Alois Hudal: differenze tra le versioni

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{{Vescovo
<!--[[Image:Alois Hudal.jpg|thumb|right|275px|Dott. Alois Hudal, [[Roman Catholic]] vescovo e,<br>per un breve periodo negli anni [[1930]], membro riverito e onorato<br>del partito [[nazifascista]].<br><small>Title page of the book ''The Foundations of National Socialism''</small>.]] -->
|tipo = vescovo
'''Alois Hudal''' (conosciuto anche come '''Luigi Hudal'''; nato il [[31 maggio]], [[1885]] in [[Graz]]; morto il [[13 maggio]], [[1963]] in [[Roma]]) era un [[vescovo]] della chiesa [[austria|austriaca]] con base a [[Roma]].
|chiesa = cattolica
|nome = Alois Hudal
|stemma = Template-Bishop.svg
|immagine= Hudalkurtefinished.png
|motto = Ecclesiae et nationi
|ruoliricoperti = [[Vescovo titolare]] di [[Diocesi di Ela|Ela]] <small>(1933-1963)</small>
|nato = 31 maggio [[1885]] a [[Graz]]
|ordinato = 19 luglio [[1908]]
|nomvescovo = 1º giugno [[1933]] da [[papa Pio XI]]
|consacrato = 18 giugno [[1933]] dal [[cardinale]] [[Papa Pio XII|Eugenio Pacelli]] (poi [[papa]])
|deceduto = {{Calcola età3|1963|5|13|1885|5|31}} a [[Roma]]
}}
{{Bio
|Nome = Alois
|Cognome = Hudal
|PostCognome = conosciuto anche come '''Luigi Hudal'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Graz
|GiornoMeseNascita = 31 maggio
|AnnoNascita = 1885
|LuogoMorte = Roma
|GiornoMeseMorte = 13 maggio
|AnnoMorte = 1963
|Epoca = 1900
|Attività = vescovo cattolico
|Nazionalità = austriaco
}}
Per trent'anni fu a capo della congregazione austro-tedesca di [[Chiesa di Santa Maria dell'Anima|Santa Maria dell'Anima]] a [[Roma]] e influente rappresentante della Chiesa cattolica austriaca.
 
Nel suo libro ''I fondamenti del nazionalsocialismo'' ([[1937]]), Hudal elogiò [[Adolf Hitler]] e le sue politiche e, seppur indirettamente, attaccò le politiche vaticane contrarie al capo del nazismo. Dopo la [[seconda guerra mondiale]], contribuì a organizzare la cosiddetta ''[[ratline]]'', un sistema di vie di fuga che consentì a importanti esponenti della [[Germania nazista]] e ad altri ex ufficiali e leader politici dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]], tra cui presunti criminali di guerra, di sfuggire ai processi alleati e alla [[denazificazione]].
Alla fine della seconda guerra mondiale stabilì una "[[ratline]]" (via di fuga) per i criminali di guerra denominata la [[Via dei ratti|via dei ratti]].
 
== Biografia ==
=== Primi anni di vita e formazione ===
Il vescovo Alois (o Luigi) Hudal nacque il [[31 maggio]], [[1885]] nella città [[Austria|austriaca]] di [[Graz]], dove studiò e conseguì il dottorato. Venne ordinato [[prete]] nel [[luglio]] del [[1908]]. Esercitò come prete cappellano in [[Kindsberg]], prima di dirigersti alla volta di Roma per i suoi studi. Sebbene non venne mai mantenuta la promessa di assegnargli una cattedra alll'università di [[Vienna]], Hudal divenne un noto specialista di liturgia, dottrina, spiritualità ed "errori" della chiese slave ([[Chiese ortodosse orientali]]). Dopo aver completato i suoi studi in [[Roma]] (1911-1913), entrò nella facoltà degli studi dell'[[antico testamento]] dell'[[Università di Graz]] nel 1914. Nel 1923 divenne recttore del [[Pontificio Istituto Teutonico Santa Maria dell’Anima]] (''Germanicum'') in [[Roma]], un seminario teologico per preti tedeschi e austriaci nel quale iniziò la sua carriera nel 1911 come cappellano. Era anche padre confessore della comunità tedesca di Roma. Nel 1930 assunse il ruolo di consulente per il [[Sant'uffizio]], e nel 1933 venne consacrato vescovo di [[Aela]] dal cardinale [[Pio XII|Eugenio Pacelli]].{{citazione_necessaria}} Era un protégé del cardinale [[Theodor Innitzer]], 10 anni più anziano di lui e arcivescovo di Vienna dal 1932 al 1955.
Alois Hudal, figlio di un calzolaio, nacque a [[Graz]] il 31 maggio [[1885]]. Compì gli studi teologici per il sacerdozio dal [[1904]] al [[1908]]. Il 19 luglio 1908 fu ordinato [[presbitero]].
 
Quando era [[parroco]] di [[Kindberg]], Hudal divenne un noto specialista di [[liturgia]], dottrina, [[spiritualità]] ed errori delle Chiese ortodosse orientali di lingua slava, dal punto di vista cattolico, sebbene non riuscisse a ottenere una cattedra all'[[Università di Vienna]]. Nel [[1911]], tuttavia, conseguì il [[Dottorato (teologia)|dottorato]] in [[Teologia|sacra teologia]] presso l'[[Università di Graz]] e, successivamente, entrò nel [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]] a [[Roma]]. Qui fu [[cappellano]] dal 1911 al [[1913]], frequentando nello stesso tempo i corsi di [[Antico Testamento]] presso il [[Pontificio istituto biblico]].
Hudal era un convinto [[anti-comunista]].
 
Nel [[1914]] conseguì il [[Dottorato (teologia)|dottorato]] in [[Sacra Scrittura]] con una tesi intitolata ''"Die religiösen und sittlichen Ideen des Spruchbuches"'' (Le idee religiose e morali del [[libro dei Proverbi]]). Nel 1914 entrò nella facoltà di studi dell'Antico Testamento dell'Università di Graz. Durante la [[prima guerra mondiale]] fu [[cappellano militare]]. Nel [[1917]] pubblicò un libro di omelie ai soldati, ''Soldatenpredigten'', in cui esprimeva l'idea che ''«la lealtà verso la bandiera è lealtà verso Dio»'', sebbene avvertisse i rischi di ''«sciovinismo nazionale»''.<ref>Godman (2004), p. 44</ref>
Hudal si fregiava del distintivo dorato del [[Partito nazista|partito nazista]] riservato ai membri più importanti dello stesso. Nel [[1937]] pubblicò un libro intitolato ''I fondamenti del nazional socialismo'', che ottenne l'imprimatur dell'arcivescovo Innitzer nonostante fosse una entusiastica adesione alle tesi hitleriane.
Curiosamente il libro, in seguito, venne bandito dai nazisti a causa del loro disprezzo verso il cattolicesimo in generale e della [[Santa sede]] in particolare. Nel libro Hudal cercava di stabilire un compromesso tra nazismo e cristianesimo proponendo che alla chiesa fosse lasciata l'educazione della gioventù e al partito nazista la direzione politica del paese.
 
=== Austria o Germania? ===
Nonostante la messa a bando del libro, molte rigide restrizioni verso monasteri e parroci, gli sforzi del governo di eliminare dalle scuole l'educazione cattolica (con il bando del crocifisso non solo nelle scuole ma anche in tutti gli uffici pubblici, vedi ''Oldenburger Kreuzkampf''), nonostante persino la distruzione di alcuni [[conventi]] e il bando ufficiale di giornali e associazioni cattoliche in seguito all'annessione dell' Austria ("[[Ostmark]]"), il vescovo Hudal rimase un fervente nazista vicino alle alte gerarchie del regime. Durante la guerra, Hudal entrò in contatto a Roma con [[Walter Rauff]] (vedi sotto).
Nel [[1922]] il diplomatico austriaco [[Ludwig von Pastor]] presentò Hudal a [[papa Pio XI]] e raccomandò una sua pubblicazione sulla Chiesa nazionale serbo-croata al pontefice.<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 744}}.</ref> Il 5 febbraio [[1923]] lo segnalò per l'incarico di rettore del [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]], un seminario teologico di Roma per chierici tedeschi e austriaci, principalmente perché era austriaco. L'ambasciatore temeva che l'Austria, che aveva appena perso la [[prima guerra mondiale]], avrebbe perso il rettorato del collegio a favore di un candidato tedesco, olandese o belga.<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 764}}.</ref> Il papa accettò<ref>Vedi "Collegio Teutonico di Santa Maria dell'Anima".</ref>.
 
Hudal fu così nominato rettore del [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]] in un'udienza privata con Pastor, il 24 febbraio [[1923]]<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 766}}.</ref>. Divenne il principale referente nei rapporti tra l'episcopato austriaco e la [[Santa Sede]], anche se i gruppi tedeschi tentarono di riconquistare la direzione del collegio.<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 805}}.</ref> Papa Pio XI sostenne Hudal, respingendo contemporaneamente una richiesta austriaca di subordinare la pastorale dei tedeschi a quella degli austriaci di Hudal.<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 806}}.</ref>
Dopo la guerra, Hudal venne incaricato di provvedere agli sfollati, ciò gli permise di organizzare la fuga di criminali di guerrra quali [[Franz Stangl]], comandante del campo di concentramento di Treblinka, [[Gustav Wagner]], comandante del campo di concentramento di Sobibor, [[Alois Brunner]], organizzatore della deportazione dalla Francia e Slovacchia nei campi di concentramento tedeschi e di [[Adolf Eichmann]]. L'attività di Hudal provocò uno scandalo sulla stampa nel [[1947]], quattro anni dopo, nel [[1951]] rassegnò le dimissioni dal suo incarico. Rimase a Rome fino alla sua morte nel 1963.
 
Nel [[1924]], in una cerimonia alla presenza di papa Pio XI, del cardinale segretario di Stato [[Pietro Gasparri]] e di numerosi cardinali, Hudal pronunciò un discorso di elogio a Ludwig von Pastor, commemorando il 40º anniversario della pubblicazione della sua monumentale storia dei papi.<ref>{{Cita|Pastor (1950)|p. 787}}.</ref>
==Rapporti con il Vaticano==
La promozione a vescovo di Hudal è stata citata per evidenziare gli stretti legami che ebbe con i membri della curia del Vaticano, ed in particolare con il segretario di stato Eugenio Pacelli (in seguito [[Pio XII]]) che, precedentemente, aveva ricoperto la carica di nunzio apostolico in Germania.
 
Nel [[1930]] il cardinale [[Rafael Merry del Val]], che Hudal considerava un "gran signore della Chiesa", lo nominò consultore della [[Congregazione per la dottrina della fede|Congregazione del Sant'Uffizio]]<ref>Hudal (1976), p. 41, citato da Chenaux (2003)</ref>.
Stante l'adesione al nazismo di Hudal, desta sconcerto che, alla fine della guerra, egli fosse incaricato di occuparsi degli sfollati oltre ad essere prescelto come ministro degli internati tedeschi in Italia. Il Vaticano si accordò con gli alleati al fine di concedere uno speciale passaporto per i viaggi di Hudal. La fuga dei ratti venne materialmente finanziata da Rauff e dal cardinale [[Giuseppe Siri]], arcivescovo di [[Genova]].
 
Il 1º giugno [[1933]] [[papa Pio XI]] lo nominò [[vescovo titolare]] di [[Diocesi di Ela|Ela]]. Ricevette l'[[ordinazione episcopale]] il 18 dello stesso mese dal cardinale [[Eugenio Pacelli]], [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]] della [[Santa Sede]], co-consacranti l'arcivescovo [[Giuseppe Pizzardo]], segretario della [[Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari]], e Ferdinand Stanislaus Pawlikowski vescovo di [[Diocesi di Graz-Seckau|Seckau]].<ref>vedi {{de}} Martin Lätzel (2003). "Hudal, Alois C.", in Bautz, Traugott (ed.). Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon (BBKL). 21. Nordhausen: Bautz. cols. 687–692. ISBN 3-88309-110-3. e Godman (2004)</ref>
Il Vaticano fu coinvolto nel grande lavoro umanitario del dopoguerra per soccorrere gli sfollati e qualche storico di simpatie cattoliche in Hudal vede solo un attore minore su un palcoscenico ben più grande. Il gesuita Robert A. Graham (1913-1997), coautore dell'XI volume ''Atti e documenti della Santa sede relativi alla seconda guerra mondiale'' (Città del Vaticano, 1965-1981) afferma che l'attività di Hudal non rifletteva la posizione ufficiale della Santa sede, che egli fosse un pesce piccolo e che operava in modo del tutto autonomo senza alcuna copertura superiore. L'altro autore del volume citato ''Atti e documenti'', il gesuita Pierre Blet, menziona Hudal solo in merito all'incarico che ricevette nell'ottobre del 1943 da parte della Santa sede di fare da tramite con gli esponenti del regime nazista, perché fosse posto termine alle razzie nei conventi di Roma. Nei conventi sudddetti, infatti, si erano rifugiati centinaia di ebrei in seguito all'occupazione della città da parte dei tedeschi nel settembre del 1943. Questa richiesta d'intervento era stata preceduta da pressioni diplomatiche e, sempre secondo il Blet, raggiunse l'obiettivo di salvare molte vite.
 
La promozione di Hudal a vescovo fu citata come prova che avesse stretti legami con i membri della [[Curia romana]], in particolare con il cardinale [[Rafael Merry del Val]] (morto nel [[1930]]) e con il cardinale segretario di Stato [[Eugenio Pacelli]], il futuro [[papa Pio XII]], che era stato nunzio apostolico in Germania.
Prima che il lavoro di Graham e Blet fosse pubblicato, lo storico Michael Phayer, professore dell'università cattolica gesuita di [[Marquette University|Marquette]], ha sostenuto l'esistenza di una stretta collaborazione tra il Vaticano ([[Papa Pio XII]] e [[Giovanni Battista Montini]], allora "Sostituto" al Segretariato di Stato, in seguito divenuto [[Paolo VI]]), da un lato e Draganovic-Hudal dall'altro, e ha sostenuto che lo stesso [[Pio XII]] fosse direttamente coinvolto nella fuga dei ratti.
 
=== Bolscevismo e liberalismo come nemici ===
Comunque, in accordo con altre fonti, il vescovo Hudal poteva essere un informatore basato in Vaticano dello spionaggio nazista. Molti autori menzionano i suoi contatti a Roma con il capo dell'intelligence delle SS [[Walter Rauff]], colui che sviluppò l'idea dello sterminio mobile mediante dei furgoni che immettevano i gas di scarico nel vano sigillato dove venivano caricati i prigionieri, che fu mandato a Roma nella primavera del 1943 per un periodo di sei mesi senza alcu incarico specifico. Viene affermato che Hudal abbia incontrato Rauff e che abbia iniziato a cooperare per impostare una rete che permettesse la fuga dei nazisti al termine della guerra. Nei fatti Hudal fu uno dei principali organizzatori cattolici della via dei ratti, assieme all'ecclesiastico croato [[Krunoslav Draganovic]], che era coinvolto nello spionaggio pro-fascista e che in seguito venne reclutato nello spionaggio pro-[[NATO]] durante la [[guerra fredda]]. Draganovic si era dedicato alla fuga dei criminali di guerra fascisti [[ustasha]] e venne reclutato , in seguito, dai servizi segreti statunitensi durante la guerra fredda. Il suo nome appare nel libro paga del [[Pentagono]] dalla fine degli anni 1950 ai primi anni 1960, quando venne "pensionato". In base ad accordi con la [[Repubblica Socialista Federale di Yugoslavia]] gli venne garantita l'immunità dal governo [[Tito|titino]] per cui rientrò in Croazia dove morì nel 1983 a 79 anni.
Hudal era un anticomunista impegnato, ma si oppose anche al [[liberalismo]]. Prima dell'ascesa del [[nazismo]], si era già dimostrato critico nei confronti del governo parlamentare. Le sue idee erano simili a quelle politiche ed economiche di politici fascisti austriaci come [[Engelbert Dollfuss|Dollfuss]] e [[Kurt Schuschnigg]], tedeschi come [[Franz von Papen]] e portoghesi come [[António de Oliveira Salazar]]. Secondo un autore, ''«Hudal si adattava perfettamente a una formula attuale, la categoria del [[fascismo clericale]]»''.<ref name=A>Whitlock (2003)</ref>
 
Hudal era molto preoccupato dell'ascesa del movimento comunista internazionale e dei partiti dei lavoratori in [[Austria]]. La paura del [[bolscevismo]] era il suo punto di partenza, ma questa sensazione si trasformò in una dottrina politica aggressiva nei confronti dell'[[Unione Sovietica]]: ''«Essenziale per comprendere la politica di Hudal è la sua paura che le forze militari bolsceviche invadessero l'Italia attraverso l'[[Europa orientale]] o i [[Penisola balcanica|Balcani]] e sarebbero stati inarrestabili fino a distruggere la Chiesa. Come molti fedeli, abbracciò la teoria del baluardo, che sperava in un forte scudo militare austro-tedesco per proteggere [[Roma]]. Per lui era urgente la necessità di creare un esercito cristiano nell'Europa centrale per invadere la Russia ed eliminare la minaccia bolscevica su Roma»''.<ref name=A/>
Nelle sue memorie postume (vedi sotto tra i suoi maggiori lavori), Hudal invece ricorda con amarezza lo scarso supporto da parte della Santa sede alla guerra della Germania nazista contro il "[[bolscevismo]] senza dio" combatutto sul [[Fronte orientale (seconda guerra mondiale)|fronte orientale]]. Hudal diverse volte nelle sue memorie si lamenta delle critiche che ricevette il nazismo dai diplomatici di Pius XII. Fino alla fine pensò di avere il dono di essere dalla parte della ragione, e disse, che considerava cosa buona e giusta salvare i ricercati tedeschi dalle persecuzioni degli alleati.
 
Tuttavia, il comunismo non era la sua unica preoccupazione per la Russia. Si preoccupava anche del cristianesimo orientale. Gli obiettivi a lungo termine di Hudal erano ''«la riunificazione con Roma della [[Chiesa ortodossa]] orientale e la conversione dei Balcani dalla [[Chiesa ortodossa serba]] al cattolicesimo»''.<ref name=A/> Si aspettava che l'invasione dell'Unione Sovietica da parte delle forze europee servisse anche a questi obiettivi. La [[Rivoluzione russa]] del [[1917]], che schiacciò la [[Chiesa ortodossa russa]], venne considerata dai cattolici un'opportunità storica per aiutare i cristiani russi con l'aiuto ''«e la conversione»''. Roma era ansiosa di porre fine al millenario scisma che separava il cristianesimo.<ref>Stehle (1981)</ref>
==Lavori importanti==
*''Die deutsche Kulturarbeit in Italien'' ([[Münster]], 1934) - L'attività culturale tedesca in Italia.
*''Rom, Christentum und deutsches Volk'' (1935) - Roma, Christendom and the German People.
*''Deutsches Volk und christliches Abendland'' (1935) - Il popolo tedesco e l'occidente cristiano.
*''Die Grundlagen des Nationalsozialismus'' ([[Leipzig]] and [[Vienna]], 1936) - I fondamenti del del nazional socialismo.
*''Römische Tagebücher. Lebensbeichte eines alten Bischofs'' ([[Graz]], 1976) - Diari di Roma. Confessioni sulla vita di un veccho vescovo.
 
=== Venti di nazionalismo e cospirazioni ===
==Bibliografia==
Dal [[1933]] in poi Hudal abbracciò pubblicamente il nazionalismo pan-germanico che aveva precedentemente condannato, proclamando che desiderava essere un ''«servitore e araldo della causa tedesca totale»''.<ref>Godman (2004), p. 45, che cita l'opera di Hudal ''Ecclesiae et nationi...'', 1934.</ref>
*[[Mark Aarons]] e [[John Loftus]] ''Ratlines: How the Vatican's Nazi Networks Betrayed Western Intelligence to the Soviets'', William Heinemann, 1991 (ripubblicato in U.S.A. come ''Unholy Trinity'').
*[[Robert Graham]] and [[David Alvarez]], ''Nothing Sacred: Nazi Espionage against the Vatican, 1939-1945'', London: Frank Cass, 1998.
*[[Michael Phayer]], ''The Catholic Church and the Holocaust, 1930-1965'', Indiana University Press, 2000.
*[[Pierre Blet]], ''Pius XII and the Second World War: According to the Archives of the Vatican'', New York: Paulist Press, 1997.
* "Krunoslav Draganovic", in ''The Pavelic Papers'' su http://www.pavelicpapers.com/documents/draganovic/ Attenzione: questo sito independente riguardo "The Butcher of the Balkans" e il movimento ustascia è stato chiuso per ragioni sconosciute sin dal luglio 2006.
* [[Greg Whitlock]], "Alois Hudal: Clero-Fascist Nietzsche critic", ''Nietzsche-Studien'', volume 32, 2003.
* [[Erika Weinzierl]], "Kirche und Nationalsozialismus" at http://www.doew.at/service/ausstellung/1938/22/22.html, con foto di Hudal, arcivescovo Innitzer e fac-simili di molti documenti riguardanti l'[[Anschluss]] e il benvenuto da parte di Innitzer.
* [http://www.catholic-hierarchy.org/bishop/bhudal.html Luigi Hudal, vescovo di Aela] la posizione di Alois Hudal nella gerarchia cattolica
 
Le sue invettive contro gli ebrei divennero più frequenti, collegando la cosiddetta "razza semitica" - che ''«cercava di distinguersi e dominare»'' - con i nefasti movimenti della democrazia e dell'[[internazionalismo]] e denunciò una presunta cospirazione di banchieri ebrei per diventare ''«maestri della finanza della Città Eterna»''.<ref>Godman (2004), p. 45, che cita l'opera di Hudal ''Vom deutschen Schaffen in Rom. Predigten, Ansprachen und Vorträge'', 1933.</ref> La sua politica venne allo scoperto in diverse mosse che fece in quel periodo. Per esempio, nel [[1935]] scrisse una prefazione a una biografia italiana di [[Engelbert Dollfuss]], senza menzionare che il politico austriaco era stato assassinato dai nazisti austriaci durante il tentativo di colpo di Stato dell'anno precedente.<ref>Godman (2004), p. 46</ref>
[[Categoria:Vescovi cattolici]]
 
Nel [[1935]] Hudal era diventato influente nel creare un elenco proposto di "errori ed eresie" dell'"era", condannando diversi errori razzisti dei politici nazisti, le [[leggi di Norimberga]] e condannando anche diverse citazioni tratte direttamente dal ''Mein Kampf''. Questa lista fu accettata da papa Pio XI come adeguata condanna, ma egli voleva anche un'enciclica piuttosto che un semplice programma.<ref>Wolf (2005), p. 1ff</ref>
[[cs:Alois Hudal]]
 
[[de:Alois Hudal]]
Hudal criticava le opere di diversi ideologi nazisti, come [[Alfred Rosenberg]] o Ernst Bergmann, che disprezzavano il cristianesimo e lo consideravano ''«estraneo al genio germanico»''.<ref>Godman (2004), p. 51, che cita l'opera di {{de}} E. Bergmann ''Die deutsche Nationalkirche'' (La Chiesa nazionale tedesca), Breslau, 1933</ref> La condanna da parte del Sant'Uffizio de ''Il mito del ventesimo secolo'' di Rosenberg nel [[1934]] e, poco dopo, de ''La Chiesa nazionale tedesca'' di Bergmann era basata sulla valutazione di Hudal di entrambe le opere.<ref>Godman (2004)</ref>
[[en:Alois Hudal]]
 
[[nl:Alois Hudal]]
Nel [[1935]], ancor prima di scrivere ''I fondamenti del nazionalsocialismo'', Hudal aveva detto a proposito di Rosenberg: ''«Se il nazionalsocialismo vuole sostituire il cristianesimo con le nozioni di razza e sangue, dovremo affrontare la più grande eresia del ventesimo secolo. Deve essere respinto dalla Chiesa in modo decisivo come, se non più gravemente [...] dell'[[Action française]], con cui condivide alcuni errori. Ma la dottrina di Rosenberg è più permeata di negazione e creò, soprattutto nella gioventù, un odio contro il cristianesimo maggiore di quello di Nietzsche»''.<ref>A. Hudal, ''Das deutsche Volk und christliches Abendland'', p. 24, citato da Whitlock (2003)</ref>
 
La reazione di Rosenberg alle idee di Hudal fu violenta e la circolazione del libro fu limitata in Germania. ''«Non permettiamo che i fondamenti del movimento siano analizzati e criticati da un vescovo romano»'', affermò Rosenberg.<ref>Citato da Aarons & Loftus (1991), p. 31</ref> Nonostante le restrizioni imposte al suo libro, e nonostante le restrizioni nazionalsocialiste contro i monasteri e le parrocchie tedesche e i tentativi del governo nazista di vietare l'educazione cattolica nelle scuole, arrivando fino a vietare il crocifisso nelle classi e in altre aree pubbliche (è celebre la lotta del crocifisso di [[Oldenburg (Oldenburg)|Oldenburg]] del novembre del [[1936]]), e nonostante lo scioglimento e la confisca da parte dei nazisti dei monasteri austriaci e il divieto ufficiale di giornali e associazioni cattolici in [[Austria]], che da quando era unita alla [[Germania nazista]] aveva preso il nome di [[Ostmark (Austria)|Ostmark]], Hudal rimase vicino ad alcuni funzionari nazisti, poiché era convinto che il nuovo ordine nazista sarebbe prevalso nonostante tutto in Europa grazie alla sua "forza".
 
Hudal era particolarmente vicino a [[Franz von Papen]]. Egli in qualità di ambasciatore del Reich a [[Vienna]] preparò l'accordo tedesco-austriaco dell'11 luglio [[1936]], che alcuni sostengono aprì la strada all'[[Anschluss]]. Questo accordo fu sostenuto da Hudal sulla stampa austriaca, contro la posizione di diversi vescovi austriaci.<ref>Chenaux (2003)</ref>
 
=== Nazionalsocialismo "buono" e "cattivo" ===
Si dice che Hudal abbia ricevuto il distintivo d'oro di appartenenza al [[Partito nazista]],<ref>Karlheinz Deschner, ''Ein Jahrhundert Heilsgeschichte'', vol. II, Leck, 1983, pp. 135, 139.</ref> ma ciò è contestato.
 
Nel [[1937]] a [[Vienna]], Hudal pubblicò un libro intitolato ''I fondamenti del nazionalsocialismo'', con un imprimatur del cardinale [[Theodor Innitzer]]. L'opera era in sostanza un'approvazione entusiasta di [[Adolf Hitler]]. Hudal inviò a Hitler una copia con dedica scritta a mano nella quale definiva il dittatore come "il nuovo [[Sigfrido]] della grandezza della Germania".<ref>Klee (1991)</ref>
 
Il libro non fu autorizzato a circolare in [[Germania]] dai nazisti, anche se non fu mai ufficialmente vietato. Durante i [[Processo di Norimberga|processi di Norimberga]], [[Franz von Papen]] dichiarò che il libro di Hudal aveva ''«molto impressionato»'' [[Adolf Hitler|Hitler]], i cui "consiglieri anticristiani" sarebbero stati accusati di non aver concesso un'edizione tedesca gratuita. ''«Tutto quello che ho potuto ottenere era il permesso di stampare {{formatnum:2000}} copie, che Hitler voleva distribuire tra i principali membri del Partito per uno studio del problema»'', ha affermato von Papen.<ref>[http://www.yale.edu/lawweb/avalon/imt/proc/06-17-46.htm ''Nuremberg Trials Proceedings'' (vol. 16, p. 285)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070708200001/http://www.yale.edu/lawweb/avalon/imt/proc/06-17-46.htm |data=2007-07-08}}, yale.edu; URL consultato il 14 gennaio 2016.</ref>
 
Nel suo libro del [[1937]], Hudal propose una riconciliazione e un compromesso pragmatico tra nazismo e cristianesimo, lasciando l'educazione della gioventù alle Chiese, mentre quest'ultima avrebbe lasciato la politica interamente al nazionalsocialismo. Questa era stata la linea seguita dal politico cattolico tedesco ed ex cancelliere del Reich Franz von Papen. Nell'autunno del [[1934]], Hudal aveva spiegato personalmente questa strategia a [[papa Pio XI]]: i "buoni" dovevano essere separati dai "cattivi" nel nazionalsocialismo. I cattivi - Rosenberg, Bergmann, [[Heinrich Himmler|Himmler]] e altri - secondo Hudal rappresentavano l'"ala sinistra" del partito nazista. I "conservatori" nazisti, guidati, credeva, da [[Adolf Hitler|Hitler]], dovevano essere diretti verso Roma, cristianizzati e usati contro i comunisti e il pericolo orientale.<ref>Godman (2004), p. 53, che cita Hudal (1976)</ref> Il libro di Hitler, ''[[Mein Kampf]]'', non fu mai inserito nell'''[[Indice dei libri proibiti]]'', poiché i censori rimandavano continuamente l'esame del testo, esitando a mettere all'indice il cancelliere della Germania.<ref>{{en}} Tom Heneghan, [http://www.americamagazine.org/gettext.cfm?articleTypeID=1&textID=3998&issueID=517 "Secrets Behind The Forbidden Books"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060630134829/http://www.americamagazine.org/gettext.cfm?articleTypeID=1&textID=3998&issueID=517 |data=2006-06-30 }}, americamagazine.org, 7 febbraio 2005.</ref>
 
=== Reazione vaticana ===
Quando, nel [[1937]], Hudal pubblicò il suo libro sulle basi del nazionalsocialismo,<ref>Hudal (1937)</ref> le autorità della Chiesa furono sconvolte a causa della sua deviazione dalla politica e dagli insegnamenti della Chiesa. Hudal, senza menzionare i nomi, aveva apertamente messo in discussione la politica vaticana di [[papa Pio XI]] e del cardinale [[Eugenio Pacelli]] verso il nazionalsocialismo, culminata nell'enciclica ''[[Mit brennender Sorge]]'', con la quale il pontefice attaccò apertamente il nazionalsocialismo. Le sue strette relazioni con Pacelli e Pio XI si interruppero immediatamente dopo la pubblicazione del suo libro, che fu giudicato in contraddizione con l'enciclica ''Mit brennender Sorge'' e il [[Reichskonkordat|Concordato con il Reich]] del [[1933]].
 
Il libro di Hudal del [[1937]] congelò la sua costante ascesa a [[Roma]] e portò al suo esilio dopo la guerra. Come le due precedenti, ''Rom, Christentum und deutsches Volk'' (1935) e ''Deutsches Volk und christliches Abendland'' (1935) la sua pubblicazione uscì senza l'imprimatur o un'approvazione ecclesiastica. Ciò fu un'altra ragione che contribuì al raffreddamento delle relazioni con il Vaticano. Hudal aveva proposto un "nazionalsocialismo veramente cristiano": l'educazione e gli affari ecclesiastici sarebbero stati controllati dalla Chiesa, mentre la politica sarebbe rimasto esclusivamente nazionalsocialista.<ref>Hudal (1937), p. 250</ref>
 
I nazisti tuttavia non avevano intenzione di lasciare l'educazione della gioventù alla Chiesa. Insieme - secondo Hudal - la Chiesa e lo Stato tedesco avrebbero combattuto contro il [[comunismo]].<ref>Hudal (1976), p. 17</ref> Hudal vide un legame diretto tra ebrei e [[marxismo]],<ref>Hudal (1937), p. 86, 92</ref> lamentando il loro presunto dominio nelle professioni accademiche,<ref>Hudal (1937), p. 87</ref> e sostenendo la legislazione sulla segregazione degli ebrei al fine di proteggerli dall'influenza straniera.<ref>Hudal (1937), p. 88</ref>
 
Nell'aprile del [[1938]], Hudal favorì l'espressione di un voto da parte dei chierici tedeschi e austriaci presso il [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]], sulla questione dell'[[Anschluss|annessione tedesca dell'Austria]]. Il voto ebbe luogo sull'incrociatore pesante tedesco [[Admiral Scheer]], ancorato nel [[porto di Gaeta]]. Contrariamente al risultato complessivo, i collegiali respinsero l'[[Anschluss]] con oltre il 90% dei voti. I nazisti definirono questo episodio come "vergogna di Gaeta".<ref>{{cita web|cognome=Pawlikowska|nome=Anna|titolo=Watykański agent III Rzeszy|url=http://www.znak.org.pl/?lang1=pl&page1=people&subpage1=people00&infopassid1=333&scrt1=sn|accesso=26 aprile 2017|lingua=pl|dataarchivio=27 aprile 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170427003622/http://www.znak.org.pl/?lang1=pl&page1=people&subpage1=people00&infopassid1=333&scrt1=sn|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel giugno del [[1938]], [[Papa Pio XI]] ordinò al gesuita americano John LaFarge Jr. di preparare un'enciclica che condannava l'[[antisemitismo]], il [[razzismo]] e la [[Politica razziale nella Germania nazista|persecuzione degli ebrei]]. Egli lo fece insieme ai confratelli gesuiti Gustav Gundlach, un tedesco, e Gustave Desbuquois, un francese. Una bozza dell'enciclica, intitolata ''[[Humani generis unitas]]'', era sulla scrivania di papa Pio XI quando questi morì. Il documento non venne mai promulgato da [[papa Pio XII]], probabilmente perché contenente affermazioni di "razzismo teologico".<ref>Georges Passelecq, ''L'encyclique cachée de Pie XI: une occasion manquée de l'Eglise face à l'antisémitisme'', Paris: Éd. la Découverte, 1995.</ref>
 
Hudal, precedentemente popolare e influente in Vaticano, visse dal [[1938]] in isolamento nel suo collegio.
 
=== Hudal durante la seconda guerra mondiale ===
L'isolamento di Hudal a [[Roma]] continuò durante la [[seconda guerra mondiale]]. Continuò comunque ad essere il responsabile della pastorale della Chiesa e del Collegio dell'Anima, ma non aveva alcun incarico in Vaticano e nessun accesso a [[papa Pio XII]] o alla Curia.
 
Lo storico gesuita francese, [[Pierre Blet]], condirettore di ''Acts and Documents'', citò il caso dell'incontro di Hudal con il nipote del papa, Carlo Pacelli, successivamente al [[Rastrellamento del ghetto di Roma|rastrellamento del Ghetto di Roma]] del 16 ottobre 1943. Dopo questo incontro, il vescovo scrisse al governatore militare tedesco di Roma, il generale Reiner Stahel, chiedendo la sospensione immediata degli arresti, per evitare un intervento pubblico del Papa contro di questi<ref>{{Cita libro|autore=[[Robert Katz]]|titolo=Roma città aperta. Settembre 1943-giugno 1944|url=https://books.google.co.uk/books?id=B6dU6tTXzfsC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|traduttore=Daniele Ballarini e Maria Cristina Reinhart|città=Milano|editore=Il Saggiatore|anno=2003|annooriginale=2003|pp=137-138|ISBN=88-428-1122-X}}</ref>. I tedeschi sospesero le azioni ''«in considerazione del carattere speciale di Roma»''.<ref>Blet (1997), p. 216</ref>
 
Secondo un altro autore, tuttavia, l'idea dell'intervento di Hudal venne dall'ambasciatore tedesco presso la Santa Sede [[Ernst von Weizsäcker]]. Questi avrebbe chiesto al rettore dell'Anima di firmare una lettera al comandante militare di Roma, il generale Reiner Stahel, chiedendo che gli arresti venissero fermati, altrimenti il papa avrebbe preso una posizione pubblica contro tali azioni e gli occupanti tedeschi.<ref name=B>Kurzman (2007), pp. 183–85</ref> L'ambasciatore Weizsäcker, si sosteneva, aveva scelto questo stratagemma perché Hitler avrebbe potuto reagire contro il Vaticano e il papa se fosse stata l'ambasciata tedesca a trasmettere l'avvertimento, invece del vescovo amico dei nazisti.<ref name=B/>
 
Tuttavia, questo resoconto è seriamente contraddetto dall'affermazione di Hudal nei suoi ''Ricordi''. In essi afferma che fu Carlo Pacelli a venirlo a trovare e a suggerirgli il contenuto della lettera<ref>Hudal (1976), pp. 214-15</ref>. Inoltre la bozza dattiloscritta originale della lettera inviata a Stahel è stata rinvenuta dal dott. Rainer Decker tra la corrispondenza di Hudal nel collegio dell'Anima.<ref>Decker (2019), pp. 237-39</ref> Questa bozza è molto più lunga della missiva inviata da Hudal a [[Berlino]]; contiene le correzioni da lui scritte a mano, i saluti introduttivi a Stahel che ricordano una loro reciproca conoscenza, e al capitano Diemert. Inoltre, in un paragrafo finale nota che, come precedentemente discusso nel marzo precedente, la Germania avrebbe potuto necessitare dei buoni uffici del Vaticano nel prossimo futuro.<ref>Decker (2019), p. 254</ref> Questi dettagli non potevano essere conosciuti dall'ambasciatore Weizsäcker o da nessuno degli altri diplomatici. Ciò non lascia dubbi sul fatto che la lettera sia stata scritta dallo stesso vescovo Hudal e da nessun altro e che egli prese l'iniziativa dopo la visita del nipote del papa, Carlo Pacelli, la mattina del 16 ottobre [[1943]].
 
Secondo diverse fonti, Hudal potrebbe essere stato un informatore con sede in Vaticano per l'intelligence tedesca sotto il regime nazista, o l'[[Abwehr]] di [[Wilhelm Canaris]] o l'[[Reichssicherheitshauptamt|RSHA]]. Lo storico gesuita Robert Graham sostenne questo punto di vista nel suo libro ''Nothing Sacred''.<ref>Graham & Álvarez (1998)</ref><ref>Su Hudal come spia tedesca vedi Voigt (1989)</ref> Diversi altri autori menzionano i suoi contatti a Roma con il capo dell'intelligence delle SS [[Walter Rauff]]. Nel settembre del [[1943]] Rauff fu inviato a [[Milano]], dove si occupò di tutte le operazioni della [[Gestapo]] e della [[Sicherheitsdienst|SD]] in tutto il nord-ovest dell'[[Italia]].<ref>[http://www.mi5.gov.uk/output/Page265.html "5 September 2005 releases: German intelligence officers"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070815042430/http://www.mi5.gov.uk/output/Page265.html |data=15 agosto 2007 }}, mi5.gov.uk; URL consultato il 14 gennaio 2015.</ref>
 
Si sospetta che Hudal abbia incontrato Rauff e abbia iniziato a collaborare con lui creando un'amicizia utile in seguito per la creazione di una rete di fuga per i nazisti, della quale avrebbe usufruito lo stesso Rauff. Dopo la guerra egli infatti fuggì da un campo di prigionia a [[Rimini]] e ''«si nascose in un certo numero di conventi italiani, apparentemente sotto la protezione del vescovo Alois Hudal»''.<ref>[https://www.archives.gov/press/press-releases/2002/nr02-52.html "Opening of CIA Records under Nazi War Crimes Disclosure Act"], National Archives, Press Release, 8 maggio 2002.</ref>
 
Durante la guerra, Hudal offrì rifugio ai ricercati dai nazisti a Santa Maria dell'Anima,<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/vaticano/hitler_olocausto_vaticano_archivi_vescovo_hudal_nazisti_collegio_santa_maria_dell_anima_roma_ebrei-6663553.html|titolo=Pio XII chiese a Hudal di intercedere col generale Stahel per il rastrellamento del Ghetto di Roma, il vescovo 'nazista' nascose ebrei}}</ref> che venne utilizzata anche dalla [[Resistenza italiana|Resistenza]]. Il generale di brigata [[John Burns]], un neozelandese, ne diede una descrizione quando ricordò la sua fuga da un campo di prigionia italiano nel [[1944]].<ref>Burns, John. [http://riv.co.nz/rnza/folk/obblackie.htm] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071113191643/http://riv.co.nz/rnza/folk/obblackie.htm|data=2007-11-13}}, ''Life is a Twisted Path'', Rome (2002).<!--ISSN/ISBN, publisher, page(s) needed--></ref>
 
=== Organizzatore della ''ratline'' ===
Dopo il [[1945]], Hudal continuò ad essere isolato dalla gerarchia vaticana. Nella sua nativa Austria, il suo libro filo-nazista era ora apertamente discusso e criticato. Nel [[1945]], l'[[Occupazione alleata dell'Austria|Austria occupata dagli Alleati]] costrinse Hudal a rinunciare alla sua cattedra di [[Graz]]. Egli però fece appello e grazie a un tecnicismo la riguadagnò due anni dopo.<ref>Hudal (1976), p. 44</ref>
 
Dopo la guerra, Hudal fu uno dei principali organizzatori cattolici della ''ratline'', insieme a monsignor Karlo Petranović, egli stesso un criminale di guerra ustascia fuggito in Austria e poi in [[Italia]] dopo il 1945.<ref>Goñi (2002), pp. 235–36</ref> Lavorando sulle ''[[ratline]]'', Hudal aiutò le ex famiglie naziste e ustascia a trovare un rifugio sicuro nei paesi d'oltremare. La considerava ''«un'associazione benefica per le persone bisognose, per le persone senza colpa che devono diventare capri espiatori per i fallimenti di un sistema malvagio»''.<ref>Hudal (1976), p. 22</ref>
 
Utilizzò i servizi dell'Ufficio austriaco di Roma, che aveva i documenti necessari (le "carte di riconoscimento"), necessarie per la migrazione principalmente verso i paesi arabi e sudamericani.<ref>Hudal (1976), p. 34</ref> Si afferma inoltre che anche il presidente della [[Croce Rossa Internazionale]] [[Carl Jacob Burckhardt]] e il cardinale argentino [[Antonio Caggiano]] furono coinvolti nelle ''ratline''.<ref>[http://www.aish.com/jw/s/Nazi-Havens-in-South-America.html?s=rab Nazi Havens in South America.]</ref>
 
Non è chiaro se Hudal sia stato nominato officiale della Pontificia commissione di assistenza (PCA) o se abbia agito come capo ''de facto'' della comunità cattolica austriaca a Roma. Gli viene attribuito la responsabilità di aver organizzato la fuga di criminali di guerra come [[Franz Stangl]], comandante di [[Campo di sterminio di Treblinka|Treblinka]]. Stangl disse alla storica [[Gitta Sereny]]<ref>Sereny (1974)</ref> che era andato a cercare Hudal a Roma quando aveva saputo che il vescovo stava aiutando tutti i tedeschi. Il vescovo gli organizzò un alloggio a Roma, fino a quando non gli passò la sua "carta di riconoscimento", poi gli diede del denaro e un visto per la [[Siria]]. Stangl partì per [[Damasco]], dove il vescovo gli trovò lavoro in una fabbrica tessile.<ref name=C>Sereny (1974), p. 289</ref>
 
Altri importanti criminali di guerra nazisti presumibilmente aiutati dalla rete di Hudal furono il capitano delle SS [[Eduard Roschmann]]; [[Josef Mengele]], l'"angelo della morte" di [[Auschwitz]]; [[Gustav Wagner]], sergente delle SS a [[Sobibor]]; [[Alois Brunner]], organizzatore di deportazioni dalla [[Francia]] e dalla [[Slovacchia]] verso i campi di concentramento tedeschi; e [[Adolf Eichmann]], considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei.<ref>Phayer (2008), p. 195ff</ref><ref>Goñi (2002)</ref> Padre Edward Dömöter, un francescano di origine ungherese creò l'identità del passaporto di Adolf Eichmann, emesso dalla Croce Rossa con il nome fittizio di Ricardo Klement.<ref>{{Cita news|lingua = it|autore = Andrea Casazza|url = http://www.ilsecoloxix.it/genova/allegati/ECO_3_14080803.pdf|titolo = Un frate francescano firmò la fuga da Genova di Eichmann|pubblicazione = Il Secolo XIX|data = 14 agosto 2003|accesso = 4 giugno 2007|formato = PDF|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080527224222/http://www.ilsecoloxix.it/genova/allegati/ECO_3_14080803.pdf|dataarchivio = 27 maggio 2008|urlmorto = sì}}</ref>
 
[[Erich Priebke]], l'ex capitano delle SS che diresse l'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]], nel [[1994]] dichiarò alla giornalista italiana de ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' [[Emanuela Audisio]], che Hudal lo aiutò a raggiungere [[Buenos Aires]]. L'informazione fu verificata dallo storico della Chiesa Robert Graham, un sacerdote gesuita statunitense.<ref>Comunicato all'ANSA di padre Graham del 10 maggio 1994, citato da Goñi (2002), p. 261 e nella nota 453</ref>
 
Nel [[1945]] Hudal diede rifugio a Otto Wächter.<ref>{{Cita web |url=http://www.doew.at/service/ausstellung/1938/11/11_7.html |titolo="1938: NS-Herrschaft in Österreich" (1938: The Nazi Rule in Austria|accesso=5 febbraio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070929104842/http://www.doew.at/service/ausstellung/1938/11/11_7.html |dataarchivio=29 settembre 2007 }}</ref> Dal [[1939]] in poi, come governatore del distretto di [[Cracovia]], Wächter organizzò la persecuzione degli ebrei e nel [[1941]] ordinò l'istituzione del [[ghetto di Cracovia]]. Wächter è menzionato come uno dei principali sostenitori del governo generale a favore dello sterminio degli ebrei con i gas e faceva parte della squadra di SS che sotto la supervisione di [[Heinrich Himmler|Himmler]] e la direzione di [[Odilo Globočnik]] pianificarono l'[[operazione Reinhard]], la prima fase della [[soluzione finale]], che portò alla morte di oltre {{formatnum:2000000}} di ebrei polacchi.<ref>O'Neil, Robin.[http://www.jewishgen.org/Yizkor/belzec1/belzec1.html#TOC5 ''Belzec: Prototype for the Final Solution'' (capitoli 5 e 10)], jewishgen.org; URL consultato il 14 gennaio 2016</ref> Dopo la guerra, Wächter visse in un monastero romano "come un monaco", sotto la protezione di Hudal. Morì il 14 luglio [[1949]] nell'[[Arcispedale di Santo Spirito in Saxia|ospedale Santo Spirito]] a Roma.<ref>Klee (2003)</ref><ref>Hudal (1976), pp. 162–63.</ref>
 
Anche se il suo status ufficiale era minore, Hudal giocò chiaramente un ruolo nelle ''ratline''. Nel [[1999]] il ricercatore italiano Matteo Sanfilippo pubblicò una lettera redatta il 31 agosto [[1948]] dal vescovo Hudal al presidente argentino [[Juan Domingo Perón]] nella quale chiedeva {{formatnum:5000}} visti, {{formatnum:3000}} per i tedeschi e {{formatnum:2000}} per i "soldati" austriaci.<ref name=D>Sanfilippo (1999)</ref><ref>Goñi (2002), p. 229</ref> Nella lettera, Hudal spiegava che questi non erano rifugiati nazisti, ma combattenti anticomunisti "il cui sacrificio in tempo di guerra" aveva salvato l'Europa dal dominio sovietico.<ref name=A/>
 
Secondo il ricercatore argentino [[Uki Goñi]], i documenti che scoprì nel [[2003]] mostrano che anche la Chiesa cattolica era profondamente coinvolta nella rete segreta: ''«Il governo Perón autorizzò l'arrivo dei primi collaboratori nazisti'' [in Argentina]'', a seguito di un incontro nel marzo del 1946 tra Antonio Caggiano, un cardinale argentino ''[di recente creazione]'', ed [[Eugène Tisserant]], un cardinale francese annesso al Vaticano»''.<ref>{{Cita news|autore=Larry Rohter|titolo=Argentina, a Haven for Nazis, Balks at Opening Its Files|pubblicazione=New York Times|data=7 marzo 2003|url=https://www.nytimes.com/2003/03/09/world/argentina-a-haven-for-nazis-balks-at-opening-its-files.html?pagewanted=all|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ukinet.com/nyt.htm |titolo=Argentina, a Haven for Nazis, Balks at Opening Its Files |accesso=14 gennaio 2016 |dataarchivio=7 agosto 2008 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080807141119/http://www.ukinet.com/nyt.htm |urlmorto=sì }}</ref>
 
Collaborò anche padre [[Krunoslav Draganović]], un teologo croato.<ref>Goñi (2002), pp. 229–251</ref> Draganović, un trafficante di criminali di guerra fascisti e ustascia che era stato anche coinvolto nello spionaggio filofascista, durante la [[guerra fredda]] entrò a servizio degli [[Stati Uniti d'America]] - il suo nome appare nei libri paga del Pentagono alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60 - e alla fine gli fu concessa l'immunità, ironia della sorte, nella [[Jugoslavia]] di [[Josip Broz Tito|Tito]], dove morì nel [[1983]] all'età di 79 anni. Anche monsignor Karl Bayer, direttore della [[Caritas internationalis]] di [[Roma]] dopo la guerra, collaborò in queste fughe. Intervistato negli [[Anni 1970|anni '70]] da Gitta Sereny, Bayer ricordò di come lui e Hudal avessero aiutato i nazisti in America del Sud con il sostegno del Vaticano: ''«Il papa'' [Pio XII] ''ha fornito denaro per questo; a volte in frittelle, ma è arrivato»''.<ref name=C/> La ''ratline'' di Hudal fu presumibilmente finanziata dal suo amico Walter Rauff, con alcuni fondi presumibilmente provenienti da monsignor [[Giuseppe Siri]], nominato vescovo ausiliare di [[Arcidiocesi di Genova|Genova]] nel [[1944]] ed arcivescovo della medesima sede nel [[1946]].<ref>Aarons & Loftus (1991), pp. 39–40</ref> Siri era tuttavia considerato "un eroe del movimento di resistenza in Italia" durante l'occupazione tedesca dell'Italia settentrionale.<ref>{{Cita news|titolo=24 Hats|pubblicazione=Time Magazine|data=8 dicembre 1952|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,817551-2,00.html|accesso=14 gennaio 2016|lingua=it|dataarchivio=15 ottobre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121015074820/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,817551-2,00.html|urlmorto=sì}}</ref> Il coinvolgimento di Siri rimane non dimostrato.
 
Secondo Uki Goñi, ''«alcuni dei finanziamenti per la rete di fuga di Hudal provenivano dagli Stati Uniti»'', facendo presumere che il delegato italiano dell'American National Catholic Welfare Conference fornì a Hudal ''«fondi sostanziali per il suo aiuto "umanitario"»''.<ref>Goñi (2002), p. 230</ref> Dopo la pubblicazione delle opere di Graham e Blet, lo storico Michael Phayer, professore alla [[Marquette University]], denunciò la stretta collaborazione tra il Vaticano di [[papa Pio XII]] e di monsignor [[Giovanni Battista Montini]], allora sostituto della Segretaria di Stato, e più tardi papa, da una parte, e Draganović e Hudal dall'altra, e affermò che lo stesso pontefice era direttamente impegnato in tali attività. Contro queste accuse di coinvolgimento diretto di papa Pio XII e della Curia romana, ci sono alcune testimonianze opposte e la negazione da parte dei funzionari vaticani di qualsiasi coinvolgimento del pontefice. Secondo Phayer, il vescovo Aloisius Muench, inviato americano e di papa Pio XII nella Germania occidentale occupata dopo la guerra, ''«scrisse al Vaticano avvertendo il papa di desistere dai suoi sforzi di scusare i criminali di guerra»''. La lettera, scritta in italiano, è custodita negli archivi dell'[[Università Cattolica d'America]].<ref>[[Michael Phayer]], [http://findarticles.com/p/articles/mi_m1252/is_11_130/ai_104578578 ''The Author replies''], ''Commonweal'', 6 giugno 2003.</ref>
 
Nelle sue memorie postume, Hudal ricorda invece con amarezza la mancanza di sostegno che trovò da parte della [[Santa Sede]] per aiutare la [[Germania nazista]] contro il "bolscevismo senza Dio" sul fronte orientale. Hudal affermò più volte in quest'opera di aver ricevuto critiche al sistema nazista piuttosto che appoggi dai diplomatici vaticani sotto papa Pio XII. Presumeva che la politica della Santa Sede durante e dopo la guerra fosse interamente controllata dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati occidentali]].
 
Fino alla sua morte, Hudal rimase convinto di aver fatto la cosa giusta, e disse che considerava di salvare le forze armate e i politici tedeschi e altri fascisti dalle mani dell'accusa alleata una ''«cosa giusta e quello che ci si sarebbe aspettato da un vero cristiano»'', aggiungendo: ''«Non crediamo nell'occhio per occhio degli ebrei»''.<ref name=E>Hudal (1976), p. 21</ref>
 
Hudal affermò che la giustizia degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] e dei sovietici aveva portato a processi mediatici e linciaggi, il principale dei quali fu il [[processo di Norimberga]].<ref>Hudal (1976), pp. 220–254</ref> Nelle sue memorie, sviluppò una teoria sulle cause economiche della [[seconda guerra mondiale]] che gli permise di giustificare chiaramente i suoi atti a favore dei criminali di guerra nazisti e fascisti:
 
{{cit|La guerra degli alleati contro la Germania non fu una crociata, ma la rivalità dei complessi economici per i quali avevano combattuto. Questi cosiddetti affaristi [...] usarono parole come democrazia, razza, libertà religiosa e cristianesimo come esca per le masse. Tutte queste esperienze furono il motivo per cui dopo il 1945 mi sentivo in dovere di dedicare tutto il mio lavoro di beneficenza principalmente per gli ex nazionalsocialisti e fascisti, in particolare per i cosiddetti "criminali di guerra".<ref name=E/>}}
 
=== Dimissioni e morte ===
Nel [[1947]] le attività di Hudal causarono uno scandalo. Il ''Passauer Neue Presse'', un giornale cattolico, lo accusò infatti di aver guidato una catena clandestina. Tuttavia giocando sulle sue conoscenze, si dimise dall'incarico di rettore del [[Collegio teutonico di Santa Maria dell'Anima]] solo nel [[1952]].
 
Nel gennaio del 1952, fu infatti costretto a dimettersi dall'incarico di rettore, grazie alla pressione congiunta dei vescovi tedeschi e austriaci e della [[Santa Sede]]. L'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Salisburgo|Salisburgo]] [[Andreas Rohracher]] gli comunicò che la Santa Sede voleva licenziarlo. A giugno, Hudal annunciò al cardinale protettore di Santa Maria dell'Anima che aveva deciso di lasciare il Collegio, disapprovando ciò che considerava il governo della Chiesa da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]].<ref name=D/>
 
Dopo essere stato bandito dalla [[Città del Vaticano]] da papa Pio XII, Hudal si ritirò nella sua residenza di [[Grottaferrata]], vicino a Roma, amareggiato verso il pontefice.<ref>Hudal (1976)</ref> Il 15 agosto [[1950]] venne nominato consultore della [[Congregazione per il clero|Sacra Congregazione del Concilio]]. Nel [[1962]] scrisse le sue amareggiate memorie intitolate ''Römische Tagebücher, Lebensberichte eines alten Bischofs'', pubblicate postume nel [[1976]].
 
Fino alla sua morte nel [[1963]], non si arrese mai nel tentativo di ottenere un'[[amnistia]] per i nazisti. Nonostante le sue proteste contro l'antisemitismo negli [[Anni 1930|anni '30]], nelle sue memorie, con piena conoscenza dell'Olocausto, il "vescovo bruno" disse delle sue azioni a favore dei criminali di guerra e degli autori di genocidi: ''«Ringrazio Dio che mi ha aperto gli occhi e mi ha permesso di visitare e confortare molte vittime nelle loro prigioni e campi di concentramento e per averli aiutarli a fuggire con documenti di identità falsi»''. Tuttavia, le "vittime" erano prigionieri di guerra dell'asse e i loro "campi di concentramento" erano campi di detenzione alleati.<ref>Hudal (1976), la traduzione inglese è citata in Whitlock (2003)</ref>
 
Morì a [[Roma]] il 13 maggio [[1963]] all'età di 77 anni. È sepolto nel [[Cimitero Teutonico|campo santo dei Teutonici e dei Fiamminghi]] a [[Roma]].<ref>{{en}} {{cita web|url=https://www.findagrave.com/memorial/22741928/alois-hudal|titolo=Rev Alois Hudal|accesso=29 luglio 2019}}</ref>
 
I suoi diari furono pubblicati in Austria 13 anni dopo la sua morte e descrivevano le presunte ingiustizie subite dal Vaticano che aveva vissuto sotto [[Papa Pio XI|Pio XI]] e [[Papa Pio XII|Pio XII]] dopo la pubblicazione del suo libro del [[1937]]. In esse Hudal sostenne che un accordo tra socialismo, nazionalismo e cristianesimo era l'unico modo realistico per garantire il futuro.<ref>Hudal (1976), p. 14</ref>
 
== Opere maggiori ==
* ''Soldatenpredigten'' ([[Graz]], 1917) - Omelie per i soldati.
* ''Die serbisch-orthodoxe Nationalkirche'' ([[Graz]], 1922) - La Chiesa Ortodossa Serba Nazionale.
* ''Vom deutschen Schaffen in Rom. Predigten, Ansprachen und Vorträge'', ([[Innsbruck]], [[Vienna]] e [[Monaco di Baviera]], 1933) - Sul lavoro tedesco a Roma. Sermoni, discorsi e lezioni.
* ''Die deutsche Kulturarbeit in Italien'' ([[Münster]], 1934) - L'attività culturale tedesca in Italia
* ''Ecclesiae et nationi. Katholische Gedanken in einer Zeitenwende'' (Rome, 1934) - La Chiesa e le nazioni. Pensieri cattolici alla svolta di un'era.
* ''Rom, Christentum und deutsches Volk'' (Rome, 1935) - Roma, il Cristianesimo e il popolo tedesco
* ''Deutsches Volk und christliches Abendland'' ([[Innsbruck]], 1935) - Il popolo tedesco e l'occidente cristiano.
* ''Der Vatikan und die modernen Staaten'' ([[Innsbruck]], 1935) - Il Vaticano e gli Stati moderni.
* ''Das Rassenproblem'' (Lobnig, 1935) - Il problema razziale.
* ''Die Grundlagen des Nationalsozialismus: Eine ideengeschichtliche Untersuchung'' ([[Lipsia|Leipzig]] e [[Vienna|Wien]], 1936–37 e l'edizione facsimile [[Brema]], 1982) - I fondamenti del nazionalsocialismo.
* ''Nietzsche und die moderne Welt'' (Rome, 1937) - Nietzsche e il mondo moderno.
* ''Europas religiöse Zukunft'' (Rome, 1943) - Il futuro religioso dell'Europa.
* ''Römische Tagebücher. Lebensbeichte eines alten Bischofs'' ([[Graz]], 1976) - Diari di Roma. Confessioni sulla vita di un vecchio vescovo.
 
== Genealogia episcopale ==
La [[genealogia episcopale]] è:
* Cardinale [[Scipione Rebiba]]
* Cardinale [[Giulio Antonio Santorio]]
* Cardinale [[Girolamo Bernerio]], [[Ordine dei frati predicatori|O.P.]]
* Arcivescovo [[Galeazzo Sanvitale (arcivescovo)|Galeazzo Sanvitale]]
* Cardinale [[Ludovico Ludovisi]]
* Cardinale [[Luigi Caetani]]
* Cardinale [[Ulderico Carpegna]]
* Cardinale [[Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni]]
* [[Papa Benedetto XIII]]
* [[Papa Benedetto XIV]]
* [[Papa Clemente XIII]]
* Cardinale [[Marcantonio Colonna (cardinale del XVIII secolo)|Marcantonio Colonna]]
* Cardinale [[Giacinto Sigismondo Gerdil]], [[Chierici regolari di San Paolo|B.]]
* Cardinale [[Giulio Maria della Somaglia]]
* Cardinale [[Carlo Odescalchi]], [[Compagnia di Gesù|S.I.]]
* Cardinale [[Costantino Patrizi Naro]]
* Cardinale [[Lucido Maria Parocchi]]
* [[Papa Pio X]]
* [[Papa Benedetto XV]]
* [[Papa Pio XII]]
* Vescovo Alois Hudal
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome1=Aarons |nome1=Mark |wkautore1=Mark Aarons|cognome2=Loftus |nome2=John |anno=1991|titolo=Unholy Trinity |città=New York |editore=St. Martin's Press}}
* Enzo Biagi, ''La seconda guerra mondiale'', vol. V, Fabbri Editori, 1995 {{NoISBN}}
* {{Cita libro|cognome=Blet|nome=Pierre|anno=1997|titolo=Pius XII and the Second World War: According to the Archives of the Vatican|città=New York|editore=Paulist Press}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Chenaux|nome=Philippe|anno=2003|titolo=Pacelli, Hudal et la question du nazisme 1933–1938|rivista=Rivista di Storia della Chiesa in Italia|volume=57|numero=1|pp=133-54|jstor=43050086}}
* David G. Dalin, ''La leggenda nera del papa di Hitler'', Piemme, 2007
* {{Cita pubblicazione|cognome=Decker|nome=Rainer|anno=2019|titolo=Bischof Alois Hudal und die Judenrazzia in Rom am 16. Oktober 1943|rivista=Römische Quartalschrift|volume=113|numero=3-4|pp=233-55}}
* {{Cita libro|cognome=Godman|nome=Peter|anno=2004|titolo=Hitler and the Vatican|url=https://archive.org/details/hitlervatican00godm|città=New York|editore=Free Press}}
* {{Cita libro|cognome=Goñi|nome=Uki|wkautore=Uki Goñi|anno=2002|titolo=The Real Odessa. How Perón Brought the Nazi War Criminals to Argentina|città=London, UK|editore=Granta}}
* Dario Fertilio, ''L'anima del Führer. Il vescovo Hudal e la fuga dei nazisti in Sud America'', Marsilio, 2015 ISBN 978-88-317-3935-1
* Peter Godman, ''Hitler e il Vaticano'', Lindau, 2005
* {{Cita libro|cognome1=Graham|nome1=Robert A.|wkautore1=Robert A. Graham|cognome2=Álvarez|nome2=David|wkautore2=David Álvarez (bishop)|anno=1998|titolo=Nothing Sacred: Nazi Espionage against the Vatican, 1939–1945|città=London, UK|editore=Frank Cass}}
* {{Cita libro|cognome=Hudal|nome=Alois|anno=1937|titolo=Die Grundlagen des Nationalsozialismus: eine ideengeschichtliche Untersuchung|città=Leipzig & Vienna}}
* {{Cita libro|cognome=Hudal|nome=Alois|anno=1976|titolo=Römische Tagebücher. Lebensbeichte eines alten Bischofs|città=Graz|titolotradotto=Roman Diaries. The Confession of Life of an Old Bishop}}
* {{Cita libro|cognome=Klee|nome=Ernst|wkautore=Ernst Klee|anno=1991|titolo=Persilscheine und falsche Pässe. Wie die Kirchen den Nazis halfen|titolotradotto=Whitewash Certificates and False Passports. How the Churches Helped the Nazis|città=Frankfurt|editore=Fischer Geschichte}}
* {{Cita libro|cognome=Klee|nome=Ernst|anno=2003|titolo=Das Personenlexikon zum Dritten Reich. Wer war was vor und nach 1945|editore=S. Fischer Verlag|città=Frankfurt am Main}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Kurzman|nome=Dan|wkautore=Dan Kurzman|anno=2007|titolo=A Special Mission: Hitler's Secret Plot to Seize the Vatican and Kidnap Pope Pius XII|url=https://archive.org/details/specialmissionhi00kurz|città=Cambridge|editore=Da Capo Press}}
* {{Cita libro|autore=Ludwig Freiherr von Pastor|wkautore=Ludwig von Pastor|titolo=Tagebücher, Briefe, Erinnerungen|url=https://archive.org/details/tagebcherbriefee0000past/page/n7/mode/2up|curatore=Wilhelm Wühr|città=Heidelberg|editore=F. H. Kerle Verlag|anno=1950|lingua=de|SBN=IEI0151191|cid=Pastor (1950)}}
* {{Cita libro|cognome=Phayer|nome=Michael|titolo=The Catholic Church and the Holocaust, 1930–1965|anno=2000|città=Bloomington and Indianapolis|editore=Indiana University Press|url=https://books.google.com/books?id=aZTD96Upq9AC}}
* {{Cita libro|cognome=Phayer|nome=Michael|titolo=Pius XII, the Holocaust, and the Cold War|anno=2008|città=Bloomington and Indianapolis|editore=Indiana University Press|url=https://books.google.com/books?id=CgTZAAAAMAAJ}}
* {{Cita libro|autore=Johannes Sachslehner|titolo=Hitlers Mann im Vatikan: Bischof Alois Hudal. Ein dunkles Kapitel in der Geschichte der Kirche|città=Wien|editore=Molden Verlag|anno=2019|lingua=de|ISBN=978-3-222-15040-1}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sanfilippo|nome=Matteo|anno=1999|titolo=Los papeles de Hudal como fuente para la historia de la migración de alemanes y nazis después de la segunda guerra mundial |titolotradotto=Hudal's papers as a source for the history of the migration of Germans and Nazis after World War II|rivista=Estudios Migratorios Latinoamericanos|volume=43|pp=185-209}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Sereny|nome=Gitta|wkautore=Gitta Sereny|anno=1974|titolo=Into that Darkness|città=London, UK|editore=Deutsch}}
* {{Cita libro|cognome=Stehle|nome=Hansjakob|anno=1981|titolo=Eastern Politics of the Vatican 1917–1979|url=https://archive.org/details/easternpoliticso0000steh|città=Athens, OH|editore=Ohio University Press|isbn=978-0-8214-0367-9}}
* {{Cita libro|cognome=Voigt|nome=Klaus|anno=1989|titolo=Zuflucht auf Widerruf. Exil in Italien 1933–1945|titolotradotto=Precarious refuge. Exile in Italy 1933–1945|volume=I|città=Stuttgart|editore=Klett-Cotta}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Whitlock|nome=Greg|anno=2003|titolo=Alois Hudal: clero-fascist Nietzsche critic|rivista=[[Nietzsche-Studien]]|volume=32|pp=259-95|doi=10.1515/9783110179200.259}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Wolf|nome=Hubert|anno=2005|titolo=Pius XI. und die 'Zeitirrtümer'. Die Initiativen der römischen Inquisition gegen Rassismus und Nationalismus|rivista=Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte|volume=53|numero=1|pp=1-42|url=http://www.ifz-muenchen.de/heftarchiv/2005_1_1_wolf.pdf}}
 
=== Testi sull'argomento ===
* Mark Aarons e John Loftus, ''Ratlines: How the Vatican's Nazi Networks Betrayed Western Intelligence to the Soviets'', William Heinemann, 1991 (ripubblicato negli USA come ''Unholy Trinity'').
* Robert Graham, [[David Alvarez]], ''Nothing Sacred: Nazi Espionage against the Vatican, 1939-1945'', London, Frank Cass, 1998.
* Michael Phayer, ''The Catholic Church and the Holocaust, 1930-1965'', Indiana University Press, 2000.
* [[Pierre Blet]], ''Pio XII e la Seconda guerra mondiale negli archivi del Vaticano'', Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, 1999.
* Gerald Steinacher, ''Nazis auf der Flucht. Wie Kriegsverbrecher über Italien nach Übersee entkamen'', Studienverlag Wien-Innsbruck-München, 2008 ISBN 978-3-7065-4026-1
* "Krunoslav Draganovic", in ''The Pavelic Papers'' su http://www.pavelicpapers.com/documents/draganovic/<!--Attenzione: questo sito è stato chiuso sin dal luglio 2006.-->
* Greg Whitlock, "Alois Hudal: Clero-Fascist Nietzsche critic", ''Nietzsche-Studien'', volume 32, 2003.
* Erika Weinzierl, "[https://web.archive.org/web/20060901104041/http://www.doew.at/service/ausstellung/1938/22/22.html Kirche und Nationalsozialismus"], con foto di Hudal, dell'arcivescovo Innitzer e fac-simili di molti documenti riguardanti l'[[Anschluss]] e il benvenuto da parte di Innitzer.
* Johan Ickx, "The Roman 'non possumus' and the Attitude of Bishop Alois Hudal towards the National Socialist Ideological Aberrations", in: Gevers L., Bank J (ed.), ''Religion under Siege. The Roman Catholic Church in Occupied Europe (1939-1950)'', I (''Annua Nuntia Lovaniensia'', 56.1), Löwen, 2008, 315 ss.
* Peter Rohrbacher, [https://univie.academia.edu/PRohrbacher „Habent sua fata libelli“: Das „Rassenproblem“ im Spiegel der nachgelassenen Privatbibliothek Bischof Alois Hudals], in: Römische Historische Mitteilungen 57 (2015), pp.&nbsp;325–364.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [https://web.archive.org/web/20071029195423/http://www.jasenovac-info.com/cd/biblioteka/pavelicpapers/draganovic/index.html "Krunoslav Draganovic", in ''The Pavelic Papers'']
* Erika Weinzierl, [https://web.archive.org/web/20060901104041/http://www.doew.at/service/ausstellung/1938/22/22.html ''Kirche und Nationalsozialismus''], con foto di monsignor Hudal e dell'arcivescovo Innitzer e fac-simile di numerosi documenti riguardanti l'Anschluss, tra i quali una lettera di benvenuto dei vescovi austriaci (La "Dichiarazione solenne" del 18 marzo 1938) e una lettera personale inviata al Gauleiter dell'arcivescovo Innitzer, con la famosa frase scritta a mano finale: "und Heil Hitler!".
* Martin Lätzel (2003). "Hudal, Alois C.". In Bautz, Traugott (ed.). [https://www.bbkl.de/public/error/404-file-not-found.html Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon (BBKL)] (in tedesco). 21. Nordhausen: Bautz. cols. 687–692. ISBN 3-88309-110-3.
* Dominik Burkard, {{Collegamento interrotto|1=[http://www.springerlink.com/content/t117607355140340/ "Alois Hudal – ein Anti-Pacelli? Zur Diskussion um die Haltung des Vatikans gegenüber dem Nationalsozialismus"] |data=marzo 2020 |bot=InternetArchiveBot }}, ''Zeitschrift für Religions und Geistesgeschichte'', Volume 59 (1), January 2007.
* [[Radio Vaticana]], ''[https://web.archive.org/web/20070313015538/http://www.oecumene.radiovaticana.org/ted/Articolo.asp?c=98314 Symposium on Bishop Hudal]'', 2006.
* Peter Rohrbacher, [https://www.academia.edu/24745980/_Habent_sua_fata_libelli_Das_Rassenproblem_im_Spiegel_der_nachgelassenen_Privatbibliothek_Bischof_Alois_Hudals_in_R%C3%B6mische_Historische_Mitteilungen_57_2015_325_364 Das „Rassenproblem“ im Spiegel der nachgelassenen Privatbibliothek Bischof Alois Hudals], in: Römische Historische Mitteilungen 57 (2015), 325–364
* [http://webopac.hwwa.de/PresseMappe20E/Digiview_MID.cfm?mid=P008288 Ritagli di giornale su Alois Hudal] negli archivi della stampa del XX secolo di ZBW.
 
{{Box successione
|tipologia = episcopale
|carica = [[Diocesi di Ela|Vescovo titolare di Ela]]
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|periodo = 1º giugno [[1933]] – 13 maggio [[1963]]
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{{Portale|biografie|cattolicesimo|nazismo|seconda guerra mondiale}}
 
[[Categoria:Anticomunisti austriaci]]
[[Categoria:Studenti dell'Università di Graz]]
[[Categoria:Sepolti nel cimitero teutonico]]
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