Castello di Pieve di Cadore: differenze tra le versioni
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{{
|Struttura = Castello
|Nome=Castello di Cadore
|Immagine= Castello Cadore.jpg
|Didascalia= Riproduzione del castello conservata alla [[Magnifica Comunità di Cadore]]
|Larghezzaimmagine=
|Stato attuale={{ITA}}
|Suddivisione=
|Provincia={{IT-BL}}
|Città=[[Pieve di Cadore]], località Monte Ricco.
|Coordinate geografiche= {{coord|46|26|06|N|12|22|0|E| display=inline}}
|Tipologia= [[Fortezza]]
|Stile= [[Medioevo|Medievale]]
|Inizio costruzione= Antecedente al [[X secolo]]<ref>{{Cita web| url=http://www.archiviodigitalecadorino.org/asc0001/Castello.html| titolo=Notizione circa il quì disegnato castello di Pieve di Cadore| sito=Archivio Digitale Cadorino| data=1902}}</ref>
|Termine costruzione=
|Termine funzione strategica= Metà del [[XVIII secolo]]
|Primo proprietario=
|Condizione attuale=
|Azioni di guerra=[[Battaglia di Cadore]]
|Sito web=
}}
Il '''castello di Pieve di Cadore''' (anche noto come '''castello di Cadore''') era un fortilizio di origini medievali situato a [[Pieve di Cadore]], in [[provincia di Belluno]]. È uno dei due castelli raffigurati nello [[stemma]] del [[Cadore]], insieme al [[Castello di Botestagno]].
==Storia==
È il primo luogo fortificato di cui si ha notizia in [[Cadore]] e sorgeva su un'altura posta alla confluenza del [[Boite]] nel [[Piave]]. Sembra che il sito fosse frequentato sin dall'antichità come sede di un luogo sacro pagano.
La prima importante acquisizione territoriale dei [[da Camino]] fu quella del Cadore, nel 1135, per conto del patriarca di Aquileia [[Pellegrino di Ortenburg]]. Nel 1155, anno successivo al matrimonio fra [[Guecellone II da Camino|Guecellone II]] e [[Sofia di Colfosco]], erede delle contee di Zumelle e di [[Ceneda]], anche il castello venne dato loro in feudo.
Da sempre sede della [[Magnifica Comunità di Cadore|Magnifica Comunità Cadorina]], dopo la [[Domini di Terraferma|dedizione alla Serenissima]] fu residenza del [[reggimento (Repubblica di Venezia)|capitano del reggimento]] del [[Cadore]]. Fu particolarmente coinvolto negli eventi e antefatti della [[guerra della Lega di Cambrai]]: occupato nell'inverno del 1508 da una colonna imperiale comandata dal tirolese Sisto Von Trautson, fu riconquistato dai Veneziani e dai Cadorini, guidati da [[Bartolomeo d'Alviano]], dopo la Battaglia di Rusecco del 2 marzo 1508 (nota anche come Battaglia di Cadore). Resistette per altri due anni a ripetuti assedi e, conquistato nei primi giorni di dicembre del [[1511]]<ref>Il [[castello di Botestagno]] fu invece occupato verso la fine di ottobre del 1511</ref> dal maresciallo Regendorf agli ordini dell'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano d'Asburgo]], ritornò quasi subito sotto il controllo dei Veneziani. Durante l'occupazione gli imperiali saccheggiarono e incendiarono i paesi vicini e requisirono gli [[Statuti cadorini]].▼
▲Da sempre sede della [[Magnifica Comunità di Cadore|Magnifica Comunità Cadorina]], dopo la [[Domini di Terraferma|dedizione alla Serenissima]] fu residenza del [[reggimento (Repubblica di Venezia)|capitano del reggimento]] del [[Cadore]]. Fu particolarmente coinvolto negli eventi e antefatti della [[guerra della Lega di Cambrai]]: occupato nell'inverno del 1508 da una colonna imperiale comandata dal tirolese
La Battaglia di Cadore fu rappresentata dal [[Tiziano]] nella Sala del Maggior Consiglio di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], ma l'affresco andò distrutto nell'incendio del 1577.▼
▲La [[Battaglia di Cadore]] fu rappresentata dal [[Tiziano]] nella Sala del Maggior Consiglio di [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], ma l'affresco andò distrutto nell'incendio del 1577.
Cessate le sue funzioni militari, specie dopo la caduta di Venezia, il castello cadde in rovina. Sui suoi resti fu costruita la ''batteria Castello'', fortilizio risalente alla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e mai utilizzato.
==Architettura==
[[File:Facciata del Castello di Pieve sul lato dell'ingresso verso sud ovest (Il Castello di Pieve ed altre Memorie storiche del Cadore).jpg|thumb|Ricostruzione del castello, tratta dal manoscritto “Il Castello di Pieve ed altre Memorie storiche del Cadore”]]
Secondo le vecchie raffigurazioni, il castello si articolava su due piani e le mura, di perimetro quadrangolare, davano per tre lati su un precipizio, mentre a nord-ovest si trovava l'ingresso. Al piano terra, nell'ala nord, stavano le prigioni e le cantine, mentre dalla parte opposta vi erano magazzini e armerie. Gli era inoltre annessa una cappella, i cui arredi (una statua attribuita a [[Mino da Pisa]] e due [[pala d'altare|pale]]) sono oggi conservati nella parrocchiale di Pieve.<ref>
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<references/>▼
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Serafino De Lorenzo
* {{cita libro|titolo=La Battaglia di Cadore 2 marzo 1508|editore=Quaderni della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore}}
* Pierpaolo Genova, ''Batteria Castello - Idee per il suo recupero'', Tiziano Edizioni, Pieve di Cadore, 2020
== Voci correlate ==
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* [[
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* [[Esercito veneziano]]
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{{interprogetto}}
▲* Serafino De Lorenzo, '''Cernide - milizie popolari cadorine''', edizioni Comitato Cadore 1848-1998.
▲<references/>
▲{{Portale|Architettura|Medioevo|Veneto}}
[[Categoria:Castelli della provincia di Belluno|Pieve di Cadore]]
[[Categoria:Architetture di Pieve di Cadore]]
[[Categoria:
[[Categoria:Castelli del Veneto scomparsi|Pieve di Cadore]]
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