Teca Falcone: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
-W, mi pare a posto
 
(53 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate)
Riga 1:
La '''Teca Falcone''' è un manufatto realizzato per la memoria, la conservazione e l'esposizione dell'autovettura del giudice [[Giovanni Falcone]], oggetto dell'attentato di [[Capaci]]. Si trova presso la Scuola di formazione e aggiornamento del personale del [[Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria|Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria]] a Roma, struttura intitolata allo stesso Giovanni Falcone.
La TECA è un manufatto-memoria destinato
alla conservazione ed all’esposizione dell’autovettura del giudice Giovanni FALCONE,
oggetto dell’attentato di Capaci. La Fiat Croma bianca, di proprietà del
Ministero della Giustizia è stata acquisita dal Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria che ha provveduto all’effettuazione del suo restauro
conservativo.
 
La [[Fiat Croma]] bianca, di proprietà del [[Ministero della Giustizia]], è stata acquisita dal Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria che ha provveduto all'effettuazione del suo restauro conservativo.
L’idea della TECA nasce tra il 2000 ed il
2001. Il progetto, redatto dall’arch. Matteo PROTO, dirigente presso l’Ufficio
tecnico della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei
servizi, è dell’ottobre 2002.
 
== Storia ==
La struttura dell’Amministrazione in cui
L'idea di valorizzazione del reperto, intesa come «[…] attività destinata ad incrementare l'uso pubblico del bene conforme alla sua natura […]»<ref>T.Alibrandi-P.Ferri, ''I beni culturali e ambientali'', Milano 1985</ref>, si deve ad Enrico Ragosa, capo della Direzione generale delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, che incaricò nel 2002 l'architetto Matteo Proto, dirigente presso l'Ufficio tecnico della stessa Direzione generale, di elaborare il relativo progetto e di curare la direzione dei lavori.
il manufatto è stato realizzato, la Scuola di formazione e aggiornamento del
personale intitolata, appunto,  a
“Giovanni Falcone”, è stata scelta tenendo conto delle attività formative e di
aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all’impegno ed
all’abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia.
 
Problematiche di varia natura hanno fatto traslare all'autunno 2011 l'inizio dei lavori che sono stati eseguiti dall'Impresa Grossi Costruzioni di Roma; l'Ufficio di direzione lavori è stato costituito dall'architetto Matteo Proto e dal geometra Emiliano Russolillo che è stato anche il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione.
La TECA è stata dislocata su uno dei lati
lunghi della “Piazza d’Armi” della Scuola al fine di poter essere sempre
La teca è stata inaugurata il 18 maggio 2012 dal Capo dello Stato [[Giorgio Napolitano]] e dal Ministro della Giustizia [[Paola Severino]], nell'ambito dell'annuale cerimonia celebrativa della Festa del Corpo di Polizia penitenziaria, quell'anno coincidente con il 195º anniversario della fondazione dello stesso.
visibile e “presente” durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano
alza/ammaina bandiera, al giuramento del personale di Polizia penitenziaria,
alla Festa del Corpo.
 
Da allora, la direzione della Scuola, congiuntamente al personale di Polizia Penitenziaria che opera presso l'istituto di formazione, accoglie le visite di chi ne fa richiesta, particolarmente di scuole ed associazioni, in un percorso di educazione alla legalità.
E’ stata, così, scartata l’idea iniziale
di ubicarla sul lato breve, di fondo, 
per evitare quell’enfatizzazione – non cercata – che la testata
sull’asse maggiore  dello spazio aperto
avrebbe suggerito, preferendo, invece, una dislocazione più defilata, quasi al
centro di uno dei  lati lunghi del
piazzale, adiacente ad un grande pino che richiamerà, invincibilmente, alla
memoria dei visitatori, l’albero palermitano ribattezzato “l’albero di
Falcone”.
 
== Collocazione e descrizione ==
A favore della assoluta visibilità del suo
La struttura in cui il manufatto è stato realizzato è stata scelta in considerazione delle attività formative e di aggiornamento del personale che vi si svolgono, in relazione all'impegno ed all'abnegazione del magistrato scomparso nel servire il Paese e la Giustizia.
interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di
cristallo, collegate da piedritti sempre in cristallo. La struttura portante,
di minimo impatto visivo, è costituita da pilastri cilindrici in acciaio e da
travi dello stesso materiale, quest’ultime occultate da un alto fascione
perimetrale.
 
La teca è stata dislocata su uno dei lati lunghi della "Piazza d'Armi" della Scuola al fine di poter essere sempre visibile e "presente" durante le cerimonie che vi si svolgono, dal quotidiano alzabandiera, al giuramento del personale di [[Polizia penitenziaria]], alla Festa del Corpo. È stata, così, scartata l'idea iniziale di ubicarla sul lato breve, di fondo, per evitare quell'enfatizzazione – non cercata – che la testata sull'asse maggiore dello spazio aperto avrebbe suggerito, preferendo, invece, una dislocazione più defilata, quasi al centro di uno dei lati lunghi del piazzale, in adiacenza di un grande pino marittimo evocante alla memoria dei visitatori, la pianta palermitana ribattezzata "Albero Falcone".
La TECA è il risultato dell’accostamento
di tre volumi elementari: due maggiori, costituiti da prismi estrusi da
triangoli equilateri specchiati e ruotati, ed uno minore, di collegamento tra i
due, sulla base di un triangolo rettangolo, interposto nell’area che residua
dalla rotazione dei triangoli maggiori che è di circa 30°.
 
Dal 2014, infatti, la Scuola che ospita la teca ha promosso il Premio "Oltre la Giustizia: il ricordo" rivolto agli studenti degli istituti scolastici del territorio, nella giornata della Commemorazione delle vittime della strage di Capaci. Circa 200 studenti degli Istituti che hanno aderito all'invito hanno concorso, attraverso la presentazione di messaggi, disegni, poesie e pensieri in memoria di Giovanni Falcone, di [[Francesca Morvillo]] e degli uomini della scorta che hanno perso la vita nel brutale attentato mafioso del 23 maggio 1992; gli elaborati ornano già il pino prossimo alla teca, in sintonia con il ficus posto davanti al portone del palazzo in via Emanuele Notarbartolo 23, a [[Palermo]] dove abitavano i due magistrati.
La scelta della figura geometrica del
triangolo equilatero per la base dei due volumi maggiori è tesa a simboleggiare
per l’uno l’equità e l’imparzialità della Giustizia – di cui il giudice
Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti
rappresentanti – e per l’altro, il richiamo a quella terra di Sicilia, teatro
dell’attentato, che, per la sua netta icnografia, fin dai tempi più antichi, è
stata chiamata ''Trinacria''.
 
A favore dell'assoluta visibilità del suo interno, il manufatto è stato realizzato con ampie vetrate modulari di cristallo, collegate da piedritti sempre in cristallo. La struttura portante, di minimo impatto visivo, è costituita da pilastri cilindrici in acciaio e da travi dello stesso materiale, queste ultime occultate da un alto fascione perimetrale. La teca è il risultato dell'accostamento di tre volumi elementari: due maggiori, costituiti da prismi estrusi da triangoli equilateri specchiati e ruotati, ed uno minore, di collegamento tra i due, sulla base di un triangolo rettangolo, interposto nell'area residua dalla rotazione dei triangoli maggiori che è di circa 30°.
Ed il “triangolo” viene assunto come'' leit-motiv'' dell’intero organismo: dal
disegno del controsoffitto interno formato da una serie di triangoli, con
orientamento omogeneo a quello dello spazio che coprono, in pannelli di lamiera
microforata, alle maniglie in acciaio della porta di ingresso, realizzate su
disegno, ciascuna formata da un triangolo rettangolo che, accostata idealmente
all’altra, ripropone il triangolo equilatero che comanda l’intera composizione.
 
La scelta della figura geometrica del triangolo equilatero per la base dei due volumi maggiori è tesa a simboleggiare per l'uno l'equità e l'imparzialità della Giustizia – di cui Falcone, per la sua storia personale, è, indubbiamente, tra i più alti rappresentanti – e per l'altro, il richiamo a quella terra di Sicilia, teatro dell'attentato, che fin dai tempi più antichi è nota come "Trinacria".
Anche necessari elementi strutturali, come
è il caso delle controventature di alcune campate, costituite da tiranti in
acciaio, ridisegnano la figura geometrica di base.
 
Ed il "triangolo" viene assunto come ''leit-motiv'' dell'intero organismo: dal disegno del controsoffitto formato da una serie di triangoli, con orientamento omogeneo a quello dello spazio che coprono, in pannelli di lamiera microforata, alle maniglie in acciaio realizzate su disegno della porta di ingresso, sempre in cristallo, ciascuna formata da un triangolo rettangolo che, accostata idealmente all'altra, ripropone il triangolo equilatero che comanda l'intera composizione. Anche necessari elementi strutturali, come le controventature di alcune campate, costituite da tiranti in acciaio, ridisegnano la figura geometrica di base.
L’autovettura è “poggiata” su di un letto di ciottoli colorati naturali di
varia granulometria e tonalità che ricordano il terriccio del luogo della
strage come visibile dopo l’esplosione, sul quale, come impresso nelle foto
d’epoca riprodotte nel pannello espositivo all’interno del manufatto, insiste
l’autovettura del magistrato.
 
L'autovettura è "poggiata" su di un letto di ciottoli colorati naturali di varia granulometria e tonalità che ricordano il terriccio del luogo della strage come visibile dopo l'esplosione, sul quale, come impresso nelle foto d'epoca riprodotte nel pannello espositivo all'interno del manufatto, insiste l'autovettura del magistrato.
Il percorso di accesso alla TECA è stato
pensato come un tratto autostradale, delimitato da ''guard-rail'' volutamente ammaccati, è pavimentato con pietra naturale
basaltica sulla quale sono state applicate delle strisce in lamina di acciaio
inox che simulano le linee individuanti le corsie e la carreggiata.
 
Il percorso di accesso alla teca è stato pensato come un tratto autostradale, delimitato da ''guard-rail'' ammaccati, è pavimentato con pietra naturale basaltica sulla quale sono state applicate delle strisce in lamina di acciaio inox che simulano le linee individuanti le corsie e la carreggiata. Queste ultime, in prossimità dell'ingresso alla teca, innalzandosi, flettendosi ed acquistando spessore, formano i due corrimano.
Queste ultime, in prossimità dell’ingresso
alla teca, innalzandosi, flettendosi ed acquistando spessore, formano i
corrimano.
 
Sul retro della teca, un grande incavo, a terra, simboleggia il vuoto lasciato dall'esplosione: sul fondo della depressione sono stati sistemati dei fari a fascio di luce concentrato che, opportunamente proiettati su uno schermo in acciaio inox, producono un effetto di luce intensa e diffusa in ricordo dell'esplosione.
Sul retro della teca, un grande incavo, a
terra, simboleggia il vuoto lasciato dall’esplosione: sul fondo della depressione
sono stati sistemati dei fari a fascio di luce concentrato che, opportunamente
proiettati su uno schermo in acciaio inox, producono un effetto di luce intensa
e diffusa in ricordo del fuoco conseguente all’esplosione.
 
== Note ==
La TECA è stata realizzata dall’Impresa
<references/>
Grossi Costruzioni di Roma.
 
==Voci correlate==
L’Ufficio di direzione lavori è  stato costituito dall’arch. Matteo PROTO e dal
* [[Giovanni Falcone]]
geom. Emiliano RUSSOLILLO.__INDICE__
 
{{portale|italia|roma|Storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Monumenti funebri di Roma]]
[[Categoria:Lotta alla mafia]]