Saliceto (Italia): differenze tra le versioni
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{{F|centri abitati del Piemonte|luglio 2011}}
{{W|Piemonte|luglio 2011}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Saliceto
|Panorama =
|Didascalia =
|Bandiera =
|Voce bandiera =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Piemonte
|Divisione amm grado 2 = Cuneo
|Amministratore locale = Giovanni Genta
|Partito = Lista civica: “Insieme per Saliceto”
|Data elezione = 27-05-2025
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni =
|Divisioni confinanti = [[Cairo Montenotte]] (SV), [[Camerana]], [[Cengio]] (SV), [[Gottasecca]], [[Montezemolo (Italia)|Montezemolo]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2797
|Nome abitanti = salicetesi
|Patrono = [[san Lorenzo Martire]]
|Festivo = 10 agosto
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Saliceto (province of Cuneo, region Piedmont, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Saliceto nella provincia di Cuneo
}}
'''Saliceto''' (''
== Storia ==
{{D|Storia di Saliceto}}
L'esistenza del vecchio nucleo abitato sopra la collina detta ''della Margherita'' è documentata da [[Moriondo]] nei ''Monumenta Aquensia'' in data antecedente il [[X secolo]].
Il luogo era originariamente suddiviso in due borghi: Borgovero e Borgoforte, entrambi distrutti, si suppone, dai [[Saraceni]] durante le scorrerie tra i secoli IX e X.
Nei XII - XIII secoli la collina mutò nome da collina della Margherita in collina della Rosa, toponimo che lascia supporre una presenza templare, anche per gli ottimi rapporti che intercorrevano tra
Ai due borghi sulla collina, noti ora come Bergvé (burgus veterus) e Cascté Vej (Castelvecchio), subentrò nel fondovalle il Borgo "Nuovo", circondato da mura protette da ampi e profondi fossati colmi d'acqua (
La probabile presenza sulla collina della Margherita di un'antica città ligure (Karystos?) ha influenzato profondamente la toponomastica della Media [[Valle Bormida]] di Ponente, che deriva dai giorni lontani della conquista romana. Le [[legione romana|legioni]] risalirono la [[Valle Bormida]] da [[Piacenza]] e [[Tortona]] (l'antica Derthona): il paese di [[Castino]] fu il luogo dei "castra", l'accampamento principale; [[Cortemilia]] prese nome dall'insediamento della Cohors Aemilii (la [[coorte]] del tribuno Emilio), [[Gorzegno]] dall'insediamento della Cohors Ennii (la [[coorte]] del tribuno Ennio), [[Monesiglio]] da Mons Vigilium (il monte delle guardie, l'avamposto delle sentinelle), [[Cengio]] dal verbo cingere, chiudere, più ancora circondare secondo la tipica strategia romana d'impedire l'afflusso di rinforzi o semplici vettovagliamenti ad una città assediata. E ancora: [[Levice (Italia)|Levice]], a metà strada da [[Cortemilia]] a [[Gorzegno]], potrebbe derivare da "levis iter": agile cammino tra gli stanziamenti delle due coorti; mentre [[Camerana]] deriverebbe da cameranus: il pontile dove attraccavano le chiatte militari romane dette appunto "camerae", per la parte superiore e laterale protetta da scudi (all'epoca il [[fiume]] [[Bormida]], che deriva il nome dalla dea ligure Bormia, signora delle acque, similmente a [[Bormio]] in [[Valtellina]], era sicuramente molto più ricco d'acqua, peraltro non esistevano le derivazioni che portano l'acqua nell'altra [[Valle Bormida]], quella di [[Spigno Monferrato|Spigno]]).
Il nome stesso di Saliceto trarrebbe origine non tanto dai [[salici]], abbondanti nel fondovalle e presenti nello stemma comunale, quanto dai [[Liguri]] Salii o Sallui, che oltre il [[Po]], a settentrione, erano noti come [[Salassi]], e pertanto significherebbe Saliorum Situm (luogo dei liguri Salii).
Lo storico romano [[Tito Livio]] fa cenno a una loro remota emigrazione dalla [[Provenza]], verso la [[Val Padana]], dopo l'insediamento greco di [[Marsiglia]] nei loro territori. A suffragare questa ipotesi vi sono i toponimi limitrofi a Saliceto di [[Sale delle Langhe]], [[Sale San Giovanni]] a ponente, e di [[Saleggio]] a levante: l'antico nome [[medioevale]] di [[Castelletto Uzzone]].
Esattamente tra i tre borghi di un tempo: veterus (Borgovero o Borgovecchio), forte (Borgoforte o Castelvecchio) e il borgo nuovo nel fondovalle, è documentata la presenza dell'antica chiesa di [[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]], dall'emblematico nome [[bizantino]], con sovrastante cimitero in un campo in tempi più recenti adibito a [[vigneto|vigna]], dove sono emerse molte tombe.
La prima citazione di Saliceto (Salocetum e anche Salexetum) figura nel più antico documento della regione: la donazione ad [[Aleramo]] e ai suoi discendenti da parte dell'imperatore [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] del [[Sacro Romano Impero]], nella città di [[Ravenna]] il 23 marzo [[967]], delle terre situate tra il [[mare]], il [[Tanaro]] e l'[[Orba (torrente)|Orba]], dove sono elencate sedici curtes, tra cui anche Curtemilia, Prunetum, [[Dego]], Nocetum, Bagnascum, Altesinum (località della Scaletta nel comune di [[Castelletto Uzzone]]), Maximinum
Verso l'[[anno Mille]], quando tutte le [[Alte Langhe]] presentano l'organizzazione ecclesiastica delle [[pievi]], in molte bolle pontificie è citata la plebs de Santa Maria de Gudega, comprendente l'ecclesia di Saliceto con le dipendenze di Camerana, Cengio e Lavaniola quae dicitur Gutta o Gauta Sicca (goccia secca poiché vi si era essiccata una fonte di olio miracoloso in seguito ad un sacrilegio: vi era stato portato a guarire un maialino al posto di
Nel 1050 risulta che i Salicetesi, con altri paesi dell'Alta Langa, versassero la decima ecclesiastica ai
A metà del [[XIII secolo]] nel complesso sistema d'infeudazioni Saliceto risultava l'estremo avamposto meridionale, verso il [[mar Ligure]], della [[Repubblica Astese (1095)|Repubblica di Asti]], alleata con i marchesi Del Carretto, signori delle Valli della [[Bormida]] nella lunga guerra che la contrapponeva ad [[Alessandria]], [[Alba (
Il borgo di Saliceto nel [[fondovalle (orografia)|fondovalle]] risulta prospero, circondato da mura e dotato di molte torri già a metà del [[secolo XV]], come documentato in un affresco "gotico-subalpino" nell'antica [[sacrestia]] della chiesa di [[Sant'Agostino]], adiacente alla parrocchiale di [[San Lorenzo]]. Anche il [[castello]], soprattutto sul lato di levante, era già presente a quell'epoca per le alte volte gotiche all'interno, mentre all'esterno presenta i tipici motivi decorativi medioevali; inoltre, all'interno, vi sono pregevoli [[affreschi]] trecenteschi, tra cui una [[natività]] attribuita al pittore senese [[Taddeo di Bartolo]], unica in [[Piemonte]]. Altri affreschi
Saliceto, staccatosi dal Terziere di [[Millesimo (Italia)|Millesimo]], fu centro di un prospero marchesato comprendente con alterne vicende [[Camerana]], [[Gottasecca]], [[Cengio]], [[Paroldo]] e, per un breve periodo, anche [[Montezemolo (Italia)|Montezemolo]]; prosperità derivata dal fatto che il suo territorio era attraversato da importanti strade, prime fra tutte la Magistra Langarum, la strada maestra delle [[Langhe]] che collegava Alba ed [[Asti]] ai porti marittimi di [[Savona]], [[Noli]] dall'antica [[repubblica]], e [[Finale Ligure|Finale]].
Questo [[marchesato]] ebbe termine nell'anno [[1450]], all'epilogo della "guerra del Finale" descritta dal Filelfo, allorché il marchese Giorgino Del Carretto fu condotto prigioniero nella città di [[Asti]], dove morì rinchiuso in una torre. In quell'occasione il borgo e il castello furono occupati dai [[francesi]], alleati dei
La violenta guerra di Genova, tesa a conquistare il Marchesato di Finale, unica terra veramente libera sull'arco ligure, si concentrò soprattutto su [[Finalborgo]] e Saliceto. Già nel 1448 il popoloso borgo in Val Bormida fu occupato dai cavalieri francesi che presidiavano Asti e il marchese Giorgino Del Carretto ricorse all'aiuto dei
La faccenda dei diritti concessi da Filiberto d'Orleans si risolse il 16 novembre 1482, con un arbitrato notarile: la sentenza fu eletta nell'antica chiesa di Santa Maria (de Gudega?) di fronte ai capi famiglia di Saliceto (il più antico documento storico presente nell'archivio del municipio): al marchese di Finale, nuovo signore del vasto feudo, all'epoca Galeotto II Del Carretto, fu riconosciuta legittima la richiesta di ripristinare gli antichi diritti feudali, con la revoca delle concessioni
Va ricordato che Filiberto d'Orleans governò i feudi di Saliceto e Paroldo per una dozzina di anni, alla fine della guerra del Finale. Sempre lo storico Filelfo
[[File:Facciata san lorenzo saliceto.jpg|thumb|Facciata della parrocchiale di [[San Lorenzo]], autore ignoto, edificata tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento in pietra, per volere del [[cardinale]] [[Carlo Domenico del Carretto]] di [[Finale Ligure]]]]
In tal modo Saliceto fu annesso al [[Marchesato di Finale]] con Paroldo. Subito dopo, nei primi anni del Cinquecento, fu coinvolto in un intenso rinnovamento edilizio, che raggiunse l'apice con la costruzione della nuova [[parrocchiale]] di [[San Lorenzo]], [[monumento nazionale]] per la straordinaria [[architettura rinascimentale]], pari se non superiore allo stesso duomo di [[Torino]], edificata sul luogo dell'antica pieve di
La facciata della [[chiesa (architettura)|chiesa]], mirabilmente scolpita, presenta molteplici e raffinate figurazioni decorative a [[bassorilievo]], dove spiccano sirene dal seno scoperte, salamandre (ritenute un animale ignifugo), l'araba fenice, il pellicano che nutre i propri piccoli con il proprio sangue e, soprattutto, bassorilievi emblematici e misteriosi come un enigmatico "Bafometto" (l'idolo che i [[Templari]] erano accusati di adorare) esattamente come descritto da [[Guglielmo da Nogaret]], gran cancelliere del re di Francia e loro massimo accusatore: enormi baffi e zampe da caprone. È collocato alla sommità della lesena all'estrema destra della facciata. Da evidenziare, inoltre, un probabile [[Ermete Trismegisto]], unico in tutta [[Europa]], su entrambe le "colonne" ai lati della porta d'ingresso (simili raffigurazioni
Altra scultura, probabilmente unica in tutta [[Europa]], è una pietra in arenaria
Nel [[1583]] Saliceto e [[Paroldo]], con metà di [[Camerana]] e parte della Rocchetta di [[Cengio]], facevano ancora parte del [[Marchesato di Finale]], ormai prossimo alla fine. Una lapide, murata nella cupola all'interno della chiesa, riporta la data 1583 e il nome del penultimo marchese Alexander Del Carretto, abbas Bonacombae (abate di Buonacomba, marchese tra il [[1583]] e il [[1596]]), abbinato al fratello ''Fabbritius Del Carretto eques Hierosolymitanus Comendator Mediolanensis''.
Il 16 novembre 1583 Carlo Emanuele I ordinava per iscritto ai suoi emissari sulle Langhe che
E così, in piena notte, un'ora prima dallo scoccare della mezzanotte del 30 novembre 1583, gli emissari del duca sabaudo: Nicolao Ayazza e Paolo Antonio Pallavicino si presentarono di fronte al ponte levatoio del castello di Saliceto con forte scorta armata e ne presero il possesso in modo alquanto rude. Il giorno dopo, 1º dicembre, erano a Murialdo; poi toccò a Paroldo e Massimino.
Per la verità, a partire dal 1578 c'era stata una breve occupazione spagnola di
L'imperatore protestò per queste “usucapioni” considerate illegittime e continuò a confermare come legittimi signori di queste terre i
Da molti anni Finale era considerato il "porto delle Fiandre" e vi transitavano le truppe inviate a reprimere la ribellione dei Paesi Bassi, giacché la strada che portava a Milano attraversava i feudi imperiali delle Langhe senza interessare la Repubblica di Genova e i domini Sabaudi e costituiva un autentico corridoio verso la Lombardia.
Alcuni anni prima, il 31 agosto 1577, mentre l'intera Val Padana era terrorizzata dal dilagare della peste, l'imperatore Rodolfo II d'Asburgo aveva rinnovato l'infeudazione al marchese Alfonso II Del Carretto del borgo e del castello di Saliceto, con tutte le altre pertinenze del finalese a cominciare dal Castel Borgo e dal Castel Franco, e con le sue dirette dipendenze di Paroldo, metà di Camerana e parte della Rocchetta di Cengio.
I duchi di Savoia, per la verità, non si limitarono ad occupare i possedimenti finalesi nelle Alte Langhe alla morte del marchese Alfonso II, nel 1583; cinque anni dopo Carlo Emanuele I addiveniva ad uno scambio con Scipione Del Carretto, figlio di Filiberto I dei Marchesi Del Carretto di Finale. Infatti, con un autentico atto di pirateria politica, in data 6 aprile 1588 cedeva Saliceto, Murialdo e Paroldo a Scipione Del Carretto, in cambio di Zuccarello, Erli, Castelvecchio o Castri Veteris (di Rocca Barbena), Castelbianco (Castri Blanchi), Bardineto con Aquila, Gavenolle, Unty.
Per rendere più allettevole lo scambio a Saliceto, Murialdo e Paroldo il duca aggiungeva Bagnasco in Val Tanaro con Perno, Malpotremo, La Torre, La Niella, Lisio e Mombasiglio, inclusa parte della città di Ceva. Vi aggiungeva poi l'enorme somma di 60.000 scudi d'oro per il versamento dei quali il procuratore di Scipione rilasciò regolare ricevuta. La corruzione del marchese Scipione, i cui stessi diritti su Zuccarello, Erli, Castelbianco e Castelvecchio erano illegittimi, coinvolse anche le sue due figlie, alle quali il duca sabaudo elargì 1.000 Scudi d'oro ciascuna come dote; poi a ciascun parente di Scipione Del Carretto che non si fosse opposto ad una simile truffa assicurò altri 1.000 d'oro. Al fratello di Scipione di nome Prospero, complice in questa illecita transazione, fu riconosciuta una pensione, per tutta la durata della sua vita, di 400 Scudi d'oro! All'epoca i duchi sabaudi erano propensi a qualsiasi temerarietà pur di avvicinarsi al mare nella Riviera Ligure di Ponente: ambivano ad uno sbocco in quel mare meno impervio di Nizza, al di là delle alte Alpi Marittime; impresa che fu loro sempre negata finché ci fu la Repubblica di Genova, anche se alla fine riuscirono ad acquisire l'approdo di Oneglia, ma gli fu impedito di realizzare un corridoio nell'entroterra che lo collegasse alla Val Tanaro.
Ovviamente sia il procuratore imperiale che la Repubblica di Genova e soprattutto Ottavio Del Carretto, che vantava legittimi diritti su Zuccarello, Erli, Castelbianco e Castelvecchio, si opposero a questa transazione palesemente illegale, che ledeva i loro diritti. Il procuratore dell'imperatore del Sacro Romano Impero evidenziò come tutti i feudi che costituivano l'oggetto dell'illecita transazione, ad eccezione di Bagnasco, appartenessero alla Camera Imperiale, e che lo stesso marchese Scipione Del Carretto non potesse vantare diritti su di essi in quanto condannato per gravi delitti, incluso un omicidio. Precisava, inoltre, che contro di lui era stata emessa sentenza di colpevolezza in contumacia, con la confisca di tutti i suoi beni. Peraltro, quando Scipione Del Carretto giunse a Saliceto, eletto a sua residenza privilegiata, dimostrò tutta la sua protervia con la pretesa di ripristinare gli antichi privilegi feudali, stemperati, mitigati, addolciti da un secolo di dominio dei marchesi di Finale, soprattutto per la magnanimità del marchese – cardinale Carlo Domenico Del Carretto, che durante tutta la sua vita riservò un peculiare riguardo per Saliceto: atteggiamento rimasto senza spiegazioni. Di fronte a simili pretese si rischiò una rivolta popolare, poiché i salicetesi non erano disposti a rinunciare ai privilegi faticosamente acquisiti, e fu necessario l'intervento di un cancelliere del duca sabaudo, dotato di pieni poteri, per stemperare la tensione ed indurre il nuovo marchese, noto capitano di ventura con propria compagnia di mercenari, a miti consigli.
La diatriba continuò per 35 anni, finché nell'anno 1623 si giunse allo scontro armato tra il duca sabaudo e la Repubblica di Genova, che vedeva minacciata la città di Albenga, prossima a Zuccarello, per le mire espansionistiche dei signori di Torino. Nel frattempo il marchese Scipione Del Carretto, condannato per omicidio, privato dei suoi beni, era stato promosso dall'ineffabile duca Carlo Emanuele I a governatore di Mondovì, e suo figlio Filiberto II, succedutogli illegittimamente come marchese di Saliceto, Bagnasco, Murialdo, Parolodo, Lisio, Mombasiglio… fu nominato Gran Ciambellano dal solito duca Carlo Emanuele, Maresciallo di Campo Generale e inviato ambasciatore a Vienna; poi, nel 1628, fu nominato governatore di Trino e infine nel 1631 venne insignito dal duca Amedeo I, succeduto a Carlo Emanuele, dell'Ordine Supremo del Collare della SS. Annunziata. L'anno successivo, fu promosso governatore della città di Nizza e del suo contado.
Pertanto, nonostante i decreti imperiali e le relative lagnanze, i duchi Sabaudi fecero spallucce e persistettero nell'occupazione di Saliceto, Paroldo e Murialdo, infischiandosene delle proteste imperiali. Ancora nel 1639, quando gli spagnoli vennero a conquistare il forte di Cengio, il territorio di Saliceto risultava presidiato da una compagnia piemontese al comando del capitano Buttino di Ceva.
Fu allora che accadde il fatto d'arme più famoso, allorché un cecchino dotato di un archibugio da uccellatore fulminò con un colpo, sparato da grande distanza, il comandante dell'armata spagnola: don Martino d'Aragona. Gli storici riferirono che per questo colpo di moschetto fu raso al suolo, fino alle fondamenta, il castello, come rappresaglia. A subire questa sorte fu sicuramente il Castelvecchio sulla collina della Rosa, giacché il castello nel fondovalle, dotato di quattro grandi torrioni agli angoli e inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte, oltre alle strutture gotiche e agli affreschi trecenteschi, se non duecenteschi, presenta pregevoli architetture rinascimentali, come lo scalone a loggiato che unisce la corte interna al piano superiore.
Saliceto fu occupato dalle truppe francesi guidate da [[Napoleone Bonaparte]] dopo che l'11 aprile 1796 l'armata rivoluzionaria sfondò il fronte nei boschi di Montenotte, in prossimità del [[Colle di Cadibona]]. Lo stesso Napoleone dormì a Saliceto, in casa Roddolo, le notti del 16 e 17 aprile, dopo la sanguinosa conquista del castello diroccato di Cosseria, che costò ai francesi il sacrificio di 2.000 soldati e tre generali. Da qui, finalmente divise le armate austriaca e piemontese, il giovane generale, all'epoca ventisettenne, diramò gli ordini che portarono allo sfondamento definitivo del sistema difensivo allestito dall'esercito piemontese nel [[Monregalese]], per giungere rapidamente alla [[pace di Cherasco]] e permettere l'avanzata in Lombardia delle truppe vittoriose.
Tra gli altri monumenti salicetesi figura la chiesa di [[San Martino]] in località Lignera, dal campanile romanico, altro monumento nazionale, di difficile datazione, risalente probabilmente all'XI secolo, se non più antico. Custodisce all'interno affreschi tardogotici, secondi soltanto a quelli di San Fiorenzo di [[Bastia Mondovì]] per quanto riguarda la provincia di Cuneo. In questa chiesa il presbiterio, dotato di affreschi risalenti al XV secolo, è grande quanto la navata e nelle raffigurazioni spicca la storia della vita di san Martino, elaborata da anonima mano pittorica. Dinamico è lo scontro equestre con "cavalli ridenti". Inoltre, alla sommità dell'arcata gotica, spicca lo stemma dei Del Carretto: 5 bande diagonali rosse su campo d'oro, sormontato da nera aquila imperiale, adiacente alla "[[Vesica piscis|mandorla]]" del [[Cristo Pantocratore]] benedicente.
Altri affreschi quattrocenteschi sono conservati nella già citata sacrestia di [[sant'Agostino]] (la cui navata è ora adibita a sede della locale bocciofila), dov'è ravvisabile, nonostante il degrado, il borgo turrito di Saliceto, quasi una cartolina dell'epoca. Altre chiese sono la pittoresca [[Madonna della Neve]] situata su un poggio e san Gervasio dov'è murata una pietra romana e dove si può vedere una ''[[Madonna col Bambino]]'' affrescata sull'altare.
Sulla collina di ponente, nota come la Rocchezza, in prossimità di una cappella agreste nota come il Pilone del Foresto, sulla displuviale tra Bormida e [[Belbo]], è situato un antichissimo [[menhir]] che presenta incisioni neolitiche, come nella [[Valle delle Meraviglie]], sulle [[Alpi Marittime]] (rivista storica Alba Pompeia): una pietra alta circa un metro, caratterizzata da una profonda scanalatura laterale e da croci preistoriche. Altre pietre minori, disposte verticalmente nel bosco circostante, descrivono un ampio semicerchio. Ormai ridotti a pochi ruderi i resti dell'antichissimo Borgo Forte sulla collina della Rosa, localmente noto anche come Borgovecchio, dove una leggenda vuole che sia nascosta una capra d'oro; un'altra leggenda, molto più antica, accenna invece ad una barca tutta d'oro, sarcofago di un principe saraceno di nome Abdul Amin che su quella collina erse il suo alcazar nel IX secolo. Tale leggenda, assai truculenta, vuole che mille contadini cristiani furono utilizzati per scavare la tomba e poi furono tutti sgozzati, affinché non ne rivelassero l'ubicazione. Sono inoltre del tutto trascurati gli antichi Alberghi, che per secoli ospitarono dignitari ecclesiastici e imperiali allorché lasciavano la via Francigena ad Asti per raggiungere i porti d'imbarco di Savona, Noli e Finale, alla volta di Pisa o Civitavecchia, stanchi del lungo viaggio terrestre.
I salicetesi vantano due [[soprannomi]]: ''cere faze'' ("facce false") e ''maza-previ'' ("ammazza preti", per un fatto delittuoso che coinvolse il parroco don Fenoglio Giovanni Battista, assassinato durante un violento temporale estivo nella notte tra il 28 e il 29 luglio 1875, per motivi rimasti misteriosi, e gli autori del crimine non furono mai individuati).
Dalla collina del Baraccone, metri 765, (l'antico kastron baraktelìa bizantino?) è visibile il mare a sud-est: la rada di [[Vado Ligure]].
A Saliceto sono documentate, inoltre, tre tombe antichissime, preromane, imponenti: una a tholos con stele verticale interna, scoperta e distrutta durante la costruzione di un pozzo; le altre due a cunicolo, sopravvissute agli eventi, con stanze interne penetranti per più di cento metri nelle colline; e altre probabilmente si trovano nel territorio circostante.
=== Simboli ===
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 24 maggio 1937.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?2628|titolo=Saliceto|accesso=2024-01-09|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
Nello stemma in uso è raffigurato un [[Salice (araldica)|salice]] al naturale, in campo d'argento, nodrito nella campagna di verde.
Il gonfalone è un drappo partito di verde e di bianco.<ref>[https://www.facebook.com/photo/?fbid=2564739693746752&set=pcb.2564739783746743 Immagine del gonfalone].</ref>
==Società==
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{{Demografia/Saliceto}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
Secondo i dati [[Istituto nazionale di statistica|Istat]] al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Saliceto sono {{formatnum:80}}<ref>{{Cita web |url=http://demo.istat.it/str2017/index.html# |titolo=Dato Istat al 31/12/2017 |accesso=25 agosto 2018 }}</ref>, così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative<ref>Dati superiori alle 20 unità</ref>:
{{div col}}
# [[Marocco]], {{formatnum:29}}
# [[Ucraina]], {{formatnum:20}}
{{div col end}}
== Eventi ==
Saliceto è sede degli Stages estivi Internazionali "Stages Teatro al Castello di Saliceto" e del Festival dell'Incanto.
'''Notte Brava'''
Nel mese di agosto si svolge a Saliceto la Notte Brava, manifestazione estiva giunta alla quindicesima edizione, organizzata dalla Pro Loco. L’evento si tiene nel centro storico del paese, con musica dal vivo, stand gastronomici e aree dedicate alla ristorazione nel parco del castello, nella piazza della chiesa e nei vicoli circostanti.<ref>{{Cita web|url=https://www.facebook.com/p/Notte-Brava-a-Saliceto-100067330699180/?locale=it_IT|titolo=Notte Brava, profilo ufficiale}}</ref>
La Notte Brava nasce con l’obiettivo di promuovere il territorio e favorire la socialità, rappresentando anche un’importante occasione di autofinanziamento per le attività culturali e sportive locali. I proventi della serata sono infatti destinati al sostegno delle iniziative del paese e al miglioramento delle sue strutture.
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giovenale Gottardo|Inizio=19 giugno 1985|Fine=25 maggio 1990|Partito=-|Note=<ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Silvano Prandi|Inizio=25 maggio 1990|Fine=24 aprile 1995|Partito=[[Democrazia Cristiana]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Silvano Prandi|Inizio=24 aprile 1995|Fine=14 giugno 1999|Partito=[[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Silvano Prandi|Inizio=14 giugno 1999|Fine=14 giugno 2004|Partito=[[Polo per le Libertà]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Enrico Pregliasco|Inizio=14 giugno 2004|Fine=8 giugno 2009|Partito=orizzonti nuovi|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Enrico Pregliasco|Inizio=8 giugno 2009|Fine=26 maggio 2014|Partito=[[centro-destra]]|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Enrico Pregliasco|Inizio=26 maggio 2014|Fine=26 maggio 2019|Partito=[[lista civica]]: Saliceto insieme|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Luciano Grignolo|Inizio=26 maggio 2019|Fine=2024/2025 commissariamento del comune|Partito=[[lista civica]]: Viviamo Saliceto|Note=<ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine|Inizio=27 maggio 2025|Fine=In carica|Partito=Lista civica: “Insieme per Saliceto”|Nome=Giovanni Genta}}
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune faceva parte della [[comunità montana Alta Langa e Langa delle Valli Bormida e Uzzone]]<ref>{{Cita web|url=http://www.altalanga.cn.it/turismo/comuni/index.php|titolo=Statuto della Comunità Montana Alta Langa|accesso=22 luglio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120114071140/http://www.altalanga.cn.it/turismo/comuni/index.php|dataarchivio=14 gennaio 2012}}</ref>. Attualmente il Comune fa parte dell'Unione Montana Valli Mongia Cevetta, Langa Cebana, Alta Valle Bormida.
=== Gemellaggi ===
Saliceto è gemellata col suo omonimo, il piccolo paese [[Corsica|corso]] di [[Saliceto (Francia)|Saliceto]].
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Augusto Pregliasco, ''Saliceto, il nostro paese, frammenti di arte e storia.'' Omega Edizioni, Torino 1999
* Guido Araldo * Guido Araldo, ''Le colline dell'arcano'', ilmiolibro.it, 2013. ISBN 978-8891053978
== Voci correlate ==
* [[Stazione di Saliceto]]
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Cuneo}}
[[Categoria:
|