Fotografia diretta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
m clean up
 
(11 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{f|fotografia|agosto 2010}}
[[File:Lewis Hine Power house mechanic working on steam pump.jpg|thumb|Lewis Hine, ''Power house mechanic working on steam pump'', [[1920]].]]
La '''straightfotografia photographydiretta'''<ref>{{cita web|url=https://f-11.it/foto/storia-della-fotografia/18-storia-della-fotografia/41-la-fotografia-diretta.html|titolo=La ("''fotografia diretta''") - f-11}}</ref> è una tendenza del linguaggio [[fotografia|fotografico]] che nasce nella prima metà del [[XX secolo|Novecento]] in opposizione alla corrente del [[pittorialismo]] e in generale a ogni forma di manipolazione dell'immagine estranea alle specificità linguistiche del mezzo, o a quelle che venivano riconosciute come tali. La locuzione compare per la prima volta nel 19041907, sulla rivista fondata da [[Alfred Stieglitz]], [[Camera Work]], in un articolo del critico d'arte [[Sadakichi Hartmann]]. Ebbe il suo centro nevralgico negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], in relazione alla diffusione della [[fotografia documentaria]], alla nascita della figura del ''[[reportage|fotoreporter]]'' e alla crescente attenzione di matrice giornalistica nei confronti delle grandi questioni sociali. In questo senso si inserisce il messaggio della ''straightfotografia photographydiretta'': qualunque cosa in grado di alterare la fotografia rende automaticamente meno ''puro'' lo scatto e, quindi, meno vero. Tecnicamente, questo significa un netto distacco dall'utilizzo di [[filtro (fotografia)|filtri]] o [[obiettivo fotografico|obiettivi]] pre-[[esposizione (fotografia)|esposti]] e di particolari procedimenti di [[sviluppo fotografico|sviluppo]] e [[stampa fotografica|stampa]].
 
== New York ==
=== Inizi Novecento: ''Photo Secession'' ===
[[File:Stieglitz_Flat_iron_1903.jpg|thumb|Alfred Stieglitz, ''Flat Iron Building'', New York, [[1903]].]]
[[New York]] espresse i primi vagiti di ''straightfotografia photographydiretta'' a partire dai primissimi anni del Novecento, con gli scatti del ''freelance'' [[Lewis Hine]] a [[Ellis Island]], approdo americano degli emigranti, ma soprattutto con la ''[[Photo-Secession]]'' di [[Alfred Stieglitz|Stieglitz]] (fondata nel [[1902]]) e con l'opera fotografica e critica di [[Paul Strand]]. La memorabile riproduzione del ''Flat Iron Building'', riproposta da Stieglitz, Strand e [[Edward Steichen|Steichen]] in tre versioni diverse, è una rappresentazione tanto simbolica quanto tenacemente sociale: nella sagoma di richiamo navale, [[transatlantico]], del palazzo newyorkese, la ''deriva'' degli Stati Uniti parla da sola, senza bisogno di nessun tipo di artificio. Si trattò di una definitiva affermazione della fotografia come [[arte]] a sé stante, diversa dalla [[pittura]], ma altrettanto complessa: la fondazione di ''[[Camera Work]]'', organo stampato di ''Photo secession'', gettò le basi affinché tra [[Europa]] e Stati Uniti si costituisse un vero e proprio ponte culturale, capace di rendere tangibile la collocazione della fotografia nell'attualità. Collocazione che ''Camera Work'' si guadagnò in maniera egregia, ospitando gli autorevoli contributi di personalità come [[Auguste Rodin]], [[Vasilij Kandinskij]], [[Paul Cézanne]], [[Pablo Picasso]], [[Georges Braque]], [[Henri Matisse]], [[Toulouse-Lautrec]] e [[Constantin Brâncuși]]. Dal [[1905]] al [[1917]], fu peraltro attivo al ''291'' di ''Fifth Avenue'' il centro ''Little Galleries of the Photo-Secession'' (detto anche ''291''), un piccolo ''atelier'' che iniziò - così come Stieglitz - esponendo opere pittorialiste, per poi diventare un punto di riferimento ''straightdiretto'', oltre che sede operativa di ''Camera Work''.
 
=== Anni venti e trenta: la fotografia documentaria ===
{{vedi anche|Fotografia documentaria}}
In seguito a un'esperienza da fotografo di guerra presso la carovana della [[Croce Rossa]], Lewis Hine dedicò gli [[Anni 1920|anni venti]] ad alcune serie di ''work portraits'', sottolineando il contributo - e l'interscambio, non sempre proficuo - tra l'uomo e la macchina [[industria]]le nella ''costruzione'' del progresso. In particolare, seguì molto da vicino l'edificazione dell'[[Empire State Building]], il grattacielo più famoso di New York, completato nel [[1931]]. Negli [[Anni 1930|anni trenta]], toccò a [[Walker Evans]], pioniere della fotografia sociale, estrapolare dai quartieri poveri di [[New York]] tutta la verità di quegli anni difficili per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], strappando ritratti di quotidianità nelle fabbriche, nei campi di lavoro, sui volti delle giovani madri o su quelli della loro prole. I ''Subway portraits'' ([[1938]]-[[1941]]), raccolta di numerosissime fotografie scattate per le strade della ''Grande Mela'', sono la testimonianza più eloquente del disagio della popolazione meno abbiente, contenendo peraltro una bellezza espressiva asciutta e composta che ne legittima del tutto la rilevanza artistica. Al [[1941]] risale anche un importante libro fotografico sulla condizione dei contadini dell'[[Alabama]], ''[[Let us now praise famous men]]'', corredato dai testi dello scrittore e collaboratore di Evans [[James Agee]]. La spedizione fu commissionata dall'importante rivista ''[[Fortune]]''; il ''reportage'' fu però congelato dagli editori per l'estremo ''status'' di miseria generale che sarebbe emerso dalla pubblicazione, considerata politicamente sconveniente. Anche [[Helen Levitt]], una fotografa che si fece affascinare dall'arte di strada, diede un notevole contributo alla ''straightfotografia photographydiretta'', collaborando con Walker Evans negli anni dei ''Subway portraits'' e cimentandosi, nel [[1960]], in una profonda introspezione fotografica di New York a colori per conto della ''[[Solomon R. Guggenheim Foundation|Fondazione Guggenheim]]''.
 
=== Anni sessanta e settanta: la ''street photography'' ===
Riga 22:
=== Anni trenta: l'''FSA'' ===
[[File:Lange-MigrantMother02.jpg|thumb|Dorothea Lange, ''Migrant Mother'', [[1936]]]]
[[Dorothea Lange]] arrivò a [[San Francisco]] proprio da New York, cominciando da ''freelance'' negli [[Anni 1920|anni venti]] e aderendo alla ''straightfotografia photographydiretta'' durante i suoi viaggi nei centri rurali della [[California]] fin dai primi anni trenta. Dal [[1935]] al [[1939]] fu stretta collaboratrice dell{{'}}''FSA'' (''Farm Security Administration''), una struttura governativa che commissionava dei ''reportage'' sulla condizione di disagio suburbano ai migliori fotografi degli Stati Uniti (tra i quali Walker Evans). Con il decisivo apporto del suo secondo marito, Paul S. Taylor, Dorothea Lange confezionò degli spaccati documentaristici di altissimo livello, guadagnandosi presto le attenzioni delle riviste specializzate e raccogliendo, con la celebre ''Migrant mother'', un'ottima reputazione internazionale. Venne a contatto con [[Henri Cartier-Bresson]] e [[Robert Capa]] in merito alla costituzione di ''[[Magnum Photos]]'' e fu lei stessa a proporre ad Ansel Adams di fondare il magazine fotografico ''Aperture'' a New York con l'intento di dare un seguito a ''Camera Work''.
==Note==
 
<references/>
== Bibliografia ==
* Beaumont Newhall, ''Storia della fotografia'', Torino, Einaudi, 1984.
Riga 32 ⟶ 33:
 
{{portale|fotografia}}
 
[[Categoria:GeneriStoria fotograficidella fotografia]]