Foresta fossile di Dunarobba: differenze tra le versioni

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{{UNESCO
|tipoBene = patrimonioPatrimonio
|nome = Foresta fossileFossile di Dunarobba
|nomeInglese = Fossil Forest of Dunarobba <ref>https://whc.unesco.org/en/decisions/2837/</ref>
|nomeInglese =
|immagine = Foresta_fossile_Dunarobba_-_panoramio.jpg
|anno = 1997
|tipologia = naturalisticoNaturalistico
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|pericolo =
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[[Immagine:Dunarobba.jpg|thumb|upright=1.2|La foresta fossile di Dunarobba, nella seconda metà degli anni '80. I tronchi sono ora riparati da tettoie di protezione e l'intera area è recintata.]]
I tronchi visibili nel sito paleontologico della '''Foresta fossile di Dunarobba''', vennero alla luce in località Casaccia, a poca distanza da [[Avigliano Umbro]] ([[provincia di Terni|TR]]), tra il [[1979]] e il [[1987]], in una cava di argilla, utilizzata da una vicina fabbrica di laterizi, e sono risalenti al periodo geologico [[Cenozoico]], quando sorgevano su una sponda del [[Lago Tiberino]].
 
==I primi ritrovamenti==
La storia delle prime scoperte, dopo gli iniziali ritrovamenti nel territorio di [[Todi]] da parte del principe [[Federico Cesi (scienziato)|Federico Cesi]], comincia in realtà nel [[1600]] quando alcuni scienziati, che in quell'anno fondarono a [[Roma]] l'[[Accademia dei Lincei]], si occuparono di questi reperti che chiamarono ''metallofiti'', cioè a metà tra le piante e i metalli. In particolare, tra il [[1620]] e il [[1637]], il linceo [[Francesco Stelluti]] da [[Fabriano]], per incarico dello stesso Federico Cesi, cominciò a studiare con metodo scientifico questo legno fossile, informando dei ritrovamenti anche [[Galileo Galilei]]. Nel 1637 dai suoi studi nacque il ''Trattato sul legno fossile minerale nuovamente scoperto'', in cui l'autore riportò una descrizione geografica del sito e una minuziosa ricostruzione del materiale ligneo. Gli abitanti del luogo, in gran parte contadini, non diedero mai grande importanza a quei tronchi; il loro atteggiamento cambiò solo agli inizi del [[Novecento]] e, in particolare, dopo lo scoppio della [[Primaprima guerra mondiale]] quando, per far fronte alle crescenti richieste di combustibile per il riscaldamento delle abitazioni, e per le industrie, si avviò la ricerca sistematica e quindi l'estrazione di [[torba|torbe]] e [[lignite|ligniti]]. Tuttavia la foresta fossile di Dunarobba venne scoperta solamente negli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]], scavi che si protraggono fino al [[1987]].
 
===La produzione di [[lignite]]===
Nel [[1929]] un'azienda di [[Spoleto]] fece aprire tre gallerie nell'area dell'attuale [[foresta fossile]], impiegando 50 minatori. Nel [[1933]] la [[miniera]] venne spostata più a est e vennero aperti nuovi pozzi. Si venne così a creare la "Società Anonima Ligniti Dunarobba" su terreni di proprietà della famiglia Nevi di Farnetta, una vera e propria industria con oltre 600 dipendenti. Tutte le campagne intorno ad [[Avigliano Umbro]] furono sondate da pozzi, dai quali uscivano torba e lignite. Le attività di scavo nella miniera venivano a volte ostacolate proprio dal ritrovamento dei grandi tronchi fossili, soprattutto da quelli in posizione verticale. Solo agli inizi degli anni cinquanta del Novecento, in seguito all'introduzione sul mercato di nuovi combustibili a miglior prezzo, si ebbe una progressiva riduzione della produzione industriale di lignite e, nel [[1952]], alla definitiva chiusura dell'azienda e della miniera.
 
L'interesse del mondo scientifico per lo studio geologico e paleontologico della foresta è cominciato, quindi, molto tardi. Solamente nel [[1987]] il [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero per i Benibeni culturali e ambientali]] ha posto, sull'affioramento dei tronchi, il vincolo come bene paleontologico e la Regione dell'[[Umbria]] come bene ambientale.
 
==La foresta fossile==
Il diametro dei tronchi fossili varia da 1 metro a 4 e le altezze possono arrivare fino a 8 metri. Tuttavia recenti sondaggi hanno dimostrato la presenza di lembi di legno fino a 25 metri di profondità rispetto all'attuale piano di scavo. Grazie agli esami condotti utilizzando le moderne metodiche scientifiche, esami sia [[istologia|istologici]] che dei [[polline|pollini]] dei frutti e delle impronte delle [[foglia|foglie]], si può affermare con certezza che si tratta di un bosco di [[conifere]] del genere ''[[Taxodion]]'', probabilmente una forma estinta di [[sequoia]]Sequoia<ref>{{Cita web|url=https://www.regione.umbria.it/documents/18/18607360/Foresta+fossile+di+Dunarobba.pdf/0d717958-a520-43d2-abc2-6ec3395a99aa|titolo=Musei in Umbria, Foresta Fossile di Dunarobba}}</ref>, molto simile all'attuale ''[[Sequoia sempervirens]]'', che può raggiungere i 100 metri di altezza, esistente solo in una ristretta zona della [[California]].
 
La foresta fossile comprende una cinquantina di tronchi di alberi mummificati e non fossilizzatipietrificati.
 
La posizione eretta dei giganteschi alberi ha permesso ai [[geologia|geologi]] di studiare il terreno che si trova alla base dei tronchi, come se fosse il suolo su cui attecchirono milioni di anni fa, consentendo così di trarre importanti conclusioni per la conoscenza del [[paleoecologia|paleoambiente]], cioè dell'antico ambiente in cui sono vissuti i tronchi e, più in generale, per la comprensione della storia geologica dell'Umbria meridionale. Tali studi fanno supporre che la foresta fossile di [[Dunarobba]] sia esistita già tre milioni di anni fa, nel [[Pliocene]] medio-superiore, ovvero alla fine del [[Cenozoico]] sulla sponda dell'immenso ''[[lago Tiberino]]'', un lago a forma di "y" rovesciata, che si estendeva da nord a sud per gran parte dell'Umbria, a partire all'incirca da [[Città di Castello]].
 
Dal 1999 esiste il Centro di Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba che gestisce nei pressi della foresta fossile un [[arboretum]].
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Z. Cerquaglia, ''La foresta fossile di Dunarobba'', 1996, Ediart, ISBN 88-85311-15-6
* F. Famiani e F. Landucci, ''Il geosito di Dunarobba'', in Naturamediterraneo Magazine, n. 7, anno 2 ([http://www.naturamediterraneo.it/magazine/magazine7.pdf online])
 
== Voci correlate ==
* [[Foresta pietrificata di Zuri - Soddì]]
* [[Dunarobba]]
* [[Geologia]]
* [[Biologia]]
* [[Lago Tiberino]]
*[[Valle del Tevere]]
 
== BibliografiaAltri progetti ==
{{interprogetto}}
* Z. Cerquaglia, ''La foresta fossile di Dunarobba'', 1996, Ediart, ISBN 88-85311-15-6
* F. Famiani e F. Landucci, ''Il geosito di Dunarobba'', in Naturamediterraneo Magazine, n. 7, anno 2 ([http://www.naturamediterraneo.it/magazine/magazine7.pdf online])
 
== Collegamenti esterni ==
*[{{cita web|http://www.forestafossile.it/ |Sito ufficiale della foresta fossile di Dunarobba]}}
*[{{cita web | 1 = http://www.geoandgeo.com/admin/allegati/36.pdf | 2 = La foresta fossile di Dunarobba] | urlmorto = sì }}
*[{{cita web | 1 = http://www.umbriaearte.it/foresta_fossile_dunarobba.htm | 2 = Info sul sito di Umbria e Arte] | accesso = 10 luglio 2008 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080512193109/http://www.umbriaearte.it/foresta_fossile_dunarobba.htm | dataarchivio = 12 maggio 2008 | urlmorto = sì }}
*[{{cita web|url=http://www.sistemamuseo.it/museoid.php?uid=8 |titolo=Centro di Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba]|urlmorto=sì}}
 
{{Portale|Botanicabotanica|Paleontologiapaleontologia|scienze della Terra}}
 
[[Categoria:Paleobotanica]]
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[[Categoria:Geositi italiani]]
[[Categoria:Siti di interesse comunitario della provincia di Terni]]
[[Categoria:Valle del Tevere]]