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Manuelarosi (discussione | contributi)
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{{Edificio religioso
{{Coord|42.739620|N|12.737481|E|type:landmark|display=title}}
| Nome = Chiesa di San Salvatore
{{Edificio civile
| Immagine = San Salvatore. Spoleto 4.jpg
|nome edificio = Complesso monumentale dell'Anfiteatro
| Larghezza =
|immagine = Anfiteatro romano (4).JPG
| Didascalia =
|didascalia = Resti delle arcate dell'ambulacro
|paese SiglaStato = ITA
| Regione = {{IT-UMB}}
|divamm1 = Umbria
|città Città = [[Spoleto]]
| Religione = [[Religione cattolica|cattolica]]
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
| DedicatoA = [[Gesù|Santo Salvatore]]
|indirizzo = Via dell'Anfiteatro
| Ordine =
|stato = Non agibile
| Diocesi = [[Arcidiocesi di Spoleto-Norcia]]
|periodo costruzione = I - II secolo d.C.
|inaugurazione AnnoConsacr =
|demolito AnnoSconsacr =
|distrutto Fondatore =
|ricostruito Architetto =
| StileArchitett = [[Architettura longobarda|longobardo]]
|stile =
| InizioCostr =
|uso = In attesa di ristrutturazione
|altezza FineCostr =
| Demolizione =
|altezza antenna/guglia =
|altezza tettoSito =
|altezza ultimo piano =
|piani =
|area calpestabile = 20.000 mq.
|ascensori =
|costo =
|architetto =
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario = Comune di Spoleto
|proprietario storico = In gestione al ''Comando militare'' dal 1860 al 2000
}}
{{UNESCO
Il '''complesso monumentale dell'Anfiteatro''' è situato in un'ampia zona a nord di [[Spoleto]], fuori dalla prima [[cinta muraria]], sulla sponda sinistra del [[torrente Tessino]]. Occupa un'area di circa 17.000 mq. che comprende i resti di un [[anfiteatro romano]], due grandi [[chiostri]] e due ex [[monasteri]] con le rispettive chiese: la ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso'' e la ''chiesa di San Gregorio Minore'' o ''de griptis''.
|tipoBene = patrimonio
|nome = Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774)
|nomeInglese = Longobards in Italy. Places of the power (568-774 A.D.)
|immagine = Spoleto SSalvaore Navata.jpg
|anno = 2011
|tipologia = culturali
|criterio = (ii)(iii)(vi)
|link = 1318
|linkMappa =
|didascaliaMappa =
}}
 
La '''chiesa di San Salvatore''' si trova a [[Spoleto]] sul ''colle Ciciano'', all'interno del [[Cimitero monumentale di Spoleto|Cimitero monumentale della città]]. Rappresenta una delle principali testimonianze [[Architettura longobarda|architettoniche longobarde]] della [[Langobardia Minor]].
 
{{Italia Langobardorum}}
Per molti anni è rimasto un blocco isolato dalla città, dimenticato e non considerato, pur costituendo un buon 10% del centro storico cittadino. Attualmente (dicembre 2014) la ex ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso'' è stata restaurata e, nominata comunemente ''Auditorium della Stella'', viene utilizzata per spettacoli e concerti; il resto è in attesa di ristrutturazione. L'amministrazione comunale nel [[2007]] ha quantificato in 36 milioni di euro la spesa per il recupero dell'intero complesso<ref>{{Cita web|url=http://www.spoletocity.com/2011/06/complesso-monumentale-dell-anfiteatro/|titolo=Complesso monumentale dell'Anfiteatro|accesso=7 dicembre 2014}}</ref>.
 
==Storia==
===L'anfiteatroSulle origini===
Non esiste documentazione in grado di collocare nel tempo, in modo inequivocabile, le fasi costruttive dell'edificio che ha sempre suscitato un eccezionale interesse artistico e storico, tanto da stimolare studi e ricerche lungo tutti gli ultimi 150 anni. Le analisi effettuate, spesso in concomitanza di interventi di conservazione e [[restauro]], hanno permesso di esplorare e approfondire la tecnica costruttiva, le manomissioni e le modifiche subite nei secoli, ma non hanno consentito una datazione certa. La difficoltà è dovuta alla mancanza quasi completa di documenti d'archivio e alla presenza, in tutto l'edificio, di più elementi architettonici eterogenei, aggiunti via via durante i restauri avvenuti in tempi assai remoti.
La sua edificazione si può collocare fra il I e il II secolo d.C., {{quote| nel tempo della prospera pace, che durò ventitre anni, sotto l’impero di [[Antonino Pio|Antonino]] (138-161)<ref>{{Cita web |url = http://books.google.it/books?id=hZPpAAAAMAAJ&pg=PA293&dq=palazzo+mauri+spoleto&hl=it&sa=X&ei=XfQ-VO2PC8HTygPnr4GQCQ&ved=0CDMQ6AEwAw#v=onepage&q=palazzo%20mauri%20spoleto&f=false |titolo = Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto: notizie corredate di dodici tavole in rame |autore = Achille Sansi |wkautore = |sito = |editore = Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia, Foligno |data = 1869 |lingua = |formato = |pagina = 224 |pagine = |cid = |citazione = |accesso = 5 dicembre 2014 |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto = }}</ref>}} L'opera era di notevoli proporzioni: le misure approssimative stimate da [[Achille Sansi]] durante alcuni scavi furono di 119 m. x 80 m., misure in seguito corrette da [[Carlo Pietrangeli]] in m. 115 x 84<ref>Per la planimetria realizzata nel 1912 da [[Giuseppe Sordini (archeologo)|Giuseppe Sordini]], cf. ''Fondo Sordini'' nella [[Sezione di Archivio di Stato di Spoleto]]</ref>. La sua grandiosità ci informa sul ruolo che la città di ''Spoletium'' aveva in quel periodo storico: sicuramente doveva trattarsi di un centro popoloso, caratterizzato da un'intensa vita culturale, artistica e politica. La circonferenza, circa la metà di quella del [[Colosseo]], fece stimare una capienza di circa 30.000 spettatori. A forma di [[ellisse]], era in parte circondato dal torrente Tessino, che all'epoca si poteva attraversare grazie al [[Ponte Sanguinario]], parte dell'importante arteria stradale della [[via Flaminia]]. L'anfiteatro venne costruito su due ordini sovrapposti terminanti forse con un [[Attico (architettura)|attico]] e circondato da [[ambulacri]] che si aprivano verso l'esterno, cioè verso il torrente e le campagne circostanti, con 64 [[arcate]]. La struttura muraria era in ''[[opus vittatum]]'', muro [[Muro a secco|a secco]], probabilmente rivestito da un paramento in pietra.
 
===Le ipotesi===
Per circa tre secoli fu utilizzato per la realizzazione di spettacoli circensi, gladatorii e, secondo gli [[agiografi]] medioevali, per i martirii di alcuni santi spoletini uccisi con l'impiego di animali feroci<ref>{{Cita libro |nome=Francesca|cognome=Bernardini|titolo=L'Anfiteatro romano e i monasteri della Stella e del Palazzo| editore=Associazione Amici di Spoleto| anno=2006| città=Spoleto}} p. 26</ref>. [[File:Anfiteatro romano (1).jpg|thumb|left|Resti delle arcate messe in sicurezza]]
Gli esiti degli esami diretti dell'edificio hanno dato origine a ipotesi riassumibili in tre diversi orientamenti che abbracciano un tempo lunghissimo, dal [[IV secolo|IV]] al [[XIII secolo]], una distanza impressionante, dovuta alla presenza di elementi architettonici che per loro natura stilistica si allontanano di molti anni, di secoli<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1437568488801_04_-_Gavini_1.pdf|autore=Ignazio Carlo Gavini|pubblicazione=Bollettino d'Arte|editore=Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|anno=1934}}</ref>:
Rimasto fuori dalla cinta muraria, dopo decenni di abbandono, venne occupato da [[Totila]] che nel [[545]] ne cambiò la destinazione d'uso: furono chiusi alcuni ambulacri verso il torrente e gli accessi all'[[Arena (architettura)|arena]] e alla [[cavea]] verso la città; l'anfiteatro divenne quindi un [[Fortificazione|presidio fortificato]], base per l'occupazione della città<ref>{{Cita web |url = http://books.google.it/books?id=hZPpAAAAMAAJ&pg=PA293&dq=palazzo+mauri+spoleto&hl=it&sa=X&ei=XfQ-VO2PC8HTygPnr4GQCQ&ved=0CDMQ6AEwAw#v=onepage&q=palazzo%20mauri%20spoleto&f=false |titolo = Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto: notizie corredate di dodici tavole in rame |autore = Achille Sansi |wkautore = |sito = |editore = Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia, Foligno |data = 1869 |lingua = |formato = |pagina = 182 |pagine = |cid = |citazione = |accesso = 5 dicembre 2014 |urlarchivio = |dataarchivio = |urlmorto =}}</ref> <ref>{{Cita libro|autore1=[[Procopio di Cesarea]]|titolo=Bellum Gothicum|opera=Fonti per la Storia d'Italia (XXIII-XXV)|curatore1=D. Comparetti| anno=1895|città=Perugia|traduttore=F.M.Pontani, 1981}}</ref>. L'area fu uno spazio di grande utilità anche per la [[cavalleria]] [[longobardi|longobarda]], in quanto consentiva l'alloggiamento e l'addestramento dell'esercito a cavallo. Si può ipotizzare che l'anfiteatro sia stato luogo di primaria importanza per l'organizzazione della sede del [[Ducato di Spoleto|ducato]].
* Origine [[Epoca paleocristiana|paleocristiana]] tra il [[IV secolo|IV]] e il [[V secolo]]. Questa è l'ipotesi sostenuta da diversi autori. [[Heinrich Hübsch]] ritenne che fosse sorta agli inizi del secolo IV come edificio cristiano, con colonne tolte ad un edificio pagano. [[Achille Sansi]] scrisse che fin dal [[Seicento|seicento]], scrittori locali come [[Bernardino Campello]] e [[Serafino Serafini]] facevano risalire la chiesa ai primordi del periodo [[Costantino I|costantiniano]], ai tempi di [[Arcadio]], e ritenevano fosse sorta in luogo di un tempio dedicato a [[Igea]]<ref>{{cita libro|url=https://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20IV/cap10.pdf|autore=Achille Sansi|titolo=Monumenti dell'Epoca Romana|opera= Degli edifici e dei frammenti storici|editori=Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia|città=Foligno|anno=1869|pp=224-227}}</ref>; altri invece lo ritennero dedicato alla [[Concordia (divinità)|Concordia]].
 
Sul colle Ciciano si trovavano le sepolture dei primi testimoni di fede: tra questi [[San Ponziano da Spoleto|San Ponziano]], martirizzato nel 175, sul cui sepolcro venne fondata la [[Chiesa di San Ponziano (Spoleto)|chiesa a lui dedicata]], e San Senzia, sulla cui tomba gli spoletini fabbricarono un primo oratorio. In base a ciò alcuni studiosi ritennero che la basilica del IV secolo fosse dedicata a San Senzia; restaurata nell'VIII secolo, ebbe la nuova titolazione longobarda di ''San Salvatore''; solo tra il X e XI secolo fu intitolata a ''San Concordio'', quando le [[monache benedettine]], che in epoca imprecisata avevano costruito un monastero contiguo alla basilica, documentato dal IX secolo, fecero traslare le reliquie di San Concordio dalla originaria sepoltura raccogliendole insieme a quelle di San Senzia.
Nel [[XII secolo]] le arcate dell’[[ambulacro]] furono adibite a [[botteghe]] di commercianti, mentre sopra la cavea e l’arena cominciavano a sorgere la ''chiesa di San Gregorio Minore'' ed il ''Monastero del Palazzo''. Nel secolo seguente l'intero edificio divenne una cava di pietre a beneficio della costruenda [[Rocca Albornoziana]]<ref name="L'Umbria">{{cita libro | | autore1=Lamberto Gentili|autore2=Luciano Giacché|autore3= Bernardino Ragni|autore4= [[Bruno Toscano]] | |titolo= L'Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto|anno= 1978 |editore= Edindustria | città=Roma|p=104}}</ref>.
Venne inoltre abbondantemente depauperato dei marmi di rivestimento per la costruzione di altri edifici cittadini, di campanili e fondamenta. Successivamente anche le arcate sud furono tamponate per ricavarne abitazioni.
L'intero complesso venne inglobato all'interno della nuova cinta muraria eretta dopo il [[1297]]; la zona, comprensiva della [[Basilica di San Gregorio Maggiore|chiesa di San Gregorio]], da vecchio [[suburbio]] nord-occidentale, si trasformò in quartiere residenziale, nuovo borgo della città<ref>{{Cita|Bernardini|p. 22}}</ref>.
 
È la chiesa più antica di Spoleto sorta in luogo di una villa romana dove erano state sepolte le spoglie di [[Concordio di Nicomedia|San Concordio]], martire sotto [[Marco Aurelio]].
Attualmente dell'anfiteatro rimangono buona parte di un piano e avanzi di un piano superiore. Il tratto ancora visibile dell'ambulacro comprende 17 arcate, uno dei due corridoi d'ingresso largo 3,80 m. e un altro piccolo corridoio d'accesso alle gradinate, largo 2,30 m.<ref>{{cita libro | nome=Liana |cognome=Di Marco |titolo=[[Spoletium (rivista)|Spoletium]]: topografia e urbanistica | anno=1975 |editore=Edizioni dell'[[Accademia spoletina]] | città=Spoleto}}</ref>. Venne scoperto nei primissimi anni del [[novecento]] all'interno della ''Caserma Minervio'' da [[Giuseppe Sordini (archeologo)|Giuseppe Sordini]], che si adoperò costantemente per proteggere e valorizzare l'antico monumento<ref>{{Cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Sordini|titolo=Notizie dei monumenti dell'Umbria|opera=Bollettino della deputazione di Storia patria per l'Umbria (XII)|anno=1907|pp=620-622}}</ref>,[[File:Monastero della Stella (11).JPG|thumb|left|Monastero della Stella]]
Un folto gruppo di studiosi fu concorde nel datare la basilica agli inizi del secolo IV<ref>Heinrich Hübsch, Achille Sansi, </ref>
 
Venne costruita dai [[Monachesimo|monaci]] [[Siri (gruppo etnico)|siri]], nel [[IV secolo|IV]] e [[V secolo]]. Rimase dedicata a San Concordio fino all'anno [[814]], quando, in seguito ad un devastante incendio, venne ampiamente rinnovata dai [[Longobardi]] che la dedicarono al [[Gesù|Salvatore]]<ref>{{cita web|url =http://www.comunespoleto.gov.it/la-citta/chiese/basilica-di-san-salvatore-e-cimitero-monumentale/|titolo=Basilica di San Salvatore|editore =Comune di Spoleto|accesso = 9 agosto 2016}}</ref>.
===L'ex monastero della Stella===
Per molti anni è stato la residenza della più ricca [[comunità monastica]] spoletina, nata per accogliere un grande ospizio in sostituzione dell'antico ospedale, non più adeguato, già esistente dal [[1178]] presso la ''chiesa di san Gregorio Maggiore''. Fu il vescovo [[Bartolomeo Accoramboni]] nel [[1254]] a patrocinare l'istituzione di un nuovo ospedale, dopo la scoperta di alcuni cadaveri di neonati in un pozzo, secondo la tradizione, a lui segnalato da una luce divina. Dispose quindi che vi fossero accolti non solo i poveri e gli infermi, ma soprattutto i neonati esposti<ref name="L'Umbria"/>.
 
L'idea che prima vi sorgesse una basilica civile fu sostenuta anche da [[Arpago Ricci]] che nel 1916-17 esaminò le [[malte]] impiegate, le cui varietà erano avvicinabili a quelle greche.
La gestione fu affidata alle [[monache agostiniane]] di [[Regola di clausura|clausura]] provenienti dal ''monastero di San Tommaso'', sull'omonimo colle, e a laici [[oblati]] il cui distintivo era una stella bianca, da cui il nome di ''Santa Maria della Stella'' alla chiesa e di ''Santo Stefano della Stella'' all'[[Oratorio (architettura)|oratorio]], pertinente all'ospedale, eretto nel [[1259]]<ref>{{Cita libro|nome=Sandro|cognome=Ceccaroni|titolo=La storia millenaria degli ospedali della città e della diocesi di Spoleto|anno=1978|editore=Ente Rocca di Spoleto|città=Spoleto|pp=51-59}}</ref>.
* Origine altomedievale fra l'VIII e il IX secolo.
* Origine romanica connessa alla fioritura artistica verificatasi a Spoleto tra il XII e il XIII secolo.
 
I resoconti di ogni indagine sono stati raccolti in una pubblicazione del 2012 edita dal [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]] dal titolo ''La Basilica di San Salvatore di Spoleto''.
L'attività benefica continuò florida per almeno due secoli, poi le agostiniane nel [[1443]], grazie all'intercessione di papa [[Eugenio IV]], dimisero la cura e l'assistenza degli infermi e degli esposti per concentrarsi sul monastero che vollero ingrandire ed arricchire. Divenne così una spaziosa e aristocratica residenza per religiose di distinta estrazione, che trovavano nel monastero dimora confortevole quanto quella di provenienza; dedicavano il loro tempo alle attività musicali, letterarie e di [[ricamo]], godendo di speciali privilegi in totale indipendenza anche nei confronti del vescovo.
L'opera si suddivide in tre tomi:
*il primo raccoglie i numerosi contributi di [[Mario Salmi]] che iniziò a studiare la basilica pietra su pietra fin dal 1921<ref>{{cita pubblicazione|url=https://archive.org/stream/dedalorassegnada0203ojetuoft#page/628/mode/2up/search/san+salvatore+Spoleto|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Dedalo, rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti|editore=Casa editrice d'arte Bestetti e Tumminelli|città=Milano-Roma|anno=1921-22|volume=3|p=628|accesso=23 novembre 2017}}</ref>; in seguito ne fece il principale oggetto di studio durante le lezioni tenute all'[[Università di Firenze]] nell'anno accademico 1945-1946; ancora nel 1951 le dedicò una minuziosa [[monografia]] e, tra il 1962 e il 1980, ulteriori quattro studi di aggiornamento.
*Nel secondo tomo sono ristampati undici documenti di altri studiosi editi tra il 1860 e il 2008.
*Infine il terzo mette insieme studi inediti: un resoconto del restauro della facciata effettuato tra il 1992 e il 2000, e sei nuovi studi, uno dei quali relativo alla datazione di una ciotola trovata nel 1996 durante il restauro della [[trabeazione]] del [[portale]]. Questa scoperta ha fornito nuovi indizi di datazione. La piccola ciotola di [[terracotta]] non smaltata conteneva ossa di animali, presumibilmente i resti di un pasto avanzato ad uno dei costruttori del portale. Una parte della ciotola è stata inviata al ''Centro universitario datazioni e [[archeometria]]-[[Università degli Studi di Milano-Bicocca|Milano Bicocca]]'' (CUDaM) e analizzata con il [[Datazione a termoluminescenza|metodo della termoluminescenza]]; i risultati hanno collocato la realizzazione della ciotola fra gli anni 540 e 780. Campioni delle ossa sono state inviate all' ''Oxford Accelerator Radiocarbon Unit'' di [[Oxford]], e al laboratorio di [[spettrometria di massa con acceleratore]] dell'[[università di Utrecht]]. I risultati hanno stabilito che il pranzo del lavoratore potrebbe risalire ad un periodo compreso tra il 535 e il 641. Quindi, solo quattro anni fa abbiamo scoperto che il principale portale ovest di San Salvatore, e per estensione, presumibilmente, l'intera basilica di cui fa parte, potrebbe essere stato costruito fra il VI secolo e la prima metà del VII.
 
L'antico emblema della stella impresso in ogni luogo, nei muri e nei mobili, divenne un ricercato [[blasone]] appannaggio di una eletta casta<ref>{{Cita|Bernardini|p. 26}}</ref>.
[[File:Santi Tommaso e Stefano della Stella (7).JPG|thumb|Particolare della tribuna della chiesa dei SS. Tommaso e Stefano]]Gli ampliamenti da loro promossi furono notevoli: le architetture si fecero più grandiose con la realizzazione di [[porticato|porticati]] e [[chiostri]] e di nuovi edifici adibiti a dormitori. Nello stesso periodo venne ampliata la ''chiesa di Santo Stefano'' che nell'occasione venne rinominata ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso''.
[[File:Complesso dell'Anfiteatro Oratorio (9).JPG|thumb|L'oratorio. Sono visibili le liste dei caduti]]
 
Mentre il piano terra ha conservato elementi cinquecenteschi, ai piani superiori si sono verificati ulteriori rimaneggiamenti nel [[XVIII secolo]], quando gli ambienti sono stati adattati a caserma. La grande sala di circa 250 mq., antico refettorio, è stato attrezzato ed utilizzato come lavanderia. L'antica cucina è stata suddivisa per ottenere magazzini e vani per stoccaggio merci. Le celle monastiche sono state trasformate in abitazioni dai militari. Il monumentale camino della cucina occupa un'intera stanza. Un secondo chiostro è di epoca tardo rinascimentale.
 
===L'ex chiesa dei SS. Stefano e Tommaso===
La chiesa, comunemente chiamata ''Santa Maria della Stella'' ma consacrata ai santi Stefano e Tommaso, fu ristrutturata su disegno di [[Battista Dotti]] tra il [[1786]] e il [[1793]]. L’interno è caratterizzato da una grande [[Aula (chiesa)|aula]] luminosa ripartita da un ordine unico di [[lesene]] che scandiscono [[nicchie]] rincassate, dove un tempo si trovavano altari rivestiti in marmo. È ornata con raffinate decorazioni in [[stucco]] nella zona del [[presbiterio]] e dell'[[abside]]. Gli altari marmorei delle nicchie ed alcune tele settecentesche che ornavano l’ambiente sono stati trasferiti nel [[Palazzo Comunale (Spoleto)|Palazzo Comunale]].
[[File:Complesso dell'Anfiteatro Oratorio (2).JPG|thumb|left|La cupola a ottagono dell'oratorio]]Accanto all'ingresso della chiesa si trova l'accesso al primo [[chiostro]]; il lato destro del [[XIV secolo]] circa, presenta una serie di archi a [[sesto ribassato]]. L'ordine superiore è diviso dall'inferiore da una cornice ad archi trilobati ed ha come l'inferiore archi ribassati. Gli altri due lati sono cinquecenteschi e presentano archi a [[tutto sesto]] divisi da [[pilastri]] in [[cotto]] di forma ottagonale con [[capitelli]] in pietra. Al piano terra un passaggio conduce al secondo chiostro (a due ordini, terminato nel [[1596]]), poi all'oratorio e quindi ad un'ala del monastero rinnovata nel '700. L'oratorio fu ristrutturato per farne il sacrario ai caduti della [[prima guerra mondiale]]. Sono ancora visibili nell'ottagono le iscrizioni dedicate alle varie battaglie, gli [[affreschi]] agiografici e le liste dei caduti; il tutto versa in un pessimo stato di conservazione e non è agibile.
 
Dal 1983-1984 in occasione di interventi di conservazione e restauro, che si sono prolungati per circa tredici anni, sono emerse nuove informazioni archeologiche che hanno riaperto la questione della datazione per i due edifici gemelli. un elenco di spoglie antiche scoperte durante il lavoro sul facciata e una relazione sulla datazione di una ciotola di ceramica contenente ossa di animali strappati dai materiali incoerenti durante il restauro della trabeazione del portale principale nel 1996. Questa scoperta ha fornito i nuovi indizi di datazione.
===L'ex monastero del Palazzo===
Il monastero sorto sopra l'anfiteatro venne chiamato ''del Palazzo'', cioè del ''palatium'', inteso come costruzione monumentale e maestosa<ref>{{Cita|Bernardini|p. 24}}</ref>. Intorno agli anni [[1950|cinquanta]] venne occupato dalle famiglie indigenti che abusivamente si insediarono nei locali del convento.
===La chiesa di San Gregorio minore o ''de griptis''===
La chiesa [[Architettura romanica|romanica]] di san Gregorio Minore o ''de griptis'', già esistente nel [[1115]], è stata costruita sulla cavea dell'anfiteatro; la denominazione ''de griptis'' fu adottata a causa della vicinanza dei ruderi dell'anfiteatro, le cui [[arcate]] ormai spoglie e smembrate somigliavano a [[grotte]] rocciose. È una delle tre chiese spoletine dedicate al prete martire [[San Gregorio da Spoleto|Gregorio]]. La decisione di costruirla in quel punto fu dei cristiani spoletini che volevano ricordare i santi locali uccisi proprio in quell'edificio dagli imperatori [[Massimiano]] e [[Diocleziano]]. Sotto conservava un ambiente, probabilmente pertinente all'anfiteatro, convertito in cappella e denominato "camposanto", forse il luogo preciso del martirio di San Gregorio.
 
Al decadimento si è aggiunto il danno causato dal terremoto del 19 settembre 1979 a imporre il restauro: i marmi formanti l'archivolto della finestra centrale del secondo piano della facciata ovest si erano spostati in maniera allarmante; e l'imposta della cupola ottagonale all'interno del presbiterio di San Salvatore era severamente danneggiata. Venne stabilizzato tutto l'edificio ancora nel 1981-82,
Rifatta nel [[1725]], presenta un unica navata, con nicchie e presbiterio ornato di stucchi. Di lato alla facciata c'è l'ingresso al ''monastero del Palazzo'' che occupò gran parte dell'anfiteatro. Una serie di archeggiature segue l'andamento curvilineo del sottostante muro dell'anfiteatro e delimita un vasto cortile che occupa circa un quarto della superficie dell'arena e della cavea. Il fabbricato è composto da un bel portico del seicento con cornici e [[modanature]] in cotto e un [[fregio]] [[graffito]].
[[File:Spoleto - Chiesa di San Gregorio de Griptis (2).JPG|thumb|left|Chiesa di San Gregorio ''de griptis'']]
 
Venne gestita dai [[frati agostiniani|frati agostiniani]] eremitani fino a quando, nel 1263, il vescovo [[Bartolomeo Accoramboni]] concesse loro di trasferirsi nella [[Complesso monumentale di San Nicolò|chiesa dedicata a San Nicolò]].
Dopo le trasformazioni medioevali, l'area divenne sede di insediamenti monastici, prima di sacerdoti, poi nel [[1403]] delle [[monache clarisse]] provenienti da [[Antico Monastero Santa Maria Inter Angelos|Santa Maria ''inter Angelos'']] sul colle Ciciano.
 
Fu consacrata da [[Lorenzo Castrucci]] nel 1621 dopo un'altro probabile rinnovo<ref>{{cita libro|autore=[[Achille Sansi]]|url=https://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20II/cap25.pdf|titolo=Storia del Comune di Spoleto dal secolo XII al XVII, parte II|anno=1884|p=271|accesso=22 novembre 2017}}</ref>.
La chiesa come si presenta attualmente fu eretta nel [[1725]] in posizione più avanzata rispetto all'edificio romanico precedente.
 
Nel 1919 [[Mario Salmi]], in veste di ''Ispettore ai Monumenti dell'Umbria'', sottolineava che {{citazione|...la basilica è giunta fino a noi spietatamente sfigurata da ingiurie che vi lasciarono una traccia indelebile, ciò che impedisce di apprezzarne, in un primo momento, l'alto valore|Mario Salmi<ref>{{cita libro|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|collana=Studi dell'[[Accademia spoletina]]|editore= Leo S. Olschki|città=Firenze|anno=1951|p=5}}</ref>}}. Sotto la sua guida venne effettuato un restauro conservativo limitato al consolidamento del [[presbiterio]], alla riapertura delle finestre dei due ambienti a lato dell'[[abside]], alla rimozione della [[tamponatura]] di una [[campata]] delle [[navate]], al riposizionamento di frammenti di una [[mensola]] della porta mediana della [[facciata]], ed altre opere minori.
===Dopo il 1860===
Nel luglio [[1866]] in seguito alla concessione di un reggimento alla città di Spoleto e alla soppressione delle corporazioni e degli ordini religiosi, molti conventi passarono ai comuni e furono occupati per uso militare, compresi i monasteri della Stella e del Palazzo che furono prima adibiti a collegio per i figli dei militari dal [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Ministero della Guerra]], poi a sede del ''[[Reggimento]] di [[Fanteria]]'' assegnato stabilmente alla città e alloggiato nei due monasteri, nominati poi comunemente caserma ''[[Severo Minervio]]''<ref>Severo Minervio, figlio di Ermodoro, è stato un famoso storico e condottiero di nobile famiglia spoletina; morì il 1 luglio 1529. Fu autore di ''De Rebus Gestis atque Antiquis Monumentis Spoleti'', due volumi pubblicati da Achille Sansi nel 1879 in ''Documenti storici inediti in sussidio allo studio delle memorie umbre''</ref>.
 
Molti studi hanno sostenuto che la chiesa sia legata ad un altro tempio distante circa 13 chilometri sulla [[via Flaminia]] a nord di Spoleto, il [[Tempietto del Clitunno]]. Entrambi sono considerati preziose sopravvivenze del primo medioevo, prodotti di una prima fase del dominio ducale longobardo nell'Italia centrale, databili tra la fine del [[VI secolo]] e l'inizio dell'[[VIII secolo|VIII]].
====La caserma ''Severo Minervio''====
Spoleto si trasformò in uno dei principali centri militari di rilevanza nazionale, tanto da diventare nel [[1876]] sede del ''Distretto militare'' competente anche per i territori di [[Terni]] e [[Foligno]]<ref>{{Cita|Bernardini|p. 32}}</ref>. Le strutture subirono gravi danni in occasione del [[terremoto del 1895]]: la [[guglia]] del campanile della chiesa, divenuta pericolante, fu demolita<ref>{{Cita|Bernardini|p. 35}}</ref>. Nel [[1917]] in parte dell'edificio venne allestito un ospedale militare riservato ai prigionieri di guerra feriti.
Intorno al [[1930]] numerosi militari, ufficiali e sottoufficiali popolavano la città, pertanto intorno ai due monasteri sorsero locande, trattorie, osterie, botteghe di [[Barbiere|barbieri]], il tutto strettamente collegato alla vita della caserma.
 
==Descrizione==
Tuttavia la sua nascita determinò la chiusura e la separazione dell'intero complesso dalla città, chiusura che è durata fino all'anno 2000. Negli anni gli edifici vennero manomessi in base alle esigenze del reggimento militare, cambiamenti strutturali interessarono sia gli spazi interni sia quelli esterni; il piano terra della ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso'' venne utilizzata dapprima come magazzino, poi nel [[1940]] come [[palestra]] grande circa 360 mq.; i piani superiori vennero attrezzati a camerate per accogliere il [[52º Reggimento fanteria "Alpi"]]. Lo stato di degrado avanzò inesorabile quando alcuni edifici vennero abbandonati dal distretto militare nel [[1947]] e consegnati all'amministrazione comunale che aveva urgenza di sistemare gli [[sfollati]]. La questione dei [[senza tetto]] per lungo tempo compromise la natura e il recupero degli edifici della caserma; il [[Ministero della difesa]] ne rivendicò l'uso per oltre 20 anni, solo nel 1962 il comune riconsegnò i locali<ref>{{Cita|Bernardini|p. 38}}</ref>.
===Esterno===
La facciata dell'VIII secolo è scandita da [[lesene]] e divisa in due ordini da una cornice; si presenta con tre [[Portale|portali]] e tre finestre marmoree con cornici intagliate con motivi classici, resti di un nobile ordinamento del quale si sono purtroppo persi la ricca decorazione e il [[frontone]] triangolare; le decorazioni provengono da materiale di risulta ricavato da edifici romani preesistenti, come quasi sempre avveniva in opere longobarde.
Nell'atrio dell'ingresso principale, in Via Anfiteatro, c'è una targa in bronzo che riporta il testo del telegramma datato 4 novembre 1918 inviato dal generale [[Armando Diaz]] per annunciare la fine del primo conflitto mondiale e la sconfitta dell'esercito [[austroungarico]].
 
==Dopo il 2000=Interno===
L'interno è lungo 39 metri e largo 19.
Dal 1962 per almeno 30 anni il Comune non intervenne nemmeno per la semplice manutenzione, poiché tutto il fabbricato era di pertinenza dell'autorità militare. La prima richiesta ufficiale di restituzione dell'area da parte del Comune al ''Comando Militare Generale'' risale al [[1996]]. L'obiettivo era giungere in tempi brevi all'apertura al pubblico del complesso, premessa necessaria per creare la mobilitazione degli studiosi e dell'opinione pubblica utile ad ottenere dal [[governo]] i finanziamenti necessari per il recupero.
L'impianto è [[Basilica|basilicale]] a tre [[navate]] divise da [[Tamburo (architettura)|tamburi]] di [[colonne doriche]] e da pilastri in sette [[campate]]. Queste furono quasi tutte tamponate in seguito ad un restauro dell'[[VIII secolo]] che snaturò il primitivo ordinamento delle navate, idealmente ricostruibile attraverso i frammenti superstiti. La struttura originaria dell'edificio è ancora ben visibile nel presbiterio ove si trovano, associate ad una [[trabeazione]] dorica, alte [[colonne corinzie]], forse di spoglio, che sostengono una cupola a base ottagonale.
: una sequenza di [[colonne doriche]], forse di spoglio, sottoposte ad una trabeazione e concluse in alto da una cornice, sulla quale trovavano posto una serie di lesene ioniche racchiudenti riquadri simili a finti matronei; la sopraelevazione della navata centrale si articolava in ampie finestre a tutto sesto, ornate di ghiera.
 
Anche il [[presbiterio]] è tripartito, ed è coperto da una . La navata principale, sulla quale si aprono grandi finestre, termina con un'[[abside]] semicircolare esternamente chiusa da un muro rettilineo; ai lati la fiancheggiano due ambienti absidati, con [[volta a crociera]], probabilmente sacelli dedicati a qualche santo, in origine separati dalla chiesa stessa mediante pareti nelle quali si aprivano porte di accesso alle navi minori, sostituite nel XVII o XVIII secolo da due ampie arcate.
Nel 2000 il comune arriva alla totale acquisizione dell'area, mentre il demanio militare procede alla definitiva dismissione della ''Caserma Minervio''<ref>{{Cita|Bernardini|p. 56}}</ref>.
 
L'interno ha perduto l'originale decorazione a [[stucco]] e [[Pittura|pittorica]], ma conserva la ricca [[trabeazione]] con [[fregio]] [[Ordine dorico|dorico]], impostata su [[colonne]] anch'esse doriche (nella navata) o [[Ordine corinzio|corinzie]] (nel presbiterio).
Vengono subito realizzate indagini archeologiche allo scopo di acquisire informazioni sulle numerose fasi di vita dell'anfiteatro. L'intera area viene divisa in tre comparti per facilitare gli esami tecnici in vista di un progressivo restauro:
 
* il primo comparto comprende la ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso'' e il ''Monastero della Stella'' con chiostri e porticati al piano terra e loggiati al primo piano;
Nonostante la scarsa propensione dei duchi committenti ad accogliere la contemporanea rinascita anticheggiante che si sperimentava a [[Roma]], il restauro della chiesa spoletina condotto dai Longobardi raggiunse, come già nel [[Tempietto del Clitunno]], una coerenza classicheggiante eccezionale, sia nella struttura architettonica scandita dalle colonne di navata e presbiterio, sia nella ripresa dei modelli decorativi romani<ref>De Vecchi-Cerchiari, p. 344</ref>.
* il secondo comprende l'edificio a due piani visibile sulla via dell'Anfiteatro, corrispondente all'ex caserma, costruito nella seconda metà dell'Ottocento.
 
* il terzo comprende il ''Monastero del Palazzo'', dalla forma semiellittica come il contorno dell'anfiteatro su cui venne edificato, con due chiostri.
Nell'absidiola della navata sinistra sono raffigurati Padre Eterno benedicente, nella lunetta, e Madonna tra un santo non identificabile e San Paolo, opera molto deperita di un pittore spoletino che presenta affinità con Jacopo Zabolino di Vinciolo.
Il primo intervento riguarda il recupero della ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso'', più conosciuta come ''Santa Maria della Stella'': viene ristrutturata e diventa ''[[auditorium]]'', inaugurato nel [[2004]] in occasione del 47 [[Festival dei Due Mondi]].
 
Il presbiterio, risparmiato dai rifacimenti longobardi, è autentico del IV secolo, un tempo aveva l’iconostasi recintata all’orientale e ai lati il diakonikon (locale destinato al deposito di arredi sacri e alla vestizione del clero) e la prothesis (luogo del presbiterio in cui viene effettuata la preparazione della liturgia).
Nell'abside, al centro del muro curvilineo, in un arco a sesto oltrepassato v'è una croce gemmata, resto della decorazione collegata al rifacimento dell'VIII secolo. In alto a destra v’è un frammento di affresco del XIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino e un santo, accanto ad esso una Crocifissione cinquecentesca di scuola dello Spagna.
Nel pavimento dell'abside si trova un resto di impiantito ad opus alexandrinum, forse pertinente ad un litostrato rinnovato in epoca romanica.
Nell'absidiola di destra decorazioni pittoriche della stessa mano di quella sinistra: sono raffigurati Padre Eterno benedicente, nella lunetta, e Madonna tra San Concordio e San Sebastiano, opera datata 1478.
 
 
probabilmente di origine funeraria
 
https://www.academia.edu/33806210/_The_Basilica_of_San_Salvatore_in_Spoleto_The_Structural_History_
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=[[Bonaventura Viani]]|titolo=Memorie dell'antica Chiesa, ora detta del Crocifisso, presso Spoleto|opera=Annuario dell'Accademia spoletina|città=Spoleto|anno=1860|pp=107-126}}
*{{Cita libro |nome=Francesca|cognome=Bernardini|titolo=L'Anfiteatro romano e i monasteri della Stella e del Palazzo| editore=Associazione Amici di Spoleto| anno=2006| città=Spoleto}}
*{{cita libro|url=https://archive.org/stream/nuovobullettino00romegoog#page/n149/mode/2up/search/grisar|autore=[[Hartmann Grisar]]|titolo=Il tempio del Clitunno e la chiesa spoletina di S. Salvatore|opera=Nuovo Bullettino di archeologia cristiana|editore=Libreria Spithöver|città=Roma|anno=1895|pp=127-146}}
*{{cita libro|url=https://it.wikisource.org/wiki/Di_un_cimitero_cristiano_sotterraneo_nell%27Umbria#pagename135?vis=tru|autore=[[Giuseppe Sordini (archeologo)|Giuseppe Sordini]]|titolo=Di un cimitero cristiano sotterraneo nell'Umbria. Memoria letta in una solenne adunanza del III Congresso Internazionale di archeologia cristiana|opera=Atti dell II Congresso internazionale di archeologia cristiana, tenuto in Roma nell'aprile del 1900|editore= Libreria Spithöver|città=Roma|anno=1902|p=119|accesso=10 novembre 2017}}
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Teresio Rivoira]]|url=https://archive.org/stream/leoriginidellaar02rivo#page/36/mode/2up/search/San+Salvatore|titolo=Le origini dell'architettura lombarda|pp=43 e 605|editore=Ermanno Loescher|volume=II|città=Roma|anno=1907}}
*{{cita libro|autore=Werner Hoppenstedt|titolo=Die Basilika S. Salvatore bei Spo­leto und der Clitunnotempel|lingua=tedesco|editore=Halle a. s.|anno=1912}}
*{{cita pubblicazione|autore=Arpago Ricci|titolo=Di alcune malte antichissime nelle fondamenta della basilica di San Salvatore in Spoleto|pubblicazione=Atti dell'[[Accademia spoletina|Accademia Spoletina]], 1917-1919|città=Spoleto|anno=1920|pp=61-84}}
*{{cita pubblicazione|url=https://archive.org/stream/dedalorassegnada0203ojetuoft#page/628/mode/2up/search/san+salvatore+Spoleto|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Dedalo, rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti|editore=Casa editrice d'arte Bestetti e Tumminelli|città=Milano-Roma|anno=1921-22|volume=3|p=628|accesso=23 novembre 2017}}
*{{cita libro|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|collana=Studi dell'[[Accademia spoletina]]|editore= Leo S. Olschki|città=Firenze|anno=1951}}
*{{cita pubblicazione|autore=Bruno Toscano|titolo=Per la storia del San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Scritti di Storia dell'Arte in onore di Mario Salmi|volume=I|città=Roma|anno=1961|pp=89-91}}
*{{cita libro|autore=Elena Rapetti|titolo=Rapporti armonici e culto dei martiri nel San Salvatore di Spoleto|opera=Umbria cristiana: dalla diffusione del culto al culto dei santi. Atti del XV Congresso internazionale di Studi sull’Alto Medioevo, 23-28 ottobre 2000|volume=2|editore=CISAM - [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]]|anno=2001|p=892}}
*{{cita libro|autore=[[Carola Jäggi]]|titolo= San Salvatore in Spoleto: Studien zur spätantiken und frühmittelalterlichen Architektur Italiens|anno=1998|lingua=tedesco|editore=Reichert Verlag|ISBN=3895000787}}
*{{cita libro|curatore1=Massimiliano Bassetti|curatore2=Letizia Ermini Pani|curatore3=Enrico Menestò|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|editore=[[Centro italiano di studi sull'alto medioevo|Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo]]|città=Spoleto|anno=2012|ISBN=978-88-7988-756-4}}
**'''Primo tomo''', dedicato ai lavori di [[Mario Salmi]] pubblicati fra il 1951 e il 1980
***''La basilica di San Salvatore di Spoleto'' 1951
***''San Salvatore di Spoleto il tardo antico e l'alto Medioevo'' 1961
***''Tardo antico e alto Medioevo in Umbria'' 1965
***''Ancora per la storia di San Salvatore di Spoleto'' 1968
***''Note sulla basilica di San Salvatore di Spoleto''
**'''Secondo tomo''', dedicato ad articoli già pubblicati fra il 1860 e il 2008
***[[Bonaventura Viani]], ''Sulla chiesa ora detta del Crocefisso presso Spoleto''
***[[Luigi Fausti]], ''Clitunno pagano e Clitunno cristiano''
***Werner Hoppenstedt, ''La basilica di San Salvatore di Spoleto''
***Friedrich Wilhelm Deichmann, ''L'epoca in cui hanno avuto origine la chiesa del Salvatore e il tempietto sul Clitunno vicino a Spoleto''
***John Bryan Ward Perkins, ''La chiesa di San Salvatore a Spoleto: alcune note strutturali''
***[[Bruno Toscano]], ''Per la storia del San Salvatore di Spoleto''
***E. Russo, ''Su S. Salvatore di Spoleto e sul tempietto del Clitunno''
***Silvestro Nessi, ''Sulla intitolazione originaria del San Salvatore di Spoleto''
***Renzo Pardi, ''Considerazioni sulla chiesa di S. Salvatore di Spoleto''
***Elena Repetti, ''Rapporti armonici e culto dei martiri nel S. Salvatore di Spoleto''
***Elena Repetti, ''Da spolia in re a spolia in se. S. Salvatore di Spoleto e il Tempietto sul Clitunno''
**'''Terzo tomo''', dedicato ad articoli inediti scritti fra il 1992 e il 2000
***Eugenio Susi, ''L'intitolazione della basilica spoletina del Salvatore''
***Carola Jäggi, ''San Salvatore di Spoleto: una chiesa di corte longobarda del VII secolo?''
***Renzo Pardi, ''Studio su San Salvatore di Spoleto. Completamenti ed espunzioni''
***Letizia Pani Ermini e Patrizio Pensabene, ''Rileggendo San Salvatore''
***Silvana Casartelli Novelli, ''Tra iconografia e tipologia: i modelli forti della croce "fagliata" e della croce "gemmata", contestuali nella basilica dedicata al Salvatore''
***Silvana Casartelli Novelli, ''Nota su un prezioso documento scultoreo della "memoria collettiva" dei nuovi Europei, costituito da quattro pilastrini frammentari''
***Giordana Benazzi, ''La facciata e il suo restauro (1992-2ooo). Nuovi elementi per la conoscenza della chiesa di San Salvatore di Spoleto''
***Paolo Virilli, ''Il restauro della facciata di San Salvatore: note tecniche''. Dorica Manconi, ''Materiali antichi nella facciata di San Salvatore''
***Brunetto Giovanni Brunetti, ''La datazione dei frammenti ossei animali e dei frammenti ceramici'', materiali incoerenti trovati durante il restauro della trabeazione del portale principale nel 1996.
*{{cita pubblicazione|url=https://www.academia.edu/33806210/_The_Basilica_of_San_Salvatore_in_Spoleto_The_Structural_History_|autore=Judson Emerick|titolo=The Basilica of San Salvatore in Spoleto: The Structural History|pubblicazione=[[Spoletium (rivista)|Spoletium]]|volume=52-53|anno=2017|lingua=inglese}}
 
 
traduzione abstract Emerick<br>
Un importante nuovo studio, pubblicato nel 2012 dal Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, ha affermato che San Salvatore ha avuto due importanti fasi costruttive, una nella metà del V secolo quando una basilica a tre navate si ergeva in un cimitero paleocristiano sul Colle Ciciano fuori dalle mura della città di Spoleto e una seconda progettata per riparare e ingrandire l'edificio precedente dopo la parziale distruzione durante le guerre bizantine-gotiche a metà del VI secolo. I ricercatori hanno annunciato di essere stati in grado di datare questa seconda fase con il metodo Carbon-14 in un periodo di 110 anni, dal 531 al 641 d.C.
In questo saggio riporto il mio lungo studio su San Salvatore, che ho iniziato con campagne annuali in loco tra il 1978 e il 1984 per misurare e sondare l'edificio. Io sostengo che la basilica aveva ** una grande fase storica ** e quella che deve essere la chiesa a cui si applica la prova C-14. Questo edificio con la sua elaborata estremità orientale --- con un presbiterio a cupola su colonne giganti --- fu danneggiato da un incendio e riparato, poi danneggiato da un incendio o da un terremoto e riparato di nuovo, quindi ridotto ad un monastero agostiniano in tempi moderni. San Salvatore non sembra essere il prodotto di nessuna cultura umbra paleocristiana, ma invece frutto di una civiltà altomedievale nel ducato longobardo di Spoleto. Le sue scenografiche visualizzazioni a colonne, presentate nel 2012 come un pastiche (risultato di una difficile fase 2 di riparazione), emergono ora come il prodotto di un'attenta pianificazione. Io sostengo che il design fa parte di una lunga tradizione romana ellenistica e antica che solo ora iniziamo a capire.
 
See http://whc.unesco.org/en/list/1318 (accessed 15 March 2016).
 
Carola Jäggi presentazione: Le opere d'arte senza reali paralleli, precursori o successori hanno sempre particolarmente confuso i ricercatori della storia dell'arte. Nel caso di S. Salvatore a Spoleto l'impossibilità di ancorare l'architettura entro le tipologie e le serie di sviluppo conosciute ha portato ad uno spettro assolutamente assurdo di approcci di datazione dal 4 ° fino al 12 ° secolo. Un ruolo importante per la discussione è giocato dalla scultura edilizia che, per la sua alta qualità artistica secondo l'opinione popolare, suggerisce paradossalmente una datazione al primo periodo di Cesare. Tuttavia, la sua parziale interezza cristiana dei motivi esclude la sua comparsa prima dell'editto di tolleranza del 313. Come si può spiegare questo fenomeno? Le risposte a questa domanda possono essere date solo sulla base di una solida analisi degli edifici con la sua storia di restauro come viene presentata in questo volume. La visione della topografia sacrale di Spoleto durante il periodo in discussione ha lo scopo di far luce sul contesto di la storia locale degli edifici. Infine, S. Salvatore si confronta con edifici italiani dal VI all'VIII secolo in cui la forma esterna di tali edifici non è affatto identica a quella della chiesa, ma mostra una certa somiglianza con tali forme, almeno da un punto strutturale di vista per quanto riguarda la ricezione specifica di forme architettoniche e di decorazione più antiche, nonché l'esistenza di forme orientali
 
==Voci correlate==
*[[Architettura paleocristiana]]
*[[Chiesa di San Salvatore (Brescia)]]
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:San Salvatore (Spoleto)}}
 
==Collegamenti esterni==
*''Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto (568-774 d.C.)'', candidatura alla [[Lista dei patrimoni dell'umanità]] [[Unesco]]:
**{{cita web|http://www.italialangobardorum.it/index.asp?|Il sito ufficiale della candidatura|03-10-2008}}
**{{cita web|http://www.beniculturali.it/pdf/3-LangobardorumDESCRIZIONE.pdf|La descrizione dei siti sul sito del Ministero per i Beni e le Attività culturali|03-10-2008}}
**{{cita web|lingua=en|http://whc.unesco.org/en/tentativelists/333|La candidatura sul sito dell'Unesco|03-10-2008}}
*{{cita web|url =http://www.comunespoleto.gov.it/la-citta/chiese/basilica-di-san-salvatore-e-cimitero-monumentale/|titolo=Basilica di San Salvatore|editore =Comune di Spoleto|accesso = 9 agosto 2016}}
 
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
{{Arte longobarda}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Longobardi|Umbria}}
 
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[[:Categoria:Basiliche dell'Umbria|Spoleto]]
 
http://www.wavetour.it/page/punto/id/405