Belluno: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Palazzi: Fix link
 
(842 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{nd}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Belluno
|Panorama =Belluno-Schiara.jpg
|Didascalia =
|Voce bandiera =
|Bandiera=Belluno-Gonfalone.png
|Voce bandierastemma =
|Stato = ITA
|Stemma=Belluno-Stemma.png
|Grado amministrativo = 3
|Voce stemma=
|Divisione amm grado 1 = Veneto
|Stato=ITA
|Divisione amm grado 2 = Belluno
|Grado amministrativo=3
|Amministratore locale = [[Oscar De Pellegrin]]
|Divisione amm grado 1=Veneto
|Partito = [[Indipendente (politica)|indipendente]] di [[centro-destra]]
|Divisione amm grado 2=Belluno
|Data elezione = 17-6-2022
|Amministratore locale=[[Jacopo Massaro]]
|Data rielezione =
|Partito=liste civiche di [[centro-sinistra]]
|Data istituzione =
|Data elezione=21/05/2012 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|Latitudine gradi = 46
|Data istituzione=
|Latitudine gradiminuti =46 8
|Latitudine minutisecondi =8 27
|Latitudine secondiNS =27 N
|Longitudine gradi = 12
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradiminuti = 12
|Longitudine minutisecondi =12 56
|Longitudine secondiEW =56 E
|Altitudine = 389
|Longitudine EW=E
|Superficie = 147.22
|Altitudine=389
|Note superficie = {{cita testo|url=http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH92M09OG0&v=1UH0D807RR40000|titolo=Consultazione dati del 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Tavola: Superficie territoriale (km²) - Belluno (dettaglio comunale)}}
|Superficie=147.22
|Sottodivisioni = vedi [[#Frazioni|elenco]]
|Note superficie=[http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH92M09OG0&v=1UH0D807RR40000 Consultazione dati del 14º Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Tavola: Superficie territoriale (km²) - Belluno (dettaglio comunale)]
|Divisioni confinanti = [[Alpago (Italia)|Alpago]], [[Limana]], [[Longarone]], [[Ponte nelle Alpi]], [[Sedico]], [[Vittorio Veneto]] ([[provincia di Treviso|TV]])
|Abitanti=35328
|Zona sismica = 1
|Note abitanti=[http://www.demo.istat.it/bilmens2012gen/index.html ''Statistiche demografiche ISTAT - comune di Belluno (BL); Dati provvisori di novembre 2012]
|Gradi giorno = 3043
|Aggiornamento abitanti=30-11-2012
|Nome abitanti = bellunesi
|Sottodivisioni=Anconetta, Antole, Bes, [[Bolzano Bellunese]], Caleipo, [[Castion (Belluno)|Castion]], Castoi, [[Cavarzano]], Cet, [[Cirvoi]], Col di Salce, [[Cusighe]], Faverga, Fiammoi, Giamosa, Giazzoi, Gioz, Levego, Madeago, Mares, Mier, Mussoi, Nevegàl, Nogarè, Orzes, Safforze, Sagrogna, Sala, Salce, San Fermo, San Pietro in Campo, [[Sois]], Sopracroda, Sossai, [[Tisoi]], Veneggia, Vezzano, Vignole, Visome
|Patrono = [[Martino di Tours|san Martino]]
|Divisioni confinanti=[[Farra d'Alpago]], [[Limana]], [[Longarone]], [[Ponte nelle Alpi]], [[Sedico]], [[Sospirolo]], [[Vittorio Veneto]] (TV)
|Festivo = 11 novembre
|Codice postale=32100
|PIL =
|Prefisso=[[0437]]
|PIL procapite =
|Fuso orario=+1
|Mappa = Map of comune of Belluno (province of Belluno, region Veneto, Italy).svg
|Codice statistico=025006
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Belluno nell'omonima provincia
|Codice catastale=A757
|Targa=BL
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=3043
|Diffusività=
|Nome abitanti=bellunesi
|Patrono=[[Martino di Tours|san Martino]]
|Festivo=11 novembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Belluno (province of Belluno, region Veneto, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Belluno nell'omonima provincia
|Sito=http://www.comune.belluno.it/
}}
'''Belluno''' ({{Link audio|It-Belluno.ogg|ascolta}}, [[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/belˈluːno/}}<ref>{{DOP|id=1010460}}</ref>, ''Belùn'' in [[dialetto veneto settentrionale|dialetto bellunese]]<ref>{{cita web|url=https://www.vieceli.it/curiosita/dialetto-de-belun|titolo=DIALETTO DE BELÙN|editore=Vieceli|accesso=25 luglio 2024}}</ref><ref>{{cita libro | autore= Gianna Marcato | titolo= Lingue e dialetti nel Veneto | anno= 2005 | editore= Unipress | città= Padova}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" />, capoluogo dell'[[provincia di Belluno|omonima provincia]] in [[Veneto]].
 
La città fu fondata come ''[[Municipio (storia romana)|municipium]]'' [[Roma (città antica)|romano]] nel [[I secolo a.C.]]<ref>{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/storia/storia_origini_romani.htm|titolo=Dalle origini ai romani|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110905080231/http://www.webdolomiti.net/storia/storia_origini_romani.htm}}</ref> Oggi è il comune più abitato della sua provincia, e il settimo e più settentrionale tra i [[capoluogo|capoluoghi di provincia]] del [[Veneto]]. La città è situata alla confluenza del torrente [[Ardo (torrente)|Ardo]] e del fiume [[Piave]], posizione difensiva strategica per la quale è stata protagonista nelle due [[guerra mondiale|guerre mondiali]].
'''Belluno''' ({{Link audio|It-Belluno.ogg|ascolta}}) ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|/belˈluno/}}<ref>[http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=78395&r=29700 Dizionario di ortografia e pronunzia su RAI.it]</ref>, ''Belùn'' in [[dialetto veneto settentrionale|veneto bellunese]], ''Belum'' in [[lingua ladina|ladino]]) è un [[comune italiano]] di 35.328 abitanti<ref>[http://www.demo.istat.it/bilmens2012gen/index.html Dato Istat al 30/11/2012].</ref>, capoluogo della [[provincia di Belluno|provincia omonima]] in [[Veneto]].
 
L'area più settentrionale del territorio comunale fa parte sia del [[Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi]] dal [[1988]] (si tratta, tra l'altro, di uno dei due capoluoghi di provincia in [[Italia]], insieme a [[Latina]], il cui territorio comunale sia in un parco nazionale) sia del [[patrimonio dell'umanità]] delle [[Dolomiti]] dichiarato dall'[[UNESCO]] nel [[2009]]. Belluno, inoltre, è stata insignita del titolo di [[città alpina dell'anno]] nel [[1999]].
Fondata come ''[[municipium]]'' [[Roma antica|romano]] nel [[I secolo a.C.]]<ref>{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/storia/storia_origini_romani.htm|titolo=Dalle origini ai romani}}</ref>, è attualmente il comune più abitato della provincia e il settimo e più settentrionale tra i [[capoluogo di provincia|capoluoghi di provincia]] del [[Veneto]]. La città è situata alla confluenza del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]] e del [[Piave|fiume Piave]], posizione difensiva strategica per la quale è stata protagonista nelle due [[guerra mondiale|guerre mondiali]].
 
Belluno è stata insignita del titolo di [[città alpina dell'anno]] [[1999]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
La parte antica della città di Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità della confluenza del torrente [[Ardo (torrente)|Ardo]] con il fiume [[Piave]]. A nord si stagliano verso il cielo l'imponente gruppo [[dolomiti]]co della [[monte Schiara|Schiara]] (2565 s.l.m) con la caratteristica Gusela del Vescovà, il [[monte Serva]] (2133 s.l.m) e il [[monte Talvena]], mentre a sud le prealpi separano il Bellunese dalla pianura veneta. Sempre a sud, nella zona del Castionese, si erge il [[Nevegal]] (pronuncia: Nevegàl) sul quale sono situati impianti di risalita e piste da sci.
[[File:DBPiavaTal3.jpg|sinistra|miniatura|La città con i primi contrafforti delle [[Dolomiti]], ripresa dal [[Col Visentin]] sulla dorsale prealpina]]
 
[[File:Belluno - panorama.jpg|thumb|sinistra|Panorama]]La parte antica della città di Belluno sorge su uno sperone di roccia in prossimità della confluenza del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]] con il fiume [[Piave]]. A nord si trova il gruppo [[dolomiti]]co della [[monte Schiara|Schiara]] (2565 s.l.m.) con la Gusela del Vescovà, il [[monte Serva]] (2133 s.l.m.) e il [[monte Talvena]], mentre a sud le Prealpi separano il Bellunese dalla Val Lapisina. Sempre a sud, nella zona del Castionese, si alza il colle del [[Nevegal]] sul quale sono situati [[impianti di risalita]] e [[pista da sci|piste da sci]].
 
Il territorio comunale è occupato nella zona settentrionale dal [[Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi]], di cui la città funge da "porta del parco". Gran parte degli abitati si sviluppano nella zona di fondovalle.
 
Il territorio è attraversato da diversi corsi d'acqua; i principali sono il fiume Piave e il torrente Ardo, seguiti dal torrente Turriga nel Castionese. Lungo i suoi confini comunali scorrono a ovest il [[Gresal|Gresàl]] e il [[Cicogna (torrente)|Cicogna]], mentre a est il rio Secco.
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Belluno}}
Belluno è indicata come la città capoluogo di provincia più fredda d'[[Italia]] nelle temperature medie invernali. Anche la temperatura media annua è spesso la più bassa fra quelle dei capoluoghi di [[Provincia (Italia)|provincia italiani]] con punte massime che posso essere anche inferiori ai -15°. Nel [[1998]], ad esempio, essa fu di 9,8&nbsp;°C, mentre la media mensile di gennaio fu di circa 0-1&nbsp;°C. Nel torrido [[2003]] la temperatura media annua non raggiunse i 10,0º<ref>dati Arpav rilevati alla stazione di Pra Magri</ref>. Assai consistente è la piovosità: su Belluno cadono annualmente circa 1400–1500&nbsp;mm di precipitazioni (1355&nbsp;mm nel 2005), concentrate nei mesi da aprile a novembre, che possono anche raggiungere i 2000&nbsp;mm, mentre l'inverno è siccitoso con cielo sereno. Il clima della città complessivamente è perciò piuttosto freddo e caratterizzato da precipitazioni piovose e nevose.
 
{{ClimaAnnuale
Riga 78 ⟶ 72:
| tempmax10 = 16.3
| tempmax11 = 9.6
| tempmax12 = 4.5
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = -4.1
Riga 121 ⟶ 115:
 
=== Preservazione dell'ambiente ===
Secondo le classifiche stilate da [[Legambiente]] la città, nel [[2007]], [[2008]], [[2010]], [[2011]] e [[20102013]], si è classificata al primo posto per sostenibilità dell'ecosistema urbano fra tutti i capoluoghi di provincia italiani<ref>{{cita web| url=http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=3&contenuti_id=1772| titolo=Ecosistema Urbano 2010| urlmorto=sì| urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101020142401/http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=3&contenuti_id=1772}}</ref>. Belluno ha poi ottenuto un secondo posto nel [[2012]] e nel [[2014]] ed un terzo posto nel [[2009]] e nel [[2015]].
 
Inoltre, il Comunecomune ha ricevuto già nel [[2007]] la certificazione [[EMAS]], confermata dopo controllo ispettivo anche per il [[2008]]. La certificazione [[EMAS]]<ref>Per una spiegazione dettagliata di cosa sia l'EMAS si clicchi [{{cita testo|url=http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/Emas/Registrazione_EMAS.html |titolo=qui]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090517043332/http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/Emas/Registrazione_EMAS.html }}</ref> si riferisce al rispetto del Regolamento CE n. 761/2001 (EMAS) e viene attribuita a quelle amministrazioni che si impegnano a migliorare le proprie prestazioni ambientali (gestione dei rifiuti, qualità dell'aria e delle acque etc.). Belluno è il primo comune capoluogo d'Italia a essere stato inserito nel Registroregistro europeo delle organizzazioni registrate EMAS.
 
== Origini del nome ==
Non si è del tutto certi sull'origine del nome della città. L'ipotesi più accreditata è che il toponimo abbia origini [[Lingue celtiche|celtiche]]: si riconoscono infatti una radice *''bel-'' con il significato di "luminoso" e ''dunum'' "centro fortificato"; Belluno dovrebbe dunque significare la "città splendente"<ref name=dizionario>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 2006 | UTET | Torino |p= 82}}</ref>.
 
== Storia ==
{{Nota
|titolo=Le origini del nome
|contenuto=L'ipotesi più accreditata è che il toponimo abbia origini [[lingua celtica|celtiche]]: si riconoscono infatti una radice *''bel-'' con il significato di "brillante" e ''dunum'' "centro fortificato"; Belluno è dunque la "città splendente"<ref name=dizionario>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 2006 | UTET | Torino |p= 82 }}</ref>.
}}
 
=== Il periodo pre-romano ===
Le primissime popolazioni passate per i luoghi bellunesi furono quelle pre-[[Popoli indoeuropei|indoeuropee]] prima del [[IV millennio a.C.|3000 a.C.]], e lasciarono la loro firma su molte località e nomi comuni del [[Bellunese]]. Nel territorio bellunese i [[Paleoveneti]] giunsero dalla [[pianura padana]] risalendo la [[Valbelluna|valle del Piave]]. I primi insediamenti umani individuati nel territorio di Belluno risalgono alla prima metà del [[I millennio a.C.]]: presso gli attuali quartieri di [[Fisterre]] e [[Cavarzano]] sono stati rinvenuti dei reperti che dimostrano la presenza paleoveneta sulla superficie comunale.
Nel territorio bellunese i [[Paleoveneti]] giunsero dalla [[pianura Padana]] seguendo la [[Valbelluna|valle del Piave]].
 
I primi insediamenti umani individuati nel territorio di Belluno risalgono alla prima metà del [[I millennio a.C.]]: presso gli attuali quartieri di [[Fisterre]] e [[Cavarzano]] sono stati rinvenuti dei reperti che dimostrano la presenza paleoveneta sulla superficie comunale. <br />
La cultura paleoveneta del [[bellunese]], fiorente nel [[V secolo a.C.]], si caratterizzava per delle peculiarità linguistiche rispetto a quella della [[pianura veneto-friulana]], e i reperti ritrovati attestano un'area culturale collegabile con un influsso [[celti]]co e aperta verso la [[Isonzo|valle dell'Isonzo]]. Un esempio dell'influenza celtica è il ritrovamento, sempre a [[Cavarzano]], di una fibula con sfinge, che non è riscontrabile con la cultura paleoveneta della pianura. Molti dei reperti paleoveneti di Belluno sono conservati nel [[Museo civico di Belluno]].
 
La cultura paleoveneta della Valbelluna, fiorente nel [[V secolo a.C.]], si caratterizzava per delle peculiarità linguistiche rispetto a quella della [[pianura veneto-friulana]], e i reperti ritrovati attestano un'area culturale collegabile con un influsso [[celti]]co e aperta verso la valle dell'[[Isonzo]]. Un esempio dell'influenza celtica è il ritrovamento, sempre a [[Cavarzano]], di una fibula con sfinge, che non è riscontrabile con la cultura paleoveneta della pianura. Molti dei reperti paleoveneti di Belluno sono conservati nel [[Museo civico di Belluno]].
=== La dominazione romana ===
 
=== Epoca romana ===
Durante i successivi secoli, la presenza [[celti]]ca si rafforzò nel territorio, fino a quando i [[Roma antica|Romani]] non ricacciarono a [[Nord]] queste popolazioni, iniziando la loro penetrazione nel mondo [[alpi]]no. Non ci sono dati precisi sulla fondazione della città, ma pare che essa sia stata fondata tra il [[220 a.C.|220]] e il [[200 a.C.]], quindi precedentemente alla conquista romana, la quale iniziò nel [[triveneto]] nel [[181 a.C.]] con la fondazione di [[Aquileia romana|Aquileia]]. La conquista fu graduale e pacifica: ciò si spiega con la natura anti-celtica dell'avanzata romana e con il fatto che la popolazione di Belluno era quasi prevalentemente [[veneti]]ca. Altri elementi che indicano l'amicizia delle popolazioni bellunesi con i Romani sono gli schieramenti a favore della [[Roma|città eterna]] nel [[225 a.C.]] nella lotta contro i [[Galli]] e successivamente durante la [[seconda guerra romano-punica]] contro [[Annibale]].
Durante i successivi secoli, la presenza [[celti]]ca si rafforzò nel territorio, fino a quando i [[Roma (città antica)|Romani]] non ricacciarono a [[Nord]] queste popolazioni, iniziando la loro penetrazione nel mondo [[alpi]]no. Non ci sono dati precisi sulla fondazione della città, ma pare che essa sia stata fondata tra il [[220 a.C.|220]] e il [[200 a.C.]], quindi precedentemente alla conquista romana, la quale iniziò nel [[Triveneto]] nel [[181 a.C.]] con la fondazione di [[Aquileia romana|Aquileia]]. La conquista fu graduale e pacifica: ciò si spiega con la natura anti-celtica dell'avanzata romana e con il fatto che la popolazione di Belluno era quasi prevalentemente [[veneti]]ca. Altri elementi che indicano l'amicizia delle popolazioni bellunesi con i Romani sono gli schieramenti a favore della [[Roma|città eterna]] nel [[225 a.C.]] nella lotta contro i [[Galli]] e successivamente durante la [[seconda guerra punica]] contro [[Annibale]].
 
Gli iniziali contatti con il mondo Romano furono però quasi sempre commerciali, infatti a Belluno si potevano trovare parecchio [[ferro]] e [[rame]], e solo durante il [[I secolo a.C.]] Belluno entrò a far parte stabilmente della ''[[ResRepubblica Publica Romanaromana]]'' dal punto di vista giuridico e politico. In un periodo non ben definito compreso tra la morte di [[CaioGaio Giulio Cesare|Cesare]] e l'[[Imperoimpero Romanoromano|impero]] nel periodo di [[Caio Giulio Cesare Ottaviano|Augusto]], circa tra il [[40 a.C.]] e il [[10 d.C.]], ''Bellunum'' (nome romano della città) divenne ''[[municipio (storia romana)|municipium]]'' romano facente parte della ''[[Regio X Venetia et Histria]]''. Il ''municipium'' di Belluno venne assegnato alla ''tribù Papiria'', una delle 35 tribù nelle quali, nei [[comizi tributi]], veniva suddiviso il popolo che poteva fregiarsi della [[cittadinanza romana]].
 
La città era retta dai ''quattorviri juri dicendo'' (supremi magistrati), dai ''quattorviri aedilicia potestate'' e dal [[Consiglio degli Anziani]]. Esisteva anche un ''sindacato'' dei dendrofori, cioè degli [[zattieri]]: già al tempo dei Romani le zattere in abete scendevano lungo il [[Piave]] fino al [[Po]] e al [[porto di Ravenna]] trasportando il [[larice]] o alcuni [[minerali]] o pietre da costruzione. Questa attività si sviluppò già nella [[prima età imperiale]], come testimoniano alcune iscrizioni rinvenute a Belluno.
 
Riguardo all'urbanistica romana, il ''[[Castrum]]'' romano corrisponde alla parte più antica della città, situata su un terrazzo fluviale digradante verso [[sud]], tra l'alveo dell'[[Ardo (torrente)|Ardo]] e quello del [[Piave]]. In seguito agli scavi archeologici degli anni '80 e primi anni '90, colè foroda sitoritenere ininfondata la tesi che vedeva [[Piazza delle Erbe (Belluno)|piazzacome delleil Erbe]]luogo del Foro romano, mentre è da ritenere più veritiera una sua collocazione verso Piazza Duomo. La coincidenza dell'attuale centro storico con il ''Castrum'' romano non permette la conoscenza della primitiva struttura urbana, che tuttavia rimase invariata fino al [[X secolo]]. La città era circondata dalle mura, ma di queste ci rimangono poche testimonianze: si sono conservati solo alcuni tratti lungo la via [[Dino Buzzati]] sul lato [[ovest]], mentre sorte migliore è toccata alle porte di ingresso al centro abitato. A [[sud]] si può trovare [[porta Rugo]], da dove passava la via che portava al [[porto fluviale]] di [[Borgo Piave]], mentre a [[nord]] si è conservata [[porta Dojona]], che prende il nome dal torrione che si trova lì vicino, chiamato Dojon. Inoltre l'attuale [[porta Dante]] era, al tempo dei Romani, un piccolo uscio di servizio chiamato Ussolo.
 
All'esterno delle mura si trovavano gli insediamenti di [[Fisterre]] e [[Cavarzano]]: il nome di quest'ultimo deriva dal fondo ''Capertianum'', di proprietà della [[gens Capertia]], sul quale si trovava l'insediamento cavarzanese. Con la creazione dei fondi da parte dei Romani, operazione chiamata [[centuriazione]] (cioè la suddivisione agraria del territorio in parcelle quadrangolari), l'aspetto del paesaggio [[bellunese]] si trasformò radicalmente: vennero create nuove colture, realizzate bonifiche, canalizzazioni, disboscamenti e create nuove strade di accesso ai fondi.
 
Alcune iscrizioni indicano che ''Bellunum'' ebbe sempre una certa autonomia dall'autorità romana, fin quando il ''municipium'' non decadde come importanza, venendo assoggettato alla centralizzata autorità imperiale; la città seguì le sorti dell'[[Impero Romanoromano d'Occidente|Impero]] fino al crollo di quest'ultimo e alle [[invasioni barbariche]]. Restano comunque alcuni importanti reperti storici del periodo romano: cippi funerari, il più famoso dei quali è quello di [[Flavio Ostilio]] (conservato nel [[palazzo Crepadona]]), alcuni tratti di [[acquedotto|acquedotti]] (ad esempio a [[Fisterre]]) ed alcune monete ed iscrizioni monumentali di un periodo per lo più ascrivibile ai secoli [[II secolo|secondo]] e [[III secolo|terzo]].
 
=== Il Medioevo ===
Dopo la decadenza di [[Roma (città antica)|Roma]], anche Belluno visse le vicende delle [[invasioni barbariche]], che cambiarono il volto della città. Essa subì molte invasioni, in ordine dai [[Visigoti]], dai [[Vandali]], dagli [[Eruli]], dagli [[Unni]] e dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]]. Successivamente Belluno passò sotto il dominio [[Impero bizantino|bizantino]]: durante il loro governo venne continuato il progetto iniziato da Teodorico, infatti le costruzioni di nuove difese fortificate non si arrestò. Queste servivano principalmente per la difesa contro i [[Longobardi]], ma questi ultimi riuscirono lo stesso a prendere la città nel [[568]], giungendo dal [[Friuli]]. I Longobardi fortificarono ulteriormente la città di Belluno, consapevoli che la sua posizione poteva essere strategica sia contro gli attacchi bizantini dal mare che contro quelli dei [[Franchi]] da [[nord]]-[[ovest]].
[[File:Belluno Piazza Duomo Tommaso Salmon.jpg|thumb|upright=1.8|Stampa antica di Belluno di Tommaso Salmon (1750) con al centro l'antico palazzo detto La Caminada (distrutto dagli Austriaci)]]
Dopo la decadenza di [[Roma antica|Roma]], anche Belluno visse le vicende delle [[invasioni barbariche]] che cambiarono il volto della città. Essa subì molte invasioni, in ordine dai [[Visigoti]], dai [[Vandali]], dagli [[Eruli]], dagli [[Unni]] e dagli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico il Grande|Teodorico]]. Successivamente Belluno passò sotto il dominio [[Impero romano d'Oriente|bizantino]]: durante il loro governo venne continuato il progetto iniziato da Teodorico, infatti le costruzioni di nuove difese fortificate non si arrestò. Queste servivano principalmente per la difesa contro i [[Longobardi]], ma questi ultimi riuscirono lo stesso a prendere la città nel [[568]], giungendo dal [[Friuli]]. I Longobardi fortificarono ulteriormente la città di Belluno, consapevoli che la sua posizione poteva essere strategica sia contro gli attacchi bizantini dal mare che contro quelli dei [[Franchi]] da [[nord]]-[[ovest]].
 
Nel frattempo, nel [[548]], durante le [[guerra gotica (535-553)|guerre gotiche]], era stato eretto un primo edificio sacro, probabilmente [[paleocristiano]], dall'allora vescovo di Belluno [[Felice (vescovo di Treviso)|Felice]], e questo venne intitolato a san [[san Martino di Tours]]. <br />
Sempre durante la dominazione longobarda, Belluno divenne una sede di [[Sculdascio]] (circoscrizione amministrativa longobarda): per questo venne edificato sul lato [[nord]], in una posizione avanzata rispetto alle mura Romane, un primo rudimentale castello, il [[castello della Motta]]. Questo ero uno dei nomi che i longobardi davano ai loro castelli, mentre un altro era [[Dongionedongione]]. Da questo secondo nome deriva il termine che indicava i tenutari della antistante [[porta Dojona]] e del castello, i Doglioni, mentre dal nome del castello Motta derivava l'anticoantica denominazione della piazzetta dove si trovava l'ingresso del castello, piazza della Motta, l'attuale [[piazza Mazzini]].
 
Secondo alcuni storici, durante questo periodo la città sembrò ritrovare un certo equilibrio: questa era stata romanizzata e convertita al [[cattolicesimo]], e questi due elementi favorirono tra gli altri una facile convivenza e compenetrazione tra i bellunesi e i longobardi. La lunga permanenza longobarda è testimoniata negli elementi di [[toponomastica]], nella lingua e nei reperti archeologici.
{{citazione|Sembra certo che Belluno, con le contermini città del Friuli, abbia a lungo resistito all'invasione dei Franchi, a fianco dei duchi Longobardi, prima di accettare la sovranità di Carlo Magno.|Bartolomeo Zanenga, [{{cita testo|url=http://www.webdolomiti.net/storia/medioevo.htm |titolo=''La storia di Belluno'']}} }}
I [[Franchi]], per indebolire i [[Ducato (feudocircoscrizione)|Ducatiducati]] troppo forti e troppo estesi, divisero il territorio in [[conte]]e e [[marcaMarca (circoscrizione)|marche]] e si appoggiarono ai [[Vescovo|vescovi]] più che ai nobili troppo potenti. Così avvenne che il primo Vescovovescovo-conte investito di potere sui possedimenti bellunesi fu un certo Aimone nell'[[882]]. In questo periodo Belluno si fortificò ancora, e così si delineò la città medievale con il castello, la cinta muraria, le porte e i torrioni, tutto questo grazie all'affermarsi dei governi aristocratici dei Vescovivescovi-conti. Di questo periodo restano pochi reperti archeologici, che sono in gran parte rappresentati dal torrione Dojon e dalle rovine del castello Castiglione in piazza Castello, mentre si sono conservate parecchi scritti e stampe dell'epoca, che ci aiutano a ricostruire la storia della città.
 
Nel frattempo erano stati riorganizzati gli spazi interni della città: la piazza del Duomo ora aveva la [[Basilica cattedrale di San Martino|cattedrale]] e il [[Palazzo dei Vescovi (Belluno)|palazzo dei Vescovi]]; la piazza del Mercato divenne il centro medievale degli affari; si stabilirono i quartieri attorno alle case dei nobili e il sistema viario che si reggeva sull'asse di via Mezzaterra che percorreva (e percorre) tutta la città da [[nord]] a [[sud]].
 
All'incirca un secolo dopo con un vescovo bellicoso, Giovanni II, la città si fornì di una nuova cinta muraria e allargò i suoi domini anche su territori della [[pianura veneto-friulana]]. Con queste premesse, Belluno divenne realtà comunale agli inizi del [[XIII secolo|milleduecento]] con l'istituzione della figura del [[Podestà (medioevo)|Podestà]]. Sempre in questo periodo gli storici della letteratura fanno risalire il primo documento poetico del [[Ritmo bellunese]], un nuovo volgare. Si tratta di una canzone militare del [[1196]], creata per una delle ricorrenti guerre contro [[Treviso]], di cui si ha una recente trascrizione di Gianbattista Pellegrini:
{{citazione|De Castel d'Ard av li nost bona part. I lo getàtut intro lo flum d'Ard. Sex cavaler de Tarvis li pui fer. Con sé dusé li nostre cavaler.|Gianbattista Pellegrini, [http://www.webdolomiti.net/storia/medioevo.htm ''La storia di Belluno''] }}
Nel periodo successivo Belluno subì continue invasioni da parte delle città contermini o da parte di potenze straniere, come [[Ezzelino III da Romano]], gli [[Scaligeri]], i [[Visconti]] e i [[Da Carrara]], cosicché nella città si ebbe un periodo di forte instabilità politica, che finì quando Belluno non si concesse spontaneamente a [[Repubblica Serenissima|Venezia]] nel [[1404]].
 
{{citazione|De Castel d'Ard avì li nostri bona part.
[[File:Belluno notturna.jpg|thumb|upright=1.8|Vista notturna su Belluno]]
I lo getà tutto intro lo flumo d'Ard.
Sex cavaler de Tarvis li plui fer.
Con se duse li nostre cavaler.|Gianbattista Pellegrini, {{cita testo|url=http://www.webdolomiti.net/storia/medioevo.htm|titolo=''La storia di Belluno''}} }}
 
Nel periodo successivo Belluno subì continue invasioni da parte delle città contermini o da parte di potenze straniere, come [[Ezzelino III da Romano]], i [[Da Camino|Caminesi]], gli [[Della Scala|Scaligeri]], i [[Visconti]] e i [[Da Carrara|Carraresi]], cosicché nella città si ebbe un periodo di forte instabilità politica, che finì quando Belluno non si concesse spontaneamente alla [[Repubblica di Venezia]] nel [[1404]].
=== Il dominio veneto ===
Belluno si diede al dominio della [[Repubblica Serenissima]] di [[Venezia]] in modo spontaneo nel [[1404]] a causa del vuoto politico venutosi a creare in tutta la [[Provincia di Belluno|provincia]] e l'impossibilità per le città bellunesi di creare un'autonomia politica che tenesse conto di tutte le esigenze interne e di politica estera. Inizio così la pace più lunga e duratura di sempre, interrotta in sole due occasioni, tra il [[1411]] e il [[1420]], quando venne dominata dalle truppe di [[Sigismondo]], venuto in [[Italia]] per una campagna contro la [[Repubblica di Venezia]], e tra il [[1509]] e il [[1511]], quando l'imperatore [[Massimiliano d'Austria]] assediò la città durante la [[Guerra della Lega di Cambrai|Lega di Cambrai]].
Il fatto che Belluno si fosse spontaneamente donata a Venezia comportò il mantenimento delle strutture politiche già esistenti, poiché la città della Serenissima non poteva arrogarsi dei diritti, come se avesse imposto con la forza la propria superiorità. La città mantenne così la sua amministrazione locale, che vedeva primeggiare il Consiglio dei nobili: Venezia allora seguì una politica pragmatica che vedeva l'appoggio appunto della nobiltà, così da garantirsi la fedeltà dei sudditi e del governo locale. I lagunari comunque non rinunciarono al controllo, svolto attraverso i funzionari presenti in città. In questo modo [[reggimento (Repubblica di Venezia)|rettori]] e [[vicari]] veneziani, che riuscivano ad infiltrarsi in ogni controversia, appoggiando di volta in volta la parte più opportuna, il contenuto politico locale venne gradualmente svuotato di significato e Venezia riuscì ad imporre il potere della Serenissima e del Consiglio dei nobili.
 
=== Il dominio veneziano ===
L'autonomia politica da Venezia ebbe però un doppio effetto, infatti la capitale non attuò delle politiche di sviluppo a Belluno, ma prestò attenzioni solo per l'invidiabile posizione difensiva che aveva sul [[Nord]]. Altra attenzione che Venezia pose su Belluno fu quella rivolta ai beni originari: legnami e materiali che garantirono a Venezia l'attività navale con bassi costi e prodotti manifatturieri a basso prezzo. Ottenne in cambio la fedeltà assoluta dei bellunesi che guardavano Venezia come intermediario capace di tutelarli e di guardare ai suoi diritti.
{{Vedi anche|Storia della Repubblica di Venezia}}
[[File:Belluno Piazza Duomo Tommaso Salmon.jpg|thumb|Stampa di Piazza Duomo di Tommaso Salmon (1750), si può notare l'antico palazzo del governo cittadino detto "la Caminada", oggi perduto]]
[[File:Belluno Capitale del Bellunese Tommaso Salmon.jpg|thumb|Vista della città di Belluno su una stampa antica del 1750 (si può notare ancora il castello)]]
Belluno si diede al dominio della [[Repubblica di Venezia]] in modo spontaneo nel [[1404]] a causa del vuoto politico venutosi a creare in tutta la [[Provincia di Belluno|provincia]] e l'impossibilità per le città bellunesi di creare un'autonomia politica che tenesse conto di tutte le esigenze interne e di politica estera. Iniziò così la pace più lunga e duratura di sempre, interrotta in sole due occasioni, tra il [[1411]] e il [[1420]], quando venne dominata dalle truppe di [[Sigismondo di Lussemburgo]], venuto in [[Italia]] per una campagna contro la [[Repubblica di Venezia]], e tra il [[1509]] e il [[1511]], quando l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] assediò la città durante la [[Guerra della Lega di Cambrai|Lega di Cambrai]]. Con la [[Battaglia di Cadore]] nel 1508 i veneziani vinsero clamorosamente la battaglia contro l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo]] mentre tentava di invadere i territori della Serenissima
 
Il fatto che Belluno si fosse spontaneamente donata a Venezia comportò il mantenimento delle strutture politiche già esistenti, poiché la città della Serenissima non poteva arrogarsi dei diritti, come se avesse imposto con la forza la propria superiorità. La città mantenne così la sua amministrazione locale, che vedeva primeggiare il Consiglio dei nobili: Venezia allora seguì una politica pragmatica che vedeva l'appoggio appunto della nobiltà, così da garantirsi la fedeltà dei sudditi e del governo locale. I lagunari comunque non rinunciarono al controllo, svolto attraverso i funzionari presenti in città. Grazie ai [[reggimento (Repubblica di Venezia)|rettori]] e ai [[vicari]] veneziani, che riuscivano ad infiltrarsi in ogni controversia, appoggiando di volta in volta la parte più opportuna, il contenuto politico locale venne gradualmente svuotato di significato e Venezia riuscì ad imporre il potere della Serenissima e del Consiglio dei nobili.
 
L'autonomia politica da Venezia ebbe però un doppio effetto. La capitale non attuò delle politiche di sviluppo a Belluno, ma vi prestò attenzioni solo per l'invidiabile posizione difensiva che aveva sul [[Nord]]. Altra attenzione che Venezia pose su Belluno fu quella rivolta ai beni originari, ossia legnami e materiali che garantirono a Venezia l'attività navale con bassi costi e prodotti manifatturieri a basso prezzo. La città lagunare ottenne in cambio la fedeltà assoluta dei bellunesi, che guardavano a Venezia come intermediario capace di tutelarli e di guardare ai suoi diritti.
 
=== Il governo austriaco ===
Il dominio di Venezia terminò con la [[caduta della Repubblica di Venezia]] nel [[1797]], quando con il [[Trattato di Campoformio]] [[Napoleone Bonaparte]] cedette il [[Repubblica di Venezia|Veneto]] all'[[ImperoArciducato austro-ungaricod'Austria|Austria]], con un mercantaggio non gradito dalla popolazione. Successivamente la città venne ripresa dai [[Francia|francesi]], poi nuovamente ceduta all'Austria. Belluno infine tornò nel [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia Napoleonico]] nel [[1805]], e vi rimase fino al [[1815]]. I territori della Serenissima furono soggetti al [[Furti napoleonici|saccheggio]] da parte dei Francesi. In questi pochi anni venne creato il ''Dipartimento della Piave'' e venne introdotto l'ordinamento francese con una nuova suddivisione territoriale che disegnò i confini dell'attuale [[provincia di Belluno|provincia]], esclusi i territori [[ladini]]. Nel [[18161815]] Belluno ritornò nell'[[Impero austro-ungaricoaustriaco]], quando venne eletto il ''Primo Regio Consigliere'' in nome di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I]]. L'amministrazione austriaca fu più attenta nei confronti della città di quella [[venezia]]na, infatti mantenne per quanto possibile il carattere socio-amministrativo di Belluno, favorendo il decentramento.
 
Vennero promossi i lavori pubblici, in special modo le grandi vie di comunicazione della [[provincia di Belluno|provincia]] e con la [[Pianura veneto-friulana]]. Costruzioni degne di essere menzionate sono il ''Palazzo Cappellari'' e il ''Palazzo Rosso'' ([[1836]]), attuale sede del municipio. Altri lavori realizzati furono la costruzione di una grande fontana nel Campitello, che venne elevato al livello di piazza, chiamandola ''Piazza del Papa''. Inoltre la città ottenne nel [[1816]] il titolo di ''Città regia''.
Riga 184 ⟶ 179:
Nel frattempo era incominciato un costante aumento demografico, tale da dare via al fenomeno dell'[[emigrazione]], iniziato alla fine del [[XIX secolo]] e conclusosi solo con il [[miracolo economico italiano|boom economico]] [[italia]]no degli [[anni 1950|anni cinquanta]]. La principale meta di emigrazione era l'[[Austria]], dove era richiesta manodopera per la costruzione di nuove ferrovie.
 
Sempre a livello di opere pubbliche, si ebbero delle importanti trasformazioni urbanistiche: vennero abbattute le mura della città e interrato il fossato, così che divenne più semplice il collegamento della città con la zona [[nord]] del ''Campitello''. Quest'ultimo divenne il nuovo centro gravitazionale della città, anche se i servizi rimasero in piazza del Duomo. Inoltre vennero costruiti vari ponti sul [[Piave]] e sull'[[Ardo (torrente)|Ardo]]. <br />
 
Il dominio austriaco durò cinquanta anni, a parte la breve parentesi del [[1848]], quando Belluno si dichiarò ''Libero Municipio nella risorta Repubblica Veneta'', momento insurrezionale chiusosi nel [[1849]] con la resa di [[Venezia]]. Nel [[1866]] Belluno, con tutto il [[Lombardo-Veneto]], entrò a far parte del [[Regno d'Italia]] unificato dal [[Piemonte]].
Il 18 marzo 1848 giunse a Belluno l'annuncio dei moti viennesi e veneziani, suscitando grande scalpore in municipio<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Pasqualin|titolo=Antonio Maresio Bazolle. Antirisorgimento veneto|anno=2025|editore=Club di Autori Indipendenti|città=Castellammare di Stabia (Napoli)|p=35}}</ref>. Il dominio austriaco durò cinquant'anni, a parte, appunto, la breve parentesi della rivoluzione del [[1848]], quando Belluno si dichiarò ''Libero Municipio nella risorta Repubblica Veneta'', momento insurrezionale chiusosi nel [[1849]] con la resa di [[Venezia]].
 
Il 5 maggio 1849 Belluno ebbe il suo primo podestà non nobile: Antonio Maresio Bazolle, ricordato come importante memorialista<ref>{{Cita libro|titolo=Ivi|p=51}}</ref>.
 
Nel [[1866]] Belluno, con tutto il [[Regno Lombardo-Veneto]], entrò a far parte del [[Regno d'Italia]] unificato dal [[Piemonte]].
{{citazione|Essi fecero la scelta italiana, perché sentivano di appartenere alla nazione italiana e perché compresero presto che la provincia bellunese, agli occhi dell'Impero, non aveva grande valore politico, economico e militare, quindi non era meritevole di piani di sviluppo. I Bellunesi si sentirono emarginati.|Gigetto De Bortoli, ''Belluno: storia, architettura, arte'', p.22}}
 
=== Il governo italiano ===
Con l'annessione al [[Regno d'Italia]], si diffuse il sistema amministrativo centralizzato, meno efficiente del sistema imposto dagli [[Austria]]ci. La borghesia cittadina, entusiasta per l'annessione ma politicamente sprovveduta dopo secoli di domini stranieri, non seppe portare avanti una chiara linea nella conduzione agraria. Non vi fu pertanto alcun aumento produttivo e le condizioni dei contadini rimasero miserevoli. L'intera [[provincia di Belluno|provincia]], compresa Belluno, iniziò a decadere dal lato economico-sociale, e restò sempre più isolata rispetto al resto della [[Veneto|regione]], tanto che il fenomeno dell'emigrazione dalla città aumentò considerevolmente, non più verso l'[[Austria]] ma verso i paesi [[Europa|europei]] più sviluppati e le [[America|Americhe]], in special modo il [[Brasile]]. Fu una emigrazione fatta di grandi sacrifici e di grandi dolori: gli emigranti si affidavano a individui loschi e senza scrupoli, che il più delle volte li riducevano in semischiavitù. L'emigrazione ebbe gravi effetti anche su Belluno: le risorse umane già istruite e preparate vennero meno e così fu difficile un avvio e un mantenimento di un certo grado di vita.
 
La città venne colpita anche da un [[Terremoto dell'Alpago del 1873|disastroso terremoto]] il 29 giugno [[1873]] alle 4:29 del mattino. L'intensità era compresa tra il nono e il decimo grado della [[scala Mercalli]], e gli effetti del sisma furono pari a 6.3 gradi della [[scala Richter]]. Dei 2010 edifici del comune, 23 crollarono (tra i quali 4 chiese) e 178 furono demoliti successivamente; inoltre ben 403 edifici furono ristrutturati e la restante totalità degli edifici fu riparata. Morirono 4 persone e i feriti furono 7, mentre 157 famiglie (per un totale di 771 persone) rimasero senzatetto.
[[File:Belluno - panorama.jpg|thumb|Panorama]]
La città venne colpita anche da un disastroso terremoto il 29 giugno [[1873]] alle 4:29 del mattino. L'intensità era compresa tra il nono e il decimo grado della [[Scala Mercalli]], e gli effetti del sisma furono pari a 6.3 gradi della [[Scala Richter]]. Dei 2010 edifici del comune, 23 crollarono (tra i quali 4 chiese) e 178 furono demoliti successivamente; inoltre ben 403 edifici furono ristrutturati e la restante totalità degli edifici fu riparata. Morirono 4 persone e i feriti furono 7, mentre 157 famiglie (per un totale di 771 persone) rimasero senzatetto.
 
Nel frattempo in città vennero costruiti alcuni edifici pubblici, come le scuole elementari e la [[stazione di Belluno]] ([[1886]]), oltre ad alcune strade e ponti (un ulteriore ponte sul [[Piave]] è del [[1884]]) e un distretto militare ([[1909]]). Tuttavia la popolazione fu costretta a continuare ad arrangiarsi, cercando di valorizzare l'agricoltura, sperimentando il cooperativismo, fondando società operaie ed assicurative e trovando qualche suo rappresentante in [[Parlamento]]. Alcuni esempi furono l'''Asilo Cairoli'', che accoglieva figli di operai, o l'attività di don Antonio Sperti, che raccoglieva orfani dalle strade avviandoli allo studio e al lavoro nella sua officina.
 
Nel frattempo in città vennero costruiti alcuni edifici pubblici, come le scuole elementari e la [[stazione di Belluno]] ([[1886]]), oltre ad alcune strade e ponti (un ulteriore ponte sul [[Piave]] è del [[1884]]) e un distretto militare ([[1909]]). Tuttavia la popolazione fu costretta a continuare ad arrangiarsi, cercando di valorizzare l'agricoltura, sperimentando il cooperativismo, fondando società operaie ed assicurative e trovando qualche suo rappresentante in [[Parlamento]]. Alcuni esempi furono l{{'}}''Asilo Cairoli'', che accoglieva figli di operai, o l'attività di don Antonio Sperti, che raccoglieva orfani dalle strade avviandoli allo studio e al lavoro nella sua officina.
==== Prima guerra mondiale ====
[[File:Belluno, Piavebrücke. (BildID 15669336).jpg|miniatura|Belluno, il ponte sul Piave durante la prima guerra mondiale]]A causa del rientro a Belluno di circa seimila emigranti espulsi dai paesi che erano già in guerra, la situazione sociale della città divenne critica. Il forte rincaro degli alimentari aggravò il malcontento popolare e i mancati finanziamenti da parte del governo di [[Roma]] per delle opere pubbliche che avrebbero impiegato parte della popolazione provocarono uno sciopero generale contro la fame e la disoccupazione indetto il 5 marzo [[1915]]. Durante lo sciopero vi furono dei tafferugli, repressi da oltre 4000 uomini in armi.
[[File:Belluno.Totalansicht. (BildID 15647602).jpg|miniatura|Borgo Piave durante la prima guerra mondiale]]
 
Il 24 maggio [[1915]] iniziò anche per l'[[Italia]] la [[prima Guerraguerra Mondialemondiale]], che fu lo sfondo della città di Belluno per tre anni e mezzo. Inizialmente la città funse da centro della retrovia sul [[fronte italiano (prima guerra mondiale1915-1918)|fronte italiano]], e il Comitato di assistenza civile si impegnò nei sussidi a famiglie bisognose e soldati e curò il ricovero ed il mantenimento di minori, vedove, povere o ammalati. Ogni aiuto venne però incentrato sulla sola città, mentre le campagne vennero abbandonate a se stesse. La carità cittadina procurò scarpe e indumenti invernali per i soldati, mentre la ''raccolta popolare del soldino'' si premurava di raccogliere soldi per le truppe, a fianco alle sottoscrizioni mensili. La sfortuna colpì poi il territorio comunale: nell'agosto del [[1917]] un uragano si abbatté sulle campagne, distruggendo le colture e provocando come diretta conseguenza la carestia nel successivo inverno.
 
Il 1º settembre [[1917]] si svolse un duello aereo nel cielo di Belluno, dove morì, sotto gli occhi dell'atterrita e commossa popolazione, [[Arturo Dell'Oro]], al quale venne successivamente dedicato l'[[aeroporto di Belluno]]. Pur di abbattere l'aereo nemico, Arturo si lanciò con il suo velivolo contro quello avversario, precipitando poi sulle ''rocce della Palazza'', dove venne recuperato i giorni successivi e poi seppellito nel cimitero di Prade.
 
Il 24 ottobre [[1917]], giorno della [[Battaglia di Caporetto|disfatta di Caporetto]], aprì il cosiddetto ''an de la fan'' (anno della fame) a Belluno. Più di 5000 cittadini e parte della giunta fuggirono dalla città, che fu interessata nei giorni successivi dal passaggio delle truppe italiane in rotta, che fecero saltare il viadotto ferroviario sull'[[Ardo (torrente)|Ardo]] e il ponte sul [[Piave]]. Il 10 novembre entrarono in città le truppe austriache che, lacere e affamate, saccheggiarono la città. Perfino la copertura di rame dell'angelo sul campanile del Duomo venne asportata, creando un danno ancora attuale alla statua, cioè delle infiltrazioni di acqua.
 
Il nuovo governo cittadino [[austria]]co assegnò ad ogni cittadino una carta di legittimazione per il riconoscimento personale. La chiusura di scuole e società culturali, oltre che l'accanimento dei soldati contro biblioteche e quadri, cercava di nascondere il passato per combattere l'idea di [[nazione italiana]]. Migliaia di contadini dovettero lavorare per gli invasori nei campi, ma a questa imposizione il popolo rispose mangiando di notte le patate coltivate. I comitati cittadini, i parroci, i maestri si adoperarono per la comunità, anche se al nuovo vescovo [[Giosuè Cattarossi]] venne impedita la visita pastorale. All'inizio di dicembre si insediò in città il comandante di distretto [[Karl von Kantz]]: egli si comportò in modo equilibrato, senza infierire sulla popolazione, che apprezzò il suo comando. In città vennero collocati dei servizi logistici degli invasori, come l'[[armeriaArmeria (armideposito)|armeria]] o gli edifici per ospitare le truppe della retroguardia.
 
Il 1º febbraio [[1918]] l'[[imperatore d'Austria]] [[Carlo I d'Austria|Carlo I]] si recò a Belluno per galvanizzare le truppe, ma trovo la città semideserta e sotto coprifuoco. Dopo la vittoria [[italia]]na nella [[battagliaBattaglia del Piavesolstizio]] del 23giugno maggio1918, gli invasori fuggirono dalla città la notte del 30 ottobre, a circa un anno di distanza dal loro insediamento. Il giorno successivo il generale [[Giuseppe Vaccari]] liberò la città.
 
Il bilancio per Belluno fu pesante: nell'intero arco della guerra 3228 persone morirono di fame e 1574 morirono di malattie, in particolare la l'[[febbreinfluenza spagnola]]. Enorme fu infine la ricchezza pubblica e privata che andò distrutta o perduta.
 
==== Tra le due guerre ====
Con la fine della [[prima Guerraguerra Mondialemondiale]] la [[provincia di Belluno]] guadagnò alcuni comuni [[ladino|ladini]], ma perse la sua importanza strategica che veniva ricoperta dal [[Trentino]]. A Belluno si evidenziava un clima di forti tensioni sociali dovute al crollo del commercio successivo alla guerra, a una forte [[inflazione]] e ai lentissimi risarcimenti dei danni di guerra. Nacquero così due nuovi partiti politici a Belluno, quello [[partitoPartito socialistaSocialista italianoItaliano|socialista]], vicino agli operai, e quello [[partito Popolare Italiano (1919)|popolare]] più sensibile alle masse contadine. Nelle elezioni del [[1919]] il PSI portò a [[Roma]] tutti e tre i suoi candidati bellunesi: gli avvocati [[Luigi Basso]] e Oberdan Vigna e l'operaio Giusto Santin. Nel marzo [[1920]] nacque a Belluno la [[Camera del Lavoro]], il cui segretario fu l'emigrante Fortunato Viel. Tra il 23 e il 26 giugno dello stesso anno uno sciopero al grido di "casa, lavoro e pane" paralizzò l'intera [[provincia di Belluno|provincia]], aumentando il consenso al partito socialista e causando quattro morti a [[Santa Giustina (Italia)|Santa Giustina]]. Il cambiamento definitivo avvenne quando nell'ottobre del [[1920]] i [[socialista|socialisti]] vinsero in ben 24 comuni della [[provincia di Belluno|provincia]].
 
Anche nelle politiche del [[1921]] fu confermata la superiorità socialista (15.045 voti) davanti ai popolari (13.890 voti), ma fu evidenziata con quasi 10.000 preferenze la forza del blocco [[fascista]], abile a sfruttare il malcontento per la situazione economica. Il 14 gennaio [[1922]] i [[fascismo|fascisti]] tennero a Belluno il primo comizio provinciale, fronteggiarono lo sciopero del 1º maggio e costrinsero i ferrovieri a riprendere il loro lavoro a luglio. Comunque non mancarono episodi contro di loro: il 23 aprile [[1923]] 5 fascisti furono aggrediti a [[Cavarzano]]. <br />
Nel frattempo il partito socialista si indebolì per le conseguenze del [[XVII Congresso del Partito Socialista Italiano|congresso di Livorno]], e fu costretto nel [[1922]] ad introdurre una tassa-famiglia antidisoccupazione. Il 24 settembre [[1922]] si tenne l'ultimo consiglio comunale democratico, dopo di che i fascisti si impadronirono di [[Palazzo Rosso (Belluno)|Palazzo Rosso]]. Dopo la [[marcia su Roma]] la situazione precipitò: il 29 ottobre dello stesso anno i fascisti armati presidiavano Belluno, e il 30 il sindaco [[Vincenzo Lante]] si dimise. La città fu guidata da [[commissario prefettizio|commissari prefettizi]] fino al [[1927]].
 
 
Alla fine del [[1923]] non esistevano ormai più il Psi, [[sindacato|sindacati]] e i [[Partito Radicale Italiano|radicaldemocratici]], e gli ultimi sussulti di questi partiti avvennero con l'assassinio di [[Giacomo Matteotti]], ma furono repressi con la forza. Dopo una fugace apparizione a Belluno nel giugno [[1923]], fu assegnata la [[cittadinanza onoraria]] di Belluno a [[Benito Mussolini]] il 24 maggio [[1924]]. Tra il [[1921]] e il [[1936]] l'emigrazione ridusse i bellunesi di oltre 1500 unità. Il regime considerò la [[provincia di Belluno|provincia]] zona difensiva, quindi non la dotò di infrastrutture ma si limitò a favorire la pianificazione integrata tra montagna e pianura. Il fabbisogno di abitazioni costrinse il governo della città a far costruire il nuovo [[Quartier Cadore]] con 200 alloggi e 600 locali, mentre furono costruiti o completati alcuni edifici pubblici, tra i quali l'edificio delle [[Poste]], una delle opere più significative del [[XX secolo|Novecento]] in città. <br />
Alla fine del [[1923]] non esistevano ormai più il Psi, [[sindacato|sindacati]] e i [[Partito Radicale Italiano|radicaldemocratici]], e gli ultimi sussulti di questi partiti avvennero con l'assassinio di [[Giacomo Matteotti]], ma furono repressi con la forza. Dopo una fugace apparizione a Belluno nel giugno [[1923]], fu assegnata la [[cittadinanza onoraria]] di Belluno a [[Benito Mussolini]] il 24 maggio [[1924]]. Tra il [[1921]] e il [[1936]] l'emigrazione ridusse i bellunesi di oltre 1500 unità. Il regime considerò la [[provincia di Belluno|provincia]] zona difensiva, quindi non la dotò di infrastrutture ma si limitò a favorire la pianificazione integrata tra montagna e pianura. Il fabbisogno di abitazioni costrinse il governo della città a far costruire il nuovo Quartier Cadore con 200 alloggi e 600 locali, mentre furono costruiti o completati alcuni edifici pubblici, tra i quali l'edificio delle [[Poste]], una delle opere più significative del [[XX secolo|Novecento]] in città.<br />
Il 24 settembre [[1938]] [[Benito Mussolini|Mussolini]] giunse a Belluno in treno, inaugurando la tratta [[Venezia]]-Belluno via [[Vittorio Veneto]]. In questa occasione, riferendosi alle [[sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni di Ginevra]] contro l'[[Italia]], il Duce pronunciò la celebre frase:
 
{{citazione|Circolavano allora delle alternative assolutamente ridicole: burro o cannoni? Noi abbiamo scelto che cosa? <br /> <small>(La folla)</small> Cannoni!|[[Benito Mussolini]], 24 settembre [[1938]]}}
 
Solo nell'ottobre [[1942]] nacque a Belluno un comitato antifascista, che trovò terreno fertile tra quelligli cheoppositori durante ildel [[ventennio fascista|ventennio]] dissentirono dal regime dopo l'[[armistizio dell'8 settembre [[1943]].
 
==== Seconda guerra mondiale ====
L'8 giugno [[1940]] fu riaperta al culto la [[Basilica cattedrale di San Martino|cattedrale]]. Il 10 giugno l'[[Italia]] entrò nella [[seconda guerra mondiale]], ma questo evento era ormai largamente annunciato e il popolo era stato illuso che si sarebbe concluso in breve tempo. Nel marzo [[1942]] vi fu la [[precettazione]] civile di tutti i cittadini tra i 18 e i 55 anni; sempre nel [[1942]], verso la fine dell'annata, avvenne la ritirata dall'[[Unione Sovietica]].
[[File:Belluno Capitale del Bellunese Tommaso Salmon.jpg|thumb|upright=2|Vista della città di Belluno su una stampa antica del 1750 (si può notare ancora il castello)]]
 
L'8 giugno [[1940]] fu riaperto al culto la [[cattedrale di Belluno]], mentre il 10 giugno l'[[Italia]] entrò nella [[seconda guerra mondiale]], ma questo evento era ormai largamente annunciato e il popolo era stato illuso che si sarebbe concluso in breve tempo. Nel marzo [[1942]] vi fu la [[precettazione]] civile di tutti i cittadini tra i 18 e i 55 anni; sempre nel [[1942]], verso la fine dell'annata, avvenne la ritirata dall'[[Unione Sovietica]], la quale aprì gli occhi a molte famiglie sullo sconsiderato bellicismo [[fascismo|fascista]].
 
Il 19 luglio [[1943]] si tenne nella località di San Fermo a Belluno il tredicesimo incontro tra [[Benito Mussolini]] e [[Adolf Hitler]], nella villa ''Gaggia''. Nell'incontro, definito controverso, il [[duce]] non osò interrompere l'alleanza con la [[Terzo Reich|Germania]] e, visti gli insuccessi in [[Africa]] e in [[Sicilia]], invocò l'aiuto militare da un alleato furioso per le disfatte italiane. Il 25 luglio [[1943]] la caduta del [[fascismo]] fu accolta -come scrisse il questore cittadino- ''con indubbi segni di giubilo come una liberazione''.
 
Dall'8 settembre (data dell'[[armistizio dell'8di settembre 1943Cassibile|armistizio]]) al 13 settembre [[1943]] Belluno fu occupata da 80 AlpenjaegerAlpenjäger, che non incontrarono alcun ostacolo. In seguito la città fu annessa al [[Terzo Reich]], nell{{'}}''[[Alpenvorland]]'', ritrovandosi sotto la diretta giurisdizione tedesca con a capo il [[tirolo|tirolese]] [[Franz Hofer (Gauleiter)|Franz Hofer]]. Alla fine del [[1944]] la città subì diversi bombardamenti, che interessarono soprattutto la [[stazione di Belluno|stazione ferroviaria]].
Nel frattempo sulle montagne attorno al capoluogo si organizzava la [[resistenza partigiana]], che ottenne come riconoscimento al ''tributo di sangue e di eroismo'' la [[Medaglia d'oro al valor militare]] nel [[1947]]. A sostenere la [[lotta partigiana]] furonosostenuta sia ildal [[clero]] che ladalla popolazione che offrì viveri, ospitalità ed informazioni ai combattentipartigiani. Nell'[[inverno]] [[1943]]-[[1944]] i partigiani si prepararono all'azione, sperando nell'arrivo degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Alcuni di questi si paracadutarono nel settembre del 1944: tra di loro fu molto caro ai bellunesi il [[maggiore]] [[Bill Tilman|Harold William TillmanTilman]], che conquistò anche delle cime [[himalaya]]ne nella sua vita. Il 15 giugno [[1944]] ben 73 partigiani furono liberati dal carcere di [[Baldenich]] in un'operazione condotta da Mariano Mandolesi. Si ebbero episodi altamente dolorosi per la Resistenza, come quello del 14 settembre [[1944]], del 1º maggio [[1945]], che costò la vita a 17 civili inermi a Fiammoi, quello del 10 marzo [[1945]], quando 10 partigiani furono impiccati agli alberi in località Bosco delle Castagne, e quello del 17 marzo [[1945]], quando 4 partigiani furono impiccati ad altrettanti lampioni di [[Strage di piazza Campitello|piazza Campitello]] (poi ribattezzata, in ricordo di questo evento, piazza dei Martiri); la sera della stessa giornata il vescovo [[Girolamo Bartolomeo Bortignon]], incurante dei pericoli, si recò in piazza per baciare e benedire le salme dei partigiani.
 
Il 26 aprile [[1945]] fu ordinata la mobilitazione generale partigiana, che portò all'aumentare della dotazione di armi e alla liberazione di vari detenuti politici. Il 2 maggio la città poté considerarsi sicura, con la consegna dei prigionieri [[nazismo|nazisti]] agli Alleati, avvenuta in piazza Duomo.
 
==== Dal dopoguerra al Duemila ====
Il 25 aprile [[1947]] fu assegnata a Belluno la [[Medaglia d'oro al valor militare]] per l'eroica [[resistenza partigiana]] che si sviluppò sulle montagne nei dintorni della città e portò alla liberazione di quest'ultima. Riguardo agli sport invernali, nel [[1953]], in località [[Nevegal]], si aprì un nuovo impianto sciistico, mentre nel [[1956]] [[Cortina d'Ampezzo]] ospitò lei [[OlimpiadiVII invernaliGiochi 1956|Olimpiadiolimpici invernali]]: fu proprio il 27 gennaio di quell'anno che il [[presidente della Repubblicarepubblica]] [[Giovanni Gronchi]] visitò Belluno.
 
Nel [[1960]] si iniziò la costruzione del nuovo [[Ospedale San Martino (Belluno)|Ospedale San Martino]], il quale fu concluso a fasi alterne tra il [[1967]] e il [[1988]]. Il 9 ottobre [[1963]] il [[disastro del Vajont]] distrusse [[Longarone]] e alcuni paesi limitrofi uccidendo quasi 2000 persone; l'ondata d'acqua riversatasi nel [[Piave]] causò gravi danni anche a Belluno, dove fu necessario un piano di ricostruzione del quartiere di [[Borgo Piave]]. Il 4 novembre [[1966]] un'alluvione colpì la città di Belluno e tutta la sua [[provincia di Belluno|provincia]], causando 24 morti, oltre a 15&nbsp;000 alluvionati, 150 case e 17 ponti distrutti. La città si ritrovò con Borgo Piave allagata, gli acquedotti fuori uso così come i collegamenti ferroviari e telefonici.
 
Il 26 agosto [[1978]] [[Albino Luciani]], originario di [[Canale d'Agordo]], [[Patriarcato di Venezia|patriarca di Venezia]] e già sacerdote a Belluno, fu eletto papa con il nome di [[Giovanni Paolo I]]: il suo fu un pontificato brevissimo, poiché morì appena 33 giorni dopo la sua elezione. Nel [[1979]] l'onorevole [[Gianfranco Orsini]] presentò una proposta di legge per attribuire competenze autonome alla [[provincia di Belluno]] nell'ambito della Regione [[Veneto]]; la proposta fu rifiutata più volte. Nello stesso anno la [[Pallavolo Belluno]] raggiunse la [[Serie A1 italiana di (pallavolo maschile)|Serie A]]. Nel [[1985]] il [[Nevegal]] e Belluno ospitarono le [[XII Universiade invernale 1985|Universiadi della neve]], per i quali la città si dotò di alcune infrastrutture come la piscina comunale e il palaghiaccio (ora ''Spes Arena'') in località Lambioi.
 
Il 12 luglio [[1993]] fu istituito il [[Parco Nazionalenazionale delle Dolomiti Bellunesi]], che comprende i monti che si trovano sul confine settentrionale del comune. Nel [[1998]] fu inaugurato il parcheggio di Lambioi, il quale si dotò di scale mobili che arrivano direttamente in piazza Duomo. Nel [[1999]] Belluno venne scelta, da una giuria internazionale, come ''Città alpina dell'anno'' per il suo impegno nel mettere in atto la [[Convenzione delle Alpi]].
 
Tra il 15 settembre [[2007]] e il 6 gennaio [[2008]] [[palazzo Crepadona]] ospitò la mostra ''Tiziano: l'ultimo atto'', nella quale furono esposte numerose opere dell'artista [[cadore|cadorino]] [[Tiziano Vecellio]]. La mostra ebbe una risonanza internazionale, come dimostrano le 124.333 presenze registrate<ref>{{cita news|url=http://db.formez.it/ArchivioNews.nsf/c317997fe83083ddc1256f3b004ab251/57b1084c2e81f1f3c12573ee003c63f5/Testo/M2/20_mesi_di_cultura.pdf?OpenElement|titolo=20 mesi di cultura in Italia|accesso=2 agosto 2011}}</ref>.
 
Nel [[2009]] le [[Dolomiti]], compreso il [[monte Schiara]] che chiude a [[nord]] il territorio comunale, sono state inserite nel [[patrimonio mondiale dell'umanità]] da parte dell'[[UNESCO]]. Sempre nello stesso anno, tra il 28 marzo e il 12 luglio, si è tenuta una mostra in onore di [[Andrea Brustolon]], [[scultura|scultore]] e intagliatore bellunese, definito nel [[1847]] da [[Honoré de Balzac]] il ''Michelangelo del legno''<ref>{{cita news|url=http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2009/03/27/news/il-michelangelo-del-legno-1.867836|titolo=Il Michelangelo del legno|accesso=5 settembre 2014|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201128144800/https://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2009/03/27/news/il-michelangelo-del-legno-1.867836|urlmorto=sì}}</ref>: le presenze totali furono di 26.461 visitatori<ref>{{cita news|url=http://www.bellunopress.it/2009/07/16/la-mostra-del-brustolon-chiude-con-26461-visitatori/|titolo=La mostra di Brustolon chiude con 26.461 visitatori|accesso=5 settembre 2014}}</ref>.
[[File:Belluno-Gonfalone.png|thumb|Gonfalone comunale]]
 
=== Simboli ===
;Stemma
Lo stemma è stato riconosciuto con DCG del 25 aprile 1929.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1068|titolo=Belluno|accesso=27 ottobre 2023|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{Citazione|D'azzurro, alla croce d'oro, accantonata nei primi due quartieri da due [[Drago (araldica)|draghi]] alati, affrontati, di rosso, sormontato dalla corona di Città.}}
;Gonfalone
{{Citazione|Drappo di rosso caricato dello stemma del Comune sormontato dalla iscrizione centrata Città di Belluno, sotto lo stemma sono riportate le parole {{maiuscoletto|Furor (namque) eius serpentini furoris instar}}.}}
Il Gonfalone è decorato con la Croce di Guerra e con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.
 
=== Onorificenze ===
La città di Belluno è tra le istituzioni decorate al valor militare per la guerra di Liberazione, insignita il 16 marzo [[1947]] della medaglia d'oro al valor militare per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.<ref name="Quirinale"/>
Il 16 marzo [[1947]], la città di è stata insignita della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]]<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=18815&iddecorato=18362 Il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica]</ref>.
 
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Due volte invasa nel corso di venticinque anni, due volte la sua nobile ed intrepida gente si ergeva, decisa, le armi in pugno, a combattere l'odiato tedesco. Subito dopo l'armistizio del settembre 1943, i suoi figli si organizzavano in formazioni partigiane e gli 86 impiccati, i 277 fucilati, i 7 arsi vivi, gli 11 morti per sevizie, i 564 caduti in combattimento, assieme ai 301 feriti, ai 1667 deportati e ai 7000 internati, costituiscono il tributo di sangue e di eroismo dato alla lotta di liberazione. Nei giorni dell'insurrezione i suoi volontari della libertà si opponevano arditamente al X Corpo d'armata corazzato tedesco, forte di tre Divisioni, attestato al Ponte delle Alpi, gli precludevano ogni via di scampo e lo attaccavano di concerto con le sopraggiunte forze alleate, ottenendone la resa a discrezione. Dalle rive sacre del Piave, arrossato ancora una volta dall'italo sangue, i suoi partigiani, che per primi ebbero il privilegio d'imbracciare le armi contro l'invasore, marciano oggi alla testa delle formazioni dei Martiri e degli Eroi di tutte le lotte per l'Italia una e libera e ci additano la via del dovere e del sacrificio<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18362 QuirinaleSettembre 1943 - Leaprile Onorificenze].</ref>.1945
|data = 16 marzo 1947<ref name="Quirinale">{{cita web|url= http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18362 |titolo= Città di Belluno, Medaglia d'oro al valor militare}}</ref>.}}
|luogo = settembre 1943 - aprile 1945
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Belluno aerea.jpg|thumb|upright=1.2|Belluno vista dal col Visentin a ridosso dell'alpe del [[Nevegal]]]]
[[File:Palazzo dei Rettori(Belluno).jpg|thumb|upright=1.2|Palazzo dei Rettori]]
[[File:Piazza martiri belluno tramonto.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[liston]] di Piazza dei Martiri]]
[[File:Belluno piazza duomo serva.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio su Piazza del Duomo col [[Monte Serva]]]]
[[File:Piazza Martiri Belluno.jpg|thumb|upright=1.2|Piazza dei Martiri innevata con la chiesa di San Rocco in primo piano]]
[[File:Belluno 2007-12-22 FacciataCattedrale.JPG|thumb|upright=1.2|La facciata della cattedrale]]
 
[[File:Juvara Ingrandito.JPG|thumb|upright=1.2|Il campanile di [[Filippo Juvarra]]]]
 
=== Architetture religiose ===
[[File:Duomo di Belluno.jpg|miniatura|La [[basilica cattedrale di San Martino]], con il campanile progettato da [[Filippo Juvarra]]]]
* [[Basilica Cattedrale di San Martino]]: edificata sul luogo ove sorgeva un'antichissima chiesa [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]], si hanno successive testimonianze di un edificio religioso costruito nell'[[850]] ed intitolato a [[San Martino di Tours|San Martino]]. L'attuale costruzione è la realizzazione di un progetto del [[1517]] di [[Tullio Lombardo]], mentre il vicino campanile è di un periodo successivo: infatti il suo progetto, di [[Filippo Juvara]], venne realizzato tra il [[1732]] e il [[1743]], mentre la cupola si completò solo nel [[1756]].
[[File:Piazza Martiri Belluno.jpg|thumb|Piazza dei Martiri innevata con la chiesa di San Rocco in primo piano]]
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: più comunemente nota con il nome di Battistero, questa chiesa si trova a pochi passi dalla [[Basilica Cattedrale di San Martino|Cattedrale]]. La funzione di Battistero venne assunta nel [[1555]] prima svolte nella chiesa di ''[[San Giovanni Battista]]'', ed inoltre ereditò le funzioni e gli arredi della [[XIV secolo|trecentesca]] chiesa di [[San Andrea]], dove era venerata l'immagine della madonna. L'attuale riedificazione è del [[1896]], mentre la chiesa ha subito un restauro nel [[1970]]. L'edificio inoltre presenta due campanili laterali che sostituirono nel [[1896]] quello centrale, abbattuto perché molto danneggiato dopo il terremoto del [[1873]].
[[File:Chiesa di San Pietro, Belluno.jpeg|thumb|La chiesa di San Pietro]]
* Chiesa di San Pietro: la data di inizio dei lavori risale al [[1282]], e questi durarono per più di quaranta anni, terminando solo nel [[1326]]. Una prima ristrutturazione avvenne nel [[1465]], quando il Consiglio cittadino stanziò 500 lire per questo lavoro, mentre subì una totale demolizione negli anni trenta del [[XVIII secolo]]. Solo un ventennio più tardi venne ricostruita su un progetto del [[1709]] di [[Ludovico Pagani]]. L'attuale configurazione invece risale al [[1882]], in seguito ai danni provocati dal terremoto del [[1873]]. Della costruzione originale conserva la sola ''cappella [[gotica]]'' ora inglobata nel Seminario Gregoriano attiguo. All'interno ospita opere di [[Sebastiano Ricci]], dello [[Giorgio Schiavone|Schiavone]] e di [[Andrea Brustolon]].
[[File:Chiesa di San Pietro Apostolo (Sargnano, Belluno) 01.jpg|thumb|La chiesa di San Pietro Apostolo a Sargnano]]
* Seminario Gregoriano: ancora attualmente attivo, fu tra il [[XII secolo]] e il [[1806]] uno dei più significativi luoghi di culto e di centro culturale per la popolazione bellunese. Ancora oggi è un'importante centro storico.
* [[Basilica cattedrale di San Martino]]: edificata sul luogo ove sorgeva un'antichissima chiesa [[Architettura paleocristiana|paleocristiana]], si hanno successive testimonianze di un edificio religioso costruito nell'850 ed intitolato a [[Martino di Tours|San Martino]]. L'attuale costruzione è la realizzazione di un progetto del [[1517]] di [[Tullio Lombardo]], mentre il vicino campanile è di un periodo successivo: infatti il suo progetto, di [[Filippo Juvarra]], venne realizzato tra il [[1732]] e il [[1743]], mentre la cupola si completò solo nel [[1756]].
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: più comunemente nota con il nome di ''Battistero'', questa chiesa si trova a pochi passi dalla [[Basilica cattedrale di San Martino|Cattedrale]]. La funzione di Battistero venne assunta nel [[1555]] prima svolte nella [[chiesa di San Giovanni Battista (Belluno)|chiesa di San Giovanni Battista]], ed inoltre ereditò le funzioni e gli arredi della [[XIV secolo|trecentesca]] [[chiesa di Sant'Andrea (Belluno)|chiesa di Sant'Andrea]], dove era venerata l'immagine della madonna. L'attuale riedificazione è del 1896, mentre la chiesa ha subito un restauro nel [[1970]]. L'edificio inoltre presenta due campanili laterali che sostituirono nel 1896 quello centrale, abbattuto perché molto danneggiato dopo il [[Terremoto dell'Alpago del 1873|terremoto del 1873]].
* Chiesa di San Pietro: la data di inizio dei lavori risale al [[1282]], e questi durarono per più di quaranta anni, terminando solo nel [[1326]]. Una prima ristrutturazione avvenne nel [[1465]], quando il Consiglio cittadino stanziò 500 lire per questo lavoro, mentre subì una totale demolizione negli anni trenta del [[XVIII secolo]]. Solo un ventennio più tardi venne ricostruita su un progetto del [[1709]] di [[Ludovico Pagani]]. L'attuale configurazione invece risale al [[1882]], in seguito ai danni provocati dal [[Terremoto dell'Alpago del 1873|terremoto del 1873]]. Della costruzione originale conserva la sola ''cappella [[gotica]]'' ora inglobata nel [[Seminario Gregoriano]] attiguo. All'interno ospita opere di [[Sebastiano Ricci]], dello [[Giorgio Schiavone|Schiavone]] e di [[Andrea Brustolon]].
* Seminario Gregoriano: convento francescano dal [[XIII secolo]] al [[1806]], dal [[1834]] è sede del seminario vescovile.
* Ex Chiesa di Santa Maria dei Battuti: d'impostazione [[gotica]], fu edificata intorno al [[1330]], e nel corso del secolo fu abbellita con vari dipinti ed affreschi. Nel [[1415]] venne completata la torre campanaria, mentre il presbiterio fu finito solo nel [[1429]]. Durante il [[XIX secolo]] la chiesa fu ceduta al demanio e il portale gotico venne tolto dalla chiesa e collocato altrove. Attualmente della facciata resta solo il rosone centrale in pietra.
* [[Chiesa di San Rocco (Belluno)|Chiesa di San Rocco]]: di aspetto [[rinascimentale]] in pietra bianca di [[Castellavazzo]], fu costruita nel [[1530]] in onore del Santo patrono e guaritore degli appestati. Aperta al pubblico nel [[1561]], subì un restauro nella seconda metà dell'[[XIX secolo|ottocento]]. All'esterno si notano due affreschi datati [[1564]], mentre all'interno sono da segnalare il tabernacolo dell'altare maggiore e il dipinto ''Assunzione'' di [[Cesare Vecellio]].
* [[Chiesa di Santo Stefano (Belluno)|Chiesa di Santo Stefano]]: dopo la delibera concessa nel [[1463]] per la sua costruzione, i suoi lavori partirono dal [[1468]], sull'antica chiesa di ''Santa Maria delle Grazie''. I suoi lavori terminarono nel [[1485]], mentre nel [[1480]] era stato rinvenuto il sarcofago di [[Flavio Ostilio]]. La facciata principale, semplice e grezza, è fatta con pietra in vista, mentre il portone in bronzo è opera dello scultore [[Dante Moro]]. L'interno della chiesa, a tre navate, è suddiviso da alte arcate ogivali che sostengono volte a crociera. All'interno si possono trovare opere, tra gli altri, di [[Andrea Brustolon]] e della scuola di [[Tiziano Vecellio]].
* [[Chiesa di Santo Stefano (Belluno)|Ex Convento dei Serviti]]: adiacente alla Chiesachiesa di Santo Stefano, il convento presenta un elegante chiostro iniziato nel [[1462]], in stile [[gotico]], di forma quadrata, con una serie di arcate ogivali con colonne in pietra. L'edificio ospita attualmente l'[[Intendenza di finanza]].
* Chiesa di San Biagio: il luogo di culto più antico di tutta Belluno, è dedicatadedicato a [[San Biagio]], medico che visse in [[Armenia]] tra il [[III secolo|terzo]] e il [[IV secolo|quarto]] secolo.
* Ex Collegio dei Gesuiti: il complesso venne eretto a partire dal [[1704]] su un progetto originale dell'architetto [[Andrea Pozzo]] con l'annessa chiesa di Sant'Ignazio, ridisegnata in forme più lineari nel [[1714]] dall'[[austria]]co [[Matthias Gremsel]]. Nel [[1773]], con la soppressione dei [[Gesuiti]], il complesso fu trasformato in scuola pubblica, ma venne requisito dai [[Francia|francesi]] nel [[1797]]. Fu sede dell'Istituto Militare di Educazione Inferiore [[Casa d'Asburgo|asburgico]] tra il [[1854]] e il [[1862]], mentre vi risiedette il Distretto Militare provinciale fino al [[1995]].
* Chiesa di Santa Maria di Loreto: venne costruita tra il [[1612]] e il [[1641]] sul disegno del cappuccino [[Andrea da Venezia]], a completamento dell'annesso convento delle [[Monache clarisse]]. La chiesa subì una risistemazione nel [[1952]] da parte di [[Alberto Alpago Novello]], ma questi lavori conferiscono all'interno una certa disomogeneità stilistica. All'interno si trovano opere di [[Andrea Brustolon]], [[Francesco Frigimelica il vecchioVecchio]] e [[Antonio Lazzarini]]
* Chiesa di San Nicolò: in Borgo Piave:, eretta nel [[1361]] su ordine di Nicolò Cursore. Durante il [[1547]], come testimonia Doglioni, la chiesa venne modificata dal rettore [[Domenico Faletro]], quindi ora non ci resta nulla dell'originaria costruzione, che sicuramente non aveva grandi dimensioni.
* Chiesa di San Giuseppe: in Borgo Prà:, eretta nel [[1797]], fu frequentata da personaggi illustri quali [[papa Gregorio XVI]] e [[Albino Luciani]], futuro [[papa Giovanni Paolo I]].
* Chiesa della Beata Vergine della Salute: si trova nel porticato del palazzo ''Monte di Pietà''; dotata di un piccolo ingresso, si nota sul fondo l'altare rialzato ed inquadrato tra due porte.
* [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Belluno)|Chiesa parrocchiale di Sargnano]]: venne costruita nel [[XIX secolo]].
 
* [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Belluno)|Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio]]: in San Gervasio, viene eretta nel 1210 per conto dell'ordine cistercense, continua la sua opera con annesso monastero fino al 1907. É tuttora un luogo di culto per la comunità circostante.
Significative sono anche la Chiesa di San Martino, con pale e segni di affreschi del seicento<ref>[http://books.google.it/books?id=F8rqAAAAMAAJ&q=Sopracroda+martino&dq=Sopracroda+martino&hl=it&ei=aOEiTZTvK8TLswaawdjpDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CDsQ6AEwBQ Charta, 1998] [http://books.google.it/books?ei=aOEiTZTvK8TLswaawdjpDA&ct=result&id=F8rqAAAAMAAJ&dq=Sopracroda+martino&q=seicentesche p. 285]</ref>, nella frazione di Sopracroda, e la cinquecentesca '''Chiesa di San Micel''' dedicata al santo<ref>[http://www.provincia.belluno.it/nqcontent.cfm?a_id=1006 provincia.belluno.it]</ref>.
Significative sono anche la chiesa di San Martino, con pale e segni di affreschi del seicento<ref>{{cita testo|url=http://books.google.it/books?id=F8rqAAAAMAAJ&q=Sopracroda+martino&dq=Sopracroda+martino&hl=it&ei=aOEiTZTvK8TLswaawdjpDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0CDsQ6AEwBQ|titolo=Charta, 1998}} {{cita testo|url=http://books.google.it/books?ei=aOEiTZTvK8TLswaawdjpDA&ct=result&id=F8rqAAAAMAAJ&dq=Sopracroda+martino&q=seicentesche|titolo=p. 285}}</ref>, nella frazione di Sopracroda, e la cinquecentesca chiesa di San Micel<ref>{{Cita web |url=http://www.provincia.belluno.it/nqcontent.cfm?a_id=1006 |titolo=provincia.belluno.it |accesso=4 gennaio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110526082209/http://www.provincia.belluno.it/nqcontent.cfm?a_id=1006 |urlmorto=sì }}</ref>.
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzi ====
[[File:Le torri in piazza Duomo.jpg|thumb|La Torre del Palazzo dei Rettori e quella Civica in piazza Duomo]]
* [[Palazzo dei Rettori]]: edificio realizzato a varie riprese partendo dal [[1409]] fino al [[1536]], non si è ancora sicuri sul nome dell'architetto, che potrebbe essere o il [[venezia]]no [[Giovanni Candi]] o il [[Firenze|fiorentino]] [[Lorenzo Ghiberti]]. Inoltre tra il [[1536]] e il [[1547]] venne innalzata la ''Torre dell'Orologio'', su progetto del [[Fiesole|fiesolano]] [[Valerio da San Vittore]]. Fu sede per quasi quattrocento anni dei [[reggimento (Repubblica di Venezia)|rettori di Belluno]], attualmente ospita la [[prefettura italiana|prefettura]].
[[File:San Giostà e i Rettori.jpg|miniatura|Il Palazzo dei Rettori costruito dalla [[Repubblica di Venezia]], oggi sede della Prefettura]]
* Palazzo Rosso: edificio costruito nel [[1833]] dall'architetto [[Feltre|feltrino]] [[Giuseppe Segusini]], in stile [[neogotico]], nell'area ove sorgeva l'antica sede comunale, la ''Caminada'', riutilizzando anche il materiale ottenuto dalla demolizione di quest'ultima. Ivi si trova la sede del comune di Belluno.
[[File:05A7570001 Palazzo Rosso 3.jpg|miniatura|Palazzo Rosso di [[Giuseppe Segusini]], sede del consiglio cittadino e il balcone di Piazza Castello sul [[Piave]]]]
* [[Palazzo dei Vescovi-Conti]]: il primitivo palazzo venne edificato nel [[1190]], ma di questo non restano che i possenti muri nell'atrio di ingresso. Un richiamo alla struttura originale è la torre del lato [[nord]], rifatta nel [[1940]] e conforme il più possibile alla forma originaria, mentre l'attuale edificio è del [[1690]] e venne ristrutturato nel XIX e nel XX secolo. Ospita l'[[Auditorium]].
* [[Palazzo dei Rettori]]: edificio realizzato a varie riprese partendo dal [[1409]] fino al [[1536]], non si è ancora sicuri sul nome dell'architetto, che potrebbe essere o il [[venezia]]no [[Giovanni Candi]] o il [[Firenze|fiorentino]] [[Lorenzo Ghiberti]]. Inoltre tra il [[1536]] e il [[1547]] venne innalzata la ''Torre dell'Orologio'', su progetto del [[Fiesole|fiesolano]] Valerio da San Vittore. Fu sede per quasi quattrocento anni dei [[reggimento (Repubblica di Venezia)|rettori di Belluno]], attualmente ospita la [[prefettura italiana|prefettura]].
* Palazzo Crepadona: palazzo nobiliare cinquecentesco, fatto costruire da [[Niccolò Crepadoni]] il quale unì insieme una serie di edifici precedenti, di cui l'altana conserva forse l'impianto di una delle antiche torri, che sopravanzavano le mura cittadine. Dal [[1981]] si trova al pianterreno il sarcofago di [[Tullio Ostilio]]. L'edificio ospita mostre, anche di livello internazionale, ed è sede della biblioteca e del centro culturale comunali.
* Palazzo Rosso: edificio costruito nel [[1833]] dall'architetto [[Feltre|feltrino]] [[Giuseppe Segusini]], in stile [[neogotico]], nell'area ove sorgeva l'antica sede comunale, la ''Caminada'', riutilizzando anche il materiale ottenuto dalla demolizione di quest'ultima. Ivi si trova la sede del comune di Belluno<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Jacopo De Pasquale|autore2=Simone Osta|autore3=Giorgio Reolon|titolo=Palazzo municipale di Belluno: storia, architettura e arte|rivista=Dolomiti - Rivista di cultura e attualità della Provincia di Belluno|editore=Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali|numero=2|data=aprile 2021}}</ref>.
* Palazzo dei Giuristi: sede del [[Museo Civico di Belluno]], è stato eretto nel [[1664]] dal ''Collegio dei Giuristi''. In stile [[rinascimentale]], conserva numerosi reperti della storia di Belluno. Scelto come sede nel [[1873]], aperto al pubblico nel [[1876]].
* Palazzo dei Vescovi-Conti: il primitivo palazzo venne edificato nel [[1190]], ma di questo non restano che i possenti muri nell'atrio di ingresso. Un richiamo alla struttura originale è la torre del lato [[nord]], rifatta nel [[1940]] e conforme il più possibile alla forma originaria, mentre l'attuale edificio è del [[1690]] e venne ristrutturato nel XIX e nel XX secolo. Ospita l'[[Auditorium]].
* Palazzo di Monte di Pietà: iniziata la sua costruzione nel [[1501]], sotto la spinta della predicazione di [[Elia da Brescia]], venne completata nel [[1531]]. All'epoca divenne il simbolo delle contestazioni contro il governo della città, anche se il Comune aveva stanziato una grossa somma di denaro per la costruzione. Conserva il portone originale rinforzato e una parte della decorazione.
* [[Museo civico di Belluno|Palazzo Fulcis de Bertoldi]]: la facciata e alcuni elementi interni, come la scala d'onore e il salone a doppio piano, sono stati realizzati nel [[1776]] dall'architetto [[Valentino Alpago Novello]], su commissione della famiglia Fulcis in occasione del matrimonio tra Guglielmo Fulcis e la contessa [[trentino|trentina]] Francesca Migazzi De Vaal; questo intervento è andato ad uniformare in un unico fabbricato tre preesistenti edifici sconnessi, di cui uno almeno già di proprietà della citata nobile famiglia bellunese. Il palazzo ha poi subito vari interventi nel corso del [[XIX secolo]], ai quali ha seguito una lunga fase di abbandono nella seconda metà del [[XX secolo]]: acquistato dal Comune di Belluno tra il [[1982]] ed il [[1988]], è stato oggetto di un intervento di restauro dal [[2009]] al [[2016]] al fine di farlo divenire la nuova sede del museo civico cittadino, aperto nel [[2017]].
* Palazzo Crepadona: palazzo nobiliare cinquecentesco, fatto costruire da Niccolò Crepadoni il quale unì insieme una serie di edifici precedenti, di cui l'[[Altana (architettura)|altana]] conserva forse l'impianto di una delle antiche torri, che sopravanzavano le mura cittadine. Dal [[1981]] si trova al pianterreno il sarcofago di [[Flavio Ostilio Sertoriano]]. L'edificio ospita mostre, anche di livello internazionale, ed è sede della biblioteca e del centro culturale comunali.
* Palazzo dei Giuristi: ex sede del [[Museo civico di Belluno]], è stato eretto nel [[1664]] dal ''Collegio dei Giuristi''. In stile [[rinascimentale]], conserva numerosi reperti della storia di Belluno. Scelto come sede del museo nel [[1873]], fu aperto al pubblico nel [[1876]].
* Monte di Pietà: iniziata la sua costruzione nel [[1501]], sotto la spinta della predicazione di [[Elia da Brescia]], venne completata nel [[1531]]. All'epoca divenne il simbolo delle contestazioni contro il governo della città, anche se il Comune aveva stanziato una grossa somma di denaro per la costruzione. Conserva il portone originale rinforzato e una parte della decorazione.
* Palazzo Costantini: si trova in Piazza delle Erbe, fu eretto dalla famiglia Costantini nel [[1550]] circa, sopra la "loggia di Foro", luogo aperto a pubbliche riunioni costruito nel [[1347]] e ristrutturato nel [[1471]]. Riguardo al palazzo spiccano il bel [[Leone di San Marco]] e le trifore centrali al primo e secondo piano. Interessante il portico formato da quattro archi, due [[Rinascimento|rinascimentali]] e due [[gotico|gotici]], sotto i quali si nota un elegante balaustra in colonnine bianche.
* Palazzo Batti Vinanti: edificio impreziosito da due trifore che scandiscono il ritmo ascendente del [[gotico]] [[venezia]]no. La facciata ha una composizione asimmetrica, infatti la trifora del secondo piano è più stretta rispetto a quella del primo, dove si trova anche un piccolo poggiolo, sulla sinistra delle trifore si trovano due monofore trilobate.
* Palazzo Piloni: fatto costruire nel [[1550]] dalla famiglia Piloni, l'edificio è impostato su un largo portale in pietra, sormontato da un largo poggiolo in pietra e ferro, che delimita la facciata del piano terra costituita da bugne in pietra. Nella sala dell'ingresso centrale ci sono alcuni affreschi, rappresentanti le [[quattro stagioni]], attribuibili a [[Cesare Vecellio]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Jacopo De Pasquale|autore2=Simone Osta|autore3=Giorgio Reolon|titolo=Palazzo Piloni: storia, architettura, arte|rivista=Dolomiti - Rivista di cultura e attualità della Provincia di Belluno|editore=Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali|numero=2|data=aprile 2023}}</ref>.
* Palazzo Regozza Longana: palazzo [[XVII secolo|seicentesco]] che si apre su via Mezzaterra, presenta una facciata disposta su tre piani principali, in ciascuno dei quali ci sono tre trifore ''ad arco a tutto sesto centinato e definito da un architrave, di netta impronta seicentesca''<ref>{{cita web|url=http://www.webdolomiti.net/tour/via_mezzaterra1.htm|titolo=VIA MEZZATERRA seconda parte|accesso=15 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.07archive.2011org/web/20111025080614/http://webdolomiti.net/tour/via_mezzaterra1.htm}}</ref>. Si nota infine al primo piano un poggiolo a forma di pulpito con ringhiere in ferro battuto in stile rinascimentale.
* Palazzo Reviviscar: del primitivo palazzo, andato distrutto in un incendio del [[1933]], non resta che la facciata, mentre il resto della costruzione era del [[XV secolo|1400]], e successivamente ampliato e abbellito alla fine dello stesso secolo. Il nome venne datdato dalla famiglia Persico che possedeva il palazzo, successivamente alla morte dei due figli prematuramente, infatti ''reviviscar'' significava nel dialetto di allora "rinascere". Ai lati si alzano due altane ricordo delle torrette [[Medioevo|medievali]]; ora è sede dell'Associazione Industriali della Provincia.
* Palazzo Doglioni: il palazzo conserva ancora tutto il suo splendore [[XVI secolo|cinquecentesco]]: gli archi sono sostenuti da colonne [[Rinascimento|rinascimentali]], con i capitelli a [[voluta ionica|volute ioniche]]. Il primo piano ha porte e finestre disposti a [[quadrifora]], e i capitelli sono anche questi rinascimentali. Il secondo piano, nella sua semplicità, si rifà addirittura all'architettura del [[XV secolo|1400]]. Il palazzo è ora sede della [[Banca Cattolica del Veneto|Banca Cattolica]].
* Palazzo Sammartini: palazzo di epoca [[XVI secolo|cinquecentesca]], sono state recuperate con un recente restauro le bifore e la loggia sul cortile interno. La facciata, di un caratteristico colore rosso, poggia su alti archi, mentre le slanciate serie di finestre e balconi aumentano la verticalità del palazzo, di tipico stile lagunare.
* Palazzo Nosadani o Casa del Capitano: una delle più antiche fabbriche della città, si erge sopra quattro colonne con dei bei capitelli a [[voluta|voluta ionica]]. Anche se è stato notevolmente rimaneggiato, lascia ancora intravedere la struttura a trittico del [[XIV secolo]].
* Ex Ospedale dei Battuti: già prima del [[1360]] si trovava su questo luogo un ospizio per poveri e viandanti, che è stato sostituito dal palazzo attuale costruito intorno al [[1520]], che divenne al tempo stesso ospedale e luogo di accoglienza per i forestieri. Mantenne questa funzione fino al [[1793]], quando l'ospedale venne trasferito in via Loreto.
* Palazzo Grini: costruito durante il [[XVI secolo]], si trova all'incrocio tra vicolo San Pietro e via San Pietro. Da notare la "Porta dei morti", un uscio laterale all'edificio che serviva per l'uscita dei feretri, quasi a non contaminare l'ingresso principale.
* Palazzo Minerva: si tratta di un palazzo [[neoclassico]], costruito alla fine del [[XVIII secolo|settecento]], su progetto dell'architetto [[Francesco Maria Preti]]. Nel sottoportico un tempo erano murate due lapidi, in onore di due pittori bellunesi.
* Palazzo Fulcis-Marchetti-De Faveri: palazzo costruito nel [[XVI secolo]]. Alla base uno spazioso portico è formato da colonne di pietra bianca di [[Pinè]] e da grandi archi a tutto sesto. All'interno è presente un affresco [[XVII secolo|seicentesco]], attribuibile alla scuola di [[Sebastiano Ricci]].
* Palazzo Fulcis (chiamato anche De Bertoldi): il progetto della facciata è di [[Valentino Alpago Novello]] del [[XVIII secolo]] e gli interni sono stati affrescati da [[Sebastiano Ricci]], mentre il resto del palazzo è del [[XVII secolo|secolo precedente]].
* Palazzo Fulcis-Marchetti-De Faveri: palazzo costruito nel [[XVI secolo]]. Alla base uno spazioso portico è formato da colonne di pietra bianca di [[Pinè]] e da grandi archi a tutto sesto. All'interno è presente una affresco [[XVII secolo|seicentesco]], attribuibile alla scuola di [[Sebastiano Ricci]].
* Palazzo Pagani Cesa: costruito nel corso del [[XVIII secolo]], presenta una grande armonia architettonica, accostabile senza dubbio a quella del [[Palazzo dei Rettori]] in [[Piazza del Duomo (Belluno)|Piazza Duomo]], a cui forse si ispira. Caratteristici poi i numerosi abbaini e molto armonioso l'effetto delle colonne e degli archi ribassati, perfettamente proporzionati all'altezza della costruzione che non è appunto elevata.
* Palazzo Barcelloni Corte: fatto costruire durante il [[XVI secolo]] dalla famiglia di spadai Barcelloni Corte, nel [[1929]] divenne sede dell'[[Istituto Nazionalenazionale perdella laprevidenza Previdenza Socialesociale|Istituto Nazionale fascista per la Previdenza Sociale]]. Fu poi sede dell'[[Esattoria|Esattoria Consorziale della Cassa di Risparmio]].
* Palazzo Bembo: fatto erigere nel [[1568]] dal vescovo [[Giulio Contarini (vescovo)|Giulio Contarini]] per ospitare il Seminario dei [[Chierico|Chierici]]. Trasformato nel [[1750]] dal vescovo Bembo, mantenne la funzione di seminario fino al [[1793]], quando venne ceduto dal vescovo [[Sebastiano Alcaini]] perché l'edificio avessefungesse funzione dida ospedale. Successivamente l'edificio è stato ampliato a nord, in tre fasi successive, in quella che oggi è detta Ala Caffi.
 
==== Ville ====
* [[Villa Fulcis Montalban]]: edificio del [[DiciassettesimoXVII secolo|secolo XVII]] in località Safforze, posseduto fino al [[1855]] dalla famiglia Fulcis, in seguito dalle famiglie Miari-Fulcis e Montalban prima di essere ceduto al comune, consiste in un grande parallelepipedo a tre piani e tetto a padiglione, molto sviluppato in larghezza, ma relativamente poco profondo<ref>{{cita newsweb|url= http://irvv.regione.veneto.it/libxw/pxmlServiceGate.php?fAction=XwAttachment&fCmd=get&fName=A0202PD001.PDF&fRespMode=show&fId=55638lod/front/file/67506.PDFpdf|titolo=Villa Fulcis, Montalban|pubblicazionedata=2004|accesso=4 marzo 2018|editore=[[IRVV]]|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180304212217/http://irvv.regione.veneto.it|accesso=4 settembre 2014/xw/lod/front/file/67506.pdf}}</ref>.
 
==== Ponti ====
[[File:BL Ponte della Vittoria Lato Est.jpg|miniatura|Il Ponte della Vittoria a campata unica, completato nel 1926 ad opera dell'ingegnere [[Eugenio Miozzi]]]]
* Ponte della Vittoria: realizzato tra il [[1923]] e il [[1926]] su progetto dell'ingegnere [[Eugenio Miozzi]], si tratta di un ponte a campata unica in cemento armato, mentre le decorazioni (curate dall'architetto [[Riccardo Alfarè]]) sono in calcestruzzo. Il ponte si trova in zona [[Borgo Piave]] dove il fiume [[Piave]] compie un tratto rettilineo tra due anse, ed è percorribile al traffico solo verso il centro cittadino e non in direzione opposta.<ref>{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/7.pdf|titolo=Il Ponte della Vittoria|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011}}</ref>
[[File:BL Ponte Vecchio Sud.jpg|miniatura|Le rovine di Ponte Vecchio sulle rive di Borgo Piave]]
* Ponte della Vittoria: realizzato tra il [[1923]] e il [[1926]] su progetto dell'ingegnere [[Eugenio Miozzi]], si tratta di un ponte a campata unica in cemento armato, mentre le decorazioni (curate dall'architetto [[Riccardo Alfarè]]) sono in calcestruzzo. Il ponte si trova in zona [[Borgo Piave]] dove il fiume [[Piave]] compie un tratto rettilineo tra due anse, ed è percorribile al traffico solo verso il centro cittadino e non in direzione opposta.<ref>{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/7.pdf|titolo=Il Ponte della Vittoria|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117161049/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/7.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
* Ponte degli Alpini: realizzato durante gli [[anni 1960|anni sessanta]] ed aperto al traffico nel [[1971]], collega le due sponde del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]]. Con la sua costruzione è stato aperto il nuovo tratto della [[Strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle|strada statale 50]], che evita così il centro cittadino. Nel [[2009]] si sono conclusi i lavori di ristrutturazione del ponte.
* Ponte Vecchio: ponte costruito durante la dominazione [[austria]]ca tra il [[1837]] e il [[1841]] su progetto dell'ingegnere Zilli. Venne rifatto una prima volta dopo che tre arcate erano cedute nel [[1872]], ma crollò nuovamente nel [[1882]], e il punto di costruzione venne abbandonato perché risultava difficile l'innesto con la sponda sinistra. Solo durante la [[prima Guerraguerra Mondialemondiale]], con il governo [[austria]]coaustriaco in città, venne ricostruito in quel punto un ponte in legno, però poi distrutto nella ritirata degli stessi austriaci il 1º novembre [[1918]]. Attualmente dell'antico ponte resta solo la prima arcata sulla sponda della città.
* Ponte didella Borgo PràPaglia: prima via di passaggio sopra il [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]], vienecollega il centro con Borgo Prà. Viene citato dai documenti storici una prima volta nel [[1378]]., Lala struttura in legno del ponte crollò nel [[1503]], nel [[1505]] e durante la sua ricostruzione, questa volta in pietra, nel [[1507]]. Il restauro più solido avvenne nel [[1852]], mentre nel [[1908]], durante una ricostruzione per alzare il livello della strada, il torrente in piena portò via le impalcature e il cassone della roggia, affiancando la struttura sul lato [[sud]]. Nel [[1960]] fu demolita la roggia e con essa il canale che volgeva a [[sud]].
* Ponte Dolomiti: attraversa il [[Piave]] partendo dalla sponda sinistra del torrente Ardo, unisce Punta dell'Anta, sulla sponda destra del Piave, alla Strada Provinciale n. 1 della Sinistra Piave (Via Antonio Miari).
* Ponte dell'Anta: attraversa l'Ardo vicino all'immissione del torrente nel Piave.
Riga 326 ⟶ 332:
 
==== Teatri ====
[[File:Teatro Comunale -.jpg|miniatura|Il Teatro Dino Buzzati in Piazza Vittorio Emanuele, opera dell'architetto [[Giuseppe Segusini]]]]
* Teatro Comunale: costruito in stile [[neoclassico]] su disegno di [[Giuseppe Segusini]] tra il [[1833]] e il [[1835]], demolendo l'antico ''Fondaco delle biade'', di misure molto minori. La facciata si ricollega ad altre opere che si trovano in [[Veneto]] e in [[Austria]], mentre la scalinata di ingresso è caratterizzata da due leoni, rappresentanti la musica e la poesia. Gli interni del teatro vennero rifatti nel [[1866]], nel [[1948]] e un'ultima volta nel [[1993]].
 
*[[Teatro Dino Buzzati|Teatro comunale Dino Buzzati]]: costruito in stile [[neoclassico]] su disegno di [[Giuseppe Segusini]] tra il [[1833]] e il [[1835]], demolendo l'antico ''Fondaco delle biade'', di misure molto minori. La facciata si ricollega ad altre opere che si trovano in [[Veneto]] e in [[Austria]], mentre la scalinata di ingresso è caratterizzata dalle statue di due leoni, rappresentanti la musica e la poesia. Gli interni del teatro vennero rifatti nel [[1866]], nel [[1948]] e un'ultima volta nel [[1993]].
 
==== Scuole ====
 
* Scuola elementare [[Aristide Gabelli]]: costruita su iniziativa di [[Pierina Boranga]], all'epoca della costruzione era un vanto nazionale per la modernità del fabbricato e per la didattica applicata nell'insegnamento, ispirata al metodo ideato da [[Giuseppina Pizzigoni]] e messo in opera nella Scuola Rinnovata di Milano. Alla cerimonia di inaugurazione, avvenuta il 28 ottobre 1934, contestualmente alle celebrazioni dell'anniversario della Marcia su Roma, era presente il Ministro dell'Educazione Nazionale [[Francesco Ercole]]. Del nuovo edificio scolastico si occuparono le maggiori riviste italiane d'architettura, dedicando alla nuova scuola, esemplare modello per le altre città d'Italia, articoli riccamente illustrati. Dal [[2009]] la Scuola è chiusa per la cattiva manutenzione che nel corso degli anni ha portato ad alcuni crolli nell'edificio<ref name="lavocedelnordest.it">{{cita news|url = http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/05/30/2102/belluno-scuola-gabelli-inagibile-dopo-il-crollo-annunciato|titolo = Belluno, Scuola Gabelli inagibile dopo il crollo annunciato|giorno = 30|mese = 5|anno = 2009|accesso = 22 luglio 2011|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090602233626/http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/05/30/2102/belluno-scuola-gabelli-inagibile-dopo-il-crollo-annunciato}}</ref>. Nel 2014 la Scuola Gabelli si è classificata al 20º posto nel censimento nazionale ''I Luoghi del Cuore'', promosso dal [[Fondo Ambiente Italiano|FAI - Fondo Ambiente Italiano]], totalizzando ben 15.533 voti.<ref name="iluoghidelcuore.it">{{Cita web|url = http://iluoghidelcuore.it/luoghi/belluno/belluno/scuola-elementare-aristide-gabelli-belluno/80855|titolo = SCUOLA ELEMENTARE ARISTIDE GABELLI, BELLUNO|accesso = 6 dicembre 2015|sito = I Luoghi del Cuore|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304092001/http://iluoghidelcuore.it/luoghi/belluno/belluno/scuola-elementare-aristide-gabelli-belluno/80855|urlmorto = sì}}</ref> È stata riaperta nel 2022.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilgazzettino.it/nordest/belluno/scuola_rientro_gabelli_riapre_dopo_13_anni-6925340.html|titolo=Prima campanella alle scuole Gabelli: alunni in aula dopo 13 anni di attesa|sito=www.ilgazzettino.it|data=2022-09-13|accesso=2025-10-19}}</ref>
=== Architetture militari ===
[[File:Porta Dojona Lato Nord.jpg|miniatura|Porta Dojona]]
* [[Porta Dojona]]: prende il nome dal vicino [[Torrione Dojon|torrione]] con cui costitutiva un complesso fortificato. L'arco interno venne innalzato nel [[1289]] da [[Vecello da Cusighe]], mentre il raddoppio in stile [[rinascimentale]] è opera di [[Niccolò Tagliapietra]] nel [[1553]]. La copertura di collegamento venne costruita nel [[1609]], mentre i battenti in legno si crede siano ancora quelli fatti costruire dopo l'assedio imperiale del [[1509]]. La porta è stata recente oggetto di restauro.
[[File:ID05A7570008 Porta Rugo 2.jpg|miniatura|Porta Rugo, antico accesso meridionale della città verso il suo porto fluviale]]
* Porta Rugo: accesso meridionale della città, vi passava la via di collegamento con l'antico porto fluviale di [[Borgo Piave]]. All'inizio del [[XIX secolo]] vennero abbattute alcune costruzioni difensive vicino alla porta, a noi rimane l'arco acuto interno [[XIII secolo|duecentesco]]. Il progetto della facciata segue il progetto commissionato nel [[1622]] dal rettore [[Veneto]] Federico Corner realizzata in cotto e non in pietra. L'ultimo restauro avvenne nel [[1902]].
* [[Porta Dojona]]: prende il nome dal vicino torrione con cui costitutiva un complesso fortificato. L'arco interno venne innalzato nel [[1289]] da Vecello da Cusighe, mentre il raddoppio in stile [[rinascimentale]] è opera di [[Niccolò Tagliapietra]] nel [[1553]]. La copertura di collegamento venne costruita nel [[1609]], mentre i battenti in legno si crede siano ancora quelli fatti costruire dopo l'assedio imperiale del [[1509]]. La porta è stata recente oggetto di restauro.
* Porta Dante: fu inaugurata il 15 maggio [[1865]], nel sesto centenario dalla nascita del [[Dante Alighieri|poeta]]. Essa sostituisce nel nome ''porta Renier'', edificata con il rettore Renier nel [[1669]], il quale fece demolire la precedente medievale, detta ''d'Ussolo'', usata come passaggio per i soldati.
* Porta Rugo: accesso meridionale della città, vi passava la via di collegamento con l'antico porto fluviale di Borgo Piave. All'inizio del [[XIX secolo]] vennero abbattute alcune costruzioni difensive vicino alla porta, a noi rimane l'arco acuto interno [[XIII secolo|duecentesco]]. Il progetto della facciata segue il progetto commissionato nel [[1622]] dal [[Reggimento (Repubblica di Venezia)|rettore veneto]] Federico Corner realizzata in cotto e non in pietra. L'ultimo restauro avvenne nel [[1902]].
* Torrione: venne costruito probabilmente sulle rovine di un fortino [[Roma antica|romano]], ma già nel [[XVI secolo|cinquecento]] era nelle condizioni pressoché attuali. Dal camminato esterno dell'antico torrione si possono osservare la grandezza dell'opera difensiva e lo spessore delle vetuste mura. Attualmente l'accesso al torrione è interdetto al pubblico, in quanto di proprietà privata, e si teme per il suo futuro, visto il suo precario stato di conservazione.<ref>{{cita news|url=http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/12/24/news/l-appello-di-via-roma-salvate-il-torrione-c-e-troppo-degrado-1.8363863|titolo=L’appello di via Roma «Salvate il torrione c’ è troppo degrado» }}</ref>
* Porta Dante: fu inaugurata il 15 maggio [[1865]] nel sesto centenario dalla nascita del poeta [[Dante Alighieri]], del quale presenta un busto dello scultore [[Luigi Borro]]. Sostituisce nel nome ''porta Reniera'', edificata con il rettore Renier nel [[1669]], il quale fece demolire la precedente medievale, detta ''d'Ussolo'', usata come passaggio per i soldati.
* Torrione: venne costruito probabilmente sulle rovine di un fortino [[Roma antica|romano]], ma già nel [[XVI secolo|cinquecento]] era nelle condizioni pressoché attuali. Dal camminato esterno dell'antico torrione si possono osservare la grandezza dell'opera difensiva e lo spessore delle vetuste mura. Attualmente l'accesso al torrione è interdetto al pubblico, in quanto di proprietà privata, e si teme per il suo futuro, visto il suo precario stato di conservazione.<ref>{{cita news|url=http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/12/24/news/l-appello-di-via-roma-salvate-il-torrione-c-e-troppo-degrado-1.8363863|titolo=L'appello di via Roma «Salvate il torrione c'è troppo degrado»|pubblicazione=|accesso=23 maggio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140524022833/http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/12/24/news/l-appello-di-via-roma-salvate-il-torrione-c-e-troppo-degrado-1.8363863|urlmorto=sì}}</ref>
 
=== Altro ===
==== Fontane storiche ====
[[File:Fontana di San Giostà BELLUNO (ZOOM).jpg|miniatura|Fontana di San Gioatà, antico patrono della città]]
* Fontana di San Gioatà: si trova in Piazza Duomo. È sormontata dalla scultura di San Gioatà (co-patrono della città insieme al più celebre San Martino, le cui reliquie sarebbero state portate dall'[[Africa]] dal primo vescovo di Belluno, Teodoro). Dal punto di vista stilistico la fontana assomiglia a quella di Piazza Mercato (dedicata a San Lucano) ed è stata costruita, quasi contemporaneamente, nel 1411. Al centro della vasca è collocata una colonna sormontata da un capitello a forma di [[parallelepipedo]]. Sul lato ovest della fontana troviamo una data in stile gotico ''M CCCC LXJ''; tale scritta è situata sulla pietra da cui escono le canne. Nella parte superiore del parallelepipedo, sempre sul lato ovest, si trova lo stemma di Belluno e le lettere ''C'' e ''B'' indicanti la città di Belluno. Sul lato sud troviamo un leone scolpito e lo stemma del rettore ''Benedetto Trevisan''; a nord un altro stemma con le lettere C e B. Una delle canne da cui sgorga l'acqua è decorata, mentre le altre tre sono semplici<ref name="draupiave.eu">{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/146.pdf|titolo=Fontane a vasca di Belluno|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
 
* Fontana di San Lucano: si trova in Piazza delle Erbe, ed è stata realizzata in una prima fase nel [[1318]] e risistemata successivamente nel [[1410]]. Nel [[1456]] è avvenuta la rimozione dei [[basilisco (mitologia)|basilischi]], mentre tra il [[1461]] e il [[1474]] è avvenuta una completa ristrutturazione. La fontana è formata da un catino circolare suddiviso in dieci specchiature irregolari che poggia su un basamento di grandi lastre di pietra di [[Castellavazzo]]. Sulla cima della fontana si trova una copia [[XIX secolo|ottocentesca]] della statua di [[San Lucano]], mentre l'originale, del [[XV secolo]] e mutilata nel [[1847]] da un facchino, si conserva presso il [[Museo Civico di Belluno]]<ref>{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/2.pdf|titolo=Scheda n.2 - Fontana di San Lucano|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011}}</ref>.
* Fontana delladi San MottaGioatà: si trova in viaPiazza [[AndreaDuomo. Brustolon]]È sormontata dalla scultura di San Gioatà (co-patrono della città insieme al più celebre San Martino, edle ècui statareliquie realizzatasarebbero nelstate portate dall'[[1561Africa]] dadal unprimo autorevescovo sconosciutodi Belluno, Teodoro). LaDal punto di vista stilistico la fontana haassomiglia una bacinoquella semicircolaredi addossatoPiazza alMercato muro,(dedicata eccezionalea perSan dimensioniLucano) eed decorazioniè rispettostata allecostruita, fontanequasi contemporaneamente, nel 1411. Al centro della stessavasca tipologiaè acollocata Belluno.una Locolonna spostamentosormontata dalda luogoun dicapitello originea avvenutoforma neldi [[1952parallelepipedo]]. daSul piazzalato Mazziniovest all'attualedella collocazionefontana netroviamo hauna modificatodata in stile gotico l'immagine'M architettonicaCCCC scenografica,LXJ''; matale nonscritta gliè elementisituata strutturalisulla epietra decorativida cui escono le canne. IlNella vasoparte semicircolaresuperiore èdel sormontatoparallelepipedo, dalsempre distributoresul alato formaovest, si trova lo stemma di arcaBelluno e dale unlettere architrave''C'' sostenutoe da''B'' unaindicanti [[cariatide]]la ecittà dadi Belluno. Sul lato sud troviamo un [[talamone]]leone scolpitiscolpito ine pietra.lo Duestemma testedel direttore [[gorgone|gorgoni]]''Benedetto scolpiteTrevisan''; a nord un altro sostengonostemma invececon le lettere C e B. Una delle canne dellda cui sgorga l'acqua è decorata, mentre le altre tre sono semplici<ref name="draupiave.eu">{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/147146.pdf|titolo=Fontane a murovasca di Belluno|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117161608/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/146.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
* Fontana di Sant'ElenaSan Lucano: chiamatasi anchetrova ''Fontanain diPiazza Santadelle MariaErbe, deied Battuti'',è stata realizzata in una fuprima costruitafase nel [[15541318]] pressoe larisistemata chiesasuccessivamente dinel [[San1410]]. PietroNel [[1456]], maè poiavvenuta spostatala nelrimozione dei [[1844basilisco (mitologia)|basilischi]], nell'attualementre posizione,tra all'internoil della[[1461]] piazzettae diil Santa[[1474]] Mariaè deiavvenuta Battuti<refuna name="draupiave.eu"/>completa ristrutturazione. La fontana è sormontataformata da unaun copiacatino [[XXcircolare secolo|novecentesca]]suddiviso dellain statuadieci specchiature irregolari che poggia su un basamento di grandi lastre di pietra di [[Sant'ElenaCastellavazzo]],. mentreSulla l'originalecima della fontana si trova pressouna ilcopia [[MuseoXIX Civico di Bellunosecolo|Museo Civicoottocentesca]]. Suldella dadostatua dadi cui[[San esconoLucano]], le spine permentre l'acquaoriginale, sonodel incisi[[XV scudisecolo]] e lettere,mutilata e sul latonel [[Nord1847]] da un facchino, si riconosceconserva lopresso stemmail [[Museo civico di Belluno]]<ref>{{cita news|url=http://www.webdolomitidraupiave.neteu/tourEngine/santa_m_battutiRAServeFile.htmphp/f/schede_manufatti/2.pdf|titolo=SantaScheda Marian.2 dei- Fontana di San BattutiLucano|pubblicazione=webdolomitidraupiave.neteu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117163525/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/2.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
* Fontana della Motta: si trova in via [[Andrea Brustolon]], ed è stata realizzata nel [[1561]] da un autore sconosciuto. La fontana ha un bacino semicircolare addossato al muro, eccezionale per dimensioni e decorazioni rispetto alle fontane della stessa tipologia a Belluno. Lo spostamento dal luogo di origine avvenuto nel [[1952]] da piazza Mazzini all'attuale collocazione ne ha modificato l'immagine architettonica scenografica, ma non gli elementi strutturali e decorativi. Il vaso semicircolare è sormontato dal distributore a forma di arca e da un architrave sostenuto da una [[cariatide]] e da un [[talamone]] scolpiti in pietra. Due teste di [[gorgone|gorgoni]] scolpite sostengono invece le canne dell'acqua<ref>{{cita news|url=http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/147.pdf|titolo=Fontane a muro di Belluno|pubblicazione=draupiave.eu|accesso=18 luglio 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111117160910/http://www.draupiave.eu/Engine/RAServeFile.php/f/schede_manufatti/147.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
* Fontana di Sant'Elena: chiamata anche ''Fontana di Santa Maria dei Battuti'', fu costruita nel [[1554]] presso la chiesa di [[San Pietro]], ma poi spostata nel [[1844]] nell'attuale posizione, all'interno della piazzetta di Santa Maria dei Battuti<ref name="draupiave.eu" />. La fontana è sormontata da una copia [[XX secolo|novecentesca]] della statua di [[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]], mentre l'originale si trova presso il [[Museo civico di Belluno|Museo civico]]. Sul dado da cui escono le spine per l'acqua sono incisi scudi e lettere, e sul lato [[Nord]] si riconosce lo stemma di Belluno<ref>{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/tour/santa_m_battuti.htm|titolo=Santa Maria dei Battuti|pubblicazione=webdolomiti.net|accesso=18 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111025052742/http://webdolomiti.net/tour/santa_m_battuti.htm}}</ref>.
 
==== Piazze ====
[[File:Belluno piazza duomo serva.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio su Piazza Duomo col Monte Pelf del [[Gruppo della Schiara]]]]
[[File:Piazza martiri belluno tramonto.jpg|thumb|Il [[liston]] di Piazza dei Martiri]]
 
* [[Piazza Duomo (Belluno)|Piazza Duomo]]: può essere considerato il cuore politico della città per tutta la sua storia. Sulla piazza si trovano [[palazzo dei Rettori]], [[palazzo Rosso (Belluno)|palazzo Rosso]], [[palazzo dei Vescovi-Conti]] e la [[basilica cattedrale di San Martino]], mentre al centro c'è la [[fontana di San Gioatà]]. L'ultima sistemazione della piazza avvenne nel [[1873]], dopo il [[Terremoto dell'Alpago del 1873|terremoto]] che sconvolse la città il [[29 giugno]].
* Piazza delle Erbe, conosciuta anche come Piazza Mercato: chiamata anticamente ''piazza di Foro'', perché sorge su quello che si riteneva il luogo dell'antico foro [[roma antica|roma]]no della città, tesi smentita da scavi archeologici dei primi anni ‘90 del secolo scorso. È l'antico luogo cittadino adibito agli affari, che si svolgono ancora in maniera ridotta sotto i portici o nel centro della piazza, con il permanente mercato di frutta e verdura. Durante il [[XVI secolo]] fu il "quartier generale" dei ceti popolari cittadini contrapposti ai Nobili. La loro azione di conquista del potere pubblico fu concretizzata con la costruzione del [[palazzo di Monte di Pietà]], che divenne nei secoli il luogo di protesta cittadino. Altro palazzo storico della piazza è [[palazzo Costantini]].
* Piazza dei Martiri: è il cuore commerciale della città di Belluno e salotto dei bellunesi, di impostazione [[rinascimentale]]. Anche se si è chiamata Piazza Gregorio XVI, in onore del papa bellunese [[Gregorio XVI]], è familiarmente conosciuta con il nome di ''Piaža Kanpedèl'', perché durante la storia qui si è sempre esteso lo spazio pubblico ad uso civico della città. L'attuale nome fu dato il [[3 giugno]] [[1945]], in ricordo dei quattro partigiani impiccati ai lampioni dalle truppe [[nazista|naziste]] il [[17 marzo]] [[1945]], i cui nomi si leggono sulle targhe dei quattro lampioni in questione.
* Piazza Castello: come indica il nome, nel sue sedime sorgeva il castello costruito dal vescovo-conte Giovanni attorno all'anno mille, demolito nei primi decenni del XIX secolo. Nel 1936 si completa la costruzione del Palazzo delle Poste, opera di [[Alberto Alpago Novello]], che disegna anche l'adiacente "giardino da lettura" dove sono stati sistemati alcuni ruderi del castello. Lo spazio urbano si apre verso sud-ovest con un panoramico balcone sulla valle del Piave.
 
==== Monumenti ====
 
* Monumento ai Caduti: si trova in piazzale [[Cesare Battisti]], circondato da edifici del [[XIX secolo]] e del [[XX secolo]]. Questo monumento fu eretto nel [[1895]], con una statua di [[Piero Giacomini]], scultore bellunese allievo di [[Luigi Ferrari (scultore)|Luigi Ferrari]].
* Monumento a Calvi: il monumento intitolato a [[PierPietro Fortunato Calvi]], patriota italiano del [[XIX secolo]], è stato eretto nel [[1955]] in piazzale [[Cesare Battisti]], sotto gli alberi del giardino di destra.
* Monumento del Bosco delle Castagne: il monumento è stato eretto sul colle dove dieci partigiani furono impiccati dai tedeschi, per rappresaglia, il [[10 marzo]] [[1945]]. Si trova nelle vicinanze di Belluno, in località Vezzano.
 
== Società ==
Riga 351 ⟶ 376:
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
GliAl 31 dicembre [[2020]] gli stranieri residenti nel comune sono 2.389{{formatnum:2659}}, ovvero il 67,7149% della popolazione. Di seguito sono riportati i dieci gruppi più consistenti<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2013str2020/index.html|editore=ISTAT|titolo=Bilancio Demograficodemografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 20132029 per sesso e cittadinanza (dati provvisori)|editore=ISTAT|accesso=514 settembrenovembre 20142021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170806142909/http://www.demo.istat.it/bil2016/index.html|urlmorto=sì}}</ref>:
 
# {{UKRdiv col}}, 365
# {{ALB}}[[Romania]], 297439
# {{ROU}}[[Ucraina]], 261388
# {{MOL}}[[Albania]], 256228
# {{KOS}}[[Marocco]], 178208
# {{CHN}}[[Moldavia]], 169184
# {{MAR}}[[Cina]], 164166
# {{BRA}}[[Kosovo]], 61138
# {{PHI}}[[Brasile]], 5482
# {{NGR}}[[Filippine]], 5369
# [[Nigeria]], 66
{{div col end}}
 
=== Lingue e dialetti ===
Oltre alla [[lingua italiana]], a Belluno non sono ufficialmente riconosciute altre lingue. IlDiffusamente dialetto localeparlato è il [[dialetto veneto settentrionale|dialetto bellunese]], una variante della [[lingua veneta]], simile a quello parlato nelle valli meridionali della [[Provincia di Belluno|provincia]] e a quello [[Provincia di Treviso|trevigiano]].
 
Sebbene non riconosciuta come lingua ufficiale del comune, {{cn|la [[lingua ladina]] ha una certa influenza culturale sulla città, sia perché il ladino è una minoranza linguistica in molti comuni della [[Provincia di Belluno|provincia]], sia perché da molti di quei comuni si è vista negli ultimi anni una emigrazione verso i centri della [[Val Belluna]] che porta con se usi e costumi di territori di alta montagna.}}
 
=== Religione ===
La religione più diffusa a Belluno è il [[Cristianesimo]] nella [[Chiesa cattolica|confessione cattolica]]. Le [[Parrocchie della Diocesidiocesi di Belluno-Feltre|parrocchie]] del territorio comunale sono 19, tutte comprese nella Foraniaforania di Belluno ad esclusione della parrocchia di [[Orzes]] che si trova in quella di Sedico.
 
Presente anche una comunità di Testimoni di Geova.
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
 
==== Biblioteche ====
==== Archivi e biblioteche ====
* Biblioteca Gregoriana: la Biblioteca Gregoriana si trova all'interno del [[Seminario Gregoriano]] e conta ad oggi circa 12.000 volumi, la maggioranza dei quali è di argomento [[teologia|teologico]]; tra i più preziosi si ricordano i 366 donati dal papa bellunese [[Papa Gregorio XVI|Gregorio XVI]] durante il suo [[pontificato]].
Belluno può vantare la presenza di tre importanti istituzioni bibliotecarie sul suo territorio, oltre ad altre dodici biblioteche collegate a scuole o istituti di ricerca:
* Biblioteca Lolliniana: la prima costruzione di questa biblioteca avvenne nel [[1387]], e la biblioteca fu arricchita con delle donazioni nel [[1415]]. Nel [[1471]] un incendio distrusse la biblioteca, e di questa si salvarono pochissime opere. Fu però il vescovo [[Alvise Lolin|Alvise Lollino]] a rendere la biblioteca ricchissima e famosa, fatto per cui ora essa porta il suo nome. Egli donò migliaia di volumi, ma molti di questi nel corso dei secoli furono trafugati o mai restituiti. Attualmente vi si trovano 2093 tra codici, incunaboli e opere a stampa, tra cui un codice manoscritto [[XIV secolo|trecentesco]] della ''[[Divina Commedia]]''.
* ''Biblioteca Gregoriana'': la Biblioteca Gregoriana si trova all'interno del [[Seminario Gregoriano]] e conta ad oggi circa 12.000 volumi, la maggioranza dei quali è di argomento [[teologia|teologico]]; tra i più preziosi si ricordano i 366 donati dal papa bellunese [[Papa Gregorio XVI|Gregorio XVI]] durante il suo [[pontificato]].
* Biblioteca Civica: la [http://biblioteca.comune.belluno.it/ Biblioteca Civica di Belluno] è l'unica biblioteca pubblica della città e, dal [[1982]], si trova a [[Palazzo Crepadona]] (precedentemente aveva sede in Piazza Castello; prima del [[1933]], anno della sua istituzione, era accorpata al [[Museo Civico di Belluno]]). Attualmente la biblioteca dispone di 121.093 documenti tra libri moderni, [[periodico (stampa)|periodici]], [[quotidiano|quotidiani]], [[dvd]], [[cd]], [[fotografia|fotografie]], [[manoscritto|manoscritti musicali]], libretti d'opera e musica a stampa e libri antichi; tra questi ritroviamo 3 edizioni del [[XV secolo]] e ben [[126]] del [[XVI secolo]]. Inoltre all'interno della biblioteca si trova una sezione apposita per i più giovani, denominata ''[http://biblioteca.comune.belluno.it/books/biblioteca-ragazzi/ Biblioteca dei Ragazzi]''.
* ''Biblioteca Lolliniana'': la prima costruzione di questa biblioteca avvenne nel [[1387]], e la biblioteca fu arricchita con delle donazioni nel [[1415]]. Nel [[1471]] un incendio distrusse la biblioteca, e di questa si salvarono pochissime opere. Fu però il vescovo [[Luigi Lollino]] a rendere la biblioteca ricchissima e famosa, fatto per cui ora essa porta il suo nome. Egli donò migliaia di volumi, ma molti di questi nel corso dei secoli furono trafugati o mai restituiti. Attualmente vi si trovano 2093 tra codici, incunaboli e opere a stampa, tra cui un codice manoscritto [[XIV secolo|trecentesco]] della ''[[Divina Commedia]]''.
* ''Biblioteca civica'': la Biblioteca civica di Belluno<ref>[http://biblioteca.comune.belluno.it/]</ref> è una biblioteca pubblica della città e, dal [[1982]], si trova a [[Palazzo Crepadona]] (precedentemente aveva sede in Piazza Castello; prima del [[1933]], anno della sua istituzione, era accorpata al [[Museo civico di Belluno]]). Attualmente la biblioteca dispone di 121.093 documenti tra libri moderni, [[periodico|periodici]], [[quotidiano|quotidiani]], [[DVD]], [[CD]], [[fotografia|fotografie]], [[manoscritto|manoscritti musicali]], libretti d'opera e musica a stampa e libri antichi; tra questi ritroviamo 3 edizioni del [[XV secolo]] e ben [[126]] del [[XVI secolo]]. Inoltre all'interno della biblioteca si trova una sezione apposita per i più giovani, denominata ''Biblioteca dei Ragazzi''<ref>[http://biblioteca.comune.belluno.it/books/biblioteca-ragazzi/]</ref>.
 
Inoltre a Belluno si trovano tre [[archivio|archivi]] di notevole interesse:
[[File:Ex-chiesa di Santa Maria dei Battuti, Belluno.jpeg|thumb|Ex Chiesa e Scuola di Santa Maria dei Battuti, oggi sede dell'Archivio di Stato]]
* ''Archivio di Stato'': questo archivio<ref>{{Cita web |url=http://www.asbelluno.beniculturali.it/ |titolo=Copia archiviata |accesso=7 gennaio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180509095147/http://www.asbelluno.beniculturali.it/ |urlmorto=sì }}</ref> statale, con sede nella soppressa scuola di [[Santa Maria dei Battuti]] nell'area orientale del centro storico, venne istituito il 1º dicembre [[1973]], ma la prima documentazione cominciò ad essere raccolta ivi solamente nel [[1978]]. I più cospicui trasferimenti dagli altri archivi del [[Triveneto]] avvennero negli [[Anni 1990|anni novanta]]. Attualmente il patrimonio documentario, che raccoglie la documentazione prodotta dagli organi periferici dei vari governi che hanno controllato la città sin dal [[XV secolo]], supera i 2000 metri lineari: tra i fondi di particolare interesse va segnalato quello [[notaio|notarile]], con atti sin dal [[1402]], ed un fondo diplomatico con [[pergamena|pergamene]] dal [[XII secolo]].
* ''Archivio storico del Comune di Belluno'': l'archivio comunale<ref>[http://archivio.comune.belluno.it/]</ref>, situato in una struttura provvisoria nella periferia occidentale della città, è stato istituito nel [[1988]] raccogliendo materiale di interesse archivistico prima conservato tra la Biblioteca e l'archivio di deposito comunale. Possiede la documentazione prodotta dai vari governi di ambito locale succedutisi nel corso dei secoli, risalente sino al [[XIV secolo]], ma anche alcuni fondi di soggetti privati e una parte dell'archivio del [[Reggimento (Repubblica di Venezia)|rettore]] di [[Repubblica di Venezia|età veneziana]], espressione del governo centrale della Serenissima.
* ''Archivio vescovile di Belluno'': questo istituto ha sede presso gli uffici della [[Diocesi di Belluno-Feltre|diocesi]], nei pressi della [[Basilica cattedrale di San Martino|cattedrale]], sin dagli inizi del [[XIX secolo]]; tra il [[1965]] e il [[1980]] la documentazione ha subito un intervento generale di riordino, il quale l'ha resa ora disponibile alla consultazione, previa richiesta scritta. La documentazione più antica risale agli inizi del [[XIV secolo]], cioè gli atti del [[Capitolo (cristianesimo)|capitolo]]; sono presenti anche i fondi delle [[visita pastorale|visite pastorali]], della [[fabbriceria]] della cattedrale, dell'ufficio dell'[[Inquisizione]] e degli atti delle singole [[parrocchia|parrocchie]] del territorio.
 
==== Ricerca ====
Nel comune di Belluno sono attivi tre istituti di ricerca:
Nel comune di Belluno sono attivi tre istituti di ricerca: l'Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea (nato nel 1965, si occupa di ricerca storica in ambito contemporaneistico per la provincia di Belluno e dal 1981 pubblica una rivista semestrale dal titolo ''Protagonisti''), la Fondazione "Giovanni Angelini. Centro Studi sulla Montagna" e l'Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali (nato nel [[1976]], si occupa di vari temi che riguardano la città di Belluno, con pubblicazioni a livello [[arte|artistico]], [[storia|storico]] e [[teologia|teologico]]; pubblica due riviste, ''Ladins'' a carattere mensile e ''Dolomiti'' a carattere bimestrale).
 
*L'''Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea'': nato nel [[1965]], si occupa di ricerca storica per il [[Risorgimento]] e per l'[[età contemporanea]] con riguardo alla [[provincia di Belluno]] ma con interessi anche di ambito nazionale ed internazionale. Pubblica dal [[1981]] ''Protagonisti'' e dal [[1984]] ''Venetica'', entrambe riviste con periodicità semestrale; offre anche una biblioteca specializzata in [[storia contemporanea]], una raccolta fotografica di oltre 9000 pezzi ed anche una serie di fondi archivistici, tra cui quello del locale distaccamento dell'[[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|ANPI]] e del [[Partito Comunista Italiano|PCI]]<ref>{{cita news|url=http://www.isbrec.it/|titolo=ISBREC - Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell'Età Contemporanea|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>.
*La ''Fondazione Giovanni Angelini - Centro Studi sulla Montagna'': sorta con un accordo tra il Comune di Belluno e l'[[Università di Padova]], la fondazione si pone come obiettivo lo studio e la ricerca scientifica e culturale su temi che riguardino la montagna<ref>{{cita news|url=http://www.angelini-fondazione.it/chi-siamo/cose-la-fondazione/|titolo=Cos'è la Fondazione Giovanni Angelini|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>. Possiede una biblioteca, sorta sul nucleo di quella di Giovanni Angelini, con un buon fondo di [[periodico|periodici]] e 12 sezioni tematiche per quanto riguarda la sezione recente.
*L'''Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali'': nato nel [[1976]], si occupa di vari temi che riguardano la città di Belluno, con pubblicazioni a livello [[arte|artistico]], [[storia|storico]] e [[teologia|teologico]]. Pubblica due riviste, ''Ladins'' a carattere mensile e ''Dolomiti'' a carattere bimestrale<ref>{{cita news|url=http://www.ibrsc.diocesi.it/|titolo=Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>.
 
==== Scuole ====
Nel territorio comunale vi sono sette [[scuole dell'infanzia]] e, tredici [[scuole elementari]], (divise, fino all'anno scolastico 2012-2013, in tre circoli didattici.) <bre />tre [[scuole medie]].
Il ''1º circolo didattico'' comprendeva il centro storico e la zona [[sud]] della città, fino al confine con il comune di [[Limana]]: vi si trovavano due [[scuole dell'infanzia]] e cinque [[scuole elementari]]. La scuola elementare [[Aristide Gabelli]], costruita durante il [[ventennio fascista]], all'epoca della costruzione era un vanto nazionale per la modernità del fabbricato e per il [[Metodo Montessori|metodo montessoriano]] applicato nell'insegnamento. Dal [[2009]] la scuola è chiusa per la cattiva manutenzione che nel corso degli anni ha portato ad alcuni crolli nell'edificio<ref>{{cita news|url=http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2009/05/30/2102/belluno-scuola-gabelli-inagibile-dopo-il-crollo-annunciato|titolo=Belluno, Scuola Gabelli inagibile dopo il crollo annunciato|giorno=30|mese=5|anno=2009|accesso=22 luglio 2011}}</ref>. <br />
Il ''2º circolo didattico'' comprendeva tutta l'area dell'Oltrardo, cioè la zona [[est]] della città, fino al confine con il comune di [[Ponte nelle Alpi]]: vi si trovavano due [[scuole dell'infanzia]] e quattro [[scuole elementari]]. <br />
Il ''3º circolo didattico'' comprendeva tutta l'area ad [[ovest]] del [[Ardo (torrente)|torrente Ardo]] e a [[nord]] del fiume [[Piave]], escludendo il centro storico: vi si trovavano tre [[scuole dell'infanzia]] e quattro [[scuole elementari]].
 
In città si trovano vari [[Istruzione secondaria|istituti superiori]]:
Nel comune vi sono tre [[scuole medie]]: quella intitolata a [[Sebastiano Ricci]] è nel centro della città, quella intitolata ad [[Ippolito Nievo]] si trova nel quartiere di [[Cavarzano]] e quella intitolata a [[Vittorio Zanon]] (in realtà una sezione staccata delle ''Nievo''<ref>{{cita news|url=http://www.scuolamedianievo.it/area_generale/chi_siamo.htm|titolo=Chi siamo - Scuola media Ippolito Nievo|accesso=22 luglio 2011}}</ref>), si trova a [[Castion (Belluno)|Castion]]. Tutte e tre le scuole offrono un indirizzo musicale tra i loro programmi di studio.
 
*L'''Istituto d'Istruzione Superiore [[Galileo Galilei|Galilei]]'', che comprende un [[liceo scientifico]] intitolato a [[Galileo Galilei]], un [[liceo classico]] intitolato a [[Tiziano Vecellio]] e un [[liceo scientifico-tecnologico|liceo delle scienze applicate]].
Dall'anno scolastico 2013-2014 le scuole dell'infanzia, le scuole elementari e le scuole medie sono divise in tre istituti comprensivi.
*Liceo [[Italia|Statale]] ''[[Giustina Renier Michiel|Giustina Renier]]'' comprende il [[liceo delle scienze umane]], {{cita testo|url=http://www.liceoeconomicosociale.it|titolo=il liceo economico-sociale}}, il [[liceo linguistico]], e il [[Liceo musicale e coreutico|liceo musicale]].
*L'''Istituto d'Istruzione Superiore [[Tomaso Catullo]]'' è un [[istituto professionale]] con un indirizzo commerciale, un indirizzo sociale e un [[Liceo artistico|indirizzo artistico]].
*L'''Istituto di Istruzione Superiore [[Girolamo Segato|Segato]]-[[Andrea Brustolon|Brustolon]]'' è un [[istituto tecnico industriale]] con vari indirizzi del settore.
*L'''[[Istituto tecnico]] [[Pier Fortunato Calvi]]'' comprende al suo interno un [[istituto tecnico commerciale]] e un [[istituto tecnico per il turismo]].
 
In città si trovanoricorda, infineinoltre, varila indirizzipresenza di alcune [[scuola privata|scuole superiori]] [[stato|stataliprivate]]. <br />
L'Istituto d'Istruzione Superiore ''[[Galileo Galilei|Galilei]]'', che comprende un [[liceo scientifico]] intitolato a [[Galileo Galilei]], un [[liceo classico]] intitolato a [[Tiziano Vecellio]] e un [[liceo scientifico-tecnologico|liceo delle scienze applicate]]. Questo istituto si è formato nel [[2009]] dall'unione dei due licei, che erano precedentemente separati. Da segnalare che il liceo classico è stato fondato nel [[1866]], e fino al [[1957]] è rimasto l'unico liceo in tutta la [[provincia di Belluno|provincia]]. <br />
L'Istituto Magistrale ''[[Giustina Renier Michiel]]'' comprende un [[liceo socio-psicopedagogico]], un [[liceo delle scienze sociali]] ed un [[liceo linguistico]]. <br />
L'Istituto d'Istruzione Superiore ''[[Tomaso Catullo]]'' è un [[istituto professionale]] con un indirizzo commerciale, un indirizzo sociale e un [[istituto d'arte|indirizzo artistico]]. <br />
L'Istituto di Istruzione Superiore ''[[Girolamo Segato|Segato]]-[[Andrea Brustolon|Brustolon]]'' è un [[istituto tecnico industriale]] con vari indirizzi: meccanica, termotecnica, elettrotecnica, elettronica, informatica, edilizia e, dal 2012, tecnica dell'occhiale. L'istituto si è formato nel [[2011]] dall'unione di due precedenti [[istituto tecnico|istituti tecnici]], quello intitolato a [[Girolamo Segato]] e quello intitolato ad [[Andrea Brustolon]]. <br />
L'[[Istituto Tecnico]] ''[[Pier Fortunato Calvi]]'' comprende al suo interno un [[istituto tecnico commerciale]] e un [[istituto tecnico per il turismo]].
 
A Belluno si trovano poi alcune [[scuola privata|scuole private]]: si possono trovare otto [[scuola materna|scuole materne]], una [[scuola elementare]] e una [[scuola media]] ed infine due [[scuole superiori]], il [[liceo classico]] [[Luigi Lollino|Alvise Lollino]] e l'Istituto [[Leonardo Da Vinci]], che comprende un [[istituto tecnico]] e un [[liceo artistico]].
 
==== Università ====
Presso il [[Seminario Gregoriano]] lL'''Istituto Superiore di Scienze Religiose Giovanni Paolo I'', promosso dalladalle diocesi di [[diocesiDiocesi di Belluno-Feltre|Belluno-Feltre]], [[Diocesi di Treviso|Treviso]] e [[Diocesi di Vittorio Veneto|Vittorio Veneto]] e affiliatocollegato con la [[Facoltà Teologica del Triveneto]], offre un corsopolo dididattico laurea[[Formazione triennalea indistanza|FAD]] scienzepresso religioseil Seminario Gregoriano.
 
La ''Scuola Superiore per Mediatori Linguistici SSML'', collegata con la sede principale a Vicenza, offre un corso di laurea triennale.
 
==== Musei ====
[[File:Sebastiano Ricci - Fall of Phaeton - WGA19423.jpg|miniatura|upright=1|La ''Caduta di Fetonte'', opera di [[Sebastiano Ricci]] conservata al Museo civico di Belluno]]Nel territorio del comune di Belluno si trovano trecinque musei. <br />:
Il principale è certamente il [[Museo Civico di Belluno]]: questo museo si trova nel [[palazzo dei Giuristi]], in centro storico, ed è stato aperto al pubblico nel [[1876]]. Al suo interno si possono trovare i ritrovamenti locali che vanno dall'età [[paleoveneti|paleoveneta]] a quella [[roma antica|romana]], lapidi e opere varie del periodo [[Medioevo|medievale]] e una [[pinacoteca]] che comprende opere di artisti bellunesi (tra gli altri [[Sebastiano Ricci]]) ma anche di pittori provenienti da fuori [[veneto|regione]], tra cui spicca [[Giovanni di Pietro]].
 
*Il [[Museo civico di Belluno]] si trova a [[Palazzo Fulcis De Bertoldi|Palazzo Fulcis]], affacciantesi su piazza Vittorio Emanuele, ed è stato aperto al pubblico il 26 gennaio [[2017]]. Precedentemente si trovava a [[Palazzo dei Giuristi]], sede storica sin dalla prima inaugurazione del [[1876]]. La collezione si articola su cinque piani e 24 sale (oltre ad un lapidario) nelle quali sono ospitate opere di artisti della città e foresti dalla fine del [[XIV secolo]] sino alle soglie del [[Novecento|'900]]: tra i più importanti si ricordano il [[Vicenza|vicentino]] [[Bartolomeo Montagna]], i [[venezia]]ni [[Domenico Tintoretto]], [[Palma il Giovane]], il [[Bassano del Grappa|bassanese]] [[Jacopo Bassano]] e gli artisti locali [[Simone da Cusighe]], [[Matteo Cesa]], [[Francesco Frigimelica il Giovane]], [[Gaspare Diziani]], [[Marco Ricci|Marco]] e [[Sebastiano Ricci]], [[Placido Fabris (pittore)|Placido Fabris]] ed [[Ippolito Caffi]]. Notevole anche il patrimonio di sculture ed intagli del museo, con opere di [[Andrea Brustolon]] (il ''Michelangelo del legno'' per [[Honoré de Balzac]]<ref>{{cita news|url=http://www.stilearte.it/andrea-brustolon-secondo-balzac-fu-il-michelangelo-del-legno/|titolo=Andrea Brustolon - Secondo Balzac fu il Michelangelo del legno|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>) e dell'allievo [[Val di Zoldo|zoldano]] [[Valentino Panciera Besarel]].
Un altro museo è la ''Rassegna Attrezzi e Oggetti del Passato'', che si trova nel quartiere di [[Cavarzano]]. Si tratta di una collezione privata di attrezzi legati alle attività [[artigianato|artigianali]] del seggiolaio, dello zoccolaio, del tornitore, del falegname e dello scalpellino<ref>{{cita news|url=http://www.venetolife.it/musei-belluno/rassegna-attrezzi-e-oggetti-del-passato|titolo=Rassegna Attrezzi e Oggetti del passato|accesso=22 luglio 2011}}</ref>.
*Il ''Museo Valentino Del Fabbro'', nel quartiere di [[Cavarzano]], è una collezione privata di attrezzi e oggetti legati alle attività [[artigianato|artigianali]] del seggiolaio, dello zoccolaio, del tornitore, del falegname e dello scalpellino<ref>{{cita news|url=http://www.infodolomiti.it/dolomiti-da-vedere/musei-e-collezioni/musei-etnografici/museo-valentino-del-fabbro-rassegna-attrezzi-e-oggetti-del-passato/6677-l1.html|titolo=Museo "Valentino Del Fabbro" - Rassegna attrezzi e oggetti del passato|accesso=27 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202041328/http://www.infodolomiti.it/dolomiti-da-vedere/musei-e-collezioni/musei-etnografici/museo-valentino-del-fabbro-rassegna-attrezzi-e-oggetti-del-passato/6677-l1.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
*Il ''Museo naturalistico del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi'', inaugurato nell'ottobre 2015.
Infine l'''Esposizione Naturalistica Permanente'' è un piccolo museo nella frazione di [[Tisoi]] che comprende circa 600 pezzi tra fossili, minerali ed insetti della zona<ref>{{cita news|url=http://www.venetolife.it/musei-belluno/esposizione-naturalistica-permanente|titolo=Esposizione Naturalistica permanente|accesso=22 luglio 2011}}</ref>.
*L'''Esposizione naturalistica permanente'' è un piccolo museo nella frazione di [[Tisoi]] che comprende circa 600 pezzi tra fossili, minerali ed insetti della zona<ref>{{cita news|url=http://www.venetolife.it/musei-belluno/esposizione-naturalistica-permanente|titolo=Esposizione naturalistica permanente|accesso=22 luglio 2011|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120612092053/http://www.venetolife.it/musei-belluno/esposizione-naturalistica-permanente/|urlmorto=sì}}</ref>.
*Il ''Museo interattivo delle migrazioni'' ospita diversi monumenti e opzioni interattive sulla migrazione in America e non solo.
 
=== Media ===
==== RadioStampa ====
Nella città di Belluno sono diffusi principalmente due [[quotidiano|quotidiani]] ed un [[settimanale]]:
Nella città sorgono tre [[Radio (mass media)|stazioni radio]]: ''[http://www.radiobelluno.it/ Radio Belluno]'', ''[[Radio Valbelluna]]'' e ''Radiopiave''.
 
*Il ''[[Corriere delle Alpi]]'' è un quotidiano che si occupa delle notizie della [[provincia di Belluno]] dal [[1994]].
''Radio Valbelluna'' è una emittente nata nel [[1979]], da tempo la [[radio (mass media)|radio]] principale del [[bellunese]] e dell'alto [[trevigiano]]<ref>{{cita news|url=http://www.storiaradiotv.it/RADIO%20VALBELLUNA.htm|titolo=Radio Valbelluna|accesso=22 luglio 2011}}</ref>. <br />
*''[[Il Gazzettino]]'' è uno storico quotidiano del [[Triveneto]] che comprende tra le sue edizioni locali quella di Belluno, in cui si trattano argomenti e notizie della provincia. La sua nascita avvenne nel [[1887]].
''Radiopiave'' è un'emittente [[Diocesi di Belluno-Feltre|diocesana]] nata nel [[1981]].
*''[[L'Amico del Popolo]]'' è il settimanale della [[diocesi di Belluno-Feltre]]: tratta di argomenti e notizie della provincia di Belluno. Viene interamente stampato a colori.
 
Il ''[[Corriere del Veneto]]'', inoltre, annovera un'edizione "Belluno-Treviso".
==== Stampa ====
 
Il ''[[Corriere delle Alpi]]'' è un [[quotidiano]] locale a pagamento che si occupa delle notizie della [[provincia di Belluno]] dal [[1994]].<br />
==== Radio ====
Il ''[[Il Gazzettino|Gazzettino]]'' è uno storico [[quotidiano]] a pagamento del [[Triveneto]], che comprende tra le sue edizioni locali quella di Belluno, che tratta di argomenti e notizie della [[provincia di Belluno|provincia]]. La sua nascita avvenne nel [[1887]]. <br />
Nella città sorgono tre [[Radio (mass media)|stazioni radio]]:
L'''Amico del Popolo'' è il [[settimanale]] della [[diocesi di Belluno-Feltre]]: tratta di argomenti e notizie della [[provincia di Belluno]]. Viene interamente stampato a colori. <br />
 
Inoltre, il [[Corriere del Veneto]], [[quotidiano]] a pagamento, annovera un'edizione "Belluno-Treviso".
* ''Radio Belluno'', nata nel [[1975]]<ref>{{cita news|url=http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/cronaca/2015/11/01/news/quarant-anni-fa-l-avventura-di-radio-belluno-1.12368707|titolo=Quarant’anni fa l'inizio dell’avventura di Radio Belluno|accesso=27 gennaio 2017}}</ref>, trasmette i suoi programmi in tutta la [[provincia di Belluno|provincia]].
* ''Radio Valbelluna'' è una emittente nata nel [[1979]], da tempo la [[radio (mass media)|radio]] principale del [[bellunese]] e dell'alto [[Provincia di Treviso|trevigiano]]<ref>{{cita news|url=http://www.storiaradiotv.it/RADIO%20VALBELLUNA.htm|titolo=Radio Valbelluna|accesso=22 luglio 2011|pubblicazione=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110828202656/http://www.storiaradiotv.it/RADIO%20VALBELLUNA.htm|urlmorto=sì}}</ref>.
* ''Radiopiave'' è un'emittente [[Diocesi di Belluno-Feltre|diocesana]] nata nel [[1976]].
* ''Radio ABM (Associazione Bellunesi nel Mondo<ref>[http://www.bellunesinelmondo.it/]</ref>)'', Web Radio<ref>[https://www.bellunesinelmondo.it]</ref> dell'omonima associazione che cura temi e altro riguardante la provincia di Belluno.
* Build a Bridge Radio<ref>[https://www.spreaker.com/user/babradio]</ref> è un progetto di Web Radio nato dall'idea di Leonardo Pianon (conduttore del programma THE STATION) e poi resa possibile dal gruppo omonimo di ragazzi pontalpini.
 
==== Televisione ====
''[[Telebelluno Dolomiti]]'' è un'emittente [[televisione|televisiva]] che si trova a Belluno ed opera in tutta la [[provincia di Belluno|provincia]], tra le prime in [[Italia]]<ref>{{cita news|url=http://www.telebelluno.it/?chi_siamo|titolo=Chi siamo - Telebelluno Dolomiti|accesso=3 agosto 2011}}</ref>. L'attuale televisione è sorta nel [[1989]] dalla fusione di ''Teledolomiti'' (nata nel [[1974]]) e ''Telebelluno'' (nata nel [[1981]]).
 
=== Teatro ===
 
Nel [[Teatro Comunale di Belluno]] si tengono le rassegne del ''Tib Teatro''<ref>[http://www.tibteatro.it/index.asp Tib Teatro]</ref> e del [[Teatro Stabile]] di [[Verona]]<ref>[http://www.teatrostabileverona.it/belluno-r13.html Teatro Stabile di Verona]</ref> in ambito teatrale, mentre le esibizioni liriche sono organizzate in collaborazione con ''Teatri SpA''<ref name="autogenerate2">{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/teatro_comunale.htm|titolo=Teatro comunale}}</ref> e quelle di danza in collaborazione con ''Arteven - Circuito Teatrale Regionale''<ref name="autogenerate2" />.
Nel [[Teatro comunale di Belluno]] si tengono le rassegne del ''Tib Teatro''<ref>{{Cita web |url=http://www.tibteatro.it/index.asp |titolo=Tib Teatro |accesso=3 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120401175048/http://www.tibteatro.it/index.asp |urlmorto=sì }}</ref> e del [[Teatro Stabile]] di [[Verona]]<ref>{{Cita web |url=http://www.teatrostabileverona.it/belluno-r13.html |titolo=Teatro Stabile di Verona |accesso=4 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304235944/http://www.teatrostabileverona.it/belluno-r13.html |urlmorto=sì }}</ref> in ambito teatrale, mentre le esibizioni liriche sono organizzate in collaborazione con ''Teatri SpA''<ref name="autogenerate2">{{cita news|url=http://www.webdolomiti.net/teatro_comunale.htm|titolo=Teatro comunale|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111024225007/http://webdolomiti.net/teatro_comunale.htm}}</ref> e quelle di danza in collaborazione con ''Arteven - Circuito Teatrale Regionale''<ref name="autogenerate2" />.
 
=== Musica ===
Riga 435 ⟶ 478:
A Belluno è presente una scuola comunale di musica convenzionata con il conservatorio di Vicenza, intitolata ad [[Antonio Miari]], musicista bellunese vissuto a cavallo tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]].
 
Altra importante associazione bellunese è l{{'}}''Orchestra da Camera di Belluno'', le cui esibizione si svolgono anche fuori dai confini [[veneto|regionali]].
 
Degno di nota è il ''Complesso Bandistico Città di Belluno''<ref>{{cita news|url=http://www.bandamusicale.it/bande/italia/veneto/belluno/belluno/belluno.php|titolo=Complesso Bandistico Città di Belluno|accesso=3 agosto 2011}}</ref>, gestita dall{{'}}''Associazione Bellunese Amici della Banda''. La prima esibizione della banda avvenne il 19 giugno [[1804]] e venne approvata dal governo austriaco della città nel [[1826]]. Tra i suoi premi è da ricordare quello vinto il 2 ottobre [[1921]] ad [[Udine]] in occasione del ''Concorso Bandistico del Triveneto''. Attualmente la banda tiene dei concerti o delle manifestazioni in luoghi pubblici a diretto contatto con il pubblico cittadino.
 
Infine si possono trovare nella città anche numerosi cori polifonici e popolari tra cui il Coro Minimo Bellunese, per molti anni diretto da [[Lamberto Pietropoli]], il coroCTG polifonicoCoro CTGPolifonico, direttofondato dalda maestrodon Sergio Manfroi e il coro [[Club Alpino Italiano|CAI]] che presenta il tipico repertorio di montagna del coro SAT. Nel 2004 Belluno ha ospitato il 4º [[Festival della coralità veneta]] e nel 2024 la 12ª edizione del medesimo festival.
 
=== Cucina ===
Riga 445 ⟶ 488:
Il prodotto più tipico del comune di Belluno tra quelli di [[carne]] di [[maiale]] o di [[Bos taurus|manzo]] è sicuramente il [[pastin]], inserito nella lista dei [[prodotti agroalimentari tradizionali italiani]]. Si tratta di una pietanza a base di carne tritata grossolanamente, servita insieme alla [[polenta]] o all'interno di un panino, tradizionalmente con il formaggio alla piastra<ref>{{cita news|url=http://www.regione.veneto.it/NR/rdonlyres/50547CD4-25BD-4B79-A906-B6C2B4C399E2/0/carni_3.pdf|titolo=Pastin (p. 71)|accesso=4 agosto 2011}}</ref>.
 
Altro prodotto tipico della provincia è il ''salame bellunese'', preparato con carni miste di [[Sus scrofa domesticus|suino]], [[bovinae|bovino]], [[ovino]], [[Capra hircus|caprino]] ed [[equino]], insieme ad una percentuale tra il 20% e il 25% di [[lardo]] di [[suino]]. Il prodotto viene già descritto in una pubblicazione del [[1880]] ed è abbinato al pane o alla [[polenta]]<ref>{{cita news|url=http://www.regione.veneto.it/NR/rdonlyres/50547CD4-25BD-4B79-A906-B6C2B4C399E2/0/carni_3.pdf|titolo=Salame bellunese (p. 104)|accesso=4 agosto 2011}}</ref>.
 
==== Formaggi ====
Riga 451 ⟶ 494:
 
==== Legumi ====
Il [[Fagiolo di Lamon della Vallata Bellunese|Fagiolo di Lamon]] è un legume caratteristico della [[Valbelluna]] a [[Denominazione di origine protetta]] e ad [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|indicazione geografica protetta]]. Anche se la sua semenza viene coltivata solo nei comuni di [[Lamon]] e di [[Sovramonte]], la sua produzione riguarda anche il comune di Belluno. Il fagiolo è caratterizzato da una buccia finissima e solubile attribuibile all'alto tenore di [[potassio]] tipico dei suoi terreni di produzione<ref>{{cita news|url=http://www.fagiolodilamon.it/index.php?mod=home|titolo=Fagiolo di Lamon|accesso=4 agosto 2011}}</ref>.
[[File:MadonnaAddolorata-Belluno.JPG|miniatura|Statua processionale dell'Addolorata o Madonna dei sette dolori, [[Chiesa di Santo Stefano (Belluno)|Chiesa di Santo Stefano]]]]
 
=== Eventi ===
A Belluno, durante l'anno, si svolgono principalmente tre eventi, due legati ad una [[festività religiosa]] ed il terzo vicino ai temi della montagna:
* ''Sagra de i Fiŝciòt'' ("dei fischietti") è senza dubbio la più caratteristica fiera della città: si svolge due domeniche prima di Pasqua. La consuetudine (nata nel 1716<ref>[http://comune.belluno.it/dinamici/comunicato.php?area=7&Codice=4193 Comune di Belluno - Comunicato Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>) relativa alla festa, nata come religiosa, prevede una lunga processione con la statua della [[Maria Addolorata|Madonna Addolorata]] che durante l'anno è custodita in una cappella laterale della chiesa di [[Santo Stefano]]. La festa prevede una fiera con numerosi stand gastronomici e di artigianato locale. Alla sera la città viene illuminata da una festa di fuochi pirotecnici.
 
* Fiera di [[Martino di Tours|San Martino]], patrono della città, si svolge a novembre e prevede, oltre alla già citata ex tempore internazionale di [[scultura]] su legno, un mercatino dell'[[antiquariato]] e di degustazione dei prodotti locali con le immancabili castagne accompagnate da vino novello (un motto bellunese legato a questa festa è infatti "San Martino castagne e vino").
*La ''Sagra de i Fiŝciòt'' ("dei fischietti") è la più caratteristica fiera della città: si svolge due domeniche prima di Pasqua. La consuetudine (nata nel 1716<ref>{{cita testo|url=http://comune.belluno.it/dinamici/comunicato.php?area=7&Codice=4193|titolo=Comune di Belluno - Comunicato Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060513075425/http://www.comune.belluno.it/dinamici/comunicato.php?area=7&Codice=4193 }}</ref>) relativa alla festa, nata come religiosa, prevede una lunga processione con la statua della [[Maria Addolorata|Madonna Addolorata]] che durante l'anno è custodita in una cappella laterale della chiesa di Santo Stefano. La festa prevede una fiera con numerosi stand gastronomici e di artigianato locale.
* Oltre le vette: metafore, uomini, luoghi della montagna, è una rassegna annuale che racchiude una serie di eventi sulla cultura della montagna<ref name="autogenerato">[http://www.oltrelevette.it/chi-siamo-0 Oltre le vette - chi siamo]</ref>. Della durata di due settimane, si svolge durante le prime due di ottobre<ref>[http://www.oltrelevette.it/calendario-eventi Oltre le vette - calendario eventi]</ref>, in varie sedi cittadine tra le quali il [[Teatro Comunale di Belluno|Teatro Comunale]], [[Palazzo Crepadona]] e l'&nbsp;''[[Palazzo dei vescovi-conti|Auditorium]]''<ref name="autogenerato" />.
*La ''Festa di'' ''[[Martino di Tours|San Martino]]'', patrono della città, si svolge a novembre e prevede, oltre alla già citata ex tempore internazionale di scultura su legno, un mercatino dell'antiquariato e di degustazione dei prodotti locali con le immancabili castagne accompagnate da vino novello.
*''Oltre le vette: metafore, uomini, luoghi della montagna'' è una rassegna annuale che racchiude una serie di eventi sulla cultura della montagna<ref name="autogenerato">{{cita testo|url=http://www.oltrelevette.it/chi-siamo-0|titolo=Oltre le vette - chi siamo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110830191444/http://www.oltrelevette.it/chi-siamo-0 }}</ref>. Della durata di due settimane, si svolge durante le prime due di ottobre<ref>{{Cita web |url=http://www.oltrelevette.it/calendario-eventi |titolo=Oltre le vette - calendario eventi |accesso=4 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110925190155/http://www.oltrelevette.it/calendario-eventi |urlmorto=sì }}</ref> in varie sedi cittadine tra le quali il Teatro Comunale, Palazzo Crepadona e l{{'}}''Auditorium''<ref name="autogenerato" />.
 
== [[Geografia antropica]] ==
{{C|ci sono nominativi che figurano sia come quartieri che come frazioni|Veneto|febbraio 2019}}
[[File:Belluno+Piave 01.JPG|thumb|upright=1.4|Belluno e il Piave]]
=== Quartieri ===
{{Colonne}}
* [[Baldenich]]
* Bersaglio
Riga 466 ⟶ 513:
* Borgo Piave
* Borgo Prà
*[[Cavarzano]]
* Col di Piana
* Chiesurazza
* [[Cavarzano]]
* Cusighe
* Lambioi
* L'Anta
Riga 474 ⟶ 521:
* La Rossa
* La Veneggia
{{Colonne spezza}}
* Mussoi
* [[NogarèNogaré (Belluno)|NogarèNogaré]]
* [[Quartier Cadore]]
* San Francesco
* [[San Gervasio]]
* San Lorenzo
* San Pellegrino
* Piave (o via Montegrappa)
* Via Feltre-Maraga
* Vezzano
{{Colonne fine}}
 
=== Frazioni ===
{{Colonne}}
*Anconetta
*Antole
*Bes
*[[Bolzano (Belluno)|Bolzano]]
*Caleipo
*[[Castion (Belluno)|Castion]]
*Castoi
*Cet
*[[Cirvoi]]
*Col di Salce
*Col di Roanza
*[[Cusighe]]
*Faverga
*Fiammoi
*Fisterre
*Giamosa
*Giazzoi
*Gioz
*Levego
* Mares
*Madeago
*Mier
*Nevegàl
*Orzes
{{Colonne spezza}}
*Pascoli
*[[Pedeserva]]
*Pra de Luni
*Rivamaor
*Safforze
*Sagrogna
*Sala
*Salce
*San Fermo
*San Pietro in Campo
*[[Sois]]
*Sargnano
*Sopracroda
*Sossai
*[[Tisoi]]
*Vezzano
*Vignole
*Visome
{{Colonne fine}}
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
{{vedi anche|Stradario di Belluno}}
 
'''Autostrade'''
'''[[Strada statale|Strade statali]]'''
 
Sebbene il territorio comunale non sia attraversato da nessuna [[autostrada]], esiste nel limitrofo comune di [[Ponte nelle Alpi]] un'uscita della [[Autostrada A27 (Italia)|A27]] denominata ''Belluno'', a circa 12&nbsp;km dal centro del capoluogo.
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da una sola strada statale, la [[strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle]]. Questa strada attraversa l'intero territorio comunale, dalla località di ''San Fermo'' al confine con il comune di [[Sedico]] fino al quartiere [[Safforze]] al confine con quello di [[Ponte nelle Alpi]]. La strada è la principale arteria cittadina.
 
'''[[Strada regionale|Strade regionali]]statali'''
 
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da una sola [[strada statale]], la [[strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle]]. Questa strada attraversa l'intero territorio comunale, dalla località di ''San Fermo'' al confine con il comune di [[Sedico]] fino al quartiere [[Safforze]] al confine con quello di [[Ponte nelle Alpi]]. La strada è la principale arteria cittadina.
[[File:Tracciato SR204.jpg|thumb|Il tracciato della SR 204]]
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da una sola strada regionale, la [[Strada statale 203 Agordina|strada regionale 204 Belluno-Mas]], ex ''strada statale 203 dir'' la cui gestione è stata devoluta il 1º agosto [[2006]] alla [[Regione Veneto]]. L'ingresso nel territorio comunale avviene al confine con il comune di [[Sedico]] in località ''Vignole'', e termina all'incrocio con la sopra citata ''SS 50'' nel centro di Belluno, all'altezza del ''Ponte degli Alpini''.
 
'''[[Strada provinciale|Strade provinciali]]regionali'''
 
[[File:Tracciato SR204.jpg|thumb|Il tracciato della SR 204]]
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da due strade provinciali:
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da una sola [[strada regionale]], la [[Strada statale 203 Agordina|strada regionale 204 Belluno-Mas]], ex ''strada statale 203 dir'' la cui gestione è stata devoluta il 1º agosto [[2006]] alla [[Regione del Veneto]]. L'ingresso nel territorio comunale avviene al confine con il comune di [[Sedico]] in località ''Vignole'', e termina all'incrocio con la sopra citata ''SS 50'' nel centro di Belluno, all'altezza del ''Ponte degli Alpini''.
 
'''Strade provinciali'''
 
Il territorio del comune di Belluno è attraversato da due [[strade provinciali]]:
* ''Strada Provinciale 1 della [[Sinistra Piave]]'': questa strada provinciale si sviluppa, come indica il nome, lungo la sponda sinistra del [[Piave]]. Entra nel territorio comunale all'altezza di [[Levego]] al confine con il comune di [[Ponte nelle Alpi]] fino al paese di [[Visome]] al confine con il comune di [[Limana]]. Attualmente sulla strada provinciale è in costruzione la ''galleria di Col Cavalier'', lunga 1800 metri che evita la periferia di Belluno sulla sinistra [[Piave]], che renderà il traffico più scorrevole; la sua apertura è prevista per il 2015.<ref>{{cita news|url = http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/2014/07/15/news/sovrappasso-e-tunnel-la-viabilita-cittadina-cambiera-in-un-anno-1.9597122|titolo = Sovrappasso e tunnel: la viabilità cittadina cambierà in un anno|pubblicazione = Corriere delle Alpi|data = 15 luglio 2014|autore = Alessia Forzin|accesso = 30 agosto 2014}}</ref>
 
* ''Strada Provinciale 311 deldella Nevegal[[Sinistra Piave]]'': questa strada provinciale nascesi nel quartiere Bersagliosviluppa, lateralecome dellaindica soprail citata ''SP 1''nome, elungo salela fino alsponda collesinistra del [[NevegalPiave]]. aEntra 1000nel metriterritorio comunale all'altezza di altitudine,[[Levego]] attraversandoal iconfine paesicon il comune di [[CastionPonte (Belluno)|Castionnelle Alpi]] efino al paese di [[CaleipoVisome]]. Daal quiconfine lacon stradail prosegue in direzionecomune di [[Ponte nelle AlpiLimana]]. edLungo escela dalstrada comuneprovinciale disi Bellunotrova pressoil latraforo localitàdi ''PusCol Cavalier'', lungo 1800 metri, inaugurato il 15 giugno [[2015]].
* ''Strada Provinciale 31 del Nevegal'': questa strada provinciale nasce nel quartiere Bersaglio, laterale del vecchio tracciato della ''SP 1'' prima dell'apertura del traforo di ''Col Cavalier'', e sale fino al colle del [[Nevegal]] a 1000 metri di altitudine, attraversando i paesi di [[Castion (Belluno)|Castion]] e [[Caleipo]]. Da qui la strada prosegue in direzione di [[Ponte nelle Alpi]] ed esce dal comune di Belluno presso la località ''Pus''.
 
=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Belluno}}
[[File:Stazione Belluno01.JPG|thumb|upright=1.3|La [[stazione di Belluno]]]]
 
Belluno è dotata di una [[stazione ferroviaria]], da cui hanno origine le linee ferroviarie per [[Ferrovia Belluno-Feltre-Treviso|Treviso Centrale]] e per [[Ferrovia Belluno-Calalzo|Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina]]. <br />
'''[[Linea ferroviaria|Linee ferroviarie]] regionali extra-urbane'''
Al [[2018]] sono garantiti collegamenti diretti giornalieri da e verso [[Stazione di Padova|Padova]], [[Stazione di Treviso|Treviso]], [[Stazione di Conegliano|Conegliano]], [[Stazione di Venezia Santa Lucia|Venezia]] e [[Stazione di Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina|Calalzo di Cadore]].
 
[[File:Stazione Belluno01.JPG|thumb|La [[stazione di Belluno]].]]
Il territorio di Belluno è attraversato da una sola linea ferroviaria, la ''[[Ferrovia Padova-Calalzo|Padova-Calalzo]]'': costruita in un primo tratto fino a [[stazione di Feltre|Feltre]] nel [[1884]], arrivò a Belluno nel [[1886]]. Proprio la [[stazione di Belluno]] rimase capolinea per 27 anni, fino a quando non fu allungata fino a [[Stazione di Calalzo-Pieve di Cadore-Cortina|Calalzo di Cadore]]. Lunga complessivamente 140 chilometri, attraversa il comune di Belluno servendolo con l'omonima stazione. Garantisce i collegamenti con le città di [[Feltre]], [[Montebelluna]], [[Castelfranco Veneto]] e [[Padova]].<br />
Grazie alla linea ferroviaria ''[[Ferrovia Ponte nelle Alpi-Conegliano|Ponte nelle Alpi-Conegliano]]'' sono raggiungibili con un collegamento diretto anche le città di [[Vittorio Veneto]] e [[Conegliano]]. La stazione ha 7 binari: 3 continui e 4 binari morti. La stazione dispone anche di un deposito ferroviario.
 
=== Aeroporti ===
L'[[Aeroporto di Belluno]] è situato lungo la [[Strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle|Strada Statale 50]] presso la località ''La Rossa''.
{{Vedi anche|Aeroporto di Belluno}}
La sua fondazione avvenne nel [[1963]] e sul finire degli [[anni 1960|anni sessanta]] l'aeroporto venne collegato con piccoli voli locali a quelli di [[Aeroporto di Milano-Linate|Milano]] e [[Aeroporto di Cortina|Cortina d'Ampezzo]]. L'attuale pista in erba, lunga solamente 812 metri, non permette voli civili, quindi l'aeroporto è adibito esclusivamente a voli turistici o esibizioni sportive.
 
È inoltre sede dell'Aeroclub Belluno, che svolge attività di [[paracadutismo]] e organizza scuole per ottenere [[licenza di pilota privato|licenze da pilota]].
L'[[Aeroporto di Belluno]] è un aeroporto lungo la [[Strada statale 50 del Grappa e del Passo Rolle|Strada Statale 50]] presso la località [[La Rossa]]. <br />
La sua fondazione avvenne nel [[1963]] e sul finire degli [[anni 1960|anni sessanta]] l'aeroporto venne collegato con piccoli voli locali a quelli di [[Aeroporto di Linate|Milano]] e [[Aeroporto di Cortina|Cortina d'Ampezzo]]. L'attuale pista in erba lunga solamente 812 metri non permette voli civili, e quindi l'aeroporto è adibito esclusivamente per voli turistici o esibizioni sportive. <br />
Infine è sede dell'Aeroclub Belluno, che svolge attività di [[paracadutismo]] e organizza scuole per ottenere [[licenza di pilota privato|licenze da pilota]].
 
=== Mobilità urbana ===
La mobilità all'interno del comune di Belluno è garantita dalla [[DolomitiBus]], azienda di trasporti della [[provincia di Belluno]] con sede a Belluno.<br />
{{Vedi anche|Dolomitibus}}
La Dolomitibus garantisce per Belluno sia un trasporto extra-urbano provinciale e interprovinciale che uno urbano. Da Belluno sono raggiungibili tutte le località della provincia, mentre fuori provincia sono garantiti i collegamenti con [[Bolzano]], [[Trento]], [[Vittorio Veneto]], [[Conegliano]], [[Treviso]], [[Mestre]], [[Venezia]] e, durante l'estate, le principali località di mare [[Veneto|venete]].
La mobilità all'interno del comune di Belluno è garantita dalla [[Dolomitibus]], azienda di trasporti della [[provincia di Belluno]] con sede a Belluno. <br />
Il servizio urbano conta otto linee feriali e un servizio a chiamata, anch'esso feriale.
La Dolomitibus garantisce per Belluno sia un trasporto extra-urbano provinciale e interprovinciale che uno urbano. Da Belluno sono raggiungibili tutte le località della provincia, mentre fuori provincia sono garantiti i collegamenti con [[Bolzano]], [[Trento]], [[Vittorio Veneto]], [[Conegliano]], [[Treviso]], [[Mestre]], [[Venezia]] e, durante l'estate, le principali località di mare [[Veneto|venete]].
Il servizio urbano è invece formato da otto linee che eseguono un servizio solamente feriale. Un ulteriore servizio viene attivato tra il 23 dicembre [[2013]] e il 6 gennaio [[2014]] con la creazione della ''Linea N'' che collega la [[stazione di Belluno]] con il colle del [[Nevegal]].
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Podestà di Belluno|Sindaci di Belluno}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|ItaliaITA|Cervia|}}
* {{Gemellaggio|ItaliaITA|Pesaro-Urbino|}}
* {{Gemellaggio|Stati UnitiUSA|Bend|}}
 
== Sport ==
[[File:Belunga Belluno 1986-87.webp|thumb|left|La squadra di pallavolo maschile del Belluno nella stagione 1986-87]]
[[File:De Toffol tedoforo.jpg|thumb| Aldo De Toffol]]
[[File:De Toffol tedoforo.jpg|thumb|Aldo De Toffol]]
L'[[Associazione Calcio Belluno 1905]] porta i colori giallo e blu.
Le rappresentative sportive di Belluno portano generalmente i colori giallo e blu, mutuati dallo stemma cittadino.
 
Il {{Calcio Belluno|N}} è la storica squadra di [[calcio (sport)|calcio]] cittadina. Fondato nel 1905, vanta 9 partecipazioni alla [[Serie C]]. Nel 2021 si fonde con [[Union Feltre Società Sportiva Dilettantistica|Union Feltre]] e Union San Giorgio Sedico per dare vita alla {{Calcio Dolomiti Bellunesi|NB}}, che si prefigge di essere l'unica società calcistica espressione del territorio provinciale<ref>{{cita testo|url=https://www.ildolomiti.it/sport/2021/al-via-la-stagione-del-dolomiti-bellunesi-calcio-vacciniamoci-contro-covid-per-la-ripresa-in-sicurezza-dello-sport-il-messaggio-della-societa-nata-dalla-fusione-tra-belluno-san-giorgio-sedico-e-feltre|titolo=Al via la stagione del Dolomiti Bellunesi calcio: ''Vacciniamoci contro Covid per la ripresa in sicurezza dello sport'', il messaggio della società nata dalla fusione tra Belluno, San Giorgio Sedico e Feltre}}</ref>. Questa nuova compagine nella stagione [[Serie C 2025-2026|2025-2026]] milita in [[Serie C]].
La [[Pallavolo Belluno]], formazione di [[volley]] maschile, disputò più volte il campionato di [[Serie A italiana di pallavolo maschile|Serie A1]] nel corso degli [[Anni 1980|anni ottanta]]. Nel [[2011]] è stato ufficializzato lo spostamento da [[Treviso]] a Belluno della [[Sisley Volley]]. Per quanto riguarda la squadra di pallacanestro, Belluno non è andata più in là del campionato di promozione veneta.
 
La [[Pallavolo Belluno]], formazione di [[pallavolo]] maschile, disputò più volte il campionato di [[Serie A (pallavolo maschile)|Serie A1]] nel corso degli [[Anni 1980|anni ottanta]]. Nel [[2011]] è stato ufficializzato lo spostamento da [[Treviso]] a Belluno della [[Sisley Volley]], durato però solamente lo spazio di una [[Serie A1 2011-2012 (pallavolo maschile)|stagione]].
 
Per quanto riguarda la squadra di [[pallacanestro]], Belluno non è andata più in là del campionato di Promozione veneta.
 
A Belluno esiste inoltre una squadra di [[broomball]], laureatasi campione d'Europa nel 2019<ref>{{cita news|url=https://www.amicodelpopolo.it/2019/11/03/broomball-club-belluno-campione-fra-le-squadre-europee/|titolo=Broomball Club Belluno campione fra le squadre europee|data=3 novembre 2019|pubblicazione=L'Amico del Popolo|accesso=3 giugno 2021}}</ref>.
 
Altro sport molto praticato a Belluno è l'[[atletica leggera]], numerose le società affiliate alla [[Federazione Italiana di Atletica Leggera|FIDAL]], Federazione Italiana di Atletica Leggera, tra queste primeggiano l'Athletic Club Firex Belluno e il Belluno Atletica.
 
=== Impianti sportivi ===
[[File:Nevegal01.JPG|miniatura|Le piste sciistiche cittadine sul colle del [[Nevegal]]]]
Nel territorio del comune di Belluno sono presenti 8 impianti [[sport]]ivi adatti per le competizioni [[calcio|calcistiche]], tra i quali si segnala lo [[Stadio Polisportivo]], con una capacità di 2585 persone, presso il quale gioca le sue partite casalinghe l'[[Associazione Calcio Belluno 1905|A.C. Belluno 1905]]. Il Polisportivo è inoltre fornito di una pista a sei corsie e di tutte le altre strutture necessarie allo svolgimento delle gare d'atletica.
Nel territorio del comune di Belluno sono presenti 8 impianti [[sport]]ivi adatti per le competizioni [[calcio (sport)|calcistiche]], tra i quali si segnala lo [[Stadio polisportivo di Belluno]], capace di 1747 persone. Il "polisportivo" è inoltre fornito di una pista a sei corsie e di tutte le altre strutture necessarie allo svolgimento delle gare d'atletica.
 
La [[Spes Arena]], in località Lambioi, è un palazzetto dello sport costruito in occasione delle [[XII Universiade invernale|Universiadi invernali del 1985]] con una capacità massima di 2600 spettatori. In origine destinato agli [[sport invernali|sport su ghiaccio]], è stato ristrutturato nel [[1988]] e riconvertito poi nei primi anni [[2000]]. È sede casalinga per la squadra di [[calcio a 5]] della [[Dolomitica Futsal]] (già Canottieri Belluno) e per le giovanili della [[Pallavolo Belluno]]: nella stagione [[Serie A1 italiana di2011-2012 (pallavolo maschile 2011-2012)|2011-2012]] ha ospitato le gare interne della [[Sisley Volley|Sisley Belluno]] trasferitasi da [[Treviso]] per il suo ultimo anno di attività.
 
Tra gli altri impianti sportivi ci sono un circolo tennis immerso nel verde in località Fisterre, con quattro campi coperti e due all'aperto, a Lambioi una piscina con tre vasche (nuoto, tuffi e baby), due campi da rugby (in località Safforze) sede dell'[[A.S.D. Rugby Belluno]], un palazzetto dello sport e, sull'alpe del [[Nevegal]], un comprensorio [[sport invernali|sciistico]] con piste da [[sci alpino]] e [[sci nordico]]. Le piste disponibili del circuito sciistico coprono una lunghezza di 40 chilometri: dalla cosiddetta ''Coca'' (e la pista illuminata ''Coca Bassa'') alla difficile Erte, dalla ampia Lieta alla ripida Grava fino alla partenza con la seggiovia di Col Canil, la Toront, la Busa de Camp al lungo rientro sul piazzale del Nevegal, passando per le tre Faverghere.
Per lo sci da fondo sono disponibili piste per 10 chilometri.
Non mancano 3 itinerari dedicati alla pratica dello sci alpinismo.
 
=== Giro d'Italia ===
=== Personalità sportive legate a Belluno ===
Per cinque volte Belluno è stata sede di arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]], la prima nel [[1938]], l'ultima nel [[1966]]. A queste vanno aggiunte tre tappe con arrivo al [[Nevegal]]. Il 24 maggio [[2011]] la [[cronoscalata]] Belluno-Nevegal, 16ª tappa del [[Giro d'Italia 2011|Giro d'Italia]], si è svolta interamente nel territorio comunale<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2011/05/24/news/cronoscalata_giro-16693264/?ref=HRESS-1|autore=Luigi Panella|titolo=C'è solo Contador, sua anche la cronoscalata|accesso=25 maggio 2011}}</ref>.
Gli alpinisti [[Roberto Sorgato]] ed [[Aldo De Toffol]] sono nati e cresciuti nella città capoluogo.
[[Oscar De Pellegrin]], Campione [[Giochi paralimpici|Paralimpico]] nel [[tiro con l'arco]], è nato a Belluno e risiede nel quartiere bellunese di [[Sopracroda]].
 
=== [[Giro d'Italia]] ===
Per cinque volte Belluno è stata sede di arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]], la prima nel [[1938]], l'ultima nel [[1966]]. A queste vanno aggiunte tre tappe con arrivo al [[Nevegal]]. Il 24 maggio [[2011]] la [[cronoscalata]] Belluno-Nevegal, 16ª tappa del [[Giro d'Italia 2011|Giro d'Italia]], si è svolta interamente nel territorio comunale<ref>{{cita web
|url=http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2011/05/24/news/cronoscalata_giro-16693264/?ref=HRESS-1
|autore=Luigi Panella|titolo=C'è solo Contador, sua anche la cronoscalata
|accesso=25.05.2011}}</ref>.
 
Tappe del Giro d'Italia con arrivo a Belluno
* [[Giro d'Italia 1938|1938]] 14ª tappa [[Trieste]]-Belluno, vinta da [[Olimpio Bizzi]].
* [[Giro d'Italia 1960|1960]] 18ª tappa [[Trieste]]-Belluno, vinta da [[Seamus Elliott]].
* [[Giro d'Italia 1962|1962]] 13ª tappa [[Lignano Sabbiadoro]]-Belluno, vinta da [[Guido Carlesi]].
* [[Giro d'Italia 1963|1963]] 18ª tappa [[Gorizia]]-Belluno, vinta da [[Arnaldo Pambianco]].
* [[Giro d'Italia 1966|1966]] 20ª tappa [[Moena]]-Belluno, vinta da [[Felice Gimondi]].
 
== Galleria fotograficad'immagini ==
<gallery>
File:Belluno palazzo rettori prefettura.jpg|Palazzo dei Rettori e Palazzo dei Vescovi-Conti con le rispettive torri.
Immagine:Costumi tipici bellunesi.jpg|Costumi tipici bellunesi della metà dell'Ottocento con i "Spiloi e i tremoi" ad ornare il capo della ragazza.
File:Fontana di Sant'Elena Belluno.jpg|Fontana della Motta.
Immagine:Campanile Juvarra.jpg|Scorcio notturno sul campanile del duomo.
File:Belluno, Serpentinenweg. (BildID 15667463).jpg|Foto storica, si notano ancora le rovine della cinta muraria.
Immagine:Bellunodisera.jpg|Belluno di sera, presso Piazza dei Martiri.
File:DBBellunoP2.jpg|Il Torrente Ardo scorre lungo il versante orientale della città.
File:Belluno+Piave 01.JPG|Il fiume Piave con la sua stretta ansa cinge i lati meridionale ed occidentale di Belluno.
File:Straßenbau in Belluno. (BildID 15417634).jpg|Foto storica della città
</gallery>
 
Riga 578 ⟶ 681:
* Clemente Miari, ''Cronaca Bellunese (1383-1412)'', Belluno, 1412;
* Giuseppe Alvisi, ''Belluno e sua provincia'', Milano, 1858-1862;
* Gigetto De Bortoli, Andrea Moro, Flavio VizzutiVizzutti, ''Belluno: storia, architettura, arte'', Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, 1984;
* Giovanni Larese, ''Belluno tra Ottocento e Novecento'', Canova Edizioni, [[Treviso]], 2007;
* Giuseppe Gullino, ''Storia di Belluno dalla preistoria all'età contemporanea'', Cierre edizioni, [[Verona]], 2009.
* ''Belluno. Storia di una provincia dolomitica'',a cura di Paolo Conte, 3 volumi, Provincia di Belluno editore, Belluno, 2013.
* Gigetto De Bortoli, Jacopo De Pasquale, Andrea Moro, Giorgio Reolon, Flavio Vizzutti, ''Belluno città splendente: storia, architettura, arte'', Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali, Belluno, 2022.
 
== Voci correlate ==
Riga 587 ⟶ 692:
|valign=top|
'''Luoghi d'interesse''':
* [[Fontane di NogarèNogaré]]
* [[Nevegal]]
* [[Stazione di Belluno]]
Riga 602 ⟶ 707:
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Belluno|wikt}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* [http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/Emas/ Certificazione EMAS per Belluno]
* {{cita web |url=http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/Emas/ |titolo=Certificazione EMAS per Belluno |accesso=30 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090517020910/http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/Emas/ |urlmorto=sì }}
* [http://www.comune.belluno.it Sito del Comune di Belluno]
* [{{cita web|url=http://adorable.belluno.it |titolo=Adorable Belluno: sito turistico ufficiale di Belluno]}}
* {{cita web |url=http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/index.html |titolo=Sito sulla preservazione ambientale a Belluno |accesso=30 maggio 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090517043714/http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/index.html |urlmorto=sì }}
* [http://www.provincia.belluno.it/nqcontent.cfm?a_id=1&tt=belluno Sito della Provincia]
* {{cita web |url=http://biblioteca.comune.belluno.it/listafoto.php |titolo=Archivio fotografico della Biblioteca Civica Crepadona |accesso=25 settembre 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080705214158/http://biblioteca.comune.belluno.it/listafoto.php |urlmorto=sì }}
* {{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Veneto/Provincia_di_Belluno/Localit%c3%a0/Belluno/}}
* {{cita web|url=http://archivio.comune.belluno.it/dinamici/immagini.php?area=4|titolo=Archivio Storico di Belluno online, documenti scannerizzati|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090201135035/http://archivio.comune.belluno.it/dinamici/immagini.php?area=4}}
* [http://ambiente.comune.belluno.it/opencms/opencms/ambiente/index.html Sito sulla preservazione ambientale a Belluno]
* {{cita web|url=http://www.magicoveneto.it/Belluno/Belluno.htm|titolo=Belluno sul portale dello sportivo culturale Magico Veneto}}
* [http://biblioteca.comune.belluno.it/listafoto.php Archivio fotografico della Biblioteca Civica Crepadona]
* [http://archivio.comune.belluno.it/dinamici/immagini.php?area=4 Archivio Storico di Belluno online, documenti scannerizzati]
* [http://www.bellunolanotte.com BellunoLaNotte: eventi, locali, feste, foto della notte bellunese]
* [http://www.webdolomiti.net Belluno: eventi, storia, arte, cultura, ambiente e turismo nelle Dolomiti]
* [http://www.magicoveneto.it/Belluno/Belluno.htm Belluno sul portale dello sportivo culturale Magico Veneto]
* [http://www.comune.belluno.it/opencms/cmsinternaente.act?dir=/opencms/opencms/CMBP/Belluno/Vivere/Cenni_Storici/ Breve storia di Belluno]
* [http://www.caibelluno.it/ Cai Belluno]
* [http://www.oltrelevette.it/ Oltre le Vette (Manifestazione culturale dedicata all'alpinismo)]
 
{{ProvinciaComuni della provincia di Belluno}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Comuni del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi}}
{{Città alpine dell'anno}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Veneto}}
{{Link V|vec}}
 
[[Categoria:Belluno| ]]
 
{{Link AdQ|vec}}