Tempio di Iside al Campo Marzio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Collegamenti esterni: - link promozionale
 
(35 versioni intermedie di 26 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Coord|41|53|53.85|N|12|28|40.65|E|type:landmark_region:IT_source:itwiki|display=title}}
{{Sito archeologico
|Nome = Tempio di Iside al Campo Marzio
Riga 34 ⟶ 33:
}}
 
Il '''tempio di Iside al Campo Marzio''' (o '''Iseo Campense''', in [[Lingua latina|latino]] ''Iseum Campense'') era un [[iseo (tempio)|iseosantuario]] dedicato alla dea [[Iside]] e al suo consorte [[Serapide]], costruito a [[Roma]] nel [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]], tra il ''[[Saepta Iulia]]'' e il [[basilica di Santa Maria sopra Minerva|tempio di Minerva]].
 
L'ingresso alla parte interna era decorato con degli [[obelisco|obelischi]] in [[granito]] rosso o rosa di [[Siene]], importati nel [[I secolo]] ed eretti a coppie: un gran numero di essi è stato ritrovato, a pezzi e incompleto, nei pressi della [[basilica di Santa Maria sopra Minerva]].
 
== Storia ==
Il culto di Iside fu introdotto a [[Roma (città antica)|Roma]] nel [[I secolo a.C.]], non senza resistenze da parte dell'aristocrazia tradizionalista: nel [[53 a.C.]] il [[Senato romano|Senato]] aveva decretato la demolizione dei sacelli privati costruiti dentro le mura, e lo stesso Iseo nel Campo Marzio fu costruito nel [[43 a.C.]]<ref>[[Cassio Dione]], ''Storia romana'', XLVII.15.4.</ref>, ma il culto ne fu sospeso prima da [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] (nel [[23 a.C.]]) e poi da [[Tiberio]]. Il culto fu poi reintrodotto da [[Caligola]], e durò fino alla fine dell'impero.
{{Vedi anche|Repubblica romana}}
 
Il culto fu poi reintrodotto da [[Caligola]], e durò fino alla fine dell'impero.
Il culto di Iside fu introdotto a [[Roma antica|Roma]] nel [[I secolo a.C.]], non senza resistenze da parte dell'aristocrazia tradizionalista: nel [[53 a.C.]] il [[Senato romano|Senato]] aveva decretato la demolizione dei sacelli privati costruiti dentro le mura, e lo stesso Iseo nel Campo Marzio fu costruito nel [[43 a.C.]]<ref>[[Cassio Dione]], ''Storia romana'', XLVII.15.4.</ref>, ma il culto ne fu sospeso prima da [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] (nel [[23 a.C.]]) e poi da [[Tiberio]]. Il culto fu poi reintrodotto da [[Caligola]], e durò fino alla fine dell'impero.
 
L'edificio fu distrutto da un incendio nell'[[80]]<ref>Cassio Dione, LXVI.24.2</ref> e ricostruito da [[Domiziano]]<ref>[[Eutropio]], ''[[Breviarium ab Urbe condita]]'', VII.23.5.</ref>; modifiche successive furono attuate da [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], mentre ad [[età severiana]] risale il restauro di gran parte delle strutture. La sopravvivenza del santuario è attestata fino al [[V secolo]].
 
{{Planimetria del Campo Marzio centrale}}
 
==Caratteristiche==
{{Campo Marzio centrale}}
{{Vedi anche|Arte romana repubblicana}}
 
Il santuario, lungo 240 m e largo 60, era articolato in tre parti: al centro vi era un'area rettangolare, alla quale si accedeva tramite archi monumentali; seguiva una piazza scoperta ornata da coppie di [[obelisco|obelischi]] in [[marmi colorati antichi|granito rosso]] di [[Assuan|Syene]] e [[sfinge|sfingi]], nel centro della quale sorgeva il tempio isiaco; un'[[esedra]] semicircolare con [[abside]] ospitava presumibilmente il [[serapeo]], sul quale sorge oggi la [[chiesa di Santo Stefano del Cacco]].
 
Tra gli [[Obelischiobelischi di Roma|obelischi]] che ornavano il complesso sono ancora visibili [[obelisco del Pantheon|quello del Pantheon]], [[obelisco della Minerva|quello della Minerva]] e [[obeliscomonumento ai Caduti di Dogali|quello di Dogali]], oltre all'obelisco dell'Anfiteatro del [[giardino di Boboli]], a [[Firenze]]; un quartoquinto, più piccolo, si trova forse oggi a [[obelisco di Urbino|Urbino]].
 
Sarebbe da porre in connessione con il santuario la statua di [[Iside]] Sothis, collocata davanti alla [[Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio|basilica di San Marco]] e nota come "[[Madama Lucrezia]]"; della stessa statua faceva parte probabilmente il famoso ''Piede[[Pie' di Marmomarmo]]'', un frammento situato nell'omonima via che porta un calzare tipico delle sacerdotesse isiache.
Dall'Iseo proverrebbero inoltre la statua del [[Nilo]] oggi ai [[Musei Vaticani]], e quella del [[Tevere]] oggi al [[museo del Louvre|Louvre]], nonché la monumentale [[Pignone (scultura)|Pigna]] dei [[Musei Vaticani]].
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Voci correlate ==
*[[Mensa isiaca]]
*[[Tempio di Iside (Benevento)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonspreposizione=Category:Iseo Campense (Rome)sul}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[{{cita web|url=http://www.archeocommons.net/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=5&lang=it |titolo=L'Iseo Campense tra mito e archeologia: ricostruzione di un percorso urbano]|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110314024310/http://www.archeocommons.net/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=5&lang=it|dataarchivio=14 marzo 2011}}
*[http://www.romanoimpero.com/2010/03/iseo-campense.html Iseo Campense] in ''Imperium Romanum''.
 
{{Regio IX Circus Flaminius}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Antica Roma|Architettura|Romaarchitettura}}
 
[[Categoria:Templi antichi di Roma|Iside]]
[[Categoria:Roma R. IX Pigna]]
[[Categoria:Architetture scomparse di Roma scomparse]]
[[Categoria:Templi dedicati a Iside|Campo Marzio]]
[[Categoria:Musei di Roma]]