Esercito siracusano: differenze tra le versioni

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{{Infobox unità militare
__NOINDEX__
{{Infobox unità militare
|Nome = Esercito siracusano
|Immagine = Archimedes Directing the Defenses of Syracuse.jpg
|Didascalia = RaffigurazioneArchimede deidirige soldatila siracusanidifesa di Siracusa durante l'ultimaassedio battaglia dell'esercito; quella contro Roma (dipinto diromano Thomasdel Ralph212 Spence)a.C.
|Attiva = [[VII sec. a.C.]] - [[II sec. a.C.]]
|Nazione = [[Syrakousai]], Arcontato di Sicilia, [[Sicelioti|Regno di Sicilia]]
|Alleanza =
|Tipo = [[cavalleria]], [[fanteria]], [[Marina militare|forza navale]]
|Ruolo =
|Motto =
|Battaglie =
|Comandanti_degni_di_nota = [[Gelone|Gelone I]]: 485-478 a.C. <br />[[Gerone I]]: 478-466 a.C. <br />[[Ermocrate]]: 415-410 a.C. <br />[[Gilippo]]: 414-413 a.C. <br />[[Dionisio I di Siracusa|Dionisio I]]: 406–367 a.C. <br />[[Leptine]] 397-383 a.C. <br />[[Dionisio II di Siracusa|Dionisio II]]: 367-357 a.C. / 347-344 a.C <br />[[Dione di Siracusa|Dione]]: 357-354 a.C. <br />[[Timoleonte]]: 344-335 a.C. <br />[[Agatocle di Siracusa|Agatocle]]: 316- 289 a.C. <br />[[Pirro]]: 278-275 a.C. <br />[[Gerone II]]: 270-215 a.C <br /> [[Geronimo di Siracusa|Geronimo]]: 216-215 a.C. <br />[[Ippocrate di Siracusa|Ippocrate]] ed [[Epicide]]: 214-212 a.C.
|Ref = Vedi bibliografia
}}
L''''esercito siracusano''' fu una forza militare appartenente alla [[polis]] [[siceliota]] di [[Siracusa]] ([[lingua greca|greco]]: [[Syrakousai]]). Il suo esordio lo si ebbe sotto la [[tirannia]] di [[Gelone|Gelone I]], il quale dopo aver conquistato la polis [[Aretusa|aretusea]], le diede anche un notevole assetto militare. Da quel momento l'esercito crebbe e si sviluppò fino a divenire solida base di difesa ai tanti assalti nemici che la polis subiva. Non solo, venne spesso usato in ottica espansionistica verso le aree geografiche da conquistare.
 
InquadratoDurante maggiormentecinque comesecoli organizzazione bellica interna,di esistenza i suoi più acerrimi nemici furono i [[Esercito cartaginese|soldati cartaginesi]], contro i quali vennero intraprese [[Guerre greco-puniche|svariate battaglieguerre]]. Non mancarono le alleanze, principalmente stipulate con i [[greci]] dell'[[Egeo]], volte alla salvaguardia dei comuni interessi territoriali. Il maggior successo dell'esercito siracusano fu senza dubbio la sconfitta inflitta all'[[esercito ateniese]] giunto in [[Sicilia]] durante gli eventi bellici della [[Guerra del Peloponneso|guerra peloponnesiaca]], narrata nelle ''[[Storie (Tucidide)|Storie]]'' di [[Tucidide]].
 
== Contesto storico ==
=== La città dei tiranni e l'esercito ===
{{Citazione|Vero si è, che coloro, i quali corruppero le Greche Repubbliche, sempre non divennero tiranni. La ragione si è, perché erano più addetti all'eloquenza, che all'arte militare; oltre di che regnava in tutt'i cuori de' Greci un odio implacabile contra coloro, che rovesciavano il governo Repubblicano: il che fece degenerar l'Anarchia in annientamento, invece di cangiarsi in Tirannia.
Ma Siracusa, che si trovò piantata in mezzo d'un numero grande di piccole Oligarchie cangiate in tinannietirannie: Siracusa, che aveva un Senato, di cui quasi mai non fanno parola le Istorie, provò de' mali, che non produce l'ordinaria corruttela. Quella Città, sempre in balìa della licenza, o nell'oppressione, di pari travagliata dalla sua libertà, e dalla sua servitù, ricevendo sempre l'una, e l'altra come tempesta; e ad onta di sua potenza al di fuori, sempre determinata ad una rivoluzione dalla più piccola forza straniera, avea nel suo seno un immenso popolo, che mai non ebbe l'alternativa crudele di darsi un tiranno, o d'esserlo esso stesso.|[[Montesquieu]], ''[[Lo spirito delle leggi]]''<ref>{{Cita|Montesquieu, ''Lo spirito delle leggi''|pagpp. 235-236 - Capitolo II - Della corruttela del principio della Democrazia}}.</ref>}}
[[File:Iero helmet.jpg|thumb|L'''elmo di [[Ierone I|Ierone]]'' risalente al [[V sec. a.C.]], reca la seguente incisione: «''Ierone, il [[Dinomenide]], e i Siracusani [dedicano] a [[Zeus]] [dalla preda] dei [[Tirreni]], da [[Cuma]]''»]]
[[Montesquieu]] espone in una buona sintesi il contesto storico siracusano che portò la polis [[Sicelioti|siciliana]] a distaccarsi dall'andamento delle altre ''poleis'' della Madre patria in [[Grecia]]. Egli infatti sottolinea come tra gli abitanti dell'Egeo i capi politici più che essere abili militarmente, prediligevano piuttosto l'eloquenza; l'arte del saper parlare. A Siracusa invece la situazione politica era molto più agitata e, come dice Montesquieu, l'organo politico, ovvero il Senato, non veniva quasi mai messo in grande considerazione e si finiva col dare in mano ad un solo uomo il potere decisionale; affidandogli le sorti della polis e con essa quelle di grandegran parte della Sicilia. La dote principale di questo uomo doveva essere l'arte militare; grandi tiranni come [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio I]] e [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]] salirono in cima al potere con la rivoluzione dell'esercito.
 
Ma queste rivoluzioni, come fa ben presente Montesquieu<ref>Dal libro di Montesquieu:
{{Citazione|Cacciati avendo i Tiranni, fecero Cittadini i forestieri, ed i mercenari Soldati, il che produsse guerre civili, ''Aristotile'' Polit. Lib. V Cap. III. Essendo stato cagione il popolo della vittoria sopra gli Ateniesi, la Repubblica fu mutata. ''Ivi'', Cap. IV. La passione di due giovani magistrati, uno de' quali tolse all'altro un ragazzo, e questi gli corruppe la moglie, fece mutar la forma di questa Repubblica. ''iVI'', Lib. VII. Cap. IV.|pagp. 235}}
</ref>, causarono alla polis diverse [[guerra civile|guerre civili]] che probabilmente si sarebbesarebbero potutapotute risparmiare se la città non si fosse ritrovata in un duraturo periodo di agitazione sociale. Davanti a questo contesto storico, si può dunque affermare che laLa parte militare ebbe dunque notevole importanza nei destini della polis aretusea. Inoltre, data la posizione centrale dell'isola, l'esercito siracusano venne spesso chiamato in causa per contenere l'espansione di una grande potenza mercantile, [[Cartagine]], la quale trovandosi prossima alla costa [[Nordafrica|nordafricananordafrica]]na vedeva nella Sicilia il suo sbocco commerciale e militare più importante. Ed essendo divenuta anche Siracusa una ragguardevole forza mercantile verso gli altri territori, non tardarono ad arrivare le prime preoccupazioni da parte di [[Atene]], che temendo un'eccessiva crescita della colonia siceliota, tentò di conquistarla e sottometterla al suo volere durante la guerra del Peloponneso<ref>Scrive a tal proposito lo studioso [[Norman Davies]] nella sua ''Storia d'Europa'':
{{Citazione|Per [[Atene]], [[Siracusa]] fu quello che [[New York]] sarebbe divenuta per [[Londra]].|pagp. 129}}</ref>. Anche in quell'occasione l'esercito fu fondamentale per potersi difendere e respingere il poderoso attacco avversario.
 
=== I rapporti e le alleanze ===
{{Citazione|dominavaDominava un luogo incoparabilmenteincomparabilmente splendido, sicuro e vantaggioso. Era il magazzino naturale per il commercio tra le zone orientali e occidentali del Mediterraneo e anche la tappa più consueta nel viaggio tra l'Italia e l'Africa.|[[Norman Davies]] parla del ruolo mercantile di Siracusa.<ref>{{Cita|Norman Davies, ''Storia d'Europa'', 2006|pagp. 160}}.</ref>}}
[[File:001-syracuse.jpg|thumb|250px|Moneta siracusana risalente all'ultimo periodo di indipendenza della polis: da un lato vi è la testa con elmo di Atena, la dea della sapienza e della guerra; dall'altro vi è la scritta '''"ΣΥΡΑΚΟΣΙΩΝ'''" (Syrakosion) con l'immagine del fulmine alato.]]
In [[Italia antica|Italia]], terra più prossima ad essa geograficamente, la [[Calabria]] fu terreno di scontro, poiché le mire dell'[[Sicelioti|esercito siracusano]] erano volte alla conquista di quella regione continentale. Aveva solidi legami con [[Taranto]], polis molto influente nella [[lega italiota]]. Nella [[Campania]], terra d'origine dei mercenari [[mamertini]], i siracusaniSiracusani vi[[Siracusani nell'alto Adriatico|fondarono diverse postazioni militari e commerciali]]. Non è chiaro a quando risalgono i primi rapporti con [[Roma]]; secondo i racconti di [[Livio]] dietro gli attacchi di un gruppo di navi gallico-siracusane che verso il [[345 a.C.]] tentarono di assaltare la costa [[Lazio|laziale]] vi era dietro un [[Alleanze tra i Galli e Siracusa|disegno militare]] dei tiranni [[sicelioti]], ma questo passaggio è stato dagli storici molto discusso<ref>{{Cita|Marta Sordi, ''Scritti di storia romana'', 2002|pagp. 120}}.</ref>. In linea più generale fino all'inizio delle guerre romano-puniche non ci furono comunque rapporti apertamente o ufficialmente ostili, ma piuttosto vi fu un reciproco rispetto territoriale. Con l'[[Etruschi|Etruria]] invece le ostilità si palesarono fin da subito in diverse occasioni, poiché gli etruschiEtruschi ambivano ai territori della [[Magna Grecia]] e non gradivano l'insistenza siracusana, che cercava espansione verso il [[mar Tirreno]], edificando delle postazioni militari fin sull'[[isola d'Elba]], molto vicino al cuore geografico dell'Etruria. Non sono chiari, per questioni storiografiche, le vicessitudinivicissitudini che portarono alla fondazione di [[Ancona]] ede ai rapporti nelle terre [[Veneto|venete]].
 
A sud, dove vi era Cartagine, non vi potevano durare rapporti pacifici di lunga data, poiché la capitale fenicia aveva grandi interessi politici, sociali, militari verso la Sicilia, dunque non si creò mai un'alleanza tra i due popoli costieri, eccetto nei momenti di estrema necessità comune; ovvero: la difesa dalle mire conquistatrici di Roma che fece unire Siracusa e Cartagine in un'ultima disperata impresa di difesa per l'isola mediterranea.
 
Piuttosto complicati furono i rapporti e la situazione militare che i siracusanisiracusano-sicelioti ebbero nelle terre isolane e costiere della [[CroaziaDalmazia]] e dell'[[Illiria]], dove vennero stipulate e poi sciolte alleanze con i popoli autoctoni del luogo.<ref name=notauno>{{Cita|Marta Sordi, ''Scritti di storia greca'', 2002|pagp. 581}}.</ref>.
 
Le alleanze più ufficiali furono fatte con i greci dell'Egeo. [[Sparta]] e Atene furono due poleis difficili da gestire per la politica siracusana; inizialmente Sparta creò una solida alleanza militare con i greci di Siciliasicelioti, ma quando questi manifestarono mire espansionistiche verso l'oriente del mediterraneoMediterraneo, allora i rapporti divennero più freddi fino quasi ad essere contrastanti<ref name=notauno/>. Atene invece, dopo la sconfitta, cambiò ''status'' politico nei confronti di Siracusa e cercò con essa una valida alleanza per difendersi dai comuni nemici dei greci come i [[persiani]] e per difendere l'ellenismo in occidente<ref>{{Cita|Silvio Accame, ''Scritti minori, vol. II'', 1990|pagp. 517}}.</ref>. Con [[Corinto (città antica)|Corinto]], che fu la polis dalla quale partirono i primi coloni che poi fondarono Siracusa, i rapporti furono sempre ottimi; non vi fu mai un rifiuto da parte corinzia quando si trattava di aiutare militarmente o politicamente i siracusani e viceversa dalla Sicilia alla Grecia giunse supporto militare quando Corinto ne aveva di bisogno.
 
== Organizzazione militare ==
=== Falange opliticaFanteria ===
[[File:Museo archeologico regionale paolo orsi, corazza in bronzo, da tomba 5 necropoli della fossa, 370-340 ac. 01.JPG|thumb|upright|Corazza in bronzo, rinvenuta nella necropoli di Siracusa (370-340 a.C.)]]
{{...|unità militari}}
 
=== Cavalleria ===
{{Citazione|Molte riforme del tempo (militari), soprattutto quelle concernenti la cavalleria, furono introdotte ancora una volta dai Greci di Sicilia, ormai in gran parte sotto il dominio di Dionigi I di Siracusa, uno dei grandi pionieri della guerra d'assedio [...]|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, ''Armi ed armature dei greci''<ref>{{Cita|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|pagp. 146 (capitolo IV)}}.</ref>}}
 
La cavalleria era il punto forte dell'esercito siracusano. Fin dalla [[battaglia di Imera (480 a.C.)]], quando i cavalieri siracusani riuscirono a penetrare nel campo nemico e a uccidere il comandante dei Cartaginesi, [[Amilcare I|Amilcare]]<ref>Diodoro Siculo, XI 24.</ref>.
 
Gli Ateniesi, durante la [[Spedizione ateniese in Sicilia|spedizione in Sicilia]] (415 a.C.), consci di essere sbarcati in un territorio estraneo, ma soprattutto di essere in pericolo se non si fossero mossi, si attestarono in un luogo «sufficientemente inaccessibile agli assalti della cavalleria<ref>Tucidide, Guerra del Peloponneso VI 64.</ref>» di cui temevano gli attacchi.
L'esercito, in tempo di guerra, era alle dipendenze dello [[Autokratōr|stratēgos autokratōr]], comandante dai pieni poteri che quasi sempre diveniva in seguito il tiranno della polis.
 
L'esercito, in tempo di guerra, era alle dipendenze dello [[Autokratōr|stratēgos autokratōr]], comandante dai pieni poteri che quasi sempre diveniva in seguito il tiranno della polis.
=== Stima numeri dell'esercito ===
 
I numeri sulle reali dimenzioni dell'esercito siracusano non sono di semplice soluzione, poiché come molti studiosi hanno confermato, le informazioni sugli eserciti bellici occidentali di epoca greca sono troppo scarne per darne una descrizione analitica e completa; problema che invece non si è riscontrato con gli eserciti della Grecia continentale dei quali si hanno dati più precisi<ref>{{Cita|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|pag. 148 (Capitolo IV)}}</ref>.
=== La polis e le battaglie marittime ===
[[File:Battaglia navale in Sicilia.jpg|thumb|upright=1.2|Le navi degli alleati durante l'assedio di Atene al porto siracusano, in un'incisione inglese del XIX secolo.]]
Trovandosi la città posta sulle rive del mare, ebbe fin dalla sua fondazione un rapporto importante con la vie di comunicazione marittime.
Il primo a dotarla di una poderosa forza navale dedita alla battaglia fu il tiranno Gelone I, il quale ne fece poi un vanto davanti alle ambasciate egee e una solida difesa contro gli attacchi di Cartagine.
 
Il ruolo giocato da Siracusa nel passato della storia marittima fu notevole, poiché essa secondo le fonti storiche deteneva il maggior numero di navi da guerra che fino ad allora si fosse visto nel mar Mediterraneo centrale, tali da competere e sfidare la capitale fenicia.
 
[[Gerone I]], fratello di Gelone I, conservò e curò la flotta bellica adoperandola nell'importante scontro marittimo avvenuto nelle acque italiche della Campania tra [[cuma]]ni, siracusani ed etruschi:
{{Citazione|Credettero allora gli Etruschi potersi impadronire di sì ricca città, e perciò nell'anno terzo della olimpiade 76, sendo Arconte in Atene Acestoride ed in Roma consoli Cesone Fabio e T. Vergiano, con numerosa flotta assalirono la città di Cuma per la parte di mare ed i cumani spedirono tosto ambasciadori a Gerone re di Siracusa per soccorsi. Difatti una forte armata di triremi siracusane giunsero a Cuma e rotti gli Etruschi, molte delle loro navi affondarono e di ogni pericolo liberarono que' di Cuma.<ref>[[Camillo Minieri Riccio]], ''Cenni storici sulla distrutta città di Cuma ed altri opuscoli'', Stab. tip. di Vincenzo Priggiobba, [[1846]] (p. 11).</ref>}}
Dopo la dinastia dei Dinomenidi la polis ebbe un periodo politico di [[democrazia]], ma si ritrovò ugualmente coinvolta nelle guerre. La più importante fu certamente quella del Peloponneso che la coinvolse sia per terra che per mare.
 
=== Stima numeri dell'esercito ===
I numeri sulle reali dimenzionidimensioni dell'esercito siracusano non sono di semplice soluzione, poiché come molti studiosi hanno confermato, le informazioni sugli eserciti bellici occidentali di epoca greca sono troppo scarne per darne una descrizione analitica e completa; problema che invece non si è riscontrato con gli eserciti della Grecia continentale deiper i quali si hanno dati più precisi<ref>{{Cita|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|pagp. 148 (Capitolocapitolo IV)}}.</ref>.
 
Ciò nonostante, grazie alle citazioni di numeri nei testi degli storici antichi, è possibile ritrovare dei dati approssimativi sui reparti siracusani che possono rendere più concreta la stima totale delle forze armate appartenenti alla polis siceliota.
 
Il nostro maggiore storico aal riguardo è [[Diodoro Siculo]] che nei suoi libri ci ha fortinofornito svariati dati sulle epoche e periodi bellici di [[Syrakousai]]. Tuttavia gli studiosi moderni tendono a ritenere le cifre di Diodoro eccessivamente alte e suggeriscono di rivalutarle al ribasso; soluzione dedotta dal confronto con altri testi storici dell'antichità.
 
Ma pur con la teoria delle moderne fonti, restano comunque numeri elevati che se confermati sarebbero la testimonianza di come la capitale siceliota potesse disporre di numerose forze militari al suo comando. Un dato indicativo di ciò lo si ha all'inizio delle epoche siracusane, sotto il tiranno [[Gelone]], quando [[ambasciatore|ambasciatori]] della [[Grecia continentale]] vennero a chiedergli di unirsi agli ateniesi, agli spartani e iai loro confederati contro il re di [[Persia]] che voleva invadere l'Egeo. La risposta di Gelone fu quella di proporre loro un accordo militare; essi gli avrebbero affidato il comando di [[condottiero]]; o delle operazioni navali o di quelle terrestri, ed egli in cambio avrebbe offerto loro ingenti scorte di [[frumento|grano]] per sfamare gli eserciti durante la guerra e truppe belliche per la battaglia. OffertaL'offerta fu infine rifiutata dagli ateniesi e spartani che preferirono non avere alcun aiuto ufficiale dalla Sicilia piuttosto che cedere un posto di comando così importante al tiranno siceliota<ref>[[Francesco Domenico Guerrazzi]] nel riportare le parole di Erodoto, nel suo libro così descrisse la conclusione dell'ambasciata greca presso Gelone:
{{Citazione|Siagro male frenando lo sdegno soggiunse: ''Gemerebbe l'ombra onorata di [[Agamennone]] se sapesse che gli [[Spartani]] avessero consentito lasciarsi spogliare del comando da un Gelone e dai Siracusani. Se vuoi soccorrere i Greci, obbedisci ai LacedomiLacedemoni; se ricusi, tieniti le tue [[Milizia (soldatesca)|milizie]], noi sapremo farne a meno.''|pagpp. 226-227}}
Al sarcastico rifiuto, Gelone così rispose:
{{Citazione|Spartani, la ingiuria proferita contro gente animosa muove a sdegno; ma la vostra tracotanza non mi dissuaderà dal rispondervi pacato. Se tanto alligna in voi desiderio di comando, naturale cosa è che io più di voi lo pretenda, imperciocchèimperciocché io manderei maggiore copia di milizie e di navi che voi non avete.|pagpa. 227}}
La discussione tra le parti continuò ma alla fine non si trovò un accordo che potesse soddisfare il tiranno e le ambasciate. Siracusa quindi non mandò alcun aiuto militare ai confini della Grecia, ma rimase comunque in allerta, inviando i suoi soldati ad osservare l'evolversi della situazione e fu pronta ad agire di conseguenza fino all'esito finale della [[battaglia di Salamina]], quando vista la vittoria raggiunta dall'unione dei greci, capì che il gran re [[Serse I di Persia|Serse I]] non avrebbe potuto minacciare l'interno del [[Mediterraneo]].</ref>.
 
{| class=wikitable
|+ '''numeroNumero reparti esercito offerti da Gelone ai Greci per l'alleanza contro la Persia'''
! width="16%" |Fonte
! width="14%" |[[Fanteria]]
Riga 69 ⟶ 84:
! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Erodoto]]<ref>Le [[Storie (Erodoto)|Storie]] di [[Erodoto]] di [[Alicarnasso]].</ref> + Fonti moderne<ref>{{Cita web|url=http://www.instoria.it/home/Atene_occidente.htm|titolo=In Storia - ATENE E L'OCCIDENTE - Relazioni con le città siceliote ed italiote in funzione della spedizione in Sicilia - Parte I|accesso=Dicembredicembre 2005}}</ref><ref>{{Cita|Francesco Domenico Guerrazzi, 1862|pagp. 226}}.</ref>
|20.000 opliti + 2.000 arcieri + 2.000 frombolieri
|2.000 cavalieri
|200 triremi
|}
Gelone offrì numerose armate per la guerra estera, poiché le cifre del suo esercito in quel periodo risultavano notevoli, se si pensa ad esempio alla [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|storica battaglia interna]] tra cartaginesi e sicelioti ad [[Imera (città antica)|Imera]], avvenuta lo stesso giorno in cui nella Grecia continentale si combatteva la [[Battaglia di Salamina]]<ref>Secondo Diodoro Siculo lo scontro avvenne lo stesso giorno della [[battaglia delle Termopili]] e non di Salamina.</ref><ref>Le cifre per questa battaglia furono elevati per entrambi i lati. Alcuni storici come [[Timeo di Tauromenio|Timeo]] ed [[Eforo di Cuma]] fanno ammontare l'esercito cartaginese addirittura a 300.000 fanti e 2.000 navi puniche. Ma a causa di contesti letterari riscontrati nei due storici in tali occasioni si è più inclini a porre molto al ribasso le loro cifre e dare meno imparità tra i due eserciti rivali.
<br />Fonte: ''Studi siciliani ed italioti, con tre tavole'', [[Gaetano De Sanctis]], Luigi Pareti, [[Felice Le Monnier]] editore, [[1920]].</ref>:
{| class=wikitable
|+ '''numeroNumero reparti esercito durante la battaglia di Imera ([[480 a.C.]])'''
! width="16%" |Fonte
! width="14%" |[[Fanteria]]
Riga 83 ⟶ 98:
! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Diodoro Siculo]]<ref>Diodoro Siculo (Biblioteca Storica, XI, 21,1).</ref> + Fonti moderne<ref>{{Cita|Le grandi battaglie dell'antica Grecia|cid=Le grandi battaglie dell'antica Grecia, 2011|Sezione 27 (google.ebook}}.</ref>
|50.000 fanti
|5.000 cavalieri
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Dati indicativi dell'esercito nelle successive battaglie vengono forniti dagli avvenimenti posti nell'epoca tardo-ellenistica della Sicilia; al tempo di [[Pirro]] e [[Gerone II]], nonché sull'ultima guerra siracusana contro l'assedio posto da Roma.
{| class=wikitable
|+ '''unitàUnità armate dell'esercito siracusano durante le guerre puniche'''<ref>{{Cita web|url=http://poliremi.altervista.org/greci8.html#_ftnref24|titolo=http://poliremi.altervista.org - Capitolo III - Greci e Regni ellenistici coinvolti nella guerra - i Greci di Sicilia}}</ref>
! width="14%" |[[Falange (militare)|Falange]] + Difalangarchia
! width="14%" |[[Peltasta]] + Epixenagie
Riga 96 ⟶ 111:
! width="14%" |Ipparchia
|-
|2 falangi semplici + 1 difalangarchia<ref>E'È un termine greco; significa l'unione di due falangarchie che a sua volta sono formate dall'unione di due semplici falange.
<br />Fonte <small>Difalangarchia</small> : ''Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia ...: 8: F-Fyzabat'', dalla Società l'Unione Tipografico-Editrice, [[1867]] (pagp. 55)
<br />Fonte <small>Falangarchie</small>: ''Gran dizionario teorico-militare contenente le definizioni di tutt'i termini tecnici spettanti all'arte della guerra, con analoghe istruzioni e con una raccolta dei comandi adattati alla scuola moderna dato alla luce per cura di Giacomo Medini, Francesco Collina e Mattia Minarelli'', Carlo Cataneo, [[1836]] (pagp. 309)</ref>
|8.000 peltasti + 4 epixenagie<ref>Le epixenagie sono l'insieme di due Sistreme, composta da 2.048 uomini.
<br />Fonte <small>Epixenagie</small>: ''Le storie di Arriano ... tradotte in italiano dall ... Marco Mastrofini, Volume 2'', Flavius Nicomediensis Arrianus, Sonzogno, [[1827]] (pagp. 131)</ref>
|1024 psiliti<ref>Gli psiliti sono dei gruppi appartenenti alla falange e armati in maniera leggere.
<br />Fonte <small>Psiliti</small>: ''Storia dell' arte militare, antica e moderna'', Manuali [[Ulrico Hoepli|Hoepli]], [[Milano]], [[1893]] (un corpo di fanteria leggera (Psi- liti) di pari forza dei Peltasti.)</ref>
Riga 106 ⟶ 121:
<br />Fonte <small>Ipparchia</small>: Guarzanti Linguistica</ref>
|}
L'esercito siracusano ebbe alti e bassi nelle successive epoche. Sicuramente, come confermano molti testi storici, l'epoca più importante e rilevante per l'esercito fu quella di Dionigi I, dove si toccarono i numeri più elevati che mai più si ripeteranno; dall'inzioinizio alla fine della storia militare di Syrakousai.
{| class=wikitable
|+ '''stimaStima numero reparti esercito durante [[Età dionigiana|Epoca dionigiana]] - [[IV sec. a.C.]]'''
! width="16%" |Fonti
! width="14%" |[[Fanteria]]
Riga 114 ⟶ 129:
! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Diodoro Siculo]]<ref>[[Diodoro Siculo]] XIV, 47, 7, .</ref> + [[Plutarco]] ([[Vite parallele]], volume 12)<ref>Nella traduzione di Pompei con le note di Dacier sull'opera di Plutarco, vengono confermate le cifre di 10.000 cavalieri e 400 navi da guerra, mentre riguardo al numero dei fanti dionigiani: ''ed i fanti ben più numerosi a molti doppii [...]''. Plutarco ci informa anche che Dionidio II, erede della forza imperialistica del padre, aveva a sua disposizione ulteriori 10.000 guardie custodi della sua persona poste alla fortezza o cittadella (l'[[isola di Ortigia]]). {{Cita|Dacier, Pompei, Plutarco - Vite parallele (Volume 12)|pagp. 26}}.</ref> + Fonti moderne<ref>{{Cita|Biografia degli uomini illustri della Sicilia, 1819|Sezione 5 (google.ebook)}}.</ref>
|100.000 fanti<ref>Nel libro ''Scrittori Classici Italiani di Economia Politica Tomo I'', edito a Milano (MDCCCIII), gli autori elevano il numero dei fanti a 120.000 e quello dei cavalieri a 12.000 (pagp. 89).</ref>
|10.000 cavalieri
|400 triremi
|-
|Altra versione di Diodoro Siculo<ref>Stesso passaggio (Diodoro, XIV, 47) ma con una un'interpretazione differente.</ref> + Fonti moderne<ref>Guglielmo Robertson, ''Istoria dell'antica Grecia dalla sua origine fino all'epoca in cui divenne provincia romana scritta da Guglielmo Robertson traduzione dall'inglese: 3'', [[Firenze]], [[1822]] (pagp. 224).</ref><ref>Luigi Pareti, Storia di Roma e del mondo romano, Volume 1, [[UTET|Unione Tipografico-Editrice Torinese]], [[1952]] (pagp. 500).</ref><ref name=notadue>[[Academia.edu]], ''Considerazioni sul pagamento del sitos ai mercenari nella Sicilia tra Dionisio I e Timoleonte'' - <small>'''More Info:''' "Dispensa per il corso di Iconografia e archeologia della moneta antica. Corso di Laurea Specialistica "Archeologia del Mediterraneo" Università di Messina"</small> Daniele Castrizio</ref>
|80.000 fanti
|3.000 cavalieri
Riga 127 ⟶ 142:
== I mercenari ==
=== L'arruolamento di mercenari nell'esercito ===
[[File:Evariste-Vital Luminais - Gaulois en vue de Rome.jpg|thumb|300pxupright=1.4|Un gruppo di [[Cavalleria|cavalieri]] [[Galli|gallicigalli]]ci di epoca greco-romana raffigurati dal pittore francese [[Évariste-Vital Luminais]].]]
I [[mercenari]] ebbero grande rilevanza tra le file dell'esercito siracusano. Molti studi al riguardo sono stati effettuati sulle relazioni e sul significato sociale che questi soldati ebbero all'interno della vita militare aretusea.
 
L'esercito siracusano arruolava mercenari provenienti da molte località diverse e fu per questo considerato come il più variegato del mondo greco antico.<ref name=notadue/><ref name=notatre>[[Academia.edu]], ''La dynasteia di Dionisio I di Siracusa : politica ed economia'', Giuseppe Monte.</ref><ref name=notadue/>. Vi si trovavano mercenari originari dell'[[Africa]], dell'[[Italia]] e della stessa [[Sicilia]], della [[Grecia]], dell'[[ Penisola Iberica|Iberia]], della [[Gallia]]. Il bacino geografico maggiore dal quale venivano arruolati questi guerrierguerrieri era il [[Peloponneso]]<ref name=notatre/><ref>Sparta sapeva che Dionigi arruolava mercenari nel suo luogo d'influenza politica, ma dava il suo tacito consenso in base all'alleanza militare che vi era fra le due polis. Tuttavia, proprio questa vicinanza dei mercenari peloponnesiaci legati agli spartani, rappresenterà per Dionisio un serio problema per i suoi progetti espansionistici di Dionisio che troveranno l'ostilità di Sparta. (vedere nota n° 30).</ref>, ma non solo tra i greci, Dionisio fu il primo ad allestire un massiccio arruolamento di mercenari nordici, guerrieri [[celti]], introdotti all'interno della penisola italica<ref>Mossa che aprì loro la strada verso quelle che poi si riveleranno essere le [[Guerre romano-celtiche]]; combattute dai romani che dovettero impedire ai celti di invadere la loro patria.</ref><ref>Le fonti storiche, partendo da [[Filisto]], narrano che Dionisio I di Siracusa inviò nel [[369 a.C.|369]]-[[368 a.C.]] un contingente militare composto da mercenari iberi e celti in aiuto di Sparta che stava soccobendosoccombendo nella guerra contro [[Tebe (Greciacittà greca antica)|Tebe]]. Secondo lo storico ede archeologo francese, [[Venceslas Kruta]], il tiranno siciliano li arruolò servendosi dell'emporio istituito ad Ancona, città dalle origini siracusane, ma dai rapporti politico/-militari mai chiariti con l'eventuale madre patria. Per Kruta questi mercenari appartenevano al gruppo etnico dei [[Senoni]] ([[Gallia cisalpina]]) emigrati nell'Italia nord-orientale.
<br />''Fonte bibliografica:'' {{Cita|Venceslas Kruta, I celti e il Mediterraneo, 2004|pagp. 39}}
<br />''Fonte bibliografica:'' {{Cita|Marta Sordi, ''Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità'', 1992|pagp. 142}}.</ref>
I tiranni siracusani volsero lo sguardo anche sui mercenari italici, come i [[mamertini]], di origine [[Campania|campana]], e in seguito arrivarono gli iberi, che in precedenza avevano lottato tra le filafile dell'esercito cartaginese. Scrive a tal proposito la storica [[Marta Sordi]]:
{{Citazione|facevano il loro ingresso tra le file dell'esercito del tiranno di Siracusa anche i primi mercenari iberi, che fino a quel momento avevano combattuto sul fronte opposto, al servizio dei Cartaginesi (Diod. 14, 75, 8-9). Da allora in poi la presenza di contingenti mercenari provenienti dalla penisola iberica avrebbe rappresentato una costante all'interno dell'esercito siracusano [...]<ref>{{Cita|Marta Sordi, ''Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità'', 1992|pagp. 142}}.</ref>}}
La cultura del mercenariato si sviluppò in Sicilia molto tempo prima che arrivasse nella Grecia continentale. Già dal tempo di [[Ippocrate di Gela]], i sicelioti erano soliti arruolare i mercenari. Capi dell'esercito e tiranni come [[Gelone]], e dopo di lui suo fratello [[Gerone I]], avevano già fatto largo uso del mercenariato<ref>I testi parlano di 10.000 mercenari arruolati da Gelone e non un numero minore arruolati da IeroneGerone I. (vedi nota n° 30) .</ref>, tuttavia [[Dionisio I di Siracusa|Dionisio I]] fu il primo capo di Stato, o che dir si voglia tiranno, che in [[Civiltà occidentale|occidente]] investì tanto sui mercenari, mettendo in piedi un grande meccanismo militare volto allo sviluppo, qualitativo e numerico, del suo esercito.
 
Prima dell'utilizzo dei mercenari i reparti bellici dell'esercito siracusano erano composti solo da truppe cittadine. La polis di Syrakousai, come quasi tutte le altre poleis dell'epoca, aveva imposto ai propri giovani di sesso maschile l'arruolamento forzato nell'esercito in caso di necessità bellica. Essi, non essendo soldati di professione, non avevano un addestramento militare alle spalle e venivano impiegati per formare la falange oplitica. Dovevano sopportare lunghi periodi lontano da casa e lunghe marciemarce durante la guerra. Il fattore poi che queste guerre fossero di conquista e non di difesa, influiva ulteriolmenteulteriormente in maniera negativa sulle motivazioni degli opliti siracusani. Il tiranno Dionisio I, ambizioso nei suoi progetti, si accorse di tale difficoltà e decise di aprire le porte del suo esercito a soldati stranieri che si dedicavano ai combattimenti per professione; i mercenari<ref name=notadue/>.
 
=== La paga dei mercenari ===
Dionisio, conosciuto come uomo scaltro e ingegnoso, utilizzò tutti i mezzi a sua disposizione per tenere ben salda la sicurezza che gli derivava da un numeroso e ben attrezzato esercito militare. Per mantenere gli elevati livelli che egli richiedeva vennero domandati al popolo dei sacrifici economici, mediante i quali si raccoglievano le necessarie finanze volte al pagamento del ''sitos'' (stipendio o paga) dovuto ai suoi mercenari, oltre quello dovuto alla già consistente milizia cittadina. Di queste riforme economiche attuate dal tiranno ne fa menzione [[Aristotele]] nel suo pseudo ''Οἰκονομικῶν'' (trattato di economia):
{{Citazione|Non avendo monete d’argento, ne coniò di stagno, e, raccolta l’assemblea, esaltò a lungo la [[moneta]] coniata ed essi votarono, sia pur contro voglia, che avrebbero riguardato come [[argento]] e non [[Stagno (elemento chimico)|stagno]] ciò che ciascuno avesse preso.|[[Aristotele]], Οἰκονομικῶν<ref>Aristotle, Renato LaurentiAristotele, ''Il Trattato sull'economia'', a cura di Renato Laurenti, Laterza, 1967 (pagp. 30).</ref>}}
In Sicilia era in uso la [[litra]], una moneta che aveva il valore di 1/5 della dracma, ma sotto l'epoca dionisiana, proprio per sopperire alla mancanza di fondi gravemente sfruttati per le esigenze belliche, Dionisio I fece raddoppiare il valore monetale della litra (che a sua volta era già stata sopravvalutata dopo l'epoca geloa). A causa della lunga guerra contro Cartagine, la polis sfruttò tutto il suo [[oro]] per allestire e condurre le truppe dell'esercito, provocando così un' indebolimento monetario che perdurerà per molti decenni, anche dopo la fine del governo dionisiano. Terminati i metalli più preziosi, ovvero l'oro e l'argento, il tiranno riempì le casse dello Stato con grandi quantità di emissioni monetarie in [[bronzo|bronzo]]; le nuove emissioni tuttavia non potevano essere soprastimate eccessivamente, altrimenti il risultato sull'innalzamento dei prezzi e sul sociale sarebbe stato davvero imprevedibile. La nuova valuta bronzea venne denominata ''hemilitron'' e corrispondeva al numero di 6 [[Oncia (unità di misura)|once]]<ref>L'oncia era la dodicesima parte della Litralitra.</ref>, essa era destinata principalmente al saldo delle numerose truppe:
;Pagamento giornaliero delle truppe<ref name=notadue/>
[[File:Syracusa Æ Hemilitron 2210351.jpg|thumb|200px|Hemilitron siracusano]]
* 1 hemilitron (''ἡμίλιτρον'') da 6 once ''equivalente'' a 3 hexantes (o dionkion) di 2 once <small>(ogni oncia aveva il peso equivalente a 18 g.)</small>
* 1 hexanteshemilitron ''equivalente'' a 2 once <small>(36 g. di metallo)</small>
* 1 hexas ''equivalente'' a 2/3 di oncia <small>(12 g. di metallo)</small>
 
Le paghe che il tiranno aretuseo forniva ai suoi mercenari dovevano essere necessariamente più elevate rispetto a quelle che potevano offrire loro gli eserciti rivali della polis. Dionisio infatti si trovò durante tutto il suo governo a dover fronteggiare e competere con un altro esercito noto in tutto il mondo antico per la sua sviluppata polticapolitica nei confronti del mercenariato; l'[[Esercito cartaginese|esercito di Cartagine]], con il quale si contendeva i numerosi gruppi di mercenari da arruolare durante le campagne belliche.
 
I mercenari, essendo guerrieri professionisti, avevano una paga più alta rispetto alla milizia cittadina. Si calcola che un gruppo di 1.000 cavalieri campani, i mamertini, costassero alla polis 75 talenti l'anno. Ma i costi più elevati erano destinati alla flotta navale; una sola nave con 200 rematori veniva a costare mezzo talento (pari a 30 mine) al giorno. Lo storico e comandante [[Filisto]] definì la forza navale di Syrakousai come ''adephàgos'' la cui traduzione significa ''divoratrice di risorse''<ref name=notatre/>. Si può dunque ben ipotizzare quanto dispendioso fosse mantenerla dato che delle 400 triremi, confermate secondo gli storici [[Lisia]] e Diodoro, solo la metà potevano essere riempite da marinai siracusani mentre l'altra metà imbarcava mercenari.
Esempi di retribuzione per la milizia cittadina:
 
Esempi di retribuzione per lale miliziatruppe<ref cittadinaname=notadue/>:
{| class="wikitable"
|- valign="top"
!Pagamento dei soldati cittadini
!width=25%|Fante
!width=25%|Oplita
!width=25%|Cavaliere
|- valign="top"
| rowspan=1|Fonti storiche<ref>{{Cita|Daniele Castrizio, ''La monetazione mercenariale in Sicilia: strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte'', 2000|pagp. 33}}.</ref>
|1 [[dracma|dracma]] giornaliera [[File:001-syracuse-Triskeles.jpg|right|80px|Dracma siracusana]]
|4 [[obolo|oboli]] giornalieri [[File:Canusium obol 78000148.jpg|right|80px|Esempio di obolo monetale]]
|450 [[dracma|dracme]] annue [[File:001-syracuse-Triskeles.jpg|right|80px|Dracma siracusana]]
|- valign="top"
!Pagamento di 1.000 Opliti
!width=25%|giornalieri
!width=25%|mensili
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| rowspan=1|Fonti storiche
|10 [[Mina (peso)|mine]] [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|5 [[Talento (peso)|talenti]]<ref>ogni talento corrispondeva a 60 mine.</ref> [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|60 [[Talento (peso)|talenti]] [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|}
 
 
Il pagamento dei mercenari poteva avvenire in diverse modalità; il tiranno per ricompensare il suo esercito degli sforzi bellici resi alla patria poteva concedere loro il ''[[misthos]]'', ovvero una retribuzione pubblica che non prevedeva saldo monetale ma concessione fisica di terre, di oro e di saccheggio delle varie aree geografiche conquistate. Il tiranno poteva inoltre decidere di licenziare i mercenari in eccesso evitando così di pagare costi superiori.
 
=== Il dirittodêmos die cittadinanza aii mercenari ===
Nella storia di Syrakousai i mercenari giocarono un ruolo molto più fondamentale del previsto in ottica politica, oltre che bellica. Essi infatti una volta finito il servizio alle armi richiesto loro dai vari tiranni, non abbandonarono quasi mai il territorio geografico dove si erano venuti a trovare ma anzi, entrarono in conflitto con i nativi del luogo poiché ne pretendevano il controllo, non solamente militare. È il caso dei mamertini che intrapresero una guerra contro [[Gerone II]] per possedere [[Messana]] e furono essi che per avere protezione e rinforzi chiamarono [[Roma]] in Sicilia, scatenando così l'epocale conflitto delle [[guerre romano-puniche]].
 
Un altro mercenario di origine [[Spagna|spagnola]], Merico, insignito del rango di capitano e prefetto dell'[[Acradina]], divenne il perno fondamentale nella battaglia finale che decise le sorti di Syrakousai; egli, nel momento di anarchia e confusione generale, si mise a capo dell'esercito siracusano che difendeva la polis dall'assedio romano di [[Marco Claudio Marcello]] e tradendo alti ufficiali e militari, intraprese segretamente accordi con la parte romana aprendo loro le porte della capitale siceliota. Il suo gesto è passato tra le cronache della storia e viene sottolineato esplicitamente dagli storici, come il britannico Norman Davies che lo cita a più riprese nel suo testo:
{{Citazione|Se Merico non avesse aperto la porta, se Siracusa avesse resistito ai romani come un tempo resistette agli ateniesi, se Annibale avesse distrutto Roma come Roma avrebbe poi distrutto Cartagine, se, come risultato, il mondo greco alla fine si fosse fuso con la semitica Cartagine, allora la storia sarebbe stata piuttosto diversa. Ma il punto è: Merico aprì la porta.|[[Norman Davies]], Storia d'Europa, Volumi 1-2<ref>{{Cita|Norman Davies, ''Storia d'Europa'', 2006|p. 168}}.</ref>}}
I mercenari, i soldati stranieri, come sostiene lo stesso Montesquieu, ebbero per il dêmos della polis un ruolo dominante, che oltrepassò spesso il semplice ruolo di guerriero assoldato per la battaglia. Ciò avvenne principalmente per una forma politica maturata dai tiranni, i quali affidando ai mercenari il controllo militare di località strategiche correvano successivamente il rischio che essi non volessero più abbandonarle; come avvenne per Dionisio I che dovette lottare per strappare ai suoi stessi mercenari il Monte Tauro, dove sorgeva la colonia che egli fondò, Tauromenion (futura [[Taormina]])<ref>{{Cita|La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999|p. 410}}.</ref>. E il medesimo approccio conflittuale avvenne nelle epoche successive, come fu per i mamertini chiamati da [[Agatocle]], essi pretesero dopo la morte del tiranno e la momentanea anarchia, di avere all'interno dell'assemblea politica siracusana un proprio magistrato eletto che potesse fare le loro veci. Offesi dal rifiuto della polis se ne andarono ad occupare altri territori siciliani e avvenne l'ulteriore scontro bellico con l'allora comandante dell'esercito, non ancora tiranno, Gerone II<ref>{{Cita|Carmela Salazar, 2013|p. 11}}.</ref>.
 
== Strutture militari ==
{{...|unità militari}}
 
== Invenzioni belliche dell'esercito siracusano ==
{{...|unità militari}}
 
== Le guerre e le battaglie dell'esercito ==
[[File:Vaso Greco - Museo Paolo Orsi.jpg|thumb|250px|Vaso di epoca greca raffigurante scena militare (Siracusa, museo archeologico Paolo Orsi)]]
Le principali battaglie, ricadenti all'interno di più ampie guerre. combattute dall'esercito siracusano:
 
=== Guerre greco-puniche ===
{{Colonne|50%}}
''<bigspan style="font-size: 120%;">Prima campagna siciliana</bigspan>''
* [[Battaglia di Imera (480 a.C.)]]
:'''Esito finale''': vittoria
<bigspan style="font-size: 120%;">''Seconda campagna siciliana''</bigspan>
* [[Assedio]] ed espugnazione di [[Selinunte]]
* [[Battaglia di Imera (409 a.C.)]]
:'''Esito finale''': sconfitta
<bigspan style="font-size: 120%;">''Terza campagna siciliana''</bigspan>
* Battaglia di [[Akragas]]
* [[Battaglia di Gela (405 a.C.)]]
:'''Esito finale''': parziale vittoria mutata in seguito in sconfitta
<bigspan style="font-size: 120%;">''Quarta campagna siciliana''</bigspan>
* Assedio ed espugnazione dell'[[isola]] di [[Mozia]]
* [[Assedio di Siracusa (397 a.C.)]]
:'''Esito finale''': vittoria
<bigspan style="font-size: 120%;">''Quinta campagna siciliana''</bigspan>
* [[Battaglia di Cabala]]
{{Colonne spezza}}
* Battaglia del monte Kronion ([[Terme Selinuntine]])
* Assedio Sicilia occidentale
:'''Esito finale''': neutralità tra i due eserciti contendenti
<bigspan style="font-size: 120%;">''Sesta campagna siciliana''</bigspan>
* [[Battaglia del Crimiso]]
:'''Esito finale''': vittoria
<bigspan style="font-size: 120%;">''Settima campagna siciliana''</bigspan>
* Conquista Sicilia occidentale
* [[Battaglia dell'Imera|Battagliadel dimonte Ecnomo]]
* Assedio di Siracusa
:'''Esito finale''': sconfitta
<bigspan style="font-size: 120%;">''Prima campagna africana''</bigspan>
* Assedio di [[Cartagine]]
:'''Esito finale''': sconfitta (truppe siracusane ammutinate rimasero in Africa)
<bigspan style="font-size: 120%;">''Ottava campagna siciliana''</bigspan>
* Conquista territori punici
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne fine}}
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=== Guerra contro la Syntèleia ===
* Conquista dei territori contesi da [[Ducezio|Ducezio il re dei Siculi]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne spezza}}
 
=== Scontro navale etrusco ===
* [[Battaglia di Cuma (474 a.C.)|Battaglia di Cuma]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne fine}}
{{Colonne|50%}}
=== Guerra del Peloponneso ===
* [[Spedizione ateniese in Sicilia]]
::[[Battaglia di Siracusa]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne spezza}}
=== Guerre romano-puniche ===
* [[Battaglia di Messina]]
* [[Assedio di Siracusa (212 a.C.)]]
:'''Esito finale''': sconfitta
{{Colonne fine}}
 
== Note ==
{{references|3Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore=[[André Dacier]], [[Girolamo Pompei]] | editore=Valentino Crescini| anno=[[1818]]| titolo=[[Vite parallele]]: Le vite degli uomini illustri di [[Plutarco]], Volume 12|cid=Dacier, Pompei, Plutarco - Vite parallele (Volume 12)|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=[[Montesquieu]] | editore=| anno=[[1819]]| titolo=[[Lo spirito delle leggi]]: Spirito delle leggi del signor di Montesquieu con note dell'abate [[Antonio Genovesi]], e di altri ... Tomo 1. [-4.]: 1 |cid=Montesquieu, ''Lo spirito delle leggi''|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=[[Giuseppe Emanuele Ortolani]] | editore=| anno= [[1819]], [[Napoli]]| titolo=Biografia degli uomini illustri della Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti compilata dall'avvocato d.r. d.n. Giuseppe Emanuele Ortolani e da altri letterati ... Tomo 1. [-4.], Volume 3|cid=Biografia degli uomini illustri della Sicilia, 1819}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=Girolamo Pozzoli, [[Felice Romani]], Antonio Peracchi | editore=Batelli e Fanfani tipografi e calcografi| anno=[[1820]]| titolo=Dizionario d'ogni mitologia e antichità incominciato da Girolamo Pozzoli sulle tracce del Dizionario della favola di Fr. Noel, continuato ed ampliato dal prof. Felice Romani e dal dr. Antonio Peracchi. Volume 1. [-6.], Volume 2 |cid=Girolamo Pozzoli, [[Felice Romani]], Antonio Peracchi, 1820|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=[[Francesco Domenico Guerrazzi]] | editore=M. Guigoni| anno= [[1862]]| titolo=Scritti politici | url=https://archive.org/details/scrittipolitici00guergoog |cid=Francesco Domenico Guerrazzi, 1862|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=[[Silvio Accame]] | editore=[[Edizioni di storia e letteratura]]| anno= [[1990]] [[Roma]]| titolo=Scritti minori, vol. II|cid=Silvio Accame, ''Scritti minori, vol. II'', 1990|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass | editore=[[L'Erma di Bretschneider|L'ERMA di BRETSCHNEIDER]]| anno= [[1991]]| titolo=Armi ed armature dei Greci |cid=Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|isbn=978-88-7062-726-8}}
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e pensieroPensiero (casa editrice)|Vita e Pensiero]]| anno=[[1992]]|titolo=Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità|cid=Marta Sordi, ''Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità'', 1992|isbn=8834303512}}
* {{cita libro | autore=Daniele Castrizio | editore=[[Rubbettino Editore]]| anno=[[2000]]|titolo=La monetazione mercenariale in Sicilia: strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte|cid=Daniele Castrizio, ''La monetazione mercenariale in Sicilia: strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte'', 2000|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e pensieroPensiero (casa editrice)|Vita e Pensiero]]| anno=[[2002]]|titolo=Scritti di storia greca|cid=Marta Sordi, ''Scritti di storia greca'', 2002|isbn=883430683X}}
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e pensieroPensiero (casa editrice)|Vita e Pensiero]]| anno=[[2002]]|titolo=Scritti di storia romana|cid=Marta Sordi, ''Scritti di storia romana'', 2002|isbn=8834307348}}
* {{cita libro | autore=[[VenceslasNicola Kruta]]Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro | editore=[[JacaL'Erma Bookdi Bretschneider|EditorialeL'ERMA Jacadi BookBRETSCHNEIDER]]| anno= [[2004]]2002| titolo=ILa celtiSicilia edei ildue MediterraneoDionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999|cid=VenceslasLa Kruta,Sicilia Idei celtidue eDionisî: ilatti Mediterraneodella Settimana di studio, 2004Agrigento, 24-28 febbraio 1999|isbn=881643628X978-88-8265-170-1}}
* {{cita libro | autore=[[NormanVenceslas DaviesKruta]] | editore=[[PearsonJaca Paravia Bruno MondadoriBook|PearsonEditoriale ItaliaJaca S.p.a.Book]]| anno= [[2006]]2004| titolo=StoriaI d'Europa,celti e Volumiil 1-2Mediterraneo|cid=NormanVenceslas DaviesKruta, ''StoriaI celti e il d'Europa''Mediterraneo, 20062004|isbn=8842499641881643628X}}
* {{cita libro | autore=[[AndreaNorman FredianiDavies]] | editore=[[NewtonPearson ComptonParavia EditoriBruno Mondadori|Pearson Italia S.p.a.]]| anno= [[2011]]2006| titolo=LeStoria grandi battaglie delld'anticaEuropa, Volumi Grecia1-2|cid=LeNorman grandiDavies, battaglie dell'antica'Storia Greciad'Europa'', 20112006|isbn=97888541325668842499641}}
* {{cita libro | autore=[[Andrea Frediani]] | editore=[[Newton Compton Editori ]]| anno= 2011| titolo=Le grandi battaglie dell'antica Grecia|cid=Le grandi battaglie dell'antica Grecia, 2011|isbn=9788854132566}}
* {{cita libro | autore=Carmela Salazar | editore=[[G. Giappichelli Editore]]| anno= 2013| titolo=Lineamenti di diritto costituzionale della regione Calabria|cid=Carmela Salazar, 2013|isbn=9788834891186}}
 
== Voci correlate ==
* [[:Categoria:Storia militare dell'antica Grecia|Storia militare dell'antica Grecia]]
* [[Guerra antica]]
* [[Storia militare]]
 
{{Eserciti dell'Antichità}}
{{StoriaGuerre die battaglie della Siracusa greca}}
{{Portale|antica Grecia|Sicilia|guerra|Siracusa|storia}}
 
[[Categoria:Esercito siracusano]]