Tetragramma biblico: differenze tra le versioni

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[[File:Tetragrammaton scripts.svg|min|Evoluzione del tetragramma dall'[[alfabeto fenicio]], all'[[aramaico]] antico, all'attuale [[Alfabeto ebraico|ebraico]]]]
{{Avvisounicode}}
Il '''tetragramma biblico''' ({{greco antico|τετραγράμματον|tetragràmmaton}}) è la sequenza delle quattro [[lettera alfabetica|lettere]] [[lingua ebraica|ebraiche]] che compongono il [[teonimo|nome proprio]] di [[Dio (Ebraismo)|Dio]], [[Yahweh]], utilizzato nella [[Tanakh|Bibbia ebraica]] e [[Bibbia cristiana|cristiana]].<ref>{{cita web |url=http://www.etymonline.com/index.php?search=tetragrammaton |titolo=Online Etymology Dictionary}}</ref>
{{NN|ebraismo|agosto 2013}}
{{P|Stile inadeguato, formattazione creativa, eccesso di citazioni di testi sacri, voci correlate o rinvii di approfondimento eccessivi. Ennesima voce di ebraismo che va depurata dagli intenti dottrinali (molto spesso cabalistici) e (ri)portata in forma enciclopedica e neutrale.|ebraismo|maggio 2014}}
 
Le quattro lettere del tetragramma sono {{Lang-he|יהוה}} ([[Jodh (lettera)|yod]], [[he (lettera)|he]], [[waw (lettera)|waw]], [[he (lettera)|he]], da leggersi da destra a sinistra). La traslitterazione più comune è: '''YHWH'''.<ref name="Knight,2011">{{cita libro|cognome=Knight|nome=Douglas A.|titolo=The Meaning of the Bible: What the Jewish Scriptures and Christian Old Testament Can Teach Us|anno=2011|editore=HarperOne|città=New York|isbn=0-06-209859-4|edizione=1st ed.|autore2=Levine, Amy-Jill|pp=142, }}</ref> Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da [[consonante|consonanti]].
[[File:Tetragrammaton scripts.svg|thumb|Evoluzione del tetragramma dall'[[alfabeto fenicio]] all'attuale [[Alfabeto ebraico|ebraico]]]]
Fin dall'epoca persiana, per un'interpretazione restrittiva del secondo dei [[dieci comandamenti]], gli [[Ebrei]] considerano il tetragramma come troppo [[sacro]] per essere pronunciato e perciò la corretta vocalizzazione (l'interpolazione di vocali alle consonanti) del tetragramma è andata col tempo perduta.<ref>{{cita libro | nome=Hans Küng | titolo=Dio esiste? |p=831 | anno=2012 | editore=Fazi editore | città=Roma |isbn=978-88-6411-256-5}}</ref><ref>{{cita libro |autore=Bruce J. Malina|autore2=Richard L. Rohrbaugh |titolo=Social-science Commentary on the Synoptic Gospels |url=https://books.google.com/books?id=xxOGViLco-UC&pg=PA407 |editore=Fortress Press |isbn=978-1-4514-1704-3 |p=407 |citazione=Nelle Scritture ebraiche, troviamo un'immagine teologica di Dio radicata nella struttura sociale della monarchia israelita. Poiché questa è una monarchia limitata ad un singolo gruppo etnico, l'immagine di Dio è una di [[enoteismo]] piuttosto che [[monoteismo]]}}. V. anche {{cita libro |autore=Christine Hayes|titolo=Introduction to the Bible |url=https://books.google.com/books?id=SKbkXYHxvlAC&pg=PA38 |anno= 2012 |editore=Yale University Press|isbn=978-0-300-18827-1|p=38 |citazione=Quasi certamente gli ebrei del periodo patriarcale (secondo millennio p.[[e.v.]]) come anche molti israeliti e giudei non erano marcatamente differenti da molti dei loro vicini politeisti… La maggior parte degli studiosi ipotizzano che l'antica religione giudeo-israelita (le pratiche e le credenze degli abitanti dei regni di Israele e Giudea nel primo millennio p.e.v) era più che altro monolatra (promuovendo l'adorazione di un Dio, Yahweh, senza negare l'esistenza di altri dei) piuttosto che monoteista (asserendo la realtà di un solo dio)}} Cfr. infine a [https://books.google.com/books?id=SKbkXYHxvlAC&pg=PA300 p. 300]: «Yahweh, una volta una divinità meridionale importata a Canaan, poi il dio nazionale di Israele…». {{cita libro |autore=Mark S. Smith |titolo=The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel |url=https://books.google.com/books?id=1yM3AuBh4AsC&pg=PA184 |anno=2002 |editore=Wm. B. Eerdmans Publishing |isbn=978-0-8028-3972-5 |citazione=Che il diteismo e lo yahwismo politeista fossero in seguito condannati dagli yahwisti monoteisti non indica che lo yahwismo nonmonoteista necessariamente costituisse un "sincretismo canaanita" o una "religione popolare", contaminata da pratiche canaanite e quindi di carattere nonyahwista." Il resto dell'opera discute del movimento graduale dall'enoteismo al monoteismo dal tempo dei Giudici a quello dell'esilio babilonese}} Cfr. anche: [https://books.google.com/books?id=1yM3AuBh4AsC&pg=PA11 p. 11] e [https://books.google.com/books?id=1yM3AuBh4AsC&pg=PA64 p. 64].</ref><ref name="BotterweckRinggren1977">{{Cita libro|autore1=G. Johannes Botterweck|autore2=Helmer Ringgren|titolo=Theological Dictionary of the Old Testament|url=https://books.google.com/books?id=lBUH0Znxbb8C&pg=PA112|anno=1977|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|isbn=978-0-8028-2327-4|p=112}}</ref><ref name="Samuelson2006">{{Cita libro|autore=Norbert Samuelson|titolo=Jewish Philosophy: An Historical Introduction|url=https://books.google.com/books?id=VrW3du_y0gEC&pg=PA42|anno= 2006|editore=A&C Black|isbn=978-0-8264-9244-9|p=42}}</ref>
 
Coloro che seguono le [[ebraismo ortodosso|tradizioni ebraiche conservatrici]] non pronunciano {{lang|he|יהוה}}, ad alta voce o in silenzio mentalmente, né lo leggono traslitterato in altre lingue. L'[[Halakhah|ordinamento religioso ebraico]] prescrive che il nome sia sostituito da [[Adonai]] (quest'ultimo è anch'esso considerato un nome sacro, da usarsi solamente durante le [[preghiera ebraica|preghiere]]),<ref group=Nota>"[I Sacerdoti, quando recitavano la Benedizione Sacerdotale, all'epoca del Tempio,] recitavano il nome [di Dio] -- cioè, il nome ''yod-hei-vav-hei'', come sta scritto. Questo è ciò a cui ci si riferisce con il «nome esplicito» in tutte le fonti. Nella regione [al di fuori del Tempio], si legge [usando un altro nome di Dio], א-ד-נ-י (''Adonai''), poiché solo nel Tempio viene recitato questo nome [di Dio] nel modo in cui è scritto." -- [[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'', "Leggi di Preghiera e Benedizioni Sacerdotali", 14:10.</ref> prescrivendo anche che per farvi riferimento si debba usare la forma impersonale ''[[haShem]]'' ("il Nome").<ref name="autogenerato1">Stanley S. Seidner, "HaShem: Uses through the Ages." Unpublished paper, Rabbinical Society Seminar, Los Angeles, CA, 1987.</ref> La parola è invece sostituita con altri [[nomi di Dio nella Bibbia|termini divini]], sia che si desideri invocare o fare riferimento al Dio di [[Israele]]. Un'altra forma sostitutiva ebraica comune, oltre alle già citate, è ''hakadosh baruch hu'' (“Il Santo Benedetto”).<ref name="Parke-Taylor,79" />
Il '''tetragramma biblico''' è la sequenza delle quattro [[lettera alfabetica|lettere]] (in [[lingua greca|greco]]: '''''tetragràmmaton'''''; ''τέτρα'', «quattro» e ''γράμματα'', «lettere») [[lingua ebraica|ebraiche]] che compongono il nome proprio di [[Dio (Ebraismo)|Dio]] descritto nel ''[[Tanach]]'': '''''יהוה''''' (leggendo da destra a sinistra: [[Jodh (lettera)|yodh]]-[[he (lettera)|he]]-[[waw (lettera)|waw]]-[[he (lettera)|he]]). In passato era largamente attestata la [[traslitterazione]] '''JHWH'''; in epoca contemporanea invece la traslitterazione più diffusa è '''YHWH''', dato che il valore consonantico e fonetico che la lettera [[J]] possiede in diverse [[lingue neolatine]] e in quella [[lingua inglese|inglese]] (come in «''[[jeans]]''») non corrisponde alla [[Jodh (lettera)|''yod'' ebraica]]. Tuttavia in [[Lingua italiana|italiano]] la J è la versione semiconsonantica della vocale I; solo dagli anni '50 del XX secolo, con il massiccio afflusso di anglicismi nella lingua italiana, la J ha acquistato valore prettamente consonantico.<ref>{{cita web|url=http://forum.accademiadellacrusca.it/forum_10/interventi/4737.shtml|titolo=La lettera J|editore=[[Accademia della Crusca]]}}</ref>
 
A partire dal [[XVI secolo]] è nata una ricerca approfondita e vasta su come ricostruire la pronuncia del tetragramma.
Per interpretazione restrittiva, gli [[Ebrei]] considerano, fin dall'antichità, il tetragramma come troppo [[sacro]] per essere pronunciato. La [[Halakhah]] prescrive che il nome sia pronunciato come [[Adonai]] (quest'ultimo è anch'esso considerato un nome sacro, da usarsi solamente durante le preghiere);<ref>"They [the Priests, when reciting the Priestly Blessing, when the Temple stood] recite [God's] name -- i.e., the name yod-hei-vav-hei, as it is written. This is what is referred to as the 'explicit name' in all sources. In the country [that is, outside the Temple], it is read [using another one of God's names], א-ד-נ-י ('Adonai'), for only in the Temple is this name [of God] recited as it is written." -- Mishneh Torah Maimonides, Laws of Prayer and Priestly Blessings, 14:10</ref> prescrivendo anche che per farvi riferimento si debba usare la forma impersonale ''[[haShem]]'' ("il Nome").<ref name=autogenerato1>Stanley S. Seidner, "HaShem: Uses through the Ages." Unpublished paper, Rabbinical Society Seminar, Los Angeles, CA, 1987.</ref>
Basandosi sulle [[alfabeto ebraico|consonanti ebraiche]], la pronuncia del tetragramma potrebbe essere vicino a ''Yahweh''.<ref name="Parke-Taylor,79" /> I [[Samaritani]], infatti, affermano che la pronuncia sia ''iabe''. Alcune fonti [[Padri della Chiesa|patristiche]], tuttavia, forniscono prove per la pronuncia [[lingua greca|greca]] ''iaō''.<ref name="Parke-Taylor,79">{{Cita libro|autore=G Parke-Taylor|titolo=Yahweh: the divine name in the Bible|url=https://books.google.com/books?id=VgHPVgod3mwC&pg=PA79|anno=1975|editore=Wilfrid Laurier Univ. Press|isbn=978-0-88920-013-5|p=79}}</ref>
 
«Molti studiosi ritengono che il significato più appropriato possa essere ''"Egli porta all'esistenza ciò che esiste"''»<ref name="britannica.com">[https://www.britannica.com/topic/Yahweh ''Encyclopaedia Britannica'': "Yahweh"]</ref> [[Hans Küng]] osserva che quel nome è «una dichiarazione sulla volontà di Dio, secondo l'interpretazione oggi fornita dai principali esegeti dell'Antico Testamento […] che esprime la sua esistenza dinamica […]».<ref>{{cita libro | nome= [[Hans Küng]] | titolo=Dio esiste? Risposta al problema di Dio nell'età moderna, pp.691,692 | anno=1980, 2012 | editore=Arnoldo Mondadori Editore | città=Milano | }}</ref> Il nome potrebbe anche derivare da un [[verbo]] che significa "divenire", "avvenire", "esistere" ed "essere".<ref name="Knight,2011"/><ref name="jw.org">{{cita web|url=https://www.jw.org/en/publications/bible/nwt/appendix-a/tetragrammaton-divine-name/|titolo=Il nome divino nelle Scritture Ebraiche|accesso=4 aprile 2019}}</ref><ref name="Byrne2011">{{Cita libro|autore=Máire Byrne|titolo=The Names of God in Judaism, Christianity, and Islam: A Basis for Interfaith Dialogue|url=https://books.google.com/books?id=ck4SBwAAQBAJ&pg=PT18|anno=2011|editore=Bloomsbury Publishing|isbn=978-1-4411-6341-7|p=18}}</ref><ref name="ccel.org">[http://www.ccel.org/s/schaff/encyc/encyc12/htm/ii.xxviii.ii.htm ''The New Schaff-Herzog Encyclopedia of Religious Knowledge'', Vol. XII: "Yahweh"]</ref><ref name=Strong>[http://www.blueletterbible.org/lang/lexicon/lexicon.cfm?Strongs=H1961 Strong's H1961]</ref><ref name="Parke-Taylor2006">{{Cita libro|autore=G.H. Parke-Taylor|titolo=Yahweh: The Divine Name in the Bible|url=https://books.google.com/books?id=XZhkDQAAQBAJ&pg=PA59|anno=2006|editore=Wilfrid Laurier Univ. Press|isbn=978-0-88920-652-6|pp=57-62}}</ref>
Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da [[consonante|consonanti]]; poiché esso non viene pronunciato, la corretta vocalizzazione ( l'interpolazione di vocali alle consonanti ) delle quattro lettere del tetragramma è andata col tempo perduta. Inoltre, delle quattro consonanti che compongono il tetragramma, due hanno un suono [[semivocale|semivocalico]], e tre possono anche essere mute, nella pronuncia (''[[mater lectionis|matres lectionis]]''): pertanto si potrebbe anche arrivare, paradossalmente, a ipotizzare una pronuncia unicamente vocalica, quasi come una emissione ininterrotta del fiato. L'Ebraismo ritiene persa la corretta [[fonologia|pronuncia]] del nome sacro: da ciò è nata, a partire dal [[XVI secolo]] e soprattutto da parte di studiosi cristiani, una ricerca approfondita e vasta, tuttora in discussione.
{{TOClimit|3}} Nell'[[Antico Testamento]] «il nome ricorre più di seimilaottocento volte».
 
== Nella BibbiaOrigini ==
=== Versioni ebraicheEtimologia ===
Le lettere, appropriatamente lette da destra a sinistra (in [[alfabeto ebraico|ebraico biblico]]), sono:
Secondo la ''[[Jewish Encyclopedia]]'':
:{| class=wikitable style="text-align:center;"
{{Citazione|Il Tetragramma compare 5.410 volte nella bibbia, suddiviso nei libri seguenti: Genesi 153, Esodo 364, Levitico 285, Numeri 387, Deuteronomio 230 (totale nella ''Torah'': 1.419); Giosuè 170, Giudici 158, Samuele 423, Re 467, Isaia 367, Geremia 555, Ezechiele 211, Profeti minori 345 (totale nei ''Profeti'': 2.696); Salmi 645, Proverbi 87, Giobbe 31, Rut 16, Lamentazioni 32, Daniele 7, Esdra Neemia 31, Cronache 446 (totale negli ''Agiografa'': 1.295).<ref name=jew>{{cita web|autore=Crawford Howell Toyurl|coautori=Ludwig Blau|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T|titolo=Tetragrammaton|accesso=4 agosto 2011|lingua=en
|-
|editore=Jewish encyclopedia.com|sito=Jewish encyclopedia|data=1901-1906}}[http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T#625 a], [http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T#628 b]</ref>}}
! [[Ebraico]] !! [[alfabeto ebraico|Nome della lettera]] !! [[Aiuto:IPA|Pronuncia]]
|- valign=top
| <span style="font-size:170%;">י</span>
| [[Jodh (lettera)|Yod]]
| {{IPA|[j]|}}
|- valign=top
| <span style="font-size:170%;">ה</span>
| [[He (lettera)|He]]
|{{IPA|[h]|}}
|- valign=top
| <span style="font-size:170%;">ו</span>
| [[Waw (lettera)|Waw]]
| {{IPA|[w]|}}, o segnaposto per vocale "O"/"U" (cfr. [[mater lectionis]])
|- valign=top
| <span style="font-size:170%;">ה</span>
| [[He (lettera)|He]]
| {{IPA|[h]|}} (o spesso [[sorda|muta]] a fine parola)
|}
 
Esiste fra gli studiosi contemporanei un consenso<ref>[https://books.google.it/books?id=pcAkKMECPKIC&pg=PA513&dq=consensus+%22modern+scholarship%22+Yahweh&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjrvO6plLLhAhWaQxUIHV9GC3cQ6AEIKDAA#v=onepage&q=consensus%20%22modern%20scholarship%22%20Yahweh&f=false G. Johannes Botterweck, Helmer Ringgren, Heinz-Josef Fabry (a cura di), ''Theological Dictionary of the Old Testament'' (Eerdmans 1977), vol. V, p. 513]</ref> che il nome "YHWH" sia un verbo derivato dalla [[radice (linguistica)|radice]] [[consonante|triconsonantica]] dell'[[ebraico]] biblico {{Lang|he|היה}} (''h-y-h'') – che significa "essere", "divenire", "avvenire" e che ha {{Lang|he|הוה}} (''h-w-h'') come forma arcaica – con un [[Prefisso (linguistica)|prefisso]] ''y-'' in [[persona (linguistica)|terza persona]] maschile.<ref name=Strong/><ref name="The New 1907">''The New Brown–Driver–Briggs-Gesenius Hebrew and English Lexicon With an Appendix Containing the Biblical Aramaic'' di Frances Brown, con la collaborazione di S.R. Driver e Charles Briggs (1907), p. 217segg. (voce יהוה elencata sotto la radice הוה).</ref><ref name="Zuck">{{Cita libro | autore = Charles Gianotti | titolo = The Meaning of the Divine Name YHWH, in Vital Old Testament Issues | anno = 1996 | url = https://archive.org/details/vitaloldtestamen0000unse | editore= Zondervan | città= Michigan | p = [https://archive.org/details/vitaloldtestamen0000unse/page/28 28] | data = 1996 | isbn = 0-8254-4073-4}}</ref> Si collega al passo {{passo biblico|Esodo|3:14}} in cui Dio dà il suo nome come {{lang|he|אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה}} (''[[ehyeh asher ehyeh]]''), tradotto variamente come "Io sono colui che è", "Io sono colui che sono", "Sarò chi sarò" o ancora "Io sono io-sono"<ref group=Nota>''Eh-yeh'', dal [[verbo]] [[ebraico]] ''ha-yah'', è in [[Coniugazione (linguistica)|coniugazione]] imperfetta. "La coniugazione non significa il [[Tempo (linguistica)|tempo]], come fanno le coniugazioni [[lingua inglese|inglesi]] (per es., [[Past simple]]). Tuttavia, il perfetto è usato prevalentemente per descrivere eventi del tempo passato, mentre l'imperfetto è prevalentemente usato per descrivere eventi non-passati (cioè, presente o futuro)" - [http://individual.utoronto.ca/holmstedt/textbook/BHSG2011.pdf John A. Cook & Robert D. Holmstedt, ''Biblical Hebrew: A Student Grammar'' (PDF)].</ref> o "Diverrò ciò che deciderò di divenire",<ref name="NWT">{{cita libro|titolo=New World Translation of the Holy Scriptures (2013 Revision)|url=http://www.jw.org/en/publications/bible/nwt/appendix-a/tetragrammaton-divine-name/ |anno=2013 |editore=Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania. |città=NY, Stati Uniti |p=1735|lingua=en}}</ref> "Diverrò qualsiasi cosa mi aggradi".<ref name="Emphasized">{{cita libro |titolo=Emphasized Bible |url=http://nocr.net/bexpo/english/engebr/index.php/Ex/3/14 |editore=Alex Markley's PHPScripture |lingua=en |accesso=31 luglio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304092354/http://nocr.net/bexpo/english/engebr/index.php/Ex/3/14 |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
Secondo le fonti il nome ricorre 6.828 volte<ref>''Dizionario Teologico dell'Antico Testamento'' di E. Jenni e C. Westermann, Volume I, coll. 609,, 610, Marietti Editore, Torino 1978</ref>, nella forma יהוה, compresi i 134 punti in cui i ''[[Sofer (Ebraismo)|soferim]]'' ("scribi") ebrei cambiarono il testo ebraico originale da יהוה in "Ado-nai"<ref>Vedi ''The Massorah'', di C. D. Ginsburg, Ktav Publishing [[House of Yahweh]], New York, ristampa del 1975.</ref> e appare per la prima volta nel Libro della ''[[Genesi]]'' ({{Passo biblico|Ge|2,4}}).
 
יהוה con la [[Alfabeto ebraico#Vocali|vocalizzazione (''niqqud'')]] "Yahweh" potrebbe in teoria essere l'inflessione verbale ''hif'il'' ([[diatesi causativa|causativa]]) della radice HWH, con un significato del tipo "colui che induce a esistere" o "che dà la vita" (l'idea base della parola essendo "respirare" e quindi "vivere")<ref name=JewishEncycloName>{{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/articles/11305-names-of-god |titolo=Names Of God |editore=JewishEncyclopedia.com |accesso=25 luglio 2015}}</ref><ref name="Albright">{{Cita libro | autore = William Foxwell Albright | titolo = From the Stone Age to Christianity: Monotheism and the Historical Process| editore= Doubleday | lingua=en | città= NY | p = 259 | data = 1957 | isbn = 978-1-59244-339-0}}</ref> o "Egli fa divenire".<ref name="NWT"/> Come inflessione verbale ''qal'' (paradigma base), potrebbe significare "Colui che è, che esiste".<ref name="The New 1907"/>
Nella Bibbia ebraica, il tetragramma è la forma più diffusa per indicare Dio, ma non è esclusiva. Ad esempio, in alcuni salmi, come il 43 (42 secondo la divisione della [[Septuaginta]]), si usa solo il titolo [[Elohim|E-lohim]] (forma plurale di ''E-loah'' = "Divinità"). Inoltre non compare nell'''Ecclesiaste'' (''[[Qoelet]]'') e nel ''[[Libro di Ester]]'', e in forma completa nel ''[[Cantico dei Cantici]]'', un fatto che mostrerebbe secondo alcuni studiosi come [[André Lemarie]]<ref>La Nascita Del Monoteismo, Brescia, 2005, Paideia(cap. 16 la scomparsa di JHWH, pp. 141-150)</ref> l'epoca tarda di composizione di questi libri, i cui autori sarebbero vissuti in un'epoca in cui non si pronunciava più il Nome divino, tanto nell'uso comune quanto nella lettura della Bibbia. Nel ''Libro di Ester'' comunque è presente un [[acrostico]] che forma il tetragramma, ma all'inverso mentre nel ''[[Cantico dei Cantici]]'' al capitolo 8 versetto 6 appare in forma abbreviata quando si dice che l'amore è la "fiamma di ''Iah'' "<ref>''Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile'', pag. 114, Watch Tower, 1961</ref>
 
=== Significato ===
{{chiarire|Gli studiosi|quali?}}, a partire dal [[XVIII secolo]], hanno notato come all'utilizzo dei diversi nomi divini nella Bibbia si possono far corrispondere tradizioni compositive differenti. Ad esempio nel libro della ''Genesi'' è presente una versione della creazione che utilizza il nome E-lohim.
 
Sono diverse le teorie sul significato del nome divino Yahweh.
Nel [[testo masoretico]] il tetragramma compare con le vocali di Ado-nai per ricordare al lettore di pronunciare "Ado-nai", ma nel [[Codex Aleppo]] del X secolo d.C., il nome divino sotto forma di tetragramma (''יהוה'') che compariva nel testo ebraico antico viene conservato in [[Deuteronomio]] 32,3,6<ref>''The Aleppo Codex'' a cura di Moshe H. Goshen-Gottstein, Magnes Press, Gerusalemme 1976</ref><ref>[http://www.aleppocodex.org/ Codice di Aleppo in lingua inglese]</ref>
 
Negli anni 1920, [[William Albright]] propose la teoria che il nome "Yahweh" è in realtà una abbreviazione della frase "''yahweh'' (egli fa esistere) ''ašer'' (quello che) ''yihweh'' (esiste)", nella quale ''yahweh'' sarebbe la terza persona maschile singolare dell'imperfetto (aspetto, non tempo) del causativo del verbo ''hawah'' (forma arcaica del verbo ebraico ''hayah''), e ''yihweh'' la parte corrispondente della forma semplice dello stesso verbo.<ref>[https://www.jstor.org/stable/1356574?seq=1#page_scan_tab_contents William H. Brownlee, "The Ineffable Name of God", in ''Bulletin of American Schools of Oriental Research'', n. 226 (aprile 1977), p. 39]</ref> Secondo la voce "Yahweh" (di data incerta) della ''[[Enciclopedia Britannica]]'', molti studiosi hanno aderito a tale teoria,<ref name="britannica.com"/> che però altri non accettano. [[Frank Moore Cross]], discepolo di Albright, lui pure propone l'interpretazione causativa del nome "Yahweh", che secondo lui è una abbreviazione della frase ''yahweh ṣĕbaot'' (egli fa esistere gli eserciti celesti), frase che appare più di 200 volte nella Bibbia ebraica e di cui Cross rigetta l'interpretazione tradizionale: "Yahweh (o Signore) degli eserciti".<ref>[https://books.google.it/books?id=bJqwWRDOMgEC&pg=PA65&dq=Frank+Moore+divine+hosts&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwi8h8CAo8HhAhUtRBUIHQwfAbkQ6AEILjAB#v=onepage&q=Frank%20Moore%20divine%20hosts&f=false Frank Moore Cross, ''Canaanite Myth and Hebrew Epic: Essays in the History of the Religion of Israel'' (Harvard University Press 2009), p. 65]</ref> David N. Freedman, altro discepolo di Albright, menziona altri ipotetici nomi di cui "Yahweh" potrebbe essere una forma abbreviata: ''ēl yahweh yiśrāʾēl'' (Dio fa esistere Israele), ''*ʾēl yahweh rûḥôt'' (Dio fa esistere i venti),<ref name="Dictionary915"/>
=== Versioni greche ===
Nel secondo dei più antichi frammenti sopravvissuti della versione in [[lingua greca]] della Bibbia detta ''[[Septuaginta|dei Settanta]]'', è presente il tetragramma non vocalizzato ( il frammento contenuto nel [[Papiro Fouad]] 266 del [[II secolo a.C.|II]]-[[I secolo a.C.]]). Il [[Papiro Rylands 458]] è il più antico papiro sopravvissuto della Septuaginta (metà del II secolo a.C). Nel Papiro Rylands 458 è presente uno spazio vuoto al posto del tetragramma. Nelle parti successive e in molti manoscritti più recenti a noi pervenuti, il nome divino è invece reso con [[Kyrios (termine biblico)|Kyrios]], cioè "Signore" in greco.
 
Il significato del tetragramma viene spesso messo in relazione con il passo del ''[[Libro dell'Esodo]]'' ([http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Esodo+3%2C+14&versioni%5b%5d=Riveduta 3, 14]) che contiene la frase אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה", ''ĕhyeh'' (Io sono o sarò, ecc.) ''ašer'' (quello che) "''ĕhyeh''". Lì il verbo ("esistere, essere") appare in prima persona e nella forma semplice o ''qal'', non in quella causativa o ''hif'íl'' ("far esistere") ed è solitamente tradotto in [[lingua italiana|italiano]] con "io sono". Cross propose che il testo originale fosse nella terza persona e nella forma ''hif'il'': ''yahweh ašer yahweh''; e Freedman considerò sufficiente mettere i verbi nella forma ''hif'il'', cambiandone solo le vocali, e interpretare come equivalente a "io sono il creatore" la risultante frase, "io creo ciò che creo".<ref>[http://eprints.glos.ac.uk/3787/1/PhD%20Mark%20Arnold%20Final.pdf Mark Paul Arnold, "Revealing the Name: An Investigation of the Divine Character through a Conversation Analysis of the Dialogues between God and Moses in the Book of Exodus" (University of Gloucestertshire 1915), pp. 26–27, 38–39]</ref>
Esistono anche altre versioni in greco della Bibbia ebraica (come quella di Aquila), in cui le consonanti del tetragramma sono trascritte in greco.
 
La [[Septuaginta]] rende la frase con Ἐγώ εἰμι ὁ ὤν (''egṑ eimi ho ṑn''), letteralmente "io sono l'esistente". Anticamente questa frase veniva intesa come indicazione dell'essenza metafisica di Dio. Gli esegeti contemporanei invece l'interpretano non come dichiarazione di Dio sulla sua esistenza statica, ma come promessa di essere attivamente o dinamicamente con Mosè e con il popolo d'Israele ("mostrarsi presente").<ref name="Dictionary915">[https://books.google.it/books?id=yCkRz5pfxz0C&pg=PA915&dq=toorn+yahweh+%22manifests+himself%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiz5-bflsXhAhX4ShUIHQWIA24Q6AEILjAB#v=onepage&q=toorn%20yahweh%20%22manifests%20himself%22&f=false Karel van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst, ''Dictionary of Deities and Demons in the Bible'' (Eerdmans 1999), p. 915]</ref><ref name="Kung"/>
Alcuni ricercatori, come [[George Howard]], [[Paul Kahle]], Sidney Jellicoa, ripresi dall'italiano Matteo Pierro, appartenente quest'ultimo ai [[Testimoni di Geova]], sostengono che, poiché il nome divino nei frammenti più antichi è trascritto in [[aramaico]] o in lettere paleoebraiche o traslitterato in lettere greche, allora la sostituzione del tetragramma con il termine ''Kyrios'' sarebbe un'innovazione cristiana, dato che per loro il nome divino in ebraico non era più comprensibile.
 
La maggioranza<ref>{{Cita libro|coautori=G. Johannes Botterweck, Helmer Ringgren, Heinz-Josef Fabry|titolo=Theological Dictionary of the Old Testament|url=https://books.google.it/books?id=pcAkKMECPKIC&pg=PA513&dq=consensus+%22modern+scholarship%22+Yahweh&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjrvO6plLLhAhWaQxUIHV9GC3cQ6AEIKDAA#v=onepage&q=consensus%20%22modern%20scholarship%22%20Yahweh&f=false|accesso=4 aprile 2019|volume=V|anno=1977|editore=Eerdmans |isbn=978-0-88920-652-6|p=513}}</ref> degli studiosi moderni non limitano il nome al senso causativo ma lo collegano con il raggio più vasto di significati del verbo, che nella forma ''qal'' significa ''essere'', ''esistere'', ''divenire'', ''avvenire'', ''avere l'esistenza'' e denota l'esistenza attiva di Dio a favore del suo popolo, come dichiara Dio in ''Esodo'' 3,14: "Io sono colui che sono" o "che sarò" o "che diventerò", ecc.<ref name="Byrne2011"/><ref name="ccel.org"/><ref name="BRILL1978"/><ref name="DivineName"/> È tipico dell'erudizione contemporanea mettere l'accento su tale esistenza attiva.<ref name="DivineName">[https://books.google.it/books?id=XZhkDQAAQBAJ&pg=PA99&dq=YHWH+%22active+existence%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjlx9-rhrvhAhUSGewKHaTkBykQ6AEIKDAA#v=onepage&q=YHWH%20%22active%20existence%22&f=false G.H. Parke-Taylor, ''Yahweh: The Divine Name in the Bible'' (Wilfrid Laurier Univ. Press 2006), p. 99]</ref>
L'accademico Albert Pietersma<ref>Albert Pietersma, “Kyrios or Tetragrammaton: a renewed quest for the original Septuagint”, in De Septuaginta, Studies in Honour of John William Wevers on his sixty-fifth birthday (ed. Albert Pietersma and Claude Cox.) Benben Publications: Mississauga, 1984. pp. 85-101. Pdf dell’articolo scaricabile gratuitamente dal sito del professor Pietersma stesso: http://homes.chass.utoronto.ca/~pietersm/KyriosorTetragram(1984).pdf </ref>, sostiene invece che i papiri greci che riportano il Nome divino, trascritto in varie forme, non sarebbero testimoni genuini dell'originario testo dei LXX. Si tratterebbe invece di versioni giudaizzanti, intente a ridare una coloritura semitica al testo, come pare dimostrabile dal fatto che i papiri in questione non presentano solo l'anomalia del tetragramma bensì altre correzioni ebraizzanti del testo. Un'altra opinione è espressa dallo studioso Fernàndez Marcos Natalio il quale afferma che "molto probabilmente già i traduttori del Pentateuco utilizzarono κύριος per tradurre il tetragrammaton, ma forse molto presto e certamente nel I sec. a.C. si attuò nel giudaismo palestinese un processo arcaizzante di correzione del nome sacro, che viene scritto in ebraico, in scrittura quadrata o paleoebraica oppure traslitterato in greco, mentre nei circoli cristiani si generalizza l'uso di κύριος"<ref>''La Bibbia dei Settanta'', Fernández Marcos Natalio Brescia, 2000, Paideia, p. 194.</ref><br />
 
Michael S. Heiser indica vari motivi per considerare insicura l'interpretazione del nome "Yahweh" sulla base della sola forma causativa del verbo.<ref>[http://drmsh.com/the-naked-bible/yhwh/ Michael S. Heiser, "YHWH"]</ref> I [[Testimoni di Geova]], che hanno scelto l'interpretazione causativa, riconoscono che, data la varietà delle opinioni al riguardo, essa non può essere considerata certa.<ref name="jw.org"/>
D'altronde molti papiri ritrovati della Settanta appartenenti ad epoche diverse dimostrano che il nome divino sotto forma di tetragramma e in caratteri ebraici antichi, arcaici o in lettere greche era usato dai traduttori dove questo ricorreva nel testo originale ebraico. Papirologi ed accademici lo rilevano nei seguenti frammenti e nelle relative loro pubblicazioni: LXX (P.Fouad inv. 266) con il nome divino in caratteri ebraici quadrati per 49 volte in [[Deuteronomio]] e tre volte nei frammenti 116, 117 e 123.<ref>W.G.Wadell in ''JTS'' vol.45 pp.158-161</ref><ref>''Studio Patristica'', volume I, parte I a cura di Kurt Aland e F. L. Cross, Berlino 1957, pp.339-342;</ref><ref>W. Baars ''Papiro Fouard Inv. N. 266'' pubblicato nel ''Nederlands Theologisch Tijdschrift'', volume XIII, Wageningen, 1959, pp. 442-446</ref><ref>''George Howard, ''The Oldest Greek Text of Deuteronomy'' pubblicato nell'''Hebrew Union College Annual'', volume XLII, Cincinnati 1971, pp. 125-131''</ref>. 117 frammenti del papiro furono pubblicati da ''Estudes de papyrologie''<ref>''Estudes de papyrologie'', Volume 9 , Il Cairo, 1971, pp.81-150, 227, 228</ref> e ''Papyrologische Text und Abhandlungen''<ref>Zaki Ali e Ludwig Koenen con il titolo ''Three Rolls of Early Septuagint: Genesis and Deuteronomy'', volume 27, Bonn 1980</ref>; LXX (VTS 10a), un rotolo in pelle trovato in una caverna della Giudea rende il nome con caratteri ebraici antichi nel [[Libro di Giona]], [[Libro di Michea]], [[Libro di Abacuc]] e nel [[Libro di Zaccaria]], questo rotolo è stato datato alla fine del I secolo d.C.<ref>''Supplements to Vetus Testamentum'', vol. X, Leida, 1963, pp.170-178</ref>; LXX (IEJ 12), nome di Dio in caratteri ebraici antichi nel [[Libro di Giona]] 3:3 trattasi di un frammento di pergamena trovato in una caverna del deserto della Giudea e datato alla fine del I secolo d.C.<ref>''Israel Exploration Journal'' vol. 12, 1962, p. 203</ref>; LXX (VTS 10b), nome divino in caratteri ebraici antichi nel [[Libro di Zaccaria]] 8:20 e 9:1, 4. Rotolo di Pergamena del deserto di Giuda presso Nahal Hever datato alla metà del I secolo d.C.<ref>''Supplementes to Vetus Testamentum'', Vol. X, 1963, p. 178</ref>; 4Q LXX (Levb) rende il nome divino in lettere greche nel libro biblico di [[Levitico]] 3:12 e 4:27. Manoscritto papiraceo trovato in [[Qumran]] (4a caverna), datato al I secolo d.C.<ref>''Supplements to Vetus Testamentum'', Vol. IV, 1957, p. 157</ref>; LXX (P. Oxy VII.1007), del libro biblico di [[Genesi]] 2:8,18 il nome di Dio viene è reso con una doppia ''yohdh'' nel relativo foglio di pergamena. Il reperto è stato datato al III secolo d.C.<ref>The Oxyrhynchus Papiyri, parte VII , a cura di Arthur S. Hunt, Londra, 1910, pp. 1,2</ref>; Aq (Burkitt), nome di Dio in caratteri ebraici antichi nel primo e secondo [[Libri dei Re]] per un totale di 10 versetti. Trattasi di frammenti del testo greco di Aquila trovati nella genizah della sinagoga del Cairo in Egitto e datati fra la fine del V secolo e l'inizio del VI d.C.<ref>''F.Crawford Burkitt nella opera Fragments of the Books of Kings Accordin in the Translation of Aquila'', Cambridge, 1898, pp. 3-8</ref>; Aq (Taylor), nome divino in caratteri ebraici antichi, in 25 [[Salmi]], trattasi di frammenti del testo greco della versione biblica di Aquila datati fra la seconda metà del V secolo e l'inizio del VI d.C.<ref> Taylor in ''Hebrew-Greek Cairo Genizah Palipsests'', Cambridge, 1900, pp.54-65</ref>; Sym (P. Vindob. G. 39777), nome divino con tetragramma scritto in caratteri ebraici arcaici in tre versetti dei [[Salmi]] capitolo 69, datato fra il III e IV secolo d.C. Frammento di rotolo di pergamena conservato alla Osterreichsche Nazionalbibliotek di Vienna<ref>Dott. Carl Wessely in ''Studien zur Palaeographie und Papyruskunde'', Vol. XI, Lipsia, 1911, p.171</ref>; Ambrosiano (O 39 sup.), tetragramma in caratteri ebraici quadrati in più di 40 [[Salmi]] e alcune soprascritte. Datato alla fine del IX secolo questo codice ha cinque colonne. La prima colonna contiene la traslitterazione del testo ebraico in greco, la seconda colonna ha il testo greco di Aquila, la terza quella greca di Simmarco, la quarta [[Versione dei Settanta]], e la quinta colonna la versione greca Quinta.<ref>Trascrizione del testo a cura di Giovanni Mercati, ''Psalterii Hexapli reliquiae...Pars prima. Codex rescriptus Bybliothecae Ambrosianae O 39 sup. phototypice expressus et trascriptus'', Roma, 1958</ref><br />
Un elenco completo delle rappresentazioni del nome divino nei manoscritti greci e relativi papiri è riportata nell'opera ''Early Christian and Jewish Monotheism'' degli accademici Prof. Dr [[Loren Stuckenbruck]] e Dr. Wendy E. Sproston North<ref>[http://books.google.it/books?id=TxZK1Le1DpkC&pg=PA123&lpg=PA123&dq=Albert+Pietersma+and+divine+name&source=bl&ots=CV5My9qUnz&sig=Tmf9s8s02BkP8HiKHmwxrfHKWg8&hl=it&sa=X&ei=jDrxUtSfDaOl0QWelYEw&ved=0CCwQ6AEwAA#v=onepage&q=Albert%20Pietersma%20and%20divine%20name&f=false ''Early Christian and Jewish Monotheism'' pag. 122 in Google Books]</ref><ref>''Early Christian and Jewish Monotheism'' di Loren T. Stuckenbruck e Wendy E. Sproston North Continuum, 2004</ref>
 
Secondo G. H. Parke-Taylor, mentre non si può escludere che il nome divino abbia avuto origine dal senso causativo del verbo, tale significato fu poi sostituito dalla spiegazione etimologica di ''Esodo'' 3,14, con conseguente spostamento dell'enfasi dalle azioni di Dio alla sua continua presenza, nella sua libertà e nella sua sovranità, in mezzo al suo popolo.<ref name="Parke-Taylor2006"/> Nel 1978, il relativo studio di Hans Kosmala notò che il capitolo 3 di ''Esodo'' interpreta il nome "Yahweh" come espressione dell'esistenza attiva di Dio: "e nessun'altra spiegazione viene data né in tale capitolo né altrove [...] Nella Bibbia ebraica non si trova alcun elemento che possa suggerire la spiegazione del tetragramma proposta da Albright e da Freedman.<ref name="BRILL1978">[https://books.google.it/books?id=UNUUAAAAIAAJ&pg=PA2&dq=Yahweh+%22active+existence%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiAu_S2h7vhAhXIMewKHW_8BIsQ6AEILjAB#v=onepage&q=Yahweh%20%22active%20existence%22&f=false Hans Kosmala (a cura di), ''Studies, Essays and Reviews: Old Testament'' (BRILL 1978), pp. 2–3]</ref> E nel 2018 John I. Durham osserva: "Il nome speciale יהוה 'Yahweh' viene definito, nell'unica spiegazione che si dà nell'intero Antico Testamento, come affermazione della realtà dell'attiva esistenza del Dio d'Israele".<ref>[https://books.google.it/books?id=fVErDwAAQBAJ&pg=PT146&dq=YHWH+%22active+existence%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjlx9-rhrvhAhUSGewKHaTkBykQ6AEIPjAE#v=onepage&q=YHWH%20%22active%20existence%22&f=false John I. Durham, ''Exodus'', Volume 3 (Zondervan Academic 2018]</ref>
=== Nuovo Testamento ===
Nel [[Nuovo Testamento]], le copie manoscritte esistenti delle Scritture Greco-Cristiane non contengono il nome divino. Il tetragramma appare in forma abbreviata nell'espressione "Alleluià", letteralmente "Lodate (modo imperativo) Yah" nel libro dell'[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse]] o Rivelazione dell'[[Apostolo Giovanni]] 19:1, 3, 4, 6 (Di, Ma, CEI, Ga, VR). Perciò il nome non compare, in conformità con le fonti attualmente disponibili, nemmeno nella maggior parte delle traduzioni successive del Nuovo Testamento.
 
Alcuni studiosi affermano che la migliore spiegazione etimologica del nome "Yahweh" è quella che, sulla base di un'altra radice semitica, che significa "soffiare", identifica il dio degli Ebrei come dio della tempesta. Fra essi si trovano [[Julius Wellhausen]] e Thomas Römer,<ref>[https://books.google.it/books?id=XmsuCwAAQBAJ&pg=PT39&dq=R%C3%B6mer+%22he+blows%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiTzNCbncXhAhU9QxUIHS1LAsUQ6AEILTAB#v=onepage&q=R%C3%B6mer%20%22he%20blows%22&f=false Thomas Römer, ''The Invention of God'' (Harvard University Press 2015)]</ref> Jürgen van Oorschot e Markus Witte,<ref>[https://books.google.it/books?id=IK1VDwAAQBAJ&pg=PT161&dq=name+yahweh+storm+god&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjO6KyCosXhAhVcThUIHTp0A0E4ChDoAQgsMAE#v=onepage&q=name%20yahweh%20storm%20god&f=false Jürgen van Oorschot, Markus Witte, ''The Origins of Yahwism'' (Walter de Gruyter 2017)]</ref> B. Duhm, R. Eisler, W.O.E. Oesterly e T.H. Robinson, e T.J. Meek.<ref>{{Cita web |url=http://faculty.gordon.edu/hu/bi/ted_hildebrandt/otesources/02-exodus/Text/Articles/Beitzel-Ex314-Name-TJ.pdf |titolo=Barry J. Beitzel, "Exodus 3:14 and the Divine Name: A case of Biblical paronomasia" in ''Trinity Journal'' 1 NS (1980), p. 17 |accesso=10 aprile 2019 |dataarchivio=20 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181120100008/https://faculty.gordon.edu/hu/bi/ted_hildebrandt/otesources/02-exodus/text/articles/beitzel-ex314-name-tj.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
Comunque una {{chiarire|minoranza di studiosi|quali}} fa notare che i manoscritti in nostro possesso sono distanti dalla stesura degli originali e quindi sottolineano la probabilità che almeno nelle citazioni dell'antico testamento il nuovo testamento contenesse il tetragramma e che la sostituzione sia avvenuta in seguito (da parte dei copisti) anche se non abbiamo copie del nuovo testamento a supporto di tale ipotesi.
 
La ''[[Jewish Encyclopedia]]'' riporta:
Anche molte tra le traduzioni interconfessionali del nuovo testamento dal greco all'ebraico, ad esempio la versione di [http://www.jewishencyclopedia.com/articles/5063-delitzsch-franz Franz Delitzsch](1877) inserisce frequentemente il
{{Citazione|è possibile determinare con un buon grado di certezza la pronuncia storica del Tetragramma, e il risultato è in accordo con l'affermazione contenuta in Esodo 3:14, nel quale la radice verbale si rivela come "Io sarò", una frase che è immediatamente preceduta dall'affermazione completa "Io sarò ciò che sarò", oppure, come nelle versioni in italiano (o in inglese) "Io sono" e "Io sono ciò che sono". Il nome deriva dalla radice del verbo essere, ed è visto come un imperfetto. Questo punto è decisivo per la pronuncia poiché l'etimologia è basata in questo caso sulla parola nota. Gli esegeti più antichi, come [[Onkelos]], i [[Targum]]in di [[Gerusalemme]] e lo [[Jonathan ben Uzziel|pseudo-Gionata]] considerano ''Ehyeh'' e ''[[Ehyeh Asher Ehyeh]]'' come il nome della Divinità, e accettano l'etimologia di ''hayah'': "essere"<ref name=jew>{{cita web|autore=Crawford Howell Toyurl|coautori=Ludwig Blau|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T|titolo=Tetragrammaton|accesso=24 luglio 2015|lingua=en
tetragramma ebraico(יְהֹוָה), particolarmente nei versi dove il Nuovo Testamento cita o fa riferimento a testi del Vecchio Testamento. In tal senso traduzioni come quella di [[André Chouraqui]] ripristinano il tetragramma nel nuovo testamento.
|editore=[[Jewish Encyclopedia]]|sito=jewish encyclopedia.com|anno=1901-1906}}[http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T#625 a], [http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T#628 b]</ref>}}
 
Il tetragramma potrebbe anche significare "io mostrerò d'essere ciò che mostrerò d'essere" oppure "Io sono l'essenza dell'essere": il nome per indicare che Dio può manifestarsi nel tempo come tutto ciò che desidera e che attualmente è fuori del tempo.<ref name="Parola">Si veda [http://www.laparola.net/testo.php?versioni%5B%5D=Commentario&riferimento=Esodo+3%2C+14 ''commentario''] su ''laparola.net''.</ref>
Altre traduzioni che inseriscono in alcuni versetti del Nuovo Testamento il nome di Dio sono: in Efesini 5:17, '' Novum Testamentum Domini Nostri Iesu Christi'', traduzione di Elias Hutter (parte ebraica)- Norimberga 1559 (1 volta il tetragramma); In Romani 15:11,''Samtliche Schriften des Neuen Testaments'', traduzione di Johann Jakob Stola - Zurigo 1781-1782 (1 volta Jehovahs); in Marco 12:29-30, ''A Literal Translation of New testament....From the Text of the Vatican Manuscript'', a cura di Hermann Heinfetter, Londra - 1863 (2 volte Jehovah nel versetto 29 ed 1 volta Jehovah nel versetto 30); in Matteo 21:9, ''The New Testament of Our Lord and Savior Jesus Christ'', traduzione di Jhon Eliot (lingua algonchina del Massachusetts)- Cambridge, Massachusetts - 1661 (1 volta Jehovah).<ref>[http://wol.jw.org/it/wol/pc/r6/lp-i/1200271207/49/9 Biblioteca online Watchtower]</ref>
Con ciò YHWH dice a [[Mosè]] di essere colui che è sempre presente a favore del suo popolo. Il nome di Dio assume così un doppio significato:
* storico-salvifico: io sono colui che è presente per salvare il mio popolo dalla schiavitù d'[[Egitto]]; si ritiene che tale significato sia il più fedele al contesto in cui il nome appare.
* metafisico: io sono colui che esiste di per sé; Dio rivela a Mosè di essere l'[[Essere]] in quanto essere. Tale significato è stato sviluppato in epoca cristiana, soprattutto nell'ambito della riflessione [[metafisica]] e [[ontologica]]. Infatti, le caratteristiche di YHWH corrispondono a quelle che [[Parmenide]] aveva definito per l'[[essere]] (immutabilità, incorruttibilità, eternità).<ref name="Parola"/>
 
Il teologo [[Hans Küng]] nel libro ''Dio esiste'', paragrafo "L'unico Dio con un nome", fa un'ampia disamina sul significato del nome, esprimendo un punto diverso:
Inoltre la [[Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture]], traduzione dei [[Testimoni di Geova]] inserisce 237 volte la traslitterazione "Geova" non solo nelle parti che fanno esplicito riferimento a passi biblici del Vecchio Testamento, come nel vangelo di Matteo che fece più di 100 riferimenti al Vecchio Testamento<ref>[''Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture'', pag. 1566 appendice "Il nome divino nelle Scritture Greche Cristiane" , Watch Tower 1987]</ref> ma in tutte quelle parti dove, a loro avviso, c'era l'evidenza che quel nome doveva essere necessariamente menzionato<ref>[Perspicacia nello Studio delle scritture pag. 1023-1039, Watch Tower 1988]</ref>.
{{Citazione|[...] Jahvé (abbreviazione in «''Jah''»): scritto in ebraico soltanto da quattro consonanti, con il tetragramma JHWH. Soltanto in epoca molto posteriore, non volendo più pronunciare per rispetto il nome di Jahvé (a partire dal sec. III), si aggiunsero alle quattro consonanti le vocali del nome divino «''Adonai''» ("Signore"), dando così motivo ai teologi medievali (e agli odierni Testimoni di Geova) di leggere «''Jehovah''» invece che Jahvé. Ma qual è il significato del nome Jahvé? In tutto l'Antico Testamento, nel quale il nome ricorre più di seimilaottocento volte, si trova soltanto l'enigmatica risposta ricevuta da Mosè sul Sinai, davanti al roveto ardente: «'''ehejeh aser ehjeh'''». Come tradurre questa dichiarazione, sulla quale è stata scritta tutta una piccola biblioteca? Per lungo tempo ci si è attenuti alla traduzione greca dell'Antico Testamento (detta dei Settanta, in quanto opera, secondo la leggenda, di settanta traduttori): «Io sono colui che sono». Una traduzione che conserva ancora il suo valore. Il verbo «''hajah''» infatti - sia pure in rarissimi casi - significa anche «essere». Per lo più però il suo significato va cercato tra «essere presente, aver luogo, manifestarsi, accadere, divenire». Siccome inoltre in ebraico si ha la stessa forma per il presente e il futuro, si può tradurre tanto «Io sono presente quando sono presente» quanto «Io sono presente quando sarò presente» oppure - secondo il grande traduttore ebreo dell'Antico Testamento [[Martin Buber]] - «''Io sarò presente quando sarò presente''». Qual è il significato di questo nome enigmatico? Non si tratta di «''una dichiarazione sull'essenza di Dio''», come ritenevano i Padri della Chiesa, gli scolastici medievali e moderni: nessuna rivelazione dell'entità metafisica di Dio, da intendersi nel senso greco di un essere statico («ipsum esse»), nel quale, secondo la concezione tomista, l'essenza e l'esistenza coinciderebbero. Si tratta «''piuttosto''» di «''una dichiarazione sulla volontà di Dio''», secondo l'interpretazione oggi fornita dai principali esegeti dell'Antico testamento: vi si esprime la presenza di Dio, la sua esistenza dinamica, il suo essere presente, reale, operante, il suo infondere sicurezza, il tutto in una formulazione che non permette oggettivazioni, cristalizzazioni e fissazioni di sorta. Il nome «''Jahvé''» quindi significa: «Io sarò presente!» - guidando, aiutando, rafforzando, liberando.|Hans Kung<ref name="Kung">[[Hans Küng]], ''Dio esiste'', pp. 691, 692 paragrafo "L'unico Dio con un nome", (R. Paper & Co. Verlag, Monaco 1978), Mondadori, Milano 1979. (Nuova edizione: Fazi editore, Roma 2012, ISBN 978-88-6411-256-5)</ref>}}
 
Il significato del nome secondo [[Franz Rosenzweig]] è: ''Ich werde dasein, als der ich dasein werde''.<ref group=Nota>Tradotto "Io ci sarò come io ci sarò", [http://books.google.it/books?id=2qNEN5J34PUC&lpg=PA19&ots=v8FEAKpbpX&dq=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&f=false ''Jewish Studies at the Turn of the Twentieth Century'', p. 22 § 1].</ref>
== Etimologia e significato ==
 
Il filosofo ebreo [[Ernst Bloch]] afferma che "il Dio dell'Esodo non è statico come gli dei pagani"<ref>Si veda ''Das Prinzip Hoffnung'' III a p. 1457.</ref>, e ne deduce che il passo biblico {{passo biblico|Esodo|3:14}} si traduce meglio con "Io sarò quello che sarò" in contrasto con la Biblia Sacra Vulgata del [[V secolo]], dalla quale derivano o fanno riferimento le maggiori traduzioni successive, nella quale leggiamo "''ego sum qui sum''", e con le più diffuse traduzioni del testo masoretico [[Codex Leningradensis]], nel quale leggiamo "אֶֽהְיֶ֑ה אֲשֶׁ֣ר אֶֽהְיֶ֖ה", ossia "'eh·yeh 'ă·šer 'eh·yeh", che viene spesso tradotto "Io sono chi io sono".<ref>[https://www.biblegateway.com/passage/?search=Esodo%203:14&version=WLC;VULGATE Esodo 3:14 WLC;VULGATE - וַיֹּ֤אמֶר אֱלֹהִים֙ - Bible Gateway]</ref>. L'intenzione del filosofo è quella di proporre un contrasto con l'iscrizione "EI" del tempio di Apollo a Delfi, che secondo la sua "interpretazione mistico-numerica" si tradurrebbe "Tu sei".<ref>''Das Prinzip Hoffnung'' III, p. 1457.</ref>, continua Bloch, «nel senso dell'esistenza atemporale e immutabile del Dio. '' 'Ehjeh ašer 'ehjeh'' invece si presenta fin dalla prima apparizione di Jahvé un Dio della fine dei giorni, che ha nel futuro la propria qualità ontologica. Questo Dio-Fine e Omega sarebbe stato una stoltezza a Delfi, come in ogni religione il cui Dio non sia un Dio dell'esodo»<ref>{{cita libro | nome=Hans | cognome=Kung | titolo=Dio esiste? Risposta al problema di Dio nell'età moderna, pag. 692, citazione del teologo su Bloch | anno=1980 | editore=Arnoldo Mondadori Editore | città=Milano }}</ref>.
L'interpretazione del tetragramma si basa su un passo del ''[[Libro dell'Esodo]]'' ([http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Esodo+3%2C+14&versioni%5b%5d=Riveduta 3, 14]): in tale versetto esso è solitamente tradotto in [[lingua italiana|italiano]] con "io sono". La frase completa è tradotta: "io sono ciò che sono", "io sono colui che è", "io sono colui che sono" o ancora "io sono io-sono". Nelle settanta dove il tetragramma è reso come Kyrios il Nome è tradotto "ego eimi ho òn" letteralmente "io sono l'esistente"
Altri ritengono oggi impossibile stabilire l'esatto significato<ref>Si veda ''s.v.'' "Yahweh", nell'''[[Enciclopedia Italiana Treccani]]'', consultabile anche sul sito ''treccani.it''</ref>
 
== Simbolismo numerico associato al tetragramma ==
La ''Jewish encyclopedia'' riporta:
{{vedi anche|Cabala ebraica|Cabala lurianica|Filosofia chassidica}}
{{Citazione|è possibile determinare con un buon grado di certezza la pronuncia storica del Tetragramma, e il risultato è in accordo con l'affermazione contenuta in Esodo 3:14, nel quale la radice verbale si rivela come "Io sarò", una frase che è immediatamente preceduta dall'affermazione completa "Io sarò ciò che sarò", oppure, come nelle versioni in italiano il nome deriva dalla radice del verbo essere. Questo punto è decisivo per la pronuncia poiché l'etimologia è basata in questo caso sulla parola nota. Gli esegeti più antichi, come [[Onkelos]], i [[Targumin di Gerusalemme]] e lo [[pseudo-Gionata]] considerano ''Ehyeh'' e ''Ehyeh asher Ehyeh'' come il nome della Divinità, e accettano l'etimologia di ''hayah'': "essere"<ref name=jew />}}
[[File:Tetragrammaton-Tetractys.png|min|verticale=1.3|Rappresentazione gematrica del Tetragramma coi suoi valori numerologici: il valore gematrico del Tetragramma è 26 (10+5+6+5), ma con questa rappresentazione si può ottenere anche [[72 (numero)|"72"]], che è un altro numero importante nelle [[Scritture]].]]
L'utilizzo di numeri per indicare le divinità era comune nel mondo mesopotamico, per esempio [[An (mitologia)|Anu]] era il numero 60, [[Enki|Ea]] il 40, [[Sin (divinità)|Sin]] il 30, [[Ishtar]] il 15, ecc.<ref>Il 60 era la base dell'aritmetica babilonese (come per noi il 10) e perciò era attribuito al capo degli dei, mentre i valori successivi si riducevano secondo l'importanza della divinità. Cfr. W. Röllig, "Götterzahlen", ''Reallexikon der Assyriologie'', III (1957-1971), p. 500. I valori erano scelti in modo che i loro rapporti definissero le armonie musicali, interpretando il numero come una lunghezza sulla corda del liuto. Cfr. Richard Dumbrill,''[https://syrianmusiclives.files.wordpress.com/2014/09/gc3b6tterzahlen-and-scale-structure.pdf GÖTTERZAHLEN AND SCALE STRUCTURE.]''</ref> Questi numeri venivano semplicemente scritti al posto del nome della corrispondente divinità. Non deve quindi sorprendere che gli Israeliti abbiano cercato di stabilire con l'aiuto della [[gematria]] dei numeri che corrispondessero a YHWH. La soluzione più diretta è il numero 26, ma non meno importante è il 17 che si ottiene escludendo valori superiori al 9 nella corrispondenza con le lettere: in pratica il valore 10 assegnato alla lettera Y diventa 1. Questa forma compatta di gematria era molto diffusa. Il 17, poi, poteva essere ridotto a 1+7 o semplicemente 8. Secondo [[Israel Knohl]], che fornisce molti esempi dell'uso biblico di questi numeri, anche il rito più sacro del culto ebraico, che veniva eseguito una volta l'anno per ottenere il perdono dei peccati, era governato da questa numerologia. Il [[sommo sacerdote]], infatti, aspergeva con il dito intinto nel sangue delle due vittime una volta il lato orientale del [[Arca dell'Alleanza|propiziatorio]] più altre sette volte il davanti (Lv 16,14-15). Il rito equivaleva ad una duplice muta invocazione del nome di YHWH<ref>Israel Knohl, [https://www.academia.edu/24144116/THE_ORIGINAL_VERSION_OF_THE_PRIESTLY_CREATION_ACCOUNT_AND_THE_RELIGIOUS_SIGNIFICANCE_OF_THE_NUMBER_EIGHT_IN_THE_BIBLE ''The Original Version of the Priestly Creation Account and the Religious Significance of Number Eight in the Bible''], pp. 20-21</ref> I numeri 17 e 26, inoltre, pervadono tutti i libri della Bibbia in un modo meno visibile, ma rigorosamente applicato quasi ovunque. Infatti, i numeri ottenuti contando le lettere o le parole delle pericopi bibliche sono quasi sempre multipli di 17 o di 26.<ref>Fra gli innumerevoli articoli su questa tematica si veda per esempio: Casper Labuschagne, “Significant Compositional Techniques in the Psalms: Evidence for the Use of Numbers as an Organizing Principle,” Vetus Testamentum 59 (2009), pp. 583-605.</ref>
 
La tradizione [[cabala ebraica|cabbalistica]] afferma che la pronuncia corretta del tetragramma biblico è nota solo a una stretta cerchia di persone per ogni generazione, ma non ad altri. In opere cabalistiche successive a volte si fa riferimento al tetragramma col nome ''Havayah''—{{ebraico|הוי'ה}}, che significa "il Nome dell'Essere/Esistenza". Questo nome serve anche quando c'è bisogno di far riferimento specificamente al Nome scritto; parimenti, "Shem Adonoot," che significa "il Nome d'Autorità" può essere usato per riferirsi specificamente al nome parlato "Adonai".<ref name="Scholem">[[Gershom Scholem]], ''La Kabbalah e il suo simbolismo'', trad. di Anna Solmi, Torino: Einaudi, 1980, ''s.v.''</ref>
Il tetragramma potrebbe anche significare "io mostrerò d'essere ciò che mostrerò d'essere" oppure "Io sono l'essenza dell'essere"; il nome per indicare che Dio può manifestarsi nel tempo come tutto ciò che desidera e che attualmente è fuori del tempo.<ref>Cf. [http://www.laparola.net/testo.php?versioni%5B%5D=Commentario&riferimento=Esodo+3%2C+14 ''commentario''] su laparola.net.</ref>
Con ciò YHWH dice a Mosè di essere colui che è sempre presente a favore del suo popolo. Il nome di Dio assume così un doppio significato:
* storico-salvifico: io sono colui che è presente per salvare il mio popolo dalla schiavitù d'[[Egitto]]; si ritiene che tale significato sia il più fedele al contesto in cui il nome appare.
* metafisico: io sono colui che esiste di per sé; Dio rivela a Mosè di essere l'[[Essere]] in quanto essere. Tale significato è stato sviluppato in epoca cristiana, soprattutto nell'ambito della riflessione [[metafisica]] e [[ontologica]]. Infatti, le caratteristiche di YHWH corrispondono a quelle che [[Parmenide]] aveva definito per l'[[essere]] (immutabilità, incorruttibilità, eternità...).
 
[[Moshe Chaim Luzzatto]],<ref name=ramchal31>In קל"ח פתחי חכמה di Rabbi Moshe Chaim Luzzato, Introduzione #31; trad. {{en}} nel libro ''138 Openings of Wisdom'' di Rabbi Avraham Greenbaum, 2008, consultabile anche su [http://www.breslev.co.il/articles/spirituality_and_faith/kabbalah_and_mysticism/the_name_of_havayah.aspx?id=10847&language=english ''breslev.co.il''] URL consultato 30 luglio 2015.</ref> l'albero del tetragramma "si dispiega" secondo la natura intrinseca delle sue lettere, "nello stesso ordine in cui appaiono nel Nome, nel mistero del dieci e nel mistero del quattro." Pertanto, l'apice superiore della lettera ''Yod'' è [[Arich Anpin]] (emanazione divina) e il corpo principale di ''Yod'' è [[Abba (religione)|Abba]]; la prima lettera ''Hei'' è [[Partzufim|Imma]] (Madre); la ''Vav'' è [[Partzufim|Zeir Anpin]] e la seconda ''Hei'' è [[Partzufim|Nukvah]]. Si sviluppa in questo ordine succitato e "nel mistero delle quattro espansioni" che sono costituite dalle seguenti grafie delle lettere:
{{chiarire|Per altri ebraisti|quali?}}, יהוה è una forma verbale, causativo imperfetto di הוה (''hawàh'', "divenire")<ref name=autogenerato1 />, traducibile con "Egli fa divenire". Questo nome sottintende che chi lo porta sia il creatore che "fa divenire", porta all'esistenza le cose o diviene qualsiasi cosa voglia per adempiere la sua volontà. {{citazione necessaria|In seconda analisi può essere tradotto come "Colui che verrà", rivelando la sua incarnazione nel Messia.}}
 
'''ע"ב/''`AV''''' : יו"ד ה"י וי"ו ה"י, chiamato "`AV" secondo il suo valore [[Ghimatriah|ghematrico]] ע"ב=70+2=72.
Il teologo [[Hans Küng]] nel libro ''Dio esiste'' pag. 691,692 (Monaco 1978, Mondadori, Milano 1979) al paragrafo ''L'unico Dio con un nome'' fa un'ampia disamina sul significato del nome, esprimendo un punto diverso. (i corsivi sono dell'autore): '....Jahve'(abbreviato in ''Jah''): scritto in ebraico soltanto da quattro consonanti, con il tetragramma JHWH. Soltanto in epoca molto posteriore, non volendo più pronunciare per rispetto il nome di Jahve' (a partire dal secolo III), si aggiunsero alle quattro consonanti le vocali del nome divino ''Adonai'' ("Signore"), dando così motivo ai teologi medievali (e agli odierni Testimoni di Geova) di leggere ''Jehovah'' invece di Jahve' o Jahweh.
 
'''ס"ג/''SaG''''': יו"ד ה"י וא"ו ה"י, ghematria 63.
Per lungo tempo ci si è attenuti alla traduzione greca dell'Antico Testamento (detta dei Settanta, in quanto opera, secondo la leggenda, di settanta traduttori): "Io sono colui che sono". Una traduzione che conserva ancora il suo valore. Il verbo ''hajah'' infatti - sia pure in rarissimi casi{{cn}} - significa anche "essere". Per lo più però il suo significato va cercato tra "essere presente, aver luogo, manifestarsi, accadere, divenire". Siccome inoltre in ebraico si ha la stessa forma per il presente e il futuro, si può tradurre tanto "Io sono presente quando sono presente" quanto "Io sono presente quanto saro' presente" oppure - secondo [[Martin Buber]]: ''I will be present and I will remain present in your way''<!-- Sarò presente e lo rimarrò nel vostro cammino --><ref>[http://books.google.it/books?id=2qNEN5J34PUC&lpg=PA19&ots=v8FEAKpbpX&dq=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&hl=it&pg=PA23#v=onepage&q=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&f=false Jewish Studies at the Turn of the Twentieth Century pag. 23 § 6]</ref>
mentre secondo il suo contemporaneo [[Franz Rosenzweig]]: ''Ich werde dasein, als der ich dasein werde''.<!-- Io ci sarò come io ci sarò --><ref>[http://books.google.it/books?id=2qNEN5J34PUC&lpg=PA19&ots=v8FEAKpbpX&dq=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&hl=it&pg=PA22#v=onepage&q=Martin%20Buber%20and%20tetragrammaton&f=false Jewish Studies at the Turn of the Twentieth Century pag. 22 § 1]</ref>
 
'''מ"ה/''MaH''''': יו"ד ה"א וא"ו ה"א, ghematria 45.
Il filosofo ebreo [[Ernst Bloch]] afferma che "il Dio dell'Esodo non è statico come gli dei pagani"<ref>in ''Das Prinzip Hoffnung'' III a pag. 1457</ref>, e suggerisce che il passo biblico Es 3,14 si traduce con "Io sarò quello che sarò" in contrasto con la Biblia Sacra Vulgata del V secolo, dalla quale derivano o fanno riferimento le maggiori traduzioni successive, nella quale leggiamo "''ego sum qui sum''", ed il testo masoretico [[Codex Leningradensis]], nel quale leggiamo "אֶֽהְיֶ֑ה אֲשֶׁ֣ר אֶֽהְיֶ֖ה", ossia "’eh·yeh ’ă·šer ’eh·yeh", "Io sono chi io sono".<ref>[http://www.biblegateway.com/passage/?search=Esodo%203:14&version=WLC;VULGATE Esodo 3:14 WLC;VULGATE - וַיֹּ֤אמֶר אֱלֹהִים֙ - Bible Gateway<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. L'intenzione del filosofo è quella di proporre un contrasto con l'iscrizione "EI" del tempio di Apollo a Delfi, che secondo la sua "interpretazione mistico-numerica" si tradurrebbe "Tu sei".<ref>''Das Prinzip Hoffnung'' III p. 1457</ref>
 
'''ב"ן/''BaN''''': יו"ד ה"ה ו"ו ה"ה, ghematria 52.
Altri ritengono oggi impossibile stabilire l'esatto significato<ref>cfr. voce Yahweh nell'Enciclopedia Italiana Treccani, con sultabile anche sul sito www.treccani.it</ref>
 
Luzzatto riassume: "In conclusione, tutto quello che esiste si fonda sul mistero di questo Nome e sul mistero di queste lettere che lo compongono. Ciò significa che tutti gli ordini e leggi differenti sono estratti e sottesi a queste quattro lettere. Questo non è un particolare percorso ma piuttosto un sentiero generale, che include tutto ciò che esiste nelle [[Sefirot]] in tutti i loro dettagli e che mette ogni cosa sotto al suo ordine."<ref name=ramchal31/>
==== Interpretazioni ebraiche del significato del Tetragramma ====
{{...}}
 
Un altro parallelo connette le quattro lettere del tetragramma con i [[Quattro Mondi]]: il carattere '''<span style="font-size: 120%;">י</span>''' è associato ad [[Atziluth]], la prima '''<span style="font-size: 120%;">ה</span>''' con [[Beri'ah]], il carattere '''<span style="font-size: 120%;">ו</span>''' con [[Yetzirah]], e quello finale '''<span style="font-size: 120%;">ה</span>''' con [[Assiah]].
== Vocalizzazione e trascrizione ==
 
[[File:Sør-Fron church, IEHOVA.jpg|thumb|La vocalizzazione Jhwh con le vocali di Adonai scritta su una chiesa norvegese]]
Ci sono quelli<ref name=ramchal31/> che credono che la [[tetraktys]] e i suoi misteri abbiano influenzato i primi [[Cabala ebraica|cabalisti]]. Una tetraktys ebraica in modo simile mostra le lettere del tetragramma iscritte sulle dieci posizioni del triangolo, da destra a sinistra. Si sostiene che l'[[Albero della vita (cabala)|Albero della vita]] cabalistico, con le sue dieci sfere di [[Shekinah|emanazione]], sia in qualche modo collegato alla tetraktys, ma la sua forma non è quella di un triangolo.<ref name=ramchal31/> La scrittrice [[esoterista]] [[Dion Fortune]] dice:
In assenza di una vocalizzazione precisa, ogni traduttore moderno deve usare un criterio per inserire nel tetragramma le vocali che permettano di leggerlo in una delle lingue correnti. Nelle edizioni odierne della Bibbia il nome può essere pertanto trascritto in vari modi, a seconda delle ipotesi sottese.
: "Il [[punto (geometria)|punto]] è assegnato a [[Kether]];
: la [[retta|linea]] a [[Chokhmah]];
: il [[piano (geometria)|piano]] bidimensionale a [[Binah]];
: di conseguenza il [[solido]] tridimensionale tocca naturalmente a [[Chesed]]."<ref>[[Dion Fortune]], ''The Mystical Qabalah'', Capitolo XVIII, p. 25.</ref>
 
(Il primo solido tridimensionale è il [[tetraedro]].)
 
Il rapporto tra le forme geometriche e le prime quattro [[Sefirot]] è analogo alle correlazioni geometriche della tetraktys e sottolinea la pertinenza dell'[[Albero della vita (cabala)|Albero della Vita]] con la tetraktys.<ref>Corinne Morel, ''Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze'', Firenze, Giunti Editore, 2006, p. 836 & ''passim''.</ref>
 
== Pronuncia ==
 
La pronuncia più vastamente accettata del tetragramma (YHWH) è ''[[Yahweh]]''.<ref group=Nota>Anche ''Yahveh'', talvolta in [[Lingua italiana|italiano]] '''Jahvè''': si adotta qui quella che è generalmente considerata l'originale pronuncia ebraica di YHWH (anche YHVH): {{Citazione|La pronuncia originale di YHVH viene generalmente ricostruita come “Yahveh” o “Yahweh,” sulla base di trascrizioni greche antiche.|S. David Sperling, ''Encyclopedia of Religion'', vol. 7, New York, Macmillan, 2005, p. 3538}} Un'altra forma per rendere la pronuncia di YHWH è Jehova(h), da cui l'italiano Geova (cfr. ''Geova'' in ''[[Il Devoto-Oli|Il Devoto-Oli 2012. Vocabolario della lingua italiana]]'', a cura di [[Luca Serianni]] e [[Maurizio Trifone]]), è frutto di una errata trascrizione (cfr. S. David Sperling, in ''Encyclopedia of Religion'', cit., p. 3538) avvenuta in epoca medievale (cfr. R.T.A. Murphy in ''The New Catholic Encyclopedia'', vol. 7, New York, Gale, 2003, pp. 750-1). Si veda comunque il successivo approfondimento su questa pagina.</ref> Una delle prime testimonianze [[cristiano (religione)|cristiane]] in tal senso è [[Clemente Alessandrino]] ([[150]]-[[215]]) negli ''Stromati''<ref>Clément d'Alexandrie, ''Les Stromates'', Parigi, Cerf, 1981, ''Sources chrétiennes'', vol. 278, p. 80, libro V, tomo I, capitolo 6, 34,5-6: ''si pronuncia Ιαουε, che si traduce "Colui che è e sarà". D'altronde, anche presso i Greci il nome θεός [Dio] ha quattro lettere.'' (Ιαουε nella traduzione inglese è reso con ''Jave'': ''The Writings of Clement of Alexandria'', Edimburgo, T & T Clark, 1869, ''Ante-Nicene Christian Library'', vol. II, p. 241).</ref>. L'[[esegeta]] [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] [[Gilbert Génébrard|Genebrardus]] ([[Francia]], [[1535]]–[[1597]]) propose la pronuncia ''Jahve'' basandosi sull'asserzione di [[Teodoreto di Cirro|Teodoreto]] che i [[Samaritani]] usassero la pronuncia ''Iabe''. Il [[biblista]] [[Arthur Lukyn Williams]] ([[1853]]-[[1943]]) asserì che la pronuncia del tetragramma dovesse essere ''Yaho'' o ''Yahu'' basandosi sui [[nome teoforico|nomi teofori]] della [[Bibbia ebraica]] (''[[Tanakh]]'') che terminano in YHW.<ref name="Parke-Taylor,79"/>
 
Alla maggioranza degli [[ebrei]] comunque era proibito pronunciare o persino scrivere l'intero tetragramma.<ref name="Parke-Taylor,79"/> In assenza di una vocalizzazione precisa, ogni traduttore moderno deve comunque usare un certo criterio per inserire nel tetragramma le vocali che permettano di leggerlo in una delle lingue correnti. Nelle edizioni odierne della Bibbia il nome può essere pertanto trascritto in vari modi, a seconda delle ipotesi sottese.
 
Le vocalizzazioni più conosciute sono:
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* E O A (Yehowah, da cui, in italiano, Geova)
 
La vocalizzazione O A I sembra molto forzata. È accettata la vocalizzazione A E, che fa riferimento al testo del capitolo {{Passo biblico|Es|3|libro=no}} del [[libro dell'Esodo]] in cui Dio rivela il suo nome a [[Mosè]]. In questo caso dal testo si evince che יהוה è una forma arcaica del verbo essere in ebraico (''hawah'', moderno ''hajah''), significante "Egli è", in una forma causativa del verbo.
 
La vocalizzazione O A I sembra molto forzata.
 
Forzata è anche la vocalizzazione I I, che deriverebbe da un'altra trascrizione (יי). Si tenga poi presente che la lettera vav (ו), una volta vocalizzata in O o U, perde il suono V per assumere un suono puramente vocalico, quindi il tetragramma potrebbe essere una sequenza di soli suoni vocalici.
 
In tempi recenti, [[George W. Buchanan]], professore emerito del Wesley Theological Seminary di Washington, sulla base di alcuni nomi ebraici di persone o luoghi contenuti nelle scritture che mantengono una forma abbreviata del nome divino, afferma: "Nella dozzina di nomi biblici che incorporano il nome divino, questa vocale mediana ['o'] appare sia nell'originale sia nelle forme accorciate, come per Jehonathan e Jonathan. In nessun caso viene omessa la vocale ''u'' o ''o''. La parola era a volte abbreviata con 'Ya', ma mai come 'Ya-weh'... Quando il tetragramma veniva pronunciato come singola sillaba, era 'Yah' o 'Yo'. Quando era pronunciata in tre sillabe, doveva essere 'Yahowah' o 'Yahuwah'. Se mai venne abbreviata in due sillabe, avrebbe dovuto essere 'Yaho'."<ref>''Biblical Archaeological Review'', 21:2 (marzo-aprile 1995, citata in [https://faithleaks.org/wiki/documents/3/3b/W_E_19990201.pdf The Watchtower, 1º febbraio 1999]</ref> Afferma inoltre: "Tale [Yehowah] è la pronuncia corretta del tetragramma, come viene reso chiaro dalla pronuncia dei nomi propri nel [[Antico Testamento|Primo Testamento (PT)]], in poesia, nei documenti aramaici del quinto secolo, nelle traduzioni greche del nome sui [[Rotoli del Mar Morto]] e nella [[Padri della Chiesa|patristica]]".<ref>[http://www.askelm.com/temple/t031205.htm George Wesley Buchanan, "The Tower of Siloam" in ''The Expository Times'', vol. 115, n. 2 (novembre 2003), pp. 40, 41), nota 19]</ref>
In tempi recenti, altri studiosi<ref>[http://jehovah.askdefine.com/ George W. Buchanan] argues:</br>
"In the dozens of Biblical names that incorporate the divine name, this middle vowel sound appears in both the original and the shortened forms, such as in Jehonathan and Jonathan. “In no case is the vowel oo or oh omitted. The word was sometimes abbreviated as ‘Ya,’ but never as ‘Ya-weh.’ ... When the Tetragrammaton was pronounced in one syllable it was ‘Yah’ or ‘Yo.’ When it was pronounced in three syllables it would have been ‘Yahowah’ or ‘Yahoowah.’ If it was ever abbreviated to two syllables it would have been ‘Yaho.’”</ref> hanno analizzato alcuni nomi ebraici di persone o luoghi contenuti nelle scritture che contengono una forma abbreviata del nome divino. Le ipotesi scaturite da questi studi separati si concentrano su una fonetizzazione con tre sillabe, come ad esempio ''Yahowah'' o ''Yehowah'' (così George Wesley Buchanan, professore emerito del Wesley Theological Seminary di Washington)<ref>"This [Yehowah] is the correct pronunciation of the tetragramaton, as is clear from the pronunciation of proper names in the First Testament (FT), poetry, fifth-century Aramaic documents, Greek translations of the name in the Dead Sea Scrolls and church fathers." (George Wesley Buchanan, "The Tower of Siloam", The Expository Times 2003; 115: 37; pp. 40, 41)</ref>.
 
==== YahwehVocalizzazione (Jahvè)tiberiense ====
[[File:Sør-Fron church, IEHOVA.jpg|min|La vocalizzazione Jhwh con le vocali di Adonai scritta su una chiesa norvegese]]
Questa forma è quella sulla quale si ha il maggiore consenso da parte degli studiosi. Si ritiene che sia derivata dalla pronuncia samaritana del nome divino. Infatti [[Teodoreto]] (vissuto approssimativamente tra il [[393]] e il [[457]]), riferendosi al modo di pronunciare dei Samaritani, trascrisse il nome in greco come ''Jabe''. {{chiarire|Gli studiosi|quali?}} hanno pertanto inserito le vocali del samaritano Jabe nelle originali consonantiche ebraiche, pronunciando così Yahweh. La pronuncia Yahweh è inoltre riportata da [[Clemente Alessandrino]], che ne deriva la fonetizzazione dal verbo essere in ebraico, legato anche ad un'interpretazione di Esodo 3. Alcuni biblisti tuttavia nutrono dubbi su questi precedenti<ref>[http://www.testimonidigeova.net/Pronuncia1.htm Clemente e la fonetizzazione del tetragramma] su testimonidigeova.net.</ref><ref>Si veda ad esempio George Buchanan "How God's Name Was Pronunced", Biblical Archeology Review, March 1995 o André Caquot in Storia dell'Ebraismo, H.C. Puech pag. 35).</ref>.
==== Punteggiatura vocalica ====
{{vedi anche|Lingua ebraica|Ebraico tiberiense|Segno diacritico}}
Il [[abjad|testo consonantico]] originale della Bibbia ebraica era, molti secoli dopo, fornito di segni vocali dai [[Masoreti]] per aiutarne la lettura. Nei punti in cui le consonanti del testo da leggere (il ''Qere'') differiva dalle consonanti del testo scritto (il ''Ketiv''), i Masoreti scrissero il ''Qere'' ai margini come nota che dimostrava come si doveva leggere. In tal caso le vocali del ''Qere'' erano scritte sul ''Ketiv''. Per alcune parole più frequenti la nota a margine veniva omessa: questa forma si chiama ''Q`re perpetuum''.<ref group=Nota>'''''Qere''''' e '''''Ketiv''''', dall'aramaico ''qere'' o ''q`re'', קְרֵי ("che si legge") e ''ketiv'', o ''ketib, kethib, kethibh, kethiv'', כְּתִיב ("che è scritto"), noti anche come "keri uchesiv" o "keri uchetiv," si riferiscono ad alcune differenze tra ciò che è scritto nel testo consonantico della Bibbia ebraica, conservato dalla tradizione scribale, e ciò che si legge. In tali situazioni, il ''Qere'' è un accorgimento tecnico ortografico usato per indicare la pronuncia della parole presenti nel testo masoretico delle Scritture (Tanakh) in [[lingua ebraica]], mentre il ''Ketiv'' indica la loro forma scritta, come ci è pervenuta dalla tradizione.</ref>
 
Uno di questi casi frequenti fu il tetragramma, che secondo l'osservanza ebraica antica non doveva essere pronunciato, ma letto come "[[Adonai]]" ("Mio Signore") oppure, se la parola precedente o quella successiva era già "Adonai" o "Adoni", bisognava leggerla come "[[Elohim]]" ("[[Dio (ebraismo)|Dio]]"). Questa combinazione produce יְהֹוָה e יֱהֹוִה rispettivamente, parole obsolete che si rendono con "yehovah" e "yehovih" rispettivamente.<ref name="Israeliti"/> I manoscritti più antichi completi o quasi completi del [[Testo Masoretico]] del [[Tanakh]] con la [[Ebraico tiberiense|vocalizzazione tiberiense]], quale il [[Codex Aleppo]] e il [[Codex Leningradensis]], entrambi del X o XI secolo, in gran parte riportano יְהוָה (yehvah), senza punto sotto la prima H; ciò potrebbe essere perché il punto diacritico della ''o'' non gioca un ruolo utile nel distinguere tra ''Adonai'' e ''[[Elohim]]'' (e quindi è ridondante), o potrebbe indicare che il ''Qere'' è "Sh<sup>e</sup>ma", che è l'[[aramaico]] de "il Nome".<ref name="Israeliti"/>
All'inizio del XIX secolo i ricercatori ebraici criticavano "Jehovah" [a.k.a. Iehovah and Iehouah] poiché ritenevano che i punti vocali di יְהֹוָה non rappresentavano (e mai avevano avuto la funzione di rappresentare) il suono vocale della pronuncia autentica primitiva del Tetragrammaton. Lo studioso Wilhelm Gesenius [1786–1842] suggerì che la scrittura ebraica יַהְוֶה, la cui traslitterazione è "Jahvè", rappresenterebbe in modo più accurato l'attuale pronuncia del Tetragrammaton piuttosto che la punteggiatura dell'ebraico biblico "יְהֹוָה", da cui deriva il nome Jehovah. La sua proposta di leggere YHWH come "יַהְוֶה" si basava su varie trascrizioni in greco, come "ιαβε", del primo secolo d.C., ma anche sulla forma di nomi teoforici.
 
==== Semivocali consonantiche ====
Nel suo Dizionario di Ebraico, Gesenius appoggia "Yahweh" (che si pronuncerebbe [Iahwe] ( in Italiano Y = I come pronuncia), con l'ultima lettera muta) dovuto alla pronuncia samaritana "Ιαβε" che riporta Theodoret. Molti studiosi accettano la proposta di Gesenius, la quale è accettata come la miglior vocalizzazione ricostruita da ricercatori della pronuncia ebraica del Tetragrammaton.
[[File:4Q120 frg20 with Divine Name.jpg|min|Trascrizione del Nome Divino come '''ΙΑΩ'' nel [[manoscritto]] [[Septuaginta]] del [[I secolo]] [[4Q120]]]]
Gli [[ebrei]] continuano ad utilizzare la forma di ADONAI ([[Signore]]) per designare il [[Dio]] di [[Israele]]. La [[House of Yahweh]] di [[Yisrayl Hawkins]], utilizza il nome di [[Yahweh]] per designare il corretto nome di [[Dio]], i [[Testimoni di Geova]] invece preferiscono continuare ad usare il termine YEHOWAH italianizzato in Geova.
In ebraico antico, la lettera '''[[alfabeto ebraico|ו]]''', nota a locutori ebrei moderni come ''vav'', era una semivocale /[[approssimante labiovelare sonora|w]]/ (come per l'[[lingua inglese|inglese]] e non per il [[lingua tedesca|tedesco]]) piuttosto che una {{IPA|/v/}}.<ref group=Nota>Si veda la relativa spiegazione nella [http://www.unilibro.it/libri/f/argomento/lingua_ebraica grammatica ebraica].</ref> La lettera, nel mondo accademico, viene indicata come ''[[Waw (lettera)|waw]]'', e conseguentemente {{ebraico|יהוה}} è rappresentato nei testi accademici come '''YHWH'''.
 
Nell'ebraico biblico non punteggiato, gran parte delle vocali non vengono scritte e quelle che vengono scritte sono ambigue, poiché le lettere [[vocali]] sono usate anche come [[consonanti]] (simile all'uso [[lingua latina|latino]] di ''V'' per indicare sia ''V'' sia ''U'' - cfr. [[matres lectionis]] per dettagli). Per pari ragioni, la comparsa del tetragramma in due [[papiri]]<ref name="Dictionary, 1999">{{cita libro | autore = Karel van Der Toorn | autore2 = Bob Becking | autore3 = Pieter W. van der Horst | url = https://archive.org/details/DictionaryOfDeitiesAndDemonsInTheBible_201812/page/n3 | titolo = Dictionary Of Deities And Demons In The Bible | lingua = en | editore = Brill; Wiliam B. Eerdman Publihing Company | oclc = 1005995268 | edizione = 2ª ed. (riveduta e corretta) |sito= [[Internet Archive|archive.org]] | pagina = 911 | anno = 1999 | urlarchivio = https://archive.is/20190503101739/https://archive.org/stream/DictionaryOfDeitiesAndDemonsInTheBible_201812/Dictionary%20of%20Deities%20and%20Demons%20in%20the%20Bible_djvu.txt | dataarchivio = 3 maggio 2019 | urlmorto = no | accesso = 9 maggio 2019 }}</ref> scritti in [[lingua egizia|egizio]] del [[XIII secolo]] p.[[e.v.]]<ref group=Nota>Questa pagina usa il sistema temporale con locuzione '''''era volgare''''' (abbreviata in "e.v."), contrapposta a '''''prima dell'era volgare''''' (o anche abbreviata in "p.e.v."), che indica il posizionamento temporale di una data relativamente al [[calendario gregoriano]] (o [[calendario giuliano|giuliano]], se specificato). Sono indicati con tale locuzione gli anni 1 e successivi, e con p.e.v. gli anni precedenti. La locuzione deriva da ''Aera Vulgaris'', usata per la prima volta nel 1615 da [[Giovanni Keplero]], volendo indicare il concetto di "era secondo l'uso comune". Da notare che questa terminologia è stata adottata in diverse culture non-cristiane, da molti studiosi di studi religiosi e di altri settori accademici per non specificare il riferimento a Cristo, dal momento che la datazione sarebbe scorretta (Cristo sarebbe nato circa 7 anni prima, sotto [[Erode Antipa|Erode]], della data convenzionale) e da altri che desiderano utilizzare termini non-cristiani: con questa annotazione infatti, non si fanno esplicitamente uso del titolo religioso per Gesù (Cristo), che è utilizzato nella notazione "avanti Cristo" e "dopo Cristo". Quindi, per fare un esempio, 50 e.v. significa 50 anni dopo il convenzionale [[anno 0|anno zero]] dell'era cristiana, posizionato 754-753 anni dopo la leggendaria [[fondazione di Roma]] secondo il computo ''[[ab Urbe condita]]'' e quello del calendario giuliano. Cfr. [http://books.google.com/books?id=C2akvQfa-QMC&pg=PR11&dq=before+%22common+era%22+christian&lr=&sig=J5x3M_bx6EXYYxL57m08w5OYzWk ''History of the World Christian Movement''].___URL consultato 26 luglio 2015</ref> non getta luce sulla pronuncia originale.<ref name="Israeliti">Si vedano le pagine 128 e 236 del libro "Who Were the Early Israelites?" dell'archeologo William G. Dever, William B. Eerdmans Publishing Co., Grand Rapids, Michigan, 2003.</ref> Pertanto in generale è difficile dedurre come una parola venga pronunciata basandosi solo sulla sua grafia, e il tetragramma ne è esempio particolare: due delle sue lettere possono servire come vocali, e due sono segnaposti vocalici, non pronunciabili. Pertanto il [[filosofo]] e [[storico]] del [[I secolo]] [[Flavio Giuseppe]] ebbe a dire che il nome sacro di Dio consiste di "quattro vocali".<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0148%3Abook%3D5%3Asection%3D228 Flavio Giuseppe], ''[[Guerre giudaiche]]'', V:235.</ref>
Delitzsch invece preferisce "יַהֲוָה" (yahavah), mentre nel "Dizionario della Bibbia" del 1863 William Smith preferisce la forma "יַהֲוֶה" (yahaveh).
In nessuno dei due papiri il nome Yahu è posto in relazione con il popolo degli Israeliti o con la terra palestinese.<ref name="Dictionary, 1999" />
 
Questa difficoltà si verifica anche in [[lingua greca|greco]] nella trascrizione di parole ebraiche, perché al greco manca una lettera che rappresenti la consonante "y" e (dalla perdita del [[digamma]]) di una lettera "w", causando la trascrizione in greco delle consonanti ebraiche "yod" e "waw" come vocali. Inoltre, la "h" non iniziale provocò difficoltà ai greci e spesso rischiava di essere omessa; χ ([[chi (lettera)|chi]]) era pronunciata come "k" + "h" (come nell'[[lingua hindi|hindi]] moderno "lakh", cioè लाख) e non poteva essere usata per rappresentare "h", come nel [[greco moderno]] Χάρρι = "Harry", per esempio.<ref name="Parke-Taylor,79"/>
==== Yehowah o Jehowah (Geova) ====
[[File:JEHOVA Raymundus Pugio Fidei 1270 a.png|thumb|upright=1.6|Estratto (p. 559) dal ''[[Pugio fidei]]'' di [[Raimondo Martí]] ([[1270]])]]
[[File:JEHOVAH at RomanCatholic Church Martinskirche Olten.JPG|thumb|Il nome di Dio nella chiesa di San Martino ([[Chiesa cattolica|Chiesa cattolico-romana]]), a [[Olten]] ([[Svizzera]])]]
 
=== Adonai ===
Geova è stata una delle forme di יְהֹוָה largamente diffuse nella letteratura e nell'esegesi italiane, specie prima che gli studiosi abbandonassero il suo uso. Le consonanti del tetragramma, e i punti vocalici di יְהֹוָה sono simili, ma non esattamente gli stessi, dei punti vocalitici presenti in [[Adonai]], "Signore".
[[File:Tetragrammaton-related-Masoretic-vowel-points.png|min|Ortografia del tetragramma e forme connesse nel testo ebraico masoretico della Bibbia, con i [[Niqqud|punti vocalici]] mostrati in rosso]]
Le vocalizzazioni di '''יְהֹוָה''' (''Yehowah'') e '''אֲדֹנָי''' (''Adonai'') non sono identiche. Lo [[Scevà (ebraico)|scevà]] in YHWH (la [[vocale]] <span style="font-size: 120%;">''' ְ '''</span> sotto la prima lettera) e la ''[[niqqud|hataf patakh]]'' in 'DNY (la vocale <span style="font-size: 120%;">''' ֲ '''</span> sotto la sua prima lettera) appaiono differenti. La vocalizzazione può essere attribuita alla [[fonologia]] dell'ebraico biblico,<ref>Thomas O. Lambdin, ''Introduction to Biblical Hebrew'', Londra: Charles Scribner's Sons, 1971.</ref> dove la ''hataf patakh'' è grammaticalmente identico allo scevà, rimpiazzando sempre ogni ''sceva naḥ'' sotto una [[consonante velare|lettera velare]]. Poiché la prima lettera di אֲדֹנָי è una velare, mentre non lo è la prima lettera di יְהֹוָה, la ''hataf patakh'' sotto [[aleph]] (velare) torna a essere uno scevà regolare sotto alla lettera (nonvelare) [[Jodh (lettera)|yod]].<ref name="Zuck"/>
 
La tabella qui sotto considera rispettivamente i punti vocalici di '''יְהֹוָה''' (''Yehowah'') e di '''אֲדֹנָי''' (''Adonai''):
Dall'inizio del XVII secolo, i ricercatori hanno dibattuto se i segni vocalici presenti nel testo masoretico יְהֹוָה siano esattamente i segni vocalici del nome di Dio. La maggior parte degli studi sostiene che יְהֹוָה ha i punti vocalici di אֲדֹנָי (Adonai, in italiano Signore), e che quindi gli interpreti cristiani del XIII secolo ed oltre abbiano scambiato i punti vocalici (le vocali) del sacro nome con quelli di Adonai. Secondo questi le vocali di Adonai erano state inserite nel tetragramma proprio per agevolare la pronuncia di Adonai. Comunque bisogna rilevare che i segni vocalici di queste parole non sono esattamente gli stessi. Questa diversità causa un disaccordo dei ricercatori sulle cause.
{| border="1" cellpadding="2" cellspacing="0"
!colspan="3"|[http://biblehub.com/hebrew/3068.htm Parola ebraica #3068]<br />YEHOVAH<br />יְהֹוָה
!colspan="3"|[http://biblehub.com/hebrew/136.htm Parola ebraica #136]<br />ADONAY<br />אֲדֹנָי
|-
| {{hebrew|י}} ||Yod||Y|| א ||Aleph||[[occlusiva glottidale sorda|occ. glottidale sorda]]
|-
| <span style="font-size: 120%;">''' ְ '''</span> ||Sh'wa semplice<ref name="Shva"/>||E|| <span style="font-size: 120%;">''' ֲ '''</span> ||Hataf Patah||A
|-
| ה ||Heh||H|| ד ||Daleth||D
|-
| <sup>.</sup> ||Holem||O|| <sup>.</sup> ||Holem||O
|-
| ו ||Waw||W|| נ ||Nun||N
|-
|<span style="font-size: 120%;"> ָ </span>||Kametz||A||<span style="font-size: 120%;"> ָ </span>||Kametz||A
|-
| ה ||Heh||H|| י ||Yod||Y
|}
 
Da notare nella tabella sopra che la "sh'wa semplice" di ''Yehowah'' e la ''hatef patah'' di ''Adonai'' non sono la stessa vocale. La stessa informazione viene mostrata nell'immagine a destra (in [[lingua inglese|inglese]]), dove si intende che ''YHWH'' debba essere pronunciato come ''Adonai'' ("''YHWH'' intended to be pronounced as ''Adonai''"), e ''Adonai'' stesso mostra i suoi punti vocalici leggermente differenti ("''Adonai'', with its slightly different vowel points").
I primi testi che contengono יְהֹוָה, con la fonetizzazione ottenuta dal testo masoretico, sono stati scritti nel 1270 d.C. ("Jehova"), <!-- Vedi immagine a fronte! -->stessa forma nel 1707<ref>[http://books.google.it/books?id=tQVcAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Decas exercitationum] philologicarum de vera pronuntiatione nominis Jehova - Di Joannes Drusius,Sixtinus Amama,Louis Cappel,Johann Buxtorf,Jacob Alting,Nicholas Fuller,Thomas Gataker,Johannes Leusden - 1707</ref>,
1546 d.C. ("Ieova")<ref>[http://books.google.it/books?id=f79IAAAAcAAJ&dq=ieova&hl=it&pg=RA2-PR4#v=onepage&q=ieova&f=false Commento] in tutti i libri del vecchio e nuovo testamento, dalla hebraica... - Antonio Brucioli - 1546</ref>,
1561 d.C. ("Iehova")<ref>[http://books.google.it/books?id=Br5IAAAAcAAJ&pg=PT112&dq=iehova&hl=it&sa=X&ei=kOaYUb61AYvZPLKWgfgG&ved=0CFgQ6AEwBzgK#v=onepage&q=iehova&f=false La bibia], che si chiama il vecchio testamento ... (e il) nuovo testamento riveduto e corretto secondo la verita del testo greco - 1561</ref>
1721 d.C. ("Jehovah")<ref>[http://books.google.it/books?id=JytAAAAAcAAJ&dq=jehovah%20-%22Jehovah's%20Witnesses%22&hl=it&pg=PA430#v=onepage&q=jehovah%20-%22Jehovah's%20Witnesses%22&f=false Opere Spirituali]: Distribuite in due Tomi, come nella seguente ..., Volume 1 - Di Pietro Ansalone - 1721</ref>.
 
=== Yehowah o Jehowah (Geova) === <!-- qui punta il redirect [[Yehowah]] -->
Studiosi cattolici hanno talvolta usato questo nome nei secoli passati (ma solo in versioni di studio, mai nella preghiera o nella liturgia o nel catechismo) come la fonetizzazione di un nome di Dio nella Bibbia anche se, sostenendo che è filologicamente errato, ne hanno progressivamente abbandonato l'uso, sostituendolo con Yahweh o preferendo non vocalizzare affatto il tetragramma, secondo l'antica costumanza ebraica. In latino Jehovah è visibile nelle decorazioni della chiesa cattolica di S. Agata a Santhià (Vercelli), nella forma Jehova è visibile nella volta di uno degli altari minori del duomo di Fossano (Cuneo) e nella forma Jeova sulla soglia del presbiterio della chiesa di Vezzo, frazione di Stresa (Novara).
[[File:JEHOVA Raymundus Pugio Fidei 1270 a.png|min|verticale=1.6|Estratto (p. 559) dal ''[[Pugio fidei]]'' di [[Raimondo Martí]] ([[1270]])]]
[[File:JEHOVAH at RomanCatholic Church Martinskirche Olten.JPG|min|Il nome Jehovah nella chiesa [[Chiesa cattolica|cattolica]] di San Martino a [[Olten]] ([[Svizzera]])]]
"Jehovah" ({{IPA|dʒɨˈhoʊvə}}) è un adattamento dell'[[ebraico]] '''יְהֹוָה''', [[Ebraico tiberiense|vocalizzazione]] del tetragramma.<ref>[http://www.bible-researcher.com/nasb-preface.html Prefazione della ''New American Standard Bible''].</ref> ''"Geova"'' è stata una delle forme di יְהֹוָה largamente diffuse nella [[letteratura]] e nell'[[esegesi]] italiane, specie prima che gli studiosi abbandonassero il suo uso. Come spiegato nella [[#Adonai|sezione precedente]], le consonanti del tetragramma, e i punti vocalici di יְהֹוָה sono simili, ma non esattamente gli stessi, dei punti vocalitici presenti in [[Adonai]], "Signore".
 
La maggioranza dei biblisti credono che "Jehovah" sia una tarda (c. 1100 [[e.v.]]) forma ibrida derivata dalle lettere latine ''JHVH'' con le vocali di ''Adonai''.<ref>''Pugio fidei'' di [[Raimondo Martí]], scritto nel [[1270]] circa.</ref> La vocalizzazione storica andò persa perché nell'ebraismo del [[Secondo Tempio]], durante i secoli III e II p.[[e.v.]], la pronuncia del tetragramma venne evitata, sostituendola con [[Adonai]] ("Mio Signore"). Il consenso degli esegeti è che la vocalizzazione storica del tetragramma al tempo della redazione della ''[[Tōrāh]]'' (VI secolo p.e.v.) sia quasi sicuramente [[Yahweh]]. Tuttavia c'è del disaccordo. Alcuni testi della [[tarda antichità]] ([[V secolo]]) possono essere relazionati sia con "Yahweh" sia con "Jehovah".<ref group=Nota>Roy Kotansky, Jeffrey Spier, "[https://www.academia.edu/877017/The_Horned_Hunter_on_a_Lost_Gnostic_Gem The 'Horned Hunter' on a Lost Gnostic Gem]", ''The Harvard Theological Review'', Vol. 88, No. 3 (luglio, 1995), p. 318. Citazione: "Sebbene la maggior parte degli studiosi credano che "Jehovah" sia una tarda forma ibrida (c. 1100 e.v.) derivante da una combinazione delle lettere latine ''JHVH'' con le vocali di ''Adonai'' (versione tradizionale pronunciata di יהוה), molti testi magici in [[lingue semitiche|semitico]] ed in greco presentano una prima pronuncia del nome divino sia con ''Yehovah'' che con ''Yahweh''"</ref> E c'è chi afferma che la pronuncia corretta sia "Jehovah".<ref group=Nota>Così George Wesley Buchanan, professore emerito del Wesley Theological Seminary di Washington: "Tale [Yehowah] è la pronuncia corretta del tetragramma, come viene reso chiaro dalla pronuncia dei nomi propri nel Primo Testamento (PT), in poesia, nei documenti aramaici del quinto secolo, nelle traduzioni greche del nome sui [[Rotoli del Mar Morto]] e nella [[Padri della Chiesa|patristica]]" - da George Wesley Buchanan, "The Tower of Siloam", ''The Expository Times'', 2003; 115: 37; pp. 40, 41)</ref>
===== Ebraismo =====
Nell'ebraismo, oltre ad evitare la vocalizzazione del tetragramma in generale, si ritiene filologicamente errata questa forma, come riportato nel 1908 nella [[Jewish Encyclopedia]]:
 
I primi testi che contengono יְהֹוָה, con la fonetizzazione ottenuta dal testo masoretico, sono stati scritti nel [[1270]] ("Jehova"), stessa forma nel [[1707]]<ref>[http://books.google.it/books?id=tQVcAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false Decas exercitationum] philologicarum de vera pronuntiatione nominis Jehova - Di Joannes Drusius, Sixtinus Amama, Louis Cappel, Johann Buxtorf, Jacob Alting, Nicholas Fuller, Thomas Gataker, Johannes Leusden - 1707</ref>,
{{Citazione|Jehovah: Pronuncia scorretta introdotta da teologi cristiani, ma completamente rifiutata dagli ebrei, dell'ebraico יהוה, nome ineffabile di Dio (tetragramma o "Shem ha-Meforash". Questa pronuncia è grammaticalmente impossibile; è derivata dalla pronuncia delle vocali del "ḳere" (lettura marginale del testo masoretico: "Ado-nay"), con le consonanti di "ketib" (lettura testuale di "יהוה") - poiché la parola Ado_nai (Signore) veniva usata come sostituto di יהוה ogni volta che tale parola compariva, con una sola eccezione, in libri biblici o liturgici. Adonai presenta le vocali "shewa" (il composto sotto il gutturale א diventa semplice sotto י), "ḥolem," e "ḳameẓ," e ciò porta a "Jehovah").<br />[...]<br />Queste sostituzioni di Ado_nai ed E-loim al posto di יהוה furono introdotte per evitare la profanazione del Nome Ineffabile.<br />[...]<br />La lettura Jehovah è una invenzione relativamente recente. I primi commentatori cristiani riportano che il tetragramma veniva scritto, ma non pronunciato dagli ebrei. Generalmente si ritiene che il nome Jehovah sia stato un'invenzione del confessore di [[papa Leone X]], [[Pietro Colonna (letterato)|Pietro Colonna "il Galatino"]], "De Arcanis Catholicæ Veritatis," 1518, folio XLIII. che fu imitato nell'uso di questa forma ibrida da Fagius. Pare tuttavia che anche prima di Galatino questo nome sia stato in uso comune, e compare nel ''Pugio Fidei'' di [[Raimondo Martí]], scritto nel [[1270]].|''Jewish Encyclopedia'', voce Jehovah<ref>{{cita web|autore=Emil G. Hirsch|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=206&letter=J|titolo=Jehovah|accesso=4 agosto 2011|lingua=en |editore=Jewish encyclopedia.com|sito=Jewish encyclopedia|data=1901-1906}}</ref>}}
[[1546]] ("Ieova")<ref>"[http://books.google.it/books?id=f79IAAAAcAAJ&dq=ieova&hl=it&pg=RA2-PR4#v=onepage&q=ieova&f=false Commento] in tutti i libri del vecchio e nuovo testamento, dalla hebraica... - Antonio Brucioli - 1546".</ref>,
[[1561]] ("Iehova")<ref>"[http://books.google.it/books?id=Br5IAAAAcAAJ&pg=PT112&dq=iehova&hl=it&sa=X&ei=kOaYUb61AYvZPLKWgfgG&ved=0CFgQ6AEwBzgK#v=onepage&q=iehova&f=false La bibbia], che si chiama il vecchio testamento... (e il) nuovo testamento riveduto e corretto secondo la verita del testo greco - 1561".</ref>
[[1721]] ("Jehovah")<ref>"[http://books.google.it/books?id=JytAAAAAcAAJ&dq=jehovah%20-%22Jehovah's%20Witnesses%22&hl=it&pg=PA430#v=onepage&q=jehovah%20-%22Jehovah's%20Witnesses%22&f=false Opere Spirituali]: Distribuite in due Tomi, come nella seguente, Volume 1 - Di Pietro Ansalone - 1721".</ref>. Studiosi cattolici hanno talvolta usato questo nome nei secoli passati (ma solo in versioni di studio, mai nella preghiera o nella liturgia o nel catechismo) come la fonetizzazione di un nome di Dio nella Bibbia anche se, sostenendo che è [[filologia|filologicamente]] errato, ne hanno progressivamente abbandonato l'uso, sostituendolo con Yahweh o preferendo non vocalizzare affatto il tetragramma, secondo l'antica tradizione ebraica.<ref group=Nota>In latino "Jehovah" è visibile nelle decorazioni della chiesa cattolica di S. Agata a Santhià (Vercelli), nella forma "Jehova" è visibile nella volta di uno degli altari minori del duomo di Fossano (Cuneo) e nella forma "Jeova" sulla soglia del presbiterio della chiesa di Vezzo, frazione di Stresa (Novara).</ref>
 
"Jehovah" venne diffuso nel mondo anglofono da [[William Tyndale]] e altri traduttori inglesi [[Protestantesimo|protestanti]],<ref group="Nota" name="RefA">Nel 7º paragrafo della ''Introduction to the Old Testament of the New English Bible'', [http://www.bible-researcher.com/driver1.html Sir Godfry Driver wrote]: "I primi traduttori in genere sostituivano YHWH con «Signore». [...] I Riformatori preferivano Jehovah, che agli inizi apparve comes ''Iehouah'' nel 1530, nella traduzione di Tyndale del Pentateuco ({{Cita passo biblico|Esodo|6:3}}), per poi passare in altre Bibbie protestanti."</ref> e viene ancora usato nella {{en}} ''[[Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture|New World Translation]]''. Ma non è più usato nelle traduzioni inglesi ''mainstream'', usando invece ''Signore/Lord'' e indicando generalmente che il corrispondente ebraico è ''[[Yahweh]]'' o ''YHWH''.<ref group=Nota>''English Standard Version Translation Oversight Committee'', [http://about.esvbible.org/about/preface/ Prefazione alla English Standard Version] - citazione: "Quando le vocali della parola ''adonai'' sono poste insieme alle consonanti di YHWH, ciò risulta nella parola familiare Jehovah, che viene usata in alcune prime traduzioni della Bibbia inglese. Comunemente nelle traduzioni d'oggi, la ESV di solito rende il nome personale di Dio (YHWH) con la parola Signore (stampata in [[maiuscoletto]])."</ref><ref name=NRSVpreface>Bruce M. Metzger per il comitato ''New Revised Standard Version Committee'': [http://staticu.bgcdn.com/versions/NRSV/NRSV-To-the-Reader.pdf "To the Reader (Al lettore)"], p. 5.</ref>
Secondo l'[[Ebraismo]], qualsiasi materiale con su scritto o inciso il tetragramma, tanto più se scritto da uno [[Scriba#Lo scriba ebreo|scriba]] in stato di purità su fogli di pergamena, non può essere gettato via e deve essere custodito in un contenitore apposito chiamato [[Ghenizah]] oppure sotterrato in un terreno riservato specificatamente a questo scopo.
 
La ''[[Jewish Encyclopedia]]'' ([[1908]]) ritiene filologicamente errata la forma "Jehovah", come riportato alla rispettiva voce:
===== Chiese cristiane =====
La vocalizzazione Jehova o Geova ebbe una certa diffusione fino al XIX secolo ed oltre, soprattutto in ambito protestante, ma attualmente si ritiene filologicamente più corretta l'altra forma di vocalizzazione, per i motivi sopra esposti. Nel mondo inglese comunque si continua ad usare anche la forma Yehovah, essendo stata diffusa dalla [[King James Version]].
{{cn|La Chiesa Cristiana Ortodossa ha usato questo nome nello stesso modo durante gli ultimi due secoli.}}
 
{{Citazione|Jehovah: Pronuncia scorretta introdotta da teologi cristiani, ma completamente rifiutata dagli ebrei, dell'ebraico יהוה, nome ineffabile di Dio (tetragramma o "Shem ha-Meforash". Questa pronuncia è grammaticalmente impossibile; è derivata dalla pronuncia delle vocali del "ḳere" (lettura marginale del testo masoretico: "Ado-nay"), con le consonanti di "ketib" (lettura testuale di "יהוה") - poiché la parola Ado_nai (Signore) veniva usata come sostituto di יהוה ogni volta che tale parola compariva, con una sola eccezione, in libri biblici o liturgici. Adonai presenta le vocali "shewa" (il composto sotto il gutturale א diventa semplice sotto י), "ḥolem," e "ḳameẓ," e ciò porta a "Jehovah").<br />[...]<br />Queste sostituzioni di Adonai ed Eloim al posto di יהוה furono introdotte per evitare la profanazione del Nome Ineffabile.<br />[...]<br />La lettura Jehovah è una invenzione relativamente recente. I primi commentatori cristiani riportano che il tetragramma veniva scritto, ma non pronunciato dagli ebrei. Generalmente si ritiene che il nome Jehovah sia stato un'invenzione del confessore di [[papa Leone X]], [[Pietro Colonna (letterato)|Pietro Colonna "il Galatino"]], "De Arcanis Catholicæ Veritatis," 1518, folio XLIII. che fu imitato nell'uso di questa forma ibrida da Fagius. Pare tuttavia che anche prima di Galatino questo nome sia stato in uso comune, e compare nel ''Pugio Fidei'' di [[Raimondo Martí]], scritto nel [[1270]].|''Jewish Encyclopedia'', voce Jehovah<ref>{{cita web|autore=Emil G. Hirsch|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=206&letter=J|titolo=Jehovah|accesso=4 agosto 2011|lingua=en |editore=Jewish encyclopedia.com|sito=Jewish encyclopedia|anno=1901-1906}}</ref>}}
===== Testimoni di Geova =====
:''Vedi anche il [[#Testimoni di Geova 2|paragrafo dedicato]].''
 
=== Yahweh (Jahvè) ===
In Italia i Testimoni di Geova hanno adottato la forma derivata da Jehovah, consolidata ed esistente nelle varie lingue, come nell'italiano Geova, in maniera estesa già dal 1903, nel libro di Charles Taze Russell, "Il divin piano dell'Età", ufficializzandolo il 26 luglio del 1931 quando hanno assunto l'attuale denominazione.
{{vedi anche|Yahweh}}
[[File:YHWH pronunciation.svg|min|verticale|sinistra|Punteggiatura ebraica di YHWH (= Yahweh) secondo [[Wilhelm Gesenius]]]]
L'[[esegeta]] ed ebraista [[Wilhelm Gesenius]] ([[1786]]–[[1842]]) sosteneva che la punteggiatura ebraica יַהְוֶה, che viene traslitterata in molte lingue con "[[Yahweh]]" (che si pronuncerebbe [Iahwe] – in Italiano Y = I come pronuncia), potrebbe rappresentare più accuratamente la pronuncia del tetragramma in contrasto con la punteggiatura ebraica biblica "יְהֹוָה", da cui deriva il nome inglese "Jehovah". La sua proposta di leggere YHWH con "יַהְוֶה" (si veda l'immagine a sinistra) era basata in gran parte su varie trascrizioni greche, come ιαβε, che risaliva ai primi secoli dell'[[era volgare]], ma anche su forme di [[nome teoforico|nomi teoforici]]. Nel suo ''Hebrew Dictionary,'' Gesenius supporta "Yahweh" (che verrebbe pronunciato {{IPA|[jahwe]}}, con la lettera finale muta) a causa della pronuncia [[samaritani|samaritana]] Ιαβε riportata da [[Teodoreto di Cirro|Teodoreto]], e afferma che i prefissi teofori YHW {{IPA|[jeho]}} e YH {{IPA|[jo]}} possono essere spiegati come derivanti dalla forma "Yahweh".<ref>''[[s:en:Page:A Hebrew and English Lexicon (Brown-Driver-Briggs).djvu/242|A Hebrew and English Lexicon of the Old Testament with an appendix containing the Biblical Aramaic]]'', scritto da Francis Brown, Samuel Rolles Driver & Charles Augustus Briggs, basato sul lexicon ebraico di Wilhelm Gesenius tradotto da Edward Robinson, Oxford: The Clarendon Press, 1906, s. 218.</ref> Oggigiorno molti studiosi<ref name=Jouon/> accettano la proposta di Gesenius che legge YHWH come '''יַהְוֶה'''. Tale proposta venne accettata come la migliore ortografia ebraica del tetragramma ricostruita da esegeti.<ref name="Jouon">Paul Joüon & T. Muraoka, ''A Grammar of Biblical Hebrew (Subsidia Biblica)'', "Part One: Orthography and Phonetics", Roma: Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1996. ISBN 978-88-7653-595-6. Citazione dalla Sezione 16(f)(1): "Il ''Qre'' è יְהֹוָה ''il Signore'', mentre il ''Ktiv'' è probabilmente(1) יַהְוֶה (secondo testimoni antichi)." "Nota 1: Nella nostra traduzione abbiamo usato ''Yahweh'', una forma largamente accettata da studiosi, invece del tradizionale ''Jehovah''"</ref> La pronuncia Yahweh è inoltre riportata da [[Clemente Alessandrino]], che ne deriva la fonetizzazione dal verbo essere in [[ebraico]], legato anche a un'interpretazione di {{passo biblico|Esodo|3}}. Alcuni biblisti tuttavia nutrono dubbi su questi precedenti.<ref>[http://www.testimonidigeova.net/Pronuncia1.htm "Clemente e la fonetizzazione del tetragramma"], su ''testimonidigeova.net''</ref><ref>Si veda ad esempio George Buchanan "How God's Name Was Pronunced", Biblical Archeology Review, marzo 1995 o André Caquot in ''Storia dell'Ebraismo'', H.C. Puech, p. 35.</ref> Franz Delitzsch ([[1877]]) invece preferisce "יַהֲוָה" (yahavah),<ref>[http://www.jewishencyclopedia.com/articles/5063-delitzsch-franz Franz Delitzsch], nella ''[[Jewish Encyclopedia]]''.</ref> mentre nel ''Dizionario della Bibbia'' del [[1863]], William Smith preferisce la forma "יַהֲוֶה" (yahaveh).<ref>''Smith's Bible Dictionary'' (1863/1884) di William Smith; anche ''A Dictionary Of The Bible: Teacher's Edition'' di William Smith, rivisto e modificato da F.N. Rev e M.A. Peloubet - pubblicato da John C. Winston Company, 1884.</ref>
 
=== Nomi teoforici ===
I Testimoni di Geova non considerano la vocalizzazione Geova sicuramente corretta, ma la più diffusa nella lingua locale. Sul dibattito sulla corretta fonetizzazione i Testimoni di Geova comunque ritengono non sufficientemente provata la correttezza o erroneità delle fonetizzazioni Jehovah, Yahweh e simili. Più che sulla corretta pronuncia del nome di Dio, essi si soffermano sull'uso dello stesso e ne fanno un uso importante nel loro credo.
Yeho o "Y<sup>e</sup>hō-" è la forma di prefisso per "YHWH" usata nei [[nome teoforico|nomi teoforici]] in [[ebraico]]; anche il suffisso "Yahū" o "-Y<sup>e</sup>hū" è altrettanto comune. Questo ha generato due opinioni:
 
# In tempi passati (almeno da c. 1650 [[e.v.]]), la pronuncia del prefisso "Y<sup>e</sup>hō-" era a volte connessa con l'intera pronuncia "Yehova" derivata dal combinare i punti vocalici [[masoreti]]ci per "Adonai" col tetragramma consonantico YHWH.
== Uso del tetragramma ==
# Recentemente, poiché "Yahweh" sembra essere una forma verbale [[imperfetto indicativo|imperfettiva]], "Yahu" è la forma breve del corrispondente [[passato remoto]] o iussivo: si confronti ''yiŝt<sup>a</sup>hawe<sup>h</sup>'' (imperfettivo), ''yiŝtáhû'' (forma breve di passato remoto o iussivo) = "rendere omaggio".<ref>{{cita web |url=http://members.fortunecity.com/yahuwthah/Resource-577/AnsonLetter.htm |titolo=AnsonLetter.htm |editore=Members.fortunecity.com |accesso=26 luglio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111202034811/http://members.fortunecity.com/yahuwthah/Resource-577/AnsonLetter.htm |dataarchivio=2 dicembre 2011 }}</ref>
{{Vedi anche|Shemhamphorasch}}
La differenza fra testo scritto e pronuncia presso gli ebrei, e i diversi modi di trascrivere il tetragramma nelle lingue diverse dall'ebraico, possono far sorgere la questione di come le varie comunità religiose usino riferirsi ad esso.
 
Coloro che sostengono l'argomento 1 di cui sopra, sono: George Wesley Buchanan su ''Biblical Archaeology Review''; [[William Smith (lessicografo)|William Smith]] nel suo ''A Dictionary of the Bible'' (1863);<ref>{{Cita web |url=http://img.villagephotos.com/p/2003-7/264290/Smithspage953Reland190pixels.JPG |titolo="Smith's 1863 ''A Dictionary of the Bible''" |accesso=31 luglio 2015 |dataarchivio=13 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160313122131/http://img.villagephotos.com/p/2003-7/264290/smithspage953reland190pixels.jpg |urlmorto=sì }}</ref> la Sezione nr. 2:1 de ''The Analytical Hebrew & Chaldee Lexicon'' (1848)<ref>''The Analytical Hebrew & Chaldee Lexicon'' di Benjamin Davidson. ISBN 0-913573-03-5.</ref> nel rispettivo articolo "הוה".
=== Nell'Ebraismo ===
{{vedi anche|Torah|Tanakh}}
 
Il secondo argomento poggia su basi [[grammatica]]li, poiché abbreviare con "Yahw" finirebbe per essere "Yahu" o simili, e forme del tipo Yo (יוֹ) contrazione di Yeho (יְהוֹ) e il suffisso "-yah",<ref name=JewishEncycloName/> come anche "Yeho-" o "Yo"<ref name=Moore>George Foot Moore, [https://archive.org/stream/encyclopaediabri15chisrich#page/311/mode/1up 311 "Jehovah"], su ''[[Encyclopædia Britannica]]'', Volume 15, curato da Hugh Chisholm (11ª ed.), 1911.</ref> possono sicuramente essere spiegate quali derivative di "Yahweh" piuttosto che "Yehovah".
{{quote|Tutti lodino e benedicano il Tuo grande Nome con sincerità per sempre, poiché è buono, oh [[Dio (ebraismo)|Dio]] della nostra salvezza e del nostro aiuto per sempre, Dio di Bontà: Benedetto Tu, [[HaShem]], il Tuo Nome è Buono ed è giusto ringraziarTi|[[Siddur]], [[Berakhot]] [[Amidah]]}}
 
== Riscontri testuali ==
La seguente [[preghiera ebraica]] composta da [[Nekhunyà ben Hakanà]], qui presentata in lingua italiana, è composta, in [[ebraico]], da 42 parole le cui iniziali formano uno dei [[Nomi di Dio nella Bibbia|nomi di Dio]] (inoltre anche il loro valore-numero in [[Ghimatriah]] è ancora 42):
La più antica attestazione del nome divino come Dio degli israeliti è la stele del re moabita Mesha. Nel millennio precedente, tuttavia, il nome compare in papiri egiziani e iscrizioni, in cui sembra associato a toponimi nel'area del Sinai. Dato che proprio questa è l'area in cui il nome fu rivelato a Mosè e in cui Dio si rivelò al popolo ebraico durante l'Esodo, alcuni studiosi ipotizzano che il nome IHWH fosse quello della divinità suprema dei madianiti e dei keniti che abitavano il territorio fra il monte Sinai, il monte Seir e il Paran. Altri studiosi hanno cercato di trovare tracce del nome divino in antichi testi ugaritici ed eblaitici.
=== Iscrizioni antiche ===
[[File:Louvre 042010 01.jpg|min|La [[Stele di Mesha]] riporta il primo riferimento (840 a.C.) al Dio Israelita Yahweh]]
L'iscrizione più antica del tetragramma risale all'anno [[840]] p.[[e.v.]], sulla [[Stele di Mesha]]. Riporta il primo riferimento extrabiblico accertato del Dio israelita ''[[Yahweh]]''.<ref name=Lemaire>{{cita pubblicazione|autore=Andre Lemaire |titolo="House of David" Restored in Moabite Inscription |rivista=Biblical Archaeology Review |volume=20 |numero=03 |data=maggio-giugno 1994 |editore=Biblical Archaeology Society |url=http://www.baslibrary.org/biblical-archaeology-review/20/3/2|lingua=en}}</ref> Un'iscrizione del tetragramma in caratteri ebraici, risalente al VI secolo p.e.v., fu rinvenuta su due scrolli d'argento nel sito archeologico di Ketef Hinnom, nell'area della [[Città Vecchia di Gerusalemme]].<ref name="Knight,2011"/>
 
=== Rotoli del Mar Morto ===
{{Citazione|Per favore, con la grandezza della Tua destra, sciogli la prigioniera.<br />Accetta la preghiera del Tuo popolo, innalzaci e purificaci, oh Temibile.<br />Per favore, oh Forte, custodisci come la pupilla coloro che ricercano la Tua Unità.<br />Benedicili, purificali, la misericordia della Tua giustizia sempre concedi loro.<br />Potente, Santo, con la Tua grande bontà guida la Tua Comunità.<br />Unico, elevatissimo, volgiti al Tuo popolo, che ricorda la Tua [[Qedushah|Santità]].<br />Accogli la nostra invocazione ed ascolta il nostro grido, [Tu] che conosci i misteri|[[Siddur]]}}
Nei [[Manoscritti del Mar Morto]] e altri testi ebraici e aramaici, il tetragramma e alcuni altri [[nomi di Dio nella Bibbia|nomi di Dio nell'ebraismo]] (come ''El'' o ''Elohim'') venivano a volte scritti in alfabeto paleoebraico, dimostrando di essere considerati speciali. I membri della comunità del Qumran erano consapevoli dell'esistenza del tetragramma, ma ciò non equivaleva a concederne l'autorizzazione a pronunciarlo o usarlo altrimenti. Questo è dimostrato non solo dal trattamento speciale del tetragramma nel testo, ma dalla raccomandazione registrata nella "Regola di Associazione": "Chi si ricorderà del nome più glorioso, che è sopra tutti [...]".<ref>Tradotto da: P. Muchowski, ''Rękopisy znad Morza Martwego. Qumran – Wadi Murabba‘at – Masada,'' Kraków 1996, pp. 31.</ref>
 
I manoscritti ritrovati a Qumran attestano tre diverse modalità di scrivere il tetragramma, soprattutto in citazioni bibliche: in alcuni manoscritti è riportato in scrittura paleoebraica, in altri in [[lingua ebraica|scrittura quadrata]], in altri ancora è rimpiazzato da quattro punti o trattini (''tetrapuncta''). Nel manoscritto nr. 4Q248 i quattro punti sono sostituiti da barre.
Dio si rivelò con il Nome eccelso solo quando [[Mosè]] gli si presentò innanzi e quando il [[Popolo d'Israele]] doveva essere liberato dall'Egitto e divenire possesso particolare di Dio: precedentemente infatti [[Avraham]], [[Isacco]] e [[Giacobbe]] lo conobbero tramite la modalità del [[Nomi di Dio nella Bibbia|Nome divino]] "E-l Sha-day"<ref>Spesso tradotto come "Onnipotente" è il nome di Dio nutritore, che si manifesta prevalentemente nelle campagne, essendo "day" inteso come "a sufficienza" o "secondo necessità", o "abbastanza": ordine che secondo la leggenda rabbinica viene da Lui gridato durante la Creazione per fermare l'espansione del mare, vedi la voce "Shaddài" in Arthur Green, ''Queste sono le parole'', Firenze: Giuntina, 2002, p. 60.</ref>. Il Tetragramma è il Nome di Dio che esprime la trascendentalità e la Misericordia divine. È il Suo nome "per sempre". L'[[ebraismo]] insegna che il nome di Dio, pur esistendo in forma scritta, è troppo sacro per essere pronunciato o trascritto senza le norme [[Rabbino|rabbiniche]] [[Halakhah|Halakhiche]] necessarie e comandate per questo fine. Tutte le moderne forme di ebraismo proibiscono il completamento del nome divino. Il solo che poteva pronunciarlo era il [[Sommo sacerdote]] nel [[Yom Kippur|giorno dell'espiazione]]: dato che la figura del Sommo Sacerdote è sparita nel [[70|70 d.C.]], con la distruzione del [[Secondo Tempio]] di [[Gerusalemme]] secondo il [[Talmud]], da allora il tetragramma non viene mai più pronunciato durante i riti ebraici.
La tradizione ebraica vuole che ciò avvenisse all'Interno del ''Qodesh haQodashim'', il [[Sancta sanctorum]] del [[Tempio di Gerusalemme]]: il Sommo Sacerdote dimenticava la pronuncia del Tetragramma immediatamente dopo averla "effettuata". Il momento in cui il Sommo Sacerdote poteva pronunciare il Tetragramma avveniva per due volte con la [[Benedizione sacerdotale]] sul popolo d'Israele:
 
I copisti apparentemente usavano il ''tetrapuncta'' per ammonire contro la pronuncia del nome di Dio.<ref>E. Tov, [http://www.emanueltov.info/docs/books/scribal-practices1.publ.books.pdf ''Scribal practices and approache's reflected in the texts found in the Judean Desert''] Leiden, Brill 2004 p. 206.</ref> La maggioranza dei nomi divini, infatti, furono pronunciati fino al II secolo p.[[e.v.]]. Poi, man mano che si sviluppava la tradizione di non pronunciare i nomi, apparvero alternative del tetragramma, come Adonai, Kyrios e Theos.<ref>{{cita pubblicazione|autore=[[Kristin De Troyer]] |anno= 2005 |url=http://www.lectio.unibe.ch/05_2/troyer_names_of_god.htm |titolo=Lectio difficilior: The Names of God. Their Pronunciation and Their Translation |issn=1661-3317 |accesso=28 luglio 2015|lingua=en}}</ref>
{{quote biblico|Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Parla ad [[Aronne]] ed ai suoi figli e di' loro così: "In questo modo benedirete i figli di Israel, dicendo loro: Ti benedica il Signore (י*ה*ו*ה) e ti custodisca. Faccia il Signore risplendere il Suo Volto su di te e ti conceda grazia. Rivolga il Signore il Suo Volto verso di te e ti dia pace". Essi porranno il Mio Nome (י*ה*ו*ה) sui figli di Israele ed Io li benedirò»|Numeri|6.22-27}}
 
Il [[4Q120]], frammento greco di {{passo biblico|Levitico|26:2-16}} scoperto nei [[Manoscritti del Mar Morto]] ([[Qumran]]) ha ιαω ("Iao"), la forma greca del trigramma aramaico<ref>{{cita pubblicazione|url= https://books.google.it/books?id=0G9DDh4QTPUC&pg=PA468&dq=%22yhw%22+aramaic&hl=en&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q=%22yhw%22%20aramaic&f=false |autore= Michael H. Silverman |titolo= Hebrew Name-Types in the Elephantine Documents |rivista= Orientalia |volume= 39 |numero= 4 |anno= 1970 |p= 468 }}</ref> YHW.<ref>Bezalel Porten, ''Archives from Elephantine: The life of an ancient Jewish military colony'', 1968, University of California Press, pp. 105, 106.</ref> Lo [[storico]] [[Giovanni Lido]] ([[VI secolo]]) scrisse: "Il romano [[Marco Terenzio Varrone|Varrone]] [116–127 p.e.v.] nel definirlo [il dio ebraico] dice che sia chiamato Iao nei misteri Caldei" (''De Mensibus'' IV 53). George Van Cooten asserisce che Iao è una delle "designazioni specificamente ebraiche di Dio" e "i papiri aramaici degli ebrei di [[Elefantina]] mostrano che 'Iao' è un termine originale ebraico".<ref>Stern M., ''Greek and Latin Authors on Jews and Judaism'' (1974-84) 1:172; Schafer P., ''Judeophobia: Attitudes toward the Jews in the Ancient World'' (1997) 232; Cowley A., ''Aramaic Papyri of the 5th century'' (1923); Kraeling E.G., ''The Brooklyn Museum Aramaic Papyri: New Documents of the 5th century BCE from the Jewish Colony at Elephantine'' (1953)</ref><ref group=Nota>Un esame esauriente della materia appare in Sean McDonough, ''YHWH at Patmos'' (1999), pp. 116-122 e George van Kooten, ''The Revelation of the Name YHWH to Moses'', 2006, pp. 114, 115, 126-136. È anche importante citare una fonte fondamentale, sebbene vetusta, di questa materia: Adolf Deissmann, ''[https://www.archive.org/details/biblestudiescont00deisrich Bible studies: Contributions chiefly from papyri and inscriptions to the history of the language, the literature, and the religion of Hellenistic Judaism and primitive Christianity]'' (1909), al capitolo "Greek transcriptions of the Tetragrammaton".</ref>
Gli ebrei sono soliti inoltre non pronunciarlo ad alta voce in nessuna occasione e per nessuna ragione. Invece di pronunciare il Tetragramma durante le preghiere, gli ebrei dicono "Ado-nai"<ref>È il nome che sceglie Adamo, secondo la tradizione midrashica, per rivolgersi a Dio non tanto per evocare non la Sua "essenza", impossibile da definire e troppo sacra persino da nominare, ma la Sua "presenza" presso di noi, che ne siamo sottomessi. Vedi la voce "Adonài" in A. Green, cit., pp. 29-30.</ref> (''[[Talmud]], [[Pesachim]] 50''). Anche la pronuncia del Nome Ado-nai non avviene mai in conversazioni quotidiane alludendovi invece con la parola ''AdoShem'' o ''HaShem'' (in ebraico "il nome", come appare nel libro del [[Levitico]] {{passo biblico|Lv|24,11}}) quando ci si riferisca all'Eterno: il [[Qitzur Shulchan Arukh]] sconsiglia l'uso del primo, ''AdoShem'', per l'onore verso Dio che esso non permette infatti non è presente nei testi.
 
L'ultima vocale del nome Ιαω è lunga (omega); la vocale ι è breve e la α lunga, come dimostrano i versi citati in [[Macrobio]], ''[[Saturnalia (Macrobio)|Saturnalia]]''.<ref>[http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Macrobius/Saturnalia/1*.html Macrobio, ''Saturnalia'' I, XVIII, 20]</ref>
La legge ebraica richiede che regole "rabbiniche" siano decretate in aggiunta alle regole della [[Torah]] per ridurre l'eventualità che la legge originale sia trasgredita. Per questo motivo è diffusa la pratica di limitare l'uso della parola Ado-nai solo ai momenti di preghiera. Molti ebrei estendono la proibizione a tutti i nomi con i quali ci si riferisce all'Altissimo nella ''Bibbia'', oppure aggiungono suoni che alterano la pronuncia al di fuori dei contesti liturgici, come ad esempio kE-l o E-lokim<ref>Trascritto in italiano anche come "Elohìm", significa in qualche modo "eminente" ed è interessante il fatto che sia una parola plurale, benché usata come fosse parola singolare, quasi il corrispondente di un [[nome collettivo]], ossia riferentesi a tutti i Suoi "attributi", espressi attraverso le [[Sephirot]]. Cfr. la voce "Elohìm" in A. Green, cit., pp. 35-36.</ref>. Anche nello scritto possono comparire alterazioni, come ad esempio "D-o". Sebbene questa alterazione scritta non sia richiesta da alcuna legge religiosa (solo il nome in ebraico è sacro, non la sua traduzione in italiano o altre lingue) essa ha lo scopo di ricordare al lettore la santità connessa al nome del Signore.
 
==== Manoscritti contenenti il nome divino ====
È probabile che la proibizione della pronuncia del Tetragramma risalga all'epoca di [[Esdra (Bibbia)|Esdra]] e [[Neemia]], ossia al ritorno dall'[[esilio babilonese]], quando fu riaperto il Tempio di Gerusalemme e furono fissati molti dei canoni della [[liturgia]]. La proibizione della sua pronuncia è certa ed è stata costante fino ad oggi, tuttavia alcuni mistici erano soliti contemplare, con l'uso di cori o più spesso in completo isolamento, le singole lettere che lo compongono<ref>Si veda per esempio [[Moshe Idel]], ''Quabbalah. Nuove prospettive'', Milano: Adelphi, 2010, pp. 123-24 e ''passim''.</ref>.
La tabella qui sotto presenta tutti i manoscritti in cui il tetragramma è scritto in caratteri paleoebraici<ref group=Nota>In alcuni manoscritti il tetragramma venne rimpiazzato dalla parola ''’El'' o ''’Elohim'' scritta in caratteri paleoebraici, e sono: 1QpMic (1Q14) 12 3; 1QMyst (1Q27) II 11; 1QHa I (Suk. = Puech IX) 26; II (X) 34; VII (XV) 5; XV (VII) 25; 1QH<sup>b</sup> (1Q35) 1 5; 3QFrammenti non classificati (3Q14) 18 2; 4QpPs<sup>b</sup> (4Q173) 5 4; 4QAges of Creation A (4Q180) 1 1; 4QMidrEschate?(4Q183) 2 1; 3 1; fr. 1 kol. II 3; 4QS<sup>d</sup> (4Q258) IX 8; 4QD<sup>b</sup> (4Q267) fr. 9 kol. i 2; kol. iv 4; kol. v 4; 4QD<sup>c</sup> (4Q268) 1 9; 4QComposizione riguardo alla Divina Provvidenza (4Q413) fr. 1–2 2, 4; 6QD (6Q15) 3 5; 6QpapHymn (6Q18) 6 5; 8 5; 10 3. W 4QShirShabbg (4Q406) 1 2; 3 2 comprova ''’Elohim''.</ref> o in caratteri quadrati e tutti i manoscritti in cui i copisti hanno usato ''tetrapuncta''.
 
{| class="wikitable"
Su alcuni [[Siddur]]im di preghiera e testi di studio il Nome eccelso viene spesso stampato senza vocalizzazione o, quando essa sia presente, variante comunque in differenti modi; talvolta il Nome "Ado-nai" compare scritto per esteso all'interno dell'ultima lettera ''Hei'' del Tetragramma<ref>Tecniche mistiche di visualizzazione, anche a colori, del nome, con testimonianze dei comportamenti di ogni lettera sono presenti in diverse tradizioni. Si veda ancora M. Idel, cit., pp. 204-12 e ''passim''.</ref>.
! PALEOEBRAICO !! QUADRATO !! TETRAPUNCTA
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| 1Q11 (1QPs<sup>b</sup>) 2–5 3<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-277262 The Dead Sea Scrolls - B-277262]</ref> || 2Q13 (2QJer)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-278363 The Dead Sea Scrolls - B-278363]</ref> || 1QS VIII 14<ref>[http://dss.collections.imj.org.il/community Digital Dead Sea Scrolls at the Israel Museum, Jerusalem - Community Rule Scroll]</ref>
|-
| 1Q14 (1QpMic) 1–5 1, 2<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-277254 The Dead Sea Scrolls - B-277254]</ref> || 4Q27 (4QNum<sup>b</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-298706 The Dead Sea Scrolls - B-298706]</ref> || 1QIsa<sup>a</sup> (Rotolo di [[Libro di Isaia|Isaia]]) XXXIII 7, XXXV 15<ref>[http://dss.collections.imj.org.il/isaiah The discovery of the Dead Sea Scrolls have had dramatic implications for the study of Jewish history, providing scholars with a large and diverse (mostly religious) literary corpus from the Hellenistic-Roman Period.]</ref>
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| 1QpHab (Commentario di [[Libro di Abacuc|Abacuc]]) VI 14; X 7, 14; XI 10<ref>[http://dss.collections.imj.org.il/habakkuk Digital Dead Sea Scrolls at the Israel Museum, Jerusalem - Commentary on Habakkuk]</ref> || 4Q37 (4QDeut<sup>j</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-278426 The Dead Sea Scrolls - B-278426]</ref> || 4Q53 (4QSam<sup>c</sup>) 13 III 7, 7<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-288404 The Dead Sea Scrolls - B-288404]</ref>
|-
| 1Q15 (1QpZeph) 3, 4<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-277302 The Dead Sea Scrolls - B-277302]</ref> || 4Q78 (4QXII<sup>c</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-280209 The Dead Sea Scrolls - B-280209]</ref> || 4Q175 (4QTest) 1, 19
|-
| 2Q3 (2QEsodo<sup>b</sup>) 2 2; 7 1; 8 3 (link: [http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284856 The Dead Sea Scrolls - B-284856] [http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-278362 The Dead Sea Scrolls - B-278362]) || 4Q96 (4QPs<sup>o</sup><ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-299918 The Dead Sea Scrolls - B-299918]</ref> || 4Q176 (4QTanḥ) 1–2 i 6, 7, 9; 1–2 ii 3; 8–10 6, 8, 10<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q176-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Multiple Compositions]</ref>
|-
| 3Q3 (3QLam) 1 2<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284853 The Dead Sea Scrolls - B-284853]</ref> || 4Q158 (4QRP<sup>a</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q158-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Reworked Pentateuch A]</ref> || 4Q196 (4QpapToba ar) 17 i 5; 18 15<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q196-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q papTobit]</ref>
|-
| 4Q20 (4QEsodo<sup>j</sup>) 1–2 3<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284014 The Dead Sea Scrolls - B-284014]</ref> || 4Q163 (4Qpap pIsa<sup>c</sup>) I 19; II 6; 15–16 1; 21 9; III 3, 9; 25 7<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q163-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q papPesher Isaiah C]</ref> || 4Q248 (Storia dei re della Grecia) 5<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284694 The Dead Sea Scrolls - B-284694]</ref>
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| 4Q26b (4QLev<sup>g</sup>) linea 8<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284277 The Dead Sea Scrolls - B-284277]</ref> || 4QpNah (4Q169) II 10<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-299230 The Dead Sea Scrolls - B-299230]</ref> || 4Q306 (4QUomini del Popolo Che Errano) 3 5<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-295766 The Dead Sea Scrolls - B-295766]</ref>
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| 4Q38a (4QDeut<sup>k2</sup>) 5 6<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-284297 The Dead Sea Scrolls - B-284297]</ref> || 4Q173 (4QpPs<sup>b</sup>) 4 2<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q173-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Multiple Compositions]</ref> || 4Q382 (4QparaRe ''et al.'') 9+11 5; 78 2
|-
| 4Q57 (4QIsa<sup>c</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-300013 The Dead Sea Scrolls - B-300013]</ref> || 4Q177 (4QCatena A)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q177-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Eschatological Commentary B]</ref> || 4Q391 (4Qpap Pseudo-Ezechiele) 36, 52, 55, 58, 65<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q391-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q papPseudo-Ezekiel]</ref>
|-
| 4Q161 (4QpIsa<sup>a</sup>) 8–10 13<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q55-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Isaiah]</ref> || 4Q215a (4QTempo della Giustizia)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q215-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Testament of Naphtali]</ref> || 4Q462 (4QNarrazione C) 7; 12<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-288554 The Dead Sea Scrolls - B-288554]</ref>
|-
| 4Q165 (4QpIsa<sup>e</sup>) 6 4<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q59-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Isaiah]</ref> || 4Q222 (4QJub<sup>g</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q222-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Jubilees]</ref> || 4Q524 (4QT<sup>b</sup>) 6–13 4, 5<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q524-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Temple Scroll]</ref>
|-
| 4Q171 (4QpPs<sup>a</sup>) II 4, 12, 24; III 14, 15; IV 7, 10, 19<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q171-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Pesher Psalms A]</ref> || 4Q225 (4QPsJub<sup>a</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q225-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q pseudo-Jubilees]</ref> || XḤev/SeEschat Hymn (XḤev/Se 6) 2 7
|-
| 11Q2 (11QLev<sup>b</sup>) 2 2, 6, 7<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-285319 The Dead Sea Scrolls - B-285319]</ref> || 4Q365 (4QRP<sup>c</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q365-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Multiple Compositions]</ref> ||
|-
| [[11Q5]] (11QPs<sup>a</sup>)<ref>Lista completa: A. Sanders, ''The Psalms Scroll of Qumran Cave 11'' (11QPsa), serie ''Discoveries of the Judaean Desert of Jordan'' IV, pp. 9.</ref><ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/11Q5-1 The Dead Sea Scrolls - 11Q Psalms]</ref> || 4Q377 (4QPentateuco Apocrifo B) 2 ii 3, 5<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q377-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q Apocryphal Pentateuch B]</ref> ||
|-
| || 4Q382 (4Qpap paraRe)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/4Q382-1 The Dead Sea Scrolls - 4Q papParaphrase of Kings]</ref> ||
|-
| || 11Q6 (11QPs<sup>b</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/2Q13-1 The Dead Sea Scrolls - 2Q Jeremiah]</ref> ||
|-
| || 11Q7 (11QPs<sup>c</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-285346 The Dead Sea Scrolls - B-285346]</ref> ||
|-
| || 11Q19 (Rotolo del Tempio) (11QT<sup>a</sup>) ||
|-
| || 11Q20 (11QT<sup>b</sup>)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/manuscript/11Q20-1 The Dead Sea Scrolls - 11Q Temple Scroll(?)]</ref> ||
|-
| || 11Q11 (11QapocrPs)<ref>[http://www.deadseascrolls.org.il/explore-the-archive/image/B-285324 The Dead Sea Scrolls - B-285324]</ref> ||
|}
 
==== Datazione di alcuni manoscritti che riportano il tetragramma in modalità diverse ====
Nella tasca dell'[[Efod]] del Sommo Sacerdote è inserita una pergamena su cui è iscritto il Tetragramma.
La data della composizione è una stima secondo Peter Muchowski, come riportato in ''"Commentaries to the Manuscripts of the Dead Sea"'' di Emmanuel Tov in ''"Scribal Practices and Approaches, Reflected in the Texts Found in the Judean Desert"'', Leiden, Brill 2004. In questi manoscritti l'uso dei ''tetrapuncta'' sembra precedere l'uso esplicito del tetragramma.
 
{| style="background:transparent"
=== Chiese cristiane ===
| bgcolor="lightcyan" |Manoscritti in blu hanno il tetragrammaton indicato con ''tetrapuncta''
[[File:Tetragrammaton at RomanCatholic Church Saint-Germain Paris France.JPG|thumb|Vetrata con il Nome in ebraico nella chiesa di Saint-Germain a Parigi]]
|-
Nella prima Chiesa cristiana si sono immediatamente affermate, nell'uso comune e liturgico, le forme "Signore" e "Dio" perché prevalenti al tempo del Nuovo Testamento, nel cui testo sono impiegate in modo esclusivo. Nella chiesa latina il greco ''Kyrios'' è stato tradotto con ''Dominus'' e, nelle traduzioni in italiano, con Signore. È rimasta come testimonianza la forma litanica "[[Kyrie eleison]]" a ricordo della tradizionale [[liturgia]] greca che era in uso anche nella chiesa latina. Come esempio di uso, nelle collette e nelle preghiere della liturgia cattolica, ci si rivolge a Dio con gli epiteti "Dio onnipotente ed eterno" oppure "Dio, padre onnipotente" o simili. L'unica volta in cui si utilizza un termine ebraico (non il tetragramma) è, una volta all'anno, in una delle sette [[antifone maggiori dell'Avvento]] "''O Adonai''" (nel testo latino - nel testo liturgico italiano è reso con "O Signore"). Questo utilizzo delle forme Dio e Signore è stato mantenuto anche nel protestantesimo storico, come ad esempio nella versione di Lutero della Bibbia.
|bgcolor="beige"|Manoscritti in verde hanno il tetragramma scritto in paleoebraico
|-
| bgcolor="mistyrose" |Manoscritti in rosso hanno il tetragramma scritto in caratteri quadrati
|}
 
I numeri sulla linea orizzontale indicano l'anno approssimativo in cui furono prodotti i manoscritti.
Le traduzioni moderne in cui è presente (perlopiù in nota) una vocalizzazione del tetragramma, sono opera di eruditi senza che abbiano un utilizzo al di fuori della cerchia della [[critica biblica]], e servono soprattutto per evidenziare le stratificazioni e la formazione del testo (ad esempio le cosiddette tradizioni Jahvista, Elohista, Sacerdotale ecc). Recentemente, in ambito cattolico, con la motivazione di riaffermare la disciplina sia ebraica che delle prime comunità cristiane secondo la quale «Non si deve pronunciare il nome di Dio sotto la forma del tetragramma YHVH nelle celebrazioni liturgiche, nei canti, nelle preghiere», e anche nelle traduzioni della bibbia il nome di Dio deve essere reso con Adonai, Kyrios, Signore ecc<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/26/ratzinger-apre-agli-ebrei-non-usare.html Articolo di Marco Politi su Repubblica del 26 ottobre 2008]</ref>
 
[[File:Tetragram w niektórych rękopisach z Qumran.PNG|centro|800px]]
==== Bibbie cattoliche ====
 
=== Papiri magici ===
Nella maggior parte delle versioni moderne delle bibbie cattoliche e in tutte quelle utilizzate pubblicamente nelle chiese, il ''nome ineffabile'' (secondo la definizione dei [[padri della Chiesa]]), quando presente nell'Antico Testamento, viene reso con "Signore", adottando l'uso del [[Nuovo Testamento]] in cui il tetragramma non è mai presente e dove, nelle citazioni della bibbia ebraica, si usa il greco ''Kyrios'' (Signore). Questo uso è attestato anche nella maggior parte dei manoscritti della bibbia in greco, detta [[Septuaginta]], e nella vocalizzazione del tetragramma del testo masoretico. Anche nella versione latina precedentemente in uso nella Chiesa occidentale (la [[Vulgata]]) il termine è reso con ''Dominus'', cioè Signore. La presunta vocalizzazione del tetragramma non compare mai nel testo ufficiale della Bibbia utilizzato per la liturgia pubblica in italiano.
L'ortografia del tetragramma appare tra le molte combinazioni e permutazioni di nomi di potenti agenti che si riscontrano nei [[papiro|papiri]] [[magia|magici]] ebraici<ref group=Nota>I '''papiri magici ebraici''' sono una sottoclasse ebraica di [[papiri]] con specifici usi magici, e che fanno luce su certe credenze popolari durante il tardo periodo del [[Secondo Tempio]] e successivamente, nella [[Tarda antichità]]. Una categoria collegata dello stesso periodo è quella delle '''iscrizioni magiche ebraiche''', tipicamente su [[amuleti]], [[ostraca]] e coppe da incantesimo.</ref> ritrovati in Egitto.<ref>B. Alfrink, ''La prononciation 'Jehova' du tétragramme'', O.T.S. V (1948) pp. 43-62.</ref> Una di queste forme è l'eptagramma ιαωουηε, che raccoglie tutte le vocali dell'alfabeto greco.<ref>K. Preisendanz, ''Papyri Graecae Magicae'', Leipzig-Berlin, I, 1928 e II, 1931.</ref> Nei papiri magici ebraici, ''Iave'' e {{lang|grc|Iαβα}} ''Yaba'' appaiono frequentemente.<ref name=Moore/>
 
Si riscontra ''Yawe'' nella lista cristiana etiope dei nomi magici di [[Gesù]], che si suppone fossero stati da lui insegnati ai discepoli.<ref name=Moore/>
La maggioranza degli esegeti cattolici contemporanei propende per una vocalizzazione del tetragramma con le vocali "a" ed "e", e talvolta questa forma può apparire, oltre che nei testi di critica biblica, anche nelle note e nelle introduzioni o, più raramente (una o due volte) nel testo dell'Antico Testamento, quando si tratta di evitare ambiguità per la presenza vicina di altri nomi divini. È presente più spesso in alcune versioni letterali degli anni sessanta a indirizzo storico critico, allo scopo di evidenziare le diverse tradizioni presenti nella formazione del testo. In traduzioni degli ultimi anni è citato il tetragramma in caratteri latini ('''JHWH''') senza alcuna vocalizzazione. Non compare mai nel Nuovo Testamento non essendo presente in nessuno dei manoscritti antichi da cui vengono fatte le traduzioni.
 
=== Testi classici della Bibbia ebraica ===
Nel 2008 è stata pubblicata da parte della Congregazione per il culto divino la seguente direttiva sull'uso del tetragramma nella Chiesa cattolica:
[[File:Biblia Hebraica Kttel Psalm 20-21.jpg|min|sinistra|Pagina della ''Biblia Hebraica'' di [[Rudolf Kittel]], coi Salmi 20-21]]
{{Citazione|La traduzione greca dell'Antico Testamento, la cosiddetta [[Septuaginta]], che risale agli ultimi secoli precedenti l'era cristiana, ha reso regolarmente il tetragramma ebraico con la parola greca Kyrios, che significa Signore. Siccome il testo della Septuaginta ha costituito la Bibbia della prima generazione di cristiani di lingua greca, e in questa lingua furono anche scritti tutti i libri del Nuovo Testamento, anche questi cristiani sin dal principio evitarono la pronuncia del tetragramma sacro. Qualcosa di simile avvenne con i cristiani di lingua latina, la cui letteratura cominciò ad emergere a partire dal secondo secolo, come attestano prima la [[Vetus Latina]] e, in seguito, la [[Vulgata]] di [[san Girolamo]]. Anche in queste traduzioni il tetragramma venne sempre reso con la parola latina Dominus, che corrispondere sia all'ebraico Adonai e al greco Kyrios (....) Pertanto astenersi dalla pronuncia del tetragramma del nome di Dio da parte della chiesa è giustificato. Oltre ai motivi di correttezza filologica si tratta anche di rimanere fedeli alla tradizione della chiesa poiché fin dalle origini il tetragramma sacro non è mai stato pronunciato in un contesto cristiano e neppure mai tradotto in nessuna delle lingue in cui la Bibbia è stata tradotta.<ref>[http://www.adoremus.org/CDW_NameofGod.html Letter to the Bishops Conferences on The Name of God (in inglese) ]</ref>}}
Nella [[Bibbia ebraica]] (=''[[Tanakh]]''), il tetragramma appare 6&nbsp;828 volte,<ref name="Knight,2011"/> come si può rilevare dalla ''Biblia Hebraica'' (BHK) e ''[[Biblia Hebraica Stuttgartensia]]'' (BHS).<ref name="insight"/> Inoltre, ai margini riporta note (''Masorah''<ref group=Nota>''masora parva'' (piccole) o ''masora marginalis'' sono note apposte sul Testo Masoretico, scritte ai margini di sinistra, di destra e tra le colonne, ed i commenti nei margini in cima ed in fondo alle ''masora magna'' (grandi).</ref>) a indicare che in 134 punti i ''[[Sofer (ebraismo)|soferim]]'' (scribi) ebrei alterarono il testo originale ebraico da YHWH a ''Adonai''<ref>{{cita libro|autore=C. D. Ginsburg|titolo= The Massorah. Translated into English with a critical and exegetical commentary |volume=IV<!-- |p=28 -->|url= https://archive.org/stream/MassorahMassorethMassoretic/04.Massorah.TranslEngCritCom.Ginsburg.1905.#page/n29/mode/2up |p=§ 115|lingua=en}}</ref><ref group=Nota>C. D. Ginsburg in ''The Massorah. Copied from manuscripts'', Londra 1880, [https://archive.org/stream/MassorahMassorethMassoretic/01.p1.MassoraCompMSS.ALA..Alef.Yod.Ginsburg.1880.#page/n29/mode/2up vol I, p. 25, 26, § 115] elenca i 134 posti in cui questa pratica viene osservata. Confrontando questo elenco col testo di ''BHS'' si può notare che ''BHS'' appone il Tetragramma solo nel testo principale di {{Cita passo biblico|Salmi|68:28}} [68:27].</ref><ref>{{cita libro|autore=Dr. E.W. Bullinger|anno=1921|titolo=The Companion Bible|url=http://www.biblestudysite.com/32.htm|}} Appendice 32 da ''The Companion Bible''.</ref><ref>{{cita libro|titolo=Pronunciation of the Tetragrammaton: A Historico-Linguistic Approach|autore=Steven Ortlepp|p=60|anno=2010|url=https://books.google.com.gt/books?id=k9JEAgAAQBAJ&pg=PA60&lpg=PA60&dq=134+tetragrammaton&source=bl&ots=WPJoDG5woi&sig=-vCFggwdIef6gcqdVlboRH6v2Oo&hl=es&sa=X&ei=6fDtVPHAAoihNuK-g5gK&redir_esc=y#v=onepage&q=134%20tetragrammaton&f=false|ISBN=978-1-4452-7220-7|lingua=en}}</ref> e in 8 posti a ''[[Elohim]]'',<ref>C. D. Ginsburg, ''Introduction to the Massoretico-Critical Edition of the Hebrew Bible'', Londra, 1897, [https://archive.org/stream/introductionofma00ginsuoft#page/368/mode/2up s. 368, 369]. Questi posti sono elencati in: C.D. Ginsburg, ''The Massorah. Compiled from manuscripts'', vol I, p. 26, [https://archive.org/stream/MassorahMassorethMassoretic/01.p1.MassoraCompMSS.ALA..Alef.Yod.Ginsburg.1880.#page/n29/mode/2up § 116].</ref> che aggiungerebbe 142 riscontri al succitato numero iniziale.<ref group=Nota>Poiché BHS e BHK hanno già il tetragramma in {{Cita passo biblico|Salmi|68:26}}, ciò porterebbe ad un totale di {{formatnum:6969}} riscontri nel ''Masorah''.</ref> La presenza del nome divino in {{passo biblico|Zaccaria|9:4}} nel frammento [[8HevXII b]] (LXXVTS10b) conferma queste alterazioni.<ref>{{cita libro|url=http://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1001060075|titolo=Il nome divino in antiche versioni greche|editore=watchtower bible and tract society|edizione=Traduzione del Nuovo Mondo con riferimenti|pp=1564-1566}}</ref> Secondo il ''Lexicon Brown-Driver-Briggs'', יְהֹוָה (Qr אֲדֹנָי) appare 6&nbsp;518 volte, e יֱהֹוִה (Qr אֱלֹהִים) appare 305 volte nel Testo Masoretico.
 
La forma breve [[Jah]] appare 50 volte:<ref>G. Lisowsky, ''Konkordanz zum hebräischen Alten Testament'', Stuttgart 1958, p. 1612. Per informazioni di base sulla forma ''Jāh'', si veda L. Koehler, W. Baumgartner, J.J. Stamm, ''Wielki słownik hebrajsko-polski i aramejsko-polski Starego Testamentu'' (Great Dictionary of the Hebrew-Aramaic-Polish and Polish Old Testament), Warszawa 2008, vol. 1, p. 327, codice Nr. 3514.</ref> 43 volte nei ''[[Salmi]]'', una volta in {{passo biblico|Esodo|15:2;17:16}}; {{passo biblico|Isaia|12:2;26:4}}, e due volte in {{passo biblico|Isaia|38:11}}. Nel [[Cantico dei cantici]] {{passo biblico|Cantico dei cantici|8:6|libro=no}} compare nell'espressione ''šalehebeteja'', "la fiamma di Jah".<ref group=Nota>Per informazioni basilari sulla parola ''šalehebeteja(h)'' – cfr. L. Koehler, W. Baumgartner, J.J. Stamm, ''Wielki słownik hebrajsko-polski i aramejsko-polski Starego Testamentu'' (Great Dictionary of the Hebrew-Aramaic-Polish and Polish Old Testament), Warszawa 2008, vol. 2, p. 489, codice Nr. 9395.</ref> Questa forma abbreviata ''[[Jah]]'' compare anche nel Nuovo Testamento nella parola greca Ἀλληλουϊά (''[[Alleluia|hallelujah]]'') in {{passo biblico|Apocalisse|19:1–6}}.
==== Bibbie protestanti ====
 
Il nome di Dio si trova nella Bibbia anche come componente di [[nome teoforico|nomi teoforici]] ebraici. Alcuni potrebbero aver avuto la forma prefissa: "jô-" oppure "jehô-" (29 nomi), e altri i suffissi: "jāhû" o "jāh" (127 nomi). Un nome è la forma di jehô come seconda sillaba (''Elioenaj'', ebr. ''ʼelj(eh)oʻenaj''<ref>A. Tronina, P. Walewski, ''Biblijne nazwy osobowe i topograficzne. Słownik etymologiczny,'' (Biblical personal names and topographical etymological dictionary) Częstochowa 2009, p. 109.</ref>). Studi [[Onomastica|onomastici]] indicano che i nomi teoforici contenenti il tetragramma erano molto popolari durante la monarchia (VIII e VII secolo p.[[e.v.]]).<ref group=Nota>Ciò è dimostrato per esempio dalle ''Lachish Ostraka'', che sono una lista di dieci nomi di cui otto sono solo nomi teoforici.</ref> I nomi popolari col prefisso ''jô-''/''jehô-'' diminuirono, mentre il suffisso ''jāhû-''/''jāh-'' aumentò.<ref>G. Buchanan, ''Studies in Hebrew proper names'', Londra, 1896, [https://archive.org/stream/studiesinhebrewp00grayuoft#page/162/mode/2up p. 163].</ref>
Nelle Bibbie (Antico Testamento) protestanti solitamente il tetragramma viene reso con Signore o con "Eterno". In nota o raramente nel testo compare sempre più la forma Jahvé. La Riveduta Luzzi, la Nuova Diodati e la King James Version in Genesi 22,14 riportano il nome di località ''Jehovah-jireh'', la cui radice deriva dal tetragramma, ma altre bibbie protestanti traducono diversamente.
In alcune traduzioni anglosassoni della bibbia si traduce il tetragramma con ''LORD'' (Signore), tutto in maiuscolo, per distinguerlo da "Signore" quando si traduce ''Adonai''.
 
Il nome divino compare per la prima volta nel testo [[ebraico]] in {{passo biblico|Genesi|2:4}}<ref name="insight">{{cita libro
=== Testimoni di Geova ===
|titolo=Insight on the Scriptures
I [[testimoni di Geova]] usano la forma Geova, una delle forme moderne di vocalizzazione del sacro tetragramma biblico YHWH usato dagli ebrei antichi, la cui esatta pronuncia è andata persa nei secoli.
|volume=vol. 2
Nel [[Testo masoretico]], cioè nella Bibbia in uso presso le comunità ebraiche, vennero inserite nel tetragramma, secondo alcuni studiosi, le vocali E O A della parola ''Adonai'' (in ebraico "Signore"), affinché il lettore ricordasse di pronunciare questa parola ogni volta che incontrava il tetragramma.
|p=8
Verso la fine del medioevo studiosi cristiani interpretarono quelle vocali come quelle originali del tetragramma. Da qui Yehowah, da cui deriva il latino Jehova forma ampiamente diffusa nell'italiano letterario fino all'Ottocento, come nella bibbia di Antonio Martini [1780], oppure sull'altare della chiesa di Vezzo, frazione di Stresa (del 1886) dove è visibile la scritta Jeova. Nei tempi moderni però la maggior parte degli studiosi ha preferito usare la forma convenzionale di Yahweh, perché ritenuta vicina all'originale e terza persona del verbo "essere" o "divenire", anche se i [[Testimoni di Geova]] hanno scelto di mantenere in italiano la forma "Geova" da essi adottata ufficialmente nel 1931. Si ricordi anche a tale proposito che l'italiano [[Gesù]] deriva dall'aramaico Yehoshuah (le cui vocali sono certe) e che deriverebbe dalla forma ricostruita "Yehowah è salvezza", molto simile (e corrispondente per significato) al nome ebraico Yĕhowašhūà, reso in italiano come Giosuè, il che farebbe dubitare della correttezza della vocalizzazione prevalentemente prescelta per il tetragramma e propendere per Geova nella translitterazione in italiano. I nomi teofori inizianti per Yeho- possono tuttavia spiegarsi anche senza postulare un'originaria forma ricostruita Yehowah: l'evoluzione del timbro in "yeh-" rispetto a "yah-" si comprende bene infatti con una regolare riduzione di vocale in sillaba atona.<ref>Sebbene l'amorreo e l'ebraico siano due lingue diverse, i loro sistemi verbali hanno molto in comune. Non c'è ragione di dubitare che a un certo stadio di sviluppo dell'ebraico sia esistita una forma ''jahwī'' (senza il passaggio w > j) o ''jahwē''. Poiché il sistema verbale ebraico richiede la finale ''ē'', si può concludere che la pronuncia del tetragramma nel periodo biblico fosse ''jahwē''. Le restanti forme possono essere spiegate con differenti mutazioni legate alle leggi fonetiche. Tale sviluppo dipende dal passaggio del tetragramma da verbo a nome proprio: questo passaggio indebolisce, per così dire, la funzione grammaticale della parola. Diverse forme possono dunque essere spiegate così: le sillabe chiuse si trasformano appena possibile in aperte; la vocale finale, che nelle forme verbali non può cadere, non è più essenziale una volta intervenuto il mutamento semantico; essa viene pertanto abbreviata e alla fine cadde, come tutte le vocali brevi infine parola. Il risultato è ''*jahw'', una forma ritenuta impossibile: la w viene vocalizzata e può essere allungata, dando la forma ''jahū'' (Ble § 25 c’d’; cfr. Cross, Myth 61). Se la vocale non viene allungata deve cadere e si ottiene ''*jah'', e dopo il regolare allungamento della vocale si ha ''jāh''.
|editore=Watchtower Bible and Tract Society of Pennsylvania
|capitolo=Importance of the Name
|anno=1988}}</ref><ref>{{cita libro
|titolo=The Bible translator
|volume=vol. 56
|p=71
|editore=United Bible Societies
|anno=2005}}; {{cita libro
|titolo=Nelson's expository dictionary of the Old Testament
|p=229
|editore=Merrill Frederick Unger, William White
|anno=1980}}</ref> e compare più o meno frequentemente in tutti gli altri libri della [[Tanach]], tranne [[Ecclesiaste]], il [[Libro di Ester]] e il [[Cantico dei cantici]].<ref name="Knight,2011"/>
 
Nel [[Libro di Ester]] il tetragramma non appare, ma è presente in quattro punti diversi come [[acrostico]] nel testo ebraico: le lettere iniziali di quattro parole in successione includono YHWH. Queste lettere vennero distinte in almeno tre antichi manoscritti ebraici in rosso.<ref>[http://www.therain.org/appendixes/app60.html ''The Name of Jehovah in the Book of Esther''], Appendice 60, ''Companion Bible''.</ref><ref group=Nota>Sono {{Cita passo biblico|Ester|1:20;5:4;13;7:7}}. Inoltre, in {{Cita passo biblico|Ester|7:5}} c'è un acrostico che si riferisce al titolo di Dio in {{Cita passo biblico|Esodo|3:14}}.</ref> Un altro acrostico che contiene il tetragramma compone le prime quattro lettere di {{passo biblico|Salmi|96:11}}.<ref>[https://www.biblegateway.com/passage/?search=Psalm%2096:11&version=WLC 96:11 תהילים (The Westminster Leningrad Codex)].</ref>
 
Qui sotto un grafico del numero di casi in cui il tetragramma appare nei vari libri del [[Testo Masoretico]].<ref>E. Jenni, C. Westermann, ''Theological Lexicon of the Old Testament'', Hendrickson Publishers 1997, p. 685.</ref>
 
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text: Numero di casi in cui il Tetragramma appare nella Bibbia ebraica
 
</timeline>
 
==== Codex Leningradensis ====
Sei grafie del tetragramma in ebraico sono presenti nel [[Codex Leningradensis]] del [[1008]]–[[1010]], come viene mostrato più sotto. I dati nella colonna "Trascrizione primaria" non intendono indicare come dovesse essere pronunciato il Nome dai Masoreti, ma come la parola dovesse essere pronunciata se letta senza ''q`re perpetuum'' (cfr. nota 31).
 
{| class="wikitable"
|-
! Capitolo & versetto||Grafia {{he}}||Trascrizione primaria||Rif.||Spiegazione
|-
| <div align="center">{{passo biblico|Genesi|2:4}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יְהוָה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yǝhwāh]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?Gen2:4-2:4|titolo=Genesis 2:4 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Questo è il primo caso in cui appare il tetragramma nella Bibbia ebraica e mostra la serie di vocali più comuni usata nel Testo Masoretico. È la stessa forma usata in Genesi 3:14 più sotto, ma senza il punto sopra la holam/waw, perché sarebbe un po' ridondante.
|-
| <div align="center">{{passo biblico|Genesi|3:14}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יְהֹוָה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yǝhōwāh]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?Gen3:14-3:14 |titolo=Genesis 3:14 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Questa è una serie di vocali raramente usata nel Testo Masoretico: sono essenzialmente le vocali di Adonai (con la ''hataf patah'' che ritorna al suo stato naturale di sh'wa).<ref name="Shva"/>
|-
| <div align="center">{{passo biblico|Giudici|16:28}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יֱהֹוִה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yĕhōwih]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?Judg16:28-16:28 |titolo=Judges 16:28 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Quando il tetragramma viene preceduto da Adonai, riceve invece le vocali dal nome Elohim. La ''hataf segol'' non ritorna a essere una sh'wa perché farlo potrebbe creare confusione con le vocali di Adonai.
|-
| <div align="center">{{passo biblico|Genesi|15:2}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יֱהוִה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yĕhwih]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?Gen15:2-15:2 |titolo=Genesis 15:2 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Come sopra, questo usa le vocali di Elohim, ma come per la seconda versione, viene omesso il punto sopra alla holam/waw poiché ridondante.
|-
| <div align="center">{{passo biblico|1Re|2:26}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יְהֹוִה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yǝhōwih]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?1Kings2:26-2:26 |titolo=1 Kings 2:26 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Qui è presente il punto sopra la holam/waw, ma la ''hataf segol'' ritorna a essere sh'wa.
|-
| <div align="center">{{passo biblico|Ezechiele|24:24}}</div>||<div align="center">{{ebraico|יְהוִה}}</div>||<div align="center">{{unicode|[[Yahweh|Yǝhwih]]}}</div>||<div align="center"><ref>{{cita web|url=http://www.tanach.us/Tanach.xml?Ezek24:24-24:24 |titolo=Ezekiel 24:24 in the Unicode/XML Leningrad Codex |editore=Tanach.us |accesso=27 luglio 2015}}</ref></div>||Qui viene omesso il punto sopra alla holam/waw e la ''hataf segol'' ritorna a essere una sh'wa.
|}
'''{{unicode|ĕ}}''' è ''hataf segol'';<ref group=Nota>'''Segol''' ({{ebraico|סֶגּוֹל}}; {{IPA|seˈɡol}}) è un segno di [[alfabeto ebraico|vocale ebraica]] [[niqqud]] rappresentato da tre punti che formano un [[triangolo equilatero]] capovolto <span style="font-size: 120%;">'''"ֶ"'''</span>. Come tale, viene posto sotto una consonante per vocalizzarla. In ebraico moderno, indica il [[fonema]] {{IPA|e̞|e}} che è simile alla "[[e]]" della parola italiana ''s'''e'''de'' e viene traslitterata come una ''e''.</ref> '''{{unicode|ǝ}}''' è la forma pronunciata della sh'wa semplice.<ref name="Shva">'''Shva''' o, nell'ebraico biblico, '''Sh'wa''' (<span style="font-size: 120%;">שְׁוָא</span>) è un segno di [[alfabeto ebraico|vocale ebraica]] [[niqqud]] rappresentato da due punti verticali <span style="font-size: 120%;">'''"ְ"'''</span> sotto ad una lettera. In ebraico moderno indica sia il fonema {{IPA|/e/}} sia l'assenza completa di una vocale (Ø - "zero": elemento fonologicamente nullo).</ref>
 
Il punto diacritico ''o'' sopra la lettera waw viene spesso omesso perché non ha un ruolo utile nel distinguere tra le due supposte pronunce di Adonai ed Elohim (nomi che hanno entrambi una vocale ''o'' nella stessa posizione).
 
=== Septuaginta e altre traduzioni greche ===
[[File:Lxx Minorprophets.gif|min|Il tetragramma scritto in caratteri paleoebraici su 8HevXII]]
 
In tutte le edizioni della [[Septuaginta]], l'antica traduzione [[lingua greca|greca]] dell'[[Antico Testamento]], anche se non in tutti i manoscritti (parziali) che esistono, appare costantemente Κύριος (''{{lang|grc|[[Kyrios (termine biblico)|Kyrios]]}}''), che significa "[[Signore (Bibbia)|Signore]]", o raramente Θεός (''Theos''), che significa "Dio", dove nel testo ebraico si trova il tetragramma יהוה. Esse così riportano il testo dei più antichi manoscritti completi della Septuaginta.<ref name="Knight,2011"/>
<ref>{{cita libro|autore=T. Muraoka|titolo=A Greek-Hebrew/Aramaic Two-way Index to the Septuagint|anno=2010|url=https://archive.org/details/greekhebrewarama00mura|editore=Peeters Publishers 2010|p=[https://archive.org/details/greekhebrewarama00mura/page/n82 72]|lingua=en}}</ref><ref>{{cita libro|autore=T. Muraoka|titolo=A Greek-Hebrew/Aramaic Two-way Index to the Septuagint|anno=2010|url=https://archive.org/details/greekhebrewarama00mura|editore= Peeters Publishers 2010|p= [https://archive.org/details/greekhebrewarama00mura/page/n66 56]|lingua=en}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=A Concordance to the Septuagint: And the Other Greek Versions of the Old Testament (Including the Apocryphal Books)|autore=:E. Hatch, H.A. Redpath|anno=1975|volume= I|pp=630-648|lingua=en}}</ref>
 
La parola greca Κύριος, il cui uso per tradurre il tetragramma corrisponde all'uso del termine אדני (''Adonay'') al posto del tetragramma nella lettura in ebraico ad alta voce, veniva impiegata come nome divino anche in libri scritti originalmente in greco negli ultimi secoli a.C., come per esempio il [[Secondo libro dei Maccabei]] (poco dopo il 124 a.C.),<ref>[https://www.sacred-texts.it/bib/sep/ma2001.htm 2 Maccabei 1:8 ecc.]</ref> il [[Libro della Sapienza]] (redatto nel primo secolo a.C.)<ref>[http://www.christopherklitou.com/old_testament_greek_english_wisdom_of_solomon_1-10.htm Sapienza 1:1, 7, 9 ecc.]</ref> e [[3 Maccabei]] (verso la fine del I secolo a.C.).
 
==== Manoscritti con tetragramma o traslitterazione ====
 
Sono stati trovati frammenti di manoscritti di parti della Septuaginta che contengono, invece di Κύριος, il tetragramma in ebraico o la sua traslitterazione greca Ἰαώ. Di questi, i primi sono del I secolo a.C., periodo al quale non appartiene alcun manoscritto finora scoperto della Septuaginta con Κύριος.
 
Nel rotolo del Mar Morto [[4Q120]], del I secolo a.C., al posto di Κύριος appare il nome ΙΑΩ in lettere greche.
 
Altri contengono in mezzo al testo greco il tetragramma scritto in ebraico.
 
Di questi il primo è il [[Papiro Fouad 266]] del I secolo a.C. con il nome divino in caratteri ebraici normali ("quadrati") per 52 volte.<ref>[https://books.google.it/books?id=Z35H7PQDQ1oC&pg=PA33&dq=Metzger+%22actual+letters%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiizt3Hr_7eAhVlCMAKHdwxDXEQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Metzger%20%22actual%20letters%22&f=false Bruce M. Metzger, ''Manuscripts of the Greek Bible: An Introduction to Palaeography'' (Oxford University Press 1991), pp. 33−34]</ref><ref>W.G. Waddell, ''The Tetragrammaton in the LXX'', in ''Journal of Theological Studies'', vol. 45, 1944, pp.158-161.</ref>
 
Del I secolo d.C. sono altri due, [[Papiro Ossirinco 3522]] e [[Papiro Ossirinco 5101]], che contengono il tetragramma biblico scritto in caratteri normali ebraici (יהוה).
 
Il nome è scritto con caratteri paleo-ebraici (𐤉𐤅𐤄𐤅) nel manoscritto [[LXXIEJ 12|LXX (IEJ 12)]] della fine del I secolo d.C., manoscritto chiamato pure [[LXXVTS10 a|LXX (VTS 10a)]] e [[LXXVTS 10b|LXX (VTS 10b)]].
 
È della seconda metà del III secolo il [[Papiro Ossirinco 1007|LXX (P. Oxy VII.1007)]], nel quale il nome di Dio è reso con una doppia [[jodh]] arcaica (𐤉𐤉) ma nel quale si trova pure il ''[[nomina sacra|nomen sacrum]]'' {{overline|θς}} (abbreviazione di Θεός).
 
Il [[Papiro Vindobonensis Greco 39777|Sym (P. Vindob. G. 39777)]], datato fra il III e IV secolo d.C., contiene il tetragramma in caratteri ebraici arcaici.
 
Non della Septuaginta ma della versione di [[Aquila di Sinope]], che forse già dall'inizio dava il nome di Dio in caratteri paleo-ebraici, sono i manoscritti [[AqBurkitt|Aq (Burkitt)]] e [[AqTaylor|Aq (Taylor)]], datati fra la seconda metà del V secolo e l'inizio del VI d.C.
 
Gli ultimi sono il [[Codex Marchalianus]] (VI secolo, tetragramma in caratteri ebraici quadrati), [[Taylor-Schechter 12.182]] (VII secolo, tetragramma rappresentato dai caratteri greci ΠΙΠΙ), [[Ambrosiano O 39 sup.|Ambrosiano (O 39 sup.)]] (fine del IX secolo, tetragramma in caratteri ebraici quadrati). Quest'ultimo ha cinque colonne: la prima contiene la traslitterazione del testo ebraico in greco, la seconda ha il testo greco di Aquila, la terza quella greca di Simmaco, la quarta la Septuaginta, e la quinta la versione greca denominata Quinta.
 
Uno dei piccoli frammenti del [[Papiro Rylands 458]], di circa 150 a.C. e perciò forse il più antico manoscritto esistente della Septuaginta, contiene uno spazio in bianco, che a metà del XX secolo gli studiosi [[Paul Kahle]], [[Sidney Jellicoe]] e Wurthwein e Fischer interpretavano come forse riservato per l'inserimento o del tetragramma o della parola κύριος,<ref name=TextOT>{{cita libro|titolo=The Text of the Old Testament: An Introduction to the Biblia Hebraica |autore=Ernst Wurthwein |autore2=Alexander Achilles Fischer |url=https://books.google.it/books?id=T2w9AwAAQBAJ&pg=PA105&dq=Wurthwein+%22typical+lxx%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjxxMTgwMXjAhWVh1wKHa3PBVwQ6AEIKjAA#v=onepage&q=Wurthwein%20%22typical%20lxx%22&f=false |p=105 |editore=Eerdmans |anno=2014}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=The Septuagint and Modern Study|autore=Sidney Jellicoe|anno=1968|editore=Eisenbrauns|pp=271-2|url=https://books.google.it/books?id=Z_TiM53E32UC&pg=PA271&hl=es&source=gbs_toc_r&cad=3#v=onepage&q&f=false|isbn=0-931464-00-5|lingua=en}}</ref><ref name=Kahle>{{cita libro|autore=[[Paul Kahle]]|titolo=The Cairo Geniza|url=https://archive.org/details/cairogeniza0000paul|città=Oxford|editore=Basil Blackwell|anno=1959|p=[https://archive.org/details/cairogeniza0000paul/page/222 222]|isbn=0-7581-6245-6|lingua=en}}</ref> ma secondo [[Larry Hurtado]] il relativo versetto difatti non contiene il nome divino.<ref>[https://larryhurtado.wordpress.com/2019/05/08/the-divine-name-in-second-temple-jewish-biblical-texts/ Larry Hurtado, "The Divine Name in Second-Temple Jewish Biblical Texts" (8 maggio 2019)]</ref>
 
[[Origene]] (185–254) nel ''Commentario ai Salmi'' 2.2 e [[San Girolamo|Girolamo]] (347–419/420) nel ''Prologus Galeatus'' attestano che ai loro tempi i più esatti manoscritti dell'Antico Testamento in greco contenevano il tetragramma in lettere ebraiche arcaiche. [[Wolf Wilhelm Friedrich von Baudissin|Baudissin]] dice che per "più esatti" si intendeva i manoscritti della traduzione estremamente letterale di [[Aquila di Sinope]] o di quella di [[Simmaco l'Ebionita]].<ref name=Patmos/><ref>[http://books.google.it/books?id=Z_TiM53E32UC&pg=PA271&dq=Jellicoe+Baudissin&hl=en&sa=X&ei=MewWVK3uD7Pb7AaMogE&redir_esc=y#v=onepage&q=Jellicoe%20Baudissin&f=false Sidney Jellicoe, ''The Septuagint and Modern Study'' (Eisenbrauns 1968, p. 271] ISBN 978-0-931464-00-3</ref> Concorda Pentiuc nel riferire le testimonianze di Origene e di Girolamo alla versione di Aquila.<ref name=Pentiuc/>
 
==== Altri manoscritti ====
 
Un elenco completo degli esistenti manoscritti scritturistici greci relativi alla questione del nome divino si trova nell'Appendice 5 dello studio di Emanuel Tov ''Scribal Practices and Approaches Reflected in the Texts Found in the Judean Desert''<ref>[https://books.google.it/books?id=pqWODwAAQBAJ&pg=PR9&dq=Tov+%22Appendix+5+Scribal%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwizl7__qcHkAhUTShUIHZBwBmwQ6AEINTAC#v=onepage&q=Tov%20%22Appendix%205%20Scribal%22&f=false Emanuel Tov, ''Scribal Practices and Approaches Reflected in the Texts Found in the Judean Desert'' (BRILL 2004), pp. 303–315]</ref>
 
Del I secolo a.C. esso indica 1 manoscritto con יהוה, due con 𐤉𐤅𐤄𐤅, e 1 con ΙΑΩ. Del I secolo d.C. 1 con 𐤉𐤅𐤄𐤅. Del periodo a cavallo del I e del II secolo d.C. 1 con Θεός. Del II secolo d.C., 2 con {{overline|KC}}. Del ΙΙ–ΙΙΙ secolo, 4 con {{overline|KC}}, 1 con Κύριος. Del III secolo 17 con {{overline|KC}}, 1 con 𐤉𐤉 e Θεός, 3 con {{overline|ΘΣ}}. Del ΙIΙ–ΙV secolo 7 con {{overline|KC}}, 1 con {{overline|ΘΣ}}, 1 con 𐤉𐤅𐤄𐤅 e Θεός. Nel IV secolo e in poi la preponderanza dei manoscritti ora conosciuti nei quali manca qualsiasi forma del tetragramma è ancora maggiore. Predomina in essi l'uso della parola Κύριος (''Kyrios''), generalmente nella forma ''[[nomina sacra]]'' di {{overline|κς}}, per rappresentare il nome divino.<ref>V. [https://larryhurtado.files.wordpress.com/2010/07/christian-lit-texts-2nd3rd-cents1.pdf Estratto da Larry W. Hurtado, '' The Earliest Christian Artifacts'' (Eerdmans 2006), Appendice I]</ref>
 
Come si vede, finora non è stato rinvenuto della Septuaginta alcun manoscritto anteriore al II secolo che impieghi Κύριος per rappresentare il tetragramma del testo ebraico dell'Antico Testamento. Eugen J. Pentiuc considera l'uso di Κύριος come rappresentazione del tetragramma "un segno distintivo dei manoscritti cristiani della Septuaginta".<ref name="Pentiuc">[http://books.google./books?id=cNZBAgAAQBAJ&pg=PA77&dq=Pentiuc+%22distinguishing+mark%22&hl=en&sa=X&ei=EvkWVIqCHoOO7Aa-r4DIDA&redir_esc=y#v=onepage&q=Pentiuc%20%22distinguishing%20mark%22&f=false Eugen J. Pentiuc, ''The Old Testament in Eastern Orthodox Tradition'', Oxford University Press, 2014, p. 77], ISBN 978-0-19-533123-3.</ref> E studiosi come Paul E. Kahle<ref name=Kahle/> argomentano che la presenza del termine greco si deve ai primi cristiani, per i quali il tetragramma era incomprensibile. Si riconosce che vari scritti giudei degli ultimi secoli a.C. mostrano che già allora i giudei davano del Κύριος a Dio,<ref>[http://books.google.it/books?id=E4CtAwAAQBAJ&pg=PA118&dq=M%C3%BCller+Septuagint+%22early+Christians%22&hl=en&sa=X&ei=HfIWVOjcEOuv7AaI74C4CA&redir_esc=y#v=onepage&q=M%C3%BCller%20Septuagint%20%22early%20Christians%22&f=false Mogens Müller, ''The First Bible of the Church'' (A&C Black 1996, p. 118] ISBN 978-1-85075-571-5</ref> fatto però che non riguarda direttamente l'uso di Κύριος nella Septuaginta in corrispondenza con il tetragramma. D'altra parte, studiosi come Sean M. McDonough<ref name="Patmos">[https://books.google.it/books?id=mO9MAwAAQBAJ&pg=PA60&lpg=PA60&dq=%22Baudissin+believes%22&source=bl&ots=CgsD-V4-hR&sig=ACfU3U04JMLyVKfSXYGmAqTgYKmkIMrLUA&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwjj957n-MHkAhXZRhUIHXgECssQ6AEwB3oECAYQAQ#v=onepage&q=%22Baudissin%20believes%22&f=false Sean M. McDonough, ''YHWH at Patmos'' (Mohr Siebeck 1999), p. 60] ISBN 978-3-16-147055-4</ref> considerano implausibile la supposizione che la composizione del Nuovo Testamento abbia preceduto l'uso di Κύριος nella Septuaginta, e Wurthwein e Fischer dichiarano: "Il tipico uso nella Septuaginta di Κύριος per il tetragramma deve essere riportato anche nell'epoca precristiana".<ref name=TextOT/> Anche Martin Hengel afferma che, nonostante l'esistenza di una tendenza giudaica di rimpiazzare Κύριος con il tetragramma del testo ebraico, la Septuaginta in uso normale al tempo dell'inizio del cristianesimo conteneva il nome Κύριος, perché altrimenti non si può spiegare l'uso del nome Κύριος per il Dio di Israele da parte del giudaismo ellenistico, dei libri detti "apocrifi" o "deuterocanonici", e di [[Filone di Alessandria]].<ref>[https://books.google.it/books?id=LUmGZ0NiweAC&pg=PA8&dq=Hengel+%22thoroughly+accepted%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjS7qXFxMnkAhWkUxUIHZ5EBKUQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Hengel%20%22thoroughly%20accepted%22&f=false Martin Hengel, ''Septuagint As Christian Scripture'' (A&C Black 2004), p. 8]</ref>
 
==== Forma originale LXX? ====
 
Sono diversi i pareri su come i traduttori originali della Septuaginta resero il tetragramma del testo ebraico dell'Antico Testamento.
 
Secondo Martin Rösel, Albert Pietersma, Lincoln H. Blumell, Larry Perkins, Ernst Wurthwein e Alexander Achilles Fischer, i testi originali della Septuaginta resero il Tetragramma già con Κύριος, vocabolo sostituito poi in alcuni manoscritti ebraizzanti con YHWH o ΙΑΩ.<ref name=TextOT/><ref>[https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1177/0309089207080558 Martin Rösel, "The Reading and Translation of the Divine Name in the Masoretic Tradition and the Greek Pentateuch" in ''Journal for the Study of the Old Testament'', vol. 31, n. 4 (giugno 2007), p. 411]</ref><ref>[http://homes.chass.utoronto.ca/~pietersm/KyriosorTetragram(1984).pdf Albert Pietersma, "Kyrios or Tetragram: A Renewed Quest for the Original LXX" in Albert Pietersma e Claude E. Cox (a cura di), ''De Septuaginta: Studies in Honour of John William Wevers on His Sixty-Fifth Birthday'' (Benben Publications, 1984), p. 93]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=yjKZDwAAQBAJ&pg=PA8&dq=blumell+substitute+hebrew&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjcl8qs_b7kAhXEoXEKHXPoBrAQ6AEIKDAA#v=onepage&q=blumell%20substitute%20hebrew&f=false Lincoln H. Blumell, "Early Christian Biblical Remains" in Paul M. Blowers e Peter W. Martens (a cura di), ''The Oxford Handbook of Early Christian Biblical Interpretation'' (Oxford University Press 2019), p. 8]</ref> Mª Vª Spottorno y Díaz Caro non si pronuncia sul testo originale ma appoggia l'opinione che già nel III secolo a.C. i giudei ellenofoni usavano κύριος nel parlare di colui che in ebraico era chiamato יהוה e in aramaico יהו.<ref>[https://books.google.it/books?id=RS7gMJWqX-cC&pg=PA213&dq=Spottorno+%C3%A1mbito+absoluto&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiml47DzIXkAhUFSBUIHTcgCF0Q6AEIKDAA#v=onepage&q=Spottorno%20%C3%A1mbito%20absoluto&f=false Mª Vª Spottorno y Díaz Caro, "The Divine Name in Ezekiel Papyrus 967" in Natalio Fernández Marcos (a cura di), ''La Septuaginta en la Investigación Contemporánea (V Congreso de la IOSCS)'' (Editorial Consejo Superior de Investigaciones Scientíficas, 1985), pp. 213, 216–217]</ref>
 
[[Patrick W. Skehan]] propose nel 1957 che nei testi originali della versione Septuaginta dei libri del [[Pentateuco]] il Tetragramma era rappresentato con il vocabolo ΙΑΩ, sostituito più tardi con il tetragramma in caratteri ebraici prima normali (יהוה) e poi arcaici (𐤉𐤅𐤄𐤅), e successivamente con Κύριος.<ref>[https://books.google.it/books?id=QmAyDwAAQBAJ&pg=PT30&lpg=PT30&dq=%CE%B9%CE%B1%CF%89+Yaho&source=bl&ots=5Vtquvb9P4&sig=jeBvQq2ptvXfSNFWyJxwWfdNKdg&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiqhdeo8IDfAhXMD8AKHZpqD5EQ6AEwCnoECAMQAQ#v=onepage&q&f=false David B. Capes, ''The Divine Christ (Acadia Studies in Bible and Theology): Paul, the Lord Jesus, and the Scriptures of Israel'' (Baker Books 2018)]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=_5hPDwAAQBAJ&pg=PA123&dq=%22Skehan+reconstructs%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjtw7D6577kAhVkrHEKHZAzDygQ6AEINjAC#v=onepage&q=%22Skehan%20reconstructs%22&f=false David B. Capes, "YHWH Texts and Monotheism in Paul's Christology" in Loren T. Stuckenbruck, Wendy E. Sproston North (editors), ''Early Christian and Jewish Monotheism'' (A&C Black 2004), p. 123]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=riNKCAAAQBAJ&pg=PA154&dq=%22educative+example%22+scrolls&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiXp7vA5KLkAhXgVBUIHWCaBvQQ6AEIKDAA#v=onepage&q=%22educative%20example%22%20scrolls&f=false Eugene Ulrich, ''The Dead Sea Scrolls and the Developmental Composition of the Bible'' (BRILL 2015), p. 154]</ref> Giunse ad una conclusione contraria nei riguardi dei libri profetici della Septuaginta. dichiarando nel 1980 che in essi il testo originale sembra avere contenuto il vocabolo Κύριος.<ref>[http://www.ericlevy.com/Revel/DeadSeaScrolls/Skehan%20-%20Divine%20Name%20at%20Qumran%20Masada%20and%20Septiagint.pdf Patrick W. Skehan, "The Divine Name at Qumran in the Masada Scroll and in the Septuagint" in ''Bulletin of the International Organization for Septuagint and Cognate Studies (BIOSCS)'', vol. 13, p. 38]</ref> Si attribuiscono simili teorie a [[Martin Hengel]], [[Emanuel Tov]], Eugene Ulrich, [[Rolf Furuli]] e Pavlos Vasileiadis\.{{senza fonte}}
 
Il parere invece di Frank Shaw è che nella Septuaginta originale non ci fu alcuna forma ''unica'' di traduzione del tetragramma ebraico: i singoli traduttori lo trattarono diversamente secondo le diversità di sentimenti, di teologie, di motivi, di pratiche di ognuno.<ref group=Nota>Shaw, Frank, ''The Earliest Non-Mystical Jewish Use of Ιαω'' (Contributions to Biblical Exegesis and Theology, 70; Leuven/Paris/Walpole, Mass.: Peeters, 2014), p. 271, citato in [http://www.jhsonline.org/reviews/reviews_new/review763.htm Anthony R. Meyer in ''Journal of Hebrew Scriptures'', vol. 16 (2016)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20181202155148/http://www.jhsonline.org/reviews/reviews_new/review763.htm |data=2 dicembre 2018 }}: "there was no one 'original' form but different translators had different feelings, theological beliefs, motivations, and practices when it came to their handling of the name"</ref>
 
=== Nuovo Testamento ===
 
Nel [[Nuovo Testamento]] appaiono come nomi propri di Dio solo Θεός (Dio) e Κύριος (il Signore).<ref name=Blue>[https://www.blueletterbible.org/search/Dictionary/viewTopic.cfm?topic=IT0003853 Standard Bible Encyclopedia: "God, Names of"]</ref> Il termine θεός appare 1317<ref name=Baker>[https://books.google.it/books?id=ZOTxiUuEuBsC&pg=PT297#v=onepage&q&f=false Walter A. Elwell, Robert W.so Yarbrough, ''Encountering the New Testament (Encountering Biblical Studies): A Historical and Theological Survey'' (Baker Academic 2013)]</ref> o 1327<ref>[https://biblehub.com/greek/2316.htm Bible Hub 2316.theos]</ref> volte, non sempre come nome di Dio; κύριος 717<ref name=Baker/> ο 727<ref>[https://biblehub.com/greek/2962.htm Bible Hub 2962.kurios]</ref> volte, anche questo non sempre in riferimento a Dio. Inoltre si incontrano nomi descrittivi quali ὕψιστος (altissimo), παντοκράτωρ (onnipotente), πατήρ (padre), βασιλεὺς τῶν αἰώνων (re dei secoli), βασιλεὺς τῶν βασιλευόντων καὶ κύριος τῶν κυριευόντων (re dei regnanti e signore dei signori), δυνάστης (sovrano).<ref name=Baker/>
 
Al nome divino יהוה sottostanno etimologicamente i nomi teoforici di alcuni personaggi menzionati come [[Zaccaria (Nuovo Testamento)|Zaccaria]] ed [[Elia]] e lo stesso [[Gesù (nome)|Gesù]], come anche al nome divino אל sottostanno i nomi teoforici di personaggi come [[Elisabetta (madre del Battista)|Elisabetta]], [[Arcangelo Gabriele|Gabriele]]. [[Arcangelo Michele|Michele]] e [[Bartolomeo|Natanaele]]. Inoltre, l'espressione ἀλληλουϊά (''[[alleluia]]''), che si trova più volte nell'{{passo biblico|Apocalisse|19:1–6}}, è una traslitterazione dell'espressione ebraica הַלְּלוּיָהּ, che si traduce letteralmente: Lodate (הַלְּלוּ) [[Jah|Yah]] (יָהּ), forma abbreviata di יהוה. Ma il tetragramma stesso non appare mai, nemmeno in forma traslitterata, nel testo degli esistenti manoscritti del Nuovo Testamento, che nelle sue citazioni veterotestamentarie, sempre rende il tetragramma ebraico o con Κύριος (''[[Kyrios (termine biblico)|Kyrios]]'') o (raramente) con Θεός (''Theos'').
 
==== Ipotesi di Howard ====
 
Nel [[1977]], l'ebraista statunitense [[George Howard (ebraista)|George Howard]] ipotizzò che, nel citare l'Antico Testamento, i testi autografi originali e le copie iniziali di quelle opere che più tardi sono state raccolte per formare il Nuovo Testamento contenevano il tetragramma in lettere ebraiche o traslitterato foneticamente come Ἰαώ (''Iao''). Ipotizzò pure che già nel primo secolo i copisti iniziarono a sostituire il tetragramma con i nomi Κύριος e Θεός, per cui nei primi anni del II secolo quasi tutte le copie esistenti non lo contenevano più.<ref>{{cita pubblicazione|autore=George Howard|url=http://www.areopage.net/howard.pdf|titolo=The Tetragram and the New Testament|rivista=Journal of Biblical Literature |volume=96|numero=1|anno=1977|mese=marzo|pp=63-83|editore=The Society of Biblical Literature|lingua=en}}</ref>
 
Come base di questa sua ipotesi, Howard affermò che gli autori del Nuovo Testamento probabilmente avrebbero copiato le citazioni veterotestamentarie nella stessa forma in cui le trovavano nel testo della [[Septuaginta]], la versione in lingua greca da essi conosciuta dell'Antico Testamento, versione che a parere di Howard conteneva non Κύριος ma il tetragramma.
 
Infatti, come indicato sopra, di manoscritti della Septuaginta dell'ultimo secolo a.C e del primo d.C. sono stati rinvenuti frammenti di uno con יהוה, di tre con 𐤉𐤅𐤄𐤅, e di uno con ΙΑΩ, ma di nessuno con Κύριος, che invece si trova in abbondanti manoscritti anche interi di epoche più recenti. Di antichi manoscritti del Nuovo Testamento, interi o frammentari, succede al contrario che non ne è stato trovato alcuno con qualsiasi forma del tetragramma.
 
Howard inoltre attribuì le variazioni fra Κύριος e Θεός, che si incontrano a volte nel testo greco del Nuovo Testamento e nelle versioni antiche in altre lingue (latino, siriaco), alle scelte personali di quei singoli copisti che secondo lui rimpiazzavano il tetragramma (𐤉𐤅𐤄𐤅 ,יהוה, ΙΑΩ) con tali termini.
 
Commentò inoltre che la sostituzione del tetragramma con Κύριος avrebbe reso incerta l'interpretazione di alcuni passi del Nuovo Testamento nei quali non è facile decidere se la parola κύριος indichi Dio Padre o il Cristo (il termine è applicabile anche ad altri) e starebbe alla radice di certe successive controversie cristologiche (p.&nbsp;83).
 
Howard propose la sua ipotesi non come certezza ma come qualcosa che "è ragionevole credere", che "si può immaginare".<ref name=Howardp77>{{cita pubblicazione|autore=George Howard|url=http://www.areopage.net/howard.pdf|titolo=The Tetragram and the New Testament|rivista=Journal of Biblical Literature |volume=96|numero=1|anno=1977|mese=marzo|p77|editore=The Society of Biblical Literature|lingua=en|p=77}}</ref>
 
==== Reazioni all'ipotesi di Howard ====
 
Fra gli studiosi la tesi di Howard suscitò reazioni generalmente negative.<ref>[https://www.academia.edu/22707254/English_Review_of_F._Shaw_The_Earliest_Non-Mystical_Jewish_Use_of_%CE%99%CE%B1%CF%89_2014_ Didier Fontaine, "English Review of F. Shaw, The Earliest Non-Mystical Jewish Use of Ιαω (2014)", p. 11]</ref> Robert J. Wilkinson osserva però che alcune posizioni settarie l'accolsero con un entusiasmo atto forse a far chiudere gli occhi al chiaro fatto che il tetragramma non si trova in ''alcuno'' degli esistenti manoscritti del Nuovo Testamento; atteggiamento da lui illustrato con l'affermazione nella ''[[Kingdom Interlinear Translation of the Christian Greek Scriptures]]'' dei [[Testimoni di Geova]] che "il tetragramma (Geova)" si trova 237 volte in "versioni ebraiche" del Nuovo Testamento, versioni però solo moderne con l'unica eccezione di una traduzione del Vangelo secondo Matteo fatta in Spagna nel XIII secolo, e nella quale invece del tetragramma appare in forma abbreviata l'espressione "Il Nome".<ref>[https://books.google.it/books?id=1xyoBgAAQBAJ&pg=PA92&dq=Wilkinson+sectarian+Kingdom+Interlinear&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiFk9SV-sbkAhWRr3EKHbv7DQcQ6AEIKDAA#v=onepage&q=Wilkinson%20sectarian%20Kingdom%20Interlinear&f=false Robert J. Wilkinson, ''Tetragrammaton: Western Christians and the Hebrew Name of God: From the Beginnings to the Seventeenth Century'' (BRILL 2015), p. 92]</ref>
 
Come indicato [[#Altri manoscritti|sopra]], gli studiosi non sono affatto unanimi nel supporre, come Howard, che tutte le copie della Septuaginta esistenti agli inizi del cristianesimo usavano o יהוה o 𐤉𐤅𐤄𐤅 o ΙΑΩ, per riferirsi al Dio di Israele, e che nessuna usava Κύριος.
 
Howard assegna un lasso di tempo molto breve all'uso del tetragramma negli scritti dei cristiani ellenofoni: secondo lui, il moltiplicarsi, a partire già del I secolo, di copie sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento con Κύριος nella forma {{overline|κς}} deve avere soffocato, intorno all'inizio del II secolo, quelli che secondo lui avevano diverse forme del tetragramma.<ref name=Howardp77/>
 
==== Tetragramma nelle traduzioni del Nuovo Testamento ====
 
Generalmente, le versioni del Nuovo Testamento in altre lingue traducono letteralmente la parola Κύριος. Fanno eccezione le traduzioni in ebraico. Come il Nuovo Testamento usa Κύριος nelle sue citazioni per rappresentare il tetragramma del testo ebraico, così per rappresentare la parola ''Κύριος'' del Nuovo Testamento i traduttori in ebraico impiegano il tetragramma. Normalmente lo presentano come יהוה, ma in una versione del [[Vangelo secondo Matteo]] fatta al più tardi nel 1380, l'espressione השם ("il Nome") appare 19 volte, nell'abbreviata forma ה״, dove in tale Vangelo in greco si legge o Κύριος o Θεός (1:22,24; 2:13,19; 3:3; 4:4,7,10; 5:33; 21:9,42; 22:31,32,37,44; 28:2) oppure nessuno di questi due termini (15:8; 21:12; 27:9) e appare inoltre una volta nella forma completa השם, dove nel Vangelo canonico di nuovo non si trova nessuno dei due (28:9).<ref>''[https://docs.google.com/open?id=0B8WnJeBQKrVEelBpUjlxT3Q3ZEU Evangelho segundo Matityah_Shem Tov]''</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=Wb8yAQAAQBAJ&pg=PR17&dq=luomanen+howard+petersen&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjd1M7e5bbjAhXzsHEKHVh1CzYQ6AEILTAB#v=onepage&q=luomanen%20howard%20petersen&f=false Petri Luomanen, ''Recovering Jewish-Christian Sects and Gospels'' (BRILL 2011), p. 3]</ref><ref>[https://books.google.com/books?id=BDqmDAAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=%22Hebrew+Gospel+of+Matthew%22&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwiV_Ymoj8TjAhXRqHEKHYdrDGMQ6AEILjAB#v=onepage&q=%22Hebrew%20Gospel%20of%20Matthew%22&f=false ''Hebrew Gospel of Matthew or Even Bohan: The Gospel of Matthew according to a Primitive Hebrew'' 2nd edition (Mercer University Press 1987)]</ref>
 
=== Scritti patristici ===
[[File:Tetragrammaton-Trinity-diagram-12thC.jpg|min|Il diagramma di [[Pietro Alfonsi]] sul Tetragramma-Trinità, che presenta il nome come "JEVE" ([[XII secolo]])]]
[[File:Tetragrammaton at 5th Chapel of the Palace of Versailles France.jpg|min|Il tetragramma della V Cappella della [[Reggia di Versailles]], [[Francia]]. Questo esempio ha i punti vocalici di "[[Elohim]]"]]
Secondo la ''[[Catholic Encyclopedia]]'' ([[1910]]) e B.D. Eerdmans:<ref>B.D. Eerdmans, "The Name Jahu", O.T.S. V (1948) 1-29.</ref><ref name=Maas>Anthony John Maas. [https://archive.org/stream/catholicencyclop08herbuoft#page/334/mode/2up "Jehovah (Yahweh)"] in ''The Catholic encyclopedia; an international work of reference on the constitution, doctrine, discipline, and history of the Catholic Church. Special edition, under the auspices of The Knights of Columbus Catholic Truth Committee. Edited by Charles G. Herbermann [and others] Published 1907 by The Encyclopedia Press in New York''.</ref>
* [[Diodoro Siculo]] (I secolo p.[[e.v.]]) scrive<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A2008.01.0540%3Abook%3D1%3Achapter%3D94%3Asection%3D2 "Tra gli ebrei Mosè riferiva le sue leggi al dio che viene invocato come Iao (Gr. Ἰαώ)." (Diodoro Siculo, ''Bibliotheca Historica'' I, 94:2)]</ref> {{lang|grc|Ἰαώ}} (Iao);
* [[Ireneo di Lione|Ireneo]] (130-202) riporta<ref>Ireneo, "Adversus haereses", II, xxxv, 3, in P. G., VII, col. 840.</ref> che gli gnostici formarono una composizione di {{lang|grc|Ιαωθ}} (Iaoth) con l'ultima sillaba di [[Nomi di Dio nella Bibbia|Sabaoth]]. Asserisce inoltre<ref>Ireneo, "Adversus haereses", I, iv, 1, in P.G., VII, col. 481.</ref> che gli [[Gnosticismo|eretici valentiniani]] usano {{lang|grc|Ἰαώ}} (Iao);
* [[Clemente Alessandrino]] (150-215)<ref>Clemente, "Stromata", V, 6, in P.G., IX, col. 60.</ref> scrive {{lang|grc|Ἰαού}} (Iaou)—vedi anche più sotto;
* [[Origene]] (185-254), {{lang|grc|Ἰαώ}} (Iao);<ref group=Nota>Origen, "In Joh.", II, 1, in [http://books.google.ie/books?id=gfsUAAAAQAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false P.G., XIV, col. 105], dove una nota dice che l'ultima parte del nome di Geremia fa riferimento a quello che i Samaritani esprimevano come Ἰαβαί, Eusebiio come Ἰευώ, Teodoreto come Ἀϊά e gli antichi greci come Ἰαώ.</ref>
* [[Porfirio]] (233-305) secondo [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] (265-339),<ref>[[Eusebio di Cesarea|Eusebio]], ''[[Praeparatio Evangelica]]'' I, ix, in P.G., XXI, col. 72 A; e anche ''ibid.'' X, ix, in P.G., XXI, col. 808 B.</ref> {{lang|grc|Ἰευώ}} (Ieuo);
* [[Epifanio di Salamina|Epifanio]] (315-404), che era nato in [[Palestina]] e ci aveva passato molto tempo, dà {{lang|grc|Ἰά}} (Ia) e {{lang|grc|Ἰάβε}} (Iabe) e spiega Ἰάβε col significato "Egli che fu ed è e sempre esisterà"<ref>Epifanio, ''Panarion'', I, iii, 40, in [http://books.google.com/books?id=ixcRAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false P.G., XLI, col. 685]</ref>
* (Pseudo-)[[San Girolamo|Girolamo]] (IV/V secolo),<ref group=Nota>"nomen Domini apud Hebraeos quatuor litterarum est, ''jod, he, vau, he'': quod proprie Dei vocabulum sonat: et legi potest JAHO, et Hebraei {{lang|grc|ἄῤῥητον}}, id est, ineffabile opinatur." ("Breviarium in Psalmos. Psalm. viii.", in P.L., XXVI, col. 838 A). Questa opera fu attribuita tradizionalmente a Girolamo, ma la sua autenticità è stata messa in dubbio o negata a partire dai tempi moderni. Ma "ora reputata genuina e datata prima del 392", ''Zeitschrift für die Alttestamentliche Wissenschaft'' (W. de Gruyter, 1936. p. 266)</ref> ''(il tetragramma) può essere letto Iaho'';
* [[Teodoreto di Cirro]] (393-457) scrive {{lang|grc|Ἰαώ}} (Iao);<ref group=Nota>"la parola Nethinim in ebraico significa 'dono di Iao', cioè del Dio che è" (Teodoreto, "Quaest. in I Paral.", cap. ix, in [http://books.google.com/books?id=AxkRAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_atb#v=onepage&q&f=false P. G., LXXX, col. 805 C])</ref> riporta inoltre<ref>Teodoreto, "Ex. quaest.", xv, in P. G., LXXX, col. 244 e "Haeret. Fab.", V, iii, in [http://books.google.com/books?id=JmDGmXJHWjsC&pg=PP8&lpg=PP8&dq=Patrologiae+cursus+completus+Theodoretus+lxxxiii&source=bl&ots=JNAEL8swGg&sig=K1VVUvKL8f6e8V0k-6Nrv4gGMsc&hl=en&sa=X&ei=2qBkUMLmAoKRhQeTzIHwBg&redir_esc=y#v=onepage&q=Patrologiae%20cursus%20completus%20Theodoretus%20lxxxiii&f=fanche P. G., LXXXIII, col. 460]</ref> che i [[Samaritani]] dicono {{lang|grc|Ἰαβέ}} o {{lang|grc|Ἰαβαί}} (entrambi pronunciati in quel tempo /ja'vε/), mentre gli [[ebrei]] dicono {{lang|grc|Ἀϊά}} (Aia).<ref name=Moore/> (quest'ultimo probabilmente non è {{ebraico|יהוה}} ma אהיה [[Eyeh Asher Eyeh|Ehyeh]] = "Io sono " o "Io sarò", {{passo biblico|Esodo|3:14}} che gli ebrei annoveravano tra i nomi di Dio.)
* [[Giacobbe di Edessa]] (640-708),<ref>cfr. Lamy, "La science catholique", 1891, p. 196.</ref> ''Jehjeh'';
* [[San Girolamo|Girolamo]] (347-420)<ref>Girolamo, "Ep. xxv ad Marcellam", in P. L., XXII, col. 429.</ref> parla di certi scribi greci che travisavano le lettere ebraiche יהוה (da leggersi da destra a sinistra) come fossero le lettere greche {{lang|grc|ΠΙΠΙ}} (lette da sinistra a destra), cambiando quindi YHWH in ''pipi''.
 
[[File:St. Charles's Church, Austria, Vienna - Gold piece high above the altar symbolizing Yahweh.jpg|min|Una finestra col tetragramma ebraico '''יְהֹוָה''' presso la [[Chiesa di San Carlo Borromeo (Vienna)]]]]
 
=== Peshitta ===
{{vedi anche|Peshitta}}
La [[Peshitta]] (una delle [[versioni siriache della Bibbia]]), probabilmente del [[II secolo]],<ref group=Nota>Sebastian P. Brock [https://archive.org/details/TheBibleInTheSyriacTradition ''The Bible in the Syriac Tradition''], St. Ephrem Ecumenical Research Institute, 1988. Citazione da p. 17: "L'[[Antico Testamento]] della [[Peshitta]] fu tradotto direttamente dal testo originale ebraico, e la maggior parte dei biblisti credono che il [[Nuovo Testamento]] della Peshitta provenga direttamente dall'originale greco. I cosiddetti libri "[[deuterocanonici]]" , o "[[Apocrifi]]" furono tutti tradotti dal greco..."</ref> per il tetragramma usa la parola "Signore" ({{lang|syr|ܡܳܪܝܳܐ}}, pronounciato ''moryo'').<ref name=Bloch>Joshua Bloch, [https://www.jstor.org/stable/528619 "The Authorship of the Peshitta"], ''The American Journal of Semitic Languages and Literatures'', Vol. 35, No. 4, luglio 1919</ref>
 
=== ''Vulgata'' ===
{{vedi anche|Vulgata}}
La ''[[Vulgata]]'' (traduzione [[lingua latina|latina]]) fatta dall'ebraico nel [[IV secolo]],<ref>Adam Kamesar, ''Jerome, Greek Scholarship, and the Hebrew Bible: A Study of the Quaestiones Hebraicae in Genesim'', Clarendon Press, Oxford, 1993, p. 97. ISBN 978-0-19-814727-5.</ref> usa la parola "Signore" ({{lang|la|dominus}}) al posto del tetragramma.<ref name=Bloch/>
La traduzione ''Vulgata'', quindi, sebbene fatta non dalla [[Septuaginta]] ma dal testo ebraico, non dipartì dalla pratica applicata nei manoscritti Septuaginta successivi al I secolo di evitare la scrittura del tetragramma.
 
Pertanto, in gran parte della loro storia, le traduzioni cristiane delle Scritture hanno usato gli equivalenti greci e latini di ''Adonai'' per rappresentare il tetragramma. Solo agli inizi del [[XVI secolo]] compaiono traduzioni cristiane della Bibbia con la [[traslitterazione]] del tetragramma.<ref group="Nota" name="RefA" /><ref>[http://jbq.jewishbible.org/assets/Uploads/421/JBQ_421_4_Yah.pdf Clifford Hubert Durousseau, "Yah: A Name of God" in ''Jewish Bible Quarterly'', Vol. 42, No. 1, gennaio-marzo 2014]; [https://www.questia.com/library/journal/1G1-359213184/yah-a-name-of-god ''idem'' su "Questia"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20190606100356/https://www.questia.com/library/journal/1G1-359213184/yah-a-name-of-god |data=6 giugno 2019 }}.</ref>
 
== Uso nelle tradizioni religiose ==
=== Ebraismo ===
{{vedi anche|Genizah|Shemhamphorasch}}
[[File:Modern document hypothesis.svg|min|sinistra|Schema dell'"ipotesi documentaria" o "teoria delle quattro fonti" del [[Tanakh]].<br />'J': ''[[tradizione jahvista]]''<br />'È: tradizione ''Elohista''<br />'D': tradizione ''Deuteronomista''<br />'P': tradizione ''Codice Sacerdotale''<br />* include la maggior parte del Levitico<br />† include la maggior parte del Deuteronomio<br />‡ "'''D'''euteronomic '''H'''istory ''(Storia deuteronomica)''": [[Libro di Giosuè|Giosuè]], [[Libro dei Giudici|Giudici]], [[Libri di Samuele|Samuele 1&2]], [[Libri dei Re|Re 1&2]]]]
Specialmente grazie alla [[Stele di Mesha]], alla [[tradizione jahvista]] riscontrata in {{passo biblico|Esodo|3:15}}, e ai testi ebraici e greci antichi, la maggioranza dei biblisti sostengono che il tetragramma e gli altri nomi di Dio fossero usati dagli antichi [[Israeliti]] e dai loro vicini.<ref name=JewishEncycloName/><ref name=Troyer>Kristin De Troyer [http://www.lectio.unibe.ch/05_2/PDF/troyer_names_of_god.pdf ''The Names of God, Their Pronunciation and Their Translation''], – lectio difficilior 2/2005.</ref><ref name=Miller2000>{{Cita libro |autore=Patrick D. Miller |titolo=The Religion of Ancient Israel |editore=Westminster John Knox Press |anno=2000 |url=http://books.google.com/books?id=JBhY9BQ7hIQC |isbn=978-0-664-22145-4|lingua=en}}</ref>
 
Dopo la distruzione del [[Tempio di Salomone]], l'uso parlato del nome di Dio come stava scritto cessò tra la gente, sebbene la conoscenza della pronuncia venisse perpetuata nelle [[rabbinismo|scuole rabbiniche]].<ref name=Moore/> [[Filone di Alessandria]] lo chiama "ineffabile", e dice che è permesso solo a coloro le cui orecchie e lingue sono purificate dalla saggezza di pronunciarlo in un luogo santo (cioè, ai sacerdoti nel Tempio). In un altro passo, commentando {{passo biblico|Levitico|24:15-16}}: "Se qualcuno, non dico che [[bestemmia|bestemmi]] contro il Signore degli uomini, ma che soltanto osi pronunciare il Suo nome inopportunamente, che si aspetti la pena di morte."<ref name=Moore/>
 
Fonti rabbiniche asseriscono che il nome di Dio fosse pronunciato solo una volta all'anno, dal [[Sommo Sacerdote]], nel [[Yom Kippur|Giorno dell'Espiazione]].<ref group=Nota>William David Davies, Louis Finkelstein, Steven T. Katz, ''The Cambridge History of Judaism: The Late Roman-Rabbinic Period'', 2006, p. 779: "(BT Kidd 7ia) Il quadro storico sopra descritto è probabilmente errato perché i Nomi Divini erano una responsabilità sacerdotale... Il Nome era uno dei momenti culminanti del Servizio Sacro: era affidato esclusivamente al Sommo Sacerdote una volta all'anno".</ref> Altri, incluso [[Maimonide]],<ref>[[Maimonide]], ''[[Mishneh Torah]]'', "Leggi della Preghiera e delle Benedizioni Sacerdotali", Capitolo 14 [http://www.chabad.org/dailystudy/rambam.asp?tDate=3/28/2012&rambamChapters=3].</ref> affermano che il nome fosse pronunciato quotidianamente nella [[liturgia ebraica]] del Tempio, durante la [[benedizione]] sacerdotale dei fedeli ({{passo biblico|Numeri|6:27}}), dopo il sacrificio del giorno; nella sinagoghe tuttavia veniva usato un nome sostitutivo (probabilmente "Adonai").<ref name=Moore/> Secondo il [[Talmud]], nelle ultime generazioni prima della [[distruzione del Tempio]] e la caduta di [[Gerusalemme]] il nome era pronunciato a bassa voce cosicché il relativo suono veniva disperso nell'inno cantato dai sacerdoti.<ref name=Moore/> La tradizione ebraica vuole che ciò avvenisse all'Interno del ''Kodesh HaKodashim'', il [[Sancta sanctorum]] del [[Tempio di Gerusalemme]]: il Sommo Sacerdote dimenticava la pronuncia del tetragramma immediatamente dopo averla "effettuata". Il secondo e ultimo momento in cui il Sommo Sacerdote poteva pronunciare il tetragramma avveniva per due volte con la [[Benedizione sacerdotale]] sul popolo d'Israele:
 
{{quote biblico|Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Parla ad [[Aronne]] ed ai suoi figli e di' loro così: "In questo modo benedirete i figli di Israel, dicendo loro: Ti benedica il Signore (יהוה) e ti custodisca. Faccia il Signore risplendere il Suo Volto su di te e ti conceda grazia. Rivolga il Signore il Suo Volto verso di te e ti dia pace". Essi porranno il Mio Nome (יהוה) sui figli di Israele ed Io li benedirò»|Numeri|6:22-27|x}}
 
Secondo l'[[Ebraismo]], qualsiasi materiale con su scritto o inciso il tetragramma, tanto più se scritto da uno [[Scriba#Lo scriba ebreo|scriba]] in stato di purità su fogli di pergamena, non può essere gettato via e deve essere custodito in un contenitore apposito chiamato [[Ghenizah]] oppure sotterrato in un terreno riservato specificatamente a questo scopo. Oggigiorno gli ebrei sono soliti inoltre non pronunciarlo ad alta voce in nessuna occasione e per nessuna ragione. Per discutere l'argomento della vocalizzazione del nome, solo per motivi scientifici, e mai in conversazioni futili o in preghiera, si preferisce scrivere le vocali a cui ci si riferisce e lasciare alla mente dell'ascoltatore la ricostruzione del nome vocalizzato. Come già si è detto, invece di pronunciare il tetragramma durante le preghiere, gli ebrei dicono "Adonai".<ref group=Nota>È il nome che sceglie [[Adamo]], secondo la tradizione [[midrash]]ica, per rivolgersi a Dio non tanto per evocare la Sua "essenza", impossibile da definire e troppo sacra persino da nominare, ma la Sua "presenza" presso di noi, che ne siamo sottomessi. Vedi la voce "Adonài" in A. Green, ''op. cit.'', pp. 29-30.</ref>
 
È probabile che la proibizione della pronuncia del tetragramma risalga all'epoca di [[Esdra (Bibbia)|Esdra]] e [[Neemia]], ossia al ritorno dall'[[esilio babilonese]], quando fu riaperto il [[Tempio di Gerusalemme]] e furono fissati molti dei canoni della [[liturgia]]. Alcuni spostano l'effettivo disuso della pronuncia del tetragramma a un periodo successivo, dal III secolo p.[[e.v.]] fino al [[III secolo]] [[e.v.]]. Qualunque sia la data di disuso, nel mondo ebraico la proibizione della sua pronuncia è certa ed è stata costante fino a oggi, tuttavia alcuni mistici erano soliti contemplare, con l'uso di cori o più spesso in completo isolamento, le singole lettere che lo compongono.<ref>Si veda per esempio [[Moshe Idel]], ''Quabbalah. Nuove prospettive'', Milano: Adelphi, 2010, pp. 123-24 e ''passim''.</ref>. A ogni modo, a partire dalla distruzione del [[Secondo Tempio]] nel [[70]], il tetragramma non è più pronunciato nella liturgia ebraica. La pronuncia comunque era ancora conosciuta a [[Babilonia (regione storica)|Babilonia]], nella seconda metà del [[IV secolo]].<ref name=Moore/>
 
==== Proibizioni verbali ====
La veemenza con cui viene denunciata nella ''[[Mishnah]]'' la pronuncia del nome fa supporre che l'uso di "Yahweh" fosse inammissibile nell'[[ebraismo rabbinico]]. "Colui che pronuncia il Nome con le sue proprie lettere non avrà posto nel mondo a venire!"<ref name=Moore/> La pronuncia del Nome come è scritto è così proibita che a volte il Nome viene chiamato "Ineffabile", "Inesprimibile" o "Nome Distintivo".<ref>{{cita web|url=http://www.jewfaq.org/name.htm |titolo=Judaism 101 on the Name of God |editore=jewfaq.org|lingua=en}}</ref><ref>Si veda per esempio {{cita libro|autore=Saul Weiss e Joseph Dov Soloveitchik |url=http://books.google.com/?id=rmmRRNYXb7kC&pg=PA9&dq=YKVK |p=9 |titolo=Insights of Rabbi Joseph B. Soloveitchik |isbn=978-0-7425-4469-7 |anno= 2005|lingua=en}} e {{cita libro|autore=Minna Rozen |titolo=Jewish Identity and Society in the 17th century |p=67 |url=http://books.google.com/?id=Pt50fMlgKuMC&pg=PA67&dq=YKVK |isbn=978-3-16-145770-8 |anno=1992|lingua=en}}</ref><ref group=Nota>M. Rösel, ''The reading and translation of the divine name in the Masoretic tradition and the Greek Pentateuch'', ''Journal for the Study of the Old Testament'', 2007: "È in questo libro che troviamo il divieto più severo di pronunciare il nome del Signore. L'ebraico di 24:16, che può essere tradotto: «E chi bestemmia (3B?) il nome del Signore (9H9J) dovrà essere messo a morte»."</ref>
 
La ''[[Halakha]]'' (Legge ebraica) prescrive che dove il Nome è scritto ''yod-hei-vav-hei'', deve essere pronunciato soltanto "Adonai"; e anche quest'ultimo nome viene considerato nome santo e deve essere pronunciato solo in preghiera.<ref group=Nota>"Essi [i Sacerdoti, quando recitano la Benedizione Sacerdotale, quando c'era il Tempio] recitano il nome [di Dio] -- cioè, il nome ''yod-hei-vav-hei'', come sta scritto. Questo viene citato come 'nome esplicito' in tutte le fonti. Nel paese [cioè, fuori dal Tempio] viene letto [usando un altro dei nomi di Dio], א-ד-נ-י ('Adonai'), poiché solo nel Tempio questo nome [di Dio] è recitato come sta scritto." -- ''[[Mishneh Torah]]'' di [[Maimonide]], "Leggi della Preghiera e delle Benedizioni Sacerdotali", 14:10</ref><ref group=Nota>''Kiddushin'' 71a afferma: "Non vengo chiamato col [Mio nome] come è scritto. Il Mio nome è scritto ''yod-hei-vav-hei'' ed è pronunciato "Adonai."</ref> Pertanto quando qualcuno vuole riferirsi in terza persona al Nome come è scritto o pronunciato, si usa il termine ''"[[HaShem]]"'' ("il Nome");<ref name="Stanley S. Seidner 1987">Stanley S. Seidner,"HaShem: Uses through the Ages", saggio inedito, ''Rabbinical Society Seminar'', Los Angeles, 1987.</ref><ref group=Nota>Per esempio, due libri di preghiere comuni sono intitolati "Tehillat Hashem" e "Avodat Hashem." Oppure, una persona potrebbe dire ad un amico: "Hashem mi ha aiutato oggi a svolgere una grande [[mitzvah]]."</ref> e questo sistema può essere usato anche nelle preghiere.<ref group=Nota>Per esempio, nell'invocazione comune e lode:, "Barukh Hashem" (Benedetto [cioè la fonte di tutto] sia Hashem), o "Hashem yishmor" (Dio proteggi[ci])</ref> I [[Masoreti]] aggiungevano punti vocalici ([[niqqud]]) e i segni di [[cantillazione]] ai manoscritti, per indicare l'uso delle vocali e per cantare le letture delle Bibbia nelle funzioni in [[sinagoga]]. A יהוה aggiunsero le vocali di "[[Adonai]]" ("Mio Signore"), parola da usarsi quando veniva letto il testo. Mentre "HaShem"è il modo più comune per far riferimento al "Nome", i termini "HaMaqom" (lett. "Il Luogo" cioè "L'Onnipresente") e "Raḥmana" (Aramaico, "Misericordioso") sono usati nella [[Mishnah]] e [[Ghemara]], tuttora utilizzati nelle frasi "HaMaqom y'naḥem ethḥem" ("possa L'Onnipresente consolarti"), frase tradizionale per il [[lutto nell'ebraismo|lutto]] durante la ''[[Morte nell'ebraismo#Shiva .E2.80.93 Sette giorni|Shiva]]'' e "Raḥmana l'tzlan" ("possa il Misericordioso salvarci", cioè "Dio non voglia").
 
==== Proibizioni scritte ====
Il tetragramma scritto,<ref group=Nota>Si veda {{Cita passo biblico|Deuteronomio|12:2-4}}: "Distruggerete completamente tutti i luoghi, dove le nazioni che state per scacciare servono i loro dei... Demolirete i loro altari... brucerete nel fuoco le statue dei loro dei e cancellerete il loro nome da quei luoghi. Non così farete con HaShem (YHWH) vostro Dio."</ref> e anche [[Nomi di Dio nella Bibbia|altri sei nomi di Dio]], devono essere trattati con santità speciale. Non possono essere gettati via in maniera ordinaria, affinché non vengano profanati, ma sono usualmente messi in conservazione a lungo termine o sepolti nei cimiteri ebraici quando non più in uso.<ref group=Nota>"Basandosi sul [[Talmud]] (''[[Shavuot]]'' 35a-b), Maimonide (''Hilkhot Yesodei HaTorah'', Cap. 6), e su ''[[Shulkhan Arukh]]'' ("Yoreh Deah" 276:9) è proibito cancellare o obliterare i sette nomi ebraici the seven Hebrew di Dio che si trovano nella ''[[Tōrāh]]'' (oltre ai succitati, ci sono anche ''E-l, E-loha, Tzeva-ot, Sha-dai'') - cfr. George Foot, ''s.v.'' "Jehovah" in ''Encyclopædia Britannica'', Volume 15, cur. Hugh Chisholm (XI ed.), [[1911]], pp. 311segg.</ref> Similmente, è vietato scrivere il tetragramma (o questi altri nomi) senza motivo. Per poter salvaguardare la santità del Nome a volte una lettera viene sostituita da una lettera diversa nello scriverlo (per es. יקוק), o le lettere sono separate da uno o più trattini.<ref name=Moore/> Alcuni ebrei sono molto rigorosi ed estendono tale salvaguardia non scrivendo altri nomi di Dio in altre lingue, per esempio in [[lingua inglese|inglese]] scrivendo "G-d" invece di "God", o in [[lingua italiana|italiano]] "D-o" invece di "Dio", e così via. Tuttavia questo sistema esula dalle normative della ''[[Halakhah]]'' (Legge ebraica).<ref name="Stanley S. Seidner 1987"/>
 
=== Samaritani ===
I [[Samaritani]] condividevano cogli ebrei il tabù sulla pronuncia del Nome, e non esiste prova che la sua pronuncia fosse una pratica samaritana comune.<ref name=Moore/><ref group=Nota>Peter Schäfer, Catherine Hezser, ''The Talmud Yerushalmi and Graeco-Roman culture: Volume 3'', 2002, p. 152: " In verità, non c'è nessuna testimonianza in nessuna letteratura rabbinica che i Samaritani usassero pronunciare il Nome Divino quando facevano giuramenti."</ref> Tuttavia ''[[Sanhedrin]]'' 10:1 include il commento di Rabbi Mana (degli [[Amoraim]]): "per esempio quei [[Samaritani|Kutim]] che fanno giuramento" non avranno un posto nel [[Mondo a venire]], il che implica che Mana credeva che alcuni Samaritani usassero il nome quando facevano giuramenti (i loro sacerdoti hanno conservato la pronuncia liturgica "Yahwe" o "Yahwa" a tutt'oggi.)<ref name=Moore/> Come per gli ebrei, l'aramaico ''ha-Shema'' (השמא "il Nome") rimane d'uso comune tra i Samaritani, simile a "il Nome" {{ebraico|השם}} ("HaShem").<ref name="Stanley S. Seidner 1987"/>
 
=== Cristianesimo ===
[[File:YHWH Goya.jpg|min|Tetragramma di [[Francisco Goya]]: יהוה in triangolo, dettaglio dell'affresco ''Adoración del nombre de Dios'', 1772]]
[[File:Tetragrammaton a.jpg|min|Tetragramma raffigurato nella finestra di una chiesa [[Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America|episcopale]] dello [[Iowa]] ([[USA]])]]
[[File:Tetragrammaton at RomanCatholic Church Saint-Germain Paris France.JPG|min|Vetrata con il tetragramma ebraico nella chiesa di [[Saint-Germain-des-Prés (Parigi)|Saint-Germain a Parigi]]]]
Si presume che i primi cristiani ebrei avessero ereditato dagli [[ebrei]] la pratica di leggere "Signore" dove il tetragramma appariva nel testo ebraico, o dove il tetragramma veniva evidenziato in un dato testo greco. I cristiani gentili, soprattutto coloro che non parlavano ebraico e usavano i testi in greco, leggevano "Signore" in quei punti dove appariva nel testo greco del [[Nuovo Testamento]] e altre copie dell'[[Septuaginta|Antico Testamento greco]]. Questa pratica continuò fino all'arrivo della [[Vulgata]] in [[lingua latina|latino]], in cui "Signore/Dominus" rappresentava "Yahweh" nel testo latino. Nel diagramma del Tetragramma-Trinità<sup>''[[#Scritti_patristici|cfr. supra]]''</sup> di [[Pietro Alfonsi]], il nome è scritto "Jeve." È rimasta come testimonianza la forma litanica "[[Kyrie eleison]]" a ricordo della tradizionale [[liturgia]] greca che era in uso anche nella chiesa latina. Come esempio di uso, nelle collette e nelle preghiere della liturgia cattolica, ci si rivolge a Dio con gli epiteti "Dio onnipotente ed eterno" oppure "Dio, padre onnipotente" o simili. L'unica volta in cui si utilizza un termine ebraico (non il tetragramma) è, una volta all'anno, in una delle sette [[antifone maggiori dell'Avvento]] "''O Adonai''" (nel testo latino - nel testo liturgico italiano è reso con "O Signore"). Durante la [[Riforma protestante|Riforma]], la [[Bibbia di Lutero]] usava "Jehova" nel testo [[lingua tedesca|tedesco]] dell'Antico Testamento di [[Martin Lutero]].<ref group=Nota>William C. Graham, ''A Catholic Handbook: Essentials for the 21st Century'', 2010, p. 51 {{en}}: "Why Do We No Longer Say Yahweh? The Vatican's Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments directed in... just as the Hebrews and early Christians substituted other names for Yahweh when reading Scripture aloud."</ref>
 
Le traduzioni moderne in cui è presente (perlopiù in nota) una vocalizzazione del tetragramma, sono opera di eruditi senza che abbiano un utilizzo al di fuori della cerchia della [[critica biblica]], e servono soprattutto per evidenziare le stratificazioni e la formazione del testo (ad esempio le cosiddette tradizioni Jahvista, Elohista, Sacerdotale, ecc). Recentemente, in ambito cattolico, con la motivazione di riaffermare la disciplina sia ebraica sia delle prime comunità cristiane secondo la quale «Non si deve pronunciare il nome di Dio sotto la forma del tetragramma YHVH nelle celebrazioni liturgiche, nei canti, nelle preghiere», e anche nelle traduzioni della Bibbia il nome di Dio deve essere reso con Adonai, Kyrios, Signore, ecc.<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/26/ratzinger-apre-agli-ebrei-non-usare.html|titolo=Articolo di Marco Politi su Repubblica del 26 ottobre 2008}}</ref>
 
==== Traduzioni cristiane ====
Come già menzionato, la [[Septuaginta]] (traduzione greca), la [[Vulgata]] (traduzione latina), e la [[Peshitta]] (traduzione [[Lingua siriaca|siriaca]])<ref name=Bloch/> usano la parola "Signore" ({{lang|el|κύριος}}, ''kyrios'', {{lang|la|dominus}}, e {{lang|syr|ܡܳܪܝܳܐ}}, ''moryo'' rispettivamente).
L'uso della Septuaginta (=LXX) da parte dei cristiani in polemica con gli ebrei fece sì che questi ultimi l'abbandonassero, rendendola un testo specificamente cristiano. Dalla Septuaginta i cristiani redassero traduzioni in [[lingua copta|copto]], [[lingua araba|arabo]], [[lingua slava ecclesiastica]] e altre lingue utilizzate dalle [[Chiese ortodosse orientali]] e dalla [[Chiesa ortodossa]],<ref>[http://www.bibliahebraica.com/the_texts/septuagint.htm BibliaHebraica.org, "The Septuagint"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100504054157/http://www.bibliahebraica.com/the_texts/septuagint.htm |data=4 maggio 2010 }}</ref> le cui liturgie e dichiarazioni dottrinali sono in gran parte un [[centone]] di testi dalla Septuaginta, che considerano essere ispirata almeno tanto quanto il [[Testo Masoretico]].<ref>[http://www.holy-trinity.org/liturgics/nrsv.html "An Orthodox Critique of English Translations of the Bible"], su ''holy-trinity.org'' (liturgie).</ref> Nell'ambito della Chiesa ortodossa orientale, il testo greco rimane la norma per i testi in tutte le lingue, con particolare riferimento alle composizioni usate nelle preghiere.<ref>[http://www.orthodoxresearchinstitute.org/articles/liturgics/peter_archbishop_remarks_translations.htm Peter L'Huiller, "Some Remarks about Biblical and Liturgical Translations" (Orthodox Research Institute)].</ref><ref>[http://books.google.com/books?id=eKYM6FVxYKIC&dq=Orthodox+liturgy+Septuagint&source=gbs_navlinks_s Donald Fairbarn, ''Eastern Orthodoxy through Western Eyes'', Westminster John Knox Press, 2002, p. 34.] ISBN 978-0-664-22497-4</ref>
 
La Septuaginta, col suo uso di Κύριος per rappresentare il tetragramma, fu anche la base delle traduzioni cristiane associate all'Occidente, in particolare la ''[[Vetus latina]]'', che sopravvive in alcune parti della liturgia della [[Chiesa latina]], e la [[Bibbia gotica]]. Le traduzioni cristiane della [[Bibbia]] in [[lingua inglese|inglese]] normalmente usano "LORD" al posto del tetragramma nella maggioranza dei casi, spesso in [[maiuscoletto]] (o tutto in maiuscolo), così da distinguerlo da altre parole tradotte con "Lord". Nelle Bibbie (Antico Testamento) protestanti solitamente il tetragramma viene reso con Signore o con "Eterno". In nota o raramente nel testo compare sempre più la forma Jahvé. La Riveduta Luzzi, la [[Bibbia (versione di Diodati)|Nuova Diodati]] e la [[King James Version]] in {{passo biblico|Genesi|22:14}} riportano il nome di località ''Jehovah-jireh'', la cui radice deriva dal tetragramma, ma altre Bibbie protestanti traducono diversamente.
 
==== Ortodossi orientali ====
La [[Chiesa ortodossa]] considera il testo della [[Septuaginta]], che usa Κύριος (Signore), come il testo più autorevole dell'Antico Testamento,<ref>{{en}}[http://orthodoxengland.org.uk/septuag.htm "The Septuagint"]</ref> e nei suoi libri liturgici e di preghiera usa Κύριος al posto del tetragramma nei testi che derivano dalla Bibbia<ref>Eugen J. Pentiuc. [http://books.google.com/books?id=cNZBAgAAQBAJ ''The Old Testament in Eastern Orthodox Tradition''], Oxford University Press, 6 febbraio 2014, p. 77, . ISBN 978-0-19-533123-3</ref><ref>"Fatherhood of God" in [http://books.google.com/books?id=JmFetR5Wqd8C ''The Encyclopedia of Eastern Orthodox Christianity''], 2 Voll., curatore John Anthony McGuckin, Wiley, 2010, pp. 247-248. ISBN 978-1-4443-9254-8</ref>
 
==== Cattolicesimo ====
[[File:BASILICA OF ST LOUIS KING OF FRANCE MISSOURI USA Near the Gateway Arch TETRAGRAMMATON.jpg|min|Il tetragramma sul [[Timpano (architettura)|timpano]] della chiesa cattolica ''Basilica of St. Louis, King of France'' a [[Saint Louis]]]]
Nella [[Chiesa cattolica]], la prima edizione ufficiale vaticana della ''[[Nova Vulgata]] Bibliorum Sacrorum Editio, editio typica'', pubblicata nel [[1979]], usava il tradizionale ''Dominus'' al posto del tetragramma nella stragrande maggioranza dei casi; tuttavia, usava anche la forma ''Iahveh'' per riportare il tetragramma in tre punti specifici:
* {{passo biblico|Esodo|3:15}}.<ref>"Dixítque íterum Deus ad Móysen: «Hæc dices fíliis Israel: Iahveh (Qui est), Deus patrum vestrórum, Deus Abraham, Deus Isaac et Deus Iacob misit me ad vos; hoc nomen mihi est in ætérnum, et hoc memoriále meum in generatiónem et generatiónem" (Esodo 3:15).</ref>
* {{passo biblico|Esodo|15:3}}.<ref>"Dominus quasi vir pugnator; Iahveh nomen eius!" (Esodo 15:3).</ref>
* {{passo biblico|Esodo|17:15}}.<ref>"Aedificavitque Moyses altare et vocavit nomen eius Iahveh Nissi (Dominus vexillum meum)" (Esodo 17:15).</ref>
 
Nella seconda edizione della ''[[Nova Vulgata]] Bibliorum Sacrorum Editio, editio typica altera'', pubblicata nel [[1986]], queste poche presenze della forma ''Iahveh'' furono sostituite da ''Dominus'',<ref>{{Cita passo biblico|Esodo|3:15}}: "Dixítque íterum Deus ad Móysen: «Hæc dices fíliis Israel: Dominus, Deus patrum vestrórum, Deus Abraham, Deus Isaac et Deus Iacob misit me ad vos; hoc nomen mihi est in ætérnum, et hoc memoriále meum in generatiónem et generatiónem."</ref><ref>{{Cita passo biblico|Esodo|15:3}}: "Dominus quasi vir pugnator; Dominus nomen eius!"</ref><ref>{{Cita passo biblico|Esodo|17:15}}: "Aedificavitque Moyses altare et vocavit nomen eius Dominus Nissi (Dominus vexillum meum)".</ref> per conservare la lunga tradizione cattolica di evitare l'uso del "Nome Ineffabile" (secondo la definizione dei [[Padri della Chiesa]]).<ref name="Curia"/>
 
Il 29 giugno [[2008]], la [[Santa Sede]] reagì alla pratica allora ancora recente di pronunciare, durante la [[liturgia]] cattolica, il nome di Dio rappresentato dal tetragramma. Quali esempi di tale vocalizzazione, citava "Yahweh" e "Yehovah". I primi cristiani, affermava, seguivano l'esempio della Septuaginta nel rimpiazzare il nome di Dio con "il Signore", pratica con importanti implicazioni teologiche per l'uso de "il Signore" nel riferirsi a Gesù, come in {{passo biblico|Filippesi|2:9-11}} e altri testi del [[Nuovo Testamento]]. Promulgava quindi che, "nelle celebrazioni liturgiche, negli inni e preghiere il nome di Dio nella forma del ''tetragramma'' YHWH non deve essere usato né pronunciato"; e che le traduzioni dei testi biblici per uso liturgico devono seguire la pratica della Septuaginta greca e della Vulgata latina, sostituendo il nome divino con "il Signore" o, in alcuni contesti, "Dio".<ref>{{cita web|url=http://liturgyoffice.org.uk/Resources/Scripture/Name_CDW.pdf |titolo=Letter of the Congregation for Divine Worship and the Discipline of the Sacraments (PDF) |formato=PDF |accesso=31 luglio 2015|lingua=en}}</ref> Questo il testo della direttiva della [[Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti]] in [[lingua italiana|italiano]]:
{{Citazione|La traduzione greca dell'Antico Testamento, la cosiddetta [[Septuaginta]], che risale agli ultimi secoli precedenti l'era cristiana, ha reso regolarmente il tetragramma ebraico con la parola greca Kyrios, che significa Signore. Siccome il testo della Septuaginta ha costituito la Bibbia della prima generazione di cristiani di lingua greca, e in questa lingua furono anche scritti tutti i libri del Nuovo Testamento, anche questi cristiani sin dal principio evitarono la pronuncia del tetragramma sacro. Qualcosa di simile avvenne con i cristiani di lingua latina, la cui letteratura cominciò ad emergere a partire dal secondo secolo, come attestano prima la [[Vetus Latina]] e, in seguito, la [[Vulgata]] di [[san Girolamo]]. Anche in queste traduzioni il tetragramma venne sempre reso con la parola latina Dominus, che corrispondere sia all'ebraico Adonai e al greco Kyrios (....) Pertanto astenersi dalla pronuncia del tetragramma del nome di Dio da parte della chiesa è giustificato. Oltre ai motivi di correttezza filologica si tratta anche di rimanere fedeli alla tradizione della chiesa poiché fin dalle origini il tetragramma sacro non è mai stato pronunciato in un contesto cristiano e neppure mai tradotto in nessuna delle lingue in cui la Bibbia è stata tradotta.<ref>{{Cita web |url=http://www.adoremus.org/CDW_NameofGod.html |titolo="Letter to the Bishops Conferences on The Name of God" (in inglese) |accesso=29 maggio 2010 |dataarchivio=13 settembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100913034816/http://www.adoremus.org/CDW_NameofGod.html |urlmorto=sì }}</ref>}}
La ''"United States Conference of Catholic Bishops'' (Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti)" ha elogiato queste istruzioni, aggiungendo che "fornisce anche un'opportunità di offrire la catechesi ai fedeli come incoraggiamento a dimostrare riverenza per il Nome di Dio nella vita quotidiana, enfatizzando la potenza del linguaggio come atto di devozione e adorazione".<ref name="Curia">{{cita web|url=http://www.ewtn.com/library/CURIA/cdwtetragram.pdf |titolo=United States Conference of Catholic Bishops Committee on Divine Worship (PDF) |formato=PDF |accesso=31 luglio 2015|lingua=en}}</ref>
 
A ogni modo, quando si tratta di vocalizzare il Nome Divino in ambito accademico, si propende da più di due secoli per una vocalizzazione del tetragramma con le vocali "a" ed "e", e talvolta questa forma può apparire, oltre che nei testi di critica biblica, anche nelle note e nelle introduzioni o, più raramente (una o due volte) nel testo dell'Antico Testamento, quando si tratta di evitare ambiguità per la presenza vicina di altri nomi divini. È presente più spesso in alcune versioni letterali degli anni sessanta a indirizzo storico critico, allo scopo di evidenziare le diverse tradizioni presenti nella formazione del testo. In traduzioni degli ultimi anni è citato il tetragramma in caratteri latini ('''JHWH''') senza alcuna vocalizzazione. Non compare mai nel Nuovo Testamento non essendo presente in nessuno dei manoscritti antichi da cui vengono fatte le traduzioni.<ref>S. David Sperling, ''Encyclopedia of Religion'', vol. 7, New York, Macmillan, 2005, p. 3538; R.T.A. Murphy in ''The New Catholic Encyclopedia'', vol. 7, New York, Gale, 2003, pp. 750-1; {{EI|jahve|Jahve}}.</ref>
 
==== Testimoni di Geova ====
{{vedi anche|Testimoni di Geova}}
In Italia i Testimoni di Geova hanno adottato nella loro traduzione la forma del tetragramma biblico "Geova" derivata dalla forma in inglese "Jehovah" adoperata nel 1903 nel libro di Charles Taze Russell, "Il divin piano dell'Età", e da essi ufficializzata il 26 luglio del [[1931]], quando hanno assunto l'attuale denominazione.
 
Essi non considerano sicuramente corretta la loro scelta della vocalizzazione Geova/Jehovah, in passato la più diffusa in inglese. Infatti dalla metà del XIX secolo fino ai primi decenni del XX secolo tutte le nuove versioni inglesi della Bibbia traducevano il tetragramma biblico con "Jehovah"; però a partire dal 1939, e cioè poco dopo l'assunzione dell'attuale denominazione dei Testimoni di Geova, predomina nelle versioni inglesi della Bibbia o la prassi più antiqua di usare (fuori di pochissimi passi) "Lord" o quella di usare "Yahweh".<ref>Per esempio, ''The Bible, An American Translation'' del 1939, ''The Revised Standard Version'' del 1952, ''The Amplified Bible'' del 1965, ''The Jerusalem Bible'' del 1966. ''The New English Bible'' del 1970, ''The New American Bible'' parimenti del 1970.</ref> Ci tengono inoltre a ricordare che in italiano "[[Gesù (nome)|Gesù]]" deriva dall'aramaico יֵשׁוּעַ (Yeshua'), come in [[Libro di Esdra]] {{passo biblico|Esdra|5,2|libro=no}}, che a sua volta proviene dall'ebraico יֵשׁוּעַ (Yeshua') e ulteriormente dall'ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshuaʿ), che significa "יהוה è salvezza"<ref>[https://www.behindthename.com "/name/joshua «From the Hebrew name יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshu'a) meaning "YAHWEH is salvation", from the roots יְהוֹ (yeho) referring to the Hebrew God and יָשַׁע (yasha') meaning "to save".»]</ref> e che da essi è interpretato come indicazione della pronuncia originale di יהוה. I nomi teofori inizianti per Yeho- possono tuttavia spiegarsi anche senza postulare un'originaria forma ricostruita Yehowah: l'evoluzione del timbro in "yeh-" rispetto a "yah-" si comprende bene infatti con una regolare riduzione di vocale in sillaba atona.<ref group=Nota>Sebbene l'amorreo e l'ebraico siano due lingue diverse, i loro sistemi verbali hanno molto in comune. Non c'è ragione di dubitare che a un certo stadio di sviluppo dell'ebraico sia esistita una forma ''jahwī'' (senza il passaggio w > j) o ''jahwē''. Poiché il sistema verbale ebraico richiede la finale ''ē'', si può concludere che la pronuncia del tetragramma nel periodo biblico fosse ''jahwē''. Le restanti forme possono essere spiegate con differenti mutazioni legate alle leggi fonetiche. Tale sviluppo dipende dal passaggio del tetragramma da verbo a nome proprio: questo passaggio indebolisce, per così dire, la funzione grammaticale della parola. Diverse forme possono dunque essere spiegate così: le sillabe chiuse si trasformano appena possibile in aperte; la vocale finale, che nelle forme verbali non può cadere, non è più essenziale una volta intervenuto il mutamento semantico; essa viene pertanto abbreviata e alla fine cadde, come tutte le vocali brevi infine parola. Il risultato è ''*jahw'', una forma ritenuta impossibile: la w viene vocalizzata e può essere allungata, dando la forma ''jahū'' (Ble § 25 c'd'; cfr. Cross, Myth 61). Se la vocale non viene allungata deve cadere e si ottiene ''*jah'', e dopo il regolare allungamento della vocale si ha ''jāh''.
Dalla forma ''jahū'' vengono derivate altre due forme brevi:
# Mediante l'ampliamento della legge fonetica, secondo la quale la h cade alla fine del segmento formativo, da ''jahū'' origina la forma ''jaū'' che diventa facilmente ''jaw'' perché in ebraico successioni vocali che come quella di ''jaū'' sono instabili.
# La vocale finale ''ū'' può passare ad ''ō'' risultandone così ''jahō''. Questo passaggio avvenne probabilmente dapprima nei nomi propri, venendo poi esteso al nome di Dio in altre posizioni. Il cambiamento potrebbe essere avvenuto per analogia con la terminazione arcaica ''-ō'' in, ad esempio, ''jərîḥô'', ''šilôh''. Da queste forme discendono altre due:
## ''jahō'' > ''jəhō'', mediante regolare e riduzione della vocale atona
## la contrazione ''jaw'' > ''jô''.
{{cita libro|autore=D. N. Freedman|autore2=P. O’ConnorO'Connor|capitolo=Lemma «jhwh»|titolo=Grande Lessico dell'Antico Testamento|città=Brescia|anno=2003|editore=Paideia|volume=vol. III|paginap=334}}</ref><ref>''Geova'' in ''[[Il Devoto-Oli|Il Devoto-Oli 2012. Vocabolario della lingua italiana]]'', a cura di [[Luca Serianni]] e [[Maurizio Trifone]].</ref>
 
=== Trascrizioni del tetragramma nelle versioni italiane della Bibbia ===
== Relazione ebrei-cristiani ==
{{vedi anche|Traduzioni della Bibbia in italiano|Versioni della Bibbia}}
Il 16 gennaio 2006, in visita a [[papa Benedetto XVI]], il rabbino capo di Roma [[Riccardo Di Segni]] ha sollevato il problema del fastidio che provoca fra gli ebrei l'uso del nome divino fra i cristiani, a causa della particolare sensibilità ebraica dovuta al divieto di pronunciare il nome di Dio nei [[dieci comandamenti]]. Il Papa ha risposto che la tradizione cattolica, a differenza di quella protestante, è arrivata a questa facilità di espressione molto recentemente, per influsso dello [[storicismo]], e che i cattolici devono lavorare perché si torni all'origine del culto.
[[File:TextsOT.PNG|min|verticale=2|Le relazioni tra i vari manoscritti antichi dell{{'}}'''[[Antico Testamento]],''' secondo l'[[Encyclopaedia Biblica]].
Le linee azzurre tratteggiate indicano i testi che sono stati utilizzati per correggere la fonte principale.
Le lettere isolate sono le sigle standard che designano i manoscritti particolarmente significativi:
<br />
'''<span style="font-size: 140%;">[[aleph|א]]</span>''' = [[Codex Sinaiticus]]<br />
'''A''' = [[Codex Alexandrinus]]<br />
'''B''' = [[Codex Vaticanus]]<br />
'''Q''' = [[Codex Marchalianus]]<br />
Inoltre, le abbreviazioni standard:<br />
'''MT''' = [[Testo masoretico]]<br />
'''LXX''' = [[Septuaginta]] - in questo diagramma indica la versione greca originale (oggi perduta e da distinguersi dalle versioni derivate, conservate nei codici o ricostruite dai filologi, riportate nel diagramma e anch'esse solitamente chiamate LXX.̣̺]]
* ''La Biblia'' di Antonio Brucioli, 1530, rev. 1551. [[Protestantesimo|Protestante]].
:Usa ''Signore'' tranne in {{passo biblico|Esodo|6:3}} dove compare il nome di Dio nella forma ''Ieova''.
:Nella revisione del 1562 stampata dall'editore Francesco Durone la forma ''Iehova'' o ''Iehovah'' ricorre decine di volte. Esempio Genesi 28:13.
* ''La Sacra Bibbia'' di Giovanni Diodati del 1607. Protestante.
:Usa ''Signore'', ma in Esodo 3:14 usa ''Colui che si chiama IO SONO'', e in Esodo 16:3 usa ''COLUI CHE È''.
:In una nota a Esodo 3:14 usa "Iehova".
:Riedita nel 1946: Usa ''Signore''. In alcune edizioni, alla pagina 584, riporta nella soprascritta di Isaia 41 la forma "Geova".
 
* ''La Nuova Diodati''. Protestante. 1991.
Lo scrittore [[ateismo|ateo]] [[Erri De Luca]] propone e utilizza, nei suoi libri, la formula ''Iod'', prima lettera del Nome Sacro, e [[anagramma]] della parola [[Dio]], gioco possibile solo in [[lingua italiana|italiano]].
 
: Usa ''Eterno''. Nella prefazione usa "Jehovah" e "Yah".
: In {{passo biblico|Genesi|22:14}} riporta il nome di località ''Jehovah-Jireh.''
 
* ''La Bibbia. Versione Nuova Riveduta'', Società Biblica di Ginevra. 1994. Protestante.
 
: Il nome di Dio viene reso con ''SIGNORE'' tutto in maiuscolo per distinguerlo dalla parola ebraica "signore" (adhonai).
: Nella prefazione usa le quattro lettere corrispondenti al tetragramma "YHWH" e in Genesi 22:14 riporta il nome di località Iavè-Irè.
*''La Sacro-Santa Biblia'' di Mattia D'Erberg, 1712, Protestante.
:Usa ''JEHOVA'' (vedi Esodo 4:11).
 
* La Sacra Bibbia del [[Pastore (religione)|pastore]] [[Battismo|battista]] ''Armando Vianello'', 2008, cinque volumi. Versione interlineare - letterale.
 
: Nei quattro volumi del Vecchio Testamento, il tetragramma ebraico (primo rigo) è tradotto con ''YHWH'' (secondo rigo).
== Trascrizioni del tetragramma nelle versioni italiane della Bibbia ==
* ''La Biblia'' di Antonio Brucioli, 1530 rev. 1551. Protestante.
:Usa Signore tranne in Esodo 6:3 dove usa ''Ieova''.
:Nella revisione del 1562 stampata dall’editore Francesco Durone la forma 'Iehova' o 'Iehovah' ricorre decine di volte. Esempio Genesi 28:13
* ''La Sacra Bibbia'' di Giovanni Diodati. 1607 riedita 1946. Protestante.
:Usa Signore. In alcune edizioni riporta il nome di "Geova" nell'intestazione di pagina 584 e nella sovrascritta di Isaia 41.
* ''Sacra Bibbia'' di Antonio Martini, 1778 riedita 1963. Cattolica.
:Usa Signore. Nella nota di Esodo 3:14-15 ha ''Jehovah''
* ''Versione Riveduta'' di Giovanni Luzzi, 1925 riedita 1966. Protestante.
:Usa ''Eterno''. Nelle note a Esodo{{passo biblico|Esodo|3:15 e ;6:3}} usa la forma ''"Jahveh''".
:Nella nota a Matteo{{passo biblico|Matteo|1:21}} usa la forma ''Gèova''.
:In Genesi{{passo biblico|Genesi|22:14}} ha ''Iehovah'' come parte di un nome composto.<ref group=Nota>''Iehovah-jireh'', L'Eterno vede o provvede.</ref>
* ''La Bibbia'', Eusebio Tintori, 1945. Cattolica.
:Usa ''Signore''. Nelle note ha ''"Jahve''".
* ''La Sacra Bibbia'', Ricciotti. 1955. Cattolica.
:Usa sempre ''Signore'' e ha ''"Jahvè''" in alcune note come {{passo biblico|Esodo |3:14; 6:2,3}}; Gioele{{passo biblico|Gioele|3:12}}; Giona{{passo biblico|Giona|4:10,11}}.
* ''La Bibbia'', Edizione Paoline. edizEdiz. 1958 e seguenti. Cattolica.
:Usa ''Signore'' tranne in Esodo{{passo biblico|Esodo|6:2-3|libro=no}} (e relativa nota) e Geremia{{passo biblico|Geremia|1:6}} dove usa ''Jahvé'' (ediz. 1958 e seguenti).
:Usa ''Jahvé'' In salmo{{passo biblico|Salmi|83:19}}, al posto di "Il Signore" delle edizioni precedenti (ediz. 1970 e seguenti).
:A seconda delle edizioni usa ''"Jhwh''" nelle parentesi nel testo di Esodo{{passo biblico|Esodo|6:3}} (ediz. 1997).
* ''La Bibbia'' a cura di Fulvio Nardoni, 1960. Cattolica.
:Il nome ''Jahweh'' vi ricorre più volte nel testo ad esempio in Esodo{{passo biblico|Esodo|6:2,3,6,8}}; Isaia{{passo biblico|Isaia|1:24; 3:1; 10:33; 26:4; 40:10; 51:22; 61:1;}}, ecc..
* ''La Sacra Bibbia'', Pontificio Istituto Biblico 1961. Cattolica.
:Oltre a ''Signore'' usa varie volte nel testo ''Jahve'', ad esempio in Esodo{{passo biblico|Esodo|3:15; 6:2}}; Salmo{{passo biblico|Salmi|83:19}}.
* ''La Sacra Bibbia'' ed. Garzanti imprimatur 1964. Cattolica.
:Usa "''Yahvè"'', es. pag. 952 Salmo{{passo biblico|Salmi|83:19}} ed altre;
* ''La Bibbia'' di Mons.[[Salvatore Garofalo]], 1964. Cattolica.
:Usa sempre ''Jahve'', ma solo nell'Antico Testamento.: Nelnon nel Nuovo Testamento, talenel nomequale il tetragramma biblico non vieneappare maiin riportatonessuno degli esistenti manoscritti, ancheneanche quando sono citati versetti biblici dell'Antico Testamento in cui il nome compare, ne è un esempio Luca{{passo biblico|Luca|4:18}} in cui Gesù legge Isaia{{passo biblico|Isaia|61:1}}. Tale fedeltà all'effettivo testo del Nuovo Testamento è comune a tutte le versioni italiane della Bibbia ad eccezione di quella dei Testimoni di Geovà.
* [[Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture]]. [[Testimoni di Geova]]. 1967, ed. riv. 1987. e 2013
:Usa ''Geova'' ovunque è presente il tetragramma, e inoltre per tradurre Κύριος (Signore) in alcuni passi del Nuovo Testamento, dove vengono letti o citati versetti dell'Antico Testamento contenenti, nell'originale, il tetragramma יהוה, che però i giudei sostituiscono nella lettura con אדני ([[Adonai]]).
:Usa sempre ''Geova''.
* ''La Bibbia Concordata'', 1968. Interconfessionale.
:Rende ''Signore'' tranne Salmo{{passo biblico|Salmi|83:19}}, dove usa ''Iavè''.
* ''La Sacra Bibbia'', Galbiati, Penna e Rossano. Cattolica. 1968.
:Usa sempre ''Iahvé''.
 
* ''Sacra Bibbia'' di Antonio Martini, 1778, riedita 1963. [[Cattolicesimo|Cattolica]].
* Usa ''Signore''. Nella nota di {{passo biblico|Esodo|3:14-15}} ha "Jehovah"
* ''La Sacra Bibbia CEI'', 1974. Cattolica.
:Rende ''Signore''. Nella nota in calce a Esodo{{passo biblico|Esodo|3:14,15}} ha ''"JHWH''".
:Nella nota a 1 Maccabei{{passo biblico|1Maccabei|3:18}} usa ''Jahveh''.
* ''La Bibbia di Gerusalemme'', 1974. Cattolica.
:Ha lo stesso testo della CEI.
:Nelle note menziona ''"Jahveh''", come quelle su Esodo{{passo biblico|Esodo|3:13}}, Isaia{{passo biblico|Isaia|42:8}}, ecc.
:(Il testo originale francese, La Bible de Jérusalem, usa sempre Yahvé)
* ''Nuovissima Versione della Bibbia'' Edizione Paoline. 1967-1980. Cattolica.
:Usa ''Signore''. Nella nota ada Esodo{{passo biblico|Esodo|6:2-8}} usa ''"Jahveh''".
* ''La Nuova Diodati''. Protestante. 1991.
:Usa sempre Eterno. Nella prefazione usa ''Jehovah'' e ''Yah''.
:In nomi composti come Genesi 22:14 usa ''Jehovah''.
* ''Il libro di Isaia'', Moraldi. 1994. Cattolica.
:Usa sempre ''Jhwh''.
* ''La Bibbia. Versione Nuova Riveduta'', Società Biblica di Ginevra. 1994. Protestante.
:Rende il tetragramma con 'SIGNORE' tutto in maiuscolo per distinguerlo dalla parola ebraica signore "adhonai".
:Nella prefazione usa YHWH.
* ''La Bibbia'', Oscar Mondadori. 2000. Aconfessionale.
:Usa sempre ''Jhwh''.
 
* ''La Sacra Bibbia'', ed. dott. Armando Curcio, 1866, versione mons. Antonio Martini arciv. Firenze.
:
: alla pagina 50 in Esodo capitolo 3 versetto 14 usa Adonai, ma nella nota dice: "Denotasi con questo nome, che si pronuncia ''Jehovah'', ...."
 
== Relazione ebrei-cristiani ==
{{vedi anche|Rapporti tra cristianesimo ed ebraismo}}
Il 16 gennaio [[2006]], in visita a [[papa Benedetto XVI]], il [[rabbino capo]] di [[Roma]] [[Riccardo Di Segni]] ha sollevato il problema del fastidio che provoca fra gli ebrei l'uso del nome divino fra i cristiani, a causa della particolare sensibilità ebraica dovuta al divieto di pronunciare il nome di Dio nei [[dieci comandamenti]]. Il Papa ha risposto che la tradizione cattolica, a differenza di quella protestante, è arrivata a questa facilità di espressione molto recentemente, per influsso dello [[storicismo]], e che i cattolici devono lavorare perché si torni all'origine del culto.<ref>[http://www.zenit.org/it/articles/benedetto-xvi-manifesta-al-rabbino-di-roma-l-amore-della-chiesa-per-gli-ebrei "Benedetto XVI manifesta al rabbino di Roma l'amore della Chiesa per gli ebrei"]; si veda anche il successivo documento vaticano del 17 gennaio 2010: [http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2010/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20100117_sinagoga.html "VISITA ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA: PAROLE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI"].</ref>
 
Lo scrittore [[ateismo|ateo]] [[Erri De Luca]] propone e utilizza, nei suoi libri, la formula ''Iod'', prima lettera del Nome Sacro, e [[anagramma]] della parola [[Dio]], gioco possibile solo in [[lingua italiana|italiano]].<ref>[http://www.mastrohora.it/erri/il_traduttore.htm "Erri De Luca e la Bibbia"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160306060126/http://www.mastrohora.it/erri/il_traduttore.htm |data=6 marzo 2016 }}, su ''mastrohora.it'' URL consultato 31 luglio 2015.</ref>
 
== Citazioni moderne del Tetragramma ==
=== Nell'arte ===
* [[Basilica di San Pietro in Vaticano]], Tomba di [[Clemente XIII]]: tetragramma in caratteri ebraici sulla fronte di una delle statue.<ref>Per questa sezione si faccia anche riferimento alle rispettive voci enciclopediche elencate.</ref>
* [[Duomo di Milano]]: rosone su una delle entrate, tetragramma in caratteri ebraici.
* [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]: tetragramma su mosaico presso entrata laterale sinistra.
* Duomo di [[Siena]]: tetragramma in carattere ebraici posto al centro della volta dell'abside dietro l'altare maggiore.
* Duomo Nuovo di [[Brescia]]: tetragramma in caratteri ebraici sull'altare della prima navata laterale destra.
* Santuario della Via Crucis monumentale di [[Cerveno]] in [[Val Camonica]]: tetragramma in caratteri ebraici sul turbante del Sommo Sacerdote<ref>[{{cita web|url=http://www.camunity.it/paesi/cultura_folklore/via_crucis/via_crucis_pag2.htm |titolo=Santuario della Via Crucis di Cerveno BS]}}</ref>.
* [[Lione]]: Tetragrammatetragramma nel mosaico sulla volta della Basilica cattolica di [[Notre-Dame de Fourvière|Fourvière]].
* [[Praga]]: interno della chiesa di San Nicola (quartiere Mala Strana).
* Praga: Ponte Carlo, tetragramma in caratteri ebraici sulla parte alta della terza statua.
* Praga: leggio del cantore all'interno della Staronovà synagoga (quartiere Stare Mesto).
* Praga: vetrata della Jubilejní synagoga (quartiere Stare Mesto).
* Olimje (Slovenia): Affresco nella farmacia del monastero (Anton Lerchinger, 1780)
 
=== Nella letteratura ===
* ''Il pendolo'' di Foucault<ref>''Il pendolo di Foucault'' di Umberto Eco - 1ª edizione Bompiani ottobre 1988</ref>
: Menziona il Tetragrammatetragramma sia lettera per lettera: "... ''jod'', ''he'', ''waw'', ''he''. Iahveh, il nome di Dio".
: CheSia tutto insieme: "...trovare tutte le combinazioni del nome di Dio? ... IHVH".
* Axel Munthe, nell'ultimo capitolo de ''"La Storia di San Michele"'', fa uso per due volte del nome divino nella forma ''Jehovah''.
* ''La morte e la bussola'', racconto della raccolta "Finzioni" di [[Jorge Luis Borges]] in cui una serie di omicidi sembra essere correlata al Tetragràmaton.
* nel "Libro di Mormon" in 2 Nefi capitolo 22 versetto 2 (pagina 84) ede in Moroni capitolo 10 versetto 34 (pagina 518);
* nel "Dizionario biblico" John L. McKenzie Cittadella Editrice - ed. 1981 - IV ed. pag. 381;
* nel "Grande dizionario italiano dell'uso" UTET - ed. 1999 rist. 2000 - vol. III pag.192;
* nel "Dizionario delle lingue italiana e inglese" - Sansoni editore - II ed. - 1985 - part. I - (it/ing) pag. 576;
* nel "Dizionario delle lingue italiana e inglese" - Sansoni editore - II ed. - 1985 - part. II - (ing/it) pag. 1589;
* nel vocabolario italiano-francese "Il novissimo Ghiotti" ed. Petrini Torino ed. 1973 pag. 463;
* nel dizionario enciclopedico "Il novissimo Melzi" Vallardi Editore ed. XXXVI ristampa 1981 pag. 512;
 
=== Nella musica ===
[[File:Nabucco.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.2|Una scena del ''[[Nabucco]]'' di [[Giuseppe Verdi.]]: "Gli israeliti in cattivita'cattività cantano all'immenso ''Jehovah''"]]
* [[Giuseppe Verdi]], [[Nabucco]], ( atto finale: Ilil coro canta dell'immenso ''Jehovah ''ede il sommo sacerdote Zaccaria menziona ancora ''Jehovah'' ).
* [[Gioachino Rossini]], [[Mosè in Egitto]], ( Mosè invoca ''Iehova'' ).
* [[Camille Saint-SaensSaëns]], [[Samson et Dalila]] ( ''Iehova'' e ''Jehova'', menzionati più volte).
* [[Georg Friedrich HandelHändel]] ( Moltissimimoltissimi oratori, ovvero composizioni musicali, su Giuseppe e suoi fratelli, sulla liberazione d'Israele dall'Egitto, su personaggi biblici come Giosuè, Debora, Iefte, Sansone (qui si usa la forma ''Jeovah''), Saul, Salomone, Atalia, Baldassare e la caduta di Babilonia, Ester, il Messia.
* [[Franz Schubert]], musicò '' L'Onnipotenza'', (D 852 / op. 79, n. 2), lirica di Johann Ladisklav Pyrker nella quale compare cinque volte il nome di ''Jehovah'' ).
* [[Johann Sebastian Bach]] Lied BWV 452 e corale BWV 299 (dal Klavierbüchlein für Anna Magdalena Bach) 'Dir, dir ''Jehova'', will ich singen'.
* [[Ludwig van Beethoven]] Nellnell'oratorio 'Cristo sul Monte degli Ulivi' (op. 85), usa varie volte la forma ''Jehova''.
* [[Henry Purcell]] (compositore di musica barocca), Mottetto : ''Jehova'', quam multi sunt hostes mei (Z 135).
* [[Lorenzo Perosi]] (compositore italiano). Ha composto numerose opere sacre tra cui il poema sinfonico-vocale " Mosè " , 1901, la prima direzione fu di Arturo Toscanini) dove uno dei personaggi è '' La voce di Jehova'' (basso).
* [[Elvis Presley]] in ''If The Lord Wasn't Walking By My Side'' usa la forma ''Jehova''.
* [[Bob Marley]] : Usausa ''Jah ''(forma contratta del nome) in numerose canzoni, come ''Jah Live'', ''Forever Loving Jah'', ''Satisfy My Soul Jah Jah'' e ''Jah Is Mighty''.
* [[U2]], "Yahweh" canzone tratta dall'album ''How to dismantle an atomic bomb'' (2004).
* [[Needtobreathe,]] nel ritornello dellanella canzone "''Signature of Divine (Yahweh)"'' usatotratta Yahweh.dall'album ''The Heat'' (2007)
 
=== Nel cinema ===
* ''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'' (1989)
: [[Indiana Jones]] deve attraversare una stanza col pavimento fatto di piastre, che nascondono trappole, contraddistinte da lettere. Avanzare sulla lettera sbagliata farebbe scattare una trappola mortale. Un antico manoscritto [[Lingua latina|latino]] offre un indizio per l'attraversamento sicuro: deve camminare sulle piastre le cui lettere in sequenza formano il "nome di Dio". A questo punto più volte si chiede: "Il Nome di Dio, il Nome di Dio", quindi esclama: "Geova". Tuttavia la differenza tra la trascrizione [[lingua inglese|inglese]] ''"Jehovah"'' e quella [[Lingua latina|latina]], ''"Iehovah"'', mette a repentaglio la sua vita<ref>[httphttps://www.youtube.com/watch?v=riw2m4XttbY Indiana Jones e il Nome di Dio "Iehova"! - su ''YouTube<!-- Titolo generato automaticamente -->'']</ref>.
* ''[[Una settimana da Dio]]'' (2003)
 
: [[Jim Carrey]] giornalista sfortunato, dopo aver pregato Dio per la sua situazione stagnante, incontra [[Morgan Freeman]] nella parte di Dio il quale gli concede i suoi poteri. A un certo punto nella sua mente si affollano migliaia di voci. Spiazzato, si rivolge a Dio il quale lo informa che altro non sono che le preghiere della gente e che lui, Bruce, ha i poteri per poter risolvere il problema. Dopo alcuni tentativi Bruce decide di convogliarle in una casella di posta elettronica. A questo punto la scena inquadra il monitor sul quale appare il nome del sito che è "Yahweh" cioè il Nome divino in inglese. Degno di nota è che si crea un gioco di parole con il famoso motore di ricerca "Yahoo" che è il modo inglese di scrivere ciò che si pronuncia Yahù che è il Nome divino usato nell'antico Egitto.<ref>[https://www.imdb.com/title/tt0315327/ ''Bruce Almighty''], su [[Internet Movie Database]]; cfr. anche [http://www.boxofficemojo.com/reviews/?id=33&p=.htm "Submission to Oh, God"] di Scott Holleran, su ''boxofficemojo.com''</ref>
* ''[[Una settimana da Dio]]''
* ''[[Notorious B.I.G. (film)|Notorious B.I.G.]]'' (2009)
: [[Jim Carrey]] giornalista sfortunato, dopo aver pregato Dio per la sua situazione stagnante, incontra [[Morgan Freeman]] nella parte di Dio il quale gli concede i suoi poteri. Ad un certo punto nella sua mente si affollano migliaia di voci. Spiazzato, si rivolge a Dio il quale lo informa che altro non sono che le preghiere della gente e che lui, Bruce, ha i poteri per poter risolvere il problema. Dopo alcuni tentativi Bruce decide di convogliarle in una casella di posta elettronica. A questo punto la scena inquadra il monitor sul quale appare il nome del sito che è "Yahweh" cioè il Nome divino in inglese. Degno di nota è che si crea un gioco di parole con il famoso motore di ricerca "Yahoo" che è il modo inglese di scrivere ciò che si pronuncia Yahù che è il Nome divino usato nell'antico Egitto.
: Durante una scena iniziale del film, viene pronunciato il nome Geova da parte del protagonista nei panni del rapper [[The Notorious B.I.G.]]
* {{Senza fonte|[[Risorto]] (2016) Si fa ampio uso del nome Jahvé per indicare il Dio degli ebrei sia da parte giudaica sia romana.
* [[Batman v Superman: Dawn of Justice]] (2016) Nella conversazione avuta tra Lex Luthor e Superman sul tetto della LexCorp, Luthor menziona, tra altre divinità, il nome divino, Geova.
*[[L'uomo nell'alto castello (serie televisiva)]]
Nella Terza Stagione (2018), nell'episodio "[[#Jahr Null|Jahr Null]]", al minuto 30:32, Hawthorne Abendsen, rinchiuso in cella, comincia a delirare citando poesie, canzonette ed infine un brano del Salmo 91:9 dove diceva "Geova è il mio rifugio".}}
 
== Note ==
{{<references|2}} group="Nota"/>
 
=== Riferimenti ===
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro |autore = Arnold Gottfried Betz|capitolo = Monotheism|autore2 = David Noel Freedman|titolo = Eerdmans Dictionary of the Bible|editore= Eerdmans|anno= 2000|url = http://books.google.com/books?id=qRtUqxkB7wkC&pg=PA917#v=onepage&q=bible%20monotheism%20Betz&f=false|isbn = 90-390-0124-3|lingua = en}}
* [[Ernst Bloch]], ''Das Prinzip Hoffnung III'' pag. 1457 e seg. (trad. italiana parziale: ''Dialettica e speranza'', a cura di Livio Sichirollo, Vallecchi, Firenze 1967)
* {{en}} Jim Cornwell, [http://www.mazzaroth.com/Introduction/TheNamesOfGod.htm "The Names of God", da ''The Alpha and the Omega'', "Introduction"]
* {{cita libro|autore = John Day|titolo = Yahweh and the Gods and Goddesses of Canaan|editore= Continuum|anno = 2002|url = http://books.google.com.au/books?id=y-gfwlltlRwC&dq=Yahweh+and+the+gods+and+goddesses+of+Canaan&printsec=frontcover&source=bn&hl=en&ei=ZlAsTMPnDYuecfK9pdcJ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&ved=0CCgQ6AEwAw#v=onepage&q&f=false
|lingua= en}}
* {{cita libro|autore= Meindert Dijkstra|capitolo = El the God of Israel-Israel the People of YHWH: On the Origins of Ancient Israelite Yahwism|autore2 = Bob Becking|titolo = Only One God?: Monotheism in Ancient Israel and the Veneration of the Goddess Asherah|editore= A&C Black|anno= 2001|url = https://books.google.nl/books?id=z72KmReV-bIC&pg=PA92&lpg=PA92&dq=%22El+who+is+present,+who+makes+himself+manifest%22&source=bl&ots=fqsTsBe0eL&sig=etEaBrdN_qK5Z4v7-vEHrpe99Yw&hl=nl&sa=X&ei=lFPmVMmcMIb0UqifgYgG&ved=0CBwQ6AEwAg#v=onepage&q=%22El%20who%20is%20present%2C%20who%20makes%20himself%20manifest%22&f=false|lingua = en}}
* {{cita libro|autore = Diana V. Edelman|capitolo = Tracking Observance of the Aniconic Tradition|titolo = The Triumph of Elohim: From Yahwisms to Judaisms|editore = Peeters Publishers|anno = 1995
|url = https://books.google.co.uk/books?id=bua2dMa9fJ4C&pg=PA45&f=false&f=false|isbn = 90-5356-503-5|lingua = en}}
* Didier Fontaine, ''ll nome di Dio nel Nuovo Testamento. Perché è scomparso dai testi greci nel I e II secolo? '', traduzione di Sara Appignanesi e Stefano Pizzorni, Azzurra7 Editrice, Scorzè 2009, ISBN 978-88-88907-10-9
* {{fr}} Didier Fontane, ''Le nom divin dans le Nouvean Testament'', L'Harmattan, Paris 2007
* {{cita libro|autore = Lester Grabbe|capitolo = 'Many nations will be joined to YHWH in that day': The question of YHWH outside Judah|autore2 = Francesca Stavrakopoulou|titolo = Religious diversity in Ancient Israel and Judah|editore = Continuum International Publishing Group|anno = 2010|url = https://books.google.com.au/books?id=kG_9-vki4ocC&pg=PA184&dq=%22Yhwh+deity+and+Yhwh+cults+were+unique+to+Israel+and+Judah%22&hl=en&sa=X&ei=ARsOVYj3EIb78QW81oDYCQ&ved=0CB8Q6AEwAA#v=onepage&q=%22Yhwh%20deity%20and%20Yhwh%20cults%20were%20unique%20to%20Israel%20and%20Judah%22&f=false|isbn = 978-0-567-03216-4|lingua = en}}
* Gerard Gertroux, ''Storia del Nome di Dio'', traduzione di Gabriella Gabrielli e Maria Grazia Aragone, Revisione di Stefano Pizzorni, Azzurra7 Editrice, Scorzè 2007, ISBN 978-88-88907-09-3
* {{en}} Gerard Gertroux, ''The name of God Y.eh.oW.ah wich is I_Eh_oU_Ah: Its Story'', University Press of America, Boston Way, Lanham, Maryland 2002
* {{cita libro|Martin | Klann |Il Geova della Torre di Guardia| 1968 | Editore Centro Biblico| Napoli}}
* {{en}} [[Israel Knohl]], [https://www.academia.edu/38081228/YHWH_The_Original_Arabic_Meaning_of_the_Name YHWH: The Original Arabic Meaning of the Name]
* [[Hans Küng]], ''Existiert Gott?'', R. Piper e Co. Verlag, München 1978, traduzione italiana: ''Dio esiste? Risposta al problema di Dio nell'età moderna'' a cura di Giovanni Moretto (par. ''L'unico Dio con un nome'' pag. 691,692), Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1979. Nuova edizione:(par. ''L'unico Dio con un nome'' pag. 830-832), Fazi editore, Roma 2012, ISBN 978-88-6411-256-5
* {{cita libro|autore = Herbert Niehr|capitolo = The Rise of YHWH in Judahite and Israelite Religion|autore2 = Diana Vikander Edelman|titolo = The Triumph of Elohim: From Yahwisms to Judaisms|editore = Peeters Publishers|anno = 1995|url = https://books.google.co.uk/books?id=bua2dMa9fJ4C&pg=PA45&f=false&f=false|isbn = 90-5356-503-5|lingua = en}}
* {{cita libro|Matteo | Pierro |Geova e il Nuovo Testamento| 2000 | Sacchi Editore | Rescaldina (MI)}}
* {{cita libro|autore = Mark S. Smith|anno = 2002|titolo = The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel|editore = Eerdmans|url = https://books.google.com.au/books?id=1yM3AuBh4AsC&pg=PA28&dq=%22Iron+I+Israel+was+largely+Canaanite%22&hl=en&sa=X&ei=N1LyVNC9L5fs8AW-34GIAw&ved=0CB8Q6AEwAA#v=onepage&=%22Iron%20I%20Israel%20was%20largely%20Canaanite%22&f=false|lingua = en}}
* Kahle P., ''The Cairo Geniza'', Basil Blackwell, Oxford 1959. p.&nbsp;222
* Robert J. Wilkinson, ''Tetragrammaton: Western Christians and the Hebrew Name of God. From the Beginnings to the Seventeenth Century'', Leiden, Brill, 2015.
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* {{Treccani|yahweh|Yahweh}}
* Howard G., ''The Tetragram and the New Testament'', in Journal of Biblical Literature, Vol. 96, marzo 1977, pp.&nbsp;63–83.
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* [[Hans Küng]], ''Existiert Gott?'', R. Piper e Co. Verlag, München 1978, traduzione italiana: ''Dio esiste? Risposta al problema di Dio nell'età moderna'' a cura di Giovanni Moretto (par.''L'unico Dio con un nome'' pag. 691,692), Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1979.
* [[Ernst Bloch]], ''Das Prinzip Hoffnung III'' pag. 1457 e seg. (trad. italiana parziale: ''Dialettica e speranza'', cit.; ''Soggetto-Oggetto'', cit.)
* Gigi Sanna, ''Sardôa grammata. 'ag 'ab sa'an yahwh. Il dio unico del popolo nurgico, S'Alvure'' ed. Oristano 2004.
* Gerard Gertroux, ''Storia del Nome di Dio'', traduzione di Gabriella Gabrielli e Maria Grazia Aragone, Revisione di Stefano Pizzorni, Azzurra7 Editrice, Scorzè 2007, ISBN 978-88-88907-09-3
* Didier Fontaine, ''ll nome di Dio nel Nuovo Testamento. Perché è scomparso dai testi greci nel I e II secolo? '', traduzione di Sara Appignanesi e Stefano Pizzorni, Azzurra7 Editrice, Scorzè 2009, ISBN 978-88-88907-10-9
 
== Voci correlate ==
* [[Anima]]
* [[Bibbia]]
* [[Nomi di Dio (Bibbiaebraismo)]]
* [[Metatron]]
* [[Nomi di Dio nella Bibbia]]
* [[Papiro Fouad 266]]
* [[Pentagrammaton]]
* [[Preghiera ebraica]]
* [[Shemhamphorasch]]
* [[House of Yahweh]]
* [[Yisrayl Hawkins]]
* [[Yahweh]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|b=Il Nome di Dio nell'Ebraismo|s=:en:1911 Encyclopædia Britannica/Jehovah|wikt=יהוה|commons_preposizione=sul|s_preposizione=al}}
{{interprogetto|commons=Category:Tetragrammaton}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T Voce "Tetragrammaton" della Jewish Encyclopedia del 1906] (in inglese)
* {{cita web|url=http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=165&letter=T|titolo= Voce "Tetragrammaton" della Jewish Encyclopedia del 1906}}
* [http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2006/febbraio/repubblica/060206.asp relazione ebrei-cristiani sull'uso del tetragramma] Sito dell'Unione Comunità Ebraiche Italiane
* [{{cita web |url=http://www.divinename.no/index.html |titolo=The Divine name in Norway] Il|accesso=3 nomeagosto divino2019 in|dataarchivio=27 Norvegiasettembre (sito2007 in|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927020649/http://www.divinename.no/index.html lingua|urlmorto=sì inglese)}}
* {{cita web|url=http://www.gliscritti.it/approf/2007/papers/tetragramma.htm |titolo=YHWH: il Tetragramma, le quattro lettere del Nome divino|autore=Giancarlo Biguzzi}}
* [http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/alpha/data/aud19850731it.html Catechesi] di [[Papa Giovanni Paolo II]] sul Nome di Dio
* {{cita web|url=https://books.google.com.gt/books?id=k9JEAgAAQBAJ&pg=PA60&lpg=PA60&dq=134+tetragrammaton&source=bl&ots=WPJoDG5woi&sig=-vCFggwdIef6gcqdVlboRH6v2Oo&hl=es&sa=X&ei=6fDtVPHAAoihNuK-g5gK&redir_esc=y#v=onepage&q=134%20tetragrammaton&f=false|autore=Steven Ortlepp|titolo=Pronunciation of the Tetragrammaton: A Historico-Linguistic Approach|anno=2010|p= 60}}
* [http://www.gliscritti.it/approf/2007/papers/tetragramma.htm YHWH: il Tetragramma, le quattro lettere del Nome divino] nota del prof. Giancarlo Biguzzi, docente di Nuovo Testamento presso la Pontificia Università Urbaniana
* {{cita web|url=https://er.ceres.rub.de/index.php/ER/article/view/8776/8449|titolo=When and from Where did YHWH Emerge? Some Reflections on Early Yahwism in Israel and Judah]|autore=Christian Frevel}}
* [http://www.cristianitestimonidigeova.net/Portal/articolo.aspx?Articolo=288 Portale Cristiani Testimoni di Geova (non ufficiale), articolo con fotogallery sulla grafia "Geova"]
* [http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=334 Padre Nicola Tornese Geova chi era costui?] da Totus Tuus, Pagine Cattoliche
 
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