Arco di Traiano (Ancona): differenze tra le versioni

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{{Sito archeologico
[[File:Ancona.jpg|thumb|Veduta dell'Arco di Traiano dal fornice dell'[[Arco Clementino]], con il [[Duomo di Ancona|Duomo]] sullo sfondo]]
[[File:28AnconaTraiano.jpg|thumb|L'Nome = Arco di Traiano di Ancona]]
|Immagine = Arco di traiano, riflesso.jpg
|Civiltà = [[Civiltà romana|Romana]]
|Utilizzo = Arco trionfale
|Stile =
|Epoca = [[II secolo]] d.C.
<!-- Localizzazione -->
|Stato = ITA
|Suddivisione3 = Ancona
<!-- Dimensioni -->
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<!-- Amministrazione -->
|Visitabile = Si
|Sito_web =
}}
L{{'}}'''arco di Traiano''' di [[Ancona]] è un [[arco trionfale]] attribuito ad [[Apollodoro di Damasco]], fatto costruire nel II secolo d.C. dal [[Senato romano]] per esprimere la propria riconoscenza all'imperatore [[Traiano#Traiano il costruttore|Traiano]] il quale aveva ampliato il porto di Ancona a proprie spese, rendendo più sicuro l'accesso d'Italia, come informa l'iscrizione posta sull'attico, ancora ben leggibile.<ref>{{Cita web|url=https://www.portoanticoancona.it/cosa-vedere-porto-ancona/arco-di-traiano/|titolo=Arco di Traiano - monumenti di ancona {{!}} Porto Antico Ancona|lingua=it|accesso=2 novembre 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rivieradelconero.info/it/arco-di-traiano/|titolo=L'Arco di Traiano il segno della città di Ancona {{!}} Riviera del Conero|autore=Super User|lingua=it|accesso=2 novembre 2021}}</ref>
 
Ha un singolo [[fornice]] affiancato da due coppie di [[stile corinzio|colonne corinzie]] scanalate. Le sue caratteristiche più salienti sono le proporzioni, più slanciate rispetto ad altri archi romani, e lo stretto rapporto con il mare, sorgendo sul [[molo]] del [[porto di Ancona]] fatto costruire nel I secolo dall'imperatore Traiano. È uno dei simboli architettonici principali della città.
L''''arco di Traiano''' di [[Ancona]] rappresenta una delle testimonianze monumentali più preziose dell'architettura romana.
== Storia e descrizione ==
[[Immagine:Ancona.jpg|miniatura|sinistra|Veduta dell'Arco di Traiano dal fornice dell'[[Arco Clementino]], con il [[Duomo di Ancona|Duomo]] sullo sfondo (prima della demolizione dei magazzini)]]
[[Immagine:Traiano AN 2012.jpg|miniatura|Arco di Traiano.]]
[[Immagine:Arco di Traiano in lontananza.JPG|miniatura|sinistra|Stessa veduta dell'immagine precedente, dopo la demolizione dei magazzini]]
=== Origine ===
Venne eretto, in [[marmo proconnesio]]<ref>Sino al restauro del 2000, si riteneva che il marmo fosse quello [[Imetto|imezio]]. Vedi: Pasquino Pallecchi, ''Conoscenza e conservazione: il restauro dell'Arco di Traiano di Ancona'', in "Dalla Valdelsa al Conero. Ricerche di archeologia e topografia storica in ricordo di Giuliano de Marinis. Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana". Supplemento 2 al n. 11/2015, All’Insegna del Giglio, 2016 (pagine 137-143).</ref>, dal [[SPQR|Senato e dal popolo di Roma]], probabilmente ad opera dell'architetto siriano [[Apollodoro di Damasco]], per onorare l'imperatore che aveva donato ai naviganti un più sicuro accesso all'Italia, avendo fatto ampliare, a proprie spese, il porto della città. Questo è ciò che si legge, infatti, nella stessa iscrizione dell'arco<ref name=iscrizione>Per l'iscrizione si veda il seguente testo di [[Luigi Canina]]: {{cita testo|url=https://archive.org/details/gri_33125008739472|titolo=''L'Architettura antica descritta e dimostrata coi monumenti''}}</ref>.
[[File:058_Conrad_Cichorius,_Die_Reliefs_der_Traianssäule,_Tafel_LVIII.jpg|miniatura|upright=1.7|La scena 58 della Colonna Traiana, in cui è rappresentato l'arco di Ancona]]
 
==== Datazione ====
Elegantissimo, venne eretto dal Senato e dal popolo di Roma nel [[100]]-[[116]] d.C. probabilmente ad opera dell'architetto siriano [[Apollodoro di Damasco]] in [[marmo proconnesio]], in onore dell'imperatore che aveva fatto ampliare, a proprie spese, il porto della città. Da qui lo stesso [[Traiano]] partì per la vittoriosa guerra contro i [[Daci]], episodio riportato sui bassorilievi della [[Rilievi della colonna Traiana#Seconde campagne militari del 105 e 106|scena 58]] della [[Colonna Traiana]], a [[Roma]]<ref>Fiorella Festa Farina, ''Tra Damasco e Roma. L'architettura di Apollodoro nella cultura classica'' - L'Erma di Bretschneider, Roma 2001; Salvatore Settis, ''La Colonna Traiana'', Torino 1988, pag 397, tavola 139; Mario Luni - ''L'Arco di Traiano e la riscoperta nel Rinascimento'', in Studi Miscellanei II vol. a cura del dipartimento di Scienze Storiche ed Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza" - edit. L'Erma di Bretschneider - 1996 - ISBN 887062-917-1; [http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/emilia/col/colonna/calvino.htm racconto delle guerre daciche fatto da Italo Calvino] in base ai rilievi della colonna</ref>.
La data di costruzione dell'opera ruota attorno al 100 d.C.<ref name="data">Fabio Mariano, ''Architettura nelle Marche'', Nardini, 1995 (pagina 52). ISBN 9788840411187</ref>, ma l'anno preciso è incerto: infatti si rivela un'incongruenza tra la data desumibile dalla lettura dell'iscrizione centrale dell'arco e la data desumibile dalle immagini della Colonna Traiana che rappresentano Ancona. L'iscrizione dell'arco indurrebbe a datare il completamento dell'arco al 117 d.C., dal momento che Traiano viene chiamato "per nove volte imperatore" e che egli salì al potere a seguito della morte dell'imperatore [[Nerva]] nel gennaio del 98. Nella [[Colonna Traiana]] a [[Roma]], nella [[Rilievi della colonna Traiana#Seconde campagne militari del 105 e 106|scena 58]] si vede però l'arco di Ancona attorniato dalle navi in partenza per la [[Conquista della Dacia#Seconda campagna|seconda guerra dacica]], avvenuta nel 105 d.C.<ref>{{CIL|14|4543}}</ref>. Come può essere rappresentato un arco realizzato nel 117 d.C. in una scena avvenuta nel 105 d.C.? La spiegazione fornita dagli studi più recenti è questa: l'arco di Ancona fu realizzato intorno al 100 d.C. e portava nell'attico le statue di tre divinità, volte verso il mare; con questo aspetto fu rappresentato nella Colonna Traiana. Poi, nel 114 - 115, fu dedicato all'imperatore e vennero aggiunte sull'attico le statue di Traiano, sua moglie e sua sorella, volte verso la terraferma; in quest'occasione fu modificata o realizzata ex-novo l'iscrizione<ref name=data/>.
 
==== Aspetto originario ====
Le proporzioni dell'arco di Ancona, particolarmente slanciate rispetto agli altri archi romani conservati, sono la sua caratteristica più saliente, insieme allo stretto rapporto con il mare.
Tornando alla [[Rilievi della colonna Traiana#Seconde campagne militari del 105 e 106|scena 58 della Colonna Traiana]], si può notare come essa rappresenti [[Traiano]] mentre arringa i suoi uomini, in procinto di imbarcarsi dal porto di Ancona per la seconda vittoriosa campagna militare contro i [[Daci]]. Nella scena si vede l'arco di Ancona sormontato da tre statue di divinità che sono state identificate in [[Nettuno (divinità)|Nettuno]] (al centro), [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] (a sinistra) e [[Portuno]] (a destra). La scelta delle tre divinità è evidentemente motivata dal loro legame con la navigazione: Nettuno in quanto dio del mare, Portuno, suo figlio, in quanto dio dei porti, Mercurio in quanto dio dei viaggiatori<ref>Per la rappresentazione dell'Arco di Traiano di Ancona nella Colonna Traiana si vedano:
*Fiorella Festa Farina, ''Tra Damasco e Roma. L'architettura di Apollodoro nella cultura classica'' - L'Erma di Bretschneider, Roma 2001;
*Salvatore Settis, ''La Colonna Traiana'', Torino 1988 (pag 397, tavola 139);
*Mario Luni - ''L'Arco di Traiano e la riscoperta nel Rinascimento'', in Studi Miscellanei, II vol. a cura del dipartimento di Scienze Storiche ed Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza" - edit. L'Erma di Bretschneider - 1996 - ISBN 88-7062-917-1;
*Italo Calvino, ''{{cita testo|url=http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/emilia/col/colonna/calvino.htm|titolo=In guerra con Traiano - La Colonna Traiana raccontata|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160530182447/http://kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/emilia/col/colonna/calvino.htm }}'' (pubblicato sul quotidiano ''La Repubblica'' 12 aprile - 13 aprile 1981 (pp. 18-19) e su ''Collezione di sabbia'', Milano, Garzanti, 1984 (pp. 95-101).</ref><ref>La presenza delle tre statue di divinità è comprovata anche da una serie di fori di fissaggio sul lato settentrionale dell'attico. Si veda: Fabio Mariano, ''Architettura nelle Marche'', Nardini, 1995 (pagina 52). ISBN 9788840411187</ref>.
 
Secondo la lunga e costante tradizione, nel lato verso terra, sull'attico, eraerano postaposte altre tre statue in bronzo dorato: al centro la statua equestre di Traiano, inalla bronzosinistra dorato;quella di [[Plotina]], sua moglie, e alla destra quella di [[Ulpia Marciana]], sua sorella. La presenza di queste statue sull'attico è suffragata anche dall'esame dei fori sul ripiano superiore dell'arco. secondoLe ipotesi più recenti confermano questa tradizione<ref>Per la conferma della presenza delle statue e per l'ipotesi della statua non equestre di Traiano, si veda: Mario Luni - ''L'Arco di Traiano e la riscoperta nel Rinascimento'', in Studi Miscellanei II vol. a cura del dipartimento di Scienze Storiche ed Archeologiche dell'Università di Roma "La Sapienza" - edit. L'Erma di Bretschneider - 1996 - ISBN 887062-917-1</ref>, ma la statua di Traiano non erasarebbe equestre.stata Alla destra di Traiano si trovava la statua di [[Plotina]]equestre, suama moglie; alla sinistra quella di [[Ulpia Marciana]], sua sorellastante.
 
LeOriginariamente tredunque iscrizioni,l'arco cheaveva tuttorasull'attico sisei leggono grazie alle tracce rimaste, eranostatue in bronzo, (forse dorato): etre cosìstatue idi quattordicidivinità, rostriverso il mare, e le tre statue dell'imperatore, di cuisua simoglie impadronironoe idi [[Saraceni]]sua nelsorella, [[848]].verso terra.
 
Inoltre era decorato con quattordici [[rostro (arma)|rostri]], riferentesi come di consueto alla potenza navale romana: quattro su ogni prospetto principale e tre su ogni lato; di questi elementi sono ancora presenti gli attacchi sul marmo. Sulle chiavi di volta sono scolpiti, sui due lati, due busti raffiguranti le personificazioni della ''[[Tellus]]'' e dell{{'}}''Oceanus'', che testimoniano che l'arco, oltre a celebrare le opere di Traiano, ha anche il significato di punto di passaggio tra terra e mare, data la sua posizione sulle banchine del porto<ref>Sandro De Maria, ''Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana'', "L'Erma" di Bretschneider, 1988 (pagina 133) ISBN 9788870626421.</ref>. Mentre il busto dell{{'}}''Oceanus'' è ancora ben conservato, quello della ''Tellus'' è assai eroso.
A ridosso dell'arco e dalla parte dei Cantieri sorse, nel [[950]] circa, l'alta torre di Gamba, demolita per utilizzare il materiale nella costruzione della [[Cittadella di Ancona|Cittadella]] ([[1532]]). Nel [[1859]] fu costruita la scalinata di accesso e, nei decenni successivi, una cancellata che proteggeva tutto il monumento. Negli anni Trenta del Novecento venne data una dignitosa sistemazione a tutta l'area, a cura della "Brigata Amici dell'Arte" e dell'"Accolta dei Trenta", circoli culturali dell'epoca.
 
Al [[Museo archeologico nazionale delle Marche]] e al [[Museo della Civiltà Romana]] di Roma sono presenti modellini ricostruttivi dell'arco, che ne mostrano l'aspetto originario.
I bombardamenti della Seconda guerra mondiale distrussero i dintorni del monumento, e specialmente la piazza San Primiano, cui l'arco faceva da sfondo. Nel dopoguerra, nel corso di lavori di interramento per l'ampliamento delle banchine portuali, l'Arco venne sempre più allontanato dal mare, alterando un rapporto fondamentale per la lettura del monumento: quello con l'acqua.
 
==== Iscrizioni ====
Tuttavia l'opera mantiene ancora oggi lo slancio e l'eleganza di un tempo ed è stata recentemente restaurata, resa pienamente fruibile con l'eliminazione della sopracitata cancellata, e sottoposta ad interventi di illuminazione che ne hanno esaltato il profilo e valorizzato la particolare posizione rispetto al nucleo storico della città e al [[geografia di Ancona#Colline|colle Guasco]] ove si erge il [[Duomo di Ancona]]. Di questo arco onorario, uno dei meglio conservati della sua epoca, snello, armonioso, evanescente, può riferirsi ciò che [[Plutarco]] scriveva del [[Partenone]], e cioè che il tempo non lo ha toccato, ma un'aura di freschezza alita ancora intorno ad esso, come se in lui fosse stata infusa una vita eternamente fiorente, e un'anima che giammai s'invecchia.
Le tre iscrizioni, che tuttora si leggono grazie alle tracce rimaste, erano realizzate con lettere in bronzo<ref name=iscrizione/>.
 
L'iscrizione centrale recita:
==Note==
 
{{Citazione|All'imperatore Cesare figlio del divino Nerva, Nerva Traiano, ottimo, augusto, vincitore dei Germani, vincitore dei Daci, pontefice massimo, per diciotto volte con la tribunizia potestà, per nove volte imperatore, per sei volte console, padre della Patria, generosissimo principe, il Senato e il Popolo romano, perché restituì ai naviganti l'ingresso d'Italia più sicuro, avendo ampliato anche questo porto con il suo denaro.|lingua=la||IMP[eratori] CAESARI DIVI NERVAE F[ilio] NERVAE
 
TRAIANO OPTIMO AVG[usto] GERMANIC[o]
 
DACICO PONT[ifici] MAX[imo] TR[ibunicia] POT[estate] XVIII, IMP[eratori] IX
CO[n]S[uli] VI P[atri] P[atriae] PROVIDENTISSIMO PRINCIPI
 
SENATVS P[opulus]Q[ue] R[omanus] QVOD ACCESSVM
 
ITALIAE HOC ETIAM ADDITO EX PECVNIA SVA
 
PORTV, TVTIOREM NAVIGANTIBVS REDDIDERIT}}
[[File:Arco di Traiano - Ancona 24.jpg|miniatura|upright=1.5|I fori che servivano da attacco dei rostri, a destra e a sinistra delle colonne. Oltre l'arco, il [[Amerigo Vespucci (veliero)|veliero Amerigo Vespucci]].]]
 
L'iscrizione di destra è invece dedicata alla sorella di Traiano, [[Ulpia Marciana]]:
 
{{Citazione|Alla divina Marciana augusta, sorella dell'augusto|lingua=la||DIVAE
 
MARCIANAE
 
AVG[ustae]
 
SORORI AVG[usti]}}
 
L'iscrizione di sinistra è infine dedicata alla moglie di Traiano, [[Plotina]]:
 
{{Citazione|A Plotina augusta, coniuge dell'augusto|lingua=la||PLOTINAE
 
AVG[ustae]
 
CONIVGI AVG[usti]}}
 
==== Fondazioni ====
Nel 1936 l'archeologo E. Galli effettuò uno scavo sotto l'arco e nella zona circostante, appurando l'esistenza di un basamento ottagonale di sette filari di blocchi squadrati di calcare del [[Monte Conero]], legati tra loro da [[pozzolana]], utile anche a rendere più regolare il piano di posa dei filari. Sotto al basamento, durante lo scavo, si è scoperta l'esistenza di scogli naturali, livellati sempre utilizzando la pozzolana. La profondità dal piano di calpestio è di circa 1,50 metri.
 
In tutto il molo circostante, sia verso la terraferma, sia verso la [[Arco Clementino|Porta Clementina]], si sono trovate simili strutture, prova della costruzione traianea del molo<ref>Per tutto il capitolo: ''I Greci in Adriatico'', a cura di Lorenzo Braccesi e Mario Luni, (pagina 27). Consultabile su [[Google Libri]] a {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=on5jwLXbafgC&pg=PA35&lpg=PA35&dq=il+porto+di+ancona+tra+greci+e+romani+landolfi&source=bl&ots=_qwdsT8rd3&sig=6byI2kP8_5m1cY1QBjMmhPqSMOA&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiKvcmLhaDYAhVH46QKHfejAgUQ6AEIRTAF#v=onepage&q=ancona&f=false|titolo=questa pagina}}</ref>.
 
=== Medioevo ===
Nel corso dell'incursione dell'[[839]], i [[Saraceni]] si impadronirono di tutti i manufatti in bronzo presenti nell'arco: le lettere delle iscrizioni, le statue, i rostri.
 
Dalla parte del [[Cantiere navale di Ancona|Cantiere navale]] sorse, nel [[950]] circa, l'alta torre di Gamba; anche le mura urbiche medievali vennero costruite appoggiandosi all'arco. La torre fu demolita attorno al [[1532]] e il suo materiale fu utilizzato nella costruzione della [[Cittadella di Ancona|Cittadella]]. Le mura invece rimasero appoggiate all'arco sino all'Ottocento.
[[File:Ciriaco d'Ancona di Benozzo Gozzoli.jpg|miniatura|Ritratto di [[Ciriaco d'Ancona]], la cui ricerca archeologica ebbe inizio proprio dallo studio dell'Arco di Traiano]]
 
=== Umanesimo ===
L'Arco di Traiano ha una sua importanza nell'[[Umanesimo]], in quanto è legato alla nascita della vocazione archeologica di [[Ciriaco Pizzecolli]], considerato il fondatore in senso generale dell'[[Archeologia#La nascita dell'archeologia|archeologia]]<ref>
* {{Cita libro |curatore = Edward W. Bodnar |curatore2 = Clive Foss |titolo = Cyriac of Ancona: Later travels |editore = Harvard University Press |città = Cambridge (Massachusetts) |anno = 2003 |isbn = 0-674-00758-1}} Bodnar chiama Ciriaco: «''the founding father of modern classical archeology''» ("il padre fondatore della moderna archeologia classica");
* [[Ranuccio Bianchi Bandinelli|R. Bianchi Bandinelli]], [[Massimo Pallottino|M. Pallottino]], E. Coche de la Ferté - Treccani, alla voce {{Treccani|archeologia_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|archeologia|citazione=Quindi, se Ciriaco de' Pizzicolli (v. Ciriaco D'Ancona), che viaggiò in Grecia fra il 1412 e il 1448 ricercando e annotando opere d'arte e iscrizioni, può dirsi, in certo modo, il fondatore dell'archeologia in senso generale, l'archeologia nel suo carattere storico-artistico, come viene intesa oggi, può ben dirsi datare dalla pubblicazione della Storia delle arti del disegno presso gli antichi di J. J. Winckelmann, avvenuta nel 1764}}
* Valentino Nizzo, ''Prima della Scuola di Atene: alle origini dell'“archeologia” italiana in Grecia''; supplemento al nº 4 (aprile 2010) di ''Forma urbis'', Editorial Service System. Consultabile in {{cita testo|url=https://www.academia.edu/461786/Valentino_Nizzo_Prima_della_Scuola_di_Atene_alle_origini_dell_archeologia_italiana_in_Grecia_Collana_Archeologica_di_Forma_Urbis_Roma_2010|titolo=questo sito}}</ref>, mentre [[Johann Joachim Winckelmann|Winckelmann]] è considerato il fondatore dell'archeologia moderna.
 
L'iscrizione dell'Arco di Traiano di [[Ancona]] fu in effetti la prima di una lunga serie che Ciriaco riportò nei suoi libri, diffondendone la conoscenza per tutta l'[[Europa]].
Ciò avvenne nel 1421, quando, per lavori di restauro, vennero montate delle impalcature attorno all'arco di Traiano<ref>Il restauro dell'arco era stato deciso dal legato pontificio Gabriele Condulmer (il futuro [[Papa Eugenio IV]]), al quale, fra il 1441 e il 1442, Ciriaco avrebbe indirizzato l{{'}}''Itinerarium''. Vedi V. Nizzo, opera citata.</ref>. Per Ciriaco, che aveva allora trent'anni, si presentò pertanto una straordinaria occasione per osservare i marmi dell'arco da vicino. Le proporzioni perfette, le iscrizioni, costituirono un'attrattiva irresistibile, e forse, alla base di tutti i suoi viaggi, vi era il desiderio di riprovare l'emozione vissuta da ragazzo nell'osservare il principale monumento antico della sua città<ref>Valentino Nizzo, ''Prima della Scuola di Atene: alle origini dell'“archeologia” italiana in Grecia''; supplemento al nº 4 (aprile 2010) di ''Forma urbis'', Editorial Service System. Consultabile in {{cita testo|url=https://www.academia.edu/461786/Valentino_Nizzo_Prima_della_Scuola_di_Atene_alle_origini_dell_archeologia_italiana_in_Grecia_Collana_Archeologica_di_Forma_Urbis_Roma_2010|titolo=questo sito}}</ref>.
 
=== Periodo contemporaneo ===
==== La Barriera Gregoriana ====
Tra il Rinascimento e l'Ottocento, l'arco e la zona circostante non subirono cambiamenti degni di rilievo.
 
Nel 1847, l’ingegnere Michele Bevilacqua sistemò tutta la zona circostante all'arco, ancora caratterizzata dalle mura urbiche medievali e rinascimentali, all'interno delle quali si estendeva piazza San Primiano. Per dotare la città di un ingresso monumentale al porto e per rendere visibile l'arco anche dalla piazza e quindi dalla città, l'ingegnere demolì un tratto di mura e realizzò al suo posto la "Barriera Gregoriana", dal nome del papa allora regnante, [[Papa Gregorio XVI|Gregorio XVI]].
 
In quest'opera Bevilacqua adottò lo [[stile neoclassico]]; la barriera era una cancellata monumentale imperniata su quattro colonne, affiancata da due piccoli templi classici, tutto in stile dorico; essa fungeva da filtro ottico tra l’area portuale e l'area prettamente urbana.
 
Nel [[1859]] fu completata la sistemazione dell'area: fu demolito il tratto di mura medievali che si attaccava direttamente all'arco, ricostruito qualche metro più a nord; fu costruita anche la scalinata di accesso e, nei decenni successivi, fu installata una cancellata che proteggeva tutto il monumento.
 
==== Tra le due guerre ====
[[File:Restauro della barriera gregoriana.jpg|miniatura|upright=1.8|Progetto dell'arch. [[Eusebio Petetti]] per la sistemazione della zona traianea, risalente al 1936.]]
Durante la [[prima guerra mondiale]] le necessità belliche causarono nella zona un degrado crescente, segnato dalla costruzione, nei primi anni di guerra, di una grande caserma a ridosso dell'arco romano. Negli anni Venti il degrado era talmente grave che piazza S. Primiano era attraversata dai binari a servizio delle banchine portuali e un muro la tagliava diagonalmente.
 
In quegli anni si sviluppò un vivace dibattito riguardante la sistemazione di questa zona, detta da allora "zona traianea", così importante per la storia della città. L'associazione "Accolta dei Trenta - Brigata Amici dell'Arte", circolo culturale dell'epoca, per mano dell'architetto [[Eusebio Petetti]], presentò allora un progetto in cui si armonizzava la presenza della Barriera Gregoriana ottocentesca, della seicentesca chiesa di S. Primiano, dei binari e dello stesso Arco di Traiano. La Soprintendenza aveva dapprima approvato la proposta, ma poi ritirò il suo assenso e appoggiò un altro progetto elaborato dal Comune, che non teneva in considerazione la monumentalità dell'area e portò non solo alla demolizione della Barriera Gregoriana, ma anche alla costruzione di un edificio militare all'interno della piazza<ref>Rosario Pavia, Ercole Sori, ''Le città nella Storia d'Italia'', volume Ancona, Laterza, 1990</ref><ref name=biagi/>.
 
La campagna di sensibilizzazione della "Accolta dei Trenta - Brigata Amici dell'Arte", sempre su progetto dell'architetto [[Eusebio Petetti]], riuscì però almeno a far demolire la caserma costruita a ridosso dell'arco e a sistemare a verde l'area a destra della scalinata<ref name="biagi">Donatella Biagi Maino, Matteo Cassani Simonetti e Alessandra Maltoni, (a cura di), ''Architettura tra le due guerre. La Casa del Mutilato di Ancona'', edizioni Edifir. ISBN 978-88-7970-977-4</ref>.
 
Durante la [[Prima Guerra Mondiale]] l'arco fu protetto attraverso azione di copertura e rivestimento di protezione<ref>{{Cita web|url=https://www.movio.beniculturali.it/sauma/anconaindifesa/it/40/il-monumento-nella-grande-guerra|titolo=Il monumento nella Grande Guerra}} (con immagini dell'arco ingabbiato dalle protezioni)</ref>. I bombardamenti della [[Seconda Guerra Mondiale]] risparmiarono l'arco, ma distrussero il tessuto edilizio attorno ad esso, e specialmente la piazza San Primiano, cui il monumento romano faceva da sfondo; si salvò però l'area verde.
 
Dal dopoguerra fino ai giorni recenti, nel corso di lavori di interramento per l'ampliamento delle banchine portuali e dei cantieri navali, l'Arco venne sempre più allontanato dal mare, alterando un rapporto fondamentale per la lettura del monumento: quello con l'acqua.
 
==== XXI secolo ====
Nonostante l'alterato rapporto con il mare, l'opera mantiene ancora oggi lo slancio e l'eleganza di un tempo e nel 2000 è stata restaurata e resa pienamente fruibile con l'eliminazione della cancellata ottocentesca; l'arco fu illuminato in modo da esaltarne il profilo e valorizzarne la particolare posizione rispetto al nucleo storico della città e al [[geografia di Ancona#Colline|colle Guasco]] ove si erge il [[Duomo di Ancona]]. Ancora oggi, come nell'antichità, questo arco aperto verso il mare simboleggia l'antico ruolo della città come porta d'Oriente<ref>Stefano Ardito, ''101 luoghi archeologici d'Italia dove andare almeno una volta nella vita'', Newton Compton Editori, 2013, consultabile su [[Google Libri]] al {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=70sbxxKY1QQC&pg=PT104&dq=arco+di+traiano+ancona+porta+d%27oriente&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0saickPnTAhVnKMAKHSKGA-0QuwUILzAB#v=onepage&q=arco%20di%20traiano%20ancona%20porta%20d'oriente&f=false|titolo=capitolo 45+}}. ISBN 9788854156869</ref>.
 
A questo arco onorario, uno dei meglio conservati della sua epoca, lo studioso [[Palermo Giangiacomi]] riferì ciò che [[Plutarco]] scriveva del [[Partenone]], e cioè che ''il tempo non lo ha toccato, ma un'aura di freschezza alita ancora intorno ad esso, come se in lui fosse stata infusa una vita eternamente fiorente, e un'anima che giammai s'invecchia''<ref>Il confronto tra ciò che Plutarco disse del Partenone e l'arco di Traiano è di [[Palermo Giangiacomi]] ed è riportato nella collana "[[Le Cento Città d'Italia illustrate]]" (volume "Ancona, la città dorica").</ref>.
 
== L'arco nella pittura ==
[[File:Domenichino - A Triumphal Arch of Allegories - WGA06409.jpg|miniatura|upright=1.4|L'Arco di Traiano nel Rinascimento, in un dipinto del [[Domenichino]]]]
L'Arco di Traiano di Ancona è stato spesso rappresentato in stampe e dipinti. Si fornisce un elenco dei più importanti, in ordine cronologico:
* [[Vittore Carpaccio]], 1514, ''[[Predica di santo Stefano]]'' - olio su tela (Parigi, [[Museo del Louvre]]).
* [[Antonio Danti]], tra il [[1580]] e il [[1583]], ''Veduta della città e del porto di Ancona'' (affresco)<ref>Roberto Villavecchia, ''Rome and its environs'', editore McGraw-Hill, 1964 (pag. 402); AA.VV., Roma, Touring Editore, Milano 2008. ISBN 978-88-365-4134-8</ref> ([[Musei vaticani]], [[Galleria delle carte geografiche]], Roma)
* [[Domenichino]], 1607-1610, ''Arco di Traiano'' - olio su tela; ([[Museo del Prado]], Madrid)
* [[Gerolamo Gambarato]], (attivo dal [[1561]] al [[1628]]) ''Il Papa giunge ad Ancona, accompagnato dal Barbarossa e dal doge''<ref>Carlo Ridolfi, Giuseppe Vedova, ''Le maraviglie dell'arte: ovvero Le vite degli illustri pittori veneti e dello stato'', Volume 2, Cartallier, 1837</ref><ref>AA. VV. ''Venezia'', Touring club italiano Touring Editore, 1985 pag. 273</ref> - affresco (Venezia, [[Palazzo Ducale (Venezia)#Sala del Maggior Consiglio|Sala del Maggior Consiglio]] al Palazzo Ducale)
* [[Andrea Lilli]], [[1597]], ''Veduta di Ancona dal mare'', (Ancona, [[Pinacoteca Podesti|Pinacoteca civica]])
* [[Antonio Balestra]], [[1690]], ''Veduta di Ancona'' (collezione privata)
* [[Giovanni Battista Piranesi]], [[1748]], ''Arco di Traiano'' (incisione)<ref>La stampa fa parte di ''Alcune Vedute di Archi Trionfali ed altri monumenti innalzati da Romani parte de quali se veggono in Roma e parte per l'Italia'', pubblicato per la prima volta nel 1748</ref>.
*[[Giuseppe Pallavicini (pittore)|Giuseppe Pallavicini]], (XVII secolo), ''Molo ed Arco di Traiano con condannati ai lavori forzati'' ([[Palazzo Benincasa]])
* [[Jakob Philipp Hackert]], [[1780]] circa, ''Veduta del porto di Ancona con l'Arco di Traiano'' (incisione), (Ancona, [[Pinacoteca Podesti|Pinacoteca civica]]).<ref>Paolo Bembo ''Jacob Philipp Hackert pittore di marina'', riportato alla pagina http://www.larassegnadischia.it/Letteratura/libripdf/hackert.pdf</ref>
*[[Francesco Podesti]], 1844-1847, ''[[Giuramento degli Anconitani]]'', (Ancona, [[Pinacoteca Podesti|Pinacoteca civica]])
*[[Christian Peter Wilhelm Stolle]] (1873), ''Arco di Traiano ad Ancona''
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Vittore carpaccio, Sermon of St Stephen.jpg|Vittore Carpaccio, ''Predica di Santo Stefano''
Pinturicchio - No. 10 - Pope Pius II Arrives in Ancona - WGA17807.jpg|Pinturicchio, ''Papa Pio II arriva in Ancona''
(Venice) Il Papa giunge su navi veneziane ad Ancona, accompagnato dal Barbarossa e dal doge, e dona a questo un'ombrella d'oro, alto simbolo d'autorità - Gerolamo Gambarato 1582.jpg|Gerolamo Gambarato, ''Il Papa giunge ad Ancona, accompagnato dal Barbarossa e dal doge''
Andrea Lillli - veduta di Ancona.jpg|Andrea Lilli, ''Veduta di Ancona dal mare''
Antonio Balestra - Veduta di Ancona - 1690 circa - collezione privata.JPG|Antonio Balestra, ''Veduta di Ancona''
Arc Trajan Piranesi.png|Giovanni Battista Piranesi, ''Arco di Traiano di Ancona''
Jakob Philipp Hackert (1784) Veduta del porto di Ancona.jpg|Jakob Philipp Hackert, ''Veduta del porto di Ancona''
Podesti-Giuramento anconetani.jpg|Francesco Podesti, ''Giuramento degli Anconitani''
Christian Peter Wilhelm Stolle Trajanbogen Ancona.jpg|Christian Peter Wilhelm Stolle, ''Arco di Traiano ad Ancona''
Giuseppe Pallavicini - Palazzo Benincasa - Ancona - Molo ed Arco di Traiano con condannati ai lavori forzati.jpg|Giuseppe Pallavicini, (XVII secolo), ''Molo ed Arco di Traiano con condannati ai lavori forzati''
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== Gli eventi bellici ottocenteschi ==
Nella sua lunga storia l'Arco di Traiano è stato coinvolto in molti eventi bellici, dei quali in parte porta ancora i segni. Sopra l’arco, lato lanterna rossa, a sinistra del busto in pietra è ben visibile una lesione circolare attribuibile ad una cannonata a palla presumibilmente del 1860 o 1849. Altre due, una a sinistra dell’arco ed un'altra a destra dello stesso (non inquadrata), oltre ad altre lesioni minori, forse dovute a piccole schegge di altri eventi bellici, sono distribuite lungo la struttura<ref>Altre lesioni belliche ottocentesche si possono osservare ad Ancona in:
* [[Lazzaretto di Ancona#Il Lazzaretto e gli eventi bellici|Lazzaretto di Ancona]]
* [[Parco della Cittadella di Ancona#Eventi bellici ottocenteschi|Parco della Cittadella]]
* [[Porta Pia (Ancona)#Lesioni belliche ottocentesche|Porta Pia]]</ref>.
 
== Galleria d'immagini ==
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Immagine:Arco Traiano AN - lesioni cannonate a palla.jpg|Lesioni di cannonate a palla
Immagine:Arco_di_Traiano_2.JPG |Arco di Traiano con scorcio del [[Porto di Ancona|porto]]
Immagine:Arco di Traiano AN 2.JPG|Arco di Traiano
Immagine:Arco tramonto.jpg|Arco di Traiano verso il tramonto
Immagine:AN Arco di Traiano lato.JPG|Arco di Traiano, vista laterale
Immagine:Arco di Traiano e mura di ronda.JPG|Arco di Traiano e marciaronda sulle mura del [[Porto di Ancona|porto]]
Immagine:Traiano al tramonto.jpg|Arco di Traiano e Arco Clementino visti dal Duomo all'imbrunire
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Sandro Stucchi, ''Contributo alla conoscenza della topografia, dell'arte e della storia nella Colonna Traiana'', in "Atti dell'Accademia Lett. Art Udine", VII, 1, 1957-1960 (pag. 88-93)
* Augusto Campana, ''Giannozzo Manetti, Ciriaco e l'Arco di Traiano ad Ancona'', Editrice Antenore, 1959
* Sandro Stucchi, ''Il coronamento dell'Arco di Traiano nel porto di Ancona'', in "Rend. Acc. Pontan. Napoli", XXXII, 1957 (pagine 63-65)
* Sandro Stucchi, ''Intorno al viaggio di Traiano del 105 a.C.'', in ''Röm. Mitt.'', LXXII, 1965 (pagine 142-148)
* G. A. Mansuelli, ''Due monumenti romani delle Marche: l'Arco di Augusto di Fano e l'Arco di Traiano di Ancona'', in "Atti IX congresso st. architettura Marche", Roma 1965
* Sandro De Maria, ''Gli archi onorari di Roma e dell'Italia romana'', L'Erma di Bretschneider, 1988 (pagina 133) ISBN 9788870626421.
* Mario Luni, ''L'Arco di Traiano in Ancona e la riscoperta del Rinascimento'', in ''Scritti di antichità in memoria di Sandro Stucchi: La Tripolitania, l'Italia et l'Occidente'', L'Erma di Bretschneider, 1992 (ISBN 9788870629170)
* AA. VV. ''L'Arco di Traiano ad Ancona: l'intervento conservativo: analisi preliminare e progetto di restauro'', Soprintendenza Archeologica per le Marche, 1999.
* Pasquino Pallecchi, ''Conoscenza e conservazione: il restauro dell'Arco di Traiano di Ancona'', in "Dalla Valdelsa al Conero. Ricerche di archeologia e topografia storica in ricordo di Giuliano de Marinis. Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana". Supplemento 2 al n. 11/2015, All’Insegna del Giglio, 2016 (pagine 137-143). Consultabile su [[Google Libri]]: {{cita testo|url=https://books.google.it/books?id=SAsJDgAAQBAJ&pg=PA137&dq=Conoscenza+e+conservazione:+il+restauro+dell%27Arco+di+Traiano+di+Ancona%27&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwilsMPrzPnTAhWKDsAKHWQLC3gQuwUIKTAA#v=onepage&q=Conoscenza%20e%20conservazione%3A%20il%20restauro%20dell'Arco%20di%20Traiano%20di%20Ancona'&f=false|titolo=Il restauro dell'Arco di Traiano}}
 
== Voci correlate ==
* [[Arco di Traiano (Benevento)]]
* [[Arco di Traiano (Mactaris)]]
* [[Arco di Traiano (Roma)]]
* [[Arco di Traiano (Canosa)]]
* [[Arco di Traiano (Timgad)]]
* [[Museo archeologico nazionale delle Marche]]
* [[Anfiteatro romano di Ancona]]
* [[Siti archeologici ad Ancona]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commonspreposizione=Category:Arch of Traianus (Ancona)sull'}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [{{cita web |url=http://www.comune.ancona.it/turismo/it/citta/luoghi/arco_traiano.html |titolo=Dal sito del comune] |accesso=13 aprile 2013 |urlarchivio=https://archive.is/20130413003137/http://www.comune.ancona.it/turismo/it/citta/luoghi/arco_traiano.html |urlmorto=sì }}
 
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