Esercito siracusano: differenze tra le versioni
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▲{{Infobox unità militare
|Nome = Esercito siracusano
|Immagine = Archimedes Directing the Defenses of Syracuse.jpg
|Didascalia =
|Attiva = [[VII sec. a.C.]] - [[II
|Nazione = [[Syrakousai]], Arcontato di Sicilia, [[Sicelioti|Regno di Sicilia]]
|Tipo = [[cavalleria]], [[fanteria]], [[Marina militare|forza navale]]
|Ruolo =
|Motto =
|Battaglie =
|Comandanti_degni_di_nota = [[Gelone|Gelone I]]: 485-478 a.C.
|Ref = Vedi bibliografia
}}
L''''esercito siracusano''' fu una forza militare appartenente alla [[polis]] [[siceliota]] di [[Siracusa]]
== Contesto storico ==
=== La città dei tiranni e l'esercito ===
{{Citazione|Vero si è, che coloro, i quali corruppero le Greche Repubbliche, sempre non divennero tiranni. La ragione si è, perché erano più addetti all'eloquenza, che all'arte militare; oltre di che regnava in tutt'i cuori de' Greci un odio implacabile contra coloro, che rovesciavano il governo Repubblicano: il che fece degenerar l'Anarchia in annientamento, invece di cangiarsi in Tirannia.
Ma Siracusa, che si trovò piantata in mezzo d'un numero grande di piccole Oligarchie cangiate in
[[File:Iero helmet.jpg|thumb|L'''elmo di [[Ierone I|Ierone]]'' risalente al [[V sec. a.C.]], reca la seguente incisione: «''Ierone, il [[Dinomenide]], e i Siracusani [dedicano] a [[Zeus]] [dalla preda] dei [[Tirreni]], da [[Cuma]]''»]]
[[Montesquieu]] espone in
Ma queste rivoluzioni, come fa ben presente Montesquieu<ref>Dal libro di Montesquieu:
{{Citazione|Cacciati avendo i Tiranni, fecero Cittadini i forestieri, ed i mercenari Soldati, il che produsse guerre civili, ''Aristotile'' Polit. Lib. V Cap. III. Essendo stato cagione il popolo della vittoria sopra gli Ateniesi, la Repubblica fu mutata. ''Ivi'', Cap. IV. La passione di due giovani magistrati, uno de' quali tolse all'altro un ragazzo, e questi gli corruppe la moglie, fece mutar la forma di questa Repubblica. ''iVI'', Lib. VII. Cap. IV.|
</ref>, causarono alla polis diverse [[guerra civile|guerre civili]] che probabilmente si
{{Citazione|Per [[Atene]], [[Siracusa]] fu quello che [[New York]] sarebbe divenuta per [[Londra]].|
=== I rapporti e le alleanze ===
{{Citazione|
[[File:001-syracuse.jpg|thumb
In [[Italia antica|Italia]], terra più prossima ad essa geograficamente, la [[Calabria]] fu terreno di scontro, poiché le mire dell'[[Sicelioti|esercito siracusano]] erano volte alla conquista di quella regione continentale. Aveva solidi legami con [[Taranto]], polis molto influente nella [[lega italiota]]. Nella [[Campania]], terra d'origine dei mercenari [[mamertini]], i
A sud, dove vi era Cartagine, non vi potevano durare rapporti pacifici di lunga data, poiché la capitale fenicia aveva grandi interessi politici, sociali, militari verso la Sicilia, dunque non si creò mai un'alleanza tra i due popoli costieri, eccetto nei momenti di estrema necessità comune
Piuttosto complicati furono i rapporti e la situazione militare che i
Le alleanze più ufficiali furono fatte con i greci dell'Egeo. [[Sparta]] e Atene furono due poleis difficili da gestire per la politica siracusana; inizialmente Sparta creò una solida alleanza militare con i
== Organizzazione militare ==
===
[[File:Museo archeologico regionale paolo orsi, corazza in bronzo, da tomba 5 necropoli della fossa, 370-340 ac. 01.JPG|thumb|upright|Corazza in bronzo, rinvenuta nella necropoli di Siracusa (370-340 a.C.)]]
{{...|unità militari}}
=== Cavalleria ===
{{Citazione|Molte riforme del tempo (militari), soprattutto quelle concernenti la cavalleria, furono introdotte ancora una volta dai Greci di Sicilia, ormai in gran parte sotto il dominio di Dionigi I di Siracusa, uno dei grandi pionieri della guerra d'assedio [...]|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, ''Armi ed armature dei greci''<ref>{{Cita|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|
La cavalleria era il punto forte dell'esercito siracusano. Fin dalla [[battaglia di Imera (480 a.C.)]], quando i cavalieri siracusani riuscirono a penetrare nel campo nemico e a uccidere il comandante dei Cartaginesi, [[Amilcare I|Amilcare]]<ref>Diodoro Siculo, XI 24.</ref>.
Gli Ateniesi, durante la [[Spedizione ateniese in Sicilia|spedizione in Sicilia]] (415 a.C.), consci di essere sbarcati in un territorio estraneo, ma soprattutto di essere in pericolo se non si fossero mossi, si attestarono in un luogo «sufficientemente inaccessibile agli assalti della cavalleria<ref>Tucidide, Guerra del Peloponneso VI 64.</ref>» di cui temevano gli attacchi.
L'esercito, in tempo di guerra, era alle dipendenze dello [[Autokratōr|stratēgos autokratōr]], comandante dai pieni poteri che quasi sempre diveniva in seguito il tiranno della polis.▼
▲L'esercito
=== Stima numeri dell'esercito ===▼
I numeri sulle reali dimenzioni dell'esercito siracusano non sono di semplice soluzione, poiché come molti studiosi hanno confermato, le informazioni sugli eserciti bellici occidentali di epoca greca sono troppo scarne per darne una descrizione analitica e completa; problema che invece non si è riscontrato con gli eserciti della Grecia continentale dei quali si hanno dati più precisi<ref>{{Cita|Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass, 1991|pag. 148 (Capitolo IV)}}</ref>.▼
=== La polis e le battaglie marittime ===
[[File:Battaglia navale in Sicilia.jpg|thumb|upright=1.2|Le navi degli alleati durante l'assedio di Atene al porto siracusano, in un'incisione inglese del XIX secolo.]]
Trovandosi la città posta sulle rive del mare, ebbe fin dalla sua fondazione un rapporto importante con la vie di comunicazione marittime.
Il primo a dotarla di una poderosa forza navale dedita alla battaglia fu il tiranno Gelone I, il quale ne fece poi un vanto davanti alle ambasciate egee e una solida difesa contro gli attacchi di Cartagine.
Il ruolo giocato da Siracusa nel passato della storia marittima fu notevole, poiché essa secondo le fonti storiche deteneva il maggior numero di navi da guerra che fino ad allora si fosse visto nel mar Mediterraneo centrale, tali da competere e sfidare la capitale fenicia.
[[Gerone I]], fratello di Gelone I, conservò e curò la flotta bellica adoperandola nell'importante scontro marittimo avvenuto nelle acque italiche della Campania tra [[cuma]]ni, siracusani ed etruschi:
{{Citazione|Credettero allora gli Etruschi potersi impadronire di sì ricca città, e perciò nell'anno terzo della olimpiade 76, sendo Arconte in Atene Acestoride ed in Roma consoli Cesone Fabio e T. Vergiano, con numerosa flotta assalirono la città di Cuma per la parte di mare ed i cumani spedirono tosto ambasciadori a Gerone re di Siracusa per soccorsi. Difatti una forte armata di triremi siracusane giunsero a Cuma e rotti gli Etruschi, molte delle loro navi affondarono e di ogni pericolo liberarono que' di Cuma.<ref>[[Camillo Minieri Riccio]], ''Cenni storici sulla distrutta città di Cuma ed altri opuscoli'', Stab. tip. di Vincenzo Priggiobba, [[1846]] (p. 11).</ref>}}
Dopo la dinastia dei Dinomenidi la polis ebbe un periodo politico di [[democrazia]], ma si ritrovò ugualmente coinvolta nelle guerre. La più importante fu certamente quella del Peloponneso che la coinvolse sia per terra che per mare.
▲I numeri sulle reali
Ciò nonostante, grazie alle citazioni di numeri nei testi degli storici antichi, è possibile ritrovare dei dati approssimativi sui reparti siracusani che possono rendere più concreta la stima totale delle forze armate appartenenti alla polis siceliota.
Il
Ma pur con la teoria delle moderne fonti, restano comunque numeri elevati che se confermati sarebbero la testimonianza di come la capitale siceliota potesse disporre di numerose forze militari al suo comando. Un dato indicativo di ciò lo si ha all'inizio delle epoche siracusane, sotto il tiranno [[Gelone]], quando [[ambasciatore|ambasciatori]] della [[Grecia continentale]] vennero a chiedergli di unirsi agli ateniesi, agli spartani e
{{Citazione|Siagro male frenando lo sdegno soggiunse: ''Gemerebbe l'ombra onorata di [[Agamennone]] se sapesse che gli [[Spartani]] avessero consentito lasciarsi spogliare del comando da un Gelone e dai Siracusani. Se vuoi soccorrere i Greci, obbedisci ai
Al sarcastico rifiuto, Gelone così rispose:
{{Citazione|Spartani, la ingiuria proferita contro gente animosa muove a sdegno; ma la vostra tracotanza non mi dissuaderà dal rispondervi pacato. Se tanto alligna in voi desiderio di comando, naturale cosa è che io più di voi lo pretenda,
La discussione tra le parti continuò ma alla fine non si trovò un accordo che potesse soddisfare il tiranno e le ambasciate. Siracusa quindi non mandò alcun aiuto militare ai confini della Grecia, ma rimase comunque in allerta, inviando i suoi soldati ad osservare l'evolversi della situazione e fu pronta ad agire di conseguenza fino all'esito finale della [[battaglia di Salamina]], quando vista la vittoria raggiunta dall'unione dei greci, capì che il gran re [[Serse I di Persia|Serse I]] non avrebbe potuto minacciare l'interno del [[Mediterraneo]].</ref>.
{| class=wikitable
|+ '''
! width="16%" |Fonte
! width="14%" |[[Fanteria]]
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! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Erodoto]]<ref>Le [[Storie (Erodoto)|Storie]] di [[Erodoto]] di [[Alicarnasso]].</ref> + Fonti moderne<ref>{{Cita web|url=http://www.instoria.it/home/Atene_occidente.htm|titolo=In Storia - ATENE E L'OCCIDENTE - Relazioni con le città siceliote ed italiote in funzione della spedizione in Sicilia - Parte I|accesso=
|20.000 opliti + 2.000 arcieri + 2.000 frombolieri
|2.000 cavalieri
|200 triremi
|}
Gelone offrì numerose armate per la guerra estera, poiché le cifre del suo esercito in quel periodo risultavano notevoli, se si pensa ad esempio alla [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|storica battaglia interna]] tra cartaginesi e sicelioti ad [[Imera (città antica)|Imera]], avvenuta lo stesso giorno in cui nella Grecia continentale si combatteva la [[Battaglia di Salamina]]<ref>Secondo Diodoro Siculo lo scontro avvenne lo stesso giorno della [[battaglia delle Termopili]] e non di Salamina.</ref><ref>Le cifre per questa battaglia furono elevati per entrambi i lati. Alcuni storici come [[Timeo di Tauromenio|Timeo]] ed [[Eforo di Cuma]] fanno ammontare l'esercito cartaginese addirittura a 300.000 fanti e 2.000 navi puniche. Ma a causa di contesti letterari riscontrati nei due storici in tali occasioni si è più inclini a porre molto al ribasso le loro cifre e dare meno imparità tra i due eserciti rivali.
<br />Fonte: ''Studi siciliani ed italioti, con tre tavole'', [[Gaetano De Sanctis]], Luigi Pareti, [[Felice Le Monnier]] editore, [[1920]].</ref>:
{| class=wikitable
|+ '''
! width="16%" |Fonte
! width="14%" |[[Fanteria]]
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! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Diodoro Siculo]]<ref>Diodoro Siculo (Biblioteca Storica, XI, 21,1).</ref> + Fonti moderne<ref>{{Cita|Le grandi battaglie dell'antica Grecia|cid=Le grandi battaglie dell'antica Grecia, 2011|Sezione 27 (google.ebook}}.</ref>
|50.000 fanti
|5.000 cavalieri
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Dati indicativi dell'esercito nelle successive battaglie vengono forniti dagli avvenimenti posti nell'epoca tardo-ellenistica della Sicilia; al tempo di [[Pirro]] e [[Gerone II]], nonché sull'ultima guerra siracusana contro l'assedio posto da Roma.
{| class=wikitable
|+ '''
! width="14%" |[[Falange (militare)|Falange]] + Difalangarchia
! width="14%" |[[Peltasta]] + Epixenagie
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! width="14%" |Ipparchia
|-
|2 falangi semplici + 1 difalangarchia<ref>
<br />Fonte <small>Difalangarchia</small> : ''Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia ...: 8: F-Fyzabat'', dalla Società l'Unione Tipografico-Editrice, [[1867]] (
<br />Fonte <small>Falangarchie</small>: ''Gran dizionario teorico-militare contenente le definizioni di tutt'i termini tecnici spettanti all'arte della guerra, con analoghe istruzioni e con una raccolta dei comandi adattati alla scuola moderna dato alla luce per cura di Giacomo Medini, Francesco Collina e Mattia Minarelli'', Carlo Cataneo, [[1836]] (
|8.000 peltasti + 4 epixenagie<ref>Le epixenagie sono l'insieme di due Sistreme, composta da 2.048 uomini.
<br />Fonte <small>Epixenagie</small>: ''Le storie di Arriano ... tradotte in italiano dall ... Marco Mastrofini, Volume 2'', Flavius Nicomediensis Arrianus, Sonzogno, [[1827]] (
|1024 psiliti<ref>Gli psiliti sono dei gruppi appartenenti alla falange e armati in maniera leggere.
<br />Fonte <small>Psiliti</small>: ''Storia dell' arte militare, antica e moderna'', Manuali [[Ulrico Hoepli|Hoepli]], [[Milano]], [[1893]] (un corpo di fanteria leggera (Psi- liti) di pari forza dei Peltasti.)</ref>
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<br />Fonte <small>Ipparchia</small>: Guarzanti Linguistica</ref>
|}
L'esercito siracusano ebbe alti e bassi nelle successive epoche. Sicuramente, come confermano molti testi storici, l'epoca più importante e rilevante per l'esercito fu quella di Dionigi I, dove si toccarono i numeri più elevati che mai più si ripeteranno; dall'
{| class=wikitable
|+ '''
! width="16%" |Fonti
! width="14%" |[[Fanteria]]
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! width="14%" |[[Navi da guerra]]
|-
|[[Diodoro Siculo]]<ref>[[Diodoro Siculo]] XIV, 47, 7
|100.000 fanti<ref>Nel libro ''Scrittori Classici Italiani di Economia Politica Tomo I'', edito a Milano (MDCCCIII), gli autori elevano il numero dei fanti a 120.000 e quello dei cavalieri a 12.000 (
|10.000 cavalieri
|400 triremi
|-
|Altra versione di Diodoro Siculo<ref>Stesso passaggio (Diodoro, XIV, 47) ma con
|80.000 fanti
|3.000 cavalieri
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== I mercenari ==
=== L'arruolamento di mercenari nell'esercito ===
[[File:Evariste-Vital Luminais - Gaulois en vue de Rome.jpg|thumb|
I [[mercenari]] ebbero grande rilevanza tra le file dell'esercito siracusano. Molti studi al riguardo sono stati effettuati sulle relazioni e sul significato sociale che questi soldati ebbero all'interno della vita militare aretusea.
L'esercito siracusano arruolava mercenari provenienti da molte località diverse e fu per questo considerato come il più variegato del mondo greco antico.<ref name=notadue/><ref name=notatre>[[Academia.edu]], ''La dynasteia di Dionisio I di Siracusa : politica ed economia'', Giuseppe Monte.</ref
<br />''Fonte bibliografica:'' {{Cita|Venceslas Kruta, I celti e il Mediterraneo, 2004|
<br />''Fonte bibliografica:'' {{Cita|Marta Sordi, ''Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità'', 1992|
I tiranni siracusani volsero lo sguardo anche sui mercenari italici, come i [[mamertini]], di origine [[Campania|campana]], e in seguito arrivarono gli iberi, che in precedenza avevano lottato tra le
{{Citazione|facevano il loro ingresso tra le file dell'esercito del tiranno di Siracusa anche i primi mercenari iberi, che fino a quel momento avevano combattuto sul fronte opposto, al servizio dei Cartaginesi (Diod. 14, 75, 8-9). Da allora in poi la presenza di contingenti mercenari provenienti dalla penisola iberica avrebbe rappresentato una costante all'interno dell'esercito siracusano [...]<ref>{{Cita|Marta Sordi, ''Autocoscienza e rappresentazione dei popoli nell'antichità'', 1992|
La cultura del mercenariato si sviluppò in Sicilia molto tempo prima che arrivasse nella Grecia continentale. Già dal tempo di [[Ippocrate di Gela]], i sicelioti erano soliti arruolare i mercenari. Capi dell'esercito e tiranni come [[Gelone]], e dopo di lui suo fratello [[Gerone I]], avevano già fatto largo uso del mercenariato<ref>I testi parlano di 10.000 mercenari arruolati da Gelone e non un numero minore arruolati da
Prima dell'utilizzo dei mercenari i reparti bellici dell'esercito siracusano erano composti solo da truppe cittadine. La polis di Syrakousai, come quasi tutte le altre poleis dell'epoca, aveva imposto ai propri giovani di sesso maschile l'arruolamento forzato nell'esercito in caso di necessità bellica. Essi, non essendo soldati di professione, non avevano un addestramento militare alle spalle e venivano impiegati per formare la falange oplitica. Dovevano sopportare lunghi periodi lontano da casa e lunghe
=== La paga dei mercenari ===
Dionisio, conosciuto come uomo scaltro e ingegnoso, utilizzò tutti i mezzi a sua disposizione per tenere ben salda la sicurezza che gli derivava da un numeroso e ben attrezzato esercito militare. Per mantenere gli elevati livelli che egli richiedeva vennero domandati al popolo dei sacrifici economici, mediante i quali si raccoglievano le necessarie finanze volte al pagamento del ''sitos'' (stipendio o paga) dovuto ai suoi mercenari, oltre quello dovuto alla già consistente milizia cittadina. Di queste riforme economiche attuate dal tiranno ne fa menzione [[Aristotele]] nel suo pseudo ''Οἰκονομικῶν'' (trattato di economia):
{{Citazione|Non avendo monete d’argento, ne coniò di stagno, e, raccolta l’assemblea, esaltò a lungo la [[moneta]] coniata ed essi votarono, sia pur contro voglia, che avrebbero riguardato come [[argento]] e non [[Stagno (elemento chimico)|stagno]] ciò che ciascuno avesse preso.|[[Aristotele]], Οἰκονομικῶν<ref>
In Sicilia era in uso la [[litra]], una moneta che aveva il valore di 1/5 della dracma, ma sotto l'epoca dionisiana, proprio per sopperire alla mancanza di fondi gravemente sfruttati per le esigenze belliche, Dionisio I fece raddoppiare il valore monetale della litra (che a sua volta era già stata sopravvalutata dopo l'epoca geloa). A causa della lunga guerra contro Cartagine, la polis sfruttò tutto il suo [[oro]] per allestire e condurre le truppe dell'esercito, provocando così un
;Pagamento giornaliero delle truppe<ref name=notadue/>
[[File:Syracusa Æ Hemilitron 2210351.jpg|thumb
* 1 hemilitron (''ἡμίλιτρον'') da 6 once
* 1
* 1 hexas
Le paghe che il tiranno aretuseo forniva ai suoi mercenari dovevano essere necessariamente più elevate rispetto a quelle che potevano offrire loro gli eserciti rivali
I mercenari, essendo guerrieri professionisti, avevano una paga più alta rispetto alla milizia cittadina. Si calcola che un gruppo di 1.000 cavalieri campani, i mamertini, costassero alla polis 75 talenti l'anno. Ma i costi più elevati erano destinati alla flotta navale; una sola nave con 200 rematori veniva a costare mezzo talento (pari a 30 mine) al giorno. Lo storico e comandante [[Filisto]] definì la forza navale di Syrakousai come ''adephàgos'' la cui traduzione significa ''divoratrice di risorse''<ref name=notatre/>. Si può dunque ben ipotizzare quanto dispendioso fosse mantenerla dato che delle 400 triremi, confermate secondo gli storici [[Lisia]] e Diodoro, solo la metà potevano essere riempite da marinai siracusani mentre l'altra metà imbarcava mercenari.
Esempi di retribuzione per la milizia cittadina:▼
{| class="wikitable"
|- valign="top"
!Pagamento dei soldati
!width=25%|Fante
!width=25%|Oplita
!width=25%|Cavaliere
|- valign="top"
| rowspan=1|Fonti storiche<ref>{{Cita|Daniele Castrizio, ''La monetazione mercenariale in Sicilia: strategie economiche e territoriali fra Dione e Timoleonte'', 2000|
|1 [[
|4 [[obolo|oboli]] giornalieri [[File:Canusium obol 78000148.jpg|right|80px|Esempio di obolo monetale]]
|450 [[dracma|dracme]] annue [[File:001-syracuse-Triskeles.jpg|right|80px|Dracma siracusana]]
|- valign="top"
!Pagamento di 1.000 Opliti
!width=25%|giornalieri
!width=25%|mensili
Riga 171 ⟶ 188:
| rowspan=1|Fonti storiche
|10 [[Mina (peso)|mine]] [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|5 [[Talento (peso)|talenti]]<ref>ogni talento corrispondeva a 60 mine.</ref> [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|60 [[Talento (peso)|talenti]] [[File:Mina Athens.PNG|30px|right|Esempio di mina ateniese]]
|}
Il pagamento dei mercenari poteva avvenire in diverse modalità; il tiranno per ricompensare il suo esercito degli sforzi bellici resi alla patria poteva concedere loro il ''[[misthos]]'', ovvero una retribuzione pubblica che non prevedeva saldo monetale ma concessione fisica di terre, di oro e di saccheggio delle varie aree geografiche conquistate. Il tiranno poteva inoltre decidere di licenziare i mercenari in eccesso evitando così di pagare costi superiori.
=== Il
Nella storia di Syrakousai i mercenari giocarono un ruolo molto più fondamentale del previsto in ottica politica, oltre che bellica. Essi infatti una volta finito il servizio alle armi richiesto loro dai vari tiranni, non abbandonarono quasi mai il territorio geografico dove si erano venuti a trovare ma anzi, entrarono in conflitto con i nativi del luogo poiché ne pretendevano il controllo, non solamente militare. È il caso dei mamertini che intrapresero una guerra contro [[Gerone II]] per possedere [[Messana]] e furono essi che per avere protezione e rinforzi chiamarono [[Roma]] in Sicilia, scatenando così l'epocale conflitto delle [[guerre romano-puniche]].
Un altro mercenario di origine [[Spagna|spagnola]], Merico, insignito del rango di capitano e prefetto dell'[[Acradina]], divenne il perno fondamentale nella battaglia finale che decise le sorti di Syrakousai; egli, nel momento di anarchia e confusione generale, si mise a capo dell'esercito siracusano che difendeva la polis dall'assedio romano di [[Marco Claudio Marcello]] e tradendo alti ufficiali e militari, intraprese segretamente accordi con la parte romana aprendo loro le porte della capitale siceliota. Il suo gesto è passato tra le cronache della storia e viene sottolineato esplicitamente dagli storici, come il britannico Norman Davies che lo cita a più riprese nel suo testo:
{{Citazione|Se Merico non avesse aperto la porta, se Siracusa avesse resistito ai romani come un tempo resistette agli ateniesi, se Annibale avesse distrutto Roma come Roma avrebbe poi distrutto Cartagine, se, come risultato, il mondo greco alla fine si fosse fuso con la semitica Cartagine, allora la storia sarebbe stata piuttosto diversa. Ma il punto è: Merico aprì la porta.|[[Norman Davies]], Storia d'Europa, Volumi 1-2<ref>{{Cita|Norman Davies, ''Storia d'Europa'', 2006|p. 168}}.</ref>}}
I mercenari, i soldati stranieri, come sostiene lo stesso Montesquieu, ebbero per il dêmos della polis un ruolo dominante, che oltrepassò spesso il semplice ruolo di guerriero assoldato per la battaglia. Ciò avvenne principalmente per una forma politica maturata dai tiranni, i quali affidando ai mercenari il controllo militare di località strategiche correvano successivamente il rischio che essi non volessero più abbandonarle; come avvenne per Dionisio I che dovette lottare per strappare ai suoi stessi mercenari il Monte Tauro, dove sorgeva la colonia che egli fondò, Tauromenion (futura [[Taormina]])<ref>{{Cita|La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999|p. 410}}.</ref>. E il medesimo approccio conflittuale avvenne nelle epoche successive, come fu per i mamertini chiamati da [[Agatocle]], essi pretesero dopo la morte del tiranno e la momentanea anarchia, di avere all'interno dell'assemblea politica siracusana un proprio magistrato eletto che potesse fare le loro veci. Offesi dal rifiuto della polis se ne andarono ad occupare altri territori siciliani e avvenne l'ulteriore scontro bellico con l'allora comandante dell'esercito, non ancora tiranno, Gerone II<ref>{{Cita|Carmela Salazar, 2013|p. 11}}.</ref>.
== Strutture militari ==
{{...|unità militari}}
== Invenzioni belliche dell'esercito siracusano ==
{{...|unità militari}}
== Le guerre e le battaglie dell'esercito ==
[[File:Vaso Greco - Museo Paolo Orsi.jpg|thumb
Le principali battaglie, ricadenti all'interno di più ampie guerre. combattute dall'esercito siracusano:
=== Guerre greco-puniche ===
{{Colonne|50%}}
''<
* [[Battaglia di Imera (480 a.C.)]]
:'''Esito finale''': vittoria
<
* [[Assedio]] ed espugnazione di [[Selinunte]]
* [[Battaglia di Imera (409 a.C.)]]
:'''Esito finale''': sconfitta
<
* Battaglia di [[Akragas]]
* [[Battaglia di Gela (405 a.C.)]]
:'''Esito finale''': parziale vittoria mutata in seguito in sconfitta
<
* Assedio ed espugnazione dell'[[isola]] di [[Mozia]]
* [[Assedio di Siracusa (397 a.C.)]]
:'''Esito finale''': vittoria
<
* [[Battaglia di Cabala]]
{{Colonne spezza}}
* Battaglia del monte Kronion ([[Terme Selinuntine]])
* Assedio Sicilia occidentale
:'''Esito finale''': neutralità tra i due eserciti contendenti
<
* [[Battaglia del Crimiso]]
:'''Esito finale''': vittoria
<
* Conquista Sicilia occidentale
* [[Battaglia
* Assedio di Siracusa
:'''Esito finale''': sconfitta
<
* Assedio di [[Cartagine]]
:'''Esito finale''': sconfitta (truppe siracusane ammutinate rimasero in Africa)
<
* Conquista territori punici
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne fine}}
Riga 229 ⟶ 252:
=== Guerra contro la Syntèleia ===
* Conquista dei territori contesi da [[Ducezio|Ducezio il re dei Siculi]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne spezza}}
=== Scontro navale etrusco ===
* [[Battaglia di Cuma (474 a.C.)|Battaglia di Cuma]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne fine}}
{{Colonne|50%}}
=== Guerra del Peloponneso ===
* [[Spedizione ateniese in Sicilia]]
::[[Battaglia di Siracusa]]
:'''Esito finale''': vittoria
{{Colonne spezza}}
=== Guerre romano-puniche ===
* [[Battaglia di Messina]]
* [[Assedio di Siracusa (212 a.C.)]]
:'''Esito finale''': sconfitta
{{Colonne fine}}
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore=[[André Dacier]], [[Girolamo Pompei]] | editore=Valentino Crescini| anno=
* {{cita libro | autore=[[Montesquieu]] | editore=| anno=
* {{cita libro | autore=[[Giuseppe Emanuele Ortolani]] | editore=| anno= [[1819]], [[Napoli]]| titolo=Biografia degli uomini illustri della Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti compilata dall'avvocato d.r. d.n. Giuseppe Emanuele Ortolani e da altri letterati ... Tomo 1. [-4.], Volume 3|cid=Biografia degli uomini illustri della Sicilia, 1819}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=Girolamo Pozzoli, [[Felice Romani]], Antonio Peracchi | editore=Batelli e Fanfani tipografi e calcografi| anno=
* {{cita libro | autore=[[Francesco Domenico Guerrazzi]] | editore=M. Guigoni| anno=
* {{cita libro | autore=[[Silvio Accame]] | editore=[[Edizioni di storia e letteratura]]| anno= [[1990]] [[Roma]]| titolo=Scritti minori, vol. II|cid=Silvio Accame, ''Scritti minori, vol. II'', 1990|isbn=}}{{No ISBN}}
* {{cita libro | autore=Anthony M. Snodgrass, Arnold M. Snodgrass | editore=[[L'Erma di Bretschneider|L'ERMA di BRETSCHNEIDER]]| anno=
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e
* {{cita libro | autore=Daniele Castrizio | editore=[[Rubbettino Editore]]| anno=
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e
* {{cita libro | autore=[[Marta Sordi]] | editore=[[Vita e
* {{cita libro | autore=
* {{cita libro | autore=[[
* {{cita libro | autore=[[
* {{cita libro | autore=[[Andrea Frediani]] | editore=[[Newton Compton Editori ]]| anno= 2011| titolo=Le grandi battaglie dell'antica Grecia|cid=Le grandi battaglie dell'antica Grecia, 2011|isbn=9788854132566}}
* {{cita libro | autore=Carmela Salazar | editore=[[G. Giappichelli Editore]]| anno= 2013| titolo=Lineamenti di diritto costituzionale della regione Calabria|cid=Carmela Salazar, 2013|isbn=9788834891186}}
== Voci correlate ==
* [[:Categoria:Storia militare dell'antica Grecia|Storia militare dell'antica Grecia]]
* [[Guerra antica]]
* [[Storia militare]]
{{Eserciti dell'Antichità}}
{{
{{Portale|antica Grecia
[[Categoria:Esercito siracusano]]
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