Faust (Goethe): differenze tra le versioni

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{{F|componimenti poetici|giugno 2009}}
{{Libro
|tipo = Teatro
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|titoloorig = Faust
|titoloalfa = Faust
|immagine = Goethe Faust I 1808.jpg|thumb|220px
|didascalia = Prima parte [[1808]]
|autore = [[Johann Wolfgang Goethe]]
|annoorig = 1831
|genere = [[Poema]] drammatico[[dramma]]tico
|lingua = de
}}
'''''Faust''''' è un poema drammatico del [[1808]] scritto da [[Johann Wolfgang von Goethe]]. È l'opera più famosa scritta da Goethe e una delle più importanti opere della letteratura europea e mondiale.
 
{{Citazione|[La] lotta tra Dio e il demonio è la battaglia dei vizi e delle virtudi […]. Questa […] è la base della leggenda del Dottore Fausto che vendé l'anima al diavolo, leggenda così popolare al Medioevo, e resa immortale da Goethe.|[[Francesco De Sanctis]], ''[[Storia della letteratura italiana (De Sanctis)|Storia della letteratura italiana]]'' [1870], Morano, Napoli 1890, [[s:Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/95|p. 85]].}}
L'opera si ispira alla tradizionale figura del [[Faust]] della tradizione letteraria europea. Nel suo poema, Goethe racconta il patto tra Faust e Mefistofele, il loro viaggio alla scoperta dei piaceri e delle bellezze del mondo, e si conclude con la redenzione di Faust.
 
'''''Faust''''' è un [[dramma]] in versi di [[Johann Wolfgang von Goethe]]. Pubblicato nel 1808, è una delle opere più famose di Goethe, ritenuta inoltre una delle più importanti della letteratura europea e mondiale.
== Stesura dell'opera ==
 
Si ispira alla tradizionale figura del [[Dottor Faust]] della tradizione letteraria europea. Il poema racconta il patto tra Faust e [[Mefistofele]] e il loro viaggio alla scoperta dei piaceri e delle bellezze del mondo. È una chiara condanna del periodo della [[rivoluzione francese]].
 
== Storia editoriale ==
[[File:Goethe in der Campagna (Kopf).jpg|thumb|Goethe]]
[[Johann Wolfgang von Goethe]] lavorò al suo ''Faust'' per sessant'anni, dal [[1772]] al [[1831]]1832, costruendo un'opera monumentale che consacra il suo autore come il massimo scrittore di [[lingua tedesca]] e imprimendo il suo personaggio nell'[[immaginario collettivo]] come simbolo dell'[[anima]] moderna.
 
L'opera fu scritta in tre momenti successivi:
* l{{'}}''[[Urfaust (Goethe)|Urfaust]]'', scritto tra il [[1773]] e il [[1775]], influenzato dalle rappresentazioni del ''[[La tragica storia del Dottor Faust|Faust]]'' di [[Christopher Marlowe]] a cui il giovane [[Goethe]] aveva assistito sotto forma di teatro delle marionette (vedi [[Dottor Faust]] per il personaggio storico). L<nowiki>{{'</nowiki>}}''Urfaust'' appartiene culturalmente alla corrente letteraria tedesca dello ''[[Sturm und Drang]]'' e venne pubblicato, con alcune aggiunte, nel [[1790]] sotto il nome di ''"Faust. Ein Fragment"''.
* Più tardi ([[1808]]) pubblicò un ulteriore seguito, che già ricade nella corrente letteraria del [[classicismo (letteratura)|classicismo]], ''"Faust. Erster Teil"'' (''Faust. Prima parte''): viene aggiunto il ''Prologo in cielo'' e sono apportate modifiche significative all{{'}}''Urfaust''. Così Mefistofele appare a Faust promettendogli di fargli vivere un attimo di piacere tale da fargli desiderare che quell'attimo non trascorra mai. In cambio avrebbe avuto la sua anima. Faust è sicuro di sé: tale è la sua brama di piacere, azione e conoscenza, che è convinto che nulla mai al mondo lo sazierà tanto da fargli desiderare di fermare quell'attimo. Mefistofele gli fa conoscere la giovane Margarete (Margherita) - detta Gretelchen (Margheritina) e Gretchen (Greta) - la quale si innamora perdutamente di Faust, inconsapevole del fatto che lo slancio (in tedesco ''Streben'') che ispira Faust è nient'altro che il dominio della materia e la ricerca del piacere. La sorte di Margherita sarà tragica.
* In ''Faust. Zweiter Teil'' (Faust. Seconda parte, [[1832]]) la scena si allarga per celebrare l'unione tra letteratura classicistica e mondo classico: Faust seduce e viene sedotto da [[Elena (mitologia)|Elena di Troia]].
L'opera nel suo complesso risulta di 12.111 versi.
 
L'opera ebbe un successo straordinario grazie anche alla piena comprensione da parte dell'autore dell'[[anima]] moderna, protesa verso ideali sempre più elevati ede il dramma diventa un compendio non solo del sapere filosofico ma anche degli ideali politici, morali ed estetici:. {{CitazioneSenza necessaria|fra i suoi appassionati lettori si può citare [[Lenin]] che portò con sé solo questo libro durante il suo esilio in [[Siberia]]. Il [[nazismo]], invece, ebbe un rapporto più complesso con l'opera: [[Adolf Hitler|Hitler]] dichiarò di non stimare per niente [[Goethe]], tentando addirittura di epurarlo dalla storia della [[letteratura tedesca]]. Alla fine, però, prevalse la ragion di stato e non poté procedere contro un tale mostro sacro.fonte}}
 
== Trama ==
{{citazione|Avvicinatevi ancora, ondeggianti figure apparse in gioventù allo sguardo offuscato. Tenterò questa volta di non farvi svanire? Sento ancora il mio cuore incline a quegli errori? Voi m'incalzate! E sia, vi lascerò salire accanto a me dal velo di nebbia e di vapori.|Goethe, ''Faust'', vv. 1-6<ref>Traduzione a cura di Patrizio Sanasi, edizione ''Acrobat''.</ref>}}
La dedica dell'opera, scritta nel giugno [[1797]], è rivolta da Goethe agli «amici e i primi amori» della sua [[gioventù]] che riemergono «allo sguardo offuscato», la cui [[nostalgia]] muove il suo canto come il [[vento]] smuove e fa suonare l'[[arpa]] eolia.<ref>Vv. 1-32.</ref>
La dedica dell'opera, scritta nel giugno 1797, è rivolta da Goethe agli «amici e i primi amori» della sua [[gioventù]] che riemergono «allo sguardo offuscato», la cui [[nostalgia]] muove il suo canto come il [[vento]] smuove e fa suonare l'[[arpa eolia]].<ref>Vv. 1-32.</ref>
 
=== Prologo sul teatro ===
L'[[impresario]] di una compagnia di teatro discute animatamente con un anziano [[poeta]] e un [[attore]] faceto. Cosa assicura la buona riuscita di uno spettacolo? L'attore sostiene che l'opera dovrebbe andare incontro il più possibile alle aspettative della gente, secondo il poeta invece ciò che conta è l'ispirazione, che non deve curarsi del plauso degli spettatori. L'impresario decide per uno spettacolo che abbia un forte impatto sul pubblico.<ref>Vv. 33-242.</ref>
 
=== Prologo in cielo ===
Tre [[arcangeli]] ammirano l'opera del [[Creazione (teologia)|Creatore]], «insondabile» come la sua Mente, mentre [[Mefistofele]] (un diavolo) la critica nel vedere che l'uomo si tormenta usando il «lume celeste», cioè la [[ragione]], «solo per essere più bestia di ogni bestia». Mefistofele vuole scommettere con Dio che riuscirà a portare alla perdizione l'integerrimo [[medico]]-[[teologo]] [[Dottor Faust|Faust]]; Dio non accetta la scommessa (essendo Dio, non si abbassa a scendere a patti né a scommettere con alcuno) ma gli concede il permesso di tormentare Faust, così che il dottore non sia mai indotto a riposarsi o arrendersi: «finché vive sulla terra, ciò non ti sarà vietato; erra l'uomo finché cerca», poiché solo sbagliando egli si approssima alla [[verità]]. Dio sa che Faust è un uomo buono, ed è fiducioso che si salverà comunque.<ref>Vv. 243-353.</ref><ref>Questo prologo riprende il colloquio fra Dio e Satana di cui al ''[[Libro di Giobbe]]'', 1, 7-22</ref>
 
=== Prima parte ===
{{citazione|Sono una parte di quella forza che desidera eternamente il [[male]] e opera eternamente il [[Bene (filosofia)|bene]].|Mefistofele}}
[[File:JosephWrightKersting -Alchemist Faust im Studierzimmer.jpg|right|200px|thumb|upright=0.9|L'ambientazione del Faust è quella di un interno con alte volte gotiche, simile allo [[studio (stanza)|studio]] di un [[alchimista]].<ref>''Faust nello studio'', dipinto di [[Georg Friedrich Kersting]], 1829.</ref>]]
Nonostante la sua eminenza scientifica, il dottor Faust è annoiato e deluso dalla vita e dalla finitezza umana: dopo aver studiato [[filosofia]], [[alchimia]], [[diritto]], [[medicina]], [[teologia]], che gli consentono soltanto di fingersi sapiente, è convinto di saperne quanto prima, e che in fondo «nulla ci è dato sapere». Per questo si è «dato alla [[magia]]», nella speranza che qualche [[Entità spirituale|spirito]] lo aiuti a penetrare i segreti della Natura. Scorgendo in un libro il segno del [[macrocosmo]], simboleggiante la totalità della creazione, si inebria di una tale visione, subito però allontanata trattandosi solo di uno «scenario». Rivoltando con dispetto le pagine, si imbatte allora nel disegno dello spirito [[elementale]] della [[terra (elemento)|terra]], forza [[immanente]] della Natura che «tesse la veste vivente di Dio»; colto da ispirazione, lo invoca, ma non riesce a reggerne la vista.
[[File:Pentagram with one point up.png|left|160pxupright=0.7|thumb|Il [[pentagramma (geometria)|pentagramma]], simbolo del macrocosmo]]
Subentra il suo assistente Wagner, raffigurato come fiducioso nel [[progresso (filosofia)|progresso]] umano della [[conoscenza]].<ref>Vv. 808-1177.</ref> Faust, tra sé e sé, schernisce la sua illusione che basti tramandare la parola scritta per elevare sempre più in alto lo scibile umano: se una parte dell'uomo vuol sollevarsi dalla polvere, l'altra si aggrappa al mondo in una bramosia d'amore: «due anime vivono nel mio petto».
 
I suoi cupi pensieri spingono Faust a «volgere le spalle al dolce sole della terra» e ad avvelenarsi. Mentre porta alle labbra la coppa del [[veleno]], però, ode un suono di campane e di cori religiosi annuncianti il giorno di [[Pasqua]], che gli fanno tornare alla mente la sua infanzia, quando prestava servizio in chiesa. Desiste, allora, dal [[suicidio]].
Subentra il suo assistente Wagner, fiducioso nel progresso umano della [[conoscenza]].<ref>Vv. 808-1177.</ref> Faust schernisce la sua illusione che basti tramandare la parola scritta per elevare sempre più in alto lo scibile umano: se una parte dell'uomo vuol sollevarsi dalla polvere, l'altra si aggrappa al mondo in una bramosia d'amore: «due anime vivono nel mio petto».
 
Brevi dialoghi di personaggi di ogni età e ceto sociale, dipinti da Goethe con magistrale realismo, descrivono l'ambientazione storica. Faust riceve elogi e ringraziamenti per essersi più volte prodigato con suo padre nella cura delle epidemie, ma confida a Wagner di non meritarli perché, in realtà, «con pozioni infernali, funestammo queste valli assai più della peste».
I suoi cupi pensieri spingono Faust a «volgere le spalle al dolce sole della terra» e ad avvelenarsi. Mentre porta alle labbra la coppa del [[veleno]], però, ode un suono di campane e di cori religiosi annuncianti il giorno di [[Pasqua]], che gli fanno tornare alla mente la sua infanzia quando prestava servizio in [[chiesa]]. Desiste allora dal [[suicidio]].
 
Calata la notte, dopo che un cane nero lo ha seguito fin dentro lo studio, Faust alla ricerca di un'ispirazione apre il [[Nuovo Testamento]] e vi legge il [[prologo di Giovanni]]: «in principio era il [[Verbo (Cristianesimo)|Verbo]]». Sforzandosi di tradurlo in maniera più consona, [[intuizione|intuisce]] che il Principio della realtà non sia propriamente la «parola», né il «pensiero», né la «forza», bensì l'«atto»: l'[[azione (filosofia)|azione]] nel suo farsi dinamico.
Brevi dialoghi di personaggi di ogni età e ceto sociale, dipinti da Goethe con magistrale realismo, descrivono l'ambientazione storica. Faust riceve elogi e ringraziamenti per essersi più volte prodigato con suo padre nella cura delle epidemie, ma è convinto di non meritarli perché in realtà «con pozioni infernali funestammo queste valli assai più della peste».
 
[[File:Anton Kaulbach Faust und Mephisto.jpg|thumb|left|Il dottor Faust e Mefistofele]]
Il cane disturba, però, le sue meditazioni, ringhiando e gonfiandosi in maniera innaturale. Faust rivolge contro di lui lo [[scongiuro]] dei [[quattro elementi]] ([[Salamandra (mitologia)|Salamandra]], [[Ondina (mitologia)|Ondina]], [[Silfide (mitologia)|Silfide]] e [[Coboldo]]) che non sortisce, però, alcun effetto perché l'animale non è posseduto da un [[elementale]], bensì da uno spirito infernale. Esplodendo, fa allora la sua comparsa Mefistofele, in veste di «chierico vagante». Si presenta come lo «spirito che nega», cioè che distrugge e non tollera la nascita e la vita.<ref>Roberto Mussapi, ''Il Faust di Wolfgang Goethe'', pag. 11, Jaca Book, 2009.</ref> Mefistofele, mentre Faust cerca di trattenerlo, vorrebbe andarsene per tornare in seguito. Tuttavia, è impossibilitato a uscire perché sulla soglia è tracciato il [[Pentagramma (geometria)|pentagramma]], cioè il [[sigillo di Salomone (Bibbia)|sigillo di Salomone]] simbolo di [[Cristo]].<ref>[http://www.angolohermes.com/Simboli/Pentagramma/Pentagramma.html Il pentagramma].</ref> Un topo viene indotto a rosicchiarlo, e così Mefistofele può andar via.<ref>Vv. 1178-1529.</ref>
Calata la notte, dopo che un cane nero lo ha seguito fin dentro lo studio, Faust alla ricerca di un'ispirazione apre il [[Nuovo Testamento]] e vi legge il [[prologo di Giovanni]]: «in principio era il [[Verbo (Cristianesimo)|Verbo]]». Sforzandosi di tradurlo in maniera più consona, [[intuizione|intuisce]] che il Principio della realtà non sia propriamente la «parola», né il «pensiero», né la «forza», bensì l'«atto»: l'azione nel suo farsi dinamico.
 
Mefistofele ritorna nella scena seguente e propone a Faust di fargli «sperimentare la leggerezza e libertà della vita». Faust dapprima oppone resistenza, maledicendo il peso della vita umana, col suo carico di sogni, di [[amore]], [[speranza]], [[fede]], e soprattutto [[pazienza]], che adulano l'anima. Di fronte all'insistenza di Mefistofele, tuttavia, accetta di stringere un patto: il diavolo lo servirà con i suoi poteri magici per un determinato periodo, alla fine del quale però, solo se egli godrà al punto tale che «dirò all'attimo: sei così bello! fermati!» il diavolo prenderà l'anima di Faust, che sarà dannato in eterno. Ma a lui, del resto, dell'[[aldilà]] interessa ben poco, una volta abbandonato questo mondo da cui soltanto sgorgano le sue gioie. Mefistofele, consapevole che se nessuna gioia soddisferà Faust egli continuerebbe comunque a dannarsi, gli fa firmare il patto col [[sangue (umore)|sangue]] e lo invita a godere finalmente della gioia di vivere, smettendo di ingrigirsi nei suoi pensieri perché «chi filosofa è come un animale che un folletto malvagio fa girare in tondo su un campo disseccato, mentre intorno bei pascoli verdeggiano».
Il cane distrurba però le sue meditazioni, ringhiando e gonfiandosi in maniera innaturale. Faust rivolge contro di lui lo [[scongiuro]] dei [[quattro elementi]] ([[Salamandra]], [[Ondina]], [[Silfide]] e [[Coboldo]]) che non sortisce però alcun effetto perché l'animale non è posseduto da un [[elementale]], bensì da uno spirito infernale. Esplodendo fa allora la sua comparsa Mefistofele, in veste di «chierico vagante». Si presenta come lo «spirito che nega», cioè che distrugge e non tollera la nascita e la vita.<ref>Roberto Mussapi, ''Il Faust di Wolfgang Goethe'', pag. 11, Jaca Book, 2009.</ref> Faust cerca di trattenerlo, egli però vorrebbe andarsene per tornare in seguito, ma è impossibilitato a uscire perché sulla soglia è tracciato il [[Pentagramma (geometria)|pentagramma]], cioè la [[stella di Davide]] simbolo di [[Cristo]]. Un topo viene indotto a rosicchiarlo, e Mefistofele può andar via.<ref>Vv. 1178-1529.</ref>
 
Facendosi beffe della cultura accademica, impelagata in rigidi formalismi, Mefistofele si traveste da Faust per ricevere uno studentello impacciato venuto nello studio del dottore a chiedergli consiglio su quale facoltà universitaria scegliere. Più che a «sudare per la scienza» lo invita a [[carpe diem|cogliere l'attimo]], e ad imparare «a trattar le donne: i loro eterni ''ohi'' e ''ahi'', che non finiscono mai, si curano tutti da un unico punto». Si congeda quindi da lui scrivendogli una dedica: «''Eritis sicut Deus, scientes bonum et malum''».<ref>«Sarete simili a Dio, conoscendo il bene e il male» (dalla [[Bibbia]], citazione delle parole del serpente rivolto ad Adamo ed Eva, ''[[Genesi]]'', 3, 5).</ref>
[[File:Ary Scheffer faust.jpg|thumb|180px|right|Margherita sedotta da Faust]]
Mefistofele ritorna nella scena seguente, e propone a Faust di fargli «sperimentare la leggerezza e libertà della vita». Faust dapprima oppone resistenza, maledicendo il peso della vita umana, col suo carico di sogni, di [[amore]], [[speranza]], [[fede]], e soprattutto [[pazienza]], che adulano l'anima. Di fronte all'insistenza di Mefistofele, tuttavia, accetta di stringere un patto: il diavolo lo servirà con i suoi poteri magici per un determinato periodo, alla fine del quale però, solo se egli godrà al punto tale che «dirò all'attimo: sei così bello! fermati!» il diavolo prenderà l'anima di Faust, che sarà dannato in eterno. Ma a lui, del resto, dell'al di là interessa ben poco, una volta abbandonato questo mondo da cui soltanto sgorgano le sue gioie. Mefistofele, consapevole che se nessuna gioia soddisferà Faust questi continuerebbe comunque a dannarsi, gli fa firmare il patto col [[sangue]], e lo invita a godere finalmente della gioia di vivere, smettendo di ingrigirsi nei suoi pensieri perchè «chi filosofa è come un animale che un folletto malvagio fa girare in tondo su un campo disseccato, mentre intorno bei pascoli verdeggiano».
 
La prima tappa della nuova vita che Mefistofele ha promesso di far godere a Faust è una taverna di [[Lipsia]], la [[Auerbachs Keller|cantina di Auerbach]], dove quattro bevitori, anziane matricole universitarie, fanno baldoria pervasi dall'ebbrezza del [[vino]]. Faust però assiste annoiato alla scena, mentre Mefistofele si prende gioco di loro facendo magicamente zampillare del vino che poi cadendo a terra prende fuoco.
Facendosi beffe della cultura accademica, impelagata in rigidi formalismi, Mefistofele si traveste da Faust per ricevere uno studentello impacciato venuto nello studio del dottore a chiedergli consiglio su quale facoltà universitaria scegliere. Più che a sudare per la scienza, lo invita a cogliere l'attimo, e ad imparare «a trattar le donne; i loro eterni ''ohi'' e ''ahi'', che non finiscono mai, si curano tutti da un unico punto». Si congeda quindi da lui scrivendogli una dedica: «''Eritis sicut Deus, scientes bonum et malum''».<ref>«Sarete simili a Dio, conoscendo il bene e il male» (citazione dalla [[Bibbia]] del serpente rivolto ad Adamo ed Eva, ''[[Genesi]]'', 3, 5).</ref>
 
Allontanatisi a cavallo di una botte Mefistofele conduce Faust nell'antro di una famiglia di [[Gatto mammone|Gatti mammoni]]. Qui, servendosi dell'aiuto di una [[strega]] che fuoriesce da un pentolone, ordina che a Faust venga somministrato un filtro per farlo ringiovanire. Nel prepararlo la strega declama la [[filastrocca]] dei [[numeri]]: «Devi capire! Da Uno fai Dieci, il Due lascialo andare, il Tre prendilo subito, così sei ricco. Il Quattro lascialo perdere! Poi con il Cinque e il Sei, dice la strega, fai Sette e Otto, così è perfetto. Il Nove è [[Uno (filosofia)|Uno]], il Dieci è nessuno. E questa è la filastrocca delle streghe».<ref>Vv. 2337-2604, traduzione in [[Thorwald Dethlefsen]], ''Il destino come scelta'', p. 125, Mediterranee, 2006.</ref> La pozione viene quindi fatta bere a Faust, la cui attenzione è rivolta però a un'immagine di donna riflessa da uno specchio.
Durante il periodo del patto, Faust si avvale di Mefistofele in vari modi. Dopo averlo ringiovanito nell'antro di una Gatta Mammona, Mefistofele lo aiuta a sedurre una ragazza bella e innocente, Margherita. In seguito alla sua relazione segreta con Faust, la vita di Margherita è distrutta: è disonorata lei e la sua famiglia, il fratello perde la vita in un duello con Mefistofele, la madre muore per il dolore. Solo in punto di morte Margherita otterrà la salvezza eterna.
 
[[File:Ary Scheffer faust.jpg|thumb|upright=0.8|Margherita sedotta da Faust]]
===Seconda parte===
Le scene seguenti coincidono col nucleo centrale dell{{'}}''Urfaust'' rimasto pressoché inalterato.<ref name=casalegno>''[http://www.rodoni.ch/MITODIFAUST/CD1/riassuntogoethe.html Sommario dell'opera]'' a cura di Andrea Casalegno.</ref> Faust, diventato un giovane cavaliere, si avvale del patto con Mefistofele per sedurre una ragazza bella e innocente, Margherita, di cui si è invaghito al primo sguardo. Nonostante Mefistofele non abbia alcun potere su di lei, essendo «una creatura tutta innocenza» che è appena andata a [[Penitenza (sacramento)|confessarsi]] per [[peccati]] da nulla, il diavolo cerca di accontentare Faust ricorrendo ad espedienti d'astuzia.
 
Per prima cosa lo fa introdurre in casa di Margherita che è appena uscita. Respirando il senso di ordine, pace e contentezza emanato dalla sua camera da letto, Faust, che era impaziente di «godere subito», si sente «sciogliere in un sogno d'amore». Poco prima che lei ritorni Mefistofele chiude nell'armadio uno scrigno pieno di gioielli preziosi come dono che Faust gli aveva chiesto per Margherita, quindi entrambi scappano via. Dopo essersi svestita cantando la canzone del ''[[Thule (mito)#La ballata del Re di Thule|Re di Thule]]'', storia di un amore infelice, Margherita scopre con stupore lo scrigno nell'armadio. In seguito Mefistofele diventa furioso raccontando che i gioielli sono finiti nelle mani di un [[prete]], a cui l'ha donato la madre di Margherita. Faust allora gliene chiede degli altri.
 
Secondo un piano ideato da Faust, Mefistofele si reca dalla vicina di casa di Margherita, di nome Marta, che si sta lamentando per essere stata abbandonata dal marito, scomparso anni prima. Mefistofele s'imbatte anche in Margherita, incredula per aver trovato nel suo armadio dei nuovi gioielli ancora più belli dei precedenti. Fingendosi un forestiero Mefistofele riporta a Marta delle notizie inventate su suo marito, il signor Schwerdtlein, raccontando che è morto ed è stato sepolto a [[Padova]] vicino alla [[Basilica di Sant'Antonio di Padova|basilica di Sant'Antonio]]. Prendendosi gioco di lei aggiunge che il marito, avendo sperperato le sue fortune in giro per l'[[Italia]], non le ha lasciato nulla, tranne la richiesta di «far cantare per lui trecento messe». Poiché Marta gli chiede un documento che ne attesti la morte, Mefistofele promette di tornare quella sera con un testimone «assai distinto» in grado di deporre davanti al giudice. Mefistofele pensa chiaramente a Faust, che tuttavia, dopo essere stato messo al corrente delle sue intenzioni, subito si rifiuta all'idea di testimoniare il falso. È costretto però a cedere quando Mefistofele gli ricorda che non sarebbe la prima volta che mente, domandandogli se non ingannerà allo stesso modo anche Greta, cioè Margherita, «giurandole un amore senza fine».
 
Così quella sera, in giardino, Faust si ritrova a passeggiare a braccetto con Greta, che sfogliando i petali di una [[Leucanthemum vulgare|margherita]] esclama «mi ama!», al che lui le giura un amore senza fine. Mefistofele invece tiene impegnata Marta fingendo di non capire i suoi approcci amorosi. Più tardi Margherita, rimasta sola, si domanda cosa Faust ci trovi in lei, essendo soltanto «una povera ignorante».
 
In seguito alla sua relazione segreta con Faust Margherita rimane incinta e la sua vita è distrutta e disonorata: la madre muore accidentalmente a causa di un sonnifero procuratole da Faust, il fratello perde la vita in un duello con Mefistofele e la maledice in punto di morte. La donna impazzisce e in uno scatto di ira e disperazione affoga il figlioletto appena nato e viene condannata alla pena di morte. Invocando il [[perdono]] di Dio, ella otterrà tuttavia la salvezza eterna.<ref name="oilproject.org">{{Cita news|url=http://www.oilproject.org/lezione/faust-johann-wolfgang-goethe-trama-riassunto-16291.html|titolo=Goethe, “Faust”: riassunto della trama|pubblicazione=Oilproject|accesso=15 aprile 2017}}</ref>
 
=== Seconda parte ===
Conclusa l'esperienza amorosa, Faust si volge al "gran mondo" della corte imperiale, dove sperimenta le seduzioni del potere, della ricchezza e della gloria terrena. Tutto ciò però non lo soddisfa ancora.
 
Faust seduce e viene sedotto da [[Elena (mitologia)|Elena di Troia]]. Hanno un figlio, Euforione (nel mito, figlio di Elena e [[Achille]]), destinato, però, a morire giovinetto. In seguito, preso da nostalgia e rimpiantirimorsi (ripensa a Margherita, Elena ed Euforione) Faust si stabilisce in un appezzamento costiero, applicandosida costantementecui perfa bonificareespellere due anziani, [[Filemone e Bauci]], provocandone così la zonamorte non voluta<ref name="oilproject.org"/>. È moltooramai vecchio ormai, stanco e pieno di rimorsi e l'Angoscia, detta anche Cura<ref>{{Cita web|url=http://letteratura.passioneperlacultura.it/index.php/trame/202-faust|titolo=Letteratura Europea - Faust|autore=Lucia|sito=letteratura.passioneperlacultura.it|accesso=15 aprile 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170415202222/http://letteratura.passioneperlacultura.it/index.php/trame/202-faust|dataarchivio=15 aprile 2017}}</ref> (un diavolo che personifica la depressione) lo tenta continuamente, e per farlo cadere nello sconforto lo priva della vista. Ma Faust non si abbatte neanche nella cecità. Immaginando un futuro roseo dove un popolo laborioso e libero avrebbe realizzato grandi opere per la propria felicità, Faust afferma che, se fosse vissuto tanto da vederlo, avrebbe desiderato che quell'attimo si fermasse:
<poem>:« Potrei dire a quell'attimo:
:fermati dunque, sei così bello!
:Non potrà mai l'orma dei miei giorni terreni
:per volger di [[eone|eoni]] scomparire.
:Presentendo in me quella felicità tanto grande,
:ora godo l'attimo mio più alto. »
:<small>(Faust, subito prima di morire)</small>
</poem>
[[Mefistofele (personaggio)|Mefistofele]] non capisce, e crede che Faust stia davvero chiedendo a quell'attimo di fermarsi. Perciò, fa morire Faust, convinto di aver vinto la scommessa. Vedendo come l'ardore di Faust sia stato vinto infine dal tempo («è passato!»), esclama: {{citazione|Passato! che parola sciocca. Passato e nulla sono la stessa cosa! A che pro dunque l'eterno creare? Per far sparire il creato nel nulla. Che senso ha quel che è passato? Come se non fosse mai esistito, eppure gira in tondo, come se fosse qualcosa. Ma io preferisco il Vuoto eterno.|Mefistofele}} Mefistofele reclama l'anima di Faust, che però sale al cielo per il suo costante impegno a favore del bene e della società. Nel finale, un angelo spiega il motivo per il quale Faust è stato salvato: la sua continua aspirazione all'infinito.
 
<div align="center">{{Citazione|All'attimo direi:<br />sei così bello, fermati!<br />Gli evi non potranno cancellare<br />l'orma dei miei giorni terreni.<br />Presentendo una gioia tanto grande,<br />io godo ora l'attimo supremo.|Faust, subito prima di morire. ''Faust. Urfaust'', trad. e cura di Andrea Casalegno, vol. II, pp. 1040-1041|Zum Augenblicke dürft ich sagen:<br />Verweile doch, du bist so schön<br />Es kann die Spur von meinen Erdentagen<br />Nicht in Äonen untergehn.<br />Im Vorgefühl von solchem hohen Glück<br />Genieß' ich jetzt den höchsten Augenblick.|lingua=de}}</div>
Faust viene quindi salvato per grazia di Dio grazie alla sua costante ricerca, in combinazione con memorie di Margherita con Dio nella forma dell'Eterno Femminino.
 
[[Mefistofele]] non capisce, e crede che Faust stia davvero chiedendo a quell'attimo di fermarsi. Fa morire perciò Faust, convinto di aver vinto la scommessa. Vedendo come l'ardore di Faust sia stato sconfitto infine dal tempo («è passato!»), esclama:
==Note==
<references/>
 
<div align="center">{{citazione|Passato! Una parola sciocca.<br />Perché passato?<br /> Passato e puro nulla sono la stessa cosa!<br /> A che pro dunque l'eterno creare!<br /> Per far sparire il creato nel nulla<br />«È passato!» Che senso si ricava?<br />È come se non fosse stato affatto,<br /> eppure gira in tondo, come fosse.<br />Per me io preferisco il Vuoto eterno.|Mefistofele. ''Faust. Urfaust'', trad. e cura di Andrea Casalegno, vol. II, pp. 1042-1043|Vorbei! Ein dummes Wort.<br />Warum vorbei?<br />Vorbei und reines Nicht, vollkommnes Einerlei!<br />Was soll uns denn das ew'ge Schaffen!<br />Geschaffenes zu nichts hinwegzuraffen!<br />«Das ist vorbei!» Was ist daran zu lesen?<br />Es ist so gut, als wär' es nicht gewesen,<br/ >Und treibt sich doch im Kreis, als wenn es wäre.<br />Ich liebte mir dafür das Ewig-Leere|lingua=de}}</div>
== Edizioni (parziale) ==
Mefistofele reclama l'anima di Faust, che però sale al cielo per il suo costante impegno a favore del bene e della società. Nel finale, un angelo spiega il motivo per il quale Faust è stato salvato: la sua continua aspirazione all'infinito.
* {{Cita libro
 
|autore= Johann Wolfgang von Goethe
Faust viene quindi salvato per grazia di Dio grazie alla sua costante ricerca del Supremo nella forma dell'Eterno Femminino.
|altri= a cura di e tradotto da Giovanni Vittorio Amoretti
 
|titolo= Faust
== Edizioni italiane ==
|anno= 1991
{{div col}}
|editore= [[Feltrinelli]]
* ''Fausto. Tragedia di Volfango Goethe'', trad. di [[Giovita Scalvini]] e Giuseppe Gazzino, Le Monnier, Firenze, 1857;
|edizione= Universale economica i classici
** ''Fausto'', trad. [[Giovita Scalvini]], due volumi, Sonzogno, Milano 1882-83 e 1905-06; come ''Faust'', Einaudi, Torino 1953
|pagine= pp. 427
* ''Fausto. Tragedia di W. Goethe'', trad. di F. Persico, Stamperia del Fibreno, Napoli, 1861
|id= ISBN 978-88-07-82019-9
* ''Fausto. Tragedia di Wolfgango Goethe'', trad. di [[Andrea Maffei (poeta)|Andrea Maffei]], due volumi, Le Monnier, Firenze, 1869
}}
* ''Fausto. Parte Prima. Erminio e Dorotea di Wolfgango Goethe'', trad. di Anselmo Guerrieri Gonzaga, Le Monnier, Firenze, 1873
* {{Cita libro
* ''Fausto. Tragedia del Goethe'', trad. di G. Biagi, Sansoni, Firenze, 1900
|autore= Johann Wolfgang von Goethe
* Johan Wilhelm von Goethe, ''Faust. Prima parte'', trad. di G. E. Vellani, Cogliati, Milano, 1927
|altri= a cura di Franco Fortini
* Johann Wolfgang Goethe, ''Il Faust'', due volumi: vol. I Versione, pp.&nbsp;326 + vol. II Commento, pp.&nbsp;423, versione integra dell'edizione critica di Weimar, Introduzione e trad. e commento di [[Guido Manacorda]], Mondadori, Milano, 1932-45; Collana I Classici Contemporanei, pp.&nbsp;774, Mondadori, Milano, 1949; ora in ''Faust'', con un saggio introduttivo di [[Thomas Mann]], testo tedesco a fronte, nota al testo di [[Giulio Schiavoni]], Collana Classici, BUR, Milano, 2005-2013, ISBN 978-88-17-06698-3.
|titolo= Faust (2 voll. in cofanetto)
* Volfango Goethe, ''Faust. Tragedia'', traduzione di [[Cristina Baseggio]], Facchi, Milano, 1923; ''Urfaust. Il "Faust" nella sua forma originaria'', Introduzione e trad. e commento a cura di C. Baseggio, Collana I Grandi Scrittori Stranieri n.20, pp.&nbsp;224, UTET, Torino, 1932-1944
|anno= 2003
* ''Faust. Parte I'', trad. di [[Liliana Scalero]], P. Maglione, Roma, 1933; come ''Il primo Faust'', [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] nn. 39-40, Milano, Rizzoli, 1949, pp.&nbsp;190; ''Il secondo Faust'', ivi (BUR n. 339-341), 1951, pp.&nbsp;371.
|città= [[Milano]]
* ''Faust'', trad. di [[Vincenzo Errante (germanista)|Vincenzo Errante]], due volumi: vol. I pp.&nbsp;310 + vol. II pp.&nbsp;476., Sansoni, Firenze, 1941-1942
|editore= [[Oscar Mondadori]]
* ''Faust'', trad. di [[Enzio Cetrangolo]], pp.&nbsp;278, Federici Editore, Pesaro, 1942 [scelta]
|edizione= XIV
* ''Faust'', introduzioni di Mario Apollonio, note di Renato Maggi, Milano, Bietti.
|pagine= pp. 1126
* ''Il Faust. Versione d'arte con testo critico di Weimar a fronte, introduzione e commento a cura di Guido Manacorda. Vol. I'', Collana Sansoniana Straniera, pp.&nbsp;424, Sansoni, Firenze, 1949
|id= ISBN 978-88-04-52011-5
* Volfango Goethe, ''Faust'', trad. e prefazione e note di [[Barbara Allason]], pp.&nbsp;450, Francesco De Silva, Torino, 1950, poi ''Faust'', Introduzione di [[Cesare Cases]], Collana [[Nuova Universale Einaudi|NUE]] n.53, pp.&nbsp;377, Einaudi, Torino, 1965, ISBN 88-06-00331-3
}}
* ''Faust'', trad. di [[Giovita Scalvini]], Collana Universale n.16, Einaudi, Torino, I ed. 1953 - II ed. riveduta su nuovi documenti, pp.&nbsp;179, 1960; '' Giovita Scalvini. La traduzione del Faust di Goethe'', a cura di B. Mirisola, Collana Biblioteca morcelliana, Brescia, Morcelliana, 2012
* {{Cita libro
* ''Faust. [[Urfaust (Goethe)|Urfaust]]'', versione integrale, due volumi, Introduzione e note a cura di [[Giovanni Vittorio Amoretti]], Collana I Grandi Scrittori Stranieri, pp.&nbsp;459, UTET, Torino, 1950 - pp.&nbsp;532, 1959 - pp.&nbsp;588, 1975; in ''Faust e Urfaust'', Collana [[Universale Economica Feltrinelli|UEF]] n.500-501, Milano, Feltrinelli, 1965; ora in Collana Universale Economica. I Classici n.2018-2019, 2001-2014, Feltrinelli, ISBN 978-88-07-90068-6.
|autore= Johann Wolfgang von Goethe
* ''Faust. Seconda parte'', trad. di A. Buoso, Longo e Zoppelli, Treviso, 1962
|altri= tradotto da Guido Manacorda
* ''Faust'', Introduzione, trad. e note a cura di [[Franco Fortini]], testo tedesco a fronte, pp.&nbsp;1180, Collana [[I Meridiani]], Mondadori, Milano, 1970-2009 ISBN 978-88-04-08800-4; Collana Biblioteca n.18, due volumi, Mondadori, Milano, 1980-1987; Collana Grandi Classici, Oscar Mondadori, Milano, 1992-1997 - Collana Nuovi Classici, Oscar Mondadori, Milano, 2012 ISBN 978-88-04-52011-5
|titolo= Faust
* ''Faust'', a cura di M. Cometa, Collana Idola, Novecento,
|anno= 2005
* ''Faust'', trad. di M. Veneziani, pp.&nbsp;592, Schena Editore, 1984
|editore= [[Rizzoli]]
* ''Faust'', trad. di R. Hausbrandt, due volumi, Dedolibri, 1987
|edizione= Bur classici moderni
* ''Faust. Urfaust'', traduzione e cura di [[Andrea Casalegno]], introduzione di Gert Mattenklott, prefazione di Erich Trunz, Collana [[I Libri della Spiga]], pp.&nbsp;1462, Garzanti Libri, Milano, 1990-1995 ISBN 978-88-11-58648-7; prefazione di [[Italo Alighiero Chiusano]], Collana i grandi libri n.545-546, Garzanti Libri, Milano, 1994-2012
|pagine= pp. 1062
* ''Faust. Testo tedesco, traduzione a fronte e commento di [[Vittorio Santoli]]. Prefazione di Fabrizio Cambi'', pp.&nbsp;472, edizioni aicc castrovillari; trad. di Vittori Santoli e V. Errante, Gulliver, Santarcangelo di Romagna, 1996
|id= ISBN 978-88-17-00834-1
* ''Faust'', trad. e note di [[Andrea Casalegno]], illustrazioni di [[Eugène Delacroix]], presentazione di [[Mario Luzi]], Collana I Grandi Libri Illustrati, pp.&nbsp;294, Le Lettere, Firenze, 1997 ISBN 978-88-7166-347-0
}}
{{div col end}}
* {{Cita libro
 
|autore= Johann Wolfgang von Goethe
== Opere derivate ==
|altri= prefazione di Italo Alighiero Chiusano
 
|titolo= Faust
=== Opera Lirica ===
|anno= 2008
|editore= [[Garzanti]]
|edizione= I grandi libri
|pagine= pp. 1361
|id= ISBN 978-88-11-37014-7
}}
 
* ''[[La damnation de Faust]]'', [[Hector Berlioz]] (1845)
== Filmografia ==
* [[Faust (Gounod)|''Faust'']], [[Charles Gounod]] (1859)
* [[Mefistofele (opera)|''Mefistofele'']], [[Arrigo Boito]] (1868)
* ''[[Doktor Faust (opera)|Doktor Faust]]'', [[Ferruccio Busoni]] (incompleta, poi completata da [[Philipp Jarnach|Philipp Jarnac]] e da [[Antony Beaumont]])
 
=== Cinema ===
* ''[[La Damnation de Faust (film)|Laaux Damnation de Faustenfers]]'' di [[Georges Méliès]] (1903)
* [[Henri Andréani]] e [[David Barnett]], ''[[Faust (film 1910)|Faust]]'' (1910)
* ''[[Faust (film 1915)|Faust]]'' diretto e interpretato da [[Edward Sloman]] ([[1915]])
* ''[[Faust (film 1922 Francia)|Faust]]'' diretto da [[Challis Sanderson]] ([[1922]])
* ''[[Faust (film 1926)|Faust]]'' (1926), regia di [[Friedrich Wilhelm Murnau]]
* ''[[La bellezza del diavolo (film, 1949)|La bellezza del diavolo]]'' (1949), regia di [[René Clair]]
* ''[[Faust (film 1960)|Faust]]'' (1960), regia di [[Gustaf Gründgens]]
* ''[[DoctorIl dottor Faustus]]'' (1967), regia di [[Richard Burton]] e Nevill Coghill
* ''[[Il mio amico il diavolo]]'' ([[1967]]), regia di [[Peter Cook (attore)|Peter Cook]] e [[Dudley Moore]]
* ''[[FaustIl (filmfantasma 1994)|Faustdel palcoscenico]]'' ([[1994]]1974), regiascritto die [[Jandiretto Svankmajer]]da Brian de Palma
* ''[[Faust (film 1994)|Faust]]'' (1994), regia di [[Jan Švankmajer]]
* ''[[Fausto (film)|Fausto 5.0]]'', regia di [[Álex Ollé]]
* ''[[Mephisto (film 1981)|Mephisto]]'', regia di [[István Szabó (regista)|István Szabó]]
* ''[[Indiavolato|Bedazzled]]'' ([[2000]])
* ''[[Faust (film 2001)|Faust, Love of the Damned]]'' ([[2001]]), regia di [[Brian Yuzna]]
* [[Aleksandr Sokurov]], ''[[Faust (film 2011)|Faust]]'' (2011), scritto e diretto da [[2011Aleksandr Sokurov]])
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Dottor Faust]]
* [[Auerbachs Keller]]
*''[[Scene dal 'Faust' di Goethe]]'', opera di [[Robert Schumann]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q=Johann Wolfgang von Goethe|q_preposizione=da|etichetta=Faust}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/GoetheFaust.pdf Testo completo del ''Faust'' di Goethe (formato ''.pdf'')]
* {{cita web|http://www.ousia.it/content/Sezioni/Testi/GoetheFaust.pdf|Testo completo del ''Faust'' di Goethe (formato ''.pdf'')}}
* [http://www.rodoni.ch/MITODIFAUST/CD1/riassuntogoethe.html Sommario dell'opera]
* {{cita web|http://www.rodoni.ch/MITODIFAUST/CD1/riassuntogoethe.html|Sommario dell'opera}}
* [http://www.liberliber.it/libri/g/goethe/index.htm I testi faustiani] nelle traduzioni ottocentesche di [[Giovita Scalvini]] (per la I parte, 1835) e Giuseppe Gazzino (per la II parte, 1857) da [[LiberLiber]]
* [https://web.archive.org/web/20120904080414/http://www.liberliber.it/libri/g/goethe/index.htm I testi faustiani] nelle traduzioni ottocentesche di [[Giovita Scalvini]] (per la I parte, 1835) e Giuseppe Gazzino (per la II parte, 1857) da [[LiberLiber]]
* [http://www.rodoni.ch/MITODIFAUST/CD2/goethe-faust-scheda.htm Grandi autori della letteratura mondiale - Faust]
* [{{cita web|http://www.viaggio-in-germaniarodoni.dech/MITODIFAUST/CD2/goethe-faust-scheda.htmlhtm|Grandi Johannautori Wolfgangdella Goethe:letteratura mondiale - Faust]}}
* {{cita web|http://www.viaggio-in-germania.de/goethe-faust.html|Johann Wolfgang Goethe: Faust}}
 
<!--*''[https://www.iltamnsy.net/MR/Entelechia%20di%20Faust.htm L'entelechia di Faust]''. Il saggio di Giorgio Dolfini (Olschki, 1983) nelle stesure curate da Marco Rosin.-->
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{{Controllo di autorità}}
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