Castellazzo Bormida: differenze tra le versioni
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{{NN|Piemonte|febbraio 2024}}
{{Divisione amministrativa
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|Didascalia = La chiesa di San Martino
|Bandiera = Castellazzo Bormida-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Castellazzo Bormida-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Piemonte
|Divisione amm grado 2 = Alessandria
|Amministratore locale = Gianfranco Ferraris
|Partito = [[lista civica]] Ferraris Gianfranco detto Gil
|Data elezione = 6-6-2016
|Data rielezione = 4-10-2021
|
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = Fontanasse, Rampina
|Divisioni confinanti = [[Alessandria]], [[Borgoratto Alessandrino]], [[Casal Cermelli]], [[Castelspina]], [[Frascaro]], [[Frugarolo]], [[Gamalero]], [[Oviglio]], [[Predosa]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2567
|Nome abitanti = castellazzesi
|Patrono = [[Stefano protomartire|Santo Stefano]]
|Festivo = il martedì dopo la III domenica di settembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Castellazzo Bormida (province of Alessandria, region Piedmont, Italy).svg
|Didascalia mappa = Mappa del Comune di Castellazzo Bormida all'interno della Provincia di Alessandria
}}
'''Castellazzo Bormida''' (''Ël Castlass an Bormia'' in [[Lingua piemontese|piemontese]]), anticamente denominato ''Gamondio'', è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Alessandria]], in [[Piemonte]].
Il comune è situato nella pianura tra l'[[Orba (torrente)|Orba]] e la [[Bormida (fiume)|Bormida]].
== Geografia fisica ==
Il territorio di Castellazzo Bormida ha una superficie di 45,19 km². L'altezza del comune è compresa tra 90 e 132 [[Livello del mare|m s.l.m.]] Il palazzo comunale è ad un'altezza di 104 m [[s.l.m.]]
Il comune confina a [[nord]] con il comune di Alessandria, a [[est]] con i comuni di Frugarolo e Casal Cermelli, a [[sud]] con i comuni di Predosa e Castelspina ed a [[ovest]] con i comune di Gamalero, Frascaro, Borgoratto Alessandrino e Oviglio.
Il centro abitato ricopre una piccola parte rispetto al territorio comunale.
Il comune possiede due frazioni: '''Fontanasse''' e '''Rampina'''; la frazione di Fontanasse è divisa dal confine tra Castellazzo Bormida e Casal Cermelli.
Il territorio è costellato da moltissime cascine dislocate su tutto il territorio. Molte cascine, grandi e lontane dal centro abitato, sono diventate nella storia quasi frazioni con chiesa annessa. Le cascine videro l'ultimo ripopolamento nei primi anni dell'immigrazione dal [[Veneto]] e dal [[Mezzogiorno (Italia)|meridione]] diventando centri molto popolosi.
Le [[Cascina|cascine]] principali sono:
* Cascina [[Santa Barbara]] con la chiesa omonima
* Cascina San Leonardo con chiesa omonima fino al 1300, poi la chiesa fu dedicata sotto varie titolazioni alla Madonna (curiosità: nel [[1746]] la tenuta fornì riparo a [[Carlo Emanuele III di Savoia]])
* Cascina Campagna con la chiesa di [[Madonna della Neve|Santa Maria della Neve]]
* Cascina Campagnotta
* Cascina Scacca con la chiesa di
* Cascina Bruciata
* Cascina Zerba con la chiesa di [[Maria Maddalena|Santa Maria Maddalena]]
* Cascina Maddalena (un tempo con la chiesa di [[Maria Maddalena|Santa Maria Maddalena]])
* Cascina Maranzana (un tempo con la chiesa di [[Antonio di Padova|Sant'Antonio
* Cascina Bergamina (un tempo con, nelle vicinanze, la chiesa di San Giovanni del Martuzzo detto anche San Giovanni dei Cavalieri di Malta o San Giovanni delle Rane).
* Cascina Rampina
* Cascina Costantina, un tempo dimora di nobili
Il territorio comunale è attraversato della [[Autostrada A26 (Italia)|Autostrada A26]], dalla linea ferroviaria Alessandria-[[Ovada]] nel centro abitato, dalla linea Alessandria-[[Acqui Terme]] e dalla linea Alessandria-[[Nizza Monferrato]]-[[Canelli]] nella parte ovest verso il confine con Oviglio.
Il fiume Bormida nella parte sud-occidentale del comune forma una spaccatura nel territorio che prende il nome di Isola Grande; gli abitanti di quella zona per giungere nel centro abitato devono passare per Borgoratto Alessandrino.
Nella parte occidentale del comune al di là della Bormida nella regione Micarella è presente la nuova area industriale.
== Storia ==
=== Origini ===
Il documento più antico in cui si trova citato Gamondio, come ''[[corte regia]]'', è del [[938]] ([[937]]). In questo diploma la regina Berta riceve dagli imperatori [[Ugo di Provenza|Ugo]] e [[Lotario II d'Italia|Lotario]] varie zone tra cui la corte regia di Gamondio<ref>"[...] ''Nel nome della Santa Trinità Noi Ugo con Lotario, fatti re dalla clemenza di Dio, diamo in dote la corte di Gamondio di [[Sezzadio|Sezzé]], di Orba [...] con tutte le loro pertinenze alla regina Berta. Trasferiamo e deleghiamo a Lei tutti i diritti su questi possessi: chiese, cappelle, castelli, servi e serve, contadini, terre, campi, vigne, prati, boschi, monti, valli, acque, mulini, diritti di pesca e tutte le cose mobili ed immobili delle predette corti e abbazie. Disponiamo inoltre che la proprietaria abbia il diritto di conservare o vendere, alienare o permutare e nessun uomo osi opporsi. Iseprando notaio e il vescovo Atrone sottoscrivono''." Documento redatto in Borgogna nella corte Columbaris, e conservato presso l'archivio di Stato di Milano, fondo Museo Diplomatico, cartella 5-37-179.</ref>. Prima di questo diploma esistono solo congetture ed ipotesi, oltre alla frase molto lusinghiera di Iacopo di Acqui.
=== XII-XIII secolo ===
[[File:Castellazzo Bormida-Torre del Castello.jpg|thumb|Torre del castello]]
Gamondio è corte regia quindi proprietà imperiale diretta, ma con sicura presenza di terreni e di uomini liberi. Nel gennaio [[1106]] con un documento redatto nella Parrocchia di San Martino, si ha la prima traccia di Gamondio come libero comune e nel [[1146]] stipula con la [[Repubblica di Genova]] un patto commerciale molto importante. È il periodo di maggior splendore per Gamondio.
Nel [[1154]] il geografo arabo [[Muhammad al-Idrisi]] riporta Gamondio nella sua carta dell'Italia, e la descrive così: ''Città popolata e grande da cui dipendono villaggi e colti [...] È recinta da mura ed ha popolazione ricca, mercati attivi e commercio con importazione ed esportazione''. Per alcuni storici questa descrizione non è da attribuire a Gamondio, ma il territorio era vasto, e comprendeva i luoghi di [[Casal Cermelli]], [[Casal Cermelli#Portanova|Portanova]], [[Castelspina]], [[Gamalero]], [[Borgoratto Alessandrino|Borgoratto]], [[Cantalupo (Alessandria)|Cantalupo]].
Nel [[1155]] le milizie di Gamondio si uniscono con [[Federico Barbarossa|Federico I Barbarossa]] per assediare nel [[1158]] [[Milano]].
==== Fondazione di Alessandria ====
Le alleanze si cambiano in pochissimo tempo e solo dieci anni dopo Gamondio, insieme a Marengo e [[Bergoglio (Alessandria)|Bergoglio]], fondano una ''civitas nova''. Nata la città di Alessandria<ref>Nei primi vent'anni della sua storia la città presenta nelle fonti quattro diverse denominazioni: Alessandria, Cesarea (Il Ghilini nei suoi {{Cita|Annali di Alessandria|p. 2-1168/1}} vuole erroneamente che la nascita della città sia avvenuta il 22 aprile 1168, e cioè lo stesso giorno della [[fondazione di Roma]]: "''[...] пеl qual giorno [[Romolo]] diede principio alla fabrica della Città di Roma [...]''" in realtà la fondazione di Roma è ufficialmente fissata il 21 aprile.), Palea, Rovereto, oltre alla designazione generica, abbastanza frequente, di ''civitas nova'' o ''nova civitas'', ed alla più rara designazione di ''urbs nova''. ({{Cita|Geo Pistarino|p. 15}}).</ref> essa si fondò in un primo momento, come già scritto, dall'unione demica di ''Gamondium'' (Gamondio), ''[[Spinetta Marengo|Marenghum]]'' (Marengo) e ''[[Bergoglio (Alessandria)|Bergolium]]'' (Bergoglio). Questo si evince nel testo dei reclami contro [[Cremona]] del [[1184]] dell'imperatore Federico ove indica i promotori ed autori della fondazione della nuova città: "''de tribus locis, Gamunde vicelicet et Meringin et Burgul''". Non è descritto il nome del luogo dell'incontro, anche se pare già indicato con una certa precisione nella specificazione del sito sul [[Tanaro]] dove il trasferimento fu più breve: Bergoglio<ref>{{Cita|Geo Pistarino|p. 14}}.</ref>.
Ai tre luoghi citati si aggiunsero in seguito ''Roboretum'' (Rovereto), ''[[Solero (Italia)|Solerium]]'' (Solero), ''[[Villa del Foro|Forum]]'' (Villa del Foro), ''[[Oviglio|Vuilije]]'' (Oviglio) e ''[[Quargnento|Quargnentum]]''. In questo le popolazioni furono supportate, economicamente, dalla "[[Repubblica di Genova|Superba]]" e dai comuni della [[Lega Lombarda]] in contrasto con il [[marchesato del Monferrato]] principale alleato di [[Federico Barbarossa]].
La data ufficiale di fondazione di Alessandria è il 3 maggio [[1168]], anche se in quel momento ha già raggiunto una configurazione topografica, urbanistica ed amministrativa definita. Il nome "Alessandria", confermato in seguito, sarà assunto in onore di [[Papa Alessandro III]], ampio sostenitore delle azioni della Lega Lombarda contro il [[Sacro Romano Impero]] e che aveva scomunicato [[Federico Barbarossa]].
Nel [[XII secolo]] esistono notizie per almeno diciassette [[Chiesa (architettura)|chiese]] nel territorio di Gamondio, e tra queste molte vengono riprodotte nella nuova città in costruzione; tra le più importanti [[Martino di Tours|San Martino]], [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria dei Campi]], San Giacomo, [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]].
Per la centralità della sua posizione, il borgo offre almeno tre "[[Ospedale|ospedali]]" per il conforto dei pellegrini: il convento probabilmente presente alla [[Trinità (cristianesimo)|Santissima Trinità]] da Lungi, sulla via romana detta [[Via Aemilia Scauri|Aemilia Scauri]], l'ospedale di [[Ranieri Scacceri|San Ranieri]] a Cantalupo, e l'ospedale di [[Lazzaro di Betania|San Lazzaro]], fondato da membri dell'omonimo ordine militare assistenziale.
==== Gamondio e ''Castellacium'' ====
Con il passare del tempo si inizia a confondere nei documenti ufficiali il toponimo di ''Gamondio'', usato sia per il comune che per un quartiere di Alessandria. Dal [[XIV secolo]] con il toponimo Gamondio si indicherà il territorio e con Castellacium il centro abitato, dopo poco il toponimo Gamondio rimarrà alla città e a tutto il territorio di Castellazzo verrà dato il toponimo di Castellacium, derivato sicuramente dalle varie rovine di fortificazioni presenti nel comune.
Dopo alcuni anni di rapporti non proprio pacifici, entra nell'orbita della nuova città; viene istituito il [[Contado di Alessandria]], sorta di consorzio amministrativo-commerciale di cui Castellazzo rimarrà esponente principale fino all'estinzione nel [[XVIII secolo]].
=== XIV secolo ===
Nel Trecento le chiese sono attestate in numero almeno pari a ventitré.
Alla fine del secolo Castellazzo viene separata dal dominio alessandrino ad opera dei [[Visconti]] (arrivati ad Alessandria dal [[1347]]), che garantiscono al paese autonomia daziaria e quindi economica. Durante questi anni di dominazione gli abitanti dei vari villaggi si ribellano alle scorribande di [[Facino Cane]], ma vengono distrutti, solo Castellazzo resiste all'assedio del [[1404]].
=== XV-XVII secolo ===
Nel [[1437]] il borgo viene infeudato dai Visconti a Vitaliano Borromeo, e nell'Autunno del 1499, a Francesco Bernardino I Visconti, Signore di Brignano (Bergamo). Il feudo rimase nell'orbita di [[Milano]] fino alla morte di Francesco II Sforza, nel [[1535]]. Dopo il controllo milanese, inizia la dominazione spagnola che durerà 146 anni. La famiglia napoletana di origine spagnola dei [[d'Avalos]] tenne il feudo di Castellazzo dal 1531 (con l'investitura di [[Alfonso III d'Avalos]] da parte di [[Carlo V d'Asburgo]]) al 1651, quando i fratelli [[Andrea d'Avalos|Andrea]] e Francesco d'Avalos lo cedettero alla famiglia [[Pallavicino]] di Genova.<ref>Francesco Guasco, ''Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia'', volume 1, Pinerolo, 1911, in ''[[Biblioteca della Società Storica Subalpina]]'', Volume 54, p. 454</ref>
=== XVIII secolo ===
Nel [[1707]] la zona di Castellazzo passa sotto [[Casa Savoia]] e nel [[1778]], morto senza discendenti l'ultimo feudatario, Giovan Battista Pallavicino, Castellazzo passa alle dirette dipendenze della casa regnante.
=== XIX secolo ===
Nel [[1863]] il paese assume con [[Regio decreto-legge|regio decreto]] la denominazione attuale.<br />
[[XIX secolo|Ottocento]] e metà [[XX secolo|Novecento]] vedono l'affermarsi di attività artigianali legate all'industria serica (molte le filande funzionanti nel paese) e all'edilizia, partendo dalla costruzione diretta di fornaci (sistema Hoffman) per la materia prima dell'epoca, i mattoni.<br />
All'epoca della Rivoluzione francese a Castellazzo erano in funzione già tre filande, nel 1850 si arrivò a undici stabilimenti, nel 1880 si consolidarono le tre aziende dei fratelli Boidi, Pistarini, Ricagni. La produzione serica locale era particolarmente pregiata per lucentezza e qualità. Si contavano due milioni di mori-gelsi (Mario Prati: Tesi di Laurea in Economia e Commercio, Università di Torino).
Il paese si ricompatta dalla seconda metà dell'Ottocento, con la creazione di enti, circoli e società a scopo assistenziale e ricreativo: nascono l'Asilo Prigione, la Banca Popolare di Castellazzo, il Circolo di Lettura, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la banda musicale "[[Giacomo Panizza]]", il MotoClub, il Touring Club ciclistico.
=== XX secolo ===
All'inizio del XX secolo le confraternite perdono vigore, e in vario modo scompaiono le piccole chiese di San Rocco, San Michele, Santissima Annunziata, San Giovanni e Santa Croce.
{{Immagine grande|Castellazzo Bormida - Panorama invernale (gennaio 2011).jpg|800px|Veduta invernale di Castellazzo Bormida dal viale Madonnina dei Centauri}}
===Simboli===
Lo stemma storico è stato riconosciuto con DCG n. 10916 del 4 dicembre 1932.<ref>{{cita testo|autore= Comune di Castellazzo Bormida |titolo= Statuto |posizione= Articolo 4 - ''Stemma e Gonfalone'' |url= https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-al-castellazzo-bormida.pdf }}</ref>
{{Citazione|D'argento al [[Castello (araldica)|castello]] di tre torri, di rosso, fondato sulla campagna di verde.<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Manno|titolo=Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia |volume= 4|anno= 1892 |editore=Fratelli Bocca Editori|città=Torino |url= https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/338.1/#182 |voce= Castellazzo Bormida |p=172}}</ref>}}
Il gonfalone è un drappo di rosso concesso con DPR dell'11 giugno 1980.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1344|titolo=Castellazzo Bormida|accesso=9 agosto 2025|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Citazione|L'imperatore [[Carlo Magno]] si fermò a Gamondio, e vi fece costruire molte bellissime chiese, e altre ne restaurò|''Chronicon Imaginis Mundi'', Iacopo da Acqui<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/iacopo-da-acqui_(Dizionario-Biografico)/|titolo=Iacopo da Acqui|autore=Paolo Chiesa|editore=Treccani|data=2004|accesso=15 giugno 2016}}</ref>. [[1320]] circa}}
=== Architetture religiose ===
==== Chiesa di Santa Maria della Corte ====
La chiesa di Santa Maria della Corte viene citata per la prima volta in un istrumento del [[1005]] che nomina la fondazione della chiesa "in curte regia Gamundii" (da cui il suffisso della Corte) da parte di Maria figlia del re [[Anscarici|anscarico]] [[Adalberto II d'Ivrea]]. Fin dall'inizio la chiesa è parrocchiale.<br />
Nel [[1443]] la chiesa con annesso convento, costruito agli inizi del [[XV secolo]], passa ai padri [[Servi di Maria|serviti]].
La chiesa viene più volte demolita e ricostruita. La prima chiesa è probabilmente ad aula unica e anche molto piccola. Nel [[1494]], al termine della messa dello Spirito Santo, si dà inizio alla solenne demolizione. La chiesa viene ricostruita a tre navate, probabilmente in stile tardogotico. La consacrazione avviene il 2 febbraio [[1534]], il giorno dopo la consacrazione di San Martino appena ingrandita.
Inondata dalla Bormida nel [[1647]], e bruciata dai [[Francia|francesi]] nel [[1651]] della chiesa rimane solo il campanile e un [[Iconografia della Crocifissione|crocefisso]] dichiarato miracolato da [[papa Benedetto XV]].
Tra il [[1665]] e il [[1717]] la chiesa è ricostruita secondo il vecchio progetto per sfruttare le fondamenta rimaste; i lavori sono affidati all'architetto alessandrino Guglielmo Trotti che però
Nel [[1802]] il
Il convento viene diviso tra la parrocchia e il municipio.
Nel [[1894]] vengono intrapresi i lavori di risanamento della pavimentazione e degli affreschi interni.
La chiesa di Santa Maria della Corte è la prima parrocchia del paese e si può vantare
==== Chiesa
Sicuramente è la chiesa più antica di Castellazzo, fondata sicuramente prima del [[1000]].
Il primo documento che la cita è un atto redatto nel [[1106]] nella piazza attigua dove si trova anche l'indicazione di Gamondio libero comune
{{
La chiesa è parrocchiale da sempre, e trova una sua gemella costruita nella nuova città di Alessandria. Dal [[1264]] la chiesa è retta dai Padri Agostiniani. Durante i vari ampliamenti la facciata viene posta a meridione rispetto all'originale che era posta a levante. La chiesa è ingrandita nel [[XIV secolo]] inglobando parte della primordiale chiesa. Nel [[1534]] terminano i lavori spostando ulteriormente la facciata in avanti fino ad inglobare la torre che era Albo Pretorio.
Il
La facciata viene completata nel [[1561]]. Nel [[1895]] prende fuoco il campanile posteriore. Viene ricostruito ==== Chiesa dei Santi Carlo e Anna ====
[[File:Castellazzo Bormida-chiesa ss carlo e anna-facciata.jpg|thumb|La chiesa dei Santi Carlo e Anna]]
La chiesa venne costruita per volontà testamentarie di Maddalena Trotti e nel [[1631]] venne posata la prima pietra. Le guerre del periodo ritardarono i lavori, che vennero interrotti per mancanza di materiale e mano d'opera (nel frattempo il titolo di parrocchia era tenuto dal vicinissimo oratorio della Santissima Annunziata). Nel [[1665]] venne terminato il coro e nel [[1714]] venne consacrata. Nel [[1892]], su progetto dell'[[ingegnere]] [[Crescentino Caselli]], venne rialzato il campanile.
Al suo interno è conservata una statua lignea della Madonna del Carmine (detta dai castellazzesi "della provvidenza") della bottega del [[Anton Maria Maragliano|Maragliano]].
La chiesa dei Santi Carlo ed Anna è la terza parrocchia del paese.
Nel 1720, Paolo Francesco Danei (Ovada, 3 gennaio 1694 – Roma, 18 ottobre 1775), sentendosi chiamato da Dio a fondare un nuovo istituto, dopo aver indossato un abito di penitenza il 22 novembre 1720, con il consenso del Vescovo di Alessandria, Mons. [[Francesco Giuseppe Arborio di Gattinara]], visse per 40 giorni nel piccolo locale attiguo alla sacrestia della Chiesa dei Santi Carlo ed Anna, in totale isolamento con digiuno e molta preghiera scrisse la regola di quella che sarebbe poi diventata la [[Congregazione della Passione di Gesù Cristo]] (Passionisti).
==== Chiesa di Santo Stefano ====
La chiesa di Santo Stefano "extra muros" ha un'origine certamente monastica per la sua lontananza dall'abitato di allora. La fondazione risale all'incirca alla metà dell'
Le absidi trovano le loro gemelle nell'[[
==== Chiesa della Santissima Trinità da Lungi ====
{{vedi anche|Abbazia della Santissima Trinità da Lungi}}
Fondata dai [[canonici regolari di Santa Croce di Mortara]], probabilmente intorno al [[1130]], la chiesa (priorato, ma anche parrocchia) viene citata per la prima volta nel [[1134]]. Costruita sicuramente all'interno di un complesso monastico, del quale nell'Ottocento se ne trovano ancora abbondanti tracce di ruderi, nel [[XVI secolo|cinquecento]] è usata come pagliaio.
Gli interventi del Ghilini nel [[1731]] ci hanno fatto giungere molte parti antiche della chiesa. Il Ghilini, fece rialzare i muri per permettere una copertura a volta.
Nel [[1836]] con la ristrutturazione della volta e la tinteggiatura delle pareti, l'edificio è riaperto al culto. Gli ultimi interventi sono degli anni trenta del novecento da parte dell'architetto Mesturino della Soprintendenza delle Belle Arti di Torino, che fece riaprire le monofore dell'abside che erano state chiuse. Di importanza romanica rimangono oggi gran parte dell'abside, dei muri perimetrali e i capitelli, forse il maggior segno di arte a Castellazzo.
==== Santuario della Beata Vergine della Creta ====
{{vedi anche|Santuario della Beata Vergine della Creta}}
[[File:Santuario della Madonnina, Castellazzo Bormida (AL).jpg|thumb|left|Santuario Beata Vergine della Creta]]
La prima costruzione avvenne intorno al [[XVII secolo]] come ringraziamento della protezione durante l'epidemia di peste del [[1630]]; la cappella venne demolita, per incuria, nel [[1764]].
Nel periodo [[1802]]-[[1848]] si ha la costruzione della nuova chiesa e della cosiddetta "Rotonda" intorno al pilone, mentre l'inizio dell'edificazione dell'odierno santuario avvenne sul finire del [[XIX secolo]]. Nel [[1947]] [[papa Pio XII|Pio XII]] conferì alla "Madonnina" (chiamata così da tutti i Castellazzesi) il titolo di Patrona dei Centauri.
Sui muri del corridoio che conduce alla Rotonda e nella Rotonda stessa si trovano molti ex voto a significare la grande devozione per la Beata Vergine della Creta.
==== Oratori ====
[[File:Castellazzo Bormida-chiesa san sebastiano-facciata.jpg|thumb|L'oratorio di San Sebastiano]]
* '''Oratorio di Sant'Antonio abate''': la confraternita di Sant'Antonio fu l'unica a possedere due chiese contemporaneamente, una nel centro e una nella campagna. L'attuale edificazione è del [[1699]]. La facciata è una rifinitura di fine Ottocento inizio Novecento.
* '''Oratorio della Santissima Pietà''': la confraternita già presente nel [[1298]] riappare nella storia intorno al [[1496]] con l'oratorio di San Sebastiano in Borgo Nuovo che verrà soppiantato dall'attuale oratorio. Fino al settecento l'oratorio era affiancato dall'ospedale di Santa Caterina, poi confluito nell'ospedale riunito. A [[Natale]] ospita un grande [[Presepe|presepio]] meccanico
* '''Oratorio di
* '''Oratorio della Santissima
==== Chiese ed Oratori adibiti ad altri usi ====
* '''Oratorio di San [[Giovanni Battista|San Giovanni Battista]]''': secondo una tradizione orale l'attuale oratorio fu costruito con il materiale recuperato dalla distruzione dell'oratorio di San Giovanni da Paravano che sorgeva nell'attuale piazza Vittorio Emanuele II. Dopo il cambio di uso nel [[1940]] venne abbattuto il coro per poter allargare la sede stradale e in un secondo tempo venne abbattuto anche il campanile. L'oratorio veniva usato come chiesa minore della parrocchiale di Santa Maria della Corte. La statua del Santo è adesso posta in un
* '''Chiesa dei Santi Maria e [[Francesco d'Assisi|Francesco]] ai Cappuccini''': fondata insieme al [[convento]] il
* '''Oratorio di San [[Nicola da Tolentino]]''': le uniche citazioni dell'oratorio sono nei catasti del 1563 e del 1633. Visibile bene dall'esterno la zona absidale è anteriore al resto dell'oratorio, perciò si suppone che l'oratorio sia stato in parte riedificato. Prima di cambiare uso era la chiesa minore della parrocchiale di San Martino.
==== Oratori oggi non più esistenti ====
[[File:Castellazzo Bormida-santuario della Creta-cappella motociclista.jpg|thumb|La cappella del motociclista all'interno del santuario della Creta]]
Gli oratori elencati sono quelli che sono stati abbattuti nel [[XX secolo]].
* '''Santissima Annunziata''': già esistente nei registri del catasto del [[1563]]. Occupava un piccolo lotto a fianco della chiesa dei Santi Carlo ed Anna. Era separata
* '''Santa Croce''': citato per la prima volta nel catasto del [[1584]] dal [[1633]] alla sua demolizione non ha subito modifiche. Durante le due guerre mondiali venne usato come
* '''San Michele''': San Michele era una chiesa di Gamondio citata già nel [[1156]], l'ultima edificazione risale alla fine del [[XVIII secolo]] ad opera dell'architetto alessandrino Giuseppe Zani. I disegni dell'oratorio,
* '''San Rocco''': si parla si San Rocco già nel [[1534]], l'oratorio fu ingrandito nel [[1630]]-[[1631|31]] per devozione in quanto la contrada grande (l'odierna via Roma dove si trovava l'oratorio) fu risparmiata dalla peste. L'oratorio era ricavato in una vecchia porta di fortificazione. Venne abbattuto nel [[1922]]. La statua del Santo è posta in una nicchia nel muro dove la chiesetta confinava.
=== Architetture civili ===
==== Torre dell'orologio ====
La torre dell'orologio è la torre più antica rimasta a Castellazzo. Sorge sul perimetro delle antiche mura, sorte nel XI-XII. Il percorso delle prime mura è a forma ellittica e via General Moccagatta dove sorge la torre segue proprio il percorso delle antiche mura. La pianta della torre è a tre quarti di cerchio.
La torre ha subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
Curiosità: nel [[1858]] durante degli scavi nell'attuale via Gamondio (anch'essa sul percorso delle vecchie mura) furono messe in evidenza le fondazioni di un'analoga torre, certezza in più che il comune era circondato da mura con varie torri per la sicurezza.
==== Torrione della Gattara ====
[[
Il torrione detto ''della Gattara'' dal nome del rione su cui sorge, è l'unico
Le mura del quattrocento dette "le mura nuove", formavano un pentagono intorno al comune; oggi il percorso delle mura è ancora visibile dagli spalti che ne ripercorrono fedelmente il percorso dividendo il centro storico dalla periferia.
Il torrione è a pianta circolare, è collegato attraverso ad un sistema di camminamenti
===== Palazzo municipale =====
Il Palazzo del Municipio di Castellazzo Bormida iniziò a prendere forma nel [[1883]], sostituendo il vecchio Palazzo del Pretorio e demolendo la storica chiesa di San Giacomo dei Serviti, che si trovava nell'attuale via Emanuele Boidi.
Il progetto fu affidato all'ingegnere Giulio Leale di Alessandria e approvato ufficialmente il 7 dicembre 1882. Il nuovo edificio doveva ospitare sia gli uffici comunali che le scuole dell'obbligo. Per realizzare l'opera fu contratto un mutuo di 179.000 lire con la [[Cassa Depositi e Prestiti|Cassa dei Depositi e Prestiti]], da rimborsare in trent'anni, come sancito da un decreto della Deputazione Provinciale di Alessandria il 29 gennaio 1883. Il 2 dicembre 1883, un Regio Decreto firmato da [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] ne dichiarò la pubblica utilità.[[File:Castellazzo Bormida-municipio2.jpg|thumb|Il palazzo comunale|sinistra]]Gli uffici comunali, secondo il progetto, comprendevano una serie di locali: una sala riunioni per il [[Consiglio comunale (ordinamento italiano)|consiglio comunale]], una per la [[Giunta comunale|giunta]], l'ufficio del [[Sindaco (ordinamento italiano)|sindaco]], l'ufficio del [[Segretario comunale e provinciale|segretario]], una sala d'archivio, l'ufficio dello stato civile, l'ufficio del catasto, quello del capo della guardia campestre, la pretura, una sala d'udienza, il gabinetto del pretore, l'ufficio dei cancellieri, l'ufficio dell'usciere, l'ufficio dell'archivista, una stanza per i testimoni, l'archivio notarile, stanze per gli inservienti del carcere (distinte per uomini e donne), l'alloggio del custode e una latrina. Era inoltre previsto un alloggio per i carabinieri, dotato di camere da letto e cucina.
Per le scuole, il progetto prevedeva una divisione tra la sezione maschile e quella femminile. Ogni sezione era composta da diverse aule, una stanza per le riunioni dei maestri, una per la direzione, l'alloggio del bidello e della bidella e le relative latrine. Inoltre, vi erano due cortili distinti, uno per le scuole femminili e uno per quelle maschili.
L'intero complesso copriva una superficie di circa 2.700 metri quadrati. La costruzione fu affidata all'impresa di Sebastiano Ratti, che stipulò il contratto nel 1884. L'edificio venne completato e collaudato nel 1886, con l'utilizzo pieno a partire dal 1890. Il palazzo si trova tra le vie XXV Aprile, via Emanuele Boidi e via Cavour. Il processo di costruzione non fu privo di difficoltà, poiché emersero numerosi reclami e ricorsi da parte degli ex proprietari dei terreni, oltre a un'indagine pubblica sulla regolarità della fornitura delle inferriate dell'edificio e una citazione del Comune contro l'impresario per inadempienze contrattuali.
L'edificio si distingue per un lungo porticato al piano terreno e una sezione centrale più elevata, arricchita da [[Parasta|paraste]] ioniche di ordine gigante con un timpano triangolare. Di particolare valore sono lo scalone in pietra e la sala consiliare. Quest'ultima, situata al primo piano del palazzo, conserva ancora oggi gli scranni originali ottocenteschi della Pretura di Castellazzo, soppressa nel 1890.
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Castellazzo Bormida}}
== Cultura ==
'''Biblioteche'''
È presente la biblioteca civica Francesco Poggio fondata nel 1976.
=== Eventi ===
==== Motoraduno ====
Il [[motoraduno]] internazionale "Madonnina dei Centauri" si tiene tutti gli anni, durante la II settimana di luglio, e culmina con la funzione religiosa per la benedizione di piloti e macchine. L'evento si svolge dal [[1946]], organizzato dal locale motoclub e ideato dall'allora presidente Marco Re, farmacista castellazzese. La cerimonia è partecipata da migliaia di motociclisti provenienti da tutta [[Europa]]. Curiosità: il primo motociclista di ogni paese entra, per seguire la funzione religiosa, in chiesa con il motore acceso e il motociclista che ha percorso più chilometri per giungere a Castellazzo Bormida viene premiato.
==== Settembre castellazzese ====
[[File:Castellazzo Bormida-portici sera.jpg|thumb|upright=0.5|I portici comunali]]
Il settembre castellazzese è il contenitore di tutte le manifestazioni della '''festa del paese'''. Ha inizio alla fine di agosto con la conferenza stampa, nella quale viene presentato ufficialmente il programma dei festeggiamenti, ed ha termine con la mostra mercato della zucca.
===== Galleria Gamondio =====
Nata nel [[1968]], è una collettiva d'arte contemporanea che si svolge nelle settimane centrali della festa del paese. La collettiva fino al [[2006]] è stata organizzata al pian terreno delle scuole medie. Dal 2006 la galleria non ha ancora trovato una sistemazione definitiva: nel 2006 è stata organizzata presso la canonica di San Martino, nel [[2007]] presso la chiesa di Santo Stefano e nel [[2008]] presso l'oratorio di San Nicola. Dal 2007 la galleria ospita le opere realizzate durante l'estemporanea di pittura organizzata dal comune.
===== Palio dell'oca =====
Il Palio dell'oca è una manifestazione folkloristica che viene organizzata ogni anno la III domenica di settembre. Si svolge in piazza Vittorio Emanuele II (la piazza centrale), dove con balle di paglia viene creato un percorso a forma di "U", dove vengono fatte correre le oche. Durante il palio si disputano anche dei giochi tra i vari partecipanti dei rioni quali: il tiro alla fune, l'ago nel pagliaio ecc.
[[File:Castellazzo Bormida - Palio dell'oca 2007.jpg|thumb|Corsa della XXII edizione (2007) del Palio dell'oca]]
La tabella riporta i rioni partecipanti alle ultime edizioni:
{| class="wikitable sortable" border="1"
|-
! Rioni!! XXIII<br />(2008) !! XXIV<br />(2009)
|-
| Borgo San Carlo || 41 ||
|-
| Bruera Santo Stefano || 45 ||
|-
| Contrada Grande|| 45 ||
|-
| Gattara-Torrione|| 4||
|-
| Madonnina|| 53 ||
|-
| Ponte Borgonuovo|| '''56''' ||
|-
| Ponte San Michele|| 47 ||
|-
| San Sebastiano|| 55 ||
|-
|}
===== Mostra Mercato della zucca =====
La Mostra Mercato della zucca è l'ultima manifestazione del settembre castellazzese. Nata nel [[1992]], viene organizzata ogni anno per elogiare uno dei prodotti tipici castellazzesi, la zucca. Durante la manifestazione i produttori locali organizzano un'esposizione dei loro prodotti e vengono preparati diversi piatti a base di zucca che possono essere degustati; musica dal vivo e animazioni accompagnano la festa.
== Prodotti tipici locali ==
* [[Beta vulgaris|Barbabietola rossa]]: grazie detta in castellazzese ''biarava''
* [[Scorzonera]]: radice consumata prevalentemente in [[Liguria]]
* [[Zucca]]
* Giacometta: crema di cioccolata spalmabile brevettata dal cioccolatiere Giacomo Boidi.
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Pietro Guglielmero |Inizio = 8 giugno 1985 |Fine = 26 maggio 1990 |Partito = [[Partito Socialista Italiano]] |Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Pietro Guglielmero |Inizio = 26 maggio 1990 |Fine = 24 aprile 1995 |Partito = [[Partito Socialista Italiano]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianfranco Ferraris |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 14 giugno 1999 |Partito = [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianfranco Ferraris |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[lista civica]] Solidarietà progresso |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Domenico Ravetti |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = [[lista civica]] Solidarietà progresso |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Domenico Ravetti |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianfranco Ferraris |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine = 21 luglio 2015 |Partito = [[lista civica]] Solidarietà progresso |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Raffaele Ricciardi |Inizio = 21 luglio 2015 |Fine = 7 giugno 2016 |Partito = - |Carica = [[Commissario prefettizio]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianfranco Ferraris |Inizio = 7 giugno 2016 |Fine = 4 ottobre 2021 |Partito = [[lista civica]] Lealtà esperienza rinnovamento |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianfranco Ferraris |Inizio = 4 ottobre 2021 |Fine = ''in carica'' |Partito = [[lista civica]] Ferraris Gianfranco detto Gil |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
== Sport ==
* Squadra di calcio: U.S. Castellazzo, milita nel campionato di Promozione
* Squadra di basket: B.C.C.Castellazzo Bormida
* Gruppo Podistico Cartotecnica Piemontese di Castellazzo Bormida
* Moto Club Castellazzo Bormida fondato nel 1933
* Castellazzo Calcio a 7
== Galleria d'immagini ==
<gallery>
Immagine:Castellazzo Bormida-Campanile San Carlo.jpg|Campanile della chiesa parrocchiale dei Santi Carlo ed Anna
Immagine:Castellazzo Bormida-Campanile San Martino.jpg|Campanile della chiesa parrocchiale di San Martino
Immagine:Castellazzo Bormida-Santo Stefano absidi.jpg|Particolare delle absidi della chiesa di Santo Stefano
Immagine:Torre Canefri (Castellazzo Bormida).jpg|Torre del Castello
Immagine:Torre Canefri (Castellazzo Bormida) - Particolare.jpg|Torre del Castello (particolare)
Immagine:Stemma Canefri.jpg|Stemma Canefri raffigurato sulla Torre del Castello
Immagine:Ultimi discendenti Canefri .jpg|Ultimi discendenti Canefri, per i quali è stata riconosciuta la Cittadinanza Onoraria.
Immagine:Castellazzo Bormida - Una vecchia filanda.JPG|Scorcio di una vecchia filanda da poco restaurata
</gallery>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Codex statutorum magnifice communitatis atque diœcæsis Alexandrinæ|autore=Francesco Moscheni & F.lli|url=https://books.google.it/books?id=3AhmAAAAcAAJ&printsec|città=Alessandria|anno=1547|accesso=9 giugno 2016|cid=Codex Statutorum}}
* {{Cita libro|titolo=Annali di Alessandria|autore=Girolamo Ghilini|url=https://books.google.it/books?id=xI4LcaPAq4QC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0|editore=Gioseffo Marelli|città=Milano|anno=1666|cid=Annali di Alessandria}}
* {{cita libro|titolo=Monumenta Aquensia |autore=Giovanni Battista Moriondo|url=https://books.google.it/books/about/Monumenta_Aquensia.html?id=yu4-AAAAcAAJ&redir_esc|editore=Tipografia Regia|città=Torino|anno=1790|accesso=10 giugno 2016|cid=Monumenta Aquensia}}
* Domenico Testa ''Storia del Monferrato'', Tipogr. Piano, Castello d'Annone, 1979. Con un capitolo sul passaggio alla Dinastia dei Savoia.
* Giacomo Ursino ''Rievocata la figura di Sant'Ugo Canefri'', in ''Castellazzo Notizie'' marzo 1989. Con la descrizione dello Stemma Canefri figurato sulla Torre.
* Milena e Giannetto Re ''La Madonnina dei Centauri. Testimonianze di un'idea di fratellanza motociclistica realizzata e continuata nel tempo''. Edizioni Fratelli Pozzo, 1995.
* {{Cita pubblicazione|titolo = La doppia fondazione di Alessandria (1168, 1183)|autore = Geo Pistarino|rivista = Rivista di Storia Arte Archeologia per le provincie di Alessandria e Asti|numero = volume unico |editore = Società di Storia Arte Archeologia - Accademia degli Immobili|città = Alessandria|anno = 1997|pp = 5-36|cid = Geo Pistarino|url = http://www.cittafutura.al.it/_resources/rsaa1997.pdf|accesso = 11 giugno 2016}}
* {{Cita libro|titolo=Bergolium: il Territorio e l'Abitato|autore=Gianfranco Calorio|volume=volume primo|editore=Casa Editrice Favolarevia|città=Castelnuovo Scrivia (AL)|anno=2000|cid=Bergolium}}
* Cristoforo Moretti ''Catalogo di edilizia ecclesiastica nel territorio di Castellazzo Bormida'', Boccassi Editore, Alessandria 2001.
* ''Gli ex voto di Castellazzo, storia di una devozione e di un santuario''. Edizione curata da Mimma Caligaris. Edizioni IL PICCOLO, 2004.
* Milena Re Reposi ''La seta a Castellazzo Bormida'' Edizioni dell'Orso, 2009.
* Francesco Poggio, Paola Lanzavecchia, Ugo Boccassi ''Storia dei raduni motociclistici internazionali Madonnina dei Centauri''. Edizione a cura della Cassa di Risparmio di Alessandria.
* Moto Club Castellazzo Bormida ''70 anni di passione''.
* {{Cita libro|titolo=Echi dell'architettura transalpina nella marca aleramica, Santa Giustina di Sezzadio e Santo Stefano extra muros di Gamondio|autore=Simone Caldano|url=https://www.academia.edu/7962768/_Echi_dellarchitettura_transalpina_nella_marca_aleramica._Santa_Giustina_di_Sezzadio_e_Santo_Stefano_extra_muros_di_Gamondio_
|editore=Edizioni ETS|città=Pisa|anno=2013|cid=Santo Stefano extra muros}}
== Voci correlate ==
* [[Alessandria]]
** [[Bergoglio (Alessandria)|Bergoglio]]
** [[Spinetta Marengo|Marengo]]
** [[Solero (Italia)|Solero]]
** [[Villa del Foro|Foro]]
** [[Oviglio]]
** [[Quargnento]]
* [[Storia di Alessandria]]
* [[Diocesi di Alessandria]]
* [[Francesco Giuseppe Arborio di Gattinara]]
* [[Stazione di Castellazzo-Casalcermelli]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.atopon.it/index.php?page=buddha-sulle-rive-del-bormida|titolo=Articolo di Ezio Albrile sulla Chiesa della SS. Trinità da Lungi|accesso=29 giugno 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141104061034/http://www.atopon.it/index.php?page=buddha-sulle-rive-del-bormida|urlmorto=sì}}
* {{cita web | url = http://www.ponteborgonuovo.org/ | titolo = Sito del rione Ponte Borgonuovo | accesso = 8 settembre 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070927235648/http://www.ponteborgonuovo.org/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://castellazzoweb.altervista.org|CASTELLAZZO WEB: il sito su Castellazzo Bormida e sulla squadra dell'US Castellazzo Calcio}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Medioevo|Piemonte|storia d'Italia}}
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[[Categoria:Alessandria]]
[[Categoria:Italia altomedievale]]
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