Franz Joseph Saurau: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
PMarega1998 (discussione | contributi)
 
(160 versioni intermedie di 67 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{Carica pubblica
[[Image:Saurau, Franz Josef Graf.jpg|right|350px]]
| nome = Franz Josef von Sarau
Il Conte '''Francesco Saurau''' ([[Vienna]] [[19 settembre]] [[1760]] – [[Firenze]] [[9 giugno]] [[1832]]), governatore di [[Vienna]], ambasciatore a [[San Pietroburgo]] ed a [[Firenze]], ministro di polizia, delle finanze, governatore di [[Milano]] dall’aprile [[1815]], governatore della [[Lombardia]] dall’aprile [[1816]] al febbraio [[1818]].
| immagine = Heinrich_Friedrich_Füger_004b.jpg
| didascalia =
| carica = [[Regno Lombardo-Veneto#Governanti del Regno: Re, Viceré e Governatori|Governatore della Lombardia]]
| mandato = [[1815]]-[[1817]]
| capo di stato = [[Francesco I d'Austria]]
| predecessore = [[Heinrich Bellegarde]]
| successore = [[Giulio Strassoldo di Sotto]]
| carica2 = Ministro delle Finanze
| mandato2 = [[1797]]-[[1801]]
| monarca2 = [[Francesco I d'Austria]]
| prefisso onorifico = Sua Altezza Serenissima
| suffisso onorifico =
| partito =
| professione = politico
}}{{Bio
|Nome = Franz Josef
|Cognome = von Saurau
|Sesso = M
|LuogoNascita = Vienna
|GiornoMeseNascita = 19 settembre
|AnnoNascita = 1760
|LuogoMorte = Firenze
|GiornoMeseMorte = 9 giugno
|AnnoMorte = 1832
|Epoca = 1800
|Attività = politico
|Attività2 = diplomatico
|Nazionalità = austriaco
}}
 
Appartenente ad una famiglia dell'alta nobiltà austriaca, fu una figura di spicco nel panorama politico viennese tra il [[1780]] ed il [[1830]], ricoprendo numerose volte l'incarico di ministro, ambasciatore e governatore.
==Origini==
Esponente di una antica famiglia della nobilità austriaca della [[Stiria]] (nel capoluogo [[Graz]] sopravvive un [[Palazzo Saurau]], appartenente alla famiglia dal 1630, noto ai turisti perché ornato dalla statua di un turco con il pugnale, che osserva dall’alto i passanti), ove sussiste un villagio omonimo.
 
==Antefatti Biografia ==
Allo scoppio della [[Rivoluzione francese]] la situazione interna dei domini [[Austria|austriaci]] era fortemente condizionata dal tentativo dell’imperatore [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]] di ridurre l’autonomia dei regni sottoposti alla corona. Ad esempio nel [[1782]] la [[Hofrechenkammer]] (l’ufficio di contabilità e controllo), estese le proprie competenze all’[[Ungheria]], seguita dalla direzione di polizia viennese (Oberpolizei Direktion) che prima estendeva le proprie competenze alla sola [[Bassa Austria]]. Quest’ultima era affidata al conte [[Johann Anton Pergen|Pergen]], capo della polizia segreta. Al [[1787]] [[Johann Anton Pergen|Pergen]] disponeva di uffici di polizia nelle pincipali città del regno soggetto ([[Bratislava]], [[Buda]], [[Pest]], [[Hermannstadt]]), oltre, naturalmente, negli stati austriaci e [[Boemia|boemi]] ed in [[Galizia]]. <br/>
Alla morte di [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]], il [[20 febbraio]] [[1790]], il successore [[Leopoldo II del Sacro Romano Impero|Leopoldo II]] si vide costretto a revocare molte di tali misure. Addirittura, il [[3 marzo]] [[1791]] [[Johann Anton Pergen|Pergen]] dovette dimettersi e la sua polizia venne dissolta sotto l’autorità dei governi locali. <br/>
 
=== Primi anni e l'ingresso nell'apparato statale austriaco ===
[[Leopoldo II del Sacro Romano Impero|Leopoldo II]] morì presto, il [[1 marzo]] [[1792]]: il suo breve regno era stato dominato dallo scoppio della [[Rivoluzione francese]], con i preparativi della campagna militare che sarebbe stata sostenuta, principalmente, da [[Vienna]], [[Berlino]], uniti all'[[Inghilterra]] ed a stati minori quai il [[Regno di Sardegna]]. <br/>
Apparteneva al ramo austriaco della famiglia Saurau, una famiglia dell'alta nobiltà austriaca. Saurau ricevette la sua prima educazione da un padre gesuita e proseguì la sua formazione presso l’[[Accademia militare Teresiana]] a [[Vienna]]. Entrato nel servizio statale, fu impiegato nei lavori del nuovo catasto "[[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|giuseppino]]". Nel [[1784]] divenne commissario distrettuale a [[Traiskirchen]], poco dopo consigliere del governo a [[Praga]] e nel [[1789]] ''Stadthauptmann,'' ossia il comandante civile, di Vienna, un incarico di particolare rilievo considerati i [[Rivoluzione francese|venti rivoluzionari dell'epoca]].<ref>{{Cita|von Wurzbach|p. 279}}.</ref>
Il giovane [[Francesco II del Sacro Romano Impero|successore]] aveva maturato convinzioni profondamente anti-francesi e reazionarie, ulteriormente inaspritesi, il [[16 ottobre]] [[1793]], quando venne [[ghigliottina|ghigliottinata]] a [[Parigi]] sua zia [[Maria Antonietta di Asburgo-Lorena]] ed abbandonato ad un impietoso destino il di lei figlio [[Luigi XVII di Francia|Luigi Carlo]]. Già nel gennaio [[1793]] aveva richiamato [[Johann Anton Pergen|Pergen]] in un nuovo Dipartimento di Stato battezzato ‘Polizei Hofstelle’. Esso controllava la polizia di [[Vienna]] del [[Franz Anton Beer|Beer]] (‘Oberpolizei-Direktion’). <br/>
 
All'epoca, il partito al governo in Austria concesse vasti poteri alla polizia segreta, gestita da un dipartimento statale, il ''Polizei Hofstelle'', direttamente dipendente dall'imperatore. Al capo di tale ministero fu messo il conte Pergen, a cui, per via dell'avanzata età, fu affiancato proprio il conte Saurau. [[1790|L'anno seguente]] partecipò all'incoronazione di [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo II]] e ottenne un ruolo di prestigio nel collegio dei ministri; il nuovo cancelliere [[Giovanni Amadeo Francesco di Paola Thugut|Thugut]] lo scelse come presidente del governo di Vienna e come Ministro della Polizia. Fu un acerrimo nemico dei giacobini e destinò molte delle energie della ministero della Polizia nel cercare e processare le società segrete giacobine, agendo anche tramite una fitta rete di informatori. Si distinse per la durezza delle condanne, dimostrando di essere un fervido patriota e un convinto reazionario.<ref>{{Cita|von Wurzbach|pp. 279-280}}.</ref>
==Esordi==
Pochi mesi dopo, nel maggio [[1793]], [[Johann Anton Pergen|Pergen]] chiamò accanto a sé il Saurau, con l’incarico formale, dall’agosto [[1794]], di presidente del governo della [[Bassa Austria]]. Sino al [[1789]] questo incarico era stato del [[Johann Anton Pergen|Pergen]] e le fonti sono concordi dell’affermare che Saurau agì da vice del conte. <br/>
La seconda ‘promozione’ del periodo venne il [[6 gennaio]] [[1794]], quando sposò la contessa ‘italiana’ Maria Antonia di [[Lodrone]] (in [[Trentino]]) ([[23 giugno]] [[1767]]–[[19 ottobre]] [[1839]]), nipote di un Imperiale Regio Ciambellano e Capitano della Guardia Imperiale. <br/>
 
Durante l'avanzata delle forze francesi verso l'Austria, dopo la [[Assedio di Mantova (1796)|caduta di Mantova]], organizzò la resistenza a Vienna. Nel [[1797]] assunse anche il Ministero delle Finanze, incarico che mantenne per i quattro anni a venire. Nel [[1801]], con la caduta di Thugut e l’ascesa dell’[[Carlo d'Asburgo-Teschen|arciduca Carlo]], Saurau lasciò l’incarico<ref>{{Cita|von Wurzbach|p. 281}}.</ref> e fu inviato ambasciatore a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per la coronazione dello [[zar]] [[Alessandro I di Russia|Alessandro I]], ricevendo il Gran Cordone dell’[[Ordine reale di Santo Stefano d'Ungheria|Ordine di Santo Stefano]]. I suoi tentativi di convincere la Russia ad opporsi alla Francia fallirono. Nel [[1803]] fu sostituito da [[Johann Philipp Karl Joseph von Stadion|Stadion]], richiamato in patria. Dopo la [[Terza coalizione|disfatta del 1805]], fu commissario imperiale in [[Stiria]] e assieme all'[[Giovanni d'Asburgo-Lorena|arciduca Giovanni]] riorganizzò le [[Landwehr|milizie territoriali austriache]].<ref name=":0">{{Cita|von Wurzbach|p. 282}}.</ref>
L’esigenza del momento era determinata dalla guerra con la [[Rivoluzione francese|francia rivoluzionaria]], nella quale l’[[Austria]] fu ininterrottamente impegnata, in particolare sul fronte nord, dalla provincia austriaca del [[Belgio]]. Saurau diede il proprio contributo lanciando, nel [[1793]], un appello alla mobilitazione della [[Bassa Austria]]: le truppe così raccolte vennero inquadrate in un corpo franco chiamato ‘Landesstande’, del quale assunse il comando il Duca di [[Wurttemburg]]. In ogni caso, mostrò una grande affidabilità, che gli sarebbe valsa le successive promozioni. <br/>
Di tale periodo si conosce anche un secondo episodio, che lascia trasparire come Saurau non volesse farsi schiacciare dal mestiere di gendarme: nel [[1793]], presentò all’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]] una proposta di abolizione dello speciale dipartimento della polizia [[Vienna|viennese]] dedicato ai sudditi di religione ebraica (lo ‘Judenamt’), ma ottenne solo di ribattezzarlo da dipartimento a commissione. Il non abbastanza studiato episodio, sembra mostrare come Saurau potesse inserirsi nella linea riformatrice di [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]] ma non se ne conoscono altri e si potrebbe concludere che la reazione del dell’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore in carica]] abbia definitivamente convinto Saurau ad adeguarsi alle scelte reazionarie che i tempi perigliosi imponevano. <br/>
 
Nel [[1809]] seguì [[Quinta coalizione|l’armata in Italia]], poi tornò a Vienna come ''Statthalter,'' ossia governatore. Si distinse nei preparativi per [[Sesta coalizione|la guerra del 1813]]. Poi riorganizzò le province illiriche, fu attivo a [[Parma]], [[Roma]] e nei [[Stato Pontificio|territori pontifici]]. Nel [[1815]] fu inviato in [[Regno Lombardo-Veneto|Lombardia]] in sostituzione del precedente governatore, il [[Feldmaresciallo|maresciallo]] [[Heinrich Bellegarde|Bellegarde]],<ref name=":8">{{Cita libro|lingua=it|nome=Giovanni De|cognome=Castro|titolo=Milano e le cospirazioni lombarde, 1814-1820: giusta le poesie, le caricature, i diari e altre testimonianze dei tempi|url=https://books.google.it/books?id=kBclHLS1ojwC&pg=PA164&dq=bellegarde+saurau&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjqw6fryaCMAxVI_7sIHSNZOX8QuwV6BAgJEAg#v=onepage&q=bellegarde%20saurau&f=false|accesso=23 marzo 2025|data=1892|editore=Dumolard}}</ref> rimanendovi per due anni, per poi essere a sua volta sostituito da [[Giulio Strassoldo di Sotto|Giulio Strassoldo]].<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-giuseppe-strassoldo_(Dizionario-Biografico)/|titolo=STRASSOLDO, Giulio Giuseppe - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-06-27}}</ref> Nel [[1817]] fu brevemente ambasciatore a [[Madrid]] e poco dopo divenne Cancelliere supremo della città di Vienna<ref>{{Cita libro|lingua=de|autore=Walter Brunner|titolo=Schloss Premstätten|anno=1989|città=Graz|p=193}}</ref> e dal [[1823]] anche quello di Capo della Cancelleria di Corte. Nel [[1828]] ricevette il titolo di Cavaliere dell'[[Ordine del Toson d'oro|Ordine del Toson d’Oro]], e nel [[1830]], in occasione dei 50 anni di servizio, fu decorato con il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Santo Stefano. Nel [[1831]] si ritirò dagli incarichi che ricopriva e fu nominato ambasciatore a [[Firenze]], dove morì l’[[1832|anno successivo]].<ref name=":0" />
==L'inizio della repressione==
Nel [[1794]] Saurau fece parlare di sé quando il [[Johann Amadeus Francis de Paula Thugut|von Thugut]] (già ministro degli esteri dal [[25 marzo]] [[1793]]) divenne cancelliere alla morte del predecessore [[Wenzel Anton Kaunitz|Kaunitz]], avvenuta il [[27 giugno]] [[1794]]. [[Johann Amadeus Francis de Paula Thugut|Thugut]] era soprannominato il ‘barone della guerra’ (Kriegsbaron), in quanto perseguì con tenacia lo sforzo bellico contro la [[Francia]] rivoluzionaria. Gli storici socialisti austriaci lo descrivono come un uomo brutale, che conosceva un unico obiettivo: la estirpazione della ‘ribellione’ all’ordine costituito, in [[Francia]] come in [[Austria]]. Tuttavia, appare evidente come le sue azioni fossero determinata dalla esigenza di reagire allo scemare del consenso popolare alla guerra contro la [[Francia]], che ormai andava decisamente per le lunghe, né si avevano a registrare memorabili successi. [[Johann Amadeus Francis de Paula Thugut|Thugut]] reagì con quello che venne poi definito un vero e proprio ‘regime di polizia’: inasprì la censura, istituì un separato ministero di polizia dotato di poteri assai più ampi del recente passato, formò di una organizzazione di agenti segreti e ‘provocatori’. <br>
Egli identificò nel Saurau l’uomo adatto della bisogna. Di lui si disse che fosse un assai efficiente e fedele esecutore. Nonostante alcune manchevolezze: si diceva che non disprezzasse ricattare le persone la cui sorte dipendeva dalle sue decisioni, estorcendo loro grosse somme di denaro. <br>
 
==Onorificenze==
==I ‘Processi Giacobini’==
===Onorificenze austriache===
Il primo atto del Saurau fu denunciare una supposta congiura anti-governativa. La ‘scoperta’ permetteva di soddisfare i mille sospetti e le attese del giovane [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]], che già da tempo sosteneva si dovesse ‘dare un esempio’. <br/>
{{Onorificenze
La principale accortezza del Saurau e del [[Johann Anton Pergen|Pergen]] fu di coinvolgere nell’accusa non figure di secondo piano, bensì notabili di spicco dell’esercito, della cultura o della nobilità, già conosciute per non essere perfettamente allineate alla politica governativa. Nacque così quello che viene ricordato come i ‘[[processi giacobini]]’ (Jakobinerprozess), laddove occorre tenere conto che di ‘giacobini’ veri e propri ne circolavano in [[Austria]] assai pochi. L’accusa, infatti, si basò unicamente sulla interpretazione delle idee degli accusati, nonché su delazioni di confidenti di polizia e il processo dovette essere tenuto a porte chiuse, stante la evidente mancanza di prove. Scopo del Saurau era, piuttosto, di mettere in scena un processo che servisse ad intimidire i sudditi austriaci e, soprattutto, ungheresi. <br>
|immagine=Order of the Golden Fleece ribbon bar.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro
|collegamento_onorificenza=Ordine del Toson d'oro
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ord.S.Stef.Ungh. - GC.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria
|collegamento_onorificenza=Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ord.CoronaFerrea - GC.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di I Classe dell'Ordine della Corona Ferrea
|collegamento_onorificenza=Ordine della Corona Ferrea
|motivazione=
}}
 
===Onorificenze straniere===
==Governatore di Vienna==
{{Onorificenze
[[Johann Amadeus Francis de Paula Thugut|Thugut]] dovette essere contento del Saurau, tanto da nominarlo (dal [[1795]] al [[1797]]) governatore (Statthalter) di Vienna. Egli persegì una violenta campagna di repressione, non solo contro i ‘giacobini’, ma bensì contro l’intera Intellighenzia. I più innoqui libri e riviste vennero proibiti, chiusi praticamente tutti i circoli letterari, una quantità di associazioni non legate alla politica. In [[Ungheria]] si procedette anche più duramente che in [[Austria]]. <br>
|immagine=Ord.SanFerdinandoMerito-GC.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce del Reale ordine di San Ferdinando e del merito
|collegamento_onorificenza=Reale ordine di San Ferdinando e del merito
|motivazione=
}}
 
== Ascendenza ==
Tuttavia, la situazione bellica, nel frattempo, precipitava verso la disfatta: nel [[1796]] si riaccendeva il fronte italiano, con la travolgente avanzata del giovane [[Napoleone I|Napoleone]], che cominciò a spazzare la pianura padana dai presidi austriaci e, nel [[1797]] passò le [[Alpi]]. <br>
{{Ascendenza
Fra i compiti del Saurau vi fu di evacuare in [[Ungheria]] il tesoro di stato, al seguito della coppia imperiale. Fu presente alla invasione del palazzo del governo, da parte di una folla di [[Vienna|viennesi]] che chiedeva la pace, poco prima dell’[[armistizio di Leoben]]. Ebbe una parte nell’istigare la [[Repubblica di Venezia]] alle [[Pasque Veronesi]], che la perdettero. <br>
| 1 = Franz Joseph Saurau
| 2 = Karl Maximilian von Saurau
| 4 = Johann Georg von Saurau
| 8 = Siegmund Friedrich von Saurau
|16 = Karl von Saurau
|17 = Susanna Katharina von Teuffenbach
| 9 = Helena Maria Theresia von und zum Jungen
| 5 = Maria Barbara Guyard de Saint-Julien
|10 = Adam Maximilian Guyard de Saint-Julien
|20 = Heinrich Guyard de Saint-Julien
|21 = Maria Sidonia Elisabeth von Hardegg-Glatz-Machlande
|11 = Maria Suzanne van Brandis
|22 = Johan Jacob van Brandis
|23 = Catharina Elisabeth van Questenberg
| 3 = Maria Katharina Barbara Breuner
| 6 = Maximilian Ferdinand Leopold Breuner
|12 = Ferdinand Ernst Breuner
|24 = Maximilian Ludwig Ernst Breunner von Stübing-Fladnitz
|25 = Anna Benigna Maria Regina von Wagensperg
|13 = Maria Katharina Susanna von Vetter und von der Lilie
|26 = Johann Weikhard von Vetter und von der Lilie
|27 = Maria Katharina Isabella von Herberstein
| 7 = Marie Claire de Saint Julien
}}
 
== Note ==
==Accresciuta vicinanza all’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]]==
<references />
Come detto, la repressione politica era stata fortemente voluta dall’imperatore [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]], ciò che consentì al Saurau di essere ammesso fra i suoi principali consiglieri. Ed ad interpretare il proprio ruolo in termini più politici che polizieschi. <br/>
Nel [[1797]], ad esempio si occupò, della riapertura del Theresianum (l’accademia per giovani nobili instaurata dalla rimpianta imperatrice [[Maria Teresa d’Austria|Maria Teresa]]). Ma, soprattutto, il [[16 maggio]] dello stesso anno, indicava molto francamente all’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|imperatore]] come il destino dei suoi stati fosse messo in pericolo dalla caotica struttura amministrativa (troppi ufficiali) che determinava una palese carenza di coesione amministrativa (“una ridda di ordini contraddittori”). <br/>
Ciò che Saurau suggeriva, non era un ritorno all’autonomia dei regni (ungherese, per esempio), quanto la continuazione dello sforzo per una amministrazione disciplinata ed attentamente organizzata, che servisse da pronto ed efficace strumento di governo. Tesi che all’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] sicuramente sosteneva. Il [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]] riassunse efficacemente che “l’Austria non volle essere una federazione di popoli sé-reggenti … presieduta splendidamente da una famiglia di dogi ereditari”.
<br/>
Il dibattito di questi anni fu davvero importante, in quanto costituì la base per la ricostruzione dell’[[Impero Austriaco|impero]] durante e, specialmente, dopo le guerre napoleoniche. E, in definitiva, perderà l’[[Impero Austriaco|Impero]]. Quarant’anni più tardi, [[Carlo Cattaneo|Cattaneo]] analizzava gli effetti delle scelte di quei giorni: “nelle guerre napoleoniche, il governo austriaco si compose ognora piú a dittatoria rigidezza … per farsi strettamente una, l'Austria doveva preferire una lingua fra dieci: elevare a dominio una minoranza: configgere sul letto di Procuste tutte l'altre nazioni … ogni passo ch'ella faceva dietro il sogno dell'unità, addolorava e inimicava un ordine di cittadini; destava in tutti il fremito del sangue italiano … questa mutazione degli animi era lenta, ma continua, universale; irreparabile a qualsiasi scaltrimento di polizia … infine rimase spenta affatto ogni tradizione d'amore e di rispetto; e allora li eserciti, che dovevano difendere lo stato dai nemici esterni, vennero ritorti contro la patria, simili al pugnale del suicida… vacillavano intanto le finanze austriache sotto il peso assiduo dell'esercito stanziale, ch'era oggimai l'unico vincolo tra le ripugnanti membra dello stato” e venne il [[1848]]. <br/>
 
==Bibliografia==
==Presidente della [[commissione aulica centrale]] di organizzazione==
* {{Cita libro|lingua=de|autore=Constantin von Wurzbach|titolo=Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich|url=https://de.wikisource.org/wiki/BLK%C3%96:Saurau,_Franz_Joseph_Graf|data=1884|editore=Aus der Kaiserlich-königlichen Hof- und Staatsdruckerei|città=Vienna|volume=28|cid=von Wurzbach}}
Saurau, in ogni caso, era intervenuto nel dibattito esprimento una tesi che l’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]] condivideva. Quando, il [[7 settembre]] [[1797]], istituì la [[commissione aulica centrale]] di organizzazione (‘k.k. Hofkammer’), dovette apparirgli logico nominare, il [[14 ottobre]], presidente il Saurau. Si trattava di una carica assai importante che racchiudeva le competenze della amministrazione finanziaria, per cui il nostro divenne anche Ministro delle Finanze. Restò in carica sino al [[1802]], quando fu sostituito dal conte [[Lazansky]] (che era ancora in carica nel [[1815]]). <br>
 
== Altri progetti ==
Nel periodo si fece una certa fama come promotore delle industrie austriache: ad esempio prestò 10’000 fiorini (ed altri 40'000 li fece prestare al suo fido von [[Hartl]]) ad un tessitore di nome [[Mistelbauer]], per produrre cotonate alla maniera inglese, a [[Helmannsöd]] presso [[Linz]]. <br>
{{interprogetto}}
Non dovette perdere i suoi legami con la polizia, se è vero che, ancora nel [[1802]] procurò un bel numero di cadaveri e al fondatore della [[frenologia]] moderna, [[Franz Joseph Gall]], un precursore di [[Cesare Lombroso|Lombroso]]. <br>
 
== Collegamenti esterni ==
==Ambasciatore a [[San Pietroburgo]]==
{{Collegamenti esterni}}
Nell’aprile [[1802]], praticamente all’indomani della [[pace di Lunéville]] (che per l’[[Austria]] confermava le condizioni di [[trattato di Campoformio|Campoformio]]), venne nominato ambasciatore austriaco a [[San Pietroburgo]]. Sono gli anni della [[terza coalizione]] anti-napoleonica, che portò alla enorme sconfitta [[Impero Austriaco|austro]]-[[Impero Russo|russa]] ad [[battaglia di Austerlitz|Austerlitz]] ed alla uminiliante [[Pace di Presburgo]] del [[26 dicembre]] [[1806]]. <br>
Seguirono tre anni di pace, [[Sollevazione Austriaca]], la ripresa delle ostilità con la [[quinta coalizione]], la mezza vittoria di [[battaglia di Aspern-Essling|Aspern-Essling]] e la rotta di [[battaglia di Wagram|Wagram]]: con la [[Pace di Schönbrunn]] dell’ottobre [[1809]], l’[[Impero Austriaco|Austria]] perdeva provincie, riduceva l’esercito alla miseria di 150'000 uomini e diveniva, sostanzialmente, vassallo della [[Francia]]. <br>
 
{{box successione
==Ancora Governatore di Vienna==
|tipologia = incarico diplomatico
Nel conflitto la [[Impero russo|Russia]] era alleata della [[Francia]], e guadagnò alcune prede territoriali. Ma non è dato sapere quando Saurau rientrò a [[Vienna]]. Certamente quando, nel [[1809]], cominciò il lungo ministero [[Klemens Wenzel von Metternich|Metternich]], quest’ultimo ritenette di richiamare Saurau al suo mestiere originario: governatore (Statthalter) di Vienna, con funzioni primarie di polizia (restò in carica dal [[1809]] al [[1814]]). <br/>
|immagine=Flag of the Habsburg Monarchy.svg
|carica=[[Ambasciatori austriaci in Toscana|Ambasciatore imperiale in Toscana, Modena e Lucca]]
|precedente=[[Ludwig Philipp von Bombelles]]
|successivo=[[Friedrich von Senfft]]
|periodo=[[1830]] - [[1832]]
}}
{{Box successione
|immagine = Flag of Milan.svg
|tipologia = incarico governativo
|carica=[[Regno Lombardo-Veneto#Governanti del Regno: Re, Viceré e Governatori|Governatore della Lombardia]]
|periodo=[[1816]]-[[1818]]
|precedente=[[Heinrich Johann Bellegarde]]
|successivo=[[Giulio Strassoldo di Sotto]]
}}
{{Box successione
|immagine = Flag of Archduchy of Austria (1894 - 1918).svg
|tipologia = incarico governativo
|precedente = [[Ferdinand Ernst Maria von Bissingen-Nippenburg]]
|carica = [[Austria|Governatore dell'Austria]]
|periodo = [[1809]]-[[1814]]
|successivo = [[Ignaz Karl Chorinsky von Ledske]]
}}
{{Box successione
|immagine = Flag of Styria.svg
|tipologia = incarico governativo
|precedente=Titolo inesistente
|carica=[[Stiria|Governatore della Stiria]]
|periodo=[[1806]]-[[1808]]
|successivo=[[Peter von Goëss]]
}}
{{Box successione
|immagine = Flag of Carinthia (state).svg
|tipologia = incarico governativo
|carica=[[Carinzia|Governatore della Carinzia]]
|periodo=[[1806]]-[[1809]]
|precedente=[[Peter von Goëss]]
|successivo=[[Johann von Schluga zu Rastenfeld]]
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Risorgimento}}
 
[[Categoria:Personalità del Risorgimento]]
Vi sono ragioni per credere che egli abbia vissuto il ritorno dall’ambasciata a [[San Pietroburgo]] come una mezza sconfitta: era un esponente della migliore grande aristocrazia di [[Vienna|corte]] ed ambiva ad altro. Da fedele servitore dell’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]], tuttavia, si adattò a rinnovare la propria esperienza di grande repressore. Il clima, per sua fortuna, era assai migliore rispetto al [[1795]]: la grande mobilitazione del [[1809]] aveva mostrato un rinnovato attaccamento delle popolazioni dell’[[Impero Austriaco|Impero]] alla corona, tanto che la guerra a [[Napoleone I|Napoleone]] si era trasformata in una guerra ‘nazionale’ di liberazione. <br/>
[[Categoria:Personalità del Primo Impero francese]]
 
La grande occasione si presentò nel l’aprile-maggio [[1814]], con l’occupazione del [[Regno d’Italia]]: sorta di grande [[Eldorado]], assai più ricco del resto dell’[[Impero Austriaco|Impero]], conquistato dal feldmaresciallo [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] nonostante le sconfitte militari ([[battaglia del Mincio]]) e solo grazie al tradimento del patriziato milanese. <br/>
Si trattava, ora, di reprimere le tensioni indipendentiste e di organizzare una nuova provincia alla obbidienza alla corona: chi meglio del provato, fedele ed ambizioso governatore di [[Vienna]]? Che, oltretutto, sin dal [[1797]] aveva espresso chiaramente la propria propensione per la centralizzazione della amministrazione pubblica? <br/>
 
==Inviato speciale in [[Lombardia]]==
Saurau raggiunse [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] in [[Lombardia]], alcuni mesi dopo che questi si era nominato ‘plenipotenziario’ del [[Regno d’Italia]] che aveva occupato. Fu al suo fianco nella cruciale carica di governatore di [[Milano]], sin dal dal marzo [[1815]] (ufficialmente dal [[21 aprile]]). Fu per suo ordine che, morto il [[Francesco Melzi d'Eril|Melzi d'Eril]], il [[15 gennaio]] [[1816]], una delegazione governativa ne sequestrò gli archivi, poi in parte dispersi.
 
Nel perido in cui Saurau fu governatore di [[Milano]], il nuovo governo invasore raggiunse tutti i propri obiettivi essenziali: il [[30 marzo]] [[1815]] aveva imposto agli ufficiali dell’esercito del [[Regno d’Italia]] di giurare fedeltà all'[[Impero Austriaco|Austria]]: ciò che spinse il [[Ugo Foscolo|Foscolo]] all’esilio e trasferito gran parte dei reparti verso nuove guarnigioni al di là delle [[Alpi]]. <br>
Il [[2 maggio]] l’esercito austriaco aveva battuto [[Gioacchino Murat|Murat]] a [[battaglia di Tolentino|Tolentino]] e il [[2 giugno]] rientrò a [[Napoli]] [[Ferdinando IV di Borbone]], sulla punta delle loro baionette. Nel Maggio [[1815]] Saurau, allora governatore di Milano, venne fatto capo, col titolo di Ministro, d’una speciale amministrazione militare austriaca di qua dal Po. Il suo compito consistette, assai probabilmente, nella sistemazione dei Ducati: ai Borbone-Parma il possesso di [[Ducato di Lucca|Lucca]], ciò che avvenne il [[22 Novembre]] [[1817]]. La solerzia fu, certo, particolarmente apprezzata dall’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore]], in quanto consetiva a sua figlia [[Maria Luisa d’Austria|Maria Luisa]], già ceduta in matrimonio a [[Napoleone I|Napoleone]], di conservare il trono di [[Ducato di Parma e Piacenza|Parma]] ''usque ad mortem''. <br>
Il [[9 giugno]], infine, appena sette giorni dopo il rientro dei Borbone a [[Napoli]], (ma nove giorni prima di [[battaglia di Waterloo|Waterloo]]), si concluse il [[Congresso di Vienna]]. Esso ratificava la costituzione degli “stati austriaci in Italia”, per annessione di [[Milano]] e [[Venezia]] all’[[Impero Austriaco]]: a ciò aveva molto giovato la circostanza che sotto [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] e Saurau non si fosse registrato alcun segno di opposizione politica. <br>
 
==L’occasione per ricordare di non essere solo un buon ministro di polizia==
In quei mesi si presentò al Saurau una nuova opportunità di mostrare di non essere solo un poliziotto: venne chiamato a partecipare alla commissione per la sistemazione del [[Monte Napoleone]], ovvero del debito pubblico ereditato dal cessato [[Regno d’Italia]]. Si trattava di ripartire il carico sui quattro stati in cui esso era stato diviso, nonché di garantire una adeguata gestione del neonato [[Monte Lombardo-Veneto]], che subentrava per il pro-quota attinente agli ‘stati austriaci in [[Italia]]’. La commissione si riuniva in [[Milano]], Saurau era governatore della [[Lombardia]] e quest’ultima rappresentava la provincia più ricca del cessato [[Regno d’Italia|Regno]] (nonché, per la verità, di tutto l’[[Impero Austriaco]]). Egli ebbe, quindi, un ruolo determinante nella stesura della regia patente del [[16 gennaio]] [[1816]], seguita da altre che meglio precisavano e regolavano. <br>
Si trattò, certo, di una gran vetrina per il Saurau, che vi parteciparono anche il conte [[Johan Philipp von Stadion|Stadion]], il presidente della [[commissione aulica centrale]] di organizzazione conte [[Lazansky]], oltre al vicepresidente dell’Appello di Milano [[Fradnich]]. Considerato che, a quel momento, il nostro era apprezzato unicamente per compiti di polizia, appare assai probabile che l’esperienza del [[Monte Napoleone|Monte]] gli abbia consentito di rammentare, presso la corte di [[Vienna]] un ventaglio ben più ampio di qualità. <br>
 
D’altronde, da governatore della [[Lombardia]], aveva avuto occasione di tornare ad occuparsi di faccende economiche, come ci ricordano decreti quali: l’estensione dei trattati con la Baviera relative alla libera esportazione delle sostanze ed eredità, del [[21 aprile]] [[1816]], ovvero la restituzione del prestito fruttifero imposto dal governo al commercio, del [[7 febbraio]], ovvero ancora il [[19 gennaio]] dello stesso anno, quando regolò il dazio sulle sete. <br>
 
==Sistemazione di [[Lombardia]] e [[Veneto]] ‘al naturale loro ordine’==
All’inizio del [[1816]] il grosso sembrava fatto. Restava ora da completare la impalcatura istituzionale. Lo spirito in cui Saurau operò è ben descritto dalle parole del proclama con cui, il [[21 novembre]] [[1815]], sopprimeva una ‘corte speciale straordinaria’ già istituita dal [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] (il [[31 marzo]]) con il compito di giudicare “i crimini e i delitti contro la sicurezza dello stato e per allontanare da “queste province qualunque pericolo di sedizione” perché, con la caduta di [[Napoleone I|Napoleone]], “le circostanze all’estero si sono intieramente cangiate e ridotte le cose al naturale loro ordine”. Ove i concetti chiave sono ‘sedizione’ e ‘naturale loro ordine’.
 
Ma non tutti condividevano la medesima idea di ‘ordine naturale’: in particolare l’alto patriziato italico (che aveva fatto di tutto per abbattere l’indipendenza del [[Regno d’Italia]]) desiderava cariche ed autonomia, in continuità con gli ordinamenti autonomistici del periodo della rimpianta [[Maria Teresa d’Austria|Maria Teresa]]. [[Stendhal]] annotava che “si sarebbe potuto facilitare dando un posto di ciambellano a tutti i liberali … oggi tutte le persone generose vanno a vivere isolate in campagna e a coltivare le proprie terre per non vedere l'uniforme austriaca”. Le suppliche duravano sin dall’inizio della occupazione, nel [[1814]]: il patriziato invocava i molti proclami lanciati, prima del tramonto di [[Napoleone]], dagli l’[[Impero Austriaco|Austriaci]] che avevano largheggiato (ricorda il [[Ugo Foscolo|Foscolo]]) nella promessa di “liberi istituti”, cercando di “attrarre a sé l'opinione pubblica italiana col miraggio di quella stessa libertà che l'[[Napoleone I|Napoleone]] aveva finito col soffocare in Italia”. <br/>
Ma né [[Heinrich Johann Bellegarde| Bellegarde]] né [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] avevano alcuna intenzione di mantenere le proclamate intenzioni. [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] era pagato per imporre il massimo accentramento a [[Vienna]] e Saurau fu, sempre, un eccellente esecutore. D’altra parte, la sua propensione a reprimere le autonomie dei regni soggetti era stata esplcitata sin dal famoso discorso a [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] del [[16 maggio]] [[1797]] e non v’è alcuna ragione per credere che avesse cambiato idea. La ebbero, quindi, vinta. <br>
D’altronde, la situazione veniva attentamente guidata da una sezione della [[commissione aulica centrale di organizzazione]], istituita a Vienna nel luglio del [[1814]] con il compito di formulare progetti e proposte per l’integrazione e l’incorporazione delle province conquistate. A tal proposito taluni annotano una ombra di dissenso da parte del ‘commissario plenipotenziario imperiale’ [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]], che lo avrebbe spinto a richiedere, più volte, di essere richiamato a [[Vienna]]. Ma, se pure accadde, ciò non gli impedì di portare a termine le istruzioni ricevute. <br>
 
Il [[2 gennaio]] [[1816]] cominciò la vita del nuovo [[Regno Lombardo-Veneto|regno]], con la nomina del regio governo per la [[Lombardia]] presieduto dal Saurau. [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] smise la carica di ‘commissario plenipotenziario imperiale’, per divenire ‘luogotenente del viceré’ ed entrarono in vigore i codici civile e penale austriaci. <br>
Per sancire la definitiva scomparsa del [[Regno d’Italia]], si provvide ad organizzare una visita del nuovo Imperatore tedesco, [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] con moglie al seguito. Entrarono in Milano il [[31 dicembre]] [[1815]]. <br>
 
==Concessioni di facciata ai Lombardi ed ai Veneti==
Per salvare le apparenze, [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] aveva convenuto di dare ai sudditi italiani l’illusione di una certa autonomia del neonato [[Regno Lombardo-Veneto|regno]]: si concesse, quindi, di battezzare gli “stati austriaci in Italia” con il nuovo nome di [[Regno Lombardo-Veneto]] (patente sovrana del [[7 aprile]] [[1815]]) e di inviare come viceré un arciduca della casa d’Asburgo. <br>
 
Con l’occasione, il [[7 marzo]] [[1816]], [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] cedette il [[Regno Lombardo-Veneto|Lombardo-Veneto]] al primo viceré, l’arciduca [[Francesco Giuseppe Antonio]] e, il [[21 aprile]] successivo (ad un anno esatto dalla promozione a governatore di [[Milano]]), la [[Lombardia]] al nuovo governatore, appunto il fido Saurau.
Per dare maggiore solennità al trapasso di poteri, venne istituito un ‘Consiglio di Governo’ (che egli presiedette con vice il [[Mellerio]]), ospitato a [[Palazzo Monforte]] (oggi sede della Prefettura), abbellito, per l’occasione, di quattro colonne doriche a reggere un balcone. La pompa non doveva, tuttavia, ingannare, in quanto gran parte delle competenze chiave (tesoreria, lotto, tabacchi e sali, tasse e bolli, contabilità, Polizia) dipendevano direttamente da [[Vienna]].
 
Ma si trattò, probabilmente, di una sostituzione provvisoria, tant’è che già alla fine del [[1817]] venne nominato il secondo viceré, l’[[Ranieri d’Asburgo|arciduca Ranieri]], entrato in carica all’inizio del [[1818]] e destinato a rimanervi sino al [[1848]]. Senza peraltro fare nulla per trasformare l’incarico in un titolo meno che puramente onorifico. Ed anche il Saurau lasciò il [[24 febbraio]] [[1818]], a favore del nuovo governatore [[Giulio Strassoldo di Sotto|Giulio Strassoldo]], che resterà in carica sino alla morte, nel [[1830]]. <br>
 
==Alcuni episodi di ordinario assolutismo==
La presenza del Saurau a [[Milano]] fu, quindi, breve ma incisiva: egli (forse perfino più convintamente del [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]]) impose una visione del ‘al naturale loro ordine’ della [[Lombardia]] destinata a pesare sino al [[1859]]. Per percepire meglio che clima i due sodali costruirono, sono di aiuto quattro piccoli episodi, che ebbero protagonista il Saurau. <br/>
 
Giunto in visita [[Francesco II del Sacro Romano Impero| Francesco II]], ad un concerto in suo onore alla [[Teatro alla Scala|Scala]] venne vietato a chiunque di portare cappelli. Saurau scorse un disobbediente. Lo raggiunse in un palco e lo schiaffeggiò. Da allora si disse a [[Milano]]: ‘guarda che ti dò un Saurau!’. Da notare che il malcapitato era ospite della marchesa [[Antonietta Fagnani Arese|Antonietta Fagnani in Arese]], gran patrizia milanese, già amata dal [[Ugo Foscolo|Foscolo]] (e madre del futuro diplomatico e politico italiano [[Francesco Arese]]). Lo [[John Cam Hobhouse|Hobhouse]] (che trascorse ventitrè giorni a [[Milano]] con Lord [[Byron]]), riferì l’epidosio ad una visita dell’arciduca [[Ranieri d’Asburgo|Ranieri]] e specificò che “[he] struck him several times”, ma poco cambia. <br>
 
Probabilmente a seguito di questi fatti, nell’ottobre [[1816]], il medico dottor [[Polidori]] se la prese con un ufficiale dei granatieri che incedeva nel [[Teatro alla Scala|teatro]] a capo coperto. Questi lo fece uscire ed arrestare. Intervenne subito a suo sostegno il meglio della nobiltà ed intelletualità milanese ([[Ludovico di Breme|di Breme]], [[Pietro Borsieri|Borsieri]], [[Federico Confalonieri|Confalonieri]], [[Vincenzo Monti|Monti]]) e i tre stranieri [[Stendhal]], Lord [[Byron]] e [[John Cam Hobhouse|Hobhouse]] (quest’ultimo riferì l’episodio, suffragato da [[Stedhal]]). Ma non vi fu nulla da fare e [[Polidori]] passò la nottata in gattabuia. Anzi, Saurau pensò bene di espellere [[Byron]] da [[Milano]] entro ventiquattr’ore. <br>
 
Un terzo episodio venne riferito ancora dallo [[John Cam Hobhouse|Hobhouse]]: il conte [[Ludovico Porro Lambertenghi|Porro-Lambertenghi]], uno dei maggiori aristocratici lombardi, aveva chiesto al Saurau un permesso per poter recarsi a [[Roma]]. Questi disse che lo avrebbe concesso, ma previa impegno a non frequentare alcuna ambasciata straniera. [[Ludovico Porro Lambertenghi|Porro-Lambertenghi]] si lamentò e disse al Saurau “Il vostro comportamento convincerà tutti noi [Milanesi] che voi [Austriaci] abbiate paura di noi e che sappiate che di non piacerci”. Sarau rispose: “Non mi importa cosa pensiate, né se ci amiate o meno. Noi vi abbiamo messo sotto e vi terremo sotto”. <br>
 
Infine, [[Vincenzo Monti]] fece notare allo [[John Cam Hobhouse|Hobhouse]], che quando [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]] venne in visita a Milano, egli non volle ricevere nessuno studioso o scienziato fra i molti che il Paese possedeva ([[Alessandro Volta|Volta]] e [[Oriani]], per esempio) e, anzi, lasciò trapelare che in [[Lombardia]] c’erano “troppe scuole”. Interrogato in propostito, Saurau non solo non si distinse ma, anzi, spiegò il [[Francesco II del Sacro Romano Impero|detto sovrano]] affermando in pubblico che “l’[[Francesco II del Sacro Romano Impero|imperatore]] considera la cura delle scienze e delle arti come un indizio di fede politica rivoluzionaria”.
 
==Un tentativo di pacificazione: la ‘[[Biblioteca Italiana]]’==
Saurau ebbe una parte significativa nel coadiuvare il [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] nell’unico tentativo di aggraziarsi i più avanzati fra i nuovi sudditi: il lancio del mensile [[Biblioteca Italiana]], affidato all’[[Giuseppe Acerbi|Acerbi]]. Il periodico, sovvenzionato dal governo, avrebbe dovuto servire a convincere le classi colte delle “paterne intenzioni” dei nuovi signori tedeschi. Esso era fortemente voluto, tanto da superare la fuga del [[Ugo Foscolo|Foscolo]] (che aveva redatto il primo programma editoriale) ed il rifiuto del [[Vincenzo Monti|Monti]], due dei più brillanti intellettuali italiani dell’epoca, entrambe resenti a [[Milano]]. <br>
Le circostanza della nascita del mensile sono estremamente significative, in quanto testimoniano come il [[Impero Austriaco|governo invasore]] si rendesse conto della sua ''faute de legitimité'' e della crescente ostilità del ceto patrizio lombardo (non matura, ma già spessa, diffusa). <br>
 
L’intenzione era di imbrigliare i molti intellettuali ereditati dal [[Regno d’Italia]] in un sistema di cultura cortigiana, retta dalle sovvenzioni statali. Ma fallì, in quanto la censura ed il governo non seppero mai rinunciare “alla storia e alla natura sua” (come avrebbe detto il [[Cesare Cantù|Cantù]]), ovvero sottomisero in continuazione le pubblicazioni ad una stretta ed implacabile censura. Tanto per fare due esempi, [[Gibbon]], [[Hume]] e [[Vittorio Alfieri|Alfieri]] era proibiti; Saurau non permise al [[Vincenzo Monti|Monti]] nemmeno la pubblicazione di una sua edizione di [[Virgilio]] e [[Cornelio Nepote]], senza previo consenso del [[Concilio Aulico]] di [[Vienna]]. <br>
 
La ragione di tanta insolente ottusità, che il Saurau impose e, certamente, condivise, aveva poco a che fare con le sue attitudini personali (tant’è che non sarebbero cambiate con i successivi governatori) e molto con la politica che l’[[Impero Austriaco|Impero]] aveva adottato: in definitiva il governo invasore sapeva di potersi comunque reggere sulla propria, preponderante, forza militare e sulla remissività delle popolazione. Come ben anticipato dal brutale avvertimento di [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]], il [[7 maggio]] [[1814]], agli ambasciatori milanesi: “voi mi appartenete per diritto di cessione e per diritto di conquista”. Non certo per legittimità o convinzione.
 
==Ritorno e successiva carriera a [[Vienna]]==
Dalla fine del [[1817]] Saurau venne richiamato alla presidenza della [[commissione aulica centrale]] di organizzazione, basata a [[Vienna]] presso l’Imperatore. Lo raggiunse, al parallelo [[consiglio aulico]], il suo sodale [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]]: evidentemente, i loro servigi in [[Italia]] erano stati apprezzati. <br>
Si ricordò anche dei suoi soggetti milanese, donando, nel [[1817]] all'Accademia di Brera, un quadro del pittore [[Nava]], poi sostituito, nel [[1818]] “con altra giudicata dallo stesso autore più consona”.
 
Nel [[1819]] era ministro degli interni con il cancelliere [[Klemens Wenzel von Metternich|Metternich]] ed ordinò al governatore imperiale del [[Tirolo]] di raccogliere e trascrivere canzoni e musica popolare tirolese: ne vennero raccolte circa un centinaio, ma solo poche dal [[Trentino]], probabilmente perché in un dialetto italiano. Tornò, poi, ad occupare la carica di ministro delle finanze. <br>
Il [[14 aprile]] [[1823]] fu tra gli azionisti-promotori della prima società di navigazione a vapore del [[Danubio]]: il [[5 settembre]] [[1830]] il primo vapore "Francesco I" (dal nome dell’ [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Imperatore Francesco II]]), compì il viaggio da [[Vienna]] a [[Pest]] e ritorno in quindici ore e ventitrè minuti. <br>
Dal [[1823]] venne chiamato alla Cancelleria imperiale assunse l’ufficio della [[Suprema Cancelleria]] e direttore della [[Cancelleria di Vienna]] (‘Wiener Hofkanzlei’). In tale carica, nel [[1825]] fu destinatario di una famosa lettera del l’arciduca [[Giovanni]] che pregonizzava un corridoio ferroviario da [[Vienna]] verso sud, attarverso la [[Stiria]]. Nel [[1823]] venne ororato dell’[[Ordine del Toson d'Oro]], massima onoreficenza austriaca. <br>
 
==Ambasciatore a [[Firenze]]==
Passò, infine, a [[Firenze]], ambasciatore [[Impero Autriaco|imperiale]] presso presso la corte di Toscana (sorta di protettorato austriaco). Nel [[1832]], poco prima della sua morte, un visitatore lo trovò “alquanto attempato e sofferente di una insistente tosse salzosa … uomo alto di persona, non grasso, occhio vivissimo, colore del viso rosso salzoso, movimenti vivaci, simpatico ne' suoi modi senza ostentazione ed importanza”. Lì morì, affetto da ‘tosse fortissima e catarrosa’. <br>
 
==Memoria: l’inno imperiale austriaco e l’inno della [[Repubblica Federale Tedesca|Repubblica Tedesca]]==
Oggi egli è ricordato per la commissione dell’inno imperiale austriaco (fino alla fine della monarchia nel [[1918]]): "Gott erhalte Franz den Kaiser" (Dio salvi l’Imperatore Francesco). Nel [[1796]], da governatore di [[Vienna]] e della Bassa Austria, egli incaricò del testo il poeta [[Lorenz Haschka|Haschka]] (1749-1827) (prese largamente a prestito dall’inno della corona britannica), della musica il grande [[Joseph Haydn|Haydn]]. L’[[Impero Austriaco|Austria]] non disponeva, a quell’epoca, di un inno ufficiale e Surau intendeva offrire al suo imperatore qualcosa con sui contrastare i vivaci canti della [[Rivoluzione Francese]]. Saurau scriveva: “Ho spesso lamentato che, al contrario degli Inglesi, noi non disponiamo di un inno nazionale adatto a mostrare, di fronte al mondo intero, il devoto attaccamento del popolo al padre della loro terra. Ciò appare specialmente necessario in un tempo in cui la rivoluzione trionfa in Francia … Dispongo di un testo adatto scritto dal poeta [[Lorenz Haschka|Haschka]] e, per averlo abbinato ad una musica, mi sono rivolto al nostro compatriota [[Joseph Haydn|Haydn]], il quale, io credo, era l’unico uomo capace di creare qualcosa che possa essere considerato al livello di … ‘God Save the King’." L’inno venne presentato la prima volta il [[12 febbraio]] [[1797]], compleanno dell’imperatore [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]]. <br>
[[Joseph Haydn|Haydn]] ne parlava come del ‘Volkslied’, la canzone del popolo. Esso cominciava con i versi "Dio protegga Franz, l’imperatore, il nostro buon imperatore Franz”. La melodia è sopravvissuta nel secondo movimento del Quartetto 76 n° 3 conosciuto come [[Kaiserquartett]] di [[Joseph Haydn|Haydn]]. Nel [[1922]], sotto la [[Repubblica di Weimar]], la melodia (in una versione del [[1841]]) fu abbinata al poema “Deutschland, Deutschland über alles“ dell’[[August Heinrich Hoffmann von Fallersleben|Hoffmann]], e divenne l’inno nazionale tedesco.
 
==Memoria: segni sparsi per l’[[Austria]]==
Era noto per aver creato una ricca collezione di minerali. Offrì un importante contributo alla costituzione della [[Steiermärkischen Landesbibliothek|biblioteca regionale della Stiria]], con sede a [[Graz]]. <br>
Alcuni critici hanno suggerito che proprio a lui si sia ispirato [[Stendhal]] per il personaggio del [[Conte Mosca]] della [[Certosa di Parma]]. <br>
Nel [[castello di Ernstbrunn]], in [[Bassa Austria]] è conservato, accanto ad un memoriale di [[Francesco II del Sacro Romano Impero|Francesco II]], un monumento al suo fedele servitore Saurau.
 
==Fonti==
* Monarchy and Bureaucracy in Late Eighteenth-Century Austria, English Historical Review, April 95
* Alois Senefelder, The invention of Lithography, New York, 1911
* Heather Morrison, Pursuing enlightenment in Vienna, 1781-1790, August 2005
* Il viaggio di un gentiluomo milanese nell'Italia centrale all'indomani dei moti del 1831
* Lord Byron e John Cam Hobhouse, memorie del viaggio in Italia
* RegioneLombardia - Direzione Generale Cultura, Servizio biblioteche e sistemi culturali integrati, Le istituzioni storiche del territorio lombardo XIV-XIX secolo, Mialno, giugno 2000
* Carlo Cattaneo, archivio trimestrale delle cose d'Italia - dall'avvenimento di Pio IX all'abbandono di Venezia, considerazioni sul 1848, Einaudi 1949
* Matteo Mondelli, Francesco Saurau, l’uomo che costruì la Lombardia austriaca: una rivisitazione, Milano 2006
 
[[Categoria:Politici austriaci|Saurau, Franz Josef]]
[[Categoria:Figure risorgimentali|Saurau, Franz Josef]]
[[Categoria:Napoleone|Saurau, Franz Josef]]
 
[[de:Franz Josef Graf Saurau]]