Suzzara: differenze tra le versioni

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{{organizzare|Non segue [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]]|geografia|luglio 2018}}
{{Divisione amministrativa
|Grado amministrativo = 3
|Nome=Suzzara
|Panorama=PiazzaNome Castello,= Suzzara.jpg
|Stato = ITA
|Didascalia=
|Bandiera = Suzzara-Gonfalone.png
|Voce bandierastemma =
|Voce bandiera =
|Stemma=Suzzara-Stemma.png
|Panorama = Piazza Castello, Suzzara.jpg
|Voce stemma=
|Didascalia =
|====Dati amministrativi====
|Divisione amm grado 1 = Lombardia
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 2 = Mantova
|Grado amministrativo=3
|Amministratore locale = Alessandro Guastalli
|Divisione amm grado 1=Lombardia
|Partito = [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]<ref>{{cita web|url=http://www.partitodemocratico.it/|titolo=Partito Democratico|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Divisione amm grado 2=Mantova
|Data elezione = 10-06-2024
|Amministratore locale=Wainer Melli<ref>{{cita web|url=http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=G&dtel=07/06/2009&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=3&levsut1=1&lev2=45&levsut2=2&lev3=650&levsut3=3&ne1=3&ne2=45&ne3=450650&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S|titolo=Elezioni Comunali 2009|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Altitudine =
|Partito=[[Partito Democratico]]<ref>{{cita web|url=http://www.partitodemocratico.it/|titolo=Partito Democratico|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Superficie = 61.1
|Data elezione=08/06/2009
|Note superficie = [http://www.comuni-italiani.it/020/065/ Superficie Suzzara]
|====Territorio====
|Sottodivisioni = Brusatasso, Riva, Sailetto, San Prospero, Tabellano<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/suzzara.pdf Comune di Suzzara - Statuto]</ref>
|Latitudine gradi=45
|Divisioni confinanti = [[Dosolo]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]], [[Luzzara]] (RE), [[Motteggiana]], [[Pegognaga]], [[Viadana]]
|Latitudine minuti=0
|Zona sismica = 3
|Latitudine secondi=0
|Gradi giorno = 2435
|Latitudine NS=N
|Nome abitanti = suzzaresi<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/|titolo=Nome Abitanti|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Longitudine gradi=10
|Patrono = [[San Biagio Vescovo e Martire|san Biagio]]
|Longitudine minuti=45
|Festivo = 3 febbraio
|Longitudine secondi=0
|Mappa = Map of comune of Suzzara (province of Mantua, region Lombardy, Italy).svg
|Longitudine EW=E
|Didascalia mappa = Posizione del Comune di Suzzara nella [[Provincia di Mantova]]
|Altitudine= 20 [[m s.l.m.]]
|Superficie=60.80
|Note superficie=[http://www.comuni-italiani.it/020/065/]
|Abitanti=20768
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 settembre 2013.
|Aggiornamento abitanti=30-09-2013
|Sottodivisioni=Brusatasso, Riva, Sailetto, San Prospero, Tabellano<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/suzzara.pdf Comune di Suzzara - Statuto]</ref>.
|Divisioni confinanti=[[Dosolo]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]], [[Luzzara]] (RE), [[Motteggiana]], [[Pegognaga]], [[Viadana]].
|====Altre informazioni====
|Codice postale=46029
|Prefisso= (+39) [[0376]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=020065
|Codice catastale=L020
|Targa=MN
|Zona sismica= 4
|Gradi giorno=2435
|Diffusività=
|Nome abitanti=suzzaresi<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/|titolo=Nome Abitanti|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
|Patrono=[[San Biagio Vescovo e Martire|san Biagio]]
|Festivo=3 febbraio
|====Localizzazione====
 
|Didascalia mappa=Posizione del Comune di Suzzara nella Provincia di Mantova
|Sito istituzionale=http://www.comune.suzzara.mn.it
}}
 
'''Suzzara''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/Suʒ-ʒarasudʣˈara/}}<ref>{{cita web dipi| titolo = Suzzara | url = http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=18451&r=78900| accesso = 15 aprile 2014 | editore = [[RAI – Radiotelevisione Italiana]] – [[Dizionario d'ortografia e di pronunzia]]}}</ref>, ''Sü<u>s</u>èraSüṣèra'' in [[dialetto basso mantovano]]<ref>{{cita libro |autore1=Teresa AA.Cappello |autore2=Carlo VV.Tagliavini | titolo=Dizionario didegli toponomastica. Storiaetnici e significato dei nomi geograficitoponimi italiani | 1996città=Bologna |editore=Pàtron GARZANTI|anno=1981 |p=561 Milano|sbn=UMC0979712}}</ref><ref name=Pelati6>{{cita libro|nome=Pierino|cognome=Pelati|p.78titolo=Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica|cidPelatianno=1996|città=[[Castel Goffredo]]|p=78|sbn=LO11042855}}</ref>) è un [[ComuniComune d'(Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:20768Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Mantova]]<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/pop2013/index.htmllibro|titolo=PopolazionePo residentedi alLombardia. Guide gennaio 2013 su Dati Istatd'Italia|accessoanno=112002|città=Milano|curatore=[[Touring aprileClub 2014Italiano]]}}</ref>. dellaSituata nella [[Pianura padana]], sulla riva destra del [[Po]], fa parte dell'[[Oltrepò mantovano]] e del [[Basso mantovano]], e si trova nella parte meridionale della provincia. diÈ il terzo comune della provincia per popolazione, dopo il [[Mantova|capoluogo]] ine [[LombardiaCastiglione delle Stiviere]]<ref>{{cita libroweb|Pourl=http://www.comuni-italiani.it/020/lista.html|titolo=Elenco diComuni Lombardia.della GuideProvincia d'Italia|2002|di Mantova|Milano|curatoreaccesso=Touring11 Clubaprile Italiano2014}}</ref>.
 
Sito sulla riva destra del [[Po]], fa parte dell'[[Oltrepò mantovano]] e si trova al confine con la [[Provincia di Mantova]] di cui è il terzo comune più popoloso<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/lista.html|titolo=Elenco Comuni della Provincia di Mantova|accesso=11 aprile 2014}}</ref>. Il toponimo deriva dal latino ''sub Zara'' ovvero sotto lo [[Zara (fiume)|Zara]], nome che identifica una diramazione dell'[[Oglio]] che sfociava nel [[Po]] e passante per questa cittadina<ref name=Freddi10> {{cita |Freddi|p. 35.|cidFreddi}}</ref>.
 
Storicamente si distinse come la culla dell’industria di costruzione di macchine agricole grazie alla ditta Casali<ref name=Bianchi11>{{cita |Bianchi|p.11.|cidBianchi}}</ref> oggi Iveco, fondata nel [[1891]] che rese la città il primo polo industriale del mantovano<ref>{{cita web|url=http://www.ilcomuneinforma.it/vacanze-in-lombardia/mantova/mantova-e-dintorni/|titolo=Comune informa|accesso=11 aprile 2014}}</ref> e che diede slancio al [[socialismo]] e alle [[società di mutuo soccorso]] operaio.
 
È nota come la Città del Premio<ref>{{cita web|url= http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=138&idCat=153&ID=153&TipoElemento=categoria|titolo=Comune di Suzzara|accesso=11 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url= http://www.turismo.mantova.it/index.php/itinerari/scheda/id/14|titolo=Turismo Mantova|accesso=11 aprile 2014}}</ref>per il rinomato [[Premio Suzzara]], che si svolge ogni due anni alla Galleria<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/|titolo=Premio Suzzara|accesso=11 aprile 2014}}</ref>.
 
== Etimologia del nome ==
Il nome Suzzara, che allora faceva parte della Contea di [[Brescia]], si trova per la prima volta menzionato l’8 Settembre [[872]] in un diploma dell’imperatore Ludovico II, indirizzato a Roffredo vescovo di Reggio<ref>{{cita libro|Pietro|Torelli| Codex Dipl. Long.| Le carte degli archivi reggiani |[[1921]]|[[Reggio Emilia]]| pp. 39-42| Nota che la data riportata sotto il titolo è errata: leggi 872}}</ref>.
 
Si trattava dell’isola di Suzzara, così chiamata perché circondata da diversi corsi d’acqua: il canale [[Zara (fiume)|Zara]] che ne delimitava la parte nord, il [[Po]] ad ovest e il “Po Veccho” al confine sud-est.
Proprio il passaggio dello [[Zara (fiume)|Zara]] in prossimità del comune ne spiega l’etimologia, dal latino sub(sotto,presso,verso)e appunto [[Zara (fiume)|Zara]].
Nei primi documenti compariva in varie forme: Suzaria, Sozara (sec. XII), Sugaria (sec. XIII), Sycaria, Suczaria, Syguaria e forme simili<ref name=Cucconi15>{{cita|Cucconi| p.35|cidCucconi}}</ref>
 
=== Gemellaggi ===
Suzzara è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Francia|Brioude|1995}}.<ref>{{cita web|url=http://aiccrelombardia.files.wordpress.com/2010/09/lista_aiccre_lombardia.pdf|titolo=Gemellaggi della Regione Lombardia|accesso=17 aprile 2014}}</ref>
 
== Frazioni ==
=== Brusatasso ===
''"Da Brüšatas sta lontan mila pas”.''
(Blasone)
[[File:Chiesa brusatasso di Suzzara.jpg|thumb|Chiesa brusatasso di Suzzara]]
Brusatasso, dial. Brüšatas, agg. etnico popolare: Brušatin.
Probabilmente prima era ''Brusalovo'' o ''Brusalupo*'' (Cod. Crem. I8 [[1172]] e [[1228]]). Diventa Bruxatassum nel sec. XIV<ref> {{cita libro|D’Arco| Stat. Mant. VIII| 16}})</ref>. Dal lat. medievale *''brusare'' “ardere” (REW 9097) in composizione prima con la voce settentrionale lovo “lupo”; infine scomparsi i lupi da noi - col latino tardo taxo,-onis “tasso”<ref name=Freddi19> {{cita|Freddi|p. 35|cidFreddi}}</ref><ref>{{cita libro|Giovanni Tassoni| Toponomastica mantovana| [[1987]] |Suzzara}}</ref>.
La frazione di Brusatasso dista 4,85 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta 864 abitanti(fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio 2014)<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_brusatasso.html|titolo=Brusatasso|accesso=14 aprile2014|}}</ref>.
 
Il paese di Brusatasso sorge attorno ad una piccola cappella innalzata in onore di [[San Michele Arcangelo]]. In un documento del [[1154]] troviamo che Brusatasso era sotto la giurisdizione del Parroco di Suzzara.
Il primo Rettore di questa chiesa fu don Flaminio Moro nel [[1500]]. In seguito don Mario Roscio iniziò la serie regolare dei Rettori, continuata nel [[1731]] con il primo arciprete Don Ferri.
Tra le vicende della frazione è da ricordare nel [[1630]] l’occupazione degli Alemanni che saccheggiarono il paese e la chiesa, sottrassero gli arredi più preziosi, bruciarono l’archivio parrocchiale, portarono la peste nel Ducato di Mantova e anche nel piccolo paese di Brusatasso morì quell’anno più della metà della popolazione.
 
Nel [[1702]] il [[Po]] ruppe gli argini a Tabellano, causando un allagamento che si sommò al saccheggio del paese durante la guerra franco-spagnola contro l’esercito imperiale austriaco comandato dal principe Eugenio di Savoia<ref name=Cucconi22>{{cita | Cucconi|p. 244.|cidCucconi}}</ref>.
Nel [[1765]] il parroco don Giuseppe Bustaffa ricevette dalla [[Diocesi di Mantova|Curia di Mantova]] la licenza per la demolizione della vecchia chiesa, ad eccezione del coro e del presbiterio, e per la costruzione di quella nuova ad opera di Mastro Ludovico Ascari. Gli altari furono poi costruiti successivamente nel [[1766]]-[[1780]]. Nel 1776 si costruì la sagrestia e dopo aver demolito il vecchio coro se ne innalzò uno nuovo comunicante con il campanile. La facciata risale al [[1882]]. infine il campanile venne costruito di fianco all’abside nel [[1759]]-[[1762]].
La Chiesa verrà completamente restaurata nel [[1939]]. L’orologio, opera artigianale dei Casali di Suzzara fu rimesso in funzione nel 1937<ref name=Freeddi23>{{cita|Freddi|pp. 258-259|cidFreddi}}</ref>.
 
=== San Prospero ===
[[File:San Prospero.jpg|thumb|Scorcio di San Prospero]]
San Prospero, dialetto San Pròsp, agg. etnico ''quèi’d san Pròsp.'' Agionimo di Prosperus, il santo vescovo di [[Reggio Emilia]] popolarmente connesso a pro-spes “fortunato” patrono della parrocchia (25 giugno). Stando ai Miracula B. Prosperi il suo culto sarebbe fiorito sotto Re [[Liutprando]]. La frazione di San Prospero dista 6 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta 339 abitanti(fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio 2014)<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sanprospero.html|titolo=San Prospero|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
 
San Prospero è la più piccola delle frazioni di Suzzara e anche per questo motivo le notizie sulla sua storia sono piuttosto rare. Notizie effettive si hanno nel [[1749]] quando fu ricostruita la Chiesa grazie al contributo del parroco e del popolo.
L’edificio più notevole della frazione è [[Villa Cazzaniga-Donesmondi-Grandi|Villa Grandi]]. Nel corso dei secoli le due famiglie vi hanno apportato modifiche, ornamenti, strutture aggiuntive. Della blasonata famiglia Cazzaniga-Donesmondi, si ricorda Luigi, nato a [[Mantova]] nel [[1880]], notaio di [[Mantova]] e Suzzara e famoso per aver fatto costruire l’attuale Scuola Materna di Suzzara inaugurata il 28 novembre [[1960]]<ref name=Freddi25>{{cita | Freddi|pp. 263-264.|cidFreddi}}</ref>.
 
=== Sailetto ===
[[File:Chiesa di Sailetto.JPG|thumb|Chiesa di Sailetto, frazione di Suzzara]]
Sailetto, dialetto ''Sailè''. Dal latino ''salictum-salictulum'' per “terra dei salici” o “piccolo saliceto”. Un’altra denominazione potrebbe derivare dalla forma latina di San Leo, tramutatasi nel dialetto con il tempo in Sailetto appunto<ref name=Freddi26>{{cita| Freddi|p. 249.|cidFreddi}}}}</ref>.
La frazione di Sailetto di Suzzara dista 4,18 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e ha 485 abitanti(fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio 2014). Non solo ma per una uwestione di confini Sailetto si trova divisa a metà e una parte appartiene al Comune di [[Motteggiana]]<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sailetto.html|titolo=Sailetto|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
 
Secondo un’antica tradizione [[Papa Leone Magno]], durante il suo viaggio per incontrare [[Attila]], avrebbe pernottato al “Forte Urbano”, situato nei pressi di Sailetto, una corte sulle rive del Po. In memoria di quell’evento venne eretta ad opera degli abitanti del luogo una cappella, sui ruderi della quale si sarebbe successivamente eretta l’attuale chiesa di San Leo presso il Forte Urbano nell‘[[800]]. Nel [[1200]] la Cappella diventò Chiesa battesimale. Più tardi il Forte venne distrutto dai soldati di Giovanni delle Bande Nere e gli abitanti (chiesa compresa) si spostarono nella zona dell’attuale paese. Nel 1400 Sailetto quindì venne costruita una Chiesa di stile gotico che col Concilio di Trento divenne Parrocchia. Nel [[1749]] venne demolita la vecchia chiesa e costruita l’attuale. All'interno si conserva una tela ovale del Bazzani che raffigura l'incontro di Attila con [[San Leone I]] Papa.<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo= Diocesi di Mantova|accesso=15 aprile 2014}}</ref>
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri.
 
=== Tabellano ===
[[File:Monumento ai Caduti di Tabellano.JPG|thumb|Monumento ai caduti di Tabellano, frazione di Suzzara]]
Tabellano, dialetto ''Tablan''. Le due versioni di fonte tradizionale non risolvono interamente il processo fonetico e gli agganci genetici del nome. La prima vuole che il nome derivi dal latino ''tabella'', diminutivo di ''tabula'', nel senso di “tavella” ovvero fabbrica di laterizi. La seconda si collega al fatto che Tabellano fosse passaggio doganale tra le due sponde del Po, indicato da opportune tabelle di segnalazione, il che richiamerebbe il latino ''tabularia''<ref name=Freddi28>{{cita| Freddi|p. 276.|cidFreeddi}}</ref>
La frazione di Tabellano dista 3,49 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta 1013 abitanti(fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio 2014)<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_tabellano.html|titolo=Tabellano|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
 
Una vera storia di Tabellano o perlomeno documenti storici relativi non esistono. Si ha certezza della sua esistenza già intorno al [[1000]] e si sa che le sue terre appartenevano alla contessa [[Matilde di Canossa]]. Fu proprio la contessa a far costruire la chiesa in stile romanico, che sarà poi restaurata nel [[1681]]. Alcune notizie si hanno in riferimento alla battaglia di Borgoforte, durante la quale la chiesa diventa ospedale militare. Nel [[1870]] viene istituito l’asilo infantile e nel [[1880]] le scuole elementari.
Tabellano è la frazione più popolata del comune di Suzzara. Il paese ha sviluppato nell’ultimo dopoguerra alcune piccole industrie meccaniche, agricole e artigianali.
Tabellano è spesso stata minacciata dalle piene del Po. In particolare la più pericolosa è stata nel [[1951]] quando l’acqua raggiunse e superò in alcuni punti il piano della sommità arginale e si faticò a contenere le acque.
 
Vicino a Tabellano sorge Croce del Gallo, località che prende il nome da un gallo in ferro situato sul cucuzzolo di una casa che serve da banderuola<ref name=Cucconi30>{{cita| Cucconi|p. 53-254.|cidCucconi}}</ref>.
 
=== Riva di Suzzara ===
[[File:Memoriale Riva di Suzzara.JPG|thumb|Memoriale al Parco San Colombano di Riva di Suzzara]]
Riva di Suzzara, dialetto ''Riva'', cognominizzazione del toponomastico Riva, da ripa non perché “in riva al Po”<ref>{{cita libro|G. Tassoni|{{cita}}|}}</ref>. La frazione di Riva dista 3,91 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e ha circa 809 abitanti(fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio 2014)<ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Riva di Suzzara|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
 
La storia di Riva è intimamente legata a quella di Suzzara e alla figura del primo Arciprete di cui si è a conoscenza: don Giuseppe Baldini, parroco dal [[1899]] al [[1932]].
Famosa fu la [[battaglia di Luzzara]] del 15 agosto [[1702]], durante la quale Riva e in particolare il territorio dove ora si trova il Parco San Colombano fu teatro di scontri e violenze legate alla successione al trono di Spagna<ref> {{cita web|url=http://www.parcosancolombano.it/area_protetta/storia/|titolo=Parco San Colombano|accesso=14 aprile 2014}}</ref>. Si trattò di un episodio bellico di particolare efferatezza: le cronache dell’epoca riportano che in quattro ore di battaglia morirono circa 7.000 soldati. Il 15 agosto 2002, a 300 anni dalla battaglia, è stato inaugurato il Memoriale della Riconciliazione, una piccola cappella ricavata da una nicchia naturale<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Memoriale|accesso=14 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Battaglia di Luzzara|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
 
Le storie legate a Riva sono molteplici e spesso, al tempo della dominazione austriaca legate a contrabbandieri e briganti, renitenti alla leva, che attraversavano i suoi boschi.
Tra i più famosi si ricordano Pelli e Tampelloni, capi briganti famigerati, furono definiti i Fra Diavolo della zona.
 
Pelli era il flagello dei contadini della zona, ai quali spesso imponeva la consegna di parte del bestiame. Una brutta sorte l’ha avuta il contadino Marzola, che si era rifiutato di consegnare il bestiame e venne crocifisso sull’uscio di casa e lasciato morire lentamente. Sulla strada che da Suzzara porta a Riva sorge corte Marzola dove è ancora visibile un busto marmoreo che ritrae il Marzola crocifisso.
Riva per la sua posizione immersa tra boschi era anche luogo di contrabbando e questo sembrerebbe una delle origini della fortuna di alcune tra le più facoltose famiglie di Suzzara, che allora possedevano terreni nei pressi di Riva.
 
A Riva sorgono inoltre due palazzi, uno detto “della fame” e l’altro “della sete”, perché in tempi di carestia furono venduti in cambio di un sacco di frumento e una botte di vino.
Cinquant’anni fa erano ancora presenti i mulini del Po, scomparsi da tempo lungo tutto il corso del fiume. Uno degli ultimi è quello di Tagliavini, che affondò nei pressi di “Testa di ponte” e giace ora sul fondo del Po.
 
Molte sono state le leggende legate a Riva, tra cui quella del “Visul” un uomo, pare, vissuto sul Po e morto sul fiume mentre con il suo battello andava a tiro di un volo di anatre selvatiche.
 
Storicamente contesa tra [[Mantova]] e [[Reggio Emilia]], tra il [[1010]] e il [[1313]], fu molto attiva nel periodo del [[Risorgimento]] italiano e si sviluppò come patria del [[socialismo]] sin dai suoi primordi. Vide la nascita dell'industria di costruzione di macchine agricole, tra cui si distinse la ditta [[Casali (azienda)|Fratelli Casali]]<ref name=Bianchi11>{{cita |Bianchi|p. 11|cidBianchi}}.</ref> oggi Iveco, fondata nel [[1891]] che rese la città il primo polo industriale del Mantovano<ref>{{cita web|url=http://www.ilcomuneinforma.it/vacanze-in-lombardia/mantova/mantova-e-dintorni/|titolo=Comune informa|accesso=11 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110817042126/http://www.ilcomuneinforma.it/vacanze-in-lombardia/mantova/mantova-e-dintorni|dataarchivio=17 agosto 2011}}</ref>.
Famosa anche per la cronaca più rovente con gli scontri sul fiume tra partigiani e tedeschi, la sua storia più recente ha una concretezza dolorosa che si lega alla lapide che ricorda un partigiano caduto in quegli scontri<ref name=Cucconi36>{{cita| Cucconi|pp. 245-248.|cidCucconi}}</ref>.
 
È nota come la Città del Premio<ref>{{cita web|url= http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=138&idCat=153&ID=153&TipoElemento=categoria|titolo=Comune di Suzzara| accesso=11 aprile 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/itinerari/scheda/id/14|titolo=Turismo Mantova|accesso=11 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref> per il rinomato [[Premio Suzzara]], che si svolge ogni anno alla Galleria<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/|titolo=Premio Suzzara| accesso=11 aprile 2014}}</ref>.
==== Altre località ====
Del comune di Suzzara fanno parte anche le località di Alberine - Caselle (4,41 km), Arginotto (4,29 km), Borgo Quindici (2,59 km), Ca' Vecchia (8,36 km), Cittadella (7,19 km), Cittadella - Bugni (5,38 km), Corte Alipranda (4,06 km), Corte Gorizia (5,40 km), Corte Rozza (4,98 km), Curada (4,93 km), Forte Urbano (4,94 km), Gazzina - Cherubina (3,38 km), Gonzagone (3,73 km), Lo Stradone (3,19 km), Merlotti (3,35 km), Palazzo Fame (3,77 km), Pioppelle (3,41 km), Venirola (3,67 km), Vienuove (7,20 km), Zamiola (6,60 km), Zanetta (4,43 km)<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Comune di Suzzara frazioni|accesso=14 aprile 2014|}}</ref>.
 
== Geografia fisica ==
Suzzara è inserita in un paesaggio tipicamente fluviale e padano. Suzzara si trova nella regione [[Lombardia]], nel settore sud&nbsp;– occidentale della [[provincia di Mantova]], confina con la regione [[Emilia-Romagna]] ed è parte delle terre dell'[[Oltrepò mantovano]]. Il comune sorge sulla sponda destra del fiume [[Po]], al di sotto di una grande ansa che raccoglie le acque del fiume [[Oglio]]<ref>{{cita libro|nome=Sandro|cognome=Casaletti|titolo=Il documento di piano del PGT in Lombardia: il caso Suzzara|anno=2008|p=32}}</ref> Il centro abitato è attraversato in zona nord dal 45º [[Parallelo (geografia)|parallelo]], la linea equidistante fra il [[Polo nord]] e l'[[Equatore]].
 
=== Territorio ===
Suzzara è inserita in un paesaggio tipicamente fluviale e padano. Suzzara si trova nella regione [[Lombardia]], nel settore sud – occidentale della [[provincia di Mantova]], confina con la regione [[Emilia Romagna]] ed è parte delle terre dell’Oltrepo mantovano. Il comune sorge sulla sponda destra del fiume [[Po]], al di sotto di una grande ansa che raccoglie le acque del fiume [[Oglio]]<ref>{{cita libro|Sandro|Casaletti|Il documento di piano del PGT in Lombardia: il caso Suzzara| 2008| p. 32}}</ref>
[[File:Map of Suzzara.png|thumb|Mappa del territorio di Suzzara]]
 
==== Territorio ====
[[File:Scorcio del territorio di Suzzara.JPG|thumb|Territorio di Suzzara]]
[[File:Paesaggio rurale di Suzzara.JPG|thumb|Paesaggio rurale di Suzzara]]
Suzzara si estende per {{M|61,10&nbsp;|u=km²}} ada una altitudine media di {{M|20&nbsp;|u=m}} slm[[s.l.m.]]<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/|titolo=Dati Suzzara|accesso=15 aprile 2014}}</ref>. Il comune confina a nord con [[Motteggiana]], a sud con [[Luzzara]], in [[Emilia-Romagna]], a ovest con [[Dosolo]] e [[Viadana]] e a est con i comuni di [[Pegognaga]] e [[Gonzaga]]<ref>{{cita web|url= http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/29-comuni-limitrofi/|titolo=Comuni Limitrofi|accesso= 15 aprile 2014}}</ref>.
Il comune confina a nord con [[Motteggiana]], a sud con [[Luzzara]], in [[Emilia Romagna]], a ovest con [[Dosolo]] e [[Viadana]] e a est con i comuni di [[Pegognaga]] e [[Gonzaga]]<ref>{{cita web|url= http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/29-comuni-limitrofi/|titolo=Comuni Limitrofi|accesso= 15 aprile 2014}}</ref>.
 
La città dista 21,9&nbsp;km da [[Mantova]], 76,3&nbsp;km da [[Cremona]] e 41,6&nbsp;km da [[Reggio Emilia]], 68,2&nbsp;km da [[Verona]] e 46,30&nbsp;km da [[Parma]]<ref>{{cita web|url=http://ladistanza.it/|titolo=Distanze|accesso=15 aprile 2014}}</ref>.
 
Suzzara appartiene alla zona climatica E.
 
[[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 4 di pericolosità molto bassa, vedi Ordinanza del PCM n. 3519/2006.
 
==== Idrografia ====
In origine Suzzara si trovava alla sinistra del fiume [[Po|Fiume Po]]. Con il progressivo spostamento dell’alveodell'alveo del fiume verso Nordnord a causa di alluvioni appenniniche, il corso principale si è ridotto all’attualeall'attuale canale “Po vecchio” che si trova a sud di Suzzara, mentre quello che prima era solo un ramo è diventata l’ansal'ansa che sovrastaattraversa il territorio di Suzzara.
 
Suzzara, come dice il nome, si trova a sud del canale Zara, che viene ritenuto generalmente l'ultimo tratto dell'[[Oglio]] che, catturato dal Po nella sua migrazione verso Nordnord, è rimasto praticamente senza bacino imbrifero e quindi con alimentazione assai ridotta rispetto alle dimensioni dell'alveo che ancora oggi si possono vedere<ref>{{cita web|url=http://www.comune.motteggiana.mn.it/include/mostra_foto_allegato.php?servizio_egov=sa&idtesto=327&&nodo=nodo71|titolo=Assetto pianura padana|accesso=15 aprile 2014}}</ref>.
 
==== Clima ====
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Mantova}}
Come il resto della [[Pianura Padana]] il clima è tipicamentedi tipo [[continentaleClima temperato umido|temperato umido]] (Köppen ''Cfa'') con caratteristiche continentali, estati calde e asciutte e inverni piuttosto rigidi. Clima inoltre tipico della [[Bassa padana]]<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/|titolo=Clima|accesso=15 aprile 2014}}</ref>. In particolare gli inverni sono moderatamente rigidi, poco piovosi e con giornate di [[nebbia]]; le estati sonotendono caldea edessere afose con precipitazioni a carattere temporalesco; le primavere e gli autunni sono generalmente piovosi.
 
* [[Classificazione climatica]]: zona E 2435<ref>{{cita web | titolo = Classificazione sismica e climatica | url = http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/classificazione-sismica-climatica/| data = | accesso = 16 aprile 2014 | editore = Tuttitalia.it}}</ref>
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| intensità12 = 5
}}
 
== Origini del nome ==
Il toponimo deriva dal latino ''subaqueum Zara'' ovvero sotto l'acqua (''subaqueum'') dello Zara (propriamente "giara"), nome che identifica una diramazione dell'[[Oglio]] che sfociava nel [[Po]] nei dintorni di [[Governolo]] e passante per questa cittadina<ref name="cita-Freddi-p35">{{cita|Freddi|p. 35}}.</ref>; come altri corsi d'acqua ha un appellativo che si riconduce a un vaso da liquidi<ref>{{cita libro |autore=Dante Olivieri |wkautore=Dante Olivieri |titolo=Dizionario di toponomastica lombarda |città=Milano |editore=Ceschina |anno=1961 |p=526, 587}}</ref><ref>{{cita |Tassoni |p. 136}}.</ref>.
 
Il nome Suzzara si trova per la prima volta menzionato l'8 settembre [[872]] in un diploma dell'[[imperatore]] [[Ludovico II il Giovane]], indirizzato a Roffredo [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|vescovo di Reggio Emilia]]<ref name="cita-Torelli-pp39-42">{{cita|Torelli|pp. 39-42}}.</ref>.Si trattava dell'isola di Suzzara, così chiamata perché circondata da diversi corsi d'acqua, fra cui la Zara: il canale Zara che ne delimitava la parte nord, il Po a ovest e il “Po Vecchio” al confine sud-est.
 
Nei primi documenti compariva in varie forme: ''Suzaria'', ''Sozara'' (secolo XII), ''Sugaria'' (secolo XIII), ''Sycaria'', ''Suczaria'', ''Syguaria'' e forme simili, in quanto l'antica ''z'' in periodo medioevale si è trasformata in ''g''.<ref>{{cita|Cucconi|p. 35}}.</ref>
 
== Storia ==
=== Le origini ===
{{vedi anche|Storia della Lombardia}}
Il più antico documento relativo all'esistenza di Suzzara risale all'anno [[870]], nel quale, tuttavia, veniva fatta menzione dell'intera "isola" di Suzzara e non esclusivamente del centro abitato. In questa prima attestazione si cita Suzzara in quanto le venne cambiata l'amministrazione da parte dell'imperatore [[Ludovico II il Giovane]]. Dall'[[abbazia di Leno]] di [[Brescia]] Suzzara passò alla curia di [[Reggio Emilia|Reggio]]<ref name="cita-Torelli-pp39-42"/>. La donazione fu ribadita da [[Carlo il Grosso]] nell‘[[879]], nel [[900]] e nel [[999]]. È certo invece che Suzzara fu la prima terra che nella contesa tra [[Mantova]] e Reggio Emilia passò al territorio mantovano, come emerge nell'elenco degli [[Statuti Bonacolsiani]] datati tra il [[1303]] e il [[1313]], a differenza di [[Pegognaga]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]] e [[Bondeno]] per le quali si stabilì un co-dominio tramite il contratto denominato "Regula Padii". Inoltre in parecchi altri diplomi imperiali contemporanei l'isola di Suzzara è nominata tra le entità fatte oggetto di donazione alla chiesa di Mantova.
In ogni caso è lecito anche supporre il passaggio dalla contea di Brescia a quella di Reggio Emilia<ref>{{cita libro|nome=Vittore|cognome=Colorni|titolo=Il territorio mantovano nel Sacro Romano Impero|volume=1|anno=1959|editore=edizioni A. Giuffrè|città=Milano|pp=62-63}}</ref> che a sua volta ne cedette una porzione nel [[1010]] al marchese [[Bonifacio di Canossa]], restando sotto il governo dei [[Canossa]], titolari di entrambe le contee.
Il passaggio a [[Mantova]] avvenne probabilmente nel 1280, ovvero dopo la conquista dell'Isola da parte di [[Pinamonte dei Bonacolsi|Pinamonte Bonacolsi]], senza che vi fosse più alcuna rivendicazione da parte della Curia reggiana o un intervento armato di Reggio Emilia. Pochi anni dopo la [[Ippoliti (famiglia)|famiglia Ippoliti]], non avendo digerito il passaggio di reggenza e non avendo mai sopportato la politica dei [[Bonacolsi]], insorse aiutata da alcune famiglie reggiane. La rivolta venne sedata subito.
 
==== LeIl originiperiodo gonzaghesco ====
Subentrati i [[Gonzaga]] in [[Mantova]] (ufficialmente nel [[1332]], dopo la rivolta ai Bonacolsi del [[1328]]) e scemato il potere degli scaligeri di Verona, dopo la morte di [[Cangrande I della Scala|Cangrande della Scala]] il capoluogo provinciale si trova in guerra contro i [[Visconti]] di Milano. Le prime schermaglie dei milanesi (1357 e 1368) partirono dal cremonese e, risalendo il [[Oglio|fiume Oglio]], arrivarono a distruggere Borgoforte e Governolo. Ma con la presa della casata milanese di Reggio ([[1371]]), comprata per 30.000 ducati d'oro ai discendenti di [[Feltrino Gonzaga]] (i quali danno origine al primo ramo cadetto della famiglia [[Gonzaga di Novellara e Bagnolo]]), il fronte d'attacco milanese si espanse. [[Ludovico II Gonzaga]] per correre ai ripari decise, l'anno seguente, di fortificare tutta la zona a sud del mantovano; dando il via alla costruzione del castello in muratura in Suzzara. Le truppe di [[Jacopo Dal Verme|Jacopo dal Verme]] conquistarono Suzzara nel 1397 e dopo un anno di tregua fra le due casate, Suzzara, nel 1399 torna ai Gonzaga, dopo un anno di reggenza di [[Carlo I Malatesta]].
 
=== Il periodo austriaco e francese ===
Il più antico documento relativo all’esistenza di Suzzara, sebbene di dubbia autenticità, risale all’anno [[872]], quando venne ceduta dall’Imperatore Ludovico II dalla contea di [[Brescia]] alla chiesa di [[Reggio]]<ref>{{cita libro|Torelli|Pietro|Le carte degli archivi reggiani|pp. 39-42.}}</ref>. Un donazione ribadita da [[Carlo il Grosso]] nell‘[[879]], nel [[900]] e nel [[999]].
Il [[XVIII secolo]] fu caratterizzato dal dominio degli austriaci (dal [[1708]] al [[1797]]). Nell'epoca del governo dello Stato di [[Mantova]] decentrato a [[Milano]], Suzzara fu decretata [[Pretore (ordinamenti moderni)|Pretura]] di limitata giurisdizione da parte di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], figlia di [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]. Di conseguenza nel [[1750]] ottenne un Pretore, che risiedeva nell'attuale sede municipale.
È certo invece che Suzzara fu la prima terra che nella contesa tra [[Mantova]] e [[Reggio Emilia]] passò al territorio mantovano, come emerge nell’elenco degli [[Statuti Bonacolsiani]] datati tra il [[1303]] e il [[1313]], a differenza di [[Pegognaga]], [[Gonzaga]] e Bondeno. Inoltre in parecchi diplomi imperiali contemporanei a quelli citati l’isola di Suzzara è nominata tra le entità fatte oggetto di donazione alla chiesa di Mantova.
Il [[XVIII secolo]] fu invece caratterizzato da una breve dominazione francese, a seguito della presa di [[Assedio di Mantova (1796)|Mantova]] da parte di [[Napoleone Bonaparte]] nel [[1796]]. Il 9 giugno i francesi entrarono a Suzzara per porvi il campo militare. Soccorsi dagli austriaci nell'estate, i suzzaresi costrinsero i francesi alla ritirata. In questa occasione alcuni suzzaresi arrestarono dei soldati francesi e per questo motivo poco tempo dopo subirono le rivendicazioni di questi ultimi, che a seguito di processo ottennero la cessione di alcuni oggetti preziosi della Chiesa.
In ogni caso è lecito supporre il passaggio dalla contea di [[Brescia]] a quella di [[Reggio Emilia]]<ref>{{cita|Colorni|pp.62-63.|cidColorni|}}</ref>che a sua volta ne cedette una porzione nel [[1010]] al marchese [[Bonifacio di Canossa]], restando sotto il governo dei [[Canossa]], titolari di entrambe le contee.
Questa sistemazione durò fino al [[1814]] quando tornarono nuovamente gli austriaci<ref>{{cita|Cucconi|pp. 21-28}}.</ref>. Questo periodo fu caratterizzato da una condizione di estrema periferia per Suzzara, che ne condizionò la vita politica, sociale ed economica fino al [[1866]]. Le cause di ciò si riscontrano nelle difficili condizioni infrastrutturali, vista l'assenza di un ponte tra Suzzara e Mantova e la presenza di un sistema ferroviario e viario poco sviluppato. Soltanto dopo l'Unità d'Italia inizierà un vero e proprio processo di sviluppo economico<ref name="cita-Bianchi-1987-p180">{{cita|Bianchi 1987|p. 180}}.</ref>.
Il passaggio a [[Mantova]] avvenne ufficialmente nel [[1175]] quando [[Federico Barbarossa]] diede con decreto imperiale al vescovo di [[Mantova]] Garsedonio l’isola di Suzzara. Il Comune di [[Mantova]] già nel [[1168]] cominciò a mettere gli occhi sul territorio suzzarese, ma la diatriba si concluse a favore delle autorità ecclesiastiche. Alla morte di [[Matilde di Canossa]], dopo alterne vicende, rimase nelle mani dei [[Bonacolsi]] fino al [[XIV secolo]] e ai fino ai [[Gonzaga]] fino ai primi anni del [[XVIII secolo]].
 
==== Il periodo austriaco erisorgimentale francese====
[[File:Busto Garibaldi, piazza Suzzara.jpg|thumb|Busto di [[Giuseppe Garibaldi]], piazza Suzzara]]
Il XVIII secolo fu caratterizzato dal dominio degli austriaci (dal [[1708]] al [[1797]]). Nell’epoca del governo dello stato di Mantova decentrata a Milano, Suzzara fu decretata [[Pretura]] di limitata giurisdizione da parte di [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]], figlia di [[Carlo VI]]. Di conseguenza nel [[1750]] ottenne un [[Pretore]], che risiedeva nell’attuale sede municipale.
Il periodo del [[Risorgimento]] vide una grande partecipazione della gioventù suzzarese, come testimonia la targa di marmo posta sulle mura della Torre Civica che riporta i nomi di giovani combattenti. In particolare durante la [[Prima guerra d'indipendenza italiana]] si formò un Comitato di Pubblica Sicurezza, che fungeva da vero e proprio centro di direzione politica locale. In questo contesto Suzzara venne quindi gestita dallo schieramento patriottico locale. Tuttavia i patrioti suzzaresi non erano soltanto liberal-moderati. Molti giovani infatti andarono a ingrossare le file dei volontari nei corpi franchi mantovani durante la [[Prima guerra d'indipendenza italiana]] e per questo verranno arrestati dalla polizia austriaca in quanto "Compromessi politici". In totale i suzzaresi che hanno combattuto la guerra furono 32. Il fenomeno avvenne anche durante la [[Seconda guerra d'indipendenza italiana]], quando alcuni giovani abbandonarono il Lombardo-Veneto per combattere come volontari con i piemontesi. Anche durante la [[Spedizione dei Mille]] i suzzaresi si distinsero e tra questi le cronache ricordano [[Emilio Buttironi]] e [[Telesforo Cattoni]]<ref name="cita-Bianchi-1987-p180"/>.
Il XVIII secolo fu caratterizzato da una breve dominazione francese, a seguito della presa di [[Milano]] da parte di [[Napoleone Bonaparte]] nel [[1796]]. Il 9 giugno i francesi entrarono a Suzzara per porvi il campo militare. Soccorsi dagli austriaci nell’estate, i suzzaresi costrinsero i francesi alla ritirata. In questa occasione alcuni suzzaresi arrestarono dei soldati francesi e per questo motivo poco tempo dopo subirono le rivendicazioni dei francesi, che a seguito di processo ottennero la cessione di alcuni oggetti preziosi della Chiesa.
Questa sistemazione durò fino al [[1814]] quando tornarono gli austriaci<ref>{{cita|Cucconi|pp.21-28.|cidCucconi}}</ref>. Questo periodo fu caratterizzato da una condizione di estrema periferia per Suzzara, che ne condizionò la vita politica, sociale ed economica fino al 1866. In particolare le cause erano da riscontrarsi nelle difficili condizioni infrastrutturali, vista l'assenza di un ponte tra Suzzara e Mantova e la presenza di un sistema ferroviario e viario poco sviluppato. Soltanto dopo l'Unità d'Italia inizierà un vero e proprio processo di sviluppo economico<ref> {{cita libro|Paolo | Bianchi|Suzzara austriaca|1987|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.180|}}</ref>.
 
Suzzara entrò a far parte del giovane [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] solo al termine della [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza]], a seguito del [[Plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito delle province venete e di quella di Mantova del 1866]].
====Il periodo risorgimentale====
Il periodo risorgimentale vide una grande partecipazione della gioventù suzzarese ai moti del [[Risorgimento italiano]], come testimonia la targa di marmo posta sulle mura della Torre che riporta i nomi dei giovani combattenti. In particolare durante la Prima guerra di Indipendenza si formò un Comitato di Pubblica Sicurezza, che fungeva da vero e proprio centro di direzione politica locale. In questo contesto Suzzara venne quindi gestita dallo schieramento patriottico locale. Tuttavia i patrioti suzzaresi non erano soltanto liberal-moderati. Molti giovani infatti andarono a ricoprire le fila dei volontari nei corpi franchi mantovani durante la [[Prima guerra di indipendenza italiana]] e per questo verranno arrestati dalla polizia austriaca in quanto "Compromessi politici". In totale i suzzaresi che combatterono la guerra furono 32. Il fenomeno si ripetè anche durante la [[Seconda guerra di indipendenza italiana]], quando alcuni giovani abbandonarono il Lombardo-Veneto per combattere come volontari con i piemontesi. Nelle fila dei Mille si distinsero due suzzaresi, Emilio Buttironi e Telesforo Cattoni <ref> {{cita libro|Paolo|Bianchi|Suzzara austriaca|1987|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.180|}}</ref>.
[[File:Busto Garibaldi, piazza Suzzara.jpg|thumb|Busto di Giuseppe Garibaldi, piazza Suzzara]]
 
==== Suzzara post unitaria= ===
ANel seguito dell’[[Unità d’Italia1868]] sifu formarono numerose [[Società di Mutuo Soccorso]]. A Suzzara su questa linea nacque nel [[1868]]fondata la [[Società di mutuo soccorso degli operai di Suzzara]], che col tempo passò dall’averedall'avere carattere puramente assistenziale ad assumere carattere sindacalista, un po’po' come avvenne in tutta [[Italia]]. Un episodio emblematico del fermento suzzarese di quell’epocaquell'epoca fu la “marcia dei cinquecento” del [[1878]], durante la quale 500 braccianti senza lavoro marciarono con le loro carriole e i loro attrezzi verso la sede del [[Comune|Municipio]].
Il contado suzzarese, specialmente Sailetto e Tabellano, prese parte attiva al moto [[La Boje]] ([[1884]]-[[1885]]) tant’ètant'è che uno dei maggiori protagonisti del moto fu Clemente Nizzoli di Sailetto<ref>{{cita|Cucconi|pp. 39-42|cidCucconi}}.</ref>. Furono questi anche gli anni di una forte [[crescita economica]], che toccò il suo apice tra il [[1880]] e il [[1914]], grazie ad alcuni fattori importanti, quali lo sviluppo capitalisticodel [[capitalismo]] nelle campagne, la realizzaizonerealizzazione della [[ferrovia]], le abilità di un pioniere quale fu Francesco Casali, ma anche la scuola, la cultura, l'etica del lavoro e l'importante opera di riordino urbano attuata da [[Francesco Piazzalunga]]<ref name="cita-Bianchi-2006-pp103-115">{{cita libro|Paolo Bianchi|L'atlante economico e sociale di area vasta. Ferrara, Mantova, Ravenna, Rovigo. L'oriente padano|2006|Ferrara|CDS edizioni|pp. 103-115}}.</ref>.
Nel [[1873]] venne ultimato il ponte di ferro sul [[Po(fiume)|Po]], grazie alla formazione di una “Società Anonima per la costruzione e per l’esercizio di un ponte di chiatte sul fiume Po presso Borgoforte”, che si attivò come prima cosa per realizzare un collegamento tra le due sponde. Nel [[1869]]<ref>{{cita|Bianchi|p.38.|cidBianchi}}</ref> fu aperta la linea ferroviaria Mantova-Modena, alla quale il Comune concorse pagando 6000 lire. Nel [[1883]] fu invece costruita la Parma-Suzzara e l’anno successivo la [[Ferrovia Suzzara-Ferrara]]. Da allora la rete ferroviaria suzzarese continuò a potenziarsi, tanto che nel [[1928]] lo Stato diede vita alla linea ferroviaria Spezia-Verona-Brennero via Parma-Suzzara-Mantova, che restò in funzione per due anni.
Le Società operaie e le agitazioni che si erano susseguite verso la fine dell’[[Ottocento]], fecero di Suzzara terreno fertile per la nascita del [[socialismo]], che si sviluppò in tutta Italia a partire da [[Genova]] nel [[1892]]. Il partito nascente poté contare su uomini pieni di fede e capacità: Achille Menotti Luppi, Vittorio Fiorenzano, Pietro Aleotti, Francesco Marangoni per citarne alcuni. Nel [[1894]], sotto la guida di Luppi il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] era ben organizzato tanto che l’anno dopo fu costituito un circolo culturale socialista con relativa biblioteca e nel [[1895]] i socialisti entrarono come minoranza in [[Consiglio Comunale]]. Nel [[1899]] Achille Luppi Menotti dopo l’avanzata del socialismo in Italia divenne il primo sindaco socialista della città<ref>{{cita|Cucconi|pp.40-43|cidCucconi}}</ref>.
 
Nel [[1873]] venne ultimato il ponte di ferro sul [[Po]], grazie alla formazione di una “Società Anonima per la costruzione e per l'esercizio di un ponte di chiatte sul fiume Po presso [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]]”, che si attivò come prima cosa per realizzare un collegamento tra le due sponde.<br>
====Il Novecento====
Nel [[1869]]<ref>{{cita|Bianchi|p. 38|cidBianchi}}.</ref> fu aperta la [[Ferrovia Verona-Mantova-Modena|linea ferroviaria Mantova-Modena]], alla quale il comune concorse pagando 6000 lire. Bisogna ricordare che il ponte ferroviario sul Po, tra Motteggiana e Borgoforte, fu terminato nel 1874.
In tutta Italia agli inizi del Novecento si formarono [[Cooperative]], leghe di resistenza operaie e contadine. Anche Suzzara si strutturò in questo modo. Nel [[1907]] venne organizzato uno sciopero generale di 90 giorni di tutte le leghe guidato in primis dagli operai dell’officina [[Casali(Azienda Casali)|Casali]] che lottarono invano per ottenere migliori condizioni di lavoro. La lega che indubbiamente ottenne di più fu quella dei “salariati fissi” che siglò un “patto di lavoro comunale”, che, essendo il migliore di tutta la provincia, diventò l’esempio a cui fecero riferimento altri comuni e [[Mantova]] stessa.
Nel [[1883]] fu invece costruita la [[Ferrovia Parma-Suzzara]] e l'anno successivo la [[Ferrovia Suzzara-Ferrara]]. Da allora la rete ferroviaria suzzarese continuò a potenziarsi, tanto che nel [[1928]] si creò il percorso [[La Spezia]]-[[Verona]]-[[Brennero]] via Parma-Suzzara-Mantova, che restò in funzione per due anni.
La classe operaia suzzarese si consolidò ulteriormente nei primi anni del [[Novecento]], grazie alla presenza delle leghe e della [[Scuola Arti e Mestieri(Scuola)|Scuola Arti e Mestieri]], alla nascita dell’industria, alla costituzione del [[partito socialista]]; nel [[1901]] gli operai suzzaresi festeggiarono per la prima volta il [[Primo Maggio]].
I primi anni del [[1900]] videro un grande sviluppo in tutta Italia di fenomeni quali emigrazione, analfabetismo e anticlericalismo. Questi fenomeni a Suzzara vennero vissuti in modo molto particolare: se l’emigrazione era una valvola di sfogo per i suzzaresi vista la situazione di miseria e iniquità vigente, l’analfabetismo si diffuse meno grazie anche alla presenza della [[Scuola Arti e Mestieri(Scuola)|Scuola Arti e Mestieri]], che rappresentò il centro per eccellenza dell’istruzione professionale e creò una manodopera esemplare per capacità e spirito combattivo. Inoltre la presenza del Partito Socialista riuscì a contenere il fenomeno dell’analfabetismo, grazie alla sua azione sociale e culturale volta a favorire i lavoratori<ref>{{cita web|url=http://www.cfpartiemestieri.it/Storia.htm|titolo=Scuola Arti e Mestieri Suzzara|accesso=15 aprile 2014}}</ref>.
Il paese si andava inoltre modificando, in seguito alla costruzione dell’ospedale civile (fondato nel [[1850]] da Pietro Montecchi), dell’edificio scolastico e del nuovo cimitero. Venne potenziata l’opera di bonifica delle terre, fu fondata la prima banca. Sul finire del secolo venne inoltre costruito il Teatro Sociale.
Per quanto concerne la spinta anticlericale, dovuta all’epopea garibaldina, a Suzzara e in particolare a Tabellano fu molto sentita: si iniziarono quindi a celebrare matrimoni civili.
Dopo il ritorno al potere dei moderati con Carlo Cesare Montecchi nel [[1909]], Suzzara fu protagonista di proteste e manifestazioni tra il [[1912]] e [[1913]] che culminarono nella cosiddetta “Settimana Rossa” alla quale partecipò anche [[Benito Mussolini]], allora direttore dell’[[Avanti!]] che si recó alla camera del lavoro dove incontrò Luppi Menotti, Maria Goia e altri dirigenti socialisti.
Nel periodo successivo allo scoppio della [[Prima Guerra Mondiale]] Suzzara tornò in mano alle forze popolari. Le condizioni di Suzzara nel dopoguerra furono le stesse di tutta la penisola, salvo per l’orientamento politico che a Suzzara era spiccatamente socialista. Il [[Socialismo]] e il Partito Moderato erano le due forze politiche che si contrapponevano in consiglio comunale, mentre in Italia iniziò ad organizzarsi il [[Partito Comunista Italiano]] fondato a [[Livorno]] nel [[1921]]. Suzzara rimase una roccaforte socialista. Né il [[PCI]], né il fascismo presero molto piede. I pochi gruppi fascisti che nacquero comunque seminarono terrore. L’episodio più grave avvenne nel [[1921]] con una sparatoria che coinvolse Dante Poli, dodicenne ucciso durante questo assedio<ref>{{cita|Cucconi|pp.46-57|cidCucconi}}</ref>. Gli anni Trenta segnarono comunque la ripresa economica e industriale di Suzzara tanto che all'epoca la città (divenuta tale nel 1923 con Decreto Reale) era chiamata "la piccola [[Manchester]], principale centro manifatturiero e cuore dell'industria mantovana<ref>{{cita libro|Paolo Bianchi|L'atlante economico e sociale di area vasta. Ferrara, Mantova, Ravenna, Rovigo. L'oriente padano|2006|Ferrara|CDS edizioni|pp. 103-115}}</ref>.
Il Periodo Fascista si caratterizzò soprattutto per l'organizzazione di propaganda clandestina, tanto che ben 240 suzzaresi parteciparono alla Resistenza. A fine guerra, nel [[1945]] a Suzzara venne eletto il primo [[Consiglio Comunale]], che tornò a riunirsi nella sede di Piazza Castello. Durante la seduta venne eletto il primo sindaco nominato dal Comitato di Liberazione, Ilbe Truzzi, designato per acclamazione, accanto al vice sindaco Tebe Mignoni. Una seduta successiva del consiglio comunale, sempre nello stesso anno, avrebbe decretato la vittoria di Tebe Mignoni, appartenente al partito comunista che lo designò sindaco della città<ref>{{cita|Cucconi|pp.130-132|cidCucconi}}</ref>. Gli succedette Cirillo Carra nel [[1948]]. Tra le opere realizzate in questo periodo dall’amministrazione ci furono i crocile Tosini e via Luppi Menotti. Dopo che Cirillo Carra ottenne la trasformazione della propria ditta di costruzione di macchine agricole in società per azioni, fu costretto ad abbandonare il governo del paese, restituendolo a Tebe Mignoni. A Suzzara dal punto di vista amministrativo si sono succedute amministrazioni di sinistra, in particolare tra il [[1945]] e il [[1964]] ha sempre vinto il [[Partito Comunista Italiano]], salvo nel [[1948]] quando vinse il Fronte popolare ([[PSI]] e [[PCI]]).
 
Le Società operaie e le agitazioni che si erano susseguite verso la fine dell'[[Ottocento]], fecero di Suzzara terreno fertile per la nascita del [[socialismo]], che si sviluppò in tutta Italia a partire da [[Genova]] nel [[1892]]. Il partito nascente poté contare su uomini pieni di fede e capacità: [[Achille Menotti Luppi]], Vittorio Fiorenzano, Pietro Aleotti, Francesco Marangoni per citarne alcuni. Nel [[1894]], sotto la guida di Luppi il [[Partito Socialista Italiano]] era ben organizzato tanto che l'anno dopo fu costituito un circolo culturale socialista con relativa biblioteca; nel [[1895]] i socialisti entrarono come minoranza in [[Consiglio Comunale]]. Nel [[1899]] Achille Luppi Menotti dopo l'avanzata del socialismo in [[Italia]] divenne il primo [[sindaco]] socialista della città<ref>{{cita|Cucconi|pp. 40-43}}.</ref>.
==== Simboli ====
Lo stemma civico di Suzzara rappresenta una fenice sopra un rogo, sormontata da un sole raggiante nascente dal lembo superiore dello scudo. Il tutto d'oro. Al di sopra si trova una corona derivante dal riconoscimento del titolo di Città avvenuto nel [[1923]].
Il Motto è POST FATA RESURGO( locuzione latina che in latino significa “dopo la morte mi rialzo”<ref>{{cita web|url=http://it.wikipedia.org/wiki/Post_fata_resurgo|titolo=motto|accesso=15 aprile 2014}})</ref><ref>{{cita web|url= http://www.comuniweb.it/mantova/suzzara/stemma.htm|titolo=stemma suzzara|accesso=15 aprile 2014}}</ref>. (Descrizione da il libro araldico degli Enti Morali)
 
==== OnorificenzeIl Novecento ====
In tutta [[Italia]] agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] si formarono [[Cooperative]], leghe di resistenza operaie e contadine. Anche Suzzara si strutturò in questo modo.
 
Nel [[1907]] venne organizzato uno [[sciopero generale]] di 90 giorni di tutte le leghe, guidato ''in primis'' dagli operai dell'officina [[Casali (azienda)|Fratelli Casali]] che lottarono invano per ottenere migliori condizioni di lavoro. La lega che riuscì a ottenere maggiori successi fu quella dei “salariati fissi” che siglò un “patto di lavoro comunale”, che fu reputato il migliore di tutta la provincia e divenne l'esempio a cui fecero riferimento altri comuni e [[Mantova]] stessa.
 
La classe operaia suzzarese si consolidò ulteriormente nei primi anni del Novecento, grazie alla presenza delle leghe e della Scuola Arti e Mestieri, alla nascita dell'industria, alla costituzione del [[Partito Socialista Italiano]]; nel [[1901]] gli operai suzzaresi festeggiarono per la prima volta il [[Festa del lavoro|Primo Maggio]].
 
I primi anni del [[1900]] furono gli anni del proliferarsi di fenomeni quali [[emigrazione]], [[analfabetismo]] e [[anticlericalismo]]. Questi vennero percepiti a Suzzara in modo molto particolare: se l'emigrazione era una valvola di sfogo per i suzzaresi, vista la situazione di miseria e iniquità vigente, l'analfabetismo si diffuse meno grazie anche alla presenza della Scuola Arti e Mestieri, che rappresentò il centro per eccellenza dell'istruzione professionale e creò una manodopera esemplare per capacità e spirito combattivo. Inoltre la presenza del [[Partito Socialista Italiano]] riuscì a contenere l'analfabetismo, grazie alla sua azione sociale e culturale volta a favorire i lavoratori<ref>{{cita web|url=http://www.cfpartiemestieri.it/Storia.htm|titolo=Scuola Arti e Mestieri Suzzara|accesso=15 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150511163519/http://www.cfpartiemestieri.it/Storia.htm|dataarchivio=11 maggio 2015}}</ref>.
 
Il paese nel frattempo si andava modificando, con la costruzione dell'ospedale civile (fondato nel [[1850]] da Pietro Montecchi), dell'edificio scolastico e del nuovo cimitero. Venne potenziata l'opera di bonifica delle terre, fu fondata la prima banca. Sul finire del secolo venne inoltre costruito il Teatro Sociale.
 
Per quanto concerne la spinta anticlericale, dovuta all'epopea garibaldina, a Suzzara e in particolare a Tabellano fu molto sentita. Si iniziarono quindi a celebrare [[matrimonio civile|matrimoni civili]].
 
Dopo il ritorno al potere dei moderati con Carlo Cesare Montecchi nel [[1909]], Suzzara fu protagonista di proteste e manifestazioni tra il [[1912]] e [[1913]] che culminarono nella cosiddetta “[[Settimana rossa]]” alla quale partecipò anche [[Benito Mussolini]], allora direttore dell'[[Avanti!]] che si recó alla [[Camera del Lavoro]] dove incontrò Luppi Menotti, Maria Goia e altri dirigenti socialisti.
Nel periodo successivo allo scoppio della [[prima guerra mondiale]] Suzzara tornò in mano alle forze popolari.
 
Le condizioni della città nel dopoguerra furono piuttosto simili a quelle di altre realtà italiane, salvo per l'orientamento politico che a Suzzara restò spiccatamente socialista. Il [[Socialismo]] e il Partito Moderato erano le due forze politiche che si contrapponevano in [[Consiglio comunale]], mentre in [[Italia]] iniziò a organizzarsi il [[Partito Comunista Italiano]] fondato a [[Livorno]] nel [[1921]]. Né il comunismo, né il [[fascismo]] presero piede inizialmente, nonostante il terrore seminato dai primi sporadici gruppi fascisti che riuscirono a sorgere. L'episodio più grave avvenne nel 1921 con una sparatoria che coinvolse Dante Poli, dodicenne ucciso per errore durante questo assedio<ref>{{cita|Cucconi|pp. 46-57}}.</ref>.
 
Dal punto di vista economico, gli anni trenta segnarono una forte ripresa economica e industriale di Suzzara tanto che all'epoca la città (divenuta tale nel [[1923]] con [[decreto reale]]) era chiamata "la piccola [[Manchester]], principale centro manifatturiero e cuore dell'industria mantovana<ref name="cita-Bianchi-2006-pp103-115" />.
Il periodo fascista si caratterizzò soprattutto per l'organizzazione di propaganda clandestina, tanto che ben 240 suzzaresi parteciparono alla [[Resistenza italiana]].
 
A fine guerra, nel [[1945]] a Suzzara venne eletto il primo Consiglio Comunale, che tornò a riunirsi nella sede di Piazza Castello. Durante la seduta venne nominato come primo cittadini dal Comitato di Liberazione Ilbe Truzzi designato per acclamazione, accanto al vicesindaco Tebe Mignoni. Una seduta successiva del [[Consiglio Comunale]], sempre nello stesso anno, avrebbe decretato la vittoria di Tebe Mignoni appartenente al Partito Comunista come Sindaco della città<ref>{{cita|Cucconi|pp. 130-132}}.</ref>. Gli succedette Cirillo Carra nel [[1948]]. Tra le opere realizzate in questo periodo dall'amministrazione ci furono i crocile Tosini e via Luppi Menotti. Dopo che Cirillo Carra ottenne la trasformazione della propria ditta di costruzione di macchine agricole in [[società per azioni]], fu costretto ad abbandonare il governo del paese, restituendolo a Tebe Mignoni. A Suzzara dal punto di vista amministrativo si sono succedute amministrazioni esclusivamente di sinistra, in particolare tra il 1945 e il [[1964]] ha vinto il Partito Comunista Italiano, salvo nel 1948 quando vinse il Fronte popolare ([[Partito Socialista Italiano|PSI]] e [[Partito Comunista Italiano|PCI]]).
 
=== Simboli ===
[[File:Suzzara-Stemma.svg|right|120px|Stemma del comune]]
Lo stemma civico di Suzzara è stato riconosciuto con RR.LL.PP. del 2 marzo 1924<ref name="ACS">{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?5590|titolo=Suzzara|accesso=2025-08-19|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref> e rappresenta una [[Fenice (araldica)|fenice]] sopra un [[Immortalità (araldica)|rogo]], sormontata da un sole raggiante nascente dal lembo superiore dello scudo, il tutto d'oro. Al di sopra si trova la [[corona muraria]] derivante dal riconoscimento del [[Titolo di città in Italia|titolo di Città]] avvenuto nel [[1923]].
Il motto è ''[[Post fata resurgo]]'' in latino che significa "dopo la morte mi rialzo".<ref>{{cita web|url= http://www.comuniweb.it/mantova/suzzara/stemma.htm|titolo=Stemma Suzzara|accesso=15 aprile 2014}}</ref><ref>Descrizione da il libro Araldico degli Enti Morali.</ref>
 
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 21 aprile 1927<ref name="ACS"/>, è un drappo di azzurro.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine=Corona di cittàCittà Italiana.svg
|nome_onorificenza=Titolo di Città
|collegamento_onorificenza=Titolo di città in Italia
|motivazione = Ci piacque con Nostro Decreto addì 9 novembre 1923 di concedere al Comune di Suzzara il titolo di Città. Ed essendo stato il detto nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alle Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dello Archivio di Stato in Roma, vogliamo ora spedire solenne documento della concordata grazia al Comune concessionario. perciò in virtù della nostra Autorità Reale e Costituzionale dichiariamo spettare al Comune di Suzzara in Provincia di Mantova, il titolo di Città
|motivazione =
|data = Regio decreto 9 novembre 1923<ref name="ACS"/>
|luogo=
}}
 
====Decreto reale====
[[File:Piazza Garibaldi e Piazza Castello di Suzzara.jpg|thumb|upright=3.5|center|Piazza Garibaldi e piazza Castello di Suzzara]]
''Ci piacque con Nostro Decreto addì 9 novembre [[1923]] di concedere al Comune di Suzzara il titolo di Città. Ed essendo stato il detto nostro Decreto registrato, come avevamo ordinato, alle Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e dello Archivio di Stato in Roma, vogliamo ora spedire solenne documento della concordata grazia al Comune concessionario. perciò in virtù della nostra Autorità Reale e Costituzionale dichiariamo spettare al Comune di Suzzara in Provincia di Mantova, il titolo di Città.''
[[File:Piazza Garibaldi e Piazza Castello di Suzzara.jpg|thumb|upright=3.5|center|Piazza Garibaldi e Piazza Castello di Suzzara]]
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Suzzara-Stemma.png|right|120px|Stemma del comune]]
====Chiesa Architetture religiosedell'Immacolata Concezione====
*{{Vedi ''anche|Chiesa dell'Immacolata Concezione'' della Beata Vergine Maria (Suzzara)}}
La chiesa parrocchiale che si erge attualmente in Piazzapiazza [[Garibaldi]], è stata costruita su progetto di [[Giovanni Arrivabene]]. Lo stile è quello [[Architettura neoclassica|neoclassico]], con pianta a croce latina e dal [[1854]] è dedicata all'[[Immacolata Concezione]]; il patrono è [[Biagio di Sebaste|San Biagio]]. Anticamente la chiesa di Suzzara si trovava nel castello ed era dedicata sia a [[San Biagio]] e che a [[San Cassiano]]. Le vicende storico-urbanistiche portarono il paese all'espansione fuori dalle mura del castello. La vecchia chiesetta fu demolita e si costruì attorno al [[1550]] una chiesa localizzata dove è attualmente, dedicata al solo [[San Biagio]].
Nel [[1853]]-[[1854]] l'edificio sacro fu letteralmente "capovolto" come orientamento e ricostruito. Di stile neoclassico di maniera rimasero alcuni quadri di pregevole fattura, recentemente restaurati. Tra questi un [[San Longino]] attribuito a un non individuato [[VandichAntoon van Dyck]].
Attorno agli anni '60sessanta fu restauratarestaurato ede abbellitaabbellito con affreschi del prof. Alessandro dal Prato<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=150|titolo=Diocesi di mantova Chiesa Immacolata di Suzzara|accesso=5 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111155818/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=150|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri e la cupola del campanile è stata rimossa nel giugno [[2012]]<ref>{{cita web|url= http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/06/24/news/salvata-la-cupola-della-chiesa-di-suzzara-foto-il-dalai-lama-in-visita-nelle-zone-nbsp-del-terremoto-nbsp-1.5311151|titolo= Rimozione cupola Chiesa Immacolata Concezione di Suzzara|accesso= 5 maggio 2014}}</ref>. L’attuale parroco è Don Egidio Faglioni mentre il vicario parrocchiale è Don Nicola Catarin. I lavori di restauro sono iniziati nel febbraio [[2014]], per recuperare la facciata e gli interni inagibili.
 
In conseguenza del [[Terremoto dell'Emilia del 2012|sisma del maggio 2012]], la chiesa è stata chiusa per restauri e la cupola del campanile è stata rimossa nel giugno del [[2012]]<ref>{{cita web|url= http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/06/24/news/salvata-la-cupola-della-chiesa-di-suzzara-foto-il-dalai-lama-in-visita-nelle-zone-nbsp-del-terremoto-nbsp-1.5311151|titolo= Rimozione cupola Chiesa Immacolata Concezione di Suzzara|accesso= 5 maggio 2014|dataarchivio= 5 maggio 2014|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140505183246/http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/06/24/news/salvata-la-cupola-della-chiesa-di-suzzara-foto-il-dalai-lama-in-visita-nelle-zone-nbsp-del-terremoto-nbsp-1.5311151|urlmorto= sì}}</ref>. I lavori di restauro sono iniziati nel febbraio [[2014]], per recuperare la facciata e gli interni inagibili<ref>{{cita web|url=http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/09/14/news/la-chiesa-tornera-agibile-cantiere-da-860mila-euro-1.7741807|titolo=Recupero Chiesa dell'Immacolata Concezione|accesso=13 maggio 2014|dataarchivio=14 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140514062453/http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/09/14/news/la-chiesa-tornera-agibile-cantiere-da-860mila-euro-1.7741807|urlmorto=sì}}</ref>.
* ''Chiesa della Sacra Famiglia''
La parrocchia della Sacra Famiglia fu canonicamente con Decreto Vescovile del 24 luglio [[1965]], festività di [[S. Anna]]. La nuova entità ebbe pure il riconoscimento civile con decreto del Presidente della Repubblica in data 30 maggio [[1966]]. Il 14 settembre [[1968]] monsignor Carlo Ferrari benedì il primo nucleo delle nuove opere parrocchiali comprendente un salone-cappella, la casa canonica e l'oratorio. Il 9 dicembre [[1990]], infine, la nuova chiesa fu solennemente consacrata da monsignor Egidio Caporello.
L’attuale parroco è Don Renato Menegazzo, mentre il vicario è stato fino a poco tempo fa Don Mirko Frignani<ref>{{cita web| url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=151|titolo=Chiesa della Sacra Famiglia|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
 
====Chiesa della Sacra Famiglia====
* ''Chiesa parrocchiale di [[San Colombano]]'' (nella frazione di Riva di Suzzara), dedicata al santo missionario irlandese, sorta sui resti di un antico edificio fondato dai monaci colombaniani di [[Bobbio]].
[[File:Chiesa sacra famiglia.jpg|thumb|Chiesa della Sacra Famiglia, Suzzara]]
La parrocchia della Sacra Famiglia fu eretta con decreto vescovile del 24 luglio [[1965]], festa di [[Sant'Anna]]. L'edificio sacro ebbe pure il riconoscimento civile con decreto del [[Presidente della Repubblica]] il 30 maggio [[1966]]. Il 14 settembre [[1968]] monsignor Carlo Ferrari benedisse il primo nucleo delle nuove opere parrocchiali comprendente un salone-cappella, la casa canonica e l'oratorio. Il 9 dicembre [[1990]], infine, la nuova chiesa fu solennemente consacrata da monsignor Egidio Caporello.<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=151|titolo=Chiesa della Sacra Famiglia|accesso=5 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111154610/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=151|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
 
====Chiesa Architettureparrocchiale civilidi San Colombano====
La Chiesa si trova nella frazione di Riva di Suzzara, è dedicata al santo missionario irlandese e sorge sui resti di un antico edificio fondato dai monaci colombaniani di [[Bobbio]]. Sulla scorta delle memorie tramandataci da don Giuseppe Baldini, parroco dal [[1899]] al [[1932]], si sa che prima del Mille sorgeva nel territorio in fregio al Po una cappella dedicata a [[San Colombano]].
Nella storia di Riva appare spesso il Po come protagonista anche delle vicende che riguardano la chiesa. La vecchia parrocchiale, con la costruzione di un nuovo argine maestro, l'attuale, fu spesso allargata, e poi demolita nel [[1815]] per non lasciarla ingoiare dalle acque. Il 24 aprile [[1823]] si pose la prima pietra della chiesa attuale che venne costruita secondo il progetto dell'architetto [[Luigi Voghera]] di [[Cremona]].
Il progetto iniziale fu rimaneggiato e l'edificio ebbe una vita travagliata fatta i crepacci e puntelli.
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=149|titolo=Chiesa di S. Colombano|accesso=14 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111154146/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=149|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Municipio di Suzzara.jpg|thumb|Municipio di Suzzara]]
* ''====Torre civica''====
La torre civica di Suzzara, unico elemento rimasto dell’anticodell'antico castello, fu eretta quando venne costruita la cinta muraria ada opera di Domenico da Bologna. La torre era collocata all’esternoall'esterno della cinta muraria medievale, a fianco della porta d’ingressod'ingresso e venne costruita sotto il potere di [[Ludovico I Gonzaga]]. Inizialmente alta 24 metri e quindi portata agli attuali 32 metri nei primi decenni del [[1400]], è il monumento principale della città<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1270427233.html|titolo= Torre civica di Suzzara|accesso=5 maggio 2014}}</ref>. All’internoAll'interno del castello, oltre alle abitazioni dei contadini, vi erano una chiesa (dedicata aia santisan Ippolito e san Cassiano) proprio a fianco della torre, un 'osteria, mantenuta fino al settecento[[XVIII secolo]] a fianco di una torretta di guardia, un fabbro e un fornaio con il relativo mulino.
 
Il castello risale probabilmente all’epoca del dominio reggiano, costruito quindi come roccaforte contro i mantovani. Le mura e le torri merlate erano circondate da un fossato in cui confluivano le acque derivate dal vicino corso di Po Vecchio. La cinta muraria che venne attestata dalle carte topografiche dell’epoca, era formata da quattro angoli caratterizzati da bassi torrioni sporgenti, mentre sul lato verso l’odierna piazza s’innalzava la torre che fungeva da mastio<ref>{{cita|Cucconi| pp.18-19|cidCucconi}}</ref>.
Il castello risale probabilmente all'epoca del dominio reggiano, costruito quindi come roccaforte contro i mantovani. Le mura e le torri merlate erano circondate da un fossato in cui confluivano le acque derivate dal vicino corso di Po Vecchio. La cinta muraria che venne attestata dalle carte topografiche dell'epoca, era formata da quattro angoli caratterizzati da bassi torrioni sporgenti, mentre sul lato verso l'odierna piazza s'innalzava la torre che fungeva da mastio<ref>{{cita|Cucconi|pp. 18-19}}.</ref>.
Con l’arrivo degli [[Asburgo]], attorno al [[1600]], il castello perse la propria funzione sociale, militare e di coordinamento territoriale. Dal momento che gli imperatori austro-ungarici lo consideravano un punto pericoloso e costoso, lo distrussero lasciando solo la torre. Con il mutare della società, la torre cambiò la propria funzione difensiva, diventando una torre orologio. Nel [[1665]], la torre rappresentava per i contadini un vero e proprio strumento di lavoro<ref>{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONE|1984|Suzzara|Ed. Arti grafiche Bottazzi|}}</ref>. A causa del terremoto del 29 maggio [[2012]] la torre è chiusa alle visite guidate e dichiarata inagibile<ref>{{cita web|url=http://www.lacittadellamantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5494&Itemid=2008|titolo=Suzzara terremoto|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
 
Con l'arrivo degli [[Asburgo]], attorno al [[1600]], il castello perse la propria funzione sociale, militare e di coordinamento territoriale. Dal momento che gli imperatori austro-ungarici lo consideravano un punto pericoloso e costoso, lo distrussero lasciando solo la torre. Con il mutare della società, la torre cambiò la propria funzione difensiva; già nel 1712 la torre era dotata di un orologio. Nel [[1665]], la torre rappresentava per i contadini un vero e proprio strumento di lavoro<ref>{{cita|Gorni|p. 10}}.</ref>. A causa del terremoto del 29 maggio [[2012]] la torre è stata chiusa alle visite guidate e dichiarata inagibile<ref>{{cita web|url=http://www.lacittadellamantova.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5494&Itemid=2008|titolo=Suzzara terremoto|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
 
* ''====Ospedale civile Montecchi''====
[[File:Ex Ospedale Montecchi, Suzzara.jpg|thumb|Ex Ospedale civile Montecchi di Suzzara]]
L’ospedaleL'ospedale venne fondato a Suzzara da Pietro Montecchi, che offrì gran parte della sua eredità per questa costruzione che terminò nel [[1854]] con 10 letti e che nel [[1855]] arrivò a 24 posti letto. Nel [[1887]] vennero iniziate le opere di ampliamento con un’alaun'ala nuova, con progettazione dell’ingegnerdell'ingegner [[Francesco Piazzalunga|Francesco Piazzalunga]]. Nei primi anni del [[1900]] l’ospedalel'ospedale ampliò i suoi reparti, acquisendo quello di chirurgia<ref>{{cita|Cucconi| pp. 121-124|cidCucconi}}.</ref>. Attualmente ospita alcuni uffici sanitari del territorio, dopo l’apertural'apertura dell’ospedaledell'ospedale Montecchi di Suzzara del [[1997]], la cui costruzione ha impegnato il comuneComune per circa vent’annivent'anni<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/16/ospedale_per_Suzzara_co_5_970516600.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140505182543/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/16/ospedale_per_Suzzara_co_5_970516600.shtml|titolo=Costruzione ospedale|accesso=5 maggio 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=5 maggio 2014}}</ref>.
Ad oggi lL'Ospedaleospedale dispone di n. 115 posti letto effettivi per degenza, di cui n. 105 in regime di ricovero ordinario, n. 5 in regime di Dayday- hospital e 5 in regime di Dayday-Surgerysurgery, con un bacino d'utenza, considerando solo il comprensorio dei Comunicomuni di Suzzara, [[Pegognaga]], [[Motteggiana]], [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]] e [[San Benedetto Po]], pari a circa 49.000 cittadini<ref>{{cita web|url=http://www.ospedaledisuzzara.it/carta_ospedale01.htm|titolo= Ospedale di Suzzara|accesso=5 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130218121850/http://www.ospedaledisuzzara.it/carta_ospedale01.htm|dataarchivio=18 febbraio 2013|urlmorto=sì}}</ref>.
 
* ''====Casa del Fascio''====
[[File:Casa del fascio, Suzzara.jpg|thumb|Casa del fascio, Suzzara]]
La casa del fascio venne inaugurata il 22 luglio [[1936]]<ref>{{cita web|url=http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/video/IL5000025123/2/Suzzara.html|titolo= Casa del fascio| accesso= 5 maggio 2014}}</ref>. Essa è un edificio posto nell’attualenell'attuale Piazza Luppi. Nel [[1936]] però la Piazzapiazza cambiavacambiò nome in Piazza V Maggio XIV. Attualmente la casa del, fascio è la sede del comando tenenza della Finanza[[Guardia di Suzzara,Finanza]] dell’Ufficiodi Imposte diretteSuzzara e dell’ufficiodell'[[Agenzia deldelle Registroentrate]].<ref name="cita-Gorni-p47">{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONEGorni|1984|Suzzara|Edp. Arti grafiche Bottazzi|47}}.</ref>.
 
* ''====Teatro Guido''====
Nel [[1894]] si costituì un comitato di quaranta cittadini per la realizzazione di un teatro. Il progetto venne affidato a [[Francesco Piazzalunga|Francesco Piazzalunga]] e la costruzione terminò nel [[1895]], in occasione della sagra di settembre del paese, quando avvenne l’inaugurazionel'inaugurazione con la messa in scena del “[[''Faust]]”''<ref name="cita-Zuccoli-p194">{{cita|Zuccoli|p. 194|cidZuccoli}}.</ref>. Nel [[1905]] fu la volta della ''[[Traviata]]'', de ''[[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Il Barbiere di Siviglia]]'' e del ''[[Don Pasquale]]''. Nel [[1938]] dopo alcune opere di restauro prese il nome di Teatro Guido e iniziò una stagione molto proficua con una serie di spettacoli molto importanti tra cui la [[''Carmen]]'' e la [[Boheme]]''Bohème''<ref>{{cita|Cucconi|pp. 347-350|cidCucconi}}.</ref>. Oltretutto il progetto preliminare si avvalse della collaborazione di specialisti e scenografi che avevano anche partecipato al restauro del [[Gran Teatro La Fenice]] di [[Venezia]] e al [[Teatro alla Scala]] di [[Milano]]<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/ura/Guido.html|titolo=Teatro Guido| accesso=19 maggio 2014}}</ref>.Accanto all’attivitàall'attività teatrale si affiancò anche quella cinematografica a partire dal [[1956]], quando il teatro subì un ulteriore restauro. L’attivitàL'attività del teatro cessò completamente nel [[1982]], lasciandolo chiuso e privo di interventi di manutenzione e conservazione<ref>{{cita|Zuccoli|p. 196|cidZuccoli}}.</ref>.
 
* ''====Cinema Politeama''====
ll Cinema Teatro Politeama nacque nel [[1911]] in via Mazzini. Inizialmente funzionante come teatro, il Politeama ebbe grande fortuna per alcuni decenni, fino all'immediato dopoguerra, mentre subì un forte declino negli anni [[Sessanta]]-[[Settanta]]. In quegli anni il teatro venne trasformato in cinema, con una severa riduzione del palcoscenico. Inoltre attorno agli anni [[anni 1990|anni Novanta]] anche la sala venne ridotta a soli tre ambienti, pur preservando la sua funzione di proiezione, ma con un numero ridotto di posti. Per evitarne la demolizione, nel [[1998]] nacque l'Associazione Onlus "Amici del cinema - [[Dino Villani]]", che lo prese in gestione. Nel luglio [[2012]] il cinema è stato dotato di un proiettore digitale, con il quale il film non viene più proiettato sullo schermo attraverso la tradizionale pellicola ma immagazzinato su un server e inviato direttamente al dispositivo di proiezione digitale. Tutto questo ede altri interventi sono stati resi possibili grazie al generoso contributo concesso da [[Fondazione Cariplo]], che con la propria attività a sostegno delle realtà culturali locali ha puntato sul rilancio delle sale cinematografiche<ref>{{cita web|url=http://www.cinemateatropoliteama.it/l-associazione|titolo= Cinema Teatro Politeama|accesso=5 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140505183602/http://www.cinemateatropoliteama.it/l-associazione|dataarchivio=5 maggio 2014}}</ref>.
 
* '' ====Teatro Comunale====
Il teatro comunale venne costruito nel [[1880]] e sorse in Piazza castelloCastello. Venne poi demolito nel [[1914]]<ref>{{ name="cita|-Zuccoli|p.194|cidZuccoli}}<-p194" /ref>.
 
* ''====Corte Grandi-Donesmondi-Cazzaniga''====
Corte Grandi - Donesmondi -Cazzaniga si trova a San Prospero. Le prime notizie certe su questa corte si hanno attorno al [[1528]], quando la villa era chiamata “Corte di San Prospero” ed era di proprietà della famiglia Bonati. Nel [[1630]] a causa della crisi economica, i Bonati vendettero la villa al senatore Federico Grandi, nobile mantovano.
Il nipote di questo nel [[1744]] nominò unico erede dei suoi beni Luigi Donesmondi. La corte passò poi in eredità a Cecilia, l’ultima dei Donesmondi, che nel [[1871]] sposò il nobile cremonese Francesco Cazzaniga<ref>{{cita|Casaletti|pp. 24-28|cidCasaletti}}</ref>. Nel [[1976]] la corte ha ospitato le riprese del film “[[Novecento]]” di [[Bernardo Bertolucci]].
 
Corte Grandi-Donesmondi-Cazzaniga si trova a San Prospero. Le prime notizie certe su questa corte si hanno attorno al [[1528]], quando la villa era chiamata “Corte di San Prospero” ed era di proprietà della famiglia Bonati. Nel [[1630]] a causa della crisi economica, i Bonati vendettero la villa al senatore Federico Grandi, nobile mantovano.
* ''Monumento ai caduti''
Il nipote di questo nel [[1744]] nominò unico erede dei suoi beni Luigi Donesmondi. La corte passò poi in eredità a Cecilia, l'ultima dei Donesmondi, che nel [[1871]] sposò il nobile cremonese Francesco Cazzaniga<ref>{{cita libro|nome=Lino|cognome=Casaletti|titolo=Le radici di San Prospero|anno=2004|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Casaletti|pp=24-28}}</ref>. Nel [[1976]] la corte ha ospitato le riprese del film "[[Novecento (film)|Novecento]]" di [[Bernardo Bertolucci]].
 
====Monumento ai caduti====
[[File:Monumento ai caduti di Suzzara.JPG|thumb|Monumento ai caduti di Suzzara]]
Il parco Monumento ai caduti si trova all’incrocioall'incrocio di Viale Zonta e Via [[Gina Galeotti Bianchi]]. Venne sistemato nel [[1924]] assieme alla strada laterale. La posa della prima pietra avvenne il 4 maggio dello stesso anno, per celebrare l’avvenutal'avvenuta proclamazione a città dell’annodell'anno precedente. Nel [[1928]] il monumento venne inaugurato con l’interventol'intervento di [[Augusto Turati]]. L’annoL'anno successivo venne tracciata una via sulla sinistra del monumento, via [[Gina Galeotti Bianchi]] e venne formato un piazzale che, opportunamente alberato darà origine agli attuali giardini<ref>{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONEGorni|1984|Suzzara|Edp. Arti grafiche Bottazzi|59}}.</ref>.
 
* ''====Istituto orfane di guerra e scuola professionale femminile''====
[[File:Asilo "Rosa Agazzi".jpg|thumb|Asilo "[[Rosa Agazzi]]" di Suzzara]]
Terminata la [[prima guerra mondiale]] nacque l’istitutol'istituto orfane di guerra, grazie all’ereditàall'eredità di Carlo Cesare Montecchi, che lasciò la propria casa situata in via Guido alle figlie Norina e Vittorina. Nel [[1933]] su progetto del geometra Ermete Rebegoldi venne sistemato lo stabile ex I.L.P.A (Industria Lavorazione Prodotti Agricoli), che sarà poi annesso al Collegio Convitto femminile<ref>{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONE|1984|SuzzaraGorni|Edp. Arti grafiche Bottazzi|62}}.</ref>. Nel [[1954]] l’edificiol'edificio venne acquistato da don Luigi Cavagnari, fu adibito a scuola[[Scuola maternadell'infanzia]] ede affidato all'Istituto "Piccole figlie dei sacri cuori di [[Gesù]] e Maria" di [[Parma]]<ref name="scuola-agazzi.it">{{cita web|url=http://www.scuola-agazzi.it/chi-siamo.html|titolo=Istituto Rosa Agazzi|accesso=5 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1971]] le suore rinunciarono al loro incarico e il nuovo parroco di Suzzara, don Lino Boselli, affidò la direzione della scuola alle "Operaie parrocchiali di Maddalena Aulina" che condussero la scuola fino all'agosto del [[2007]]. Oggi ospita la [[Scuola maternadell'infanzia]] “Rosa"[[Rosa Agazzi]]"<ref>{{cita web|urlname=http://www."scuola-agazzi.it"/chi-siamo.html|titolo=Istituto Rosa Agazzi|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
 
* ''====Casa di riposo Boni''====
La casa di riposo sorge in via Cadorna e venne costruita nel [[1971]]<ref>{{cita libro|titoloname="cita-Gorni-p47" SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONE|1984|Suzzara|Ed. Arti grafiche Bottazzi|}}</ref>.Di recente, nel [[2009]] è partito il progetto di ampliamento della sede e la creazione di un Centro Diurno Integrato per Anziani<ref>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimantova/archivio/gazzettadimantova/2009/11/19/NP5PO_NP501.html|titolo= Casa di riposo Boni|accesso=5 maggio 2014}}</ref>.
 
* ''====Stadio Comunale''====
Nel [[1929]] venne deciso l’acquistol'acquisto di un appezzamento di terreno di proprietà del Ricovero “Boni” sul quale era già stato costruito un campo per manifestazioni sportive su iniziativa di alcuni cittadini. Il campo, grande 12.784 mq{{M|12784|u=m²}} era fornito di recinzione e tribune in legno, spogliatoi e biglietterie. Nel [[1941]] all’Associazioneall'Associazione Calcio “G. Corradini” venne concesso di costruire una tribuna su progetto dell’Ingegneredell'ingegnere Orazio Zapolski. Attualmente lo stadio ospita la squadra di calcio dell' [[Associazione Sportiva Suzzara Calcio]] ed è intitolato a [[Italo Allodi]]<ref>{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONEGorni|1984|Suzzara|Edp. Arti grafiche Bottazzi|69}}.</ref>.
 
* ''====Palasport Marmiroli''====
[[File:Palazzetto Marmiroli Suzzara.jpg|thumb|Palazzetto dello sport "Marmiroli" Suzzara]]
Il Palazzetto dello Sport sorge in via [[Lenin]] nell'area sportiva polifunzionale, accanto allo stadio comunale e al circolo tennistico, ede ha una capienza di 620 posti a sedere per il pubblico. L'inaugurazione ufficiale è avvenuta il 1º Giugnogiugno [[1991]]. La struttura sorge in un'area di 10.000 mq{{M|10000|u=m²}} ed è dotata di tre palestre nelle quali si praticano discipline sportive quali [[pallavolo]], [[pallacanestro]], [[pallamano]], [[pattinaggio]], calcetto[[calcio a 5]], [[tiro con l'arco]] e [[arti marziali]]. Il Palazzetto dello Sport è intitolato alla memoria del Profprof. [[Antenore Marmiroli]], preparatore di numerosi atleti vincitori di gare nazionali a livello scolastico e ospita al suo interno non solo manifestazioni sportive, ma è anche sede prestigiosa di spettacoli e manifestazioni culturali<ref>{{cita web|url=http://www.polriva.it/impianti_1/palasport-marmiroli.html|titolo=Palazzetto dello sport di Suzzara|ultimo accesso=7 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304134212/http://www.polriva.it/impianti_1/palasport-marmiroli.html|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref>.
 
*==== ''Sala civica'' ====
Il progetto iniziale predisposto dall’architettodall'architetto Ermete Rebegoldi nel [[1945]] era quello di costruire in Via Montecchi un edificio che potesse accogliere gli uffici ECA, un ristorante popolare, docce e bagni pubblici. In realtà il progetto fu sostituito dalla realizzazione di un salone centrale sedeche ospita riunioni del [[Consiglio Comunalecomunale]], di assemblee di partito eed eventi di altre organizzazioni. Per alcuni anni, dal [[1954]] al [[1955]] fu anche sede della [[Biblioteca]] all’inizioall'inizio della sua attività<ref>{{cita libro|titolo= SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO PRIMA EDIZIONEGorni|1984|Suzzara|Edp. Arti grafiche Bottazzi|72}}.</ref>.
 
* [[====Villa Grassetti]] o del Seminario (nella frazione di Sailetto).====
La [[Villa Grassetti|Villa]], detta anche del Seminario, è un edificio nobiliare che si trova a Suzzara, nella frazione di Sailetto, in strada Zara Zanetta. La costruzione risale alla seconda metà del [[Cinquecento]] e ha caratteri architettonici rinascimentali. I committenti furono i Grassetti, commercianti di sale di origine padovana, mentre in seguito la proprietà passò a una successione di famiglie aristocratiche Mantovane<ref>{{cita libro|nome=Carlo|cognome=Parmigiani|titolo=Villa Grassetti o del Seminario a Sailetto|anno=1998|editore=Tipografia Commerciale Cooperativa|città=[[Mantova]]}}</ref>. Durante il periodo di appartenenza della famiglia, furono applicate paraste decorative alle pareti. Nella prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] la villa fu adibita a villeggiatura estiva dei chierici del Seminario vescovile di [[Mantova]]. A fine Ottocento attorno al corpo di fabbrica principale vennero edificati una chiesa in stile neogotico, un refettorio, un teatrino e due ali simmetriche a tre piani collegate al prospetto Sud, destinate a dormitorio per i chierici. Negli anni settanta del [[XX secolo|Novecento]] la villa, già in stato di abbandono, viene acquistata dal comune di Suzzara che tuttora ne è il proprietario<ref>{{cita web|url=http://fatti-su.it/villa_grassetti|titolo=Villa Grassetti Sailetto|accesso=19 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519150424/http://fatti-su.it/villa_grassetti|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>.
 
====Villa Economia Capilupi====
=== Agricoltura ===
Suzzara è il principale centro agricolo-industriale dell’[[Oltrepò mantovano]]. Ha una superficie territoriale di 6110 ettari <ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/provincia-di-mantova/50-comuni/superficie/|titolo= Superficie territoriale di Suzzara|ultimo accesso=8 maggio 2014}}</ref>e una superficie agrario forestale di 5255 ettari, utilizzata per la maggior parte in seminativi <ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura 2010">Utilizzazione del terreno per ubicazione delle unità agricole</ref>
A seguito dell’opera di bonifica dell’Agro mantovano - Reggiano avvenuta nel [[1907]], che diede una rapida accelerata al settore zootecnico e quello lattiero-caseario, si è andato via via specializzando l’allevamento di bestiame per la produzione di latte. Lo sviluppo del settore zootecnico è stato anche fortemente influenzato dal progresso del settore agricolo attraverso l’impiego di moderni mezzi tecnici (concimi chimici, irrigazione con metodi all’avanguardia, antiparassitari e meccanizzazione).Le coltivazioni prevalenti sono grano, mais, barbabietola, patate pomodori e ortaggi<ref name="Istat,Censimento dell'agricoltura 2010">Utilizzazione del terreno delle aziende</ref> . L’allevamento è prevalentemente di suini (20883 suini dell’unità agricola_fonte Istat 2010) e di bovini (10815 bovini dell’unità agricola<ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura 2010">Consistenza degli allevamenti. MetaData : Numero di capi per zona altimetrica, classi di superficie, tipo allevamento (tutte le voci tranne api), classe di giornate di lavoro totale aziendale</ref>
Le aziende agricole presenti sono di dimensioni medio grandi. In questa area l'agricoltura intensiva è stata un motore per l'industria meccanica applicata alla zootecnia. Importanti a livello nazionale sono gli allevamenti di bovini e suini. Le industrie alimentari che operano sul territorio (casearie, vinicole, delle carni) sono tra le più all'avanguardia in Italia e forniscono prodotti d'eccellenza<ref>{{cita web|url=http://www.pianodizonasuzzara.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1647&idCat=7181&ID=7185&TipoElemento=Categoria|titolo=aziende agricole suzzara|ultimo accesso=7 maggio 2014}}</ref>.
 
Lungo via Villa Inferiore, si trova [[Villa Capilupi]], la cui ossatura centrale risale al [[1500]]. La cancellata è retta da quattro pilastri con terminali a guglia e la struttura architettonica evidenzia la grazia settecentesca. Venne edificata per conto del nobile Alfonso Capilupi (1527-1593) nel [[1567]]. Solo più tardi, passata nelle mani del figlio Carlo, la villa subì una trasformazione che le conferì l'attuale carattere settecentesco. I lavori anteriori al [[1733]] furono ordinati dal marchese Carlo. Sono tuttora visibili gli stemmi delle famiglie [[Strozzi]], [[Cavriani]] e [[Andreasi (famiglia)|Andreasi]], con cui i Capilupi erano imparentati<ref>{{cita web|url=http://www.leliocapilupi.it/suzzara_villa_capilupi_foto.htm|titolo=Villa Capilupi| accesso=19 maggio 2014}}</ref>.
===Commercio===
Il commercio a Suzzara inizia a prendere piede agli inizi del 1900 a seguito della bonifica delle sue terre, alla realizzazione di strade, case e il nodo ferroviario Suzzara-Ferrara e Modena-Verona.
Secondo i dati Istat al 2011 le attività commerciali maggiormente sviluppate sono quelle del commercio all’ingrosso e al dettaglio di riparazione di autoveicoli e motocicli (308 unità attive e 1206 addetti Seguono le attività di costruzioni (unità 212/addetti 398)e il commercio al dettaglio (162 unità e 652 addetti)<ref name="Istat, Censimento Industria e Servizi 2011">Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro 2001 </ref>.
 
=== IndustriaAree e Artigianatonaturali ===
* [[Bosco di Suzzara]]
[[File:Zona industriale di Suzzara.jpg|thumb|Scorcio della zona industriale di Suzzara]]
L'industria e l'artigianato contano una imprenditoria rilevante e molto diversificata. Oltre ad alcune grandi fabbriche è presente un significativo indotto di piccola e media impresa. Tutta la zona ha avuto un forte input nella fase postindustriale, fra la fine degli anni '50 e i primi anni '70.
A Suzzara sono presenti infatti 1124 imprese <ref name="Istat, Censimento Industria e Servizi 2011">Imprese a Suzzara al censimento del 2011 </ref>. tra le quali predominano quelle impiegate nel settore agricolo e quelle nel settore manifatturiero.
Nel settore manifatturiero le attività predominanti sono quelle meccaniche, della refrigerazione e del settore lattiero-caseario.<ref name="Istat, Censimento Industria e Servizi 2011">Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro 2001</ref>.
 
==== SettoreSocietà Meccanico ====
=== Evoluzione demografica ===
* ''[[Casali (azienda)|Fratelli Casali]]''
{{Demografia/Suzzara}}
L’economia suzzarese è strettamente legata al settore meccanico, in particolare a quello della realizzazione e della riparazione di macchinari agricoli. Verso la fine del XIX secolo a Suzzara approdò Francesco Casali che diede inizio ai primi fermenti industriali della zona e aprì una piccola officina in via Roma (oggi Luppi Menotti) per la riparazione di mezzi agricoli (in particolare trebbiatoi). Attorno al [[1891]], la Ditta Casali ampliò produzione e sede, portandosi lungo il viale della stazione, in una fabbrica progettata dall’ing. [[Francesco Piazzalunga]]. La conversione della produzione durante la guerra segnò pesantemente la fabbrica, che [[1918]] divenne CIMAC (Compagnia industriale macchine agricole Casali) con sede ufficiale a Mantova e che nel [[1922]] dovette cedere il passo alla MAIS a seguito di una grave crisi produttiva. Nel [[1936]] la MAIS venne assorbita dall’OM di Brescia, passando dalla produzione di macchine agricole a quella di autocarri militari e telai e carrozzeria per autobus e autocarri. Dalla fusione di 5 diversi marchi: Fiat Veicoli Industriali (con sede a Torino, Italia), OM (Italia), Lancia Veicoli Speciali (Italia), Unic (Francia) e Magirus-Deutz (Germania), nascerà l’attuale IVECO, situata in Viale Zonta<ref>{{cita|Bianchi|pp.22-30|cidBianchi}}</ref>.
 
Suzzara, secondo i dati [[ISTAT]] aggiornati al [[2012]], è il terzo comune più popoloso della [[provincia di Mantova]], con {{formatnum:20768}} abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/|titolo=Dati Istat 2012| accesso=6 maggio 2014}}</ref>. Ha {{formatnum:8706}} famiglie e un'età media di 43 anni, con un tasso di natalità del 9,7%. È inoltre il comune con la più alta percentuale di coniugati (52%) nella [[provincia di Mantova]]<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/statistiche/|titolo=Dati Comunali| accesso=14 aprile 2014}}</ref>
* ''Zucchi''
A fronte del successo della [[Casali]], nel [[1909]] venne fondata la ditta industrie meccaniche Zucchi Pilade, operaio della [[Casali]], che forte di quell’esperienza decise di costruire uno stabilimento per la produzione di macchine sgranatrici e sfogliatrici, trebbiatrici, turbine idrovore, meccanismi per mulini, caldaie a vapore, essicatoi per cereali, motori a gas povero, costruendo la sua ditta accanto alla [[Casali]], nel viale della stazione. La Zucchi Pialde sarà operante nel settore fino al trasferimento a Mantova nel [[1913]] con denominazione S.A.I.M.S. (Società anonima industrie meccaniche suzzaresi)<ref>{{cita libro|Paolo| Bianchi| Uomini e Macchine|1999| Suzzara| Arti grafiche Bottazzi and co s.n.c.|pp. 195-196}}</ref>.
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
* ''Pinfari''
Secondo i dati [[ISTAT]] aggiornati al 1º gennaio 2024 la popolazione straniera residente è di 3.481 persone, pari al 16,5% della popolazione comunale. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono:<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/statistiche/cittadini-stranieri-2016/|titolo=Cittadini Stranieri 01/012016 - Suzzara (MN) su Tuttitalia.it|accesso=6 novembre 2016}}</ref>
Nel settore meccanico famosa è la Pinfari, di Italo e Dante Pinfari, situata in via Curtatone e Montanara per la costruzione di attrazioni per i luna park<ref>{{cita| Cucconi|p.215|cidCucconi}}</ref>. Nata ufficialmente nel [[1857]] come carpenteria per la realizzazione di attrezzi agricoli, divenne nel dopoguerra la prima azienda in Italia a produrre giostre<ref>{{cita libro|SUZZARA CITTA' D'ITALIA. NEL 60° CONFERIMENTO DEL TITOLO. PRIMA EDIZIONE.|1984|Suzzara|Ed. Arti grafiche Bottazzi}}</ref>. Dal [[2008]] la ditta ha dichiarato fallimento.
 
* [[India]] 958
* ''Carra''
* [[Bangladesh]] 446
Alcuni operai della ditta Casali si unirono per fondare un’azienda di produzione di macchine agricole: è questo ciò che avvenne alla Società fratelli Carra che ebbe origine nel [[1914]], per opera di 5 fratelli, Adelelmo, Cirillo, Luciano, Ciro e Sante allievi della Scuola Arti e mestieri. Dopo la cessione della Casali, i quattro fratelli costruirono un laboratorio di riparazione di macchine agricole. Nel [[1919]] il laboratorio fu spostato in via XXIII aprile. I fratelli ottennero negli anni ante seconda guerra mondiale numerosi successi portando a compimento sgranatrici, come la Universal e trebbiatrici, come la Virgiliana, gioiello della meccanica agricola. Cirillo Carra in quegli anni fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine dal Capo dello Stato. L’industria cessò l’attività nel [[1961]]<ref>{{cita|Cucconi|pp.216-217|cidCucconi}}</ref>.
* [[Pakistan]] 451
* [[Marocco]] 305
 
* [[Romania]] 257
* ''Marocchi''
* [[Albania]] 226
Con pochi operai in via Manzoni, nel [[1920]] nasceva l’attività di Arrigo Marocchi, nella produzione di cucine economiche. Nel [[1933]] la ditta si trasferì in via Solferino e nel [[1939]] iniziò l’attività collaterale di costruzione di macchine agricole, che passerà poi nel dopoguerra in mano a Felice Compagnoni<ref>{{cita|Cucconi|p.217|cidCucconi}}</ref>.
* [[Moldavia]] 137
* [[Ghana]] 127
* [[Cina]] 119
* [[Ucraina]] 90
 
=== Lingua e dialetti ===
* ''COMAS(Costruzioni Meccaniche Agricole di Suzzara)''
Azienda che visse dal [[1921]] al [[1930]], la Costruzioni Meccaniche Agricole di Suzzara si occupava di costruzione di sgranatrici e riparazione di macchine agricole dirette da Arcangelo Bottazzi, originariamente sorta in Viale Virgilio, poi spostatasi in via Don Bosco<ref>{{cita|Cucconi|p.215|cidCucconi}}</ref>.
 
Oltre alla lingua italiana, a Suzzara non sono riconosciute ufficialmente altre lingue. Il dialetto locale è il dialetto suzzarese, appartenente all'area dialettale [[dialetto basso mantovano|della bassa mantovana]], una leggera variante del mantovano parlato nei comuni più a sud della provincia. Il suzzarese appartiene alla famiglia dei linguaggi gallo-romani parlati in quella parte dell'[[Italia]] che ai tempi dell'[[Impero romano]] I-V secolo d.C. era la [[Gallia cisalpina]]<ref>{{cita|Freddi|p. 414}}.</ref>.
* ''Pineschi''
La ditta fratelli Pineschi, proveniente da Rolo Novi, si stabilì a Suzzara in via Curtatone e Montanara, per la lavorazione e il commercio dei legnami e la produzione di imballaggi e compensati in genere. Nel [[1957]] chiuse i battenti, anche a seguito di un disastroso incendio avvenuto nel [[1950]]<ref>{{cita|Cucconi|p.218|}}</ref>. Al suo posto venne inserita la IN.CON per la produzione di controplaccati<ref>{{cita|Cucconi|p.218|cidCucconi}}</ref>.
 
=== Tradizioni e folclore ===
* ''I.M.A.S''
'''''Filos'''''
Nel [[1935]] due operai già facenti parte della MAIS, iniziano per conto proprio un’attività di carattere artigianale riparando macchine agricole. Preso in affitto un capannone in via Manzoni, Renato Formentini e Vittorio Erminetti allargano la cerchia dei propri clienti9. In seguito i due si dedicarono anche alla produzione in particolare di una trebbiatrice per frumento a paglia lunga, nel [[1940]], e una pressaforaggi<ref>{{cita|Cucconi|p.219|cidCucconi}}</ref>.La ditta chiuderà a seguito di una forte crisi negli anni sessanta<ref>{{cita libro|Paolo|Bianchi|La città delle macchine|2008|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.176}}</ref>.
 
Il termine filos deriva dall'usanza della veglia nelle stalle di campagna, dove si riunivano nelle sere invernali uomini, donne e fanciulli per passare il tempo e ripararsi dal freddo. Tale veglia conservava un certo contegno sociale secondo anche un principio di gerarchie, con destinazione di posti a seconda dell'età o del grado tenuto da ciascuna famiglia. In origine convegno di filatrici, fu per secoli il centro animatore e propulsore della vita curtense e ritrovo abituale delle famiglie contadine e della povera gente<ref name="cita-Cucconi-p385">{{cita|Cucconi|p. 385}}.</ref>.
* ''Maravelli''
La ditta artigianale fratelli Maravelli era ubicata in località Zara Zanetta e si era avviata come ditta di falegnameria e riparazione di macchine agricole grazie ai fratelli Evaristo, Medardo e Giuseppe Maravelli. Nel [[1946]] iniziò a produrre carri agricoli con botte per poi passare a sfogliagranatrici e sgranatrici per mais. Negli anni sessanta la ditta che vantava una ventina di dipendenti cessò la produzione tradizionale dedicandosi a nuovi tipi di macchinari in ferro per l’agricoltura, passando a Remo Maravelli, figlio di Evaristo, che prese in mano la ditta nel [[1965]]. La ditta cesserà l’attività nel [[1986]]<ref>{{cita|Cucconi|p.188|cidCucconi}}</ref>.
 
'''''La vecia'''''
* ''Tagliavini e Negri''
Nel [[1950]] il giovane Loredano Tagliavini ideava e sperimentava una sfogliasgranatrice da granoturco di nuova concezione. Di qui l’idea di farne un brevetto<ref>{{cita|Cucconi|p.222|cidCucconi}}</ref>. Spinto da necessità di finanziamento si associò l’anno dopo con Aldo Negri in un angusto laboratorio di Viale Virgilio, dal quale nel [[1957]] si trasferiranno.Il nuovo locale, ubicato sempre in Viale Virgilio, era dotato di capannoni, uffici e magazzini. Nel 1960 la ditta iniziò a lavorare anche per il mercato estero. Con la morte di Tagliavini e la crisi del settore, la ditta cesserà l’attività nel [[1962]]<ref>{{cita libro|Paolo|Bianchi|La città delle macchine|2008|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.192}}</ref>.
 
Un tempo a metà quaresima i fornai di Suzzara attaccavano alla torre del castello un fantoccio di stracci rappresentante una vecchia con canocchia e fuso. A mezzogiorno suonavano le campane a morto facendo dondolare qua e là la vecchia, che veniva poi fatta sedere su un asino e accompagnata dal clamore del popolo tra le case del paese e della campagna, chiedendo denaro e cibo fino a sera. A tal punto si gettava la vecchia su un monte di paglia fuori dal paese e le si dava fuoco con grandi schiamazzi e urla<ref name="cita-Cucconi-p385" />.La tradizione del rogo della vecchia ha origine remote e va a ricollegarsi alla tribale riverenza che intere civiltà contadine avevano nei confronti della "[[Madre Natura|Madre Terra]]" e, in particolare, vuole celebrare la vittoria della buona stagione sull'inverno sterile e freddo. Dunque l'essenza della cerimonia è intesa a esaltare e procurare fertilità ai campi<ref>{{cita web|url= http://www.quibrescia.it/cms/2013/03/07/meta-quaresima-si-brucia-la-vecchia/|titolo=Tradizioni|accesso=29 aprile 2014}}</ref>
* ''Piusi''
Nel [[1953]] l’Ing. Franco Varini fonda la PIUSI e comincia l’attività con il nome O.M.A.A. Srl (Officina meccanica riparazioni agricole) allo scopo di costruire e commercializzare pompe, compressori macchine e altri articoli per usi industriali e agricoli. La ditta si caratterizzò all’inizio come produttrice di una pompa autoadescante<ref>{{cita libro|Paolo|Bianchi|La città delle macchine|2008|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.199}}</ref>. Nel [[1958]] l’ing. Franco Varini prelevava l’ex sede del laboratorio Rossi-Genitrini di via Toti, iniziando a produrre macchine e accessori per l’agricoltura e per applicazioni a trattrici agricole. Il concetto alla base della progettazione era l’unificazione di certi particolari della trattrice, cosa che permise fin da subito un grande sviluppo anche all’estero sin da subito1<ref>{{cita|Cucconi|p.223|cidCucconi}}</ref>. L’azienda attualmente è ubicata in zona industriale Rangavino.
 
'''''Candelora e San Biagio'''''
* ''Bosi''
Nel [[1960]] i fratelli Bosi aprono un laboratorio per la produzione di speciali marmitte per auto, in via Galilei<ref>{{cita|Cucconi|p.223|cidCucconi}}</ref>.
 
Le feste del ciclo pasquale iniziano con [[Carnevale]]. Il santo più venerato del mese è [[Biagio di Sebaste|San Biagio]], patrono di Suzzara, festeggiato il 3 febbraio. La Candelora è il giorno che precede il patrono ed è caratterizzata dal fatto che la mattina del 2 febbraio si va in chiesa a ricevere una candela benedetta che si appende al muro accanto al letto e serve a scongiurare la grandine nei raccolti.
* ''Fr. Grespan''
La mattina di San Biagio si torna in chiesa di buon'ora per la benedizione della gola<ref>{{cita|Cucconi|p. 384}}.</ref>.
Alla metà degli anni cinquanta Bruno Grespan, già dipendente dell’OM, con l’aiuto del fratello Edy, progettò un nuovo modello di sfogliasgranatrice per granoturco. Trasferitisi da via Piave a via Galilei cominciarono a rendere più ricca la gamma dei prodotti con un modello di sfogliatrice su due ruote. Nel [[1964]] avvenne la fusione con la Cavaletti Snc, da cui nacque la GRECAV, che si amplierà a Gonzaga dedicandosi alla fornitura di componentistica alle grandi case di macchine agricole e industriali e nel settore minicar<ref>{{cita libro|Paolo|Bianchi|La città delle macchine|2008|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.206}}</ref>.
 
== Cultura ==
* ''Bondioli e Pavesi''
=== Istruzione ===
Le origini della Bondioli e Pavesi risalgono al [[1950]] quando Edi Bondioli e Guido Pavesi fondano una piccola officina in via Piave a Suzzara per la riparazione di macchine agricole, gettando anche le basi della produzione di trasmissioni cardaniche che li portano nel 1961 a costruire lo stabilimento di via 23 aprile. Nel [[2000]] la ditta è arrivata a 600 dipendenti a Suzzara, 400 con le 10 filiali estere<ref>{{cita libro|Paolo|Bianchi|La città delle macchine|2008|Suzzara|edizioni Bottazzi|p.207}}</ref>.
==== Istituti superiori ====
* ''Fondazione scuola Arti e Mestieri “F. Bertazzoni”, via F. Bertazzoni, comprende istruzione professionale.''
[[File:Arti e mestieri, via Caleffi Suzzara.jpg|thumb|Arti e mestieri, via Bertazzoni Suzzara]]
* ''Istituto superiore Manzoni, via Mantova, comprende ITES istruzione tecnica e istruzione liceale.''
[[File:Manzoni Suzzara.jpg|thumb|Istituto superiore Manzoni, Suzzara]]
 
==== Settore RefrigerazioneBiblioteche ====
* ''[[TasselliPiazzalunga Cultura Suzzara]]''
[[File:Centro culturale Piazzalunga.JPG|thumb|Centro culturale Piazzalunga Suzzara]]
Il pioniere del settore fu Giovanni Tasselli, che ebbe l’input di costruire ghiacciaie dalla vicinanza della sua residenza alla “fabbrica del ghiaccio” di Viale Diaz<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 19-25|cidBernardelli}}</ref>. Quest’ultima venne costruita per conto di Efidio Carra e Gino Marcheselli nel 1921 con celle frigorifere per macellai, salone per conservazione alimentari, fabbrica selz, gassose, pastorizzazione birra<ref>{{cita|Cucconi|p.218|cidCucconi}}</ref>.
La Biblioteca Comunale, fondata nel [[1967]], è l'Istituto Culturale di riferimento per la città. Biblioteca di pubblica lettura e centro culturale, da sempre mantiene un contatto stretto con la comunità suzzarese, offrendo i propri servizi, oltre che al pubblico di studenti, a tutti i cittadini che possono trovare strumenti di informazione e documentazione sempre aggiornati.
La ditta Tasselli nasce nel 1942 con la produzione di ghiacciaie domestiche<ref>{{cita|Bernardelli|p.35|cidBernardelli}}</ref>.Dal 1989 la Tasselli dopo l’incorporazione con la Dart Italia Spa si chiama Premark Italia spa.
Nel [[2013]] la biblioteca è diventata centro culturale Piazzalunga, grazie al lascito di [[Mario Spinella]] e ha ampliato il raggio dei propri servizi e delle iniziative organizzate<ref>{{cita web|url=http://www.piazzalungasuzzara.it/|titolo=Piazzalunga Suzzara|accesso=20 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131029122113/http://www.piazzalungasuzzara.it/|dataarchivio=29 ottobre 2013}}</ref>.
 
==== Musei ====
* ''G. Leali''
* ''[[Galleria del Premio Suzzara|Museo Galleria del Premio Suzzara]]''
Tra le aziende da ricordare nel settore, La G. Leali Suzzara, fondata nel 1958 ad opera di Gianfranco Leali in via Ippolito Nievo per la costruzione di frigoriferi industriali con struttura in legno, ricoperti in laminato plastico. La ditta cessò la sua attività nel [[1966]], per una fortissima crisi di mercato. Nello stesso anno, Gianfranco Leali ritornò sul mercato con la “Cel Frigo di Giubertoni Elsa”, con il nome della moglie, in un capannone di via Montecchi. In questa nuova azienda Leali si dedicò alla produzione di armadi frigoriferi e porte per celle in muratura. Dopo trent’anni di attività, l’azienda chiuse nel [[1997]]. Tra le aziende da segnalare nel settore troviamo Eurofrigo di Eugenio Ongari e Ardes Stramieri, la MV Arredamenti di Mauro Vescovini, successivamente G.E.M. arredo<ref>{{cita|Bernardelli|p.75|cidBernardelli}}</ref>..
[[File:Galleria del premio Suzzara.jpg|thumb|Galleria del Premio - Suzzara]]
La galleria del [[Premio Suzzara]] nasce nel [[1975]] in Via Don Bosco e ospita opere d'[[Arte contemporanea]]<ref>{{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/galleria|titolo=Galleria del Premio Suzzara| accesso=21 maggio 2014}}</ref>. Nel [[2002]] nasce il Museo Galleria del [[Premio Suzzara]] che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di una storia iniziata nell'immediato [[Dopoguerra]].
 
== Geografia antropica ==
* ''Everlasting''
=== Frazioni ===
Tra le storiche aziende produttrici nel settore della refrigerazione, da segnalare l’Everlasting, nata nel [[1956]] col nome “Evermatic” per opera di Giovanni Guidetti e Oliviero Caramaschi, in origine sita in via Ponteboccale. Gli anni 70 videro il consolidamento dell’attività e della produzione la quale si estese anche alla refrigerazione cantieristica e all'attività di coibentazione di furgoni, per conto della OM-FIAT di Suzzara, e di mezzi anfibi di soccorso per la LANCIA di Torino<ref>{{cita web|url=http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|Everlasting|ultimo accesso= 7 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1981]] venne aperta un’azienda parallela la “Cold mark” nell’area alle spalle della ditta capostipite (zona industriale tra Suzzara e Luzzara), che chiuderà nel [[2001]], ricostituendo un laboratorio nella zona di Palidano, specializzandosi nella produzione di celle frigorifere componibili<ref>{{cita|Bernardelli|pp.84-91|cidBernardelli}}</ref>. Nel [[2007]], infine, nacque la “Evermed srl”, produttrice di prodotti refrigeranti dedicati alla sanità<ref>{{cita web|url=http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|Everlasting|ultimo accesso= 7 maggio 2014}}</ref>.
==== Brusatasso ====
''"Da Brüšatas sta lontan mila pas”.''
(Blasone)<ref name="cita-Tassoni-p32">{{cita|Tassoni|p. 32}}.</ref>.
[[File:Chiesa brusatasso di Suzzara.jpg|thumb|Chiesa di Brusatasso di Suzzara]]
Brusatasso, dial. Brüšatas, agg. etnico popolare: Brušatin.
Probabilmente prima era ''Brusalovo'' o ''Brusalupo*'' (Cod. Crem. I8 [[1172]] e [[1228]]). Diventa Bruxatassum nel secolo XIV (D'Arco, Stat. Mant. VIII, 16). Dal latino medievale *''brusare'' “ardere” (REW 9097) in composizione prima con la voce settentrionale lovo “lupo”; infine scomparsi i lupi nella zona - col latino tardo taxo,-onis “tasso”<ref name="cita-Freddi-p35"/><ref name="cita-Tassoni-p32"/>.
 
La frazione di Brusatasso dista 4,85 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta 864 abitanti<ref name="Anagrafe">Fonte:Anagrafe del Comune di Suzzara, consultazione del 7 maggio [[2014]]</ref><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_brusatasso.html|titolo=Brusatasso| accesso=14 aprile 2014|}}</ref>. Il paese sorge attorno a una piccola cappella innalzata in onore di [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]]. In un documento del [[1154]] troviamo che Brusatasso era sotto la giurisdizione del parroco di Suzzara. Il primo [[Rettore (ecclesiastico)|rettore]] di questa chiesa fu don Flaminio Moro nel [[1500]]. In seguito don Mario Roscio iniziò la serie regolare dei rettori, continuata nel [[1731]] con il primo [[arciprete]] don Ferri. Tra le vicende della frazione è da ricordare nel [[1630]] l'occupazione degli [[Alemanni]] che saccheggiarono il paese e la [[Chiesa (architettura)|Chiesa]], sottrassero gli arredi più preziosi, bruciarono l'archivio parrocchiale, portarono la [[peste]] nel [[Ducato (circoscrizione)|Ducato]] di [[Mantova]] e causarono la morte di più della metà della popolazione di Brusatasso.
* ''Zanotti''
L’attività della Zanotti nasce dalla mente del tecnico-imprenditore Mario, che dopo aver collaborato con l’impresa dei cognati Fiocchetti e frequentato corsi alla Arti e Mestieri decide di mettersi in proprio nel locale dell’autorimessa famigliare di Strada Statale Cisa, riparando macchine refrigeranti. Nel [[1962]] dopo i primi successi fondò la “Zanotti Mario - frigorista” e successivamente diede vita alla produzione delle unità refrigeranti “Uniblock”, una nuova concezione che univa in un unico apparecchio compressore, condensatore, evaporatore e quadro elettrico. In seguito si ampliò affiancando la produzione di impianti per locali di asciugamento e stagionatura salumi. Nel [[1981]] venne cambiata la ragione sociale in “Uniblock Zanotti spa” e nel [[1995]] ampliò i locali e si trasferì a Pegognaga. Mario Zanotti restò al timone fino al [[2006]], quando la ditta venne ceduta a Walter Marocchi e dopo l’abbandono della Uniblock si rimise sul mercato con la “Zamar”, che si dedica alla produzione di attrezzature da utilizzare nel campo medico<ref>{{cita|Bernardelli|pp.115-125|cidBernardelli}}</ref>.
 
Nel [[1702]] il [[Po]] ruppe gli argini a Tabellano, causando un allagamento che si sommò al saccheggio del paese durante la [[Guerra franco-spagnola]] contro l'esercito imperiale austriaco comandato dal principe [[Eugenio di Savoia]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 244}}.</ref>. Nel [[1765]] il parroco don Giuseppe Bustaffa ricevette dalla [[Diocesi di Mantova|Curia di Mantova]] la licenza per la demolizione della vecchia Chiesa, a eccezione del coro e del presbiterio e ne fece costruire una nuova da mastro Ludovico Ascari. Gli altari furono costruiti successivamente nel [[1766]]-[[1780]]. Nel [[1776]] venne costruita la sagrestia e dopo la demolizione del vecchio coro se ne innalzò uno nuovo, comunicante con il [[campanile]]. La facciata è risalente al [[1882]], mentre il campanile venne costruito di fianco all'[[abside]] nel [[1759]]-[[1762]]. È interessante ricordare che il campanile era il più alto dei dintorni, ma venne abbassato per poter ospitare un concerto di campane considerevole per peso e sonorità<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|titolo=Diocesi di Brusatasso|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111155612/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>. La Chiesa venne completamente restaurata nel [[1939]]. L'orologio, opera artigianale dei Francesco [[Casali (azienda)|Casali]] di Suzzara fu rimesso in funzione nel [[1937]]<ref>{{cita|Freddi|pp. 258-259}}.</ref>. In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è momentaneamente chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|titolo=Chiesa di Brusatasso|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111155612/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=140|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
* ''Cisaplast''
La nascita dell’azienda nel 1962<ref>{{cita web|url=http://www.cisaplast.com/Sezione.jsp?titolo=Azienda&idSezione=1|Cisaplast srl|ultimo accesso=7 maggio 2014}}</ref>si deve a Walter Mantovani, figura tra l’altro popolare per i suoi trascorsi calcistici. Questi gestiva con la sorella un negozio di gomma e articoli sportivi. Smessa la carriera calcistica e grazie alla frequentazione con Luigi [[Tasselli]], suo amico conosciuto durante gli anni da presidente del [[Suzzara Calcio]], fondò nel [[1961]] la società Cisaplast srl, concentrando la produzione su stampaggio sotto vuoto di materiali plastici impiegati come controporte dei frigoriferi e di guarnizioni in gomma per la tenuta del freddo delle porte stesse. La sede produttiva si trovava in località Croce del Gallo e veniva gestita assieme al fratello Armando e i nipoti Alessandro e Alberto Guiducci. La gamma produttiva in seguito si allargò con la costruzione di retrocoperchi in plastica per gli apparecchi televisivi prodotti dalla Europhon di Quistello e successivamente partì la produzione di porte complete di plastica per banchi alimentari refrigerati, accanto alla lavorazione dell’acciaio inossidabile di porte e cassetti per banchi bar e negozi alimentari.
Nel [[1966]] iniziò anche la produzione di fac-simili di plastica di prodotti alimentari e la produzione di insegne luminose pubblicitarie (per marchi quali [[Ferrari]] e Milkivit). Infine nel [[1977]] passò alla produzione di porte a vetro in alluminio per frigoriferi e congelatori, self-service a basse temperature. Nel [[2006]] la ditta amplia i propri locali, costruendo un capannone in zona di Motteggiana<ref>{{cita|Bernardelli|pp.134-135|cidBernardelli}}</ref>.
 
==== SettoreSan lattiero-casearioProspero ====
[[File:San Prospero.jpg|thumb|Scorcio di San Prospero]]
San Prospero, dialetto San Pròsp, agg. etnico ''quèi'd san Pròsp.'' [[Agionimo]] di Prosperus, il santo [[Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla|vescovo di Reggio Emilia]] popolarmente connesso a pro-spes “fortunato” patrono della parrocchia (25 giugno). Stando ai ''Miracula B. Prosperi'' il suo culto sarebbe fiorito sotto re [[Liutprando]]<ref>{{cita|Tassoni|p. 114}}.</ref>.
 
La frazione di San Prospero dista 6 chilometri dal centro di Suzzara e conta 339 abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sanprospero.html|titolo=San Prospero| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.Il territorio, delimitato a nord dal collettore Zara, è tutto terreno agricolo e la "civiltà contadina", sia pure a livello più avanzato, vi è riscontrabile quotidianamente e dovunque<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Diocesi di San prospero|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
== Popolazione e Società ==
San Prospero è la più piccola delle frazioni di Suzzara e anche per questo motivo le notizie sulla sua storia sono piuttosto rare. Notizie effettive si hanno nel [[1749]] quando fu ricostruita la chiesa grazie al contributo del parroco e del popolo.
=== Evoluzione demografica ===
L'edificio più notevole della frazione è [[Villa Cazzaniga-Donesmondi-Grandi|Villa Grandi]]. Nel corso dei secoli le due famiglie vi hanno apportato modifiche, ornamenti, strutture aggiuntive. Della blasonata famiglia Cazzaniga-Donesmondi, si ricorda Luigi, nato a [[Mantova]] nel [[1880]], notaio di Mantova e Suzzara e famoso per aver fatto costruire l'attuale Scuola Materna di Suzzara inaugurata il 28 novembre [[1960]]<ref>{{cita|Freddi|pp. 263-264}}.</ref>.
Suzzara, secondo i dati [[ISTAT]] aggiornati al [[2012]], è il terzo comune più popoloso della [[Provincia di Mantova]], con 20768 abitanti<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/|Dati Istat 2012|ultimo accesso=06 maggio 2014}}</ref>. Ha 8706 famiglie e un'età media di 43 anni, con un tasso di natalità del 9,7%. È inoltre il comune con la più alta percentuale di coniugati (52%) nella [[Provincia di Mantova]]<ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/statistiche/|Dati Comunali|ultimo accesso=14 aprile 2014}}</ref>
In conseguenza del sisma del maggio [[2012]], la chiesa è stata chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Chiesa di San prospero|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>.
Nella villa vicino alla chiesa e suoi dintorni, fu girato il film [[Novecento (film)|Novecento]] di [[Bernardo Bertolucci]] negli anni 1970, dove tutta la troupe prima e dopo l'azione delle scene, si riversava all'unico telefono e negozietto presente, dove si vendeva di tutto, la classica bottega del paesetto di perfetta bassa campagna. Se mancava qualcosa, la signora Maria Ferrari ordinava, mentre fra i tavolini i lavoranti sorbivano caffè e vino, giocando a carte.
Alcuni degli attori divennero famosi dopo questa loro apparizione.
 
Oggi il paese è spopolato, perché l'unico lavoro è l'agricoltura, mentre parte della popolazione si è trasferita nella vicina Suzzara.
=== Etnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati ISTAT aggiornati al [[2012]] la popolazione straniera residente era di 3.544 persone, pari al 17,2% della popolazione comunale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione straniera erano:
 
==== Sailetto ====
* {{IND}} 1.244
[[File:Chiesa di Sailetto.JPG|thumb|Chiesa di Sailetto, frazione di Suzzara]]
* {{BAN}} 464
Sailetto, dialetto ''Sailè''. Dal latino ''salictum-salictulum'' per “terra dei salici” o “piccolo saliceto”. Un'altra denominazione potrebbe derivare dalla forma latina di San Leo, tramutatasi nel dialetto con il tempo in Sailetto appunto<ref>{{cita|Freddi|p. 249}}.</ref><ref>{{cita|Tassoni|p. 126}}.</ref>.
* {{MAR}} 376
* {{PAK}} 275
* {{ALB}} 236
* {{MOL}} 179
* {{ROM}} 162
* {{TUN}} 93
* {{GHA}} 77
* {{UKR}} 61
* {{CIN}} 54
 
La frazione di Sailetto di Suzzara dista 4,18 chilometri dal medesimo [[Comune]] di Suzzara di cui essa fa parte e ha 485 abitanti<ref name="Anagrafe"/>. Per una questione di confini, Sailetto si trova divisa a metà e una parte appartiene al comune di [[Motteggiana]]<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_sailetto.html|titolo=Sailetto| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
fonte:<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/65-suzzara/statistiche/cittadini-stranieri-2011/|titolo=Cittadini Stranieri 2011 - Suzzara (MN) su Tuttitalia.it|accesso=14 aprile 2014}}</ref>
Secondo un'antica tradizione, [[papa Leone I]], durante il suo viaggio per incontrare [[Attila]], avrebbe pernottato al “Forte Urbano”, situato nei pressi di Sailetto, una corte sulle rive del [[Po]]. In memoria di quell'evento venne eretta dagli abitanti una cappella, sui ruderi della quale si sarebbe successivamente costruita l'attuale chiesa di San Leo presso il Forte Urbano nell‘'[[800]]. Nel [[1200]] la cappella diventò chiesa battesimale. Più tardi il Forte venne distrutto dai soldati di [[Giovanni delle Bande Nere]] e gli abitanti (chiesa compresa) si spostarono nella zona dell'attuale paese. La costruzione della chiesa risale al [[1400]], quando venne costruita una chiesa di stile gotico che dopo il [[Concilio di Trento]] divenne [[parrocchia]], che tuttavia nel [[1749]] venne demolita per costruire l'attuale. All'interno si conserva una tela ovale di [[Giuseppe Bazzani]] che raffigura l'incontro di [[Attila]] con [[papa Leone I]].<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|titolo=Diocesi di Mantova|accesso=15 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160027/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=147|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref>
=== Lingua e Dialetti ===
In conseguenza del [[Terremoto dell'Emilia del 2012|sisma del maggio 2012]] la chiesa è stata chiusa per restauri<ref>{{cita web|url=http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=148|titolo=Chiesa di Sailetto|accesso=13 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131111160033/http://www.diocesidimantova.it/parrocchia.asp?id=148|dataarchivio=11 novembre 2013}}</ref> ed è stata riaperta il 29 maggio 2015, nel terzo anniversario del terremoto.
 
==== Tabellano ====
Oltre alla lingua italiana, a Suzzara non sono riconosciute ufficialmente altre lingue. Il dialetto locale è il dialetto suzzarese, fortemente influenzato da quello reggiano, vista la posizione confinante della città del Premio con l’Emilia Romagna. Il suzzarese appartiene alla famiglia dei linguaggi gallo-romani parlati in quella parte dell’Italia che ai tempi dell’Impero Romano I-V secolo d.c. era la Gallia Cisalpina<ref>{{cita|Freddi|p.414|cidFreddi}}</ref>.
''"Prima 'l Tablan e po...Milan."''
(Blasone)<ref>{{cita|Tassoni|p. 137}}.</ref>
[[File:Monumento ai Caduti di Tabellano.JPG|thumb|Monumento ai caduti di Tabellano, frazione di Suzzara]]
Tabellano, dialetto ''Tablan''. Le due versioni di fonte tradizionale non risolvono interamente il processo fonetico e gli agganci genetici del nome. La prima vuole che il nome derivi dal latino ''tabella'', diminutivo di ''tabula'', nel senso di “tavella” ovvero fabbrica di laterizi. La seconda si collega al fatto che Tabellano fosse passaggio doganale tra le due sponde del [[Po]], indicato da opportune tabelle di segnalazione, il che richiamerebbe il latino ''tabularia''<ref>{{cita|Freddi|p. 276}}.</ref>
 
La frazione di Tabellano dista 3,49 chilometri dal medesimo comune di Suzzara di cui essa fa parte e conta {{formatnum:1013}} abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_tabellano.html|titolo=Tabellano| accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
===Tradizioni e folclore===
Una vera storia di Tabellano e documenti storici relativi non esistono. Si ha certezza della sua esistenza intorno al [[1000]] e si sa che le sue terre appartenevano alla contessa [[Matilde di Canossa]]. Fu proprio la contessa a far costruire la chiesa in stile romanico, che sarà poi restaurata nel [[1681]]. Alcune notizie si hanno in riferimento alla battaglia di [[Borgoforte (Borgo Virgilio)|Borgoforte]], durante la quale la chiesa diventa ospedale militare. Nel [[1870]] viene istituito l'asilo infantile e nel [[1880]] le scuole elementari.
* ''Filos''
Tabellano è la frazione più popolata del comune di Suzzara. Il paese ha sviluppato nell'ultimo Dopoguerra alcune piccole industrie meccaniche, agricole e artigianali.
Il termine filos deriva dall’usanza della veglia nelle stalle di campagna, dove si riunivano nelle sere invernali uomini, donne e fanciulli per passare il tempo e ripararsi dal freddo. Tale veglia conservava un certo contegno sociale secondo anche un principio di gerarchie, con destinazione di posti a secondà dell’età o il grado tenuto da ciascuna famiglia. In origine convegno di filatrici, fu per secoli il centro animatore e propulsore della vita curtense e ritrovo abituale delle famiglie contadine e della povera gente<ref>{{cita|Cucconi|p.385|cidCucconi}}</ref>.
Tabellano è spesso stata minacciata dalle piene del [[Po]]. In particolare la più pericolosa è stata nel [[1951]] quando l'acqua raggiunse e superò in alcuni punti il piano della sommità arginale e si faticò a contenere le acque.
 
Vicino a Tabellano sorge Croce del Gallo, località che prende il nome da un gallo in ferro situato sul cocuzzolo di una casa che serve da banderuola<ref>{{cita|Cucconi|p. 53}}.</ref><ref>{{cita|Cucconi|p. 254}}.</ref>.
* ''La vecia''
Un tempo a metà quaresima i fornai di Suzzara attaccavano alla torre del castello un fantoccio di stracci rappresentante una vecchia con canocchia e fuso. A mezzogiorno suonavano le campane a morto facendo dondolare qua e là la vecchia, che veniva poi fatta sedere su un asino e accompagnata dal clamore del popolo tra le case del paese e della campagna, chiedendo denaro e cibo fino a sera. A tal punto si gettava la vecchia su un monte di paglia fuori dal paese e le si dava fuoco con grandi schiamazzi e urla<ref>{{cita|Cucconi|p.385|cidCucconi}}</ref>.La tradizione del rogo della vecchia ha origine remote e va a ricollegarsi alla tribale riverenza che intere civiltà contadine avevano nei confronti della “Madre Terra” e, in particolare, vuole celebrare la vittoria della buona stagione sull’inverno sterile e freddo. Dunque l’essenza della cerimonia è intesa a esaltare e procurare fertilità ai campi<ref>{{cita web|url= http://www.quibrescia.it/cms/2013/03/07/meta-quaresima-si-brucia-la-vecchia/|titolo=Tradizioni|accesso=29 aprile 2014}}</ref>
 
==== Riva di Suzzara ====
* ''Candelora e San Biagio''
[[File:Memoriale Riva di Suzzara.JPG|thumb|Memoriale al Parco San Colombano di Riva di Suzzara]]
Le feste del ciclo pasquale iniziano con [[Carnevale]]. Il santo più venerato del mese è [[San Biagio]], patrono di Suzzara, festeggiato il 3 febbraio. La Candelora è il giorno che precede il patrono ed è caratterizzata dal fatto che la mattina del 2 febbraio si va in chiesa a ricevere una candela benedetta che si appende al muro accanto al letto e serve a scongiurare la grandine nei raccolti.
La mattinaRiva di SanSuzzara, Biagiodialetto si''Riva'', tornacognominizzazione indel chiesatoponomastico diRiva, buon’orada perripa farsinon benedireperché la“in golariva dalal sacerdote[[Po]]”<ref>{{cita|CucconiTassoni|p.384|cidCucconi 119}}.</ref>.
 
La frazione di Riva dista 3,91 chilometri dal comune di Suzzara di cui essa fa parte e ha circa 809 abitanti<ref name="Anagrafe"/><ref>{{cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Riva di Suzzara|accesso=14 aprile 2014}}</ref>.
== Cultura ==
La storia di Riva è intimamente legata a quella di Suzzara e viene citata per la prima volta ai tempi della dominazione longobarda, come Portus mantuanus, citato insieme ai porti del Po (del Bresciano, del [[Parma]] e dell'[[Adda]]) e ritorna anche nel Codice Diplomatico Longobardo([[730]]), nel concordato tra il re [[Liutprando]] e [[Comacchio]], nel quale si parla sia di tributi, il ripatico, che di addetti, i Riparii. Sembra questo il contesto in cui leggere la testimonianza di una presenza monastica di [[Bobbio]] proprio a Riva, ancora evidente nel titolo della Cappella di [[San Colombano]], l'unico titolo non romano e chiaramente legato ai [[Longobardi]] nell'isola suzzarese.<ref>{{cita web|url=http://www.parrocchie.it/suzzara/sancolombano/memoriale_della_riconciliazione.htm|titolo=Memoriale della Riconciliazione| accesso=13 maggio 2014}}</ref>.
=== Istruzione ===
==== Scuole ====
[[File:Scuola Olga Visentini.JPG|thumb|Scuola Olga Visentini Suzzara]]
[[File:Scuola media Suzzara.JPG|thumb|Istituto Comprensivo "Il Milione", Suzzara]]
Sul territorio comunale sono presenti le seguenti tipologie di scuole:
 
Riva è inoltre legata alla figura del primo [[arciprete]] di cui si è a conoscenza: don Giuseppe Baldini, parroco dal [[1899]] al [[1932]].
Nidi di infanzia:
Famosa fu la [[battaglia di Luzzara]] del 15 agosto [[1702]], durante la quale Riva e in particolare il territorio dove ora si trova il Parco San Colombano fu teatro di scontri e violenze legate alla successione al trono di [[Spagna]]<ref>{{cita web|url=http://www.parcosancolombano.it/area_protetta/storia/|titolo=Parco San Colombano| accesso=14 aprile 2014}}</ref>. Si trattò di un episodio bellico di particolare efferatezza: le cronache dell'epoca riportano che in quattro ore di battaglia morirono circa 7.000 soldati. In memoria di quell'episodio, il 15 agosto [[2002]], a 300 anni dalla battaglia, è stato inaugurato il Memoriale della Riconciliazione, una piccola cappella ricavata da una nicchia naturale<ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Memoriale|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.turismo.mantova.it/index.php/approfondimenti/scheda/id/449|titolo=Battaglia di Luzzara|accesso=14 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Molte altre storie si narrano attorno al territorio di Riva e si legano, in particolare, alla dominazione austriaca quando contrabbandieri e briganti, renitenti alla leva, attraversavano i suoi boschi e spesso imponevano la consegna di parte del bestiame. Famoso fu il contadino Marzola che si era rifiutato di consegnare il bestiame e per questo venne crocifisso sull'uscio di casa e lasciato morire lentamente. In riferimento a questo episodio, sulla strada che da Suzzara porta a Riva sorge corte Marzola dove è ancora visibile un busto marmoreo che ritrae il Marzola crocifisso.
* ''Micro Nido “C’Era una Volta”: Via Curtatone Montanara
A Riva sorgono inoltre due palazzi, uno detto “della fame” e l'altro “della sete”, perché in tempi di carestia furono venduti in cambio di un sacco di frumento e una botte di vino.
* ''Nido “Le Coccinelle”: Scuola dell’Infanzia Parrocchiale R.Agazzi, via Guido
Cinquant'anni fa erano ancora presenti i mulini del [[Po]], scomparsi da tempo lungo tutto il corso del fiume. Uno degli ultimi è quello di Tagliavini, che affondò nei pressi di “Testa di ponte” e giace ora sul fondo del fiume.
* ''Micro Nido “La Nuvola”: Strada Pasine
* ''Asilo niudo comunale “Primavera”, presso Scuola dell’Infanzia Atlantide, via Mitterand
 
Vive sono ancora alcune leggende legate a Riva, tra cui quella del “Visul” un uomo, pare, vissuto sul Po e morto sul fiume mentre con il suo battello andava a tiro di un volo di anatre selvatiche.
Scuole dell’infanzia:
Famosa anche per la cronaca più rovente con gli scontri sul fiume tra partigiani e tedeschi, la sua storia più recente ha una concretezza dolorosa che si lega alla lapide che ricorda un partigiano caduto in quegli scontri<ref>{{cita|Cucconi|pp. 245-248}}.</ref>.
 
===== Altre località =====
* ''Scuola materna parrochiale “Rosa Agazzi, via Guido
Del comune di Suzzara fanno parte anche le località di Alberine - Caselle (4,41&nbsp;km), Arginotto (4,29&nbsp;km), Borgo Quindici (2,59&nbsp;km), Ca' Vecchia (8,36&nbsp;km), Cittadella - Bugni (5,38&nbsp;km), Corte Alipranda (4,06&nbsp;km), Corte Gorizia (5,40&nbsp;km), Corte Rozza (4,98&nbsp;km), Curada (4,93&nbsp;km), Forte Urbano (4,94&nbsp;km), Gazzina - Cherubina (3,38&nbsp;km), Gonzagone (3,73&nbsp;km), Lo Stradone (3,19&nbsp;km), Merlotti (3,35&nbsp;km), Palazzo Fame (3,77&nbsp;km), Pioppelle (3,41&nbsp;km), Venirola (3,67&nbsp;km), Vienuove (7,20&nbsp;km), Zamiola (6,60&nbsp;km), Zanetta (4,43&nbsp;km)<ref>{{cita web|url= http://italia.indettaglio.it/ita/lombardia/mantova_suzzara_riva.html|titolo=Comune di Suzzara frazioni| accesso=14 aprile 2014|}}</ref>.
 
== Economia ==
Istituto comprensivo 1, situato in viale Zonta che comprende:
=== Agricoltura ===
[[File:Paesaggio di Suzzara.jpg|left|thumb|Territorio agricolo di Suzzara]]
Suzzara è il principale centro agricolo-industriale dell'[[Oltrepò mantovano]]. Ha una superficie territoriale di 6110 ettari<ref>{{cita web|url=http://www.tuttitalia.it/lombardia/provincia-di-mantova/50-comuni/superficie/|titolo= Superficie territoriale di Suzzara| accesso=8 maggio 2014}}</ref> e una superficie agrario forestale di 5255 ettari, utilizzata per la maggior parte in seminativi<ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura 2010">Utilizzazione del terreno per ubicazione delle unità agricole</ref>
 
A seguito dell'opera di Bonifica dell'Agro mantovano - Reggiano avvenuta nel [[1907]], che diede una rapida accelerata al settore zootecnico e quello lattiero-caseario, si è andato via via specializzando l'[[allevamento]] di bestiame per la produzione di latte. Lo sviluppo del settore zootecnico è stato anche fortemente influenzato dal progresso del settore agricolo attraverso l'impiego di moderni mezzi tecnici (concimi chimici, irrigazione con metodi all'avanguardia, antiparassitari e meccanizzazione). Le coltivazioni prevalenti sono [[Triticum|grano]], [[mais]], [[barbabietola]], [[Patata (alimento)|patata]], [[pomodori]] e [[Ortaggio|ortaggi]]<ref name="Istat,Censimento dell'agricoltura [[2010]]">Utilizzazione del terreno delle aziende</ref>. L'allevamento è prevalentemente di suini(20883 suini dell'unità agricola) e di bovini (10815 bovini dell'unità agricola)<ref name="Istat, Censimento dell'agricoltura [[2010]]">Consistenza degli allevamenti. MetaData: Numero di capi per zona altimetrica, classi di superficie, tipo allevamento (tutte le voci tranne api), classe di giornate di lavoro totale aziendale</ref>
* ''Scuola dell’infanzia - Scuola primaria Anna Frank di Brusatasso
* ''Scuola dell’Infanzia “Atlantide” via Mitterand
* ''Scuola dell’infanzia “Ferrante Aporti” via Guido
* ''Scuola primaria “O.Visentini” viale Zonta
* ''Scuola primaria “Luca Gonella” via Iotti
* ''Scuola secondaria di 1º grado “G. Falcone” Via Guido
 
Le aziende agricole presenti sono di dimensioni medio grandi. In questa area l'[[agricoltura]] intensiva è stata un motore per l'industria meccanica applicata alla [[zootecnica]]. Importanti a livello nazionale sono gli allevamenti di bovini e suini. Le industrie alimentari che operano sul territorio (casearie, vinicole, delle carni) sono tra le più all'avanguardia in Italia e forniscono prodotti d'eccellenza<ref>{{cita web|url=http://www.pianodizonasuzzara.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1647&idCat=7181&ID=7185&TipoElemento=Categoria|titolo=Aziende agricole Suzzara|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519132835/http://www.pianodizonasuzzara.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=1647&idCat=7181&ID=7185&TipoElemento=Categoria|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>.
Istituto comprensivo 2 “Il milione”, via Caleffi che comprende:
 
=== Commercio ===
* ''Scuola dell’Infanzia di Roncobonoldo via Iemmi
-Scuola dell’Infanzia di Tabellano Via Caretta
Il commercio a Suzzara inizia a prendere piede agli inizi del [[1900]] a seguito della [[Bonifica agraria|bonifica]] delle sue terre, alla realizzazione di strade, case e la [[ferrovia Suzzara-Ferrara]] e la [[ferrovia Verona-Mantova-Modena]].
* ''Scuola dell’Infanzia “Rodari” Via Lambrakis 
* ''Scuola dell’Infanzia “I Girasoli”, via Lumumba
* ''Scuola dell’Infanzia “Rosa Agazzi” di Villa Saviola, Via Livio Olivieri
* ''Scuola Primaria Collodi - via Caleffi
* ''Scuola secondaria di 1º grado “Pascoli” via Caleffi
 
Secondo i dati Istat al [[2011]] le attività commerciali maggiormente sviluppate sono quelle del commercio all'ingrosso e al dettaglio di riparazione di autoveicoli e motocicli (308 unità attive e 1206 addetti Seguono le attività di costruzioni (unità 212/addetti 398) e il commercio al dettaglio (162 unità e 652 addetti)<ref>Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro [[2001]]</ref>.
====Istituti superiori:====
* ''Fondazione scuola Arti e Mestieri “F. Bertazzoni”, via F. Bertazzoni
* ''Istituto superiore Manzoni, via Mantova, comprende ITES istruzione tecnica e istruzione liceale
==== Biblioteche ====
* ''Piazzalunga''
[[File:Centro culturale Piazzalunga.JPG|thumb|Centro culturale Piazzalunga Suzzara]]
La Biblioteca Comunale, fondata nel [[1967]], è l'Istituto Culturale di riferimento per la città. Biblioteca di pubblica lettura e centro culturale, da sempre mantiene un contatto stretto con la comunità suzzarese, offrendo i propri servizi, oltre che al pubblico di studenti, a tutti i cittadini che possono trovare strumenti di informazione e documentazione sempre aggiornati.
Nel [[2013]] la biblioteca è diventata centro culturale Piazzalunga, ampliando il raggio dei propri servizi e delle iniziative organizzate.
 
==== MuseiIndustria e artigianato ====
[[File:Zona industriale di Suzzara.jpg|thumb|left|Scorcio della zona industriale di Suzzara]]
* ''Galleria del Premio''
[[File:GalleriaZona delindustriale premiodi Suzzara 2.jpg|thumb|Galleria delleft|Zona Premioindustriale -di Suzzara]]
L'[[industria]] e l'[[artigianato]] contano una imprenditoria rilevante e molto diversificata. Oltre ad alcune grandi fabbriche è presente un significativo indotto di [[piccola e media impresa]]. Tutta la zona ha avuto un forte impulso nella fase postindustriale, fra la fine degli anni cinquanta e i primi anni settanta.
La galleria del Premio Suzzara si trova in Via Don Bosco. Nel 2002 nasce il Museo Galleria del Premio Suzzara che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di una storia iniziata nell’immediato dopoguerra
 
A Suzzara sono presenti infatti 1124 imprese<ref>Imprese a Suzzara al censimento del [[2011]]</ref> tra le quali predominano quelle impiegate nel settore agricolo e quelle nel settore manifatturiero.
== Persone legate a Suzzara ==
Nel settore industriale le attività predominanti sono quelle meccaniche, della refrigerazione e del settore lattiero-caseario.<ref name="Istat, Censimento [[Industria]] e Servizi 2011">Unità locali e addetti - Dati sino al livello comunale e per Sistema locale del lavoro 2001</ref>.
 
==== Settore meccanico ====
* [[Guido da Suzzara]], (Suzzara 1223 - Bologna 1293) giurista e avvocato
=====Iveco SPA=====
L'economia suzzarese è strettamente legata al settore meccanico, in particolare a quello della realizzazione e della riparazione di macchinari agricoli. Verso la fine del [[XIX secolo]] a Suzzara approdò Francesco Casali che diede inizio ai primi fermenti industriali della zona e aprì una piccola [[Officina (meccanica)|officina]] in via Roma (oggi Luppi Menotti) per la riparazione di mezzi agricoli (in particolare trebbiatoi). Attorno al [[1891]], la Ditta Casali ampliò produzione e sede, portandosi lungo il viale della [[Stazione di Suzzara]], in una [[Fabbrica]] progettata dall'ing. [[Francesco Piazzalunga]]. La conversione della produzione durante la [[prima guerra mondiale]] segnò pesantemente la Casali, che [[1918]] divenne CIMAC (Compagnia industriale macchine agricole Casali) con sede ufficiale a [[Mantova]] e che nel [[1922]] dovette cedere il passo alla MAIS a seguito di una grave crisi produttiva. Nel [[1936]] la MAIS venne assorbita dall'[[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]] di [[Brescia]], passando dalla produzione di macchine agricole a quella di autocarri militari, telai e carrozzeria per autobus e autocarri. Dalla fusione di 5 diversi marchi: [[Fiat Veicoli Industriali]] (con sede a [[Torino]]), Officine Meccaniche ([[Italia]]), [[Lancia Veicoli Speciali]] (Italia), [[Unic]] ([[Francia]]) e [[Magirus]]-Deutz ([[Germania]]), nascerà l'attuale [[Iveco]], situata in viale Zonta<ref>{{cita|Bianchi|pp. 22-30|cidBianchi}}.</ref>.
 
=====Zucchi=====
* [[Giovanni Marangoni|Giovanni Marangoni]], (Mantova 1834 - 1869 Castel Sant’Angelo), patriota e rivoluzionario.
A fronte del successo della [[Casali (azienda)|Casali]], nel [[1909]] venne fondata la ditta industrie meccaniche Zucchi Pilade, operaio della Casali, che forte di quell'esperienza decise di costruire uno stabilimento per la produzione di macchine sgranatrici e sfogliatrici, trebbiatrici, turbine idrovore, meccanismi per mulini, caldaie a vapore, essiccatoi per cereali, motori a gas povero, costruendo la sua ditta accanto alla Casali, nel viale della [[Stazione di Suzzara]]. La Zucchi Pilade sarà operante nel settore fino al trasferimento a Mantova nel [[1913]] con denominazione S.A.I.M.S. (Società anonima industrie meccaniche suzzaresi)<ref>{{cita libro|nome=Paolo|cognome=Bianchi|titolo=Uomini e Macchine|anno=1999|editore=Arti grafiche Bottazzi and co s.n.c.|città=Suzzara|pp=195-196}}</ref>.
 
=====Pinfari=====
* [[Francesco Piazzalunga]], (Suzzara [[1849]] - Suzzara [[1931]]) professore e ingegnere, lavorò a lungo all’Ufficio tecnico del Comune e fu eletto sindaco nel [[1881]]<ref>{{cita|Cucconi|pp.297|cidCucconi}}</ref>.
[[File:Pinfari.jpg|thumb|Azienda Pinfari Suzzara]]
Nel settore meccanico famosa è la Pinfari, di Italo e Dante Pinfari, situata in via Curtatone e Montanara per la costruzione di attrazioni per i [[Luna park]]<ref name="cita-Cucconi-p215">{{cita|Cucconi|p. 215}}.</ref>. Nata ufficialmente nel [[1857]] come carpenteria per la realizzazione di attrezzi agricoli, divenne la prima azienda nel mondo a produrre [[montagne russe]] interamente in acciaio<ref>[http://www.roller-coaster.it/ Interpark Amusements - homepage]</ref>. Nel [[2008]] la ditta ha dichiarato fallimento: i brevetti ed il catalogo prodotti sono stati acquisiti da Interpark Amusements di [[Spilamberto]].
 
=====Carra=====
* [[Maria Goia]], (Cervia [[1878]] - Cervia [[1924]]) fu una delle figure di primo piano del socialismo mantovano e una delle poche donne che si cimentarono nella politica alla fine del [[1800]]<ref>{{cita|Cucconi|pp.299|cidCucconi}}</ref>
Alcuni operai della ditta Casali si unirono per fondare un'azienda che producesse macchine agricole: è questo ciò che avvenne alla Società fratelli Carra che ebbe origine nel [[1914]], per opera di 5 fratelli, Adelelmo, Cirillo, Luciano, Ciro e Sante, allievi della Scuola Arti e mestieri. Dopo la cessione della Casali, i quattro fratelli costruirono un laboratorio di riparazione di macchine agricole. Nel [[1919]] il laboratorio fu spostato in via XXIII Aprile. I fratelli ottennero negli anni ante [[seconda guerra mondiale]] numerosi successi, grazie alla produzione di sgranatrici, come la ''Universal'' e trebbiatrici, come la ''Virgiliana'', gioiello della meccanica agricola. Cirillo Carra in quegli anni fu oltretutto insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'ordine dal Capo dello Stato. L'industria cessò l'attività nel [[1961]]<ref>{{cita|Cucconi|pp. 216-217}}.</ref>.
 
=====Marocchi=====
* [[Achille Menotti Luppi]], (Pegognaga [[1867]] - Mantova [[1946]]), politico
 
Con pochi operai in via Manzoni, nel [[1920]] nasceva l'attività di Arrigo Marocchi, nella produzione di cucine economiche. Nel [[1933]] la ditta si trasferì in via Solferino e nel [[1939]] iniziò l'attività collaterale di costruzione di macchine agricole, che passerà poi nel dopoguerra in mano a Felice Compagnoni<ref>{{cita|Cucconi|p. 217}}.</ref>.
* [[Francesco Bertazzoni]], ( Suzzara [[1877]] - Suzzara [[1941]]), ingegnere
 
=====COMAS=====
* [[Guido Mazzali]], (Suzzara 1895 - Milano 1960), politico e giornalista.
 
Azienda che visse dal [[1921]] al [[1930]], la Costruzioni Meccaniche Agricole di Suzzara si occupava di costruzione di sgranatrici e riparazione di macchine agricole dirette da Arcangelo Bottazzi. Originariamente sorta in viale Virgilio, si spostò poi in via Don Bosco<ref name="cita-Cucconi-p215" />.
* [[Gina Galeotti Bianchi]], (Mantova [[1913]] - Milano [[1946]]), partigiana.
 
=====Pineschi=====
* [[Olga Visentini]], (Nogara, 25 aprile [[1893]] – Padova, 29 maggio [[1961]]), insegnante.
 
La ditta fratelli Pineschi, proveniente dalla zona di [[Rolo]] e [[Novi di Modena|Novi]], si stabilì a Suzzara in via Curtatone e Montanara, per la lavorazione e il commercio dei legnami e la produzione di imballaggi e compensati in genere. Nel [[1957]] chiuse i battenti, anche a seguito di un disastroso incendio avvenuto nel [[1950]]<ref name="cita-Cucconi-p218">{{cita|Cucconi|p. 218}}.</ref>. Al suo posto venne inserita la IN.CON per la produzione di controplaccati<ref name="cita-Cucconi-p218" />.
* [[Italo Allodi]], (Suzzara, [[1928]] – [[Firenze]], 3 giugno [[1999]]), storico general manager dell'[[Inter]] della [[Juventus]], della [[Fiorentina]] e del [[Calcio Napoli|SSC Napoli]].
 
=====I.M.A.S=====
* [[Bruno Edmondo Arnaud]], (Tabellano di Suzzara, 1º novembre [[1901]] – [[Ragusa]], 16 settembre [[1943]]), capitano di fanteria insignito con la [[medaglia d'oro al valor militare]] durante la [[Seconda guerra mondiale]].
 
Nel [[1935]] due operai già facenti parte della MAIS, iniziano per conto proprio un'attività di carattere artigianale riparando macchine agricole. Preso in affitto un capannone in via Manzoni, Renato Formentini e Vittorio Erminetti allargano la cerchia dei propri clienti. In seguito i due si dedicarono anche alla produzione in particolare di una trebbiatrice per frumento a paglia lunga, nel [[1940]], e una pressaforaggi<ref>{{cita|Cucconi|p. 219}}.</ref>. La ditta chiuderà a seguito di una forte crisi negli anni sessanta<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 176}}.</ref>.
* [[Roberto Beghi]], (Suzzara, [[1922]]), ex calciatore.
 
=====Maravelli=====
* [[Mirko Bellodi]], (Suzzara, 20 ottobre [[1973]]), ex calciatore.
 
La ditta artigianale fratelli Maravelli si trovava in località Zara Zanetta e si era avviata come ditta di falegnameria e riparazione di macchine agricole grazie ai fratelli Evaristo, Medardo e Giuseppe Maravelli. Nel [[1946]] iniziò a produrre carri agricoli con botte per poi passare a sfogliagranatrici e sgranatrici per mais. Negli anni sessanta la ditta che vantava una ventina di dipendenti cessò la produzione tradizionale dedicandosi a nuovi tipi di macchinari in ferro per l'agricoltura, passando a Remo Maravelli, figlio di Evaristo, che prese in mano la ditta nel [[1965]]. La ditta cessò l'attività nel [[1986]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 188}}.</ref>.
* [[Stefano Benassi]], (Suzzara, 26 dicembre [[1957]]) doppiatore cinematografico.
 
=====Tagliavini e Negri=====
* [[Bruno Bianchi (politico)|Bruno Bianchi]], (Suzzara, 28 luglio [[1909]] - 29 giugno [[1986]]), [[deputato]] all'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana]].
 
Nel [[1950]] il giovane Loredano Tagliavini ideava e sperimentava una sfogliasgranatrice da granoturco di nuova concezione. Di qui l'idea di farne un [[brevetto]]<ref>{{cita|Cucconi|p. 222}}.</ref>. Spinto da necessità di finanziamento si associò l'anno dopo con Aldo Negri in un angusto laboratorio di Viale [[Virgilio]], dal quale nel [[1957]] si trasferiranno. Il nuovo locale, ubicato sempre in viale Virgilio era dotato di capannoni, uffici e magazzini. Nel [[1960]] la ditta iniziò a lavorare anche per il mercato estero. Con la morte di Tagliavini e la crisi del settore, la ditta cesserà l'attività nel [[1962]]<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 192}}.</ref>.
* [[Piero Caleffi]], (Suzzara, 9 giugno [[1901]] – [[Roma]], 22 agosto [[1978]]), partigiano e politico.
 
===== Piusi =====
* [[Claudio Caramaschi]], (Suzzara, 1º luglio [[1940]]), attore, scrittore e regista.
 
Nel [[1953]] l'ing. Franco Varini fonda la [[Piusi]] e comincia l'attività con il nome O.M.A.A. Srl (Officina meccanica riparazioni agricole) allo scopo di costruire e commercializzare pompe, compressori macchine e altri articoli per usi industriali e agricoli. La ditta si caratterizzò all'inizio come officina meccanica per applicazioni agricole<ref name="piusi.it">{{cita web|url=http://www.piusi.it/azienda/produzione-pompe-suzzara|titolo=Piusi|accesso=19 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519184417/http://www.piusi.it/azienda/produzione-pompe-suzzara|dataarchivio=19 maggio 2014|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita|Bianchi |2008|p.199}}.</ref>. Nel [[1958]] l'ing. Franco Varini prelevava l'ex sede del laboratorio Rossi-Genitrini di via Toti, iniziando a produrre macchine e accessori per l'agricoltura e per applicazioni a trattrici agricole. Il concetto alla base della progettazione era l'unificazione di certi particolari della trattrice, cosa che permise subito un grande sviluppo anche all'estero<ref name="cita-Cucconi-p223">{{cita|Cucconi|p. 223}}.</ref>. L'azienda attualmente è ubicata in zona industriale Rangavino e a fornisce soluzioni professionali, di semplice utilizzo e di elevate prestazioni per il travaso, per il rifornimento e per la misurazione di lubrificanti, carburanti e liquidi<ref name="piusi.it" />.
* Telesforo Cattoni, (Tabellano, 1º luglio [[184]]1 - Gazzoldo, 14 ottobre [[1861]]), avvocato, uno dei [[Mille]] di Garibaldi.
 
=====Bosi=====
* [[Gino Corradini]], (Suzzara, 5 giugno [[1929]]), ex calciatore.
 
Nel [[1960]] i fratelli Bosi aprono un laboratorio per la produzione di speciali marmitte per auto, in via [[Galilei]]<ref name="cita-Cucconi-p223" />.
* [[Gastone Darè]], (Suzzara, 18 febbraio [[1918]] – Mantova, 7 giugno [[1976]]), schermidore e politico.
 
=====Fr. Grespan=====
* [[Enrico Manfredini]], (Suzzara, 20 gennaio [[1922]] – Bologna, 16 dicembre [[1983]]), [[Arcivescovo di Bologna]] per un breve periodo.
 
Alla metà degli anni cinquanta Bruno Grespan, già dipendente della [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]], con l'aiuto del fratello Edy, progettò un nuovo modello di sfogliasgranatrice per granoturco. Trasferitisi da via Piave a via Galilei cominciarono a rendere più ricca la gamma dei prodotti con un modello di sfogliatrice su due ruote. Nel [[1964]] avvenne la fusione con la Cavaletti Snc, da cui nacque la [[Grecav]], che si amplierà a [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]] dedicandosi alla fornitura di componentistica alle grandi case di macchine agricole e industriali e nel settore minicar<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 206}}.</ref>.
* [[Paolo Marocchi]], (Suzzara, 16 maggio [[1936]]), ex calciatore
 
=====Bondioli e Pavesi=====
* [[Brenno Milani]], (Suzzara, 14 febbraio [[1925]]), ex calciatore.
 
Le origini della Bondioli e Pavesi risalgono al [[1950]] quando Edi Bondioli e Guido Pavesi fondano una piccola officina in via Piave a Suzzara per la riparazione di macchine agricole, gettando anche le basi della produzione di scatole ingranaggi e alberi cardanici, due prodotti per la trasmissione di potenza che risulteranno fondamentali nello sviluppo della meccanizzazione agricola del secondo dopoguerra<ref name="italia.bondioli-pavesi.com">{{cita web|url=http://italia.bondioli-pavesi.com/ita/Bpitalia.pag|titolo=Bondioli e Pavesi|accesso=19 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519165618/http://italia.bondioli-pavesi.com/ita/Bpitalia.pag|dataarchivio=19 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1961]] i due soci arrivano a costruire l'attuale stabilimento di via 23 aprile. Nel [[2000]] la ditta è arrivata a 600 dipendenti a Suzzara, 400 con le 10 filiali estere<ref>{{cita|Bianchi 2008|p. 207}}.</ref> La gestione del mercato italiano rimane in carico alla casa madre sino al [[2007]] quando viene creata Bondioli & Pavesi Sales & Logistics, una società che si occupa di gestire la logistica distributiva del gruppo e le attività commerciali per il mercato italiano<ref name="italia.bondioli-pavesi.com" />.
* [[Carlo Prandi]], (Suzzara, 7 settembre [[1931]]), storico delle religioni, docente universitario.
 
'''GIBICAR'''
* [[Paolo Roversi (scrittore)|Paolo Roversi]], (Suzzara, 29 marzo [[1975]]), scrittore e giornalista.
 
Nel 1963 viene fondata GIBICAR, azienda dell'indotto Fiat / Iveco, che negli anni si specializzerà nella produzione di sedili per il trasporto passeggeri e veicoli militari, diventando una delle aziende di riferimento nel settore, sia a livello nazionale che europeo. L'azienda nel 2009 viene assorbita da un altro marchio operante nel settore e l'attività trasferita nel reggiano.
* [[Dino Villani]], (Nogara, 16 agosto [[1898]] – Milano, 13 marzo [[1989]]) pubblicitario, pittore e critico d'arte italiano, ideatore del "Premio Suzzara".
 
==== Settore refrigerazione ====
* [[Olga Villi]], (Suzzara, 20 gennaio [[1922]] – [[Rapallo]], 14 agosto [[1989]]), attrice.
=====Tasselli=====
 
Il pioniere del settore della refrigerazione fu senz'altro Giovanni Tasselli, che iniziò a costruire ghiacciaie dalla vicinanza della sua residenza alla “fabbrica del ghiaccio” di Viale Diaz<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 19-25}}.</ref>. Quest'ultima venne costruita per conto di Efidio Carra e Gino Marcheselli nel [[1921]] con celle frigorifere per macellai, salone per conservazione alimentari, fabbrica selz, gassose, pastorizzazione birra<ref name="cita-Cucconi-p218" />.
* [[Antonino Zaniboni]], (Sailetto di Suzzara, 1 febbraio [[1945]] – Suzzara, 15 gennaio [[2014]]), politico.
La ditta Tasselli nacque ufficialmente nel [[1942]] con la produzione di ghiacciaie domestiche<ref>{{cita|Bernardelli|p. 35}}.</ref>. Nel [[1989]] la Tasselli, dopo l'incorporazione con la Dart Italia Spa si chiamava Premark Italia spa. L'azienda nel [[2008]] fu costretta a chiudere lo stabilimento di Suzzara.
 
=====G. Leali=====
 
Tra le aziende da ricordare nel settore c'è la G. Leali Suzzara, fondata nel [[1958]] ad opera di Gianfranco Leali in via Ippolito Nievo per la costruzione di frigoriferi industriali con struttura in legno, ricoperti in laminato plastico. La ditta cessò la sua attività nel [[1966]], per una fortissima crisi di mercato. Nello stesso anno, Gianfranco Leali ritornò sul mercato con la “Cel Frigo di Giubertoni Elsa”, con il nome della moglie, in un capannone di via Montecchi. In questa nuova azienda Leali si dedicò alla produzione di armadi frigoriferi e porte per celle in muratura. Dopo trent'anni di attività, l'azienda chiuse nel [[1997]]<ref>{{cita|Bernardelli|p. 75}}.</ref>.
 
=====Everlasting=====
 
Tra le storiche aziende produttrici nel settore della refrigerazione troviamo l'Everlasting, nata nel [[1956]] con il nome “Evermatic” per opera di Giovanni Guidetti e Oliviero Caramaschi, in origine sita in via Ponteboccale. Negli anni 70 l'azienda vide il consolidamento dell'attività e della produzione la quale si estese anche alla refrigerazione cantieristica e all'attività di coibentazione di furgoni, per conto della [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]]-[[Fiat]] di Suzzara, e di mezzi anfibi di soccorso per la [[Lancia (azienda)|Lancia]] di [[Torino]]<ref name="everlasting.it">{{cita web|url=http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|titolo=Everlasting|accesso=7 maggio 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140508043018/http://www.everlasting.it/ita/ita/ita/storia.html|dataarchivio=8 maggio 2014}}</ref>. Nel [[1981]] venne aperta un'azienda parallela, la “Cold mark”, nell'area alle spalle della ditta capostipite (zona industriale tra Suzzara e [[Luzzara]]), che chiuderà nel [[2001]], ricostituendo un laboratorio nella zona di Palidano e specializzandosi nella produzione di celle frigorifere componibili<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 84-91}}.</ref>. Nel [[2007]], infine, nasce la “Evermed srl”, specializzata in prodotti refrigeranti del settore sanitario<ref name="everlasting.it" />.
 
===== Zanotti =====
 
L'attività della Zanotti nasce dalla mente del tecnico-imprenditore Mario, che dopo aver collaborato con l'impresa dei cognati Fiocchetti e frequentato corsi alla Scuola Arti e Mestieri decise di mettersi in proprio nel locale dell'autorimessa famigliare di Strada Statale Cisa, riparando macchine refrigeranti. Nel 1962 dopo i primi successi Mario fondò la “Zanotti Mario - frigorista” dando origine alla produzione delle unità refrigeranti “Uniblock”, caratterizzate da una nuova concezione in cui venivano assemblati in un unico apparecchio compressore, condensatore, evaporatore e quadro elettrico. In seguito l'azienda allargò la produzione costruendo impianti per locali di asciugamento e stagionatura salumi. Nel [[1981]] la Zanotti cambiò ragione sociale in “Uniblock Zanotti Spa” e nel 1995 ampliò i locali e si trasferì a [[Pegognaga]]. Mario Zanotti restò al timone fino al [[2006]], quando la ditta venne ceduta a Walter Marocchi e dopo l'abbandono della Uniblock si rimise sul mercato con la “Zamar”, che attualmente si dedica alla produzione di attrezzature da utilizzare nel campo medico e sanitario<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 115-125}}.</ref>.
 
=====Cisaplast=====
 
La nascita dell'azienda nel [[1962]]<ref>{{cita web|url=http://www.cisaplast.com/Sezione.jsp?titolo=Azienda&idSezione=1|titolo=Cisaplast srl|accesso=7 maggio 2014|dataarchivio=26 marzo 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326155658/http://www.cisaplast.com/Sezione.jsp?titolo=Azienda&idSezione=1|urlmorto=sì}}</ref> si deve a [[Walter Mantovani]], figura tra l'altro popolare per i suoi trascorsi calcistici. Grazie alla frequentazione con [[Luigi Tasselli]], suo amico conosciuto durante gli anni da presidente del [[Suzzara Calcio]], fondò nel [[1961]] la società Cisaplast srl, concentrando la produzione su stampaggio sotto vuoto di materiali plastici impiegati come controporte dei frigoriferi e di guarnizioni in gomma per la tenuta del freddo delle porte stesse. La sede produttiva si trovava in località Croce del Gallo e veniva gestita assieme al fratello Armando e i nipoti Alessandro e Alberto Guiducci. La gamma produttiva in seguito si allargò con la costruzione di retrocoperchi in plastica per gli apparecchi televisivi prodotti dalla [[Europhon]] di [[Quistello]] e successivamente partì la produzione di porte complete di plastica per banchi alimentari refrigerati, accanto alla lavorazione dell'acciaio inossidabile di porte e cassetti per banchi bar e negozi alimentari.
 
Nel [[1966]] iniziò anche la produzione di fac-simili di plastica di prodotti alimentari e la produzione di insegne luminose pubblicitarie (per marchi quali [[Ferrari]] e Milkivit). Infine nel [[1977]] passò alla produzione di porte a vetro in alluminio per frigoriferi e congelatori, self-service a basse temperature. Nel 2006 la ditta ha ampliato i propri locali, costruendo un capannone nella zona di Motteggiana<ref>{{cita|Bernardelli|pp. 134-135}}.</ref>.
 
==== Settore lattiero-caseario ====
Tra i principali centri di sviluppo del settore lattiero caseario troviamo proprio Suzzara, che iniziò la fase di produzione verso la fine del [[1800]], grazie alla nascita della Ditta Scaravelli e Negri e Compagni, nei pressi della stazione ferroviaria. Quest'ultima iniziò ad occuparsi della manipolazione e dell'esportazione di latticini, con fabbrica a vapore di ghiaccio compresa, viste le celle frigorifere necessarie per la manipolazione e la conservazione del burro<ref>{{cita libro|autore=Camera di Commercio e d'Arti della Città|autore2=Provincia di Mantova|wkautore2=Provincia di Mantova|titolo=Relazione sull'andamento delle industrie e del commercio del Distretto Camerale di Mantova. Anno 1899|annooriginale=1900|editore=stabilimento tipografico Eredi Segna|città=Mantova}}</ref>.
 
L'industria del caseificio, in particolare quella della produzione di burro, nel mantovano ebbe una notevole rilevanza, tanto da intraprendere numerose esportazioni anche verso l'[[America]]. Riuscì inoltre a sopportare i periodi di crisi per l'alta qualità, la grande capacità di alcuni industriali e dei caseifici cooperativi.
Nel [[1901]] la Ditta Scaravelli e Negri e Compagni venne sostituita dalla Latteria Lombarda, una società commerciale per la produzione e il commercio del formaggio e del burro. La sede della società era [[Guastalla]] mentre lo stabilimento restò a Suzzara. Oltre alla produzione di burro e formaggio, la società si propose l'allevamento dei maiali, il commercio del vino, delle uova e dei polli<ref>{{cita libro|autore=Camera di Commercio e d'Arti della Città|autore2=Provincia di Mantova|wkautore2=Provincia di Mantova|titolo=Relazione sull'andamento delle industrie e del commercio del Distretto Camerale di Mantova. Anno 1901|annooriginale=1902|editore=G. Mondovi|città=Mantova}}</ref>.
 
Il mantovano quindi raggiunse picchi di produzione molto alti, superando anche il Reggiano famoso per la produzione di [[formaggio grana]]. Attorno al [[1917]] proseguì la produzione di formaggio, ma venne abbandonata la stagionatura a causa dello scoppio della [[prima guerra mondiale]]. Nel [[1919]] l'industria del caseificio subì un ulteriore scossa dovuta alla limitata produzione e disponibilità di latte per uso industriale, essendo diminuito il numero delle vaccine lattifere e aumentato l'impiego del latte a uso alimentare e a seguito dei controlli governativi, troppo rigidi per stimolare la produzione di latticini. Attorno al [[1921]] nacque anche una Società industriale casearia proprio per risolvere problemi relativi al prezzo del latte e alla produzione stessa, per controllare in maniera più ponderata gli interessi caseari.
La seconda metà del Novecento vide invece un rilancio del settore, con la nascita di numerosi caseifici sparsi per tutto il suzzarese<ref>{{cita|Cucconi|p. 226}}.</ref>.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Ferrovie ===
Il comune è attraversato dalla [[Ferrovia Verona-Mantova-Modena|ferrovia Verona - Mantova - Modena]], dalla [[Ferrovia Parma-Suzzara|ferrovia Parma - Suzzara]] e dalla [[ferrovia Suzzara-Ferrara]] ed è servito dalla [[Stazione di Suzzara|propria stazione ferroviaria]], posta in viale Zonta.
{{vedi anche|Stazione di Suzzara}}
Il comune è attraversato dalla [[Ferrovia Verona-Mantova-Modena|ferrovia Verona - Mantova - Modena]] e dalla [[Ferrovia Parma-Suzzara|ferrovia Parma - Suzzara]] ed è servito dalla [[Stazione di Suzzara|propria stazione ferroviaria]] in via Matteotti 3.
 
=== Mobilità urbana ===
== Amministrazione ==
Collegamenti suburbani sono inoltre svolti mediante autoservizi [[APAM]].
Il sindaco Wainer Melli è stato eletto con il 55,85% dei voti.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2004]]
|[[2009]]
|Anna Bonini
|[[Democratici di Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|3 luglio [[1990]]|14 giugno [[1999]]|Luigi Salardi|[[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec
{{ComuniAmminPrec|14 giugno [[1999]]|8 giugno [[2009]]|Anna Bonini|[[Democratici di Sinistra|DS]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
|[[2009]]
{{ComuniAmminPrec|8 giugno [[2009]]|26 maggio [[2014]]|Wainer Melli|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
|[[2014]]
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|Wainer Melli
{{ComuniAmminPrec|10 giugno [[2024]]|''in carica''|Alessandro Guastalli|[[Partito Democratico (Italia)|PD]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
|[[Partito Democratico]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|FRA|Brioude|1995}}<ref>{{cita web|url=https://aiccrelombardia.files.wordpress.com/2010/09/lista_aiccre_lombardia.pdf|titolo=Gemellaggi della Regione Lombardia| accesso=17 aprile 2014}}</ref>
 
== Sport ==
Nella città ha sede il [[Suzzara Sport Club]] che gioca le sue partite al Campo Sportivo Comunale, intitolato a Italo Allodi.
 
== Note ==
{{references|3Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Paolo|cognome=Gulisano|titolo=Colombano: un santo per l'Europa|anno=2007|editore=Ancora|città=Milano}}
{{MultiCol}}
* {{cita libro|nome=Andrea|cognome=Castagnetti|titolo=L'organizzazione del territorio rurale nel Medioevo|anno=1982|editore=Pàtron|città=Bologna}}
* {{cita web|url=http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=3&idCat=138&ID=153|titolo=Storia e monumenti di Suzzara|accesso=24 ottobre 2009}}
* {{cita libro|autore=Bruno Freddi|autore2=Lino Casaletti|autore3=Antonio Magnani|autore4=Lino Boselli|autore5=Nardino Bottazzi|autore6=Giordano Cucconi|titolo=Suzzara borgo paese città|anno=1983|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Freddi}}
* {{cita libro|Paolo|Gulisano|Colombano: un santo per l'Europa|2007|Ancora|Milano}}
* {{cita libro|autore=Giordano Cucconi|autore2=Bruno Freddi|autore3=Benvenuto Guerra|autore4=Cesare Righi|autore5=Nardino Bottazzi|titolo=Suzzara la sua storia la sua gente|anno=1968|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Cucconi}}
* {{cita libro|Andrea|Castagnetti|L'organizzazione del territorio rurale nel Medioevo|1982|Pàtron|Bologna}}
* {{cita libro|autorenome=Bruno FreddiPaolo|autore2cognome=Lino CasalettiBianchi|autore3titolo=AntonioL'atlante Magnani|autore4=Linoeconomico Boselli|autore5=Nardinoe Bottazzi|autore6=Giordanosociale Cucconi|titolo=Suzzaradi borgoarea paesevasta. cittàFerrara, Mantova, Ravenna, Rovigo. L'oriente padano|anno=19832006|editore=CDS edizioni Bottazzi|città=SuzzaraFerrara|cid=cidFreddiBianchi 2006}}
* {{cita libro| autorenome=Giordano CucconiPaolo|autore2cognome=Bruno Freddi|autore3=Benvenuto Guerra|autore4=Cesare Righi|autore5=Nardino BottazziBianchi|titolo=Suzzara la sua storia la sua genteaustriaca|annoannooriginale=19681987|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=cidCucconiBianchi 1987}}
* {{cita libro|nome=Paolo|cognome=Bianchi|Uominititolo=La ecittà Macchinedelle macchine|1999anno=2008|Edizionieditore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=cidBianchiBianchi 2008}}
* {{cita libro|nome=Noris|cognome=Zuccoli|titolo=Teatri storici nel territorio mantovano|anno=2005|editore=edizioni Arcari|città=Mantova|cid=Zuccoli}}
* {{cita libro|Paolo|Bianchi|L'atlante economico e sociale di area vasta. Ferrara, Mantova, Ravenna, Rovigo. L'oriente padano|2006|Ferrara|CDS edizioni}}
* {{cita libro|Paoloautore=Walter Boni|Bianchiautore2=M.G.Fiorini Galassi|autore3=Enrichetta Ribezzi|titolo=Guido da Suzzara austriacaGiureconsulto|anno=1987|Suzzara|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara}}
* {{cita libro|Paolonome=Giuseppe|Bianchicognome=Bernardelli|Latitolo=Le cittàfabbriche delledel macchinefreddo nel territorio suzzarese e dintorni|2008|Suzzaraanno=2009|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Bernardelli}}
* {{cita libro|nome=Pietro|cognome=Torelli|titolo=Le carte degli archivi reggiani|annooriginale=1921|editore=Cooperativa Lavoranti Tipografi|città=Reggio Emilia|cid=Torelli}}
* {{cita libro|Pierino|Pelati|Acque, terre e borghi del territorio mantovano. Saggio di toponomastica|1996||Asola|cid=cidPelati}}
* {{cita libro|nome=Giovanni|cognome=Tassoni|titolo=Toponomastica mantovana|anno=1987|editore=Edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Tassoni}}
* {{cita libro|Vittore|Colorni| Il territorio mantovano nel Sacro Romano Impero, 1|1959| edizioni A. Giuffrè| Milano|cid=cidColorni}}
* {{cita libro|autore=Daniela Sessi Gorni|autore2=Lino Casaletti|autore3=Antonio Magnani|autore4=Lino Boselli|autore5=Nardino Bottazzi|autore6=Giordano Cucconi|autore7=Bruno Freddi|titolo=Suzzara Città d'Italia. Nel 60° conferimento del titolo.|anno=1984|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=Gorni}}
* {{cita libro|Noris|Zuccoli| Teatri storici nel territorio mantovano|2005| edizioni Arcari| Mantova|cid=cidZuccoli}}
* {{cita libro|Lino|Casaletti| Le radici di San prospero|2004|edizioni Bottazzi| Suzzara|cid=cidCasaletti}}
* {{cita libro|autore=Walter Boni|autore2=M.G.Fiorini Galassi|autore3=Enrichetta Ribezzi|titolo=Guido da Suzzara Giureconsulto|anno=1987|editore=edizioni Bottazzi|città=Suzzara|cid=cidBoni}}
* {{cita libro|Giuseppe|Bernardelli|Le fabbriche del freddo nel territorio suzzarese e dintorni|2009|edizioni Bottazzi| Suzzara|cid=cidBernardelli}}
 
== Voci correlate ==
* [[SuzzaraOltrepò Calciomantovano]]
* [[Premio Suzzara]]
* [[OltrepòSuzzara MantovanoCalcio]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Suzzara}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.comune.suzzara.mn.it/|titolo=Comune di Suzzara.|accesso=7 maggio 2014}}
* {{ToponimoLombardia}}
* {{cita web|url=http://www.comune.suzzara.mn.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idArea=3&idCat=138&ID=153|titolo=Storia e monumenti di Suzzara|accesso=24 ottobre 2009}}
* {{cita web|url=http://www.comune-italia.it/comune-suzzara.html|titolo=Suzzara su Comune Italia.|accesso=7 maggio 2014}}
* {{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/020/065/|titolo=Suzzara su Comuni italiani.|accesso=7 maggio 2014}}
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* {{cita web|url=http://www.premiosuzzara.it/|titolo=Premio Suzzara|accesso=7 maggio 2014}}
 
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