Aulo Persio Flacco: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Persio (disambigua)|Persio}}
{{F|poeti latini|novembre 2012}}
{{Avvisounicode}}
[[File:Aulus Persius Flaccus.jpeg|thumb|Aulo Persio Flacco]]
{{Bio
|Nome = Aulo
|Cognome = Persio Flacco
|PostCognomeVirgola =
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Volterra
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|GiornoMeseMorte = 24 novembre
|AnnoMorte = 62
|Attività = poeta
|Epoca = 0
|Attività2Attività = poeta
|AttivitàAltre = [[satira latina|satirico]]
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = di [[Impero romano|età imperiale]] aderente allo [[stoicismo]]
|Immagine = Aulus Persius Flaccus.jpeg
|Didascalia = Persio in un'incisione ottocentesca
}}
{{Citazione|Tu ti attieni alle parole comuni, furbo nel far cozzare le parole, arrotondando con bella maniera la bocca a segare gli appannati costumi, e saggio a inchiodare la colpa con lazzo ingegnoso|Saturae, V, 14-16|Verba togae sequeris iunctura callidus acri,<br />ore teres modico, pallentis radere mores<br />doctus et ingenuo culpam defigere ludo|lingua=la}}
 
== Biografia ==
Il poeta nasce a Volterra, in [[Etruria]], nel 34 d.C. da una famiglia piuttosto agiata, non di nobili origini, appartenente all'ordine equestre e probabilmente di origine etrusca, come attesterebbe la forma ''Aules'' del suo ''praenomen'' tramandata da una biografia premessa ai suoi codici.<ref>E. Paratore, ''La letteratura latina dell'età imperiale'', Milano, Sansoni Accademia, 1969, pp. 72-73.</ref>
{{Vedi anche|Storia della letteratura latina (14 - 68)}}
 
Il poeta nasce a Volterra, [[Etruria]], intorno al 34 d.C., da una famiglia piuttosto agiata, non di nobili origini, appartenente all'ordine equestre. All'età di dodici12 anni si trasferisce a [[Roma]] per seguire le lezioni di celebri maestri tra cui principalmente [[Quinto Remmio Palemone]]. Dopoe solidopo quattro4 anni divienedivenne allievo del filosofo stoico [[Lucio Anneo Cornuto]] a cui si deve non solo l'impronta stoica nelladella futura formazione di Persio, ma anche l'occasione di conoscere intellettuali come [[Marco Anneo Lucano|Lucano]], [[Seneca]], [[Trasea Peto]], e [[Cesio Basso]], i quali influiscono notevolmente sulla sua persona sotto ogni aspetto culturale<ref>E. Paratore, ''La letteratura latina dell'età imperiale'', Milano, Sansoni Accademia, 1969, pp. 73-74.</ref>. Dal carattere piuttosto sensibile e riservato, sempre secondo la biografia, con una buona dose di forte rigore morale, si dedica completamente ai suoi studi supportato dalla madre, dalla sorella e da una zia paterna, nella sua biblioteca contenente più di settecento volumi.
 
Nel 62 d.C. muore presso una sua villa allaa Spezia[[Roma]], secondo alcuni in seguito a una grave malattia che colpisce lo stomaco, all'età di ventotto anni. In realtà, la notizia suona per alcuni come un autoschediasma derivato dalle ''Satire'': la circostanza della sua morte potrebbe essere semplicemente un'espressione metaforica per indicare che il poeta aborriva il vizio<ref>''Vita Persii'', 3.</ref>. La sua opera viene in seguito revisionata da Cesio Basso e Lucio Anneo Cornuto prima di essere pubblicata; molte parti, ritenute pericoloseda aCornuto causapoco dellimate, caratterefurono fortementeeliminate, polemicocosì versocome lail politicamaestro neroniana,ritenne sonopoco stateopportuno dipubblicare conseguenzail eliminateresto della produzione del giovane poeta.
 
== Opere ==
=== Opere minori ===
Del suo ampio ''corpus'' poco ci è giunto: scrisse sei satire su vari argomenti tra cui la vera religione, il ''[[Nosce te ipsum!|conosci te stesso]]'', ripresa dal [[Lingua greca|greco]] ''Γνῶϑι σεαυτόν'', l'[[avarizia]], la libertà del sapiente, la funzione della poesia, la presunzione dei potenti.
Del suo ''corpus'', come detto, ci è giunto solo quanto Cornuto ritenne meritevole di pubblicazione: in effetti, la ''Vita Persii'' cita alcuni versi in onore di [[Arria|Arria maggiore]], suocera dell'amico Trasea Peto e citata spesso come esempio di dedizione coniugale e stoicismo;<ref>Cfr. [[Plinio il Giovane]], III 16.</ref> un ''Hodoeporicon'', composizione di viaggio che sembrerebbe un primo tentativo del poeta di comporre poesia sulle orme di Lucilio e Orazio<ref>E. Paratore, ''La letteratura latina dell'età imperiale'', Milano, Sansoni Accademia, 1969, p. 74.</ref> e una ''[[praetexta]]'' dal dubbio titolo ''Vescio''.
*I "coliambi" (14 vv) hanno un vero e proprio valore programmatico: l’autore vi sostiene che il suo intento è quello di educare moralmente i suoi lettori, polemizza aspramente contro le mode letterarie del tempo, volte esclusivamente a scopo di piacere e intrattenimento, e rivendica orgogliosamente l’originalità della sua poesia e della sua ispirazione.
*Nella ''prima satira'' ripudia la consuetudine delle ''declamationes'' (esecuzioni pubbliche in cui si faceva sfoggio della propria conoscenza letteraria fine a se stessa).
*Nella ''seconda satira'' attacca le incoerenze dei religiosi che ripongono tutto nei loro Dei senza tentare essi stessi di liberarsi del male che li attanaglia.
*Nella ''terza satira'' propone la necessità di studi rigidi e severi perché possano essere formativi.
*Nella ''quarta satira'' sottolinea l'importanza di conoscersi secondo i principi stoici, e la futilità degli affari pubblici.
*Nella ''quinta satira'' riprende i precetti stoici e dà suggerimenti sul come liberarsi delle passioni. Questo è uno dei tratti caratteristici di Persio, che nelle sue satire racchiude anche una funzione pedagogica. Essa si configura come un elogio al maestro [[Lucio Anneo Cornuto|Anneo Cornuto]].
*Nella ''sesta satira'' afferma che la vera ''libertas'' non è un dato esteriore, proprio di un particolare ceto sociale o politico, bensì essa dipende dall'anima. Affermazione che richiama la frase di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]]: {{Citazione|La libertà è affrancamento dalle passioni|[[Seneca]]}}
La satira di Persio si pone dunque come fustigazione del malcostume della società del suo tempo. Auspica un ritorno in sé e manifesta l'importanza di conoscere se stessi, prima di intraprendere qualsiasi cosa e in particolare di criticare gli altri, cosa che i romani di allora sapevano fare fin troppo bene.
 
=== Lingua e stileSatire ===
[[File:Vignet van drukkerij Jodocus Badius Auli flacciper (titel op object) Titelpagina voor Aules Persius Flaccus en Lucio Giovanni Scoppa, Satyrae, 1523, RP-P-1992-11.jpg|thumb|''Satyrae'', Parigi, Jodocus Badius, 1523.]]
*La lingua di Persio si definisce ''ordinaria'' e ''scabra''. Ordinaria perché non ricerca stupefazioni stilistiche, scabra perché la ''iunctura acris'' produce una sonorità quasi fastidiosa. Questi aspetti verranno poi ripresi nel Novecento dal poeta [[Eugenio Montale]]:{{Citazione|tremuli scricchi / di cicale dai calvi picchi|[[Eugenio Montale]], ''Meriggiare pallido e assorto'', ''[[Ossi di seppia]]'', [[1925]]}}
*IA "coliambi"noi (14sono vv)giunte hannosolo le sei ''Saturae'', per un verototale edi proprio650 esametri, precedute da 14 [[coliambi]] con un valore programmatico: l’autorel'autore vi sostiene che il suo intento è quello di educare moralmente i suoi lettori, polemizza aspramente contro le mode letterarie del tempo, volte esclusivamente a scopo di piacere e intrattenimento, e rivendica orgogliosamente l’originalitàl'originalità della sua poesia e della sua ispirazione.
*Il suo stile è spesso volutamente sentenzioso e oscuro pur usando parole del ''sermo humilis'' grazie alla ''iunctura acris'', cioè l'accostamento insolito di termini per suscitare l'attenzione nel lettore. Tuttavia il suo stile non appare affatto sciatto.
* Persio adotta nella sua satira una voce misurata ma ben definita. Queste caratteristiche rendono i testi stilisticamente originali.
*Il suo è un realismo esasperato che mette in luce solo gli aspetti peggiori della società in cui vive, tende per certi versi al surrealismo. I suoi accostamenti oscuri, le sue metafore complesse, i suoi passaggi dal generale al particolare, lo hanno reso uno degli autori più difficili della latinità. Lo hanno inoltre anche accostato a uno stile "barocco".
 
Nella ''prima satira'', Persio ripudia la consuetudine delle ''recitationes'' (esecuzioni pubbliche in cui si faceva sfoggio della propria conoscenza letteraria fine a se stessa), mentre nella ''seconda satira'' attacca le incoerenze dei religiosi che ripongono tutto nei loro dèi senza tentare essi stessi di liberarsi del male che li attanaglia. Nella ''terza satira'', che chiude, di fatto, l'introduzione programmatica, una specie di trittico, proposta dal poeta dopo i coliambi, propone la necessità di studi rigidi e severi perché possano essere formativi.<br>
=== La triade chirurgica ===
A queste tre satire fanno seguito altre tre, che sembrano costituire la ''pars costruens'' del mondo poetico e concettuale di Persio. Nella ''quarta satira'', infatti, il poeta sottolinea l'importanza di conoscersi secondo i principi stoici e la futilità degli affari pubblici, riprendendo il tema nella ''quinta satira'', in cui dà suggerimenti sul come liberarsi delle passioni. Questo è, appunto, uno dei tratti caratteristici di Persio, che nelle sue satire racchiude anche una funzione pedagogica, ponendosi come un elogio al maestro [[Lucio Anneo Cornuto|Anneo Cornuto]]. Infine, nella ''sesta satira'', Persio afferma che la vera ''libertas'' non è un dato esteriore, proprio di un particolare ceto sociale o politico, bensì essa dipende dall'anima: affermazione, questa, che richiama la frase di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]]: {{Citazione|La libertà è affrancamento dalle passioni.|[[Seneca]]}}
Persio per definire il suo stile si serve di una metafora chirurgica. A suo parere il poeta con la poesia deve ''radere'', ''defigere'', ''revellere'', vale a dire "raschiare via e incidere per asportare". In parole povere il suo scopo è quello di correggere, usando come arma la satira ('ingenuo ludo'), i suddetti "mores pallentes", ossia i costumi pallidi, che lui interpreta come malati e quindi corrotti.
 
== Il mondo poetico e concettuale di Persio ==
== Argomento morale ==
Persio stesso, per definire il suo stile, si serve di una metafora chirurgica.: Aa suo parere, infatti, il poeta con la poesia deve ''radere'', ''defigere'', ''revellere'', vale a dire "raschiare via e incidere per asportare". In parole povere il suo scopo è quello di correggere, usando come arma la satira ('ingenuo ludo'), i suddetti "mores pallentes", ossia i costumi pallidi, che lui interpretavisti come malati e quindi corrotti.
Il suo intento morale è la critica dei costumi corrotti della società del suo tempo, infatti tramite la [[satira latina|satira]] ci presenta individui deformati nel corpo e nell'anima.
 
*LaA linguaquesto difine corrisponde una lingua Persioche si definisce ''ordinaria'' e ''scabra''. Ordinaria perché non ricerca stupefazioni stilistiche, scabra perché la ''iunctura acris'' produce una sonorità quasi fastidiosa. Questi aspetti verranno poi ripresi nel Novecento dal poeta [[Eugenio Montale]]:{{Citazione|tremuli scricchi / di cicale dai calvi picchi|[[Eugenio Montale]], ''Meriggiare pallido e assorto'', ''[[Ossi di seppia]]'', [[1925]]}}
== Pubblico ==
*Il suo stile è spesso volutamente sentenzioso e oscuro, pur usando parole del ''sermo humilis'', proprio grazie alla ''iunctura acris'', cioè l'accostamento insolito di termini per suscitare l'attenzione nel lettore, adottando, peraltro, una voce misurata ma ben definita, con un realismo esasperato che mette in luce solo gli aspetti peggiori della società in cui vive, tende per certi versi al surrealismo. I suoi accostamenti oscuri, le sue metafore complesse, i suoi passaggi dal generale al particolare, lo hanno reso uno degli autori più difficili della latinità.<ref>E. LoParatore, hanno''La inoltreletteratura anchelatina accostatodell'età aimperiale'', unoMilano, stileSansoni Accademia, 1969, pp. "barocco"76-77.</ref>
Diversamente da [[Gaio Lucilio|Lucilio]] che postulava un pubblico totale, il pubblico di Persio, come quello di Orazio, è selezionato, in quanto l'autore presuppone una cultura medio-alta. Si scorge anche una sorta di fastidio per il volgo e la persona comune. Si rivolge a un ceto che l'imperialismo ha messo in ombra e che cerca riscatto nello stoicismo.
 
DiversamenteIn effetti, la difficoltà di Persio deriva anche dalla destinazione della sua opera. Infatti, diversamente da [[Gaio Lucilio|Lucilio]], che postulava un pubblico, per così dire, "totale", il pubblico di Persio, come quello di [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]], è selezionato, in quanto l'autore presuppone una cultura medio-alta., Sicome scorgeevidente anche da una sorta di fastidio per il volgo e la persona comune. SiIl poeta, dunque, si rivolge a un ceto che l'imperialismo ha messo in ombra e che cerca riscatto nello stoicismo.<ref>N. Rudd, ''Persio'', in ''Letteratura Latina Cambridge'', vol. 2, ''Da Ovidio all'epilogo'', Milano, Mondadori, 2007, p. 149.</ref>
== Il rapporto tra Persio e Orazio ==
{| class="wikitable"
|-
! Orazio !! Persio
|-
| La sua satira assumeva come riferimento la cerchia di amici || Seppur rivolte formalmente a un singolo destinatario sono dirette a un pubblico generico di fronte ai quali il poeta si atteggia a censore del vizio e dei costumi
|-
| Vediamo una sorta di complicità fra autore e ascoltatore, uno poteva configurare nel testo come destinatario implicito del proprio discorso e l’altro come compagno del poeta partecipe all’elaborazione di un modello di vita || All’ascoltatore è negata ogni vicinanza e ogni possibile identificazione, la parola del poeta satirico si pone su di un piano diverso di comunicazione, distaccato e più altero.
|-
| Il modo di parlare era caratterizzato da un’indulgente comprensione per le comuni debolezze umane, quella di un maestro amichevole che rifiuta il moralismo altezzoso || È presente la forma dell’invettiva, ovvero il poeta si erge a correggere gli uomini con un moralismo arcigno
|}
 
Il rapporto tra Persio e Orazio<ref>Sul quale cfr. il classico C. Buscaroli, ''Persio studiato in rapporto a Orazio e Giovenale'', Imola 1924, da cui sono tratte le considerazioni che seguono.</ref> è ravvisabile proprio in una sorta di emulazione/riscrittura. Se in Orazio, anche in ossequio all'[[epicureismo]], la satira assumeva come riferimento la cerchia di amici, Persio si atteggia a censore, secondo la moda della [[diatriba]] stoica, anche se le composizioni sono rivolte formalmente a un singolo destinatario: ancora dalla diatriba deriva il fatto che, mentre in Orazio si nota una sorta di complicità fra autore e ascoltatore (uno dei quali poteva configurarsi nel testo come destinatario implicito del proprio discorso e l'altro come compagno del poeta partecipe all'elaborazione di un modello di vita) all'ascoltatore di Persio è negata ogni vicinanza e ogni possibile identificazione, in quanto la parola del poeta satirico si pone su di un piano diverso di comunicazione, distaccato e più altero, spesso nella forma dell'invettiva, in cui il poeta si erge a correggere gli uomini con moralismo arcigno.
Le satire di Orazio erano una sorta di familiare conversazione satirica o lettera filosofica. Il maestro era vicino ai suoi discepoli bisognoso anch’egli di comprensione e ammonimenti. Il maestro che si configura Persio vorrebbe insegnare ma non riesce mai a trovare una situazione amichevole di equilibrio e parità con chi lo ascolta. Il maestro che propone Persio è il predicatore della diatriba arrabbiato e spesso volgare, lontano dall’educazione oraziana. L’invettiva, la deprecazione del vizio e l’invito alla virtù sono i temi più caratteristici e sono tutti animati da una forte fede stoica. Eppure spesso il maestro è deriso, privo di venerazione e non trova discepoli obbedienti.
 
== PubblicoNote ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* E. V. Marmorale, ''Persio'', Firenze, Sansoni, 1956.
* D. Bo, ''Persio. Satire'', Torino, Paravia, 1969.
* E. Barelli, ''Persio, Satire'', Testo latino a fronte, Milano, BUR Rizzoli, 1979.
* D. Bo, ''Persio'', in ''Dizionario degli scrittori greci e latini'', a cura di F. Della Corte, Milano, Garzanti, 1987, vol. I, pp.&nbsp;1593-1604.
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
{{Interprogetto|commons=Aulus Persius Flaccus|q|s=Autore:Aulo Persio Flacco|etichetta=Persio}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità|VIAF=100198157|LCCN=n/79/60980}}
{{Portale|Antica Roma|Etruschibiografie|letteratura|lingua latina}}
 
[[Categoria:Stoici]]