Campagna italiana di Suvorov: differenze tra le versioni
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▲{{Infobox conflitto
|Tipo=Operazione militare
|Nome del conflitto=Campagna italiana di Suvorov
|Parte_di=della guerra della [[seconda coalizione]]
|Immagine=
|Didascalia= La campagna italo-svizzera<br />di [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov]].
|Data= 15 aprile - 11 settembre 1799
|Luogo= [[Italia
|Mutamenti_territoriali =
|Esito= Vittoria austro-russa
|Schieramento1=
|Schieramento2=
|Comandante1=
|Comandante2= {{Bandiera|FRAVichy}} [[Jean Victor Marie Moreau]]<br />{{Bandiera|FRAVichy}} [[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald|Étienne Macdonald]]
|Effettivi1= inizialmente
|Effettivi2= inizialmente
|Perdite1= dati non disponibili <!-- Risulta una estrema imprecisione nelle perdite a causa delle reticenze austriache a fornire dati attendibili -->
|Perdite2= dati non disponibili <!-- L'unica fonte attendibile appare Gachot ma morti e feriti (anche leggeri) vengono sempre sommati col risultato che, tenuto conto dei periodici rinforzi, alla fine risultano quasi più perdite degli effettivi iniziali! -->
}}
{{Campagnabox Guerra della seconda coalizione}}{{Campagnabox Campagna italiana di Suvorov}}
La '''campagna italiana di Suvorov''' si svolse nel [[Italia
▲La '''campagna italiana di Suvorov''' si svolse nel [[Italia Settentrionale|Nord Italia]] tra l'aprile e il settembre 1799 e vide in lotta l'esercito russo-austriaco guidato dal generale russo [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov]] contro le [[Armée révolutionnaire française|truppe rivoluzionarie francesi]]. La campagna si inserisce nel contesto della guerra della [[seconda coalizione]] e si concluse con la temporanea vittoria dei coalizzati e la caduta delle [[repubbliche sorelle]] filo-francesi.
La partecipazione del generale Suvorov fu determinante: i russi uscirono vincitori nelle battaglie decisive, sconfiggendo e costringendo due armate francesi a ritirarsi sui rilievi intorno a [[Genova]]<ref name="Mathiez/Lefebvre490">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|p. 490, Vol. II}}.</ref>, e
▲La [[Svizzera]] all'epoca faceva parte del [[Sacro Romano Impero]] con capitale a [[Vienna]] e la [[Impero russo|Russia]], alleata degli austriaci, in ossequio ai [[Trattato internazionale|trattati]] inviò un esercito per liberare i territori elvetici occupati dai francesi nel 1798. Gli alleati insistettero perché le truppe austro-russe venissero guidate dal generale Suvorov, che però in patria era caduto in disgrazia per aver criticato lo [[zar]] [[Paolo I di Russia|Paolo I]]; questi decise di riabilitarlo e lo inviò con 20.000 uomini in Italia, dove gli austriaci lo nominarono [[feldmaresciallo]]<ref name="Mikaberidze19">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 19}}.</ref><ref name="Mathiez/Lefebvre476">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|p. 476, Vol. II}}.</ref>.
Occupata anche Torino e sconfitta l'ultima armata francese nella successiva [[battaglia di Novi]], Suvorov rimase a un certo punto padrone della situazione in Italia settentrionale e deciso addirittura a marciare verso la [[Francia]]<ref name="Presnukhin">{{cita pubblicazione|url=
▲La partecipazione del generale Suvorov fu determinante: i russi uscirono vincitori nelle battaglie decisive, sconfiggendo e costringendo due armate francesi a ritirarsi sui rilievi intorno a [[Genova]]<ref name="Mathiez/Lefebvre490">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|p. 490, Vol. II}}.</ref>, e fecero crollare il predominio transalpino in Italia. Con il suo esercito austro-russo di oltre 70.000 uomini, in netta superiorità numerica di fronte ai circa 27/28.000 francesi inizialmente disponibili<ref>{{cita|Chandler 1988|p. 611}}.</ref><ref name="Mikaberidze29"/>, Suvorov obbligò dapprima il generale [[Jean Victor Marie Moreau]] ad abbandonare la difesa dell'Adda e ripiegare verso ovest; i francesi evacuarono il milanese e concentrarono i resti del loro forze ad [[Alessandria]], gli austro-russi invasero quindi la [[Repubblica Cisalpina]] ed entrarono a [[Milano]] il 29 aprile<ref name="Mathiez/Lefebvre476"/>. Nel frattempo si stava avvicinando da sud l'armata francese di [[Napoli]] guidata dal generale [[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald]] per cercare di ricongiungersi al generale Moreau. Suvorov riuscì a sbarrare il cammino al generale Macdonald nella [[battaglia della Trebbia (1799)|battaglia della Trebbia]] (17-19 giugno 1799). Quest'ultimo fu dunque costretto a ritirarsi lungo la costa e raggiunse Genova dove ben presto confluirono anche le forze del generale Moreau che, appresa la sconfitta del generale Macdonald, aveva ripiegato a sua volta<ref name="Mathiez/Lefebvre476 477">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|pp. 476-7, Vol. II}}.</ref>.
▲Occupata anche Torino e sconfitta l'ultima armata francese nella successiva [[battaglia di Novi]], Suvorov rimase a un certo punto padrone della situazione in Italia settentrionale e deciso addirittura a marciare verso la [[Francia]]<ref name="Presnukhin">{{cita pubblicazione|url=http://it.rbth.com/articles/2011/06/20/la_spedizione_russa_in_italia_contro_napoleone_12374.html|titolo=La spedizione russa in Italia contro Napoleone|autore=Mikhail Presnukhin|rivista=Russia Beyond The Headlines|editore=Rossiyskaya Gazeta|data=20 giugno 2011|accesso=27 settembre 2014}}</ref>, ma le divisioni e le rivalità delle potenze coalizzate avrebbero ben presto favorito una ripresa delle armate rivoluzionarie: per timore che l'influenza russa in Italia diventasse eccessiva gli alleati, facendo anche leva sulle ambizioni di Paolo I di presentarsi come liberatore della Svizzera<ref name="Mathiez/Lefebvre583">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|p. 583, Vol. II}}.</ref>, ottennero che le truppe zariste interrompessero le loro operazioni e venissero rischierate nella Confederazione, lasciando l'iniziativa nella penisola agli austriaci<ref name="Rettificazioni1857">{{Cita|Rettificazioni 1857|p. 42}}.</ref>. A Suvorov fu ordinato quindi di marciare verso nord attraverso il [[Passo del San Gottardo]] per incontrarsi con l'altro corpo di truppe russe appena condotto sulla [[Limmat]] dal generale [[Aleksandr Michajlovič Rimskij-Korsakov]]<ref name="Mathiez/Lefebvre491">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|p. 491, Vol. II}}.</ref> e quindi affrontare l'armata del generale [[Andrea Massena]]<ref name="Giulio Rossi 1908">{{cita testo |autore=Giulio Rossi |titolo=Suwaroff in Svizzera |rivista=Corriere del Ticino |data=9-16 gennaio 1908|accesso=11 ottobre 2014}} Vedi testo in [http://www.museodelmalcantone.ch/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=49:suwaroff-in-svizzera&catid=51:archivio-delle-notizie Museo del Malcantone, Curio]</ref>.
== I prodromi politici e militari della campagna ==
{{vedi anche|Guerre rivoluzionarie francesi|Seconda coalizione}}
=== Il contesto storico ===
[[File:Entrée de l’Armée française à Rome - Hippolyte Lecomte.png|thumb|left|Il generale [[Louis Alexandre Berthier]] entra a [[Roma]] con le truppe dell'[[
[[File:Scherer.jpg|miniatura|upright|Il generale [[Barthélemy Louis Joseph Schérer|Schérer]] ]]▼
Dopo le sorprendenti vittorie del generale [[Napoleone Bonaparte]] in [[campagna d'Italia (1796-1797)|Italia nel 1796-1797
La [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]], l'Austria e la [[Impero russo|Russia]], preoccupate dall'espansionismo francese, si unirono quindi nella
Le armate contrapposte si confrontavano su un fronte assai esteso che andava dalla [[Baviera]], alla Svizzera fino alla ex [[Repubblica veneziana]]<ref name="Mikaberidze17">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 17}}.</ref>. I francesi avevano mobilitato quasi
=== Le forze iniziali in campo in Italia ===
All'inizio della campagna nel 1799 l'Austria schierava nel nord-est dell'Italia, tra l'[[Adige]], Verona e [[Venezia]], circa
=== L'arrivo del generale Suvorov e l'inizio dell'offensiva ===
[[File:Geller Suvorov.jpg|left|miniatura|Il generale Suvorov, in esilio a Kontšanskoje presso [[Velikij Novgorod]], riceve l'ordine imperiale di comando delle truppe nella lotta contro [[Napoleone Bonaparte]] ]]
Solo a seguito delle pressanti richieste dell'[[Imperatori del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Francesco II d'Asburgo-Lorena]] e agli intrighi dell'ambasciatore moscovita a [[Vienna]] [[Andrej Kirillovič Razumovskij]], lo zar [[Paolo I di Russia]] assegnò il comando delle truppe alleate in Italia al
{{
Solamente il grande prestigio di cui godeva e l'importanza dei servizi resi all'[[Impero russo]] gli risparmiarono la deportazione in [[Siberia]] e gli procurarono solo una sorta di esilio nelle sue tenute a Kontšanskoje, un villaggio delle campagne a est di [[Velikij Novgorod]], oggi noto in suo onore come Kontšanskoje-Suvorovskoje ({{russo|Кончанское-Суворовское}}); fu qui che, pur controvoglia, nel febbraio 1799 Paolo I gli inviò l'ordine di reintegro nell'esercito russo e gli affidò il comando della spedizione in Italia<ref>{{cita|Léger Marie Philippe 1809|p. 322}}.</ref><ref>{{Cita|Gachot 1903|p. 94}}.</ref>.
Il 25 marzo Suvorov giunse a [[Vienna]], dove Francesco II lo accolse con tutti gli onori e gli conferì il grado di feldmaresciallo delle armate austriache<ref>{{cita|Léger Marie Philippe 1809|pp. 323-5}}.</ref>, e prese il comando delle truppe russe, che contavano circa
[[File:George Dawe - Portrait of General Pyotr Bagration (1765-1812) - Google Art Project.jpg|miniatura|Ritratto del generale [[Pëtr Ivanovič Bagration|Bagration]]]]
Il generale Suvorov, secondo le proprie abitudini tattiche, procedette a marce forzate, nonostante fiumi in piena e pessime condizioni atmosferiche<ref name="Mikaberidze20">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 20}}.</ref>. È molto difficile fornire una media di marcia delle fanterie dell'epoca napoleonica, ma la maggior parte degli eserciti europei coevi percorreva ragionevolmente dai 20 ai 30 chilometri al giorno<ref>{{cita web |autore= Nicola Zotti |url=http://www.warfare.it/storie/marcia_fanteria_napoleonica.html |titolo=La velocità di marcia della fanteria napoleonica |sito=warfare.it |accesso=23 novembre 2014}}</ref>; l'esercito austro-russo, alla cui testa cavalcava costantemente il generale Suvorov, procedeva quasi sempre a marce forzate coprendo in alcune giornate più di 50 chilometri<ref name="Mikaberidze20"/>. La sua fanteria marciava anche con una temperatura di 35
Il 19 aprile la prima colonna, agli ordini del generale [[Jacov Ivanovič Povalo-Švejkovskij]], guadò presso [[Valeggio sul Mincio]] e, dopo una sosta la giornata del 20, il 21 Suvorov decise di disporsi per l'offensiva<ref>{{cita|Clausewitz 1833|pp. 225-226}}.</ref>. Le truppe di Švejkovskij (
== L'attacco sull'Adda e la presa di Milano ==
=== La disposizione delle armate ===
[[File:Suvorov-campagna-Italia-1799-mappa-militare-fronte-Adda.png|thumb|Truppe in campo attorno al 24 aprile 1799, al momento dell'attacco sull'[[Adda]] ]]
▲[[File:Scherer.jpg|miniatura|Il generale Schérer]]
Il 24 aprile la forza principale dell'armata attraversò il fiume Oglio e il giorno dopo il generale Suvorov dispiegò le sue forze sull'[[Adda]], dove i francesi sembravano finalmente decisi a dare battaglia e fermare l'avanzata degli alleati austro-russi<ref name="Mikaberidze29">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 29}}.</ref>. Il generale russo divise le sue forze in tre colonne lungo il fiume: sulla destra [[
I francesi, appostati sulla riva opposta in attesa di rinforzi e già in inferiorità numerica, si sparpagliarono lungo il fiume indebolendosi ulteriormente<ref>{{cita|Clausewitz 1833|pp. 230-231}}.</ref>: Sérurier con
I piani di Suvorov prevedevano di attraversare l'Adda in forze tra Trezzo e Cassano, mentre Seckendorf e il principe di Hohenzollern avrebbero sferrato due attacchi diversivi a Lodi e Pizzighettone. Il generale Bagration invece, dopo aver attraversato il fiume a Lecco, avrebbe condotto una rapida manovra di accerchiamento per sorprendere i francesi alle spalle servendosi di [[Cacciatore (tattica)|cacciatori]] e cosacchi a cavallo<ref name="Mikaberidze30"/>. Il 26 aprile gli alleati si disposero ad attraversare il fiume in forze.
=== L'attacco degli alleati e l'assunzione del comando da parte del generale Moreau ===
{{Vedi anche|Battaglia di Lecco}}[[File:Jean Victor Moreau.jpg|miniatura|upright|Il generale [[Jean Victor Marie Moreau|Moreau]]]]
Alle 08:00
Nel frattempo, dopo che Vukassovich aveva ripristinato il ponte a Brivio, il capo geniere degli austriaci [[Johann Gabriel Chasteler de Courcelles]] riusciva a gettare un altro ponte poco distante da Trezzo, in una sezione del fiume non presidiata dai francesi<ref name="Clausewitz_1833">{{cita|Clausewitz 1833|p. 233}}.</ref>, consentendo a Zopf e Ott di attraversare e sorprendere i generali Grenier e Sérurier presso il villaggio di [[Pozzo d'Adda]], prendere prigioniero il generale di brigata Baker e costringerli a dividersi e ritirarsi<ref name="Coppi253"/>, il primo verso Vaprio il secondo verso [[Verderio]]<ref name="Botta327"/>.
Suvorov, essendosi accorto che per Bagration non era possibile guadare a Lecco, dove i repubblicani avevano cantato vittoria intonando [[la Marsigliese]]<ref>{{Cita|Gachot 1903|p. 132}}.</ref>, cambiò strategia e il 27 si mosse verso [[Capriate San Gervasio|San Gervasio]]
{{
Il generale Moreau cercò di rimediare immediatamente agli errori del suo predecessore: concentrò le sue truppe e inviò Grenier a Vaprio, il generale Victor a Cassano e fece marciare Laboissière a nord verso Lodi. A Sérurier fu ordinato di abbandonare le posizioni a Lecco e Brivio e concentrare le sue divisioni su Trezzo<ref
=== La
{{Vedi anche|Battaglia di Cassano d'Adda (1799)|Battaglia di Verderio}}[[File:Jean mathieu philibert serurier.jpg|miniatura|upright|Il generale [[Jean Mathieu Philibert Sérurier|Sérurier]]]]▼
Dal canto suo il generale [[Michael von Melas|Melas]], sull'ala sinistra, aveva condotto personalmente l'assalto di tre battaglioni austriaci contro i francesi, che si erano trincerati dietro un testa di ponte sulla riva sinistra dell'Adda presso il canale Ritorto (sulla strada da Treviglio): il comandante austriaco, dopo averli respinti, superò anche la successiva posizione che questi ancora mantenevano a Cassano<ref>{{Cita|Clausewitz 1833|p. 235}}.</ref>, dopo aver ripristinato rapidamente un arco del ponte sul fiume che i francesi erano riusciti a danneggiare<ref name="Coppi253 254">{{Cita|Coppi 1824|pp. 253-4}}.</ref>. Precedentemente Moreau aveva compreso che l'attacco a Brivio era stato solo un diversivo e che l'attacco principale sarebbe avvenuto a Trezzo dove aveva inviato Sérurier; per scongiurare il rischio che venisse sbaragliato gli fece
▲[[File:Jean mathieu philibert serurier.jpg|miniatura|Il generale Jean Mathieu Philibert Sérurier]]
Il comandante francese, che si trovava nei pressi di Cassano, non fece comunque in tempo a
▲Dal canto suo il generale Melas, sull'ala sinistra, aveva condotto personalmente l'assalto di tre battaglioni austriaci contro i francesi, che si erano trincerati dietro un testa di ponte sulla riva sinistra dell'Adda presso il canale Ritorto (sulla strada da Treviglio): il comandante austriaco, dopo averli respinti, superò anche la successiva posizione che questi ancora mantenevano a Cassano<ref>{{Cita|Clausewitz 1833|p. 235}}.</ref>, dopo aver ripristinato rapidamente un arco del ponte sul fiume che i francesi erano riusciti a danneggiare<ref name="Coppi253 254">{{Cita|Coppi 1824|pp. 253-4}}.</ref>. Precedentemente Moreau aveva compreso che l'attacco a Brivio era stato solo un diversivo e che l'attacco principale sarebbe avvenuto a Trezzo dove aveva inviato Sérurier; per scongiurare il rischio che venisse sbaragliato gli fece quindi pervenire un nuovo ordine di arrestarsi a Verderio e, per evitare di disperdere ulteriormente le sue forze, ordinò a Victor di accelerare la marcia e deviare verso Vaprio per congiungersi a Grenier<ref>{{Cita|Clausewitz 1833|p. 234}}.</ref>.
In tre giorni di combattimenti i francesi avevano lasciato sui campi di battaglia circa
▲Il comandante francese, che si trovava nei pressi di Cassano, non fece comunque in tempo a riorganizzarsi efficacemente in quanto si ritrovò attaccato al contempo sulla sinistra e alle spalle dagli austro-russi che, condotti dal generale Suvorov, avevano attraversato col grosso delle truppe a Trezzo da San Gervasio. Soverchiato da forze avversarie molto superiori, Moreau fu costretto a combattere duri scontri per non restare prigioniero nella morsa del nemico<ref name="Coppi254">{{Cita|Coppi 1824|p. 254}}.</ref><ref name="Mikaberidze35">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 35}}.</ref>; Jean Sérurier, rimasto inerte e isolato a Verderio, fu invece circondato da Vukassovich e infine costretto ad arrendersi<ref>{{Cita|Clausewitz 1833|pp. 237-238}}.</ref><ref name="Mathiez/Lefebvre476"/>. Il generale francese ottenne la condizione che i soldati restassero prigionieri e che gli ufficiali potessero tornare in Francia<ref name="Coppi254"/> dietro solenne promessa che non avrebbero più combattuto nel corso della campagna<ref name="Mikaberidze35"/>; sembra che in quell'occasione Suvorov, convinto di una sua prossima invasione della Francia, gli disse: «Arrivederci a Parigi!»<ref name="Presnukhin"/>.
La ritirata a ovest del [[Ticino (fiume)|Ticino]] da parte delle ultime truppe francesi
▲In tre giorni di combattimenti i francesi avevano lasciato sui campi di battaglia circa 10.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri e almeno 100 cannoni con i loro artiglieri<ref name="Coppi254"/>. Il generale Moreau subiva in Italia la sua prima sconfitta<ref>{{Cita|Gachot 1903|p. 150}}.</ref> e fu costretto a ripiegare il 28 aprile prima su Milano (dove lasciò un piccolo presidio di 1.300 uomini) e quindi su [[Torino]], ritirandosi in tre colonne: la destra da Lodi a [[Piacenza]], il centro da [[Pavia]] a [[Voghera]] e la sinistra da [[Vigevano]] per la capitale [[sabaudo|sabauda]]<ref>{{Cita|Gachot 1903|p. 151}}.</ref><ref name="Coppi254"/>. Giunto il 30 a [[Novara]], ricevette indignato la notizia della resa di Sérurier<ref>{{Cita|Gachot 1903|p. 152}}.</ref>.
▲La ritirata a ovest del [[Ticino (fiume)|Ticino]] da parte delle ultime truppe francesi sancì inoltre la caduta della [[Repubblica Cisalpina]]<ref>{{Cita|Clausewitz 1833|p. 245}}.</ref> che era stata istituita il 29 giugno 1797<ref>{{DSS|I6621|Repubblica Cisalpina}}</ref>.
=== L'ingresso di Suvorov a Milano ===
[[File:Suvorov in Milan.jpg|thumb
Quello di Milano fu solo
Suvorov
{{
== La ritirata di Moreau e l'avanzata fino a Torino ==
=== L'ingresso in Piemonte ===
[[File:Suvorov with a Field-Marshal's batoon.jpg|thumb|upright|Il generalissimo Aleksandr Vasil'evič Suvorov]]
L'impazienza del feldmaresciallo russo fu presto soddisfatta: mentre il generale Moreau si ritirava di fronte a lui, Suvorov ricevette la notizia che il generale [[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald|Étienne Jacques Macdonald]] stava risalendo da Napoli con
Il 7 maggio Rosenberg attraversava il Ticino e raggiungeva [[Dorno]], mentre Suvorov lasciava il grosso delle forze e raggiungeva Bagration a Voghera. Qui il comandante russo riorganizzò le sue forze inviando il principe Peter a interrompere le comunicazioni francesi tra Tortona e Genova e disponendo le sue armate su entrambe le rive del Po, con Rosenberg tra Dorno e [[Lomello]], Melas a [[Castel San Giovanni]] e Bagration in marcia verso [[Pozzolo Formigaro]]<ref name="Mikaberidze42">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 42}}.</ref>. Il giorno precedente Kray aveva espugnato Peschiera e si era mosso verso Mantova. Al generale Ott fu ordinato di disporsi fra Parma e Modena per osservare i movimenti di Macdonald<ref name="Mikaberidze42"/>.
A questo punto della campagna i soldati alleati
[[File:Alexander Suvorov caricature 1799.jpg|miniatura|left|Il generale Suvorov si gode una fricassea di teste francesi. Caricatura inglese del 1799]]
I francesi nel frattempo si riorganizzavano: Moreau riuscì a concentrare circa
L'avanzata degli alleati continuava comunque. Il 10 maggio Bagration occupò [[Spinetta Marengo|Marengo]] e contemporaneamente il generale austriaco Chasteler assaliva la fortezza di Tortona, da cui la guarnigione francese bombardò la città. Bagration raggiunse Novi e verificò che la guarnigione francese si era già
A complicare la situazione delle truppe francesi si aggiunse il malcontento delle popolazioni locali che, esaurito l'iniziale entusiasmo
=== La battaglia di Bassignana ===
{{Vedi anche|Battaglia di Bassignana (1799)}}[[File:General Paul Grenier.JPG|miniatura|Il generale [[Paul Grenier|Grenier]]]]
Tra l'11 e il 12 maggio Suvorov fece la sua mossa e, dando credito a iniziali informazioni errate, che davano i francesi in ritirata da Valenza<ref name="Mikaberidze43"/>, ordinò a Rosenberg di muoversi da Lomello e attraversare il Po a
Tchouberov, impaziente di attaccare, attraversò con tutte le sue truppe ma incappò nella divisione francese di Grenier forte di {{formatnum:4000}} soldati che proveniente da Valenza, al comando del generale [[Luigi Leonardo Colli|Colli]], lo assalì al fianco destro e gli inflisse pesanti perdite, costringendolo a ritirarsi disordinatamente sull'isolotto da cui aveva poco prima guadato, in una situazione oltremodo caotica tra uomini sbandati e carri immobilizzati, sotto il fuoco costante della fucileria francese e senza la possibilità di ritirarsi con rapidità oltre il Po, in quanto il cavo per raggiungere a braccia la riva sinistra si era spezzato<ref>{{cita|Clausewitz 1833|pp. 254-255}}.</ref>. Ciononostante i soldati russi della brigata di Bagration tennero la posizione per otto ore, resistendo fino a dopo il tramonto; col favore delle tenebre tutte le truppe di Rosenberg riuscirono infine a riattraversare il fiume e a marciare per ricongiungersi a Suvorov, lasciando sul campo almeno {{formatnum:1500}} uomini, un generale, cinquantotto ufficiali e due cannoni. I francesi lamentarono la perdita di 600 uomini<ref name="Mikaberidze46 47">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 46-7}}.</ref><ref name="Botta330">{{Cita|Botta 1834|p. 330}}.</ref>.
Le fonti coeve raccontano che, pur soverchiate, cavalleria e fanteria russe si fecero uccidere inutilmente anche a Bassignana pur di non arrendersi, perché Suvorov aveva l'abitudine di terrorizzare i suoi uomini raccontando loro i macabri e ovviamente falsi particolari con cui, secondo lui, i repubblicani rivoluzionari torturavano i soldati caduti nelle loro mani: i prigionieri sarebbero stati denudati, legati, distesi su una graticola e arrostiti; oppure sarebbero stati loro tagliati naso, mani e orecchie. Un cronista dell'armata francese raccontò che 800 russi preferirono gettarsi nel Po piuttosto che farsi catturare<ref>{{cita|Gachot 1903|pp. 198-199}}.</ref>.▼
▲Suvorov, furioso, chiamò immediatamente a rapporto Rosenberg per chiedergli conto della disfatta, paventandogli la corte marziale; nel frattempo decise di spostare il suo quartier generale a [[Castelnuovo Scrivia]]<ref name="Mikaberidze47">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 47}}.</ref>. Intanto l'11 maggio si era arresa la fortezza di Pizzighettone dopo una giornata di cannoneggiamenti<ref name="Coppi258">{{Cita|Coppi 1824|p. 258}}.</ref>. Le fonti coeve raccontano che, pur soverchiate, cavalleria e fanteria russe si fecero uccidere inutilmente anche a Bassignana pur di non arrendersi, perché Suvorov aveva l'abitudine di terrorizzare i suoi uomini raccontando loro i macabri e ovviamente falsi particolari
=== Lo scontro a Marengo ===
{{Vedi anche|Prima battaglia di Marengo (1799)}}
Alla metà di maggio i russo-austriaci erano saldamente attestati sulla riva meridionale del Po: le truppe austriache a [[Torre Beretti e Castellaro|Torre]], il generale Förster a [[Sale (Italia)|Sale]], Bagration a Novi con le sue truppe russe disposte tra Scrivia e [[Bormida]] a supporto del generale Karachay a Marengo. Suvorov ora disponeva di circa 36.000 effettivi, di cui 17.500 russi, senza contare i 5.000 uomini di Vukassovich a Boffalora; doveva affrontare solo circa 25.000 francesi, che tuttavia erano ottimamente disposti perché godevano di una posizione di vantaggio, resa ancor più formidabile dai fiumi in piena<ref name="Mikaberidze48 49">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 48-9}}.</ref>. Il feldmaresciallo russo dovette riconoscere che non era in grado di attaccarli con successo: {{quote|Non sono in grado di fare partire una qualunque operazione [contro Alessandria] a causa della mancanza di barche.|Suvorov<ref name="Mikaberidze48 49"/>}}▼
▲Alla metà di maggio i russo-austriaci erano saldamente attestati sulla riva meridionale del Po: le truppe austriache a [[Torre Beretti e Castellaro|Torre]],
[[File:Marechal-Victor.jpg|miniatura|upright|Il Generale [[Claude-Victor Perrin]], detto Victor]]
In realtà Moreau si trovava a mal partito: il Direttorio non era in grado di inviargli alcun rinforzo, Bagration gli rendeva molto difficoltose le comunicazioni con Genova e le [[
Il comandante francese decise quindi di rafforzare con una parte delle sue truppe il generale
Moreau riunì due divisioni vicino a Alessandria e la notte tra il 15 a 16 maggio fece gettare un ponte sulla Bormida tra Marengo e [[San Giuliano Vecchio|San Giuliano]], facendovi passare la divisione del generale Victor ({{formatnum:5000}} fanti e {{formatnum:2000}} cavalieri), mentre l'unità di Grenier manteneva la posizione sul fiume<ref name="Coppi258"/><ref name="Mikaberidze49 50"/><ref>{{cita|Glochat 1903|p. 201}}.</ref><ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 257}}.</ref>. L'attacco all'inizio ebbe successo e gettò scompiglio tra le truppe di [[Konrad Valentin von Kaim|Kaim]] e Lusignan avanzando fino a San Giuliano. Lì s'imbatté nella divisione di Fröhlich, arrivato in tutta fretta per mettersi al comando del generale Lusignan e nella brigata del generale Bagration: i due ufficiali comandavano in totale undici battaglioni e nove squadroni e resistettero con successo fino a respingere nuovamente Victor al di là del fiume<ref name="Botta330"/><ref name="Coppi258 259">{{Cita|Coppi 1824|pp. 258-9}}.</ref>. Infine Moreau, avvistate altre truppe nemiche accorrere da Tortona, capì che il suo tentativo era fallito e ordinò il ripiegamento generale; alle 18:00 l'ultimo granatiere riattraversava la Bormida. I francesi lamentarono perdite per 596 uomini tra uccisi o feriti, mentre quelle alleate ammontavano a 720 e Suvorov, visto l'andamento incerto della giornata, non osò rivendicare la sua quarantaduesima vittoria<ref>{{cita|Clausewitz 1833|pp. 257-258}}.</ref><ref>{{cita|Gachot 1903|p. 204}}.</ref>.[[File:Torino terzo ampliamento.png|left|thumb|La cinta muraria di Torino e le sue porte nel XVIII secolo]]
=== La presa di Torino ===▼
▲=== La presa di Torino ===
Anche se lo scontro di Marengo non era stato decisivo, il 18 maggio Moreau decise di abbandonare la sua sicura posizione tra Valenza e Alessandria per ritirarsi verso Torino, inviando invece Victor verso sud in direzione della [[riviera ligure di ponente]], nella speranza di riuscire a congiungersi lì a Macdonald; nel frattempo riuscì a inviare in Francia attraverso il [[colle del Moncenisio]] le opere trafugate<ref name="Coppi258 259"/>. Suvorov, ignaro di queste manovre, continuò a marciare sulla riva nord del Po in direzione di Torino, spostando la base delle operazioni a [[Candia Lomellina|Candia]]. Politicamente la speranza era di continuare a incoraggiare le popolazioni piemontesi ad armarsi e sollevarsi contro le truppe rivoluzionarie e i [[giacobino|giacobini]], con la promessa del ripristino del Regno e dell'ordine precedente; strategicamente gli alleati miravano a occupare la città per la posizione e la sicura cattura di un gran numero di armi, munizioni e materiali bellici<ref name="Coppi258 259"/><ref name="Botta332">{{Cita|Botta 1834|p. 332}}.</ref>. In effetti i piemontesi si armarono e attaccarono i rivoluzionari, specialmente nel Canavese e a [[Carmagnola]], e puntualmente si ebbero notizie di eccidi perpetrati per rappresaglia dai francesi ai danni delle popolazioni civili<ref name="Botta331">{{Cita|Botta 1834|p. 331}}.</ref>.▼
{{Vedi anche|Assedio di Torino (1799)}}
▲Anche se lo scontro di Marengo non era stato decisivo, il 18 maggio Moreau decise di abbandonare la sua sicura posizione tra Valenza e Alessandria per ritirarsi verso Torino, inviando invece [[Claude-Victor Perrin|Victor]] verso sud in direzione della [[riviera ligure di ponente]], nella speranza di riuscire a congiungersi lì a Macdonald; nel frattempo riuscì a
Mentre i genieri gettavano i ponti sul fiume per un nuovo attraversamento, Suvorov venne raggiunto dalla notizia che le truppe di Moreau avevano lasciato Alessandria e vi spedì una divisione per occuparla e assediarne la fortezza ancora presidiata<ref name="Coppi259">{{Cita|Coppi 1824|p. 259}}.</ref>. A questo punto Suvorov era perplesso dalle continue "sparizioni" sotto i suoi occhi delle truppe francesi e della sua incapacità di prevedere le loro mosse<ref name="Mikaberidze54 56">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 54-6}}.</ref>: nonostante avesse a sua disposizione un gran numero di cavalieri ed esploratori, infatti, non fu mai in grado di costituire un efficace servizio di spionaggio. Ciò fu dovuto in parte alla scarsa conoscenza del territorio da parte dei cosacchi e alla loro difficoltà
[[File:Pascal Antoine Fiorella.jpg|miniatura|destra|[[Pasquale Antonio Fiorella]]]]
Il 22 maggio i ponti furono pronti e, basandosi comunque sulle informazioni disponibili sui francesi, il generale russo continuò il suo avvicinamento a Torino, sotto le cui mura giunsero per primi il 26 Bagration e Vukassovich, senza incontrare alcuna resistenza perché Moreau aveva ripiegato su [[Cuneo]]<ref name="Coppi259"/>. La guarnigione francese contava su
Il generale Fiorella conservava ancora il possesso della cittadella fortificata e, per rappresaglia contro la popolazione, ordinò di cannoneggiare la città, cessando solo dopo la promessa che la guarnigione non sarebbe stata attaccata<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 207}}.</ref>. Il 18 giugno però gli alleati la presero d'assalto sotto un intenso fuoco di artiglieria e, fattisi strada attraverso due brecce nella fortificazione, il 19 lo costrinsero a capitolare<ref name="Coppi261">{{Cita|Coppi 1824|p. 261}}.</ref>.
L'ingresso di Suvorov nella capitale piemontese fu ancora più solenne e trionfale che a Milano<ref name="cita-Gachot-1903-p208">{{cita|Gachot 1903|p. 208}}.</ref> e, come promesso, ricostituì il governo in nome del [[re di Sardegna]], nominando un consiglio con [[Carlo Thaon di Sant'Andrea]] come governatore, si adoperò per riordinare i reggimenti reali promettendo una amnistia ai militari che avevano appoggiato i francesi e fece incarcerare qualche centinaio di patrioti che non avevano fatto in tempo a fuggire<ref name="Coppi262">{{Cita|Coppi 1824|p. 262}}.</ref><ref name="Botta333">{{Cita|Botta 1834|p. 333}}.</ref>. Poco dopo mandò a chiamare il re Carlo Emanuele IV dal suo esilio in [[Sardegna]]<ref
Se da parte alleata si erano denunciate rappresaglie francesi in Piemonte ai danni delle popolazioni civili<ref name="Botta331"/>, da parte francese si stigmatizzò
Nel frattempo l'inattività forzata cominciava a far serpeggiare il malcontento tra le truppe alleate, ad accendere pericolose rivalità e innescare recriminazioni da ambo le parti: i russi beffeggiavano gli austriaci per avere dovuto richiedere il loro aiuto senza il quale «...sarebbero stati ricacciati dai Repubblicani fino a Vienna, a colpi di piatto di sciabola»; gli austriaci di Melas ricordavano i rovesci
== L'arrivo del generale Macdonald ==
[[File:Étienne Jacques Joseph Macdonald (1792).jpg|thumb|left|upright|[[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald|Étienne Macdonald]] nel periodo delle guerre rivoluzionarie]]
Una volta cacciati i francesi da Torino, Suvorov si preparò a occupare il resto del Piemonte e soprattutto a proteggere i valichi dalla Francia verso la città, inviando quindi forti contingenti di truppe presso tutte le valli tra il [[Moncenisio]] e [[Pinerolo]]. Contemporaneamente continuava a insidiare le posizioni di Moreau in modo da impedirne l'eventuale congiungimento con Macdonald: fece occupare quindi [[Cherasco]], [[Alba (
Dal canto suo Moreau era riuscito a filtrare tra le maglie della rete alleata
Nel frattempo entrambi i contendenti ricevevano rinforzi: con l'arrivo dalla Svizzera del generale [[Heinrich
Le strategie dei due comandanti francesi si rivelarono presto diverse se non contraddittorie. Fin dall'inizio l'intento di Moreau era di affrontare i russo-austriaci in un luogo vicino alle fortezze di Alessandria e Tortona, facilmente raggiungibile sia per chi arrivasse dalla Liguria tramite il valico di Bocchetta, sia per chi arrivasse dalla Toscana scendendo dalle valli della [[Val Trebbia|Trebbia]] e del [[Val di Taro|Taro]]: aveva quindi stabilito che il miglior sito dove congiungere le due armate per la battaglia decisiva fosse nei dintorni di [[Voghera]]<ref name="Botta342">{{Cita|Botta 1834|p. 342}}.</ref>. A tal scopo aveva incaricato Victor di invitare Macdonald a discendere verso la Trebbia per la [[val di Magra]], mentre egli avrebbe fermato gli alleati sulla Bormida, avrebbe oltrepassato Tortona e si sarebbero quindi uniti dopo Bobbio<ref name="Coppi264"/>. Il generale Macdonald era però di diverso avviso, perché avrebbe preferito che lo stesso Moreau si portasse a Pontremoli e discendesse la valle del Taro, mentre egli avrebbe marciato verso [[Modena]], ricongiungendo le due armate tra Parma e Piacenza: il suo intento era quello di approfittare della grande dispersione delle forze alleate (una parte cospicua impegnata nell'assedio di Mantova, una parte con [[Johann von Klenau]] tra il ferrarese e il bolognese, un'altra con il principe di Hohenzollern nel modenese, Ott sugli Appennini,
Le manovre dei francesi non sfuggirono comunque a Suvorov, che si dispose a reagire radunando trentadue battaglioni, diciotto squadroni e quattro reggimenti di cosacchi<ref name="Coppi264 265"/>. L'11 giugno marciò verso Asti sotto una pioggia torrenziale; attraversò quindi il Tanaro e il 13 si accampò nei pressi di Alessandria sulle rive della Bormida, dopo aver percorso oltre 90 chilometri in meno di tre giorni. L'avanzata era stata fin troppo rapida: gli austriaci non furono in grado di rifornire i
[[File:Pal Kray.jpg|miniatura|upright|Il generale [[Paul Kray von Krajowa]]]]
Il 7 giugno, senza attendere Moreau, Macdonald si era già mosso insieme ai
Superata l'iniziale sorpresa per le fulminee azioni di Macdonald, Suvorov reagì prontamente: appresa la falsa notizia che Moreau stesse per ricevere rinforzi per un totale di
== La battaglia della Trebbia ==
{{vedi anche|Battaglia della Trebbia (1799)}}
=== Primo giorno ===
[[File:Suvorov Trebbia.jpg|miniatura|[[Battaglia della Trebbia (1799)|''La battaglia della Trebbia'']], di Alexander Kotzebue]]
La mattina del 18 giugno vide i due generali fronteggiarsi con circa
Nel frattempo i francesi retrocedevano prima a destra, poi al centro; il contrattacco dei cosacchi di Bagration nuovamente sulla sinistra costrinse infine i francesi a ritirarsi in disordine oltre la Trebbia<ref name="Coppi267 268">{{Cita|Coppi 1824|pp. 267-8}}.</ref>. Poiché il letto del fiume era quasi asciutto, gli scontri continuarono a lungo anche dopo il tramonto e solo attorno alle 23:00 i comandanti riuscirono a === Secondo giorno ===
Nonostante
Sul Po lo scontro era altrettanto sanguinoso: nonostante il duro fuoco di artiglieria di Melas, i L'ultima speranza di Macdonald era il generale Lapoype che discendeva da Bobbio: egli aveva ricevuto === La ritirata di Macdonald ===
Nella tarda serata del 19 Macdonald, col favore delle tenebre e lasciando qualche schiera di volontari sulla riva della Trebbia ad accendere decine di fuochi per far credere al nemico di essere ancora accampato<ref name="Botta349">{{Cita|Botta 1834|p. 349}}.</ref><ref>{{cita|Gachot 1903|p. 275}}.</ref>, cominciò a ritirarsi verso il Nure, mettendo fine ai due giorni di dura battaglia sulla Trebbia. Diresse una colonna in direzione di [[Lucca]] passando per la valle del Taro, un'altra in direzione di Pistoia passando nel modenese<ref name="Coppi267 268"/>. Solo all'alba del 20 giugno Suvorov se ne avvide e ordinò immediatamente l'inseguimento<ref name="
{{
Il
Solo le acque del fiume [[Arda (fiume italiano)|Arda]] in piena, che Macdonald era riuscito fortunosamente ad attraversare, fermarono infine l'inseguimento permettendogli di radunare le sue esauste forze, dividerle in tre divisioni ai comandi di
Nel frattempo i generali di Suvorov prendevano Parma, Reggio e Modena, mentre Bologna sarebbe caduta il 30 luglio sotto l'attacco di Klenau<ref name="Coppi269 270">{{Cita|Coppi 1824|pp. 269-270}}.</ref>. La battaglia della Trebbia, una delle più importanti di tutta la campagna, si era conclusa con la totale disfatta dei repubblicani<ref name="Mikaberidze96">{{Cita|Mikaberidze 2003|p. 96}}.</ref>.
=== Le manovre di Moreau ===
{{Vedi anche|Seconda battaglia di Marengo (1799)}}
Mentre Macdonald era impegnato sulla Trebbia, Moreau non era rimasto inattivo e raccolti
{{Citazione|Ero persuaso che la mia presunta intenzione di invadere il Piemonte avrebbe turbato Suvorov, perché questo generale, che io pongo sullo stesso piano di Napoleone, aveva una scarsa capacità di reagire prontamente a tutte le mie manovre diversive|Jean Moreau<ref>Dalla conversazione tra Mikhailovsky-Danilevsky e Moreau, in {{cita|Mikhailovsky-Danilevsky, Miliutin 1852|Vol. II, p. 582}}.</ref>}}
{{ Raggiunto il suo scopo Moreau si ritirò nuovamente verso il valico della Bocchetta, lasciando presidi trincerati al suo imbocco e a Serravalle<ref name="Coppi269 270"/>.
== La conquista delle fortezze francesi ==
[[
A questo punto della campagna i francesi avevano perduto sette battaglie campali, le fortezze di Peschiera e Pizzighettone, Milano, Torino e tutta l'Italia da Napoli a Milano. Conservavano Tortona, Alessandria, Cuneo ma soprattutto la fortezza di Mantova, conquistata due anni prima dal generale [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]], forte di un presidio di
Il 25 giugno Suvorov giunse sulla Scrivia, il 27 si accampò sull'[[Orba (torrente)|Orba]] e occupò Novi e [[Ovada]], ridispose l'assedio su Tortona e ordinò a Bellegarde, al comando di circa
[[File:Francis II, Holy Roman Emperor at age 25, 1792.png|miniatura|left|upright|[[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco II]] dopo l'incoronazione imperiale,
In realtà Suvorov avrebbe voluto continuare l'offensiva fino a Genova, convinto che ormai i francesi non fossero più in grado di opporsi efficacemente alla sua armata e che avrebbe potuto cacciarli anche dalla riviera ligure<ref>{{cita|Gachot 1903|pp. 292-293}}.</ref> per poi marciare verso [[Nizza]] e la [[Provenza]]<ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 490}}.</ref>. Tuttavia i propositi del comandante russo continuavano a essere contrastati dalle interferenze di Vienna: già in una lettera del 21 giugno l'imperatore Francesco II gli aveva ingiunto di fermare la sua avanzata ordinandogli di concentrarsi invece sulle fortezze lombarde. Nonostante i trionfalistici rapporti di Suvorov a Vienna sulle vittorie ottenute e il suo consiglio di marciare verso sud, sbaragliare le deboli forze rivoluzionarie e rivolgersi verso la Francia, il 10 luglio questi ricevette una sorta di
{{
Lo scopo dell'imperatore austriaco era chiaro: osteggiare i piani di Suvorov (e della Russia) per favorire la propria politica egemonica in Nord Italia<ref name="Mikaberidze100 101"/>.
Il feldmaresciallo si sottomise e incrementò le forze assedianti di Kray a Mantova, già forti di
La resa di Mantova permetteva a Suvorov di richiamare Kray con
== Le reazioni in Francia e l'invio in Italia di Joubert ==
[[File:Général Barthélemy Catherine Joubert 2.jpg|thumb|left|upright|Il generale [[Barthélemy Catherine Joubert]] ]]
La disfatta in Italia provocò in Francia un vero terremoto politico tra accuse di tradimento, insinuazioni di corruzione dei generali, recriminazioni sulla condotta militare tenuta, sospetti di scarso entusiasmo rivoluzionario anche sulla persona di Moreau; l'opinione pubblica non si capacitava di come alle costanti e numerose vittorie degli anni precedenti, fosse potuta seguire una tale serie di cocenti sconfitte<ref name="Coppi272 273"/><ref name="Botta354"/>. Per contrastare gli alleati che minacciavano le frontiere stesse della [[Prima Repubblica francese|Repubblica]] il Direttorio, in quello che fu ricordato come il
Il generale [[Jean-Baptiste Bernadotte]] divenne ministro della guerra, il generale [[Jean Étienne Championnet]] venne prosciolto dalle accuse per il suo comportamento tenuto precedentemente a Napoli e messo a capo dei {{formatnum:50000}} uomini previsti per l'Armata delle Alpi, il generale [[Barthélemy Catherine Joubert]] assunse il comando dell'Armata d'Italia e dei {{formatnum:70000}} uomini che sarebbero stati inviati a Genova, sostituendo il generale Moreau che però, su espresso desiderio di Joubert<ref name="Botta356">{{Cita|Botta 1834|p. 356}}.</ref>, sarebbe rimasto con l'armata come consigliere e vice-comandante. Infine il generale [[Andrea Massena]] fu inviato in Svizzera con la promessa di comandare {{formatnum:90000}} soldati<ref name="Coppi272 273"/><ref name="Mathiez/Lefebvre481 483">{{Cita|Mathiez e Lefebvre 1992|pp. 481-3, Vol. II}}.</ref>. In realtà il numero di effettivi assegnato ai generali per le operazioni si rivelerà sensibilmente più basso di quanto garantito e molti uomini si riveleranno inesperti di pratiche militari nonché carenti di addestramento<ref name="Botta356"/><ref name="Mikaberidze111 112">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 111-2}}.</ref>.
Il generale Joubert lasciò Parigi il 15 luglio e arrivò a Genova tra il 5 e il 6 agosto e, nonostante il numero di truppe non fosse quello promesso dal Direttorio e il loro stato fosse per molti versi disastroso<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 315}}.</ref>, si trovò comunque al comando di una ragguardevole quantità di uomini: trovò infatti i veterani di Moreau, i 13.000 che Macdonald era riuscito a portare dalla Toscana e rinforzi dalla [[Vandea]] e da [[Brest (Francia)|Brest]] portati dalla flotta francese, per un totale di circa 45.000 soldati<ref name="Botta356"/><ref name="Coppi272 273"/><ref name="Coppi274 275">{{Cita|Coppi 1824|pp. 274-5}}.</ref>. L'esercito era però carente di approvvigionamenti, cavalli e munizioni; inoltre gli uomini non venivano pagati da mesi e le diserzioni avrebbero man mano ulteriormente indebolito l'armata rivoluzionaria<ref name="Mikaberidze111 112"/>. Gli ordini del Direttorio erano perentori: Joubert doveva liberare Tortona e piegare a sinistra mentre Championnet sarebbe disceso dalle Alpi per insidiare Torino, i due eserciti si sarebbero quindi dovuti riunire a Cuneo<ref name="Coppi274 275"/>. Joubert riconfermò la volontà di mantenere Moreau al suo fianco come consigliere e nominò [[Louis Gabriel Suchet]] come capo di stato maggiore<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 316}}.</ref>.▼
▲Il generale Joubert lasciò Parigi il 15 luglio e arrivò a Genova tra il 5 e il 6 agosto e, nonostante che il numero di truppe non fosse quello promesso dal Direttorio e il loro stato fosse per molti versi disastroso<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 315}}.</ref>, si trovò comunque al comando di una ragguardevole quantità di uomini: trovò infatti i veterani di Moreau, i
== La battaglia di Novi ==
=== L'offensiva francese ===
[[File:Italy northern 1796.jpg|thumb
Appresa solo il 12 agosto la notizia della caduta di Mantova ma ritenutala infondata<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 317}}.</ref><ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 514}}.</ref>, il 13 agosto il generale Joubert decise comunque di muoversi immediatamente. Divise le sue forze in tre colonne, superò l'Appennino dal valico della Bocchetta, respinse le prime avanguardie austro-russe di Bellegarde presso Acqui, occupò Serravalle e, nuovamente riunite le forze, si posizionò saldamente a Novi occupandone piazze e strade<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 318}}.</ref>: il suo centro era protetto dalle mura della città stessa, all'ala destra i
Suvorov era inizialmente inconsapevole dell'avanzata francese e ricevette solo scarne informazioni riguardo
La stessa notte i francesi tennero un consiglio di guerra per decidere se dare battaglia o ritirarsi a Genova. Appurata la soverchiante forza avversaria, i generali
{{ === La controffensiva di Suvorov ===
[[File:Battle of Novi.jpg|thumb|upright=1.2|La [[battaglia di Novi]] di Alexander Kotzebue (1815-1889)]]
Alle 05:00 del 15 agosto l'ala destra al comando di Kray con
[[File:Von Melas.jpg|thumb|left|Il generale [[Michael von Melas]], comandante delle forze austriache in Italia]]
La battaglia si mantenne in equilibrio almeno fino alle 08:00 e quasi in inattività al centro e sull'altra ala<ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 522}}.</ref>. Attorno alle 09:00 Suvorov decise di attaccare con le truppe russe le posizioni francesi al centro presso Novi, in modo anche da alleggerire la pressione a sinistra su Kray, ma i tre sanguinosi assalti condotti dai dieci battaglioni di Bagration e [[Michail Andreevič Miloradovič]] vennero respinti dalla tenace resistenza dei repubblicani<ref name="Coppi274 275"/><ref>{{cita|Gachot 1903|p. 368}}.</ref>. Nel pomeriggio, dopo sette ore di aspri combattimenti, gli alleati non erano ancora riusciti a sfondare le linee francesi, finché il feldmaresciallo non dette l'ordine a Melas di abbandonare la sua posizione a [[Rivalta Scrivia|Rivalta]] e assaltare il fianco destro dei francesi, mentre al centro i cosacchi di Bagration avrebbero rinnovato l'attacco a Novi e Kray avrebbe contrattaccato sul fianco sinistro<ref name="Mikaberidze124 125">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 124-5
Questo fu il momento decisivo della battaglia: dopo una prima fase di grande incertezza, durante la quale lo stesso Suvorov temette di essere in procinto di venire sconfitto<ref>{{cita|Gachot 1903|p. 371}}.</ref>, Melas giunse sul campo di battaglia con i suoi {{formatnum:14000}} uomini<ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 526}}.</ref>: lasciando una parte delle sue forze al centro, marciò sulla sponda dello Scrivia e riuscì ad aggirare i francesi impadronendosi del campo a Serravalle, infine divise le sue forze in tre colonne e li assalì di fronte, al fianco e alle spalle sbaragliandoli<ref name="Coppi274 275"/><ref name="Botta359 360"/>. Nel frattempo Bagration riuscì finalmente a sfondare anch'egli, dilagando verso Novi, catturando molti prigionieri e minacciando di tagliare definitivamente fuori l'ala destra francese; tuttavia diverse centinaia di francesi formarono numerose sacche di resistenza combattendo casa per casa fino a tarda notte<ref name="Mikaberidze127 128">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 127-8}}.</ref>.
Alle 18:00 Bagration si era comunque assicurato il controllo della cittadina, mentre i resti dell'armata francese si davano disordinatamente alla fuga abbandonando armi, cannoni e approvigionamenti sotto il fuoco diretto dell'artiglieria<ref name="Mikaberidze127 128"/>. Le fonti riportano che durante questi violenti combattimenti i russi abbatterono barbaramente anche chi si arrendeva e non fecero alcun prigioniero<ref name="Botta359 360"/>. Più tardi, dopo una vana resistenza, vennero feriti e catturati i generali di divisione Grouchy, Perignon, quelli di brigata [[Louis Partouneaux]] e Colli e almeno 4.000 francesi<ref name="Coppi276 277">{{Cita|Coppi 1824|pp. 276-7}}.</ref><ref>{{cita|Gachot 1903|p. 386}}.</ref>. Le perdite da una parte e dall'altra si stimarono in seguito in circa 25.000 tra morti, feriti e prigionieri e, a testimonianza della strenua resistenza dei francesi, le vittime furono in maggioranza tra le fila austriache e in numero più elevato tra i russi<ref name="Botta359 360"/>. L'armata francese aveva comunque subito una disfatta completa: l'ala destra era stata totalmente dispersa, della sinistra non erano rimasti che gruppi sbandati, il comandante in capo era stato ucciso e quattro generali catturati; i francesi lasciarono sul campo trentasette cannoni e ventotto carri di munizioni e polvere da sparo, almeno 1.500 morti e 8.000 tra feriti e prigionieri, cioè tra un quarto e un terzo degli effettivi<ref>{{cita|Clausewitz 1833|p. 530}}.</ref>.▼
▲Alle 18:00 Bagration si era comunque assicurato il controllo della cittadina, mentre i resti dell'armata francese si davano disordinatamente alla fuga abbandonando armi, cannoni e
=== La ritirata di Moreau ===
A Moreau non restò dunque che ordinare la ritirata generale, ma nel frattempo il principe di
▲Suvorov scrisse: {{quote|Le tenebre della notte nascondono l'umiliazione del nemico. Ma la gloria di questa vittoria rifulgerà per sempre!|Suvorov allo zar Paolo I - Corrispondenza di Suvorov, 25 agosto 1799, pag. 277<ref name="Mikaberidze127 128"/>}}
Il giorno seguente Moreau riuscì a riordinare le file superstiti della sua armata e si dispose tra [[Millesimo (Italia)|Millesimo]] e la Bocchetta<ref name="Coppi276 277"/>. Suvorov avrebbe voluto riprendere l'inseguimento dei francesi, ma non poté far altro che prendere atto del fatto che le sue truppe
== Conseguenze politiche e strategiche delle vittorie di Suvorov ==
[[File:1799 Cary Map of Piedmont, Italy ( Milan, Genoa ) - Geographicus - Piedmont-cary-1799.jpg|miniatura|Il Piemonte, la Lombardia e la Liguria nel 1799]]
La campagna d'Italia, culminata col netto successo nella battaglia di Novi, diede agli alleati una vittoria apparentemente decisiva: l'armata francese fu
Essi preferivano perdere il supporto militare russo in Piemonte piuttosto che il vantaggio politico che sarebbe loro venuto al tavolo della pace, quando si sarebbero presentati come gli unici occupanti dello stato sabaudo dal quale, inoltre, sarebbero potuti entrare facilmente da soli in Francia con le loro truppe<ref name="Mikaberidze131 132">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 131-2}}.</ref><ref name="Coppi277 278">{{Cita|Coppi 1824|pp. 277-8}}.</ref>. Ulteriore interesse a distogliere la Russia dall'Italia e a spostare altrove il baricentro delle operazioni militari avevano gli inglesi, per le loro motivate preoccupazioni che la Francia repubblicana potesse utilizzare la notevole [[Koninklijke Marine|flotta olandese]] per minacciare direttamente la [[Gran Bretagna]]; per impedirlo caldeggiavano quindi la necessità di aprire un nuovo fronte bellico nella [[Repubblica Batava]]<ref name="Coppi277 278"/>.
La moderna storiografia non nega tuttavia che, al di là delle decisioni di quella che [[Carl von Clausewitz]] definì una
=== Lo spostamento dell'armata russa in Svizzera ===
{{vedi anche|Campagna svizzera di Suvorov}}
[[File:Johann Thugut.jpg
Nonostante in teoria Suvorov rispondesse direttamente allo zar, il [[Consiglio di guerra di Corte|Consiglio
Le ultime rimostranze di Suvorov, che aveva definito "fuori di testa" Thugut per la strategia proposta, furono messe a tacere il 25 agosto da una lettera dell'imperatore austriaco che gli ordinava perentoriamente di abbandonare i propositi di attaccare i francesi a Genova, di attraversare invece immediatamente le Alpi e lanciare un'offensiva partendo dalla Svizzera<ref name="Mikaberidze131 132"/><ref>Imperatore Francesco II a Suvorov - 17 agosto 1799, in {{cita|Mikhailovsky-Danilevsky, Miliutin 1852|Vol. III, 199-200, 415-6}}.</ref>. Il 4 settembre Suvorov informò lo zar che stava per muoversi verso la Svizzera, non mancando di lamentare come fin dall'inizio della campagna gli austriaci fossero stati
▲Nonostante in teoria Suvorov rispondesse direttamente allo zar, il [[Consiglio di guerra di Corte|Consiglio Aulico]] austriaco e il cancelliere Thugut gli ordinarono di cedere il comando al generale Melas, abbandonare l'Italia e muovere per la Svizzera dove la sua armata si sarebbe dovuta congiungere alle nuove forze russe al comando del generale Korsakov, in arrivo dalla [[Galizia (Europa centrale)|Galizia]]<ref name="Mikaberidze131 132"/><ref name="Coppi279 280">{{Cita|Coppi 1824|pp. 279-280}}.</ref>. Le manovre in Svizzera si sarebbero dovute svolgere di concerto con l'imminente [[invasione anglo-russa dell'Olanda]]: mentre gli inglesi del [[Federico Augusto, duca di York e Albany|duca di York]] e i russi al comando del generale [[Johann Hermann von Fersen]] si preparavano a sbarcare in Olanda, per sostenere questa spedizione l'[[Carlo d'Asburgo-Teschen|arciduca Carlo]] avrebbe dovuto spostarsi dalla confederazione elvetica verso [[Magonza]] marciando lungo il Reno; l'esercito austriaco di Melas avrebbe presidiato il Piemonte e si sarebbe impadronito di Cuneo<ref name="Coppi279 280"/><ref name="Botta364">{{Cita|Botta 1834|p. 364}}.</ref>.
{{Clear}}
▲Il 4 settembre Suvorov informò lo zar che stava per muoversi verso la Svizzera, non mancando di lamentare come fin dall'inizio della campagna gli austriaci fossero stati costantemente riluttanti a supportarlo, lenti a rispondere ai suoi ordini e del tutto inefficienti a soddisfare le sue richieste di approvvigionamenti e munizioni<ref name="Mikaberidze133 134">{{Cita|Mikaberidze 2003|pp. 133-4}}.</ref>. L'11 settembre, subito dopo la presa di Tortona, si mise in marcia spedendo bagagli, equipaggiamenti e artiglieria pesante via Como e Verona affinché arrivassero in Svizzera presso [[Chur]] nei [[Grigioni]] e dal [[Tirolo]] verso [[Feldkirch (Austria)|Feldkirch]]<ref name="Giulio Rossi 1908"/>, mentre egli con circa 27.000 uomini, inclusi quasi 16.000 fanti e oltre 3.500 cosacchi<ref name="Mikaberidze133 134"/>, prese la via di [[Varese]] per [[Bellinzona]]<ref name="Coppi279 280"/> dando inizio alla campagna svizzera.
== Note ==
== Bibliografia ==
* {{cita libro
* {{cita libro |autore=Carlo Botta |wkautore=Carlo Botta |titolo=Storia d'Italia dal 1789 al 1814 (in ventisette libri) |città=Lugano |editore=Giuseppe Ruggia e C. |anno=1834 |annooriginale=1824|oclc=427865342 |url=
* {{cita libro |curatore=David G. Chandler |titolo=I marescialli di Napoleone |città=Milano |editore=Rizzoli |anno=1988 |isbn=88-17-33251-8 |cid=Chandler 1988}}
* {{cita libro | wkautore= Carl von Clausewitz| cognome= von Clausewitz | nome = Carl | titolo = Die Feldzüge von 1799 in Italien und der Schweiz, Volume 1 |città= Losanna |editore=F. Dümmler |anno=1833 |lingua=
* {{Cita libro|curatore=Carlo Colletta|titolo=Proclami e sanzioni della repubblica napoletana|editore=Stamperia dell'Iride|città=Napoli|anno=1863|lingua=it|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=15146766|cid=Colletta}}
* {{cita libro |cognome=Coppi |nome=Antonio |titolo=Annali d'Italia dal 1750, Volume 2 |editore=Stamperia de Romanis |anno=1824 |url=http://books.google.it/books?id=i1VKAAAAYAAJ&dq=hohenzollern+Cremona&hl=it&source=gbs_navlinks_s |cid=Coppi 1824 }}
* {{cita libro|autore=Édouard Gachot|titolo=Les campagnes de 1799: Souvarow en Italie|editore=Perrin et cie.|anno=1903|lingua=
* {{cita libro|autore=Léger Marie Philippe comte de Laverne|titolo=Histoire du feld-maréchal Souvarof: liée à celle de son temps, avec des considérations sur les principaux événemens politiques et militaires auxquels la Russie a pris part pendant le XVIIIe siècle|anno=1809|editore=Chez Desenne, Lenormant, Au bureau des Annales, de l'impr. d'A. Égron|url=https://books.google.it/books?id=gHdEAAAAIAAJ|lingua=fr|isbn=no| cid=Léger Marie Philippe 1809}}
* {{cita libro |autore1=Albert Mathiez |wkautore1=Albert Mathiez |autore2=Georges Lefebvre |titolo=La rivoluzione francese |editore=[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] |anno=1992 |cid=Mathiez e Lefebvre 1992 }}
* {{cita libro |nome=Alexander |cognome=Mikaberidze |titolo="The lion of the russian army": Life and Military Career of General Prince Peter Bagration |
* {{cita libro |autore1=Alexander Mikhailovsky-Danilevsky |autore2=Dmitri Miliutin |titolo=Istoriia voini Rossii s Frantsiei v 1799 godu |città=St. Petersburg |editore=Tip. Shtaba voenno-uchebnykh zavedenii
* {{cita libro |autore=Nikolaj Aleksandrovič Orlov |titolo=Suvorov: Razbor voennych dějstvij Suvorova v Italii v 1799 godu |città=St. Petersburg |editore=Trenke i Fjusno |anno=1892 |lingua=ru |cid=Orlov 1892
* {{cita libro |curatore=Spencer C. Tucker |titolo=A Global Chronology of Conflict: From the Ancient World to the Modern Middle East |editore=ABC-CLIO |anno=2009 |lingua=
* {{Cita libro |cognome=Suvorov |nome=Alexandr Vasil'evič |wkautore=Aleksandr Vasil'evič Suvorov|titolo=La Scienza della Vittoria |città=Mosca|editore=AST |anno=2023 |annooriginale=1806 |isbn=978-5-17-157345-4 |cid=Suvorov|2023}}
;Periodici
* {{cita pubblicazione |autore=Francesco Vicari |titolo=La campagna di Suvorov attraverso le Alpi svizzere nel 1799 |mese=luglio/agosto |anno=1999 |rivista=Rivista militare della Svizzera italiana |numero=4 |url=http://retro.seals.ch/cntmng?pid=rmi-002:1999:71::408|formato=PDF |accesso=18 ottobre 2014 |cid=Francesco Vicari 1999 }}
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* [[Guerre napoleoniche]]
* [[Prima coalizione]]
* [[Seconda coalizione]]
* [[Campagna svizzera di Suvorov]]
* [[Campagna d'Italia (1800)]]
▲* [[Campagna svizzera di Suvorov]]
{{Portale|
{{Vetrina|valutazione=Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Campagna italiana di Suvorov|arg=guerra|arg2=storia|giorno=31|mese=dicembre|anno=2014}}
[[Categoria:Guerre napoleoniche|Coalizione, 2]]
[[Categoria:Battaglie della Seconda coalizione|*]]
[[Categoria:Aleksandr Vasil'evič Suvorov]]
[[Categoria:Storia d'Italia]]
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