|Gaetani|pp. 27-28, nota C}}.</ref> Enrico Chiaramonte, figlio naturale di Matteo, VIII conte di Modica, sperò di vendicarlo con la ripresa di Palermo nell'aprile 1393, ma, tradito e deluso, esulò nel 1412 a Gaeta.
 
Ancora fiorente fu invece il ramo minore dei baroni della Salfetta, che derivava da Ugone Chiaramonte, figlio cadetto di Giovanni ''il Vecchio'' e dunque fratello minore del Conte Manfredi II, che godette di nobiltà nella città di [[Caltagirone]].<ref>{{cita libro|autore=F. Aprile|titolo=Cronologia universale della Sicilia|url=https://archive.org/details/bub_gb_C5gfCKZY_dwC|editore=|città=Palermo|anno=1725|p=[https://archive.org/details/bub_gb_C5gfCKZY_dwC/page/n188 164]}}</ref> Un Giorlando tenne la carica di [[capitano di giustizia]] in detta città nel 1575-76 e, con privilegio dato a 20 maggio esecutoriato a 2 agosto 1576, ottenne la concessione del titolo di nobile col ''[[Don (trattamento)|don]]''; un Antonio († 1636), figlio del precedente<ref name="estinzione"/>, dottore in leggi, fu giudice pretoriano di Palermo nel 1592-93, e, con privilegio dato a 26 giugno esecutoriato a 30 agosto 1622, venne nominato giudice del [[Concistoro|Tribunale del Concistoro]]; un Giacomo, fu capitano di Caltagirone negli anni 1600, 1604 e 1623<ref>{{cita|Gaetani, Parte III, Libro IV|pp. 474-475, 477}}.</ref>; un Carlo fu capitano di giustizia della città di Caltagirone negli anni 1679, 1680-81, 1685-86 e 1691-92, proconservatore nel 1680 e 1694, e patrizio di detta città nel 1682-83 e 1689-90.<ref>{{cita|Gaetani, Parte III, Libro IV|pp. 481-489}}.</ref>
 
Il ramo calatino dei Chiaramonte si estinse in linea maschile nel [[XVIII secolo]] e confluì nella [[Bonanno (famiglia siciliana)|famiglia Bonanno]] del ramo dei baroni di Rosabia, che si cognomarono ''Bonanno Chiaramonte''.<ref>{{cita libro|autore=|titolo=Rivista del Collegio Araldico|volume=30|editore=Collegio Araldico|anno=1931|p=511}}</ref>
 
== Palazzi, ville e castelli ==
A questa famiglia si deve la costruzione di vari castelli e palazzi. Da loro prende nome il cosiddetto [[stile chiaramontano]], caratteristico dell'edilizia privata trecentesca siciliana, e che ha notevoli esempi nei castelli di [[Castello di Caccamo|Caccamo]], [[Castello di Mussomeli|Mussomeli]] e {{chiarire|[[Castello di Alcamo|Alcamo]]}}, e nelle pitture del [[Palazzo Chiaramonte-Steri|Palazzo Steri]] di [[Palermo]], la più splendida impresa dell'arte decorativa siciliana del [[XIV secolo|Trecento]], sede poi dei Viceré e dell'[[Inquisizione]].
Furono edificati, rifondati o modificati da esponenti della famiglia Chiaramonte i seguenti castelli, parzialmente conservati: [[Castello di Camastra|Camastra]], [[Castello di Carini|Carini]], [[Castello di Chiaramonte Gulfi|Chiaramonte Gulfi]], [[Castello di Comiso|Comiso]], [[Castello di Favara|Favara]], [[Castello di Modica|Modica]] (nella "capitale" dell'omonima [[Contea di Modica]]), [[Castello di Palma di Montechiaro|Montechiaro]] (oggi nel comune di [[Palma di Montechiaro]]), [[Castello di Motta Santo Stefano|Motta Santo Stefano]], [[Castello di Mussomeli|Mussomeli]] (nella città fondata da [[Manfredi III Chiaramonte|Manfredi III]]), [[Castello di Naro|Naro]], [[Castello di Racalmuto|Racalmuto]], [[Castello di Ibla|Ragusa]], [[Castello di Siculiana|Siculiana]], [[Castello di Sperlinga|Sperlinga]], [[Castello di Sutera|Sutera]] (solo ruderi).
 
<gallery>
File:Palazzo steri6.jpg|<small>Palermo, il palazzo dei Chiaramonte o ''[[Palazzo Chiaramonte-Steri|Steri]]'' (da ''[[Hosterium Magnum]]''), XIV sec.secolo</small>
File:Palermo-Palazzo-Chiaramonte-bjs2007-05.jpg|<small>Palermo, ''Palazzo Steri'', cortile interno.</small>
File:Palermo-Palazzo-Chiaramonte-bjs2007-07.jpg|<small>Palermo, ''Palazzo Steri'', finestra del [[piano nobile.]]</small>
File:Palazzo-contea.JPG|<small>[[Modica]], ingresso del [[Castello di Modica|castello dei Conti.]]</small>
File:Portale cappella.jpg|<small>[[Favara]], portale della cappella del [[castello Chiaramonte.]]</small>
File:castello_chiaromonte_palma_montechiaroCastello chiaromonte palma montechiaro.jpg|<small>[[Palma di Montechiaro]]: il [[Castello Chiaramonte (Palma di Montechiaro)|castello chiaromontano.]]</small>
File:Castello di Mussomeli, panoramica.JPG|[[Mussomeli]]. Il [[Castello di Mussomeli]] manfredonico-chiaramontano, eretto nel XIV secolo.
File:Naro cortile del castello.jpg|Il cortile interno del [[castello di Naro]].
File:Castello_di_Caccamo.jpg|[[Castello di Caccamo]].
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|autore=A. Inverges|titolo=La Cartagine Siciliana|editore=|città=Palermo|anno=1650|cid=Inverges}}
*{{cita libro|autore=F. M. Emanuele e Gaetani, marchese di Villabianca |titolo=Della Sicilia nobile. Parte Seconda.|volume=4|editore=Stamperia de' Santi Apostoli| città=Palermo|anno=1757|cid=Gaetani}}
*{{cita libro|autore=[[Vincenzo Palizzolo Gravina]], barone di Ramione|titolo=Il Blasone in Sicilia|url=https://archive.org/details/palizzolo-blasone-sicilia/page/144/mode/2up?view=theater|editore=Visconti & Huber|città=Palermo|pp=145-146 e tav. 29 |anno=1871-75|cid=Palizzolo}}
*{{cita pubblicazione |autore= C. Melfi di San Giovanni|titolo=La famiglia Chiaramonte conti di Modica |rivista= Giornale araldico-storico-genealogico|editore= Istituto araldico armerista italiano|anno= 1912|cid=Melfi}}
*{{cita libro|autore=V. Guardo|titolo=I conti di Mohac: (i Chiaramonte e le lotte feudali nella Sicilia del XIV secolo)|editore=Editrice meridionale|città=Ispica|anno=1974|cid=Guardo}}
*{{cita libro|autore=F. L. Oddo|titolo=La presenza politica dei Chiaramonte nel Trecento siciliano|editore=Litotipografia Abate|città=Trapani|anno=1997|cid=Oddo}}
*{{cita libro|autore=P. Sardina|titolo=Palermo e i Chiaromonte, splendore e tramonto di una signoria. Potere nobiliare, ceti dirigenti e società tra XIV e XV secolo|editore=Sciascia| città=Caltanissetta|anno=2003|isbn=88-8241-163-X}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{EI|nome=CHIARAMONTE|nomeurl=chiaramonte|autore=C. A. Garufi|anno=1931|accesso=4 gennaio 2019}}
* [http://www.palermonelmedioevo.com/galleria%20caccamo/index.htm galleria di foto sul castello di Caccamo]
*{{cita web|url=http://www.bibliotecacentraleregionesiciliana.it/mango/cerviglio.htm|titolo=Nobiliario di Sicilia da Cerviglio a Chinico|accesso=4 gennaio 2019}}
* [http://mussomelicastle.megablog.it/ sito sul castello di Mussomeli]
*{{cita web|url=https://www.mussomelilive.altervista.org/casata_chiaramonte.htm|titolo=La casata dei Chiaramonte|accesso=6 gennaio 2019}}
* [http://www.prolocofavara.it/ Sito della Proloco Castello Chiaramonte di Favara]
*{{Cita web|url=https://famiglie-nobili.com/linkscatid526|titolo=Famiglia Chiaramonte}}
{{Vespri siciliani}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|sicilia|storia di famiglia}}
 
[[Categoria:FamiglieChiaramonte| siciliane]]
[[Categoria:PersoneFamiglie legatenormanne ain ModicaItalia meridionale]]
[[Categoria:Persone legate ai Vespri siciliani]]
[[Categoria:Persone legate a Ragusa]]