Giuseppe Fioravanzo: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 18 marzo
|AnnoMorte = 1975
|Epoca = 1900
|Attività = ammiraglio
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
}}
 
Giuseppe Fioravanzo è stato uno degli “intellettuali” della Marina italiana e, unitamente agli ammiragli [[Romeo Bernotti|Bernotti]] e [[diOscar Di Giamberardino|Di Giamberardino]], uno dei principali esponenti del pensiero navale italiano fra le due guerre. Dopo aver combattuto ed essersi distinto nel corso della [[Guerra italo-turca]] e della [[Primaprima guerra mondiale]], a partire dagli anni Venti alla carriera di ufficiale aggiunse l'opera di teorico e scrittore navale. Nel corso della [[Secondaseconda guerra mondiale]], ormai diventato ammiraglio, ricoprì importanti incarichi, sia operativi, sia di stato maggiore. Nel dopoguerra diresse a lungo l'Ufficio Storico della [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare Italiana]].
 
[[File:Amm_Fioravanzo.png|thumb|upright=1.6|L'Ammiraglioammiraglio Fioravanzo passa in [[rivista (militare)|rivista]] l'equipaggio di una nave da battaglia della classe Vittorio Veneto nel periodo in cui comandò la IX divisione (Marzomarzo 1942 - Gennaiogennaio 1943).]]
 
== Biografia ==
 
=== Inizio della carriera ===
 
Nasce a [[Monselice]], da Bartolo e da Teresa Miani, anche se la famiglia, patrizia, era originaria di [[Firenze]].
 
Entra in Accademia nel 1909 e ne esce, con il grado di guardiamarina, nel 1912.
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Partecipò alla Prima guerra mondiale impiegato in Alto Adriatico nel “Raggruppamento Marina”. Il primo nucleo del raggruppamento venne formato da personale dell'[[incrociatore corazzato]] ''[[Amalfi (incrociatore)|Amalfi]]'' dopo che questo venne affondato nel luglio 1915. L'equipaggio armò delle [[Batteria (militare)|batterie]] di vari calibri che impegnavano il nemico sul fronte a mare.
 
Fioravanzo comandò una delle batterie da 152 &nbsp;mm e si distinse, insieme al parigrado Parona, nelle giornate del 15 e 16 maggio 1916 nell'impegnare le forze austriache nella zona di [[Duino]] impedendone l'avanzata verso [[Monfalcone]].<ref name = Tur>V. Tur, op. cit., pagp. 221</ref> Nel luglio la batteria di Fioravanzo, la 97 bis, fu dislocata presso Monfalcone per venire impiegata contro il monte [[San Michele]] in vista della battaglia per la conquista di [[Gorizia]].<ref name = Tur>V. Tur, op. cit., pagp. 222</ref> Successivamente venne arretrata a Punta Sdobba.
 
=== Anni tra le due guerre ===
 
Terminata la guerra, nel 1921, è distaccato per un certo periodo al comando militare marittimo di Pola.
 
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Nel contempo Fioravanzo inizia a pubblicare i suoi articoli sulla [[Rivista Marittima]] e i suoi primi libri di teoria navale divenendo uno degli ufficiali più promettenti della Marina. All'interno della Marina è fra gli ufficiali che propugnano la costruzione e l'impiego delle portaerei anche da parte della Marina italiana.
 
Servì poi come ufficiale subalterno sull'incrociatore ''[[Trieste (incrociatore)|Trieste]]'' appena entrato in servizio e, successivamente, assunse il comando del cacciatorpediniere ''[[Classe DardoFreccia (cacciatorpediniere 1931)#Freccia|Freccia]]'' e della relativa squadriglia, la VII, di siluranti.
 
Nel periodo della [[Guerra d'Etiopia]], a causa della quale si arrivò ada una grave crisi politica fra l'Italia e la Gran Bretagna, Fioravanzo fu Capo di Stato Maggiore del comandante in capo delle Forze Navali Riunite, organismo costituito nel settembre 1935 per dare un quadro di omogeneità ai criteri di impiego e di comando delle due squadre in cui era allora suddivisa la Marina italiana, in un momento nel quale lo scontro con la potenza anglosassone sembrava inevitabile.
 
Dal 14 gennaio 1936 al 12 ottobre 1936 ebbe il comando dell'incrociatore leggero ''[[Armando Diaz (incrociatore)|Armando Diaz]]'' e successivamente assunse il comando della Flottiglia Scuola comando navale di Taranto e del cacciatorpediniere ''Aquila'' capo flottiglia del complesso di siluranti che erano aggregate organicamente alla scuola. Si trattava di un insieme di tre (I, II e III) squadriglie di torpediniere ([[Giuseppe La Masa (cacciatorpediniere)|''Giuseppe La Masa'']], [[Generale Carlo Montanari (cacciatorpediniere)|''Generale Carlo Montanari'']], [[Ippolito Nievo (cacciatorpediniere)|''Ippolito Nievo'']], [[Giuseppe Cesare Abba (cacciatorpediniere)|''Giuseppe Cesare Abba'']], [[Generale Achille Papa (cacciatorpediniere)|''Generale Achille Papa,'']] [[Nicola Fabrizi (cacciatorpediniere)|''Nicola Fabrizi'']], [[Giuseppe Missori (cacciatorpediniere)|''Giuseppe Missori'']] e ''Monfalcone'').
 
La Scuola comando oltre al compito istituzionale di preparare i tenenti di vascello prossimi al comando di una un'unità da guerra aveva come compito secondario quello di partecipare al dispositivo di controllo del canale di Sicilia. In quest'ambito il comandante Fioravanzo ebbe un ruolo anche nel blocco del canale di Sicilia dei rifornimenti che dall'[[URSS]] venivano avviati in Spagna verso i porti controllati dai Repubblicani.
 
Il 1º gennaio 1939 Fioravanzo, insieme ai colleghi Da Zara ed Oliva, venne nominato contrammiraglio.<ref name = DaZara>A. Da Zara, op. cit., pagp. 319</ref>
 
=== Seconda Guerra Mondiale ===
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Ma soprattutto Fioravanzo era il titolare dell'Ufficio Studi Speciali: il vero e proprio “ufficio studi” dell'allora Regia Marina. Come tale Fioravanzo studiava la maggior parte dei progetti delle operazioni “speciali” della Marina oltre al relativo impiego delle forze. Fu sua, ancor prima dell'entrata in guerra dell'Italia, la prima stesura del piano per lo sbarco a Malta, la futura pianificata [[Operazione Herkules|“Operazione C3”]]. L'Ufficio Studi Speciali si occupava, oltre che dei progetti, anche del rifacimento della regolamentazione tattica, della statistica operativa, della stesura di articoli per riviste e bollettini, della propaganda anche radiofonica.
 
Fra i maggiori compiti ed iniziative di Fioravanzo si possono ricordare: nel maggio 1941 l'incarico, insieme ai generali dell'Aeronautica [[Umberto Cappa]] e [[Simon Pietro Mattei]], di stilare una serie di norme che facilitassero la collaborazione operativa fra la Marina e l'Aeronautica, sino a qualquel momento assai carente; la creazione e pubblicazione del cosiddetto “Bollettino azzurro” che, a cadenza quindicinale, informava i comandi operativi sull'attività navale, italiana ed inglese, dei precedenti quindici giorni; all'illustrazione delle azioni più significative l'ammiraglio aggiungeva un suo commento critico.
 
Lo studio Marina-Aeronautica era stato sollecitato dal Capo di Stato maggiore Generale [[Ugo Cavallero]] che di fatto utilizzò Fioravanzo e i generali [[Antonio Gandin|Gandin]] dell'Esercito e Mattei dell'Aeronautica come una vera e propria commissione interforze.<ref name = Ceva>L. Ceva, op. cit., pagp. 34 note</ref> Negli intendimenti di Cavallero lo studio doveva portare alla cosiddetta azione a massa contro la flotta inglese necessaria per conquistare il predominio almeno nel Mediterraneo Centrale in vista di una un'offensiva risolutiva verso l'Egitto. Il piano non venne mai applicato se non parzialmente ma è indubbio che questo studio ispirò positivamente la successiva strategia della Marina.
 
Il 25 marzo 1942 imbarcò per assumere il comando della 9ª Divisione Navale costituita dalle corazzate della classe ''[[Vittorio Veneto (nave da battaglia)|Vittorio Veneto]]''. Il primo combattimento cui partecipò Fioravanzo, come comandante della 9ª Divisione, fu il contrasto all'operazione britannica “Vigorous” tendente a far giungere un [[Convoglio navale|convoglio]] di rifornimenti a [[Malta]] da [[Alessandria d'Egitto]]. Quest'azione si svolse nel quadro degli scontri navali noti come [[battaglia di mezzo giugno]] e Fioravanzo vi partecipò agli ordini dell'ammiraglio [[Angelo Iachino|Iachino]] che era il comandante superiore in mare. L'azione della 9ª Divisione, unitamente a quella della 3ª e 8ª, costrinse gli inglesi a rinunciare al compimento della missione senza che si arrivasse al contatto balistico.
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Nel gennaio 1943 la flotta italiana venne riorganizzata e Fioravanzo, il 6 gennaio 1943, lasciò il comando della 9ª Divisione per assumere, il giorno seguente, il comando della 5ª Divisione formata dalle vecchie corazzate rimodernate delle classi ''[[Classe Conte di Cavour|Cavour]]'' e ''[[Classe Caio Duilio (nave da battaglia 1913)|Duilio]]''. Si trattava di un comando del tutto platonico, le corazzate rimodernate erano in posizione di riserva e prive di carburante e non era previsto un loro impiego operativo. Impiego che del resto era escluso, dato l'ormai sfavorevole andamento della guerra, anche per le corazzate della 9ª Divisione.
 
Il 14 marzo 1943 divenne comandante della 8ª Divisione Navale subentrando all'ammiraglio de Courten. Esercitava questo comando quando, nell'agosto dello stesso anno, ebbe il compito di bombardare Palermo da qualche giorno in mano alle truppe alleate. Questa operazione determinò una svolta negativa nella carriera di Fioravanzo. A causa del rientro anticipato della divisione senza aver concluso la missione, Supermarina decise di sbarcarlo e di sostituirlo con l'ammiraglio [[Luigi Biancheri]]. Lo sbarco e la perdita del comando comportavano l'impossibilità per Fioravanzo di essere promosso al grado di Ammiraglio di Squadra rimanendo in servizio attivo. In pratica la sua carriera era finita. Paradossalmente per l'azione gli venne conferita la Croce di Guerra al valor militare.
 
La missione iniziò la sera del 6 agosto 1943 quando l'ammiraglio, con la divisione formata dal ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'' e dal ''[[Emanuele Filiberto Duca d'Aosta (incrociatore)|Duca d'Aosta]]'', lasciò Genova per [[La Maddalena]]. La sera del giorno successivo la divisione lasciò La Maddalena con obiettivo le navi alleate alla fonda dinanzi a Palermo. Il ''Garibaldi'' aveva però difficoltà con l'apparato motore per cui non poteva sviluppare più di 28 nodi, inoltre nessuno dei due incrociatori aveva a disposizione il radar.
 
L'avvistamento, da parte della ricognizione aerea, di navi sconosciute in rotta verso la divisione fecero apprezzare a Fioravanzo che si sarebbe scontrato con una forza navale alleata in condizioni di netta inferiorità. Ritenendo di correre il rischio di perdere i due incrociatori, ma soprattutto la vita dei 1.500 uomini degli equipaggi, senza poter arrecare danni significativi all'avversario, l'ammiraglio, consapevole in questo modo di troncarsi la carriera, decise di rinunciare al compimento della missione e di rientrare alla [[La Spezia|Spezia]]. A causa del rientro anticipato della divisione senza aver concluso la missione, Supermarina decise di sbarcarlo e di sostituirlo con l'ammiraglio [[Luigi Biancheri]].
 
Nel dopoguerra, dall'esame degli archivi statunitensi, si appurò che quella notte erano in rotta verso la 8ª Divisione gli incrociatori statunitensi ''Savannah'' e ''Philadelphia'' con la relativa scorta di cacciatorpediniere. La valutazione di Fioravanzo, a posteriori, si rivelò dunque corretta. Lo sbarco e la perdita del comando comportavano l'impossibilità per Fioravanzo di essere promosso al grado di Ammiraglio di Squadra rimanendo in servizio attivo. In pratica la sua carriera era finita. Paradossalmente per l'azione gli venne conferita la Croce di Guerra al valor militare.
 
Alla data dell'armistizio Fioravanzo aveva l'incarico di ammiraglio comandante la piazza militare di Taranto e si offrì di sostituire l'ammiraglio [[Alberto Da Zara|Da Zara]] nel comando delle navi italiane in quella base che dovevano andare a Malta nel caso il collega non si fosse sentito di farlo. Successivamente, durante la cobelligeranza con gli alleati, Fioravanzo per un certo periodo fu prefetto di Taranto e poi fece parte di una delle Commissioni che avevano l'incarico di epurare il personale della Marina compromesso con il fascismo.
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A partire dal 1950, diresse l'Ufficio storico della Marina Militare.
 
È di quel periodo la polemica con strascichi giudiziari che, come capo dell'Ufficio, ebbe con il giornalista Antonino Trizzino, autore del ''pamphlet'' “Navi e poltrone”. Trizzino, nel suo libro, metteva sotto accusa il vertice della Marina durante la seconda guerra mondiale, adombrando l'ipotesi che gli ammiragli italiani avessero tradito l'Italia favorendo la vittoria degli inglesi. Nacque dall'opera di Trizzino la “leggenda” della Marina filo inglese.<ref name = Fraccaroli >A. Fraccaroli, op. cit., pagp. 17</ref> Leggenda che fu poi smentita, nel corso degli anni Settanta, dalle rivelazioni relative al ruolo decisivo avuto da [[Ultra (crittografia)|ULTRA]] nella guerra del Mediterraneo. Oltre all'Ufficio Storico diresse anche la “Rivista Marittima” periodico per il quale, dagli anni Venti, aveva scritto quasi cinquanta articoli sui più svariati argomenti di carattere navale.
 
Fioravanzo lasciò la direzione dell'Ufficio storico nel 1959 quando gli subentrò l'ammiraglio Aldo Cocchia uno dei protagonisti della battaglia dei convogli. La sua opera di scrittore navale però non si concluse. Nel corso degli anni Sessanta e dei primi anni Settanta, l'Ufficio Storico, che aveva diretto per quasi dieci anni, pubblicò, nella collana relativa alla Storia della Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale, i suoi volumi dedicati alle azioni navali in Mediterraneo e all'organizzazione della Marina - alcuni di questi postumi, punto di riferimento obbligato per tutti coloro che vogliono approfondire la storia navale italiana riferita a quel drammatico periodo.
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L'ammiraglio Fioravanzo morì a Roma il 18 marzo 1975.
 
Per sua volontà l'intero archivio personale venne donato all’archivioall'archivio storico del [[Monselice|Comune di Monselice]].
 
=== Conclusioni ===
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== Promozioni ==
* [[Guardiamarina]] (1912),
* [[Sottotenente di Vascellovascello]] (1914),
* [[Tenente di vascello]] ([[1916]]),
* [[Primo tenente di vascello]] (1918),
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== Decorazioni ==
*
* [[File:Valor militare silver medal BAR.svg|80px]] Medaglia d'Argento al valor militare;
* [[File:Croce di guerra al valor militare BAR.svg|80px]] Croce di guerra al valor militare;
* [[File:Commemorative Italian-Austrian war medal BAR.svg|80px]] Medaglia commemorativa della guerra 1915 – 1918 (Regio Decreto 29 luglio 1920, n.1241);
* [[File:vittoria.png|80px]] Medaglia interalleata della vittoria (Regio Decreto 13 dicembre 1920, n.1918);
* [[File:Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia BAR.svg|80px]] Medaglia a ricordo dell’Unitàdell'Unità d’Italiad'Italia 1848-1918 (Regio Decreto 19 ottobre 1922, n.1229).
* [[File:Croce di guerra al valor militare BAR.svg|80px]] Croce di guerra al valor militare (1943);
 
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* [[1950]], ''Arte del comando: riflessioni'', Livorno, Accademia Navale;
* [[1959]], ''La guerra nel Mediterraneo: le azioni navali dal 10 giugno 1940 al 31 marzo 1941'', Roma, U.S.M.M.;
* [[1960]], ''La guerra nel Mediterraneo: le azioni navali dal 1. aprile 1941 all’8all'8 settembre 1943'', Roma, U.S.M.M.;
* [[1961]], ''La Marina Militare nel suo primo secolo di vita: 1861-1961'', Roma, U.S.M.M.;
* [[1962]], ''La Marina dall'8 settembre 1943 alla fine del conflitto'', Roma, U.S.M.M.;
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== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
* Franco Bargoni. ''“L'intervento navale italiano nella guerra civile spagnola. Parte III”''. Rivista Italiana Difesa N° 3, marzo 1987, pp. 84-92&nbsp;84–92;
* Franco Bargoni, Franco Gay. ''Corazzate classe Vittorio Veneto. Parte II''. Edizioni Bizzarri, Roma 1973;
* Franco Bargoni, Franco Gay. ''Corazzate classe Caio Duilio''. Edizioni Bizzarri, Roma 1973;
* Enrico Cernuschi. ''“Obiettivo Palermo”''. Storia Militare N° 119, agosto 2003, pp. 14-21&nbsp;14–21;
* Lucio Ceva. ''La condotta italiana della guerra. Cavallero e il Comando supremo 1941/1942''. Milano, Feltrinelli, 1975;
* Giuseppe Fioravanzo. ''L'organizzazione della Marina durante il conflitto. Tomo II. Evoluzione organica dal 10-6-1940 all'8-9-1943''. Roma, U.S.M.M., 1975;
* [[Aldo Fraccaroli]]. ''“L'ammiraglio Giuseppe Fioravanzo”''. Aviazione e Marina N° 125, settembre 1975, p. &nbsp;17;
* [[Giorgio Giorgerini]]. ''La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943''. Milano, Mondadori, 2001 - ISBN 88-04-50150-2;
* Walter Polastro. ''Giuseppe Fioravanzo'' in ''Dizionario biografico degli italiani'', XLVIII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1997, pp. 114-116&nbsp;114–116;
* [[Gianni Rocca]]. ''Fucilate gli ammiragli. La tragedia della marina italiana nella seconda guerra mondiale''. Milano, Mondadori, 1987 - ISBN 88-04-43392-2;
* [[Vittorio Tur]]. ''Plancia ammiraglio''. Roma, Edizioni Moderne, 1958.
* {{DBI
|nome = FIORAVANZO, Giuseppe
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|accesso =
}}
*{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-fioravanzo/|Enciclopedia Treccani}}
 
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
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