Giuseppe Solaro: differenze tra le versioni
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{{P|Voce apologetica con due fonti (Tosca e Vincenti) pubblicate da case editrici "ambigue".|biografie|marzo 2022}}
{{Carica pubblica
|nome =
|immagine = Giuseppe Solaro.jpg
|didascalia =
|carica = [[Segretario federale#Regno d'Italia (1922-1945)|Segretario federale]] del [[Partito Fascista Repubblicano]] di [[Torino]]
|mandatoinizio = 8 ottobre [[1943]]
|mandatofine = 23 aprile [[1945]]
|mandato =
|vice di =
|cotitolare =
|capo di stato =
|presidente =
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|primoministro =
|viceprimoministro =
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|predecessore = ''carica istituita''
|successore = [[Mario Pavia]]
|legislatura =
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|partito = [[Partito Nazionale Fascista]]<small><br/>(fino al 1943)</small> <br> [[Partito Fascista Repubblicano]]<small><br/>(1943-1945)</small>
|titolo di studio = Diploma di [[Geometria]]
|alma mater = [[Università degli Studi di Torino]]
|professione =
|firma =
}}
{{Militare
|Nome = Giuseppe Solaro
|Immagine = Giuseppe Solaro rsi.jpg
|Didascalia = Giuseppe Solaro in uniforme come federale di Torino
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 16 maggio 1914
|Nato_a = [[Torino]]
|Data_di_morte = 29 aprile 1945
|Morto_a = [[Torino]]
|Cause_della_morte = Esecuzione
|Luogo_di_sepoltura =
|Etnia = [[Italiani|Italiana]]
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Nazione_servita = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]<br />{{RSI}}
|Forza_armata = [[File:Flag of the Blackshirts.svg|21px]] [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]] <br> [[File:Flag of Italy (1860).svg|21px]] [[Regio Esercito]] <br> [[File:Flag of the Blackshirts.svg|21px]] [[Brigate Nere]]
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1937; 1940 - 1943 <br> 1943 - 1945
|Grado =
|Ferite =
|Comandanti =
|Guerre = [[Guerra civile spagnola]] <br> [[Seconda guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie = [[Battaglia di Bilbao]]
|Azioni =
|Comandante_di = Ispettore regionale delle [[Brigate Nere]] del [[Piemonte]] <br> I Brigata Nera "Ather Capelli"
|Decorazioni =
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro =
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}{{Bio
|Nome = Giuseppe
|Cognome = Solaro
|Sesso = M
|LuogoNascita = Torino
|GiornoMeseNascita = 16 maggio
|AnnoNascita = 1914
|NoteNascita = <ref>Alcune fonti riportano, come data di nascita, il 12 maggio.</ref>
|LuogoMorte = Torino
|GiornoMeseMorte = 29 aprile
|AnnoMorte = 1945
|Epoca = 1900
|Attività = politico
|Attività2 = militare
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , segretario provinciale (''federale'') del [[Partito Fascista Repubblicano]] di [[Torino]] e comandante della I [[Brigate Nere|Brigata Nera]] "[[Ather Capelli]]"
}}
== Biografia ==
===Gli studi===
Di modesta famiglia, il padre è operaio alle ferrovie, prima prende il diploma di geometra poi si iscrive nel novembre 1936 alla [[Università degli Studi di Torino|facoltà di Economia e Commercio]] e aderendo al [[Gruppo Universitario Fascista]] (GUF) di Torino, del quale diventa in breve tempo fiduciario (responsabile cittadino). Solaro, da sempre sulle posizioni della [[fascismo di sinistra|sinistra fascista]]<ref name="cita-Fabrizio-Vincenti-p56">{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 56}}.</ref>, inizia a scrivere per svariate riviste, sempre più approfondendo le sue posizioni in tematiche economiche. Sempre nel novembre 1936 Solaro si sposa con Martina Magnani detta Tina<ref name="cita-Fabrizio-Vincenti-p56"/>.
Nell'ottobre 1940 fondò il ''Centro Studi Economici e Sociali''<ref>{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 84}}.</ref> insieme a Golzio e Canonica. Nel frattempo scriveva sul quotidiano nazionale ''[[La Stampa]]'' e sul periodico della Federazione provinciale del [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).
=== Repubblica Sociale Italiana ===
Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e il 16 settembre 1943 fu nominato alla guida del [[Partito Fascista Repubblicano]] di Torino in un [[triumvirato]] composto dal console della [[MVSN]] [[Domenico Mittica]] e da Luigi Riva<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 33}}.</ref>. La nomina di Solaro avvenne principalmente per iniziativa di [[Alessandro Pavolini]] il quale apprezzava i giovani provenienti dalla [[Scuola di mistica fascista]], che vedeva come punto di riferimento intellettuale da cui trarre la nuova dirigenza<ref>{{cita|Nicola Adduci|pp. 99-100}}.</ref>.
Intanto il 30 settembre [[Paolo Zerbino]] fu nominato [[capo della Provincia]] di Torino<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 40}}.</ref>, assunse ufficialmente l'incarico il 21 ottobre<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 51}}.</ref>. La prima riunione a casa Littoria si svolse l'8 ottobre e furono assegnati gli incarichi: Solaro divenne commissario federale, Riva comandante del Fascio di Torino e Mittica comandante della Gioventù con compito di collegamento con la MVSN<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 44}}.</ref>. Il 25 ottobre due membri dei GAP uccisero in un attentato il seniore della MVSN [[Domenico Giardina]], catturati furono condannati a morte e fucilati il 21 dicembre<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 55}}.</ref>.
Il 31 ottobre furono segnalate le prime azioni partigiane in [[val di Susa]] così una spedizione di squadristi, guidata dal conte Federico Gaschi, si recò a [[Borgone Susa]] dove iniziarono a perquisire le case incendiando quelle dove furono trovate delle armi. La spedizione si risolse in un disastro. Nel pomeriggio avvennero i primi scontri in cui caddero anche dei civili. Feriti furono alcuni militi della [[Guardia Nazionale Repubblicana di Frontiera|milizia confinaria]] mentre cadde ucciso il vicefederale Luigi Riva<ref name="Michele Tosca p. 57">{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 57}}.</ref>. Solaro, che aveva vietato la spedizione e che poi, informatone, aveva inutilmente cercato di fermarla allertando i carabinieri, fece porre agli arresti il conte Gaschi<ref name="Michele Tosca p. 57"/>.
A partire dal 15 novembre alla FIAT si iniziò uno sciopero contro il caro vita che presto si estese anche ad altre fabbriche. Solaro, che sosteneva le richieste degli operai, si recò direttamente alla FIAT Mirafiori per parlare con gli operai<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|pp. 66-67}}.</ref>. Nel dicembre, su richiesta del PFR, le autorità tedesche acconsentirono a un aumento dei salari del 30%<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 70}}.</ref>. A Torino il 23 dicembre il gappista [[Giovanni Pesce]] uccise nel suo negozio di orologi Aldo Morej, il quale era amico personale di Mussolini<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 82}}.</ref>. Nonostante che gli iscritti al PFR reclamassero una rappresaglia, Solaro e Zerbino riuscirono a evitarla<ref>{{cita|Michele Tosca, vol I|p. 84}}.</ref>.
Uno dei compiti più gravosi che afflissero Solaro fu di contenere le continue spinte disgreganti interne al PFR<ref>{{cita|Nicola Adduci|pp. 114-115}}.</ref>. Pur mantenendo sempre la maggioranza interna, dal gruppo originario del PFR si era scissa il 17 giugno 1944 la componente ''"Movimento rivoluzionario dei repubblicani integrali"'' guidata da [[Antonio Burdin]]<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 419}}.</ref>. Burdin che rappresentava l'ala nazional-fascista chiedeva lo scioglimento del PFR e la creazione di un governo d'emergenza a carattere militare<ref>{{cita|Nicola Adduci|pp. 208-209}}.</ref>. Un'altra componente che si era venuta a delineare era guidata da [[Mario Bodo]], che contestava l'evidente debolezza degli organi centrali del PFR chiedendo l'allontanamento degli elementi che dopo la caduta di Mussolini si erano posti su posizioni attendiste<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 208}}.</ref>
====La socializzazione====
In questo periodo Solaro segue con particolare attenzione l'attuazione dei decreti sulla [[
{{citazione|Posso informare che il provvedimento di legge circa la socializzazione della produzione ha incontrato il favore dei lavoratori intelligenti, che vedono in questo equilibrato e ponderato programma sociale la salvaguardia a movimenti estremisti, che porterebbero al comunismo e cioè alla statolatria.|Giuseppe Solaro<ref name="cita-Luigi-Ganapini-p414">{{cita|Luigi Ganapini|p. 414}}.</ref>}}
Il 2 dicembre 1944, nell'ambito della svolta socializzatrice, Solaro
===Ispettore regionale===
In occasione dello sciopero generale del 18 aprile 1945 dichiarò che la Brigata Nera "Ather Cappelli" era "pronta a stroncare ogni azione contro l'ordine pubblico"<ref>"Il dottor Solaro tiene rapporto agli ufficiali della Brigata nera", ''La Stampa'', 17 aprile 1945.</ref>. Il 20 aprile un migliaio di brigatisti neri comandati da Solaro entrarono a [[Chieri]], mettendola a ferro e fuoco e prendendo 22 ostaggi. Lo stesso Solaro collegherà direttamente le violenze alla repressione dello sciopero, sostenendo che fosse fallito grazie all'azione repressiva delle Forze armate e delle Brigate nere e minacciando ulteriori repressioni nei confronti dei "sicari scatenati dai capitalisti, dai massoni, dagli ebrei"<ref>"Un appello ai torinesi del Commissario federale", ''La Stampa'', 22 aprile 1945.</ref>.
Il 23 aprile 1945 Solaro fu promosso Ispettore regionale per le Brigate Nere e a livello cittadino fu sostituito da [[Mario Pavia]]. Quando la [[caduta della Repubblica Sociale Italiana]] si
La mattina del 26 aprile Solaro dispose il prelevamento dalla [[Banca d'Italia]] di una somma sufficiente a pagare gli stipendi arretrati di tutti i militi<ref name="cita-Nicola-Adduci-p347">{{cita|Nicola Adduci|p. 347}}.</ref>. Trovatala chiusa si diressero invece presso la Cassa di Risparmio dove, ottenuto un rifiuto da parte del direttore, sfondarono il cancello con un mezzo blindato e prelevarono diciassette milioni e mezzo di lire<ref
Il concentramento fu deciso presso la [[Palazzo Campana (Torino)|casa Littoria]]. La sera del 26 avvenne ancora un incontro con monsignor Garneri e Solaro che fu tentato tramite lo stesso federale Pavia ma non sortì alcun effetto<ref name="cita-Nicola-Adduci-p353-354">{{cita|Nicola Adduci|
La ormai irrevocabile decisione dei vertici
Tutti i militi presenti a [[Palazzo Campana (Torino)|casa Littoria]] si diressero quindi alla caserma Podgora ancora tenuta dalla GNR<ref>{{cita|Nicola Adduci|
Nonostante l'avvenuta smobilitazione della Brigata Nera di Torino alcuni gruppi di franchi tiratori diedero egualmente vita al previsto piano di difesa ad oltranza della città<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 371}}.</ref>, nel corso
Preso prigioniero fu riconosciuto e sottoposto ad un primo interrogatorio in cui, secondo il dirigente comunista [[Osvaldo Negarville]], in una testimonianza resa il 3 settembre 1946 in un processo contro l'ex federale Mario Pavia<ref>{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 288}}.</ref>, Solaro, nel tentativo di salvarsi, avrebbe sostenuto di essere un elemento moderato se non comunista anch'esso e, sempre secondo Negarville, avrebbe
La mattina del 29 seguì un sommario processo che terminò poco dopo con sentenza d'impiccagione<ref>{{cita|Nicola Adduci|
Sapendo di dover morire Solaro scrisse l'ultima lettera alla moglie:
{{citazione|Cara Tina, prima di morire ti esprimo tutto il mio amore e la mia devozione. Sono stato onesto tutta la vita e onesto muoio per un’idea. Che essa aiuti l’Italia sulla via della Redenzione e della costruzione. Ricordami e amami, come io ho sempre amato l’Italia. Cara Tina, viva l’Italia libera, viva il Duce! Tuo Peppino.|Giuseppe Solaro alla moglie<ref>Lettere dei condannati a morte della RSI, Edizioni Il Borghese e Ciarrapico Editori associati, Cassino, 1975, pag: 262</ref><ref>''Come ha saputo morire Solaro'', Edizioni La Legione, Milano, 1997</ref>}}
=== La morte di Solaro ===
[[File:Solaro3.jpg|thumb|Giuseppe Solaro poco prima di essere giustiziato]]
[[File:Solaro2.jpg|thumb|Il cadavere di Giuseppe Solaro trasportato dai partigiani per le strade
Il mattino seguente fu portato in processione per le vie cittadine dai partigiani per essere poi condotto in
[[Giorgio Amendola]], dirigente del PCI e comandante partigiano, asserì che Solaro morì in maniera poco coraggiosa<ref>Giorgio Amendola, ''Lettere a Milano'', Editori, Riuniti, Roma, 1973, pp. 572-573.</ref> (tra le altre cose, negò il suo rapporto col fascismo, attribuì le sue responsabilità ad altri gerarchi e si autodescrisse come un "compagno di idee comuniste"<ref>Gino Candreva, [http://storieinmovimento.org/wp-content/uploads/2017/06/Zap-39_14-StoriaAlLavoro2.pdf ''La storiografia à la carte di Giampaolo Pansa''], storieinmovimento.org, giugno 2017.</ref>). La ricostruzione di Amendola è confermata anche da [[Pietro Chiodi]], che nel suo diario gli attribuisce queste ultime parole: "Non fatemi del male. Io sono sempre stato socialista"<ref>Pietro Chiodi, ''Banditi'', Torino, Einaudi, 2015, pp. 149-150. La citazione è ripresa anche da [[Claudio Pavone]] in ''Una guerra civile'', Torino, Bollati-Boringhieri, 2006, p. 510.</ref>.
È sepolto nel [[Cimitero monumentale di Torino]], presso il sacrario dei militi della RSI.
== Opere ==
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== Note ==
<references
== Bibliografia ==
* Giorgio Amendola, ''Lettere a Milano'', Editori Riuniti, Roma, 1973.
* Hans Werner Neulen e Nicola Cospito, ''Salò-Berlino. L'alleanza difficile'', Mursia.
* Teodoro Francesconi, ''RSI e guerra civile nella bergamasca'', Greco&Greco, Milano, 2006.
* Nino Arena, ''RSI: forze armate della Repubblica sociale italiana'', Albertelli, 1999.
* Luigi Ganapini, ''La repubblica delle camicie nere'', Garzanti, Milano, 2010
* Nicola Adduci, "Gli altri, Fascismo repubblicano e comunità nel Torinese (1943-1945)", FrancoAngeli, Milano, 2014
* Fabrizio Vincenti, "Giuseppe Solaro, il fascista che sfidò la fiat e wall street",
* Michele Tosca, "I ribelli siamo noi, diario di Torino nella Repubblica Sociale Italiana. La crudele cronaca di una guerra civile 1943-1944", Volume I,
== Voci correlate ==
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* [[Socializzazione dell'economia (fascismo)]]
* [[Guerra civile in Italia (1943-1945)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Fascismo|seconda guerra mondiale}}
[[Categoria:Personalità della Repubblica Sociale Italiana|Solaro, Giuseppe]]
[[Categoria:Persone giustiziate per impiccagione|Solaro, Giuseppe]]
[[Categoria:Sepolti nel Cimitero monumentale di Torino]]
[[Categoria:Studenti dell'Università degli Studi di Torino]]
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