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La '''fiaba''' è una [[Narrativa|narrazione]] originaria della [[Tradizione|tradizione popolare]], caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e [[Personaggio immaginario|personaggi]] fantastici ([[fata|fate]], [[orco (folclore)|orchi]], [[gigante (mitologia)|giganti]] e così via) coinvolti in storie aventi, a volte, un sottinteso intento formativo o di crescita morale.
[[File:Riddaren rider, John Bauer 1914.jpg|thumb|right|''C'era una volta un principe che cavalcava alla luce della luna''; illustrazione dello svedese [[John Bauer (pittore)|John Bauer]] del [[1914]] per la fiaba ''L’anello'' di Helena Nyblom.]]
[[File:Riddaren rider by John Bauer 1914.jpg|miniatura|''C'era una volta un principe che cavalcava alla luce della luna''; illustrazione dello svedese [[John Bauer (pittore)|John Bauer]] del 1914 per la fiaba ''L'anello'' di [[Helena Nyblom]].]]
Nonostante la tendenza generalizzata a considerare la '''fiaba''' e la '''[[favola]]''' come la stessa cosa e i due termini sinonimi, si tratta invece di generi ben distinti: la favola, basata su canoni realistici, è un componimento estremamente corto, in genere della durata di poche righe, con protagonisti [[Animalia|animali]] dal comportamento [[Antropomorfismo|antropomorfizzato]] o esseri inanimati. La trama della favola è condensata in avvenimenti semplici e veloci e, infine, l'intento [[allegoria|allegorico]] e [[morale]] è molto esplicito, a volte indicato dall'autore stesso come postilla al testo. Nella fiaba, invece, troviamo la presenza dell'elemento [[Fantasy|fantastico]] e [[Magia|magico]].
 
È diffusa l'opinione per cui le fiabe siano tradizionalmente pensate per [[letteratura per ragazzi|intrattenere i bambini]], ma non è del tutto corretto: esse venivano narrate anche mentre si svolgevano lavori comuni, per esempio la [[filatura]], lavori fatti di gesti sapienti, ma in qualche modo automatici, che non impegnavano particolarmente la mente. Erano per lo più lavori femminili ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile, oltre al fatto che alle donne era attribuito il compito di cura e di intrattenimento dei bambini. Le fiabe erano piacevoli momenti per chiunque e, "davanti al fuoco", erano gradite sia dagli adulti che dai bambini di entrambi i sessi.
La '''fiaba''' è una narrazione originaria della [[Tradizione|tradizione popolare]], caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e [[Personaggio immaginario|personaggi]] fantastici ([[fata|fate]], [[orco (folklore)|orchi]], [[gigante (mitologia)|giganti]] e così via) coinvolti in storie con a volte un sottinteso intento formativo o di crescita morale.
 
In [[Europa]] esiste una lunga [[tradizione orale]] legata alle fiabe, che riveste un grande interesse per la [[Scienze etnoantropologiche|scienza etnoantropologica]]. Diversi autori hanno raccolto fiabe tradizionali o creato nuove fiabe riprendendo creativamente gli [[stilemi]] delle fiabe tradizionali. Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione [[Europa|europea]] si possono citare [[Giambattista Basile]], il primo a utilizzare la fiaba come forma di espressione popolare, [[Charles Perrault]] ([[Francia]]), i [[fratelli Grimm]] ([[Germania]]) e [[Giuseppe Pitrè]] ([[Italia]]), nonché i più recenti [[Italo Calvino]] ([[Italia]]), [[William Butler Yeats]] ([[Irlanda]]) e [[Aleksandr Afanas'ev]] ([[Russia]]).
Nonostante la tendenza generalizzata a considerare la fiaba e la [[favola]] come la stessa cosa ed i due termini sinonimi, si tratta invece di generi ben distinti: la favola è un componimento estremamente corto (della durata di poche righe) con protagonisti in genere [[animalia|animali]] dal comportamento [[Antropomorfismo|antropomorfizzato]] o esseri inanimati, la trama è condensata in avvenimenti semplici e veloci, ed infine l'intento [[allegoria|allegorico]] e [[morale]] è molto esplicito, a volte indicato dall'autore stesso come postilla al testo; ma ancor più importante di tutto ciò, la discriminante principale fra favola e fiaba è la presenza o meno dell'elemento [[Fantasy|fantastico]] e [[Magia|magico]], caratteristica peculiare della fiaba e completamente assente nella favola, basata invece su canoni realistici.
 
Fra i creatori di fiabe più celebri troviamo il [[Danimarca|danese]] [[Hans Christian Andersen]], l'italiano [[Carlo Collodi]] (autore di ''[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino|Pinocchio]]''), i [[Regno Unito|britannici]] [[James Matthew Barrie]] (''[[Peter Pan]]''), [[Lewis Carroll]] (''[[Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie]]'') e [[Kenneth Grahame]] (''[[Il vento tra i salici]]''), lo statunitense [[Frank Baum|Frank Lyman Baum]] (''[[Il meraviglioso mago di Oz]]'') e ancora [[Gianni Rodari]] ed [[Emilio Salgari]] con le loro storie per ragazzi.
È diffusa l'opinione per cui le fiabe siano tradizionalmente pensate per [[letteratura per ragazzi|intrattenere i bambini]], ma non è del tutto corretto: esse venivano narrate anche mentre si svolgevano lavori comuni, per esempio [[filatura]], lavori fatti di gesti sapienti, ma in qualche modo automatici, che non impegnavano particolarmente la mente. Erano per lo più lavori femminili, ed è anche per questo che la maggior parte dei narratori è femminile; oltre al fatto che alle donne era attribuito il compito di cura e intrattenimento dei bambini. Le fiabe tutto sommato erano un piacevole intrattenimento per chiunque, e "davanti al fuoco" erano gradite ad adulti e bambini di entrambi i sessi.<br />
In [[Europa]] esiste una lunga [[tradizione orale]] legata alle fiabe, che riveste un grande interesse per la [[Scienze etnoantropologiche|scienza etnoantropologica]]. Inoltre, diversi autori hanno raccolto fiabe tradizionali o creato nuove fiabe riprendendo creativamente gli [[stilemi]] delle fiabe tradizionali. Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione [[Europa|europea]] si possono citare [[Charles Perrault]] ([[Francia]]) e i [[fratelli Grimm]] ([[Germania]]), e i più recenti [[Italo Calvino]] ([[Italia]]), [[William Butler Yeats]] ([[Irlanda]]) e [[Aleksandr Afanas'ev]] ([[Russia]]). Fra gli inventori di fiabe più celebri ci sono invece il [[Danimarca|danese]] [[Hans Christian Andersen]], l'italiano [[Carlo Collodi|Collodi]] (inventore di ''[[Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino|Pinocchio]]'') e il [[Regno Unito|britannico]] [[James Matthew Barrie]] (''[[Peter Pan]]'').
 
{{anchor|La fiaba popolare}}
== La fiaba popolare<ref>[http://giacomoleopardi.provincia.venezia.it/fiabe_2E/pag02.htm Che cos’è la fiaba popolare]</ref> ==
Le fiabe sono state tramandate a voce di generazione in generazione per lunghi secoli e chi narrava le fiabe spesso le modificava o mescolava gli episodi di una fiaba con quelli di un'altra, dando a volte origine ad un'altra fiaba.
 
== La fiaba popolare ==
Esse hanno un’origine popolare: descrivono la vita della povera gente, le sue credenze, le sue paure, il suo modo di immaginarsi i [[sovrano|re]] e i potenti e venivano raccontate da contadini, pescatori, pastori e montanari attorno al [[focolare]], nelle [[Aia (architettura)|aie]] o nelle stalle; non erano considerate, come ora, solamente racconti per bambini, ma rappresentavano un divertimento anche per gli adulti ed avevano grande importanza per la vita della [[comunità]].
Le fiabe sono state tramandate a voce di generazione in generazione per lunghi secoli; i narratori di fiabe modificavano o mescolavano spesso gli episodi di una fiaba con quelli di un'altra, dando a volte origine ad un'altra fiaba.
 
Esse hanno un'origine popolare: descrivono la vita della povera gente, le credenze, le paure ed il modo di immaginarsi i re e i potenti.
Le fiabe raccontano alcuni aspetti del reale, con una veste di storiella puerile e con un infallibile lieto fine: il "Pollicino" abbandonato nei boschi, la "Cenerentola" segregata dalla matrigna e schiavizzata, la "Biancaneve" che scappa e si rifugia nel bosco possono essere visti come esempi della quotidianità del [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]].
 
Venivano raccontate da contadini, pescatori, pastori e montanari attorno al focolare, nelle [[Corte (architettura)|aie]] o nelle stalle; non erano considerate, come ora, solamente racconti per bambini, ma rappresentavano un divertimento anche per gli adulti ed avevano grande importanza per la vita della città.
 
Le fiabe raccontano alcuni aspetti del reale, con una veste di storiella puerile e con un infallibile [[lieto fine]]: "[[Pollicino]]" abbandonato nei boschi, "[[Cenerentola]]" segregata dalla matrigna e schiavizzata, "[[Biancaneve]]" che scappa e si rifugia nel bosco... possono essere visti come esempi della quotidianità del [[XIX secolo|XIX]] e [[XX secolo]].
 
=== Le caratteristiche delle fiabe ===
{{Vedi anche|Schema di Propp}}
[[File:I samma ögonblick var hon förvandlad till en underskön liten älva.jpg|thumbminiatura|right|uprightverticale|''E in un istante si tramutò in una meravigliosa piccola fata'': illustrazione di John Bauer per la fiaba di [[Alfred Smedberg]], ''De sju önskningarna'' (''I sette desideri'').]]
Tutte le fiabe del mondo hanno caratteristiche analoghe:<ref>{{Cita web |url=http://www.lefavole.org/fiaba.htm |titolo=Descrizione analoga |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090609111429/http://www.lefavole.org/fiaba.htm}}</ref>
 
# '''Indeterminatezza''': personaggi, epoca e luoghi sono quasi sempre indefiniti (e remoti), spesso non nominati (fanno eccezione quelle fiabe in cui si parla di luoghi reali come [[Inghilterra]], [[Portogallo]] od altri paesi, ma in realtà il nome non ha alcuna pretesa indicativa ed indica lontananza quasi inconcepibile) e non sono descritti (si dice «C'era una volta...», «In un paese lontano...», ma non si dice né dove né quando);
Tutte le fiabe del mondo hanno caratteristiche analoghe<ref>[http://www.lefavole.org/fiaba.htm Descrizione analoga].</ref>:
# '''Inverosimiglianza''': i fatti presentati nel racconto sono spesso impossibili ed i personaggi inverosimili od inesistenti nella realtà quotidiana (molti fatti narrati possono accadere solo per [[magia]], molti personaggi esistono solo nella fantasia popolare o [[Mito|mitica]] e, non di rado, sono [[personificazioni]] di concetti astratti: il bisogno, il male, il dolore, ecc.);
# '''[[Manicheismo]] morale''': si rappresenta sempre un mondo nettamente distinto in due (i personaggi sono: o buoni o cattivi, o furbi o stupidi e non esistono vie di mezzo... la ragione sta sempre da una sola parte);
# '''Reiterazione e ripetizione''': i motivi sono sempre ricorrenti (gli elementi e gli episodi sono spesso presenti anche in altre fiabe). Esiste anche una ricorrenza narrativa di frasi o [[Formula magica|formule magiche]];
# '''Apoteosi finale''': c'è sempre un lieto fine (i buoni, i coraggiosi ed i saggi vengono premiati; le ragazze povere diventano principesse; i giovani umili, ma coraggiosi, salgono sul [[trono]]; la virtù premiata; la bontà vince; ecc.). Nelle fiabe di magia, per usare un termine [[Schema di Propp|proppiano]], l'apoteosi è immancabile. Solo nelle fiabe letterarie il finale può essere tragico (un esempio è ''[[La sirenetta (fiaba)|La sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen]]);
# '''Scopo didattico''': c'è sempre una [[morale]], anche se non espressa chiaramente come nella favola, che insegna a rispettare gli anziani e la [[famiglia]], ad onorare le [[Istituzione|istituzioni]] (le persone che le incarnano sono degne di rispetto solo se "buone"), ad essere generosi con i poveri e gli umili, ma coraggiosi con i prepotenti (fino a sfidare le autorità) per migliorare il proprio destino.
Tra i personaggi della fiaba troviamo:
* Il protagonista, che è il personaggio principale e si tratta, quasi sempre, di un personaggio buono.
* L'antagonista, che è il personaggio cattivo ed ostacola il protagonista.
* L'aiutante, che è il personaggio che aiuta il protagonista.
* Inoltre, nella fiaba troviamo spesso un oggetto magico, che serve al protagonista per risolvere una situazione o un problema attraverso i suoi poteri magici.
 
=== Struttura della fiaba ===
#indeterminatezza: personaggi, epoca e luoghi sono quasi sempre indefiniti (e remoti), quasi mai nominati (fanno eccezione quelle fiabe in cui si parla di luoghi reali come [[Inghilterra]], [[Portogallo]] o altri, ma in realtà il nome non ha alcuna pretesa indicativa ed indica lontananza quasi inconcepibile), e non sono descritti (si dice «C'era una volta...», «In un paese lontano...», ma non si dice né dove né quando);
Possiamo distinguere quattro elementi:
#inverosimiglianza: i fatti che si presentano nel racconto sono spesso fatti impossibili e i personaggi inverosimili o inesistenti nella realtà quotidiana (molti fatti narrati possono accadere solo per [[magia]] e molti personaggi esistono solo nella fantasia popolare o [[Mito|mitica]], e non di rado sono [[personificazioni]] di concetti astratti: il bisogno, il male, il dolore, ecc.);
* Una situazione iniziale (esordio): consiste nella presentazione dei personaggi e della situazione di partenza. L'equilibrio iniziale della fiaba poi viene rotto dalla complicazione.
#[[manicheismo]] morale: si rappresenta sempre un mondo nettamente distinto in due (i personaggi sono o buoni o cattivi, o furbi o stupidi e non esistono vie di mezzo, la ragione sta sempre da una sola parte);
* La complicazione: l'equilibrio iniziale si rompe e da ciò si innesca lo svolgimento.
#reiterazione e ripetizione: i motivi sono sempre ricorrenti (gli elementi e gli episodi sono spesso presenti anche in altre fiabe). Esiste anche una ricorrenza narrativa di frasi o [[Formula magica|formule magiche]];
* Lo sviluppo: momento nel quale i fatti si susseguono e si intrecciano.
#apoteosi finale: c'è sempre un lieto fine (i buoni, i coraggiosi e i saggi vengono premiati, le ragazze povere diventano principesse, i giovani umili ma coraggiosi salgono sul [[trono]], la virtù premiata, la bontà vince, ecc.). Nelle fiabe di magia, per usare un termine proppiano, l'apoteosi è immancabile; è solo nelle fiabe letterarie che il finale può essere tragico (esempio ''[[La sirenetta (fiaba)|La sirenetta]]'');
* Finale: nella conclusione la vicenda si avvia verso il lieto fine. L'eroe raggiunge il suo scopo e la situazione complicata si sistema.
#scopo didattico: c'è sempre una [[morale]], anche se non espressa chiaramente come nella favola, che insegna a rispettare gli anziani e la [[famiglia]], ad onorare le [[Istituzione|istituzioni]] (le persone che le incarnano sono degne di rispetto solo se "buone"), ad essere generosi con i poveri e gli umili, e coraggiosi con i prepotenti (fino a sfidare le autorità) per migliorare il proprio destino.
 
=== Il linguaggio ===
Il linguaggio della fiaba è quello dei narratori del popolo, in genere molto semplice e a volte un po' [[Grammatica|sgrammaticato]], ma ricco di modi di dire e di formule popolari. Viene solitamente utilizzato il [[discorso diretto]] perché le battute del [[dialogo]] permettevano al [[narratore]] di cambiare la voce e di tener viva l'attenzione di chi ascoltava.
 
Sono frequenti e quasi obbligatorie le ripetizioni («Cammina, cammina...», «Cerca, cerca...», «Tanto, tanto tempo fa...», «[[C'era una volta (espressione)|C'era una volta...]]») e le triplicazioni, perché raccontare tre volte lo stesso fatto aveva lo scopo di allungare la storia, di renderla più chiara e di prolungare la sensazione di mistero. Le formule d'inizio e le formule di chiusura sono quasi sempre le stesse («C'era una volta...», «In un paese lontano...», « [...] cosìe vissero tutti felici e contenti»), numerose le [[Formula magica|formule magiche]] e le [[filastrocca|filastrocche]].
 
Come nella [[pubblicità]], la ripetizione e la ridondanza permettono una migliore penetrazione dei contenuti ed una più persistente [[Memoria (psicologia)|memorizzazione]], ma, prima di questo, corrispondono ad un'esigenza propria della [[didattica]] infantile.
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=== Il tempo ===
{{S sezione|letteratura}}
Il tempo della fiaba ha caratteristiche proprie particolari, che presentano analogie con il [[sogno]]. In primo luogo il tempo della fiaba è astorico, cioè non si può posizionare in un periodo storico preciso. In secondo luogo il suo fluire è solitamente irregolare, non assimilabile al tempo scandito dall'orologio; a volte sono presenti dei ''[[flash backflashback]]'', dove si parla di cose o persone "perdute", o, comunque, avvenimenti spiacevoli avvenuti nel passato. Inoltre, spesso le fiabe vengono ambientate nel [[medioevoMedioevo]] (maanche se non soloesclusivamente), epoca storica nella quale predominava la [[monarchia]], mettendo in risalto la [[Romanticismo|romanticità]] di essere un personaggio di stirpe reale ([[principe]] o principessa) e trascurando, invece, l'aspetto della condizione economica del popolo.</br>
 
Si può dire, infine, che le fiabe vengono, solitamente, collocate in uno spazio temporale irreale, strutturandole sulle basi di antiche [[leggende]] (con [[drago|draghi]], animali parlanti, ecc.) stimolando in tal modo la fantasia e la creatività del bambino ed aiutandolo a creare attorno a sé un mondo che sarà di aiuto per la sua [[infanzia]]; l'importante è che egli, col passare degli anni, impari a fare buon uso della fantasia, senza confonderla con la realtà.
Si può dire, infine, che le fiabe vengono, solitamente, collocate in uno spazio temporale irreale, strutturandole sulle basi di antiche [[leggende]] (con [[drago|draghi]], animali parlanti, ecc.), stimolando in tal modo la fantasia e la creatività del bambino ed aiutandolo a creare attorno a sé un mondo che sarà di aiuto per la sua [[infanzia]]; l'importante è che egli, con il passare degli anni, impari a fare buon uso della fantasia, senza confonderla con la realtà.
 
=== Il rito d'iniziazione ===
Si pensa che esista una relazione tra la fiaba e i riti di iniziazione cioè quei riti attraverso le quali i giovani, affrontando e superando delle prove, dimostravano il loro valore prima di iniziare la vita da adulti, basta pensare alle prove che devono superare i personaggi delle fiabe prima di raggiungere il lieto fine. Un esempio è la fiaba di Hansel e Gretel.

Nel [[1946]] appariva in [[lingua russa|russo]] il [[saggio]] di [[Vladimir Propp]] ''Le radici storiche dei racconti di fate'' e già nel [[1949]] usciva a [[Torino]] nella traduzione italiana di [[Clara Coisson]].<ref>Vedi prefazione {{cita|''Morfologia della fiaba - Le radici storiche dei racconti di magia''||Vladimir Propp}}.</ref>. Il libro sulle radici storiche doveva essere in origine il capitolo conclusivo del saggio sulla morfologia della fiaba: dopo averne studiato la forma, il [[folklorista]] ne indagava le origini, la genesi con l'ausilio delle ricerche [[Etnografia|etnografiche]] del tempo. Ma la ricerca si sviluppò tanto da diventare un libro a sé stante.
 
La conclusione che [[Vladimir Jakovlevič Propp|Vladimir Propp]] raggiunge attraverso un lungo esame analitico è che per la maggior parte gli elementi costitutivi delle fiabe debbano farsi risalirerisalgano a riti e [[mito|miti]] "primitivi" (del regime del [[clan (antropologia)|clan]]), e più specialmente alriguardanti il "ciclo d'iniziazione" e allele "rappresentazioni della [[morte]]".
 
Le fiabe popolari, soprattutto quelle di magia, sono quindi il ricordo di una un'antica cerimonia chiamata ''[[rito d'[[di iniziazione]]'' che veniva celebrata presso le comunità primitive.
 
Durante questo [[rito]] veniva festeggiato in modo solenne il passaggio dei ragazzi dall'[[infanzia]] all'età adulta. Essi venivano sottoposti a numerose prove con le quali dovevano dimostrare di saper affrontare da soli le avversità dell'ambiente e di essere pertanto maturi per iniziare a far parte della comunità degli adulti.
 
Dopo le prove, i ragazzi e le ragazze, come in una [[rappresentazione teatrale]] guidata spesso da uno [[stregone]], dovevano "morire" per celebrare la morte dell’infanziadell'infanzia. Questa loro morte temporanea veniva di solito provocata con [[sostanza stupefacente|sostanze stupefacenti]] e al risveglio i giovani venivano considerati adulti.
 
=== Dal rito alla fiaba ===
Col passare del tempo il rito d’iniziazioned'iniziazione non si celebrò più e ne rimase solamente il ricordo, ma gli anziani continuavano a ripeterlo nei loro racconti.
 
Il racconto degli anziani venne tramandato per secoli e secoli, con trasformazioni continue, anche quando il ricordo del rito si era perso del tutto e nacque così la fiaba.
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=== Ricerca e interpretazione ===
Lo studio dei racconti popolari inizia poco dopo il [[1900]] e si rivolge quasi esclusivamente alla fiaba e alla [[saga (letteratura)|saga]], mentre l’interessel'interesse per altri generi narrativi nasce solamente negli ultimi decenni.
 
Uno dei più grandi studiosi della fiaba del ‘900 fu lo studioso russo [[Vladimir Jakovlevič Propp|Vladimir Propp]] che negli anni '20 del Novecento nella sua opera ''Morfologia della fiaba'', ha esaminato molte fiabe tradizionali e ha osservato che in ogni fiaba si possono riscontrare degli elementi costanti, che si ripetono da una fiaba all'altra come delle situazioni e dei personaggi ben definiti e in contrasto tra loro. A questi elementi ha dato il nome di Ruoli e Funzioni.
=== I fratelli Grimm ===
[[File:Grimm.jpg|thumb|right|Doppio ritratto dei fratelli Wilhelm (a sinistra) e Jacob Grimm, di [[Elisabeth Jerichau Baumann|Elisabeth Maria Anna Jerichau-Baumann]], 1855.]]
 
Oltre alle fiabe tradizionali esistono anche fiabe moderne che, rispetto a quelle tradizionali, hanno caratteristiche molto diverse. Infatti le fiabe moderne sono ambientate ai giorni nostri o in tempi vicini a noi. Possono contenere indicazioni precise sia di tempo che di luogo. A volte manca addirittura il lieto fine ed in genere il linguaggio è più scorrevole e corretto. Uno degli autori più famosi che ha rivoluzionato il modo di scrivere le fiabe è il famoso scrittore [[Gianni Rodari]].
I fratelli Jacob ([[1785]]-[[1863]]) e Wilhelm ([[1786]]-[[1859]]) [[Fratelli Grimm|Grimm]] sono da ritenersi i fondatori della ricerca sul racconto popolare, in particolare sulle fiabe.
 
=== Differenza tra fiaba e favola ===
Secondo le teorie di quell’epoca, i fratelli Grimm partono dall’idea che ogni popolo ha una sua anima che si esprime con la massima purezza nella [[Lingua (linguistica)|lingua]] e nella [[poesia]], nelle [[Canzone|canzoni]] e nei [[racconti]].
Entrambi sono racconti fantastici; nella fiaba, tuttavia, potremmo trovare personaggi umani oltre che animali parlanti. Nella favola, invece, ci sono spesso solo animali antropomorfizzati. In entrambi i generi il tempo è indefinito mentre il luogo nelle fiabe è quasi sempre una casa stregata, un castello, un bosco incantato, mentre nelle favole le vicende si svolgono in luoghi naturali come, ad esempio, campi, vigneti o boschi.
 
Elemento che non troviamo nelle favole è l'oggetto magico, fornito da aiutanti del protagonista per aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. Un elemento conclusivo che si può trovare nelle fiabe ma non sempre nelle favole è il lieto fine. Al termine del racconto, la morale è esplicitata nelle favole mentre non è centrale nella narrazione fiabistica e viene solitamente spiegata dallo scrittore.
[[File:Grimm.jpg|miniatura|Doppio ritratto dei fratelli Wilhelm (a sinistra) e Jacob Grimm, di [[Elisabeth Jerichau-Baumann|Elisabeth Maria Anna Jerichau-Baumann]] (1855).]]
 
=== I fratelli Grimm ===
I [[Fratelli Grimm|fratelli Jacob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859) Grimm]] sono da ritenersi i fondatori della ricerca sul racconto popolare, in particolare sulle fiabe. Secondo le teorie di quell'epoca, i fratelli Grimm partono dall'idea che ogni popolo ha una sua anima che si esprime con la massima purezza nella [[Lingua (linguistica)|lingua]] e nella [[poesia]], nelle [[Canzone|canzoni]] e nei [[racconti]].
 
Essi però sostengono che, con il trascorrere del tempo, i popoli hanno perduto in parte la propria lingua e la propria poesia, soprattutto nei ceti più elevati e può, quindi, essere ritrovata solamente negli strati sociali inferiori.<br />In questa ottica, le fiabe sono i resti dell'antica cultura unitaria del popolo e costituiscono una fonte preziosa per la ricostruzione di quella cultura più antica.
In questa ottica, le fiabe sono i resti dell’antica cultura unitaria del popolo e costituiscono una fonte preziosa per la ricostruzione di quella cultura più antica.
 
Nel [[1812]] e nel [[1815]] i fratelli Grimm pubblicarono due volumi dei ''Kinder- und Hausmärchen'', per un totale di 156 fiabe che formano il punto di partenza dello studio dei racconti o fiabe popolari.<br />Mentre in un primo momento essi partono dall'idea che le fiabe siano tutte di origine [[Germania|tedesca]], nel 1819, nella seconda ristampa della loro opera, essi introducono il concetto che esista un passato [[Popoli indoeuropei|indoeuropeo]] per spiegarne le affinità.
Mentre in un primo momento essi partono dall’idea che le fiabe siano tutte di origine [[Germania|tedesca]], nel [[1819]], nella seconda ristampa della loro opera, essi introducono il concetto che esista un passato [[Indoeuropei|indoeuropeo]] per spiegarne le affinità.
 
=== Altre teorie interpretative ===
La pubblicazione di ''Kinder- und Hausmärchen'' stimola, in [[Germania]] e in altri paesi, una un'intensa attività di raccolta e di pubblicazioni.
 
Si scopre così che fiabe simili compaiono anche al di fuori dell’dell'[[Europa]], nell’nell'[[India]], ma anche nei territori linguistici [[semiti]] e [[Turchia|turchi]] e presso i [[Cina|cinesi]].
 
Nel [[1859]] l’indianistal'indianista [[Theodor Benfey]] ([[1809]]-[[1881]]) propone la teoria che le fiabe siano nate in India, non come [[Mito|miti]], ma come racconti didascalici [[Buddhismo|buddhisti]], e che siano giunte in Europa principalmente attraverso vie [[Letteratura|letterarie]], come ''[[Le mille e una notte]]''.<br />
Ma anche questa teoria gradualmente dovrà essere abbandonata, perché si incontrano racconti che presentano le caratteristiche delle fiabe anche presso popolazioni che non hanno avuto mai contatti con la cultura indiana.
 
Un altro filone interpretativo di fiabe e miti è quello '''in chiave [[Alchimia|alchemico]]-[[Ermetismo (filosofia)|ermetica]]''', di cui uno dei fondatori potrebbe essere considerato il [[benedettino]] Dom Antoine-Joseph Pernety ([[1716]]-[[1796]]), autore de ''Le favole egizie e greche'' e di un ''Dizionario mito-ermetico''; anche se la tendenza ad interpretare le leggende popolari e letterarie del passato come trasposizioni [[Simbolo|simboliche]] di un iter iniziatico legato alla '''"Grande Opera''' dell'[[Alchimia]]" è diffusa presso numerosi autori di questa antica disciplina [[Esoterismo|esoterica]]. Fra gli studi più recenti (in [[lingua italiana]]) si trova ''Alchimia della Fiaba'' di [[Giuseppe Sermonti]].
 
=== Il contributo dell'antropologia ===
Nella seconda metà dell’dell'[[XIX secolo|Ottocento]], per merito dell’dell'[[antropologia]], si sviluppano idee sulla cultura umana che influenzeranno anche la ricerca sulle fiabe.<br />
Nasce infatti la convinzione che tutti gli uomini, a qualsiasi [[Razza#Utilizzo non scientifico e riferimento all'uomoumana|razza]] o [[cultura]] appartengano, possiedono fondamentalmente la stessa struttura [[psicologia|psicologica]] e se esistono differenze, queste sono di carattere culturale.
Questa teoria implica che le fiabe e i motivi fiabeschi possano aver avuto origini dovunque, indipendentemente l’unol'uno dall’altrodall'altro.
 
L’interpretazioneL'interpretazione della fiaba di [[Vladimir Jakovlevič Propp|Vladimir Propp]] si basava già sugli studi dell'[[Antropologia culturale|antropologia]] occidentale allora disponibili; essa fu proseguita, sviluppata e modificata dal folclorista e mitologo Eleazar [[Meletinskij]] e da un gruppo di studiosi da lui coordinati: la struttura della fiaba riconosciuta da Propp nella sequenza di trentuno funzioni fu riorganizzata in tre prove principali; inoltre furono messe in relazione le forme della fiaba in tutto il mondo con le prime forme della [[Narrazione cinematografica|narrazione]] mitologica, come le [[leggende]] sui ''[[Trickster|tricksterstrickster]]''.
 
=== L'interpretazione di Sigmund Freud ===
Nel [[1900]] [[Sigmund Freud]] pubblica ''[[L'interpretazione dei sogni]]'' e spiega che quando l’uomol'uomo, nella sua vita, reprime qualche desiderio della vita [[Istinto|istintuale]], questo ricompare sotto forma di [[sogno]] durante il [[sonno]] e di [[sintomo]] durante la [[veglia (fisiologia)|veglia]].
Egli porta due esempi di sogni collegati alle fiabe:
* Ilil primo è il sogno in cui ci si trova nudi in compagnia degli altri, che secondo Freud nasce dal desiderio infantile di spogliarsi davanti ai genitori e che produce una sensazione di piacere e che darebbe origine alla fiaba de ''[[I vestiti nuovi dell'imperatore]]'', di [[Hans Christian Andersen]].;
* Ilil secondo esempio riguarda il sogno della morte di un familiare amato, che Freud collega al desiderio [[inconscio]] del ragazzo di [[Complesso di Edipo|uccidere il padre per prenderne il posto accanto alla madre]]. Da qui nascerebbe il mito di [[Edipo]].
 
La [[Psicoanalisi|teoria psicoanalitica]] ha indotto moltissimi studiosi a vedere nella fiaba la risoluzione [[Catarsi|catartica]] dei problemi del bambino in crescita.
In effetti gli [[Mito degli eroi|eroi]] delle fiabe spesso sono giovani che devono trovare la loro strada nel mondo, combattendo contro l’l'[[Orco (folclore)|Orcoorco]] e il loro iniziale fallimento è interpretato in molti casi come l'incapacità di [[Emancipazione|emanciparsi]] dall'influenza dei [[Genitore|genitori]] che non l'aiutano in questo processo di formazione.
 
=== Gli archetipi di Carl Gustav Jung ===
Un'altra importante direzione nello studio della fiaba nasce dalla [[psicologia]] di [[Carl Gustav Jung]] e della sua [[Psicologia analitica|scuola]].<br/>
Jung sostiene che ogni essere umano desidera sviluppare le sue innate potenzialità e che a questo scopo l'[[inconscio]] e la [[coscienza (psicologia)|coscienza]] devono cooperare.<ref>[{{Cita web |url=http://www.nienteansia.it/tipi-di-psicoterapie/terapia-junghiana-carl-gustav-jung-psicologia-analitica.html |titolo=La terapia junghiana; spiegazione degli archetipi]}}</ref>.<br/>
Se questo processo non si sviluppa in modo armonico, ha luogo una reazione dell'inconscio che si esprime nei sogni, nelle [[Immaginazione|fantasie]] e nelle fiabe, che mostrano appunto profonde affinità presso i popoli di tutto il mondo.
 
Queste modalità di relazione sono chiamate da Jung ''[[archetipo|archetipi]]''{{Senza fonte}}. Pertanto, l'inconscio può esprimersi nell'immagine archetipa del [[Mitologia della natura|grande bosco]] o del [[Mitologia della natura|mare]] che l'[[eroe]] o l'[[eroe|eroina]] della fiaba devono attraversare.
Jung interpreta anche i personaggi come figure archetipichearchetipe. Se l'eroe, egli dice, non riesce più ad andare avanti e viene un [[Mitologia dell'etica|vecchio]] in suo aiuto, il vecchio rappresenta uno degli archetipi dell'[[anima]], del [[Giudizio (filosofia)|giudizio]], della [[Attenzione|concentrazione mentale]], ossia un modello [[Etica|etico]] di [[comportamento]]. Per esempio uno di questi archetipi è [[Yama]], il ''"trasportatore d'anime''" nelle culture orientali.
 
=== Altri studi sulla fiaba ===
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Altrettanto importante è [[Marie-Louise Von Franz]], allieva di C. G. Jung, la quale ha dedicato numerosi suoi scritti sull'argomento fiabesco (''[[Le fiabe interpretate]]'', ''[[Il femminile nella fiaba]]'', ''[[L'ombra e il male nella fiaba]]'').
 
Si è occupato dello studio della fiaba anche il fondatore dell'[[antroposofia]], [[Rudolf Steiner]], che considera le fiabe come un mezzo per risvegliare l’l'[[anima]] alla vita, in un mondo moderno che non ne permette più l’espressionel'espressione. <br/>
Ad esempio, analizzando la fiaba di ''[[Tremotino]]'', vede nelle vicende del personaggio la forza che dà all'anima (la figlia del re) la capacità di realizzare uno scopo (trasformare la [[paglia]] in [[oro]]) in questo mondo pieno di avversità.
 
Tra l’l'[[XIX secolo|Ottocento]] e il [[XX secolo|Novecento]] i [[Finlandia|finlandesi]] [[Kaarle Krohn]] e [[Antti Aarne]] elaborano il [[metodo storico-geografico]]. Questo metodo cerca di stabilire, sulla base del maggior numero di varianti letterarie e orali di una fiaba, il territorio di diffusione e di ricostruirne la forma originale.
 
Il metodo storico-geografico ha avuto grande importanza nell’evoluzionenell'evoluzione della ricerca sulla fiaba e ne è nato, nel [[1910]], il ''Catalogo delle fiabe di Aarne'', nel quale ad ogni fiaba è attribuito un numero. Sulla base del metodo storico-geografico sono sorti nel corso del tempo decine di cataloghi regionali o nazionali.
[[File:Bilibin. Baba Yaga.jpg|miniatura|verticale|[[Baba Jaga]] è l'[[archetipo]] della donna selvaggia: la signora oscura dei boschi della [[mitologia slava]]. Illustrazione del russo [[Ivan Bilibin]].]]
 
Allo stesso Aarne si deve anche un altro metodo di classificazione molto noto; il metodo si basa su un "indice dei tipi" e fu rivisto ed esteso da [[Stith Thompson]], per cui viene chiamato metodo di [[Aarne-Thompson]]. L'indice dei tipi raccoglie circa 2500 "motivi" ricorrenti nelle fiabe, consentendo di descrivere in forma numerica (e quindi catalogare in modo efficace) ogni fiaba.<ref>{{Cita web |url=http://www.labirintoermetico.com/03Fiabe/classificazione_fiabe_secondo_indice_aarne_thompson.htm |titolo=Classificazione fiabe secondo indice Aarne-Thompson}}</ref>
[[File:Bilibin. Baba Yaga.jpg|thumb|right|upright|[[Baba Jaga]] è l’[[archetipo]] della donna selvaggia: la signora oscura dei boschi della [[mitologia slava]]. Illustrazione del russo [[Ivan Bilibin]].]]
 
Allo stesso Aarne si deve anche un altro metodo di classificazione molto noto; il metodo si basa su un ''indice dei tipi'' e fu rivisto ed esteso da [[Stith Thompson]], per cui viene chiamato metodo di [[Aarne-Thompson]]. L'indice dei tipi raccoglie circa 2500 "motivi" ricorrenti nelle fiabe, consentendo di descrivere in forma numerica (e quindi catalogare in modo efficace) ogni fiaba<ref>[http://www.labirintoermetico.com/03Fiabe/classificazione_fiabe_secondo_indice_aarne_thompson.htm Classificazione fiabe secondo indice Aarne-Thompson]</ref>.
 
Nel periodo prebellico la tradizionale ricerca sulle fiabe si rivolgeva principalmente al contenuto ed esclusivamente di quelle fiabe che si ritenevano molto antiche; tuttavia, dopo la [[prima guerra mondiale]], all'interesse per il narratore si unisce l'interesse per gli ascoltatori e, di conseguenza, l'interesse per il contesto sociale in cui si colloca la narrazione.
 
Il noto psicoanalista austriaco [[Bruno Bettelheim]] (morto nel [[1990]], autore del libro: ''Il mondo incantato'')<ref>[http{{Cita web |url=https://www.culturaesvagosullorlodellapsicologia.comit/significato-psicologicofunzione-della-fiaba-crescita-psicologica-bambino/ Bruno|titolo=La Bettelheim,funzione ''Significatodella fiaba: la crescita psicologica del bambino |data=12 luglio 2020 |accesso=2022-04-23}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://artesettima.it/2022/03/11/il-significato-psicologico-delle-fiabe-secondo-bettlheim/ della|titolo=Il fiaba'']significato psicologico delle fiabe secondo Bettlheim |data=11 marzo 2022 |accesso=2022-04-23}}</ref><ref>{{Cita web |url=https://www.latestatamagazine.it/2018/12/limportanza-psicologica-delle-fiabe/ |titolo=L’importanza psicologica delle fiabe |data=10 dicembre 2018 |accesso=2022-04-23}}</ref>), analizza il significato psicologico della fiaba e l'aiuto che può offrire nel delicato periodo della crescita dell'individuo. La fiaba evoca situazioni che aiutano il bambino ad elaborare le difficoltà che deve affrontare nel corso della sua esistenza. Ogni fiaba proietta nel lieto fine l'integrazione di qualche conflitto interiore. ''Hänsel[[Hansel e Gretel]]'', che alla fine sconfiggono la perfida [[strega]], dimostrano che è possibile superare la [[paura]], frequente nel bambini, di [[Abbandono (psicologia)|essere abbandonati]] dai propri genitori. In ''[[Pollicino]]'' è il "[[Complesso di inferiorità|piccolo uomo]]" intelligente a sconfiggere il feroce e stupido [[Gigante (mitologia)|gigante]].
 
Ai giorni nostri [[Clarissa Pinkola Estés]] (una psicologa autrice del libro: ''Donne che corrono con i lupi - Il mito della donna selvaggia'')<ref>[http{{Cita web |url=https://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_clarissa-pinkola-estes.php |titolo=Informazioni e schede sui saggi dell'autrice ne |sito="Il Giardino dei Libri"] |accesso=9 dicembre 2023}}</ref>) ha raccolto una notevole mole di materiali attinto dal mondo delle fiabe e dei racconti popolari e su tale base ha costruito una un'interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]], enucleando una serie di archetipi di tipologie femminili utili per descrivere la [[psiche]] della donna. La psicologa parte dal presupposto che in ogni donna si nasconde un essere naturale e selvaggio, una forza potentissima formata di istinti e creatività passionale. La donna selvaggia rappresenta, secondo l’autricel'autrice, una specie gravemente minacciata.<ref>[{{cita news |url=http://www.girodivite.it/Clarissa-Pinkola-Estes-Donne-che.html su|titolo=Clarissa Pinkola Estès, Donne che corrono coi lupi |autore=Maria Gabriella Canfarelli |data=martedì 1º marzo 2005 |pubblicazione="Girodivite"] |issn=1970-7061}}</ref>. Benché la sua presenza sia innata, secoli di cultura e civiltà l’hannol'hanno soffocata cercando di rintuzzarne gli slanci più pericolosi, incanalandola in uno [[stereotipo]] rigido di sottomissione.
 
== I trascrittori di fiabe ==
Per lungo tempo le fiabe popolari furono tramandate solo oralmente; solo in seguito alcuni studiosi e scrittori le raccolsero dalla viva voce del popolo e le trascrissero, cercando di conservare le caratteristiche del ''"linguaggio parlato''".<br />
 
Fra le più conosciute trascrizioni di fiabe ci sono quelle di ambiente [[Arabi|arabo]], raccolte nel [[XVIII secolo|Settecento]], in ''[[Le mille e una notte]]'', le fiabe tedesche riscritte dai fratelli [[Fratelli Grimm|Jakob e Wilhelm Grimm]] nell'[[XIX secolo|Ottocento]] e le [[fiabe italiane]], tradotte in italiano da trascrizioni [[Dialetto|dialettali]] già esistenti, da [[Italo Calvino]] nel [[1956]].
Fra le più conosciute trascrizioni di fiabe ci sono quelle di ambiente [[Arabi|arabo]], raccolte nel [[XVIII secolo|Settecento]], in ''[[Le mille e una notte]]'', la raccolta delle fiabe popolari nel ''[[Pentamerone]]'' di [[Giambattista Basile]], ''[[I racconti di Mamma Oca]]'' di Charles Perrault, le fiabe tedesche riscritte dai fratelli [[Fratelli Grimm|Jakob e Wilhelm Grimm]] nell'[[XIX secolo|Ottocento]], le fiabe e i racconti popolari siciliani raccolti da [[Giuseppe Pitrè]] alla fine del XIX secolo, le ''Sessanta Novelle Popolari Montalesi'' di [[Gherardo Nerucci]] e le ''[[Fiabe italiane]]'', tradotte in italiano da trascrizioni [[Dialetto|dialettali]] già esistenti, da [[Italo Calvino]] nel 1956.
 
== La cultura dei popoli nelle fiabe ==
Tutte le fiabe hanno in comune numerosi tipi di personaggi e narrano fatti molto simili, ma ada una lettura attenta si scopre che esse, pur nella loro somiglianza, rivelano culture differenti.
 
Ogni popolo ha infatti ambientato le proprie fiabe nel [[paesaggio]] in cui viveva e, narrandole, ha fatto continui riferimenti alle proprie abitudini, alle proprie tradizioni, alle regole della propria società.
 
Il [[Russia|popolo russo]] ha tramandato le sue fiabe ambientate nella [[steppa]], con [[zar]] e zarine, gli [[Inuit]] le hanno ambientate tra i [[Ghiaccio|ghiacci]], con cacciatori di [[foca|foche]] e di [[orso|orsi]]; i [[nativi americani|popoli nord-americaninordamericani]] nelle [[prateria|praterie]], con [[bisonte|bisonti]] e [[coyote]].
 
Anche gli eroi sono diversi, secondo il paese nel quale è ambientata la fiaba, e se in [[Europa]] si tratta spesso di principi o [[Ciabattino|ciabattini]], in [[Penisola araba|Arabia]] abbiamo [[sceicco|sceicchi]] o [[beduino|beduini]], in [[Cina]] [[Mandarino (funzionario)|mandarini]] o filatori di [[seta]]. Così come sono diversi gli esseri fantastici o soprannaturali. Nelle fiabe ambientate in Europa si trovano i [[Diavolo|diavoli]], gli [[Gnomo|gnomi]], i ''[[troll (mitologia)|troll]]'', la strega ''[[Baba Jaga]]'', in [[Cina]] i [[Drago#Mitologia cinese|draghi]], nei territori islamici i ''[[djinn]]''.
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== La fiaba d'autore ==
Per molto tempo le fiabe furono esclusivamente patrimonio del popolo e [[Tradizione orale|tramandate oralmente]], ma in seguito questo tipo di racconto si diffuse in ambienti diversi, per esempio tra i [[nobili]], nelle [[Cortigiano|corti]].<br/>
Ci furono così scrittori che incominciarono a rielaborare le fiabe e a trascriverle usando un linguaggio più raffinato, aggiungendo nuovi episodi e, spesso, inventandone di nuove.
 
Nacque, in tal modo, la fiaba d'autore che divenne un vero e proprio [[genere letterario]].<br/>
Così, se le fiabe popolari sono il prodotto della [[tradizione]], le fiabe d'autore nascono dall'inventiva di uno scrittore che, pur ispirandosi spesso alle fiabe della [[tradizione orale]], si esprime con un linguaggio diverso e con motivi nuovi.
 
Fra gli autori più famosi di fiabe ci fufurono in [[Italia]] [[Giovanni Francesco Straparola]], autore de ''[[Le piacevoli notti]]'', e [[Giambattista Basile]] che, nel [[XVII secolo]], scrisse il ''Pentamerone'' o ''[[Lo cunto de li cunti]]'', in cui rielaborò in [[lingua napoletana]] cinquanta fiabe popolari, in [[Francia]] [[Charles Perrault]] che scrisse, sempre nel XVII secolo, ''[[I racconti di Mamma Oca]]'' ispirandosi a motivi popolari e in [[Danimarca]] [[Hans Christian Andersen]] che rielaborò moltealcune fiabe popolari e ne scrisse molte di nuove; anche gli scrittori di [[romanzi]] come [[Oscar Wilde]] si sono dedicati alla fiaba: nel [[1888]] Wilde pubblicò ''The Happy Prince and Other Stories''.
 
Grande teorico della fiaba fu [[John Ronald Reuel Tolkien|J. R. R. Tolkien]], che nel suo saggio ''Sulle Fiabe'', contenuto nella raccolta ''[[Albero e foglia]]'', analizza il genere studiandone origini, significato e funzione, e facendo un'attenta analisi di molti racconti di ogni tempo che possono essere considerati, più o meno, appartenenti al genere della ''"fiaba''".
 
== L'eredità della fiaba ==
Ancora oggi, nelle opere degli scrittori moderni, possiamo riconoscere l'eredità della fiaba. Nei [[Fantastico|racconti fantastici]], nelle storie di [[fantascienza]], ''[[fantasy]]'' e ''[[Letteratura horror|horror]]'' e in altri generi di [[narrativa]], dove si s'incontrano esseri incredibili ede accadono fatti straordinari come nelle fiabe, ma è soprattutto nella [[narrativa per ragazzi]] ad essere evidente l'eredità della fiaba. Sono state ereditate, si pensi, attraverso generazioni e generazioni con l'ascolto.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
<!-- Testi ordinati alfabeticamente secondo il COGNOME dell'autore -->
* {{Citacita libro |autore = |curatore = [[Eleazar Moiseevič Meletinskij ]]|titolo = La struttura della fiaba (Problemy strukturnogo opisanija voľšebnoj skazki, 1969) |altri traduttore= traduzione di Simonetta Signorini e Donatella Ferrari-Bravo, |altri=prefazione di [[Antonino Buttitta]] |città = Palermo |editore = [[Sellerio Editore|Sellerio]]|anno = 1977 |sbn = IT\ICCU\RAV\0003332RAV0003332}}
* {{Citacita libro |autore = Massimo Aliverti |titolo = Sogni e bisogni della civiltà contadina. Fiabe, feste, magie, medicine |città = Torino |editore = [[Ananke Edizioni|Ananke]]|anno = 2001 |isbn = 88-86626-88-6}}
* {{cita libro|autore=[[Giambattista Basile]]|curatore=[[Roberto De Simone]]|curatore2=Candida De Iudicibus|illustratore=Gennaro Vallifuoco|titolo=Il cunto de li cunti|anno=2002|città=Torino|editore=[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|serie=[[I millenni|I Millenni]]|pagine=<!--950-->|isbn=978-88-06-14214-8}}
* {{Cita libro
* {{cita libro|autore=[[Italo Calvino]]|titolo=Sulla fiaba|anno=1995|città=Milano|editore=[[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]]|serie=Opere di Italo Calvino; Oscar Mondadori|pagine=<!--175-->|isbn=88-04-41257-7}}
|autore= [[Giambattista Basile]]
* {{cita libro|autore=Vito Carrassi|titolo=Il fairy tale nella tradizione narrativa irlandese. Un itinerario storico e culturale|anno=2008|città=Bari|editore=[[Mario Adda Editore|Mario Adda]]|pagine=<!--205-->|isbn=978-88-8082-778-8}}
|altri= nella riscrittura di [[Roberto De Simone]], note di Candida De Iudicibus, illustrazioni di Gennaro Vallifuoco
* {{cita libro|autore=[[Silvana De Mari]]|altri=copertina di [[Gianni De Conno]]|titolo=[[Il drago come realtà]]. I significati storici e metaforici della letteratura fantastica|anno=2007|città=Milano|editore=[[Salani Editore|Salani]]|edizione=1ª edizione|pagine=<!--148-->|isbn=978-88-8451-619-0}}
|titolo= Il cunto de li cunti
* {{Treccani|fiaba_(Enciclopedia-dei-ragazzi)||autore=[[Ermanno Detti]]|anno=2005|accesso=9 dicembre 2023}}
|anno= 2002
* {{cita libro|autore=Richter Dieter|titolo=La luce azzurra. Saggi sulla fiaba|anno=1994|città=Milano|editore=Mondadori|serie=Infanzie|p=150|isbn=88-04-39887-6}}
|editore= Einaudi
* {{Treccani|fiaba_(Universo-del-Corpo)||autore=[[Tilde Giani Gallino]]|anno=1999|accesso=9 dicembre 2023}}
|serie= I Millenni; serie Il Rinascimento
* {{cita libro|autore=[[Vladimir Propp]]|traduttore=Salvatore Arcella|titolo=Morfologia della fiaba - Le radici storiche dei racconti di magia|anno=1991|città=Roma|editore=[[Newton & Compton]]|serie=Grandi Tascabili Economici|numero=164|pagine=<!--480-->|isbn=978-88-8289-843-4|cid=Vladimir Propp}}
|pp= 950
* {{cita libro|autore=[[Michele Rak]]|titolo=Logica della fiaba|città=Milano|editore=[[Bruno Mondadori Editore|Bruno Mondadori]]|anno=2005|isbn=88-424-9613-8}}
|isbn= 978-88-06-14214-8
* {{Enciclopedia italiana |autore=[[Vittorio Santoli]] |nomeurl=fiaba |nome=FIABA |anno=1932 |accesso=9 dicembre 2023}}
}}
* {{cita libro|autore=[[John Ronald Reuel Tolkien]]|traduttore=[[Francesco Saba Sardi]]|titolo=[[Albero e foglia]]|anno=2000|serie=I libri di Tolkien|città=Milano|editore=[[Bompiani]]|pagine=<!--229-->|isbn=978-88-452-9044-2}}
* {{Cita libro
* {{cita libro|lingua=en|autore=[[Jack Zipes|Jack David Zipes]]|titolo=When Dreams Came True: Classical Fairy Tales and Their Tradition|url=https://archive.org/details/whendreamscametr00jack|città=Londra|editore=[[Routledge]]|anno=1998|isbn=0-415-92151-1}}
|autore= [[Italo Calvino]]
* {{cita libro|lingua=en|autore=Jack David Zipes|titolo=The Oxford Companion to Fairy Tales|url=https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000zipe|città=<!--Oxford-->|editore=[[Oxford University Press]]|anno=2000|isbn=0-19-860115-8}}
|titolo= Sulla fiaba
* {{cita libro|lingua=en|autore=Jack David Zipes|titolo=The Great Fairy Tale Tradition: From Straparola and Basile to the Brothers Grimm|url=https://archive.org/details/greatfairytaletr00zipe|città=New York|editore=W.W. Norton & Company|anno=2001|isbn=0-393-97636-X}}
|anno= 1995
* {{cita libro|lingua=en|autore=John Thackray Bunce|titolo=Fairy Tales Their Origin and Meaning|editore=Book Jungle Publisher|anno=2008|isbn=1-4385-0665-1}}
|editore= Mondadori
* {{cita libro|autore=Bruno Bettelheim|titolo=Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe|titolooriginale=The Uses of Enchantment: The Meaning and Importance|traduttore=Andrea D'Anna|città=Milano|editore=[[Feltrinelli]]|edizione=17|data=25 settembre 2013|pagine=<!--320-->|isbn=9788807882555}}
|serie= Opere di Italo Calvino; Oscar Mondadori
* {{cita libro|autore=Clarissa Pinkola Estés|titolo=Donne che corrono coi lupi|titolooriginale=Women who Run with the Wolves|traduttore=Maura Pizzorno|città=Milano|editore=[[Frassinelli]]|annooriginale=1993|pagine=<!--503-->|isbn=88-7684-252-7}}
|pp= 175
* {{Cita libro |autore=Fabio Mugnaini |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/le-stagioni-della-fiaba-le-regioni-del-racconto_(L'Italia-e-le-sue-Regioni)/ |capitolo=Le stagioni della fiaba, le regioni del racconto |curatore=Michele Salvati |curatore2=Loredana Sciolla |titolo=L’Italia e le sue regioni |volume=4 |città=Roma |editore=Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani |anno=2015 |pagine=203-222 |accesso=15 marzo 2023 |isbn=9788812005314}}
|isbn= 88-04-41257-7
}}
* {{Cita libro
|autore= Vito Carrassi
|titolo= Il fairy tale nella tradizione narrativa irlandese. Un itinerario storico e culturale
|anno= 2008
|città= [[Bari]]
|editore= Mario Adda Editore
|pagine= 205 p.
|isbn= 978-88-8082-778-8
}}
* {{Cita libro
|autore= [[Silvana De Mari]]
|altri= copertina di [[Gianni De Conno]]
|titolo= [[Il drago come realtà]]. I significati storici e metaforici della letteratura fantastica
|anno= 2007
|città= [[Milano]]
|editore= Salani Editore
|edizione= 1ª edizione
|pp= 148
|isbn= 978-88-8451-619-0
}}
* {{Cita libro
|autore= Richter Dieter
|titolo= La luce azzurra. Saggi sulla fiaba
|anno= 1994
|editore= Mondadori
|serie= Infanzie
|pp= 150
|isbn= 88-04-39887-6
}}
* {{Cita libro
|autore= [[Vladimir Propp]]
|altri= traduzione di Salvatore Arcella
|titolo= Morfologia della fiaba - Le radici storiche dei racconti di magia
|anno= 1991
|editore= Newton Compton
|serie= Grandi Tascabili Economici n° 164
|pp= 480
|isbn= 978-88-8289-843-4
|cid= Vladimir Propp
}}
* {{Cita libro |autore = [[Michele Rak]] |titolo = Logica della fiaba |città = Milano |editore = Bruno Mondadori |anno = 2005 |isbn = 88-424-9613-8}}
* {{Cita libro
|autore= [[John Ronald Reuel Tolkien]]
|altri= traduzione di [[Francesco Saba Sardi]]
|titolo= [[Albero e foglia]]
|anno= 2000
|edizione= collana I libri di Tolkien
|pp= 229
|isbn= 978-88-452-9044-2
}}
* {{Cita libro |lingua = inglese |autore = [[Jack Zipes|Jack David Zipes]] |titolo = When Dreams Came True: Classical Fairy Tales and Their Tradition |città = Londra |editore = Routledge |anno = 1998 |isbn = 0-415-92151-1}}
* {{Cita libro |lingua = inglese |autore = Jack David Zipes |titolo = The Oxford Companion to Fairy Tales |città = Oxford |editore = Oxford University Press |anno = 2000 |isbn = 0-19-860115-8}}
* {{Cita libro |lingua = inglese |autore = Jack David Zipes |titolo = The Great Fairy Tale Tradition: From Straparola and Basile to the Brothers Grimm |città = New York |editore = W. W. Norton & Company |anno = 2001 |isbn = 0-393-97636-X}}
* {{Cita libro |lingua = inglese |autore = John Thackray Bunce |titolo = Fairy Tales Their Origin and Meaning |città = |editore = Book Jungle Publisher |anno = 2008 |isbn = 1-4385-0665-1}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Fantasy fiabesco]]
* [[Mitologia]]
* [[Parodia delle fiabe]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Fairy talesinterprogetto|s=:Categoria:Fiabe|s_oggetto=|s_preposizione=contenenti|s_etichetta=fiabe|q|q_preposizione=sulla}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{ThesaurusCollegamenti BNCFesterni}}
* Vittorio Santoli, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/fiaba_(Enciclopedia-Italiana)/ FIABA]» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 15, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
* Tilde Giani Gallino, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/fiaba_(Universo-del-Corpo)/ Fiaba]» la voce in ''Universo del corpo'', Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999.
* Ermanno Detti, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/fiaba_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/ Fiaba]» la voce nella ''Enciclopedia dei ragazzi'', Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
* [http://capuana.letteraturaoperaomnia.org/ Tutte le fiabe di Luigi Capuana], in edizione completa
 
{{Controllo di autorità}}
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