Bellezza: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua}}
{{NN|filosofia|gennaio 2015}}
La '''bellezza''' è l'insieme delle [[qualità]] [[percezione|percepite]] tramite i [[cinque sensi]], che suscitano sensazioni [[piacere|piacevoli]] che attribuiamo a concetti, oggetti, animali o persone nell'[[universo]] osservato, che si sente istantaneamente durante l'[[esperienza]], che si sviluppa spontaneamente e tende a collegarsi ad un contenuto [[emozione|emozionale]] positivo, in seguito ad un rapido paragone effettuato [[conscio|consciamente]] od [[inconscio|inconsciamente]], con un canone di riferimento interiore che può essere innato oppure acquisito per istruzione o per consuetudine sociale. <br />
[[File:Rosa 'Lykkefund'.jpg|min|Rosa rambler ''Lykkefund'', Aksel Olsen ([[Danimarca]], 1930).]]La '''bellezza''' è un [[concetto]] [[Astrazione (filosofia)|astratto]] generalmente definita come la [[Qualità (filosofia)|qualità]] di una cosa che viene [[percezione|percepita]] (specialmente con la [[vista]] e l'[[udito]]) e che fornisce una [[sensazione]] duratura di [[piacere]], [[significato (psicologia)|significato]] o [[soddisfazione]].<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/bellezza/|titolo=bellézza in Vocabolario|sito=[[Vocabolario Treccani|Treccani]]|accesso=29 agosto 2023|lingua=ita}}</ref><ref>{{cita web|url=https://it.wiktionary.org/wiki/bellezza#:~:text=ItalianoModifica&text=%22armonioso%22%20alla%20vista%2C%20all,%2C%20nell'animo%2C%20ecc.|titolo=bellezza|sito=[[Wikizionario]]|accesso=29 agosto 2023|lingua=ita}}</ref> La cosa può essere un [[luogo]], un [[paesaggio]], una [[Persona (filosofia)|persona]], un [[essere vivente]], un [[Oggetto (filosofia)|oggetto]], un'[[idea]] o un'[[opera d'arte]].
Nel suo senso più profondo, la bellezza genera un senso di riflessione benevola sul [[significato]] della propria [[esistenza]] dentro il mondo [[natura]]le.
 
[[File:Nymph with morning glory flowers.jpg|thumb|Ninfa con fiori di convolvolo, dipinto di [[Jules Joseph Lefebvre]].]]
È considerata una parte dell'[[estetica]], della [[cultura]], della [[psicologia sociale]], della [[filosofia]] e della [[sociologia]]. Il suo concetto opposto è la [[bruttezza]].
 
La bellezza, insieme alla [[verità]] e alla [[bontà]], è uno dei [[trascendentali]], che sono spesso considerati i tre concetti fondamentali della comprensione umana.
 
== Introduzione ==
Va distinto il concetto di [["bellezza oggettiva]]" da quello di [["bellezza soggettiva]]".<br>
 
Sebbene in molte culture questi due concetti siano facilmente scindibili, la bellezza oggettiva è l'unica con la quale si possa impostare un discorso concreto.
La definizione di concetti non oggettivi porta, infatti, all'influenza su di essi del gusto personale. Risulta così impossibile discutere obbiettivamenteobiettivamente su di un argomento, senza essere influenzati dal proprio senso e gusto.
La bellezza è soggettiva.
Sebbene nella vita comune spesso si indichi con la bellezza anche il gusto estetico, si tratta di un abuso di linguaggio.
La bellezza oggettiva è funzione del tempo e alla propria cultura, poiché tali canoni cambiano nel tempo ma restano validi per il periodo indicato.
Si può però definire bellezza soggettiva quella dipendente dal proprio senso estetico.
Quella oggettiva invece, è ''la bellezza definita come un insieme di qualità rispondenti a dei canoni''.
La bellezza oggettiva è funzione del tempo ed alla propria cultura, poiché tali canoni cambiano nel tempo ma restano validi per il periodo indicato.
La bellezza comporta la [[cognizione]] degli oggetti come aventi una certa [[armonia]] intrinseca oppure estrinseca, con la natura, che suscita nell'osservatore un senso ed esperienza di attrazione, [[affezione]], [[piacere]], [[salute]].<br />
Spesso si afferma che un "oggetto di bellezza" è qualsiasi cosa nel mondo percepito che riveli un aspetto significativo per la persona riguardo alla "bellezza naturale". La presenza del [[sé (coscienza)|sé]] in qualsiasi contesto umano, indicherebbe che la bellezza è naturalmente basata sul sentimento che suscita negli ''esseri umani'', anche se la ''"bellezza umana''" è soltanto l'aspetto dominante di una più grande ede incalcolabile ''"bellezza naturale".''<br />
Il contrario di bellezza è ''[[bruttezza]]'', intesa come la percezione di una ''mancanza'un'assenza di bellezza o accumulo di 'd'imperfezioni'', che suscita ''indifferenza'' o ''dispiacere''scarso gradimento estetico e genera una percezione ''negativa'' dell'oggetto.
 
Secondo il testo ''Attaccamento e amore''<ref>Grazia Attili, ''Attaccamento e amore'', Il Mulino ed., pp. 59-61</ref> (come altri testi) [senza fonti], la bellezza umana (e animale, è noto come in tutte le specie le femmine rifiutino determinati maschi), univoca e non opinabile, corrisponde alla cosiddetta "[[sezione aurea]]" (presente anche in opere architettoniche, tra cui il [[Partenone]]), e quindi a una struttura cranica delineata in linee architettoniche di tensione idealmente resistenti alle sollecitazioni meccaniche; questa, unitamente ad altri segnali (esterni al cranio) che indichino comunque salute fisica e assenza di difetti genetici (esperimenti su animali indicano chiaramente che i maschi rifiutati risultano tendenzialmente portatori di svariati difetti nel DNA). {{Senza fonte}}
 
Secondo il testo ''Storia della bellezza'' di [[Umberto Eco]] invece, la bellezza non è mai stata un assoluto e immutabile ma è mutata a seconda del periodo storico e del luogo e questo non è vero solo per la bellezza fisica (si pensi alla ''[[Venere di Willendorf]]'', alla ''Venere con Cupido'' di [[Lucas Cranach]] o alle ''Tre grazie'' di [[Rubens]]) ma anche per la bellezza di Dio e dei santi o come idea.
 
Se in alcuni studi attuali la bellezza ha una qualche relazione positiva con la simmetria (o più propriamente con un'armonia di proporzioni), ci sono esempi di asimmetrie come l'[[eterocromia]] (che quando congenita è dovuta ad "alterazioni genetiche") e lo strabismo di Venere ritratta nella ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'' del [[Botticelli]], che hanno invece un impatto positivo sulla bellezza e che rendono i meccanismi sottostanti la percezione della bellezza fisica non chiari; a rendere il quadro ancor più complesso, secondo uno studio sull'attrattività facciale, gli aspetti dell'apparenza del viso non sono completamente oggettivi ma dipendenti da preferenze: se un tratto comunica un qualche beneficio per l'osservatore, ci si aspetterà che gli individui classificabili in quel sottogruppo di popolazione, possano trovare in quel tratto un indicatore positivo di attrattività<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anthony C.|cognome=Little|data=12 giugno 2011|titolo=Facial attractiveness: evolutionary based research|rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences|volume=366|numero=1571|pp=1638-1659|accesso=30 gennaio 2018|doi=10.1098/rstb.2010.0404|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3130383/|nome2=Benedict C.|cognome2=Jones|nome3=Lisa M.|cognome3=DeBruine|issn = 0962-8436 }}</ref> (questo potrebbe confermare le differenti rappresentazioni nella storia dell'arte della bellezza fisica).
Secondo il testo "Attaccamento e amore" (Grazia Attili, Il Mulino ed., pag. 59-61) (come altri testi scientifici), la bellezza umana (e animale, è noto come in tutte le specie le femmine rifiutino determinati maschi), univoca e non opinabile, corrisponde alla cosiddetta "[[sezione aurea]]" (presente anche in opere architettoniche, tra cui il [[Partenone]]), e quindi ad una struttura cranica delineata in linee architettoniche di tensione idealmente resistenti alle sollecitazioni meccaniche; questa, unitamente ad altri segnali (esterni al cranio) che indichino comunque salute fisica ed assenza di difetti genetici (esperimenti su animali indicano chiaramente che i maschi rifiutati risultano tendenzialmente portatori di svariati difetti nel DNA).
Si pensi tuttavia ad esempio all'eterocromia delle iridi che nasce da un difetto genetico e come Karl Jaspers nel suo libro "Genio e follia. Strindberg e Van Gogh" afferma, lo spirito creativo dell'artista, pur condizionato dall'evolversi di una malattia, è al di là dell'opposizione tra normale e anormale e può essere metaforicamente rappresentato come la perla che nasce dalla malattia della conchiglia: come non si pensa alla malattia della conchiglia ammirandone la perla, così di fronte alla forza vitale dell'opera non pensiamo alla schizofrenia che forse era la condizione della sua nascita.
 
Gli insegnamenti [[religione|religiosi]] e morali spesso mettono a fuoco la "[[virtù]]" e la "[[divinità]]" della bellezza, per delineare la bellezza naturale come un aspetto di una "[[spiritualità|bellezza spirituale]]" (ovvero "[[verità]]") e definire tutte le pretese egocentriche e materialistiche basate sull'[[ignoranza]]. L'antica storia di [[Narciso (mitologia)|Narciso]], per esempio, tratta la distinzione fra bellezza e [[vanità]]. Nel contesto moderno, l'utilizzo della bellezza come mezzo per promuovere un'[[ideologia]] o un [[dogma]] è stato fulcro di dibattiti sociali che trattano argomenti come [[pregiudizio]], [[etica]], e [[diritti umani]]. L'utilizzo della bellezza a fini commerciali è un aspetto controverso della "[[guerra culturale]]", all'interno del quale il [[femminismo]] tipicamente afferma che tale utilizzo promuove una percezione dogmatica (cioè "[[Ilil Mitom''ito'' ''del'' ''Bello]]"'') piuttosto che virtuosa della bellezza.
 
''"Bellezza''" e ''"gusto''" dell'osservatore sembrano termini inscindibili, in quanto concepire una bellezza indipendente da un qualche osservatore che stia lì per goderlagoderne la vista, equivale a pensare ada un dipinto bellissimo dimenticato in una cassaforte da decenni. Oppure ada un fiore che cresce in mezzo ada una foresta invalicabile da umani ede animali (mancando un osservatore, esiste allora la bellezza?). Tali oggetti ''"possono''" essere senz'altro concepiti, ma mancano del tutto di quel carattere di d'interazione ''"pratica''" (di azione e reazione) con un'intelligenza percettiva, che tendenzialmente riconosciamo al "bello".
 
=== Il concetto aristotelico del "Bello" corrispondente al "Vero" ===
Il bello per [[Aristotele]] e [[Platone]] è il "Vero". Nell'[[età moderna]], [[Giambattista Vico]] afferma un altro criterio, secondo cui il [[Verità|vero]] è il "fatto" (''verum'' - ''factum''). Unificando questi due criteri ricaviamo la forma occidentale della bellezza, che è inevitabilmente l'arte. Il bello è nell'arte, e la possibilità che la bellezza sia propria della natura è esplicitamente ammessa da [[Immanuel Kant|Kant]] nella ''[[Critica del Giudizio]]'' dove definisce il bello naturale come "bello d'arte" e il "bello d'arte" come il bello di natura. Essenzialmente, nella cultura [[filosofia|filosofica]] dell'[[Civiltà occidentale|Occidente]] il bello si definisce in funzione del giudizio che lo esprime, mentre il "''bello in sé''" è assolutamente chimerico.
 
=== Il "bello" come corrispondente al "regno delle idee" ===
Nel tardo [[Impero romano]], il filosofo [[Plotino]], ristabilendo il collegamento tra opera d'arte e regno delle idee, espone ampiamente il concetto di [["visione interiore]]" già proposto da Platone, che permette all'artista di attingere da una forma ideale del bello, non esistente nella ''[[res extensa]]'' (mondo reale) ma soltanto nella ''[[res cogitans]]'' (mondo delle idee), e che presto o tardi sfocerà in una rappresentazione materiale. Si può applicare a mai creati dipinti, architetture, forme di governo, sculture, strategie, modelli matematici, ecc. oppure ada un ipotetico essere umano: "''il più bello nella storia''" ancora non nato.
 
== I rischi di un'estetica radicalmente empirista ==
Va altresì chiarito dove si nasconda il rischio di un'[[estetica]] radicalmente [[empirismo|empiristica]]: questo consiste nel fatto che essa dovrebbe, a rigore, parlare prioritariamente se non esclusivamente degli organi di senso, o della coscienza, che riceve ede unifica i "dati" di bellezza; ma ciò significa trascurare e, alla fine, ignorare completamente gli oggetti cui si accorda o rifiuta lo statuto di bellezza; il che, particolarmente nel caso delle arti umane, risulterebbe oltraggioso per gli artefici e finalmente assurdo, come assurda può essere solo una scienza dell'arte che mostri indifferenza verso le opere!.
 
Tuttavia la tendenza a considerare la bellezza di un oggetto intrinsecamente connessa con un soggetto che lo contempla, il quale "applica" il giudizio all'oggetto, e lo ritiene bello in grazia del concetto di bellezza che porta in sé, appare tanto dubbia quanto insopprimibile, nella nostra cultura estetica.
 
Al riguardo, [[Immanuel Kant|Kant]], nella sua ''[[Critica del Giudizio]],'' analizza il bello dandone quattro definizioni, che ne delineano altrettante caratteristiche:
* il ''"disinteresse''": secondo la categoria di qualità un oggetto è bello solo se è tale disinteressatamente quindi non per il suo possesso o per interessi di ordine [[morale]], utilitaristico ma solo per la sua rappresentazione;
* l’'l'"universalità''": secondo la quantità il bello è ciò che piace universalmente, condiviso da tutti, senza che sia sottomesso a qualche concetto o ragionamento, ma vissuto spontaneamente come bello;
* la ''"finalità senza scopo''": secondo la categoria di relazione un oggetto è da considerarsi bello senza che la sua contemplazione sia mirata a uno scopo preciso, ovvero la sua rappresentazione è finalizzata unicamente a se stessa;
* la ''"necessità''": secondo la categoria di modalità è bello qualcosa su cui tutti devono essere d'accordo necessariamente ma non perché può essere spiegato intellettualmente; anzi, Kant pensa che il bello sia qualcosa che si percepisce intuitivamente: non esserci quindi "principi razionali" del gusto, tanto che l'educazione alla bellezza non può essere espressa in un manuale, ma solo attraverso la contemplazione stessa di ciò che è bello.
 
=== Intellettualizzazione dell'opera d'arte ===
È peraltro la sintesi di quel processo di 'd'[[intellettualizzazione]]'' dell'opera d'arte che rappresenta la più cospicua novità nell'arte di questi ultimi due secoli, dal [[Romanticismo]] in poi. L'arte moderna e contemporanea, la [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|hegeliana]] [[arte romantica]], è segnata dal confronto con l'osservatore - critico in modo profondissimo, tale da non consentire più in alcun modo la spontaneità creativa, l'innocenza primaria del dipinto di [[Gustave Courbet]], ''[[http://www.perso.wanadoo.fr/art-deco.france/etude.htm L'origine del mondo]]'' - innocenza peraltro sapientissima - se non nel ghetto/riserva/colonia penale del genere ''[[naifnaïf]]''. Da quel momento l'opera d'arte è "operazione" sul corpo dell'arte; ogni nuova opera è osservatrice della totalità della tradizione artistica; chiama in causa la filosofia dell'arte; si fa meta-arte ede in molteplici correnti si traduce in una discesa agli inferi dei materiali dell'arte, fino a congiungersi con il residuale, con l'immondizia.
 
[[File:Da Vinci Vitruve Luc Viatour.jpg|thumbmin|uprightverticale|''[[Uomo Vitruvianovitruviano]]'', proporzioni del corpo umano.]]
 
=== Criteri obiettivi nella valutazione di un'opera d'arte ===
* '''Criteri classici:''' [[armonia]] nella composizione, rispetto del [[canone (arte)|canone]], [[corrispondenza al vero]], [[chiaroscuro]], [[conformità teologica]], [[perfezione]], [[prospettiva]], rispetto delle [[Vitruvio|proporzioni vitruviane]], presenza della curva [[sigma (lettera greca)|sigma]] di [[William Hogarth|Hogarth]], [[simbolismo]], [[simmetria (architettura)|simmetria]], rispetto dello [[stile]] che si è scelto.
* '''Criteri moderni:''' accettazione da parte della [[critica]], [[asimmetria controllata]], [[astrattismo]], [[contrasto]], [[deformità]] (in [[Francis Bacon (pittore)|deformità (in Francis Bacon)]]), [[iperrealismo]], parziale [[imperfezione]] che dà l'idea del [[reperto]], [[impressionismo]], [[messaggio sociale]], novità, [[onirismo]], [[Artista provocatore|provocazione]], [[simbolismo]], [[stilizzazione]], [[surrealismo]].
 
=== Criteri oggettivi nella valutazione della bellezza corporea ===
* Criteri puramente estetici: [[armonia]] nella composizione, omogeneità, spiccata [[rappresentazione (arti figurative)|rappresentazione]] del sesso a cui appartiene l'oggetto, proporzioni [[uomo vitruviano|vitruviane]], [[simmetria (architettura)|simmetria]].
* Criteri di tipo riproduttivo: armonia nella composizione, [[caratteri sessuali secondari]], conformità allo [[Genetica|standard genetico]] e [[Etnia|etnico]], [[forza]], [[giovinezza]], grandezzafunzionalità dei [[Apparato genitale|genitali]], [[salute]].
* Criteri di tipo genetico: completamento delle proprie lacune o eccessi fisici o [[quoziente d'intelligenza|mentali]], diversità etnica, [[simmetria (architettura)|simmetria]].
 
=== Criteri obiettivi nella valutazione della bellezza matematica ===
{{vedi anche|Bellezza matematica}}
Anche le formule matematiche [[bellezza matematica|possono essere considerate belle]] (anche se spesso si preferisce il termine ''eleganti''). La [[formula di Eulero]]: '''<math> e^{i \pi} + 1 = 0 </math>''' è comunemente considerata uno dei più bei [[teorema|teoremi]] della matematica (vedi ''[[Identità di Eulero]]'').<br />
La poetessa [[Edna St. Vincent Millay]] scrisse che "soltanto [[Euclide]] ha guardato nella nuda bellezza", alludendo all'austera bellezza che molte persone trovano nel ragionamento matematico connesso alla [[geometria euclidea]].
 
Altro legame tra matematica e bellezza che ha giocato un ruolo prominente nella filosofia di [[Pitagora]] era la possibilità di disporre e arrangiare i toni musicali in sequenze matematiche, che si ripetono a intervalli regolari chiamati "[[ottava (musica)|ottave]]".
Anche le formule matematiche possono essere considerate belle (anche se spesso si preferisce il termine ''eleganti''). La formula di [[Eulero]]: '''<math> e^{i \pi} + 1 = 0 </math>''' è comunemente considerata uno dei più bei [[teorema|teoremi]] della matematica (vedi ''[[Identità di Eulero]]''). <br />
La poetessa [[Edna St. Vincent Millay]] scrisse che ''"soltanto [[Euclide]] ha guardato nella nuda bellezza"'' alludendo all'austera bellezza che molte persone trovano nel ragionamento matematico connesso alla [[Geometria euclidea]]''.
 
La cosiddetta "[[proporzione aurea]]", rappresentata dalla lettera greca Phi(Φ), e approssimativamente uguale a 1,618, è stata considerata da molti "bella". Viene anche chiamata la "divina proporzione" ed è spesso riscontrata in natura. Per esempio, nella conchiglia di un [[nautilus (mollusco)|nautilus]], il rapporto tra sezioni successive è circa 1,618.
Altri legami tra la matematica e la bellezza che hanno giocato un ruolo prominente nella filosofia di [[Pitagora]] era la possibilità di disporre ed arrangiare i toni musicali in sequenze matematiche, che si
ripetono ad intervalli regolari chiamati "ottave".
 
La cosiddetta "proporzione aurea", rappresentata dalla lettera greca Phi(Φ), ed approssimativamente uguale a 1.618, è stata considerata da molti "bella". Viene anche chiamata la "divina proporzione" ed è spesso riscontrata in natura. Per esempio, nella conchiglia di un [[nautilus (mollusco)|nautilus]], il rapporto tra sezioni successive è circa 1.618.
 
: Possiamo trovare parallelismo tra la bellezza matematica e le altre:
* Corrispondenza al vero, p. es. nelle equazioni che descrivono accuratamente un [[fenomeno fisico]].
* Per le equazioni di [[Benoît Mandelbrot|Mandelbrot]] si è visto che spesso determinano grafici con proporzioni di tipo [[Vitruvio|vitruviano]], oppure si possono graficarerappresentare graficamente in modi che sonoforme simili a generici alberi, montagne, nubi, ecc.
* [[Perfezione]] (intesa come non violazione della regola che tiene insieme il tutto), come nel [[Quadratoquadrato Panmagicopanmagico di Nasik]] o nel [[Cubo magico 5x5x5]].
 
== La bellezza nel cristianesimo ==
{{Citazione|Tu sei il più bello tra i figli dell'uomo,<br />sulle tue labbra è diffusa la grazia,<br />ti ha benedetto Dio per sempre.<br />Cingi, prode, la spada al tuo fianco,<br />nello splendore della tua maestà ti arrida la sorte,<br />avanza per la verità, la mitezza e la giustizia.|Salmi{{Passo biblico|Sal|44|3-5|libro=no}}}}
 
Per [[Agostino d'Ippona|Agostino]] Dio è la “Bellezza di ogni bellezza” (''[[Confessioni (Agostino)|Confessioni]]'' 3,6,10), e scrive nei ''Soliloqui'': "Oh Dio bene e bellezza, fondamento, principio ordinatore del bene e della bellezza di tutti gli esseri che sono buoni e belli” (Soliloqui, 1,3).<ref name=":1" />
 
{{citazione|È nella Trinità infatti che si trova la fonte suprema di tutte le cose, la bellezza perfetta, il gaudio completo|Agostino d'Ippona, ''[[De Trinitate (Agostino d'Ippona)|De Trinitate]]'', 6,10,12|In illa enim Trinitate summa origo est rerum omnium et perfectissima pulchritudo et beatissima delectatio||lingua=lat|}}
 
===Arte e bellezza===
Il bisogno di bellezza nell'umanità può realizzarsi attraverso un cammino di ricerca che dall'amore per le bellezze dell'arte e del creato - bellezza sensibile riflesso di quella di Dio - la elevi spiritualmente.
La bellezza porta al sommo amore, che è Cristo: infatti tale ricerca, incentrata sul trascendente, porta al Suo amore infinito, alla Sua luminosa bellezza.<ref name=":1">{{Cita|Dattrino, in Scalisi, 2009|prefazione}}.</ref>
 
[[File:Guido Reni 031.jpg|min|verticale|[[Guido Reni]], ''San Michele arcangelo'', 1635, olio su tela, 293 x 202 cm, [[Chiesa di Santa Maria Immacolata a via Veneto]], Roma]]
 
;[[Papa Paolo VI]]
Dal ''Messaggio agli artisti'', 8 dicembre 1965: «Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani...»<ref>{{Cita testo|voce=La Santa Sede|titolo=Messaggio di Paolo VI agli artisti|url=http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651208_epilogo-concilio-artisti.html}}</ref>
 
;[[Papa Giovanni Paolo II]]
Dalla ''Lettera agli artisti'', 4 aprile 1999: «Il tema della bellezza è qualificante per un discorso sull'arte. Esso si è già affacciato, quando ho sottolineato lo sguardo compiaciuto di Dio di fronte alla creazione. Nel rilevare che quanto aveva creato era cosa buona, Dio vide anche che era cosa bella. Il rapporto tra buono e bello suscita riflessioni stimolanti. La bellezza è in un certo senso l'espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza. Lo avevano ben capito i Greci che, fondendo insieme i due concetti, coniarono una locuzione che li abbraccia entrambi: "''[[kalokagathia|kalokagathía]]''", ossia "bellezza-bontà". [[Platone]] scrive al riguardo: «La potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello.»
 
E vivendo ed operando che l'uomo stabilisce il proprio rapporto con l'essere, con la verità e con il bene. L'artista vive una peculiare relazione con la bellezza. In un senso molto vero si può dire che la bellezza è la vocazione a lui rivolta dal Creatore col dono del «talento artistico». E, certo, anche questo è un talento da far fruttare, nella logica della parabola evangelica dei talenti ({{Passo biblico|Matteo|25,14-30|libro=no}}).
 
Tocchiamo qui un punto essenziale. Chi avverte in sé questa sorta di scintilla divina che è la vocazione artistica - di poeta, di scrittore, di pittore, di scultore, di architetto, di musicista, di attore... - avverte al tempo stesso l'obbligo di non sprecare questo talento, ma di svilupparlo, per metterlo a servizio del prossimo e di tutta l'umanità.»<ref>{{Cita testo|voce=La Santa Sede|titolo= La vocazione artistica a servizio della bellezza|url=http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1999/documents/hf_jp-ii_let_23041999_artists.html}}</ref>
 
;[[Papa Benedetto XVI]]
Nel giugno del 2005 papa Benedetto XVI presentando il ''Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica'' pose l'attenzione sul rapporto tra sacro e immagine: «Nel testo sono anche inserite delle immagini… Immagine e parola s’illuminano così a vicenda. L’arte «parla» sempre, almeno implicitamente, del divino, della bellezza infinita di Dio, riflessa nell’Icona per eccellenza: Cristo Signore, Immagine del Dio invisibile. Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la ''via veritatis'' e la ''via pulchritudinis''.»<ref>{{Cita testo|voce=Pontifical Council for Culture|titolo= Sulla via della bellezza. Fede, arte e artisti nel magistero di Benedetto XVI|url=http://www.theologia.va/content/cultura/en/dipartimenti/arte-e-fede/testi-e-documenti/vari/sulla-via-della-bellezza--fede--arte-e-artisti-nel-magistero-di-.html}}</ref>
 
;[[Papa Francesco]]
Dal messaggio inviato dal Pontefice ai partecipanti alla XXI Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, sul tema ''Scintille di bellezza per un volto umano delle città'', 6 dicembre 2016: «Prendersi cura delle persone, a cominciare dai più piccoli e indifesi, e dei loro legami quotidiani, significa necessariamente prendersi cura anche dell’ambiente in cui essi vivono. Piccoli gesti, semplici azioni, piccole scintille di bellezza e di carità possono risanare, “rammendare” un tessuto umano, oltre che urbanistico e ambientale, spesso lacerato e diviso, rappresentando una concreta alternativa all’indifferenza e al cinismo.
 
Emerge, così, il compito importante e necessario degli artisti, particolarmente di quanti sono credenti e si lasciano illuminare dalla bellezza del vangelo di Cristo: creare opere d’arte che portino, proprio attraverso il linguaggio della bellezza, un segno, una scintilla di speranza e di fiducia lì dove le persone sembrano arrendersi all’indifferenza e alla bruttezza. Architetti e pittori, scultori e musicisti, cineasti e letterati, fotografi e poeti, artisti di ogni disciplina, sono chiamati a far brillare la bellezza soprattutto dove l’oscurità o il grigiore domina la quotidianità; sono custodi della bellezza, annunciatori e testimoni di speranza per l’umanità, come hanno più volte ripetuto i miei Predecessori. Li invito, pertanto, ad avere cura della bellezza, e la bellezza curerà tante ferite che segnano il cuore e l’animo degli uomini e delle donne dei nostri giorni.»<ref>{{Cita testo|voce=La Santa Sede|titolo=Messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla XXI Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, 06.12.2016|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/12/06/0881/01948.html}}</ref>
 
Dal ''Discorso agli artisti'', 24 febbraio 2018: «Voi siete chiamati, mediante i vostri talenti e attingendo alle fonti della spiritualità cristiana, a proporre ‘un modo alternativo di intendere la qualità della vita, [e incoraggiare] uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionato dal consumo’, e a servire la creazione e la tutela di “oasi di bellezza” nelle nostre città troppo spesso cementificate e senz’anima. Voi siete chiamati a far conoscere la gratuità della bellezza.»<ref>{{Cita testo|voce=Vatican News|titolo=Papa agli artisti: fate conoscere la gratuità della bellezza|url=https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-02/papa-francesco-artisti-diaconia-bellezza.html}}</ref>
 
== Film ==
* ''[[La passione di Giovanna d'Arco]]'' ([[1928]], regia di [[Carl Theodor Dreyer]])
* ''[[E Dio creò la donna]]'' ([[1956]], regia di [[Roger Vadim]]), con [[Brigitte Bardot]].
* ''[[8½]]'', ([[1963]], di [[Federico Fellini]]).
* ''[[Il banchetto di Platone]]'' ([[1988]], regia di [[Marco Ferreri]]), con [[Irene Papas]] e [[Philippe Léotard]]
* ''[[American Beauty]]'' ([[1999]], regia di [[Sam Mendes]]), copione di [[Alan Ball]]. [[Premio Oscar]].
* [[La grande bellezza]] ([[2013]], regia di [[Paolo Sorrentino]]), con [[Toni Servillo]], [[Carlo Verdone]], [[Sabrina Ferilli]], [[Carlo Buccirosso]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Platone]], [[427 a.C.]] a [[347 a.C.]], ''[[Simposio (dialogo)|Simposio sull'amore]]''; ''[[Alcibiade primo]]''.
* [[Plotino]], ''[[Enneadi]]'' 253-263.
* [[Immanuel Kant]], 1790 ''[[Critica del Giudizio]]''.
* [[Renato Barilli]], ''Corso di estetica'', Il Mulino, Bologna 1995 (nuova ed.).
* [[Marco Costa]], [[Leonardo Corazza]], ''[https://www.researchgate.net/publication/315784460_Psicologia_della_bellezza Psicologia della Bellezza]'' Firenze: Giunti 2006
* [[Benedetto Croce]], ''Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale'' (1902); ''Breviario di estetica'' (1912); ''Aesthetica in nuce'' (1928).
* [[Mikel Dufrenne]], [[Estetica e filosofia]], Marietti, Genova 1989 (tit. orig.: ''Esthétique et philosophie'', Klincksieck, Paris 1967-1981, 3 voll.).
* [[Umberto Eco]] (a cura di), ''Storia della bellezza'', Bompiani, Milano 2004.
* Elio Franzini - [[Maddalena Mazzocut-Mis, Maddalena]], ''Estetica: i nomi, i concetti, le correnti'', B. Mondadori, Milano 1996.
* Franzini, Elio Franzini - [[Maddalena Mazzocut-Mis]], ''Breve storia dell'estetica'', B. Mondadori, Milano 2003.
* [[Hans-Georg Gadamer]], ''Scritti di estetica'', 2002 Aesthetica Edizioni, Palermo.
* [[Sergio Givone]], ''Storia dell'estetica'', Laterza, Roma-Bari 2001 (10ª ed.; 1ª ed. 1988).
* David Konstan, ''Beauty. The Fortunes of an Ancient Greek Idea'', New York, Oxford University Press, 2014
* Pietro Montani (a cura di), ''L'estetica contemporanea. Il destino delle arti nella tarda modernità'', Carocci, Roma 2004.
* Elio Matassi, Walter Pedullà, Fulco Pratesi, ''La Bellezza'', a cura e con un saggio introduttivo di R. Gaetano, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005.
* [[Pietro Montani]] (a cura di), ''L'estetica contemporanea. Il destino delle arti nella tarda modernità'', Carocci, Roma 2004.
* [[Luigi Pareyson]], ''Estetica: teoria della formatività'', Sansoni, Firenze 1974 (3ª ed. riveduta; 1ª ed.: Ed. di "Filosofia", Torino 1954).
* Stephen David Ross et al. ''Beauty'', in Michael Kelly (a cura di), ''Encyclopedia of Aesthetics'', New York, Oxford University Press, 1998, volume 1, pp. 237-251.
* [[Vittorio Sgarbi]], ''Davanti all'immagine'' (1989).
* Maria Scalisi, ''La Bellezza in Agostino d’Ippona - Poter educare attraverso il bello sensibile al Bello Immutabile'', prefazione di Lorenzo Dattrino, Aracne Editrice, Roma, 2009
* [[Jean Soldini]], ''Saggio sulla discesa della bellezza. Linee per un'estetica'', Jaca Book, Milano, 1995.
* Jean Soldini, «Resistance and Beauty of the Other», in ''FMR White Edition'' (Milano), 2008, n.4, pp. 96-109.
* [[Władysław Tatarkiewicz]], ''Storia dell'estetica'', Einaudi, Torino 1979-1980, 3 voll. (tit. orig.: ''History of Aesthetics'', Panstwowe Wydawnictwo Naukowe, Warszawa, 1970).
* Wladyslaw Tatarkiewicz, ''Storia di sei Idee'', Aesthetica Edizioni, Palermo 1997 (2ª edizione, 1ª edizione, 1993. Tit. orig.: Dzieje szesciu pojec, Panstwowe Wydawnictwo Naukowe, Warszawa 1975).
* Federico Vercellone - Alessandro Bertinetto - Gianluca Garelli, ''Storia dell'estetica moderna e contemporanea'', Il Mulino, Bologna 2003.
* [[Stefano Zecchi]], ''La fondazione utopica dell'arte'' (1984); ''La bellezza'' (1990); ''Il brutto e il bello'' (1995); ''Capire l'arte'' (1999).
* Giuseppe Polipo, ''La mente estetica'', Edizioni Psiconline (2009)
* Elio Matassi, Walter Pedullà, Fulco Pratesi, ''La Bellezza'', a cura e con un saggio introduttivo di R. Gaetano, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2005.
 
== Film ==
* ''[[La passione di Giovanna d'Arco]] ([[1928]], regia di [[Carl Theodor Dreyer]])
* ''[[E Dio creò la donna]]'' ([[1956]], regia di [[Roger Vadim]]), con [[Brigitte Bardot]].
* ''[[8½]]'', ([[1963]], di [[Federico Fellini]]).
* ''[[Il banchetto di Platone]]'' ([[1988]], regia di [[Marco Ferreri]]), con [[Irene Papas]] e [[Philippe Léotard]]
* ''[[American Beauty]]'' ([[1999]], regia di [[Sam Mendes]]), copione di [[Alan Ball]]. [[Premio Oscar]].
* ''[[A Beautiful Mind]]'' ([[2001]], regia di [[Ron Howard]]), con [[Russell Crowe]], [[Jennifer Connelly]], [[Ed Harris]].
* [[La grande bellezza]] ([[2013]], regia di [[Paolo Sorrentino]]), con [[Toni Servillo]], [[Carlo Verdone]], [[Sabrina Ferilli]], [[Carlo Buccirosso]].
 
== Voci correlate ==
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* [[Arte]]
* [[Astronomia]]
* [[Amore e Psiche (Canova)]]
* [[BelleBellezza Ferronnièrematematica]]
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* [[Canone di bellezza]]
* [[Cubo magico 5x5x5]]
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* [[David (Donatello)|David di Donatello]]
* [[Estasi]]
* [[Estetica]]
* [[Forma (filosofia)]]
* [[Geometria euclidea]]
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