Caffè Pedrocchi (rivista): differenze tra le versioni

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[[File:055PadovaCaffePedrocchi.JPG|thumb|upright=1.2|Il caffè Pedrocchi a Padova, da cui prese nome l'omonimo giornale.]]
Il '''''Caffè Pedrocchi''''' è stato un "foglio settimanale", pubblicato ogni domenica a [[Padova]] dal [[1846]] al [[1848]].<br/>
È probabilmente il giornale padovano più conosciuto e il primo dei sei successivamente intitolati al nome del celebre "[[Caffè Pedrocchi|caffè senza porte]]", aperto nel centro di Padova dalla famiglia Pedrocchi.
 
==Storia==
È probabilmente il giornale padovano più conosciuto e il primo dei sei successivamente intitolati al nome del celebre "[[Caffè Pedrocchi|caffè senza porte]]", aperto nel centro di Padova dalla famiglia Pedrocchi. Suoi fondatori furono il tipografo, poeta e drammaturgo [[Jacopo Crescini]] (editore), il giornalista [[Guglielmo Stefani]] (direttore) e il medico condotto di [[Montagnana]] [[Antonio Berti (senatore)|Antonio Berti]] (redattore)<ref>O meglio "compilatore", come veniva definito allora.</ref>, che gli diedero un'impronta satirico-patriottica pur parlando di tutto (o, se si preferisce, di cultura in senso lato) tranne che di politica, espressamente vietata dalla sospettosissima censura austriaca. Nel novembre 1844 Crescini e Berti, che già pubblicavano il ''Giornale euganeo di scienze, lettere e varietà'', noto più semplicemente come l'''Euganeo'', per rafforzarne il prestigio e la diffusione avevano chiesto agli organi competenti l'autorizzazione a pubblicare un secondo giornale di tono più popolare, in uscita la domenica, con «utili ed ameni argomenti di belle lettere, di viaggi, di studi storici e bibliografici, delle scienze considerate nel vantaggio individuale e della società, di teatri ed altro».<ref>Citato da ''Il Caffè Pedrocchi'', Bologna, Atesa, 1977, vol. 1º (riproduzione in facsimile del periodico del 1846-1848). ISBN 978-88-7037-028-7. Cfr. anche la [http://www.risorgimento.it/rassegna/index.php?id=54701&ricerca_inizio=0&ricerca_query=&ricerca_ordine=DESC&ricerca_libera= recensione di Sergio Cella] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304200815/http://www.risorgimento.it/rassegna/index.php?id=54701&ricerca_inizio=0&ricerca_query=&ricerca_ordine=DESC&ricerca_libera= |date=4 marzo 2016 }} all'edizione.</ref> A dicembre, viste le soddisfacenti informazioni di polizia, da Vienna giunse il via libera e il 1º luglio 1845 comparve un numero di saggio del nuovo giornale: esso però conteneva una poesia di [[Giovanni Prati]] che provocò l'intervento della polizia e l'espulsione del poeta da Padova.
 
Il primo numero effettivo del ''Caffè Pedrocchi'' uscì finalmente il 4 gennaio 1846 e alla redazione del giornale collaborarono numerosi autori, fra cui anche personaggi noti, alcuni abituali ed altri occasionali, che operavano in città o che con essa avevano contatti politici, letterari e artistici. Inizialmente molti furono gli stessi scrittori e articolisti dell'''Euganeo'', come il Prati, il poeta e commediografo [[Teobaldo Ciconi]], il conte [[Andrea Cittadella Vigodarzere]], lo storico [[Carlo Leoni (storico)|Carlo Leoni]], il critico d'arte [[Pietro Selvatico]] o il critico musicale [[Leone Fortis]], cui lo Stefani aggiunse presto nuove firme prestigiose e combattive, come i poeti [[Aleardo Aleardi]] e [[Luigi Carrer]], un giovanissimo [[Ippolito Nievo]], la friulana [[Caterina Percoto]] e il dalmata [[Federico Seismit-Doda]]. In realtà l'impostazione non risultò particolarmente "popolare" e i suoi lettori appartenevano soprattutto agli ambienti degli studenti universitari e della borghesia colta; in ogni caso il giornale era fin troppo vivace e polemico, al punto che nel luglio 1847 la polizia ne propose la chiusura a partire dal 1º gennaio 1848. Vi furono numerose proteste e il ''Caffè Pedrocchi'' continuò a uscire anche dopo la data fatidica finché, in seguito ai disordini studenteschi scoppiati a Padova l'8 febbraio 1848 e repressi dopo un'intera giornata di scontri con morti e feriti, il direttore Stefani venne arrestato dagli austriaci il 10 febbraio, ma venne poi rilasciato il 17 marzo grazie all'insurrezione di Vienna, alla caduta del cancelliere [[Klemens von Metternich|Metternich]] e alla liberazione dei detenuti politici. Il ''Caffè Pedrocchi'' comunque aveva già sospeso le pubblicazioni il 12 marzo e le riprese il 5 aprile 1848 con l'aggiunta del sottotitolo "Unione, Indipendenza", manifestando così apertamente la propria adesione ai moti [[Risorgimento|risorgimentali]], e di un supplemento quotidiano, il ''Bollettino della mattina'' (motivato da «l'urgenza delle circostanze e del bisogno di conoscere cotidianamente ciò che interessa tutti i cuori italiani»).<ref>Citato da [[Sergio Lepri]], Francesco Arbitrio e Giuseppe Cultrera, ''L'agenzia Stefani da Cavour a Mussolini. Informazione e potere in un secolo di storia italiana'', Firenze, Le Monnier, 2001, p. 34. ISBN 88-00-85740-X.</ref> Ancora un paio di mesi di dibattiti sui problemi dell'unità d'Italia, ma poi il giornale cessò definitivamente le pubblicazioni con il ritorno vittorioso degli "occupanti" austriaci il 14 giugno.
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<references/>
 
{{Portale|Editoria|Risorgimento|Padova}}
<noinclude>{{Categorizzare}}</noinclude>
 
[[Categoria:Settimanali italiani del passato]]
[[Categoria:Risorgimento italiano]]
[[Categoria:Storia di Padova]]
[[Categoria:Periodici fondati nel 1846]]