Suzzara: differenze tra le versioni
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{{organizzare|Non segue [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]]|geografia|luglio 2018}}
{{Divisione amministrativa
|Grado amministrativo = 3
|
|Stato = ITA
|Bandiera = Suzzara-Gonfalone.png
|Voce
|Voce bandiera =
|Panorama = Piazza Castello, Suzzara.jpg
|Didascalia =
|Divisione amm grado 1 = Lombardia
|Divisione amm grado 2 = Mantova
|Amministratore locale = Alessandro Guastalli
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]<ref>{{cita web|url=http://www.partitodemocratico.it/|titolo=Partito Democratico|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Data elezione = 10-06-2024
|Altitudine =
|Superficie = 61.1
|Note superficie = [http://www.comuni-italiani.it/020/065/ Superficie Suzzara]
|Sottodivisioni = Brusatasso, Riva, Sailetto, San Prospero, Tabellano<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/suzzara.pdf Comune di Suzzara - Statuto]</ref>
|Divisioni confinanti = [[Dosolo]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]], [[Luzzara]] (RE), [[Motteggiana]], [[Pegognaga]], [[Viadana]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2435
|Nome abitanti = suzzaresi<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/|titolo=Nome Abitanti|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Patrono = [[San Biagio Vescovo e Martire|san Biagio]]
|Festivo = 3 febbraio
|Mappa = Map of comune of Suzzara (province of Mantua, region Lombardy, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del Comune di Suzzara nella [[Provincia di Mantova]]
}}
'''Suzzara''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/
Storicamente contesa tra [[Mantova]] e [[Reggio Emilia]], tra il [[1010]] e il [[1313]], fu molto attiva nel periodo del [[Risorgimento]] italiano e si sviluppò come patria del [[socialismo]] sin dai suoi primordi. Vide la nascita dell'industria di costruzione di macchine agricole, tra cui si distinse la ditta [[Casali (azienda)|Fratelli Casali]]<ref name=Bianchi11>{{cita |Bianchi|p. 11|cidBianchi}}.</ref> oggi Iveco, fondata nel [[1891]] che rese la città il primo polo industriale del Mantovano<ref>{{cita web|url=http://www.ilcomuneinforma.it/vacanze-in-lombardia/mantova/mantova-e-dintorni/|titolo=Comune informa|accesso=11 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110817042126/http://www.ilcomuneinforma.it/vacanze-in-lombardia/mantova/mantova-e-dintorni|dataarchivio=17 agosto 2011}}</ref>.
È nota come la Città del Premio<ref>{{cita web|url= http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=138&idCat=153&ID=153&TipoElemento=categoria|titolo=Comune di Suzzara| accesso=11 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/itinerari/scheda/id/14|titolo=Turismo Mantova|accesso=11 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref> per il rinomato [[Premio Suzzara]], che si svolge ogni anno alla Galleria<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/|titolo=Premio Suzzara| accesso=11 aprile 2014}}</ref>.
== Geografia fisica ==
Suzzara è inserita in un paesaggio tipicamente fluviale e padano. Suzzara si trova nella regione [[Lombardia]], nel settore sud – occidentale della [[provincia di Mantova]], confina con la regione [[Emilia-Romagna]] ed è parte delle terre dell'[[Oltrepò mantovano]]. Il comune sorge sulla sponda destra del fiume [[Po]], al di sotto di una grande ansa che raccoglie le acque del fiume [[Oglio]]<ref>{{cita libro|nome=Sandro|cognome=Casaletti|titolo=Il documento di piano del PGT in Lombardia: il caso Suzzara|anno=2008|p=32}}</ref> Il centro abitato è attraversato in zona nord dal 45º [[Parallelo (geografia)|parallelo]], la linea equidistante fra il [[Polo nord]] e l'[[Equatore]].
=== Territorio ===
[[File:Map of Suzzara.png|thumb|Mappa del territorio di Suzzara]]
[[File:Scorcio del territorio di Suzzara.JPG|thumb|Territorio di Suzzara]]
[[File:Paesaggio rurale di Suzzara.JPG|thumb|Paesaggio rurale di Suzzara]]
Suzzara si estende per {{M|61,10
[[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 4 di pericolosità molto bassa, vedi Ordinanza del PCM n. 3519/2006.
In origine Suzzara si trovava alla sinistra del fiume
Suzzara, come dice il nome, si trova a sud del canale Zara, che viene ritenuto generalmente l'ultimo tratto dell'[[Oglio]] che, catturato dal Po nella sua migrazione verso
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Mantova}}
Come il resto della [[Pianura Padana]] il clima è
* [[Classificazione climatica]]: zona E 2435<ref>{{cita web | titolo = Classificazione sismica e climatica | url = http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/classificazione-sismica-climatica/| data = | accesso = 16 aprile 2014 | editore = Tuttitalia.it}}</ref>
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| intensità12 = 5
}}
== Origini del nome ==
Il toponimo deriva dal latino ''subaqueum Zara'' ovvero sotto l'acqua (''subaqueum'') dello Zara (propriamente "giara"), nome che identifica una diramazione dell'[[Oglio]] che sfociava nel [[Po]] nei dintorni di [[Governolo]] e passante per questa cittadina<ref name="cita-Freddi-p35">{{cita|Freddi|p. 35}}.</ref>; come altri corsi d'acqua ha un appellativo che si riconduce a un vaso da liquidi<ref>{{cita libro |autore=Dante Olivieri |wkautore=Dante Olivieri |titolo=Dizionario di toponomastica lombarda |città=Milano |editore=Ceschina |anno=1961 |p=526, 587}}</ref><ref>{{cita |Tassoni |p. 136}}.</ref>.
Il nome Suzzara si trova per la prima volta menzionato l'8 settembre [[872]] in un diploma dell'[[imperatore]] [[Ludovico II il Giovane]], indirizzato a Roffredo [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|vescovo di Reggio Emilia]]<ref name="cita-Torelli-pp39-42">{{cita|Torelli|pp. 39-42}}.</ref>.Si trattava dell'isola di Suzzara, così chiamata perché circondata da diversi corsi d'acqua, fra cui la Zara: il canale Zara che ne delimitava la parte nord, il Po a ovest e il “Po Vecchio” al confine sud-est.
Nei primi documenti compariva in varie forme: ''Suzaria'', ''Sozara'' (secolo XII), ''Sugaria'' (secolo XIII), ''Sycaria'', ''Suczaria'', ''Syguaria'' e forme simili, in quanto l'antica ''z'' in periodo medioevale si è trasformata in ''g''.<ref>{{cita|Cucconi|p. 35}}.</ref>
== Storia ==
=== Le origini ===
Il più antico documento relativo all'esistenza di Suzzara risale all'anno [[870]], nel quale, tuttavia, veniva fatta menzione dell'intera "isola" di Suzzara e non esclusivamente del centro abitato. In questa prima attestazione si cita Suzzara in quanto le venne cambiata l'amministrazione da parte dell'imperatore [[Ludovico II il Giovane]]. Dall'[[abbazia di Leno]] di [[Brescia]] Suzzara passò alla curia di [[Reggio Emilia|Reggio]]<ref name="cita-Torelli-pp39-42"/>. La donazione fu ribadita da [[Carlo il Grosso]] nell‘[[879]], nel [[900]] e nel [[999]]. È certo invece che Suzzara fu la prima terra che nella contesa tra [[Mantova]] e Reggio Emilia passò al territorio mantovano, come emerge nell'elenco degli [[Statuti Bonacolsiani]] datati tra il [[1303]] e il [[1313]], a differenza di [[Pegognaga]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]] e [[Bondeno]] per le quali si stabilì un co-dominio tramite il contratto denominato "Regula Padii". Inoltre in parecchi altri diplomi imperiali contemporanei l'isola di Suzzara è nominata tra le entità fatte oggetto di donazione alla chiesa di Mantova.
In ogni caso è lecito anche supporre il passaggio dalla contea di Brescia a quella di Reggio Emilia<ref>{{cita libro|nome=Vittore|cognome=Colorni|titolo=Il territorio mantovano nel Sacro Romano Impero|volume=1|anno=1959|editore=edizioni A. Giuffrè|città=Milano|pp=62-63}}</ref> che a sua volta ne cedette una porzione nel [[1010]] al marchese [[Bonifacio di Canossa]], restando sotto il governo dei [[Canossa]], titolari di entrambe le contee.
Il passaggio a [[Mantova]] avvenne probabilmente nel 1280, ovvero dopo la conquista dell'Isola da parte di [[Pinamonte dei Bonacolsi|Pinamonte Bonacolsi]], senza che vi fosse più alcuna rivendicazione da parte della Curia reggiana o un intervento armato di Reggio Emilia. Pochi anni dopo la [[Ippoliti (famiglia)|famiglia Ippoliti]], non avendo digerito il passaggio di reggenza e non avendo mai sopportato la politica dei [[Bonacolsi]], insorse aiutata da alcune famiglie reggiane. La rivolta venne sedata subito.
Subentrati i [[Gonzaga]] in [[Mantova]] (ufficialmente nel [[1332]], dopo la rivolta ai Bonacolsi del [[1328]]) e scemato il potere degli scaligeri di Verona, dopo la morte di [[Cangrande I della Scala|Cangrande della Scala]] il capoluogo provinciale si trova in guerra contro i [[Visconti]] di Milano. Le prime schermaglie dei milanesi (1357 e 1368) partirono dal cremonese e, risalendo il [[Oglio|fiume Oglio]], arrivarono a distruggere Borgoforte e Governolo. Ma con la presa della casata milanese di Reggio ([[1371]]), comprata per 30.000 ducati d'oro ai discendenti di [[Feltrino Gonzaga]] (i quali danno origine al primo ramo cadetto della famiglia [[Gonzaga di Novellara e Bagnolo]]), il fronte d'attacco milanese si espanse. [[Ludovico II Gonzaga]] per correre ai ripari decise, l'anno seguente, di fortificare tutta la zona a sud del mantovano; dando il via alla costruzione del castello in muratura in Suzzara. Le truppe di [[Jacopo Dal Verme|Jacopo dal Verme]] conquistarono Suzzara nel 1397 e dopo un anno di tregua fra le due casate, Suzzara, nel 1399 torna ai Gonzaga, dopo un anno di reggenza di [[Carlo I Malatesta]].
=== Il periodo austriaco e francese ===
Il [[XVIII secolo]] fu caratterizzato dal dominio degli austriaci (dal [[1708]] al [[1797]]). Nell'epoca del governo dello Stato di [[Mantova]] decentrato a [[Milano]], Suzzara fu decretata [[Pretore (ordinamenti moderni)|Pretura]] di limitata giurisdizione da parte di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], figlia di [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]. Di conseguenza nel [[1750]] ottenne un Pretore, che risiedeva nell'attuale sede municipale.
Il [[XVIII secolo]] fu invece caratterizzato da una breve dominazione francese, a seguito della presa di [[Assedio di Mantova (1796)|Mantova]] da parte di [[Napoleone Bonaparte]] nel [[1796]]. Il 9 giugno i francesi entrarono a Suzzara per porvi il campo militare. Soccorsi dagli austriaci nell'estate, i suzzaresi costrinsero i francesi alla ritirata. In questa occasione alcuni suzzaresi arrestarono dei soldati francesi e per questo motivo poco tempo dopo subirono le rivendicazioni di questi ultimi, che a seguito di processo ottennero la cessione di alcuni oggetti preziosi della Chiesa.
Questa sistemazione durò fino al [[1814]] quando tornarono nuovamente gli austriaci<ref>{{cita|Cucconi|pp. 21-28}}.</ref>. Questo periodo fu caratterizzato da una condizione di estrema periferia per Suzzara, che ne condizionò la vita politica, sociale ed economica fino al [[1866]]. Le cause di ciò si riscontrano nelle difficili condizioni infrastrutturali, vista l'assenza di un ponte tra Suzzara e Mantova e la presenza di un sistema ferroviario e viario poco sviluppato. Soltanto dopo l'Unità d'Italia inizierà un vero e proprio processo di sviluppo economico<ref name="cita-Bianchi-1987-p180">{{cita|Bianchi 1987|p. 180}}.</ref>.
===
[[File:Busto Garibaldi, piazza Suzzara.jpg|thumb|Busto di [[Giuseppe Garibaldi]], piazza Suzzara]]
Il periodo del [[Risorgimento]] vide una grande partecipazione della gioventù suzzarese, come testimonia la targa di marmo posta sulle mura della Torre Civica che riporta i nomi di giovani combattenti. In particolare durante la [[Prima guerra d'indipendenza italiana]] si formò un Comitato di Pubblica Sicurezza, che fungeva da vero e proprio centro di direzione politica locale. In questo contesto Suzzara venne quindi gestita dallo schieramento patriottico locale. Tuttavia i patrioti suzzaresi non erano soltanto liberal-moderati. Molti giovani infatti andarono a ingrossare le file dei volontari nei corpi franchi mantovani durante la [[Prima guerra d'indipendenza italiana]] e per questo verranno arrestati dalla polizia austriaca in quanto "Compromessi politici". In totale i suzzaresi che hanno combattuto la guerra furono 32. Il fenomeno avvenne anche durante la [[Seconda guerra d'indipendenza italiana]], quando alcuni giovani abbandonarono il Lombardo-Veneto per combattere come volontari con i piemontesi. Anche durante la [[Spedizione dei Mille]] i suzzaresi si distinsero e tra questi le cronache ricordano [[Emilio Buttironi]] e [[Telesforo Cattoni]]<ref name="cita-Bianchi-1987-p180"/>.
Suzzara entrò a far parte del giovane [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] solo al termine della [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]], a seguito del [[Plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito delle province venete e di quella di Mantova del 1866]].
===
Il contado suzzarese, specialmente Sailetto e Tabellano, prese parte attiva al moto [[La Boje]] ([[1884]]-[[1885]])
Nel [[1873]] venne ultimato il ponte di ferro sul [[Po]], grazie alla formazione di una “Società Anonima per la costruzione e per l'esercizio di un ponte di chiatte sul fiume Po presso [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]]”, che si attivò come prima cosa per realizzare un collegamento tra le due sponde.<br>
Nel [[1869]]<ref>{{cita|Bianchi|p. 38|cidBianchi}}.</ref> fu aperta la [[Ferrovia Verona-Mantova-Modena|linea ferroviaria Mantova-Modena]], alla quale il comune concorse pagando 6000 lire. Bisogna ricordare che il ponte ferroviario sul Po, tra Motteggiana e Borgoforte, fu terminato nel 1874.
Nel [[1883]] fu invece costruita la [[Ferrovia Parma-Suzzara]] e l'anno successivo la [[Ferrovia Suzzara-Ferrara]]. Da allora la rete ferroviaria suzzarese continuò a potenziarsi, tanto che nel [[1928]] si creò il percorso [[La Spezia]]-[[Verona]]-[[Brennero]] via Parma-Suzzara-Mantova, che restò in funzione per due anni.
Le Società operaie e le agitazioni che si erano susseguite verso la fine dell'[[Ottocento]], fecero di Suzzara terreno fertile per la nascita del [[socialismo]], che si sviluppò in tutta Italia a partire da [[Genova]] nel [[1892]]. Il partito nascente poté contare su uomini pieni di fede e capacità: [[Achille Menotti Luppi]], Vittorio Fiorenzano, Pietro Aleotti, Francesco Marangoni per citarne alcuni. Nel [[1894]], sotto la guida di Luppi il [[Partito Socialista Italiano]] era ben organizzato tanto che l'anno dopo fu costituito un circolo culturale socialista con relativa biblioteca; nel [[1895]] i socialisti entrarono come minoranza in [[Consiglio Comunale]]. Nel [[1899]] Achille Luppi Menotti dopo l'avanzata del socialismo in [[Italia]] divenne il primo [[sindaco]] socialista della città<ref>{{cita|Cucconi|pp. 40-43}}.</ref>.
In tutta [[Italia]] agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] si formarono [[Cooperative]], leghe di resistenza operaie e contadine. Anche Suzzara si strutturò in questo modo.
Nel [[1907]] venne organizzato uno [[sciopero generale]] di 90 giorni di tutte le leghe, guidato ''in primis'' dagli operai dell'officina [[Casali (azienda)|Fratelli Casali]] che lottarono invano per ottenere migliori condizioni di lavoro. La lega che riuscì a ottenere maggiori successi fu quella dei “salariati fissi” che siglò un “patto di lavoro comunale”, che fu reputato il migliore di tutta la provincia e divenne l'esempio a cui fecero riferimento altri comuni e [[Mantova]] stessa.
La classe operaia suzzarese si consolidò ulteriormente nei primi anni del Novecento, grazie alla presenza delle leghe e della Scuola Arti e Mestieri, alla nascita dell'industria, alla costituzione del [[Partito Socialista Italiano]]; nel [[1901]] gli operai suzzaresi festeggiarono per la prima volta il [[Festa del lavoro|Primo Maggio]].
I primi anni del [[1900]] furono gli anni del proliferarsi di fenomeni quali [[emigrazione]], [[analfabetismo]] e [[anticlericalismo]]. Questi vennero percepiti a Suzzara in modo molto particolare: se l'emigrazione era una valvola di sfogo per i suzzaresi, vista la situazione di miseria e iniquità vigente, l'analfabetismo si diffuse meno grazie anche alla presenza della Scuola Arti e Mestieri, che rappresentò il centro per eccellenza dell'istruzione professionale e creò una manodopera esemplare per capacità e spirito combattivo. Inoltre la presenza del [[Partito Socialista Italiano]] riuscì a contenere l'analfabetismo, grazie alla sua azione sociale e culturale volta a favorire i lavoratori<ref>{{cita web|url=http://www.cfpartiemestieri.it/Storia.htm|titolo=Scuola Arti e Mestieri Suzzara|accesso=15 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150511163519/http://www.cfpartiemestieri.it/Storia.htm|dataarchivio=11 maggio 2015}}</ref>.
Il paese nel frattempo si andava modificando, con la costruzione dell'ospedale civile (fondato nel [[1850]] da Pietro Montecchi), dell'edificio scolastico e del nuovo cimitero. Venne potenziata l'opera di bonifica delle terre, fu fondata la prima banca. Sul finire del secolo venne inoltre costruito il Teatro Sociale.
Per quanto concerne la spinta anticlericale, dovuta all'epopea garibaldina, a Suzzara e in particolare a Tabellano fu molto sentita. Si iniziarono quindi a celebrare [[matrimonio civile|matrimoni civili]].
Dopo il ritorno al potere dei moderati con Carlo Cesare Montecchi nel [[1909]], Suzzara fu protagonista di proteste e manifestazioni tra il [[1912]] e [[1913]] che culminarono nella cosiddetta “[[Settimana rossa]]” alla quale partecipò anche [[Benito Mussolini]], allora direttore dell'[[Avanti!]] che si recó alla [[Camera del Lavoro]] dove incontrò Luppi Menotti, Maria Goia e altri dirigenti socialisti.
Nel periodo successivo allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] Suzzara tornò in mano alle forze popolari.
Le condizioni della città nel dopoguerra furono piuttosto simili a quelle di altre realtà italiane, salvo per l'orientamento politico che a Suzzara restò spiccatamente socialista. Il [[Socialismo]] e il Partito Moderato erano le due forze politiche che si contrapponevano in [[Consiglio comunale]], mentre in [[Italia]] iniziò a organizzarsi il [[Partito Comunista Italiano]] fondato a [[Livorno]] nel [[1921]]. Né il comunismo, né il [[fascismo]] presero piede inizialmente, nonostante il terrore seminato dai primi sporadici gruppi fascisti che riuscirono a sorgere. L'episodio più grave avvenne nel 1921 con una sparatoria che coinvolse Dante Poli, dodicenne ucciso per errore durante questo assedio<ref>{{cita|Cucconi|pp. 46-57}}.</ref>.
Dal punto di vista economico, gli anni trenta segnarono una forte ripresa economica e industriale di Suzzara tanto che all'epoca la città (divenuta tale nel [[1923]] con [[decreto reale]]) era chiamata "la piccola [[Manchester]], principale centro manifatturiero e cuore dell'industria mantovana<ref name="cita-Bianchi-2006-pp103-115" />.
Il periodo fascista si caratterizzò soprattutto per l'organizzazione di propaganda clandestina, tanto che ben 240 suzzaresi parteciparono alla [[Resistenza italiana]].
A fine guerra, nel [[1945]] a Suzzara venne eletto il primo Consiglio Comunale, che tornò a riunirsi nella sede di Piazza Castello. Durante la seduta venne nominato come primo cittadini dal Comitato di Liberazione Ilbe Truzzi designato per acclamazione, accanto al vicesindaco Tebe Mignoni. Una seduta successiva del [[Consiglio Comunale]], sempre nello stesso anno, avrebbe decretato la vittoria di Tebe Mignoni appartenente al Partito Comunista come Sindaco della città<ref>{{cita|Cucconi|pp. 130-132}}.</ref>. Gli succedette Cirillo Carra nel [[1948]]. Tra le opere realizzate in questo periodo dall'amministrazione ci furono i crocile Tosini e via Luppi Menotti. Dopo che Cirillo Carra ottenne la trasformazione della propria ditta di costruzione di macchine agricole in [[società per azioni]], fu costretto ad abbandonare il governo del paese, restituendolo a Tebe Mignoni. A Suzzara dal punto di vista amministrativo si sono succedute amministrazioni esclusivamente di sinistra, in particolare tra il 1945 e il [[1964]] ha vinto il Partito Comunista Italiano, salvo nel 1948 quando vinse il Fronte popolare ([[Partito Socialista Italiano|PSI]] e [[Partito Comunista Italiano|PCI]]).
=== Simboli ===
[[File:Suzzara-Stemma.svg|right|120px|Stemma del comune]]
Lo stemma civico di Suzzara è stato riconosciuto con RR.LL.PP. del 2 marzo 1924<ref name="ACS">{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?5590|titolo=Suzzara|accesso=2025-08-19|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref> e rappresenta una [[Fenice (araldica)|fenice]] sopra un [[Immortalità (araldica)|rogo]], sormontata da un sole raggiante nascente dal lembo superiore dello scudo, il tutto d'oro. Al di sopra si trova la [[corona muraria]] derivante dal riconoscimento del [[Titolo di città in Italia|titolo di Città]] avvenuto nel [[1923]].
Il motto è ''[[Post fata resurgo]]'' in latino che significa "dopo la morte mi rialzo".<ref>{{cita web|url= http://www.comuniweb.it/mantova/suzzara/stemma.htm|titolo=Stemma Suzzara|accesso=15 aprile 2014}}</ref><ref>Descrizione da il libro Araldico degli Enti Morali.</ref>
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 21 aprile 1927<ref name="ACS"/>, è un drappo di azzurro.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine=Corona di
|nome_onorificenza=Titolo di Città
|collegamento_onorificenza=Titolo di città in Italia
|motivazione = Ci piacque con Nostro Decreto addì 9 novembre 1923 di concedere al Comune di Suzzara il titolo di Città. Ed essendo stato il detto nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alle Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dello Archivio di Stato in Roma, vogliamo ora spedire solenne documento della concordata grazia al Comune concessionario. perciò in virtù della nostra Autorità Reale e Costituzionale dichiariamo spettare al Comune di Suzzara in Provincia di Mantova, il titolo di Città
|data = Regio decreto 9 novembre 1923<ref name="ACS"/>
}}
[[File:Piazza Garibaldi e Piazza Castello di Suzzara.jpg|thumb|upright=3.5|center|Piazza Garibaldi e piazza Castello di Suzzara]]
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
====Chiesa
La chiesa parrocchiale che si erge attualmente in
Nel [[1853]]-[[1854]] l'edificio sacro fu letteralmente "capovolto" come orientamento e ricostruito. Di stile neoclassico di maniera rimasero alcuni quadri
Attorno agli anni
In conseguenza del [[Terremoto dell'Emilia del 2012|sisma del maggio 2012]], la chiesa è stata chiusa per restauri e la cupola del campanile è stata rimossa nel giugno del [[2012]]<ref>{{cita web|url= http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/06/24/news/salvata-la-cupola-della-chiesa-di-suzzara-foto-il-dalai-lama-in-visita-nelle-zone-nbsp-del-terremoto-nbsp-1.5311151|titolo= Rimozione cupola Chiesa Immacolata Concezione di Suzzara|accesso= 5 maggio 2014|dataarchivio= 5 maggio 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140505183246/http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/06/24/news/salvata-la-cupola-della-chiesa-di-suzzara-foto-il-dalai-lama-in-visita-nelle-zone-nbsp-del-terremoto-nbsp-1.5311151|urlmorto= sì}}</ref>. I lavori di restauro sono iniziati nel febbraio [[2014]], per recuperare la facciata e gli interni inagibili<ref>{{cita web|url=http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/09/14/news/la-chiesa-tornera-agibile-cantiere-da-860mila-euro-1.7741807|titolo=Recupero Chiesa dell'Immacolata Concezione|accesso=13 maggio 2014|dataarchivio=14 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140514062453/http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/09/14/news/la-chiesa-tornera-agibile-cantiere-da-860mila-euro-1.7741807|urlmorto=sì}}</ref>.
====Chiesa della Sacra Famiglia====
[[File:Chiesa sacra famiglia.jpg|thumb|Chiesa della Sacra Famiglia, Suzzara]]
La parrocchia della Sacra Famiglia fu eretta con decreto vescovile del 24 luglio [[1965]], festa di [[Sant'Anna]]. L'edificio sacro ebbe pure il riconoscimento civile con decreto del [[Presidente della Repubblica]] il 30 maggio [[1966]]. Il 14 settembre [[1968]] monsignor Carlo Ferrari benedisse il primo nucleo delle nuove opere parrocchiali comprendente un salone-cappella, la casa canonica e l'oratorio. Il 9 dicembre [[1990]], infine, la nuova chiesa fu solennemente consacrata da monsignor Egidio Caporello.<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=151|titolo=Chiesa della Sacra Famiglia|accesso=5 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111154610/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=151|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
====Chiesa
La Chiesa si trova nella frazione di Riva di Suzzara, è dedicata al santo missionario irlandese e sorge sui resti di un antico edificio fondato dai monaci colombaniani di [[Bobbio]]. Sulla scorta delle memorie tramandataci da don Giuseppe Baldini, parroco dal [[1899]] al [[1932]], si sa che prima del Mille sorgeva nel territorio in fregio al Po una cappella dedicata a [[San Colombano]].
Nella storia di Riva appare spesso il Po come protagonista anche delle vicende che riguardano la chiesa. La vecchia parrocchiale, con la costruzione di un nuovo argine maestro, l'attuale, fu spesso allargata, e poi demolita nel [[1815]] per non lasciarla ingoiare dalle acque. Il 24 aprile [[1823]] si pose la prima pietra della chiesa attuale che venne costruita secondo il progetto dell'architetto [[Luigi Voghera]] di [[Cremona]].
Il progetto iniziale fu rimaneggiato e l'edificio ebbe una vita travagliata fatta i crepacci e puntelli.
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=149|titolo=Chiesa di S. Colombano|accesso=14 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111154146/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=149|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
=== Architetture civili ===
[[File:Municipio di Suzzara.jpg|thumb|Municipio di Suzzara]]
La torre civica di Suzzara, unico elemento rimasto
Il castello risale probabilmente all'epoca del dominio reggiano, costruito quindi come roccaforte contro i mantovani. Le mura e le torri merlate erano circondate da un fossato in cui confluivano le acque derivate dal vicino corso di Po Vecchio. La cinta muraria che venne attestata dalle carte topografiche dell'epoca, era formata da quattro angoli caratterizzati da bassi torrioni sporgenti, mentre sul lato verso l'odierna piazza s'innalzava la torre che fungeva da mastio<ref>{{cita|Cucconi|pp. 18-19}}.</ref>.
Con l'arrivo degli [[Asburgo]], attorno al [[1600]], il castello perse la propria funzione sociale, militare e di coordinamento territoriale. Dal momento che gli imperatori austro-ungarici lo consideravano un punto pericoloso e costoso, lo distrussero lasciando solo la torre. Con il mutare della società, la torre cambiò la propria funzione difensiva; già nel 1712 la torre era dotata di un orologio. Nel [[1665]], la torre rappresentava per i contadini un vero e proprio strumento di lavoro<ref>{{cita|Gorni|p. 10}}.</ref>. A causa del terremoto del 29 maggio [[2012]] la torre è stata chiusa alle visite guidate e dichiarata inagibile<ref>{{cita web|url=http://www.lacittadellamantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5494&Itemid=2008|titolo=Suzzara terremoto|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
[[File:Ex Ospedale Montecchi, Suzzara.jpg|thumb|Ex Ospedale civile Montecchi di Suzzara]]
[[File:Casa del fascio, Suzzara.jpg|thumb|Casa del fascio, Suzzara]]
La casa del fascio venne inaugurata il 22 luglio [[1936]]<ref>{{cita web|url=http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/video/IL5000025123/2/Suzzara.html|titolo= Casa del fascio| accesso= 5 maggio 2014}}</ref>. Essa è un edificio posto
Nel [[1894]] si costituì un comitato di quaranta cittadini per la realizzazione di un teatro. Il progetto venne affidato a [[
ll Cinema Teatro Politeama nacque nel [[1911]] in via Mazzini. Inizialmente funzionante come teatro, il Politeama ebbe grande fortuna per alcuni decenni, fino all'immediato dopoguerra, mentre subì un forte declino negli anni
Il teatro comunale venne costruito nel [[1880]] e sorse in Piazza
Corte Grandi-Donesmondi-Cazzaniga si trova a San Prospero. Le prime notizie certe su questa corte si hanno attorno al [[1528]], quando la villa era chiamata “Corte di San Prospero” ed era di proprietà della famiglia Bonati. Nel [[1630]] a causa della crisi economica, i Bonati vendettero la villa al senatore Federico Grandi, nobile mantovano.
Il nipote di questo nel [[1744]] nominò unico erede dei suoi beni Luigi Donesmondi. La corte passò poi in eredità a Cecilia, l'ultima dei Donesmondi, che nel [[1871]] sposò il nobile cremonese Francesco Cazzaniga<ref>{{cita libro|nome=Lino|cognome=Casaletti|titolo=Le radici di San Prospero|anno=2004|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Casaletti|pp=24-28}}</ref>. Nel [[1976]] la corte ha ospitato le riprese del film "[[Novecento (film)|Novecento]]" di [[Bernardo Bertolucci]].
====Monumento ai caduti====
[[File:Monumento ai caduti di Suzzara.JPG|thumb|Monumento ai caduti di Suzzara]]
Il parco Monumento ai caduti si trova
[[File:Asilo "Rosa Agazzi".jpg|thumb|Asilo "[[Rosa Agazzi]]" di Suzzara]]
Terminata la [[prima guerra mondiale]] nacque
La casa di riposo sorge in via Cadorna e venne costruita nel [[1971]]<ref
Nel [[1929]] venne deciso
[[File:Palazzetto Marmiroli Suzzara.jpg|thumb|Palazzetto dello sport "Marmiroli" Suzzara]]
Il Palazzetto dello Sport sorge in via [[Lenin]] nell'area sportiva polifunzionale, accanto allo stadio comunale e al circolo tennistico,
Il progetto iniziale predisposto
La [[Villa Grassetti|Villa]], detta anche del Seminario, è un edificio nobiliare che si trova a Suzzara, nella frazione di Sailetto, in strada Zara Zanetta. La costruzione risale alla seconda metà del [[Cinquecento]] e ha caratteri architettonici rinascimentali. I committenti furono i Grassetti, commercianti di sale di origine padovana, mentre in seguito la proprietà passò a una successione di famiglie aristocratiche Mantovane<ref>{{cita libro|nome=Carlo|cognome=Parmigiani|titolo=Villa Grassetti o del Seminario a Sailetto|anno=1998|editore=Tipografia Commerciale Cooperativa|città=[[Mantova]]}}</ref>. Durante il periodo di appartenenza della famiglia, furono applicate paraste decorative alle pareti. Nella prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la villa fu adibita a villeggiatura estiva dei chierici del Seminario vescovile di [[Mantova]]. A fine Ottocento attorno al corpo di fabbrica principale vennero edificati una chiesa in stile neogotico, un refettorio, un teatrino e due ali simmetriche a tre piani collegate al prospetto Sud, destinate a dormitorio per i chierici. Negli anni settanta del [[XX secolo|Novecento]] la villa, già in stato di abbandono, viene acquistata dal comune di Suzzara che tuttora ne è il proprietario<ref>{{cita web|url=http://fatti-su.it/villa_grassetti|titolo=Villa Grassetti Sailetto|accesso=19 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519150424/http://fatti-su.it/villa_grassetti|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>.
====Villa
Lungo via Villa Inferiore, si trova [[Villa Capilupi]], la cui ossatura centrale risale al [[1500]]. La cancellata è retta da quattro pilastri con terminali a guglia e la struttura architettonica evidenzia la grazia settecentesca. Venne edificata per conto del nobile Alfonso Capilupi (1527-1593) nel [[1567]]. Solo più tardi, passata nelle mani del figlio Carlo, la villa subì una trasformazione che le conferì l'attuale carattere settecentesco. I lavori anteriori al [[1733]] furono ordinati dal marchese Carlo. Sono tuttora visibili gli stemmi delle famiglie [[Strozzi]], [[Cavriani]] e [[Andreasi (famiglia)|Andreasi]], con cui i Capilupi erano imparentati<ref>{{cita web|url=http://www.leliocapilupi.it/suzzara_villa_capilupi_foto.htm|titolo=Villa Capilupi| accesso=19 maggio 2014}}</ref>.
===
* [[Bosco di Suzzara]]
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Suzzara}}
Suzzara, secondo i dati [[ISTAT]] aggiornati al [[2012]], è il terzo comune più popoloso della [[provincia di Mantova]], con {{formatnum:20768}} abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/|titolo=Dati Istat 2012| accesso=6 maggio 2014}}</ref>. Ha {{formatnum:8706}} famiglie e un'età media di 43 anni, con un tasso di natalità del 9,7%. È inoltre il comune con la più alta percentuale di coniugati (52%) nella [[provincia di Mantova]]<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/statistiche/|titolo=Dati Comunali| accesso=14 aprile 2014}}</ref>
=== Etnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati [[ISTAT]] aggiornati al 1º gennaio 2024 la popolazione straniera residente è di 3.481 persone, pari al 16,5% della popolazione comunale. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono:<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/statistiche/cittadini-stranieri-2016/|titolo=Cittadini Stranieri 01/012016 - Suzzara (MN) su Tuttitalia.it|accesso=6 novembre 2016}}</ref>
* [[India]] 958
* [[Bangladesh]] 446
* [[Pakistan]] 451
* [[Marocco]] 305
* [[Romania]] 257
* [[Albania]] 226
* [[Moldavia]] 137
* [[Ghana]] 127
* [[Cina]] 119
* [[Ucraina]] 90
=== Lingua e dialetti ===
Oltre alla lingua italiana, a Suzzara non sono riconosciute ufficialmente altre lingue. Il dialetto locale è il dialetto suzzarese, appartenente all'area dialettale [[dialetto basso mantovano|della bassa mantovana]], una leggera variante del mantovano parlato nei comuni più a sud della provincia. Il suzzarese appartiene alla famiglia dei linguaggi gallo-romani parlati in quella parte dell'[[Italia]] che ai tempi dell'[[Impero romano]] I-V secolo d.C. era la [[Gallia cisalpina]]<ref>{{cita|Freddi|p. 414}}.</ref>.
=== Tradizioni e folclore ===
'''''Filos'''''
Il termine filos deriva dall'usanza della veglia nelle stalle di campagna, dove si riunivano nelle sere invernali uomini, donne e fanciulli per passare il tempo e ripararsi dal freddo. Tale veglia conservava un certo contegno sociale secondo anche un principio di gerarchie, con destinazione di posti a seconda dell'età o del grado tenuto da ciascuna famiglia. In origine convegno di filatrici, fu per secoli il centro animatore e propulsore della vita curtense e ritrovo abituale delle famiglie contadine e della povera gente<ref name="cita-Cucconi-p385">{{cita|Cucconi|p. 385}}.</ref>.
'''''La vecia'''''
Un tempo a metà quaresima i fornai di Suzzara attaccavano alla torre del castello un fantoccio di stracci rappresentante una vecchia con canocchia e fuso. A mezzogiorno suonavano le campane a morto facendo dondolare qua e là la vecchia, che veniva poi fatta sedere su un asino e accompagnata dal clamore del popolo tra le case del paese e della campagna, chiedendo denaro e cibo fino a sera. A tal punto si gettava la vecchia su un monte di paglia fuori dal paese e le si dava fuoco con grandi schiamazzi e urla<ref name="cita-Cucconi-p385" />.La tradizione del rogo della vecchia ha origine remote e va a ricollegarsi alla tribale riverenza che intere civiltà contadine avevano nei confronti della "[[Madre Natura|Madre Terra]]" e, in particolare, vuole celebrare la vittoria della buona stagione sull'inverno sterile e freddo. Dunque l'essenza della cerimonia è intesa a esaltare e procurare fertilità ai campi<ref>{{cita web|url= http://www.quibrescia.it/cms/2013/03/07/meta-quaresima-si-brucia-la-vecchia/|titolo=Tradizioni|accesso=29 aprile 2014}}</ref>
'''''Candelora e San Biagio'''''
Le feste del ciclo pasquale iniziano con [[Carnevale]]. Il santo più venerato del mese è [[Biagio di Sebaste|San Biagio]], patrono di Suzzara, festeggiato il 3 febbraio. La Candelora è il giorno che precede il patrono ed è caratterizzata dal fatto che la mattina del 2 febbraio si va in chiesa a ricevere una candela benedetta che si appende al muro accanto al letto e serve a scongiurare la grandine nei raccolti.
La mattina di San Biagio si torna in chiesa di buon'ora per la benedizione della gola<ref>{{cita|Cucconi|p. 384}}.</ref>.
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Istituti superiori ====
* ''Fondazione scuola Arti e Mestieri “F. Bertazzoni”, via F. Bertazzoni, comprende istruzione professionale.''
[[File:Arti e mestieri, via Caleffi Suzzara.jpg|thumb|Arti e mestieri, via Bertazzoni Suzzara]]
* ''Istituto superiore Manzoni, via Mantova, comprende ITES istruzione tecnica e istruzione liceale.''
[[File:Manzoni Suzzara.jpg|thumb|Istituto superiore Manzoni, Suzzara]]
====
* ''[[
[[File:Centro culturale Piazzalunga.JPG|thumb|Centro culturale Piazzalunga Suzzara]]
La Biblioteca Comunale, fondata nel [[1967]], è l'Istituto Culturale di riferimento per la città. Biblioteca di pubblica lettura e centro culturale, da sempre mantiene un contatto stretto con la comunità suzzarese, offrendo i propri servizi, oltre che al pubblico di studenti, a tutti i cittadini che possono trovare strumenti di informazione e documentazione sempre aggiornati.
Nel [[2013]] la biblioteca è diventata centro culturale Piazzalunga, grazie al lascito di [[Mario Spinella]] e ha ampliato il raggio dei propri servizi e delle iniziative organizzate<ref>{{cita web|url=http://www.piazzalungasuzzara.it/|titolo=Piazzalunga Suzzara|accesso=20 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029122113/http://www.piazzalungasuzzara.it/|dataarchivio=29 ottobre 2013}}</ref>.
==== Musei ====
* ''[[Galleria del Premio Suzzara|Museo Galleria del Premio Suzzara]]''
[[File:Galleria del premio Suzzara.jpg|thumb|Galleria del Premio - Suzzara]]
La galleria del [[Premio Suzzara]] nasce nel [[1975]] in Via Don Bosco e ospita opere d'[[Arte contemporanea]]<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/galleria|titolo=Galleria del Premio Suzzara| accesso=21 maggio 2014}}</ref>. Nel [[2002]] nasce il Museo Galleria del [[Premio Suzzara]] che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di una storia iniziata nell'immediato [[Dopoguerra]].
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
==== Brusatasso ====
''"Da Brüšatas sta lontan mila pas”.''
(Blasone)<ref name="cita-Tassoni-p32">{{cita|Tassoni|p. 32}}.</ref>.
[[File:Chiesa brusatasso di Suzzara.jpg|thumb|Chiesa di Brusatasso di Suzzara]]
Brusatasso, dial. Brüšatas, agg. etnico popolare: Brušatin.
Probabilmente prima era ''Brusalovo'' o ''Brusalupo*'' (Cod. Crem. I8 [[1172]] e [[1228]]). Diventa Bruxatassum nel secolo XIV (D'Arco, Stat. Mant. VIII, 16). Dal latino medievale *''brusare'' “ardere” (REW 9097) in composizione prima con la voce settentrionale lovo “lupo”; infine scomparsi i lupi nella zona - col latino tardo taxo,-onis “tasso”<ref name="cita-Freddi-p35"/><ref name="cita-Tassoni-p32"/>.
La frazione di Brusatasso dista 4,85 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta 864 abitanti<ref name="Anagrafe">Fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio [[2014]]</ref><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_brusatasso.html|titolo=Brusatasso| accesso=14 aprile 2014|}}</ref>. Il paese sorge attorno a una piccola cappella innalzata in onore di [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]]. In un documento del [[1154]] troviamo che Brusatasso era sotto la giurisdizione del parroco di Suzzara. Il primo [[Rettore (ecclesiastico)|rettore]] di questa chiesa fu don Flaminio Moro nel [[1500]]. In seguito don Mario Roscio iniziò la serie regolare dei rettori, continuata nel [[1731]] con il primo [[arciprete]] don Ferri. Tra le vicende della frazione è da ricordare nel [[1630]] l'occupazione degli [[Alemanni]] che saccheggiarono il paese e la [[Chiesa (architettura)|Chiesa]], sottrassero gli arredi più preziosi, bruciarono l'archivio parrocchiale, portarono la [[peste]] nel [[Ducato (circoscrizione)|Ducato]] di [[Mantova]] e causarono la morte di più della metà della popolazione di Brusatasso.
Nel [[1702]] il [[Po]] ruppe gli argini a Tabellano, causando un allagamento che si sommò al saccheggio del paese durante la [[Guerra franco-spagnola]] contro l'esercito imperiale austriaco comandato dal principe [[Eugenio di Savoia]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 244}}.</ref>. Nel [[1765]] il parroco don Giuseppe Bustaffa ricevette dalla [[Diocesi di Mantova|Curia di Mantova]] la licenza per la demolizione della vecchia Chiesa, a eccezione del coro e del presbiterio e ne fece costruire una nuova da mastro Ludovico Ascari. Gli altari furono costruiti successivamente nel [[1766]]-[[1780]]. Nel [[1776]] venne costruita la sagrestia e dopo la demolizione del vecchio coro se ne innalzò uno nuovo, comunicante con il [[campanile]]. La facciata è risalente al [[1882]], mentre il campanile venne costruito di fianco all'[[abside]] nel [[1759]]-[[1762]]. È interessante ricordare che il campanile era il più alto dei dintorni, ma venne abbassato per poter ospitare un concerto di campane considerevole per peso e sonorità<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|titolo=Diocesi di Brusatasso|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111155612/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>. La Chiesa venne completamente restaurata nel [[1939]]. L'orologio, opera artigianale dei Francesco [[Casali (azienda)|Casali]] di Suzzara fu rimesso in funzione nel [[1937]]<ref>{{cita|Freddi|pp. 258-259}}.</ref>. In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|titolo=Chiesa di Brusatasso|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111155612/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
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[[File:San Prospero.jpg|thumb|Scorcio di San Prospero]]
San Prospero, dialetto San Pròsp, agg. etnico ''quèi'd san Pròsp.'' [[Agionimo]] di Prosperus, il santo [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|vescovo di Reggio Emilia]] popolarmente connesso a pro-spes “fortunato” patrono della parrocchia (25 giugno). Stando ai ''Miracula B. Prosperi'' il suo culto sarebbe fiorito sotto re [[Liutprando]]<ref>{{cita|Tassoni|p. 114}}.</ref>.
La frazione di San Prospero dista 6 chilometri dal centro di Suzzara e conta 339 abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sanprospero.html|titolo=San Prospero| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.Il territorio, delimitato a nord dal collettore Zara, è tutto terreno agricolo e la "civiltà contadina", sia pure a livello più avanzato, vi è riscontrabile quotidianamente e dovunque<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Diocesi di San prospero|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
San Prospero è la più piccola delle frazioni di Suzzara e anche per questo motivo le notizie sulla sua storia sono piuttosto rare. Notizie effettive si hanno nel [[1749]] quando fu ricostruita la chiesa grazie al contributo del parroco e del popolo.
L'edificio più notevole della frazione è [[Villa Cazzaniga-Donesmondi-Grandi|Villa Grandi]]. Nel corso dei secoli le due famiglie vi hanno apportato modifiche, ornamenti, strutture aggiuntive. Della blasonata famiglia Cazzaniga-Donesmondi, si ricorda Luigi, nato a [[Mantova]] nel [[1880]], notaio di Mantova e Suzzara e famoso per aver fatto costruire l'attuale Scuola Materna di Suzzara inaugurata il 28 novembre [[1960]]<ref>{{cita|Freddi|pp. 263-264}}.</ref>.
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è stata chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Chiesa di San prospero|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
Nella villa vicino alla chiesa e suoi dintorni, fu girato il film [[Novecento (film)|Novecento]] di [[Bernardo Bertolucci]] negli anni 1970, dove tutta la troupe prima e dopo l'azione delle scene, si riversava all'unico telefono e negozietto presente, dove si vendeva di tutto, la classica bottega del paesetto di perfetta bassa campagna. Se mancava qualcosa, la signora Maria Ferrari ordinava, mentre fra i tavolini i lavoranti sorbivano caffè e vino, giocando a carte.
Alcuni degli attori divennero famosi dopo questa loro apparizione.
Oggi il paese è spopolato, perché l'unico lavoro è l'agricoltura, mentre parte della popolazione si è trasferita nella vicina Suzzara.
==== Sailetto ====
[[File:Chiesa di Sailetto.JPG|thumb|Chiesa di Sailetto, frazione di Suzzara]]
Sailetto, dialetto ''Sailè''. Dal latino ''salictum-salictulum'' per “terra dei salici” o “piccolo saliceto”. Un'altra denominazione potrebbe derivare dalla forma latina di San Leo, tramutatasi nel dialetto con il tempo in Sailetto appunto<ref>{{cita|Freddi|p. 249}}.</ref><ref>{{cita|Tassoni|p. 126}}.</ref>.
La frazione di Sailetto di Suzzara dista 4,18 chilometri dal medesimo [[Comune]] di Suzzara di cui essa fa parte e ha 485 abitanti<ref name="Anagrafe"/>. Per una questione di confini, Sailetto si trova divisa a metà e una parte appartiene al comune di [[Motteggiana]]<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sailetto.html|titolo=Sailetto| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
Secondo un'antica tradizione, [[papa Leone I]], durante il suo viaggio per incontrare [[Attila]], avrebbe pernottato al “Forte Urbano”, situato nei pressi di Sailetto, una corte sulle rive del [[Po]]. In memoria di quell'evento venne eretta dagli abitanti una cappella, sui ruderi della quale si sarebbe successivamente costruita l'attuale chiesa di San Leo presso il Forte Urbano nell‘'[[800]]. Nel [[1200]] la cappella diventò chiesa battesimale. Più tardi il Forte venne distrutto dai soldati di [[Giovanni delle Bande Nere]] e gli abitanti (chiesa compresa) si spostarono nella zona dell'attuale paese. La costruzione della chiesa risale al [[1400]], quando venne costruita una chiesa di stile gotico che dopo il [[Concilio di Trento]] divenne [[parrocchia]], che tuttavia nel [[1749]] venne demolita per costruire l'attuale. All'interno si conserva una tela ovale di [[Giuseppe Bazzani]] che raffigura l'incontro di [[Attila]] con [[papa Leone I]].<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Diocesi di Mantova|accesso=15 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>
In conseguenza del [[Terremoto dell'Emilia del 2012|sisma del maggio 2012]] la chiesa è stata chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=148|titolo=Chiesa di Sailetto|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160033/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=148|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref> ed è stata riaperta il 29 maggio 2015, nel terzo anniversario del terremoto.
==== Tabellano ====
''"Prima 'l Tablan e po...Milan."''
(Blasone)<ref>{{cita|Tassoni|p. 137}}.</ref>
[[File:Monumento ai Caduti di Tabellano.JPG|thumb|Monumento ai caduti di Tabellano, frazione di Suzzara]]
Tabellano, dialetto ''Tablan''. Le due versioni di fonte tradizionale non risolvono interamente il processo fonetico e gli agganci genetici del nome. La prima vuole che il nome derivi dal latino ''tabella'', diminutivo di ''tabula'', nel senso di “tavella” ovvero fabbrica di laterizi. La seconda si collega al fatto che Tabellano fosse passaggio doganale tra le due sponde del [[Po]], indicato da opportune tabelle di segnalazione, il che richiamerebbe il latino ''tabularia''<ref>{{cita|Freddi|p. 276}}.</ref>
La frazione di Tabellano dista 3,49 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta {{formatnum:1013}} abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_tabellano.html|titolo=Tabellano| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
Una vera storia di Tabellano e documenti storici relativi non esistono. Si ha certezza della sua esistenza intorno al [[1000]] e si sa che le sue terre appartenevano alla contessa [[Matilde di Canossa]]. Fu proprio la contessa a far costruire la chiesa in stile romanico, che sarà poi restaurata nel [[1681]]. Alcune notizie si hanno in riferimento alla battaglia di [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]], durante la quale la chiesa diventa ospedale militare. Nel [[1870]] viene istituito l'asilo infantile e nel [[1880]] le scuole elementari.
Tabellano è la frazione più popolata del comune di Suzzara. Il paese ha sviluppato nell'ultimo Dopoguerra alcune piccole industrie meccaniche, agricole e artigianali.
Tabellano è spesso stata minacciata dalle piene del [[Po]]. In particolare la più pericolosa è stata nel [[1951]] quando l'acqua raggiunse e superò in alcuni punti il piano della sommità arginale e si faticò a contenere le acque.
Vicino a Tabellano sorge Croce del Gallo, località che prende il nome da un gallo in ferro situato sul cocuzzolo di una casa che serve da banderuola<ref>{{cita|Cucconi|p. 53}}.</ref><ref>{{cita|Cucconi|p. 254}}.</ref>.
==== Riva di Suzzara ====
[[File:Memoriale Riva di Suzzara.JPG|thumb|Memoriale al Parco San Colombano di Riva di Suzzara]]
La frazione di Riva dista 3,91 chilometri dal comune di Suzzara di cui essa fa parte e ha circa 809 abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Riva di Suzzara|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
La storia di Riva è intimamente legata a quella di Suzzara e viene citata per la prima volta ai tempi della dominazione longobarda, come Portus mantuanus, citato insieme ai porti del Po (del Bresciano, del [[Parma]] e dell'[[Adda]]) e ritorna anche nel Codice Diplomatico Longobardo([[730]]), nel concordato tra il re [[Liutprando]] e [[Comacchio]], nel quale si parla sia di tributi, il ripatico, che di addetti, i Riparii. Sembra questo il contesto in cui leggere la testimonianza di una presenza monastica di [[Bobbio]] proprio a Riva, ancora evidente nel titolo della Cappella di [[San Colombano]], l'unico titolo non romano e chiaramente legato ai [[Longobardi]] nell'isola suzzarese.<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchie.it/suzzara/sancolombano/memoriale_della_riconciliazione.htm|titolo=Memoriale della Riconciliazione| accesso=13 maggio 2014}}</ref>.
Riva è inoltre legata alla figura del primo [[arciprete]] di cui si è a conoscenza: don Giuseppe Baldini, parroco dal [[1899]] al [[1932]].
Famosa fu la [[battaglia di Luzzara]] del 15 agosto [[1702]], durante la quale Riva e in particolare il territorio dove ora si trova il Parco San Colombano fu teatro di scontri e violenze legate alla successione al trono di [[Spagna]]<ref>{{cita web|url=http://www.parcosancolombano.it/area_protetta/storia/|titolo=Parco San Colombano| accesso=14 aprile 2014}}</ref>. Si trattò di un episodio bellico di particolare efferatezza: le cronache dell'epoca riportano che in quattro ore di battaglia morirono circa 7.000 soldati. In memoria di quell'episodio, il 15 agosto [[2002]], a 300 anni dalla battaglia, è stato inaugurato il Memoriale della Riconciliazione, una piccola cappella ricavata da una nicchia naturale<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Memoriale|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Battaglia di Luzzara|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
Molte altre storie si narrano attorno al territorio di Riva e si legano, in particolare, alla dominazione austriaca quando contrabbandieri e briganti, renitenti alla leva, attraversavano i suoi boschi e spesso imponevano la consegna di parte del bestiame. Famoso fu il contadino Marzola che si era rifiutato di consegnare il bestiame e per questo venne crocifisso sull'uscio di casa e lasciato morire lentamente. In riferimento a questo episodio, sulla strada che da Suzzara porta a Riva sorge corte Marzola dove è ancora visibile un busto marmoreo che ritrae il Marzola crocifisso.
A Riva sorgono inoltre due palazzi, uno detto “della fame” e l'altro “della sete”, perché in tempi di carestia furono venduti in cambio di un sacco di frumento e una botte di vino.
Cinquant'anni fa erano ancora presenti i mulini del [[Po]], scomparsi da tempo lungo tutto il corso del fiume. Uno degli ultimi è quello di Tagliavini, che affondò nei pressi di “Testa di ponte” e giace ora sul fondo del fiume.
Vive sono ancora alcune leggende legate a Riva, tra cui quella del “Visul” un uomo, pare, vissuto sul Po e morto sul fiume mentre con il suo battello andava a tiro di un volo di anatre selvatiche.
Famosa anche per la cronaca più rovente con gli scontri sul fiume tra partigiani e tedeschi, la sua storia più recente ha una concretezza dolorosa che si lega alla lapide che ricorda un partigiano caduto in quegli scontri<ref>{{cita|Cucconi|pp. 245-248}}.</ref>.
===== Altre località =====
Del comune di Suzzara fanno parte anche le località di Alberine - Caselle (4,41 km), Arginotto (4,29 km), Borgo Quindici (2,59 km), Ca' Vecchia (8,36 km), Cittadella - Bugni (5,38 km), Corte Alipranda (4,06 km), Corte Gorizia (5,40 km), Corte Rozza (4,98 km), Curada (4,93 km), Forte Urbano (4,94 km), Gazzina - Cherubina (3,38 km), Gonzagone (3,73 km), Lo Stradone (3,19 km), Merlotti (3,35 km), Palazzo Fame (3,77 km), Pioppelle (3,41 km), Venirola (3,67 km), Vienuove (7,20 km), Zamiola (6,60 km), Zanetta (4,43 km)<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Comune di Suzzara frazioni| accesso=14 aprile 2014|}}</ref>.
== Economia ==
=== Agricoltura ===
[[File:Paesaggio di Suzzara.jpg|left|thumb|Territorio agricolo di Suzzara]]
Suzzara è il principale centro agricolo-industriale dell'[[Oltrepò mantovano]]. Ha una superficie territoriale di 6110 ettari<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/provincia-di-mantova/50-comuni/superficie/|titolo= Superficie territoriale di Suzzara| accesso=8 maggio 2014}}</ref> e una superficie agrario forestale di 5255 ettari, utilizzata per la maggior parte in seminativi<ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura 2010">Utilizzazione del terreno per ubicazione delle unità agricole</ref>
A seguito dell'opera di Bonifica dell'Agro mantovano - Reggiano avvenuta nel [[1907]], che diede una rapida accelerata al settore zootecnico e quello lattiero-caseario, si è andato via via specializzando l'[[allevamento]] di bestiame per la produzione di latte. Lo sviluppo del settore zootecnico è stato anche fortemente influenzato dal progresso del settore agricolo attraverso l'impiego di moderni mezzi tecnici (concimi chimici, irrigazione con metodi all'avanguardia, antiparassitari e meccanizzazione). Le coltivazioni prevalenti sono [[Triticum|grano]], [[mais]], [[barbabietola]], [[Patata (alimento)|patata]], [[pomodori]] e [[Ortaggio|ortaggi]]<ref name="Istat,Censimento dell'agricoltura [[2010]]">Utilizzazione del terreno delle aziende</ref>. L'allevamento è prevalentemente di suini(20883 suini dell'unità agricola) e di bovini (10815 bovini dell'unità agricola)<ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura [[2010]]">Consistenza degli allevamenti. MetaData: Numero di capi per zona altimetrica, classi di superficie, tipo allevamento (tutte le voci tranne api), classe di giornate di lavoro totale aziendale</ref>
Le aziende agricole presenti sono di dimensioni medio grandi. In questa area l'[[agricoltura]] intensiva è stata un motore per l'industria meccanica applicata alla [[zootecnica]]. Importanti a livello nazionale sono gli allevamenti di bovini e suini. Le industrie alimentari che operano sul territorio (casearie, vinicole, delle carni) sono tra le più all'avanguardia in Italia e forniscono prodotti d'eccellenza<ref>{{cita web|url=http://www.pianodizonasuzzara.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1647&idCat=7181&ID=7185&TipoElemento=Categoria|titolo=Aziende agricole Suzzara|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519132835/http://www.pianodizonasuzzara.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1647&idCat=7181&ID=7185&TipoElemento=Categoria|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>.
=== Commercio ===
Il commercio a Suzzara inizia a prendere piede agli inizi del [[1900]] a seguito della [[Bonifica agraria|bonifica]] delle sue terre, alla realizzazione di strade, case e la [[ferrovia Suzzara-Ferrara]] e la [[ferrovia Verona-Mantova-Modena]].
Secondo i dati Istat al [[2011]] le attività commerciali maggiormente sviluppate sono quelle del commercio all'ingrosso e al dettaglio di riparazione di autoveicoli e motocicli (308 unità attive e 1206 addetti Seguono le attività di costruzioni (unità 212/addetti 398) e il commercio al dettaglio (162 unità e 652 addetti)<ref>Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro [[2001]]</ref>.
[[File:Zona industriale di Suzzara.jpg|thumb|left|Scorcio della zona industriale di Suzzara]]
[[File:
L'[[industria]] e l'[[artigianato]] contano una imprenditoria rilevante e molto diversificata. Oltre ad alcune grandi fabbriche è presente un significativo indotto di [[piccola e media impresa]]. Tutta la zona ha avuto un forte impulso nella fase postindustriale, fra la fine degli anni cinquanta e i primi anni settanta.
A Suzzara sono presenti infatti 1124 imprese<ref>Imprese a Suzzara al censimento del [[2011]]</ref> tra le quali predominano quelle impiegate nel settore agricolo e quelle nel settore manifatturiero.
Nel settore industriale le attività predominanti sono quelle meccaniche, della refrigerazione e del settore lattiero-caseario.<ref name="Istat, Censimento [[Industria]] e Servizi 2011">Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro 2001</ref>.
==== Settore meccanico ====
=====Iveco SPA=====
L'economia suzzarese è strettamente legata al settore meccanico, in particolare a quello della realizzazione e della riparazione di macchinari agricoli. Verso la fine del [[XIX secolo]] a Suzzara approdò Francesco Casali che diede inizio ai primi fermenti industriali della zona e aprì una piccola [[Officina (meccanica)|officina]] in via Roma (oggi Luppi Menotti) per la riparazione di mezzi agricoli (in particolare trebbiatoi). Attorno al [[1891]], la Ditta Casali ampliò produzione e sede, portandosi lungo il viale della [[Stazione di Suzzara]], in una [[Fabbrica]] progettata dall'ing. [[Francesco Piazzalunga]]. La conversione della produzione durante la [[prima guerra mondiale]] segnò pesantemente la Casali, che [[1918]] divenne CIMAC (Compagnia industriale macchine agricole Casali) con sede ufficiale a [[Mantova]] e che nel [[1922]] dovette cedere il passo alla MAIS a seguito di una grave crisi produttiva. Nel [[1936]] la MAIS venne assorbita dall'[[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]] di [[Brescia]], passando dalla produzione di macchine agricole a quella di autocarri militari, telai e carrozzeria per autobus e autocarri. Dalla fusione di 5 diversi marchi: [[Fiat Veicoli Industriali]] (con sede a [[Torino]]), Officine Meccaniche ([[Italia]]), [[Lancia Veicoli Speciali]] (Italia), [[Unic]] ([[Francia]]) e [[Magirus]]-Deutz ([[Germania]]), nascerà l'attuale [[Iveco]], situata in viale Zonta<ref>{{cita|Bianchi|pp. 22-30|cidBianchi}}.</ref>.
=====Zucchi=====
A fronte del successo della [[Casali (azienda)|Casali]], nel [[1909]] venne fondata la ditta industrie meccaniche Zucchi Pilade, operaio della Casali, che forte di quell'esperienza decise di costruire uno stabilimento per la produzione di macchine sgranatrici e sfogliatrici, trebbiatrici, turbine idrovore, meccanismi per mulini, caldaie a vapore, essiccatoi per cereali, motori a gas povero, costruendo la sua ditta accanto alla Casali, nel viale della [[Stazione di Suzzara]]. La Zucchi Pilade sarà operante nel settore fino al trasferimento a Mantova nel [[1913]] con denominazione S.A.I.M.S. (Società anonima industrie meccaniche suzzaresi)<ref>{{cita libro|nome=Paolo|cognome=Bianchi|titolo=Uomini e Macchine|anno=1999|editore=Arti grafiche Bottazzi and co s.n.c.|città=Suzzara|pp=195-196}}</ref>.
=====Pinfari=====
[[File:Pinfari.jpg|thumb|Azienda Pinfari Suzzara]]
Nel settore meccanico famosa è la Pinfari, di Italo e Dante Pinfari, situata in via Curtatone e Montanara per la costruzione di attrazioni per i [[Luna park]]<ref name="cita-Cucconi-p215">{{cita|Cucconi|p. 215}}.</ref>. Nata ufficialmente nel [[1857]] come carpenteria per la realizzazione di attrezzi agricoli, divenne la prima azienda nel mondo a produrre [[montagne russe]] interamente in acciaio<ref>[http://www.roller-coaster.it/ Interpark Amusements - homepage]</ref>. Nel [[2008]] la ditta ha dichiarato fallimento: i brevetti ed il catalogo prodotti sono stati acquisiti da Interpark Amusements di [[Spilamberto]].
=====Carra=====
Alcuni operai della ditta Casali si unirono per fondare un'azienda che producesse macchine agricole: è questo ciò che avvenne alla Società fratelli Carra che ebbe origine nel [[1914]], per opera di 5 fratelli, Adelelmo, Cirillo, Luciano, Ciro e Sante, allievi della Scuola Arti e mestieri. Dopo la cessione della Casali, i quattro fratelli costruirono un laboratorio di riparazione di macchine agricole. Nel [[1919]] il laboratorio fu spostato in via XXIII Aprile. I fratelli ottennero negli anni ante [[seconda guerra mondiale]] numerosi successi, grazie alla produzione di sgranatrici, come la ''Universal'' e trebbiatrici, come la ''Virgiliana'', gioiello della meccanica agricola. Cirillo Carra in quegli anni fu oltretutto insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'ordine dal Capo dello Stato. L'industria cessò l'attività nel [[1961]]<ref>{{cita|Cucconi|pp. 216-217}}.</ref>.
=====Marocchi=====
Con pochi operai in via Manzoni, nel [[1920]] nasceva l'attività di Arrigo Marocchi, nella produzione di cucine economiche. Nel [[1933]] la ditta si trasferì in via Solferino e nel [[1939]] iniziò l'attività collaterale di costruzione di macchine agricole, che passerà poi nel dopoguerra in mano a Felice Compagnoni<ref>{{cita|Cucconi|p. 217}}.</ref>.
=====COMAS=====
Azienda che visse dal [[1921]] al [[1930]], la Costruzioni Meccaniche Agricole di Suzzara si occupava di costruzione di sgranatrici e riparazione di macchine agricole dirette da Arcangelo Bottazzi. Originariamente sorta in viale Virgilio, si spostò poi in via Don Bosco<ref name="cita-Cucconi-p215" />.
=====Pineschi=====
La ditta fratelli Pineschi, proveniente dalla zona di [[Rolo]] e [[Novi di Modena|Novi]], si stabilì a Suzzara in via Curtatone e Montanara, per la lavorazione e il commercio dei legnami e la produzione di imballaggi e compensati in genere. Nel [[1957]] chiuse i battenti, anche a seguito di un disastroso incendio avvenuto nel [[1950]]<ref name="cita-Cucconi-p218">{{cita|Cucconi|p. 218}}.</ref>. Al suo posto venne inserita la IN.CON per la produzione di controplaccati<ref name="cita-Cucconi-p218" />.
=====I.M.A.S=====
Nel [[1935]] due operai già facenti parte della MAIS, iniziano per conto proprio un'attività di carattere artigianale riparando macchine agricole. Preso in affitto un capannone in via Manzoni, Renato Formentini e Vittorio Erminetti allargano la cerchia dei propri clienti. In seguito i due si dedicarono anche alla produzione in particolare di una trebbiatrice per frumento a paglia lunga, nel [[1940]], e una pressaforaggi<ref>{{cita|Cucconi|p. 219}}.</ref>. La ditta chiuderà a seguito di una forte crisi negli anni sessanta<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 176}}.</ref>.
=====Maravelli=====
La ditta artigianale fratelli Maravelli si trovava in località Zara Zanetta e si era avviata come ditta di falegnameria e riparazione di macchine agricole grazie ai fratelli Evaristo, Medardo e Giuseppe Maravelli. Nel [[1946]] iniziò a produrre carri agricoli con botte per poi passare a sfogliagranatrici e sgranatrici per mais. Negli anni sessanta la ditta che vantava una ventina di dipendenti cessò la produzione tradizionale dedicandosi a nuovi tipi di macchinari in ferro per l'agricoltura, passando a Remo Maravelli, figlio di Evaristo, che prese in mano la ditta nel [[1965]]. La ditta cessò l'attività nel [[1986]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 188}}.</ref>.
=====Tagliavini e Negri=====
Nel [[1950]] il giovane Loredano Tagliavini ideava e sperimentava una sfogliasgranatrice da granoturco di nuova concezione. Di qui l'idea di farne un [[brevetto]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 222}}.</ref>. Spinto da necessità di finanziamento si associò l'anno dopo con Aldo Negri in un angusto laboratorio di Viale [[Virgilio]], dal quale nel [[1957]] si trasferiranno. Il nuovo locale, ubicato sempre in viale Virgilio era dotato di capannoni, uffici e magazzini. Nel [[1960]] la ditta iniziò a lavorare anche per il mercato estero. Con la morte di Tagliavini e la crisi del settore, la ditta cesserà l'attività nel [[1962]]<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 192}}.</ref>.
===== Piusi =====
Nel [[1953]] l'ing. Franco Varini fonda la [[Piusi]] e comincia l'attività con il nome O.M.A.A. Srl (Officina meccanica riparazioni agricole) allo scopo di costruire e commercializzare pompe, compressori macchine e altri articoli per usi industriali e agricoli. La ditta si caratterizzò all'inizio come officina meccanica per applicazioni agricole<ref name="piusi.it">{{cita web|url=http://www.piusi.it/azienda/produzione-pompe-suzzara|titolo=Piusi|accesso=19 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519184417/http://www.piusi.it/azienda/produzione-pompe-suzzara|dataarchivio=19 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Bianchi |2008|p.199}}.</ref>. Nel [[1958]] l'ing. Franco Varini prelevava l'ex sede del laboratorio Rossi-Genitrini di via Toti, iniziando a produrre macchine e accessori per l'agricoltura e per applicazioni a trattrici agricole. Il concetto alla base della progettazione era l'unificazione di certi particolari della trattrice, cosa che permise subito un grande sviluppo anche all'estero<ref name="cita-Cucconi-p223">{{cita|Cucconi|p. 223}}.</ref>. L'azienda attualmente è ubicata in zona industriale Rangavino e a fornisce soluzioni professionali, di semplice utilizzo e di elevate prestazioni per il travaso, per il rifornimento e per la misurazione di lubrificanti, carburanti e liquidi<ref name="piusi.it" />.
=====Bosi=====
Nel [[1960]] i fratelli Bosi aprono un laboratorio per la produzione di speciali marmitte per auto, in via [[Galilei]]<ref name="cita-Cucconi-p223" />.
=====Fr. Grespan=====
Alla metà degli anni cinquanta Bruno Grespan, già dipendente della [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]], con l'aiuto del fratello Edy, progettò un nuovo modello di sfogliasgranatrice per granoturco. Trasferitisi da via Piave a via Galilei cominciarono a rendere più ricca la gamma dei prodotti con un modello di sfogliatrice su due ruote. Nel [[1964]] avvenne la fusione con la Cavaletti Snc, da cui nacque la [[Grecav]], che si amplierà a [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]] dedicandosi alla fornitura di componentistica alle grandi case di macchine agricole e industriali e nel settore minicar<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 206}}.</ref>.
=====Bondioli e Pavesi=====
Le origini della Bondioli e Pavesi risalgono al [[1950]] quando Edi Bondioli e Guido Pavesi fondano una piccola officina in via Piave a Suzzara per la riparazione di macchine agricole, gettando anche le basi della produzione di scatole ingranaggi e alberi cardanici, due prodotti per la trasmissione di potenza che risulteranno fondamentali nello sviluppo della meccanizzazione agricola del secondo dopoguerra<ref name="italia.bondioli-pavesi.com">{{cita web|url=http://italia.bondioli-pavesi.com/ita/Bpitalia.pag|titolo=Bondioli e Pavesi|accesso=19 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519165618/http://italia.bondioli-pavesi.com/ita/Bpitalia.pag|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1961]] i due soci arrivano a costruire l'attuale stabilimento di via 23 aprile. Nel [[2000]] la ditta è arrivata a 600 dipendenti a Suzzara, 400 con le 10 filiali estere<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 207}}.</ref> La gestione del mercato italiano rimane in carico alla casa madre sino al [[2007]] quando viene creata Bondioli & Pavesi Sales & Logistics, una società che si occupa di gestire la logistica distributiva del gruppo e le attività commerciali per il mercato italiano<ref name="italia.bondioli-pavesi.com" />.
'''GIBICAR'''
Nel 1963 viene fondata GIBICAR, azienda dell'indotto Fiat / Iveco, che negli anni si specializzerà nella produzione di sedili per il trasporto passeggeri e veicoli militari, diventando una delle aziende di riferimento nel settore, sia a livello nazionale che europeo. L'azienda nel 2009 viene assorbita da un altro marchio operante nel settore e l'attività trasferita nel reggiano.
==== Settore refrigerazione ====
=====Tasselli=====
Il pioniere del settore della refrigerazione fu senz'altro Giovanni Tasselli, che iniziò a costruire ghiacciaie dalla vicinanza della sua residenza alla “fabbrica del ghiaccio” di Viale Diaz<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 19-25}}.</ref>. Quest'ultima venne costruita per conto di Efidio Carra e Gino Marcheselli nel [[1921]] con celle frigorifere per macellai, salone per conservazione alimentari, fabbrica selz, gassose, pastorizzazione birra<ref name="cita-Cucconi-p218" />.
La ditta Tasselli nacque ufficialmente nel [[1942]] con la produzione di ghiacciaie domestiche<ref>{{cita|Bernardelli|p. 35}}.</ref>. Nel [[1989]] la Tasselli, dopo l'incorporazione con la Dart Italia Spa si chiamava Premark Italia spa. L'azienda nel [[2008]] fu costretta a chiudere lo stabilimento di Suzzara.
=====G. Leali=====
Tra le aziende da ricordare nel settore c'è la G. Leali Suzzara, fondata nel [[1958]] ad opera di Gianfranco Leali in via Ippolito Nievo per la costruzione di frigoriferi industriali con struttura in legno, ricoperti in laminato plastico. La ditta cessò la sua attività nel [[1966]], per una fortissima crisi di mercato. Nello stesso anno, Gianfranco Leali ritornò sul mercato con la “Cel Frigo di Giubertoni Elsa”, con il nome della moglie, in un capannone di via Montecchi. In questa nuova azienda Leali si dedicò alla produzione di armadi frigoriferi e porte per celle in muratura. Dopo trent'anni di attività, l'azienda chiuse nel [[1997]]<ref>{{cita|Bernardelli|p. 75}}.</ref>.
=====Everlasting=====
Tra le storiche aziende produttrici nel settore della refrigerazione troviamo l'Everlasting, nata nel [[1956]] con il nome “Evermatic” per opera di Giovanni Guidetti e Oliviero Caramaschi, in origine sita in via Ponteboccale. Negli anni 70 l'azienda vide il consolidamento dell'attività e della produzione la quale si estese anche alla refrigerazione cantieristica e all'attività di coibentazione di furgoni, per conto della [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]]-[[Fiat]] di Suzzara, e di mezzi anfibi di soccorso per la [[Lancia (azienda)|Lancia]] di [[Torino]]<ref name="everlasting.it">{{cita web|url=http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|titolo=Everlasting|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140508043018/http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|dataarchivio=8 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1981]] venne aperta un'azienda parallela, la “Cold mark”, nell'area alle spalle della ditta capostipite (zona industriale tra Suzzara e [[Luzzara]]), che chiuderà nel [[2001]], ricostituendo un laboratorio nella zona di Palidano e specializzandosi nella produzione di celle frigorifere componibili<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 84-91}}.</ref>. Nel [[2007]], infine, nasce la “Evermed srl”, specializzata in prodotti refrigeranti del settore sanitario<ref name="everlasting.it" />.
===== Zanotti =====
L'attività della Zanotti nasce dalla mente del tecnico-imprenditore Mario, che dopo aver collaborato con l'impresa dei cognati Fiocchetti e frequentato corsi alla Scuola Arti e Mestieri decise di mettersi in proprio nel locale dell'autorimessa famigliare di Strada Statale Cisa, riparando macchine refrigeranti. Nel 1962 dopo i primi successi Mario fondò la “Zanotti Mario - frigorista” dando origine alla produzione delle unità refrigeranti “Uniblock”, caratterizzate da una nuova concezione in cui venivano assemblati in un unico apparecchio compressore, condensatore, evaporatore e quadro elettrico. In seguito l'azienda allargò la produzione costruendo impianti per locali di asciugamento e stagionatura salumi. Nel [[1981]] la Zanotti cambiò ragione sociale in “Uniblock Zanotti Spa” e nel 1995 ampliò i locali e si trasferì a [[Pegognaga]]. Mario Zanotti restò al timone fino al [[2006]], quando la ditta venne ceduta a Walter Marocchi e dopo l'abbandono della Uniblock si rimise sul mercato con la “Zamar”, che attualmente si dedica alla produzione di attrezzature da utilizzare nel campo medico e sanitario<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 115-125}}.</ref>.
=====Cisaplast=====
La nascita dell'azienda nel [[1962]]<ref>{{cita web|url=http://www.cisaplast.com/Sezione.jsp?titolo=Azienda&idSezione=1|titolo=Cisaplast srl|accesso=7 maggio 2014|dataarchivio=26 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326155658/http://www.cisaplast.com/Sezione.jsp?titolo=Azienda&idSezione=1|urlmorto=sì}}</ref> si deve a [[Walter Mantovani]], figura tra l'altro popolare per i suoi trascorsi calcistici. Grazie alla frequentazione con [[Luigi Tasselli]], suo amico conosciuto durante gli anni da presidente del [[Suzzara Calcio]], fondò nel [[1961]] la società Cisaplast srl, concentrando la produzione su stampaggio sotto vuoto di materiali plastici impiegati come controporte dei frigoriferi e di guarnizioni in gomma per la tenuta del freddo delle porte stesse. La sede produttiva si trovava in località Croce del Gallo e veniva gestita assieme al fratello Armando e i nipoti Alessandro e Alberto Guiducci. La gamma produttiva in seguito si allargò con la costruzione di retrocoperchi in plastica per gli apparecchi televisivi prodotti dalla [[Europhon]] di [[Quistello]] e successivamente partì la produzione di porte complete di plastica per banchi alimentari refrigerati, accanto alla lavorazione dell'acciaio inossidabile di porte e cassetti per banchi bar e negozi alimentari.
Nel [[1966]] iniziò anche la produzione di fac-simili di plastica di prodotti alimentari e la produzione di insegne luminose pubblicitarie (per marchi quali [[Ferrari]] e Milkivit). Infine nel [[1977]] passò alla produzione di porte a vetro in alluminio per frigoriferi e congelatori, self-service a basse temperature. Nel 2006 la ditta ha ampliato i propri locali, costruendo un capannone nella zona di Motteggiana<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 134-135}}.</ref>.
==== Settore lattiero-caseario ====
Tra i principali centri di sviluppo del settore lattiero caseario troviamo proprio Suzzara, che iniziò la fase di produzione verso la fine del [[1800]], grazie alla nascita della Ditta Scaravelli e Negri e Compagni, nei pressi della stazione ferroviaria. Quest'ultima iniziò ad occuparsi della manipolazione e dell'esportazione di latticini, con fabbrica a vapore di ghiaccio compresa, viste le celle frigorifere necessarie per la manipolazione e la conservazione del burro<ref>{{cita libro|autore=Camera di Commercio e d'Arti della Città|autore2=Provincia di Mantova|wkautore2=Provincia di Mantova|titolo=Relazione sull'andamento delle industrie e del commercio del Distretto Camerale di Mantova. Anno 1899|annooriginale=1900|editore=stabilimento tipografico Eredi Segna|città=Mantova}}</ref>.
L'industria del caseificio, in particolare quella della produzione di burro, nel mantovano ebbe una notevole rilevanza, tanto da intraprendere numerose esportazioni anche verso l'[[America]]. Riuscì inoltre a sopportare i periodi di crisi per l'alta qualità, la grande capacità di alcuni industriali e dei caseifici cooperativi.
Nel [[1901]] la Ditta Scaravelli e Negri e Compagni venne sostituita dalla Latteria Lombarda, una società commerciale per la produzione e il commercio del formaggio e del burro. La sede della società era [[Guastalla]] mentre lo stabilimento restò a Suzzara. Oltre alla produzione di burro e formaggio, la società si propose l'allevamento dei maiali, il commercio del vino, delle uova e dei polli<ref>{{cita libro|autore=Camera di Commercio e d'Arti della Città|autore2=Provincia di Mantova|wkautore2=Provincia di Mantova|titolo=Relazione sull'andamento delle industrie e del commercio del Distretto Camerale di Mantova. Anno 1901|annooriginale=1902|editore=G. Mondovi|città=Mantova}}</ref>.
Il mantovano quindi raggiunse picchi di produzione molto alti, superando anche il Reggiano famoso per la produzione di [[formaggio grana]]. Attorno al [[1917]] proseguì la produzione di formaggio, ma venne abbandonata la stagionatura a causa dello scoppio della [[prima guerra mondiale]]. Nel [[1919]] l'industria del caseificio subì un ulteriore scossa dovuta alla limitata produzione e disponibilità di latte per uso industriale, essendo diminuito il numero delle vaccine lattifere e aumentato l'impiego del latte a uso alimentare e a seguito dei controlli governativi, troppo rigidi per stimolare la produzione di latticini. Attorno al [[1921]] nacque anche una Società industriale casearia proprio per risolvere problemi relativi al prezzo del latte e alla produzione stessa, per controllare in maniera più ponderata gli interessi caseari.
La seconda metà del Novecento vide invece un rilancio del settore, con la nascita di numerosi caseifici sparsi per tutto il suzzarese<ref>{{cita|Cucconi|p. 226}}.</ref>.
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Ferrovie ===
Il comune è attraversato dalla [[Ferrovia Verona-Mantova-Modena|ferrovia Verona - Mantova - Modena]], dalla [[Ferrovia Parma-Suzzara|ferrovia Parma - Suzzara]] e dalla [[ferrovia Suzzara-Ferrara]] ed è servito dalla [[Stazione di Suzzara|propria stazione ferroviaria]], posta in viale Zonta.
=== Mobilità urbana ===
Collegamenti suburbani sono inoltre svolti mediante autoservizi [[APAM]].
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|3 luglio [[1990]]|14 giugno [[1999]]|Luigi Salardi|[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|8 giugno [[2009]]|Anna Bonini|[[Democratici di Sinistra|DS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|26 maggio [[2014]]|Wainer Melli|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 maggio [[2014]]|10 giugno [[2024]]|Ivan Ongari|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|Alessandro Guastalli|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|FRA|Brioude|1995}}<ref>{{cita web|url=https://aiccrelombardia.files.wordpress.com/2010/09/lista_aiccre_lombardia.pdf|titolo=Gemellaggi della Regione Lombardia| accesso=17 aprile 2014}}</ref>
== Sport ==
Nella città ha sede il [[Suzzara Sport Club]] che gioca le sue partite al Campo Sportivo Comunale, intitolato a Italo Allodi.
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Paolo|cognome=Gulisano|titolo=Colombano: un santo per l'Europa|anno=2007|editore=Ancora|città=Milano}}
* {{cita libro|nome=Andrea|cognome=Castagnetti|titolo=L'organizzazione del territorio rurale nel Medioevo|anno=1982|editore=Pàtron|città=Bologna}}
* {{cita libro|autore=Bruno Freddi|autore2=Lino Casaletti|autore3=Antonio Magnani|autore4=Lino Boselli|autore5=Nardino Bottazzi|autore6=Giordano Cucconi|titolo=Suzzara borgo paese città|anno=1983|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Freddi}}
* {{cita libro|autore=Giordano Cucconi|autore2=Bruno Freddi|autore3=Benvenuto Guerra|autore4=Cesare Righi|autore5=Nardino Bottazzi|titolo=Suzzara la sua storia la sua gente|anno=1968|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Cucconi}}
* {{cita libro|
* {{cita libro|
* {{cita libro|nome=Paolo|cognome=Bianchi|
* {{cita libro|nome=Noris|cognome=Zuccoli|titolo=Teatri storici nel territorio mantovano|anno=2005|editore=edizioni Arcari|città=Mantova|cid=Zuccoli}}
* {{cita libro|
* {{cita libro|
* {{cita libro|nome=Pietro|cognome=Torelli|titolo=Le carte degli archivi reggiani|annooriginale=1921|editore=Cooperativa Lavoranti Tipografi|città=Reggio Emilia|cid=Torelli}}
* {{cita libro|nome=Giovanni|cognome=Tassoni|titolo=Toponomastica mantovana|anno=1987|editore=Edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Tassoni}}
* {{cita libro|autore=Daniela Sessi Gorni|autore2=Lino Casaletti|autore3=Antonio Magnani|autore4=Lino Boselli|autore5=Nardino Bottazzi|autore6=Giordano Cucconi|autore7=Bruno Freddi|titolo=Suzzara Città d'Italia. Nel 60° conferimento del titolo.|anno=1984|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Gorni}}
== Voci correlate ==
* [[
* [[Premio Suzzara]]
* [[
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{ToponimoLombardia}}
* {{cita web|url=http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=3&idCat=138&ID=153|titolo=Storia e monumenti di Suzzara|accesso=24 ottobre 2009}}
* {{cita web|url=http://www.comune-italia.it/comune-suzzara.html|titolo=Suzzara su Comune Italia.|accesso=7 maggio 2014}}
* {{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/|titolo=Suzzara su Comuni italiani.|accesso=7 maggio 2014}}
Riga 658 ⟶ 607:
* {{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/|titolo=Premio Suzzara|accesso=7 maggio 2014}}
{{Comuni della provincia di Mantova}}
{{Comuni dell'Oltrepò mantovano}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Mantova}}
[[Categoria:Suzzara| ]]
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