Enzo di Svevia: differenze tra le versioni

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{{Monarca
| nome = Enzo di SardegnaSicilia
|immagine = Enzo Sardinie.jpeg
| titolo = [[Giudicato di Torres|Re di Torres]] e di [[Giudicato di Gallura|Gallura]]
|legenda =
[[File:Torre Merlata del Giudicato di Torres.svg|40 px]]
|titolo = [[Re di Sardegna]]
[[File:Gallo del Giudicato di Gallura.svg|40 px]]
|stemma = Attributed Coat of Arms of Enzo, King of Torres and Gallura (according to Matthew Paris).svg
| immagine = Enzo di svevia.jpg
|sottotitolo =
| legenda = (''incisione del XIX secolo'')
| regno = [[1238]] - [[1272]], [[giudicato di Torres|Torres]]<br>[[1238]], [[giudicato di Gallura|Gallura]]
| altrititolipredecessore = [[ReBarisone diI Sardegnad'Arborea]]
|successore = [[Filippo d'Angiò]]
| nome completo = [[Hohenstaufen|Enzo di Hohenstaufen]]
|titolo1 = [[Giudici di Torres|Re di Torres]]<br/>{{simbolo|Torre Merlata del Giudicato di Torres.svg|75}}
| consorte = [[Adelasia di Torres]]
|sottotitolo1 = '''(jure uxoris)'''
| dinastia =
|regno1 = [[1238]] - [[1272]] (''de jure'')<br/>[[1238]] - [[1246]] (''de facto'')
[[File:King Manfred of Sicily Arms.svg|30px|sinistra]]
|predecessore1 = [[Adelasia di Torres]]
[[Hohenstaufen]]
|successore1 = ''carica abolita''
| padre = [[Federico II di Svevia|Federico II]]
|titolo2 = [[Giudici di Gallura|Re di Gallura]]<br/>{{simbolo|Gallo del Giudicato di Gallura.svg|75}}
| madre = [[Adelaide di Urslingen]]
|sottotitolo2 = ''con [[Adelasia di Torres]]''
| data di nascita = [[1220]] circa
|regno2 luogo di nascita= [[Cremona1238]]
| data di mortepredecessore2 = [[1272Ubaldo Visconti]]
|successore2 = [[Giovanni Visconti di Gallura|Giovanni Visconti]]
| luogo di morte = [[Bologna]]
|nome completo = Enzo di Hohenstaufen
| sepoltura = [[Bologna]], [[chiesa di San Domenico]]
|luogo di nascita = [[Cremona]]
|data di nascita = [[1220]] circa
|luogo di morte = [[Bologna]]
|data di morte = 14 marzo [[1272]]
|sepoltura = [[Basilica di San Domenico (Bologna)]]
|dinastia = [[Hohenstaufen]]
|padre = [[Federico II di Svevia]]
|madre = [[Adelaide di Urslingen]]
|consorte = [[Adelasia di Torres]]
|religione = [[Cristianesimo]]
|titolo3 = [[Vicario imperiale]] [[Italia|d'Italia]]
|regno3 = [[1239]]-[[1249]]
|figli = {{piccolo|'''illegittimi'''}}<br/>Elena<br/>Maddalena<br/>Costanza<br/>Enrico
}}
{{Bio
|Nome = Enrico''' detto '''Enzo ''' ('''Heinrich''' detto '''Heinz''', in lat. '''Encius''', in ital. '''Enzio''' o '''Enzo''') '''di Sicilia
|Nome = Enzo di Sardegna
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = conosciuto anche come '''Enzo di Svevia''' o '''di Hohenstaufen'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cremona
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1220]] circa
|NoteNascita = <ref>Cioppi, ''Enzo re di Sardegna'', p. 28</ref>
|LuogoMorte = Bologna
|GiornoMeseMorte = 14 marzo
|AnnoMorte = 1272
|Epoca = 1200
|Attività = re
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato dal [[1238]] [[giudicatogiudici di Torres|re di Torres]] e [[giudicatogiudici di Gallura|di Gallura]], [[re di Sardegna|re titolare di Sardegna]] e vicario imperiale nell'Italia centro-settentrionale per conto del padre, l'[[ImperatoreImperatori del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]]. Fu sovrano effettivo del [[giudicato di Torres|Logudoro]] dal [[1238]] al [[12451246]]: veniva denominato [[re]], oppure [[Giudice (Storia della Sardegna)|giudice]]
}}
La casata [[Bologna|bolognese]] dei [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]] avrebbe poi vantato da lui presunte discendenze.
 
== Biografia ==
{{Hohenstaufen (Sicilia)}}
Enzo era il figlio naturale di [[Federico II di Svevia]] e di [[Adelaide di Urslingen]]<ref>L. Trombetti Budriesi, 1996, pp. 210-214.</ref>. I suoi genitori si sarebbero conosciuti nel castello di [[Hagenau]], una delle residenze preferite dall'[[imperatore del Sacro Romano Impero]], ma si ritiene che possa essere nato nella ghibellina [[Cremona]] dove la madre potrebbe aver preso residenza<ref name="A.I. Pini, 1993">A.I. Pini, 1993</ref>. Il suo vero nome, ''Heinrich'', venne abbreviato in ''Heinz'' (lat. ''Encius'', italianizzato in ''Enzio'' o, in maniera scorretta, in ''Enzo''), per distinguerlo dal fratellastro [[Enrico VII di Germania|Enrico]], primogenito legittimo e figlio di [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]].
{{Hohenstaufen (Sardegna)}}
Molto bello e intelligente, fu - col fratellastro [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] - prediletto dal padre, che di lui ebbe a dire: ”nella figura e nel sembiante il nostro ritratto”<ref>E. Kantorowicz, 1988, p. 467.</ref>.
Enzo era il figlio naturale legittimato di [[Federico II di Svevia]] e di [[Adelaide di Urslingen]]<ref>L. Trombetti Budriesi, 1996, pp. 210-214.</ref>. I suoi genitori si sarebbero conosciuti nel castello di [[Haguenau]], una delle residenze preferite dall'imperatore, ma si ritiene che possa essere nato nella ghibellina [[Cremona]] dove la madre potrebbe aver preso residenza<ref name="A.I. Pini, 1993">A.I. Pini, 1993</ref>. Il suo vero nome, ''Heinrich'', venne abbreviato in ''Heinz'' (lat. ''Encius'', italianizzato in ''Enzio'' o in ''Enzo''), per distinguerlo dal fratellastro [[Enrico VII di Hohenstaufen|Enrico]], primogenito legittimo e figlio di [[Costanza d'Aragona (1183-1222)|Costanza d'Aragona]].
Soprannominato ''il Falconello'' per la grazia e il valore (ma soprattutto per la rapidità, l'audacia e forse anche la crudeltà delle sue azioni militari), amava, come il padre, la [[falconeria]] e aveva numerosi interessi culturali<ref>F.Roversi Monaco, 2005.</ref>.
Valoroso cavaliere, molto bello e colto, fu – con il fratellastro [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] – prediletto dal padre, che di lui ebbe a dire: «nella figura e nel sembiante il nostro ritratto»<ref>E. Kantorowicz, 1988, p. 467.</ref>.
[[File:Adelasia di torres.jpg|140 px|miniatura|sinistra|[[Adelasia di Torres|Adelasia giudicessa di Torres]] (regno: [[1236]]-[[1259]]): sposò Enzo di Svevia in seconde nozze]]
Soprannominato ''il Falconello'' per la grazia e il valore (ma soprattutto per la rapidità, l'audacia e forse anche la crudeltà delle sue azioni militari), amava, come il padre, la [[falconeria]] e aveva numerosi interessi culturali<ref>F. Roversi Monaco, 2005.</ref>.
[[File:Re enzo.jpg|upright=0.6|destra|thumb|Ritratto di re Enzo sulla lapide della tomba, in [[basilica di San Domenico (Bologna)|San Domenico di Bologna]]]]
 
[[File:Cagli - Archivio Storico Comunale - Sigillo di re Enrico -1240.jpg|thumb| Sigillo a effigie di cera della pergamena 30 gennaio 1240. Intorno al campo, la legenda: SIGILLUM HENRICI REGIS TURRIUM ET GALLUR(IS). [[Cagli]], Archivio Storico Comunale]]
[[File:Cagli - Archivio Storico Comunale - Sigillo di re Enrico -1240.jpg|miniatura|sinistra| Sigillo a effigie di cera della pergamena 30 gennaio 1240. Intorno al campo, la legenda: {{maiuscoletto|Sigillum Henrici Regis Turrium et Gallur(is)}}. [[Cagli]], Archivio Storico Comunale]]
[[File:Stemma torres 198.jpg|140 px|miniatura|sinistra|Lo stemma del [[giudicato di Torres]], nella chiesa di [[San Gavino]] a [[Porto Torres]]]]
[[File:SanStemma torres Domenico93198.jpg|thumb|Lapideleft|Lo sullastemma tombadel [[giudicato di EnzoTorres]], nella [[basilicaBasilica di San DomenicoGavino, San Proto e San (Bologna)Gianuario|basilicachiesa di San DomenicoGavino]], Bologna.a [[Porto Torres]]]]
 
=== Re di Torres e di Gallura ===
[[File:Sassari - Casa di re Enzo (06).JPG|thumb|La cosiddetta "casa di Re Enzo" (gotico-aragonese, in corso Vittorio Emanuele a [[Sassari]])]]
Dopo essere stato investito cavaliere a Cremona ([[1238]]), nell'ottobre di [[1238|quell'anno]] sposò, per interessi dinastici, [[Adelasia di Torres]], sorella del [[giudice di Torres]] Barisone III e vedova del re di [[Gallura]] [[Ubaldo Visconti]], divenendo nominalmente ''rex Turrium et Gallurae'' e in realtà solo signore del [[giudicato di Torres|Logudoro]], benché il padre imperatore lo nominasse [[re di Sardegna]]. Il [[papa Gregorio IX]], che aveva la giurisdizione dell'isola, scomunicò per questa nomina Federico II e iniziò così una lunga serie di battaglie che Enzo fronteggiò da protagonista e per cui venne anch'egli scomunicato<ref>"Adelasia, abbandonata dal marito ed esclusa dal governo del giudicato, si ritirò nel castello del [[Burgos (Italia)|Gocèano]]; sottomessasi al papa, nel [[1243]] fu sciolta dalla scomunica, ottenendo nel [[1245]] l'annullamento dell'unione con Enzo, che perdeva così i titoli ottenuti in seguito al matrimonio. Enzo, però, non riconobbe mai decaduti i suoi diritti, che continuò in parte a esercitare anche durante la prigionia, grazie al matrimonio della figlia Elena con Guelfo della Gherardesca, figlio dell'Ugolino dantesco che era stato uno dei suoi vicari nel giudicato. Adelasia morì nel [[1259]] circa senza lasciare eredi": F. Roversi Monaco, 2005.</ref>.
Dopo essere stato investito cavaliere a Cremona ([[1238]]), nell'ottobre di [[1238|quell'anno]] sposò, per interessi dinastici, [[Adelasia di Torres|Adelasia]], sorella del [[giudice di Torres|giudice turritano]] [[Barisone III di Torres|Barisone III]] e vedova del [[Giudici di Gallura|sovrano di Gallura]] [[Ubaldo Visconti di Gallura|Ubaldo Visconti]], divenendo nominalmente ''rex Turrium et Gallurae'' e in realtà solo signore del [[giudicato di Torres]], benché il padre imperiale gli attribuisse il titolo simbolico di [[re di Sardegna]]. Il [[papa Gregorio IX]], che aveva la giurisdizione nominale dell'isola, scomunicò per questa nomina Federico II e iniziò così una lunga serie di battaglie che Enzo fronteggiò da protagonista e per cui venne anch'egli scomunicato<ref>«Adelasia, abbandonata dal marito ed esclusa dal governo del giudicato, si ritirò nel [[Goceano|castello del Goceano]]; sottomessasi al pontefice, nel [[1243]] fu sciolta dalla scomunica, ottenendo nel [[1246]] l'annullamento dell'unione con Enzo, che perdeva così i titoli ottenuti in seguito al matrimonio. Enzo, però, non riconobbe mai decaduti i suoi diritti, che continuò in parte ad esercitare anche durante la prigionia, grazie al matrimonio della figlia Elena con Guelfo della Gherardesca, figlio dell'[[Ugolino della Gherardesca|Ugolino]] [[Dante Alighieri|dantesco]] che era stato uno dei suoi vicari nel giudicato. Adelasia morì nel [[1259]] circa senza lasciare eredi»: F. Roversi Monaco, 2005.</ref>.
 
=== Federico II richiama Enzo nella penisola ===
[[File:1198 - Bologna - Palazzo di Re Enzo - Foto Giovanni Dall'Orto, 9-Feb-2008.jpg|miniatura|sinistra|[[Palazzo Re Enzo|Palazzo di Re Enzo]] a [[Bologna]]]]
Enzo, che si era stabilito a [[Sassari]] in un palazzo che più tardi sarà conosciuto come la ''domus domini regis Henthii'', in Sardegna restò soltanto pochi mesi<ref name="A.I. Pini, 1993"/>. Fu richiamato nella penisola italiana dal padre, che il 25 luglio [[1239]] lo nominò vicario imperiale (''Sacri Imperii totius Italiae legatus generalis''): il giovane re diveniva così figura di riferimento dei ghibellini italiani e protagonista dello scontro che infuriava nell'Italia centrosettentrionale tra l'Impero, i Comuni e il Papato.
Sposatosi con Adelasia nella chiesa di [[Santa Maria del Regno]] in [[Ardara]], Enzo convisse con lei nel palazzo giudicale, ema più spesso risiedette da solo a [[Sassari.]] Dopo neppurein un annopalazzo rientròche nelpiù continente,tardi richiamatosarà dalconosciuto padrecome la ''domus domini regis Henthii''. EnzoDopo nominòpochi diversimesi, vicarituttavia, nelfu [[giudicatorichiamato dinella Torres]]penisola fraitaliana dal padre<ref name="A.I. Pini, 1993"/>, cuiche il potente25 sassareseluglio [[Michele Zanche1239]] lo nominò vicario imperiale (la''Sacri notiziaImperii nontotius èItaliae documentatalegatus generalis''),: postoil dagiovane [[Dante]],re nell'[[Inferno]],diveniva tracosì ifigura [[barattieri]].di riferimento dei [[AdelasiaGuelfi die Torresghibellini|Adelasiaghibellini]], nelitaliani [[1246]],e feceprotagonista sciogliere,dello perscontro adulterio,che ilinfuriava matrimonionell'Italia dalcentro-settentrionale papa:tra Enzol'Impero, però,i siComuni considereràe [[giudici di Torres|re di Torres]] fino allail mortePapato.
 
Nel [[giudicato di Torres]] egli nominò alcuni vicari, fra cui il potente sassarese [[Michele Zanche]] (la notizia, però, non è documentata), posto da [[Dante]], nell'[[Inferno]], tra i [[baratteria (diritto)|barattieri]]. [[Adelasia di Torres|Adelasia]], nel [[1246]], fece sciogliere, per adulterio, il matrimonio dal papa: Enzo, però, si considererà [[giudici di Torres|re di Torres]] fino alla morte.
Enzo, dunque, strappò alla Chiesa le città della [[Marca d'Ancona]] ([[Iesi]], [[Macerata]], [[Osimo]]) che i papi avevano incamerato durante la minore età di Federico II; si rivolse poi ai [[Comune medievale|comuni]] [[guelfo|guelfi]] di [[Romagna]], nel [[1240]] partecipò all'assedio di [[Ravenna]] e a quello di [[Faenza]].
[[File:Seeschlacht Friedrichs II..jpg|thumb|Enzo guida la flotta imperiale nella battaglia del Giglio, ([[Nuova Cronica]], [[Giovanni Villani]]) ]]
Enzo, dunque, strappò alla Chiesa le città della [[Marca Anconitana|marca d'Ancona]] ([[Iesi]], [[Macerata]], [[Osimo]]) che i papi avevano incamerato durante la minore età di Federico II; si rivolse poi ai [[Comune medievale|comuni]] [[guelfi]] di [[Romagna]], nel [[1240]] partecipò all'assedio di [[Ravenna]] e a quello di [[Faenza]].
 
Il 3 maggio [[1241]], col supporto delle flotte [[pisa]]na e siciliana, Enzo catturò nei pressi dell'[[isola del Giglio]] (vedi [[Battaglia dell'Isola del Giglio]]) i cardinali francesi e inglesi che erano stati convocatiinvitati a Roma da [[papa Gregorio IX]] per il [[Concilio]] che avrebbe dovuto deporre l'imperatore. Nel [[1242]] fu impegnato in una serie di scorrerie nel [[Milano|milanese]] e nel [[Piacenza|piacentino]]; ferito ad una coscia, si ritirò a [[Cremona]] e da qui proseguì le sue campagne in Lombardia: nel [[1243]] si recò a [[Vercelli]], poi in soccorso di [[Savona]] assediata dai genovesi, quindi avanzò minaccioso verso Milano e infine, col fratellastro Manfredi, versoin direzione di [[Piacenza]].
 
Nel frattempo a [[Lione]] [[papa Innocenzo IV]] deponeva Federico II e scomunicava ancora una volta il re Enzo (7 luglio [[1245]]). L'imperatore decise allora di attaccare Milano: durante uno scontro vittorioso a [[Gorgonzola (Italia)|Gorgonzola]] Enzo fu catturato e rinchiuso nella chiesa locale, ma venne presto liberato dallegrazie ad un patto per cui doveva andarsene con le sue truppe imperialie liberare tutti i milanesi fatti prigionieri per avere la vita salva. L'[[1246|anno dopo]] compì ancora scorrerie nel Piacentino[[Piacenza|piacentino]] e nelin [[Piemonte]]. Nel [[1247]], mentre Federico assediava Parma, Enzo ebbe il compito di controllare i movimenti dei guelfi nella pianura padana e assediòaccerchiò, assieme alle truppe di [[Ezzelino III da Romano|Ezzelino da Romano]], il castello di [[Quinzano d'Oglio|Quinzano]], presso [[Verolanuova]], per poi abbandonarlo. Ma nel febbraio [[1248]], alla notizia della sconfitta di Vittoria presso Parma ritornò a Cremona e assunse la podesteria della città: in quel tempo sposò una nipote di [[Ezzelino da Romano]], di cui si ignora il nome.
 
=== La battaglia di Fossalta e prigionia a Bologna ===
[[File:Enzo Codice Chigi.JPG|miniatura|destra|Re Enzo imprigionato a [[Bologna]], da([[Nuova unCronica]]'', manoscritto[[Giovanni medievaleVillani]])''|alt=]]
Nel febbraio [[1249]] assediòasserragliò ed espugnò il castello di [[Rolo]]. Poi, in primavera, avendo i guelfi di Bologna attaccato [[Modena]], si mosse in soccorsosuo della cittàsoccorso, dirigendosi verso il fiume [[Panaro]]. Il 26 maggio [[1249]] in località [[Battaglia di Fossalta|Fossalta]] le sue truppe furono sorprese ai fianchi dalla cavalleria bolognese e costrette a ritirarsi precipitosamente; alle porte di Modena, Enzo fu disarcionato dai nemici e catturato insieme a milleduecento fanti e quattrocento cavalieri. Rinchiuso prima nei castelli di [[Castelfranco Emilia|Castelfranco]] e [[Anzola dell'Emilia]], fu poi condotto il 24 agosto a [[Bologna]] e imprigionato nel nuovo palazzo del comune adiacente a [[piazza Maggiore (Bologna)|Piazza Maggiore]], che poi fu detto per questo [[Palazzo Re Enzo]]. Mentre buona parte dei prigionieri otteneva la libertà dietro il pagamento di un riscatto, per Enzo la prigionia si trasformò in reclusione a vita<ref>"«E così il giorno seguente l'ingresso di Enzo a Bologna si radunò il Consiglio comunale per deliberare che il giovane re mai e a nessun patto potesse essere rilasciato, ma dovesse vivere prigioniero sino alla fine dei suoi giorni, provveduto a pubbliche spese e con servitù consona al suo rango. Una riformagione del 9 gennaio [[1252]] veniva poi a regolamentare la custodia del prigioniero: si stabiliva che sedici custodi dell'età di almeno trent'anni dovessero provvedere alla sua guardia e rinnovarsi a turno ogni quindici giorni ricevendo un compenso di due soldi al giorno da pagarsi da parte del re. Negli statuti del 1259 si abbassava l'età dei custodi a venticinque anni; si stabiliva inoltre che il compenso fosse anticipato dal Comune, ma poi rimborsato dal re ogni tre mesi, e che nessuno potesse rivolgere la parola ad Enzo senza la presenza dei custodi. Negli statuti del 1262 si stabiliva che nessuna guardia potesse giocare a zara né a qualunque altro gioco col re, né rivolgergli la parola. Il servizio di custodia diventava gratuito (segno questo innegabile dell'impoverimento progressivo di Enzo), ma nessuno a ciò destinato poteva sottrarsi, pena una multa, al suo ufficio. Negli statuti del 1263, infine, si ordinava, per rendere più tollerabile ad Enzo la sua prigionia, che egli fosse liberato dalla compagnia ormai intollerabile del tedesco Corrado di Solimburgo, forse nel frattempo impazzito»: A.I. Pini, 1993.</ref>: i bolognesi infatti rifiutarono irritualmente qualsiasi proposta di riscatto da parte dell'imperatore, che nel frattempo nel dicembre 1250 moriva, lasciando sospese le già difficili trattative.
 
Malgrado fosse costretto alla prigionia, gli fu concessa una vita abbastanza agiata, allietata dalla poesia e dalla compagnia delle dame. In questo periodo, secondo una recente ipotesi<ref>Anna Laura Trombetti Budriesi, ''De arte venandi'', 2000, p. LXXX</ref>, Enzo avrebbe curato personalmente la redazione in sei libri del ''[[De arte venandi cum avibus]]'' di Federico trasmessa dal testimone più antico, lo splendido manoscritto conservato a Bologna nella [[Biblioteca Universitaria di Bologna|Biblioteca Universitaria]] e databile alla seconda metà del [[XIII secolo]].
 
=== La morte di Enzo ===
[[File:San Domenico Hencius Rex.jpg|thumb|Il profilo di re Enzo sulla tomba]]
Dopo ventitré anni di prigionia morì a Bologna il 14 marzo [[1272]] e fu sepolto presso la [[basilica di San Domenico (Bologna)|basilica di San Domenico]] con splendidi onori a spese del comune di Bologna. Sono state effettuate tre ricognizioni al sepolcro (1376, 1586, 1731): dopo l'ultima, la cassetta contenente
[[File:San Domenico93.jpg|thumb|Lapide sulla tomba di Enzo nella [[basilica di San Domenico (Bologna)|basilica di San Domenico]], Bologna.]]
le ossa di Enzo - rinvenuto con corona, spada e speroni - fu di nuovo chiusa dietro il muro e ivi collocata la lapide, con il ritratto, che tuttora si vede.
Dopo ventitré anni di prigionia morì a Bologna il 14 marzo [[1272]] e fu sepolto presso la [[basilica di San Domenico (Bologna)|basilica di San Domenico]] con splendidi onori a spese del comune di Bologna. Sono state effettuate più ricognizioni al sepolcro (forse una attorno al 1346, poi 1376, 1586 e 1731): dopo l'ultima, la cassetta contenente le ossa di Enzo – rinvenuto con corona, spada e speroni – fu di nuovo chiusa dietro il muro e ivi collocata la lapide, con il ritratto, che tuttora si vede.
 
Uno studio del 2020 sulle vicende della sepoltura di Enzo ha permesso di ricostruire le vicissitudini del sarcofago, accertando in particolare che l'intervento avvenuto nel 1690 fu di rinnovo della cassa senza apertura<ref>{{Cita web|url=https://maes.unibo.it/article/view/11826 |autore=Alessandro De Troia|autore2=Federico Marangoni |titolo=Indagini sul sepolcro di Re Enzo in San Domenico. Potenzialità di una celebre sepoltura bolognese |rivista=I Quaderni Del m.æ.S. - Journal of Mediæ Ætatis Sodalicium |numero=18 |pp=101-119 |anno= 2020 |ISSN=2533-2325 |doi=10.6092/issn.2533-2325/11826}}</ref>.
Enzo ebbe solo figli naturali che ricordò nel proprio testamento: Elena (sposa a Guelfo, primogenito del conte [[Ugolino della Gherardesca]]), Maddalena e Costanza (nate a [[Bologna]] durante la prigionia).
 
== Discendenza ==
Dalla moglie non ebbe alcuna prole, mentre ebbe quattro figli illegittimi che menzionò nel proprio testamento:
* Elena. Sposò [[Guelfo della Gherardesca|Guelfo]], primogenito del conte [[Ugolino della Gherardesca]];
* Maddalena (nata a Bologna, durante la prigionia);
* Costanza (nata a Bologna, durante la prigionia);
* Enrico<ref>{{cita|Casula, Genealogie medioevali di Sardegna, p.449}}.</ref>
 
Secondo una leggenda, inoltre, il [[4 maggio]] del [[1252]] a [[Viadagola]], dall’unione di una contadina di nome Lucia ed Enzo (prigioniero a Bologna nel famoso e omonimo [[Palazzo Re Enzo|palazzo]]), sarebbe nato un secondo Enrico, il [[Bentivoglio Bentivoglio|capostipite]] della famiglia [[Bentivoglio (famiglia)|Bentivoglio]]<ref>{{cita libro|Pompeo|Litta|[[Famiglie celebri italiane]]. Bentivoglio di Bologna|1835|Torino}}</ref> (dominante la [[Bologna]] del [[XV secolo]]) che vanterà da lui questa presunta discendenza.
 
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
|1 = Enzo di Svevia
|2 = [[Federico II di Svevia]]
|3 = [[Adelaide di Urslingen]]
|4 = [[Enrico VI di Svevia]]
|5 = [[Costanza d'Altavilla]]
|6 = [[Corrado di Urslingen]]
|8 = [[Federico Barbarossa]]
|9 = [[Beatrice di Borgogna]]
|10 = [[Ruggero II di Sicilia]]
|11 = [[Beatrice di Rethel]]
|16 = [[Federico II di Svevia (duca)|Federico di Svevia]]
|17 = [[Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia]]
|18 = [[Rinaldo III di Borgogna]]
|19 = [[Agata di Lorena]]
|20 = [[Ruggero I di Sicilia]]
|21 = [[Adelasia del Vasto]]
|22 = [[Gunther di Rethel]]
|23 = [[Beatrice di Namur]]
}}
 
== Scuola siciliana ==
Si attribuiscono comunemente a Enzo quattro componimenti (due [[Canzone (metrica)|canzoni]], un [[sonetto]] (''Tempo vene che sale a chi discende''<ref>{{Cita web |url=http://www.fusilloconcetto.it/public/cataloghi/Federico-II_interno_120dpi.pdf#page=76 |titolo=Copia archiviata |accesso=19 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181219183219/http://www.fusilloconcetto.it/public/cataloghi/Federico-II_interno_120dpi.pdf#page=76 |urlmorto=sì }}</ref>), e un frammento probabilmente di canzone), riconducibili alla tradizione poetica della [[scuola siciliana]], ascritti dai manoscritti che li tramandano a ''Rex Hentius'', ''Rex Enso'', ''lo re Enzo''.
 
Un esempio importante è la canzone ''S'eo trovasse Pietanza''. Il testo è trasmesso sia da codici toscani sia nell'''Arte del rimare'' del letterato cinquecentesco [[Giovanni Maria Barbieri]], che lo riportò fedelmente traendolo dal "Libro siciliano", un manoscritto, oggi perduto, nel quale le composizioni della scuola siciliana non erano state toscanizzate nella veste linguistica. Ecco alcuni versi nella veste linguistica originaria a sinistra e in quella toscanizzata a destra (vv. 42-56):
<poem>
 
{{Citazione|Tutti quei pensamenti<br/>ca spirti mei divisa,<br/>sono pene e dolore,<br/>sanz'allegrar, che non gli s'acompagna;<br/>e di tanti tormenti<br/>abondo en mala guisa<br/>che 'l natural colore<br/>tuto perdo, tanto il cor sbatte e lagna.|Testo siciliano: [[Vincenzo De Bartholomaeis|de Bartholomaeis]], ''Le carte'', 325, p. 91.|Tutti quei pensamenti<br/>Ch'el spirto meo divisa<br/>Suni pen' e duluri.<br/>Sinz'alligrar, ché nulli s'accumpagna;<br/>E di manti tormenti<br/>Abundu in mala guisa,<br/>Chì 'l natural coluri<br/>Ho perduto, tantu 'l cor batti e lagna.|lingua=scn}}
 
Il frammento ''Alegru cori, plenu'' è riportato nelle minute delle carte Barbieri subito dopo ''S'eo trovasse Pietanza'':<poem>
''Alegru cori, plenu''
''di tutta beninanza,''
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</poem>
 
AllaAll'allora capitale imperiale [[PugliaFoggia]], (Magna Capitana e tavoliere della Puglia piana) terra agognata dalla lontana prigionia, dedicò alcuni versi:
 
<poem>
Riga 101 ⟶ 158:
 
== Re Enzo nel mito e nella letteratura ==
* ''Enzio'', tragedia scritta nel Settecento dal padre gesuita [[Simone Maria Poggi]];
[[File:Casa re enzo sassari.jpg|140 px|miniatura|destra|Casa di Re Enzo (gotico-aragonese, in corso Vittorio Emanuele a [[Sassari]])]]
* ''Il re Enzio in campo'', tragicommedia scritta nel [[1735]] da Domenico Maria Creta;
[[File:1198 - Bologna - Palazzo di Re Enzo - Foto Giovanni Dall'Orto, 9-Feb-2008.jpg|miniatura|destra|[[Palazzo Re Enzo|Palazzo di Re Enzo]] a [[Bologna]]]]
* ''Il re prigioniero'', dramma anonimo rappresentato nel [[1831]];
* '''''Enzio''''', tragedia scritta nel Settecento dal padre gesuita Simone Maria Poggi;
* ''[[Re Enzo (opera)|Re Enzo]]'', opera comica in 3 atti e 4 quadri del [[1905]] su libretto di Alberto Donini musicata da [[Ottorino Respighi]] (la sua prima opera teatrale);
* '''''Il re Enzio in campo''''', tragicommedia scritta nel [[1735]] da Domenico Maria Creta;
* ''Le Canzoni di re Enzio'', tre componimenti poetici (''del Carroccio'', ''del Paradiso'', ''dell'Olifante'') composti da [[Giovanni Pascoli]] nel [[1908]]; altri tre preannunciati (''dello Studio'', ''del Cor gentile'', ''di Biancofiore'') non furono portati a termine a causa della morte del poeta;
* '''''Il re prigioniero''''', dramma anonimo rappresentato nel [[1831]];
* ''Enzo Re - tempo viene chi sale e chi discende'', spettacolo promosso dall'[[Università di Bologna]] come evento inaugurale delle manifestazioni per ''Bologna 2000 Città Europea della Cultura'', presentato dal 23 al 26 giugno [[1998]] nella piazza Santo Stefano in Bologna: testi del poeta e scrittore [[Roberto Roversi]], musiche di [[Lucio Dalla]], regia di [[Arnaldo Picchi]], un cast di più di 100 tra attori-studenti del [[DAMS]] e attori professionisti.
* '''''Re Enzo''''', opera comica in 3 atti e 4 quadri del [[1905]] su libretto di Alberto Donini musicata da [[Ottorino Respighi]] (la sua prima opera teatrale);
* ''Storia di Re Enzo'', racconto di [[Matteo Marchesini]], illustrato da [[Wolfango Peretti Poggi]], pubblicato nel 2007 a Bologna da Bononia University Press, nella collana editoriale "Sotto i portici" per la cura di Tiziana Roversi e Claudia Alvisi.
* '''''Le Canzoni di re Enzio''''', tre componimenti poetici (''del Carroccio'', ''del Paradiso'', ''dell'Olifante'') composti da [[Giovanni Pascoli]] nel [[1908]]; altri tre preannunciati (''dello Studio'', ''del Cor gentile'', ''di Biancofiore'') non furono portati a termine a causa della morte del poeta;
* ''[[La Compagnia della Selva Bella]]'', romanzo di Giuseppe Pederiali del 1983.
* '''''Enzo Re - tempo viene chi sale e chi discende''''', spettacolo promosso dall'[[Università di Bologna]] come evento inaugurale delle manifestazioni per ''Bologna 2000 Città Europea della Cultura'', presentato dal 23 al 26 giugno [[1998]] nella piazza Santo Stefano in Bologna: testi del poeta e scrittore [[Roberto Roversi]], musiche di [[Lucio Dalla]], regia di Arnaldo Picchi, un cast di più di 100 tra attori-studenti del DAMS e attori professionisti.
 
== Araldica ==
{{vedi anche|Stemma degli Hohenstaufen}}
[[File:Enzo of Sardinia.jpg|thumb|left|Stemma attribuito a Enzo nell'''Historia Anglorum'']]
Il [[monachesimo|monaco]] [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] e [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] [[Inglesi|inglese]] [[Matteo Paris (monaco)|Matthew Paris]], nella sua ''Historia Anglorum'', [[manoscritto]] [[Medioevo|medievale]] corredato da numerose [[miniatura|miniature]] di carattere [[Araldica|araldico]] o, comunque, prearaldico, attribuisce a Enzo un proprio stemma. L'insegna miniata dal Paris per il Re di Torres e di Gallura è un'arme [[Partito (araldica)|partita]] di [[Verde (araldica)|verde]] e d'[[Oro (araldica)|oro]], con [[aquila bicipite]] di [[Nero (araldica)|nero]]<ref>{{cita|Alessandro de Troia}}.</ref>:
{{citazione|partito di verde e d'oro, all'aquila bicipite col volo [[abbassato]] di nero, [[attraversante]] sulla [[Partizione araldica|partizione]]<ref>{{cita|Angelo Scordo|p. 115}}.</ref>|Blasonatura}}
<gallery perrow="1">
Immagine:Attributed Coat of Arms of Enzo, King of Torres and Gallura (according to Matthew Paris).svg|Stemma attribuito a Enzo di Sardegna, nell'''Historia Anglorum''
</gallery>
Descrivendo tale stemma, lo storico tedesco [[Ernst Kantorowicz]] aggiunge che, in talune occasioni, a Enzo, sarebbe stata erroneamente attribuita un'arme recante la [[Figura (araldica)|figure]] del [[Leone (araldica)|leone]]. Tale inesatta associazione, specifica il Kantorowicz, troverebbe la propria origine nell'equivoco, generato da alcuni autori, che confusero Enzo con l'[[antire]] [[Enrico Raspe]]. Quest'ultimo, infatti, portò l'insegna dei [[Ludovingi]] di [[Langraviato di Turingia|Turingia]], ovvero un leone maculato di [[Rosso (araldica)|rosso]] e d'[[Argento (araldica)|argento]] in [[Campo (araldica)|campo]] [[Azzurro (araldica)|azzurro]] (o nero)<ref>{{cita|Angelo Scordo|p. 129}}.</ref>.
 
== Note ==
<references />
 
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=[[Vincenzo De Bartholomaeis]]|titolo=Le carte di Giovanni Maria Barbieri nell'Archiginnasio di Bologna|editore=L. Cappelli|città=Bologna|anno=1927|p=91}}
[[File:King Manfred of Sicily Arms.svg|140 px|miniatura|destra|Lo stemma di re Enzo]]
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* Alberto Boscolo, ''Michele Zanche nella storia e nella leggenda'', Gallizzi, Sassari 1951.
* AA.VV., ''Re Enzo e il suo mito'', Bologna 2001.
* Carlo Brundo, ''Adelasia di Torres'', racconto storico, La Biblioteca della Nuova Sardegna, Sassari 2013.
* C. Alessandri, ''Federico II di Svevia'', Palermo 2005.
* Francesco Bruni, ''La cultura alla corte di Federico II e la lirica siciliana'', in "Storia della civiltà letteraria italiana", diretta da Giorgio Barberi Squarotti, I, 2: Dalle origini al Trecento, UTET, Torino 1990.
* A. Boscolo, ''Michele Zanche nella storia e nella leggenda'', Sassari 1951.
* Alessandra Cioppi, ''Battaglie e protagonisti della Sardegna medioevale'', AM-D, Cagliari 2008.
* C. Brundo, ''Adelasia di Torres'', racconto storico, Sassari 2013.
* Id., ''Enzo Re di Sardegna'', Carlo Delfino, Sassari 1995.
* F. Bruni, ''La cultura alla corte di Federico II e la lirica siciliana'', in "Storia della civiltà letteraria italiana", diretta da G.B. Squarotti, I, 2: Dalle origini al Trecento, Torino 1990.
* Pietro Corrao, ''Il regno di Sicilia e la dinastia sveva'', in AA. VV. Storia medievalw, pp.&nbsp;354–356, Donzelli, Roma 1998.
* A. Cioppi, ''Battaglie e protagonisti della Sardegna medioevale'', Cagliari 2008.
* Id.Enrico Costa, ''Enzo ReAdelasia di SardegnaTorres'', SassariIlisso, Nuoro 19952008.
* Delfina Ducci, Re Enzo, Feltrinelli, Bologna 2008.
* P. Corrao, ''Il regno di Sicilia e la dinastia sveva'', in AA.VV. Storia medievalw, Roma 1998, pp. 354-356.
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* A.Francesco DucciFilippini, ''La tomba di Re Enzo'', Tipografia Brunelli, Bologna 20081928.
* Paola Foschi-Francesco Giordano (a cura di), ''Palazzo Re Enzo'', Zanichelli, Bologna 2003.
* G. Fasoli, ''Re Enzo tra storia e leggenda'', <AA.VV., Studi in onore di Carmelina Naselli>, II, Catania 1968.
* F.Lodovico FilippiniFrati, ''La tombaprigionia di Re Enzo a Bologna'', Forni, Bologna 19281902.
* ''I poeti della Scuola siciliana'', vol. II: Poeti della corte di Federico II, a cura di Costanzo Di Girolamo, Mondadori, Milano 2008.
* P. Foschi-F. Giordano F. (a cura di), ''Palazzo Re Enzo'', Bologna 2003.
* Ernst H. Kantorowicz, ''Federico II imperatore'', Garzanti, Milano 1988 (ed. orig. Berlin 1927-31).
* L. Frati L., ''La prigionia di Re Enzo a Bologna'', Bologna 1902.
* [[Matteo Marchesini]], ''Storia di Re Enzo'' (immagini del pittore Wolfango), [[Bononia University Press]], Bologna 2007.
* ''I poeti della Scuola siciliana'', vol. II: Poeti della corte di Federico II, ed. diretta da C. Di Girolamo, Milano 2008.
* Antonio Messeri, ''Enzo Re'', Formiggini, Parma 1981.
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* Antonio Murineddu (a cura di), ''Gallura'', Fossataro, Cagliari 1962.
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* Antonio I. Pini, ''ENZO (Enzio, Enrico) di Svevia, re di Sardegna'', in DBI, vol. 43, Treccani, Roma 1993.
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* Fabio Alberto Roversi Monaco, ''Enzo, Re di Torres e di Gallura'', in "Enciclopedia Fridericiana", Treccani, Roma 2005.
* A. Murineddu (a cura di), ''Gallura'', Cagliari 1962.
* Roberto Roversi, ''Enzo Re'', I Quaderni del Battello Ebbro, Porretia Terme 1997.
* A.I. Pini, ''ENZO (Enzio, Enrico) di Svevia, re di Sardegna'', in DBI, vol. 43, Roma 1993.
* Arnaldo Satta Branca, ''La Sardegna attraverso i secoli'', Fossataro, Cagliari 1966.
* F. Roversi Monaco, ''Enzo, Re di Torres e di Gallura'', in "Enciclopedia Fridericiana" (Treccani), Roma 2005.
* {{cita conferenza |autore= Angelo Scordo |titolo= Note di araldica medievale – Una "strana" arma di "stupor mundi" |data= 1995 |conferenza= Atti della Società Italiana di Studi Araldici, 11° Convivio, Pienerolo, 17 settembre 1994 |organizzazione= Società Italiana di Studi Araldici |editore= Società Italiana di Studi Araldici |città= Torino |pp= 105-145 |cid= Angelo Scordo }}
* R. Roversi R., ''Enzo Re'', Sasso Marconi 1997.
* Christian Sperle, ''König Enzo von Sardinien und Friedrich von Antiochia. Zwei illegitime Söhne Kaiser Friedrichs II. und ihre Rolle in der Verwaltung des Regnum Italiae'', Peter Lang, 2001, ISBN 3-631-37457-7.
* A. Satta Branca, ''La Sardegna attraverso i secoli'', Cagliari 1966.
* Marino de Szombathely, ''Re Enzo nella storia e nella leggenda'', Zanichelli, Bologna 1912.
* C. Sperle, ''König Enzo von Sardinien und Friedrich von Antiochia. Zwei illegitime Söhne Kaiser Friedrichs II. und ihre Rolle in der Verwaltung des Regnum Italiae'', Peter Lang, 2001, ISBN 3-631-37457-7.
* Pietro Paolo Tilocca, ''Il castello di Burgos'', Poddighe, Sassari 1997.
* M. de Szombathely, ''Re Enzo nella storia e nella leggenda'', Bologna 1912.
* Anna Laura Trombetti Budriesi, ''Bologna, Re Enzo e il suo mito'', Clueb, Bologna 2002.
* P.P. Tilocca, ''Il castello di Burgos'', Sassari 1997.
* Antonietta Uras, ''L'ultima regina di Torres'', Curcio, Roma 2014.
* V. Vandano, ''Gli Svevi'', ed. Mondadori, Milano 1972.
* Vittoria Vandano, ''Gli Svevi'', Mondadori, Milano 1972.
* Alessandro De Troia e Federico Marangoni, ''[https://maes.unibo.it/article/view/11826 Indagini sul sepolcro di Re Enzo in San Domenico. Potenzialità di una celebre sepoltura bolognese]''. I Quaderni Del m.æ.S. - Journal of Mediæ Ætatis Sodalicium, 18, 101–119, su maes.unibo.it.
* {{cita pubblicazione|cognome = Calenda|nome = Corrado|data = 2005|titolo = ENZO, re di Torres e dI Gallura, attività poetica|url = https://www.treccani.it/enciclopedia/enzo-re-di-torres-e-di-gallura-attivita-poetica_(Federiciana)|pubblicazione = Federiciana|città = Roma|editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]]|accesso = 8 febbraio 2025}}
 
== Voci correlate ==
* [[Adelasia di Torres]]
* [[Battaglia di Fossalta]]
* [[Federico II di Svevia]]
* [[Giudicato di Torres]]
* [[Giudicato di Gallura]]
* [[Hohenstaufen]]
* [[Michele Zanche]]
* [[Palazzo Re Enzo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{interprogetto|commons=Category:Enzo of Sardinia|s=Autore:Re Enzo|s_preposizione=di}}
{{wikilibro|Scuola siciliana}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Antonio Ivan Pini, «[http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Dizionario_Biografico_degli_Italiani/VOL43/DIZIONARIO_BIOGRAFICO_DEGLI_ITALIANI_Vol43_054297.xml ENZO (Enzio, Enrico) di Svevia, re di Sardegna ]», in ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana|Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]], (on line)
* Corrado Calenda, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000191.xml Enzo,Attività Repoetica di TorresRe e di GalluraEnzo], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', ''[[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* {{cita web |cognome= de Troia |nome= Alessandro |url= http://www.stupormundi.it/it/gli-stemmi-dei-figli-di-federico-ii |titolo= Gli stemmi dei figli di Federico II |accesso= 20 novembre 2017 |editore= Alberto Gentile Editore |sito= Stupormundi.it |città= Foggia |cid = Alessandro de Troia }}
* Corrado Calenda, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000191.xml Attività poetica di Re Enzo], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* {{Treccani|battaglia-del-giglio_(Federiciana)|Giglio, battaglia del|autore=}}
* Francesca Roversi Monaco, [http://www.treccani.it/enciclopedia/re-di-torres-e-di-gallura-enzo_%28Federiciana%29/ ENZO, RE DI TORRES E DI GALLURA] ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
* Alessandro De Troia, Federico Marangoni. [https://www.youtube.com/watch?v=0Ki1DTr7lF0 Sepolti nel mito. Le sepolture di Federico II e Re Enzo nelle sepolture di Palermo e Bologna]
* [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/BancaDati/Federiciana/VOL01/FEDERICIANA_VOL01_000256.xml Battaglia del Giglio], ''[[Enciclopedia Fridericiana]]'', [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]''
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