Pirro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
fix wlink
Etichette: Ripristino manuale Modifica visuale
 
(215 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Avvisounicode}}
{{nota disambigua}}
{{Monarca
|nome = Pirro
|immagine = Pirro_-_MartePyrrhus MAN Napoli Inv6150 n02.jpg
|legenda = Busto identificato come Pirro ([[Napoli]], [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]])
|legenda = Pirro, raffigurato come [[Marte (divinità)|Marte]]. Statua marmorea del I secolo d.C. conservata presso i [[Musei Capitolini]].
|titolo = [[Regno d'Epiro#Sovrani (430-231 a.C.)|Re dell'Epiro ]]
|sottotitolo =
|regno = 306 - 300 a.C. (I)<br /> 298 - 272 a.C. (I)
|inizio regno =
|fine regno =
|incoronazione =
|investitura =
|predecessore = [[Alceta II (re ddell'Epiro)|Alceta II]] (I)<br /> [[Neottolemo II]] (II)
|erede =
|successore = [[Neottolemo II]] (I)<br />[[Alessandro II d(re dell'Epiro)|Alessandro II]] (II)
|titolo1 = [[Re di Macedonia]]
|regno1 = 288 - 285 a.C (I)<br/>274 - 272 a.C. (II)
|predecessore1 = [[Demetrio Poliorcete]] (I)<br/>[[Antigono Gonata]] (II)
|incoronazione1 =
|successore1 = [[Lisimaco]] (I)<br/>[[Antigono Gonata]] (II)
|investitura1 =
|titolo2=[[Tiranni di Siracusa|Re di Sicilia]]
|predecessore1 = [[Demetrio Poliorcete]]
|regno2=
|successore1 = [[Lisimaco]]
|inizio regno2 = 277 a.C.
|titolo2 = [[Re di Macedonia]]
|fine regno2 = 274 - 272276 a.C.
|predecessore2=[[Sosistrato di Agrigento|Sosistrato]]
|incoronazione2 =
|successore2=[[Gerone II]]
|investitura2 =
|predecessore2 = [[Antigono Gonata]]
|successore2 = Antigono Gonata
|nome completo =
|trattamento =
|onorificenze =
|data di nascita = 318 a.C.
|altrititoli =
|dataluogo di nascita = 318 a.C[[Epiro]]
|luogodata di nascitamorte = 272 a.C.
|dataluogo di morte = 272[[Argo a.C(città antica)|Argo]]
|luogo di morte = Argo
|sepoltura =
|luogo di sepoltura =
Riga 46 ⟶ 42:
|coniuge 2 = [[Lanassa]]
|coniuge 3 = nome non noto
|coniuge 4 = [[Bircenna]]
|coniuge 5 = nome non noto
|figli = [[Olimpiade II]] <br />[[Tolomeo (figlio di Pirro)|Tolomeo]]<br />[[Alessandro II d(re dell'Epiro)|Alessandro II]]<br />[[Eleno (figlio di Pirro)|Eleno]]
|religione =
|motto reale =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Pirro
|Cognome =
|PreData = {{lang-grc|Πύρρος|Pýrrhos}}, "il colore del fuoco, rosso biondo"
|Sesso = M
|LuogoNascita = Epiro
|PreData = {{lang-grc|Πύρρος|Pýrros}}, "il colore del fuoco, rosso biondo"
|GiornoMeseNascita =
|LuogoNascita =
|AnnoNascita = 318 a.C.
|LuogoMorte = Argo
|LuogoMorteLink = Argo (Greciacittà antica)
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 272 a.C.
|Epoca = -300
|Epoca2 = -200
|Attività = militare
|Nazionalità = greco antico
|FineIncipit = fuè stato [[Regno dell'Epiro|re dell'Epiro]] tra il [[306 a.C.|306]] ede il [[300 a.C.]] e di nuovo nel periodo [[298 a.C.|298]] - [[272 a.C.]]
|Punto = no
}}
Appartenente alla casa degli [[Eacidi]], che dichiarava di discendere da [[Neottolemo]], figlio di [[Achille]], ed imparentata agli Argeadi e quindi ad [[Alessandro Magno]]<ref>{{Cita|Jones|p.45|Jones}}.</ref><ref>{{Cita|American Numismatic Society|p.196|American Numismatic Society}}.</ref>, dal [[306 a.C.]] fu re della sua gente, i [[Molossi (popolo)|Molossi]]<ref>{{Cita|Borza|p.62|Borza}}.</ref><ref>{{Cita|Chamoux|p.62|Charmoux}}</ref>, tribù preponderante dell'Epiro nei periodi [[288 a.C.|288]]-[[285 a.C.]] e [[273 a.C.|273]]-[[272 a.C.]]. La storia lo accredita come uno dei principali antagonisti di Roma<ref name= Britannica >{{cita web|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/485118/Pyrrhus|titolo=Pyrrhus|accesso=30 settembre 2013}}.</ref><ref>{{Cita|Plutarco||Plutarco}}.</ref>.
 
Appartenente alla casa degli [[Eacidi]] (che dichiarava di discendere da [[Neottolemo]], figlio di [[Achille]]) e imparentata agli [[Dinastia argeade|Argeadi]] e quindi ad [[Alessandro Magno]],<ref>{{Cita|Jones|p. 45}}.</ref><ref>{{Cita|American Numismatic Society|p. 196}}.</ref> dal [[306 a.C.]] fu re della sua gente, i [[Molossi (popolo)|Molossi]],<ref>{{Cita|Borza|p. 62}}.</ref><ref>{{Cita|Chamoux|p. 62}}.</ref> tribù preponderante dell'[[antico Epiro]] nei periodi [[288 a.C.|288]]-[[285 a.C.]] e [[273 a.C.|273]]-[[272 a.C.]] La storia lo accredita come uno dei principali antagonisti della [[Repubblica romana]].<ref name= Britannica>{{cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/485118/Pyrrhus|titolo=Pyrrhus|accesso=30 settembre 2013}}</ref><ref>{{Cita|Plutarco}}.</ref>
== Biografia ==
=== Infanzia e giovinezza ===
Nato nel 318 a.C da [[Eacide]] II, sovrano dell'Epiro, e da [[Ftia II|Ftia]], di stirpe tessala, la sua giovinezza fu tutto fuorché quieta. Infatti, aveva appena due anni quando il padre, Eacide, fu esiliato dai sudditi in rivolta e morì di morte violenta.
Nel 317 a.C, quindi, Pirro, insieme alla madre e alle sorelle, fu accolto da [[Glauco (Taulanti)|Glauco]] (re dei [[Taulanti]], una delle più importanti tribù d'[[Illiria]])<ref name= Britannica /> la cui moglie, Beroea, discendente degli Eacidi, si assunse il compito di educare il bambino<ref>{{Cita|Plutarco|2-3|Plutarco}}.</ref><ref>{{Cita|Giustino|17.3|Giustino}}.</ref><ref>{{Cita|Wilkes|p.124|Wilkes}}.</ref>.
 
Fu uno dei condottieri alessandrini più rilevanti, tanto che Annibale lo ritenne il più astuto degli strateghi. Fu però anche abile diplomatico e valido propagandista del proprio stesso mito: diffuse la voce che Achille e [[Eracle]] fossero suoi avi. Il libro di storie di [[Timeo di Tauromenio]] si conclude con le sue gesta e [[Plutarco]] gli dedicò una delle sue ''[[Vite parallele]]'', raffrontandolo a [[Gaio Mario]].<ref>{{cita|Finley|p. 128}}.</ref>
Nel 306 a.C., all'età di tredici anni, fu rimesso al posto di comando che gli spettava anche se appena quattro anni dopo fu detronizzato da [[Cassandro I]], re di Macedonia<ref name= Britannica /> che impose come sovrano Neottolemo II. Nuovamente esiliato, partecipò alle [[Guerre dei Diadochi]] sotto le bandiere del cognato [[Demetrio Poliorcete]] che aveva sposato la sorella di Pirro, Deidamia ed in particolare si distinse nella [[battaglia di Ipso]] in [[Frigia]] ([[301 a.C.]]).
 
== Infanzia e giovinezza ==
In seguito, fu trattenuto come ostaggio ad Alessandria d'Egitto, presso [[Tolomeo I]] in ossequio alle condizioni di un trattato tra Demetrio e Tolomeo stesso.
Nato nel [[318 a.C.]] da [[Eacide]], sovrano dell'Epiro, e da [[Ftia II|Ftia]], di stirpe tessala, la sua giovinezza fu tutto fuorché quieta. Infatti, quando aveva due anni il padre fu esiliato dai sudditi in rivolta e morì di morte violenta. Nel [[317 a.C.]], quindi, Pirro, insieme alla madre e alle sorelle, fu accolto da [[Glaucia (re dei Taulanti)|Glaucia]] (re dei [[Taulanti]], una delle più importanti tribù d'[[Illiria]]),<ref name= Britannica /> la cui moglie, Beroea, discendente degli Eacidi, si assunse il compito di educare il bambino.<ref>{{Cita|Plutarco|2-3}}.</ref><ref>{{Cita|Giustino|17.3}}.</ref><ref>{{Cita|Wilkes|p. 124}}.</ref>
In quella condizione di semi-prigionia conobbe e sposò [[Antigone d'Epiro|Antigone]], figlia di [[Berenice I|Berenice]], terza moglie di Tolomeo: strinse così un'alleanza che gli permise nel [[298 a.C.]] di tornare nell'Epiro da sovrano<ref>{{Cita|Porfirio|42.11|Porfirio}}.</ref>, costringendo il cugino usurpatore a dividere il trono assieme a lui. Una diarchia che non durò molto, se è vero che Neottolemo morì avvelenato dopo qualche mese<ref name= Britannica /><ref>{{Cita|Patercolo|1.14.6|Patercolo}}.</ref>.
Nel 295 a.C. Pirro trasferì la capitale del regno nella città marittima di [[Ambracia]] ed, essendo morta Antigone, si risposò con [[Lanassa]], figlia di [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]], re di [[Siracusa]], che gli portò in dote [[Corcira]]<ref>{{Cita|Diodoro|21.4|Diodoro}}.</ref><ref>{{Cita|Plutarco|9|Plutarco}}.</ref>.
 
Nel [[306 a.C.]], all'età di tredici anni, fu rimesso al posto di comando che gli spettava, anche se appena quattro anni dopo fu detronizzato da [[Cassandro I]], re di Macedonia,<ref name= Britannica /> che impose come sovrano [[Neottolemo II]]. Nuovamente esiliato, partecipò alle [[Guerre dei Diadochi]] sotto le bandiere del cognato [[Demetrio Poliorcete]] (che aveva sposato la sorella di Pirro, [[Deidamia I|Deidamia]]) e in particolare si distinse nella [[battaglia di Ipso]] in [[Frigia]] ([[301 a.C.]]).
Nel 292 a.C, intraprese una guerra contro l'antico alleato Demetrio invadendo e occupando l'[[Acarnania]] e l'[[Amfilochia]]<ref>{{Cita|Plutarco|6|Plutarco}}.</ref> e, sia pure brevemente, la Tessaglia. L'anno seguente Demetrio ribatté conquistando Corcira approfittando del fatto che Lanassa, moglie di Pirro, in rotta con il marito per la sua poligamia, lo avesse invitato ad occupare l'isola e a sposarla<ref>{{Cita|Plutarco|10|Plutarco}}.</ref>
 
In seguito, nel [[299 a.C.]],<ref>''Aevum antiquum'', volumi 12-13, 1999, p. 121.</ref> fu trattenuto come ostaggio ad [[Alessandria d'Egitto]], presso [[Tolomeo I]], in ossequio alle condizioni di un trattato tra Demetrio e Tolomeo stesso. In quella condizione di semi-prigionia conobbe e sposò [[Antigone d'Epiro|Antigone]], figlia di [[Berenice I|Berenice]], terza moglie di Tolomeo: strinse così un'alleanza che gli permise, nel [[298 a.C.]], di tornare nell'Epiro da sovrano,<ref>{{Cita|Porfirio|42.11}}.</ref> costringendo il cugino usurpatore a dividere il trono assieme a lui. Una diarchia che non durò molto, se è vero che Neottolemo morì avvelenato dopo qualche mese.<ref name= Britannica /><ref>{{Cita|Patercolo|1.14.6}}.</ref>
[[File:Map of ancient Epirus and environs.png|thumb|Tribù dell'Epiro al tempo di Pirro]]
 
Nel [[295 a.C.]], Pirro trasferì la capitale del regno nella città marittima di [[Ambracia]]. Essendo morta Antigone, si risposò con [[Lanassa]], figlia di [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]], re di [[Syrakousai|Siracusa]], che gli portò in dote [[Corcira]].<ref>{{Cita|Diodoro|21.4|Diodoro}}.</ref><ref>{{Cita|Plutarco|9}}.</ref>
Nel 289 a.C. Demetrio gli concesse le regioni conquistate in cambio della pace e Pirro accettò ma l'anno seguente, mentre Demetrio subiva ad Anfipoli l'attacco di [[Lisimaco]]<ref>{{Cita|Pausania|1.10.2|Pausania}}.</ref>, Pirro ruppe il precedente trattato ed invase la Macedonia ottenendone il trono congiuntamente a Lisimaco.
 
Nel [[292 a.C.]], Pirro intraprese una guerra contro l'antico alleato Demetrio invadendo e occupando l'[[Acarnania]] e l'[[Amfilochia]]<ref>{{Cita|Plutarco|6}}.</ref> e, sia pure brevemente, la Tessaglia. L'anno seguente Demetrio rispose conquistando Corcira, approfittando dell'invito di Lanassa, moglie di Pirro, in rotta con il marito per la sua poligamia, ad occupare l'isola e a sposarla.<ref>{{Cita|Plutarco|10}}.</ref>
La durata del suo regno è oggetto di controversie: Deuxippo e Porfirio affermano che Pirro tenne la corona per appena sette mesi e quindi dall'inverno tra il 287 e il 286 a.C., altri scrittori che iniziò poco dopo la morte di Demetrio<ref>{{Cita|Plutarco|11-12|Plutarco}};{{Cita|Pausania|1.10.2|Pausania}}.</ref> anche se probabilmente fu più duraturo<ref>Niebuhr, History of Rome v. III nota 813</ref>.
In ogni caso, Pirro dapprima riuscì a conquistare anche il resto delle terre un tempo possedute da Demetrio, per poi venirne scacciato da Lisimaco stesso<ref name= Britannica /> che nel 284 a.C. poté brevemente invadere lo stesso Epiro approfittando dell'assenza di Pirro<ref>{{Cita|Pausania|1.9.7|Pausania}}</ref>.
 
[[File:Map of ancient Epirus and environs (Italiano).svg|thumb|Tribù dell'Epiro al tempo di Pirro]]
=== La campagna militare in Italia ===
 
Nel [[289 a.C.]] Demetrio gli concesse le regioni conquistate in cambio della pace e Pirro accettò ma l'anno seguente, mentre Demetrio subiva ad Anfipoli l'attacco di [[Lisimaco]],<ref>{{Cita|Pausania|1.10.2}}.</ref> Pirro ruppe il precedente trattato e invase la Macedonia ottenendone il trono congiuntamente a Lisimaco.
 
La durata del suo regno è oggetto di controversie: [[Dexippo]] e [[Porfirio]] affermano che Pirro tenne la corona per appena sette mesi e quindi nell'inverno tra il [[287 a.C.|287]] e il [[286 a.C.]]; altri scrittori sostengono invece che il suo regno iniziò poco dopo la morte di Demetrio,<ref>{{Cita|Plutarco|11-12}};{{Cita|Pausania|1.10.2|Pausania}}.</ref> anche se probabilmente fu più duraturo.<ref>{{en}} [[Barthold Georg Niebuhr]], ''History of Rome'', v. III, nota 813.</ref> In ogni caso, Pirro riuscì a conquistare anche il resto delle terre un tempo possedute da Demetrio, per poi venirne scacciato da Lisimaco stesso,<ref name= Britannica /> che nel [[284 a.C.]] poté brevemente invadere lo stesso Epiro, approfittando dell'assenza di Pirro.<ref>{{Cita|Pausania|1.9.7}}.</ref>
 
== La campagna militare in Italia ==
{{Vedi anche|Guerre pirriche}}
Nel [[281 a.C.]] la città di [[Taranto]], in [[Magna Grecia]], entrò in conflitto con [[Repubblica Romana|Roma]], e stava preparandosi a un attacco romano che le avrebbe inferto una sicura sconfitta. Roma era già diventata una potenza egemone, e si muoveva con l'intenzione di sottomettere tutte le città grechedella dell'Italia[[Magna meridionaleGrecia]]. I tarantini mandarono una delegazione a Pirro,<ref>[[Quinto Ennio|Ennio]], [[Annales (Ennio)|Annales]], Liber VI, [http://www.thelatinlibrary.com/enn.html fram. 178-179].</ref> perché intervenisse e la salvasse dalla conquista romana.<ref name= Britannica />.
 
Pirro, già desideroso di vittorie, vide la possibilità di fondare senza sforzi un regno in [[Italia]], nonché quella di conquistare la [[Sicilia (isola)|Sicilia]] ed espandersi in Africa; inoltre, fu incoraggiato nell'impresa dalle predizioni dell'[[oracolo di Delfi]], nonché dall'aiuto dei re ellenistici: [[Tolomeo Cerauno]] gli fornì truppe mentre [[Antigono II Gonata|Antigono II]] una piccola flotta ed [[Antioco I Sotere|Antioco I]], danaro. In vista dell'impresa Pirro riconquistò l'isola di Corcira<ref>{{Cita|Pausania|1.12.1|Pausania}}.</ref> e affidò il proprio regno al figlio quindicenne [[Tolomeo (figlio di Pirro)|Tolomeo]].<ref>{{Cita|Giustino|17.2-18.1|Giustino}}.</ref>
 
==== Lo sbarco nell'Italia meridionale ede i primi successi (280-279 a.C.) ====
Pirro sbarcò in Italia nel [[280 a.C.]] con 3.000{{formatnum:3000}} [[Cavalleria|cavalieri]], 2.000{{formatnum:2000}} [[arciere|arcieri]], 500 [[fromboliere|frombolieri]], 20.000{{formatnum:20000}} [[Fanteria|fanti]] eoltre a 20venti [[elefante da guerra|elefanti da guerra]],<ref name= Britannica /> mentreche per la prima volta appaiono sul suolo italico.<ref name=vegetti220>{{cita|Vegetti|p. 220}}.</ref> precedentementePrecedentemente aveva inviato un suo generale, Milone, con un distaccamento di oltre 3.000{{formatnum:3000}} soldati per rafforzare la guarnigione di Taranto.<ref>{{Cita|Plutarco|15|Plutarco}}.</ref><ref>{{Cita|Giustino|17.2|Giustino}}.</ref> Pirro riesce anche ad ottenere l'alleanza dei [[Sanniti]].<ref name=vegetti220/>
 
In un primo momento il sovrano, inferiore per numero di soldati, cercò un negoziato con il console [[Publio Valerio Levino]], che però fallì.<ref>{{Cita|Dionigi di Alicarnasso|19.9,1-10.5|Dionigi di Alicarnasso}}.</ref> poiPoi, però, grazie alla superiorità della cavalleria e alla potenza degli elefanti, egli batté nella [[battaglia di Heraclea]] i Romani, guidati dal consoleda Levino.
 
I Romani persero circa {{formatnum:7000}} uomini, in una sconfitta assicurata anche dallo spavento che gli italici ebbero alla visione dei pachidermi, a loro sconosciuti; Pirro perse {{formatnum:4000}} uomini, che però furono presto rimpiazzati dai soldati di alcune tribù italiche ([[Lucani]], [[Bruzi]] e [[Messapi]]) e città grechemagnogreche ([[Crotone]], [[Locri Epizefiri]]), le quali, alla notizia della vittoria, ne approfittarono per unirsi a lui. La nuova situazione di vantaggio permise a Pirro di proporre una tregua a Roma, che però fu rifiutata. Pirro passò l'inverno tra il 280 e il 279 in [[Campania]], prima di invadere la [[Puglia]].
 
[[File:Pirro Roma 280aC.jpg|thumb|upright=1.4|L'avanzata di Pirro verso Roma - 280 a.C. - 275 a.C.]]
 
Nel [[279 a.C.]] i Romani si scontrarono con Pirro ad [[battaglia di Ascoli Satriano(279 a.C.)|Ascoli Satrianodi Puglia]], dove furono nuovamente sconfitti (persero {{formatnum:6000}} uomini), infliggendo tuttavia, in proporzione, perdite talmente alte alla coalizione greco-italico-epirota ({{formatnum:3500}} soldati) che Pirro fu costretto a riparare in Sicilia con l'esercito, presso quelle stesse città che pretendeva di proteggere, per evitare ulteriori scontri coi romani. Si narra che abbia dichiarato, alla fine della battaglia,: «Ἂν ἔτι μίαν μάχην νικήσωμεν, ἀπολώλαμεν» («''unUn'altra vittoria così sui Romani e sarò perduto''.»).<ref>{{Cita|Plutarco|21|Plutarco}}.</ref> Da questo episodio l'uso del termine [[vittoria di Pirro]].
 
Eutropio racconta che, camminando sul campo di battaglia tra i cadaveri dei nemici, notando che tutti erano stati feriti al petto e che i loro volti conservavano ancora un'espressione agguerrita e indomita, Pirro abbia esclamato: «Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo».<ref>{{Cita|Eutropio|2.11}}.</ref>
Da questo episodio l'uso del termine [[vittoria di Pirro]] o [[vittoria di Pirro|pirrica]].
 
Vanno tenuti in conto diversi fattori per valutare la portata dell'avanzata di Pirro: innanzitutto, egli è abbastanza presto percepito come un tiranno dai Tarantini, che ritirano il loro appoggio; Pirro, d'altra parte, ha difficoltà a muovere il proprio esercito sugli [[Appennini]]; infine, la resistenza romana è determinata dal proprio valore nazionale, quello di una realtà statuale intimamente radicata al territorio (cosa che non valeva per gli eserciti ellenistici, composti soprattutto da mercenari).<ref name=vegetti220/>
Pirro nutriva comunque grande stima per il coraggio dei soldati romani; si racconta che camminando sul campo di battaglia tra i cadaveri dei nemici vide che tutti erano stati feriti al petto e i loro volti conservavano ancora quella stessa espressione agguerrita e indomita con cui avevano trovato la morte. Così alzando le braccia al cielo esclamò: "Se avessi avuto simili soldati avrei conquistato il mondo". Si rivelò in questo modo un abile profeta per i secoli a venire.
 
==== La campagna militare in Sicilia (278-276 a.C.) ====
[[File:Pyrrhus.JPG|thumb|Busto di Pirro di epoca romana, dal [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]].]]Nel [[278 a.C.]] Pirro ricevette due offerte allo stesso tempo: da un lato, le ''[[poleis]]'' [[siceliote]] gli proposero, in quanto genero di [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]],<ref>{{Cita|Diodoro|22.8.2}}.</ref> di scacciare i [[Cartagine]]si dalla metà occidentale dell'isola; dall'altro, i Macedoni gli chiesero di salire al trono di Macedonia al posto di re [[Tolomeo Cerauno]], decapitato nell'[[Spedizioni celtiche nei Balcani|invasione della Grecia e della Macedonia]] da parte dei [[Galati]]. Pirro giunse a conclusione che le opportunità maggiori venivano dall'avventura in Sicilia, e decise di recarvisi.
{{Vedi anche|Guerre greco-puniche}}
Nel [[278 a.C.]] Pirro ricevette due offerte allo stesso tempo: da un lato, le città greche di Sicilia gli proposero, in quanto genero di [[Agatocle di Siracusa|Agatocle]]<ref>{{Cita|Diodoro|22.8.2|Diodoro}}.</ref>, di scacciare i [[cartagine]]si dalla metà occidentale dell'isola; dall'altro, i Macedoni gli chiesero di salire al trono di Macedonia al posto di re [[Tolomeo Cerauno]], decapitato nell'[[Spedizioni celtiche nei Balcani|invasione della Grecia e della Macedonia]] da parte dei [[Galli]].
Pirro giunse a conclusione che le opportunità maggiori venivano dall'avventura in Sicilia, e decise di restare.
 
Nel racconto plutarcheo Pirro dice al compagno [[Cinea]]:
[[File:Pyrrhus.JPG|thumb|Busto di Pirro di epoca romana, dal [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]].]]
{{citazione|La Sicilia è vicina e ci tende la mano; è un'isola prospera e popolosa, facile da conquistare. Infatti in ogni città c'è disordine e anarchia e lo strapotere dei demagoghi dopo la morte di Agatocle.|''Vita di Pirro'', 14, 4}}
Fu così nominato re di Sicilia, e i suoi piani prevedevano la spartizione dei territori fin lì conquistati tra i due figli, [[Eleno (figlio di Pirro)|Eleno]] (a cui sarebbe andata la Sicilia) e [[Alessandro II d'Epiro|Alessandro]] (a cui sarebbe andata l'[[Italia]]). Nel [[277 a.C.]] espugnò [[Erice]], la più munita fortezza filo-cartaginese sull'isola, e questo rese quasi naturale la defezione delle altre città controllate dai punici.
La scelta di Pirro rinvia al desiderio di mettere in piedi un regno che unisse la grecità italiota e siceliota e che riuscisse a fronteggiare le potenze di Roma e Cartagine.<ref>{{cita|Braccesi e Millino|p. 181}}.</ref>
 
In Sicilia, i Cartaginesi stavano tentando di avvantaggiarsi della instabilità politica dominante sull'isola determinatasi dopo la morte di Agatocle: le maggiori ''poleis'' erano in mano di signori locali (un Eracleide a [[Leontinoi]], un Tindaro a [[Tauromenion]], un Onomarco a [[Katane]]), mentre a [[Syrakousai|Siracusa]] era stato eletto ''strategòs aurokrátor'' [[Iceta di Siracusa (tiranno)|Iceta di Siracusa]], che ricoprì la carica fino al 279 a.C. A Siracusa era in atto un conflitto interno, motivato dal rifiuto di concedere la cittadinanza ai mercenari di Agatocle ora senza padrone. Concordato con essi che avrebbero potuto vendere i propri beni e lasciare la Sicilia, essi si allontanarono da Siracusa, ma razziarono [[Gela (città antica)|Gela]] e [[Camarina]], per poi volgersi verso [[Messana]], che fu occupata e ribattezzata Mamertina, dal nome che essi stessi si erano dato, "[[Mamertini]]" (preso a sua volta dal nome del dio [[Osci|osco]] della guerra, [[Mamers (divinità)|Mamers]]).<ref name=dreher71>{{cita|Dreher|pp. 71-72}}.</ref> Le scorribande mamertine erano coperte da Roma, che nel mentre aveva ampliato la propria sfera di influenza fino a [[Rhegion]] (Reggio Calabria), dove fu inviata la ''[[legio Campana]]''.<ref name=braccesi182>{{cita|Braccesi e Millino|p. 182}}.</ref> In questo panorama, i Cartaginesi erano riusciti ad imporsi in tutta l'isola (segnatamente ad [[Akragas]], ma anche a Gela, dove poi sarebbe passato il tiranno [[Finzia]], che avrebbe raso al suolo la città e deportato la popolazione per fondare, nei pressi dell'odierna [[Licata]], il centro di [[Finziade]]<ref>{{cita|Finley|pp. 127-128}}.</ref>): solo Mamertina e [[Siracusa]] erano rimaste libere. Quando i Mamertini decisero di scagliarsi contro quest'ultima, Siracusa, insieme ad Akragas e Leontini, ricorse a Pirro, sperando, probabilmente, che l'intervento del condottiero epirota rappresentasse una fase transitoria. I Cartaginesi decisero a questo punto di accordarsi con i Romani, con i quali stipularono un trattato difensivo (il cui contenuto è riportato da [[Polibio]], 3, 25), anticipando Pirro, che aveva la medesima intenzione.<ref name=dreher71/>
Nel [[276 a.C.|276]] Pirro intavolò trattative coi cartaginesi. Per quanto essi fossero già pronti a venire a patti con Pirro, e fornirgli denaro e navi quando fossero stati ripristinati rapporti amichevoli, questi richiese che tutti i cartaginesi lasciassero l'isola per fare del mare una linea di confine tra punici e greci. Al loro rifiuto seguì l'assedio infruttuoso di [[Lilibeo]] che, unito al suo comportamento dispotico nei confronti delle colonie siceliote, cui aveva fatto requisire danaro e manodopera per la costruzione di una flotta, causò un'ondata di risentimento nei suoi confronti. Pirro cercò di reagire imponendo una vera e propria dittatura su tutte le città greche che fece presidiare con forti guarnigioni<ref>{{Cita|Garouphalias|pp. 97–108|Garouphalias}}.</ref> ma con tali misure si alienò tutti i consensi. I cartaginesi tentarono di trarne giovamento inviando una seconda armata in Sicilia e furono prontamente sconfitti. Tuttavia, Pirro, informato dai Tarantini che Roma era riuscita ad occupare gran parte della Magna Grecia e conscio della sua impopolarità tra i sicilieoti, decise poco dopo di abbandonare la Sicilia inseguito e di tornare in Italia.
 
Nel [[278 a.C.]] Pirro, dopo aver preparato la spedizione con l'invio di ambasciatori,<ref name=braccesi182/> riuscì a sfuggire alla flotta punica e ad approdare con {{formatnum:10000}} uomini a Tauromenion, appoggiato dal tiranno Tindaro<ref name=finley129>{{cita|Finley|p. 129}}.</ref>. Di qui, seguito via mare dalla flotta, giunse trionfalmente a Siracusa, accolto come un liberatore. Nella ''polis'' aretusea riuscì a mediare tra Thoinon e Sosistrato: il primo è fatto ''phróurarchos'' (cioè sovrintendente ai ''[[Phrourion|phrouria]]''), il secondo è posto al comando dei mercenari.<ref name=braccesi182/> Stando a [[Polibio]], ricevette la carica di ''eghemon'' e di ''[[basileus]]''. Riprese la simbologia usata da Agatocle nella coniazione di monete d'argento (la testa di ''kore''), segno del desiderio di richiamarsi all'ex suocero. Stessa cosa accade per le pregiatissime monete d'oro, con l'immagine della dea [[Nike (mitologia)|Nike]].<ref name=dreher71/> In gran parte per merito dei Siracusani, riuscì a mettere in piedi una flotta di duecento navi.<ref name=finley129/>
A riguardo la tradizione afferma che il sovrano, rivolgendosi ad alcuni compagni poco dopo aver abbandonato l'Isola, esclamasse: "Che meraviglioso campo di battaglia stiamo lasciando, amici miei, a cartaginesi e romani"<ref>{{Cita|Garouphalias|pp. 109–112|Garouphalias}}.</ref>.
 
Nominato così re di Sicilia, {{sf|i suoi piani prevedevano la spartizione dei territori fin lì conquistati tra i due figli, [[Eleno (figlio di Pirro)|Eleno]] (a cui sarebbe andata la Sicilia) e [[Alessandro II (re dell'Epiro)|Alessandro]] (a cui sarebbe andata l'[[Italia (regione geografica)|Italia]]).}}
==== La fine della guerra (275 a.C.) ====
 
Nel [[277 a.C.]] prese avvio il conflitto con i Cartaginesi: inizialmente furono conquistate facilmente Akragas, [[Eraclea Minoa]], [[Selinunte]], [[Halikyai]] e [[Segesta]].<ref name=braccesi183>{{cita|Braccesi e Millino|p. 183}}.</ref> Maggiore resistenza fu incontrata a [[Palermo|Panormos]] e a [[Erice]], la più munita fortezza filo-cartaginese sull'isola, {{sf|e questo rese quasi naturale la defezione delle altre città controllate dai Punici.}} [[Lilybaion]], invece, risultò inespugnabile: un assedio di due mesi risultò vano.<ref name=finley129/> I Cartaginesi avanzarono proposte di pace (tradendo l'accordo con i Romani), offrendo a Pirro la propria flotta per portarlo in Italia e qui attaccare Roma, ma questi rifiutò.<ref name=braccesi183/> Pare che a questo punto Pirro concepisse un piano analogo a quello che aveva condotto Agatocle a portare la guerra in Africa. Per questa ragione cercò di finanziare la costruzione di una flotta, imponendo alle ''poleis'' siceliote la spesa.<ref name=dreher71/> Pirro cercò di reagire imponendo una vera e propria dittatura su tutte le città greche, che fece presidiare con forti guarnigioni<ref>{{Cita|Garouphalias|pp. 97-108}}.</ref> ma con tali misure si alienò tutti i consensi. I Cartaginesi tentarono di trarne giovamento inviando una seconda armata in Sicilia e furono prontamente sconfitti. Tuttavia, Pirro, informato dai Tarantini che Roma era riuscita ad occupare gran parte della Magna Grecia e conscio della sua impopolarità tra i Sicelioti, decise poco dopo di abbandonare la Sicilia e di tornare in Italia.
 
Al riguardo la tradizione afferma che il sovrano, rivolgendosi ad alcuni compagni poco dopo aver abbandonato l'isola, esclamasse: «Che meraviglioso campo di battaglia stiamo lasciando, amici miei, a Cartaginesi e Romani».<ref>{{Cita|Garouphalias|pp. 109-112}}.</ref>
 
Durante il trasferimento, i Cartaginesi ne approfittarono per attaccarlo sul mare, così che l'esercito di Pirro, nella [[Battaglia dello Stretto di Messina (276 a.C.)|Battaglia dello Stretto di Messina]] subì gravissime perdite.
 
=== La fine della guerra (275 a.C.) ===
{{vedi anche|Battaglia di Benevento (275 a.C.)}}
Qui, i Romani lo aspettavano: nel [[275 a.C.]] mossero a battaglia contro un esercito epirota stanco e provato da anni di lotte lontano dalla patria, presso ''[[Maleventum]]''. La [[Battaglia di Benevento (275 a.C.)|battaglia]], sebbene fosserisultasse inconcludente dal punto di vista tattico, inconcludente, segnò la decisione del re epirota di ritornare in patria, dal momento che non aveva ricevuto alcun rinforzo dalla Grecia e dagli altri sovrani ellenistici cui era stata fatta richiesta.<ref>{{Cita|Garouphalias|pp. 121–122|Garouphalias121-122}}.</ref>. In ricordo della [[Battaglia di Benevento (275 a.C.)|battaglia]], i romaniRomani ribattezzarono il villaggio ''[[Benevento|Beneventum]]''.
 
=== Ritorno in Epiro e morte ===
{{vedi anche|Assedio di Sparta (272 a.C.)}}
[[File:The-Siege-Of-Sparta-By-Pyrrhus-319-272-Bc-1799-1800.jpg|thumb|''L'assedio di Sparta'', dipinto di [[François Topino-Lebrun|Jean-Baptiste Topino-Lebrun]].]]
 
Pirro abbandonò la campagna d'Italia e tornò in Epiro, dove, non pago del grave prezzo in uomini, denaro e mezzi della sua avventura a Occidente,<ref>{{Cita|Plutarco|26|Plutarco}}.</ref>, due anni dopo preparò un'altra spedizione bellica contro [[Antigono Gonata|Antigono II Gonata]]:. ilI successodue fusovrani facilesi eaffrontarono nella [[Battaglia dell'Aoo (274 a.C.)|battaglia dell'Aoos]], nel 274 a.C. Pirro tornòriuscì a sedersisconfiggere sulil potente esercito macedone, costringendo Antigono a ritirarsi e riprendendo il trono macedone.
 
Nel [[272 a.C.]], [[Cleonimo]], nobile [[sparta]]no che si era inimicato le autorità della sua città, chiese a Pirro di attaccarla, affinché lui stesso potesse comandarla nel nome dell'Epiro. Pirro si dichiarò d'accordo nella volontà di ottenere per sé il controllo del Peloponneso, ma il suo esercito trovò un'inaspettata resistenza, tale da impedirgli ogni assalto su Sparta.<ref>{{Cita|Plutarco|27|Plutarco}}.</ref>. Il re, allora, decise di passare l'inverno nel Peloponneso per poi riprendere la campagna di conquista in primavera<ref>{{Cita|Plutarco|29|Plutarco}}.</ref> dato che gli era stata offerta la possibilità di intervenire in una disputa interna alla città di [[Argo (città antica)|Argo]].
 
Entrato di soppiatto con l'esercito in città, Pirro si ritrovò coinvolto in una confusa battaglia strada per strada. Una donna anziana, vedendolo dal tetto della sua casa, gli lanciò una tegola che, secondo quanto si dice, lo colpì e lo distrasse, permettendo a un soldato argivo di ucciderlo. La testa di Pirro fu portata da [[Alcioneo (figlio di Antigono Gonata)|Alcioneo]] al padre Antigono, che, però, lo rimproverò per la sua barbarie e lo allontanò con rabbia dalla sua presenza.<ref>{{Cita|Plutarco|34}}.</ref> I suoi resti furono portati nel tempio di [[Demetra]].<ref>{{Cita|Pausania|1.13.8|Pausania}}.</ref>.
 
=== L'eredità di Pirro ===
[[File:Pyrrhus Kingdom of Epirus.JPG|thumb|Moneta del Regno d'Epiro con iscrizione in [[Greco antico|Greco]] indicante ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΠΥΡΡΟΥ ''Basileōs Pyrrou'', "appartenente aldel re Pirro"]]
 
{{Citazione|L'esame attento delle vicende di Pirro mostra che la molla di tutte le sue imprese fu il desiderio di costituirsi un impero. Questa sua ambizione non s'incontrò che parzialmente con gl'interessi dei suoi Epiroti, le cui migliori energie egli spese nel cercar di fondare tale impero. È chiaro infatti che essi dalla conquista dell'impero non avrebbero avuto nessun vantaggío proporzionato ai loro sacrifizî e ne avrebbero profittato assai meno di quel che i Macedoni dalla conquista dell'Asia. Fu invece ventura per P. che queste sue mire ambiziose combaciassero con la difesa degl'interessi ellenici nelle sue campagne occidentali, le quali del resto non giovarono affatto a lui e giovarono solo nella ristretta misura che abbiamo precisata alla causa dell'ellenismo. Ciò in parte, specie in Italia, procedette da cause indipendenti dalla sua volontà e da lui imprevedibili, ma in parte, specie in Sicilia, dipese dal fatto che egli non intervenne con la mira disinteressata di difendere l'ellenismo, ma anche e soprattutto con quella di fondarsi un impero. In Grecia poi, sebbene astrattamente si possa dire che ogni tentativo d'unità nazionale era utile ai Greci anche se vi riluttavano, in concreto non si può non rilevare che nei mezzi relativamente ristretti e nella mancanza in P. di una vera idealità che non fosse quella del soddisfacimento della propria ambizione, era il germe dell'insuccesso per cui i suoi tentativi furono in realtà dannosi non meno alla Grecia che all'Epiro. Le forze dell'Epiro nel pieno rigoglio si sperperarono nelle lotte fratricide senza risultato, mentre si sarebbero potute adoperare assai utilmente per stendere a nord i limiti dell'ellenismo nella regione illirica, ciò che poi avrebbe permesso ai Greci di resistere con maggiore speranza di successo alla penetrazione romana nella Penisola Balcanica.|[[Gaetano deDe Sanctis]], ''Pirro'', in ''Enciclopedia Italiana''<ref>{{Treccani|pirro_(Enciclopedia-Italiana)||autore=Gaetano De Sanctis|anno=1935|accesso=2023-05-30}}</ref>}}
 
Anche se non fu sempre un re saggio e men che mai moderato, la sua ''leadership'' fu instancabile e vivace. È ricordato come uno dei più brillanti capi militari del suo tempo, classificato da [[Annibale]] stesso come il secondo più grande, dopo [[Alessandro Magno]]. Pirro passò anche alla storia come una persona molto generosa, ma fu proprio questa la sua più grande debolezza politica: infatti lasciò le casse dello stato in crisi per i doni, le spese militari e gli aiuti ai cittadini, le casse dello stato in crisi.
 
Si dimostrò tuttavia molto attivo e capace: riorganizzò lo stato rafforzando i propri poteri, organizzò un governo centrale e abbellì le città.
Purtroppo, non lasciando un successore degno di nota, l'[[Epiro]] decadde e divenne vassallo prima della [[Macedonia, (regione storica)|Macedonia]] e poi degli Etoli, e infine fu occupato da Roma.
 
Scrisse un memoriale e diversi libri sull'arte della guerra,<ref>Müller, ''Fragm. Hist. Graec.'', II, p. 461.</ref>, testi che andarono perduti nonostante le influenze che lasciarono in seguito su Annibale e gli elogi che ricevettero da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]].
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
; Fonti primarie
* {{cita libro|autore=[[Plutarco]] |titolo=Apoftegmi di re e generali, Pirro|cid=Plutarco}}
* {{cita libro|autore=[[Plutarco]] |titolo=[[Vite Paralleleparallele]], ''Pirro'' |cid=Plutarco}}
* {{cita libro|autore=[[Diodoro Siculo]] |titolo=[[Bibliotheca historica]] |cid=Diodoro}}
* {{cita libro|autore=[[Pausania il Periegeta|Pausania]] |titolo=[[Periegesi della Grecia]] |cid=Pausania}}
* {{cita libro|autore=[[Marco Giuniano Giustino]] |titolo=Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV|cid=Giustino}}
* {{cita libro|autore=[[Dionigi di Alicarnasso]] |titolo=[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]|cid=Dionigi}}
* {{cita libro|autore=[[Velleio Patercolo]] |titolo=[[Historiae romanaeRomanae ad M. Vinicium consulem libri duo]]|cid=Patercolo}}
* {{cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=[[Breviarium ab Urbe condita]]|cid=Eutropio}}
 
; Fonti secondarie
* {{SmithDGRBM|autore=|articolo=Pyrrhus|volume=VI|pagina=608-609|url=http://www.ancientlibrary.com/smith-bio/2943.html|cid=Smith}}
* {{Cita libro |autore=[[Gaetano De Sanctis]] |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/pirro_(Enciclopedia-Italiana)/ |voce=Pirro |titolo=[[Enciclopedia italiana]] |città=Roma |editore=Istituto dell'Enciclopedia Italiana |anno=1935 |accesso=2023-05-30}}
* {{Cita libro|cognome=American Numismatic Society|titolo=Numismatic Literature, Issues 50-57|editore=American Numismatic Society|anno=1960|url=http://books.google.com/books?id=ZGkvAQAAIAAJ}}
* {{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Numismatic Literature|numero=50-57|editore=American Numismatic Society|anno=1960|url=http://books.google.com/books?id=ZGkvAQAAIAAJ}}
* Jacob Abbott, ''[http://books.google.it/books?id=MDkoAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=abbott+the+history+of+pyrrhus&hl=it&sa=X&ei=FeVRVP-YFoT8ywOzz4KwCg&ved=0CC4Q6AEwAA#v=onepage&q=abbott%20the%20history%20of%20pyrrhus&f=false The History of Pyrrhus]'', Harper & Brothers, New York 1854
* {{cita libro|lingua=en|autore=Jacob Abbott|url=http://books.google.it/books?id=MDkoAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=abbott+the+history+of+pyrrhus&hl=it&sa=X&ei=FeVRVP-YFoT8ywOzz4KwCg&ved=0CC4Q6AEwAA#v=onepage&q=abbott%20the%20history%20of%20pyrrhus&f=false|titolo=The History of Pyrrhus|editore=Harper & Brothers|città=New York|anno=1854}}
* {{Cita libro|cognome1=Anglin|nome1=Jay Pascal|cognome2=Hamblin|nome2=William James|titolo=HarperCollins College Outline World History to 1648|città=New York, New York|editore=HarperCollins|anno=1993|isbn=0-06-467123-2|url=http://books.google.com/books?id=t4luVpw3NOIC}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome1=Anglin|nome1=Jay Pascal|cognome2=Hamblin|nome2=William James|titolo=HarperCollins College Outline World History to 1648|città=New York, New York|editore=HarperCollins|anno=1993|isbn=0-06-467123-2|url=http://books.google.com/books?id=t4luVpw3NOIC}}
* {{Cita web|cognome=Bennett|nome=Chris|titolo=Antigone (Egyptian Royal Genealogy - The Ptolemaic Dynasty)|editore=Tyndale House|url=http://www.tyndalehouse.com/egypt/ptolemies/antigone_fr.htm|anno=2001–2010}}
* {{Cita libroweb|lingua=en|cognome=BorzaBennett|nome=Eugene N.Chris|titolo=InAntigone the(Egyptian ShadowRoyal ofGenealogy Olympus:- The Emergence of Macedon (RevisedPtolemaic EditionDynasty)|città=Princeton, New Jersey|editore=Princeton UniversityTyndale Press|anno=1992|isbn=0-691-00880-9House|url=http://bookswww.googletyndalehouse.com/books?idegypt/ptolemies/antigone_fr.htm|anno=614pd07OtfQC2001–2010}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=DalyBorza|nome=GregoryEugene N.|titolo=Cannae:In Thethe ExperienceShadow of BattleOlympus: inThe theEmergence Secondof PunicMacedon|edizione=edizione Warrivista|città=New YorkPrinceton, New York and London, United KingdomJersey|editore=RoutledgePrinceton (TaylorUniversity & Francis)Press|anno=20031992|isbn=0-203691-9875000880-09|url=http://books.google.com/books?id=XzkY6voGtHgC614pd07OtfQC}}
* {{Citacita libro|cognomeautore1=ChamouxLorenzo Braccesi|nomeautore2=FrançoisGiovanni Millino|titolo=HellenisticLa Civilization|città=Oxford, UnitedSicilia Kingdomgreca|editore=Blackwell PublishingCarocci|città=Roma|anno=20032000|isbnISBN=088-631430-222421702-10|urlcid=http://books.google.com/books?id=nafU9ADpCwcCBraccesi e Millino}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=Daly|nome=Gregory|titolo=Cannae: The Experience of Battle in the Second Punic War|città=New York, New York and London, United Kingdom|editore=Routledge (Taylor & Francis)|anno=2003|isbn=0-203-98750-0|url=http://books.google.com/books?id=XzkY6voGtHgC}}
* {{Cita web|cognome=Encyclopædia Britannica ("Epirus")|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/190156/Epirus|titolo=Epirus|editore=Encyclopædia Britannica, Inc.|anno=2013|accesso=1º luglio 2013}}
* {{cita libro|autore=Martin Dreher|titolo=La Sicilia antica|editore=Il Mulino|città=Bologna|anno=2010|ISBN=978-88-15-13824-8|cid=Dreher}}
* {{Cita web|cognome=Encyclopædia Britannica ("Pyrrhus")|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/485118/Pyrrhus|titolo=Pyrrhus|anno=2013|editore=Encyclopædia Britannica, Inc.|accesso=1º luglio 2013}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=GarouphaliasChamoux|nome=PetrosFrançois|titolo=Pyrrhus: King ofHellenistic EpirusCivilization|città=London, United KingdomOxford|editore=StaceyBlackwell InternationalPublishing|anno=19792003|isbn=0-905743631-1322242-X1|url=http://books.google.com/books?id=d2cJAQAAIAAJnafU9ADpCwcC|cid=Chamoux}}
* {{Cita libro|cognomeautore=Grant|nome=R.[[Moses G.Finley]]|titolo=Commanders:Storia History'sdella GreatestSicilia Military Leadersantica|cittàannooriginale=New York, New York1968|editore=DK PublishingLaterza|città=Roma-Bari|edizione=5|anno=20101998|isbnISBN=088-7566420-73412532-01|url=http://books.google.com/books?idcid=tFQcwH2StsMCFinley}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=GreeneGarouphalias|nome=RobertPetros|titolo=The 33Pyrrhus: StrategiesKing of WarEpirus|città=London, United Kingdom|editore=PenguinStacey Books LimitedInternational|anno=20081979|isbn=0-14905743-31127813-3X|url=http://books.google.com/books?id=l3GD2EgazCkCd2cJAQAAIAAJ|cid=Garouphalias}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=HackensGrant|nome=TonyR. G.|titolo=The Age of PyrrhusCommanders: PapersHistory's DeliveredGreatest atMilitary the International Conference, Brown University, 8-10 April, 1988Leaders|città=ProvidenceNew York, RhodeNew IslandYork|editore=CenterDK for Old World Archaeology and Art, Brown UniversityPublishing|anno=19922010|isbn=0-7566-7341-0|url=http://books.google.com/books?id=NIsiAQAAIAAJtFQcwH2StsMC}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=JonesGreene|nome=Christopher PrestigeRobert|titolo=KinshipThe Diplomacy33 inStrategies theof Ancient WorldWar|città=CambridgeLondon, MassachusettsUnited Kingdom|editore=HarvardPenguin UniversityBooks PressLimited|anno=19992008|isbn=0-67414-50527311278-13|url=http://books.google.com/books?id=zDm7315nUk0Cl3GD2EgazCkC}}
* {{Cita libro|cognome1lingua=Kishlanskyen|nome1cognome=Mark A.Hackens|cognome2nome=Geary|nome2=Patrick|cognome3=O'Brien|nome3=PatriciaTony|titolo=CivilizationThe inAge theof WestPyrrhus: Papers Delivered at the (VolumeInternational 1Conference, PartsBrown 1University, 8-12)10 April, 1988|città=LondonProvidence, UnitedRhode KingdomIsland|editore=PearsonCenter Longmanfor Old World Archaeology and Art, Brown University|anno=2005|isbn=0-321-23621-11992|url=http://books.google.com/books?id=9xKUDDmbp18CNIsiAQAAIAAJ}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=RichardJones|nome=CarlChristopher J.Prestige|titolo=TwelveKinship GreeksDiplomacy andin Romansthe who Changed theAncient World|città=OxfordCambridge, United KingdomMassachusetts|editore=RowmanHarvard andUniversity Littlefield Publishers, IncorporatedPress|anno=20031999|isbn=0-7425674-279150527-31|url=http://books.google.com/books?id=FRnR1_Hc_BQCzDm7315nUk0C|cid=Jones}}
* {{Cita libro|cognomelingua=Sayloren|nomecognome1=StevenKishlansky|nome1=Mark A.|cognome2=Geary|nome2=Patrick|cognome3=O'Brien|nome3=Patricia|titolo=Roma:Civilization Thein Novelthe ofWest Ancient(Volume Rome1, Parts 1-12)|città=New YorkLondon, NewUnited YorkKingdom|editore=St. Martin'sPearson PressLongman|anno=20072005|isbn=0-312321-3283123621-1|url=http://books.google.com/books?id=bp58sxv6JJkC9xKUDDmbp18C}}
* {{Cita libro|cognome1lingua=Sekundaen|nome1cognome=NickRichard|cognome2nome=Northwood|nome2=Simon|cognome3=Hook|nome3=RichardCarl J.|titolo=EarlyTwelve RomanGreeks Armiesand Romans who Changed the World|città=Oxford, United Kingdom|editore=OspreyRowman and Littlefield Publishers, PublishingIncorporated|anno=19952003|isbn=10-855327425-5132791-63|url=http://books.google.com/books?id=LlO_YS_UilYCFRnR1_Hc_BQC}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=TinsleySaylor|nome=Barbara SherSteven|titolo=Reconstructing Western CivilizationRoma: IrreverentThe EssaysNovel onof AntiquityAncient Rome|città=SelingsgroveNew York, PennsylvaniaNew York|editore=SusquehannaSt. UniversityMartin's Press|anno=20062007|isbn=10-57591312-09532831-01|url=http://books.google.com/books?id=xwrC2CC_QBsCbp58sxv6JJkC}}
* {{Cita libro|cognomecognome1=WilkesSekunda|nomenome1=JohnNick|cognome2=Northwood|nome2=Simon|cognome3=Hook|nome3=Richard|titolo=TheEarly Roman IllyriansArmies|città=Oxford, United Kingdom|editore=BlackwellOsprey Publishers LimitedPublishing|anno=1995|annooriginale=1992|isbn=01-63185532-19807513-56|url=http://books.google.com/books?id=4Nv6SPRKqs8CLlO_YS_UilYC|accesso=29 agosto 2024|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131029193110/http://books.google.com/books?id=LlO_YS_UilYC|dataarchivio=29 ottobre 2013|urlmorto=sì}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=Tinsley|nome=Barbara Sher|titolo=Reconstructing Western Civilization: Irreverent Essays on Antiquity|città=Selingsgrove, Pennsylvania|editore=Susquehanna University Press|anno=2006|isbn=1-57591-095-0|url=http://books.google.com/books?id=xwrC2CC_QBsC}}
* {{Cita libro|cognome=Vegetti|nome=Mario|wkautore=Mario Vegetti|titolo=Dalla rivoluzione agricola a Roma|editore=Zanichelli|anno=1989|isbn=88-08-12084-8|cid=Vegetti}}
* {{Cita libro|lingua=en|cognome=Wilkes|nome=John|titolo=The Illyrians|città=Oxford, United Kingdom|editore=Blackwell Publishers Limited|anno=1995|annooriginale=1992|isbn=0-631-19807-5|url=http://books.google.com/books?id=4Nv6SPRKqs8C}}
* {{Cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/190156/Epirus|titolo=Epirus|editore=Encyclopædia Britannica|anno=2013|accesso=1º luglio 2013}}
* {{Cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/485118/Pyrrhus|titolo=Pyrrhus|anno=2013|editore=Encyclopædia Britannica|accesso=1º luglio 2013}}
 
== Voci correlate ==
Riga 187 ⟶ 201:
* [[Storia di Taranto]]
* [[Guerre greco-puniche]]
* [[Personalità legate a Taranto]]
* [[Guerre pirriche]]
* [[Battaglia di Heraclea]]
* [[Storia della Sicilia greca]]
* [[Vittoria di Pirro]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Pyrrhus}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Box successione|immagine=
Riga 199 ⟶ 216:
|precedente=[[Demetrio I Poliorcete|Demetrio I]]
|successivo=[[Lisimaco]]
|periodo=[[288 a.C.|288]]-[[285 a.C.]]
}}
{{Box successione|immagine=
Riga 207 ⟶ 224:
|periodo=[[274 a.C.|274]]-[[272 a.C.]]
}}
{{box successione|
|precedente=[[Tinione]] e [[Sosistrato di Agrigento|Sosistrato]]|
|successivo=repubblica, poi [[Gerone II]]|
|carica=[[Tiranni di Siracusa|Tiranno di Siracusa]]<br />con [[Tinione]]|
|periodo=[[277 a.C.]]-[[276 a.C.]]|
}}
{{Re dell'Epiro}}
 
{{re di Macedonia}}
{{re dell'Epiro}}
{{Plutarco}}
{{Eacidi}}
{{Agatocle di Siracusa}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|antica Grecia|biografie|storia}}
 
[[Categoria:Nemici e alleati di Roma]]
[[Categoria:Persone legate a Taranto]]
[[Categoria:Re dell'Epiro]]
[[Categoria:Tiranni di Siracusa]]
[[Categoria:Re di Macedonia]]
[[Categoria:Personaggi legati a un'antonomasia]]
 
{{Link VdQ|es}}
{{Link AdQ|el}}