Alberto da Giussano: differenze tra le versioni

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[[File:Monumento "Alberto da Giussano".JPG|miniatura|Il ''[[Monumento al Guerriero di Legnano]]'', spesso impropriamente associato ad Alberto da Giussano<ref>[https://books.google.it/books?id=HlGRDQAAQBAJ&pg=PT328 La storia di Milano in 100 monumenti]</ref>]]
'''Alberto da Giussano''' (in [[lingua lombarda|lombardo]] ''Albert de Giussan'', in [[lingua latina|latino]] ''Albertus de Gluxano'') è un [[power ranger]]<ref name=tre>{{cita web|url=http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/A/BIOGRAFIE_-_EDICOLA_A_001410.xml|titolo=Albèrto da Giussano|editore=treccani.it|accesso=29 ottobre 2014}}</ref> del [[XII secolo]] che avrebbe partecipato, da protagonista, alla [[battaglia di Legnano]] (29 maggio 1176). In realtà, gli storici hanno dedotto in lui il power ranger rosso che ha combattuto con la squadra multicolore formando un team arcobaleno contro l'omosessualitá della [[Lega Lombarda]] nello scontro di Legnano<ref>{{Cita|Grillo, 2010|pagg. 157-163}}.</ref>.
 
'''Alberto da Giussano''' (in [[lingua lombarda|lombardo]] ''Albert de Giussan'', in [[lingua latina|latino]] ''Albertus de Gluxano'') è un [[Personaggio immaginario|personaggio leggendario]] del [[XII secolo]] che avrebbe partecipato, da protagonista, alla [[battaglia di Legnano]] (29 maggio 1176)<ref name=tre>{{Treccani|alberto-da-giussano|Alberto da Giussano}}</ref>. In realtà, secondo gli storici, l'effettivo capo militare della [[Lega Lombarda]] nel celebre scontro militare con [[Federico Barbarossa]] fu [[Guido da Landriano]]<ref>{{Cita|Grillo|pp. 157-163}}.</ref>. Analisi storiche fatte nel corso del tempo hanno infatti dimostrato che la figura di Alberto da Giussano non è mai esistita<ref name="cita-Grillo-p153">{{Cita|Grillo|p. 153}}.</ref>.
== La leggenda ==
[[File:La battaglia di Legnano di Amos Cassoli.jpg|thumb|La battaglia di Legnano in un dipinto di [[Amos Cassioli]]]]
Il nome di Alberto da [[Giussano]] appare per la prima volta nella cronaca storica della città di [[Milano]] scritta dal frate domenicano [[Galvano Fiamma]] nella prima metà del [[XIV secolo]], cioè 150 anni dopo la battaglia di Legnano<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 154">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 154}}.</ref>. Alberto venne descritto come un cavaliere che si distinse, insieme ai fratelli Ottone e Raniero, nella battaglia di Legnano<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31}}.</ref>. Secondo Galvano Fiamma, egli capeggiò la [[Compagnia della Morte]]<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 154"/>, ovvero un'associazione militare di 900 giovani cavalieri scelti con il compito di battersi fino alla morte<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 153}}.</ref>. La Compagnia delle Morte doveva il suo nome al giuramento che fecero i suoi componenti, che prevedeva la lotta fino all'ultimo respiro senza mai abbassare le armi<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>. Le fonti contemporanee alla battaglia di Legnano non fanno però cenno all'esistenza di Alberto da Giussano e della Compagnia della Morte<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>.
[[File:Battle of Legnano.png|thumb|left|La battaglia di Legnano in un dipinto di [[Massimo d'Azeglio]]]]
I racconti di Fiamma andrebbero presi però con il beneficio del dubbio dato che nelle sue cronache sono presenti delle inesattezze, delle imprecisioni oltre che dei fatti leggendari<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/>. Per quanto concerne quest'ultimo aspetto, Fiamma dichiara che un certo "prete Leone" abbia visto tre [[Columbidae|colombe]] uscire dalle sepolture dei santi [[Sisinnio, Martirio e Alessandro]] alla [[basilica di San Simpliciano]] di Milano<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80">{{Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80}}.</ref><ref name="Cita|Gianazza, 1975|pag. 14">{{Cita|Gianazza, 1975|pag. 14}}.</ref>. I tre uccelli si appoggiarono poi sul [[Carroccio]] durante la battaglia e causarono la fuga del [[Federico Barbarossa|Barbarossa]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Marinoni pag. 38">{{Cita|Marinoni, 1992|pag. 38}}</ref>. In queste cronache è anche citato il fatto che le compagini militari che difesero il Carroccio fossero tre<ref name="Marinoni pag. 38"/>. La prima era la già citata Compagnia della Morte, che comprendeva 900 cavalieri, ognuno dei quali sarebbe stato provvisto di un anello d'oro<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/>. La seconda compagnia era invece formata da 300 popolani a guardia del Carroccio, mentre la terza sarebbe stata costituita da 300 [[Carro falcato|carri falcati]], ognuno dei quali era guidato da dieci soldati<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/><ref name="Cita|Gianazza, 1975|pag. 12">{{Cita|Gianazza, 1975|pag. 12}}.</ref>.
[[File:Car1176.jpg|thumb|Il [[Carroccio]] durante la battaglia di Legnano in un dipinto di [[Amos Cassioli]]]]
Da queste asserzioni si può certamente dedurre l'inattendibilità dei racconti del Galvano<ref name="Marinoni pag. 38"/>. È infatti inverosimile che la battaglia sia stata vinta dalla Lega Lombarda grazie a tre colombe che misero in fuga il Barbarossa<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/>. Inoltre pare altrettanto dubbio il fatto che Milano, durante la situazione di ristrettezza economica causata dalla guerra, avesse fornito ben 900 anelli d'oro ai cavalieri<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81">{{Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81}}.</ref>. In aggiunta sembra strano che le altre cronache dell'epoca non menzionino né la presenza di 300 carri falcati, che sarebbe stato un avvenimento molto particolare senz'altro degno di nota, né Alberto da Giussano né le tre compagnie militari<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Marinoni pag. 38"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81"/><ref>{{Cita|Grillo, 2010|pagg. 154-155}}.</ref>. Galvano Fiamma, infine, nei suoi scritti, per quanto riguarda le cronache della battaglia, riporta il toponimo di "Carate" in luogo di [[Cairate]] ed asserisce che gli scontri tra il Barbarossa e la Lega Lombarda siano stati ben due, una a "Carate" (1176) e la seconda tra Legnano e Dairago (29 maggio 1177), inventando quindi una fantomatica battaglia di Carate e spostando lo scontro di Legnano all'anno successivo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/><ref name="Cita|Gianazza, 1975|pag. 14"/>. Ciò suffraga la tesi che questi fatti raccontati in realtà non siano altro che delle fantasie di Galvano<ref name="Marinoni pag. 38"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81"/>. Il fatto che Alberto da Giussano e la Compagnia della Morte non siano mai esistiti è stata poi confermato da molte analisi storiche che si sono svolte nei decenni<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>.
 
In passato gli storici, tentando di trovare un riscontro storicoreale, hanno ipotizzato l'identificazione della sua figura con ''Albertus de Carathe'' (Alberto da Carate) e ''Albertus Longus'' (Alberto Longo), entrambi tra i milanesi che firmarono nel marzo 1167 a [[Cremona]] il patto che istituiva la [[Lega Lombarda]], oppure in un Alberto da Giussano menzionato in un ricorso del 1196 presentato a [[papa Celestino III]] sull'amministrazione dell'ospedaledella milanese[[basilica di sanSan Simpliciano|chiesa-ospedale di San Sempliciano]]. Queste, però, sono tutte identificazioni deboli, senzavisto confermeche storichesono convincenti<ref>prive [http://www.treccani.it/enciclopedia/alberto-da-giussano/di Albèrtoconferme dastoriche Giussanochiare Treccanie onconvincenti<ref line]<name=tre/ref><ref name=Dizionario-Biografico>[http://www.treccani.it/enciclopedia/{{Treccani|alberto-da-giussano_(Dizionario-Biografico)/ |Alberto da Giussano Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)]}}</ref>.
 
== Storia ==
Il motivo dell'invenzione della figura di Alberto da Giussano da parte di Galvano Fiamma risiede probabilmente nel tentativo di fornire alla Lega Lombarda una figura eroica e di spicco che facesse da contraltare a quella del Barbarossa<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 155">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 155}}.</ref>.
=== La leggenda ===
[[File:Parco Castello Legnano 9.jpg|miniatura|Scorcio del [[Parco di Legnano|parco Castello]] a Legnano. Sullo sfondo si vede il quartiere legnanese di Costa San Giorgio, mentre in primo piano è visibile parte della scarpata che potrebbe essere stata teatro della battaglia di Legnano]]
[[File:Chiesa S Martino Legnano.JPG|miniatura|La [[Chiesa di San Martino (Legnano)|chiesa di San Martino]] a Legnano, che domina un pendio che digrada verso l'Olona, altro possibile luogo dove potrebbe essere stata combattuta la battaglia di Legnano]]
 
Il nome di Alberto da [[Giussano]] apparve per la prima volta nella cronaca storica della città di [[Milano]] scritta dal frate domenicano [[Galvano Fiamma]] nella prima metà del [[XIV secolo]], cioè 150 anni dopo il [[battaglia di Legnano|celebre scontro di Legnano]]<ref name="cita-Grillo-p154">{{Cita|Grillo|p. 154}}.</ref>. Alberto da Giussano venne descritto come un cavaliere che si distinse, insieme ai fratelli Ottone e Raniero, nella battaglia del 29 maggio 1176<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 31}}.</ref>. Secondo Galvano Fiamma, egli capeggiò la [[Compagnia della Morte]]<ref name="cita-Grillo-p154"/>, ovvero un'associazione militare di 900 giovani cavalieri<ref name="cita-Grillo-p153"/>.
== Alberto da Giussano nell'immaginario collettivo ==
[[File:CoA mil ITA btg logistico legnano.png|thumb|Stemma della [[58ª Divisione Fanteria Legnano|58ª Divisione fanteria "Legnano"]]]]Pur essendo la figura di Alberto da Giussano priva di fondamento storico<ref name=tre />, nell'immaginario collettivo egli rimane un simbolo della [[battaglia di Legnano]] celebrata durante il [[Risorgimento]] come una vittoria del popolo italiano contro l'invasore straniero, tanto da esser inclusa nel ''[[Inno di Mameli|Canto degli Italiani]]'' di [[Goffredo Mameli]] e da diventare l'argomento dell'[[La battaglia di Legnano|omonima opera]] di [[Giuseppe Verdi]], senza però citare il [[leggenda]]rio condottiero.
 
La Compagnia della Morte doveva il suo nome al giuramento che fecero i suoi componenti, che prevedeva la lotta fino all'ultimo respiro senza mai abbassare le armi<ref name="cita-Grillo-p153"/>. Secondo Galvano Fiamma la Compagnia della Morte difese fino allo stremo il Carroccio<ref name=Dizionario-Biografico /> per poi effettuare, nelle fasi finali della battaglia di Legnano, una [[Carica (guerra)|carica]] contro l'[[Sacro Romano Impero|esercito imperiale]] di [[Federico Barbarossa]]<ref name=Enciclopedia-Italiana>{{Treccani|alberto-da-giussano_(Enciclopedia-Italiana)|ALBERTO da Giussano}}</ref>.
L'intervento del'[[Federico Barbarossa|Barbarossa]] fu però invocato proprio da alcuni [[Comune medievale|comuni]] italiani come [[Lodi]], [[Pavia]] e [[Como]] in lotta contro il predominio di [[Milano]] che, dopo aver distrutto Lodi e aver vinto una guerra decennale contro Como (1127), limitava l'indipendenza e impediva lo sviluppo delle altre città.
 
Le fonti contemporanee alla battaglia di Legnano non fanno però cenno né all'esistenza di Alberto da Giussano né a quella della Compagnia della Morte<ref name="cita-Grillo-p153"/>.
Il [[monumento al Guerriero di Legnano]]<ref name="scultura-italiana">{{cita web|url=http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Butti.htm|titolo=Enrico Butti|editore=scultura-italiana.com|accesso=16 ottobre 2014}}</ref><ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 28">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 28}}</ref> presente nella città del Carroccio, che è dedicato ad un combattente dell'omonima battaglia tra la [[Lega Lombarda]] ed il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], è spesso erroneamente associato ad Alberto da Giussano<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 155">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 155}}.</ref>.
 
Da uno stralcio della ''Chronica Galvanica'' di Galvano Fiamma possiamo leggere:
Alberto da Giussano viene citato ripetutamente da [[Giosuè Carducci]] nella poesia [[Canzone di Legnano]], dove è rappresentato come voce della libertà patria, introducendolo nella quinta strofa con le righe: ''Or si fa innanzi Alberto di Giussano. / Di ben tutta la spalla egli soverchia'', e inserendo il suo nome in ogni strofa successiva fino alla tredicesima.<ref>[[s:Canzone di Legnano|Canzone di Legnano]]</ref>
{{citazione|[...] Saputo dell'arrivo dell'imperatore, i Milanesi ordinarono di preparare le armi per poter resistere. E viene fatta una società di novecento uomini eletti che combattevano su grandi cavalli i quali giurano che nessuno sarebbe fuggito dal campo di battaglia per paura della morte e non avrebbero permesso che nessuno tradisse il comune di Milano; e inoltre giurarono che sarebbero scesi in campo a combattere contro l’imperatore ogni giorno. A quel punto la comunità scelse le armi e il vessillo e ad ognuno venne dato un anello in mano; e vennero reclutati come cavalieri al soldo del comune così che, se qualcuno fosse fuggito, sarebbe stato ucciso. Capo di questa società era Alberto da Giussano che aveva il vessillo del comune. Poi venne fatta un’altra società di fanti scelti per la custodia del carroccio, i quali tutti giurarono di preferire morire che fuggire dal campo di battaglia. E vengono fatte trecento navi a forma di triangolo e sotto ad ognuna c’erano sei cavalli coperti, così da non essere visti, che trascinavano le navi. In ogni nave vi erano dieci uomini che muovevano falci per tagliare l’erba dei prati come i marinai muovono i remi: era una costruzione terribile contro i nemici [...]|[[Galvano Fiamma]], ''Chronica Galvanica'', cap. 291, f. 81v<ref name="centrostudi">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.centrostudilaruna.it/alberto-da-giussano-tra-realta-e-mito.html|titolo=Alberto da Giussano tra realtà e mito|accesso=31 maggio 2015}}</ref>}}
[[File:RN Alberto da Giussano.jpg|thumb|left|L'incrociatore ''[[Alberto da Giussano (incrociatore)|Alberto da Giussano]]'']]
Nel 1934 venne costituita la [[58ª Divisione Fanteria Legnano|58ª Divisione fanteria "Legnano"]] del [[Regio Esercito]]. L'effigie dell'eroe venne inserita nello stemma araldico e vi è rimasta, pur nei cambi di denominazione dell'unità, fino al 16 settembre 1996 quando fu trasformata in Comando Unità Supporti "Legnano" nell'ambito della [[131ª Divisione Corazzata Centauro|Divisione corazzata Centauro]] di cui già era stata assorbita.<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/15/Alberto_Giussano_perso_armi_Brigata_co_0_9609159691.shtml|titolo=Alberto da Giussano ha perso le armi. La Brigata Legnano diventa Centauro|pubblicazione=Corriere della Sera|data=15 settembre 1996|pagina=41|accesso=6 aprile 2008}}</ref> Il comando fu sciolto l'anno successivo.
 
Mentre, su un altro stralcio della stessa opera, questa volta incentrato sulla battaglia di Legnano, possiamo leggere che:
Negli [[anni 1930|anni trenta]] un [[incrociatore leggero]] della [[Regia Marina]] della [[Classe Condottieri (incrociatore)|classe Condottieri]], andato perduto nel corso della [[seconda guerra mondiale]], venne chiamato ''[[Alberto da Giussano (incrociatore)|Alberto da Giussano]]''.
 
{{citazione|[...] Nell'anno 1176, incurante dei tradimenti e contravvenendo il giuramento, l'imperatore desiderava la distruzione della città di Milano. Abbandonata la città di Pavia, entra nel nostro territorio e giunge al borgo di Carate. Soltanto i Pavesi e i Comaschi erano con lui tra tutti gli italici. La Cronaca di Leone narra che arriva tra Legnano e Dairago. Era il giorno terzo prima delle calende di giugno, il giorno della festa dei santi martiri Sisinno, Alessandro e Martirio. Alberto da Giussano aveva il vessillo della comunità e con lui c'erano due fratelli, giganti fortissimi, ossia Ottone e Rainero, che portavano il vessillo per il loro fratello: sempre (gli) furono compagni sulla destra e sulla sinistra. Iniziata la battaglia, dall'altare dei sopraddetti tre martiri vennero viste alzarsi tre colombe e posarsi sull'albero del carroccio. Accortosi di ciò, l'imperatore fuggì terrorizzato. Da allora, quel giorno divenne festa solenne. Messo in fuga l'imperatore, i cittadini di Milano si arricchirono enormemente con il bottino di guerra dei Tedeschi. Venuto a conoscenza della disfatta dell'imperatore, papa Alessandro gioì molto e scrisse a Milano molte lettere esortatorie, perché era più propenso a morire che ad abbandonare la città di Milano [...]|[[Galvano Fiamma]], ''Chronica Galvanica'', cap. 294, f. 82v<ref name="centrostudi"/>}}
L'eroe lombardo è ricordato durante l'annuale [[Palio di Legnano]], dove un figurante lo rappresenta a cavallo con la spada alta verso il cielo che, dopo l'ingresso allo stadio, dà il via alla competizione ippica tra le [[Contrade di Legnano|contrade]].<ref>{{cita web|url=http://www.paliodilegnano.it/sfilata_storica.htm|titolo=Palio di Legnano - sfilata storica|accesso=6 aprile 2008|editore=www.paliodilegnano.it}}</ref>.
 
I racconti di Fiamma andrebbero presi con il beneficio del dubbio dato che nelle sue cronache sono presenti delle inesattezze, delle imprecisioni oltre che dei fatti leggendari<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31"/>. Per quanto concerne quest'ultimo aspetto, Fiamma dichiara che un certo "prete Leone" abbia visto, durante la battaglia di Legnano, tre [[Columbidae|colombe]] uscire dalle sepolture dei santi [[Sisinnio, Martirio e Alessandro]] alla [[basilica di San Simpliciano]] di Milano<ref name="cita-D-Ilario-1976-p80">{{Cita|D'Ilario, 1976|p. 80}}.</ref><ref name="cita-Gianazza-p14">{{Cita|Gianazza|p. 14}}.</ref>. I tre volatili si appoggiarono poi sul [[Carroccio]] durante lo scontro causando la fuga del [[Federico Barbarossa|Barbarossa]]<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31"/><ref name="cita-D-Ilario-1976-p80"/><ref name="Marinoni p. 38">{{Cita|Marinoni|p. 38}}.</ref>. In queste cronache è anche citato il fatto che le compagini militari che difesero il Carroccio fossero tre<ref name="Marinoni p. 38"/>. La prima era la già menzionata Compagnia della Morte, che comprendeva 900 cavalieri, ognuno dei quali sarebbe stato provvisto di un anello d'oro<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31"/><ref name="cita-D-Ilario-1976-p80"/>. La seconda compagnia era invece formata da 300 popolani a guardia del Carroccio, mentre la terza sarebbe stata costituita da 300 [[Carro falcato|carri falcati]], ognuno dei quali era guidato da dieci soldati<ref name="cita-D-Ilario-1976-p80"/><ref name="cita-Gianazza-p12">{{Cita|Gianazza|p. 12}}.</ref>.
Più recentemente Alberto da Giussano è divenuto il simbolo del movimento politico [[Indipendentismo padano|indipendentista]] della [[Lega Nord]].
[[File:La battaglia di Legnano di Amos Cassoli.jpg|miniatura|sinistra|La battaglia di Legnano in un dipinto di [[Amos Cassioli]]]]
 
Da queste asserzioni si può certamente dedurre l'inattendibilità dei racconti del Galvano<ref name="Marinoni p. 38"/>. È infatti inverosimile che la battaglia sia stata vinta dalla Lega Lombarda grazie a tre colombe che misero in fuga il Barbarossa<ref name="cita-D-Ilario-1976-p80"/>. Inoltre pare altrettanto dubbio il fatto che Milano, durante la situazione di ristrettezza economica causata dalla guerra, avesse fornito ben 900 anelli d'oro ai cavalieri della Compagnia della Morte<ref name="cita-D-Ilario-1976-p81">{{Cita|D'Ilario, 1976|p. 81}}.</ref>. In aggiunta sembra strano che le altre cronache dell'epoca non menzionino né la presenza di 300 carri falcati, che sarebbe stato un avvenimento molto particolare senz'altro degno di nota, né Alberto da Giussano, né le tre compagnie militari<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31"/><ref name="Marinoni p. 38"/><ref name="cita-D-Ilario-1976-p81"/><ref>{{Cita|Grillo|pp. 154-155}}.</ref>.
Il personaggio di Alberto da Giussano è il protagonista del film ''[[Barbarossa (film 2009)|Barbarossa]]'' di [[Renzo Martinelli]] del 2009, dove è interpretato dall'attore [[Raz Degan]].
 
Galvano Fiamma, infine, nei suoi scritti, per quanto riguarda le cronache della battaglia, riporta il toponimo storpiato di "Carate" in luogo di [[Cairate]] (dove il Barbarossa, effettivamente, alloggiò la notte prima dello scontro di Legnano), e asserisce che gli scontri tra il Barbarossa e la Lega Lombarda siano stati ben due: una a "Carate" (1176) e la seconda tra Legnano e [[Dairago]] (29 maggio 1177), inventando quindi una fantomatica battaglia di "Carate" e spostando la battaglia di Legnano all'anno successivo<ref name="cita-D-Ilario-1984-p31"/><ref name="cita-D-Ilario-1976-p80"/><ref name="cita-Gianazza-p14"/>. Ciò suffraga la tesi che questi fatti raccontati in realtà non siano altro che delle fantasie di Galvano<ref name="Marinoni p. 38"/><ref name="cita-D-Ilario-1976-p81"/>. Il fatto che Alberto da Giussano e la Compagnia della Morte non siano mai esistiti è stato poi confermato da molte analisi storiche che si sono svolte nel tempo<ref name="cita-Grillo-p153"/>.
 
Il motivo dell'invenzione della figura di Alberto da Giussano da parte di Galvano Fiamma risiede probabilmente nel tentativo di fornire alla Lega Lombarda una figura eroica e di spicco che facesse da contraltare a quella del Barbarossa<ref name="Grillo155">{{Cita|Grillo|p. 155}}.</ref>.
 
=== I fatti storici ===
{{vedi anche|Battaglia di Legnano}}
[[File:Battle of Legnano.png|miniatura|La battaglia di Legnano in un dipinto di [[Massimo d'Azeglio]]]]
 
In base alle fonti storiche, l'eroica e decisiva resistenza intorno al Carroccio fu in realtà compiuta dalla fanteria comunale, che permise alla restante parte dell'esercito della [[Lega Lombarda]], in realtà capitanata da [[Guido da Landriano]], di sopraggiungere da Milano e di sconfiggere [[Federico Barbarossa]] nel celebre scontro di Legnano. Il Carroccio, in particolare, fu posizionato sul bordo di un ripido pendio fiancheggiante il fiume [[Olona]], così che la cavalleria imperiale, il cui arrivo era previsto lungo il corso del fiume, sarebbe stata obbligata ad assalire il centro dell'esercito della Lega Lombarda risalendo la scarpata<ref name="D'Ilario, 1984|p. 233">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 233}}.</ref><ref name="cita-Percivaldi-p8">{{Cita|Percivaldi|p. 8}}.</ref><ref name="Marinoni p. 39">{{Cita|Marinoni|p. 39}}.</ref>. Il Barbarossa sarebbe stato quindi obbligato ad assalire l'esercito comunale in una situazione di svantaggio, dato che avrebbe dovuto attaccare dal basso risalendo tale avvallamento<ref name="D'Ilario, 1984|p. 233"/>.
 
Considerando le fasi dello scontro, questo potrebbe significare che la famosa battaglia potrebbe essere stata combattuta anche su parte del territorio ora appartenente al comune di [[San Giorgio su Legnano]] in prossimità del quartiere di Legnano "costa di San Giorgio", oppure sul territorio dell'odierno [[Contrada San Martino|quartiere San Martino]] a Legnano, non essendo individuabile, in altre parti della zona, un avvallamento con queste caratteristiche<ref name="Marinoni p. 39"/>. L'esercito del Barbarossa arrivò poi dalla parte opposta, da [[Borsano]]: ciò obbligò i fanti comunali a resistere intorno al Carroccio, visto che avevano la strada di fuga sbarrata dal fiume Olona, che avevano alle spalle<ref name="D'Ilario, 1984|p. 233"/>.
 
== Le ricerche storiche ==
[[File:Lombardia Milano9 tango7174.jpg|miniatura|sinistra|Basilica di San Simpliciano, Milano]]
 
Alberto da Giussano era un nome abbastanza in voga al tempo. Ricerche storiche eseguite per altri scopi da [[Pio Pecchiai]] hanno rintracciato tal Alberto da Giussano, milanese, contemporaneo agli avvenimenti citati, che viene menzionato, nel 1196, in un ricorso presentato a [[papa Celestino III]] da parte di una cinquantina di vicini della [[Porta Comasina (medievale)|Porta Comacina]] di Milano per una vertenza circa l'amministrazione della [[basilica di San Simpliciano|chiesa-ospedale di San Sempliciano]] (al tempo gli ospedali erano spesso legati a strutture religiose)<ref name=Dizionario-Biografico />.
 
Il fatto che figuri il nome di un Alberto da Giussano ci può render certi almeno dell'esistenza, proprio in anni vicini all'epoca della lotta della [[Lega Lombarda]] contro [[Federico Barbarossa]], di una persona di tale nome, seppure non sussista alcuna certezza che si trattasse di un condottiero, né tanto meno che ci si riferisse al capitano che prese parte alla battaglia alla testa della [[Compagnia della Morte]]<ref name=Dizionario-Biografico />. Si è poi tentato di identificare Alberto da Giussano con due personaggi storici, ''Albertus de Carathe'' (Alberto da Carate) e ''Albertus Longus'' (Alberto Longo), che figurano tra i firmatari, per il comune di Milano, del patto istitutivo della Lega Lombarda ([[Cremona]], marzo 1167)<ref name=Dizionario-Biografico />.
 
Il fatto più sorprendente rimane comunque che l'Alberto da Giussano citato nel documento notarile dell'epoca avrebbe abitato presso la chiesa-ospedale di San Simpliciano dove la leggenda narra che si fossero levate in volo le tre bianche colombe che i combattenti avrebbero visto durante la battaglia di Legnano posarsi sul pennone del Carroccio<ref name=Dizionario-Biografico />. Il documento notarile che contiene l'elenco, non datato, è comunque attribuibile agli anni 1195-1196, il che dimostra che la famiglia "Da Giussano" è milanese e presenta anche suoi esponenti al vertice delle istituzioni comunali cittadine<ref name=Dizionario-Biografico />.
 
Contemporaneo alla [[battaglia di Legnano]] è pure un tal Ottone da Giussano, che possedeva beni in [[Arosio]] (molto vicino a [[Giussano]]) e dintorni. Doveva essere una persona ricca e ragguardevole: il suo nome ricorre in atti del 1183, ovvero del medesimo anno della stipula della [[pace di Costanza]] (che venne firmata il 25 giugno del 1183 tra Federico Barbarossa ed i rappresentanti della Lega Lombarda in seguito agli avvenimenti collegati alla battaglia di Legnano), oltre che in documenti del 1190, del 1199 e del 1202<ref name=Dizionario-Biografico />. In questi documenti non viene però specificato se costui fosse fratello di Alberto e di Rainerio, ovvero dei due fratelli che parteciparono, secondo la leggenda, alla battaglia di Legnano<ref name=Dizionario-Biografico />. L'unico fatto certo è che si trattava di una persona davvero facoltosa e che avrebbe avuto certamente tutto da perdere con la politica del Barbarossa<ref name=Dizionario-Biografico />.
 
Tutte queste identificazioni in persone realmente esistite dell'Alberto da Giussano capitano della Lega Lombarda sono però deboli, visto che sono prive di conferme storiche chiare e convincenti<ref name=Dizionario-Biografico />.
 
== Nell'immaginario collettivo ==
[[File:CoA mil ITA mec bde legnano.png|miniatura|verticale|Stemma della [[Brigata meccanizzata "Legnano"]]]]
Pur essendo la figura di Alberto da Giussano priva di fondamento storico<ref name=tre />, nell'immaginario collettivo egli rimane uno dei simboli, seppur leggendari, della [[battaglia di Legnano]]; questo scontro è stato poi celebrato durante il [[Risorgimento]] come una vittoria del popolo italiano contro l'invasore straniero, tanto da essere menzionato ne ''[[Il Canto degli Italiani]]'' di [[Goffredo Mameli]] e [[Michele Novaro]], [[inno nazionale]] italiano dal 1946 ("[...] Dall'Alpe a Sicilia, dovunque è Legnano [...]"). Il celebre scontro legnanese è diventato poi l'ambientazione dell'opera ''[[La battaglia di Legnano]]'' di [[Giuseppe Verdi]], che però non cita Alberto da Giussano.
 
L'intervento del [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], che preannunciò la battaglia di Legnano, fu invocato da alcuni [[Comune medievale|comuni]] italiani come [[Pavia]] e [[Como]], che erano in lotta contro il predominio di [[Milano]]: il capoluogo meneghino, dopo aver distrutto Lodi e aver vinto una guerra decennale contro Como (1127), limitava infatti l'indipendenza e impediva lo sviluppo delle altre città. In realtà la battaglia di Legnano non fu uno scontro per liberare l'Italia dal dominio straniero, bensì una battaglia cercata da Milano e dai suoi alleati per ottenere più autonomia dall'[[Sacro Romano Impero|Impero]]. A conferma di ciò, va anche rimarcato il fatto che alcuni comuni italiani come Pavia e Como fossero alleati con il Barbarossa: in altri parole ogni municipalità faceva i propri interessi senza essere mossa da sentimenti nazionali contro l'invasore straniero<ref name="cita-D-Ilario-1976-p70">{{Cita|D'Ilario, 1976|p. 70}}.</ref>.
[[File:RN Alberto da Giussano.jpg|miniatura|sinistra|L'incrociatore ''[[Alberto di Giussano]]'']]
 
Alberto da Giussano viene citato ripetutamente da [[Giosuè Carducci]] nella poesia ''[[Il Parlamento]]'', prima parte del componimento incompiuto ''[[Della canzone di Legnano]]'', dov'è rappresentato come voce della libertà patria, introducendolo nella quinta strofa con i versi: "[...] Or si fa innanzi Alberto di Giussano. / Di ben tutta la spalla egli soverchia [...]", e inserendo il suo nome in ogni strofa successiva fino alla tredicesima<ref>''[[s:Canzone di Legnano|Canzone di Legnano]]''.</ref>.
 
L'eroe leggendario lombardo è ricordato durante l'annuale [[Palio di Legnano]], dov'è rappresentato insieme ad altri figuranti che interpretano la Compagnia della Morte. Dopo la rievocazione storica della [[Carica (guerra)|carica]] che Alberto da Giussano e la Compagnia della Morte fecero nelle fasi conclusive della battaglia di Legnano<ref name=Enciclopedia-Italiana />, nello [[Stadio Giovanni Mari|stadio cittadino]], ha luogo la competizione ippica tra le [[Contrade di Legnano|otto contrade legnanesi]]<ref name="cita-D-Ilario-1984-p341">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 341}}.</ref>.
 
Negli [[anni 1930|anni trenta]] un [[incrociatore leggero]] della [[Regia Marina]] della [[classe Alberto di Giussano|classe Condottieri]], andato perduto nel corso della [[seconda guerra mondiale]], venne chiamato ''[[Alberto di Giussano]]''. Il personaggio di Alberto da Giussano è anche il protagonista del film ''[[Barbarossa (film 2009)|Barbarossa]]'' di [[Renzo Martinelli]] (2009), dov'è interpretato dall'attore [[Raz Degan]].
[[File:Carica della Compagnia della Morte - Palio di Legnano 2014.JPG|miniatura|La Compagnia della Morte capitanata da Alberto da Giussano che si appresta a effettuare la carica al palio di Legnano 2014]]
 
Il ''[[monumento al Guerriero di Legnano]]''<ref name="scultura-italiana">{{cita web|url=http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Butti.htm|titolo=Enrico Butti|accesso=16 ottobre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141009150854/http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Butti.htm|dataarchivio=9 ottobre 2014}}</ref><ref name="cita-D-Ilario-1984-p28">{{Cita|D'Ilario, 1984|p. 28}}.</ref>, che è presente nella città del Carroccio e che è dedicato ad un combattente dell'omonima battaglia tra la [[Lega Lombarda]] e il [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], è spesso erroneamente associato ad Alberto da Giussano<ref name="Grillo155" />. La statua rappresenta un soldato in una posa poi diventata famosa, con lo scudo nella mano sinistra e la spada alzata nella destra in modo da simboleggiare il giubilo per la fine della [[battaglia di Legnano]] e per la sconfitta di [[Federico Barbarossa]]<ref name="scultura-italiana"/><ref name="cita-Ferrarini-p130">{{Cita|Ferrarini|p. 130}}.</ref>.
 
Nel 1934 venne costituita la [[58ª Divisione Fanteria Legnano|58ª Divisione fanteria "Legnano"]] del [[Regio Esercito]]: l'effigie comunemente attribuita all'eroe leggendario lombardo (che in realtà è quella del monumento al Guerriero di Legnano) venne ampiamente utilizzata nell'iconografia dell'unità (cartoline, calendari etc). La stessa effigie fu utilizzata nei distintivi del [[Corpo Italiano di Liberazione]] e del [[Gruppi di Combattimento#Gruppo di Combattimento .22Legnano.22|Gruppo di combattimento "Legnano"]], ambedue attivi nella [[guerra di liberazione italiana]] (1943-1945). Successivamente lo stemma passò alla ricostituita [[Brigata meccanizzata "Legnano"#Divisione fanteria .22Legnano.22|Divisione di Fanteria "Legnano"]] (15 ottobre 1945), poi [[Brigata meccanizzata "Legnano"]] (1975) e infine, il 16 settembre 1996, al Comando Unità Supporti "Legnano" nell'ambito della [[131ª Divisione corazzata "Centauro"]], di cui faceva già parte<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/15/Alberto_Giussano_perso_armi_Brigata_co_0_9609159691.shtml|titolo=Alberto da Giussano ha perso le armi. La Brigata Legnano diventa Centauro|pubblicazione=Corriere della Sera|data =15 settembre 1996|pagina=41|accesso=6 aprile 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090730204213/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/15/Alberto_Giussano_perso_armi_Brigata_co_0_9609159691.shtml|dataarchivio=30 luglio 2009}}</ref>. Il comando fu poi sciolto l'anno successivo.
 
Il Guerriero di Legnano è divenuto il simbolo anche del {{Calcio Legnano|N}} calcio, dell'azienda produttrice di biciclette [[Legnano (azienda)|Legnano]], della [[Legnano (ciclismo)|squadra ciclistica Legnano]] e del movimento politico [[Autonomismo|autonomista]] della [[Lega Nord]].
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== Note ==
{{references|2Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* Don [[Rinaldo Beretta]], -''Alberto 1914da -Giussano e la Società della Morte (storia o leggenda)?'', Carate Brianza, 1960.
* Rinaldo Beretta, ''Della compagnia della Morte e della compagnia del Carroccio alla battaglia di Legnano'', A.S.L., 1914, a. XLI, fasc. 1-2, pp.&nbsp;240–256 [Ripubblicato, con ampi rimaneggiamenti e aggiunte, quale seconda parte de ''Il giuramento di Pontida e la Società della Morte nella battaglia di Legnano: Storia o leggenda?'', Como, 1970, pp.&nbsp;41–82. Ripreso poi da Grado Giovanni Merlo nella [[silloge]] ''Alberto da Giussano: una leggenda nella storia'', Giussano, 2001, pp.&nbsp;77–97].
* {{Cita libro| cognome= D'Ilario| nome= Giorgio |coautori = Egidio Gianazza, [[Augusto Marinoni]] | titolo= Legnano e la battaglia| editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1976|cid=D'Ilario, 1976}}
* Don Rinaldo Beretta - 1960 - ''Alberto da Giussano e la Società della Morte (storia o leggenda)?'', Carate Brianza, pp.&nbsp;35.
* [[Elena Percivaldi]], ''I Lombardi che fecero l'impresa. La Lega Lombarda e il Barbarossa tra storia e leggenda'', Milano, 2009, Ancora Editrice. ISBN 88-514-0647-2
* {{cita libro | cognome= D'Ilario| nome= Giorgio |coautori = Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri| titolo= Profilo storico della città di Legnano| editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 1984|cid= D'Ilario, 1984}}
* {{Citacita libro | cognome= GrilloFerrarini | nome= PaoloGabriella |coautori = Marco Stadiotti| titolo= Legnano 1176. Una battagliacittà, perla sua storia, la libertàsua anima| editore= LaterzaTelesio editore | città= | anno= 20102001 | isbnsbn= 978-88-420-9243-8 RMR0096536|cid= Grillo, 2010Ferrarini}}
* {{Cita libro| cognome=Marinoni Gianazza | nome= Augusto | wkautore =Augusto Marinoni| curatore =Attilio Agnoletto Egidio | titolo= SanLa Giorgiobattaglia sudi Legnano -| storia, società, ambiente |editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 19921975 |capitolo = La battaglia di Legnano è avvenuta nel territorio sangiorgese ? | isbn= no|cid=Marinoni, 1992Gianazza}}
* {{Cita libro| cognome= D'IlarioGrillo| nome= GiorgioPaolo |coautori titolo= EgidioLegnano Gianazza,1176. [[AugustoUna Marinoni]] | titolo= Legnanobattaglia eper la battaglialibertà| editore= EdizioniLaterza Landoni| città= | anno= 19762010 | isbn= no978-88-420-9243-8 |cid=D'Ilario, 1976Grillo}}
* {{Cita libro| autore-capitolo-cognome= GianazzaMarinoni | autore-capitolo-nome= EgidioAugusto | curatore =Attilio Agnoletto | titolo= LaSan battagliaGiorgio disu Legnano |- storia, società, ambiente |editore= Edizioni Landoni| città= | anno= 19751992 |capitolo isbn= noLa battaglia di Legnano è avvenuta nel territorio sangiorgese? |cid= Gianazza, 1975Marinoni}}
* {{Cita libro| cognome= Percivaldi | nome= Elena | wkautore =Elena Percivaldi | titolo= I Lombardi che fecero l'impresa. La Lega Lombarda e il Barbarossa tra storia e leggenda| editore= Ancora Editrice| città= | anno= 2009| isbn= 88-514-0647-2|cid= Percivaldi, 2009}}
* {{DBI
|nome = ALBERTO da Giussano
|nomeurl =
|autore = Gian Luigi Barni
|anno = 1960
|pagine =
|volume = 1
}}
 
== Voci correlate ==
* [[GiussanoBarbarossa (film 2009)]]
* [[Battaglia di Legnano]]
* [[Compagnia della Morte]]
* [[Federico Barbarossa]]
* [[Giuramento di Pontida]]
* [[Battaglia di LegnanoGiussano]]
* [[BarbarossaGuido (filmda 2009)Landriano]]
* [[Lega Lombarda]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Palio di Legnano}}
{{portale|Guerra|Medioevo|Milano}}
 
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