Jacques Derrida: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 9 ottobre
|AnnoMorte = 2004
|Attività = filosofo
|Epoca = 1900
|Attività = filosofo
|Attività2 = saggista
|Nazionalità = francese
|Immagine = Chinmoy Guha with Derrida (cropped).jpg
}}
 
Docente prima all'[[École normale supérieure]], cofondatore del [[Collège international de philosophie]] e poi, fino alla morte, direttore degli studi (''directeur d'études'') presso l'[[École des hautes études en sciences sociales]] di [[Parigi]]<ref>{{Treccani|jacques-derrida/|Derrida, Jacques|accesso = 8 febbraio 2016}}</ref>, il suo nome è legato al concetto di [[Decostruzionismo|decostruzione]], che ebbe una forte influenza sul pensiero della seconda metà del Novecento, in ambiti disciplinari molto diversi dalla filosofia, come la [[linguistica]], la [[critica letteraria]], la [[Scienza politica|teoria politica]], la [[Diritto|giurisprudenza]], gli [[Religione|studi religiosi]], la teoria dei media, l'[[antropologia]], gli [[studi culturali]], l'[[architettura]] (ispirando il movimento [[Decostruttivismo|decostruttivista]]), gli [[Postcolonialismo|studi postcoloniali]], gli [[studi di genere]] e la [[psicoanalisi]]. La sua opera, che ebbe una diffusione globale, in particolare negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e in [[America meridionale|Sudamerica]], è solitamente associata al cosiddetto [[post-strutturalismo]] francese o al [[postmodernismo]], benché Derrida non si sia mai riconosciuto in queste denominazioni.<ref name="Britannica">"[https://www.britannica.com/biography/Jacques-Derrida Jacques Derrida]". ''Encyclopaedia Britannica''. Britannica.com. Retrieved 19&nbsp;May 2017.</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Derrida on Religion: Thinker of Differance By Dawne McCance |anno=2009 |url=https://archive.org/details/derridaonreligio00mcca |editore=Equinox |p=[https://archive.org/details/derridaonreligio00mcca/page/n20 7] }}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Derrida, Deconstruction, and the Politics of Pedagogy (Counterpoints Studies in the Postmodern Theory of Education) |editore=Peter Lang Publishing Inc |p=134 }}</ref>
È stato fino alla morte direttore di ricerca presso l'[[École des Hautes Études en Sciences Sociales]] di Parigi.
 
Influenzato dalla [[fenomenologia]] di [[Edmund Husserl]] e dall'ontologia fondamentale di [[Martin Heidegger]], il suo pensiero si concentrò inizialmente sui problemi epistemologici della filosofia francese degli anni sessanta, riguardanti lo statuto delle [[scienze umane]], il contributo della psicoanalisi e della linguistica e il superamento dell'[[umanesimo]]. In seguito, a partire dagli anni ottanta e novanta, l'interrogazione di Derrida si rivolse a temi di carattere etico e politico, fra cui il [[cosmopolitismo]], la natura della [[democrazia]], i [[diritti umani]] e [[Animalismo|animali]], l'idea di [[Europa]] e la crisi della [[sovranità]]. I suoi interventi lo resero una delle voci pubbliche più note nel panorama intellettuale europeo, al punto da essere più volte indicato come possibile vincitore del [[premio Nobel per la letteratura]].<ref>{{Cita web|url = https://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/1473832/Jacques-Derrida.html|titolo = Jacques Derrida|accesso = 8 febbraio 2016|sito = Telegraph.co.uk}}</ref>
 
Il suo pensiero, esposto in uno stile difficile, è tuttora oggetto di notevoli controversie, polemiche e netti rifiuti soprattutto nel mondo della [[filosofia analitica]] anglosassone.<ref>{{Cita libro|nome=Alan|cognome=Sokal|nome2=Jean|cognome2=Bricmont|titolo=Fashionable Nonsense: Postmodern Intellectuals' Abuse of Science|url=https://books.google.co.uk/books?id=SM8zAd3z3ugC&|accesso=2021-04-05|data=1999-10-29|editore=Macmillan|lingua=en|ISBN=978-0-312-20407-5}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=John R.|cognome=Searle|titolo=The Construction of Social Reality|url=https://books.google.co.uk/books?id=MoDhXBxad_oC&pg=PT100|accesso=2021-04-05|data=2010-05-11|editore=Simon and Schuster|lingua=en|ISBN=978-1-4391-0836-9}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=David|cognome=Golumbia|data=1999|titolo=Quine, Derrida, and the Question of Philosophy|rivista=The Philosophical Forum|volume=30|numero=3|pp=163-186|lingua=en|accesso=2021-04-05|doi=10.1111/0031-806X.00012|url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/0031-806X.00012}}</ref>
 
== Biografia ==
{{Citazione|L'[[animale]] ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E [[pensiero|pensare]] comincia forse proprio da qui.<ref>Da ''L'animale che dunque sono'', [https://books.google.it/books?id=ELVYE31dgKMC&pg=PA68 p. 68].</ref>|da "L'animale che dunque sono"}}
Derrida nacque ad [[El Biar]], cittadina vicina ad [[Algeri]] (nell'allora [[Algeria francese]]), il 15 luglio del [[1930]] in un'agiata famiglia [[Ebrei algerini|ebraica]] [[sefarditi|sefardita]]<ref>{{cita web|url=https://www.giornaledifilosofia.net/public/scheda_fil.php?id=23|titolo=Jacques Derrida}}</ref>, che conseguì lo ''status'' di [[Francia|cittadini francesi]] nel [[1870]], a seguito dell'emanazione del [[decreto Crémieux]] da parte del governo coloniale francese<ref>«Ho preso parte alla straordinaria trasformazione degli [[Storia degli ebrei in Algeria|ebrei algerini]]; i miei bisnonni erano, per lingua, costumi, ecc., ancora molto vicini agli [[arabi]]. Dopo il decreto Crémieux (1870), sul finire del [[XIX secolo]], la successiva generazione s'imborghesì.» ''[https://web.archive.org/web/20130113053921/http://www.studiovisit.net/SV.Derrida.pdf Jacques Derrida The Last Interview] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090305215949/http://www.studiovisit.net/SV.Derrida.pdf}}'', May 2003.</ref>, terzogenito dei cinque figli di Haïm Aaron Prosper Charles Derrida (1896-1970), detto ''Aimé'', e di Georgette Sultana Esther Safar ([[1901]]-[[1991]])<ref>{{Cita web|url=https://gw.geneanet.org/michelzaffran?lang=fr&p=haim+aaron+prosper+charles+aime&n=derrida |titolo=Haim, Aaron, Prosper, Charles, Aimé Aimé, Mémé - Arbre Familial des Zaffran (Zafran et Safran), Miguéres, Gharbi, Allouche, Safar, Temime etc... - GeneaNet |editore=Gw4.geneanet.org |data=18 gennaio 2012 |accesso=21 ottobre 2012}}</ref><ref>{{Cita web|autore=&nbsp; Georgette, Sultana, Esther SAFAR |url=https://gw.geneanet.org/michelzaffran?lang=fr&p=georgette+sultana+esther&n=safar |titolo=Georgette, Sultana, Esther SAFAR - Arbre Familial des Zaffran (Zafran et Safran), Miguéres, Gharbi, Allouche, Safar, Temime etc... - GeneaNet |editore=Gw4.geneanet.org |data=18 gennaio 2012 |accesso=21 ottobre 2012}}</ref><ref name="Bennington91p325">Bennington (1991), p. 325</ref><ref>"Safar surname: occupational name from Arabic ''saffar'' which means ''worker in copper or brass''", [https://www.ancestry.com/name-origin?surname=safarThe Safar surname]"</ref>. I genitori gli diedero il nome di ''Jackie'' in omaggio all'attore [[Jackie Coogan]], interprete del piccolo "monello" nell'[[Il monello|omonimo film]] di [[Charlie Chaplin]]<ref name="Powell 2006, p. 12">Powell (2006), p. 12.</ref><ref>[https://www.theguardian.com/news/2004/oct/11/guardianobituaries.france Obituary in ''The Guardian''], accessed August 2, 2007.</ref><ref>Cixous (2001), p. vii; vedere anche questa [http://www.themodernword.com/features/interview_caputo.html intervista con John Caputo, collaboratore di lunga data di Derrida] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20050524102847/http://www.themodernword.com/features/interview_caputo.html |data=2005-05-24 }}.</ref>.
 
DerridaDurante nacque ad ''El Biar'', un quartiere dila [[Algeri]]seconda (nell'allora [[Algeria|Algeriaguerra francesemondiale]]), il 15 luglio delnel [[19301942]], terzogenitoil difuturo cinquefilosofo figli,fu daespulso unadal benestantelocale famiglialiceo [[Sefarditi|ebraicaa sefardita]]causa didei remote originiprovvedimenti [[SpagnaAntisemitismo|spagnoleantisemiti]]. Dopoemanati un iniziale percorso di istruzione nella scuola pubblica, in seguito ai provvedimenti antisemiti delladalla [[repubblicaGoverno di Vichy|repubblica collaborazionista di Vichy]], vienevenendo espulsocosì ecostretto proseguea iproseguire suoigli studi in una scuola ebraica. ConsegueConseguì la maturità nel [[1948]], dopo essere stato respintobocciato l'anno precedente. Derrida stessoricordò ricorderà in seguitopoi di aver avuto grandi difficoltà nel periodo scolastico e universitario, essendo respinto a numerosi esami, spesso per problemi di adattamento e di disciplina nello studio.
 
Nell'immediato dopoguerra si appassionaappassionò alla filosofia, leggendo [[Nietzsche]], [[Bergson]], [[Sartre]], la[[Kierkegaard]], letteraturagli esistenzialista[[esistenzialismo|esistenzialisti]], e [[Heidegger]], tutte opere che segnarono la sua riflessione fino all'età più matura. Si trasferiscetrasferì nel 1949-1950 a [[1949Marsiglia]] adove il filosofo [[ParigiÉtienne Borne]] elo nelintrodusse alla lettura di [[Simone Weil]] e [[Plotino]]. Nel 1951 si recò a [[Parigi]],: al terzo tentativo, vienefu ammesso alla ''[[École Normale Supérieure]]'' (ENS), dovenella quale [[Althusser]] èfu suo ''tutor'' [[Althusser]] e; fra gli insegnanti c'èera già [[Michel Foucault]]. Nel [[1954]] consegueconseguì il diploma con una tesi sul problema della genesi nella filosofia di [[Husserl]].<ref>''Le problème de la genèse dans la philosophie de Husserl'', prima edizione Parigi, Press universitaires de France, 1990.</ref>
 
Dopo aver vinto una borsa di studio per l'[[università di Harvard]], nel 1957 si sposasposò econ Marguerite Aucouturier con la quale ebbe tre figli, nel [[1957]] compiecompì il servizio militare in [[Algeria]]. Nel [[1959]] svolgesvolse il suo primo intervento pubblico, sulla [[fenomenologia]] di Husserl, e negli anni successivi insegnainsegnò alla [[Sorbona]], tenendocon numerosi seminari soprattutto su [[Hegel]], [[Edmund Husserl|Husserl]] e [[Heidegger]].
 
La sua fama crescente lo portaportò, nel [[1963]], a scontrarsi direttamente con Foucault, a causa delle critiche che Derrida muovemuoveva alla sua interpretazione di un brano della prima delle [[Meditazioni metafisiche]] di [[Cartesio|Descartes]] nella sua ''[[Storia della follia nell'età classica]]'' (1961, pp.&nbsp;56–59).<ref>Nel saggio, "Cogito et Histoire de la Folie", pubblicato nella ''Revue de métaphysique et de morale'', vol. 68, 1963, pp. 460-494 e ristampato in ''L'Écriture et la différence'', Parigi, Seuil, 1967, pp. 51-97.</ref><ref>Foucault replicherà col saggio ''Mon corps, ce papier, ce feu'', nella seconda edizione della ''Histoire de la folie'', Parigi, Gallimard, 1972, appendice II, pp. 583-603.</ref>. La riconciliazione con Foucault avverràavvenne solo nel [[1981]].<ref>Sulla controversia vedere Pierre Macherey, [https://philolarge.hypotheses.org/files/2017/09/13-11-2002.pdf ''Le débat Foucault-Derrida autour de l’argument de la folie et du rêve'']</ref>
 
Nel [[1966]] tienetenne la prima di una lunga serie di conferenze negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], dove conosceconobbe [[Paul De Man]] e dove si affermaaffermò soprattutto come studioso della lingua e della scrittura. L'anno successivo esconouscirono le prime opere di grande diffusione, ''La scrittura e la differenza'', ''La voce e il fenomeno'' e ''[[Della grammatologia]]''; le sue conferenze gli assicurano unaassicurarono grande notorietà, ma; Derrida, durante gli avvenimenti del [[1968]], preferiscepreferì restare defilato, irritato per glidagli aspetti più [[Ideologia|ideologici]] del movimento. In questoquel stesso periodo, a [[Parigi]], frequentafrequentò [[Maurice Blanchot|Blanchot]] e il poeta [[Paul Celan]].
 
Sempre di più laLa sua attività filosofica si svolgesvolse sempre di più a livello internazionale,; viaggiando e tenendo conferenze in tutto l'Occidente, fra l'Europa (ad esempio in [[Germania]], [[Svizzera]]) e gli Stati Uniti, dove sempre più forte èera la polemica con i [[Filosofia analitica|filosofi analitici]] e in particolare con [[John Searle|Searle]].
 
Essendo stata approvata una legge che aboliva, in Francia, l'insegnamento della filosofia nelle scuole secondarie, Derrida convocaconvocò nel [[1979]] i cosiddetti "Stati generali della filosofia", ovvero 1200 studiosi della materia, in una manifestazione di protesta; èfu in questa quest'occasione che accettaaccettò per la prima volta di essere fotografato in pubblico.
 
Sul finire del [[1981]] recatosi a [[Praga]] per tenere un seminario organizzato da [[Charta 77]], vienefu arrestato per motivi politici con la falsa l'accusa di detenzione di [[stupefacenti]]. Verràe rilasciatofu solorilasciato grazie all'intervento di [[François Mitterrand|Mitterrand]].
 
Si moltiplicano negliNegli [[Anni 1980|anni ottanta]] si moltiplicarono le critiche all'oscurità e all'ambiguità del suo pensiero, ad esempiosoprattutto da parte di [[Jürgen Habermas]] e dei filosofi analitici;, che nel [[1992]] questi ultimi pubblicherannopubblicarono una lettera sul ''[[The Times|Times]]'' di [[Londra]], per accusare Derridaaccusandolo di non essere un vero filosofo ma solo uno scrittore, e contesterannocontestarono perciò l'assegnazione della [[laurea honoris causa]] a [[Università di Cambridge|Cambridge]], avvenutadi quello stesso anno.
 
Negli ultimi anni il pensiero di Derrida si concentra maggiormenteconcentrò sui temi [[Etica|etici]] dell'amicizia, della morte, e sulle questioni politiche, in particolare riguardo l'attualità delsul problema del [[terrorismo]] e del [[Medio Oriente]]; nel [[2003]] vienefu insignito della laurea honoris causa a [[Gerusalemme]]. La sua morte avviene l'anno dopo,avvenne nel [[2004]], in un ospedale parigino, a causa diper un [[tumore al pancreas]] già in corso da lungo tempo.
 
== La Decostruzione ==
Prendendo spunto da alcuni motivi emergenti dalla fenomenologia di [[Edmund Husserl|Husserl]], dal pensiero di [[Martin Heidegger|Heidegger]] e dalla [[Strutturalismo (filosofia)|linguistica strutturalista]] di [[Ferdinand de Saussure|de Saussure]], nonché riprendendo temi propri alla riflessione di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e di [[Sigmund Freud|Freud]], Derrida ha elaborato un percorso filosofico che si caratterizza come [[decostruzione]] della "metafisica della presenza". Quest'ultima costituirebbe l'aspetto più evidente ed egemone della filosofia occidentale.
 
La presenza si decostruisce nel momento in cui se ne ridefinisce la portata: non scompare, ma gioca nell'antinomia tra la rivendicazione di una sua pienezza forte - da ridurre invece e affermare solo come pretesa idealizzante, ma appellativa e dunque imprescindibile - e la sfuggente ma essenziale complessità della sua struttura fondante.
In un'intervista tarda, Derrida ha dichiarato che "la Decostruzione è la denaturalizzazione del naturale". La portata filosoficamente rivoluzionaria del pensiero derridiano è una delle forme più autentiche di radicalità filosofica: in esso nulla è accolto secondo un criterio d'evidenza, ma viene sottoposto all'impietosa dissoluzione della decostruzione. La decostruzione, lontana da ogni nichilismo, è una della forme più prorompenti dell'ermeneutica contemporanea che ha condotto all'esasperazione quel processo interpretativo che era stato cautamente adoperato già da Foucault e Nietzsche.
 
Nel definire il suo approccio alla filosofia e al testo in generale, Derrida ha insistito nel mettere in guardia dal concepire la decostruzione semplicemente come un metodo d'interpretazione. La nozione di metodo, infatti, è stata elaborata nell'ambito di quella stessa filosofia che la decostruzione coinvolge e pertanto ne condivide taluni presupposti. La decostruzione non riguarda semplicemente l'approccio soggettivo alla materia d'indagine, poiché è ciò che accade alle "strutture" e alle istituzioni che nel complesso costituiscono una cultura; è la trasformazione di quelle stesse strutture e istituzioni. In questo senso si tratta di qualcosa che è "sempre già" incominciato nel momento in cui se ne può prendere atto. Se si considera l'implicazione circolare dell'elemento oggettivo e di quello soggettivo in gioco in un simile approccio, le analogie della decostruzione con l'[[ermeneutica]] filosofica sono evidenti.
Prendendo spunto da alcuni motivi emergenti dalla fenomenologia di [[Edmund Husserl|Husserl]], dal pensiero di [[Martin Heidegger|Heidegger]] e dalla [[Strutturalismo (filosofia)|linguistica strutturalista]] di [[Ferdinand de Saussure|de Saussure]], nonché riprendendo temi propri alla riflessione di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] e di [[Sigmund Freud|Freud]], Derrida ha elaborato un percorso filosofico, originale e provocatorio, che si caratterizza come [[decostruzione]] della "metafisica della presenza". Quest'ultima costituirebbe l'aspetto più evidente ed egemone della filosofia occidentale.
 
La riflessione di Derrida ha esercitato influenza in svariati campi del sapere, in particolare nell'ambito della [[letteratura]], del [[diritto]], dell'[[architettura]], della [[matematica]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Karin B.|cognome=Lesnik-Oberstein|titolo=Reading Derrida on Mathematics|rivista=Angelaki-journal of The Theoretical Humanities|accesso=2021-08-29|url=https://www.academia.edu/10056211/Reading_Derrida_on_Mathematics}}</ref>, e dell'[[arte]] in generale.
La presenza si decostruisce nel momento in cui se ne ridefinisce la portata: non scompare, ma gioca nell'antinomia tra la rivendicazione di una sua pienezza forte - da ridurre invece e affermare solo come pretesa idealizzante, ma appellativa e dunque imprescindibile - e la sfuggente ma essenziale complessità della sua struttura fondante (testo/interpretazioni; IO/inconscio strutturato; IO/ALTRI-TRADIZIONE).
 
Per lo stile di scrittura, particolarmente complesso ed ellittico, da più parti il suo pensiero è stato ritenuto più vicino a una forma letteraria che a una rigorosa elaborazione filosofica. Le reazioni dei critici più autorevoli sono spesso state riprese dallo stesso Derrida in opere successive e fatte oggetto di analisi.
Nel definire il suo approccio alla filosofia e al testo in generale, Derrida ha insistito nel mettere in guardia dal concepire la decostruzione semplicemente come un metodo d'interpretazione. La nozione di metodo, infatti, è stata elaborata nell'ambito di quella stessa filosofia che la decostruzione coinvolge e pertanto ne condivide taluni presupposti. La decostruzione non riguarda semplicemente l'approccio soggettivo alla materia d'indagine, poiché è ciò che accade alle "strutture" e alle istituzioni che nel complesso costituiscono una cultura; è la trasformazione di quelle stesse strutture e istituzioni. In questo senso si tratta di qualcosa che è "sempre già" incominciato nel momento in cui se ne può prendere atto. Se si considera l'implicazione circolare dell'elemento oggettivo e di quello soggettivo in gioco in un simile approccio, le analogie della decostruzione con l'[[ermeneutica]] filosofica sono evidenti. Tuttavia non mancano da parte di Derrida riserve critiche e prese di distanza rispetto a quei principi che mantengono l'ermeneutica aderente alla [[metafisica]] della presenza e al cosiddetto "[[logocentrismo]]".
 
In Italia il suo pensiero ha ricevuto accoglienza e diffusione grazie soprattutto a [[Gianfranco Dalmasso]], [[Maurizio Ferraris]] e [[Carlo Sini]].
La riflessione di Derrida ha esercitato qualche influenza in svariati campi del sapere, in particolare nell'ambito della [[letteratura]], del [[diritto]], dell'[[architettura]] e dell'[[arte]] in generale.
 
==Ontologia e Différance==
Per lo stile di scrittura, particolarmente complesso ed ellittico, da più parti il suo pensiero è stato ritenuto più vicino a una forma letteraria che a una rigorosa elaborazione filosofica. Le reazioni dei critici più autorevoli sono spesso state riprese dallo stesso Derrida in opere successive e fatte oggetto di analisi.
Nella riflessione ontologica, Derrida fonda la maggior parte dei suoi concetti più importanti. Riprendendo e, in un certo senso, estremizzando le istanze mosse da Heidegger sulla difficoltà dell'Essere, Derrida riconosce l'indefinibilità dell'identità dell'Essere giacché esso conserva in sé medesimo una differenza. Tale differenza, ("''différance''" nel linguaggio derridiano) sarebbe il tratto costitutivo di ogni spazio dell'esistenza: tutto ciò che è, è sempre decentrato rispetto a sé stesso e, pertanto, in larga misura indicibile dal linguaggio.
 
L'impotenza del linguaggio di fronte all'essere deve però confrontarsi con l'esistenza stessa di un linguaggio. Tale linguaggio, che si muove sulle tracce ("''trace''") dell'Essere, rimanda dunque a qualcosa di originario, decentra in qualche modo l'originarietà fondativa della domanda sull'Essere. Non poggiando su una datità della parola, del Verbo, né tanto meno su fondatezze metafisiche, il linguaggio è per propria natura solo traccia, ovvero scrittura ("''écriture''"). L'origine del discorso è sempre l'archi-scrittura, la scrittura del mondo, dei simboli, dell'antropologia; la presenza somatica che, da sola, ma in modo insufficiente, testimonia l'esistenza del mondo.
In Italia il suo pensiero fu diffuso da [[Gianfranco Dalmasso]] professore ordinario di Filosofia Teoretica presso l’[[Università degli Studi di Bergamo]].
 
La "différance", tradotta solitamente in italiano con "dif-ferenza", non è propriamente né un concetto, né una parola, bensì un "fascio", un viluppo di sensi o di linee di forza. Nell'edizione de ''[[Della grammatologia]]'', pubblicata in Francia nel [[1967]] e in Italia edita da [[Jaca Book]] nel [[1969]], i traduttori<ref>Rodolfo Balzarotti, Francesca Bonicalzi, [[Giacomo Contri]], [[Gianfranco Dalmasso]], Angela Claudia Loaldi.</ref> avvertono che:
=== Il rapporto con la fenomenologia ===
{{Citazione|Due dunque sono i significati che il termine ''différance'' [...] permette di tenere uniti:<br/>a) ''differre'' latino nel senso di "differire" di "rimettere a più tardi", di "tener conto", "tener conto del tempo e delle forze" in una operazione che implica un calcolo, concetti riassumibili sotto il termine ''temporalizzazione'', cioè ricorso ad una mediazione temporale e temporalizzatrice di una deviazione che sospende il compimento ed il soddisfacimento del desiderio o della volontà;<br/>b) ancora il latino ''differre'' nel senso del ''diapherein'' in greco, di "alterità" per dissomiglianza o alterità d'allergia e di polemica, intervallo, distanza, insomma: ''spaziatura''.<br/>La terminazione in -''ance'', dovuta alla derivazione diretta dal participio ''différant'', come tutti i termini francesi che presentano tale terminazione, ha il vantaggio di mantenere un significato attivo di "azione in corso del differire", di cui le differenze [...] sono i prodotti o gli effetti costituiti. Ma nello stesso tempo sospende il significato puramente attivo, lascia una caratteristica indeterminazione, costituisce una sorta di voce media, tra l'attivo e il passivo, e neutralizza così il concetto semplice di "produzione" che resterebbe legato ancora ad un contesto logico-metafisico.<ref>{{Cita libro|autore = Jacques Derrida|titolo = Della Grammatologia|anno = 1969|editore = Editoriale Jaca Book Spa|città = Milano|pp = 10, 420}}</ref>}}
 
=== Il rapporto con la fenomenologia ===
I primi lavori di Derrida si situano all'interno del dibattito fra [[storicismo]] e [[strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] impostosi negli [[Anni 1940|anni quaranta]] e [[Anni 1950|cinquanta]], e riguardano in particolare le soluzioni al problema della genesi delle idee (genesi storica o metastorica, ovvero strutturale?) esposte da [[Husserl]] nella sua filosofia. Com'è noto, Husserl riteneva di poter dedurre la sussistenza di un io [[trascendentale]], cui corrisponderebbe una [[logica]] pura, cui si potrebbe accedere attraverso un processo di riduzione a partire dalle condizioni empiriche della conoscenza effettiva del soggetto. La critica di Derrida a questa impostazione resterà un motivo di fondo e fondativo del suo pensiero: per il filosofo francese, un trascendentale puro non può che essere totalmente astratto e vuoto, quindi indifferente alla storia; il vero trascendentale non può che quindi convivere con il reale pur non essendone direttamente determinato, in altre parole si tratta di un a priori materiale(riempito di contenuti) e non formale: la decostruzione, intesa come analisi dell'esperienza che ne esibisce le strutture necessarie, è a sua volta anche una costruzione, ovvero l'esibizione delle condizioni a priori celate nel mondo e che lo rendono possibile.
I primi lavori di Derrida si situano all'interno del dibattito fra [[storicismo]] e [[strutturalismo (filosofia)|strutturalismo]] impostosi negli [[Anni 1940|anni quaranta]] e [[Anni 1950|cinquanta]], e riguardano in particolare le soluzioni al problema della genesi delle idee (genesi storica o metastorica, ovvero strutturale?) esposte da [[Husserl]] nella sua filosofia. Com'è noto, Husserl riteneva di poter dedurre la sussistenza di un io [[trascendentale]], cui corrisponderebbe una [[logica]] pura, cui si potrebbe accedere attraverso un processo di riduzione a partire dalle condizioni empiriche della conoscenza effettiva del soggetto. La critica di Derrida a questa impostazione resterà un motivo fondativo del suo pensiero: per il filosofo francese un trascendentale puro non può che essere totalmente astratto e vuoto, quindi indifferente alla storia; il vero trascendentale non può quindi che convivere con il reale, pur non essendone direttamente determinato. In altri termini si tratta di un ''a priori'' materiale (riempito di contenuti) e non formale: la decostruzione, intesa come analisi dell'esperienza che ne esibisce le strutture necessarie, diviene quindi a sua volta anche una costruzione, l'esibizione delle condizioni a priori celate nel mondo e che rendono possibile quest'ultimo.
 
=== La questione dell'animalità ===
Per Derrida la «questione dell'animalità» rappresenta «il limite su cui sorgono e prendono forma tutte le altre grandi questioni [...]. I rapporti tra uomini e animali ''dovranno'' cambiare. E ''dovranno'' farlo nella duplice accezione di questo termine, nel senso di una necessità "[[Ontologia|ontologica]]" e di un dovere "[[etico]]"».<ref>Jacques Derrida, Élisabeth Roudinesco, ''Quale domani?'', traduzione di G. Brivio, Bollati Boringhieri, Milano 2004, pp. 93 e 95.</ref> Finora agli animali non abbiamo negato la facoltà di parlare, ma la possibilità di risponderci (rispondere ''a'') rendendoci responsabili (rispondere ''di''), in maniera da dar corpo alla riflessione con e su l'Altro.<ref>Jacques Derrida, ''L'animale che dunque sono'', traduzione di M. Zannini, Jaca Book, Milano 2006, pp. 173-198.</ref> Occorre non «limitarsi a sottolineare che, guardando meglio, ciò che viene attribuito al "proprio dell'uomo" appartiene anche ad altri esseri viventi, ma anche, al contrario, che ciò che viene attribuito al proprio dell'uomo non gli appartiene in modo puro e rigoroso, e che bisogna quindi ristrutturare tutta la problematica»<ref>Jacques Derrida, ''La Bestia e il Sovrano'', vol. 1 (2001-2002), traduzione di G. Carbonelli, Jaca Book, Milano 2009, p. 85.</ref>.
 
=== Il rapporto con la tradizione ebraica ===
Il rapporto di Derrida con la tradizione ebraica è sempre stato molto complesso. Per sua stessa ammissione, Derrida non leggeva né l'ebraico né l'aramaico e quindi gli era preclusa la lettura dei testi della tradizione biblica, talmudica e kabbalistica. Da questo punto di vista, il suo rapporto è sempre stato indiretto e infatti la “decostruzione” non è mai stata direttamente usata per leggere testi della tradizione ebraica, a parte qualche eccezione. Si veda in particolare il saggio recente che affronta anche la questione se la decostruzione sia un “metodo” o permetta di sviluppare una “ontologia ebraica":<ref>{{Cita libro|autore=Federico Dal Bo|titolo=Deconstructing the Talmud. The Absolute Book|editore=Rouledge|città=Londra|anno=2019}}</ref>.
 
=== Il dialogo con le arti e la letteratura ===
Numerosi testi di Derrida sono dedicati alla lettura di opere artistiche o letterarie. L'interesse nei confronti dell'arte e della letteratura accompagna tutto lo sviluppo del pensiero derridiano. Derrida interpreta le arti e la letteratura come forme di scrittura che per principio non sono sottomesse, come accade nel caso della tradizione filosofica, alla logica logocentrica. Questo interesse nei confronti dell'arte e della letteratura va di pari passo con una diffidenza nei confronti della disciplina filosofica che tradizionalmente si occupa del campo artistico e letterario, ovvero l'estetica. In ''[[La verità in pittura]]'' Derrida critica le tre grandi estetiche tedesche di Kant, Hegel e Heidegger sostenendo che in tutti e tre i casi la filosofia si propone come un discorso "egemone", che tenta di sottomettere la verità dell'arte e della letteratura, riconducendola logocentricamente alla verità del pensiero razionale. Per Derrida è dunque necessario "superare, smontare o rimuovere l’eredità delle grandi filosofie dell’arte che dominano ancora"<ref> Martino Feyles, Derrida e le arti, Morcelliana, Brescia 2018, p. 24</ref> l'orizzonte della riflessione sulle arti e sulla letteratura. L'approccio decostruttivo all'arte e alla letteratura tenta dunque di evitare le strettoie logocentriche che caratterizzano la filosofia dell'arte. Si configura così un compito per certi versi impossibile: interrogare le opere artistiche e letterarie senza sottometterle alla logica del concetto e del pensiero. Tra gli autori a cui Derrida ha dedicato saggi importanti bisogna ricordare Artaud, Celan, Joyce, Mallarmé, Jabès, Valéry, Ponge. Non bisogna dimenticare, poi, che nel 1990 Derrida viene incaricato di progettare una mostra con alcune opere del Louvre: Derrida sceglie di lavorare sul tema della cecità e dell'autoritratto e il percorso che costruisce dà origine a un testo pubblicato con il titolo ''Memorie di cieco. L'autoritratto e altre rovine''.
 
== Critiche ==
[[File:Derrida Dibujo.jpg|Ritratto di Derrida|thumb|left]]
Le principali critiche rivolte al pensiero di Derrida riguardano, da un lato, come detto, l'accusa di oscurità con cui egli espone i suoi concetti; oscurità che i critici considerano sinonimo di arbitrarietà, ovvero di mancanza di rigore filosofico; dall'altro canto, la centralità del tema della decostruzione nella filosofia di Derrida, ha spinto alcuni a ritenere il suo un pensiero [[nichilismo|nichilista]], che esita nello [[scetticismo filosofico|scetticismo]] e nel [[solipsismo]] più assoluti, giacché la decostruzione mostrerebbe l'infondatezza e la precarietà di tutta la tradizione del pensiero occidentale. A queste critiche Derrida replica che il suo decostruzionismo è affermativo, produttivo, e non mira a togliere fondamento ai concetti, ma solo a esibire le modalità del loro sviluppo e funzionamento.
Le principali critiche rivolte al pensiero di Derrida riguardano, innanzi tutto, come si è già detto, l'accusa di oscurità con cui egli espone i suoi concetti; oscurità che i critici considerano sinonimo di arbitrarietà, ovvero di mancanza di rigore filosofico; inoltre, la centralità del tema della decostruzione nella filosofia di Derrida ha spinto alcuni a ritenere il suo un pensiero [[nichilismo|nichilista]], che esita nello [[scetticismo filosofico|scetticismo]] e nel [[solipsismo]] più assoluti, giacché la decostruzione mostrerebbe l'infondatezza e la precarietà di tutta la tradizione del pensiero occidentale. A queste critiche Derrida replica che il suo decostruzionismo è affermativo, produttivo, e non mira a togliere fondamento ai concetti, ma solo a esibire le modalità del loro sviluppo e funzionamento.
 
[[Nikos Salingaros]] critica aspramente il decostruttivismo in architettura e dellala sua applicazione a-critica della filosofia del post-strutturalismo. Nel suo saggio ''The Derrida Virus''<ref>[{{Cita pubblicazione|nome=Nikos A.|cognome=Salingaros|data=2003-12-21|titolo=The Derrida Virus|rivista=Telos|volume=2003|numero=126|pp=66-82|lingua=en|accesso=2021-08-28|url=http://journal.telospress.com/cgi/reprintcontent/2003/126/66 ''The Derrida Virus'']}}</ref> egli sostiene che le idee di JaquesJacques Derrida, applicate in modo poco critico, costituiscono un “virus” di informazione che distrugge il pensiero logico e la conoscenza. Salingaros utilizza il modello del "[[meme]]", già introdotto da [[Richard Dawkins]] per interpretare la trasmissione delle idee. Nel fare ciò egli offre un modello che conferma le precedenti affermazioni del filosofo [[Richard Wolin]] secondo le quali la filosofia di Derrida è in senso logico nichilista.
 
Da parte loro, I maggiori esponenti della filosofia [[Europafilosofia continentale|continentale]] (in particolare [[Jürgen Habermas|J. Habermas]] e [[Karl-Otto Apel|K.O. Apel]]) si sono sempreapertamente schierati contro i principi della decostruzione e del decostruzionismo e hanno proposto, al contrario, l'idea di una dialettica progressiva tra la comunità storica e ideale degli interpreti che miri alla progressiva risoluzione dei conflitti economico e sociali attraverso i principi di un'etica della comunicazione, ovvero di una strategia discorsiva pienamente democratica.<ref>F. Dal Bo, ''Società e discorso. L’eticaL'etica della comunicazione'' in Karl Otto Apel e Jacques Derrida, con un inedito di Jacques Derrida: ''I limiti del consenso'', Mimesis, Milano, 2002. ISBN 88-8483-057-5.</ref>
 
All'interno della cosiddetta [[Science wars|"Guerraguerra della Scienzascienza"]] il nome di Derrida compare spesso tra i bersagli contro cui esponenti del mondo scientifico si scagliano per denunciare l'impiego superficiale e decontestualizzato di importanti risultati della fisica moderna <ref>[[Alan Sokal]], [[Jean Bricmont]], ''Imposture intellettuali. Quale deve essere il rapporto tra filosofia e scienza?'', Garzanti, Milano 1999.</ref> (attenentiderivanti perlopiù aldal [[principio di indeterminazione di Heisenberg]]). daLa partedecostruzione deisarebbe principalidunque filosofiuna post-modernipratica perretorica unatendenziosa decostruzioneviziata tendenziosaal dell'epistemologia modernafondo, decostruzione viziata dall'evidente incomprensione di risultati e metodo scientifico.
 
== Opere principali ==
* ''Introduction à "L'origine de la géométrie" de Edmund Husserl'', 1962; trad. it. di C. Di Martino, ''Introduzione a Husserl "L'origine della geometria"'', [[Jaca Book]], Milano 1987/2008.
* ''[[Della grammatologia|De la grammatologie]]'', 1967; trad. it. di R. Balzarotti, F. Bonicalzi, G. Contri, G. Dalmasso, A.C. Loaldi, ''Della grammatologia'', Jaca Book, Milano 1968/2006.
* ''L'écriture et la différence'', 1967; trad. it. di G. Pozzi, ''La scrittura e la differenza'', Einaudi, Torino 1971.
* ''La voix et le phénomène. Introduction au problème du signe dans la phénoménologie de Husserl'', 1967; trad. it. e cura di G. Dalmasso, ''La voce e il fenomeno. Introduzione al problema del segno nella fenomenologia di Husserl'', Jaca Book, Milano 1968/2001.
* ''Marges – de la philosophie'', 1972; trad. it. di M. Iofrida, ''Margini – della filosofia'', Einaudi, Torino 1997.
* ''Glas,'' 1974; trad. it. di S. Facioni, Bompiani 2006.
* ''La farmaciapharmacie dide PlatonePlaton'', 1972, trad. it. di R. Balzarotti, ''La farmacia di Platone,'' Jaca Book, Milano 1985/2007
* ''De l'esprit. Heidegger et la question'', 1987; trad. it. di G. Zaccaria, ''Dello spirito. Heidegger e la questione'', Feltrinelli, Milano 1989.
* ''La dissémination'', 1972, trad. it. M. Odorici, ''La disseminazione'', Jaca Book, Milano 1989.
* ''Il problema della genesi nella filosofia di Husserl'', Jaca Book, Milano 1992.
* ''Spectres de Marx'' 1993; trad. it. di G. Chiurazzi, ''Spettri di Marx'', Cortina, Milano 1994.
* ''ForceMarx de& loiSons. LePolitica, Fondement mystique despettralità, l’autoritédecostruzione'' 1994;, trad. it. di AE. DiCastanò, NataleD. De Santis, ''ForzaL. diFabbri, legge''M. Guidi e A. Lodeserto, BoringhieriMimesis, TorinoMilano 20032008.
* ''Perdonare'' Cortina editore, 2004.
* ''Force de loi. Le Fondement mystique de l'autorité'' 1994; trad. it. di A. Di Natale, ''Forza di legge'', Boringhieri Torino 2003.
* ''Memorie ''per Paul de Man''. Saggio sull'autobiografia'', S. Petrosino (a cura di), Jaca Book, Milano 1996.
* ''Il segreto del nome. Chora, Passioni, Salvo il nome'', trad. it. di F. Garritano, Jaca Book, Milano 1997/2005.
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* ''La bestia e il sovrano. Volume I (2001-2002). Seminari di Jacques Derrida'', trad. it. di G. Carbonelli, Jaca Book, Milano, 2009, ISBN 978-88-16-40894-4
* ''Psyché. Invenzioni dell'altro. Volume 2'', trad. it. di R. Balzarotti, Jaca Book, Milano 2009.
* ''Il fattore della verità'', traduzione di Francesco Zambon, Adelphi, 2010.
* ''Marx & Sons. Politica, spettralità, decostruzione'', Mimesis, Milano 2008.
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= Tentazione di Siracusa|data= 2019}}
* ''Derridabase'' a cura di E. Ferrario, traduzione di D. De Santis e F. Viri, Lithos, Roma, 2008, ISBN 978-88-89604-45-8.
* {{Cita libro|editore= Cortina Raffaello|cognome= Jacques Derrida|titolo= Speculare su "Freud"|data= 2000}}
* "Il fattore della verità", traduzione di Francesco Zambon, Adelphi, 2010.
* {{Cita libro|editore= Castelvecchi|cognome= Jacques Derrida|titolo= Quel che il Signore disse ad Abramo|data= 2006}}
* {{Cita libro|editore= Cortina Raffaello|cognome= Jacques Derrida|titolo= Politiche dell'amicizia|data= 1996}}
* {{Cita libro|editore= Jaca Book|cognome= Jacques Derrida|titolo= Pensare al non vedere - Scritti sulle arti del visibile (1979-2004)|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Abscondita|cognome= Jacques Derrida|titolo= Memorie di cieco - L'autoritratto e altre rovine|data= 2003}}
* {{Cita libro|autore= Jacques Derrida|editore=Newton Compton|titolo=[[La verità in pittura]]|anno= 1981|città= Roma}} {{Cita libro|editore= Orthotes|cognome= Jacques Derrida|titolo= La verità in pittura|data= 2020}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacuqes Derrida|titolo= Le arti dello spazio. Scritti e interventi sull'architettura|data= 2018}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= La cartolina. Da Socrate a Freud e al di là.|data= 1980}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= Il tempo degli addi|data= 2006}}
* {{Cita libro|editore= Bompiani|cognome= Jacques Derrida|titolo= Il sogno di Benjamin|data= 2003}}
* {{Cita libro|editore= Cortina Raffaello|cognome= Jacques Derrida|titolo= Il monolinguismo dell'altro o la protesi d'origine|data= 2004}}
* {{Cita libro|editore= Cortina Raffaello|cognome= Jacques Derrida|titolo= Essere giusti con Freud. la storia della follia nell'età della psicoanalisi|data= 1994}}
* {{Cita libro|editore= Cortina Raffaello|cognome= Jacques Derrida|titolo= Donare il tempo. La moneta falsa|data= 1996}}
* {{Cita libro|editore= Cronopio|cognome= Jacques Derrida|titolo= Confessare l'impossibile. <Ritorni>, pentimento e riconciliazione|data= 2018}}
* {{Cita libro|editore= Abramo|cognome= Jacques Derrida|titolo= Dal diritto alla filosofia|data= 1990}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Jacques Derrida|titolo= Al di là delle apparenze. L'altro è segreto perché è l'altro|data= 2010}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[SilvanoG. Petrosino]]Chiurazzi, ''JacquesScrittura e tecnica. Derrida e la legge del possibile. Un'introduzionemetafisica'', Guida, Napoli 1983 eRosenberg Jaca& BookSellieri, MilanoTorino 19971992.
* P. D'Alessandro e A. Potestio (a cura di), ''Jacques Derrida. Scrittura filosofica e pratica di decostruzione'', LED Edizioni Universitarie, Milano 2008, ISBN 978-88-7916-387-3.
* Caterina Resta, ''Pensare al limite. Tracciati di Derrida'', [[Guerini e Associati]], Milano 1990.
* F. Dal Bo, ''Società e discorso. L'etica della comunicazione in Karl Otto Apel e Jacques Derrida'', con un inedito di Jacques Derrida: I limiti del consenso, Mimesis, Milano, 2002, ISBN 88-8483-057-5.
* Marco Salvioli, ''Il Tempo e le Parole. [[Ricoeur]] e Derrida a “margine” della fenomenologia'', ESD, Bologna 2006
* MG. TelmonDalmasso (a cura di), ''LaA differenzapartire praticatada Jacques Derrida. SaggioScrittura, sudecostruzione, Derridaospitalità, responsabilità'', Jaca Book, Milano 19972007.
* G. Dalmasso, C. Di Martino, C Resta (a cura di), ''L'a-venire di Derrida'', Mimesis, Milano 2014.
* Carmine Di Martino, ''Oltre il segno. Derrida e l'esperienza dell'impossibile'', Franco Angeli, Milano 2001.
* [[Maurizio Ferraris]], ''Introduzione a Derrida'', Laterza, Roma Bari 2003.
* [[Giovanni Fornero]], ''Jacques Derrida'', capitolo per il ''volume D tomo 2'' di ''Protagonisti e Testi della filosofia'', di [[Nicola Abbagnano]] e Giovanni Fornero (nuova edizione a cura di G. Fornero), pp.&nbsp;407–24, 2000.
* F. Dal Bo, ''Società e discorso. L’etica della comunicazione in Karl Otto Apel e Jacques Derrida'', con un inedito di Jacques Derrida: I limiti del consenso, Mimesis, Milano, 2002, ISBN 88-8483-057-5.
* Caterina Resta, ''L'evento dell'altro. Etica e politica in Jacques Derrida'', Bollati Boringhieri, Torino 2003.
* {{en}} [[Kevin Hart (poeta)|Kevin Hart]], Yvonne Sherwood ''Derrida and Religion: Other Testaments'', 2004.
* Manlio Iofrida, ''Forma e materia. Saggio sullo storicismo antimetafisico di Jacques Derrida'', ETS, Pisa 1988.
* [[Maurizio Ferraris]], ''Introduzione a Derrida'', Laterza, Roma Bari 2005.
* Silvano Petrosino, ''Jacques Derrida e la legge del possibile. Un'introduzione'', Guida, Napoli 1983 e Jaca Book, Milano 1997.
* [[Leonardo Caffo]], [[Maurizio Ferraris]], ''Jackie D''., Graphe, Perugia 2014.
* Simone Regazzoni, ''Derrida. Biopolitica e democrazia'', il Melangolo, Genova 2012.
* G. Dalmasso (a cura di), ''A partire da Jacques Derrida. Scrittura, decostruzione, ospitalità, responsabilità'', Jaca Book, Milano 2007
* [[Caterina Resta]], ''Pensare al limite. Tracciati di Derrida'', Guerini e associati, Milano 1990.
* P. D'Alessandro e A. Potestio (a cura di), ''Jacques Derrida. Scrittura filosofica e pratica di decostruzione'', LED Edizioni Universitarie, Milano 2008, ISBN 978-88-7916-387-3
* Caterina Resta, ''L'evento dell'altro. Etica e politica in Jacques Derrida'', Bollati Boringhieri, Torino 2003.
* Marco Salvioli, ''Il Tempo e le Parole. [[Ricoeur]] e Derrida a “margine” della fenomenologia'', ESD, Bologna 2006.
* M. Telmon, ''La differenza praticata. Saggio su Derrida'', Jaca Book, Milano 1997.
* Francesco Vitale, ''Spettrografie. Jacques Derrida tra singolarità e scrittura'', il Melangolo, Genova 2008.
* Federico Dal Bo, ''Deconstructing the Talmud. The Absolute Book'', Routledge, Londra 2019.
* Martino Feyles, Derrida e le arti, Morcelliana, Brescia 2018
* {{Cita libro|editore= Gruppo Editoriale L'espresso|cognome= Maurizio Ferraris|titolo= Maurizio Ferraris racconta Derrida e la decostruzione|città= Roma|data= 2011}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Daniele De Santis|titolo= Derrida tra le fenomenologie, 1953-1967: la differenza e il trasendentale|data= 2018}}
* {{Cita libro|editore= Mimesisi|cognome= Davide Persico|titolo= Decostruire lo sguardo: il pensiero di Jacques Derrida al cinema|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Marcello Ghilardi|titolo= Il visibile differente: sguardo e relazione in Derrida|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Solfanelli|cognome= Pierre V. Zima|titolo= Derrida e la decostruzione|data= 2007}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Sergio Genovesi|titolo= Tracce dell'informe. L'indecostruibile e la filosofia dell'evento in Jacques Derrida|data= 2020}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= R. Borghesi, N. Dolce, G. Lodi|titolo= Veglianti. Verso tre immagini di Jacques Derrida|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Cronopio|cognome= Bruno Moroncini|titolo= Perdono giustizia crudeltà. Figure dell'indecostruibile in Jacques Derrida|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Francesco Vitale|titolo= Mitografie. Jacques Derrida e la scrittura dello spazio|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Fordham University Press|cognome= Michael Naas|titolo= Miracle and Machine: Jacques Derrida and the Two Sources of Religion, Science and the Media|anno= 2012|url= https://archive.org/details/miraclemachine0000john|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Inschibboleth|cognome= Bruno Moroncini|titolo= L'etica della cenere. Tre variazioni su Jacques Derrida|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= The University of Chicago press|cognome= Geoffrey Bennington|titolo= Jacques Derrida|data= 1993}}
* {{Cita libro|editore= Taylor and Francis Ltd|cognome= Geoffrey Bennington|titolo= Interrupting Derrida|data= 2000}}
* {{Cita libro|editore= Inschibboleth|cognome= Danielle Cohen-Levinas|titolo= Il divenir-ebreo del poema. Doppio invio: Celan e Derrida|data= 2019}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Rodolphe Gaschè|titolo= Dietro lo specchio. Derrida e la filosofia della riflessione|data= 2013}}
* {{Cita libro|editore= Il Nuovo Melangolo|cognome= Silvano Facioni, Simone Ragazzoni, Francesco Vitale|titolo= Derridario. Dizionario della decostruzione|data= 2012}}
* {{Cita libro|editore= Lithos|cognome= Geoffrey Bennington, Jacques Derrida|titolo= Derridabase. Circonfessione|data= 2008}}
* {{Cita libro|editore= Fordham University Press|cognome= Michael Naas|titolo= Derrida from now on|data= 2008}}
* {{Cita libro|editore= Orthotes|cognome= Igor Pelgreffi|titolo= Derrida chi? Un ritratto, tredici interviste|data= 2017}}
* {{Cita libro|editore= Galaad|cognome= Igor Pelgreffi|titolo= La scrittura dell'autos. Derrida e l'autobiografia|data= 2015}}
* {{Cita libro|editore= Aracne|cognome= Igor Pelgreffi|titolo= Scrittura e filosofia. Jacques Derrida interprete di Nietzsche |data= 2014}}
* {{Cita libro|editore= Mimesis|cognome= Geoffry Bennington|titolo= A metà senza fine: In militante malinconia per Jacques Derrida|data= 2019}}
* {{Cita libro|editore= ArtstudioPaparo|cognome= Bianca G. Marino, Francesco Rispoli, Francesco Vitale|titolo= Memorie dalla città a venire. Decostruzione e conservazione|data= 2016}}
* {{Cita libro|editore= Il Nuovo Melangolo|cognome= Simone Ragazzoni|titolo= La decostruzione del politico. Undici testi su Derrida|data= 2006}}
* {{Cita libro|editore= Bollati Boringhieri|cognome= Maurizio Ferraris|titolo= Jackie Derrida. Ritratto a Memoria|data= 2006}}
 
== Voci correlate ==
* [[Decostruzione]]
* [[Grammatologia]]
* [[Disseminazione del senso]]
* [[Logocentrismo]]
* [[Peter Szendy]]
* [[Post-strutturalismo]]
* [[Postmodernismo]]
* [[ L'Eidos del Mondo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonsq|b=Category:JacquesTradizione Derrida|qebraica moderna}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.signosemio.com/derrida/index.asp|Biografia e bibliografia di Jacques Derrida|sito=signosemio.com}}
* {{cita web|https://www.atelierleonhardt.de/Derrida.jpg|Pagina del premio Adorno}}
 
;Testi online
'''Generale'''
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/differance.htm | 2 = La Différance | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902142318/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/differance.htm | urlmorto = sì }}
* [http://www.signosemio.com/derrida/derrida.asp www.signosemio.com - Signo - Biografia di Jacques Derrida e la presentazione della sua teoria semiotica] (francese e inglese)
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/signature.htm | 2 = Signature, Événement, Contexte | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902143743/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/signature.htm | urlmorto = sì }}
* [http://www.atelierleonhardt.de/derrida.htm Pagina del premio Adorno]
* {{cita web | 1 = http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/benjamin_adorno.htm | 2 = Fichus, discours de Francfort | accesso = 22 novembre 2017 | dataarchivio = 2 settembre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140902161737/http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/benjamin_adorno.htm | urlmorto = sì }}
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/jacques-derrida/ Derrida ‹dëridà›, Jacques] la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', edizione online, sito treccani.it. <small>URL visitato il 23/10/2011</small>
 
'''Testi on-line'''
* [http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/differance.htm La Différance]
* [http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/signature.htm Singnature, Événement, Contexte]
* [http://www.jacquesderrida.com.ar/frances/benjamin_adorno.htm Fichus]
 
'''Articoli'''
* [http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=5ZOEH ''Derrida, la verità sottosopra''], di Beppe Sebaste per ''[[l'Unità (quotidiano)|l'Unità]]'', 10 ott. 2004, p.&nbsp;1.
* [http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=5ZOKS ''Derrida: scripta manent''], di Maurizio Ferraris per il ''[[Sole 24 ore]]'', 10 ott. 2004, p.&nbsp;37.
* [http://www.hydra.umn.edu/derrida/jdalf.html Bibliografia di e su Derrida]
 
''';Video'''
* [http{{cita web|url=https://www.arcoiris.tv/modules.php?namescheda/it/3496/|titolo=Unique&id=3496 ''Lectio Magistralis'']}} di [[Carlo Sini]] su ''La Différ''a''nce'' di Jacques Derrida, [[Arcoiris TV]], luglio 2002
* [{{cita web|url=http://www.sens-public.org/article.php3?id_article=297 |titolo=''Jacques Derrida : le peut-être d'une venue de l'autre-femme'' (decostruzione, "phallogocentrisme"), Carole Dely. Testo francese e trauduction in inglese, Revue ''Sens Public'']|accesso=14 luglio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061116041832/http://www.sens-public.org/article.php3?id_article=297|urlmorto=sì}}
* [http{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=zxMHXST56Pw |titolo=Intervista a Derrida su Essere e Tempo - sottotitolata in italiano]}}
* [{{cita web|url=http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=741&Guid=a30cbd1bbbdc47fc9f22578a7b0898a2 |titolo=Intervista a Derrida, in italiano e in francese, sulla storia della menzogna|accesso=7 giugno 2010|dataarchivio=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.]archive.org/web/20160304210227/http://www.conoscenza.rai.it/site/it-IT/?ContentID=741&Guid=a30cbd1bbbdc47fc9f22578a7b0898a2|urlmorto=sì}} L'intervista fa parte dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche.
 
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[[Categoria:Teorici dei diritti animali]]
[[Categoria:Ontologisti]]
[[Categoria:Ebrei francesi|Derrida]]
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[[Categoria:Professori dell'Università Yale]]
[[Categoria:Studiosi di traduzione]]
[[Categoria:Fenomenologi]]
[[Categoria:Studenti dell'École normale supérieure]]
[[Categoria:Professori dell'École normale supérieure]]
[[Categoria:Attivisti francesi contro la guerra in Iraq del 2003]]