Evoluzione stellare: differenze tra le versioni
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[[File:Stellar evolutionary tracks-it
▲[[File:Stellar evolutionary tracks-it .svg|thumb|upright=1.6|Il percorso evolutivo di diverse stelle lungo il [[diagramma H-R]].]]
La Tuttavia, dato che il ciclo vitale di una stella si estende per un tempo molto lungo su scala umana (milioni o miliardi di anni), è impossibile per un essere umano seguire passo passo l'intero ciclo di vita di una stella Uno strumento ancora oggi fondamentale per gli astronomi,
A seconda della massa, dell'età e della composizione chimica, i processi fisici in atto in una stella sono Alcuni [[astronomo|astronomi]] considerano non appropriato il termine "evoluzione", e preferiscono usare il termine '''ciclo vitale stellare''', in quanto le stelle non subiscono un processo evolutivo simile a [[evoluzione|quello]] degli individui di una specie ma, piuttosto, cambiano nelle loro quantità osservabili seguendo fasi ben precise che dipendono strettamente dalle caratteristiche fisiche della stella stessa.
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{{vedi anche|Formazione stellare}}
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La nascita delle stelle è stata osservata con l'ausilio dei grandi [[Telescopio|telescopi]] di terra e soprattutto dei [[telescopio spaziale|telescopi spaziali]] (in particolar modo [[Telescopio spaziale Hubble|Hubble]] e [[Telescopio spaziale Spitzer|Spitzer]]). Le moderne tecniche di osservazione dello spazio nelle varie [[lunghezza d'onda|lunghezze d'onda]] dello [[spettro elettromagnetico]], soprattutto nell'[[ultravioletto]] e nell'[[infrarosso]], e l'importante contributo della [[radioastronomia]], hanno permesso di individuare i luoghi di [[formazione stellare]].
Le stelle si formano all'interno delle [[nube molecolare|nubi molecolari]], delle [[nebulosa|regioni]] di gas ad "alta" densità<ref name="DensitàNubiMol">La densità di una nube molecolare è pari (se non inferiore) a quella di una stanza in cui è stato creato il [[vuoto (fisica)|vuoto]] per mezzo di una [[Pompa a vuoto|pompa]].</ref> presenti nel [[mezzo interstellare]], costituite essenzialmente da idrogeno, con una quantità di elio del 23–28% e tracce di elementi più pesanti.<ref name="Woodward">{{cita pubblicazione | autore=P. R. Woodward | titolo=Theoretical models of star formation | rivista=[[Annual
La formazione di una stella ha inizio quando una nube molecolare inizia a manifestare fenomeni di instabilità gravitazionale, spesso innescati dalle [[onda d'urto (fluidodinamica)|onde d'urto]] di una [[supernova]] o della [[Galassie interagenti#Collisione|collisione tra due galassie]]. Non appena si raggiunge una densità della [[materia (fisica)|materia]] tale da soddisfare i criteri dell'[[instabilità di Jeans]] (che si instaura quando la [[pressione]] interna del gas non è in grado di contrastare il collasso gravitazionale cui va naturalmente incontro una [[nebulosa|nube]] ricca di [[Materia (fisica)|materia]]), la regione inizia a [[collasso gravitazionale|collassare]] sotto la sua stessa gravità.
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[[File:Witness the Birth of a Star.jpg|thumb|left|upright=1.2|Rappresentazione artistica della protostella individuata nella [[nebulosa oscura|nube oscura]] [[LDN 1014]].]]
Il graduale collasso della nube porta alla formazione di densi [[Nebulosa oscura|agglomerati di gas e polveri oscure]], noti come [[globulo di Bok|globuli di Bok]], che arrivano a contenere una quantità di materia pari ad oltre 50 [[massa solare|masse solari]] (M<sub>☉</sub>). Mentre all'interno del globulo il collasso gravitazionale causa un incremento della densità materiale, l'[[energia potenziale gravitazionale]] viene convertita in [[energia termica]], con un conseguente aumento della [[temperatura]]: si forma in tal modo una [[protostella]], circondata da un [[disco di accrescimento|disco]] che ha il compito di accrescerne la [[
Se possiede una massa inferiore a 0,08 M<sub>☉</sub>, la protostella non raggiunge l'ignizione delle reazioni nucleari e si trasforma in una fredda e poco brillante [[nana bruna]];<ref>{{cita pubblicazione | autore = I. Baraffe | coautori = G. Chabrier, F. Allard, P. H. Hauschildt |anno = 1997| titolo = Evolutionary models for metal-poor low-mass stars. Lower main sequence of globular clusters and halo field stars | rivista = [[Astronomy and Astrophysics]] | volume = 327 |
Enigmatico è il meccanismo di formazione delle [[Stella massiccia|stelle massicce]]. Le [[nana bianco-azzurra|stelle di classe B]] (≥9M<sub>☉</sub>), nel momento in cui al loro interno si innescano le reazioni nucleari, si trovano ancora nel pieno della fase di accrescimento, la quale sarebbe contrastata e frenata dalla radiazione prodotta dal giovane astro; tuttavia, come accade per le stelle meno massicce, sembra che si formino dei dischi associati a [[getto polare|getti polari]] che permetterebbero all'accrescimento di proseguire.<ref name="stelle mass"/> Analogamente, per quanto riguarda le [[nana blu|stelle di classe O]] (>15M<sub>☉</sub>), le reazioni subentrano durante la fase di accrescimento, la quale prosegue però grazie alla formazione di enormi strutture [[toro (geometria)|toroidali]], fortemente instabili.<ref name="stelle mass"/>
== Sequenza principale ==
[[File:The Sun by the Atmospheric Imaging Assembly of NASA's Solar Dynamics Observatory - 20100819.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Sole]] (qui ripreso dall'Atmospheric Imaging Assembly del [[Solar Dynamics Observatory]] della [[NASA]]) è una stella di sequenza principale.]]▼
{{vedi anche|Sequenza principale}}
▲[[File:The Sun by the Atmospheric Imaging Assembly of NASA's Solar Dynamics Observatory - 20100819.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Sole]] (qui ripreso dall'Atmospheric Imaging Assembly del [[Solar Dynamics Observatory]] della [[NASA]]) è una stella di sequenza principale.]]
Le stelle trascorrono circa il 90% della propria esistenza in una fase di stabilità durante la quale fondono l'idrogeno del proprio nucleo in elio a temperatura e pressione elevate; tale fase prende il nome di [[sequenza principale]].<ref name="Mengel">{{cita pubblicazione | autore=J. G. Mengel|coautori= P. Demarque, A. V.Sweigart, P. G. Gross | titolo=Stellar evolution from the zero-age main sequence | rivista=Astrophysical Journal Supplement Series | anno=1979 | volume=40 |
In questa fase, ogni stella genera un [[vento stellare|vento]] di [[Particella elementare|particelle]] [[carica elettrica|cariche]] che provoca una continua fuoriuscita di materia nello spazio (che per gran parte delle stelle risulta irrisoria). Il Sole, ad esempio, perde, nel [[vento solare]], 10<sup>−14</sup> masse solari di materia all'anno,<ref name="Wood">{{cita pubblicazione | autore=B. E. Wood|coautori= H.-R. Müller, G. P. Zank, J. L. Linsky | titolo=Measured Mass-Loss Rates of Solar-like Stars as a Function of Age and Activity | rivista=The Astrophysical Journal | anno=2002 | volume=574 |
La durata della fase di sequenza principale dipende innanzi tutto dalla quantità di combustibile nucleare disponibile, quindi dalla velocità a cui esso è fuso; vale a dire, dalla massa iniziale e dalla luminosità della stella.<ref name="Mengel"/> La permanenza del Sole nella sequenza principale è stimata in circa 10<sup>10</sup> anni. Le stelle più grandi consumano il proprio "[[carburante]]" piuttosto velocemente ed hanno una vita decisamente più breve (qualche decina o centinaio di milioni di anni); le stelle più piccole invece bruciano l'idrogeno del nucleo molto lentamente ed hanno un'esistenza molto più lunga (decine o centinaia di miliardi di anni).<ref name="Mengel"/>
Oltre alla massa, un ruolo preminente nell'evoluzione dell'astro è rivestito dalla propria [[metallicità]], che influenza la durata della sequenza principale, l'intensità del [[campo magnetico]]<ref name="Pizzolato">{{cita pubblicazione | autore=N. Pizzolato|coautori= P. Ventura, F. D'Antona, A. Maggio, G. Micela, S. Sciortino | titolo=Subphotospheric convection and magnetic activity dependence on metallicity and age: Models and tests | rivista=Astronomy & Astrophysics | anno=2001 | volume=373 |
== Fase post-sequenza principale ==
La sequenza principale termina non appena l'idrogeno, contenuto nel nucleo della stella, è stato completamente convertito in elio dalla [[fusione nucleare]]; la successiva evoluzione della stella segue vie diverse a seconda della massa dell'oggetto celeste.<ref name="evoluzione stellare"
=== Stelle con masse tra 0,08
{{vedi anche|Ramo orizzontale|Ramo asintotico delle giganti|Stella subgigante|Stella gigante|Gigante blu|Gigante rossa}}
[[File:Sun red giant it.svg|thumb|left|Schema che rappresenta le dimensioni del Sole nella sequenza principale e nella fase di gigante rossa.]]
Le stelle con masse comprese tra 0,08 e 0,
Le stelle la cui massa è compresa tra 0,8 ed 8 masse solari attraversano una fase di notevole instabilità alla fine della sequenza principale: il nucleo (''core'') subisce diversi collassi gravitazionali, incrementando la propria temperatura, mentre gli strati più esterni, in reazione al vasto ''surplus'' energetico che ricevono dal core in contrazione,<ref name="catastr1">{{cita|Wheeler|p. 36|Catastr}}.</ref> si espandono e si raffreddano, assumendo di conseguenza una colorazione via via sempre più tendente al rosso.<ref name="richmond"/> Ad un certo punto, l'energia sprigionata dal collasso gravitazionale permette allo strato di idrogeno immediatamente circostante il nucleo di raggiungere la temperatura di ignizione della fusione nucleare. A questo punto, la stella, dopo esser passata per la fase altamente instabile di [[stella subgigante|subgigante]], si trasforma in una fredda ma brillante [[gigante rossa]] con un nucleo inerte di elio e un guscio in cui prosegue la fusione dell'idrogeno e permane in questa fase per circa un miliardo di anni.<ref name="evoluzione stellare">{{cita web | url = http://physics.ship.edu/~mrc/astro/NASA_Space_Science/observe.arc.nasa.gov/nasa/space/stellardeath/stellardeath_intro.html | titolo = Stellar Evolution & Death | editore = NASA's Observatorium | lingua = en | accesso = 15 febbraio 2009 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080704182351/http://physics.ship.edu/~mrc/astro/NASA_Space_Science/observe.arc.nasa.gov/nasa/space/stellardeath/stellardeath_intro.html }}</ref><ref name="Iben">{{en}} {{cita pubblicazione| autore = Icko Iben Jr.| titolo=Single and binary star evolution |rivista=Astrophysical Journal Supplement Series |anno=1991 | volume=76 |
[[File:Mira 1997 UV.jpg|thumb|Un'immagine della gigante rossa AGB [[Mira (stella)|Mira]] vista nell'[[radiazione ultravioletta|ultravioletto]] dal [[Telescopio spaziale Hubble]] (''[[NASA]]-[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]]'')]]
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Non appena l'elio è stato completamente esaurito all'interno del core, lo strato attiguo, che in precedenza ha fuso l'idrogeno in elio, inizia a fondere quest'ultimo in carbonio, mentre sopra di esso un altro strato continua a fondere parte dell'idrogeno restante in elio; la stella entra così nel [[ramo asintotico delle giganti]] (AGB, acronimo di ''Asymptotic Giant Branch'').<ref name="AGB">{{cita libro|autore= H. J. Habing; Hans Olofsson| titolo= Asymptotic Giant Branch Stars| editore= Springer |anno= 2004|isbn= 0-387-00880-2}}</ref>
Gli strati più esterni di una gigante rossa o di una stella AGB possono estendersi per diverse centinaia di volte il diametro del Sole, arrivando ad avere raggi dell'ordine dei 10<sup>8</sup> [[chilometro|km]] (alcune unità astronomiche),<ref name="AGB"/> come nel caso di [[Mira (
Se la stella ha una massa sufficiente (non superiore ad 8-9 M<sub>☉</sub><ref name="evolution"/>), col tempo è possibile l'innesco anche della [[processo di fusione del carbonio|fusione]] di una parte del carbonio in ossigeno, [[
Qualora la velocità delle reazioni nucleari subisca un rallentamento, la stella compensa questo ''deficit'' energetico contraendo le proprie dimensioni e riscaldando la propria superficie; a questo punto la stella attraversa una fase evolutivamente parallela a quella di gigante rossa, ma caratterizzata da una [[temperatura effettiva (astrofisica)|temperatura superficiale]] decisamente più elevata, che prende il nome di [[gigante blu|fase di gigante blu]].<ref name="Iben"/>
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Quando termina il processo di fusione dell'idrogeno in elio ed inizia la conversione di quest'ultimo in carbonio, le [[stella massiccia|stelle massicce]] (con massa superiore ad 8 M<sub>☉</sub>) si espandono raggiungendo lo stadio di [[supergigante rossa]].
Non appena si esaurisce anche la fusione dell'elio, i [[reazione nucleare|processi nucleari]] non si arrestano ma, complice una serie di successivi collassi del nucleo ed aumenti di temperatura e pressione, proseguono con la sintesi di altri elementi più pesanti:
In tali stelle, poco prima della loro fine, può svolgersi in contemporanea la nucleosintesi di più elementi all'interno di un nucleo che appare stratificato; tale struttura è paragonata da molti [[Astrofisico|astrofisici]] agli strati concentrici di una [[allium cepa|cipolla]].<ref name="morte stellare"/> In ciascun guscio avviene la fusione di un differente elemento: il più esterno fonde idrogeno in elio, quello immediatamente sotto fonde elio in carbonio e via dicendo, a temperature e pressioni sempre crescenti man mano che si procede verso il centro. Il collasso di ciascuno strato è sostanzialmente evitato dal calore e dalla [[pressione di radiazione]] dello strato sottostante, dove le reazioni procedono a un regime più intenso. Il prodotto finale della [[nucleosintesi stellare|nucleosintesi]] è il [[nichel|nichel-56]] (<sup>56</sup>Ni), risultato della fusione del silicio, che viene completata nel giro di pochi giorni.<ref name="hinshaw"/><ref name="WoosleyJanka">{{cita pubblicazione | autore=Stan Woosley | coautori=Hans-Thomas Janka | titolo=The Physics of Core-Collapse Supernovae | rivista=[[Nature|Nature Physics]] | volume=1 | numero=3 |
[[File:Evolved star fusion shells.svg|thumb|Schema degli "strati a cipolla" di una stella massiccia nelle ultime fasi di vita. (Non in scala)]]
Il nichel-56 [[decadimento radioattivo|decade]] rapidamente in [[ferro|ferro-56]] (<sup>56</sup>Fe).<ref name="decay">{{cita pubblicazione | autore= M. P. Fewell| titolo=The atomic nuclide with the highest mean binding energy | rivista= American Journal of Physics | anno=1995 |volume=63 | numero=7 |
La supergigante rossa può anche attraversare uno stadio alternativo, che prende il nome di [[supergigante blu]]. Durante questa fase la fusione nucleare avviene in maniera più lenta; per via di tale rallentamento, l'astro si contrae e, poiché una grande quantità di energia viene emessa da una superficie [[fotosfera|fotosferica]] più piccola, la temperatura superficiale aumenta, donde il colore blu; l'astro tuttavia, prima di raggiungere questo stadio, passa per la fase di [[supergigante gialla]], caratterizzata da una temperatura e da dimensioni intermedie rispetto alle due fasi. Una supergigante rossa può in qualunque momento, a patto che rallentino le reazioni nucleari, trasformarsi in una supergigante blu.<ref name="morte stellare">{{cita web | url = http://www.nmm.ac.uk/server/show/conWebDoc.299/ | titolo = What is a star? | editore = Royal Greenwich Observatory | accesso = 7 settembre 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070930035229/http://www.nmm.ac.uk/server/show/conWebDoc.299 | urlmorto = sì }}</ref>
Nelle stelle più massicce, ormai in una fase evolutiva avanzata, un grande nucleo di ferro inerte si deposita al centro dell'astro; in tali oggetti gli elementi più pesanti, spinti da [[convezione|moti convettivi]], possono affiorare in superficie, formando degli oggetti molto evoluti noti come [[stella di Wolf-Rayet|stelle di Wolf-Rayet]], caratterizzate da forti [[vento stellare|venti stellari]] che provocano una consistente perdita di massa.<ref>{{cita pubblicazione|url= http://uk.arxiv.org/abs/astro-ph/9904092 |titolo= A dusty pinwheel nebula around the massive star WR 104| rivista= [[Nature]] |volume= 398|
== Fasi finali dell'evoluzione stellare ==
{{vedi anche|Stella degenere}}
Quando una stella è prossima alla fine della propria esistenza, la [[pressione di radiazione]] del nucleo non è più in grado di contrastare la [[forza di gravità|gravità]] degli [[struttura stellare|strati più esterni]] dell'astro. Di conseguenza il nucleo va incontro ad un [[collasso gravitazionale|collasso]], mentre gli strati più esterni vengono espulsi in maniera più o meno violenta; ciò che resta è un oggetto estremamente denso: una [[stella degenere|stella compatta]], costituita da [[materia (fisica)|materia]] in uno stato altamente [[materia degenere|degenere]].<ref name="Sandin">{{cita pubblicazione|autore= Fredrik Sandin|
=== Stelle con masse tra 0,08 ed 8-10 M<sub>☉</sub> ===
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[[File:Planetary nebula & white dwarf formation.gif|thumb|left|La formazione di una nebulosa planetaria (nell'animazione, la [[Nebulosa Elica]]) a partire da una stella AGB.]]
In seguito ai progressivi collassi e riscaldamenti susseguitisi durante le fasi sopra descritte, il nucleo della stella assume una configurazione [[materia degenere|degenere]]:<ref name="Liebert">{{cita pubblicazione | autore=J. Liebert | titolo=White dwarf stars | rivista=[[Annual
[[File:White drarfs in NGC 6397 HST.jpg|thumb|upright=1.3|Alcune nane bianche fotografate da HST nell'[[ammasso globulare]] [[NGC 6397]].]]
Quando nel nucleo cessa completamente la fusione del combustibile nucleare, la stella può seguire due diverse vie a seconda della massa. Se ha una massa compresa tra 0,08 e 0,5 masse solari, la stella morente dà luogo ad una nana bianca di elio senza alcuna fase intermedia, espellendo gli strati esterni sotto forma di [[vento stellare]].<ref name="
Una nana bianca appena formata ha una temperatura molto elevata, pari a circa 100-200 milioni di K,<ref name="Liebert"/> che diminuisce in funzione degli scambi termici con lo [[spazio (astronomia)|spazio]] circostante, finché l'oggetto non raggiunge lo stadio ultimo di [[nana nera]].<ref name="fate">{{cita pubblicazione| autore = Fred C. Adams, Gregory Laughlin| titolo = A dying universe: the long-term fate and evolution of astrophysical objects| anno = 1997| rivista = Reviews of Modern Physics| volume = 69| numero = 2|
=== Stelle massicce (>10 M<sub>☉</sub>) ===
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[[File:Supernova animated.gif|thumb|Animazione dell'esplosione di una supernova. ([[European Southern Observatory|ESO]])]]
Nelle stelle con masse superiori ad 8 masse solari, la fusione nucleare continua finché il nucleo non raggiunge una massa superiore al
Le supernovae hanno una luminosità tale da superare, anche se per breve tempo, la luminosità complessiva dell'intera galassia che le ospita. Le supernovae esplose in epoca storica nella [[Via Lattea]] furono osservate ad [[occhio nudo]] dagli uomini, che le ritenevano erroneamente delle "nuove stelle" (donde il termine ''[[:wikt:novus#la|nova]]'', utilizzato inizialmente per designarle) che comparivano in regioni del cielo dove prima non sembravano essercene.<ref name="supernova">{{cita web | data = 6 aprile 2006 | url =
[[File:Crab Nebula.jpg|thumb|left|La [[Nebulosa del Granchio]], il resto della supernova [[SN 1054]] esplosa il 4 luglio [[1054]] nella
L'energia liberata nell'esplosione è talmente elevata da consentire la fusione dei prodotti della nucleosintesi stellare in elementi ancora più pesanti, quali [[oro]], [[magnesio]] ecc; questo fenomeno è detto [[nucleosintesi delle supernovae]].<ref name="supernova" /> L'esplosione della supernova diffonde nello spazio la gran parte della [[materia (fisica)|materia]] che costituiva la stella; tale materia forma il cosiddetto [[resto di supernova]],<ref name="supernova" /> mentre il nucleo residuo sopravvive in uno stato altamente degenere. Se la massa del residuo è compresa tra 1,4 e 3,8 masse solari, esso collassa in una [[stella di neutroni]] (che talvolta si manifesta come [[pulsar]]), che si configura stabile poiché il collasso gravitazionale, cui andrebbe naturalmente incontro, è contrastato dalla pressione del [[neutronio]], la particolare [[materia degenere]] di cui tali oggetti sono costituiti. Tali oggetti hanno una densità elevatissima (circa {{TA|10
Nel caso in cui la stella originaria sia talmente massiccia che il nucleo residuo mantiene una massa superiore a 3,8 masse solari ([[limite di Tolman-Oppenheimer-Volkoff]]),<ref name="buco nero">{{cita web|url=http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Il_pi%C3%B9_piccolo_buco_nero_mai_osservato/1327085|titolo= Il più piccolo buco nero mai osservato|editore=[[Le Scienze]]|accesso=20080515}}</ref> nessuna forza è in grado di contrastare il collasso gravitazionale ed il nucleo collassa fino a raggiungere dimensioni inferiori al [[raggio di Schwarzschild]]: si origina così un [[buco nero stellare]].<ref name="Fryer">{{cita pubblicazione | autore=C. L. Fryer | titolo=Black-hole formation from stellar collapse | rivista=Classical and Quantum Gravity | anno=2003 | volume=20 |
Gli strati esterni della stella espulsi nella supernova contengono una grande quantità di elementi pesanti che possono essere reimpiegati in nuovi processi di formazione stellare; tali elementi possono anche permettere la formazione di [[sistema planetario|sistemi extrasolari]], che possono contenere, eventualmente, anche dei [[pianeta|pianeti]] di tipo [[pianeta terrestre|roccioso]]. Le esplosioni delle supernovae ed i venti delle stelle massicce svolgono un ruolo di primo piano nel plasmare le strutture del [[mezzo interstellare]].<ref name="supernova" />
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== Tabella riassuntiva ==
{| class="wikitable" style="float: center;" width="100%"
![[Massa (fisica)|Massa]] originale
![[luminosità (fisica)|Luminosità]] nella SP<br /><small>(in [[Luminosità solare|L<sub>☉</sub>]])</small>
! Durata della SP
! Prodotto finale della fusione
! Fenomeno terminale
! Massa espulsa
! Natura del residuo
! Massa del residuo
! [[Densità]] del residuo
! [[Raggio (geometria)|Raggio]] del residuo<br /><small>(in [[metro|m]])</small>
! [[Accelerazione di gravità|Accel. di gravità]]<br /><small>(in m s<sup>−2</sup>)</small>
|-
|style="text-align: center;"| 30
|style="text-align: center;"|{{formatnum:
|style="text-align: center;"|
|style="text-align: center;"| [[ferro]]
|style="text-align: center;"| [[supernova di tipo Ib e Ic|supernova tipo Ib]]
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|-
|style="text-align: center;"| 10
|style="text-align: center;"|{{formatnum:
|style="text-align: center;"| 0,01
|style="text-align: center;"|
|style="text-align: center;"|
|style="text-align: center;"| 8,5
|style="text-align: center;"| [[Stella di neutroni|stella di<br />neutroni]]
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|style="text-align: center;"| 3
|style="text-align: center;"| 100
|style="text-align: center;"|
|style="text-align: center;"| [[ossigeno]]
|style="text-align: center;"| [[Nebulosa planetaria|nebulosa<br />
|style="text-align: center;"| 2,2
|style="text-align: center;"| [[nana bianca]]
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|style="text-align: center;"| 1
|style="text-align: center;"| 1
|style="text-align: center;"|
|style="text-align: center;"| [[carbonio]]
|style="text-align: center;"| nebulosa<br />
|style="text-align: center;"| 0,3
|style="text-align: center;"| nana bianca
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== Note ==
== Bibliografia ==
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* {{cita libro | cognome = Castellani| nome = V. | titolo = Fondamenti di Astrofisica Stellare | editore= Zanichelli | città= Bologna | anno= 1985
* {{cita libro | cognome= De Blasi| nome= A. | titolo= Le stelle: nascita, evoluzione e morte| editore= CLUEB| città= Bologna| anno= 2002| isbn= 88-491-1832-5}}
* {{cita libro | cognome= Hack| nome= M. | wkautore= Margherita Hack | titolo= Dove nascono le stelle. Dalla vita ai quark: un viaggio a ritroso alle origini dell'Universo| editore= Sperling & Kupfer| città= Milano | anno= 2004| isbn= 88-8274-912-6}}
* {{cita libro | cognome= Abbondi| nome= C. | titolo= Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle| editore= Sandit| città= | anno= 2007| isbn= 88-89150-32-7}}
*
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== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
*
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{{Discipline astronomia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|fisica|stelle}}
[[Categoria:Evoluzione stellare]]▼
▲[[Categoria:Evoluzione stellare| ]]
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