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{{F|aziende russe|arg2=energia|marzo 2014}}
{{Azienda
| nome=JUKOS / НК ЮКОС
| data fondazione=15 aprile [[1993]]
▲| tipo=Società per azioni
|
| luogo fondazione=
| fondatori=
|
| nazione = RUS▼
| causa chiusura=
| gruppo=
| persone chiave=
| prodotti=[[petrolio]], [[gas naturale]]
}}
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== Privatizzazione e sviluppo ==
Nonostante le grandi potenzialità dell'azienda (oltre 33 milioni di tonnellate di greggio all'anno e riserve pari a 12,2 miliardi di barili), in seguito a due anni di gestione poco oculata da parte del direttore
L'asta per la cessione di una consistente quota di Yukos si svolse l'8 dicembre 1995: essa venne chiaramente pilotata in favore della banca Menatep del magnate [[Michail Borisovič Chodorkovskij]] che, facendo leva sugli stretti legami con il [[Cremlino]] (egli era infatti stato consigliere del primo ministro
Con la vittoria di [[
La fine della crisi economica e la progressiva crescita del prezzo del barile cominciano a dare qualche boccata d'aria a Yukos. Ma non sono solo elementi di carattere esogeno a far ben sperare: la rotta manageriale di Chodorkovskij, caratterizzata da una politica di investimento (soprattutto attraverso l'acquisizione di svariate concessioni estrattive e impianti di raffinazione sparsi per tutta la Siberia) e da parametri di ottimizzazione delle risorse prettamente occidentali, fanno crescere la produzione e le vendite dell'azienda, le cui azioni passano dai 67,5 dollari dell'agosto 1999 ai 138 del luglio 2000.
== I problemi con il fisco ==
Con l'ascesa al potere di [[Vladimir Putin]], si apre uno scontro ai vertici della [[Federazione russa]]: il nuovo presidente infatti intende rimettere in discussione i grandi privilegi concessi alla cosiddetta Simija ("Famiglia"), cioè l'entourage di burocrati, politici e oligarchi cresciuti e prosperati sotto l'ala protettrice di
I primi due potenti della Simija a cadere in disgrazia furono [[Boris Abramovič Berezovskij]] (magnate di svariati settori dell'economia, da quello petrolifero, all'industria delle automobili, ai media) e [[
▲Con l'ascesa al potere di [[Vladimir Putin]], si apre uno scontro ai vertici della Federazione russa: il nuovo presidente infatti intende rimettere in discussione i grandi privilegi concessi alla cosiddetta Simija ("Famiglia"), cioè l'entourage di burocrati, politici e oligarchi cresciuti e prosperati sotto l'ala protettrice di Eltsin (fra cui lo stesso Chodorkovskij) e che ora sono visti da Putin come ostacolo alle sue mire autoritarie.
I problemi della compagnia Yukos cominciano nella primavera del 2003: [[
▲I primi due potenti della Simija a cadere in disgrazia furono [[Boris Abramovič Berezovskij]] (magnate di svariati settori dell'economia, da quello petrolifero, all'industria delle automobili, ai media) e [[Gusinsky]] (proprietario della holding Media-Most, settore finanziario e dei media): furono entrambi costretti a riparare all'estero (il primo nel Regno Unito, l'altro in Israele).
Subito dopo l'arresto Chodorkovsky, secondo una esclusiva del Sunday Times datata 2 novembre 2003, trasferiva "segretamente" (testuale) a Jacob Rothschild il controllo di una quota azionaria di Yukos pari a 8 miliardi di sterline.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Simon Bell in Moscow, Lucinda Kemeny and Andrew|cognome=Porter|url=https://www.thetimes.co.uk/article/rothschild-is-the-new-power-behind-yukos-9wtmr3d90nz|titolo=Rothschild is the new power behind Yukos|data=2023-06-02|accesso=2023-06-02}}</ref>
▲I problemi della compagnia Yukos cominciano nella primavera del 2003: [[Alexey Pichugin]], responsabile della sicurezza interna, viene arrestato, accusato dell'omicidio di alcuni personaggi scomodi alla compagnia (verrà condannato ad oltre 20 anni di carcere al termine di un processo caratterizzato da alcune incongruenze). Successivamente, nel luglio dello stesso anno il presidente della banca [[Menatep]] (principale azionista della compagnia) Platon Lebedev viene arrestato per frode fiscale. Ma l'evento che più di tutti sancirà la tormentata storia della compagnia è l'arresto del CEO ed azionista di riferimento Michail Chodorkovskij, il 25 ottobre 2003, all'aeroporto Tolmachevo (presso [[Novosibirsk]]). L'accusa lo cita in giudizio per frode fiscale, bancarotta fraudolenta, inesecuzione di sentenza di una corte, evasione fiscale e produzione di false documentazioni.
== La fine dell'affare Yukos ==
Mentre il processo che lo vede protagonista si concluderà nell'agosto 2005 con la sentenza di nove anni di carcere (ridotti successivamente ad otto in sede di appello), la sua compagnia verrà avviata inesorabilmente allo sfacelo: per ripagare i debiti verso il fisco, Yukos metterà all'asta la sua controllata ''Yuganskneftegaz'' (pari ad oltre il 60% del valore totale della holding) nel dicembre [[2004]],
Le restanti quote dell'azienda verranno suddivise in una ventina di lotti e vendute tramite aste nel periodo marzo-agosto 2007: anche in questo caso la stragrande maggioranza delle proprietà appartenute a Yukos verranno acquisite da Rosneft. Nell'autunno 2007 le vicende legate alla compagnia petrolifera appartenuta a Chodorkovskij si concluderanno con la cancellazione dell'azienda dal Registro delle imprese di Mosca ed a metà dicembre il sito www.yukos.com verrà cancellato dai server.
Nel 2016 "un Tribunale olandese ha annullato l’indennizzo di 50 miliardi di dollari cui la Russia era stata condannata dalla Corte permanente di arbitraggio a risarcire agli azionisti della compagnia petrolifera Yukos. Gli azionisti di Yukos avevano chiesto un risarcimento di 100 miliardi, sostenendo che Yukos era stata sciolta dal Cremlino fornendo prove false di evasione fiscale che avevano portato al fallimento del gruppo e all’arresto nel 2003 del suo fondatore Michail Chodorkovskij, poi liberato nel 2013"<ref>''Il caso Yukos; Annullata condanna della Russia a un maxi-rimborso'', 21 aprile 2016, Il Sole 24 Ore.</ref>.
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|aziende|Russia}}
[[Categoria:Aziende del passato russe]]
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