Memoriale della Shoah: differenze tra le versioni
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{{Museo
|Periodo storico = Novecento
|Superficie espositiva = 7.060
|Proprietà = Fondazione Memoriale della Shoah
}}
{{Citazione|Il ricordo è protezione dalle suggestioni ideologiche, dalle ondate di odio e sospetti. La memoria è il vaccino culturale che ci rende immuni dai batteri dell'[[antisemitismo]] e del [[razzismo]].|[[Ferruccio De Bortoli]], presidente della Fondazione Memoriale della Shoah}}
Il '''memoriale della Shoah''' è un'area museale di [[Milano]] dedicata al ricordo delle vittime dell'[[olocausto in Italia]]. È ubicata sotto la [[stazione di Milano Centrale|stazione centrale]], a piano strada, di fronte al palazzo delle ex regie poste, ed è stata ideata con lo scopo di «'' [...] realizzare un luogo di memoria e un luogo di dialogo e incontro tra religioni, etnie e culture diverse...''»<ref>{{cita web|url=http://www.memorialeshoah.it/italiano/chisiamo.html|titolo = Chi siamo|sito = Memoriale della Shoah di Milano|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150122070820/http://www.memorialeshoah.it/italiano/chisiamo.html |dataarchivio = 22 gennaio 2015|urlmorto=sì}}</ref> che si estende su una superficie di 7.060 [[m²]], per la maggior parte al piano terreno.<ref>Cartella stampa Milano gennaio 2004 pag. 12</ref>
Dal cosiddetto "binario 21", al quale in precedenza erano caricati e scaricati solo i treni postali, centinaia di ebrei, partigiani e deportati politici venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di [[Campo di sterminio di Birkenau|Auschwitz–Birkenau]], [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]], [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]], [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrück]], [[Campo di concentramento di Flossenbürg|Flossenbürg]], [[Campo di Fossoli|Fossoli]] e [[Campo di transito di Bolzano|Bolzano]]. Si conosce il numero dei convogli RSHA partiti dal binario 21, che furono 20 (12 di soli ebrei, 5 di politici e 3 di misti)<ref>Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, ''Memoriale della Shoah di Milano'', in ''M_Y Guides'', suppl. di ''Where Milan''.</ref>; si hanno invece solo dati frammentati circa i deportati, ad esempio è certo che in un convoglio partito nel gennaio 1944 si trovavano 605 passeggeri, dei quali si conosce anche la sorte<ref>Stefania Consenti, ''Binario 21, un treno per Auschwitz'', Paoline Editoriale Libri, ISBN 978-88-315-3736-0<br />Secondo questa fonte, di quei 605, 477 furono uccisi al loro arrivo al campo, 108 morirono prima della liberazione, e solo 20 erano ancora in vita il 27 gennaio 1945.</ref>.
Il memoriale, promosso dalla Fondazione Memoriale della Shoah, presieduta da [[Ferruccio de Bortoli]]<ref>[http://www.memorialeshoah.it/italiano/chisiamo.html Scopo del Memoriale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150122070820/http://www.memorialeshoah.it/italiano/chisiamo.html |data=22 gennaio 2015 }}</ref>, è stato inaugurato il 27 gennaio 2013.<ref>[http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/!ut/p/c0/04_SB8K8xLLM9MSSzPy8xBz9CP0os3hHX9OgAE8TIwP_kGBjAyMPb58Qb0tfYwMDA_2CbEdFAJbRREs!/?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/ContentLibrary/giornale/giornale/tutte+le+notizie+new/sindaco/memoriale_shoah_inaugurazione L'inaugurazione nel sito del Comune di Milano]</ref><ref>[http://www.fsnews.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=95d822225ba7c310VgnVCM1000008916f90aRCRD&cid=rss_FEED_Doc_FSNews Inaugurazione nel quotidiano online delle Ferrovie dello Stato Italiane]</ref>
La carica di presidente è poi passata, nel marzo 2018,<ref>{{Cita web|url=https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/italia/roberto-jarach-presidente-memoriale-della-shoah/|titolo=Roberto Jarach nominato Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano|autore=Ilaria Myr|sito=Mosaico|data=2018-03-29|lingua=it-IT|accesso=2022-05-31}}</ref> ad uno dei principali promotori dell'istituzione del memoriale<ref>{{Cita web|url=https://moked.it/blog/2018/03/28/memoriale-milano-jarach-alla-presidenza/|titolo=Memoriale di Milano, Jarach alla presidenza|sito=Moked|data=2018-03-28|lingua=it-IT|accesso=2022-05-22}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://milano.repubblica.it/cronaca/2015/01/25/news/shoah_a_milano_sono_i_giorni_della_memoria_ma_manca_un_milione_per_completare_il_museo-105699072/|titolo=Shoah, a Milano sono i giorni della Memoria. "Ma manca un milione per finire il museo"|sito=la Repubblica|data=2015-01-25|lingua=it|accesso=2022-05-22}}</ref>, di cui era vicepresidente fin dalla fondazione<ref>{{Cita web|url=https://it.gariwo.net/testi-e-contesti/diritti-umani-e-crimini-contro-l-umanita/il-memoriale-della-shoah-ospitera-i-profughi-13643.html|titolo=Il Memoriale della Shoah ospiterà i profughi|sito=it.gariwo.net|lingua=it|accesso=2022-05-22}}</ref>, Roberto Jarach, figlio di [[Guido Jarach]] e nipote di [[Federico Jarach]], note figure della imprenditoria industriale italiana e della comunità ebraica milanese, tra i fondatori di Assolombarda e della Federazione delle industrie metallurgiche (l’attuale Federmeccanica). A causa delle leggi razziali la famiglia fu costretta a cedere la sua azienda, le Rubinetterie Riunite, all’Edison, di cui non rientrò più in possesso neanche alla fine della guerra<ref>{{Cita web|url=http://moked.it/blog/2010/06/13/di-profilo-un-%E2%80%9Claico%E2%80%9D-leader-degli-ebrei-milanesi/|titolo=Di profilo – Un “laico” leader degli ebrei milanesi|autore=Chiara Beria D’Argentine|data=12 giugno 2010|accesso=27 gennaio 2019}}</ref>. La famiglia, scampata all'[[Eccidio del Lago Maggiore|eccidio nazista di Meina]] si rifugiò in [[Svizzera]] dove, nel 1944, nacque Roberto.<ref>{{Cita web|url=https://nonsolonautica.it/27/01/2021/diporto-nautico/giorno-della-memoria-la-storia-di-federico-jarach-il-comandante-salvato-da-una-barca-a-remi/|titolo=La storia di Federico Jarach, sfuggito alle SS su una barca a remi|sito=Non Solo Nautica|data=2021-01-27|lingua=it-IT|accesso=2022-05-22}}</ref>
== Scopo del memoriale ==
[[File:Milano, Stazione Centrale 01.jpg|thumb|La stazione di Milano Centrale nel [[1931]]]]
[[File:120527-Mailand-Hbf-Panorama.jpg|thumb|I binari di superficie della stazione di Milano Centrale nel maggio [[2012]]]]{{Citazione|Ricordare significa rompere l'indifferenza: la memoria è necessaria perché gli orrori del passato non debbano più riaffacciarsi in una società civile'' - ''Ciò che i nazisti vollero nascondere, noi lo apriamo a tutti|[[Giuliano Pisapia]], sindaco di Milano}}
Lo scopo del progetto secondo la Fondazione del memoriale della Shoah è «realizzare – nello stesso luogo in cui ebbe inizio a Milano l'orrore della Shoah – uno spazio che non solo ci "ricordi di ricordare", rendendo omaggio alle vittime dello sterminio, ma che rappresenti anche un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente la tragedia della Shoah. Un luogo di commemorazione, quindi, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile.» Nelle intenzioni della Fondazione « [...] il Memoriale non è pensato per essere un Museo, ma rappresenta un laboratorio del presente e vuole configurarsi come un luogo dell'intera comunità civile, della costruzione di memoria collettiva e di consapevolezza individuale»<ref>[http://www.consmilano.it/fileadmin/storage/produzione/2013/PROGRAMMAMEMORIA2013_Layout_1_STAMPA.pdf Programma di ''Milano ricorda la Shoah'']</ref>. Un laboratorio che prevede studi, mostre temporanee e approfondimenti sulla Shoah, un centro che educhi alla convivenza e allo stesso tempo alla condanna di quella che [[Antonio Gramsci]] ha definito «il peso morto della storia»: l'indifferenza.
Oltre a rappresentare un luogo fisico che ricordi i deportati e i loro viaggi verso i campi di smistamento, concentramento e sterminio del [[Nazionalsocialismo|nazismo]], il Memoriale è «un luogo di studio, ricerca e confronto» per questa e per le prossime generazioni<ref>[http://www.memorialeshoah.it/italiano/progettomemoriale.html Cosa intende rappresentare il Memoriale] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130116055131/http://www.memorialeshoah.it/italiano/progettomemoriale.html |data=16 gennaio 2013 }}</ref>.
== Ubicazione e dislocamento ==
Il Memoriale è posto su due piani, uno terreno e l'altro interrato, e occupa un totale di 7.060 m². Il luogo è sotto il piano dei binari della [[Stazione di Milano Centrale]]. L'accesso è a livello della strada in via Ferrante Aporti, rinominata in quel tratto "Piazza [[Edmond Safra|Edmond J. Safra]]" in onore del [[filantropia|filantropo]] di origine ebraica. La fondazione omonima intestata a Safra è stata tra i principali finanziatori della costruzione del memoriale.
Paragonabile ai pochi luoghi "reali" delle atrocità naziste ancora esistenti in Europa, il luogo del memoriale e l'adiacente binario conosciuto come 21, sono stati definiti "un grande reperto"<ref>[http://www.memorialeshoah.it/italiano/progettoarchitettonico.html Principi progettuali] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130131041838/http://www.memorialeshoah.it/italiano/progettoarchitettonico.html |data=31 gennaio 2013 }}</ref>, una sorta di "scavo archeologico"<ref>[http://www.memorialeshoah.it/italiano/a-che-punto-siamo.html Dicembre 2009 – Novembre 2010 ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130213053334/http://www.memorialeshoah.it/italiano/a-che-punto-siamo.html |data=13 febbraio 2013 }}</ref>.
[[File:Milano - Stazione Centrale - Monumento a ferrovieri e deportati Shoah - Foto Giovanni Dall'Orto 1-1-2007 - 03.jpg|thumb|left|Monumento ai ferrovieri e ai deportati della Shoah nella [[Stazione di Milano Centrale]]. Lo scritto della targa commemorativa della Shoah termina con un detto di [[Primo Levi]] mentre recita: «Tra il dicembre [[1943]] e il maggio [[1944]] dai sotterranei di questa stazione cominciò il lungo viaggio di uomini donne e bambini ebrei ed oppositori politici deportati verso [[Auschwitz]] e altri lager nazisti. La loro memoria vive tra noi insieme al ricordo di tutte le vittime dei genocidi del [[XX secolo]] "Poiché l'angoscia di ciascuno è la nostra" (Primo Levi) Milano 1985»]]
== La realizzazione ==
Il progetto
Nel [[2004]] viene elaborato il progetto preliminare degli architetti Guido Morpurgo e Eugenio Gentili Tedeschi. Esso viene presentato nel novembre dello stesso anno a [[Grandi Stazioni]], società che ha in concessione la Stazione Centrale di Milano, e nel luglio [[2005]] alla Presidenza della Repubblica.<ref>Queste informazioni come le successive sulla storia del progetto sono ricavate dal sito del Memoriale della Shoah di Milano</ref>
Nel [[2007]] nasce la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano Onlus,<ref>[http://www.
Il 26 gennaio [[2010]] ha avuto luogo la cerimonia di posa della prima pietra.
A fine dicembre [[2010]], ultimata la realizzazione degli uffici, delle opere strutturali della biblioteca e il restauro delle superfici originarie, i lavori vengono interrotti per mancanza di fondi e la Fondazione avvia una campagna di sensibilizzazione e raccolta di donazioni per proseguire il progetto,
Il 26 gennaio [[2012]] la cittadinanza milanese partecipa ad una maratona pubblica di letture relative ai drammi della discriminazione, della deportazione e del genocidio, a cui partecipano diversi personaggi noti della cultura e dello spettacolo.
Il 27 gennaio [[2012]] il “cuore” del memoriale, ovvero
La cerimonia è stata condotta da Ferruccio de Bortoli e Roberto Jarach, presidente e vicepresidente della Fondazione, con la partecipazione del
L'intervento finale è stato quello di [[Liliana Segre]], una sopravvissuta che partì proprio da quel luogo, che raccontò la sua storia: aveva 13 anni e partì con il convoglio del 30 gennaio 1944 assieme ad altri 605 ebrei. Di quel gran numero di deportati, fecero ritorno solo 22 persone.
== Il memoriale nei particolari ==
Il sito è stato riportato al suo aspetto originario, demolendo tutti gli elementi aggiunti nel dopoguerra e rendendo le superfici delle strutture portanti in [[cemento a vista]]
La struttura si articola su due aree principali: "il Memoriale", zona dedicata alla testimonianza degli eventi, e "il Laboratorio della Memoria", sistema di spazi dedicati allo studio, alla ricerca e alla documentazione,
Il percorso ha inizio con la "Sala delle testimonianze", riempita dalle voci dei sopravvissuti, prosegue con lo spazio di manovra dei vagoni, chiamato "Binario della Destinazione ignota" e si conclude con il "Muro dei Nomi", emblema del ricorso del dramma della [[Shoah]].
=== L'area del memoriale ===
[[File:Muro dei Nomi.JPG|thumb|Muro dei Nomi del Memoriale]]
Proseguendo verso
"
Il "Monolite", una sorta di prisma sospeso lungo circa 14 [[Metro|metri]], è un primo richiamo storico alla tragedia della Shoah, nel quale vengono proiettati video interattivi tramite funzioni [[touch screen]].
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Lo spazio della quarta campata ospita il "Binario della Destinazione ignota", banchina originariamente utilizzata per il carico e scarico dei vagoni postali: attraverso un carrello traslatore e uno montavagoni avveniva il sollevamento dei carri al livello del piano dei binari.
Sulla banchina vi sono venti targhe con le date e le destinazioni dei convogli partiti da Milano verso i campi di sterminio e quelli di transito italiani di [[Campo di Fossoli | Fossoli]] e [[Campo di transito di Bolzano | Bolzano]].
Da qui i visitatori possono attraversare due dei quattro vagoni bestiame originali
Lungo la seconda banchina è posizionato il "Muro dei Nomi", sul quale si leggono i nomi di tutti coloro che furono deportati dalla Stazione Centrale di Milano verso i campi di sterminio, con
Dalla prima banchina si accede con una scala al "Luogo di Riflessione", una sala a forma tronco-conica con diametro di circa 10 metri con una panca circolare sul perimetro, che consente il raccoglimento dei visitatori. Non vi sono simboli religiosi, ma vi è una luce diretta verso [[Gerusalemme]].
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=== Il binario 21 del Memoriale ===
[[File:Il "reale" binario 21 al Memoriale della Shoah di Milano.jpg|thumb|left|Il cosiddetto binario 21 del Memoriale]]
Il cosiddetto
Fu da tale [[binario ferroviario]], parte dell'insieme di binari merci della [[stazione di Milano Centrale]]
[[File:Elevatore del binario 21 al Memoriale della Shoah di Milano.jpg|thumb|L'elevatore del binario 21 a piano strada del Memoriale. Con questo elevatore venivano scaricati dai binari di superficie al binario 21 i vagoni vuoti. Una volta che i deportati erano a bordo e i vagoni sigillati, l'elevatore ristabiliva sui binari di superficie "il carico" da "inoltrare" ai campi di sterminio]]
==== Logistica ====
La base per la scelta logistica del cosiddetto "binario 21" era il fascio merci, posto al piano stradale della stazione di Milano Centrale, che venne scelto per la deportazione di massa per il fatto che i cittadini milanesi ed i passeggeri non potevano vedere nulla.
[[File:Elevatore Stazione Centrale 2019.jpg|sinistra|miniatura|L'elevatore visto dal fascio dei binari di superficie, tra il binario 18 e il 19. Gli altri impianti analoghi, esistenti alla Stazione Centrale, furono tutti smantellati negli anni Duemila.]]
I binari della stazione utilizzati in servizio passeggeri sono posti a quota più alta rispetto al piano stradale, mentre all'interno della struttura sottostante era presente un fascio di binari accessorio posto al piano stradale, posto in comunicazione con i binari di superficie attraverso un caratteristico sistema di montacarri, uno per ciascun binario del fascio sotterraneo.
Su tali binari sotterranei venivano pre-stivati i vagoni, una volta riempito di persone (da 60 a 100 persone) a comporre i tristemente famosi treni di deportati.
Per l'installazione chiamata binario 21 è stato utilizzato uno dei citati binari a piano strada ed è stato mantenuto il relativo elevatore, mentre gli altri analoghi impianti furono eliminati nei primi anni duemila<ref>Notizia su ''[[I Treni]]'', n. 310, dicembre 2008, p. 11.</ref>.
==== Dall'albergo "Regina & Metropoli" al binario 21 ====
{{vedi anche|Albergo Regina & Metropoli}}
Negli [[anni 1940]] nella centralissima via Silvio Pellico a Milano, nelle strette vicinanze del [[Duomo di Milano|duomo]], c'era uno degli alberghi più lussuosi e più eleganti della città, «centro della vita mondana durante la belle époque»: l'albergo "Regina & Metropoli"<ref name="comune.cinisello-balsamo.mi.it">[http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article466 ''Le pietre raccontano'' a cura del Comune di Cinisello Balsamo]</ref>. Nel [[1943]] i nazisti requisirono la struttura per stabilire il loro [[quartier generale]]<ref name="Regina p. 3">''Albergo "Regina & Metropoli" Via Santa Margherita Ang. Via Silvio Pellico, Milano, 13 settembre 1943-30 aprile 1945 - La Storia raccontata da una lapide'', a cura di G. Marco Cavallarin, p. 3, Nuovi Autori Editrice</ref><ref>[http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&select_db=solr_iccu&nentries=1&from=646&searchForm=opac/iccu/error.jsp&resultForward=opac/iccu/full.jsp&do_cmd=search_show_cmd&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+Storia+di+Milano+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%40attrset+bib-1++%40attr+1%3D1016+%40attr+4%3D6+%22Storia+Milano%22&totalResult=696&refine=4018|||[s.n.]|||[s.n.]|||Editore&fname=none Reperibilità del libro]</ref>. Il "Regina" fu sede delle [[SS]] e della [[Gestapo]] e «fu trasformato in centro di sequestri, interrogatori e tortura per antifascisti e per semplici cittadini non appartenenti a nessuna organizzazione resistenziale»<ref name="Regina p. 3"/><ref>[http://www.deportati.it/milano/270112_mi.html Hotel Regina e sito della ANED] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140223124614/http://www.deportati.it/milano/270112_mi.html |data=23 febbraio 2014 }}</ref>. «Un rapporto tedesco, redatto subito dopo la resa, descriveva il contingente addetto all'Albergo Regina costituito da venti ufficiali, sessanta sottoufficiali e venti soldati, più un'altra cinquantina di uomini, forse italiani»<ref name="comune.cinisello-balsamo.mi.it"/>. Da questo luogo furono organizzati tutti i viaggi di deportazione dal binario 21 sotto il comando del capitano [[Theodor Saevecke]] (soprannominato in seguito il [[Strage di Piazzale Loreto|boia di Piazzale Loreto]]).
[[File:Targa 2022 albergo Regina &n Metropoli.jpg|thumb|left|Nuova targa di aprile 2022 che sostituisce la precedente del 2010 su una parete di quello che nel 1943 fu l'Albergo Regina & Metropoli]]
Saevecke fu repressore dei partigiani e cacciatore di ebrei<ref name="Regina p. 3"/>. L'albergo fu anche «la sede del Comando Interregionale ([[Piemonte]], [[Lombardia]] e [[Liguria]]) della Sipo-sd» retto dal colonnello [[Walter Rauff]]<ref>{{cita libro | nome=Bruno | cognome=Maida | titolo=I luoghi della Shoah in Italia, paragrafoː L'Albergo Regina, pag.40 | anno=2017 | editore=Edizioni del Capricorno | città=Torino |isbn=978-88-7707-329-7 }}</ref>, che organizzò le operazioni della polizia segreta in Italia<ref>{{cita libro | nome=Adriano | cognome=Bernareggi | titolo=Diario di guerra (settembre 1943-maggio 1943), pp. 183-184| anno=2013 | editore=Edizioni Studium | città=Roma |isbn= 978-88-3824-236-6}}</ref>
Lo scrittore [[Elio Vittorini]], nel suo romanzo sulla resistenza ''[[Uomini e no]]'', racconta che l'albergo Regina venne trasformato esternamente in una fortezza. Fu circondato da filo spinato e illuminato di notte con potenti cellule fotoelettriche e furono costruite diverse [[casematte]] in cemento armato. L'albergo durante gli anni dell'insediamento nazista venne preso più volte di mira da veri e propri ''
L'epigrafe della lapide commemorativa<ref>[http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/IMG/pdf/petizione.pdf Petizione che spiega le ragioni del posizionamento della lapide]</ref> posta nel [[Giorno della Memoria]] del [[2010]] sull'edificio dove aveva sede l'albergo Regina (ora sede di uffici finanziari), non citava gli ebrei come categoria di perseguitati nel famigerato albergo, per cui è stata sostituita nel 2022 con una nuova targa che li include, infatti recita:
{{citazione| Qui, dove era l'albergo Regina, si insediò il 13 settembre 1943 il quartier generale nazista delle SS a Milano. Qui furono reclusi, torturati, assassinati, avviati ai campi di concentramento e di sterminio, antifascisti, resistenti, ebrei di cui il nazismo e il fascismo avevano deciso il sistematico annientamento. Una petizione popolare ha voluto questa lapide per la memoria del passato, la comprensione del presente, la difesa della democrazia e il rispetto dell'umanità<br>
<br>
30 aprile 2022 - 77 anni dopo la liberazione dell'Albergo Regina - Già posta il 27 gennaio 2010 - Giorno della Memoria}}
=== L'area del Laboratorio della Memoria ===
[[File:Gennaio 2015 . Memoriale della Shoah di Milano - Ingresso Auditorium.jpg|thumb|upright=0.7|left|L'ingresso dell'Auditorium]]
In quest'area è stata prevista la Biblioteca, capace di ospitare fino a 45.000 volumi, con le pareti in vetro in modo da isolare dai rumori dei treni in transito sopra l'area.<ref name="ReferenceA"/> Si è previsto che nella biblioteca fossero trasferiti i volumi e i documenti del [[Centro di documentazione ebraica contemporanea]] in modo da renderli disponibili alla città, in particolare ai giovani.
[[File:Gennaio 2015 - Auditorium del Memoriale della Shoah di Milano.jpg|thumb|L'Auditorium]]
Il progetto prevedeva che dalla biblioteca si passasse alla "Sala dei Memoriali", con postazioni di connessione via [[web]] con il ''network'' di tutti i Memoriali e musei del mondo dedicati alla Shoah.
Si è previsto inoltre che "L'Auditorium" si estendesse per 30 metri, con una capienza prevista di 200 posti, dedicato a proiezioni, presentazioni e dibattiti; e che l'area al piano terreno del Laboratorio della Memoria
==
Le opere e le lavorazioni ancora in fase di completamento al gennaio [[2013]]
[[File:Piantina del Memoriale.JPG|thumb|left|Pannello di "benvenuti" ai visitatori e descrizione delle aree del Memoriale]]
Nel progetto era previsto quanto segue:
* La biblioteca sarà dotata della scala e dell'ascensore interni, oltre che dell'involucro in vetro e ferro che dovrà isolare dal rumore l'intero volume.
[[File:Gennaio 2015 - Memoriale della Shoah di Milano - Locali in allestimento.JPG|thumb|27 gennaio 2015 - Locali in allestimento del Memoriale al piano interrato]]
* Nell'area centrale del Memoriale saranno realizzati la postazione di accoglienza, "l'Osservatorio", "il Monolite" introduttivo e le sette "Stanze delle Testimonianze", oltre al "Muro dei Nomi" definitivo, da realizzare sull'intero sviluppo della seconda banchina interna.
* Saranno completati gli spazi di supporto: al piano terreno il guardaroba generale e la libreria; al piano interrato "la sala Memoriali", l'archivio della biblioteca, il guardaroba del foyer dell'auditorium e le scalette di collegamento col patio.
* L'ingresso nord dovrà essere completato con ascensore e piattaforma per disabili.
* Le opere più complesse quali la biblioteca, il completamento dell'auditorium e l'allestimento degli spazi di servizio potranno essere effettuate anche senza interrompere l'accesso del pubblico al Memoriale.
Si è realizzata una raccolta fondi da privati ed istituzioni, anche on line sul sito della Fondazione, per completare le opere.
A gennaio 2014 i lavori del Memoriale erano quasi giunti al termine, «le opere ancora da realizzare riguardano quattro ambiti: la biblioteca, gli allestimenti permanenti, gli spazi di supporto e l'ingresso nord».<ref>Cartella Stampa 2014 pag. 10</ref>
==Il Polo della memoria==
Nel 2022 la Fondazione [[Centro di documentazione ebraica contemporanea]] ha trasferito la sua sede presso il Memoriale della Shoah. Nella nuova sede trovano posto gli uffici suddivisi nei dipartimenti della Didattica, della Ricerca storica, dell’Osservatorio antisemitismo; l’Archivio e la Biblioteca si trovano in uno spazio separato. La nuova Biblioteca della Fondazione è posta su tre livelli e conta 48 posti di lettura, di cui alcuni con possibilità di consultazione dei cataloghi informatici<ref>{{cita web|lingua=it|autore=|url=https://www.cdec.it/la-nuova-sede-della-fondazione-cdec/|titolo=La nuova sede della Fondazione CDEC|sito=www.cdec.it|data=|accesso=2 agosto 2022|cid =}}</ref>. La biblioteca comprende 31.000 monografie in varie lingue, 700 tesi di laurea e 2.000 testate di periodici; l’archivio contiene numerose testimonianze sulla storia degli ebrei italiani. La nuova sede è stata inaugurata nel giugno 2022, alla presenza - fra gli altri - delle senatrice [[Liliana Segre]] e del ministro in carica per le Pari Opportunità e la Famiglia<ref>{{cita news|autore=Zita Dazzi |url=https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/05/11/news/memoriale_shoah_fondazione_cdec_ferranti_aporti_inaugurazione_nuovo_polo_memoria_milano_ebrei-349073829/|titolo=Milano, al Memoriale della Shoah la nuova sede del Cdec. Liliana Segre: "Non solo luogo di storia e memoria, ma anche di studio e riflessione"|pubblicazione=la Repubblica|data=11 maggio 2022|accesso=2 agosto 2022|lingua=it|formato=|cid = }}</ref><ref>{{cita web|lingua=it|autore=Giorgia Fargion|url=https://www.shalom.it/blog/italia/il-cdec-arriva-a-binario-21-da-milano-un-nuovo-polo-della-memoria-b1116911|titolo=Il CDEC arriva a Binario 21: da Milano un nuovo polo della memoria|sito=www.shalom.it|data=15 giugno 2022|accesso=2 agosto 2022|cid =}}</ref>. Il direttore del CDEC, [[Gadi Luzzatto Voghera]], ha affermato trattarsi della «biblioteca più fornita in materia di antisemitismo e storia dell’ebraismo italiano»<ref>{{cita web|lingua=it|autore=|url=https://moked.it/blog/2022/06/14/una-giornata-storica-per-milano-memoria-e-consapevolezza-presupposto-per-il-futuro/|titolo=Una giornata storica per Milano
“Memoria e consapevolezza,
presupposto per il futuro”|sito=moked.it|data=14 giugno 2022|accesso=2 agosto 2022|cid =}}</ref>.
== La deportazione da Milano Centrale per "destinazione ignota" ==
[[File:Viaggio destinazione "ignota".JPG|thumb|Viaggio destinazione "ignota" - Una delle targhe a pavimento del Memoriale della Shoah di Milano, al cosiddetto "binario 21", destinazione: [[Campo di concentramento di Auschwitz]]]]
[[File:Targa commemorativa a pavimento del Memoriale della Shoah.JPG|thumb|Una delle targhe a pavimento del Memoriale della Shoah di Milano, al cosiddetto "binario 21", destinazione: [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen]], luogo di destinazione privilegiato per i deportati politici]]
[[File:Agata Herskovits, Goti conosciuta come Goti Bauer.JPG|thumb|[[Goti Herskovits Bauer]], il 18 febbraio 2014 a Milano alla presentazione del libro sulla Shoah della sua amica [[Arianna Szörényi]]. Aveva venti anni quando fu deportata nel [[Campo di concentramento di Auschwitz]]]]
Tra dicembre [[1943]] e gennaio [[1945]] partirono dal cosiddetto "binario 21" della [[Stazione di Milano Centrale]] ventitré convogli. I deportati furono principalmente ebrei, prigionieri politici, partigiani e lavoratori antifascisti. Viaggiando direttamente per la destinazione o transitando dal [[Campo di Fossoli]], dal Campo di Verona e dal [[Campo di transito di Bolzano|Campo di Bolzano]], per i deportati ebrei il luogo di destinazione fu il [[Campo di concentramento di Auschwitz]] con 11 viaggi oltre tre altri viaggi per il [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen]], per il [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrück]] e per il [[Campo di concentramento di Flossenbürg]]<ref name="ReferenceB">Memoriale della Shoah di Milano, opuscolo a cura della Fondazione Memoriale della Shoah, Milano 2015</ref>.
Il luogo di destinazione delle rimanenti categorie di deportati fu invece principalmente il [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen]] oltre che un viaggio per [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]].
Fossoli fu un campo di transito e di "smistamento". I convogli che qui giunsero partendo dal cosiddetto "binario 21" della [[Stazione Centrale di Milano]] trasportarono ebrei insieme a prigionieri politici. Dopo una permanenza nel [[campo di Fossoli]], le due categorie ripresero il viaggio per destinazioni diverse: Gli ebrei ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], i prigionieri politici a [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]]<ref name="ReferenceB"/>.
Dal campo di Verona e da quello di Bolzano transitarono invece solo convogli di deportati ebrei con destinazione per [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrück]] e [[Campo di concentramento di Flossenbürg|Flossenbürg]].
=== Cronologia ===
* 06/12/1943 Milano - Auschwitz - (Campo di sterminio e di concentramento), (solo deportati ebrei)<ref name="ReferenceC">''Memoriale della Shoah di Milano'', pag. 8, opuscolo a cura della Fondazione Memoriale della Shoah, Milano 2015</ref>
* 30/01/1944 Milano - Auschwitz - (Campo di sterminio e di concentramento), (solo deportati ebrei)<ref name="ReferenceC"/>
* 06/02/1944 Milano - Mauthausen - (Campo di sterminio e di concentramento)
* 11/02/1944 Milano - Fossoli - (Campo di concentramento e transito), convoglio ripartito il 22 febbraio per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ReferenceC"/>
* 18/02/1944 Milano - Mauthausen - (Campo di sterminio e di concentramento)
* 08/03/1944 Milano - Mauthausen - (Campo di sterminio e di concentramento)
* 11/03/1944 Milano - Mauthausen - (Campo di sterminio e di concentramento)
* 30/03/1944 Milano - Fossoli - (Campo di concentramento e transito), convoglio ripartito il 5 aprile per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ReferenceC"/>
* 06/04/1944 Milano - Mauthausen - (Campo di sterminio e di concentramento)
* 19/04/1944 Milano - Bergen Belsen - (Campo di concentramento), (solo deportati ebrei)<ref name="ReferenceC"/>
*
*
* 16/05/1944 Milano - Fossoli - (Campo di concentramento e transito)
* 19/05/1944 Milano - Bergen-Belsen (Campo di concentramento)
* 09/06/1944 Milano - Fossoli - (Campo di concentramento e transito), convoglio ripartito il 26 per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ReferenceC"/>
* 29/06/1944 Milano - Fossoli - (Campo di concentramento e transito)
* 02/08/1944 Milano - Verona - (Campo di transito), convoglio ripartito il 2 agosto per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ref_A">''Memoriale della Shoah di Milano'', pag. 9, opuscolo a cura della Fondazione Memoriale della Shoah, Milano 2015</ref>
* 17/08/1944 Milano - Bolzano - (Campo di transito), convoglio ripartito il 24 ottobre per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ref_A" />
* 07/09/1944 Milano - Bolzano - (Campo di transito), convoglio ripartito il 24 ottobre per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ref_A" />
* 17/10/1944 Milano - Bolzano - (Campo di transito), convoglio ripartito il 24 ottobre per Auschwitz, solo deportati ebrei<ref name="ref_A" />
* NC/11/1944 Milano - Bolzano - (Campo di transito), convoglio ripartito il 14 dicembre per Ravensbruch e Flossenburg, solo deportati ebrei<ref name="ref_A" />
* 15/12/1944 Milano - Bolzano - (Campo di transito), (solo deportati ebrei)<ref name="ref_A" />
* 15/01/1945 Milano - Bolzano - (Campo di transito), (solo deportati ebrei)<ref name="ref_A" />
== I Sopravvissuti del convoglio numero 5 (Milano 6 dicembre 1943 - Auschwitz 11 dicembre 1943) ==
Il giorno 6 dicembre 1943 partì dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano un primo convoglio di circa 250 deportati ebrei arrestati nei mesi immediatamente precedenti in tutta l'Italia Settentrionale e Centrale. Il convoglio caricò altri deportati a [[Verona]] e durante il tragitto venne unificato con il convoglio 21T proveniente da [[Trieste]].
All'arrivo ad Auschwitz fu effettuata un'unica selezione per entrambi i gruppi e furono immessi nel campo 61 uomini (con i numeri di matricola da 167969 a 168029) e 35 donne (con i numeri da 70397 a 70431).<ref name="ref_B">{{Cita libro|autore = Liliana Picciotto Fargion|titolo = Il Libro della Memoria - Gli Ebrei deportati dall'Italia (1943-1945)|anno = 1991|editore = Mursia|città = Milano}}</ref>
Di coloro che erano partiti da Milano riuscirono a sopravvivere in 5 (tutti uomini, nessuna donna):
# André Jacques Assa, figlio di Isaac Assa e Camelia Abolaffio, nato a Parigi l'11 maggio 1927, arrestato a [[Bordighera]] il 18 novembre del 1943, numero di matricola 167971, liberato a Buchenwald l'11 aprile del 1945. Con lui viaggiavano i genitori, entrambi uccisi all'arrivo ad Auschwitz.
# Isamor Bass, figlio di Gersovic Bass e Malka Lea Brazlastraja, nato in Unione Sovietica a Kirov il 15 giugno 1910, arrestato a Lecco il 13 settembre del 1943, numero di matricola ignoto, liberato in luogo ignoto nel mese di Gennaio del 1945.
# Giuseppe Di Porto, figlio di Sabatino Di Porto e Letizia Sed Piazza, nato a Roma il 3 giugno 1923, arrestato a [[Genova]] il 4 novembre del 1943, numero di matricola 167988, liberato in marcia nel circondario di Auschwitz il 20 - 21 gennaio 1945<ref>{{Cita libro|autore = Marcello Pezzetti|titolo = Il Libro della Shoah Italiana - I Racconti di chi è sopravvissuto|anno = 2009|editore = Einaudi|città = Torino}}</ref>
# Simon Itzkowitz, nato il 12 agosto 1898, arrestato in luogo ignoto in data ignota, numero di matricola 167998, liberato a Buchenwald l'11 aprile del 1945.
# Enzo Levy, figlio di Edgardo Levy e Egle Segré, nato a Verona il 28 settembre 1922, arrestato a [[Tradate]] il 12 novembre del 1943, matricola numero 168007, liberato in luogo ignoto in data ignota. Con lui viaggiava la sorella Eva Maria Levy, che superò la selezione iniziale ma morì nel giugno del 1944.
Dal campo di Auschwitz fu liberata anche Lidia Tedeschi, ma morì subito dopo la liberazione il 27 gennaio del 1945<ref name="ref_B" />.
Nel 2009 la testimonianza di Giuseppe Di Porto è stata raccolta da [[Marcello Pezzetti]] nel volume ''Il libro della Shoah italiana'' (Torino, Einaudi), nell'ambito di una ricerca del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea tesa a raccogliere "i racconti di chi è sopravvissuto".
== I Sopravvissuti del convoglio numero 6 (Milano 30 gennaio 1944 - Auschwitz 6 febbraio 1944) ==
Il giorno 31 gennaio del 1944 partì un convoglio di 605 deportati, arrestati in tutta l'Italia Settentrionale e Centrale nei mesi immediatamente precedenti. Molti furono arrestati alla frontiera italo-svizzera. Il convoglio arrivò ad Auschwitz-Birkenau il 6 febbraio dopo una settimana di viaggio.
Furono immessi nel campo 97 uomini (età media 34 anni, immatricolati con numeri dal 173394 al numero 173490) e 31 donne (età media 35 anni, immatricolate con numeri dal 75174 al 75204), tutti gli altri 477 deportati furono uccisi nelle camere a gas il giorno stesso dell'arrivo del convoglio.
Di coloro che riuscirono ad entrare nel campo di Auschwitz sono sopravvissuti in 22 (14 uomini e 8 donne):
# Mario Abenaim, figlio di Oreste Abenaim e Silla Bueno, nato a [[Livorno]] il 24 agosto del 1927, arrestato a [[Marlia]] l'8 dicembre del 1943, matricola numero 173395, liberato nel circondario di Auschwitz dopo il 18 gennaio del 1945. Con lui nel convoglio viaggiavano i genitori ed il fratello Renzo Abenaim, la madre fu uccisa all'arrivo mentre il padre e il fratello morirono nei mesi successivi.
# Isacco Bayona, figlio di Raffaele Bayona e Diamante Jacob, nato a [[Salonicco]] in Grecia il 21 luglio del 1926, arrestato a [[Gabbro (Rosignano Marittimo)|Gabbro]] il 20 dicembre del 1943, matricola numero 173404, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio del 1945. Con lui nel convoglio viaggiavano la madre ed i fratelli Carlo, Dora e Lucia Bayona: la madre e le sorelle furono uccise all'arrivo, il fratello Carlo Bayona superò anche lui la selezione, ma morì nei primi mesi del 1945.
# Erich Cohn, figlio di Paolo Cohn, nato a [[Berlino]] il 20 luglio 1909, arrestato a [[Firenze]] il 30 novembre del 1943, matricola numero 173412, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio del 1945.
# Bruno Cottignoli, figlio di Federico Cottignoli e Ida Basola, nato a [[Monticelli d'Ongina]] il 19 giugno 1901, arrestato a [[Bologna]] il 19 dicembre del 1943, matricola ignota, liberato in luogo ignoto in data ignota.
# Anna Di Gioacchino, figlia di Dario Di Gioacchino e Emma Della Pergola, nata ad [[Ancona]] il 20 gennaio 1911, arrestata a Firenze il 29 novembre del 1943, matricola ignota, liberata a [[Theresienstadt]] il 9 maggio 1945. Con lei viaggiava il marito [[Nathan Cassuto]], che superò la selezione iniziale ma morì nei primi mesi del 1945, la figlia Eva Cassuto era deceduta invece nei giorni immediatamente successivi all'arresto per una infezione polmonare, gli altri 3 figli della coppia (Susanna, David e Daniele) furono nascosti e riuscirono a sopravvivere.
# Lisa Dresner, figlia di Karl Dresner e Elena Steiner, nata a [[Vienna]] il 24 febbraio 1910, arrestata ad [[Asti]] il 1º dicembre del 1943, matricola numero 75189, liberata ad Auschwitz il 27 gennaio 1945. Con lei viaggiava il marito Teodoro Elia Rozay, anch'egli sopravvissuto (si veda sotto).
# Gilberto Hasson, figlio di Abner Hasson e Ester Ass, nato a [[Parigi]] il 20 giugno 1927, arrestato alla frontiera italo-svizzera il 28 dicembre del 1943, matricola numero 173435, liberato in luogo ignoto in data ignota. Con lui viaggiavano i genitori e i fratelli Edith Nelly Hasson e Jean Pierre Hasson, la madre e i fratelli furono uccisi all'arrivo, il padre superò la selezione iniziale ma morì nei primi mesi del 1945.
# Hans Kahlberg, figlio di Julius Kahlberg e Anna Kahlberg, nato in Germania a [[Uslar]] il 17 ottobre 1903, arrestato a Firenze il 26 novembre del 1943, numero di matricola ignoto, liberato a Mauthausen il 5 maggio del 1945.
# Sofia Sara Kaufmann, figlia di Abramo Kaufmann e Etta Caterina Blinder, nata in Unione Sovietica a [[Jalta]] il 27 luglio 1891, arrestata a [[Sondalo]] il 2 dicembre del 1943, matricola numero 75181, liberata a Mauthausen il 5 maggio 1945 ([[Sofia Schafranov]]). Con lei viaggiava la madre, uccisa all'arrivo ad Auschwitz.
# Nino Matatia, figlio di Nissim Matatia e Matilde Hakim, nato a [[Forlì]] il 1º febbraio 1924, arrestato a [[Savignano sul Panaro]] il 4 dicembre del 1943, matricola numero 173448, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio 1945. Con lui viaggiavano la madre e la sorella Camelia Matatia, uccise all'arrivo, il padre ed il fratello Roberto Matatia erano stati invece deportati con il convoglio partito da Milano il 6 dicembre del 1943, entrambi furono selezionati per l'ingresso al campo ma morirono nei mesi successivi (il padre nell'Aprile del 1944, il fratello nel Gennaio del 1945).
# Bianca Maria Morpurgo, figlia di Abram Alberto Morpurgo e Amelia Curiel, nata a Trieste il 13 ottobre 1916, arrestata a Sondalo il 2 dicembre del 1943, matricola numero 75183, liberata a [[Lipsia]] nel mese di Aprile 1945 ([[Sofia Schafranov]]). Con lei viaggiavano i genitori e le sorelle Maura e Alice Annetta Morpurgo, arrestati a [[Tresivio]] il 2 dicembre del 1943, tutti uccisi all'arrivo ad Auschwitz.
# Enrica Polacco, figlia di Isacco Polacco e Faustina Baldini, nata a [[Venezia]] il 6 dicembre 1913, arrestata a [[Luino]] il 4 dicembre del 1943, matricola numero 75187, liberata a Theresienstadt il 9 maggio 1945.
# Teodoro Elia Rozay, figlio di Desiderio Rozay e Erminia Porghes, nato in Jugoslavia a [[Zagabria]] l'8 luglio 1911, arrestato ad Asti il 1º dicembre del 1943, matricola numero 173469, liberato a Buchenwald l'11 aprile del 1945. Con lui viaggiava la moglie Lisa Dresner, anch'essa sopravvissuta (si veda sopra).
# Luciana Sacerdote, figlia di Claudio Sacerdote e Ernestina Diana Borgetti, nata in Italia ad [[Alba (comune italiano)|Alba]] l'8 maggio 1924, arrestata alla frontiera italo-svizzera il 18 dicembre del 1943, matricola numero 75192, liberata nel circondario di [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrueck]] il 30 aprile 1945. Con lei viaggiavano i genitori e la sorella Laura Sacerdote, il padre fu ucciso all'arrivo, la madre e la sorella furono immesse nel campo di Auschwitz con lei, ma non sono sopravvissute (la madre morì nel marzo del 1944, la sorella il 19 luglio del 1945 dopo la liberazione).
# [[Liliana Segre]], figlia di Alberto Segre e Lucia Foligno, nata a Milano il 10 settembre 1930, arrestata a [[Selvetta di Viggiù]] l'8 dicembre del 1943, matricola numero 75190, liberata nel circondario di Ravensbrück il 30 aprile 1945. Con lei viaggiava il padre, che superò anch'egli la selezione (matricola numero 173472), ma morì ad Auschwitz il 27 aprile del 1944.
# Aldo Sorani, figlio di Armando Sorani e Teresa Almansi, nato a [[Reggio Emilia]] il 10 novembre 1918, arrestato a Firenze il 1º dicembre del 1943, matricola numero 173478, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio del 1945.
# Davide Soria, figlio di Giacobbe Soria e Clara Eshquenazi, nato in Turchia a [[Istanbul]] il 15 settembre 1905, arrestato a [[Lucca]] il 23 novembre del 1943, matricola numero 173471, liberato ad Auschwitz il 27 gennaio del 1945.
# Leo Urbach, figlio di Hermann Urbach e Anna Birmann, nato a Vienna il 23 giugno 1914, arrestato a [[Bagni di Lucca]] il 30 novembre del 1943, matricola ignota, liberato in luogo ignoto in data ignota. Con lui viaggiavano la moglie Alice Loewy e i figli Kurt Urbach (3 anni) e Liliana Urbach (1 anno), tutti e 3 uccisi all'arrivo ad Auschwitz.
# Leo Verderber, figlio di Giuseppe Verderber e Lea Brand, nato a Lipsia l'11 maggio 1919, arrestato a [[Castelnuovo Garfagnana]] il 30 novembre del 1943, matricola numero 173482, liberato in luogo ignoto in data ignota. Con lui viaggiava la moglie Henia Feintuch, uccisa all'arrivo ad Auschwitz.
# Schulim Vogelmann, figlio di Nahum Vogelmann e Sissel Pfeffer, nato in Polonia il 28 aprile 1903, arrestato a [[Sondrio]] il 20 dicembre del 1943, matricola numero 173484, liberato in luogo ignoto in data ignota. Con lui viaggiavano la moglie Anna Disegni e la figlia Sissel Emilia Vogelmann (8 anni), entrambe uccise all'arrivo ad Auschwitz.
# Lotte Wallach, figlia di Isacco Wallach e Sara Bilgrey, nata in Romania a [[Siret (Suceava)|Siret]] il 24 dicembre 1906, arrestata a Castelnuovo Garfagnana il 30 novembre del 1943, matricola 75178, liberata a Bergen Belsen il 15 aprile del 1945. Con lei viaggiava il marito Maurizio Feliks, ucciso all'arrivo.
# Joseph Ziegler, nato fuori dall'Italia il 30 giugno 1903, arrestato a Firenze l'8 dicembre del 1943, numero di matricola ignoto, liberato a Mauthausen il 5 maggio del 1945. Con lui viaggiavano la moglie Sara Plessner ed i figli Jack (4 anni) e Liana (6 anni), tutti e 3 uccisi all'arrivo ad Auschwitz.
Furono liberati anche Oreste Sergio Molco ad Auschwitz e Laura Sacerdote nel circondario di Ravensbrueck ma morirono immediatamente dopo la liberazione. Nel 2009 le testimonianze di Isacco Bayona, Luciana Sacerdote e [[Liliana Segre]] sono state raccolte da Marcello Pezzetti nel volume ''Il libro della Shoah italiana'' (Torino, Einaudi), nell'ambito di una ricerca del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea tesa a raccogliere "i racconti di chi è sopravvissuto".
== Personaggi noti legati al binario 21 del Memoriale ==
[[File:Kinder (Children).jpg|thumb|upright=0.7|Mosaico di nomi dedicato a 1.500.000 bambini deportati nel periodo della [[Shoah]] creato da [[Yad Vashem]]]]
{{citazione|"Noi siamo usciti da Auschwitz, ma Auschwitz non è mai uscito da noi"|Goti Bauer}}
* [[Sissel Vogelmann]], aveva 8 anni quando fu deportata e uccisa subito dopo il suo arrivo ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] in una camera a gas<ref>[http://www.giuntina.it/ElencoRecensioni/La_foto_sulla_spiaggia_525/La_foto_sulla_spiaggia_628.html Storia di Sissel in una recensione di un libro.]</ref>.
* [[Liliana Segre]], aveva 13 anni quando fu deportata<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=50fcb1N8Kow Testimonianza]</ref>.
* [[Goti Herskovits Bauer]], aveva vent'anni quando fu deportata<ref>[http://travasamento.altervista.org/goti-bauer/11-intervista-a-goti-bauer Testimonianza] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141220024727/http://travasamento.altervista.org/goti-bauer/11-intervista-a-goti-bauer |data=20 dicembre 2014 }}</ref>.
== Mostre itineranti ==
* ''Viaggio nella Memoria - binario 21'' - [https://web.archive.org/web/20130114083520/http://www.figlidellashoah.org/dettaglio.asp?id=13 calendario]
== DVD ==
* [[Moni Ovadia]] e Felice Cappa, ''Binario 21, dal poema di Yitzhak Katzenelson, il canto del popolo ebraico massacrato'', con intervista a [[Liliana Segre]], durata 1h20, [[Rai Eri]] e [[Gruppo Editoriale L'Espresso]], Roma 2015
* Antonio Ferrari ed Alessia Rastelli (inchiesta), ''Il viaggio di Vera dalla Shoah ai desaparecidos'', testi di [[Ferruccio De Bortoli]], Alessandra Coppola, Vera Vigevani Jarach, [[Marco Bechis]] (fascismo, cattura, Auschwitz, binario 21), RCS Divisione Media, Milano 2015, ISSN 1120-4982
* Associazione figli della Shoah, ''Destinazione Auschwitz, viaggio nella fabbrica dello sterminio - Binario 21,'' Proedi Editori, Milano 2002, ISBN 88-88016-76-7
* [[Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea]], ''Destinazione Auschwitz'', (libro + 2 CD-ROM), Proedi Editore, Milano 2000
== Note ==
== Bibliografia ==
* {{cita libro | nome=Marco | cognome=Cuzzi | titolo=Seicento giorni di terrore a Milano - Vita quotidiana ai tempi di Salò | anno=2021 | editore=Neri Pozza editore | città=Vicenza |isbn= 978-88-545-2164-3}}
* [[Dario Venegoni]], ''Lettere clandestine da San Vittore e dal Lager di Bolzano e altri scritti'', Editore Mimesis-ANED, Sesto San Giovanni 2015
* Sala Massari Susanna, ''Roberto Lepetit. Un industriale nella Resistenza'', Archinto editore, Milano 2015, ISBN 978-88-7768-674-9
* Fondazione Memoriale della Shoah, ''Memoriale della Shoah di Milano'', opuscolo di 36 pagine, Milano 2015
* [[Marcello Pezzetti]], ''Il libro della Shoah italiana - I racconti di chi è sopravvissuto'', nuova edizione 2015, Einaudi, Torino 2015, ISBN 978-88-06-22452-3
* Associazione Figli della Shoah, ''Binario 21 - Viaggio nella Memoria'', sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, Proedi Editore, Milano 2013 (catalogo della mostra)
* Associazione Figli della Shoah, ''30 gennaio 1944 Convoglio RSHA Milano-Auschwitz'', sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, Proedi Editore, Milano 2005, ISBN 88-88016-78-3
* Cardosi Giuliana, Marisa e Gabriella, ''La giustizia negata. Clara Pirani, nostra madre, vittima delle leggi razziali'', Arterigere-Chiarotto Editore, Varese 2005, ISBN 88-89666-04-8
* [[Provincia di Milano#Amministrazione|Provincia di Milano]] a cura di Andrea Jarach e Roberta Patruno, ''Milano Centrale, binario 21- Destinazione Auschwitz'', Proedi Editore, Milano 2004.[https://web.archive.org/web/20121119043156/http://www.binario21.org/pdf/MilanoCentrale.pdf Edizione on line]
* [[Provincia di Milano#Amministrazione|Provincia di Milano]] a cura di [[Liliana Picciotto]], ''Gli ebrei in provincia di Milano: 1943-1945. Persecuzione e deportazione'', Proedi Editore, Milano 2004.
* Stefania Consenti, ''Binario 21 - Un treno per Auschwitz'', prefazione di Ferruccio de Bortoli, Paoline Editoriale Libri, Milano 2010, ISBN 978-88-315-3736-0.
* ''Rotabili storici per il giorno della memoria'', in ''Tutto Treno'', n. 272, marzo 2013, p. 11. ISSN 1124-4232.
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* [[Roberto Riccardi]], ''La foto sulla spiaggia'', Giuntina Editore, Firenze 2012, ISBN 978-88-8057-432-3
* Giuseppe Valota, ''Streikertransport. La deportazione politica nell'area industriale di Sesto San Giovanni (1943-1945)'', Guerini ed Associati, Milano 2007
* Annamarcella Tedeschi Falco, ''Milano crogiuolo di ebrei'', Le Isole del Tesoro Editore, Milano 2000, ISBN 88-88017-00-3
== Voci correlate ==
* [[Fondazione Museo della Shoah]]
* [[Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea]]
* [[Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti]]
* [[Fondazione Memoria della Deportazione]]
* [[Comunità ebraica di Milano]]
* [[Associazione Figli della Shoah]]
* [[Goti Herskovits Bauer]]
* [[Liliana Segre]]
* [[Olocausto]]
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* [[Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*
*
* {{cita web|http://www.figlidellashoah.org/|sito dell'Associazione Figli della Shoah}}
* {{cita web | 1 = http://www.deportati.it/milano/bin21_dv.html | 2 = Sito dell'ANED su un film del binario 21: Fratelli d'Italia? | accesso = 29 gennaio 2013 | dataarchivio = 22 febbraio 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140222013707/http://www.deportati.it/milano/bin21_dv.html | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.binario21.org/ | 2 = Sito del binario 21 | accesso = 29 gennaio 2013 | dataarchivio = 26 gennaio 2021 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20210126145257/http://www.binario21.org/ | urlmorto = sì }}
*
*
* [http://www.gariwo.net/pagina.php?id=8054 Inaugurazione sul sito del Gariwo la foresta dei Giusti]
* {{cita web|http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_gennaio_26/giornata-memoria-binario-21-de-bortoli-mentana-appello-targa-1903026150062.shtml|Corriere della Sera online in un articolo del 2012}}
* {{cita web|http://www.figlidellashoah.org/|Associazione Figli della Shoah}}
* {{cita web|http://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article466|''Le pietre raccontano'' del Comune di Cinisello Balsamo}}
* {{cita web | 1 = http://videocrossbe.corriere.it/salvi-per-caso/index.shtml | 2 = ''Salvi per caso'', Docuweb del Corriere della Sera | accesso = 29 giugno 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150320042751/http://videocrossbe.corriere.it/salvi-per-caso/index.shtml | dataarchivio = 20 marzo 2015 | urlmorto = sì }}
{{Olocausto in Italia}}
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{{portale|Architettura|Ebraismo|Fascismo|Milano|Musei|Nazismo}}
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