Caffè Pedrocchi (rivista): differenze tra le versioni
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[[File:055PadovaCaffePedrocchi.JPG|thumb|upright=1.2|Il caffè Pedrocchi a Padova, da cui prese nome l'omonimo giornale.]]
Il '''''Caffè Pedrocchi''''' è stato un "foglio settimanale", pubblicato ogni domenica a [[Padova]] dal [[1846]] al [[1848]].<br/>
È probabilmente il giornale padovano più conosciuto e il primo dei sei successivamente intitolati al nome del celebre "[[Caffè Pedrocchi|caffè senza porte]]", aperto nel centro di Padova dalla famiglia Pedrocchi.
==Storia==
Il primo numero effettivo del ''Caffè Pedrocchi'' uscì finalmente il 4 gennaio 1846 e alla redazione del giornale collaborarono numerosi autori, fra cui anche personaggi noti, alcuni abituali ed altri occasionali, che operavano in città o che con essa avevano contatti politici, letterari e artistici. Inizialmente molti furono gli stessi scrittori e articolisti dell'''Euganeo'', come il Prati, il poeta e commediografo [[Teobaldo Ciconi]], il conte [[Andrea Cittadella Vigodarzere]], lo storico [[Carlo Leoni (storico)|Carlo Leoni]], il critico d'arte [[Pietro Selvatico]] o il critico musicale [[Leone Fortis]], cui lo Stefani aggiunse presto nuove firme prestigiose e combattive, come i poeti [[Aleardo Aleardi]] e [[Luigi Carrer]], un giovanissimo [[Ippolito Nievo]], la friulana [[Caterina Percoto]] e il dalmata [[Federico Seismit-Doda]]. In realtà l'impostazione non risultò particolarmente "popolare" e i suoi lettori appartenevano soprattutto agli ambienti degli studenti universitari e della borghesia colta; in ogni caso il giornale era fin troppo vivace e polemico, al punto che nel luglio 1847 la polizia ne propose la chiusura a partire dal 1º gennaio 1848. Vi furono numerose proteste e il ''Caffè Pedrocchi'' continuò a uscire anche dopo la data fatidica finché, in seguito ai disordini studenteschi scoppiati a Padova l'8 febbraio 1848 e repressi dopo un'intera giornata di scontri con morti e feriti, il direttore Stefani venne arrestato dagli austriaci il 10 febbraio, ma venne poi rilasciato il 17 marzo grazie all'insurrezione di Vienna, alla caduta del cancelliere [[Klemens von Metternich|Metternich]] e alla liberazione dei detenuti politici. Il ''Caffè Pedrocchi'' comunque aveva già sospeso le pubblicazioni il 12 marzo e le riprese il 5 aprile 1848 con l'aggiunta del sottotitolo "Unione, Indipendenza", manifestando così apertamente la propria adesione ai moti [[Risorgimento|risorgimentali]], e di un supplemento quotidiano, il ''Bollettino della mattina'' (motivato da «l'urgenza delle circostanze e del bisogno di conoscere cotidianamente ciò che interessa tutti i cuori italiani»).<ref>Citato da [[Sergio Lepri]], Francesco Arbitrio e Giuseppe Cultrera, ''L'agenzia Stefani da Cavour a Mussolini. Informazione e potere in un secolo di storia italiana'', Firenze, Le Monnier, 2001, p. 34. ISBN 88-00-85740-X.</ref> Ancora un paio di mesi di dibattiti sui problemi dell'unità d'Italia, ma poi il giornale cessò definitivamente le pubblicazioni con il ritorno vittorioso degli "occupanti" austriaci il 14 giugno.
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<references/>
{{Portale|Editoria|Risorgimento|Padova}}
[[Categoria:Settimanali italiani del passato]]
[[Categoria:Risorgimento italiano]]
[[Categoria:Storia di Padova]]
[[Categoria:Periodici fondati nel 1846]]
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