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{{Coord|42.440526|N|12.44068|E|type:landmark|display=title}}
{{Edificio religioso
| Nome = Ex Chiesa di San LorenzoSalvatore
| Immagine = San Lorenzo illuminatoreSalvatore. Spoleto 4.jpg
| Larghezza =
| Didascalia = La facciata
| SiglaStato = ITA
| Regione = {{IT-UMB}}
| Città = [[File:Spoleto-Stemma.png|20px]][[Spoleto]]
| Religione = [[Religione cattolica|cattolica]]
| DedicatoA = [[LorenzoGesù|Santo illuminatoreSalvatore]]
| Ordine =
| Diocesi = [[Arcidiocesi di Spoleto-Norcia]]
| AnnoConsacr =
| AnnoSconsacr = ?
| Fondatore =
| Architetto =
| StileArchitett = Romanico[[Architettura longobarda|longobardo]]
| InizioCostr =
| FineCostr = XII secolo
| Demolizione =
| Sito =
}}
{{UNESCO
La '''ex Chiesa di San Lorenzo''', attualmente '''Sala Pegasus''', è situata a [[Spoleto]] lungo via delle Terme, davanti al ''palazzo Rosari-Spada''. È una piccola chiesa sconsacrata che fino al [[1825]] ha svolto funzione ecclesiastica. Nel [[1972]] alcuni interventi di restauro e di consolidamento strutturale hanno permesso di trasformarla in sede di mostre, piccoli convegni ed avvenimenti culturali della città.
|tipoBene = patrimonio
|nome = Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774)
|nomeInglese = Longobards in Italy. Places of the power (568-774 A.D.)
|immagine = Spoleto SSalvaore Navata.jpg
|anno = 2011
|tipologia = culturali
|criterio = (ii)(iii)(vi)
|link = 1318
|linkMappa =
|didascaliaMappa =
}}
 
La '''chiesa di San Salvatore''' si trova a [[Spoleto]] sul ''colle Ciciano'', all'interno del [[Cimitero monumentale di Spoleto|Cimitero monumentale della città]]. Rappresenta una delle principali testimonianze [[Architettura longobarda|architettoniche longobarde]] della [[Langobardia Minor]].
 
{{Italia Langobardorum}}
 
==Storia==
===Sulle origini===
Era dedicata a [[San Lorenzo Illuminatore]]<ref>{{Cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/90934|titolo=San Lorenzo Illuminatore di Farfa Abate|accesso=22 dicembre 2014}}</ref>, monaco siriano, morto nel [[576]], giunto a Spoleto nel [[V secolo]] forse al seguito di [[Sant'Isacco da Monteluco|Isacco]] e Brizio per fuggire alle persecuzioni. E' detto "illuminatore" per i miracoli, relativi alle guarigioni dalla cecità, che la tradizione gli attribuisce.
Non esiste documentazione in grado di collocare nel tempo, in modo inequivocabile, le fasi costruttive dell'edificio che ha sempre suscitato un eccezionale interesse artistico e storico, tanto da stimolare studi e ricerche lungo tutti gli ultimi 150 anni. Le analisi effettuate, spesso in concomitanza di interventi di conservazione e [[restauro]], hanno permesso di esplorare e approfondire la tecnica costruttiva, le manomissioni e le modifiche subite nei secoli, ma non hanno consentito una datazione certa. La difficoltà è dovuta alla mancanza quasi completa di documenti d'archivio e alla presenza, in tutto l'edificio, di più elementi architettonici eterogenei, aggiunti via via durante i restauri avvenuti in tempi assai remoti.
 
===Le ipotesi===
È documentata nelle carte dell'[[Abbazia di Sassovivo]] come chiesa dipendente nel [[1138]]<ref>{{Cita libro|nome=Bernardino|cognome=Sperandio|titolo=Chiese romaniche in Umbria|editore=Quattroemme|anno= 2001|città=Ponte San Giovanni|ISBN=8885962564}}</ref>. Divenuta parrocchiale in epoca imprecisata, dalla metà del [[XX secolo]] non è stata più officiata. Fino agli [[anni sessanta]] è stata utilizzata come deposito e rivendita di carbone.
Gli esiti degli esami diretti dell'edificio hanno dato origine a ipotesi riassumibili in tre diversi orientamenti che abbracciano un tempo lunghissimo, dal [[IV secolo|IV]] al [[XIII secolo]], una distanza impressionante, dovuta alla presenza di elementi architettonici che per loro natura stilistica si allontanano di molti anni, di secoli<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1437568488801_04_-_Gavini_1.pdf|autore=Ignazio Carlo Gavini|pubblicazione=Bollettino d'Arte|editore=Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|anno=1934}}</ref>:
* Origine [[Epoca paleocristiana|paleocristiana]] tra il [[IV secolo|IV]] e il [[V secolo]]. Questa è l'ipotesi sostenuta da diversi autori. [[Heinrich Hübsch]] ritenne che fosse sorta agli inizi del secolo IV come edificio cristiano, con colonne tolte ad un edificio pagano. [[Achille Sansi]] scrisse che fin dal [[Seicento|seicento]], scrittori locali come [[Bernardino Campello]] e [[Serafino Serafini]] facevano risalire la chiesa ai primordi del periodo [[Costantino I|costantiniano]], ai tempi di [[Arcadio]], e ritenevano fosse sorta in luogo di un tempio dedicato a [[Igea]]<ref>{{cita libro|url=https://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20IV/cap10.pdf|autore=Achille Sansi|titolo=Monumenti dell'Epoca Romana|opera= Degli edifici e dei frammenti storici|editori=Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia|città=Foligno|anno=1869|pp=224-227}}</ref>; altri invece lo ritennero dedicato alla [[Concordia (divinità)|Concordia]].
 
Sul colle Ciciano si trovavano le sepolture dei primi testimoni di fede: tra questi [[San Ponziano da Spoleto|San Ponziano]], martirizzato nel 175, sul cui sepolcro venne fondata la [[Chiesa di San Ponziano (Spoleto)|chiesa a lui dedicata]], e San Senzia, sulla cui tomba gli spoletini fabbricarono un primo oratorio. In base a ciò alcuni studiosi ritennero che la basilica del IV secolo fosse dedicata a San Senzia; restaurata nell'VIII secolo, ebbe la nuova titolazione longobarda di ''San Salvatore''; solo tra il X e XI secolo fu intitolata a ''San Concordio'', quando le [[monache benedettine]], che in epoca imprecisata avevano costruito un monastero contiguo alla basilica, documentato dal IX secolo, fecero traslare le reliquie di San Concordio dalla originaria sepoltura raccogliendole insieme a quelle di San Senzia.
Databile alla prima metà del [[XII secolo]] presenta la facciata in pietre squadrate con tetto a due spioventi. Il [[portale]] è a due rincassi e al di sopra si apre una [[bifora]] ornata di colonna con [[capitello]]. Il [[campanile a vela]] è posteriore e sostituisce un altro che doveva sorgere al centro della facciata. L'interno, restaurato nel 1972 è a un'unica sala con tetto a [[capriata]].
Al suo interno ospita alcuni affreschi, tra cui quello di San Michele Arcangelo.
 
È la chiesa più antica di Spoleto sorta in luogo di una villa romana dove erano state sepolte le spoglie di [[Concordio di Nicomedia|San Concordio]], martire sotto [[Marco Aurelio]].
Il Papa spoletino [[Leone XII]] ne soppresse la sede parrocchiale nel 1825 unificandola alla [[Chiesa di San Domenico (Spoleto)|chiesa di San Domenico]], all'epoca chiamata "Chiesa del Salvatore".
Un folto gruppo di studiosi fu concorde nel datare la basilica agli inizi del secolo IV<ref>Heinrich Hübsch, Achille Sansi, </ref>
 
Venne costruita dai [[Monachesimo|monaci]] [[Siri (gruppo etnico)|siri]], nel [[IV secolo|IV]] e [[V secolo]]. Rimase dedicata a San Concordio fino all'anno [[814]], quando, in seguito ad un devastante incendio, venne ampiamente rinnovata dai [[Longobardi]] che la dedicarono al [[Gesù|Salvatore]]<ref>{{cita web|url =http://www.comunespoleto.gov.it/la-citta/chiese/basilica-di-san-salvatore-e-cimitero-monumentale/|titolo=Basilica di San Salvatore|editore =Comune di Spoleto|accesso = 9 agosto 2016}}</ref>.
==Sala Pegasus==
Viene denominata ''Sala Pegasus'' dopo i restauri effettuati dagli "Amici di Spoleto" e dalla "Fondazione Festival" nel 1972 grazie ad un contributo della [[Mobil|Mobil Oil]] che ha un [[Pegaso (mitologia)|Pegaso]] alato come simbolo. Utilizzato e gestito per molti anni dal [[Teatro lirico sperimentale]] in collaborazione con l’''Associazione Amici di Spoleto'', ha ospitato una lunga serie di concerti vocali, strumentali, spettacoli di teatro musicale, [[musica da camera]] e conferenze musicologiche. Durante il [[Festival dei Due Mondi]] ospita installazioni, mostre, concerti.
 
L'idea che prima vi sorgesse una basilica civile fu sostenuta anche da [[Arpago Ricci]] che nel 1916-17 esaminò le [[malte]] impiegate, le cui varietà erano avvicinabili a quelle greche.
==Cinema Sala Pegasus==
* Origine altomedievale fra l'VIII e il IX secolo.
Rimasta chiusa per circa 7 anni, la sala torna di nuovo in funzione a dicembre [[2014]] per proiezioni cinematografiche, conferenze e concerti<ref>{{Cita web|url=http://tuttoggi.info/spoleto-inaugurazione-del-nuovo-cinema-sala-pegasus-con-il-regista-filippo-vendemmiati/249538/|titolo=Spoleto, inaugurazione del nuovo cinema Sala Pegasus con il regista Filippo Vendemmiati|accesso=22 dicembre 2014}}</ref>; lo spazio culturale polivalente, una monosala di 80 posti, prevede in programmazione film in [[prima visione]], cinema d’essai, documentari, cortometraggi, rassegne e incontri con gli autori, ma anche attività musicali di nuovo in collaborazione con il ''Teatro lirico sperimentale''.
* Origine romanica connessa alla fioritura artistica verificatasi a Spoleto tra il XII e il XIII secolo.
 
I resoconti di ogni indagine sono stati raccolti in una pubblicazione del 2012 edita dal [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]] dal titolo ''La Basilica di San Salvatore di Spoleto''.
L'opera si suddivide in tre tomi:
*il primo raccoglie i numerosi contributi di [[Mario Salmi]] che iniziò a studiare la basilica pietra su pietra fin dal 1921<ref>{{cita pubblicazione|url=https://archive.org/stream/dedalorassegnada0203ojetuoft#page/628/mode/2up/search/san+salvatore+Spoleto|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Dedalo, rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti|editore=Casa editrice d'arte Bestetti e Tumminelli|città=Milano-Roma|anno=1921-22|volume=3|p=628|accesso=23 novembre 2017}}</ref>; in seguito ne fece il principale oggetto di studio durante le lezioni tenute all'[[Università di Firenze]] nell'anno accademico 1945-1946; ancora nel 1951 le dedicò una minuziosa [[monografia]] e, tra il 1962 e il 1980, ulteriori quattro studi di aggiornamento.
*Nel secondo tomo sono ristampati undici documenti di altri studiosi editi tra il 1860 e il 2008.
*Infine il terzo mette insieme studi inediti: un resoconto del restauro della facciata effettuato tra il 1992 e il 2000, e sei nuovi studi, uno dei quali relativo alla datazione di una ciotola trovata nel 1996 durante il restauro della [[trabeazione]] del [[portale]]. Questa scoperta ha fornito nuovi indizi di datazione. La piccola ciotola di [[terracotta]] non smaltata conteneva ossa di animali, presumibilmente i resti di un pasto avanzato ad uno dei costruttori del portale. Una parte della ciotola è stata inviata al ''Centro universitario datazioni e [[archeometria]]-[[Università degli Studi di Milano-Bicocca|Milano Bicocca]]'' (CUDaM) e analizzata con il [[Datazione a termoluminescenza|metodo della termoluminescenza]]; i risultati hanno collocato la realizzazione della ciotola fra gli anni 540 e 780. Campioni delle ossa sono state inviate all' ''Oxford Accelerator Radiocarbon Unit'' di [[Oxford]], e al laboratorio di [[spettrometria di massa con acceleratore]] dell'[[università di Utrecht]]. I risultati hanno stabilito che il pranzo del lavoratore potrebbe risalire ad un periodo compreso tra il 535 e il 641. Quindi, solo quattro anni fa abbiamo scoperto che il principale portale ovest di San Salvatore, e per estensione, presumibilmente, l'intera basilica di cui fa parte, potrebbe essere stato costruito fra il VI secolo e la prima metà del VII.
 
 
 
 
Dal 1983-1984 in occasione di interventi di conservazione e restauro, che si sono prolungati per circa tredici anni, sono emerse nuove informazioni archeologiche che hanno riaperto la questione della datazione per i due edifici gemelli. un elenco di spoglie antiche scoperte durante il lavoro sul facciata e una relazione sulla datazione di una ciotola di ceramica contenente ossa di animali strappati dai materiali incoerenti durante il restauro della trabeazione del portale principale nel 1996. Questa scoperta ha fornito i nuovi indizi di datazione.
 
Al decadimento si è aggiunto il danno causato dal terremoto del 19 settembre 1979 a imporre il restauro: i marmi formanti l'archivolto della finestra centrale del secondo piano della facciata ovest si erano spostati in maniera allarmante; e l'imposta della cupola ottagonale all'interno del presbiterio di San Salvatore era severamente danneggiata. Venne stabilizzato tutto l'edificio ancora nel 1981-82,
 
Venne gestita dai [[frati agostiniani|frati agostiniani]] eremitani fino a quando, nel 1263, il vescovo [[Bartolomeo Accoramboni]] concesse loro di trasferirsi nella [[Complesso monumentale di San Nicolò|chiesa dedicata a San Nicolò]].
 
Fu consacrata da [[Lorenzo Castrucci]] nel 1621 dopo un'altro probabile rinnovo<ref>{{cita libro|autore=[[Achille Sansi]]|url=https://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20II/cap25.pdf|titolo=Storia del Comune di Spoleto dal secolo XII al XVII, parte II|anno=1884|p=271|accesso=22 novembre 2017}}</ref>.
 
Nel 1919 [[Mario Salmi]], in veste di ''Ispettore ai Monumenti dell'Umbria'', sottolineava che {{citazione|...la basilica è giunta fino a noi spietatamente sfigurata da ingiurie che vi lasciarono una traccia indelebile, ciò che impedisce di apprezzarne, in un primo momento, l'alto valore|Mario Salmi<ref>{{cita libro|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|collana=Studi dell'[[Accademia spoletina]]|editore= Leo S. Olschki|città=Firenze|anno=1951|p=5}}</ref>}}. Sotto la sua guida venne effettuato un restauro conservativo limitato al consolidamento del [[presbiterio]], alla riapertura delle finestre dei due ambienti a lato dell'[[abside]], alla rimozione della [[tamponatura]] di una [[campata]] delle [[navate]], al riposizionamento di frammenti di una [[mensola]] della porta mediana della [[facciata]], ed altre opere minori.
 
Molti studi hanno sostenuto che la chiesa sia legata ad un altro tempio distante circa 13 chilometri sulla [[via Flaminia]] a nord di Spoleto, il [[Tempietto del Clitunno]]. Entrambi sono considerati preziose sopravvivenze del primo medioevo, prodotti di una prima fase del dominio ducale longobardo nell'Italia centrale, databili tra la fine del [[VI secolo]] e l'inizio dell'[[VIII secolo|VIII]].
 
==Descrizione==
===Esterno===
La facciata dell'VIII secolo è scandita da [[lesene]] e divisa in due ordini da una cornice; si presenta con tre [[Portale|portali]] e tre finestre marmoree con cornici intagliate con motivi classici, resti di un nobile ordinamento del quale si sono purtroppo persi la ricca decorazione e il [[frontone]] triangolare; le decorazioni provengono da materiale di risulta ricavato da edifici romani preesistenti, come quasi sempre avveniva in opere longobarde.
 
===Interno===
L'interno è lungo 39 metri e largo 19.
L'impianto è [[Basilica|basilicale]] a tre [[navate]] divise da [[Tamburo (architettura)|tamburi]] di [[colonne doriche]] e da pilastri in sette [[campate]]. Queste furono quasi tutte tamponate in seguito ad un restauro dell'[[VIII secolo]] che snaturò il primitivo ordinamento delle navate, idealmente ricostruibile attraverso i frammenti superstiti. La struttura originaria dell'edificio è ancora ben visibile nel presbiterio ove si trovano, associate ad una [[trabeazione]] dorica, alte [[colonne corinzie]], forse di spoglio, che sostengono una cupola a base ottagonale.
: una sequenza di [[colonne doriche]], forse di spoglio, sottoposte ad una trabeazione e concluse in alto da una cornice, sulla quale trovavano posto una serie di lesene ioniche racchiudenti riquadri simili a finti matronei; la sopraelevazione della navata centrale si articolava in ampie finestre a tutto sesto, ornate di ghiera.
 
Anche il [[presbiterio]] è tripartito, ed è coperto da una . La navata principale, sulla quale si aprono grandi finestre, termina con un'[[abside]] semicircolare esternamente chiusa da un muro rettilineo; ai lati la fiancheggiano due ambienti absidati, con [[volta a crociera]], probabilmente sacelli dedicati a qualche santo, in origine separati dalla chiesa stessa mediante pareti nelle quali si aprivano porte di accesso alle navi minori, sostituite nel XVII o XVIII secolo da due ampie arcate.
 
L'interno ha perduto l'originale decorazione a [[stucco]] e [[Pittura|pittorica]], ma conserva la ricca [[trabeazione]] con [[fregio]] [[Ordine dorico|dorico]], impostata su [[colonne]] anch'esse doriche (nella navata) o [[Ordine corinzio|corinzie]] (nel presbiterio).
 
Nonostante la scarsa propensione dei duchi committenti ad accogliere la contemporanea rinascita anticheggiante che si sperimentava a [[Roma]], il restauro della chiesa spoletina condotto dai Longobardi raggiunse, come già nel [[Tempietto del Clitunno]], una coerenza classicheggiante eccezionale, sia nella struttura architettonica scandita dalle colonne di navata e presbiterio, sia nella ripresa dei modelli decorativi romani<ref>De Vecchi-Cerchiari, p. 344</ref>.
 
Nell'absidiola della navata sinistra sono raffigurati Padre Eterno benedicente, nella lunetta, e Madonna tra un santo non identificabile e San Paolo, opera molto deperita di un pittore spoletino che presenta affinità con Jacopo Zabolino di Vinciolo.
 
Il presbiterio, risparmiato dai rifacimenti longobardi, è autentico del IV secolo, un tempo aveva l’iconostasi recintata all’orientale e ai lati il diakonikon (locale destinato al deposito di arredi sacri e alla vestizione del clero) e la prothesis (luogo del presbiterio in cui viene effettuata la preparazione della liturgia).
Nell'abside, al centro del muro curvilineo, in un arco a sesto oltrepassato v'è una croce gemmata, resto della decorazione collegata al rifacimento dell'VIII secolo. In alto a destra v’è un frammento di affresco del XIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino e un santo, accanto ad esso una Crocifissione cinquecentesca di scuola dello Spagna.
Nel pavimento dell'abside si trova un resto di impiantito ad opus alexandrinum, forse pertinente ad un litostrato rinnovato in epoca romanica.
Nell'absidiola di destra decorazioni pittoriche della stessa mano di quella sinistra: sono raffigurati Padre Eterno benedicente, nella lunetta, e Madonna tra San Concordio e San Sebastiano, opera datata 1478.
 
 
probabilmente di origine funeraria
 
https://www.academia.edu/33806210/_The_Basilica_of_San_Salvatore_in_Spoleto_The_Structural_History_
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=[[Bonaventura Viani]]|titolo=Memorie dell'antica Chiesa, ora detta del Crocifisso, presso Spoleto|opera=Annuario dell'Accademia spoletina|città=Spoleto|anno=1860|pp=107-126}}
*{{cita libro|url=https://archive.org/stream/nuovobullettino00romegoog#page/n149/mode/2up/search/grisar|autore=[[Hartmann Grisar]]|titolo=Il tempio del Clitunno e la chiesa spoletina di S. Salvatore|opera=Nuovo Bullettino di archeologia cristiana|editore=Libreria Spithöver|città=Roma|anno=1895|pp=127-146}}
*{{cita libro|url=https://it.wikisource.org/wiki/Di_un_cimitero_cristiano_sotterraneo_nell%27Umbria#pagename135?vis=tru|autore=[[Giuseppe Sordini (archeologo)|Giuseppe Sordini]]|titolo=Di un cimitero cristiano sotterraneo nell'Umbria. Memoria letta in una solenne adunanza del III Congresso Internazionale di archeologia cristiana|opera=Atti dell II Congresso internazionale di archeologia cristiana, tenuto in Roma nell'aprile del 1900|editore= Libreria Spithöver|città=Roma|anno=1902|p=119|accesso=10 novembre 2017}}
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Teresio Rivoira]]|url=https://archive.org/stream/leoriginidellaar02rivo#page/36/mode/2up/search/San+Salvatore|titolo=Le origini dell'architettura lombarda|pp=43 e 605|editore=Ermanno Loescher|volume=II|città=Roma|anno=1907}}
*{{cita libro|autore=Werner Hoppenstedt|titolo=Die Basilika S. Salvatore bei Spo­leto und der Clitunnotempel|lingua=tedesco|editore=Halle a. s.|anno=1912}}
*{{cita pubblicazione|autore=Arpago Ricci|titolo=Di alcune malte antichissime nelle fondamenta della basilica di San Salvatore in Spoleto|pubblicazione=Atti dell'[[Accademia spoletina|Accademia Spoletina]], 1917-1919|città=Spoleto|anno=1920|pp=61-84}}
*{{cita pubblicazione|url=https://archive.org/stream/dedalorassegnada0203ojetuoft#page/628/mode/2up/search/san+salvatore+Spoleto|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Dedalo, rassegna d'arte diretta da Ugo Ojetti|editore=Casa editrice d'arte Bestetti e Tumminelli|città=Milano-Roma|anno=1921-22|volume=3|p=628|accesso=23 novembre 2017}}
*{{cita libro|autore=Mario Salmi|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|collana=Studi dell'[[Accademia spoletina]]|editore= Leo S. Olschki|città=Firenze|anno=1951}}
*{{cita pubblicazione|autore=Bruno Toscano|titolo=Per la storia del San Salvatore di Spoleto|pubblicazione=Scritti di Storia dell'Arte in onore di Mario Salmi|volume=I|città=Roma|anno=1961|pp=89-91}}
*{{cita libro|autore=Elena Rapetti|titolo=Rapporti armonici e culto dei martiri nel San Salvatore di Spoleto|opera=Umbria cristiana: dalla diffusione del culto al culto dei santi. Atti del XV Congresso internazionale di Studi sull’Alto Medioevo, 23-28 ottobre 2000|volume=2|editore=CISAM - [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]]|anno=2001|p=892}}
*{{cita libro|autore=[[Carola Jäggi]]|titolo= San Salvatore in Spoleto: Studien zur spätantiken und frühmittelalterlichen Architektur Italiens|anno=1998|lingua=tedesco|editore=Reichert Verlag|ISBN=3895000787}}
*{{cita libro|curatore1=Massimiliano Bassetti|curatore2=Letizia Ermini Pani|curatore3=Enrico Menestò|titolo=La Basilica di San Salvatore di Spoleto|editore=[[Centro italiano di studi sull'alto medioevo|Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo]]|città=Spoleto|anno=2012|ISBN=978-88-7988-756-4}}
**'''Primo tomo''', dedicato ai lavori di [[Mario Salmi]] pubblicati fra il 1951 e il 1980
***''La basilica di San Salvatore di Spoleto'' 1951
***''San Salvatore di Spoleto il tardo antico e l'alto Medioevo'' 1961
***''Tardo antico e alto Medioevo in Umbria'' 1965
***''Ancora per la storia di San Salvatore di Spoleto'' 1968
***''Note sulla basilica di San Salvatore di Spoleto''
**'''Secondo tomo''', dedicato ad articoli già pubblicati fra il 1860 e il 2008
***[[Bonaventura Viani]], ''Sulla chiesa ora detta del Crocefisso presso Spoleto''
***[[Luigi Fausti]], ''Clitunno pagano e Clitunno cristiano''
***Werner Hoppenstedt, ''La basilica di San Salvatore di Spoleto''
***Friedrich Wilhelm Deichmann, ''L'epoca in cui hanno avuto origine la chiesa del Salvatore e il tempietto sul Clitunno vicino a Spoleto''
***John Bryan Ward Perkins, ''La chiesa di San Salvatore a Spoleto: alcune note strutturali''
***[[Bruno Toscano]], ''Per la storia del San Salvatore di Spoleto''
***E. Russo, ''Su S. Salvatore di Spoleto e sul tempietto del Clitunno''
***Silvestro Nessi, ''Sulla intitolazione originaria del San Salvatore di Spoleto''
***Renzo Pardi, ''Considerazioni sulla chiesa di S. Salvatore di Spoleto''
***Elena Repetti, ''Rapporti armonici e culto dei martiri nel S. Salvatore di Spoleto''
***Elena Repetti, ''Da spolia in re a spolia in se. S. Salvatore di Spoleto e il Tempietto sul Clitunno''
**'''Terzo tomo''', dedicato ad articoli inediti scritti fra il 1992 e il 2000
***Eugenio Susi, ''L'intitolazione della basilica spoletina del Salvatore''
***Carola Jäggi, ''San Salvatore di Spoleto: una chiesa di corte longobarda del VII secolo?''
***Renzo Pardi, ''Studio su San Salvatore di Spoleto. Completamenti ed espunzioni''
***Letizia Pani Ermini e Patrizio Pensabene, ''Rileggendo San Salvatore''
***Silvana Casartelli Novelli, ''Tra iconografia e tipologia: i modelli forti della croce "fagliata" e della croce "gemmata", contestuali nella basilica dedicata al Salvatore''
***Silvana Casartelli Novelli, ''Nota su un prezioso documento scultoreo della "memoria collettiva" dei nuovi Europei, costituito da quattro pilastrini frammentari''
***Giordana Benazzi, ''La facciata e il suo restauro (1992-2ooo). Nuovi elementi per la conoscenza della chiesa di San Salvatore di Spoleto''
***Paolo Virilli, ''Il restauro della facciata di San Salvatore: note tecniche''. Dorica Manconi, ''Materiali antichi nella facciata di San Salvatore''
***Brunetto Giovanni Brunetti, ''La datazione dei frammenti ossei animali e dei frammenti ceramici'', materiali incoerenti trovati durante il restauro della trabeazione del portale principale nel 1996.
*{{cita pubblicazione|url=https://www.academia.edu/33806210/_The_Basilica_of_San_Salvatore_in_Spoleto_The_Structural_History_|autore=Judson Emerick|titolo=The Basilica of San Salvatore in Spoleto: The Structural History|pubblicazione=[[Spoletium (rivista)|Spoletium]]|volume=52-53|anno=2017|lingua=inglese}}
 
 
traduzione abstract Emerick<br>
Un importante nuovo studio, pubblicato nel 2012 dal Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, ha affermato che San Salvatore ha avuto due importanti fasi costruttive, una nella metà del V secolo quando una basilica a tre navate si ergeva in un cimitero paleocristiano sul Colle Ciciano fuori dalle mura della città di Spoleto e una seconda progettata per riparare e ingrandire l'edificio precedente dopo la parziale distruzione durante le guerre bizantine-gotiche a metà del VI secolo. I ricercatori hanno annunciato di essere stati in grado di datare questa seconda fase con il metodo Carbon-14 in un periodo di 110 anni, dal 531 al 641 d.C.
In questo saggio riporto il mio lungo studio su San Salvatore, che ho iniziato con campagne annuali in loco tra il 1978 e il 1984 per misurare e sondare l'edificio. Io sostengo che la basilica aveva ** una grande fase storica ** e quella che deve essere la chiesa a cui si applica la prova C-14. Questo edificio con la sua elaborata estremità orientale --- con un presbiterio a cupola su colonne giganti --- fu danneggiato da un incendio e riparato, poi danneggiato da un incendio o da un terremoto e riparato di nuovo, quindi ridotto ad un monastero agostiniano in tempi moderni. San Salvatore non sembra essere il prodotto di nessuna cultura umbra paleocristiana, ma invece frutto di una civiltà altomedievale nel ducato longobardo di Spoleto. Le sue scenografiche visualizzazioni a colonne, presentate nel 2012 come un pastiche (risultato di una difficile fase 2 di riparazione), emergono ora come il prodotto di un'attenta pianificazione. Io sostengo che il design fa parte di una lunga tradizione romana ellenistica e antica che solo ora iniziamo a capire.
 
See http://whc.unesco.org/en/list/1318 (accessed 15 March 2016).
 
Carola Jäggi presentazione: Le opere d'arte senza reali paralleli, precursori o successori hanno sempre particolarmente confuso i ricercatori della storia dell'arte. Nel caso di S. Salvatore a Spoleto l'impossibilità di ancorare l'architettura entro le tipologie e le serie di sviluppo conosciute ha portato ad uno spettro assolutamente assurdo di approcci di datazione dal 4 ° fino al 12 ° secolo. Un ruolo importante per la discussione è giocato dalla scultura edilizia che, per la sua alta qualità artistica secondo l'opinione popolare, suggerisce paradossalmente una datazione al primo periodo di Cesare. Tuttavia, la sua parziale interezza cristiana dei motivi esclude la sua comparsa prima dell'editto di tolleranza del 313. Come si può spiegare questo fenomeno? Le risposte a questa domanda possono essere date solo sulla base di una solida analisi degli edifici con la sua storia di restauro come viene presentata in questo volume. La visione della topografia sacrale di Spoleto durante il periodo in discussione ha lo scopo di far luce sul contesto di la storia locale degli edifici. Infine, S. Salvatore si confronta con edifici italiani dal VI all'VIII secolo in cui la forma esterna di tali edifici non è affatto identica a quella della chiesa, ma mostra una certa somiglianza con tali forme, almeno da un punto strutturale di vista per quanto riguarda la ricezione specifica di forme architettoniche e di decorazione più antiche, nonché l'esistenza di forme orientali
 
==Voci correlate==
*[[Architettura paleocristiana]]
*[[Chiesa di San Salvatore (Brescia)]]
 
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
*''Italia Langobardorum. Centri di potere e di culto (568-774 d.C.)'', candidatura alla [[Lista dei patrimoni dell'umanità]] [[Unesco]]:
**{{cita web|http://www.italialangobardorum.it/index.asp?|Il sito ufficiale della candidatura|03-10-2008}}
**{{cita web|http://www.beniculturali.it/pdf/3-LangobardorumDESCRIZIONE.pdf|La descrizione dei siti sul sito del Ministero per i Beni e le Attività culturali|03-10-2008}}
**{{cita web|lingua=en|http://whc.unesco.org/en/tentativelists/333|La candidatura sul sito dell'Unesco|03-10-2008}}
*{{cita web|url =http://www.comunespoleto.gov.it/la-citta/chiese/basilica-di-san-salvatore-e-cimitero-monumentale/|titolo=Basilica di San Salvatore|editore =Comune di Spoleto|accesso = 9 agosto 2016}}
 
{{Patrimoni Unesco|Italia}}
{{Arte longobarda}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Longobardi|Umbria}}
 
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